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La cultura crea appartenenza, coerenza, in questo deriva una questione politica, ha un senso vasto, all'epoca però la
distinzione culturale non si coglieva pienamente, parliamo dell'insediamento dei popoli slavi del V sec,
tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche in slavi occidentali, che comprende cechi, slovacchi, polacchi, casciubi,
sorbi, , sono considerati occidentali perché hanno i caratteri latini e sono cattolici, non è una questione di sangue né
geografica, una questione culturale, slavi orientali, quindi Russi, Biellorussi, Ucraini, Ruteni, slavi meridionali, Serbi,
Bulgari, Croati, Macedoni, Montenegrini, Bosniaci e Sloveni, c'era stata quindi questa diaspora del popolo slavo, è
sempre la cultura che crea coesione di un popolo, la diffusione maggiore del popolo slavo fu in Russia, gli slavi orientali
, c'era diffusione degli slavi anche nella Rus' di Kiev (Rus'medievale), un'opera politica di una dinastia scandinava-
normanna-vichinga, non era uno stato compatto ma una realtà importante per alcuni secoli, non era uno Stato
compatto, fu una realtà importante ma scomparve per invasione Mongola, che pose in soggezione tutti questi
principati, avrà come erede la Moscovia in età moderna, la Rus' sentita soprattutto dagli ucraini, la Moscovia dai russi,
altrove si formavano altri stati di dimensioni più piccole, nel tempo per aggregazione di questi si formeranno degli
imperi, ovviamente si parla di impero ottomano e l'impero asburgico,
l'alfabeto cirillico nasce con una missione politico-culturale, l'imperatore bizantino sceglie due intellettuali dell'epoca
di estrazione slava, li incarica di prendere contatto con il Regno della Grande Moravia, un paese non sotto influenza
bizantina ne cristiana, nell'attuale Slovacchia, parliamo di Cirillo e Metodio, due fratelli, compiono la loro missione,
prendono accordi e fanno riconoscere il potere bizantino in loco, e infondono una base culturale, un'etnia slava
incontra un'altra etnia slava, si offrono di codificare la loro lingua, inventano allora un alfabeto, i due avranno delle
disgrazie politiche, dopo aver codificato la lingua volevano utilizzarla anche come lingua liturguca, le lingue sacre
erano l'ebraico il latino e il greco, Cirillo va a Roma a parlare con il Papa, lo convince a far si che nella liturgia si utilizzi
anche la lingua slava, questa cosa non piaceva affatto al clero, soprattutto tedesco, che vedeva contestato il proprio
potere, infatti lo impedirono, Cirillo muore a Roma, e Metodio sarà ancora lungamente contestato, cercavano di
espiantare la loro azione politico culturale, di fatti ancora oggi la Slovacchia non appartiene al mondo slavo
meridionale perché si è sottratta totalmente all'influenza di Bisanzio (antico nome di Costantinopoli, durante l'Impero
Romano d'Oriente), i discepoli cacciati trovarono invece appoggio in stati meridionali, come l'Ungheria, ed è li che
possono coltivare il raffinamento dell'alfabeto, ed è li che diventa l'alfabeto cirillico, questo è importante giacchè
questo strumento linguistico fu utilizzato da Bisanzio per conquistare religiosamente la Russia, il principe russo si farà
battezzare e sposerà una principessa bizantina, la penetrazione religiosa sarà operata attraverso testi scritti in caratteri
cirillici, fu un'operazione culturale-politica-religiosa, la Rus' subì una spallata da parte mongola, quando questa si
allenta perdendo potere, un principato rimane in piedi ed è capace di imporsi sugli altri, la Moscovia, Mosca era una
città giovane, poi la Lituania, al tempo uno Stato molto grande, accanto un altro Stato, la Polonia, quando questi due si
uniscono nasce una grande potenza, fragile con in piedi d'argilla ma una grande potenza, al centro dell'Europa si
impone invece la potenza asburgica, nella parte meridionale invece c'era il dominio turco, che sottomettono i Balcani,
i turchi riescono a distruggere la potenza ungherese, cominceranno a perdere terreno fino ad arrivare all'800', stesso
vale per lo Stato Polacco-Lituano, perderà progressivamente terreno fino a scomparire per i suoi vicini, Prussia Austria
e Russia, punto di svolta ovviamente è il 1815, quindi la riorganizzazione del continente della Restaurazione.
Lezione 2
Partiamo dal 1815, Congresso di Vienna e Restaurazione, l'800' è stato definito il "secolo delle nazionalità" o dell' "idea
delle nazionalità",un sistema non basato sul concetto di nazionalità comanderà nell'800' e crollerà nel 900', il secolo
tra il 1815 e il 1918 è il sistema in cui l'idea di nazionalità prevale, si afferma l'idea di nazionalità, lo Stato-Nazione,
oltre alla nazionalità nell'800' c'è la rivoluzione industriale, di idee capitalistiche, ed il conseguente propagarsi di idee
socialiste, in tutta l'Europa centro-orientale la modernizzazione è in ritardo, ci fu ritardo nelle rivoluzione industriale,
in Russia le ferrovie arrivarono solo a fine secolo, anni 70-80-90, la più importante e simbolica in Russia è la
Transiberiana, finita di fatti a fine secolo, il popoli qui vede una modernizzazione ritardata, lo sviluppo sociale ed
economico in questa zona è sempre stata in ritardo rispetto all'occidente anche negli altri periodi storici, intorno al
1815 si conclude il Congresso di Vienna iniziato nel 1814, alcune potenze decisero di ridare un ordine all'Europa, si era
lottato contro un'egemonia, quella napoleonica ad esempio, l'egemonia è imporre il potere, in maniera diretta o
indiretta, quindi Francia di Napoleone e Germania di Hitler più tardi, affianco a questa spinta ci sono altre potenze
periferiche o insulari che lottano per impedirla, tipo Gran Bretagna, ed anche di potenze laterali, come la Russia, che di
fatto fece fallire entrambi i progetti di autonomia, Napoleone è stato sfiancato quando ha tentato di aggredire la
Russia, stesso vale per Hitler (Stalingrado), tutti sono stati sfiancati subito dopo aver tentato di aggredire la Russia,
prima della sconfitta, si decise di creare un condominium tra i due grandi imperi, ad occidente francese e ad oriente
russo, Napoleone impose un embargo per la Gran Bretagna, il che non piacque alla Russia e favorì di fatto il
contrabbando, piano piano il condominio si va logorando, fino all'aggressione di Napoleone alla Russia di Alessandro I,
la Russia aveva un forte interesse ad operare nel sud-est dei Balcani, sicchè tra il 1806 e 1812 ci fu una lunga guerra
con l'impero ottomano, sul Danubio, è la guerra russo-turca, ci fu la pace di Bucarest, una pace provvisoria che
avvantaggia la Russia, a questo punto i russi possono concentrare le proprie truppe contro Napoleone, perché in
quell'occasione i russi occupano un territorio fino a quel momento parte del principato di Moldavia, vassallo del
sultano, la Bassarabia, oggi l'attuale Repubblica di Moldavia, quindi una pace provvisoria che avvantaggia la Russia, a
questo punto allora i russi possono concentrare le loro forze su Napoleone, Napoleone arriva addirittura a conquistare
Mosca, che ancora non era la capitale, Napoleone si ritira dalla Russia perché non sa più come mantenere l'esercito,
subendo successivamente delle sconfitte, quindi poi battaglia delle nazioni di Lipsia, l'esilio all'Elba, crolla l'impero,
l'occupazione alleata della Francia che arriva fino in capitale, partecipa quindi alla sconfitta della Francia in maniera
determinate, curioso e da notare infatti che la maggioranza delle persone che parteciperanno alle rivoluzioni russe
erano ufficiali che erano stati nella Francia occupata, questo perché avevano assorbito la cultura, si ispireranno alla
rivoluzione francese nelle loro rivoluzioni, il Congresso di Vienna quindi e la Restaurazione, la definizione dei confini,
Lezione 3
Colosso russo, si è parlato del popolo polacco, del Regno di Polonia e le sue spinte indipendentistiche, lo zar è
contemporaneamente Re di Polonia, il popolo polacco non voleva autonomia ma una piena indipendenza, si parla di
"nazione storica", ecco perche la classe dirigente si muove prima, c'è una memoria storica da grande potenza, la
Polonia-Lituania fu per secoli una grande potenza europea, prima di scomparire durante il 700', e si è detto come gli
ufficiali russi avessero assorbito molto dall'occidente durante le varie campagne, in particolare dalla rivoluzione
francese, dagli ufficiali che avevano occupato la Francia, Napoleone portò molte idee in tutta Europa, gli ufficiali
portano queste idee in Russia, un sistema, quello di Vienna, che già possedeva molte spinte che ne volevano la
distruzione, si parlerà domani dell'indipendenza greca e della società segreta, le stesse idee arriveranno in Polonia, qui
lo zar fu sempre visto come uno zar buono, ma ogni tanto nella storia compariva un falso zar, si trattava di leggende
radicate nella cultura russa, sarà una costante di dire che "chi sta sul trono è un impostore e che il vero zar si rivolta
contro di lui", Alessandro I, colui che aveva sconfitto Napoleone Bonaparte, era stato uno zar liberale, nonostante
avesse radici conservatrici, purtroppo lo zar non aveva erede, per regola avrebbe dovuto essere il figlio, allorchè
decise di lasciare il trono al fratello, Costantino, era il figlio amato da Caterina II, era stato cresciuto per gestire in
futuro il trono, Costantino non si prese il trono per amore, il matrimonio con una nobile polacca non gli consentiva di
avere altrettanti eredi per regole dinastiche, voglio dire, un polacco al trono, fu vicerè del Regno del Congresso di
Polonia, un governatore spietato, fu così che l'ultimo figlio di Paolo I diventa zar, il terzo, Nicola I, nulla di illegittimo,
quando sale sul trono c'era chi non accettava la successione, volevano Costantino, erede di diritto, costoro lo
dichiararono illegittimo, c'è chi chiedeva la Repubblica, alcuni sprazzi socialisti, chi la Costituzione, comunque viene
contestato da una varietà di opinioni, l'unico scopo di dichiararlo illegittimo, ed anche di iniziative concrete, ovvero i
Congiurati, principalmente nobili e borghesi, che riescono a tirare dalla loro parte la guardia imperiale, i golpisti si
schierarono in piazza del Senato a dicembre (poi chiamata Piazza dei decabristi), fu il primo movimento rivoluzionario
pienamente cosciente della storia, che arrivò fino a chiedere l'abolizione della servitù della gleba, il fatto che si fossero
schierati fu pieno ammutinamento, la zar reagì facendo sparare sulla guardia imperiale, volevano disfarsi
dell'assolutismo ed attuare un'economia liberale, i golpisti falliscono, fu il moto dei decabristi, perché a dicembre,
durante il 1825, è una crisi seria, il nuovo regno di Nicola I non nasce sotto una buona stella, questa repressione fu di
fatto abbastanza moderata, fu come colpire i propri amici, venne utilizzata la deportazione in Siberia per il resto dei
golpisti, ci furono anche altrove altri tentativi insurrezionali, fallirono tutti, il movimento decabrista sia in capitale a
San Pietroburgo che altrove fallisce, il regime dello zar farà delle concessioni, ma non cambierà mai la sua essenza,
non si trasformò mai in monarchia costituzionale, non sarà mai firmata una Costituzione, questa è una caratteristica
fondamentale, nonostante più avanti si avrà un Parlamento, in Finlandia se vogliamo aggiungere ci fu il primo voto alle
donne, è un primato, in genere si cita il caso neozelandese o inglese.
Lezione 4
Nicola I difendeva gli interessi non solo del suo impero, ma è anche preoccupato di difendere l'ordine di Vienna, non
vuole che mutino i regimi, viene ricordato come uno zar gendarme, viene ricordato per una caso particolare, nel 1821
scoppia una rivoluzione, per i greci anastasys, nei territori abitati dai greci, che vivevano nei territori o europei o
asiatici dell'impero ottomano, in varie parti del Mediterraneo, ce n'erano già oltreoceano, prima dell'emigrazione in
America futura, in Italia, l'impero ottomano non faceva parte dell'accordo di Vienna così come il Papa, non aveva
aderito al Congresso di Vienna, non godeva quindi della protezione di Vienna, nonostante violarne l'impero
formalmente non intaccasse l'Alleanza, c'era la convinzione che in realtà anche violare l'impero ottomano fosse violare
Vienna, Austria e Vienna di fatti condannano gli insorti greci nonostante la situazione, la condanna ebbe conseguenze
drammatiche sugli eventi rivoluzionari,
se si parla di "autonomia" (che vuol dire darsi la legge da soli) bisogna stabilire in che grado di autonomia, diversa
dall'indipendenza, un sovrano poteva esercitare direttamente la sua "sovranità" , questa è la semplice sovranità,
diretta pura e semplice, come il sultano sui territori greci, si creò poi un secondo concetto, "alta sovranità" (sous renité
in francese), e cioè l'imperatore ha un'autorità mediata, concedendo autonomia ad un determinato territorio, quindi
di fatto non è superiore, non è diretta ma indiretta, la storia dei paesi che si staccano dall'impero ottomano è una
storia di passaggio dalla sovranità all'alta sovranità, per poi arrivare all'indipendenza, dove finisce la sovranità, è un
passaggio in diverse fasi, nel caso greco di importante c'è da sottolineare che loro passarono direttamente
all'indipendenza, fu curioso, ci fu un salto, in Russia con Alessandro I tra il 21 al 25 alla Corte non è che non si pensa
alla questione greca, ma non si arriva a dire rendiamola indipendente, si dice facciamo pressione sul sultano perché
conceda maggiore autonomia a questi popoli cristiani, dopo il 25 con l'arrivo di Nicola I la politica cambia, la novità sta
nel passaggio in Russia da Alessandro I a Nicola I, dopo essersi inteso con le potenze occidentali (Fr-Ingh, teoricamente
meno vicine a lui) attuerà una politica di intervento nella questione greca che di fatto nel 29 porterà all'indipendenza
greca, il popolo greco pur non avendo un stato proprio sotto dominio turco, pur non essendo indipendente,
continuava ad essere un entità con un passato culturale importante, un'entità non trascurabile, c'erano molte colonie
greche molto attive economicamente ed evolute, avevano la loro influenza culturale sulle altre, una nazione
culturalmente forte, nonostante le grandi masse fossero di contadini e di illitterati, non c'era ovunque l'idea che
bisognava porre fine al dominio del sultano, c'era stato un signore considerato uno dei primi del risorgimento, Rigas
Fereos (Feraios), un greco ortodosso, lascia il suo paesello, va a vivere in Valacchia, che godeva di autonomia, il
principe di Valacchia però non era un rumeno, il sultano nominava i principi greci, li sceglieva dall'inizio del 700 in una
pattuglia di famiglie al centro di Costantinopoli nel quartiere del Fanale, Fanar, erano infatti chiamati greci fanarioti,
per un secolo sui troni, sborzavano molto denaro per avere il trono, compensati dal sultano con la nomina di principi
di Moldavia e Valacchia, Rigas va quindi a Bucarest e diventa segretario del principe, chiamato ora Rigas di Fere, lui
pensava che l'impero ottomano non dovesse essere guidato dai turchi, ma dai greci, e questo valeva comunque per
altre culture, anche altri popoli avevano il diritto di vivere come entità nazionali, decise di agire anche oltre la
questione letterale, nei fatti, ecco perché viene ricordato come scrittore e rivoluzionario greco, diffonde un
programma rivoluzionario a Trieste, aveva preso contatto con un pascià ribelle, Osman Pasvandoglu, è attraverso di
lui voleva attuare la rivoluzione, progetto ardito che fallì miseramente, la polizia austriaca arrestò Rigas e i suoi
compagni, fecero uno scambio con le autorità turche, si fecero dare dei polacchi ribelli di Galizia e consegnarono Rigas
e compagni, fu catturato a Trieste mentre cercava di raggiungere Napoleone Bonaparte a Venezia ,fu decapitato a
Belgrado e fu mandata la testa al sultano , dal punto di vista militare non ci fu nulla, ma fu segnale che qualcuno nella
nazione greca era disponibile a lottare contro l'impero ottomano, lascia qualcosa dal punto di vista culturale che
ispirerà la rivoluzione greca, le sue ultime parole furono "ho seminato un seme prezioso, sta giungendo l'ora in cui il
mio paese mieterà i suoi gloriosi frutti", fu quindi precursore della guerra di indipendenza greca, risvegliò il fervore
patriottico dei suoi contemporanei,
Atene rappresentava qualcosa solo per chi avesse fatto letture classiche, il centro era Costantinopoli, ci furono due
assedi, ed alla fine fu scelta Atene come capitale del piccolo stato che nacque,
non fu una rivoluzione di un giorno, ci fu un'organizzazione segreta, che assomigliava alla carboneria italiana, la
società degli amici, la Filik' Eterìa, fondata ad Odessa nel 1814, operativa nel 1820-21, Capodistria riufiutò l'incarico
degli eteristi credeva non fosse ancora il tempo, lo accettò invece Alexandros Ypsilantis, decise di lanciare
l'insurrezione, in realtà si aspettavano l'intervento russo immediato, sarebbero state molte così le chance di successo,
quando invece lo zar condannò l'insurrezione, la polizia turca scopre i congiurati, lo stronca sul nascere, il sultano si
vendica sui colpevoli, sui responsabili, e non i congiurati, ma con il capo della chiesa di Costantinopoli, il patriarca,
considerato etnarca, il capo della chiesa era il capo del popolo, cioè non solo dei greci ma di tutti i cristiani ortodossi,
nel momento in cui questo popolo insorge, il responsabile è il suo capo, anche se non c'entrava nulla, lui di fatto per
dire garantiva il pagamento delle tasse al sultano, tenendo la percentuale, altro luogo in cui si sviluppa l'insurrezione è
nei principati di Moldavia e Valacchia e nel Peloponneso, la Moldavia confina con l'impero russo, c'è solo un fiume in
mezzo, Ypsilantis attraversa quel fiume e si mette alla testa dell'insurrezione,combatte un altro membro della società
degli amici, non un greco ma un rumeno, Tudor Vladimirescu, leader della rivoluzione in Valacchia, nell'estate nel 1821
c'è quindi questa rivoluzione ma fallisce sia in Valacchia e Moldavia che a Costantinopoli, qui erano in prossimità di
ingenti truppe turche, lo zar condanna qui di nuovo l'insurrezione, ma viene vinta nel Peloponneso, il terzo fronte, con
Betros Bey, il capo locale, dichiara a marzo che i greci non sono più sudditi del sultano, è un'insurrezione locale che poi
si allarga, i turchi qui vengono eliminati, l'insurrezione si sparge altrove fino alle isole, ci furono numerosi morti,
episodio importante nell'isola di Kioss, la cosa sconvolse l'opinione pubblica, qui torna in ballo Alì Pascià, che prese
ordini dal lontano sultano, gli ordini furono dati al Pascià della Bosnia, l'esercito turco viene respinto nel Peloponneso,
non riesce ad entrare, il sultano non aveva qui controllo capillare del territorio, non controllava facilmente il suo
impero, dal 1824 si rivolge al Pascià d'Egitto, un albanese, il sultano gli chiede una flotta ed un intervento militare, in
cambio offrì la Siria, "riprendimi la Greci io ti do la Siria", ecco l'accordo con il suo vassallo, quindi una flotta turco-
egiziana, bloccando le coste, blocca i rifornimenti ai ribelli, dal controllo delle città si spostano in montagna, questo
però è il momento in cui le grandi potenze si muovono, in Russia c'è Nicola I e non più Alessandro I, a Parigi e Londra
l'opinione filo-ellenica è molto grande, le potenze si muovono, mediano per ottenere autonomia per il popolo greco, i
russi sono mossi da un sentimento di fratellanza di religione, ambo sono cristiani ortodossi, inglesi e francesi avevano
motivazioni geo-politiche e commerciali, lottano contro un dominio assoluto, quest'intermediazione sterna finì per
andare a favore dei ribelli, la flotta anglo-franco-russa ebbe un incidente con la flotta turco-egiziana abbattendola,
quindi i turchi non controllano più le coste e sono di nuovo in difficoltà, nel 1828 i rapporti russo-ottomani entrano in
rovina, 1928-29 si arriva alla guerra russo-turca, dove ci fu una netta vittoria russa, conclusa con la pace di Adrianopoli
del 1829, pace in cui viene chiesta al sultano l'indipendenza di Atene, l'indipendenza greca, ribadita e confermata a
Londra l'anno seguente in un accordo internazionale, quindi l'indipendenza greca fu un'imposizione dello zar, arrivò
dopo un po' lo Stato, arriverà un re greco nel 32', si cercò da subito di costituire uno Stato, da subito i greci ebbero un
ordinamento repubblicano interno, sotto la presidenza di Giovanni Capodistria, la sua politica autoritaria e filorussa
non piacque, e conseguita l'indipendenza, fu assassinato, l'episodio fu pretesto usato dalle potenze per imporre la
monarchia, la dinastia scelta fu quella bavarese, Federico Ottone di Wittelsbac, unico problema di essere sovrano
cristiano cattolico e non ortodosso, presero un sovrano altrove, quando nasceva uno stato nel sud Europa prima di
tutto si creava una Chiesa distaccata ed autonoma da Costantinopoli, cosa ovviamente non gradita, nasce quindi senza
l'autonomia politica una Grecia indipendente, territorio molto piccolo, si regge grazie al fatto che ci sono tre potenze
che lo reggono, Ingh-Fr-Russ, sarà ampliato solo nel 1864, fino a quel punto le 7 isole Ioniche erano sotto dominio
inglese, gli Stati Uniti delle Isole Ioniche, avevano un'importanza strategica, nel 1864 saranno annesse alla Grecia, la
sua popolazione, rimaneva ancora Creta, alla fine durante la seconda crisi d'Oriente fu 1875-78 con il suo Congresso di
Berlino, fu promesso ai greci la rettifica delle frontiere, Tessaglia ed Epiro, attuata tre anni più tardi solo per la
Tessaglia, altri spostamenti di frontiera ci saranno solo durante il 900 con la crisi dell'impero ottomano.
Lezione 5
Impero Ottomano, impero austriaco poi austro-ungarico, impero russo, non compare ancora l'impero germanico
perché dopo il 1815 la Germania era ancora divisa in 39 Stati, a Vienna non si decise di ristabilire la situazione della
confederazione del Reno, con la restaurazione viennese gli Stati diventano 39, parte di una confederazione o Lega
(Bund), a volte alcune potenze erano dentro la Lega, come l'Austria, alcuni suoi territori erano dentro gli stati tedeschi,
questa Lega aveva un Parlamento, qui ogni Stato mandava i suoi rappresentanti, i delegati, i due Stati più importanti
non facevano maggioranza nel Parlamento di Francoforte, in tutto il continente abbiamo i moti del 48', a Francoforte
si riunirà un Parlamento fatto non più di delegati ma di eletti, il re di Prussia rifiuterà di indossare la corona tedesca
perché non vuole una corona da un Parlamento eletto, non ci sarà una unificazione tedesca dal basso, la rivoluzione
fallisce di fatto in tutta Europa, fu però una premessa, qualche decennio dopo nel 1871 dopo aver sconfitto la Francia
di Napoleone III nascerà e verrà proclamato l'impero germanico, che conserverà una sua natura federale ma tuttavia
sarà un'unica entità tedesca, il capolavoro di Otto Von Bismark, i tedeschi erano molto presenti fisicamente sul
continente, non solo nelle colonie tedesche, ad esempio in Transilvania, nel Baltico Orientale, nell'impero russo sul
Volga, ad oggi quasi tutte queste comunità on esistono più, dopo la WWII l'impero tedesco diventa più occidentale di
orientale qual'era, qualcosa come 12 mil di persone si sono spostate da oriente verso occidente, se si ricorda il caso
dei tedeschi nei Sudeti, l'attuale Rep. Ceca, erano almeno 3 mil,
mentre per quanto riguarda la Turchia d'Europa, la parte Europea dell'impero ottomano, Ypsilantis che decide di
lanciare la rivolta in Moldavia, nel frattempo in Vallacchia da occidente verso Bucarest si muove Vladimirescu, fallisce
il tentativo rivoluzionario giacchè le truppe turche invadono il Danubio e sconfiggono i rivoluzionari, la battaglia di
Navarino poi, dove viene messa in ginocchio la flotta turco-egiziana di fatto avviando la sconfitta dei turchi contro i
greci, più che gli insorti sono le potenze che sconfiggono i turchi, si allarga il territorio greco, non ha ancora ottenuto
Creta e la Macedonia egea (ottenuta nella guerre balcaniche), la Turchia d'Europa era piuttosto ampia, si affacciava su
tre mari, Costantinopoli non era e non è una città asiatica, ma europea,
la realtà serba si mise in movimento in parallelo con quella greca, nel 1804 nella piccola Serbia ci fu un'insurrezione,
una regione fitta di boschi, era la regione della Sciumalia, i maiali e l'agricoltura erano la ricchezza del territorio, non
era sviluppata, qui Giorgio il Nero, Kara Yorgi, chiamato così a causa della paura che incuteva, non aveva paura di
uccidere nessuno, fu capostipite dei Karageorgevic, lui guida una rivolta nel cuore della Serbia di oggi, in Sciumalia,
contro il sultano, impero estremamente debole si all'interno che in periferia, ciò che i serbi non tolleravano era la
presenza della guarnigione turca, la "giovane guardia", i giannizzeri, corpo scelto di cristiani che servivano il sultano,
fanteria dell'esercito privato del sultano ottomano, scelte per opporsi alle inaffidabili leve tribali turche, nel tempo
cominciarono ad essere sovversivi, disturbava il potere politico turco, contro i giannizzeri si scontrano i serbi, quindi in
realtà non ce l'hanno con sultano, di fatto Costantinopoli non vede male inizialmente quest'insurrezione, con il
passare del tempo verrà vista come un'offesa al potere sovrano, Giorgio il Nero si dimostra un buon capo, dovette poi
scappare dalla Serbia, dove nel frattempo si era affermato un altro "allevatore di maiali", Milos Obrenovic, quando
scoprì che Karagiorgio stava per tornare lo fece catturare e gli tagliò la testa in omaggio al sultano, sarà lui a guidare la
Serbia, molto presto sarà appoggiato dalla Russia, nel 1929 quando la zar impone la pace di Adrianopoli al sultano,
non solo gli impone l'indipendenza greca, ma gli impone anche una forte autonomia dei serbi, lo zar li vede come
fratelli da liberare in quanto ortodossi, non è indipendenza, Obrenovic è un principe, e quindi possiede un sovrano
sopra di sé, non è un re, i principi hanno sopra di se il sultano, inoltre dopo aver imposto l'autonomia politica dei serbi
impone al sultano di ribadire l'autonomia di Valacchia e Moldavia, riconoscendo qui un interesse specifico russo, ci
sarà una sorta di governatore russo che farà una cosa strana per l'impero russo, non si facevano costituzioni in Russia,
eccezione per la Polonia, qui i russi da protettori di Valacchia e Moldavia stileranno una specie di Costituzione, sarà
chiamato "regolamento organico", nelle due terre romene abbiamo una presenza tutelare russa che si affianca alla
sovranità turca, quindi abbiamo un intervento russo su territorio ottomano, un esperimento semi-costituzionale;
tornando alla Russia, siamo con Nicola I e i decabristi, nel 1830 ci fu l'insurrezione a Varsavia, Nicola andò a Varsavia a
farsi incoronare Re, non gradiva comunque avere rapporti con il mondo polacca, nel 35' si reca di nuovo a Varsavia,
una delegazione di 27 persone lo volle incontrare (il professore ci legge la trascrizione della conversazione), qui mostra
il suo distacco e l'altezzosità nei confronti degli interlocutori polacchi, la Russia è considerata la roccaforte della
legittimità, del potere costituito, la patria in realtà è il potere e la classe dirigente, gli interlocutori polacchi
rappresentavano migliaia di contadini e la classe dirigente, che per mantenersi classe dirigente avrebbero dovuto
appoggiarsi al potere autocratico, senza farsi trasportare da idee sovversive, la Russia non conosce fino l'inizio del 900'
movimenti rivoluzionari, diversamente dagli altri angoli del continente, nel 48' i russi entrano un'altra volta nei
territori romeni per rimettere ordine, i due principati, dopo il lungo periodo del regolamento organico, si erano diffuse
delle idee liberal-democratiche, quindi occidentali, nel 48'sia in Moldavia sia in Valacchia provano a fare ciò che si fa in
occidente, una rivoluzione di stato liberal-democratica, in Moldavia fallisce subito per un'azione di polizia preventiva,
si erano assorbite le idee rivoluzionarie occidentali, in Valacchia invece i rivoluzionari riescono a stare al potere alcuni
mesi, questi rivoluzionari non volevano provocare il sultano e portarlo alla repressione, non volevano l'indipendenza,
aboliscono l'ordinamento organico e si apprestano a preparare delle norme liberali, il tentativo fallisce dopo 3 mesi, ci
fu un'azione sia russa che turca contro questo governo rivoluzionario, il mondo cristiano-ortodosso non simpatizzava
con le idee liberal-democratiche occidentali, ad esempio i greci preferivano il sultano, questo di fatto rispettava
profondamente la Chiesa greco-ortodossa, dunque è strano vedere una rivoluzione liberal-democratica in 2 paesi
ortodossi, i russi dimostrano di essere non i sovrani di quei territori ma coloro che li controllano, un'azione di polizia,
Nicola I non voleva si violassero i principi di Vienna, è una questione più che altro di importanza simbolica, nei due
principati non c'era nemmeno un esercito, lo zar farà un'altra azione di polizia, usa 150.000 uomini per aiutare il
giovanissimo imperatore d'Austria, il cambio nel 48-49 Francisco Giuseppe sale al trono e vi rimane fino alle WWI, lo
zar interviene pesantemente in questa campagna di Transilvania, sconfiggendo i rivoluzionari ungheresi, la rivoluzione
ungherese va ricordato che fu piegata dalle truppe imperiali asburgiche e dalle truppe imperiali russe, ancora una
volta lo zar difende l'ordine di Vienna, non voleva la diffusione di idee rivoluzionarie legate al principio di nazionalità,
lo zar aveva una sua idea di patria, non vuole cambi il potere costituito, teme le idee diffuse in occidente sia in
Ungheria possano penetrare nel suo impero, in particolare ancora una volta nei territori polacchi, i polacchi che
vivevano fuori Polonia (tra cui Czartoryski) si impegnavano politicamente a fare esattamente l'opposto di quello che
voleva lo zar, innescare ed intervenire nelle crisi per portarle a loro vantaggio, si adoperavano per portare la
rivoluzione in Polonia.
Lezione 6
Primavera dei popoli 48-49, il biennio rivoluzionario, in Francia la proclamazione della seconda repubblica, finirà con
Luigi Bonaparte nel 52', la prima volta con Napoleone I, la prima repubblica è quella venuta subito dopo la rivoluzione
francese, la Francia continua ad essere una protagonista d'Europa, in Italia ci saranno più rivoluzioni, inizia a Palermo
in Sicilia, poi nel Regno di Sardegna per cacciare gli austriaci dalla penisola, la prima guerra d'indipendenza, in più
viene proclamata la repubblica di Venezia e la repubblica di Roma, le vicende dell'Europa centro -orientale si vanno ad
incrociare con quelle dell'Europa centrale, un punto di contatto in particolare fu con l'Austria, la rivoluzione sconvolse
soprattutto questo impero, l'impero austriaco durante il biennio ha subito più tentativi di attacco, primo fra tutti il
tentativo di distacco dell'Ungheria, l'imperatore dovette lasciare Vienna, l'abdicazione al principio di assolutismo e un
cambio di persona, salì al trono il giovanissimo Francesco Giuseppe, a fine biennio comunque l'impero era ancora in
piedi, senza diventare monarchia costituzionale, anche se dopo aver cancellato la Costituzione concessa ne
emanarono altre, ne gli italiani riescono ad appropriarsi di pezzi d'impero ne gli ungheresi si staccano dall'impero ne le
altre nazionalità riescono a fare qualcosa, il potere imperiale sembrava non controllare il vastissimo impero, altrove la
rivoluzione tedesca non portò esiti concreti, non ci fu alcuna unificazione, la confederazione tedesca rimase quella che
era, le due grandi potenze Prussia e Austria continuarono ad essere i fattori preponderanti nella confederazione, la
piccola Ungheria fu il focolare più difficile da spegnere, è un'Ungheria etnica in quanto molti ungheresi sono fuori dai
confini, c'era grande e profonda differenza fra la popolazione urbana e la popolazione contadina, se si pensa che
Budapest non si chiamava così perché le due città di Buda e di Pest erano considerate separatamente, era una città
con una fortissima presenza tedesca, e in particolare parliamo di lingua per identificare un popolo, la dieta ungherese
non si riuniva a Pest, ma si riuniva più a nord nell'attuale Slovacchia, a Prettsburg, l'attuale Bratislava, la città dove
Napoleone aveva imposto la pace all'Austria, nessuno la chiamava Bratislava, gli ungheresi erano molti in quella città e
chiamavano la città con un nome ungherese Posioni, c'era lì la loro dita, per loro quella era l'alta Ungheria, quando
nascerà la Cecoslovacchia ci sarà in futuro un problema di minoranza ungherese, "per stabilire di chi è una terra conta
la volontà di quelli che sono vivi non di quelli che sono morti", se vale un criterio storico od etnico, la Crimea ad
esempio inizialmente era abitata da Tatari, poi sono arrivati i russi e l'hanno popolata, tornando al biennio
rivoluzionario, gli asburgo erano re di Ungheria, è il regno d'Ungheria, gli asburgo avevano li un loro rappresentante,
gli ungheresi volevano decidere chi doveva governare il regno, volevano autonomia, inizia così fino a quando ad inizio
del 49' i rivoluzionari ungheresi dichiarano decaduta la dinastia asburgo, fu una rivoluziona nazionale che coinvolse
gran parte della popolazione, possiamo fare un accostamento tra l'insurrezione ungherese e quella italiana, si
interseca con altre vicende, hanno contatti con il governo repubblicano di Venezia, non con Roma, con il governo di
Torino, Torino decise di sostenere la rivoluzione, di fatto il nemico comune era l'Austria, partono due uomini da
Torino, arrivano in Ungheria e costituiscono una legione italiana di 1.000 uomini, combatteranno fino all'ultimo giorno
con gli ungheresi, interessante un'altra vicenda, da Torino viene mandato un diplomatico, Cerruti, a Belgrado in
Serbia, le popolazioni serbe dell'impero austriaco invece di affiancare gli ungheresi contro l'imperatore si erano
sollevate contro gli ungheresi, contro i rivoluzionari, non contro gli imperiali, cercano quindi di convincere il governo di
Belgrado di combattere assieme contro l'impero, che combattano contro l'impero e non contro l'Ungheria, la
rivoluzione ungherese fu comunque fallimentare, curiosa la questione in Transilvania, in estate del 49' in tutto il
continente la rivoluzione ha termine, il verdetto sarà dato da Nicola I, che manda un super esercito a combattere gli
ungheresi, sembra che l'idea di nazionalità sia sconfitta, verrà ripresa più avanti in realtà, comunque sembra salvo
l'ordine di Vienna, anche se in realtà è molto scosso, non vuole che questo venga toccato, il biennio ha termine, la
Russia sembra la forza egemone nel continente, ha dettato legge, sembra la forza che comanda, poi prima crisi
d'Oriente, crisi che vuol dire momento della scelta, crisi che aveva origini antichissime, guerra di Crimea, una relazione
difficile per l'ennesima volta tra impero ottomano e impero russo, si arriva alla guerra, affondamento della flotta turca
nel Mar Nero, i fronti tra i due sono quasi sempre gli stessi, il Danubio è il protagonista indiscusso degli scontri, primo
fronte, poi c'era il fronte del Caucaso, Inghilterra e Francia decidono di intervenire, si misero a discutere su alcuni
luoghi santi di Gerusalemme, fu mossa l'opinione pubblica, le varie potenze appoggiavano alcune comunità religiose,
la frizione era quindi tra la Francia che difendeva i cattolici e la Russia che difendeva gli ortodossi, fu un casus belli, ma
non causa reale della guerra, in realtà i problemi si erano accumulati ed erano ben altri, il controllo di quest'enorme
impero in decadenza, con ripercussioni sui commerci, la Russia aveva esercitato un'egemonia ed era l'alleata
dell'Austria e della Prussia, che non fecero nulla, si dichiararono neutrali e non scesero in campo, l'Austria per di più
mandò truppe sul fronte danubiano per interporsi tra ottomani e russi, una sorta di peacekeeping, il fronte danubiano
fu neutralizzato, così il principato di Valacchia e il principato di Moldavia furono posti sotto controllo asburgico, non un
bel gesto verso lo zar che aveva messo in piedi quei principati, punto caldo era il Mar Nero, francesi e inglesi
mandarono qui le loro flotte per dare manforte all'esercito ottomano, quest'alleanza vide poi un altro piccolo partner,
il Regno di Sardegna che mandò 20.000 uomini, in realtà 2.000 morti di colera, solo 18 morirono in battaglia, non
erano ancora attrezzati per combattere le epidemie, Cavour voleva legare la questione orientale alla questione
italiana, voleva che le altre potenze si interessassero alla questione italiana, e ci riuscì, partecipò alle trattative di pace
e riesce ad avviare un percorso diplomatico che gli consente di agganciare la Francia, così fare la guerra all'Austria nel
1859, in Crimea le forze alleate non ottengono i risultati sperati, ci volle molto tempo per piegare la resistenza russa,
nonostante le forze russe fossero disorganizzate, la potenza russa in questo caso non riuscì ad essere efficace perché
non riuscì a concentrarsi, per due motivi, uno di ordine politico-militare ed uno tecnico-militare, per quanto riguarda
l'aspetto politico-militare, lo stato russo aveva un dogma, l'esercito russo doveva essere pari alla somma degli eserciti
austriaco e prussiano, la frontiera pericolosa era quella occidentale, mantenevano buona parte dell'esercito da quella
parte, invece di mandarli a combattere inglesi e francesi in Crimea, è il difetto di chi ha molte frontiere, dal punto di
vista tecnico-militare la Russia è un paese sotto diversi profili arretrato, se si pensa ai trasporti, non c'erano ferrovie,
quando i tedeschi più tardi penseranno a combattere ad est con i russi e ad ovest con i francesi, penseranno a
spostamenti rapidi, oramai saremo nell'epoca delle ferrovie diffuse, nel 54-55 non c'è questa situazione di arretratezza
tecnica soprattutto per quanto riguarda i trasporti, e non riusciva a compensare con la navigazione per mare, inoltre
c'era la questione dell'arretratezza tecnica delle armi, della preparazione, quella guerra palesa che la Russia ha
bisogno di modernizzazione, la potenza che sembrava egemone nel continente viene sconfitta su un proprio territorio,
questa considerazione indurrà i dirigenti russi e il nuovo zar Alessandro II ad avviare un processo di modernizzazione,
che toccherà vari aspetti della vita russa, Alessandro II decide che si deve intervenire a più livelli nella società, il primo
livello è quello più intimo, quello di milioni di sudditi e non cittadini, parliamo dei servi della gleba, non sono schiavi
propriamente, sono legati alla terra, non si possono spostare, li vendevano assieme alla terra come fosse il mobilio di
una casa, assieme alle vacche, lo zar e la parte illuminata della classe dirigente russa aveva capito bisognasse incidere
su questo e cambiare questo sistema, nel 61' così si arrivò ad un decreto, il rescritto di Nazimov, dove si che i
contadini venivano resi liberi, persino Garibaldi applaudì lo zar, fu una riforma agraria, la metà della proprietà terriera
doveva essere parcellizzata, cioè ceduta ai contadini liberi, già ne esistevano altri di contadini liberi, con questa
riforma diventarono liberi tutti, si decise di agire in maniera diversa da provincia a provincia, a seconda della qualità e
dell'ampiezza della terra, al contadino bisognava dare gratuitamente un pezzo di terra, così non fu, era il caso di
dargliene un altro con un pagamento a riscatto, nonostante il contadino non fosse in grado di pagare, il contadino non
aveva accumulato nulla, fu infatti lo Stato a pagare le terre, pagando con dei buoni del tesoro, con un pezzo di carta,
non avevano tutte queste risorse, la terra veniva pagata in 49 rate, una rata ad anno, oltre alle tasse fiscali, il riscatto
fu pagato, si fece la riforma grazie alla mediazione dello Stato, i nobili mantenevano la metà della loro terra, si aggredì
al cuore la società russa, la classe fondamentale, i contadini erano all'80 %, alcuni contadini non sapevano che farsi
della terra, alcuni avrebbero preferito coltivare tutta la terra che erano abituati a coltivare continuando a fare i servi
della gleba, nel tempo le situazione fu accettata, le riforme non si fermarono a questo, si crearono gli enti locali
diremmo noi oggi, non dei Parlamenti locali, ma dei Consigli provinciali per gestire le province, le campagne, occuparsi
delle strade, della salute, della scuola elementare, la cosa interessante è che questi consigli erano elettivi, con una
partecipazione anche dei contadini, va sottolineato, in un paese dove non c'era ne una Costituzione ne un Parlamento,
ci fu poi una notevole riforma giudiziaria, dove si creò un sistema giudiziario avanzato quanto quello occidentale,
questo sistema aveva il difetto di valere per le realtà urbane, in campagna il nobile continuava a fare da giudice, una
riforma universitaria, con la libertà di insegnamento, una censura quasi eliminata,possibilità di andare a studiare
all'estero, fu una ventata di liberalismo in un paese autocratico, infine ci fu la riforma dell'esercito, non ci furono più
contadini che dovevano servire nell'esercito, si decise di creare un certo numero di coscritti, selezionando persone per
un lungo servizio militare.
Lezione 7
Effetti crisi d'Oriente di metà 800' furono molteplici, viene meno l'egemonia dell'impero russo sul continente europeo,
la classe dirigente russa si rese conto di cosa significava quel'evento e cercò di porre riparo con le conseguenti riforme
di Alessandro II per rinnovare l'impero, il mondo tedesco perde la protezione russa, la potenza tedesca andò
sviluppandosi progressivamente fino al traguardo del 1871, alla fondazione dell'impero germanico, la ritirata russa si
fece sentire nell'Europa del sud-est, ad esempio in Serbia, perde la sua protezione da parte dell'Austra-Ungheria e
dalla Russia, dopo la Crisi d'Oriente il concerto delle potenze europee dichiararono che la Serbia era sotto una sorta di
tutela internazionale delle diverse potenze, il primo fronte durante la Crisi non fu in Crimea ma sul Danubio,
l'intervento austriaco fece si che quel fronte fosse naturalizzato, le truppe austriache rubarono i principati in Valacchia
e Moldavia, questi principati avevano interesse per l'occidente, si affacciavano sul Mar Nero, c'era una questione
geopolitica, non far marciare a sud l'impero zarista, questo doveva andare a vantaggio dell'impero turco, così non fu
perché nei due principati si avviò un processo risorgimentale nazionale, le potenze pretendevano di essere protettrici
anche di questi due principati, cioè di fatto la sovranità turca era sempre più sottile, si stabilì che quelle terree non
potevano essere sotto tutela unicamente russa, così si stabilì che i principati avrebbero subito un processo di riforma,
questi avevano avuto grazie ai russi una simil Costituzione, adesso si trattava di andare avanti e di creare due
Parlamenti, uno in Valacchia uno in Moldavia, potevano così decidere chi sarebbe stato principe, togliendo così parte
dell'autorità al sultano, i turchi si dettero da fare perché non prevalesse il partito comunista, le potenze intervennero e
chiesero l'annullamento di queste prime elezioni, ne fecero altre, il prodotto furono delle forze politiche che volevano
l'unione, così come escamotage elessero principe la stessa persona, così da essere uniti almeno attraverso la persona,
Alexandru Iuan Cuza, primo principe dei principati uniti, di fronte all'elezione il sovrano reagì, il sovrano non poteva
ammette una cosa del genere, eravamo a gennaio dl 59', nel 61' dopo 2 anni ci fu comunque il riconoscimento da
Instanbul, ma solo ad personam, cioè che dopo di lui ce ne sarebbero stati altri due, Cuza gestì i due principati come se
fossero un unico paese, si realizza quella che i romeni chiamano la mica iure, la "piccola unione", nel 1859, mare iure è
quella che sarà nel 1918, la grande unione, nel 59' quindi si realizza questa piccola unione, non è uno Stato
indipendente, il sovrano è ancora il sultano, ma c'è un principe che governa un unico popolo in due principati, Cuza è
considerato promotore dell'odierna Romania indipendente, la Russia era stata sconfitta ma l'idea "panslava" stava
prendendo piede, l'idea che tutti gli slavi si dovessero legare, il piccolo stato rumeno fatto di due principati uniti ha la
sua funzione, tra le due guerre mondiali c'era stato sia il "pangermanesimo" che il "panlatinismo", la piccola unione
ebbe una sua importanza internazionale, e per quanto riguarda il risorgimento romeno fu la prima tappa vittoriosa, le
tappe successive furono nel 66', cacciato Ioan Cuza, non vengono due principi, ma ne viene uno, dalla Germania, poi
altra tappa nel 77' quando la Romania si proclama indipendente, l'idea di nazionalità sfida l'idea della restaurazione,
comincia a vacillare il sistema della Restaurazione, non è ancora in crisi, ma le vari movimenti nazionali sono in
movimento, hanno ottenuto i primi successi, se si pensa a quello greco e e questo romeno,
tornando alla Russia, le varie riforme di Alessandro II, abolizione servitù della gleba e l'assegnazione di terre ai
contadini che venivano liberati, una duplice riforma, la riforma giudiziaria, una riforma amministrativa in più per
gestire le province, la campagna, in un paese senza Parlamento e senza elezioni, questi organismi non facevano
politica, ma gestivano sanità, manutenzione di strade, le scuole, poi la riforma militare, ci fu una minore censura, una
riforma universitaria, viene ricordato come lo "zar liberatore", liberatore sia per i servi della gleba che per i bulgari,
ciononostante subì numerosi attentati, le correnti di pensiero russo si erano concretizzate in movimenti politici, non in
partiti, abbiamo parlato di occidentalisti e slavofili, tutto questo confluisce in un gran movimento, il populismo, un
grande fiume in cui c'è di tutto, in cui confluiscono anche molti intellettuali, in russo "narodnicestvo", del popolo, il
termine populismo è distinto dal modo in cui viene utilizzato al giorno d'oggi, si tratta di persone provenienti da diversi
ceti, che magari per aver studiato molto pensano di poter servire il popolo, si formano dei movimenti, si vanno
formando due tendenze nel populismo, da una parte un lavoro politico con tendenze socialiste, e non terroristico,
Plechanov (letto Plekanof) è considerato il padre del socialismo russo, un marxista ortodosso, da un'altra parte una
corrente che vuole usare la violenza, è la corrente della "volontà del popolo", o libertà del popolo, non più "terra e
libertà" di una volta, caso da citare è quello della rivoluzionaria Vera Zasulic, che riuscì ad entrare in caserma con una
pistola e sparare al capo della polizia, poi assolta dalla giuria, furono anche in parte aiutati dal clima riformistico di
Alessandro II, alla fine questi terroristi riescono ad uccidere lo zar, nel 1881, poco prima di riuscire a fare nuove
importanti riforme, voleva creare un corpo legislativo che avesse una valenza politica, era un'apertura sulla strada
dell'abbandono della pure autocrazia, era la Costituzione di Loris Melikov, governatore generale, fu in quel periodo
che cadde vittima di un attentato, furono lanciate delle bombe contro il corteo, lui scese per andare a vedere cos'era
successo e cadde vittima di un'altra bomba, era da poco tra l'altro morta la moglie, il primo erede Nicola era morto,
salirà sul trono il secondo, Alessandro, poi Alessandro III, il percorso riformistico si intreccia con questo percorso
rivoluzionario che poi si articola in correnti, il marxismo-leninismo è si marxismo ma è anche populismo, andrà
ricordato in futuro quando di parlerà dei bolscevichi,
Ioan Cuza era molto timido in politica estera, ma non in politica interna, qui ebbe molta iniziativa, fece la riforma
agraria nel 1864', nel 61' quella di Alessandro II, in Russia c'era servaggio giuridico, nelle terre romene il servaggio era
de facto, perché i contadini dipendevano molto dal potere economico del grande proprietario, Cuza attua una
distribuzione delle terre, non generalizzata, ma significativa, questa creò un allarme nei nobili, Cuza dovette usare le
maniere forti, sospese i poteri del Parlamento, si creò la cd "mostruosa coalizione", la sinistra liberale (che volevano il
pieno rispetto del Parlamento) e la destra conservatrice (basata sulle grandi proprietà) si coalizzarono e lo costrinsero
ad abdicare, Cuza partì, morì qualche anno dopo in Moldavia, l'esperienza del principato unito termina con il
rovesciamento di questo principe avviato sulla strada delle riforme, non volle tornare per rinnegare l'abdicazione
come volevano le grandi potenze, per quanto riguarda chi avrebbe preso il suo posto, c'erano molte famiglie nobili ma
quale scegliere tra queste, inoltre attorno c'erano grandi imperi, dipendeva ciononostante da quello turco, si
immaginò una soluzione nuova, c'era il timore che cadesse sotto l'influenza degli imperi confinanti, cercare un principe
all'estero (come Ottone), si sceglie un ramo cadetto, nel 66', si chiama Carl, in romeno Carol Zigmaringen, fortemente
sostenuto da Napoleone III, sale al trono mentre si proclama l'indipendenza, quando si trasformerà da principato in
Regno, sarà il primo Re di Romania, rimasto sul trono molto a lungo,
c'erano altri popoli saldamente sotto controllo turco, i serbi, i romeni, i montenegrini, altri popoli nel sud-est,
nell'impero ottomano il sultano aveva lanciato le "Tanzimat", le riforme, tra cui l'equiparazione giuridica dei sudditi,
nell'impero turco l'affiliazione religiosa aveva una grande importanza, la presenza ebraica ad esempio era molto forte,
se si pensa ad esempio alla concentrazione nei territori polacchi, questo per il modo in cui venivano trattati in loco,
questo fu un periodo di riorganizzazione che cominciò nel 1839 e terminò nel 1876, con il fine di modernizzare
l'Impero, contrastare gli obiettivi indipendentisti delle diverse etnie che lo componevano, combatterne il lento declino
internazionale, le riforme incoraggiarono quindi l' "ottomanismo" (ispirato a Montesquieu e nato come movimento
organizzato nel 1865), sforzandosi di integrare i non-musulmani e i non-turchi nella società ottomana, tutelando i loro
diritti mediante l'applicazione del principio europeo di uguaglianza davanti alla legge, eliminò il corpo dei "giannizzeri",
la fanteria dell'esercito privato del sultano ottomano.
Lezione 8
Parliamo del popolo polacco, guerra del 30-31 per separarsi dall'impero russo, la nuova situazione non piaceva alla
classe dirigente polacca, la situazione dei polacchi negli anni successivi peggiorò, ma non fu drammatica, avevano
un'autonomia, c'era un governo locale, che faceva capo all'imperatore che continuava ad essere re di Polonia, si arrivò
ad un nuovo scossone rivoluzionario dopo la metà del secolo, non è casuale che questa nuova insurrezione polacca
avvenne nel 63-64, perché nel frattempo, le varie lotte nazionali in Europa avevano ottenuto vari successi, come
quello italiano, nel 1861 nasce l'Italia unita, stesso vale per il mondo tedesco, anche se l'unificazione ci sarà nel 71',
sembrava che le lotte nazionali potessero avere successo, tra l'altro motivo di quei polacchi che avevano partecipato
agli eventi del 30-31 erano andati in occidente ed avevamo continuato la loro battaglia politica, c'erano esuli polacchi
molto attivi, c'era una sorta di governo in esilio a Londra, alcuni polacchi erano in Italia, l'esercito siciliano era stato
guidato da un polacco, Mieroslavsky, tanto che Cavour accettò di metter su una scuola polacca in Italia, sciolta dallo
stesso Cavour su volontà russa, la sciolse per timore di non ottenere il riconoscimento della neonata Italia, gli esuli
polacchi tornano a casa in Polonia per dare sostegno all'insurrezione, qui c'erano varie correnti, più formazioni
politiche, anche questa volta come nel 30-31 ci fu sostanzialmente una guerra più che un'insurrezione, il governo fu in
mano prima ai moderati poi ai rossi, anche questa interessò molto l'opinione pubblica internazionale, questa volta la
Chiesa di Roma si schierò decisamente a favore dei polacchi cattolici, c'erano anche i governi liberali come la Francia,
Napoleone III dette denaro a Garibaldi per organizzare una spedizione, Garibaldi restituì il denaro e rinunciò, l'Italia
era stata da poco riconosciuta dalla Russia, ci furono anche contatti personali tra Garibaldi ed Herzen, rivoluzionario
russo di Terra e libertà, era contrario ovviamente all'autocrazia russa, Francesco Nullo assieme ad altri garibaldini si
mossero verso la frontiera e si unirono agli insorti polacchi, costui morirà, fu repressa l'insurrezione polacca, di qui in
poi nel mondo russo si iniziò a pensare di indebolire la nazionalità polacca, al tempo si parlava più di slavità in Russia
che di nazionalità russa, comincia comunque a prendere piede il nazionalismo russo, l'idea di nazionalità russa, poi c'è
la questione ecclesiastica, c'era l'antico fenomeno, che risaliva al 500', del passaggio di interi vescovati dalla Chiesa
ortodossa al Papa, molti vescovi accettarono l'invito del re di Polonia di passare alla fedeltà al Papa senza cambiare il
rito, quindi era una Chiesa unita, unita a Roma ma che manteneva il suo rito orientale, stesso fenomeno lo troviamo
anche nell'impero asburgico da parte di una frazione della Chiesa ortodossa romena, che diventerà anch'essa unita a
Roma mantenendo il suo rito, il caso della nazionalità slovacca fu molto tardivo, a lungo il mondo non ha saputo
dell'esistenza di una nazione slovacca, cugini dei boemi, riuscirono a coltivare l'idea nazionale molto tardivo, negli anni
60' si consuma dunque questo nuovo dramma polacco, vedremo che la Polonia indipendente nascerà solo a fine WWI,
più grande della Polonia attuale, l'impero russo risentì di questo scossone, nello stesso decennio anche la nazione
ungherese attraversa un periodo importante nella sua storia, avevano accettato il dominio asburgico nonostante una
certa autonomia, gli ungheresi utilizzarono anche la strada massonica all'estero, gli ungheresi all'estero cercavano di
essere ascoltati, soprattutto dalla Francia, ma anche dall'Italia, nel 62' ci fu l'idea di fare una grande confederazione
danubiano-balcanica, quest'idea di confederazione convinse persino una persona molto convinta dello Stato e delle
autonomie come Mazzini, che non credeva quindi nelle confederazioni, pensò però che come erano dividi i popoli nel
Danubio ci fosse bisogno di una confederazione, ungheresi ce ne saranno ad esempio nella spedizione dei mille di
Garibaldi, ci fu la guerra tra Prussia ed Austria, i rapporti tra i due si erano logorati, a causa dell'egemonia sulla
confederazione tedesca, per i due ducati, la Prussia accettò la partecipazione italiana, la guerra fu abbastanza rapida,
in territorio boemo, le cose per gli italiani andarono male, l'Italia comunque acquisì in tal modo il Veneto, però le
speranze di far crollare l'impero e dare spazio alle nazionalità , come quella ungherese, vengono meno, nel 1867 viene
firmato un compromesso tra Austria ed Ungheria, le due nazioni vengono considerate su un piede di parità, viene
considerata una situazione di duplicità, la duplice monarchia, gli asburgo continuavano ad essere imperatori d'Austria
e Re d'Ungheria, solo che questa volta si diede molta forza a questo elemento, i sovrani andavano a Pest a farsi
incoronare, nasce l'Austria-Ungheria, il sovrano era lo stesso ma aveva due corone, i territori erano delimitati dal
fiume Leitha, la Cisleitania ad occidente nella parte austriaca e la Trasleitania nella parte ungherese, non c'è un
governo unitario, ci sono due governi, uno a Vienna ed uno a Pest, i due governi, le due Diete, mandano le delegazioni
parlamentari ad incontrarsi per gli affari comuni, c'è un interparlamento, c'era una forte autonomia, nel 68', un anno
dopo, ci fu un compromesso anche tra croati ed ungheresi, c'erano stati fermenti nazionali anche in Cisleitania con la
nazionalità boema, non sempre veniva visto con gioia il compromesso, i boemi avevano ricchezze notevoli, anche loro
avrebbero gradito che si rinvigorisse l'idea della corona di Boemia, gli asburgo idealmente sulla testa avevano anche
questa terza corona, la corona di San Venceslao, mentre quella ungherese era di Santo Stefano, si cominciò a
diffondere l'idea del trialismo, non più dualismo, esteso o ai boemi, o alla componente slava, i boemi vivevano
assieme ai tedeschi, i tedeschi dei Sudeti, la presenza tedesca era molto forte, era una lotta nazionale complicata,
anche in Cisleitania ci furono seri problemi, interessante della scelta del compromesso è che non tutti la accettano, ci
sono ungheresi in patria che non sono soddisfatti, in parlamento siede un partito che si chiama dell' "indipendenza e di
Cosciu", il Compromesso restò in piedi fino alla WWI, l'idea di una Confederazione viene seppellita dal Compromesso
del 67', riaffioriranno delle idee simili in futuro.
Lezione 9
Crisi d'Oriente del 75-78, la seconda, nel sud del continente nell'impero ottomano c'era modo di intervenire per
difendere gli interessi in varia forma, Churchill lo definì un "ventre molle", San Pietroburgo torna con i propri alleati
Austria-Ungheria e Germania, la Germania nel frattempo era diventata uno Stato ben più forte della Prussia
precedente avendo riunito attorno a sé tutti gli stati che una volta facevano parte della confederazione germanica, i
tre imperatori fecero una propria Lega, Austria-Ungheria e Germania per quanto alleate avevano degli interessi fra
loro contrastanti, non tanto per Germania e Russia ma tra Russia e Austria-Ungheria, permaneva più di un motivo,
miravano a controllare il sud-est dell'Europa, un'alleanza fragile che non garantiva un pieno equilibrio del continente,
riedizione della Santa Alleanza in forma minore, c'erano le premesse per un nuovo scossone, le potenze tra di loro non
combattono, questa volta la guerra viene alimentata da due potenze, Russia ed impero ottomano, è la guerra russo-
turca del 1877-78, in comune le due crisi hanno gli effetti sul sud-est europeo, ciononostante i risultati furono diversi,
già in precedenza c'erano state insofferenze da parte della popolazione all'interno dell'impero ottomano, ad esempio
le riforme delle campagne a fine anni 30' ad Istanbul non piacquero in periferia, la più degna di nota è vicino a noi in
Bosnia, negli anni precedente c'era stata agitazione dell'elemento musulmano, ma negli anni 70' fu l'elemento
cristiano, quello contadino, quello sottomesso che prese ad agitarsi, riguardò sia la Bosnia che l'Erzegovina, il motivo
era che non si volevano pagare i tributi a fronte di raccolti non felici, alle frontiere dell'impero ottomano in Bosnia
c'era la potenza austro-ungarica che aveva interesse a fomentare queste rivolte, essendo periferica la repressione non
era semplice per le forze ottomane, cominciarono ad arrivare dei volontari dall'estero, tra cui dei garibaldini,
sembrava un'insurrezione per liberarsi dal dominio straniero, si abbinavano a due concetti, il dominio straniero e il
dominio di una cultura o meglio di una religione diversa, c'erano in Bosnia sia musulmani che cristiani ortodossi, che
guardavano molto alla Serbia, sia cattolici che guardavano piuttosto la Croazia, l'opinione pubblica poteva pensare di
intervenire per liberare questo popolo oppresso sotto vari profili, tanta mescolanze religiosa deriva dal fatto che la
Bosnia nel Medioevo aveva una sua Chiesa di carattere eretico, era l'eresia bogovina, i quali esiiti finali della dottrina
tendevano a contestare le Chiese ufficiali, e a sposare tendenze pauperistiche, la Bosnia aveva una sua caratteristica
religiosa già prima dell'arrivo dei turchi, per i bosniaci non essere ne cristiani ne ortodossi significava non finire sotto
l'influenza di altri Stati, questo fece si che quando arrivarono i turchi moltissimi si avvicinarono alla religione turca
senza colpo ferire, in Bosnia sono presenti moltissimi musulmani, cosa che non troviamo ad esempio i Serbia o
Montenegro, i cattolici erano in moltissima parte nell'Erzegovina, la regione accanto, questo però non cancellava la
presenza di cattolici ed ortodossi, a metà degli anni 70' dell'800' c'è l'agitazione del mondo cristiano e si avvia una
repressione che non ha immediato successo, nel 76' Serbia e Montenegro decidono di sfidare la potenza sovrana, il
sultano, scendendo in guerra, le potenze intervengono con un atto di mediazione per risolvere i problemi in maniera
pacifica sedendosi ad un tavolo, c'erano state altre agitazioni molto diffusa più a sud, in piena Bulgaria, qui la
repressione fu molto più violenta da parte dei turchi, in oltre furono utilizzate anche le cd "teste matte", le truppe
irregolari, non solo combattevano ma facevano strage della popolazione civile, questo è il capitolo degli "orrori
bulgari", il risorgimento bulgaro era stato abbastanza tardivo, i bulgari più attivi si trovavano a Costantinopoli, questo
perché erano o ricchi o colti, cominciano a difendere l'idea bulgara nel cuore dell'impero, il primo uomo che ebbe una
qualche fame fu Georgi Rakovskij, il quale dovette espatriare a Belgrado per le sue idee, qui pubblicò un giornale, "Il
ciclo del Danubio" e cercò di organizzare delle Legioni bulgare che potessero fare spedizioni, somiglia a quella
mazziniana, spedizioni per liberare,altre colonie bulgare erano presenti in Romania e Russia, sono tutte spedizioni che
hanno valenza effimera, non hanno grandi seguito, finché un uomo Vasil Levski decide di organizzare all'interno della
Bulgaria una rete rivoluzionaria, questa sarà presto smantellata, lo stesso Levski sarà ucciso, questo però significò
preparare il terreno in loco, con bulgari del posto non più colonie che stanno fuori, e questo ci spiega perché poi nel
76' ci sia una rivolta di una certa ampiezza nei Balcani, il Balcani oggi attraversano la Bulgaria, per loro questa
montagna con un nome turco in realtà si chiama "antica montagna", ci fu questa notevole insurrezione repressa con
diversi migliaia di morti, questo fatto scosse molto l'opinione pubblica internazionale in particolare quella inglese,
Gladstone parlò appunto di "orrori bulgari", a danno dei bulgari, indusse il governo inglese che era tutto sommato il
meno ostile a quello ottomano ad intervenire per cercare di trovare una soluzione pacifica ai problemi dei cristiani nei
Balcani, si giunse ad una conferenza a Costantinopoli, qui si immaginò di creare nuovi territori autonomi, si decise di
disegnare una Bulgaria molto più grande di quella di oggi, di fatti venne chiamata "Grande Bulgaria", nell'attività
nazionale bulgara ci fu una battaglia in campo religioso, il Papa Pio IX aveva provato già nel 49' a mandare un suo
messaggio ai cristiani d'oriente dicendo "uniamoci", respinto pesantemente dai vescovi che si erano offesi, non c'era
stato nessun effetto, poi però nel 60' ci fu un tentativo di creare una Chiesa bulgara fedele al Papa ma di tipo
orientale, un pesante intervento russo impedì che questa Chiesa avesse seguito, fu un tentativo fallito, poco dopo ci
sarà un tentativo riuscito, la classe dirigente bulgara chiese al sultano il riconoscimento al sultano di una Chiesa
nazionale autonoma, autocefala, qui siamo ad inizio anni 70', il sultano tutto sommato non fu ostile a quest'idea, di
fatto questa non era una contestazione del potere politico ottomano, ma del potere ecclesiastico greco, cioè non
dipendere più dal patriarca di Costantinopoli, se persino i greci di Atene si erano staccati dal patriarcato di
Costantinopoli lo stesso volevano i bulgari, ci fu una lunga disputa, in quanto il diritto canonico non consentiva la
presenza di due vescovi in una stessa città, tantomeno di due patriarchi, si volle creare così una chiesa bulgara retta da
un esarca, un esarcato, un vicario, non da un patriarca, quindi a Costantinopoli c'era un patriarca greco ed un esarca
bulgaro, i confini dell'esarcato furono utilizzati dalle grandi potenze per delimitare il prossimo grande stato bulgaro nel
76', venivano inclusi anche i territori macedoni, oggetto di una contesa pesantissima, questo fu ciò che si decise alla
Conferenza di Costantinopoli, si decise inoltre l'autonomia per le popolazioni bosniache, questa era la soluzione
pensata per garantire il benessere delle popolazioni cristiane, gli ottomani riuscirono a far fallire questa Conferenza
con un colpo di teatro, i turchi tirarono fuori una Costituzione, questa Costituzione di stampo democratico diceva che
tutti i cittadini erano pari davanti alla legge, così da non avere più motivo di avere una tutela particolare per una
comunità, la Conferenza di Costantinopoli finisce con un nulla di fatto, ne rimangono scottati i russi, che
immaginavano di essere i liberatori dei popoli slavi, la diplomazia di San Pietroburgo si rivolse a quella austro-ungarica
e ci furono due accordi, l'idea era che se l'impero ottomano fosse crollato e fosse sparito dalla carta geografica
d'Europa, i Balcani occidentali sarebbero stati di competenza dell'Austria-Ungheria mentre i Balcani occidentali di
competenza della Russia, quindi una spartizione prima che avvenissero i fatti, questo voleva dire poter marciare
contro l'impero ottomano senza vedersi arrivare anche le truppe austro-ungariche, dopodiché i russi nel 77'
marciarono ed entrarono in Romania, all'epoca non indipendente ma soggetta al sultano, quindi entravano nel
territorio del sultano, nell'impero ottomano, ciononostante lo zar trattò con il governo di Bucarest, non erano felici di
di trovarsi i russi in casa ma capirono che non potevano opporsi, all'opposto che avrebbero potuto trarre vantaggio,
fecero prima una convenzione, vista come un tradimento dal sultano, ci furono incidenti sul Danubio, la Romania a
questo punto si dichiara indipendente, attraversano il Danubio senza combattere, sicché i russi a Pleven vengono
respinti dai turchi, sembrava che i turchi potessero ributtare in fiume i russi, a quel punto, il comandante delle truppe
russe il Granduca Nicolaj si rivolse al principe Carlo di Romania chiedendogli di intervenire con le loro truppe, i romeni
partecipano quindi a questa operazione sulla città di Plevna, dopo alcune settimane decise di uscire con le sue truppe
ma fu bloccato dai russi, questo si arrese, così i russi in segno di rispetto gli lasciarono la sciabola a fianco, a questo
punto i russi non hanno più ostacoli, attraversano i Balcani e conquistano le varie città, i russi avanzarono fino a
Costantinopoli, stavano conquistando la città dell'imperatore, il sultano a quel punto scese a patti, nel sobborgo di San
Stefano, di fatto fu un dictat, lo zar impose la pace che voleva, prima cosa che voleva era costruire questo grande stato
bulgaro, primo e più importante obbiettivo russo era il controllo degli stretti, in tal modo la sua flotta avrebbe potuto
tranquillamente uscire, in più si stabilì che i vari Stati balcanici erano indipendenti, Montenegro Serbia e Romania non
erano più vassalli, la Bulgaria che nasceva sarebbe invece stata autonoma, non indipendente, era una grande vittoria
russa, si erano ripresi anche la Bessarabia, e visto che la Romania aveva collaborato, si decise di dargli la Dobrugia
settentrionale, togliendola all'impero ottomano, quindi alla Bulgaria, le grandi potenze erano allarmate, l'Austria-
Ungheria aveva un accordo, a questo punto sembrava a Vienna che i russi si fossero spinti ben oltre senza garantirgli
qualcosa in cambio, ci fu quindi una mobilitazione militare austro-ungarica, ancora più agitati a Londra, non volevano
che la Russia diventasse la potenza protettrice di tutto l'impero ottomano, quindi le due potenze si muovono, Londra
manda una squadra navale negli stretti, vogliono limitare il successo russo e salvare l'esistenza dell'impero ottomano,
si svolge così un lungo Congresso a Berlino di tutte le potenze, qui si decise di riformare la Pace di San Stefano, la
Bosnia-Erzegovina (dove questa crisi era iniziata) veniva posta sotto controllo austriaco includendo anche il
Sangiaccato, la formula era nuova, un'amministrazione trentennale, quindi non una occupazione permanente, ma di
competenza trentennale del governo austro-ungarico, si confermarono tutte le indipendenze, gli inglesi si facevano
cedere Cipro, la vera differenza fra la Pace di San Stefano e il Congresso di Berlino è la situazione bulgara, bisognava
allontanare la Russia dagli stretti, e si decise di staccare il territorio meridionale da quello settentrionale, quello
settentrionale fu riconosciuto come principato autonomo, quello meridionale come governatorato autonomo, la
sottile differenza sta nel fatto che il principato autonomo è un'autonomia politica, il governato autonomo
un'autonomia amministrativa, a sud un governatore, a nord nel principato un principe, il territorio macedone veniva
liberato, tornava a far parte del territorio ottomano come prima, fu un duro colpo per i patrioti bulgari che volevano la
Grande Bulgaria, nasce quindi una piccola Bulgaria e il governatorato della Rumelia Orientale, i russi prima di andare
via favorirono la la scrittura e l'approvazione di una Costituzione, nell'impero russo non c'era Costituzione, fu votata
non a Sofia perché non ancora capitale, ma a Tărnovo, viene ricordata come la Costituzione di Tărnovo, in vigore fino a
dopo la WWII, quando entrerà in vigore la Costituzione della Repubblica Popolare di Bulgaria, piuttosto liberale, ci fu
un forte esodo così di musulmani e proprietari terrieri, in sostanza in Bulgaria ci fu una riforma agraria spontanea, in
seguito nel governatorato della Rumelia Orientale i patrioti bulgari organizzarono un colpo di mano per prendere il
potere, si proclamò l'unione spontanea con la Bulgaria, il principe Alessandro di Battemberg accettò la cosa e divenne
il principe amato dal popolo perché fu colui che unificò le due Bulgarie, il che portò agitazione nello Stato serbo, per la
logica del se tu ti allarghi mi devo allargare anche io, i serbi chiedevano dei compensi, partì questa piccola guerra tra
Serbia e Bulgaria, lo zar, Alessandro III cugino di Battemberg, ritirò tutti i suoi ufficiali, così l'esercito bulgaro se ne
trovò sprovvisto, furono promossi tutti di corsa, e sul campo fu di fatto creato un nuovo corpo ufficiali, questo esercito
ottenne un'inattesa vittoria entrando in territorio serbo, non continuarono e la guerra finì lì, fu un battesimo di fuoco
per la Bulgaria, amato dai patrioti perché eroe bulgaro ed odiato dagli ufficiali, fu costretto poi infatti ad abdicare dai
russofili che organizzarono un colpo di mano, accettò in seguito l'abdicazione su spinta dello zar, tornò a Sofia per
salutare ma abdicò, fu una silenziosa crisi internazionale, fu il debutto tra l'altro dell'Italia, già esisteva la Triplice
Alleanza, Germania-Austria-Ungheria-Italia, di fronte a queste iniziative nei Balcani Roma dichiarò di avere le mani
libere per un possibile intervento, fu quindi il terzo incomodo, la Bulgaria era rimasta senza principe, ne scelsero uno
della casa Coburgo, non gradito dallo zar, senza il bene placido del sultano, ma gradito da Vienna e le altre potenze,
Ferdinando di Coburgo, questi dieci anni vedono l'affermarsi di una corrente nazionale bulgara guidata da un uomo,
Stefan Stambolov, fu il capo di fatto del partito anti-russo, il sultano accettò questo nuovo principe e l'unificazione dei
due territori, estrometterà Stambolov in futuro dal governo, l'anno successivo morirà in un attentato a sciabolate,
non va dimenticato che l'85', dove inizia la crisi bulgaro-rumeliota, è l'anno dell'allarme di guerra tra Inghilterra e
Russia, su un fronte totalmente diverso, l'Afghanistan, gli atteggiamenti inglesi vanno considerati anche in quest'ottica.
Lezione 10
Siamo passati per la II Crisi d'Oriente, e abbiamo accennato la crisi serbo-bulgara dell'85', queste vicende portarono ad
un cambio d'alleanze in Europa, la Russia cambia radicalmente le sue alleanze, lascia gli imperi centrali per rivolgersi
alla Repubblica francese, fino ad arrivare all'accordo a tre dell'Intesa, Inghilterra-Francia-Russia, accordo protagonista
della WWI, domina l'idea che dopo la guerra franco-prussiana l'Europa abbia goduto di molti decenni di pace,
nonostante la Crisi d'Oriente del 75-78 ebbe come momento caldo una guerra importante, non è che non ci furono
guerre, un esempio è la guerra russo-turca, una piccola guerra fra Serbia e Bulgaria, non è esatto dire che non ci
furono guerra fino alla WWI, è vero però che non ci furono conflitti di grandi dimensioni e con la partecipazione di
grandi potenze, si sviluppò un forte movimento pacifista, va citata anche la guerra fra Grecia ed impero ottomano, nel
97', qui il programma nazionale non si è ancora concluso, esisteva ancora un'associazione, una "eteria" nazionale, la
quale predicava la liberazione dei greci che vivevano fuori la Grecia, che vivevano soprattutto nell'impero ottomano,
alla conferenza di Berlino la Grecia otteneva la Tessaglia dall'impero ottomano, il programma nazionale restava
tuttavia in piedi e molti greci aspiravano ad altri territori dopo la Tessaglia, l'Epiro, la Macedonia, la Tracia, c'era
sempre il progetto della grande idea, o Megali Idea, che era quella di riprendersi l'Asia Minore, il sogno dei greci era
quello di riprendersi Costantinopoli, non aveva tuttavia le risorse per sostenere tali ambizioni, all'inizio degli anni 90' la
Grecia dovette dichiarare fallimento, il governo dichiarò che non poteva pagare i propri debiti, il partito nazionale
riprese fiato e colse l'occasione per arrivare al conflitto, con un'insurrezione a Creta, le potenze isolarono l'isola,
mettendo la questione cretese sotto la tutela internazionale, la Grecia decide di marciare comunque, la guerra viene
persa in maniera netta dalla Grecia, le potenze resero nulla da un punto di vista diplomatico la vittoria turca, la
questione cretese venne risolta in maniera ipocrita, riconoscendo l'autorità turca, ma Creta avrebbe avuto uno Statuto
di autonomia e un suo governatore, Venizelos, il governatore era il secondo genito del re di Grecia, si preparava il
terreno per un'unione di Creta alla Grecia, la questione cretese finisce per influenzare la politica interna greca, paesi
come la Serbia sembrava avessero accettato la tutela austro-ungarica, la dinastia Obrenovic accettò la tutela austriaca,
accettarono di non sostenere più questa linea, in cambio furono sostenuti da Vienna per un'eventuale loro interesse
verso Meridione, oltre la Bosnia c'è la Macedonia sul piatto, la Romania esce un po' scottata dal 77-78 perché aveva
dovuto cedere la Bessarabia meridionale, in cambio avrebbe avuto la Dobrugia settentrionale, territorio non di
insediamento romeno, sentivano loro più la Bessarabia, il governo liberale romeno decise di dare l'adesione alla
Triplice Alleanza, in maniera clandestina, il popolo non lo sapeva, era stata una decisione della classe dirigente, si
orientò verso gli imperi centrali perché teme l'influenza russa, che aveva ottenuto la Bassarabia, vi resterà fino alla
WWI,
torna in più la questione polacca, a fine Grande Guerra nasce di nuovo la Polonia, torna a nascere, era defunta a fine
700', la sua morte era stata ribadita nel 1815, gli scossoni del 30-31 e del 63-64 non avevano portato alla sua rinascita,
la Grande Guerra permise la rinascita, la Polonia nasce nel 1918, era stata divisa tra più imperi tra loro divisi, avversari
durante la WWI, di conseguenza era difficile immaginare che la sconfitta di una parte potesse ritornare a vantaggio
anche dei polacchi che stavano dall'altra parte, c'è chi questa scommessa la fece, il maresciallo Pilsudski, che guidava
un partito socialista ma fortemente nazionale, aveva immaginato che si dovesse sostenere l'Austria e la Germania
contro la Russia per liberare i polacchi sotto lo zar, salvo poi sperare che le potenze occidentali sconfiggessero (Fr-
Ingh) gli imperi centrali per liberare anche i polacchi sotto il Kaiser di Vienna e il Kaiser di Berlino, fu una strategia
vincente, a fine WWI crollano gli imperi, il risultato fu che tutti i polacchi poterono riunirsi in un unico Stato, così
grande da includere anche altri popoli, la Polonia del 18', e meglio del 21' fu una Polonia fatta al 70% da polacchi,
dentro ci sono ebrei biellorussi ucraini e tedeschi, , le numerose cause della WWI, nel 21'dopo la WWI e la riv.
sovietica ci fu una grande guerra tra la nuova Polonia e la nuova Russia bolscevica, che si concluse con una pace
firmata a Riga nel 1921 che assegnò alla Polonia una frontiera generosa, più grande di quella attuale,
le cause della deflagrazione del 14' furono moltissime, la gara per la supremazia navale ad esempio, gli eventi dell'est
europeo hanno contribuito alla deflagrazione, nella duplice monarchia sicuramente c'erano dei problemi, ma non
avevano l'innesco giusto per portare alla deflagrazione e al crollo dell'impero, senza la guerra l'Austria-Ungheria
poteva sopravvivere, e magari trasformarsi in Confederazione, la Macedonia ad esempio faceva parte dell'impero
ottomano, ed era abitata in maggioranza da popolazioni cristiane, l'origine del nome Macedonia viene dalla
commistione di genti al suo interno, i bulgari la ritenevano terra propria, si riteneva infatti fosse popolata soprattutto
da slavi bulgari, dopo il 78' questo piccolo territorio entrò nelle aspirazioni di diverse nazionalità, in particolare di
quella serba, greca e bulgara, le tre principali nazionalità in lotta, queste avevano il sostegno dalla patria, nacque un
movimento per la liberazione della Macedonia, ci fu tensione del territorio, non esisteva un unico movimento
nazionale, ma delle frazioni, si combatteva con il fucile, con la grammatica, o con la croce, il 1908 questa questione
così calda si va a saldare con altre vicende, nel 1908 scade il trentennio di amministrazione provvisoria austro-ungarica
in Bosnia, nessuno si chiedeva cosa sarebbe successo in seguito, ci fu una trattativa tra Vienna e San Pietroburgo, i
russi si aspettavano di dare assenso all'annessione da parte di Vienna e avere un appoggio nella questione degli stretti,
non ebbero nulla in cambio, Vienna decise autonomamente di prendersi in maniera definitiva come annessione la
Bosnia-Erzegovina, rinunciò al Sangiaccato, nel 1908 ci fu inoltre una disputa su che sviluppo avrebbero dovuto avere
le ferrovie in Europa, nei Balcani, l'Austria-Ungheria immaginava una penetrazione da nord verso sud per poi puntare
verso l'Asia, era un pezzo della ferrovia Berlino-Bagad, Russia e Italia immaginavano ferrovia trasversali, altri eventi
sembravano preludere ad un conflitto fra potenze, mentre l'Austria non aveva ancora dichiarato l'annessione avvenne
che una società segreta, fatta soprattutto da militari, legata a logge massoniche, progettò un colpo di stato, prendendo
il potere ed imponendo al sultano di portare al potere la stessa organizzazione, i giovani turchi, è al rivoluzione dei
giovani turchi, si ripristinava la Costituzione, in più si dichiarava ufficialmente che tutte le popolazione dell'impero
erano sul piede di parità, non si parlava di popoli diversi, la Turchia che entra nella WWI sarà dominata da giovani
turchi, persino quella dopo la WWI, la Repubblica turca avrà come ispiratore il "padre dei turchi", Kemal Ataturk,
anche lui un giovane turco, il nucleo di quella rivoluzione fu Salonicco, un altro fatto legato all'annessione riguardò una
proclamazione d'indipendenza, la Bulgaria nel 1908 era ancora uno Stato vassallo, dotata di autonomia ma non
indipendenza, il principe Ferdinando di Coburgo proclamò l'indipendenza e si promosse Re, la Bulgaria da Principato
divenne Regno, coloro che reagirono veramente male furono i serbi, il Regno di Serbia era una specie di satellite di
Vienna, nel 1903 la dinastia Obrenovic finì nel sangue, ci fu un colpo di stato fu ucciso il re Obrenovic e fu portato al
trono un Re Karadjorgevic, il cambio della dinastia significò un cambio di politica nei confronti dell'Austria-Ungheria,
tanto da portare ad un conflitto sui dazi, la Serbia campava di esportazioni di maiali verso l'impero austro-ungarico,
l'impero alzo talmente tanto i dazi da indurre i serbi a cercare nuovi clienti, si scavò un burrone tra Vienna e Belgrado,
la "guerra dei porci", sono gli anni in cui in Serbia si sviluppo un movimento nazionale con sentimenti anti-austriaci e si
comincia a dire "liberiamo la Bosnia, si organizzano quelle società che saranno protagoniste dell'omicidio di Francesco
Ferdinando, La mano Nera, Libertà o morte, dunque nel 1908 quando la Bosnia diventa una provincia austro-ungarica
e non più un possedimento provvisorio, a Belgrado vogliono fare la guerra, ma è evidente che non la possono fare da
sola, si comincia a dire "liberiamo la Bosnia", si aspettava l'appoggio della Russia, ci si accingeva ad una guerra per
sostenere gli slavi meridionali, a questo punto Berlino fece intendere a San Pietroburgo che la guerra russo-austro
ungarica non sarebbe stata isolata, la Germania sarebbe entrata in guerra e merito agli accordi con l’Austria-Ungheria,
la Russia fece delle consultazioni con Parigi e Londra e trovò un muro, non volevano fare una guerra per la Bosnia,
ecco perché la guerra non è scoppiata 6 anni prima, il 1908 quindi è un anno importante, finisce con un successo
austro-ungarico, una dimostrazione di forza germanica, una sconfitta diplomatica russa e del nazionalismo serbo,
l'anno dopo si mettono in moto i patrioti greci, in Grecia la novità fu che in una situazione di stallo il Re Giorgio si
convinse a chiamare il capo del partito greco a Creta, Venizelos, il quale fu nominato capo del governo, fece le elezioni
e le vinse ed avviò una politica di riforme, ci fu quindi un indirizzo riformistico, tornando alla Macedonia, litigata fra i
paesi balcanici, e più in generale tutti i territori che ancora erano sotto gli ottomani in Europa, ancora una volta era
una crociata di sangue e di fede, la Russia era stata umiliata nel 1908 e pensava di usare un'altra carta, i governi
balcanici avviarono una politica tendente sostanzialmente a spartirsi i territori ottomani che non erano ancora stati
liberati, come l'Albania, con un 70% della popolazione di musulmani, non avevano un gran desiderio di staccarsi
dall'impero ottomano, l'impero ottomano aveva avuto un nuovo colpo nel 1911, l'Italia si va a prendere la Libia,
territorio ottomano, le potenze permisero quella guerra ma l'Italia non poteva andare nei Balcani, nel settembre del
1912 inizia la prima guerra balcanica, una piccola quadruplice, i popoli balcanici contro l'impero turco, Bulgaria Serbia
Grecia a Montenegro contro l'impero ottomano, poi la seconda guerra balcanica, la guerra di tutti contro la Bulgaria,
entro in guerra anche la Turchia che si riprese Adrianopoli, a sorpresa entrò anche la Bulgaria che si riprese la
Dobrugia meridionale, penultimo atto, perché sono eventi della fine di questa e la WWI passerà meno di un anno, il
ridimensionamento della Bulgaria, ancora una volta la Serbia era in contrasto con la Bulgaria per il negato accesso al
mare, i serbi si presero tutto, finita la seconda guerra, dalla seconda guerra balcanica allo scoppio della deflagrazione
europea passò meno di un anno.
Lezione 11
WwI abbiamo parlato delle cause, le grandi potenze esercitavano la loro potenza, Austria-Ungheria e Russia, nei
Balcani da poco si era affacciata come influenza l'Italia, poi crisi bosniaca del 1908 e la doppia guerra balcanica, questi
eventi preparano il terreno alla guerra, poi uccisione di Francesco Ferdinando il 28 giugno il giorno di San Vito, non a
caso nei Balcani a Sarajevo, capitale della Bosnia, da poco annessa all'Austria-Ungheria, stava quindi visitando una sua
provincia, partecipano tutte le potenze al conflitto, la Russia abbandona i tradizionali alleati (Austria-Ungheria e
Germania) per puntare su un' alleanza inedita prima con la Francia e qualche anno dopo con l'Inghilterra, l'alleanza
con la Francia fu scioccante perché vedeva un impero autocratico schierato con la Repubblica, si spiega in termini
geopolitici, la Francia sentiva la sconfitta del 70-71 contro la Germania e aveva necessità di un alleato alle spalle della
Germania, viceversa la Russia perché l'impero germanico era garante dell'Austria-Ungheria, sia Germania che Francia
erano importanti partner della Russia sul piano economico, durante la WWI i russi spareranno contro i tedeschi
proiettili forniti dai russi, il capitalismo russo vide un passaggio diretto alle grandi aziende, era una presenza diffusa e
precoce, non ci fu un passaggio per gradi, non ci fu un'accumulazione progressiva di capitali, il proletariato era
eccessivo nei grandi centri urbani, scoppierà una rivoluzione in un paese non all'avanguardia sul piano industriale, una
rivoluzione svolta a livello teorico dalla classe operaia, Marx immaginava una rivoluzione operaia in occidente, dove è
molto ampia la classe operaia proletaria, quindi teoricamente non in Russia, i socialisti non pensavano che la classe
contadina fosse in grado e volesse la rivoluzione, Marx parlava di dittatura del proletariato, nel caso russo ci fu
un'accelerazione, i termini per andare così avanti si pensava non ci fossero, ci si aspettava prima una rivoluzione
borghese democratica capitalista, nel 17' per propria iniziativa i contadini faranno una rivoluzione agraria dal basso nel
senso che si prendono quelle terre che ancora non erano loro, nelle campagne russe le rivoluzioni contadine erano
abbastanza isolate e non c'era un progetto generale, a fine 800' compare però un partito al servizio della classe
contadina, figlio del populismo, si chiama socialista rivoluzionario, ma non socialista democratico operaio come quello
marxista, ma solo socialista rivoluzionario, gli SR, li chiamavano "eseri", non disdegnavano l'uso della violenza, l'uso
dell'attentato, non si era placato il tempo degli attentati dopo l'uccisione dello zar, la questione agraria non era stata
risolta in maniera definitiva, anche nei parlamentini locali detti zemstva si era sviluppato un pensiero democratico, si
pensava si dovesse cambiare da un punto di vista istituzionale, di questo pensiero nasce poi il partito liberal
democratico, o costituzional democratico, che volevano la costituzione, i KD, li chiamavano cadetti, i cadetti russi,
volevano che la Russia diventasse un paese simile ai paesi occidentali, si era sviluppato inoltre un pensiero nazionale, a
tratti nazionalismo, viene quindi attraversato dall'idea di nazionalità un paese da sempre contro l'idea di nazionalità,
non più fedeltà all'impero ma fedeltà alla Russia, la prima rivoluzione russa è quella del 1905, per Marx la rivoluzione è
quando cambia la classe al potere, anche se ci sono molte sfaccettature, c'era un sentimento antiebraico diffuso, era
stato diffuso il Protocollo dei savi di Sion, la Russia esce sconfitta dalla guerra con il Giappone, ciononostante l'evento
consenti ancor di più l'avvicinamento con l'Inghilterra, tale da saldare la Triplice Intesa con la Francia, arriviamo alla
famosa "domenica di sangue" nel gennaio 1905, quindi una manifestazione organizzata da un sindacato, chi
manifestava alzava l'immagine dello zar, volevano manifestare per chiedere allo zar di migliorare le condizioni di
questa parte del popolo russo, non era una manifestazione rivoluzionaria, la polizia a cavallo aprì comunque il fuoco
uccidendo molti manifestanti, in tal modo cade l'immagine dello zar buono, siamo durante Nicola II, fu solo il via di
una serie di eventi che durarono un anno e mezzo, lo zar aprì la Corte a delegazioni popolari, oggi diremmo una
glasnost, la possibilità di parlare, la richiesta più innovativa era dare la parola al popolo, consentire la creazione di una
Camera, un Parlamento, che rappresentasse gli interessi del popolo, accompagnarono quest'evento tanti altri eventi,
l'episodio della carne guasta e l'occupazione dell'incrociatore corazzato Potemkin ( letto Potionkin), che racconta
l'ammutinamento dei marinai che si ammutinano perché gli volevano far mangiare la carne guasta, allora si scagliano
contro gli ufficiali e prendono possesso della loro nave, la portano fuori dalle acque russe, le altre navi non si
oppongono, alla fine si consegneranno in un porto romeno, lo zar fondava il suo potere sull'idea di autocrazia,
sull'appoggio della Chiesa, soprattutto sull'appoggio della nobiltà, ma anche sulle forze armate, ecco perché l'episodio
fu importante, c'era tutto un mondo che aveva ripreso fermento, sotto più ambiti coinvolgeva l'intero paese, vengono
fatte delle proposte allo zar, una proposta molto moderata fu quella di dare la parola al popolo con la creazione di una
Camera, ma soltanto con competenze consultive, lo zar avrebbe deciso sempre per conto suo, ciò non basta a placare
le convulsioni, nelle fabbriche e nelle università, vengono creati per la prima volta i Soviet, i consigli, quelli che
ritroveremo nel 17', non ci sono Soviet diffusi nel territorio ma nelle due capitali si, non c'è un clima per consentire
una reazione di polizia efficace, ad inizio ottobre comincia a fare spazio una proposta di una Camera con poteri
deliberativi, cioè un Parlamento vero, proposto da Witte, ministro progressista, lo zar accetta il consiglio, ad ottobre
viene emanato un decreto con la quale viene proclamata la creazione di una Duma, organo frutto di elezioni, da
notare che quindi che c'è un parlamento ma non una Costituzione, si prevedeva una votazione maschile, solo in
Finlandia anche femminile, primi fra tutti in assoluto, c'era chi era soddisfatto del risultato, nasce ora il partito degli
ottobristi, coloro che si accontentavano di quanto ottenuto, erano coloro che volevano una Costituzione ma si
accontentavano, non erano dello stesso parere i cadetti, che tutto sommato accettarono, i Soviet furono sciolti,
all'inizio del 1906 la rivoluzione è rientrata, la prima Duma si dimostrò avversa alla classe dominante, al governo, le
leggi dovevano passare con il consenso della Duma che si opponeva a quello che non gli piaceva, e insisteva per avere
alcune riforme di sostanza, un esempio la questione agraria, riguardo questo la situazione si fece accese, fino a
portare lo zar a sciogliere la Duma, molto precocemente, e se ne formò una seconda, ma anche la seconda si
comportò nella stessa maniera, anzi ci fu uno spostamento a sinistra, entrarono alcune correnti socialiste, non
entrarono i bolscevichi ma i menscevichi si, entrarono anche i socialisti rivoluzionari, entrarono altre correnti socialiste
definite semplicemente trudoviki, ( trud è lavoro),cioè i laburisti, era il gruppo parlamentare di sinistra che riuniva
socialisti socialisti rivoluzionari e social democratici, quindi una prima e una seconda Duma sciolte, allora si cambia la
legge elettorale, perché si capisce che è li il problema, poi ci fu una terza Duma e la quarta, ed è la quarta che è in
vigenza durante la guerra, ed è in quella Duma che si prepara l'abdicazione dello zar, Stolypin (letto Stalipin) fu
ministro dell'interno e primo ministro della Russia dal 1906 al 1911, aveva progettato di irrobustire la Russia, pensò
che il blocco sociale di sostegno al potere zarista dovesse essere ampliato, per fare questo lui immaginava che
bisognasse sciogliere le comunità di villaggio per permettere ai contadini di diventare dei medi proprietari, questi
sarebbero stati contrari a qualsiasi rivoluzione e invece avrebbero sostenuto uno sviluppo progressivo all'interno del
sistema vigente, era a favore di un'istruzione obbligatoria elementare in campagna come in città, nutriva dei
sentimenti nazionali russi e quindi immaginava che si dovesse sostituire di capitale russo in capitale straniero, la cosa
comunque più importante da ricordare è appunto la creazione di questa media borghesia agraria di sostegno al
sistema, non fece in tempo a realizzare nulla perché nel 1911 viene ucciso in un attentato a teatro, la Russia prima
della WWI è profondamente mutata sotto il punto di vista politico, sociale, economico, l'unica cosa rimasta in parte
uguale era la questione militare, era ancora non adeguata a ciò che la Russia come potenza doveva essere, era
militarmente inferiore alle sue grandi aspirazioni di potenza egemone, Italia e la Romania non faranno parte
dell'Intesa all'ultimo, la Romania interrompeva la linea che partiva dal Baltico ed arrivava in territorio turco, era la
metà di quella di oggi, ed era interessata a riprendersi tutta la Bessarabia, questo era quello che gli imperi centrali
potevano offrire, qui le nazionalità erano molte, curioso che nel 1905 nell'impero russo anche il popolo di gagauzi
( una popolazione tatara) chiedono una loro autonomia, vivono in una regione autonoma nell'attuale Moldavia, anche
dentro l'Austria-Ungheria vivevano popolazioni romene, questi erano cattolici o cattolici di rito orientale, quindi
fedeli al Papa ma con la loro lingua e il loro culto, la Romania restò neutrale e ci fu una battaglia diplomatica per
decidere se scendere in campo o con una o con l'altra alleanza, alla fine sceglierà l'Intesa e nel frattempo era morto il
Re Carlo, non avendo figli il successore fu il nipote Ferdinand, il quale non si oppose alla classe dirigente romena per
scendere in campo contro gli imperi centrali, in verità scese in campo contro l'Austria-Ungheria, non aveva interesse a
scendere contro la Russia, era interessata ad acquisire i territori abitati da romeni, attendevano finanziamenti dalle
potenze occidentali, entrarono in Transilvania ma presto dovettero tornare indietro, dove subirono un'offensiva
austro-tedesca abbinata ad un'offensiva nella parte danubiana da parte bulgara turca e tedesca di nuovo, così da esser
chiusa in una morsa al punto che tutta la Valacchia, cioè almeno 3/5 dello Stato furono occupati, compresa la capitale
Bucarest, il governo e Ferdinand si rifugiarono in Moldavia, tra il 17 e 18 l'esercito fu in grado di resistere ad ulteriori
offensive, la Romania sarà costretta ad una pace separata, nonostante la resistenza, il motivo della pace separata è lo
scoppio delle rivoluzioni russe, la prima a febbraio con l'abdicazione dello zar, con un Governo nuovo che non aveva
intenzione di uscire dalla guerra, la seconda ad ottobre che portò al potere i bolscevichi e quindi la successiva uscita
dalla guerra, al punto che ad inizio 18 firmano una pace molto pesante con la Germania, la pace di Brest-Litovsk,
sicchè era impossibile immaginare che la Romania potesse continuare a resistere, così anche la Romania firmò nel
maggio del 18 la pace di Bucarest, la Romania acquisisce la Bessarabia ( ex provincia russa) in realtà quando è ormai
un paese sconfitto, lo vogliono sia gli imperi centrali che gli Stati occidentali, a fine conflitto la Romania acquisirà sia i
territori offerti dagli imperi centrali sia i territori offerti dall'Intesa, sia i territori prima sotto l'Austria-Ungheria, sia i
territori prima russi, così la Romania raddoppierà il suo territorio, la situazione geopolitica sarà completamente
mutata a fine conflitto, nascono gli stati baltici, la Cecoslovacchia.
Lezione 12
La Romania abbiamo spiegato perché finì per schierarsi contro i suoi antichi alleati, la Bulgaria entra in campo con gli
imperi centrali, dopo il 1878 nasce lo Stato bulgaro, un Principato bulgaro, nel 1908 diventa formalmente
indipendente, aveva sviluppato una sua politica estera, che trovò un momento di confusione negativo nelle guerre
balcaniche, dopo aver combattuto la prima con la Lega si trovò dalla parte opposta, i bulgari immaginavano che molti
bulgari vivessero fuori frontiera, pensavano che fosse più piccola del dovuto, in particolare si credeva vivessero in
Macedonia, aveva perso la Dobrugia meridionale, l'opinione pubblica esce ferita dalla doppia guerra balcanica,
bisognare sfruttare l'occasione per riprendere potere nei Balcani, l'occasione fu la WWI, il governo liberale decise di
scendere in campo con Berlino e Vienna, nonostante la Russia fosse da sempre considerata protettrice del mondo
slavo, buona parte dell'opinione pubblica era russofila e non se la sentiva di fare una guerra ai russi, prevalse alla fine
l'idea di approfittare dell'occasione, si attese il secondo anno di guerra per entrare in campo, c'erano state trattative
anche con l'altra parte, il motivo di questa scelta è la speranza di sviluppare un programma nazionale, e poi perché
questi garantirono un robustissimo prestito per sostenere l guerra, le banche che finanziavano i paesi d'Europa erano
soprattutto situate in Francia, sostanzialmente ci fu un veto russo presso l'alleato francese a finanziare lo Stato
bulgaro, questo rubinetto restò chiuso, fu un altro motivo per schierarsi con gli imperi centrali, la Bulgaria aveva molti
motivi per scendere in campo, nell'impero ottomano invece abbiamo il consolidamento dei giovani turchi, dopo le
guerre balcaniche cercavano anche loro una rivincita, anche loro volevano recuperare terreni, prende piede il partito
nazionalista, ci fu durante la guerra il "massacro degli armeni", fu proprio questo partito a spingere in guerra l'impero
ottomano, anche la Turchia fece una scelta sbagliata perché si trova dalla parte degli sconfitti, di qui in poi avremo la
cesura dell'impero ottomano in favore della storia turca, dopo la WWI non abbiamo più un'entità imperiale, ma uno
Stato turco, questo riformularsi come Stato nazionale non fu affatto un processo pacifico ma si svolse n maniera
particolarmente travagliata, in Grecia invece, il partito prevalente era quello neutralista, nonostante ci fosse una
dinastia legata al mondo tedesco, le tre potenze che avevano permesso la nascita della Grecia indipendente, cioè
Inghilterra Francia e Russia vantavano di una sorta di diritto tutelare, fu utilizzato per l'ultima volta durante la WWI,
c'era una spaccatura nazionale, abbiamo una sorta di guerra civile, per volontà di Venizelos in fine la Grecia entra in
campo, contro la volontà del Re Costantino, in più costretto successivamente ad abdicare, si avviò una disputa fra filo-
monarchici e filo-repubblicani, quindi non solo tra filo-occidentali e filo-tedeschi, quest'esito perché in realtà la Grecia
non fu padrona del suo fato, non fu la classe dirigente greca a decidere la sorte del paese, ma furono le grandi
potenze, ancora una volta, inglesi e francesi cercarono di colpire la Turchia venendo dal mare sbarcando a Gallipoli,
questa spedizione fallì, i turchi considerano questo tentativo e il fatto che li abbiano respinti per loro capacità una
sorta di difesa della patria, è uno dei miti fondanti della nuova Turchia, Inghilterra e Francia non riuscirono a penetrare
negli stretti ed affacciarsi sul Mar Nero, in tal caso la strada ai russi sarebbe stata aperta, consentire ai russi di venir
fuori, ci fu questo fallimento, questo fatto è importante perché in ambiente greco si pensò che fosse l'occasione
buona per farsi avanti, a Gallipoli non ci andarono, la Grecia rimase neutrale, ciononostante dopo questo fallimento
inglesi e francesi immaginarono di attaccare da un altro quadrante, la Bulgaria, non più dalla Turchia, si decise di
sbarcare sulle coste della Macedonia Egea, nella città di Salonicco, dalle guerre balcaniche in poi parte dello Stato
greco, si violava la neutralità greca, fu considerato gravissimo l'atto tedesco di violare la neutralità belga, le potenze
occidentali avevano fatto la stessa cosa con i greci, Venizelos fu costretto a lasciare il potere e si allontanò da Atene,
andò a Salonicco sotto protezione degli occupanti anglo-francesi e costituì un contro-governo rispetto ad Atene,
divenne il governo di Venizelos, dopo ripetuti incidenti tra gli Alleati e Atene alla fine il Re fu costretto come detto ad
abdicare e a consentire che Venizelos tornasse al potere, avendo così un unico potere ad Atene e consentendo così
l'entrata ufficiale della Grecia del conflitto, nell'ultima fase della guerra la Grecia è a fianco dell'Intesa, alla fine del
conflitto sembrò che la scelta di Venizelos fosse stata positiva, accanto alla Serbia ci fu un piccolissimo Stato balcanico,
il Montenegro, la scelta di opporsi all'Austria-Ungheria non pagò affatto, alla fine nonostante la sconfitta degli imperi
centrali, cioè nonostante il Montenegro fosse dalla parte dei vincitori il Montenegro come Stato sparì, fu aggregato in
una nuova grande entità, comunemente chiamata Jugoslavia, ufficialmente Regno de Serbi Croati e Sloveni, i
montenegrini non vengono citati perché vengono assimilati ai serbi,
non più nel sud-est ma in un'altra area, all'interno dell'Austria-Ungheria, c'era la paura che un unico potere tedesco o
russo dominasse tutta la middle-Europa, cioè l'Europa di mezzo, risultato della guerra fu diverso, perché lo Stato di
centro scomparve, al suo posto comparvero tanti Stati più piccoli su base nazionale o presumibilmente nazionale, in
Ungheria c'era un governo separato da Vienna, poi i due Parlamenti avevano delle rappresentanze comuni e due
Ministeri in comune, il PDC Istvàn Tisza non era propenso al conflitto, il governo non volle la guerra ma in questo suo
atteggiamento di conservazione rispetto alle altre nazionalità una certa responsabilità l'ebbe, la guerra fu decisa a
Vienna non a Budapest, il prezzo pagato fu che l'Ungheria come grande Regno multietnico sparì, restò una piccola
Ungheria, con qualche piccola minoranza, tutto sommato lasciava circa un terzo degli ungheresi fuori dalle sue
frontiere, fino al 1991 la minoranza più cospicua in tutta Europa fu di ungheresi, dopo il 91' da russi, il territorio
ungherese fu ridotto a 1/3, una piccola Ungheria non più una grande Ungheria, i suoi territori faranno parte di altri
Stati, Jugoslavia, Romania, Cecoslovacchia, per quanto riguarda l'Austria, un disastro dal punto di vista del programma
nazionale, l'Austria stessa divenne un piccolo paese, non più Regno ma Repubblica, ci fu un movimento per
l'Anschluss, la parte tedesca che si voleva unire alla Germania, l'unione, le componenti slave, cioè quelle che avevano
immaginato un impero trialistico, cioè che avevano immaginato un impero austro-ungarico fatto anche da slavi,
cercarono una via d'uscita, immaginarono di poter immaginare uno Stato sufficientemente esteso non abitato soltanto
da boemi, da ciechi, ma da un popolo considerato affine, cioè quello slovacco, la Cecoslovacchia prese un pezzo della
Cisleitania e un pezzo della Transleitania, gruppi rappresentativi del popolo ceco slovacca e rutena, approvano
formalmente con degli atti la formazione di un nuovo Stato, e quindi è chiaramente multietnico, non è un vero Stato
nazionale, nella Cecoslovacchia rimasero incluse anche altre nazionalità, non un caso poco noto quello dei tedeschi nei
Sudeti, in Boemia, il risultato finale a dicembre 1918 fu la proclamazione di un nuovo Regno, in sigla SHS, dei serbi dei
croati e degli sloveni, non era facile metterli assieme, a molti sembrò che non ci fosse un'unione di molti slavi, ma
un'espansione della Serbia, una pan-Serbia, si preannunciava una vita comune piuttosto difficile, una situazione
riguardante le nazionalità in tutta l'Europa centro-orientale assolutamente complessa, il contestare le frontiere è il
"revisionismo", la maggior parte di questi erano ungheresi, la maggioranza fuori dai suoi confini,
altra questione fondamentale, una novità politica, è la vicenda russa, alle rivoluzioni russe, l'ultima della serie creerà
un potere che rimarrà in piedi fino al 1991, vincono i bolscevichi, dopo l'esperienza populista c'era stato un lento
affacciarsi delle idee socialiste in senso marxista, fino alla costituzione di un partito socialdemocratico operaio che si
ispirava più o meno alle idee di Marx, c'erano anche altri importanti partiti nel resto d'Europa, uno a caso quello
italiano, in Bulgaria anche c'era un discreto partito socialista, in un mondo fatto di contadini, quindi è curioso, ed
anche li c'erano moderati e radicali, non era insolito quindi in tutte le realtà, il partito neanche era nato alla fine
dell'800' che tutti erano stati arrestati, quindi diciamo che c'era bisogno di una rifondazione, era un partito composito
che pescava dalla borghesia, Lenin immaginava che all'elemento operaio avrebbe potuto affiancarsi anche il contadino
povero e artigiano, quindi allargava l'idea di proletariato, il partito si dovette riformare e fu ricostituito in un congresso
all'estero, nel 1903, iniziò a Bruxelles e proseguì a Londra, dentro c'era una forte componente polacca, visto che in
Polonia c'erano molte industrie, c'era una forte componente ebraica, c'erano soprattutto due grandi tendenze, tra due
signori che erano stati compagni e amici, uno era Lenin, che è un nome di battaglia, viene dal fiume Lena (letto Liena),
in realtà si chiamava Vladimir Il'ič Ul'janov (letto Vladimir Ilic Ulianov), l'altro era Martov, un ebreo, anche lui di idee
marxiste, solo che, per quanto riguarda l'applicazione di queste idee i due erano di posizioni diverse, Lenin credeva ci
fossero già le condizioni per una rivoluzione socialista, Martov non lo credeva, Lenin immaginava che il partito doveva
esser fatto da rivoluzionari professionisti, gente dedicata a questo e nient'altro, e che il partito fosse qualcosa di
chiuso, Martov lo voleva più aperto, pensava non si fosse ancora pronti per la rivoluzione, queste posizioni si
scontrarono durante il congresso del 1903, e si scontrarono su una cosa banale, come formare il comitato liberazione
del giornale del partito, che all'epoca si chiamava "la scintilla", Iskrà, era presente anche il fondatore del marxismo,
Plechanov, alla fine si creò una maggioranza, incluso il moderato Plechanov, dalla parte Lenin, nella redazione
entrarono più persone vicine a Lenin, bolscio vuol dire grande , i bolscevichi sono i maggioritari, gli altri i menscevichi
erano i minoritari, questa la nascita, naturalmente se avessero fatto la conta a distanza di pochissimi giorni sarebbe
cambiato tutto, perché Plechanov capì di aver sbagliato, non condivideva niente di quello che diceva Lenin, Lenin
quando scoppia la guerra è felicissimo, spera di perdere la guerra, perché attraverso la sconfitta si realizza la
rivoluzione, Plechanov non la pensava allo stesso modo, il partito non fu molto operativo negli anni successivi, si tentò
la riappacificazione ma alla fine le due correnti presero strade diversi, si può parlare proprio di due partiti, c'erano
anche altri partiti socialisti, come quello rivoluzionario, nessuno poteva immaginare che i bolscevichi avrebbero mai
potuto governare di li a breve.
Lezione 13
Abbiamo parlato della WWI, la cartina stravolta, imperi che scompaiono e Stati che nascono, uno di questi, il più
grande, è la Polonia, focus sull'evoluzione del sistema politico polacco, a partire dal maggio 1926 con il colpo di Stato
di Pilsudski, periodo interbellico (WWI/WWII) può essere diviso in due, i due protagonisti sono Josef Pilsudsky e
Roman Dmowski, il primo periodo va dalla ricostruzione dello Stato polacco, che avviene l'11 novembre 1918, fino al
colpo di Stato di Pilsudsky, maggio 1926, il secondo periodo inizia proprio dopo il colpo si Stato del 26' e dura fino allo
scoppio della WWII, è importante nel primo periodo che la Polonia è rinata, la Polonia a seguito della Terza spartizione
del 1795 scomparve dalla mappa d'Europa e divisa dalle 3 potenze confinanti, Austria Prussia e Russia, ed è rinata
proprio a seguito del crollo di queste 3 potenze spartitrici a fine della grande guerra, la Polonia rinata deve risolvere
una serie di questioni, costituzionali territoriali amministrativi ed economici, dal punto di vista territoriale, cioè
l'assetto territoriale del nuovo Stato polacco, il 10 novembre 1918 Pilsudski torna dalla prigionia dei tedeschi, e li viene
nominato capo supremo delle forze armate e capo provvisorio dello Stato, Pilsudski doveva far partire il paese, c'era
bisogno di un governo, all'inizio affida questo compito a Moraczewski, si dimise quasi subito, affida il compito così
creare il governo stabile a Ignacy Jan Paderewski, era molto conosciuto, un noto compositore, un pianista, un grande
patriota, attivista polacco all'estero, faceva parte del comitato nazionale polacco, lui e Pilsudsky non erano grandi
amici, ciononostante fu costretto per forza di cose ad affidargli questo compito, assieme a Roman Dmowski, che era il
leader del partito nazional democratico polacco, cioè del partito nazionalista, principale antagonista di Pilsudsky,
erano i due rappresentanti polacchi presenti alla Conferenza di pace di Parigi, il 18 gennaio 1919, loro dovevano qui in
qualche modo giustificare le aspirazioni territoriali polacche, soprattutto per i territori contesi con la Germania,
parliamo di territori dell'Alta Slesia della Grande Polonia e della Pomerania con Danzica, la frontiera polacca tedesca fu
ostacolata dal veto tedesco, alla Polonia doveva essere affidata quasi tutta la Grande Polonia la Pomerania senza
Danzica che doveva diventare città libera, sull'Alta Slesia doveva decidere un plebiscito popolare, il 20 marzo 1921 il
plebiscito fu vinto dai tedeschi, nonostante i dubbi sul conteggio della votazione, questo fu un problema per i polacchi,
presto scoppiò un'insurrezione in Alta Slesia dei polacchi, chiamata terza insurrezione slesiana, da maggio a luglio del
1921, i polacchi in conclusione ottennero 1/3 dei territori che dovevano essere affidati alla Germania, oltre al
problema del confine occidentale c'era anche il problema del confine orientale, durante la conferenza di pace Pilsudski
intraprese un'azione militare in Lituania che portò all'occupazione militare da parte delle truppe polacche della città di
Vilnius, la capitale della Lituania, questo il 21 aprile 1919, già in maggio iniziò un'altra azione militare contro gli ucraini
che portò all'occupazione polacca della Galizia orientale, Pilsudsky appoggiò il leader della Repubblica popolare
ucraina, Symon Petljura, socialista anti-russo, questa era nata dopo la rivoluzione russa e cesserà di esistere nel 1921
per invasione russa, la Russia sovietica intraprese un'offensiva, nei primi di agosto i russi arrivano alle porte di
Varsavia, le sorti sembravano compromesse, ciononostante la battaglia a Varsavia fu vinta dai polacchi, passò alla
storia come il "miracolo della Vistola" in cui Pilsudski con le sue truppe riuscì a cacciare le forze bolsceviche, iniziarono
dopo le trattative per la pace, firmato a Riga, che porta alla fine della guerra sovietico-polacca, in seguito le frontiere
orientali polacche furono riconosciute a Parigi nel marzo 1923, la sua grandezza era di metà rispetto ai territori della
Prima Spartizione del 1772, ciononostante la Polonia era uno dei più grandi paesi d'Europa, il terzo, un paese
multinazionale, al 65% dei polacchi, con anche ucraini polacchi ebrei biellorussi, per quanto riguarda le questioni
amministrative, il 26 gennaio 1919 ci furono le prime elezioni parlamentari in Polonia, vinte dal partito nazionale
democratico con leader Roman Dmowski, primo antagonista di Pilsudsky, secondo e terzo posto dei partiti contadini,
di forte tradizione polacca, poi i socialisti e conservatori che sostanzialmente persero, a fine gennaio 19' la Polonia
aveva già Pilsudsky come capo supremo, e Dmowski come capo del Governo, primo compito del Parlamento era la
Costituzione, rimase in vigore dal 1922 al 1935, fu la prima Costituzione, la cd. "Costituzione di marzo", la Polonia
diventava così una Repubblica parlamentare con un Parlamento bicamerale, questa limitava molto le competenze del
Presidente, un potere marcato del Parlamento, adesso l'Assemblea nazionale doveva eleggere il nuovo presidente,
Pilsudski non volle candidarsi e alla fine il Parlamento elegge Gabriel Narutowicz, eletto grazie ai voti dei socialisti delle
minoranze e del partico contadino, molto osteggiato dalla destra, quando si recò in Parlamento per fare giuramento fu
preso a sassate dagli estremisti di destra, così dopo appena 5 giorni dall'elezione quando si trovava a vedere una
mostra fu assassinato da un estremista di estrema destra, il 20 dicembre 1922 l'Assemblea nazionale elesse il nuovo
presidente Stanisław Wojciechowski (letto Voicecovski), questo rimase in carica fino al colpo di stato di Pilsudski, dopo
di che ci furono due governi, qui Pilsudsky si dimise dalla carica di capo supremo delle forze armate, abbandonò
Varsavia, le elezioni erano così rapide perché il sistema parlamentare non consentiva governi duraturi, dopo di che ci
fu nel 1924 la riforma monetaria di Grabski, questa portava al risanamento bloccando l'inflazione, che prevedeva la
creazione di una Banca polacca e di una moneta polacca, che sostituisce il marco tedesco, la riforma salvò così lo Stato
polacco dal collasso economico, ciononostante anche questo governo subisce una mozione di sfiducia, viene creato un
nuovo governo Wincenty Witos, come si nota gli anni che vanno dal 1919 al 1926 sono un periodo di grande instabilità
politica che rendeva impossibile la creazione di un governo duraturo, si susseguirono diversi governi, la Costituzione di
marzo quindi fu la prima Costituzione polacca, nel febbraio 1925 viene firmato il concordato con il Papa, furono
emanate le leggi per le minoranze linguistiche, furono create scuole bilingui, la riforma monetaria, la riforma agraria
del 1925 sui latifondi, nello stesso anno scoppia la guerra doganale con la Germania, il susseguirsi dei diversi governi
convinse Pilsudski di attuare il colpo di stato, raggruppò i suoi fedeli, soprattutto tra l'esercito, fu lanciata una
campagna di stampa contro il disfacimento dell'esercito, è in questo periodo che si crea il culto di Pilsudsky, si sparse
le voce di un attacco fascista di estrema destra e si mise in luce la debolezza del Parlamento, il tempo era maturo per
un colpo di stato, il 12 maggio 1926 Pilsudsky con una parte dell'esercito si reca verso Varsavia, il 14 maggio il primo
ministro e il presidente presentarono le loro dimissioni, quindi fu creato il nuovo governo formato dai fedelissimi di
Pilsudski, Kazimierz Bartel diventò primo ministro e lo rimase 5 volte, aveva una linea più moderata di fronte al nuovo
schieramento politico, Pilsudsky si prese l'incarico di ministro dell'esercito e lo tenne fino alla sua morte, fu anche
eletto il Presidente dall'Assemblea nazionale ma non accettò l'incarico, ma con la sua nomina di fatto l'Assemblea
aveva legalizzato il suo colpo di stato, Ignacy Mościcki fu eletto presidente della Repubblica polacca, il colpo di stato di
fatto inaugurò il periodo dei governi cd della "3" (letto sanazia), il nuovo schieramento creato da Pilsudsky, creato nel
26' che durerà fino alla WWII, il nome viene da sanare in latino, dovevano sanare il sistema politico ponendo un freno
ai poteri del Parlamento, i governi della sanaja possono essere divisi in 3 periodi, il primo dal 1926 fino allo
scioglimento della Dieta del 1930, il secondo dal 1930 fino al 35' in cui muore Pilsudsky, e il terzo dal 35' fino al 39'
quando scoppia la guerra, sostanzialmente dopo il colpo di stato il sistema politico evolve verso un sistema autoritario,
ciononostante il Parlamento arriva fino alla sua scadenza naturale, le nuove elezioni del 1928 si svolgono con un'alta
partecipazione elettorale, e vengono vinte dalla sanaja, però dopo le elezioni del 28' il gruppo parlamentare diventa il
"blocco non partigiano per la cooperazione con il governo", che fa parte della sanaja, però è un gruppo creato prima
delle elezioni da Walery Sławek (letto Swavek), rappresentava la linea estremista della sanaja, faceva parte del gruppo
dei colonnelli, tre il 28' e 30' Pilsudsky diventa anche primo ministro, nel 30' abbiamo un passaggio netto verso un
sistema autoritario, va sottolineato che i partiti politici di opposizione non furono delegittimati, l'unico partito sciolto
fu il partito comunista polacco, ad agosto 1930 per attività dei colonnelli il clima politico cambia, viene creata una
prigione per gli oppositori politici, cominciano anche i lavori sulla stesura della nuova Costituzione, la "Costituzione di
aprile" di Pilsudsky viene approvata il 23 aprile del 1935, dove viene introdotto in Polonia il sistema presidenziale,
ovviamente contestata dall'opposizione, in quanto limitava i poteri del Parlamento e rafforzava il ruolo del presidente,
con la nuova Costituzione il presidente era responsabile della scelta dei membri del governo e poteva sciogliere il
Parlamento in anticipo, di nominare 1/3 dei senatori e comandava l'esercito polacco, emanava i decreti e diritto di
veto sulle leggi parlamentari, in più poteva nominare il suo successore, Pilsudsky muore poco dopo, la carica viene
affidata a Mościcki, presidente dal 29' al 39', questa una linea generica della storia politica polacca, per quanto
riguarda le differenze tra Pilsudsky e Dmowski, Pilsudsky è il personaggio di maggior spessore, faceva parte della
corrente rivoluzionaria del socialismo polacco, quella che puntava sulla rinascita dello Stato polacco, quindi non la
corrente internazionalista, più vicina al socialismo italiana, ma in quella appunto più concentrata sulle questioni
nazionali, fu deportato di fatti in Siberia per la sua attività patriottica, nel 1905 si trasferì in Galizia, la parte polacca
sotto occupazione austro-ungarica, qui nel 1908 cominciano a formarsi le organizzazioni para-militari giovanili
polacche, lui di fatto ne è uno dei fondatori, dopo lo scoppio della WWI diedero inizio alla prima brigata delle legioni
polacche capeggiata da Pilsudsky, lui era un anti-russo, per lui la Russia era il principale nemico, quando scoppia la
WWI lui è tra quelli che decidono di collaborare con l'Austria-Ungheria contro l'Intesa e quindi la Russia nella speranza
di rivendicazioni nazionali, quindi lui rappresenta la linea del pensiero degli "attivisti", ed è proprio dai suoi più stretti
collaboratori che si darà vita alla sanaja e al gruppo dei colonnelli, sono quelli che hanno combattuto con lui durante la
guerra, in seguito entra in attrito con l'imperatore tedesco e austro-ungarico, si dimette dalla carica di comandante
delle legioni polacche, viene così rinchiuso in prigione, da dove tornerà nel 18', i legionari ebbero una fine simile o
furono inviati a combattere, durante il ventennio non lo si può definire un socialista, più vicino alla sinistra ma aveva
creato una sua linea di pensiero, ostile alla Russia, puntava a creare una Federazione composta da Polonia Lituania
Biellorussia e dall'Ucraina, una Federazione di 4 capitali a vari livello, nonostante Varsavia avrebbe avuto un ruolo
predominante visto le sue dimensioni, quest'idea era l'idea iagellonica, dalla dinastia Jagelloni che governò in Polonia
quando la Polonia era una grande potenza europea, quando c'era la Confederazione polacco-lituana, Pilsudsky
credeva che solo creando una Federazione polacco-lituana-biellorussa-ucraina avrebbe potuto difendersi dalla
potenza russa, il progetto non fu mai messo in pratica, era disposto a permettere come accennato lo sviluppo di
minoranze nazionali a patto di avere garantita la loro lealtà verso lo Stato polacco, l'idea di Dmowski era diversa,
Pilsudsky era anti-comunista anti-bolscevico, era per un forte potere dell'esecutivo, Dmowski era invece anti-tedesco,
era dell'idea che i polacchi potevano collaborare con la Russia contro la Germania, dopo lo scoppio della WWI si
schierò quindi dalla parte dell'Intesa per la Russia, diete inizio a questo gruppo dei "passivisti" e cioè di quelli che non
partecipano direttamente alle operazioni militare, nasce grazie a lui il Comitato Nazionale Polacco a Parigi che era
riconosciuto a livello internazionale, fu più un teorico, leader del gruppo nazional-democratico, creò una nuova
formazione politica, il Campo della Grande Polonia, funzionò fino al 1933, ammiratore del fascismo italiano di
Mussolini era un grande critico del sistema parlamentare, veramente pensava di attuare un colpo di Stato fascista in
Polonia, si trovava a Roma durante il colpo di Stato di Pilsudsky, lui era un nazionalista, c'è anche un ruolo importante
della religione cattolica, nel nazionalismo polacco abbiamo anche antisemitismo, che derivava anche da questioni
economiche, si sviluppava in parallelo con il sionismo, un ebreo polacco doveva dichiararsi e decidere se essere un
ebreo o un polacco, era molto contrario al programma delle lista degli attivisti di Pilsudsky, la Polonia doveva essere
una nazione compatta, in questo senso le minoranze nazionali erano un pericolo, anche lui era contro il
parlamentarismo e la democrazia, il socialismo, era più appoggiato dalla Chiesa, Pilsudsky era comunque un il
personaggio più carismatico, godeva di maggior sostegno da parte dell'esercito e del suo gruppo che poi creò la
sanaja,
il socialista Pilsudsky curiosamente verrà criticato dai socialisti europei e verrà apprezzato ad esempio dal fascismo
italiano.
Lezione 14
La 1 Guerra Mondiale può essere riassunta come: fine dei grandi imperi e trionfo degli stati
nazionali in oltre questi spesso comprendevano cospicue minoranze. Gli stati nazionali
erano frutto di un lavoro avvenuto nel 800 e primo 900 che ha avuto il suo grande culmine
nella 1 Guerra Mondiale. Quest’idea è presente nei 14 punti di Wilson; nel “congresso delle
nazionalità oppresse di Ungheria. Gli accordi tra le potenze comunque non si basavano sul
principio di nazionalità. Dopo la guerra quest’idea sembra trionfante; è presente anche
nella politica Italiana. I nuovi stati nazionali contenevano cospicue minoranze: 30% della
Repubblica Polacca non era di etnia polacca, vi erano ucraini, bielorussi, tedeschi, ebrei;
nel Regno di Romania 30% era fatto di cittadini di etnia non Rumena, vi erano Slavi,
Ebrei, tedeschi specialmente in Transilvania. Il padre di questa nuova Polonia, Pilsudsky,
era propenso a trattare con le minoranze e aveva immaginato che la Bielorussa e Ucraina
con la Polonia potessero formare una confederazione. La Cecoslovacchia vedeva la
principale nazionalità di riferimento; ceca, in minoranza. l’Austria-Ungheria non
ospitavano molte minoranze. In Jugoslavia il caso era complesso: Serbi Croati e Sloveni
avevano concorso alla formazione dello stato ma all’interno abitavano molti tedeschi,
albanesi, musulmani. L’Albania aveva qualche problema sulla frontiera greca ma non è uno
stato con grandi minoranze. In Albania c’era come minoranza quella Turca. La presenza
delle minoranze significava mettere in discussione le frontiere e creare turbamenti
all’interno dello stato perché qualcuno immaginava un programma “REVISIONISTA”. Alla
conferenza di pace di Parigi, Roma dichiarò che non era contenta delle frontiere che si
stavano creando, quindi insoddisfatto di ciò che stava ottenendo. Nei confronti della
Jugoslava ci fu un revisionismo Italiano (che in parte ebbe successo); un revisionismo
Bulgaro per la Macedonia, occupata dai bulgari durante la guerra e poi tornata alla
Jugoslavia alla fine della guerra; un revisionismo Albanese per il Kossovo (considerata dai
Serbi propria). I veri grandi revisionismi sono: quello Tedesco e quello Sovietico. Chiunque
avesse governato avrebbe avuto la tentazione di recuperare tutti i territori che una volta
erano legati all’impero zarista e poi usciti. Bisogna distinguere tra un revisionismo sulle
nazionalità (caso tedesco, Ungherese, Bulgaro ma anche Russo) dall’idea dell’affermazione
della propria influenza dal punto di vista geopolitico (gli austriaci non fossero contenti di
aver perso il Sud Tirolo, corrispondeva ad una idea di Nazionalità). Queste due idee
nell’unione sovietica possono anche convivere. Questi elementi finirono per influenzare la
politica di quasi tutti gli stati Europei; I revisionismi prevalentemente non hanno prevalso:
vinsero tra il ’38-41 in maniera effimera e poi si torna alla frontiere del ’38 con alcune
eccezioni quindi la frontiera del ’45-47 non esattamente quella del ’38. La storia Greca è
una storia un pò particolare e si distingue dagli altri: il governo entrò in extremis nel
conflitto mondiale cercando di trarvi dei vantaggi che non riguardavano solo
un’espansione sulla costa del mar Egeo, in cui c’erano una Tracia bulgara e una turca, ma
anche affacciarsi in Asia Minore: Smirne (distretto dove tutti i greci gareggiavano per chi
avesse una maggioranza etnica). Sembrava dopo i successi del 1912-1913 che la Grecia
volesse espandersi e che Benizelos potesse portare avanti l’idea di Ricostruire il mondo
Bizantino; l’impero Ottomano era in crisi e di fatto il potere del sovrano su Costantinopoli
non era forte e anche i territori dell’Anatolia erano stati assegnati e quindi alla Turchia
spettava o di scomparire o di restare in confini molto ristretti. Si immaginava uno stato
Armeno, uno Curdo. Il governo ufficiale, Del Sultano, non era in grado di resistere alle
imposizioni delle potenze e dunque Costantinopoli doveva diventare sotto controllo
internazionale e ai Grecia fu consentito di occupare Smirne. All’interno del territorio
Anatolica si andava costituendo un contro potere basato su elementi militare in parte
ancora vicini al partito di “giovani turchi” e si fece luce un esponente importante Ataturk.
Quest’insediamento militare dapprima mantenne fedeltà al sultano ma poi finì per
scegliere una linea di autonomia fino al punto di proclamare una Repubblica Laica; mentre
si sta realizzando questa riformazione della Turchia c’è il problema di quali territori ne
dovessero far parte: in particolare Smirne occupata dai Greci che decisero di spingersi
verso l’interno immaginando che i Turchi non potessero più difendersi sbagliando
clamorosamente. (1922) Dapprima marcò trionfante al centro dell’Anatolia ma poi subì un
grande scatto vicino ad Ankara e dovette ritirarsi fino a Smirne, imbarcandosi. Smirne fu
considerata infedele, molte popolazioni fuggirono dall’Anatolia. C’era un problema
urbanistico: specialmente nelle grandi città queste grandi masse che si spostavano, si
svilupparono nelle periferie; ed un problema Etnico: molti di questi che venivano
dall’oriente furono mandati nella macedonia Egea perché c’era una forte presenza di
musulmani e Bulgari e quindi la presenza di greci d’oriente andava a riequilibrare i
numeri. Non fu Benizelos a seguire questi processi perché perso l’elezioni e andò in esilio;
c’è il ritorno del re Costantino. Finita la grande guerra collettiva ci furono delle guerre
locali. In Romania, le truppe Romene occuparono l’Ungheria per garantire le nuove
frontiere che la Romania ha ottenuto al tavolo della pace (la transilvani). Ci furono degli
episodi bellici tra polacchi e tedeschi; ci fu anche una pesantissima guerra tra Polonia e
unione sovietica. Pilsudsky non solo riuscirà ad ottenere i territori della Galizia ma occupa
anche Kiev e lo fa per sostenere un governo contro la parte Bolscevica. In Ucraina ci fu un
susseguirsi di diversi Governi. Da una parte ebbe la capacità di arrivare a Kiev ma poi una
ritirata fino nel cuore della Polonia con l’armata rossa che avanza verso Varsavia perché
l’idea è quella di diffondere nel mondo la rivoluzione e pin particolare portarla in Polonia.
Alla fine del ’21 si firmò una pace a Riga: assegnava più territori alla Polonia più di quanto
avessero pensato le potenze. C’era l’idea che la bielorussa si sarebbe estesa ad occidente
come poi avvenne nel ’45 e stesso discorso per l’ucraina in cui si pensava che prima o poi
avrebbe assorbito i territori polacchi ed è ciò che avvenne dopo la 2 guerra mondiale. La
Moldavia orientale dopo la 1 guerra mondiale entra a far parte della Romania mentre dopo
la 2 guerra mondiale diventa parte dell’unione sovietica. Questi territori interessavano
anche per ragioni strategiche oltre che per nazionalità. Gli stati baltici erano fuoriusciti
com Polonia e Finlandia dall’impero zarista. Per quanto riguarda questi 3 piccoli stati il
revisionismo fu abbastanza evidente. Al contrario di quello che è oggi le popolazioni erano
in prevalenza fatte da lituani, estoni e lettoni e quindi potevano sopravvivere alle potenze
solo grazie ad un contesto internazionale e durante la 2 guerra mondiale fu inevitabile che
perdessero la loro indipendenza che hanno riacquistato solo nel 1991.
La rivoluzione sovietica:
Nel 1917 (a san Pietroburgo)ci sono state due rivoluzioni: una ha avuto la mente nella
DUMA, i politici della duma convincono lo zar Nicola II ad abdicare e si creò uno stato
particolare per cui non era stata proclamata una repubblica ma non c’era più una
monarchia. Questo fu possibile perché la società era in fermento, si temeva che la corte
potesse optare per una pace separata ed il popolo era in agitazione; questo rivoluzione
“parlamentare” aveva un retroterra nella società e si compie tra febbraio e marzo. Molti
mesi dopo ci sarà la rivoluzione di ottobre e in realtà c’è una battaglia politica in un
contesto di fine guerra con un fronte interno difficile da governare; il governo provvisorio
(dopo l’abdicazione) comprendeva delle tendenze riformiste e aveva acquisito al suo
interno Kerensky (socialista) ma contemporaneamente doveva dialogare con il Soviet che
si era costituito e vedeva moltissimi partiti di aspirazione socialista: non c’è un governo con
pieni poteri tant’è che la storiografia parla di “doppio governo”. In tutte le parti dell’impero
si creano dei parlamenti locali, nazionali (in Bessarabia si forma un parlamento; in Ucraina
a Kiev c’è un susseguirsi di governi, si forma un parlamento che afferma di voler vedere
riconosciuta la loro identità). Fu il successo Bolscevico che indusse i governi locali ad
optare per la secessione perché si temeva che dietro l’idea Bolscevica ci fosse la volontà di
ripristinare il centralismo. Ci fu una terza rivoluzione: quella dei contadini che si presero la
terra per conto proprio e non a caso il partito rivoluzionario contadino ebbe grande
successo. Piano piano prese piede il partito Bolscevico con a capo Lenin accettò la
possibilità di attraversare la Germania per raggiungere il territorio Russo, ad un mese e più
della prima rivoluzione arriva Lenin che già in stazione fa un discorso infuocato: “tutto il
potere ai Soviet”, ovvero potere spontaneo. Da una parte c’è un governo provvisorio che fa
scelte che non pagano e dall’altra troviamo i Bolscevichi che in prevalenza fa scelte che
pagano. In estate sembrò che i Bolscevichi volessero sostenere un’insurrezione popolare
però il governo provvisorio era ancora in grado di resistere e gli esponenti bolscevichi sono
costretti alla fuga (Lenin si rifugia in Finlandia) fino ad ottobre. Quei mesi da marzo a
novembre servirono per indebolire sempre più il potere del governo provvisorio e
rafforzare il potere dei bolscevichi, prima dentro i Soviet (presero il controllo dell’organo
esecutivo dei Soviet) e dopo un’ennesima crisi del governo provvisorio (rottura dei vertici
militari e Kerensky) prese strada il colpo di stato ad ottobre-novembre in cui la resistenza
fu molto limitata. Era opinione diffusa che i Bolscevichi fossero altrettanto deboli al punto
che avrebbero ceduto presto il potere. Nel programma bolscevico si affermava che la terra
dovesse essere proprietà dello stato ma che chi usufruiva della terra poteva continuare a
lavorarla e gestirla, ai contadini interessava il possesso della terra e non la proprietà;
Trosky, ministro degli esteri, manda una nota a tutti gli stati belligeranti chiedendo un
armistizio e trattato di pace. queste decisioni del nuovo governo si scontrarono con le
realtà concrete. La pace di Brest-Litovsk all’inizio del 1918 voluta da Lenin fu molto sudata.
Mentre si diceva “pace su tutti i fronti” si pubblicavano i documenti ufficiali riservati, si
comunicava alle altre potenze che avevano finanziato il governo sovietico, si diceva che non
avrebbero più pagato.
Lezione 15
Periodo interbellico, abbiamo accennato agli Stati che si formano con il crollo dell'impero austro-ungarico e quello
zarista, le vicende di questi Stati furono turbinosi, l'Urss richiede uno sguardo particolare perché fu fondato su
un'ideologia e perché ebbe delle dinamiche interne diverse rispetto a quelle degli Stati dell'Europa centrale e del sud-
est, la cosa principale su cui dovettero confrontarsi i dirigenti sovietici fu di far corrispondere ai loro progetti una realtà
concreta, Lenin non fu un pensatore organico, in epoca contemporanea è frequente, lo era al tempo Lenin come
Mazzini perché erano uomini d'azione, nessuno si stupisce che Lenin abbia adeguato il suo pensiero alla realtà del
momento, questo prima del 17', il marxismo e il socialismo scientifico limitava il coinvolgimento di tutta la
popolazione, come degli operai, interessante vedere come il capo di Governo Lenin abbia reagito ad una situazione
turbinosa, l'Intesa non gradiva che la Russia sovietica usciva dal conflitto, ne gradiva le sue idee, per prendere il potere
i bolscevichi avevano fatto fuori il Governo provvisorio, che rappresentava un certo spettro politico, ed avevano fatto
di più, non aveva preso alcune decisioni, aspettando di dare al nuovo Stato una Costituzione, non si sapeva se fosse
una Repubblica o un Regno, furono indette delle elezioni per formare un'Assemblea Costituente, in queste elezioni i
bolscevichi ottennero un grosso risultato ma non furono affatto i vincitori, la maggioranza era dei Socialisti
Rivoluzionari, quell'assemblea prima ancora di scrivere la Costituzione entrò in forte polemica con il Governo,
decisioni assunte dal Governo e poi avallate del Soviet, il risultato fu che il Governo decise di sciogliere l'Assemblea
dopo pochissime sedute, viene sciolta la Costituente, e quindi il nuovo Stato non potrà essere sintesi di diverse
posizioni politiche, ma sarà espressione di alcune, erano rimasti vicini ai bolscevichi solo i SR più di sinistra, i deputati
della costituente si erano riorganizzati negli Urali con un contropotere ancora debole, ma non era l'unico, queste forze
erano organizzate militarmente, avevano l'appoggio dell'Intesa, sostanzialmente si tratta di alti ufficiali dello zar, i
quali da diverse posizioni marciano verso il cuore del potere russo, ad esempio dal Baltico, vicino a San Pietroburgo,
che ora si chiama Pietrogrado, un termine slavo anziché tedesco, qui nel Baltico l'armata nord-occidentale del
generale Judenic era un pericolo, di fatto non aveva una consistenza numerica eccezionale, un altro pericolo
importante veniva dalla Siberia, l'ammiraglio Kolčak (letto Colciak), il quale avanzando finì per fare un piacere ai
bolscevichi perché eliminò il Governo dei deputati della Costituente, da sud avanzava il generale Denikin, il quale
prendeva un robusto contributo dai paesi occidentali, anche dall'Italia, nel momento migliore arrivò a conquistare
Kiev, dunque questo fronte meridionale è senz'altro il più impegnativo, raccontare la storia dei bianchi e dei rossi non
è semplice, perché fu una guerra con dinamiche molto complesse, è ovvio che i generali bianchi volevano soprattutto
colpire il potere bolscevico, ciò che non è del tutto omogeneo è l'obbiettivo sia terminale che provvisorio, Kolcak
commise sicuramente un grande errore nell'alienarsi le simpatie del mondo contadino immaginando che si potesse
tornare a quell'ordine sociale che c'era durante l'ordine zarista, questo significava naturalmente mettersi contro
milioni e milioni di contadini, interessante è che nell'Ucraina del sud fino alla Russia meridionale fu molto attivo un
movimento contadino ed anarchico, capeggiato da un personaggio carismatico, Nestor Machno, egli stesso di origine
contadina, che era stato in grado di mettere in piedi una sorta di amministrazione autonoma contadina ed un esercito
contadino, Machno combatté sia contro i bolscevichi sia contro Denikin, contro i generali bianchi, a volte si alleò
contro i bolscevichi, dopo che nel sud la controffensiva bianca fu sconfitta Machno si trovò di fronte soltanto i
bolscevichi che combatterono e dovette fuggire all'estero, continuando l'attività da anarchico, tra gli anarchici europei
questa volta, sempre in Ucraina quando ancora c'è la guerra viene proclamata una Repubblica Ucraina, da uomini che
non sono bolscevichi, questa prima esperienza viene spazzata via dagli austro-tedeschi che ancora sono in campo ed
impongono un comandante militare, Skoropadskyi, con una posizione più russofila, a fine guerra quando gli austro-
tedeschi si ritirano, cade, si ripristina la Repubblica, faceva capo ad un socialista nazionale, Symon Petljura, i
bolscevichi organizzano un controgoverno in Ucraina, non a Kiev ma a Charkiv (letto Karkov), più vicina alla Russia, e
quindi abbiamo due Repubbliche Ucraine oltre a quella che c'era in Galizia, a Charkiv c'è quindi una Repubblica ucraina
bolscevica, che intende mantenere stretti rapporti con il Governo Lenin, l'uomo che la guida non è neanche un
ucraino, si chiama Christian Rakovskij, un bulgaro, cittadino romeno, cadrà un giorno nelle purghe staliniane, quindi
due Repubbliche ucraine, quella democratica riceve a un certo punto l'aiuto polacco contro i bolscevichi, ma quando i
polacchi si devono ritirare, i bolscevichi marceranno di nuovo verso Kiev fino a conquistarla, il risultato di questo
lunghissimo confronto, che va dal 1917 al 1921 è che alla fine il Governo bolscevico ovvero i rossi riescono a tenere il
controllo di tutti quei territori dell'ex impero zarista che non si erano già costituiti in maniera stabilmente
indipendente, cioè i bolscevichi immaginavano per in Polonia potesse vincere la rivoluzione e che si potesse instaurare
una Repubblica polacca, ma avevano ben chiaro che quello fosse un territorio polacco, ebbero successo nel Caucaso,
dove riuscirono a prendere il controllo dei tre paesi, Georgia Armenia ed Azerbaigian, dove c'erano stati dei governi
socialisti menscevichi, con un appoggio anche dall'occidente, la partita più importante fu nel centro Asia, qui si può
dire che i rappresentanti bolscevichi ebbero una certa continuità politica cercando di conquistare le élite locali in
nome di un comune sentire, una sorta di socialismo alla asiatica, i bolscevichi riuscirono in questo, e di fatto faticarono
molto meno in Asia che non in Europa a tenere il controllo della situazione e a tirare dalla loro parte una cospicua
quantità di coloro che erano attivi politicamente, il punto di è arrivo è il 1921 perché c'è la pace con la Polonia, questo
vuol dire niente più guerre, nel 1922 viene ufficializzata la nascita dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
(URSS), viene battezzato lo Stato, aveva una composizione diversa, per dire gli Stati caucasici erano considerati un
tutt'uno, la Trans-Caucasia, la parte orientale veniva attribuita alla Repubblica Socialista Sovietica Russa, la Siberia
ancora oggi fa parte della Repubblica Russa, fino al1991 sono esistite nell'URSS 15 Repubbliche, le 5 asiatiche, 3 nel
Caucaso, più le Repubbliche europee compresa una, quella russa che è euroasiatica perché si sviluppa da una parte e
dall'altra dei monti Urali, il successo del Governo Lenin si è dovuto ad una serie di motivi, perché gli avversari non
furono mai veramente fra di loro bene collegati, perché i generali bianchi venivano aiutati dall'occidente, cosa che è
venuta meno con il governo di Kiev, non fu sostenuto dall'occidente, perché ci fu incapacità di interpretare certi
desideri popolari, i bianchi volevano riportare al potere i latifondisti, inimicandosi così i contadini, poi perché ci furono
scelte pratiche, il capo dell'armata rossa Lev Trockij (letto Trozki), lui decise di immettere nell'armata rosse migliaia i
ufficiali zaristi, chiedendo loro solo di non fare nulla contro lo Stato sovietico, durante quest'epoca delle guerre,
troviamo il comunismo di guerra, detto così perché durante quest'epoca la guerra principale fu una guerra che non
ebbe un carattere militare, ma fu contro una larga parte della società, c'era stato il decreto sulla terra con cui la terra
veniva nazionalizzata secondo l'ideologia socialista marxista, però coloro che la lavorano continuano a tenerla, il
contadino non veniva toccato, fu una mossa eccezionale, ma presto il Governo si accorse che non poteva essere così
liberale, perché l'industria andò rapidamente in crisi, non ci fu più scambio di prodotti tra campagna e città, e allora
per mantenere l'esercito e la popolazione cittadina il Governo fu obbligato a requisire i prodotti agricoli, erano le
famose requisizioni forzate, squadre che andavano nei depositi dei contadini e si portavano via il prodotto, di fatto era
una guerra contro il mondo contadino, Lenin disse esplicitamente che bisognasse porre fine anche a questa guerra,
non solo con la Polonia e con i bianchi, riguardo alla definizione di comunismo di guerra, i bolscevichi avevano
nazionalizzato la terra in questa forma strana, che non è una vera nazionalizzazione, ma sembrava quasi un avallo alla
riforma agraria spontanea avvenuta durante il 1917, poi avevano nazionalizzato tutte le aziende, la nazionalizzazione
fu quanto più possibile estesa, ma anche qui il Governo era stato preceduto da iniziative dal basso, nelle fabbriche gli
operai avevano iniziato a muoversi da soli, creando un regime di autogestione, poco produttivo, e il Governo
bolscevico dovette prendere il vecchio proprietario e rimetterlo il suo posto per cercare di produrre qualche cosa,
arrivarono ad un certo punto a legalizzare una specie di contrabbando tra campagne e città, il problema concreto da
risolvere era di sfamare i cittadini, si immaginò che non tutti dovessero mangiare nella stessa maniera, a seconda dei
compiti che svolgevano, fino ad arrivare a qualcuno che poteva tranquillamente non mangiare perché probabilmente
aveva delle risorse sue, parliamo di classi più alte, ci fu una sorta di tessera annonaria che avvantaggiava chi doveva
sprecare più energie nella logica del Governo, e cioè gli operai, si arrivò a misure che colpiscono anche sotto il profilo
etico, quest'epoca dunque è caratterizzata da una rapidissima socializzazione fino ad arrivare al comunismo,
quest'epoca del comunismo di guerra si chiude nel 21', una guerra giustificata dal fatto della prima guerra mondiale,
poi perché ci sono i bianchi, poi i secessionisti, poi le formazioni contadini, quindi una guerra con la società, un
rapporto conflittuale con la società, "comunismo" sembra eccessivo, ma nella logica marxista dopo la dittatura del
proletariato e quindi l'affermarsi del socialismo c'è una sorta di socialismo spontaneo, e quella è l'epoca del
comunismo, cioè non c'è più uno Stato che impone il socialismo, ha termine quindi nel 21' non solo perché finiscono le
guerre coi cannoni, ma perché Lenin e i dirigenti decidono di smettere con la guerra con la società, e si introduce una
politica economica definita nuova, ci fu un episodio anche drammatico che sembrò segnare il passaggio, la base navale
di Kronstadt, non lontana da San Pietroburgo, insorge contro il Governo ma da posizioni di sinistra, quindi anarchici
radicali ed operai, sostanzialmente Kronstadt è un'insurrezione che contesta l'autoritarismo e il centralismo del potere
bolscevico, contro quest'insurrezione i bolscevichi utilizzano le maniere forti, negli stessi giorni si svolge il X Congresso
del partito, uno dei più importanti, qui si prendono 2 decisioni, si stabilì che dentro il partito fosse consentito
discutere, ciononostante non era possibile rovesciare le posizioni una volta prese, fu definito il "centralismo
democratico", importato poi in tutti i partiti comunisti, non si sa come si potesse cambiare di linea se vigeva questo
principio, l'aspetto democratico di questo metodo organizzativo consiste nella libertà dei membri del partito di
discutere e dibattere su politica e direzione, ma una volta che la decisione del partito è scelta dal voto della
maggioranza, tutti i membri si impegnano a sostenere quella decisione, come lo descriveva Lenin, il centralismo
democratico consiste in "libertà di discussione, unità d'azione", fu un'acquisizione duratura per il movimento, non solo
quindi per l'Urss, già nel 1919 i bolscevichi avevano creato l'Internazionale comunista, era la Terza Internazionale
comunista, in sigla COMINTERN, e progressivamente aderirono diverse formazioni socialiste che da quel momento
cominciarono a chiamarsi comuniste, durerà fino al 43', queste idee ideologiche organizzative entravano
inevitabilmente la Terza Internazionale, cioè c'era un partito comunista al potere, gli altri erano in clandestinità o
comunque non al potere, erano loro che dettavano la linea, l'altra decisione del X Congresso fu quella di cambiare la
politica economica, Lenin e compagni decisero di dare un taglio radicale al comunismo di guerra, Lenin disse
"compiamo una ritirata strategica", e cioè eliminiamo una buona parte degli elementi di socialismo nella società e
torniamo ad un'economia di mercato, almeno in parte, questo perché la Russia era profondamente impoverita e
conflittuale, avevano un consenso limitato, governavano più per imposizione che per consenso, e dunque lanciarono
la Nuova Politica Economica, la NEP, che significò consentire a degli imprenditori di rimettere in piedi una fabbrica
anche con dei dipendenti, non solo il negozio, questo non significava far sparire le fabbriche di proprietà statale, fu
consentito l'arrivo di capitali esteri, interessante fu in campo agricolo che i contadini continuavano ad essere
possessori ma non proprietari della terra, ma fu consentito loro di utilizzare il prodotto, non c'erano più le requisizioni
forzate, non più gli ammassi obbligatori, dovevano solo pagare le tasse, quindi c'era una percentuale modesta tirata
fuori dal prodotto per pagare le tasse, quindi un contributo, il contadino poteva vendere o conservare il prodotto,
quindi una discreta libertà commerciale interna, non verso l'estero, una cosa completamente diversa, una politica di
liberalizzazione e di ritorno parziale all'economia di mercato, effettivamente ci fu una ripresa economica, si arrivò a
livelli produttivi vicini a quelli prebellici, una notevole ripresa, il gruppo dirigente non aveva del tutto abdicato alle sue
idee, ritirata strategica perché il socialismo era sempre l'obbiettivo, era rimasto l'obbiettivo, solo che non lo si voleva
più raggiungere in tempi rapidissimi, bisognava preparare il terreno per farlo, ad esempio c'era l'idea che le campagne
potessero essere organizzate in grandi unità collettive, inizierà una lotta per la successione a Lenin tra Trockij e Stalin, i
due principali contendenti, nel partito ci sono delle divergenze, Lenin fu vittima di ripetuti ictus, a questa lotta per la
successione concorsero tutti i dirigenti storici del partito, la partita si chiuderà a vantaggio di Stalin e del suo circolo
ristretto, Trockij sarà lo sconfitto, esiliato in patria finirà ucciso a picconate, anche altri verranno o espulsi dal partito o
eliminati fisicamente, Stalin riesce a smantellare la vecchia guardia, in questi anni c'è una battaglia anche sulle scelte
politiche, la battaglia principale alla fine fu sulla NEP, alla fine si decise di superarla e si avviò la politica dei Piani
Quinquennali, c'era da decidere sui rapporti con gli altri partiti comunisti, c'era da decidere in politica estera.
Lezione 16
Sempre fra le due guerre mondiali ma in altri paesi, abbiamo elementi comuni tra i vari paesi, abbiamo forti presenze
di minoranze etniche, e il serio problema delle frontiere fissate alla Conferenza di pace a Parigi, accanto a questi
elementi comuni ce ne furono altri, emergono 2 modelli, uno liberal-democratico, il modello politico tipico
occidentale, dove viene introdotto il suffragio universale, dopo il 1919 ci fu una seconda introduzione del modello
politico occidentale, solamente aggiornato, cioè ovunque viene introdotto il suffragio universale, ovunque si da peso ai
Parlamenti, quindi possiamo cominciare a parlare di democrazie occidentali, ovunque in questi paesi il modello
arrivato dall' occidente entra presto in crisi, questo erano nato in società industrializzate, e con ricchezza diffusa, con
una tradizione democratica sviluppata nel tempo, il primo motivo sta nel fatto che il punto di partenza del modello
occidentale e il punto di arrivo in Europa centro-Orientale non sono perfettamente identici,
in Romania un gruppo di persone fonda un movimento che si chiama "giovinezza", qui affermano che il mondo
occidentale non è sempre adatto alla nostra terra, non si poteva pensare che automaticamente funzionasse il modello
importato, tra le due guerre mondiali effettivamente il modello occidentale fece fatica ad acclimatarsi in queste zone
d'Europa centro-Orientale, in Cecoslovacchia la democrazia occidentale durò fino a quanto non ci fu un attacco
esterno nel 38' quello tedesco, ma fino a quel momento riuscì a funzionare, i pensatori dello Stato polacco si
ispiravano ad esempio ai modelli occidentali, in Romania quasi tutte le elezioni furono gestite dal Governo in carica, il
Re nominava un nuovo capo del Governo, e questo aveva l'incarico di organizzare le elezioni, e sistematicamente
vinceva, quindi una democrazia abbastanza guidata dalla forza politica al potere, riforma importante fu quella del
suffragio universale, qui si era creato un importante partito contadino, non riuscì ad assumere al potere fino agli anni
20', si legò al partito dei romeni in Transilvania (il Partito nazionale romeno), si fusero e nacque il partito nazional-
contadino che riuscì a governare più volte, ci fu un'alternanza e ci furono ancora altre formazioni, ad esempio per 2
volte andò al potere Ion Adreescu, fu una sorta di meteora giacché scomparve presto, accanto alla riforma elettorale,
cioè il suffragio universale, importantissima fu la riforma agraria, la Romania divenne un paese di piccoli proprietari,
grandi produttori dei cereali, una delle più vaste riforme del continente, ci furono vastissime riforme, il partito
nazional contadino aveva una politica diversa, una Romania che cambia profondamente grazie a vastissime riforme, la
forza che più caratterizza il ventennio sarà il partito liberale, sono loro a scrivere la Costituzione del 23' e furono loro a
volere le 2 riforme di prima, sostenevano il protezionismo in economia, volevano attraverso i dazi proteggere
l'industria, erano per uno sviluppo capitalistico di tipo nazionale, l'altro partito protagonista come detto è il partito
nazional-contadino, fusione di due partiti, avevano idee profondamente diverse, volevano le "porte aperte", favorire il
commercio, la Romania poteva esportare cereali e petrolio, le sue due principali ricchezze, aprirsi alle merci straniere
per migliorare il proprio tenore di vita, importando merci industriali, esattamente l'opposto di quello che pensavano i
liberali, continuava la presenza della famiglia Bratianu, fino a dopo la WWI Ion Bratianu fu sicuramente la figura più
influente in Romania, fu infatti l'autore della grande riforma agraria, la Romania ebbe seri problemi di ricostruzione
post-guerra, e ci fu molta opposizione ad un pesante revisionismo romeno, il revisionismo era quello ungherese, a
questo si aggiungeva quello di tutti i proprietari ungheresi che erano andati via dalla Transilvania e avevano i beni
ancora li, quindi il problema era di come gestire questi beni di persone che avevano optato per la cittadinanza
ungherese, c'era poi il revisionismo sovietico, la frontiera orientale era più difficile da salvaguardare, il Comintern
aveva indicato la Romania come un esempio da non seguire, definita "prigione dei popoli", la Grande Romania doveva
sparire per far spazio ad una Piccola Romania politicamente comunista e filo-sovietico, quest'idea fu immaginata da
una filiale del Comintern, la Federazione Balcanica, nel 24' Tatarescu, un sottosegretario, dichiarò che la frontiera tra
Urss e la Romania in realtà era la frontiera tra la barbarie e la civiltà, tra l'Asia e l'Europa, quest'idea del muro fu
un'idea diffusa, in Francia nacque l'espressione di "cordone sanitario", bisognava stendere un cordone sanitario
davanti all'Urss perché impedire la diffusione dell'infezione rivoluzionaria, il cordone era fatto da due paesi, la
Romania e la Polonia, questo cordone sanitario sarà ampiamente superato dall'Urss, o per l'accordo con Hitler o per il
crollo della Francia, a lungo si è pensato che la Francia potesse garantire le frontiere orientali, quella polacca non fu
più garantita per l'accordo Molotov-Ribbentrop, quella romena cioè meridionale non fu garantita perché la Francia
crollò, tornando agli anni 20' la Romania aveva questi problemi da affrontare, in Romania ciò che era protesta si
orientò verso la destra radicale, questa attecchì molto, ebbe delle sue caratteristiche peculiari,
per quanto riguarda la Bulgaria, soffrivano per aver perso Macedonia e Tracia, soffrivano anche per la Dobrugia, qui
agirono delle bande armate, si affermò un robusto partito contadino, l'Unione Nazionale Agraria bulgara, un partito
radicato nelle campagne e nelle città che si trovò presto in minoranza, abdicò il Re Ferdinand, era andato al potere il
figlio, Boris III, entra una nuova forza politica, il partito contadino, capeggiato da Stambolijski, questi hanno una
precisa idea degli interessi contadini, ma volevano fare qualcosa di più, costituire lo Stato contadino, Lenin voleva lo
Stato operaio, e tutta la civiltà doveva ruotare attorno a questa idea, attorno a questo si sviluppa anche il successo
elettorale del partito comunista, in un paese dove non ci sono industrie, queste due forze politiche erano il 70%, non si
misero d'accordo, Stambolijski si mise d'accordo con altri partiti e successivamente fare un Governo da solo, nasce qui
la spinta per uno Stato contadino, si tentò di fare una riforma agraria, non c'erano i grandi proprietari, negli anni 70-80
dominava la piccola proprietà, i grandi proprietari erano i musulmani che erano scappati via, Stambolijski riuscì a
mettere assieme con le requisizioni una quantità di terreno molto limitata che servì per sistemare quei profughi di
Macedonia e Tracia rifugiati in Bulgaria, un programma ambizioso, lui non godeva di sostegno internazionale, firmò la
pace di Neuilly, vicino Parigi, dicendo torno in patria con il cadavere della Bulgaria, perché i bulgari si sentivano
defraudati di terre che pensavano proprie, riconobbe qui che la Macedonia apparteneva alla Jugoslavia, questa cosa
non piacque ai macedoni che vivevano in Bulgaria, organizzati ancora nell'Organizzazione Macedone Rivoluzionaria
Interna, a metà del 1923 sarà rovesciato da un colpo di Stato, ci furono in azione le bande macedone-bulgare, in più ci
fu un elemento militare, nell'esercito bulgaro si era costituito un partito bulgaro, una lega militare, si muovono anche i
militari, dovette fuggire ma fu comunque catturato, torturato e costretto a scavarsi la fossa, fu ucciso dopo che gli
avevano tagliato la mano con cui aveva firmato l'accordo con la Jugoslavia, qualche mese dopo ci fu un tentativo di
insurrezione dei contadini, al governo era andata un'alleanza degli altri partiti, guidati da Alexandar Tsankov, si
ispirava al partito fascista italiano, c'era stato un clima di guerra civile, ci furono anche attentati al Re, ci fu un clima
pesante fino al 27', Tsankov lascia il potere a Andrey Lyapchev, la comunità internazionale comincia a trattare con la
Bulgaria, di fatti verrà garantito un prestito dalla Gran Bretagna, quindi fino al 34' il clima sarà migliore, anche qui
comunque l'acclimatazione del modello democratico ebbe serie difficoltà, di fatti crollerà dal 34' in avanti,
più a sud in Grecia abbiamo una situazione piuttosto pesante, ci furono vari passaggi, persino continui tra monarchia e
repubblica, cambi di frontiera vertiginosi, dopo la sconfitta greca in Anatolia ci fu una nuova pace a Losanna nel 23',
questa volta le frontiere greche tornarono indietro, tutto era complicato dall'arrivo di queste masse di persone
dall'Anatolia, protagonisti furono i militari, ci furono continui colpi di Stato, fino all'istaurazione del potere di Ioannis
Metaxas, in Grecia lo scontro fu soprattutto tra repubblicani e monarchici, i repubblicani legati alla figura di Venizelos
e al partito liberale, i monarchici legati non solo alla dinastia ma al partito definito popolare, la democrazia
sostanzialmente fallisce anche in Grecia, il regime di Metaxas non è democratico, chiaramente si ispira a un modello
fascista che comunque continua ad essere un buon alleato degli inglesi, sarà attaccato tant'è vero non dagli inglesi ma
dall'Italia, Mussolini decise di attaccare il 28 ottobre del 40', la ricorrenza della marcia su Roma, l'Italia si offriva di
proteggere la Grecia, la Grecia era una grande porta aerei britannica, Metaxas di fronte all'offerta disse no, in greco
"O`khi", è festa nazionale il 28 ottobre, la festa del no, quindi fra i vari fallimenti del modello occidentale quello greco
fu particolarmente pungente, dappertutto il modello democratico è debole, ma con l'avvento del fascismo e del
nazismo ci fu un incentivo in più per le forze che non si riconoscevano in quel modello, quelle forze che credevano che
la democrazia fosse al servizio di qualcuno e non di tutti, la critica di fondo era questa, bisognava creare garanzia per
gli interessi di molti in altre forme, si salda il discorso nazionale con il discorso antidemocratico, allora c'è bisogno di
una persona che difenda gli interessi del popolo, diverse persone pensavano che il modello democratico non fosse
sufficiente a favorire una modernizzazione del singolo paese, per farlo c'era bisogno di una guida forte e spesso erano
quelle dello stesso sovrano, cosa che i partiti democratici non riuscivano a realizzare, dagli anni 90' del 900' ci sarà la
terza importazione dell'occidente del modello democratico occidentale, un'importazione tale che porterà non solo
nell'orbita dell'occidente i paesi dell'Europa centro-orientale, ma addirittura dentro una cornice comune, l'Unione
Europea.
Cronologia (Grecia nella I guerra mondiale)
28 febbraio 1914: forze irregolari greche (Zografos) occupano territori epiroti (Repubblica autonoma dell’Epiro
settentrionale),
28 ottobre 1914: l’esercito regolare greco occupa territori epiroti.
(Gennaio 1916: alcuni deputati nord-epiroti eletti alla Voulì di Atene )
4 marzo 1915 Consiglio della Corona su intervento o neutralità
6 marzo 1915 dimissioni di Venizelos
Giugno 1915 elezioni: vittoria dei liberali di Venizelos
24 Agosto 1915: nuovo governo venizelista, mobilitazione
21 ottobre 1915: sbarco dell’Intesa a Salonicco (dopo il fallimento di Gallipoli)
Ottobre 1915: nuove dimissioni di Venizelos forzate
Dicembre 1915: elezioni con astensione dei liberali = governo
Giugno 1916 : ultimatum dell’Intesa al governo Skouloudis = governo Zaimis
Smobilitazione
Ottobre 1916 governo provvisorio venizelista a Salonicco
Dicembre 1916: sbarco dell’Intesa al Pireo e blocco navale
Giugno 1917: re Costantino parte senza abdicare con il figlio Giorgio
Il secondogenito Alessandro sale sul trono
Richiamato il parlamento del giugno 1915 detto Lazzaro
Governo venizelista e nuova mobilitazione
Settembre 1918: crollo del fronte bulgaro = grandi prospettive per la Grecia
Maggio 1919: occupazione greca a Smirne, in concorrenza con l’avanzata italiana
Agosto 1919: trattato di Sèvres
Ottobre 1919: muore re Alessandro
Novembre 1919: sconfitta di Venizelos alle elezioni (per seggi, non per voti)
Dicembre 1919: referendum e ritorno di re Costantino
Agosto 1921: l’avanzata greca in Anatolia è bloccata
Agosto 1922: ritirata greca dall’Asia minore
Settembre 1922: colpo di Stato del gen. Plastiras, nuovo esilio di re Costantino = Giorgio II
Luglio 1923: trattato di Losanna = le aspirazioni greche sono ridimensionate
Lezione 17
Sono 3 le linee di sviluppo tra le prime due guerre mondiali, in Europa centrale un modello tradizionalmente
democratico fatto di eccezioni, come quello fascista in Italia o nazista in Germania, un secondo modello riguarda
l'Europa centrale, i quali Stati applicano il modello d'occidente in maniera non precisa e debole, fino al punto che in
più di un caso il modello democratico viene sostanzialmente messo da parte, la terza linea è propria dell'Europa
Orientale ed è quella dell'Unione Sovietica, dove si crea e si applica un modello differente, c'è al poter un unico
partito, quindi non c'è pluralismo, la democrazia socialista o la dittatura del proletariato, diventa una forma
autoritaria, si introducono delle formule di politica economica assolutamente nuove, e la differenza qui è ancora più
forte, si cerca di trovare un dialogo/accordo con la società, riconoscendo libertà in più, soprattutto sotto il profilo
economico, è il momento della "ritirata strategica" del partito bolscevico, che decide di ritardare l'applicazione del
modello socialista-marxista-leninista, è il momento della lotta per la successione alla guida del partito dopo la morte di
Lenin, e qui le cose vanno cambiando, contemporaneamente alla battaglia per la guida del partito c'è anche la
battaglia per apportare novità al modello leninista, modificando la Nuova Politica Economica, la NEP, e quindi
apportare novità al modello leninista, il corpo di Lenin fu glorificato, mummificato, ci fu la celebrazione e la creazione
del mito di Lenin, il regime si andò trasformando, non ci fu solo un gruppo che prendeva il potere, ci fu una revisione
ideologica e culturale, il tema importante è il tema della politica estera dell'Unione Sovietica, i bolscevichi erano
convinti che stavano combattendo per una rivoluzione mondiale, che dovevano sostenere una rivoluzione mondiale,
quest'idea negli anni 20' si va trasformando, ci si convince che la rivoluzione mondiale non si farà, si poteva rinviare
nel tempo la rivoluzione, questo non significava dare ragione ai menscevichi, che volevano prima una rivoluzione
liberal-democratica, ma dare ragione sullo sviluppo all'estero della rivoluzione sovietica, in effetti la rivoluzione
sovietica ha vinto in patria, ma era in pericolo e bisognava attrezzarsi per difenderla, c'era bisogno anzi di difendere i
successi ottenuti, non più la priorità di portare fuori il verbo ideologico ma la priorità di difendere i successi ottenuti, la
formula utilizzata fu quella del "socialismo in un solo paese", bisognava trovare qualche nuovo alleato, ad esempio la
Germania di Weimar, i quali armamenti vengono sviluppati in Urss, questa scelta portò al cambio della NEP, nel 28'
viene lanciata una formula nuova della NEP, aveva ricreato una sorta di borghesia economica, quindi criticabile anche
sul piano ideologico, fu superata con una grande novità, una formula innovativa, il Piano Quinquennale, di
programmazione dell'economia, modello ispirato alla Germania, modello da cui Lenin era rimasto colpito, intervenire
pesantemente nell'economia e controllarla, era una scelta legata all'idea del socialismo in un solo paese, c'era una
ferma convinzione che un paese forte dovesse per necessità essere industriale, senza industria un paese è debole, era
una convinzione molto diffusa, l'URSS doveva diventare una potenza industriale, questo è il punto centrale della
programmazione economica, bisognava industrializzare il paese, furono avviati molti cantieri, una potenza industriale
è anche forte militarmente, produce le sue armi, i russi nella WWI andavano a combattere i tedeschi con proiettili che
erano stati forniti dai tedeschi, in 5 anni bisognava raggiungere degli obbiettivi ben precisi, e spesso irraggiungibili,
costi e benefici erano enormi, non ovunque si raggiunge l'obbiettivo che ci si era prefissati, in più c'era un problema di
risorse dello Stato, era lo Stato che doveva finanziare questa grande industria, quindi si doveva andare a pescare nel
settore privato, non quello di commercianti ma l'enorme riserva delle campagne, la programmazione nasce per
l'industria ma si interessa anche di campagna, in campagna viene introdotto il modello della fattoria collettiva, Kolchoz
(letto kolkos), ufficialmente una cooperativa, non era statale, era la "collettivizzazione forzata", teoricamente la terra
era nazionalizzata ma di fatto i contadini la possedevano e con la Nep potevano utilizzare il prodotto, ora dovevano
entrare in una in una cooperativa, si diventava sostanzialmente dei salariati, molti contadini non lo volevano
diventare, i contadini sovietici ricevevano un certo tipo di dividendo soltanto dopo che erano stati inviati allo Stato i
beni che obbligatoriamente dovevano essere prodotti entro le quote stabilite, quindi c'era una quota da dare allo
Stato, ed era qui il grande finanziamento per i progetti statali, il governo creò delle Stazioni di macchine e trattori, era
qui che c'era il travaso tra l'economia agraria e l'economia industriale, fu il cd. "pompaggio", qui c'è la connessione tra
la collettivizzazione delle campagne e l'industrializzazione, che è l'obbiettivo primario da raggiungere, a fine primo
piano quinquennale metà delle campagne erano state collettivizzate, saranno tutte collettivizzate a fine secondo
piano, ovvero il 90% delle fattorie come Kolchoz, e il 10%, in genere si trattava delle terre più difficili da lavorare,
furono affidate a fattorie statali, ossia sovietiche, le Sovchoz, che erano effettivamente aziende statali, i dipendenti
erano dipendenti statali, l'economia agraria avrebbe dovuto trainare l'industria, con il passare del tempo diventò
invece una palla di ferro al piede dell'economia, era stata una trasformazione radicale, l'industria non era considerata
tutta dello stesso settore, c'era una priorità, l'industria pesante, tipo quella metallurgica e metalmeccanica, quella che
interessava il settore bellico, passava in secondo piano l'industria leggera, l'industria che lavora per i consumi, quella
pesante lavora spesso per produrre i mezzi di produzione, quindi se pensiamo ai costi diciamo che i consumi non
furono favoriti, furono costrette alcune persone ad entrare nelle fattorie collettive, la resistenza al riguardo fu spesso
nel meridione ed in particolare in Ucraina, altro costo fu dal punto di vista sociale in termini di morti se parliamo si
rivolte e scontri, altro costo fu la battaglia ai Kulaki, ovvero i contadini ricchi, ricchi in modo relativo, in Francia
sarebbero stati definiti proprietari di medio livello, il peggio non era ancora arrivato, per una somma di motivi, sia
politici che economici, che fu una trasformazione così rapida che ci fu il problema di non riuscire a portare a termine i
propri obbiettivi, mancava ad esempio una lunga formazione delle persone, fu pagato il fatto di non essere stato
preparato in decenni, il costo umano fu drammatico, con un fenomeno numerico paragonabile all'olocausto, questa
politica portò a risultati inattesi, che potevano essere previsti ed anche in parte evitati, c'erano già state importanti
carestie, tra il 1920-21 ci fu una gravissima carestia, questo fenomeno si rimanifestò nel 1930 in una zona sovietica
importante per l'agricoltura, l'Ucraina, c'erano delle norme molto severe, non potevi portare a casa nulla altrimenti
venivi sanzionato pesantemente, ed in occasione della devastante carestia queste norme non furono annullate, il
risultato furono in Ucraina da 6 ad 8 milioni di persone, la storiografia ucraina afferma tra l'altro che non si trattò di
un caso, ma di un genocidio, per eliminare il ceto contadino ucraino perché contrario alle riforme sovietiche, fu
definita la "holodomor", ovvero la morte per fame, il fenomeno riguardò anche terre russe, non c'era in realtà una
Stato indipendente, ciononostante esisteva uno Stato ucraino, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, allineatissima
a Mosca, il sentimento nazionale in molti non era soddisfatto, quindi le norme dei piani quinquennali furono applicate
anche in momenti in cui il buon senso avrebbe voluto una sospensione, oltre all'elemento della fame si aggiunse l'altro
elemento negativo, la guerra, molte delle battaglie della WWII sono state combattute in Ucraina,
si credeva ci fosse la possibilità che ci fosse una svolta verso un sistema più leggero, invece a metà anni 30' ci fu una
più pesante evoluzione in senso autoritario del regime, regime che era già piuttosto pesante, Molotov, tradotto
l'uomo del martello, fu l'unico con cui Stalin si dava del tu, ha condiviso le sue scelte più pesanti, tra cui la prossima,
concretamente gli storici sono d'accordo che un omicidio politico diede inizio alla svolta, eliminati Zimonev e
Kamenev, il gruppo anti-staliniano che comandava a Leningrado, la vecchia capitale, la guida del partito fu presa da
Kirov, qualcuno aveva immaginato che Kirov avrebbe potuto essere il nuovo capo, pare abbia preso più voti di Stalin,
Kirov fu ucciso nel suo ufficio, episodio curioso, non si sa il perché ma il chi si, il successore di Stalin Nikita Chruščёv
affermerà nel 56' che era stato Stalin a volerlo uccidere, anche se gli storici non sono d'accordo su questo, sono
d'accordo invece sul fatto che Stalin utilizzò immediatamente questo episodio per fare pulizia nel partito, furono
colpite molte persone dal partito, tra il 1936-39 si scatenò quello che fu definito il "grande terrore", grande riferito ai
numeri, quasi 1 milione uccisi subito dopo l'arresto, un altro milione mandato nei campi di lavoro, a questo punto
Stalin sente la necessità di coinvolgere persone che un tempo contendevano per il potere, persone che non hanno più
importanza, gli "show trials", ossia i processi spettacolo, perché queste persone furono giudicate in pubblico, tutti
confessarono colpe che neanche avevano, Stalin colpì interi ambienti, ci fu un cambio radicale dei deputati tra un
Congresso e l'altro, il Comitato centrale era stravolto, tutto il settore militare fu colpito, comprendendo anche gli eroi
del 17', prima idolatrati e poi trasformati in spie dell'occidente, il grande terrore colpisce sia per numeri che per
modalità, in più era un contributo all'economia in quanto dava lavoro, il grande terrore arriva a scomparire solo con
Berija, ci fu un'epoca dal 34' di Kirov al 39' in cui un'enorme parte dell'Urss viene coinvolta.
Lezione 18
Abbiamo parlato dell'Urss riguardo la politica interna e politica economica, i bolscevichi non erano tutti delle stesse
posizioni, c'è stata un'evoluzione nel tempo, un fenomeno articolato in decenni, l'epoca staliniana ha un legame anche
con un clima che si era creato in altri paesi, l'autoritarismo di Stalin ha molto in comune con altri autoritarismi non
decisamente legati al marxismo, negli anni 30' ciò che è seriamente in crisi è il modello democratico liberale, criticato
in diverse parti, la variante più severa è quella staliniana, molti paesi si rivoluzionano seguendo un'ideologia, la
storiografia parla sempre del socialismo in un solo paese, ma non c'era scritto in nessun testo, ne in Marx ne altrove,
era frutto di un'idea, su una base già consolidata si aggiunge un'idea, in altri paesi il modello democratico è in crisi, sia
per motivazioni politico economiche che per queste ideologie catturano le attenzioni delle masse,
per quanto riguarda i 3 piccoli paesi Baltici, tutti e tre sperimentano un regime autoritario, similmente a quanto
succede in Polonia, questo rimarrà tale anche dopo la morte di Pilsudsky, curioso che dopo l'invasione tedesca il
Governo polacco che sarà formato a Londra vedrà la presenza di tutti i partiti, si ripristina quel pluralismo che era
scomparso nel corso del tempo, il punto di riferimento politico della resistenza polacca, quella nazionale, come se
avessero in qualche modo ciò che era stato perso negli anni 30', in Ungheria invece, dopo 133 giorni di Repubblica dei
Consigli, emerge una figura forte, Miklós Horthy, guida un esercito contrario alle Rep dei Consigli, a novembre entra a
Budapest nel momento in cui le truppe romene che l'avevano occupata sono partite, ad inizio del 20' questo viene
eletto reggente in Ungheria, la situazione giuridica era un po' confusa, la Repubblica fu cancellata ma non ci fu mai un
Re, il Re c'era di diritto ed era l'imperatore d'Austria, che era anche Re di Ungheria, Carlo d'Asburgo tentò 2 volte di
entrare in Ungheria e di riprendere il suo posto, ma trovò ostruzione, dunque si affermò questa figura di Horthy che
rimase in sella quasi tutta la WWII come capo dello Stato, non Re ma reggente, si formò un blocco moderato frutto di
fusione di cristiani e contadini che era di appoggio al reggente, non cancellava la democrazia ma la limitava molto, il
suo non era un Governo fascista, era una forma di autoritarismo ben celata di fronte alla democrazia, era più un
regime conservatore, seguito al crollo dell'Impero austro-ungarico e alla formazione di un governo comunista da parte
di Béla Kun, nel 1919 Horthy appoggiò il controgoverno anticomunista formatosi a Seghedino, di cui divenne ministro
della guerra con lo scopo di opporsi al regime di Kun, Horthy uscì vittorioso e alla testa delle truppe anticomuniste fece
il suo ingresso a Budapest il 16 novembre 1919, il nuovo governo si affrettò a ristabilire la monarchia in Ungheria, ma
un ritorno degli Asburgo parve in quel momento politicamente irrealizzabile alla luce del nuovo assetto dei paesi
dell'Europa centrale, per questa ragione l'assemblea nazionale ungherese proclamò il 1º marzo 1920 Horthy capo
provvisorio dello Stato col titolo di reggente, il regime non è fascista ma conservatore, farà nel 38' alcune scelte che lo
porteranno vicino ai regimi fascisti, se è vero che aveva una legislazione anti-ebraica tené fino all'ultimo prima di
arrivare allo sterminio, cosa che fu una forzatura dell'invasore tedesco, un altro personaggio importante è un nobile
transilvano, István Bethlen, primo ministro dal 21' al 31', importante per le forze controrivoluzionarie al regime
comunista di Kun, un altro personaggio è Gyula Gömbös, ammiratore di Mussolini, tanto da essere chiamato
"gombolini", altro personaggio ancora Ferenc Szálasi (letto Sàlasci Farànc), costituì uno dei gruppi che si ispirava al
fascismo, quello delle Croci Frecciate, prese il potere per poco tempo nel 44', non lasciò molto se non che ci furono
conseguenze per le popolazioni ebraiche, anche in Ungheria come si vede il modello democratico era in crisi,
per quanto riguarda la Cecoslovacchia, fino al 38' aveva un regime democratico, ci fu un'alternanza di partiti, sempre
coalizioni, Hitler ottenne quello che desiderava senza sparare un colpo, si giunse ad un primo accordo di Vienna sotto
lo scudo dell'Asse che decise la cessione di buona parte dei territori della Slovacchia in favore dell'Ungheria, ecco il
primo successo revisionistico dell'Ungheria, si diede maggiore autonomia alla Slovacchia, la Slovacchia vide il prevalere
delle tendenze secessionistiche nei confronti della Boemia, in Slovacchia si costituì un regime fortemente vicino a
quello tedesco, anche se guidato da un prete, monsignor Tiso, nel 39' la Germania incorpora la Boemia-Moravia,
più a sud c'è la Romania, dove c'è una democrazia più apparente che sostanziale, definita mimata, emerge la figura di
Karol II, dal 30' tornato sul trono, infine decide di sospendere la Costituzione e di crearne un'altra, si crea allora un
altro regime autoritario, non esattamente un regime fascista, pensa che lo Stato si possa solo governare in questa
maniera, non ha più fiducia nel modello democratico, ancora una volta la contestazione di quel modello e
l'applicazione di un modello del tutto diverso, nel 40' abdicherà perché la Destra radicale lo voleva eliminare, la
Costituzione viene sospesa dal Re dopo le elezioni più democratiche e libere della storia romena, quelle del 37', ci fu
uno scontro tra le due formazioni di destra in Parlamento, il capo della destra radicale Codreanu inneggiava al Re, poi
c'era la destra radicale di Cuza, il Re non aveva un partito che dominasse il Parlamento, così diete il potere al quarto
partito, quello di Cuza, creando un governo affidandolo al patriarca della Chiesa ortodossa, cambiò la Costituzione
creando una figura del monarca molto forte, di fatto da regime totalitario, volle un referendum sulla Costituzione, pur
non essendo assimilabile al regime di Roma e Berlino, si forma un regime autoritario che ha alcuni aspetti che
ricordano i fascisti, Codreanu finì in carcere, dopo Monaco, dopo aver visto cosa stava accadendo sul piano
internazionale, Karol decise di eliminare Codreanu, uccisi a freddo in carcere, un peggioramento quindi del clima
politico, in Romania quindi un clima decisamente pesante alla vigilia della WWI,
nel cuore dei Balcani, abbiamo lasciato la Bulgaria con una ripresa di democrazia, dopo le riforme agrarie di
Stambolijski, c'era stata dal 27' in avanti una ripresa del modello democratico, nel 34' il modello democratico però
entra in crisi, se questa entra in crisi da una parte finisce per entrare in crisi anche altrove, c'era stato un clima di
acclimatazione della democrazia, nel 34' la lega militare si mette in movimento con un circolo intellettuale, un circolo
politico, l'anello, lo "svenò", svenò assieme ai militari prese il potere nel 34', senza defenestrare il Re, sospendendo la
Costituzione del 1879, una Costituzione molto liberale, ne più ne meno un'organizzazione fascista, questi non erano
convinti di fare la battaglia per la Macedonia, fecero accordi con Belgrado, anche questo circolo è la dimostrazione di
quanto vada stretto il modello democratico, quest'esperienza durò pochissimo, nel 35' il Re Boris III mise fuori con
l'aiuto dell'esercito gli svenari, ripristinò una normale dialettica politica ma non la Costituzione, insomma la Bulgaria
vide un regime morbido, però tutto sommato autoritario anch'esso, la democrazia anche qui è in crisi, si schiererà con
la Germania e l'Italia nel patto tripartito, in questo clima non aveva un problema ebraico come in altri paesi, non ci
furono le deportazioni che si videro in altri paesi,
parlando di Grecia, anche i venizelisti e quindi i liberali non applicavano le regole normali di democrazia, una
stabilizzazione ci fu nel 36' con la presa del potere di Mataxas, un militare, il quale aveva ammirazione per la
Germania, ciononostante non cambiò la politica estera del paese che era filo-britannica, anche qui fallisce
clamorosamente il modello democratico, nonostante i liberali,
quanto alla piccola Albania (senza Kosovo che faceva parte della Jugoslavia), questa era in balia delle grandi potenze,
la nomina di Re Zog, nome cambiato nel tempo, un piccolo paese in cui non si acclimatò la democrazia, il Re cercò di
modernizzare il potere, una popolazione di analfabeti, Zog sarà legato con un rapporto a filo doppio con il regime
italiano di Mussolini, nonostante fosse legato naturalmente a Belgrado, riuscì a sopravvivere ai suoi oppositori ma fu
invasa dalla sua alleata Italia, dal suo protettore, il regime cade, si creò così un'unione personale con l'Italia, Vittorio
Emanuele III Re d'Italia era da poco divenuto imperatore d'Etiopia, aveva due corone, ora ne assumeva una terza,
quella d'Albania, Zog fuggì e non organizzò alcuna resistenza,
rimane la Jugoslavia, si voleva copiare il modello francese, una monarchia costituzionale, i problemi maggiori erano i
problemi tra le componenti etniche dello Stato, già nel nome c'erano citate tre popolazioni diverse, Regno di Serbi
Croati e Sloveni, ce n'erano anche altre, c'era quindi il problema delle frontiere, tutte venivano contestate, la
Costituzione jugoslava non viene votata dal primo partito quello che rappresenta i croati, la verità è che la
componente croata non tollerava il coinquilino serbo, che aveva il primato, quindi i problemi sono le dinamica tra le
componenti, il che influisce anche nei comportamenti democratici, anche qui il monarca pensò che la situazione fosse
fuori dalla democrazia, Alessandro Karageorgevic sospende la Costituzione nel 29' per 2 anni, non quindi un governo
espressione del popolo ma espressione del monarca, assumendo i pieni poteri, questo regime di eccezionalità durò
fino al 31', progressivamente si andò tornando ad un regime costituzionale, era comunque una democrazia
avvelenata, nel 34' muore perché ucciso a Marsiglia da un macedone armato dai croati, facente parte degli ustascia
(gli insorti), nel 34' ci fu un clima convulso perché Roma e Budapest furono accusate di aver sostenuto gli attentatori,
la Jugoslavia aveva perso quindi Karageorgevic, dopo di lui ci fu un reggente, il figlio era troppo piccolo, ci furono dei
governi, delle elezioni, emerse una figura, che avviò una politica di buoni rapporti con Rom e Berlino, Stojadinovic, si
arrivò però ad un conflitto con il reggente e fu quindi messo fuori, da qui si avviò un dialogo tra la componente serba e
quella croata, ci fu un accordo nel 39' , "sporazum", per cui si riconosceva un'ampia autonomia alla Croazia, la Croazia
avrebbe avuto un suo governatore, questo accordo fu firmato da un governo con il capo dei serbi, le vicende belliche
romperanno questo equilibrio, travolta dalla guerra vedrà meno questo accordo,
la Croazia divenne indipendente, i rapporti tra le etnie violenti.
Lezione 19
Abbiamo parlato del periodo interbellico, in particolare della diffusione e dello sfaldamento del modello democratico-
occidentale, nel 38' il modello in Europa è in crisi, accanto a questa tendenza generale c'è una dinamica geo-politica di
tipo internazionale, le questioni revisionistiche, l'Urss in Europa centro-orientale è l'unica grande potenza, le altre
potenze potevano anche emarginarla, ciononostante sapevano questa fosse una grande potenza, ci sarà una tendenza
a farla avvicinare alle Società delle Nazioni, che era vista dai bolscevichi come prodotto del capitalismo, questa scelta
di conciliarsi con il mondo occidentale con cui il mondo sovietico si sentiva velatamente in guerra da sempre, la scelta
fatta dal Cremlino è dovuta a natura geo-politica, i sovietici vedevano ovviamente in maniera negativa l'ascesa di
Hitler, veniva definito il social-fascismo, questa politica di divisione delle forze democratiche e delle forze di sinistra
aveva portato dei risultati negativi, a metà anni 30' mentre la politica estera sovietica tende a conciliarsi con
l'occidente, contemporaneamente l'Internazionale comunista abbandona la linea di divisione con le forze social
democratiche, scegliendo invece una linea di unione con queste forze per combattere i nuovi pericoli che vengono a
galla, come quello nazional socialista, concretamente questo porterà la politica in alcuni paesi dei fronti popolari, cioè
delle alleanze di sinistra e centro-sinistra, c'è una scelta precisa, in particolare di Georgi Dimitrov, leader comunista di
Bulgaria, così riavviano rapporti con la Francia, militarmente per aiutare la Cecoslovacchia era necessario che Mosca
ottenesse il permesso di almeno uno dei paesi che costituivano il "cordone sanitario", ovvero Polonia e Romania,
dunque c'è una politica verso Varsavia e Bucarest che ottiene scarso successo, risultato finale sarà l'accordo tra
Molotov e Ribbentrop, si riconoscono aree di influenza, accordo in realtà in due tempi, in un primo la Lituania resta
nella zona d'influenza tedesca ma si riconosce l'influenza sovietica su gran parte della Polonia, nel secondo invece la
situazione si inverte, così le truppe tedesche occupano buona parte della Polonia, ne lasciano una parte indipendente,
mentre la parte orientale viene occupata dai sovietici, la Polonia è la prima vittima, i sovietici si occupano della
Finlandia in quanto frontiera pericolosa, poi dei tre Stati Baltici, parte fino alla WWI dell'impero zarista per due secoli,
più a sud per le frontiere con la Romania, le quali frontiere erano garantite da Parigi, l'occupazione di un pezzo della
Polonia da parte sovietica non portò ad una guerra tra Mosca Londra e Parigi, per la parte orientale della Romania,
come Bessarabia e Bucovina, si attese il crollo della Francia, altri paesi che si stavano allineando alla Roma-Berlino-
Tokyo, dei dubbi in realtà li avevano, tutti finiscono per allinearsi, la Jugoslavia è l'ultimo ad entrare in questa sfera
d'influenza, l'opinione pubblica di fatti non accetta questa scelta, dopo aver appreso dell'assunzione del potere a
Belgrado di militari favorevoli alla Gran Bretagna, la Jugoslavia viene occupata, l'esercito jugoslavo si disgregò e lo
stato, minato da profondi contrasti politici ed etnici interni, si dissolse, Hitler e i suoi alleati poterono frantumare il
territorio jugoslavo e organizzare governi collaborazionisti, ma sul territorio si sviluppò rapidamente una guerriglia
nazionalista seguita quindi dalla crescente azione dei partigiani comunisti di Josip Broz Tito che avrebbero ben presto
messo in notevole difficoltà le truppe occupanti dell'Asse, il Montenegro fu occupato dall'Italia, la Croazia fu resa
indipendente, la Slovenia sparì, il Kosovo fu staccato ed unito all'Albania, quando avviene l'occupazione a Berlino si è
già deciso che il patto Molotov-Ribbentrop non ha più motivo di esistere, e che quindi bisognava marciare contro
l'Unione Sovietica, fu la decisione che ha deciso le sorti della guerra, la rottura del patto, la Francia era ormai piegata,
la Gran Bretagna stanca dell'operazione leone marino, quell'azione aveva consolidato il fronte degli avversari,
l'Inghilterra che non aveva dichiarato guerra a Mosca dopo l'occupazione sovietica parziale del territorio polacco,
adesso decide di allearsi ai sovietici per combattere la Germania, tirando dentro anche gli Stati Uniti, per quanto
riguarda il sud-est europeo ambo le potenze avevano notevoli interessi, Mosca e Berlino riscoprono di essere
concorrenti, erano alleati per interessi, ben presto la guerra sovietica diventerà una guerra patriottica, non per
l'ideologia, di difesa della patria, la Jugoslavia era una dimostrazione di come i due non potessero andare d'accordo, i
piani per l'Operazione Barbarossa erano pronti, ma furono ritardati dal problema jugoslavo, iniziò in ritardo, questo
avrebbe fatto si che non si concludesse con la resa sovietica, l'Italia come noto attaccherà la Grecia, di fatto un atto
dimostrativo da parte italiana, quest'operazione si intreccia con quella jugoslava, l'impegno germanico in Grecia si
somma all'impegno in Jugoslavia per quanto riguarda il ritardo prima citato, quello in Grecia fu facile, marciavano in
pianura, i greci si arresero subito,
in Romania ad inizio guerra c'era Karol II, una Costituzione non più democratica, il suo potere durò solo due anni, e fu
spazzato via dalla guerra mondiale, perché nella prima fase le potenze dell'Asse presero delle decisioni che colpirono
gli interessi romeni, Hitler accettando l'accordo con Stalin sacrificava le terre romene, non solo polacche o baltiche, la
politica di fine anni 30' da Bucarest verso Berlino a questo punto diventava non pagante, tra i paesi legati a Roma e
Berlino c'era l'Ungheria, le potenze dell'Asse invitarono Bucarest e Budapest a trattare una sistemazione delle
frontiere, impossibile già che in gioco c'era la Transilvania, alla fine ci fu un lodo a Vienna tra Ciano e Ribbentrop,
facendone metà e metà tra i due paesi, l'accordo, li lasciò insoddisfatti, però dopo l'umiliazione della cessione della
Bessarabia e della Bucovina, seguiva questa cessione della Transilvania, cui seguiva la cessione di due province della
Dobrugia all'Ungheria, a questo punto una parte degli avversari arrivò all'assedio del palazzo reale, così Karol diede il
potere ad un militare, Ion Antonescu, fece abdicare Karol, lasciava sul trono il legittimo figlio, giovane salì sul trono, e
per via dell'età le decisioni le prendeva Antonescu, altro fattore era la formazione di destra radicale, la Legione
dell'arcangelo Michele, filo-fascista filo-nazional-socialista, la Legione era basata su principi mistici e religiosi che si
discostavano molto dai suoi ispiratori, di fatto in Romania si creò un regime nazional-legionario, cioè un compromesso
tra Antonescu e la Legione, l'accordo tra i due durò poco, la Romania entrava nell'Asse con il patto tripartito, si
consolida il potere di Antonescu, durante la campagna orientale condotta dai romeni il governo non deportò mai ebrei
verso la Polonia, in compenso li eliminò in patria, ci fu una specie di shoah in loco, interessante che il regime abbia
compiuto violenza e stragi nonostante la maggioranza della popolazione continuava a vivere, di fatto venne
mantenuta in vita una sua parte, storia a parte il pezzo di Transilvania che andò all'Ungheria, qui gli ebrei consegnati
furono quasi la totalità, Bucarest e Budapest si minacciavano la guerra pur essendo alleati, nessuno si stupisce del
perché l'Ungheria decise di entrare in guerra, anche qui l'esercito ungherese entra in campo e viene quasi sterminato,
volle dimostrare di essere un buon alleato, per mantenersi quei territori che gli sono stati assegnati, interessante la
politica della Bulgaria, al governo c'è un gruppo dirigente filo-germanico, capeggiato da Bogdan Filov, il quale non
convinse mai nessuno ad andare al di là del patto tripartito, non entra così in guerra contro l'Urss, sarebbe stato
innaturale, entra in guerra contro l'Inghilterra e gli USA, oltre alla rottura dell'Asse da parte di Mussolini, anche in
Romania Antonescu sarà deposto dal Re, di fatto dal 44' in avanti tutti i paesi cominciano ad entrare nella sfera
d'influenza sovietica, che non è più quella del 39' del patto Molotov-Ribbentrop, ma è molto più estesa verso
l'occidente, si preparano così quegli esiti che porteranno a 45 anni di regimi comunisti in Europa centro-orientale.
Lezione 20
Abbiamo parlato delle vicende della WWII, fino al 43', dove l'armata rossa avanza nel cuore del continente, è iniziata
anche la spinta delle forze anglo-americane al cuore del continente, la formula pronunciata da Stalin fu che chi vince
questa volta prende tutto, chi vince non impone solo la propria forza ma anche un modello politico socio-economico,
è ciò che si intende per esercitare la propria influenza, legando i paesi satelliti esportando un modello, quello
occidentale e quello orientale, questo fenomeno con il tempo si è dimostrato fallimentare, la democrazia di stampo
occidentale era già entrata in crisi prima del 39', ora c'è un nuovo modello che si aggiunge, il modello che si è formato
in Urss viene offerto a paesi che cadevano sotto la sua influenza, Stalin lo diceva apertamente, c'era l'idea che i paesi
legati attraverso il modello li rendeva più sicuri rispetto al classico paese satellite, l'esportazione del modello non fu
immediata, non ovunque realizzata con le stesse modalità, lo stesso gruppo dirigente sovietico non aveva la stessa
visione al suo interno, nasce una formula nuova, legata all'ex segretario dell'Internazionale comunista, ossia Georgi
Dimitrov, la nuova formula era quella della "democrazia popolare", non ha avuto un'applicazione coerente e stabile,
questa consisteva in un modello intermedio tra la democrazia occidentale e la democrazia alla sovietica, le realtà che
venivano acquisite all'Urss erano realtà ancora profondamente diverse dalla stessa, c'era un'economia non statale,
un'agricoltura parcellizzata, c'era a volte ancora il latifondo, c'era ancora pluralismo politico a cui corrispondeva un
pluralismo sociale, la democrazia popolare non proponeva di eliminare il pluralismo, caratteristica del modello
sovietico, ma far convivere il modello statalizzato e il modello di economia libera, convivenza del modello socialista e
di economia libera, nazionalizzando alcuni punti cardine dell'economia, mentre molta poteva rimanere libera, dal
punto di vista sociale c'era una grande fetta di contadini, volevano tuttavia trasformare le campagne proponendo
l'aggregazione, ma non proponendo la collettivizzazione delle campagne propria dell'Urss, accanto a questa classe
contadina doveva esistere una classe operaia, a fianco della quale poteva esistere una borghesia, eliminando al
massimo un ceto ristretto, una società articolata solo con qualche limitazione rispetto al passato, quindi
economicamente e socialmente non si importa per intero il modello sovietico, ma un modello intermedio, a livello
politico al contempo quindi se c'erano più strati e più ceti, dovevano esistere anche rappresentanze politiche nei vari
parlamenti, non si ammetteva solo l'esistenza di partiti contadini, ma anche di partiti che rappresentavano altri ceti,
quindi di fatto un pluralismo che escludeva unicamente forze che si richiamassero ad ideologie autoritarie, tipo
nazional-socialiste o fasciste, alcune forme di questa formula sono rimaste in vita, ma in sostanza i regimi dell'Europa
centro-orientale (fatta eccezione per la Grecia) assomigliano comunque inconfutabilmente al modello sovietico, nel
senso potevano anche esistere rappresentanze, ma se a comandare è comunque un unico partico senza libero
arbitrio, non è che cambi molto, il pluralismo dev'essere reale, nella realtà è avvenuto qualcosa di diverso anche se la
formula era quella, si chiedono gli storici se l'intenzione era quella di esportare il proprio modello o comportarsi come
classica grande potenza, la vicenda polacca fu un modello per quanto avvenne negli altri paesi, c'era qui forse tra i
maggiori movimenti di resistenza d'Europa, nel caso polacco si vide che c'era qualcosa al di là dei comuni interessi
militari, la si voleva far tornare uno Stato indipendente democratico, la vicenda polacca finì per essere un modello per
quello che è avvenuto in altri paesi, tipo in Bulgaria, cioè l'affermarsi di regimi che erano esemplati sul modello
sovietico, quindi una formula che non vuole essere la copia di quella sovietica, mentre si arriverà a creare paesi molto
vicini a quello sovietico, le occupazioni furono utilizzate a fini politici, per quanto riguarda le frontiere del 38', queste
furono modificate a Jalta, prevaleva l'idea che bisognasse ripristinare le frontiere pre 1938, ci furono delle variazioni
però che essenzialmente favorivano l'Urss, ad esempio tenne i territori occupati in Romania a fini bellici, questi episodi
fecero immediatamente percepire la situazione, Antonescu si rese conto che la guerra era persa, nel 44' l'armata rossa
premeva le frontiere orientali della Romania, sapevano che avrebbero tenuto Bessarabia e Bucovina, almeno, ciò
preso nel 40', ci furono trattative clandestine, però si incagliavano su questo punto, Antonescu cade da un colpo di
mano del Re, si forma un governo del Re con l'appoggio dei partiti, Bucarest viene liberata prima dell'arrivo delle
truppe sovietiche, ma chiaramente queste arrivano e chiaramente la loro presenza determinerà la politica successiva,
cercavano di condizionare governi e partiti verso sinistra, si preme perché un filo-comunista diventi presidente del
consiglio, il braccio di ferro verrà vinto grazie alla presenza dell'armata rossa, ad inizio del 45' viene nominato Petru
Groza, che non è un comunista ma capeggia un partito fortemente legato al partito comunista, un partito di contadini
poveri, fino all'ultimo il giovane Re Michele cercherà di resistere, finché un giorno lo va a trovare il rappresentante di
Stalin che gli impone la scelta, Michele provò ad appellarsi allo spirito di Jalta, la risposta fu "Jalta sono io", la
storiografia considera la gran parte delle elezioni successive al 45' come elezioni falsificate, l'esempio romeno mostra
quanto abbia pesato la presenza delle truppe di occupazioni sovietiche, l'armistizio fu con le potenze vincitrici ma di
fatto fu un armistizio con l'Urss, le truppe sovietiche e quelle sovietiche vanno a combattere assieme in Transilvania,
questo fenomeno di combattere assieme era diffuso, in Ungheria ci furono delle elezioni locali in cui le sinistre
andarono molto bene, dopo queste elezioni si fanno delle elezioni politiche in fretta nel 45' e a sorpresa il partito dei
piccoli proprietari stravince con il 57% di voti, nelle elezioni successive nel 47' cioè due anni dopo il partito del 57%
divenne del 17%, il partito comunista divenne il primo partito sia pure con il 22%, ci si avvia al controllo di un unico
partito, alle elezioni si andava con una lista di più partiti, si chiamava il fronte della patria, dentro c'erano i partiti
ammessi che però erano tutti d'accordo, e di fatto seguivano quello che diceva il partito comunista, in Ungheria il
partito comunista si è permesso di non occupare la presidenza del consiglio fino al 52', ma di fatto esercitava il potere
già prima, la maniera di eliminare l'avversario politico fu molto curiosa e fu proprio il segretario del partito comunista
ungherese che inventò un'espressione diventata celebre, la "tattica del salame", bisognava non solo dividere il nemico
ma anche far sì che il più pericoloso partito avversario si dividesse, questo lo vediamo sia in Ungheria che in Romania,
la tattica del salame di Ràkosi (segretario comunista ungherese, letto Rakosci) in realtà fu applicata ancor meglio che in
Ungheria altrove, caso a parte quello della Cecoslovacchia, avviata verso un regime pienamente democratico su
stampo occidentale che governa una realtà su cui si vuole incidere su stampo sociale ed economico, si parlerà a Praga
di colpo di Stato, le forze politiche alleate entrano in contrasto, non gradiscono il dominio del partito comunista, si
arriverà ad inizio 48' ad una durissima crisi di governo, il presidente Benes si trovò di fronte ad una crisi di governo,
metà dei ministri si erano dimessi, non si fece cadere il governo ma ci fu un rimpasto, si fece un nuovo governo dove i
comunisti erano ancora più forti, le elezioni poi si fecero, Benes non accettò di firmare la nuova Costituzione appena
scritta, di fatto nel 48' la costituzione del regime è cosa fatta, una nuova Costituzione non liberale ma simile a quella
sovietica, tutti i centri di potere nelle mani del partito comunista,
nel caso della Polonia c'era il governo in esilio che si aspettava di tornare e governare, solo che i sovietici avevano
costituito a Varsavia un governo, offrirono una soluzione di compromesso, secondo la linea di voler tirare dentro più
partiti possibile, dopo lunghe trattative, il capo del governo in esilio, Mikołajczyk, nonché capo del partito contadino
polacco, decise di tornare e di accettare di entrare nel governo assieme a 4 suoi compagni, in posizione minoritaria nel
governo, in realtà l'agibilità politica andò diminuendo, le forze furono indebolite, a fine elezioni politiche del 47' le
forze comuniste o filo-comuniste furono battute, dopo le elezioni del 47' ci si avvia sulla strada del regime, Mikołajczyk
ripartirà di fatti temendo per la sua persona, va precisato comunque che non è che il partito comunista abbia fatto
tutto grazie alla presenza dell'armata rossa, molti erano decisamente filocomunisti, nel 48' si diffuse l'opinione che la
classe operaia non aveva bisogno di più di un rappresentante, non due partiti operai ma uno, in questi paesi il partito
comunista e il partito socialista democratico si fondono, e nasce un partito operaio, in Polonia, POUP, Partito Operaio
Unificato Polacco, questo sorge dopo il 47' e rimane al governo fino all'89', con questo nome, non si è mai più
chiamato comunista, non dicevano la Polonia popolare, ma la Polonia comunista, in Romania il pacchetto dei
lavoratori nel 65' torna a chiamarsi partito comunista, tutti i paesi che si chiamano Repubblica popolare in qualche
caso cambieranno il nome e diventeranno Repubblica Socialista, non tutti, c'è chi pensa di non esserci arrivato ancora
a questo stadio, ma se esiste una realtà di dittatura del proletariato e quindi socialista allora il partito si può chiamare
comunista, non c'è più bisogno che si chiami operaio o dei lavoratori.
Lezione 21
L'ultima volta si è parlato dei fenomeni post 45', con le democrazie popolari come terzo modello, che di fatto in realtà
portavano i paesi ad essere regimi comunisti su modello sovietico, come detto la presenza d'occupazione russa ebbe
un ruolo fondamentale, consentì di dividere i suoi avversari e creare delle spaccature interne agli altri partiti, è la cd
"tattica del salame" di Rakosi (letto Racosci), questo sullo sfondo della guerra fredda, nuova era inaugurata dopo la
WWII, si era arrivati al monopolio assoluto di Stalin, finita la guerra c'è entusiasmo nel mondo sovietico per la vittoria,
l'Urss durante l'occupazione tedesca aveva visto alcune strutture dello Stato sparire, la soddisfazione per la vincita
della guerra dava numerose speranze, da li a poco sarebbe diventata una super potenza, nel mondo sovietico prevale
la visione di tenere molto duro perché questa sicurezza è solo momentanea, nel gruppo dirigente prevalse una visione
pessimistica, la teoria era che quando il nemico è partito allora diventa più pericoloso, adesso che sembra che nella
società non ci siano più gli avversari è li che bisogna stare attenti, c'erano anche dirigenti comunque che avevano una
visione opposta, e che credevano che la guerra fredda fosse inevitabile, ciononostante prevaleva la visione
pessimistica, si capisce alla luce di questo alcune cose, ad esempio per quale motivo fu tollerato il permanere sul trono
dei Re, talvolta, come in Jugoslavia, furono cacciati senza la volontà di Stalin, si capisce che si passi da una fase soft ad
una fase hard, in cui il Cremlino spinge per azioni più radicali per la costituzione dei regimi, si capisce anche perché
all'interno dell'Urss viene riproposto esattamente il modello del 28', ovvero piani quinquennali, controllo del cittadino
e del lavoratore, viene ripristinato il regime tal quale, non c'è quell'alleggerimento che tutto sommato si potevano
concedere, invece di un alleggerimento ci fu tutto il contrario, controllo dell'economia e della società, c'è ora anche la
lotta per la successione, al contempo ci sono le purghe, personaggio che emerse molto in questo periodo fu quello di
Zdanov (letto Zscdanof), rimasto alla storia perché concepì il concetto di realismo socialista, fu vittima anche lui delle
purghe, morto per cause naturali, più tardi sarà detto sia stato avvelenato, era lo zdanovismo, definibile come critica
all’individualismo decadente in letteratura, al formalismo nell’arte e nella musica, al cosmopolitismo, alla sudditanza
nei confronti della filosofia occidentale, e consistente in un richiamo, non privo di pesanti interventi censori, agli artisti
e agli intellettuali sovietici a un impegno creativo fondato sui principi del marxismo-leninismo, nell'ultima fase della
vita di Stalin, che morirà nel marzo del 53', ci sarà un ulteriore inasprimento della situazione, aveva prevalso una linea
di sospetto e diffidenza nei confronti del resto del mondo, così come all'interno del mondo sovietico, si era diffusa
l'idea definita da Stalin dei due lager, dei due campi, quello occidente e quello oriente, c'è da aggiungere un elemento
importante, all'interno di questo campo ci fu una rottura importante, nel suo campo di appartenenza ci fu una rottura,
in Jugoslavia ci fu l'instaurazione di Tito, capo del partito comunista, qui c'era stata una scarsa occupazione sovietica,
la Jugoslavia era federale, proprio in Jugoslavia c'era stato lo sviluppo più rapido in direzione del modello sovietico,
c'era stata una resistenza altrettanto importante a quella polacca, quella che prevalse ovviamente fu quella capeggiata
da Tito, una resistenza composita perché ci fu soprattutto in Serbia una resistenza di tutt'altro segno, con gente fedele
al re, guidati dal colonnello Mihajlovic, c'è poi la questione dei confini con l'Italia, problema che si ripropose, l'Italia
perse alcuni territori, va ricordata poi la questione delle foibe nella zona del Carso, nel 47' in Polonia si riunirono i
rappresentanti di partiti comunisti europei, non solo quelli al potere, anche altri come quello italiano o quello
francese, si chiamava Ufficio di Informazione Comunista, era una sede di collegamento dei partiti comunisti e di
elaborazione ideologica, nasce quindi il Cominform, la nascita fu il segnale della logica dei due campi, noi siamo quelli
di qua, e voi siete quelli di là, li occidentali, gli jugoslavi sembrano essere i più stalinisti di tutti, ma qualcosa si fa
deteriorando, Stalin aveva qualcosa da rimproverare, avevano più punti di forza, avevano un grande leader, avevano
fatto la resistenza da soli e si erano liberati da soli, questo comunista jugolslavo aveva prodotto un leader che faceva
accordi con i vicini, ed aveva messo sotto controllo un piccolo Stato, l'Albania, e che aveva creato rapporti particolari
con la Bulgaria, quindi si immaginava che la Jugoslavia potesse diventare una federazione ancora più grande, Belgrado
pur essendo più stalinista di altri tendeva a seguire una sua strada, a ragionare con la propria testa, tutto questo
cominciava a dare fastidio ai sovietici, tutta questa autonomia era pericolosa, iniziarono le polemiche, se non c'era la
guerra fredda delle forme di varianti delle autonomie potevano essere accettate, ma se si doveva mettere un freno
campo contro campo, nel proprio campo non potevano esserci autonomie, finché si arrivò direttamente alla
scomunica di Belgrado da parte di Mosca, si disse apertamente che ciò che stavano facendo in Jugoslavia non era
accettabile, era Stalin che doveva dare la linea, quindi a metà del 48' c'è la rottura fra Tito e Stalin, questo contribuì a
rendere ancora più grave il clima di sospetto che già c'era, Tito aveva avuto polemiche anche con gli inglesi, per vari
episodi, fu il più polemico con l'occidente, Tito fu scomunicato anche alla Chiesa cattolica, perché aveva fatto
condannare il capo della Chiesa cattolica jugoslava, questo soggetto visto quasi come un demonio, una volta
scomunicato per sopravvivere si rifugia nell'Occidente, rimane comunista, però si fa finanziare, cerca sbocchi
commerciali, non cambiò regime, però inevitabilmente si rivolse all'occidente, quindi da adesso in poi ci saranno da
una parte i comunisti "titini" e i comunisti "cominformisti", cioè quelli che stavano dalla parte con Stalin e del
Cominform, perché la rottura con Mosca voleva dire la rottura con Sofia Varsavia ecc, immediatamente l'occidente
correva in soccorso di un regime comunista, di li a poco farà un patto balcanico con Grecia e Turchia, paesi legati
militarmente alla Nato, risultato è che dal 48' si avvia la pagina delle "purghe" nei paesi satelliti, che si rivolsero non
solo agli anti-comunisti e i non-comunisti, ma che contro gli stessi comunisti, caddero teste nuove importanti, come
dicevamo all'inizio, bisogna fare attenti quando si vince perché il nemico è disseminato tra le nostre file, le accuse
erano di essere una spia americana, di boicottaggio, un vecchio troickista, o di essere un titoista, tutto questo nasce
sulla scorta della nascita del Cominform e della rottura con Tito, ci furono numerose purghe, ma il caso più eclatante ci
fu in Cecoslovacchia, erano troppo nazionalisti, molti di loro furono condannati, lo fu anche il futuro Husàk, che dopo il
68' sarà capo del partito e PdR, è evidente che si colpiscono moltissimi ebrei, la cosa curiosa è che per un anno si
colpiscono persone con accuse incredibili, e lo stesso segretario del partito comunista cecoslovacco, Slànsky, che
prende la guida di queste operazioni, cadrà vittima della purga, con arresto e condanna a morte, una sorta di
eccezione a questi esiti delle purghe ce le abbiamo in Polonia, qui le purghe furono più che altro politiche, senza
processi spettacolo, sostanzialmente in Polonia non fu ucciso nessuno, si colpì comunque molto in alto, fu colpito il
segretario del partito, Gomulka, colpito perché aveva affermato chiaramente che il socialismo si poteva costruire nei
diversi paesi non esattamente come in Urss, aveva parlato di vie nazionali al socialismo, fu eliminato ed emerse la
figura di Beirut, il regime comunista polacco per molti motivi è un regime assolutamente atipico, cioè un regime in cui
sono avvenuti tanti fenomeni che non si registrano altrove, il Gomulka che vediamo condannato riemergerà, sarà
riabilitato più tardi, accadrà anche con Husàk, ma Gomulka riemerge non tanti anni dopo ma subito quando viene
liberato rientra in politica e già nel 56' torna ad essere segretario del partito, perderà il segretariato nel 70', in teoria i
segretari comunisti muoiono da tali, muoiono da segretari, non accade in Polonia, se ne succederanno altri, un partito
che non segue la prassi degli altri partiti, in nessuno di questi paesi la Chiesa qualunque sia ha avuto un interlocutore
pesante per il regime, in Polonia si, un suo esponente diventato Papa ha collaborato attivamente alla distruzione del
regime, nelle scuole pubbliche polacche ci si comportava nei confronti della religione in maniera meno laica di quanto
accadeva in Francia, in Polonia comandava di fatto il POUP, nonostante fosse pluralista, ma quando la situazione
cambiò si poté fare un'azione parlamentare per cambiare il Governo, stesso caso anche in Germania est, altrove non si
poteva fare, non c'erano gli strumenti per farlo, per molti versi la Polonia il regime è diverso, il paese più grande dei
paesi satelliti, avevano un'identità nazionale molto forte.
Lezione 22
45 anni di regimi comunisti in Europa centro-orientale, un regime rischiò di avere ma non ebbe mai un regime
comunista, la Grecia, attaccata dall'Italia, ha subito l'occupazione straniera, tuttavia esisteva all'estero un governo che
faceva capo al Re, e che era legato all'Inghilterra, con la guerra c'era stato il rientro del monarca, solo fu contestato da
coloro che non amavano la monarchia, le forze che avevano organizzato la resistenza non vedevano di buon occhio il
ritorno della monarchia, erano le forze di sinistra, questo conflitto politico sfociò anche in conflitto armato, nella
guerra civile greca che durò fino al 49', mentre il governo era appoggiato da Londra e Washington le forze
d'opposizione facenti capo al partito comunista avevano un appoggio al di là delle frontiere, importante fu l'aiuto della
Jugoslavia, Mosca non vedeva come enorme favore questo scontro, aveva accettato l'idea che quel paese rientrasse
nella sfera d'influenza di altri, e non dell'Urss, la guerra civile si concluse con la sconfitta degli anti-monarchici e del
partito comunista, il leader della segreteria Zachariadīs fu estromesso, la Grecia subì un nuovo trauma appena finita la
guerra mondiale con la guerra civile, un elemento aggiuntivo è una frontiera contestata tra Grecia e Albania, i greci
volevano allargarla fino a nord, anche dopo della guerra civile greca i rapporti tra loro non migliorarono, continuarono
ad essere gli stessi, anche qui, in Albania ci fu una resistenza di sinistra, legata al partito comunista, dopo che le truppe
italiane se ne andarono, dopo un'occupazione di 1 anno tedesca, la piazza restò libera, occupata allora dalla resistenza
comunista e al suo leader Enver Hoxha, in Albania prevale quindi il partito comunista, non ci fu spazio per altre
formazioni, non ci fu spazio per coloro che erano fedeli al Re Zog, non ci fu spazio per una resistenza politica chiamata
"Fronte Nazionale", la quale ci teneva a salvare un effetto di quella occupazione, cioè l'esistenza di una grande
Albania, cioè si immaginava che l'attuale Albania e l'attuale Kosovo costituissero un unico Stato, e su questo si
consumò una pesante rottura con un'altra resistenza, quella jugoslava, e quando si capì che la Jugoslavia si stava
prendendo il Kosovo questa formazione insorse , gli esponenti del partito comunista stesso non avrebbero gradito la
cosa, questa cosa non era gradita a Mosca, fu un elemento di dissidio fra Tito e Stalin, gli veniva rimproverato questo
micro-imperialismo in Albania, si arrivò ad un prestito importante, prestiti che sono uno strumento per dimostrare ed
imporre la propria influenza, un prestito che era pari alla metà del bilancio dello Stato albanese, bilancio che
comunque era piccolissimo, in Albania come in Jugoslavia si marcia rapidamente verso la costituzione del regime, nel
48' cambia completamente la situazione, adesso è lecito per un comunista albanese dire che esiste un micro-
imperialismo jugoslavo, e coloro che sono a favore di Tito vengono visti come traditori, Hoxha elimina coloro che si
erano pronunciati a favore di Tito, elimina Koçi Xoxe, fu condannato a morte e giustiziato un anno dopo per attività
filo-jugoslave, abbiamo una purga in anteprima, tra quelli che volevano vendere l'indipendenza albanese e coloro che
la criticavano, il partito comunista albanese fu uno dei primi a voler evidenziare una componente nazionale, la storia
del comunismo albanese fu differente, si può riassumere la traiettoria di questo regime comunista con in una prima
fase fino al 48' sembra che siano legatissimi a Belgrado, la rottura clamorosa con Belgrado, in cui veniva ribadita
l'indipendenza del partito e dello Stato, a questo punto il faro diventa Mosca, certo è che quando si passa alla
destalinizzazione, questa cosa non piace, col passare degli anni la crisi tra Mosca e Tirana sarà aperta, sono i primi a
rompere con Mosca, anticipano persino i cinesi, quando la cosa diventa esplicita si chiude una fase filo-sovietica in
favore di una fase filo-cinese, questa è la terza fase, e dura fino alla morte di Mao del 76', dopo la nuova linea cinese
parve a Tirana non meno condannabile di quella moscovita, anche Deng Xiaoping, che metterà le basi per un sistema
comunista e capitalista, il regime albanese finirà con un leggero ritardo rispetto agli altri, quando muore Hoxha
nell'85', fu comunque un regime particolarmente radicale al suo interno, non va dimenticato che era una vera
avanguardia del blocco, e fu quella che rischiò di subire un attacco dall'esterno, si voleva sollevare un'insurrezione al
suo interno,
le purghe c'erano state negli anni 30' e si sono ripresentata in forma ridotta anche nel 40', adesso non nei regimi
comunisti le purghe caratterizzano la fine degli anni 40', la stagione delle purghe grossomodo finisce con la morte di
Stalin, con qualche strascico nel breve periodo, fu sicuramente la stagione più pesante dei regimi comunisti, c'erano i
famosi processi spettacolo in cui le persone si autoimputavano, prevalse una linea pessimista, il nemico era dietro
l'angolo nonostante la vittoria, e non bisognava abbassare la guardia, tutto questo finisce con Stalin, personaggi
influenti erano Molotov agli esteri, l'unico con cui si dava del tu, che aveva visto persino sua moglie mandata nei
campi, e Berjia agli interni, al posto di Stalin subito dopo si credeva sarebbe succeduto Malenkov, subito dopo la
morte di Stalin si trovò in una duplice posizione, liquidare sia il governo che la segreteria del partito, questa cosa non
piacque agli altri del gruppo dirigente che fecero passare un'innovazione, contro di lui l'idea di voler tornare ad una
direzione del partito collegiale, senza un capo indiscusso, Malenkov avrebbe dovuto rinunciare ad uno dei due
incarichi, lasciò la figura di segretario, credeva che quella avesse un'importanza minore, in questo ambito si fece largo
un vecchio dirigente, Chruščёv, questo di fatto si prese la posizione di segretario, la guida del partito di fatto contava
più del governo, lanciò la sua sfida che durò per circa due anni, Berjia fu eliminato da Chruščёv, arrestato, ennesima
purga in terra sovietica, fu eliminato con accuse incredibili,
Rakosi (letto Rakosci) era diventato PDC in Ungheria solo nel 52', segretario generale del partito comunista ungherese,
lui e altri pochi erano un po' i padroni, avevano fatto le loro purghe, una posizione degna di Stalin l'aveva appena
raggiunta, a metà 53' fu convocato al Cremlino assieme a Imre Nagi (letto Noghi), un comunista più moderato, Rakosi
si definiva l'allievo prediletto di Stalin, lo accusarono dopo la morte di Stalin di voler prendere troppo potere, di
conseguenza era bruciato, se non ché vollero lasciarlo nel partito, ma dovette lasciare il Governo, tornano in patria
Nagy presentò un programma riformistico, si poteva uscire dalle fattorie collettive, portare le merci nei negozi, dotare
di autonomia il fronte patriottico, Nagy nel 55' sarà estromesso, Rakosi riuscirà a fargli terra bruciata,
questi due personaggi dicono cose diverse, anche Rakosi fa un discorso, ma in cui frena, si vedono degli effetti molto
chiari sui paesi satelliti,
per quanto riguarda il Cremlino, viene eliminato Berjia, c'erano discussioni tra il gruppo di Malenkov e il gruppo di
Chruscev, le discussioni erano sulle misure in politica economica, Malenkov aveva idee diverse riguardo all'agricoltura,
voleva recuperare consenso nelle campagne, in questo contesto Chruscev più conservatore, insistendo sull'industria
pesante, il duello lo vinse Chruscev a fine 54' Chruscev aveva prevalso, e quindi Malenkov fece un'autocritica, dicendo
che non avrebbe dovuto fare il premier, non ne aveva le capacità, subentrò di fatto Bulganin, con la vittoria dei
chruscoviani avanzano nuove politiche, il centro del potere era il Presidium, dove sono gli uomini di potere, Malenkov
non vi viene cacciato, qui dicevano le stesse cose che diceva Gomulka, cose per cui era finito in carcere, ora lo dice
Chruscev, il segretario del partito comunista sovietico, e cioè che andava realizzato il socialismo come loro ma alla
maniera vostra, il culmine di questa inversione di tendenza ci fu nel 55', il ministro degli esteri non vuole che Chruscev
parta per Belgrado, dal traditore Tito, lui invece vuole andare, è un'inversione di tendenza, erano sulla strada
sbagliata, ed era stata colpa di Berjia, non di Stalin, tornarono tutti dopo Stalin ad aver buoni rapporti fra di loro, in
particolare con l'Urss , fatta eccezione per l'Albania, è l'apertura verso l'occidente, il 53' è l'anno in cui muore Stalin,
ma anche l'ano in cui finisce un conflitto caldo della guerra fretta, la guerra di Corea, Chruscev lancia l'idea che i due
mondi, quello del comunismo e quello del capitalismo possono convivere, possono coesistere, "coesistenza politica",
non sono uguali non sono amici ma non ci facciamo la guerra, i cinesi dissero che stavano tradendo l'ideologia
comunista, l'esperimento poteva essere moderato, fu un cambiamento veramente importante, questa è la
"destalinizzazione implicita", cioè ci si stava allontanando da Stalin senza criticare Stalin, era però evidente che non
erano più le politiche di Stalin, nel 56' si passerà da una destalinizzazione implicita ad una "destalinizzazione esplicita",
si riunì il XX Congresso, ci sono i rappresentanti di tutti i partiti comunisti del mondo, il Congresso si aprì con un
discorso normale di Chruscev, si coglieva qualche novità, ma la parte pubblica non entrò nella storia, alla fine del
Congresso ci fu una seduta a porte chiuse, il Congresso era diviso in due, fu distribuito il rapporto finale del segretario,
questa volta però segreto, non divulgabile, un testo esplosivo, si attaccava frontalmente Stalin, i crimini di Stalin, si
parla soprattutto delle purhe degli anni 30', affermava che erano stati guidati da uno che ha fatto ammazzare molti dei
loro compagni, la cosa che colpisce è che non si fa un processo ad un partito, ma un processo ad un solo uomo, da
nessuna parte si dice che la colpa era di tanti, non si doveva andare avanti con il culto della personalità, dentro al
partito naturalmente c'era chi credeva che Chrushev avesse preso la strada sbagliata, o chi pensava o sapeva di essere
complice, chi pensava che si mettesse in crisi il partito, già nel 57' ci sarà una resa dei conti, Chruscev si trova
all'estero, si riunisce il Presidium, 11 persone, e 7 decidono di approvare una mozione per deporre il segretario, 4
restano fedeli, viene riunto il Comitato centrale, questo compie un atto inatteso, ovvero dissero che il Presidium si era
sbagliato e che non volevano deporre il segretario, ed era un atto inaudito che ciò che diceva il Presidium fosse
contestato, Chruscev rimase al suo posto, nonostante un rapido attacco ai 7 traditori, il gruppo antipartito, furono
battuti politicamente, estromessi dal Presidium, nessuno muore però, le purghe si fanno ma democraticamente, ecco
la differenza della nuova politica, Chruscev aveva introdotto delle enormi novità rispetto all'epoca staliniana, a questo
punto aveva mano libera per approfondire le riforme interne.
Lezione 23
Abbiamo parlato della svolta epocale del regime sovietico con il XX Congresso, che distingue quindi la
destalinizzazione implicita da quella esplicita post Congresso, l'uomo che fece da perno fu Chruščёv, il segretario del
partito e guida del governo, che durò fino al 64', poi fu politicamente defenestrato, il 56' fu un anno importante
quanto il 68', il messaggio del Cremlino dopo il Congresso fu che le riforme del 53' saranno accentuate, non esiste più
il mito fondante cioè Stalin, bisognava però impedire che fosse la fine del blocco sovietico, Chruscev aveva lanciato la
teoria della coesistenza pacifica, ciononostante non voleva dire fine del blocco comunista, quindi non si voleva la
libertà di uscirne, la svolta del 56' significò un nuovo avvicinarsi a Belgrado, i rapporti non furono mai idilliaci, c'erano
alti e bassi, in Polonia si avviò una fase di liberalizzazione, Gomulka che era stato purgato viene liberato, così come era
stato liberato il capo della Chiesa cattolica il cardinal Wyszyński, la destalinizzazione implicita aveva portato già delle
novità, tuttavia adesso vengono accentuate, Gomulka ricominciò a fare politica piena, con un buon seguito nel partito,
nell'estate ci fu un evento particolare, in occasione di una fiera internazionale a Poznan ci fu una manifestazione anti-
regime, la repressione fu forte, arresti processi condanne, il regime di fronte alla manifestazione assunse un
atteggiamento ambiguo, alcuni erano per la repressione, altri immaginavano che dietro questi atteggiamenti non
accettabili dei manifestanti ci fossero delle esigenze concrete, mostrassero un malcontento reale, nel partito il vecchio
capo stalinista Beirut era morto e nel partito era subentrato Ochab (letto Okab) , abbastanza in linea con il passato,
l'episodio di Poznan mise in luce che il regime e il POUP non erano non erano su una posizione indiscutibile ed unica
rispetto alle esigenze sociali, ci fu un dibattito durante l'estate, ci sono dei comunisti riformisti con a capo Gomulka
che spingono per il cambiamento, speravano che il proprio leader riprendesse le redini del partito, a Mosca si
guardava con molta preoccupazione in Polonia, e si era molto sospettosi di Gomulka e dei suoi seguaci, si giunse ad
una soluzione politica di questa crisi, il regime comunista polacco era diverso da quello che reggeva gli altri paesi del
blocco, lo dimostra ad esempio che nel paese gli operai occupano le fabbriche, estromettono il rappresentante del
governo, estromettono i rappresentanti sindacali, si auto-organizzano, non ci furono incidenti particolarmente gravi,
non si parlava di necessità di abbandono del socialismo, si arrivò ad una soluzione politica, arrivò una delegazione dal
Cremlino, con in testa lo stesso Chruščёv, per vedere cosa succedeva, ci fu una seduta plenaria del Comitato centrale
del partito, che era una sorta di Parlamento del partito, molta gente, si riunisce questo Plenum, ci sono decisioni
importanti da prendere, il storici parlano addirittura di un progetto di colpo di stato, gli stalinisti volevano ribadire il
proprio potere, di fare un passo indietro e non un passo avanti, si pensò ad una lotta politica così forte da dover
ricorrere alle maniere forti, la vera partita se la giocavano Gomulka e Chruščёv, Gomulka era stato riabilitato ma
preoccupava un po', Gomulka fu così abile da far capire a Chruscev che le sue riforme non avrebbero portato alla fine
del comunismo, non avrebbe significato fine del rapporto privilegiato tra Urss e Polonia, anzi ci sarebbe stata una forte
presenza militare sovietica sul territorio polacco, alla fine Chruscev permise che il maggior riformista tornasse al
potere e fosse eletto segretario, il POUP assumeva una direzione riformista, Gomulka fece molte promesse, riconobbe
dopo la presa di potere il ruolo dei comitati di fabbrica, cioè un sindacalismo spontaneo, e non guidato dal governo,
Gomulka se avesse fatto tenere delle elezioni libere probabilmente le avrebbe vinte, godeva di grande popolarità sia
nel partito che nella popolazione, in Polonia non ci fu la collettivizzazione forzata, i contadini potevano gestire le terre
in maniera indipendente senza però poi poter gestire il prodotto della terra, rispetto all'economia kolchoziana
sovietica questo voleva dire moltissimo, alla fine del regime il 90% dei terreni agricoli era in mano a piccoli proprietari
e non a fattorie collettive, si rivitalizzò il ruolo dei partiti nel Parlamento polacco, ci si riconcilia con quella parte della
società che sentiva come propria la resistenza non comunista, si avviò una fase di riconciliazione, era una fase positiva,
questa fatti polacchi l'opinione pubblica di altri paesi, altri ambenti cominciarono a sperare si potesse fare qualcosa di
simile, nel 55' ci fu un atto internazionale importante, finalmente l'Austria finalmente firmò la pace, 10 anni dopo la
fine della guerra, l'Austria aveva fatto parte della Germania, quindi era vittima o colpevole, alla fine si giunse ad una
pace che aveva nei suoi cardini la neutralizzazione della stessa, fino a quel momento truppe straniere comprese
l'armata rossa avevano occupato il territorio austriaco, la presenza dell'armata rossa su territorio austriaco
giustificavano la presenza dell'armata rossa su alcuni paesi che stavano più a oriente dell'Austria, come in Ungheria,
dopo che un paese firma la pace l'occupazione straniera non ha più significato, quindi con la pace la giustificazione
della presenza dell'armata rossa in alcuni paesi venne meno, fu creata un'alleanza, il Patto di Varsavia, che non svolse
mai azioni militari, assieme alla Nato avevano una funzione politica di deterrenza, aderire al Patto aveva un valore
soprattutto politico, al di fuori di questo si trovavano alcuni paesi, nel senso che non avevano le truppe straniere a
casa propria, come la Bulgaria, della Cecoslovacchia e la Romania, a riguardo c'era la questione della presenza delle
armate russe sul territorio, i russi si ritirarono sia da Bulgaria che Romania, l'esempio polacco agì sulla questione
ungherese che di per se era già molto effervescente, Rakosi dovette dividere il potere con Imre Nagy (letto Noghi), un
comunista ma di quelli nazionali, con cui era in contrasto, un uomo che credeva molto nella Nep, avvicinato alla figura
di Bucharin, che non avrebbe mai voluto una collettivizzazione, in Ungheria c'era stato un biennio comunista di Nagy
continuamente in contrasto con Rakosi, segretario del partito, infine nel 55' Nagy era stato estromesso, Rakosi aveva
ripreso il controllo del potere, anche se al governo aveva messo vicino a lui un giovane, Andràs Hegedüs, può essere
definito un dissidente, sembrava nel 55' che il riformismo fosse sconfitto, neanche in Ungheria si poteva dire che fosse
ripristinata la linea stalinista, c'era in Ungheria il circolo dei Petofi, non contestava di per sé l'idea del regime, ne
contestava la sua natura, voleva che quanto avvenuto fino al 53' fosse fortemente denunciato, il circolo dava molto
fastidio, Rakosi lo voleva spegnere, nel 56' ci riuscì, riuscì a farli condannare dal partito, passa poco tempo e quello
stesso partito estromette Rakosi, perché in realtà gli elementi riformisti sono presenti e trovano appoggio nel
Cremlino, approvarono allora una linea riformistica, gradi elogi nei confronti di Rakosi ma non è più segretario viene
estromesso dal potere, non una vittoria piena del riformismo, il suo stretto collaboratore prenderà il suo posto, Ernő
Gerő (letto Gheré), ci sono persone che vengono riabilitate dopo le purghe, prende quota anche Kadàr (letto Kadaar),
Nagy non viene solo fatto cadere come PdC ma viene estromesso dal partito, ad estate 56' i dirigenti lo rivogliono nel
partito, nel settembre si agitano anche gli studenti, con richieste politiche di rilievo, con i loro 14 punti, di vario
genere, sostanzialmente chiedono impetuosamente la liberalizzazione del regime, chiedevano una revisione storica,
quella stessa che aveva chiesto il circolo Petofi, volevano la riabilitazione della morte di Rajk (letto Roik), non bastava
lasciar correre ma bisognava riabilitare Rajk, ammettere di aver commesso un errore nell'ammazzare Rajk, ecco
perché l'aggettivo effervescente quando si parla di Ungheria nel settembre ed ottobre, l'esempio polacco fu visto
come un esempio da seguire, finché gli studenti si riunirono nella piazza del nuovo Parlamento (il vecchio Parlamento
è l'istituto italiano di cultura) e continuavano a chiedere i loro punti, ma chiedevano un'altra cosa, il ritorno al governo
di Nagy, di fronte alla situazione che si faceva incandescente si promise il suo ritorno al governo, mentre il segretario
del partito si trovava in Jugoslavia, Nagy ebbe il compito di frenare tutto questo, commise l'errore sin da subito
quando affacciandosi iniziò con la parola "compagni", la folla non reagì bene, c'erano nella piazza degli elementi che
volevano andare oltre, la parte più radicale, sembrava che Nagy potesse porre un freno, presso la sede della radio ci
furono i primi morti, sostanzialmente dal punto di vista politico in strada ci sono incidenti gravi, a questo punto
abbiamo un invito del governo all'armata rossa a collaborare alla repressione, ci furono quindi scontri non solo con la
polizia ma con l'armata rossa, non si citano le truppe armate ungheresi perché in buona parte solidarizzarono con gli
insorti, Nagy riuscì a tamponare a frenare, convinse i sovietici a ritirarsi e agli insorti di porre fine agli episodi di
violenza, politicamente stava cercando di affermare una rifondazione del regime di stampo socialista per il momento
non di pluralismo dichiarato, ci fu una tregua di pochi giorni, questa è la prima fase degli eventi, il 23 ottobre è festa
nazionale ungherese, dopo una fase di tregua il governo Nagy va avanti con lo slancio riformistico su due piani, Kadàr
ha assunto le redini del partito, viene estromesso anche lui, cambia il partito e viene rifondato, cambia nome, Partito
Socialista Operaio Unificato, ricorda quello polacco, sembrano Kadàr e Nagy coloro che guidano questa riforma, Nagy
apre il governo a partiti che erano stati chiusi, il governo durerà pochissimo, importanza enorme il gesto di Nagy di
dichiarare l'uscita dell'Ungheria dal Patto di Varsavia, per il Cremlino questo fu particolarmente grave, Chruscev si
consultò con gli altri paesi comunisti europei e non, persino con la Cina, nessuno pose un veto, tutti erano spaventati
dalla situazione ungherese, persino il mondo occidentale, il partito comunista italiano fu durissimo, molti addirittura
uscirono dal partito, il famoso gruppo dei 101, il Manifesto dei 101 è il nome con il quale è generalmente conosciuto
un documento, completato il 29 ottobre 1956, pochi giorni dopo l'inizio della rivolta ungherese, firmato da numerosi
ed autorevoli intellettuali italiani, simpatizzanti o iscritti al Partito Comunista Italiano, si diceva che in Ungheria c'era
un tentativo di colpo di stato dei vecchi seguaci di Horthy, dei vecchi seguaci delle Croci frecciate, l'1 novembre di
mattina Kadàr fece un discorso di appoggio al Governo, la sera si recò invece verso l'ambasciata sovietica, dove c'era
Andropov, anni dopo segretario del Partico Comunista sovietico, capo del KGB, Kadàr fu portato in territorio sovietico
e decise di cambiare completamente, condannare quello che stava facendo Nagy e creare un governo alternativo
operaio contadino, quindi infine l'armata rossa torna ad attaccare, quindi scontri con gli insorti, Nagy mandò un
appello al mondo dicendo che veniva violata la sovranità ungherese, così si rifugia dentro l'ambasciata jugoslava,
cominciò una dura repressione, gli anni che seguirono furono molto duri, sembrava di essere tornato al clima di
Rakosi, furono arrestate moltissime persone, processi e condanne a morte, il clima avrà termine nel 60', dopo di allora
il nuovo leader del regime Kadàr avviò una linea completamente diversa, un dialogo con la società e un comunismo
liberaleggiante, abbiamo la creazione del comunismo più libero in assoluto, seguiva un po' di più i bisogni della società
senza cedere potere, quindi su questa tragedia poi è fiorito il comunismo più morbido, e quindi possiamo concludere
che Polonia ed Ungheria siano il prodotto del XX Congresso, espressione della destalinizzazione esplicita, il Blocco e i
regimi avevano vissuto una crisi che poteva essere mortale, in realtà fu un fattore di crescita, queste vicende non sono
isolate, ma sono vicende di un blocco, in contemporanea ai fatti d'Ungheria c'è la crisi di Suez, una crisi che divide il
mondo occidentale, su Suez c'è una virtuale alleanza tra Mosca e Washington, tutto questo complicava di molto la
situazione, dopo l'anno chiave del 56' ci sarà l'anno chiave del 68', non solo in Francia e Italia, importante questa volta
in particolare a Praga, la Primavera di Praga, nel 68' ci fu un tentativo di riforma del socialismo reale.
Lezione 24
Ieri si è parlato di rivoluzione ungherese e la Polonia, oggi parliamo dei Balcani, anche in Jugoslavia si era formato un
regime comunista, nonostante le sue peculiarità, questo regime stalinista nel giro di poco tempo si scontrò con la casa
madre di Mosca, nel senso che nel 48' ci fu una clamorosa rottura tra Mosca e Belgrado, i motivi riguardavano la
geopolitica e non l'ideologi, cioè in un'epoca di guerra fredda Stalin e il gruppo dirigente non gradivano un paese che
invece di accettare un ruolo secondario di paese satellite facesse una propria politica, c'era un'idea federale, un'idea
che non era recente,
siamo alla rottura tra i comunisti jugoslavi capeggiati da Tito e Stalin, questo passaggio segnò un'opportunità per la
Jugoslavia di aprire una stagione diversa, sia in politica che economia, in campo economico si avviò questo famoso
esperimento dell'autogestione, Tito pensò che era necessario orientarsi verso un modello si controllato dal partito
comunista ma un modello che abbandonasse la rigida pianificazione sovietica dei piani quinquennali, introducendo un
elemento più partecipato delle forze produttive, questo volle anche dire l'avvio di una nuova proiezione internazionale
del paese, Tito sarà peraltro uno dei principali leader dei paesi non allineati, quei paesi che non si riconoscevano ne
nel blocco occidentale ne orientale, una terza via nel campo delle relazioni internazionali, mettendo la Jugoslavia in
equidistanza tra est ed ovest, questo forse è stato il segreto del consolidamento della Jugoslavia, faceva da cuscinetto
tra occidente ed oriente, anche nei Balcani era necessario avere una nuova posizione, uno dei motivi di rottura tra Tito
e Stalin era proprio quest'ambizione di Tito di creare un polo terzo o antagonista simile all'Urss nella penisola
balcanica, Tito voleva inglobare l'Albania e la Bulgaria, creando un nuovo polo comunista, una grande federazione
balcanica comunista, creando conseguenze importanti per questi paesi, l'Albania che fine al 48' era stata una sorta di
dependance della Jugoslavia, alla fondazione del Cominform l'Albania è l'unico di questi Stati che non ha un proprio
rappresentante, lo si riteneva uno Stato secondario, nel 48' con la rottura c'è quest'ulteriore conseguenza, riesce a
staccarsi da questa tutela jugoslava, e ad attestarsi su posizioni rigidamente fedeli all'ortodossia stalinista, stesso
discorso per la Bulgaria, un discorso un po' diverso, dopo la rottura viene messo in moto uno sviluppo progressivo
dello Stato jugoslavo, Tito memore dell'esperienza difficile della prima Jugoslavia, che era uno Stato monarchico e
centralizzato, non aveva nessun livello secondario del potere politico o forme di autonomie, questo aveva creato una
serie di problemi nei rapporti fra le varie popolazioni, in particolare fra croati e serbi già fra le due guerre mondiali, la
Jugoslavia comunista di Tito invece è federale, sono 6 repubbliche unite con un vincolo federale, nel corso degli anni
50' questo vincolo federale decentrato viene accentuato, e cioè alle singole repubbliche vengono attribuiti più poteri,
viene aumentato l'autogoverno di tipo locale, nel 53' ci fu una profonda revisione della Costituzione, la prima
Costituzione fu quella del 46' subito dopo la guerra, stalinista, costruita sul modello sovietico , nel 53' viene
accentuato il carattere decentrato, viene istituita un'assemblea federale, i comunisti jugoslavi avevano pensato che
alle regioni bisognasse garantire una maggiore autonomia, in quest'assemblea federale sedevano i rappresentanti di
queste 6 repubbliche assieme ai rappresentanti di queste province autonome, viene istituito un altro organismo,
propedeutico a capire il sistema dell'autogestione, il consiglio dei produttori, espressione del mondo produttivo, che
avevano una sorta di rappresentanza politica, abbiamo due estremi temporali, la Costituzione stalinista del 46' e
quella più jugoslava del 53', la Jugoslavia a metà anni 50' comincia a proporre un nuovo modello di socialismo, quello
dell'autogestione, è una delle vie nazionali al comunismo diversa dall'ortodossia di Mosca ma pur sempre espressione
di un'ideologia comunista, queste modifiche avvengono anche a livello di partito, il partito comunista viene riformato
creando la cd Lega dei comunisti, il cui segretario, Tito, era il leader del paese, anche il partito viene decentrato, il
concetto di "autogestione" è molto combattuto, ed è la possibilità che le forze produttive possano contribuire nelle
principali scelte di politica economica, nel modello stalinista abbiamo la rigida pianificazione dall'alto attraverso i piani
quinquennali, ovvero il segretario e i suoi collaboratori si riuniscono e dicono noi da qui a 5 anni dobbiamo fare
questo, poi si fa un bilancio, è tutto rigidamente pianificato, il mercato non è ammesso, le forze della società vengono
imbrigliate, con l'autogestione questo cambia, grazie ai consigli di fabbrica c'è la possibilità di suggerire degli indirizzi
di politica economica, c'è quindi un'apertura alle esigenze che provengono dal livello locale, in realtà questo sistema è
stato definito un sistema teorico, una dichiarazione di principio, era abbastanza illusorio, alla fine dietro le scelte
importanti c'era sempre la dirigenza comunista, la Jugoslavia cominciò a ricevere una massiccia dose di aiuti economici
internazionali dal mondo occidentale, era aperta agli scambi internazionali, il che aveva un significato anti-sovietico,
non era diventato uno Stato democratico o capitalistico, la Jugoslavia rimaneva una dittatura comunista, ma qualcosa
di atipico, era un Stato che aveva equidistanza tra i due blocchi e che portava avanti il proprio modello di sviluppo
politico, conservava quindi l'impronta ideologica comunista, Tito era pur sempre stato un fedele seguace della dottrina
di Stalin, non va dimenticato che Tito prima di fare la resistenza degli anni 40' in Jugoslavia come molti altri comunisti
dell'epoca era a Mosca in esilio, e li aveva appreso i metodi dello stalinismo, la Jugoslavia era stata messa in piedi
secondo il modello sovietico, è solo dal 48' che questo modello comincia a cambiare, c'erano differenti livelli di
sviluppo tra il nord e sud del paese, e quindi l'occidente vedeva con favore questa deviazione di Tito, questa rottura
con Stalin poteva essere utile all'Occidente, poteva essere una formula di collaborazione in termini anti-sovietici, però
per Stalin era meglio questa situazione che un paese legato economicamente e politicamente all'occidente, l'Urss ad
esempio interviene in maniera forte in Ungheria, nel 53' poi c'è Chruscev e la destalinizzazione, Stalin è morto, e
questo comporterà anche un riavvicinamento progressivo tra Mosca e Belgrado, in Jugoslavia si apre quindi una nuova
epoca, si riaprono i rapporti, nel 63' ci sarà un'ulteriore riforma costituzionale, che continua a recepire queste
trasformazioni, la Costituzione del 63' fu un compromesso tra le varie correnti, negli anni 60' questo processo
prosegue, ci sarà più avanti la primavera di Praga, nel 68', poi nel 71' ci sarà a Zagabria la "primavera croata", una serie
di scioperi nelle fabbriche, nelle università, uno sciopero generale, vengono fatte delle richieste, volevano ad esempio
una banca centrale, viene chiesta la possibilità di avere un seggio alle Nazioni Unite, le economie delle varie regioni
jugoslave erano molto differenti, quindi era la volontà di istituire una banca nazionale del paese, croata, per stabilire la
propria politica monetaria, queste richieste non sono ben accolte da Belgrado, a questo sciopero generale Tito
risponde con una serie di purghe interne, vengono messi da parte questi leader, dagli anni 70' la Jugoslavia comincia
ad avere problemi, i mali tipici di un'economia non più centralizzata, abbiamo una forte inflazione, aumenta la
disoccupazione, aumenta il flusso migratorio, sia verso l'esterno che verso l'interno, proprio perché il paese comincia a
dare segnali di crisi, il governo non si oppone ai flussi migratori, abbiamo i mali tipici di un'economia che non è più
centralizzata, viene avanzata anche la rivendicazione della lingua, la lingua ufficiale era il serbo-croato, gli intellettuali
croati cominciano a parlare di lingua croata e non più di serbo-croato, Tito reagisce con le purghe ma nel 74' arriva
un'altra riforma costituzionale, altro tentativo di conciliare le idee contrapposte nel paese, si cerca di imbrigliare nella
struttura statale e della Lega dei comunisti quello che era il vivace sviluppo economico e sociale del paese, questa
Costituzione prevede il diritto di secessione da parte delle singole repubbliche, era una sorta di riconoscimento a
queste entità locali, il che si rivelerà fondamentale durante gli anni 90', perché quando si avvierà il processo di
dissoluzione del paese il primo atto che viene messo in pratica dai singoli parlamenti locali è quello di proclamare
l'indipendenza attraverso l'uscita dalla federazione jugoslava grazie a questo articolo costituzionale, sappiamo che poi
questa indipendenza proclamata negli anni 90' a dato vita a delle guerre, la Costituzione del 74' rimanda la risoluzione
delle varie questioni nazionali del paese, soprattutto quella croata, in questo periodo abbiamo più fattori, negli anni
80' quei problemi economici di cui parliamo verranno a galla, in seguito morirà Tito, si creerà così un vuoto di potere,
vengono aumentate le tendenze particolari di ogni singolo leader, ognuno vuole più potere, non ci fu più una figura
super-partes, si affianca al comunismo allora una nuova ideologia, quella del nazionalismo, ognuno comincia a
rivendicare la propria identità, gli anni 80' sono gli anni di una pesantissima crisi economica, la Jugoslavia era una
paese profondamente indebitato, nelll'82 viene dichiarata la bancarotta del paese, 2 anni dopo la morte di Tito, dopo
la morte di Stalin la situazione è cambiata, questo contribuisce ad accentuare i contrasti tra le singole repubbliche,
quindi morte di Tito, crisi economica, disoccupazione, si mette in moto anche un processo di cambiamento nella sfera
dei rapporti internazionali, non sarà più lo Stato intermedio tra est ed ovest, inizia un doloroso e lento processo si
disgregazione del paese, andava risolta una lunga questione nazionale, il nazionalismo diventa la nuova ideologia, ciò
che consente ai comunisti di rimanere al potere, ed è sempre ciò che porterà con l'apertura al multipartitismo degli
anni 90' a scomparire, nel tempo la Jugoslavia si disgregherà e scomparirà di nuovo, nel 1914 c'è la scintilla a Sarajevo
della WWI e sempre qui abbiamo l'assedio di Sarajevo, ecco perché è stato detto che il secolo breve si era aperto e
chiuso a Sarajevo, quindi ricapitolando, la prima Jugoslavia quella monarchica dei Karadjorjevic quella tra le due
guerra mondiali, che nasce dopo la WWI, Stato fortemente accentrato, per la seconda volta viene distrutta nel 41'
durante la WWII con l'attacco delle potenze dell'Asse, che occupano il paese e lo smembrano, rinasce nel 44' grazie al
movimento di resistenza partigiano guidato da Tito, nasce su una base diversa, una base federale, quindi una
federazione di 6 repubbliche, dal 91' in poi avviene questa seconda morte della Jugoslavia, attraverso questo processo
di disgregazione violento e di guerra, prima la Slovenia nel 91' poi la Croazia, e Milosevic nuovo leader jugoslavo
reagisce, ma ormai era tardi e il paese si stava disgregando, nel 92' anche la Bosnia proclama la propria indipendenza,
Bosnia che era particolarmente multietnica, ci fu un lungo e greve scontro, una guerra nell'ex Jugoslavia fu violenta, a
causa di bande armate che hanno affiancato l'opera degli eserciti, per purificare quel territorio da presenze che
vengono considerate estranee,
altro argomento è la Bulgaria comunista, per quanto riguarda la formazione del regime, a differenza della Jugoslavia è
un fedelissimo satellite dell'Urss, un forte legame, non si discostano alle direttive di Mosca, vengono messe in atto
tutte le misure tipiche sovietiche, vengono rigidamente assunte le disposizioni sovietiche, nei Balcani abbiamo una
serie di esperienze atipiche che fanno si che l'Urss non aveva un controllo diretto e preponderante su questi paesi,
cosa che non avviene nei paesi che costituivano il vero impero sovietico, ovvero i paesi dell'Europa centrale, Polonia,
Cecoslovacchia, Ungheria, che guarda caso sono quei paesi dove l'Urss non ha accettato alcun tipo di eresia, di
direttiva diversa rispetto alla disposizioni di Mosca, tranne che per il caso bulgaro, la Bulgaria non si discostava dalle
disposizioni sovietiche, c'era una convergenza molto forte con la Bulgaria, viene sovietizzato, con tutte le misure
tipiche della pianificazione economica del paese, quindi collettivizzazione e industrializzazione pesante, in Bulgaria
viene applicato il modello stalinista, il 48', la rottura tra Tito e Stalin ha delle conseguenze anche qui, viene messo in
atto un processo di purghe interne per eliminare gli oppositori, venivano accusati di titoismo, questo accadeva in tutto
il mondo sovietico, e con questo si intendeva una deviazione ideologica simile a quella di Tito, vengono quindi messi
da parte gli oppositori, negli anni 50' con il mutamento dei rapporti internazionali abbiamo un isolamento esterno del
paese, parlando di rapporti, nel 53' c'è il patto balcanico tra Jugoslavia Turchia e Grecia, la Bulgaria si sentiva isolata,
ecco anche perché questo stretto legame, non aveva interlocutori validi, il partito comunista deve necessariamente
guardare a Mosca, quindi fedeltà assoluta, abbiamo una serie di leader dopo la morte di Dimitrov, che aveva edificato
la Bulgaria comunista, fino ad arrivare nel 54' all'ascesa di un personaggio fondamentale, Zivkov, che rimarrà per 30
anni, una figura non legata alla vecchia dirigenza che si afferma come nuovo leader fino al 1983, un lungo periodo di
potere personale, anche lui allineato fortemente a Mosca.
Lezione 25
Chruscev resta al potere fino al 64', quando verrà estromesso, come si è preparata questa estromissione, solo 7 anni
dopo il grande successo del 57', quando avvia la destalinizzazione esplicita, attaccando frontalmente l'immagine di
Stalin, l'anno dopo ci fu il regolamento di conti con chi non voleva questa riforma interna del sistema, metterà quindi
fuori queste persone, nel 54' prenderà la guida anche del Governo, andando contro un principio del 53' che diceva che
lo stesso uomo non doveva guidare sia il Governo che il partito, della sua estromissione si discute se abbiano pesato
più fattori di politica estera od interna, continuò con la sua politica della coesistenza pacifica, la sua epoca vide sia
l'alzata del muro di Berlino che i missili di Cuba, e cioè non sembrava essere sulla linea della coesistenza pacifica,
tuttavia non si tornò al clima di guerra fredda, proseguì il dialogo, ha proseguito sulla sua linea, ciononostante ci sono
stati vari episodi, le iniziative innovative dei singoli governi erano destinati a fallire proprio perché c'era il rischio di
entrare in allarme nel o con l'altro blocco, la situazione dello Stato tedesco orientale era atipica, perché uno Stato
costituito nel territorio di un altro Stato, era la zona di occupazione sovietica, c'erano due Germania e due Berlino, in
Germania est c'era il Partito socialista unificato, la SED, era la somma del partito socialista e del partito comunista, non
aveva la maggioranza, era una storia strana rispetto agli altri partiti comunisti, non era ne socialista ne popolare, ma
democratico, perché erano in una fase di transizione, questa terminologia aveva un suo senso politico, aveva un
tallone d'Achille, vista la grande emigrazione verso Berlino ovest si decise di erigere un muro anche nella capitale, nel
1961, che diventò il simbolo della divisione dei due campi, eretto più per volontà tedesca che non sovietica, furono
chiuse le metropolitane, quest'episodio quindi non era nel segno della distensione, ci fu un'altra crisi, la crisi de missili
di Cuba, il blocco navale statunitense e il ritiro dei missili di Chruscev, gli Usa promisero di ritirare i missili dalla
Turchia, all'epoca passò come una sconfitta sovietica, si credeva che Chruscev rispettasse poco la dirigenza e che
agisse molto da solo, creò due organizzazioni nel partito, una che si occupava di industria e una che si occupava di
agricoltura, questa cosa non piaceva alle burocrazie che venivano esautorate, ad esempio tolse potere ai ministeri e
creò degli organismi economici per ogni repubblica, creò le aziende nazionali sovietiche, enti che sovrintendevano e
toglievano potere centrale al ministero dell'economia, si era creato un forte dissenso nel partito e
nell'amministrazione pubblica, furono le premesse che prepararono il terreno, aveva riunito frequentemente la
conferenza del partito, fu un rilancio della destalinizzazione, ci fu un evento simbolico durante la XX, fu sepolta altrove
cioè spostata la salma di Stalin, nel 64' in un contesto generale turbato si arriva alla defenestrazione, assolutamente
corretta e legale, non si ripeté l'errore del 57', questa volta la proposta nasce nel Presidium, si riunì il Comitato
centrale, fu ringraziato e messo in pensione, estromesso dal potere, accadde mentre lui non era nemmeno a Mosca,
nella nuova dirigenza c'erano elementi nuovi che non appartenevano alla vecchia guardia, non erano legati allo
stalinismo e alle politiche di Stalin, allo stesso tempo non condividevano le politiche di Chruscev, Breznev e Kosygin
(letto Kosighin) in prima line, è un periodo di cambiamento a livello anche tecnologico, Breznev fu in qualche modo un
elemento di equilibrio all'interno del blocco della dirigenza e di coloro che sostenevano la dirigenza, resto per 18 anni,
l'Urss aveva ottenuto grandi successi tecnologici, però alle spalle di questi successi sovietici non c'era una società
caratterizzata da un rapido sviluppo tecnologico, era un'economia lenta e burocratizzata, pur avendo potenzialità non
le sfruttava fino in fondo, nonostante ci fosse un'economia ingessata, nella seconda parte del segretariato di Breznev
abbiamo una fase di stagnazione economica, alla sua morte l'Urss sarà in una situazione un po' difficile, viveva in uno
stato di sospensione, il blocco politico sociale che sosteneva il regime era fatto dalla grande industria e dal mondo
militare, Breznev era il simbolo di questo blocco, il mondo dell'agricoltura era più una palla al piede che una risorsa,
c'era anche dissenso nel blocco comunista, segnali già negli anni 50', coloro che li contestavano erano i cinesi, c'erano
differenze ideologiche e politiche tra Pechino e Mosca, credeva di non essere stata sufficientemente sostenuta nello
sviluppare l'economia cinese, fu la prima aperta dissidenza, non accettavano la linea del XXII Congresso, in più nel 64'
ci furono degli incidenti di frontiera con l'Urss, fu quindi chiara la spaccatura, Pechino li accusava di essere dei
revisionisti, di essersi allontanati dall'ideologia marxista leninista, non era un conflitto meno ideologico ma politico, e
un conflitto geo-politico, si passò dal bipolarismo al tripolarismo grazie alla volontà e capacità USA, la famosa
democrazia del ping pong, cioè lo scambio di giocatori di ping pong tra Cina e USA, il che aprì la strada alla distensione
tra le due potenze, in seguito ci sarà la storica visita di Nixon in Cina,
per quanto riguarda il blocco dei paesi sovietici, l'Albania prese un'altra traiettoria, un altro paese in maniera
inaspettata avviò una politica autonomistica, quello romeno, in Romania, che aveva delle motivazioni di carattere
nazionale per avviare una politica di autonomia rispetto a Mosca, i membri del blocco erano legati sia al Patto di
Varsavia, che al Comecon, a livello economico, nato negli anni 40', era un consiglio di aiuto economico reciproco, cioè
gli Stati dovevano aiutarsi, non incise molto, non può essere paragonato alla CEE, si è continuato ad avere un insieme
di paesi che trattavano in maniera bilaterale, senza normative comuni, che addirittura non ammettono il cambio della
moneta, tuttavia si cercò di fargli acquisire un po' di dinamica a questo organismo durante Chruscev, una divisione
combinata del lavoro, si teorizzò uno sviluppo economico combinato, un paese fa delle cose e un altro ne fa altre, i
dirigenti romeni non gradivano questa situazione, perché la Romania non voleva questo, perché non era un paese
all'avanguardia, i dirigenti volevano che il proprio paese diventasse sempre più industriale e meno agricolo, cercavano
di opporsi sul dividersi dei compiti, perché gli altri dovevano avere industrie e loro dovevano zappare la terra, un
professore universitario fece una proposta di collaborazione ardita, cioè creare una regione economica comune di
collaborazione tra gli Stati, tra i tre paesi, Urss (Moldavia in particolare)-Romania-Bulgaria, di 100 mila km quadrati,
1/3 dell'Italia, questo i romeni non lo volevano, di fronte a questa proposta i romeni gridarono all'attentato alla
propria sovranità, non volevano autorità internazionali sul proprio territorio, tutto questo sfociò in una dichiarazione
ufficiale del partito comunista romeno, in cui si diceva chiaramente che ogni dirigenza comunista comandava a casa
sua, nessuno si doveva permettere di dare la linea, alla guida del partito in quel momento c'è Gheorghiu-Dej (letto
Jorgu Desc), aveva seppellito molti compagni, ad eliminare i concorrenti, Gheorghiu-Dej e Chruscev avevano per di più
un'antipatia personale, muore nel 65', il gruppo dirigente doveva trovare un sostituto, il successore scelto fu Nicolae
Ceaușescu, che si era forgiato a Londra, negli anni diventò sostanzialmente un dittatore, fu l'epoca Ceausescu,
la Cecoslovacchia aveva accettato la destalinizzazione con molta calma, Novotny, l'uomo delle purghe, non fu messo
da parte, aveva adottato una prudente destalinizzazione, questo nel corso degli anni 60' la destalinizzazione prese più
piede, il regime intervenne per censurarli, tutto questo vedrà delle grandi novità nel 68', all'interno del partito si creò
un'ala riformista, a fronte di una conservatrice che faceva capo a Novotny, segretario del partito e PdR, qualcuno
chiese il parere sovietico, e Breznev rispose "questo è un fatto vostro", riferendosi a chi doveva comandare in quel
partito, pochi mesi dopo fece tutt'altro, manderà i carri armati in Cecoslovacchia, ad inizio 68' il gruppo riformista
conquista tutte le cariche, viene eletto Alexander Dubček, non c'erano persone che volevano cambiare la natura del
regime, volevano permettere alla società di esprimersi in maniera più libera, di influenzare le scelte politiche, c'era
ovviamente chi voleva superare anche il monopartitismo, cioè tornare al pluralismo, c'erano anche riformisti radicali
quindi, queste proposte radicali misero in agitazione la dirigenza sovietica, il caso cecoslovacco ha diviso il mondo,
d'accordo, le dirigenze degli altri paesi comunisti decisero di intervenire, è la Primavera di Praga, ci fu qui un'invasione,
ci fu una reazione politica, si riunì il Congresso in anticipo e si condivise la linea di Dubcek, nel frattempo la dirigenza
cecoslovacca portata in territorio sovietico aveva accettato l'intervento, ci fu l'eliminazione politica di questa dirigenza
riformista, non furono sostituiti con elementi riformisti conservatori, ma con elementi intermedi, ad esempio Husàk,
alcune idee della Primavera furono mantenute in essere, ad esempio si diede soddisfazione agli slovacchi con
l'approvazione di una legge dopo l'invasione che metteva sullo stesso piano la Rep. Ceca e la Rep, Slovacca, si dava un
carattere federale allo Stato, nella sostanza però tutte le idee di liberalizzazione della società furono messe a tacere, ci
fu un'espulsione di massa dal partito, persone fuggite all'estero, la Primavera di Praga fu spenta con questa invasione
militare, spiegata a cose fatte ad inizio 69' da Breznev, è qui che Breznev enuncia la sua "dottrina Breznev", quando il
socialismo è in pericolo in uno Stato gli altri Stati devono intervenire, il che voleva dire che uno Stato socialista non ha
sovranità, ad inizio 69' ci fu l'episodio più clamoroso della protesta, alcuni studenti si dettero fuoco, prendendo
ispirazione dai bonzi del Vietnam, dandosi fuoco, ancora un movimento di dissenso molto noto, la Charta 77',
raccogliendo lo spirito di Helsinki, fu un caso clamoroso di dissenso, inoltre il regime romeno che era tardo stalinista
socializzò con Praga, in verità non furono neanche avvertiti, non parteciparono, ribadivano l'autonomia rispetto a
Mosca, la sera dell'invasione in Cecoslovacchia Ceaușescu condannò in maniera pesante l'invasione, affermando che in
Romania qualora fosse avrebbero trovato una resistenza armata forte, ci fu la creazione del mito nazional comunista,
del leader nazional comunista.
Lezione 26
Abbiamo citato il caso jugoslavo, il caso cinese e il caso romeno, in più ci sono paesi come la Polonia che hanno delle
particolarità, bisogna citare un altro paese, l'Ungheria e i fatti del 56', il nuovo gruppo dirigente, il capo del partito
socialista operaio, Kadàr, avviò una linea politica diversa rispetto alla durezza della repressione del 56', ciò che si
chiamava il "socialismo del goulash" (se fosse italiano diremmo socialismo degli spaghetti), in realtà offriva alla società
un patto tacito, non immaginate di poter rovesciare il regime, non pensate di staccarvi dall'Urss, però in cambio avrete
dei margini di libertà nella vita quotidiana, ci furono delle concessioni, possibilità di spostarsi, possibilità di parlare più
liberamente, on si fece l'autogestione jugoslava, ma tutto sommato si consentì alle aziende di avere una politica
economica propria autonoma, di avere ad esempio rapporti con partner esteri, avere quei rapporti significava poi
risentire delle crisi internazionali (con Kàdàrismo o Comunismo Goulash, ci si riferisce alla varietà di comunismo
praticato nella Repubblica Popolare d'Ungheria dal 1960 fino al crollo del socialismo nel 1989, composto da elementi
di libero mercato e di maggiori diritti umani, ha rappresentato una riforma e una deviazione dei principi sovietici
applicati in Ungheria nel decennio precedente, questa portò a definire la Repubblica Popolare d'Ungheria come la
"caserma più felice del campo socialista"), fu il simbolo di una tendenza micidiale per quei regimi, e cioè la tendenza
ad indebitarsi, in quel caso il problema era che ci si indebitava con l'altro campo, con gli avversari, non c'era solo la
dipendenza con l'Unione Sovietica, ma si finiva per essere dipendenti economicamente con l'esterno del blocco, in
termini di prestiti con l'Occidente, il che voleva dire procrastinare i problemi, ci si rivolgeva a quel mondo che si
criticava, al mondo del capitalismo, accentuava la comparazione tra paesi comunisti e di libero mercato, questa svolta
liberaleggiante del regime conteneva anche degli elementi di dissoluzione del regime stesso, quando a fine anni 80'
tutti i regimi comunisti cadranno, l'Ungheria sarà il paese che farà da battistrada, rappresenta una variante, preparerà
coscientemente la sua autodissoluzione, i cittadini ungheresi hanno vissuto una vita più serena rispetto ad altri paesi
comunisti, con controlli più limitati, progressivamente si riprodussero degli usi e consumi che stupiscono per quei
regimi, ad esempio la proprietà della casa, normalmente nei regimi comunisti non c'era la proprietà, si pagavano dei
fitti a prezzi politici, il 10% dl proprio stipendio, in Ungheria si tornò alla proprietà della casa d'abitazione, entrò nelle
organizzazioni finanziare internazionali, permise l'apertura di una piccola borsa a Budapest, e qui siamo proprio verso
la fine del regime, anche l'Ungheria rappresenta una variante, questa variante sembra aver influenzato in parte anche
colui che ha causato la fine del blocco e dell'Unione Sovietica, cioè Gorbaciov, colui che porta le riforme a Mosca,
fino all'82' era stato segretario Breznev, si avvertiva l'esigenza di innovare, fu eletto al suo posto colui che guidava il
KGB, il comitato per la sicurezza, Andropov, nonostante venga dal mondo dei servizi, si rende conto fosse necessario
fare riforme, morì purtroppo dopo 1 anno, il gruppo dirigente era fatto oramai sostanzialmente da anziani, dopo di lui
fu eletto Černenko, anche lui morirà molto presto, di "raffreddore", c'era l'usanza di non far sapere molto di quello che
accadeva anche quando si parlava di salute, dunque un nuovo tentativo sostanzialmente di non cambiare molto,
sicché emergerà una persona molto più giovane, un uomo vicino ad Andropov, spinto da un grande vecchio del
partito, che ebbe l'intelligenza di capire che c'era
bisogno di forze nuove, e propose il nome di Gorbaciov come segretario, lui immaginava una riforma del regime, non
la sua fine, la fine del comunismo e dell'Unione Sovietica, anche lui dovette affrontare il problema della politica
economica, produrre di più, rendere più produttiva un'economia che tanto produttiva non era, in questo contesto
prima cosa che disse fu di migliorare la capacità di produrre, quindi accelerare, uskoréniye, lanciò due parole d'ordine
molto più popolari e rimaste nella storia, il simbolo di quell'epoca, "perestroika", ricostruire, ristrutturare, e
"glasnost", capacità di esprimersi, si smise di nascondere ciò che avveniva nel paese, un esempio fu l'incidente di
Cernobyl, fu scoperto dall'estero, il Cremlino ammise e spiegò ciò che era successo, era importante di questo fatto che
il regime ha spiegato quanto successo, è anche l'uomo che comincia a viaggiare molto anche nei paesi occidentali, e a
presentarsi come un uomo rassicurante, ebbe grande popolarità, i punti essenziali della sua politica furono che si
voleva riavviare il motore dell'economia, va sottolineata una parte