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Cap 9.

IL FATTO, L’ATTO ED IL NEGOZIO GIURIDICO:

FATTO E ATTO: Per “Fatto giuridico” si intende qualsiasi avvenimento che abbia conseguenze giuridiche
secondo l’Ordinamento. Si distinguono fatti “materiali” (es. mutamento della situazione preesistente in rerum
natura) e fatti “in senso ampio” (fatti omissivi, interni o psicologici). Per quanto riguarda le “responsabilità” dei
fatti, si parla di fatti giuridici “in senso stretto” quando le conseguenze giuridiche sono ricollegate ad un
evento senza che assuma rilievo se a causarlo sia intervenuto o meno l’uomo (es. la morte per cause
naturali di una persona, l’inondazione, ecc.);

Si parla invece di “Atti giuridici” se l’evento che ha causato una conseguenza giuridica deriva da un
intervento umano (es. tutti i reati, i contratti ecc.). Gli Atti giuridici si distinguono in Leciti ed Illeciti:
- Leciti: atti conformi alle prescrizioni dell’ordinamento, e possono essere Operazioni (modificazioni del
mondo esterno – es. costruzioni) e Dichiarazioni (atti diretti a comunicare ad altri il proprio pensiero);
- Illeciti: atti compiuti in violazione di doveri giuridici, e che quindi producono la lesione del diritto soggettivo
altrui.

NEGOZIO GIURIDICO:
Tra le suddette Dichiarazioni, la maggiore importanza va attribuita ai Negozi giuridici, ossia quelle
dichiarazioni di volontà con cui i privati esprimono la volontà di regolare in un determinato modo i propri
interessi, nell’ambito dell’autonomia a loro riconosciuta dall’ordinamento. Con tali dichiarazioni di volontà,
l’ordinamento giuridico ricollega effetti giuridici conformi al risultato voluto (es. creazione di obblighi,
trasferimento di proprietà ecc.). Affinché i principi del Negozio siano validi, è necessario che gli elementi
dello stesso siano Essenziali (contratto, prezzo ecc., senza i quali il negozio è nullo): esistono poi elementi
Accidentali (che le parti sono libere di apporre o meno). L’utilità dei Negozi giuridici è quella di attribuire ai
singoli una sfera di Autonomia, entro la quale i privati possano decidere da sé come regolare i propri
interessi, ottenendo dalla legge che gli atti posti in essere siano resi vincolanti ed impegnativi: vale a dire che
l’ordinamento attribuisce ai privati il potere di creare una regola giuridica dei loro rapporti e di produrre
modificazioni della situazione giuridica preesistente. Il Negozio giuridico può essere:

- Unilaterale: quando è perfezionato con la dichiarazione di una sola parte/persona (es. il testamento).

- Collegiale: quando le dichiarazioni di volontà sono dirette a formare la volontà di una collettività
organizzata di individui (es. deliberazione dell’assemblea di una società per azioni).

- Complesso: consta di più volontà tendenti a un fine comune, ma differisce dal Collegiale perché nel
Complesso queste volontà si fondono in modo da formarne una sola.

- Plurilaterale: presuppone la partecipazione di almeno tre parti, ciascuna delle quali si rende portatrice di
un’autonoma posizione di interesse (es. due coniugi acquistano insieme un appartamento da destinare ad
abitazione comune: il contratto di compravendita rimane comunque bilaterale, pur essendo la parte
acquirente composta da due soggetti).

Ulteriori distinzioni del negozio giuridico si ricollegano alla sua funzione. Si distinguono così i negozi Mortis
causa (testamento) dai negozi Inter vivos (vendita ecc.), e a seconda che si riferiscano ad interessi
economici, i negozi possono essere Patrimoniali e Apatrimoniali. Quelli Patrimoniali sono:
- di Attribuzione patrimoniale, che semplicemente attuano uno spostamento di diritti patrimoniali da un
soggetto a un altro (es. vendita).
- A titolo gratuito: negozio per effetto del quale un soggetto acquisisce un vantaggio senza alcun
correlativo sacrificio.
- A titolo oneroso: quando un soggetto, per acquistare qualsiasi tipo di diritto, accetta un correlativo
sacrificio.

LA RINUNZIA: Il Negozio abdicativo è la rinunzia, che è la dichiarazione unilaterale del titolare di un diritto
soggettivo diretta a dismettere (cessare) il diritto stesso senza trasferirlo ad altri. La rinunzia ad esempio al
diritto di usufrutto implica che il potere di godere la cosa ritorni al proprietario: in questo caso, si fa
riferimento al principio della Elasticità del dominio, in virtù del quale la proprietà, prima compressa, riprende
automaticamente la sua espansione originaria non appena il diritto che la limitava (usufrutto) viene meno.

LA DICHIARAZIONE: Affinché il Negozio sia valido, la volontà del soggetto diretta a produrre effetti giuridici
deve essere dichiarata, cioè esternata; deve quindi uscire dalla sfera del soggetto ed essere percepita dagli
altri. La dichiarazione è quindi la volontà del soggetto a produrre effetti giuridici, e si distingue in Espressa
(se fatta con parole o con qualsiasi mezzo idoneo a far capire agli altri il nostro pensiero) e Tacita
(comportamento che risulti incompatibile con la volontà contraria). Bisogna fare attenzione però al “Silenzio”:
esso non sempre equivale alla dichiarazione tacita, anche perché la giurisprudenza non riconosce il detto
volgare “chi tace acconsente”.

LA FORMA: Ciascuno sceglie le modalità di manifestazione delle proprie volontà come meglio preferisce,
tuttavia alcune volte il legislatore avverte la necessità di prescrivere che un determinato atto sia compiuto
secondo determinate Forme solenni. Nel caso del Contratto, non esiste un regime formale univoco (dipende
dal tipo di contratto).

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