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CAP 6.

LE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE:

IL RAPPORTO GIURIDICO: Il rapporto giuridico è la relazione tra due soggetti, regolata dall’ordinamento
giuridico. Il Soggetto Attivo è colui al quale l’ordinamento giuridico attribuisce il potere (es. di pretendere il
pagamento - diritto soggettivo); il Soggetto Passivo è colui a carico del quale sta il dovere (es. di pagare). Le
persone tra cui intercorre un rapporto giuridico sono dette “Parti” (ad es. di un accordo-contratto); chi invece
non è “parte”, è “Terzo”, e quest’ultimo non è assolutamente toccato dagli effetti del rapporto giuridico tra le
parti.

SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE ATTIVE: Innanzitutto, è necessario ricordare la definizione di


“Diritto soggettivo”. Questo, infatti, è il Potere di Agire, da parte del Titolare di quel diritto, per il
soddisfacimento di un proprio interesse individuale, protetto dall’ordinamento giuridico (purché tale interesse
sia lecito). L’Interesse è qualsiasi bene, vantaggio, utilità, che costituisce l’obiettivo/movente dell’agire di un
soggetto (si chiama “interesse legittimo” qualora i rapporti siano tra privato e pubblici poteri). Come da titolo,
esistono diverse “situazioni soggettive”, come:
- Potestà e uffici: in alcuni casi, il “potere di agire” viene usato per interesse verso un’altra persona, come
ad esempio i Genitori con i Figli. L’esercizio della potestà, infatti, deve sempre ispirarsi al fine della cura
dell’interesse altrui. Questi poteri vengono chiamati “Potestà e uffici”.
- Facoltà: sono manifestazioni del diritto soggettivo che non hanno carattere autonomo, ma sono in esso
comprese. È il potere di escludere gli altri dal godimento della cosa.
- Aspettativa: è una “posizione di attesa” verso un determinato diritto. Ad esempio, un individuo potrà
beneficiare dell’eredità soltanto quando avrà ottenuto la laurea: il soggetto sa che avrà il diritto di eredità, ma
nel frattempo è in “Aspettativa”.
- Status: lo Status è una qualità giuridica che si ricollega alla posizione dell’individuo in una collettività.

DIRITTI ASSOLUTI, RELATIVI e POTESTATIVI: I diritti soggettivi possono essere Assoluti, Relativi e
Potestativi.
- Per quanto riguarda i diritti Assoluti, essi garantiscono al titolare dei medesimi un potere che egli può far
valere verso tutti (erga omnes). Sono Assoluti, oltre che fondamentali, i “Diritti di Personalità”, ossia i diritti
all’integrità fisica, al decoro, al nome, all’immagine, e sono tutti “non cedibili” e “inestinguibili” (durano fino
alla morte);
- i diritti Relativi, invece, assicurano al titolare un potere che egli può far valere solo nei confronti di una o
più persone determinate (es. la Banca, che è creditore, impone al suo debitore la restituzione del prestito),
ossia di soggetti individuati. In ogni caso, si parla di Diritti Reali (dal latino “res” – “cosa”), cioè diritti su una
cosa.
- I diritti Potestativi (da non confondere assolutamente con la potestà genitoriale) consistono nel Potere di
operare il mutamento della situazione giuridica di un altro soggetto. È qui che entra in ballo anche la
“Soggezione”, cioè quello stato in cui un soggetto deve soltanto aspettare la decisione di un altro individuo.
Per fare un esempio, si prendano in considerazione due presidenti di due diverse squadre di calcio: il
Presidente della squadra 1 invita il Presidente della squadra 2 ad acquistare un suo giocatore a determinate
condizioni (prezzo, tempo per decidere ecc.)  il Presidente della squadra 2 ha un periodo di tempo per
decidere se acquistarlo o no, e nel frattempo il Presidente della quadra 1 sarà quindi in uno stato di
“Soggezione”, ossia dovrà aspettare la decisione del Presidente della squadra 2. Il titolare del Diritto
potestativo (in questo caso il Presidente della squadra 2) ha quindi il potere di modificare la realtà giuridica,
incidendo sulla sfera soggettiva altrui.

SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE PASSIVE: Si parla di Situazioni soggettive passive per indicare
generalmente un Dovere di Astensione, ossia il “dovere di non fare”. Si distingue:
- l’Onere: è la situazione del soggetto che è tenuto ad un determinato comportamento nel proprio interesse,
poiché in mancanza non si produrrebbe un effetto giuridico a lui favorevole. Si è soliti fare l’esempio
dell’Onere della Prova (art. 2697 c.c.), secondo cui se un soggetto ha intenzione di porre a giudizio un
individuo, egli deve possedere le prove che si siano verificati i fatti che costituiscono il fondamento della sua
domanda (es. il debitore non ha pagato  la Banca deve provare questo fatto). La differenza tra il Dovere e
l’Onere, è che se non si adempie al Dovere il comportamento si riflette sulla sfera altrui, mentre se non si
adempie all’Onere gli effetti negativi andranno soltanto al soggetto onerato (es. se la Banca non prova,
perde la causa), ossia ricadranno su se stesso (valore Autoreferenziale).

MODI DI ACQUISTO DEL DIRITTO SOGGETTIVO: Il rapporto giuridico nasce quando il soggetto attivo
acquista il diritto soggettivo, acquisto che può essere a Titolo originario e a Titolo derivativo: l’acquisto indica
il fenomeno del collegarsi di un diritto con una persona che ne diventa il titolare. L’acquisto è a “Titolo
originario” quando il diritto soggettivo sorge a favore di una persona, senza esserle trasmesso da nessuno,
cioè ad esempio quando si instaura un rapporto tra Soggetto e Oggetto che consente al Soggetto di
diventare proprietario di tale Oggetto (es. se io pesco i pesci, essi diventano miei senza nessun contratto);
l’acquisto è invece a “Titolo derivativo” quando il diritto si trasmette da una persona ad un’altra, cioè quando
il diritto di un bene viene trasferito dalla sfera patrimoniale di A a quella di B (circolazione).

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