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Lezione 1- Savorani IL CONTRATTO. Dei contratti in generale artt. 1321-1469 c.c.

ESAME : APROFONDIMENTO SCELTO DA NOI ELABORATO SCRITTO POWER POINT-ESAME


ETTORE BATTELLI LIBRO
DEFINIZIONE: art. 1321: “Il contratto è l’accordo tra due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale”
• è un atto negoziale (o negozio giuridico) > volontà concorde diretta a produrre effetti
giuridici = accordo
• bilaterale > principio dell’autonomia > è necessario l’accordo (es. vendita ma anche
donazione) o il non rifiuto (es. remissione del debito)
• è un atto patrimoniale > incide su situazioni giuridiche patrimoniali, serve per realizzare
operazioni economiche, affari (non è contratto il matrimonio, ma è contratto l’atto
costitutivo di un’associazione culturale o sportiva perchè ha fine non economico, ma incide
su situazioni patrimoniali arg. ex art. 1174 c.c.)
FORMAZIONE
• CONCLUSIONE del contratto = momento iniziale del rapporto contrattuale > è quello in cui
si raggiuge l’accordo tra le parti
• schemi legali ≠ nei ≠ ordinamenti giuridici
• in Italia:
– schema base x tutti i contratti art. 1326 c.c.
• x EFFETTI si distinguono:
– dichiarazioni ricettizie (art. 1334 atti unilaterali + 1335 presunzione
di conoscenza)
– dichiarazioni non ricettizie (es. testamento, promessa al pubblico art.
1989 c.c.)
– schemi particolari x determinate classi di contratti
 SCHEMA BASE PER TUTTI I CONTRATTI
1. art. 1326, c. 1 c.c. > proposta + accettazione conosciuta dal proponente
2. art. 1335 c.c. > proposta + accettazione giunta all’indirizzo del proponente , salvo che il
proponente provi che senza sua colpa è stato nell’impossibilità di conoscerla; oppure
che l’accettazione è tardiva (ovvero è giunta oltre il termine stabilito dallo stesso
proponente o in quello ordinariamente necessario secondo la natura dell’affare o
secondo gli usi; vedi 1326 c. 2 e 3
3. il proponente può ritenere efficace l’accettazione tardiva PURCHè ne dia immediato
avviso all’altra parte
4. accettazione DIFFORME dalla proposta = NUOVA proposta (1326, c. 5), l’oblato si
trasforma in proponente
 SCHEMA PARTICOLARE
1. PROPOSTA + INIZIO ESECUZIONE > su richiesta del proponente o x natura affare o usi >
contratto concluso nel tempo e nel luogo in cui l’esecuzione ha inizio; l’accettante ha
l’obbligo di avvisare la controparte dell’inizio dell’esecuzione (1327, c. 2)
2. PROPOSTA + MANCATO RIFIUTO O SILENZIO DELL’OBLATO > contratti con obbligazioni a
carico del solo proponente (per es. fideiussione, opzione o prelazione offerte
gratuitamente)
3. PROPOSTA + CONSEGNA DELLA COSA > contratti reali (mutuo, deposito, pegno, comodato,
ecc.)
4. PROPOSTA : APERTURA DEL CONTRATTO + ADESIONE > contratti associativi
5. TIPO PARTICOLARE DI PROPOSTA = OFFERTA AL PUBBLICO è rivolta a una collettività
indeterminata di possibili destinatari (art. 1336 ) – talvolta vale solo come INVITO A
PROPORRE (es. annunci economici sui giornali)
TRATTATIVE E RESPONSABILITA’ PRECONTRATTUALE art. 1337 c.c.
• comportarsi secondo BUONA FEDE, ovvero con correttezza e lealtà
• scorrettezza: inganni, minacce, reticenza, trattative interrotte senza giustificazione …
• risarcimento del danno:
– interesse negativo: perdita di altre occasioni, spese inutili;
– non interesse positivo: perdita dei profitti che si sperava potessero derivare dalla
conclusione del contratto
– responsabilità: natura controversa, extracontrattuale/ contrattuale o da
inadempimento
MANIFESTAZIONE DELLA VOLONTÀ
• manifestazione espressa, DICHIARAZIONE di volontà > conoscibile
• manifestazione tacita con segni diversi dal linguaggio (salire in autobus = negozio di
attuazione)
– COMPORTAMENTO CONCLUDENTE > azioni del soggetto che in date circostanze,
segnalano la sua volontà contrattuale (salva la c.d. “protestatio” però non ammessa
“contro il fatto proprio”)
– SILENZIO può portare alla formazione del contratto solo in casi particolari (previsti
dalla legge, o da un precedente accordo espresso es. rinnovo tacito c. di locazione)
FORMA
• principio della libertà di forma
• contratti
– a forma vincolata o formali
– a forma libera o non formali
• forma vincolata
– scrittura privata
– atto pubblico
• funzioni della forma
– certezza esistenza e contenuto del contratto
– protezione del contraente > più consapevolezza > rinascita del formalismo
– pubblicità
• FORMA PER LA VALIDITÀ
• FORMA PER LA PROVA
• FORME CONVENZIONALI il c.d. patto sulla forma si presume per la validità dell’atto
(art.1352 c.c. )
• CONTRATTI CONCLUSI PER VIA INFORMATICA
– d. lgs. 82/2005 codice dell’amministrazione digitale
• documento informatico
• firma (elettronica semplice; elettronica qualificata) digitale > procedura di
validazione basata su chiavi assimmetriche, una privata e una pubblica
• documento informatico con firma digitale (autenticata da notaio) > scrittura privata
(scrittura privata autenticata)
• dal 2010 atto pubblico informatico > firma digitale del notaio dopo le firme, anche
elettroniche semplici, delle parti e dei testimoni
– documento informatico senza firma elettronica x commercio elettronico d. lgs.
70/2003 > obblighi di informazione precontrattuale a carico di chi offre beni o
servizi on line
RAPPRESENTATA ARTT. 1387-1400 C.C.
• è un potere che si manifesta con la spendita del nome > dichiarazione del rappresentante
di agire in nome e per conto del rappresentato > effetti del contratto direttamente in capo
al rappresentato
• il rappresentante è parte in senso formale, mentre il rappresentato è parte in senso
sostanziale
– ≠ c.d. rappresentanza indiretta > chi agisce lo fa per conto altrui ma in nome proprio
– ≠ nuncius che è mero strumento usato per manifestare la propria volontà
contrattuale (il nuncius può essere incapace di intendere e di volere)
PROCURA
• atto unilaterale non ricettizio
• strumentale ad altro rapporto sottostante cui è collegato (es. commesso)
• capacità di agire di chi la conferisce, il rappresentato
• capacità naturale del rappresentante
• forma: negozio mezzo forma = al negozio fine
• TIPI:
• procura generale: tutti gli affari o un’intera categoria
• procura speciale: uno o più affari determinati
• limiti
• estinzione:
– venir meno del rapporto sottostante
– morte del rappresentante o del rappresentato
– rinuncia del rappresentante
– revoca (irrevocabile la procura data anche nell’interesse del rappresentante)
CONFLITTO DI INTERESSI ART. 1394 C.C.
CONTRATTO CON SE STESSO ART. 1395 C.C.
• sorge conflitto d’interessi se il rappresentante agisce in modo da avvantaggiare se stesso o
un terzo
• conflitto con un terzo: il rappresentato ha interesse a cancellare il contratto, il terzo a
tenerlo in piedi > annullabilità del contratto a istanza del rappresentato SOLO se il conflitto
d’interessi era conosciuto o conoscibile da parte del terzo (tutela dell’affidamento del terzo)
• contratto del rappresentante con se stesso: contratto annullabile salvo:
– autorizzazione espressa
– o contratto predeterminato dal rappresentato
TUTELA DELL’AFFIDAMENTO E ESTINZIONE DELLA RPOCURA
• onere del rappresentato di portare a conoscenza dei terzi CON MEZZI IDONEI le modifiche
della procura (ovvero dei poteri conferiti al rappresentante)
• se il terzo contratta con il rappresentante che non ha più i poteri > il contratto è efficace
SALVO che il rappresentato provi la mala fede del terzo (art. 1396 c.c.)
REQUISITI ESSENZIALI DEL CONTRATTO ART.1325
• ACCORDO
• CAUSA = ragione giustificativa degli spostamenti patrimoniali realizzati con il contratto.
causa ASTRATTA > funzione economico/sociale del contratto > caratteri essenziali del TIPO
di operazione che il contratto realizza > causa TIPICA; causa CONCRETA > specifici interessi
che costituiscono la ragione giustificativa del singolo contratto; i contratti PRIVI di causa
sono NULLI ; LICEITÀ = non contrarietà a norme imperative, ordine pubblico e buon
costume – il contratto con causa illecita è nullo; CAUSA e MOTIVI sono concetti ≠ di regola i
motivi sono IRRILEVANTI e restano interni a ciascuna parte contraente MA il motivo illecito
COMUNE ad entrambe le parti rende nullo per illiceità il contratto
• OGGETTO = prestazioni contrattuali (prestazione relativa alla cosa venduta, a quella locata
ecc …) > contenuto del contratto. POSSIBILITÀ; LICEITÀ = non contrarietà a norme
imperative, ordine pubblico e buon costume; DETERMINATEZZA o DETERMINABILITÀ >
contratto per relationem > ne è un caso particolare l’arbitraggio ovvero la determinazione
dell’oggetto ad opera di un terzo art. 1349 c.c.- con equo apprezzamento (determinazione
impugnabile se manifestamente iniqua o erronea)- secondo il mero arbitrio del terzo
(determinazione impugnabile solo se si prova la mala fede del terzo
• FORMA
CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATTI
• contratti CONSENSUALI / contratti REALI
• contratti con EFFETTI REALI /contratti con EFFETTI OBBLIGATORI
• contratti ONEROSI/ contratti GRATUITI
• contratti con PRESTAZIONI CORRISPETTIVE o DI SCAMBIO o SINALLAGMATICI / contratti
ASSOCIATIVI
• contratti COMMUTATIVI / contratti ALEATORI
IL REGOLAMENTO CONTRATTUALE
• il contratto è autoregolamento degli interessi delle parti > l’autonomia privata è la fonte del
regolamento contrattuale
• il regolamento contrattuale = è l’insieme delle regole che il contratto detta alle parti (1372,
c. 1 “il contratto ha forza di legge tra le parti”) > è il contratto come RAPPORTO
• FONTI
– volontà delle parti > fonte AUTONOMA
– INTEGRAZIONE da fonti ETERONOME
AUTONOMIA PRIVATA
• PRINCIPIO DI LIBERTÀ CONTRATTUALE art. 1322 c.c.
– di decidere se fare o no un contratto
– di scegliere la controparte contrattuale
– di determinare il contenuto del contratto (con elementi non essenziali – come
condizioni e termini – e clausole del contratto)
– di scegliere il tipo di contratto o di stipulare contratti atipici purché “diretti a realizzare
interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico”
• tipi legali e tipi sociali (circolazione di modelli contrattuali)
• qualificazione del contratto = operazione logica attraverso cui si stabilisce che una
fattispecie concreta determinata appartiene ai tipi legali o non vi appartiene ed è
un contratto atipico
• contratti misti sono quelli in cui si combinano prestazioni caratteristiche di diversi
tipi legali (es. portierato …) > x stabilire la disciplina applicabile si utilizzano il
criterio dell’assorbimento temperato da quello della combinazione tra i tipi
• contratti collegati > sono più contratti tutti necessari per realizzare l’operazione
programmata dalle parti > il collegamento si riflette sul loro trattamento
INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO ART. 1362-1371 C.C.
• criteri legali
– di interpretazione soggettiva
• ricerca la comune intenzione delle parti
– criterio del comportamento complessivo delle parti anche posteriore alla
conclusione del contratto
– criterio dell’interpretazione contestuale, ogni clausola alla luce di tutte le altre
– di interpretazione oggettiva (valore sussidiario)
• attribuire al contratto il senso più rispondente a valori di ragionevolezza,
funzionalità ed equità
– criterio dell’interpretazione secondo buona fede
– criterio degli usi interpretativi
– criterio dell’interpretazione contra stipulatorem
– le c.d. regole finali ex art. 1371 c.c.
VINCOLO CONTRATTUALE
• 1372, c. 1, c.c. > forza di legge tra le parti
• SCIOGLIMENTO:
– MUTUO DISSENSO o risoluzione convenzionale del contratto (1372 c.c.) > contratto che
estingue il rapporto giuridico (1321 c.c.)
– RECESSO UNILATERALE
– recesso convenzionale > clausola contrattuale
– recesso legale (c. di durata a tempo indeterminato (preavviso) + c. appalto, del
professionista, di lavoro subordinato, del consumatore … > trattamento assimetrico
dei due contraenti;
– caparra penitenziale 1386 > corrispettivo per il recesso
– CONSEGUENZE
» NEI CONTRATTI AD ESECUZIONE CONTINUATA O PERIODICA > in ogni tempo
MA non tocca le prestazioni già eseguite
» NEGLI ALTRI CONTRATTI >finchè il c. non abbia un principio di esecuzione
• IUS VARIANDI legale o convenzionale
POSSIBILITA’ CHE LE PARTI INCIDANO SUGLI EFFETTI DEL CONTRATTO
• CONDIZIONE (divieto x c.d. actus legitimi)
– sospensiva
– risolutiva
– potestativa, meramente potestativa, causale, mista; illecita, impossibile;
– diritto condizionato e aspettativa di diritto
– avveramento e retroattività effetti
• TERMINE
– Iniziale
– finale
CONTRATTO DIFFETTOSO? RIMEDI:
• difetti GENETICI > originari> preesistenti o contemporanei alla formazione del contratto >
IMPUGNAZIONI
– NULLITA’ > tutela un interesse generale
– ANNULLABILITA’> tutela un interesse particolare
– RESCISSIONE > tutela un interesse particolare
• difetti FUNZIONALI, SOPRAVVENUTI nel corso del rapporto contrattuale, in fase di
esecuzione del contratto
– LE RISOLUZIONI > tutela un interesse particolare
INVALIDITA’ ≠ INEFFICACIA
• c. nullo, annullabile o rescindibile = CONTRATTO INVALIDITO, VIZIATO
• se c. invalido > NON produce effetti > è sempre inefficace
• ma anche c. valido può essere inefficace x varie ragioni
– inefficacia originaria (es. c. del rappresentante senza potere)
– inefficacia sopravvenuta (es. per avverarsi condizione risolutiva)
– inefficacia assoluta vs. parti e terzi
– inefficacia relativa > inopponibilità verso certi terzi (es. az. revocatoria)
NULLITA’
• STRUTTURALI:
– 1418, c. 2, mancanza di uno dei requisiti previsti dall’art. 1325 c.c.
• POLITICHE: contratti disapprovati dall’ordinamento perché contrari a norme imperative,
ordine pubblico e buon costume
– oggetto illecito
– causa illecita > c. in frode alla legge (art. 1344 c.c.)
– condizione illecita
– motivo illecito comune
CAUSEDI NULLITA’ DEL CONTRATTO
• 1. Il contratto è nullo quando è contrario a norme imperative, salvo che la legge disponga
diversamente.
• 2. Producono nullità del contratto la mancanza di uno dei requisiti indicati dall’art. 1325,
l’illiceità della causa, l’illiceità dei motivi nel caso indicato dall’art. 1345 e la mancanza
nell’oggetto dei requisiti stabiliti dall’art. 1346.
• 3. Il contratto è altresì nullo negli altri casi stabiliti dalla legge.
• NULLITÀ TESTUALE = casi previsti dalla legge ( cod. civ. o leggi speciali, es. nullità del patto
commissorio) > art. 1418 c. 3
• NULLITÀ VIRTUALE > art. 1418 c. 1, serie aperta di casi > contratti “contrari a norme
imperative”, “salvo che la legge disponga diversamente”
ANNULLABILITA’
• per incapacità di agire – legale (1425 e 1426 c.c.), e naturale (428 c.c.)
• vizi della volontà 1427 c.c.
– errore
– violenza
– dolo
• contratto con se stesso
• contratto di un coniuge su un bene della comunione legale
• principio di tutela dell’affidamento
ERRORE
• ignoranza o falsa conoscenza di elementi rilevanti per decidere in merito al contratto
– errore di fatto > cade su elementi di fatto (più frequenti)
– errore di diritto > incide sulle “qualità giuridiche”
– errore vizio > cade sulla formazione della volontà
– errore ostativo > cade sulla comunicazione 1433
– errore di calcolo > 1430 > mantenimento c. rettificato 1432
• si contrappongono due situazioni degne di tutela: errore di una parte e affidamento di
controparte
• nei contratti onerosi è rilevante solo l’ERRORE ESSENZIALE (1429) > che cade su natura,
oggetto (tipo di prestazione, identità o qualità del bene) del contratto o identità o qualità
dell’altro contraente che siano determinanti del consenso
• e RICONOSCIBILE dall’altro contraente (1431)> requisito richiesto per la tutela
dell’affidamento
DOLO
• dolo determinante (commissivo o omissivo, reticenza in violazione dell’obbligo di buona
fede) = inganno, raggiro, menzogna usati da un contraente (o da un suo ausiliario, se dolo
del terzo determina annullabilità solo se noto alla parte che ne trae vantaggio 1439, c. 2)
per indurre l’altro a concludere il contratto (1439, c. 1)è annullamento c. + risarcimento
danno
• dolo incidente > art. 1440 c.c., induce la vittima ad accettare condizioni contrattuali ≠ e
meno vantaggiose > no annullabilità, ma solo risarcimento > responsab. precontrattuale
• dolus bonus > esaltazione qualità bene > pubblicità > no annullabilità contratto MA nei casi
più gravi > rimedi x pubblicità ingannevole
VIOLENZA
• art. 1434 > protezione + forte rispetto al doloinerente al contratto > diretta a far sì che la
vittima concluda il contratto
• ragionevolmente grave > minaccia VEROSIMILE (x età, sesso, condizione del minacciato)di
un male NOTEVOLE (per importanza del bene e per gravità della lesione al contraente o a
persone a lui vicine ex 1436)) ingiusto (causato da comportamento illecito o lecito ma
diretto ad ottenere vantaggi ingiusti cfr. art. 1438)
• ≠ timore reverenziale art. 1437 > no annullabilità
• NB. la violenza del terzo è causa di annullabilità
LA RECISSIONE
• PRESUPPOSTI: squilibrio economico + circostanze anomale esterne che lo hanno
determinato > c. concluso in stato di pericolo o stato di bisogno
• FONDAMENTO
• IPOTESI:
– C. CONCLUSO IN STATO DI PERICOLO art. 1447
– C. CONCLUSO IN STATO DI BISOGNO – rescissione per lesione 1448 > lesione ultra
dimidium
• non opera x c. aleatori
• libertà contrattuale e nuovi sviluppi legislativi a tutela della GIUSTIZIA CONTRATTUALE >
legge sull’usura + clausole vessatorie nei contratti con i consumatori + abuso di dipendenza
economica tra imprese (art. 9, l. 192/1998)
DIFF. TRA
NULLITÀ
• serie aperta di casi
• legittimazione: chiunque vi abbia ANNULLABILITA’
interesse + d’ufficio G. • casi tipici
• prescrizione imprescrittibile • legittimazione: solo chi è protetto dal
• recupero contratto: conversione rimedio
contratto nullo 1424 • prescrizione: 5 anni da…
conseguenze • recupero contratto: convalida > 1444
• tra le parti: di regola effetti retroattivi c.c. (+ rettifica 1432 c.c.)
ripetizione dell’indebito > eccezioni c. conseguenze
di lavoro e c. che viola buon costume • tra le parti: di regola effetti retroattivi
2035 eccetto: c. di lavoro, c. concluso
• verso i terzi sempre opponibile > dall’incapace > restituzione solo di ciò
opera retroattivamente sia tra le parti che ha rivolto a suo vantaggio
sia verso i terzi
• verso i terzi inopponibile di regola eccezioni 1445 > se terzo in mala fede, se
salvo trascrizione dopo quella della ha acquistato a titolo gratuito, se
domanda giudiziale di annullamento annullamento x incapacità legale

EFFETTI RESCISSIONE
• legittimazione: solo chi è protetto dal rimedio
• prescrizione: azione + eccezione >1 anno dalla conclusione c.
• recupero contratto: no convalida - MA offerta di riduzione ad equità (art. 1450 c.c.)
• conseguenze
– fra le parti: effetti cadono, salvo possibile equo compenso 1447, c. 2
– verso i terzi: inopponibile
RISOLUZIONE ARTT. 1453-1469 C.C
• PER INADEMPIMENTO art. 1453 c.c.
• IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA DELLA PRESTAZIONE art. 1463 c.c.
• ECCESSIVA ONEROSITÀ SOPRAVVENUTA art. 1467 c.c.
INADEMPIMENTO=NON ATTUAZIONE DEL CONTRATTO
• STRUMENTI X RAFFORZARE L’ATTUAZIONE > caparra confirmatoria (1385)
• RIMEDI CONTRO minaccia d’INATTUAZIONE > sospensione della propria prestazione e
richiesta idonea garanzia x mutamento condizioni patrimoniali controparte (1461)
• RIMEDI CONTRO INATTUAZIONE
– eccezione d’inadempimento (1460) > correlazione e proporzione
– domanda di adempimento
– domanda di risoluzione per inadempimento > risoluzione GIUDIZIALE (regola,
PRESUPPOSTO: INADEMPIMENTO GRAVE) salvo i casi di RISOLUZIONE DI DIRITTO
(CL. RISOLUTIVA ESPRESSA 1456, TERMINE ESSENZIALE 1457, DIFFIDA AD
ADEMPIERE 1454)
– + domanda di risarcimento del danno
RISOLUZIONE PER IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA
• impossibilità totale non imputabile al debitore > estingue obbligazione > la sentenza è
dichiarativa
• LIMITI:
– no durante mora creditore
– c. effetti reali
• impossibilità parziale 1464 c.c. > soluzioni diverse in base all’interesse del creditore
• impossibilità temporanea > 1256 c. 2
RISOLUZIONE PER ECCESSIVA ONEROSITA’ SOPRAVVENUTA
• solo per i CONTRATTI DI DURATA
• alterazione dell’equilibrio economico originario del contratto ECCESSIVA, ovvero che supera
l’alea normale, per SOPRAVVENIENZE, OGGETTIVE, ESTERNE, ANOMALE in quanto
STRAORDINARIE e IMPREVEDIBILI, che intervengono dopo la sua conclusione e prima della
COMPLETA esecuzione
• è risoluzione giudiziale > sentenza costitutiva
• OFFERTA DI RIDUZIONE A EQUITÀ
• non opera per i contratti aleatori
CONSEGUENZE
• TRA LE PARTI > liberazione reciproca + per effetto retroattivo > restituzioni SALVO x c. a
esecuzione continuata o periodica la risoluzione non tocca prestazioni già eseguite
• NEI CONFRONTI DEI TERZI > non retroattività salvo gli effetti della trascrizione della
domanda giudiziale di risoluzione
• CONTRATTI PLURILATERALI > risoluzione solo se prestazione mancante è essenziale
altrimenti contratto fermo per le altre parti
RESPONSABILITA’ CIVILE NELL’ESERCIZIO DI ATTVITA’ SPORTIVE
nell’attività sportiva sono insiti:
• fattori di rischio
• e necessità di compiere gesti fisici tecnici anche estremi
CHE TIPO DI RESPONSABILITÀ È LA RESP. SPORTIVA ?
• una peculiare fattispecie di responsabilità conformata dai principi propri dello sport:
– rilievo della “lealtà sportiva”
– e delle regole tecniche federali
• oppure una fattispecie ordinaria di resp. civile da fatto illecito (art. 2043 c.c.)
CONSEGUENZE delle 2 ≠ tesi:
– 1° innalzamento della soglia di responsabilità (lealtà sportiva + regole federali)
– 2° ancoramento della resp. civile da attività sportiva all’art. 2043 c.c.
• in pratica per integrare l’illecito nel 1° caso è necessario rilevare l’inosservanza di
determinate regole tecniche, nel 2° caso la mera violazione del principio del neminem
laedere
LA GIURISPRUDENZA è OSCILLANTE
• tra accertamento del rispetto delle norme tecniche (di gioco, di gara, di organizzazione …)
responsabilità sportiva
• e valutazione del mero rispetto del principio del neminem laedere (ex art. 2043 c.c.)
responsabilità civile
• problema applicativo: le regole tecniche valgono e operano nell’ordinamento sportivo che
è un ordinamento giuridico che attinge la propria fonte dall’ordinamento giuridico sportivo
internazionale ed è RICONOSCIUTO dall’ordinamento giuridico statale (Cass. n. 625/1978)
• secondo alcuni la responsabilità sportiva sarebbe diversa dalla responsabilità civile
• preferibile la tesi contraria (Alpa, Riv. dir. sportivo 1984, p. 471 ss.); tuttavia le regole
tecniche hanno rilevanza nella configurabilità dell’illecito
COSA SONO LE REGOLE TECNICHE?
chi vuole addestrarsi in uno sport ha interesse a imparare ed osservare le “regole tecniche” che
hanno diversi obiettivi:
• regole di organizzazione (x es. quelle che regolano il rapporto associativo)
• regole tecniche di gioco e di gara
• regole per garantire parità di trattamento (quindi la comparabilità dei risultati) tra coloro
che partecipano ad una competizione sportiva  regole della pratica agonistica
• e regole che hanno la funzione di salvaguardare l’incolumità degli atleti e degli spettatori
(c.d. safety rules)
C.D. SAFETY RULES: regole tecniche volte a prevenire eventi dannosi nei confronti di gareggianti,
del pubblico o di altri soggetti coinvolti (arbitri, guarda linee ecc.)
• se tutte le regole tecniche sono state osservate la condotta non è antigiuridica e non c’è
“colpa” dell’agente
• le Federazioni attraverso le safety rules concorrono alla PREVENZIONE dei danni che
potrebbero derivare dall’attività sportiva
AZIONE SCORRETTA
• è consentita se è funzionale alle finalità agonistiche e alle dinamiche del gioco interpretate
alla luce del principio di lealtà
• non è INVECE ammessa qualora sia avulsa da esigenze di gara
• e viene qualificata come “illecita” se è connotata da una slealtà qualificata (gravità
particolare, incompatibile con l’esercizio dell’attività sportiva e con lo spirito di lealtà che
anima tale attività)
IN GENERALE:
• le attività sportive diventano illecite se escono dai parametri della lealtà sportiva
• rileva l’accettazione del rischio = accettazione delle regole e dei principi che disciplinano lo
sport nei rapporti con altri soggetti che hanno manifestato analoga accettazione (di
vantaggi e rischi)
• nell’agonismo sono consentiti anche “comportamenti rudi, ma non violazioni del dovere di
lealtà che si risolvano nel disprezzo per l’altrui incolumità fisica” (Cass. pen. n. 24942/2001)
LA GRAVITA’ DELLA SLEALTA’
• il MARGINE di giudizio AFFIDATO ALL’INTERPRETAZIONE DEL GIUDICE è AMPIO
• infatti, è un GIUDIZIO che si BASA sull’interpretazione di una CLAUSOLA GENERALE
• in astratto (ovvero considerando la fattispecie astratta) è IMPOSSIBILE DIRE se SUSSISTA LA
RESPONSABILITÀ: la valutazione deve avvenire in concreto, in relazione al caso
RESPONSABILITA’ DELL’ATLETA E SCRIMINANTE ATIPICA SPORTIVA
• esimente capace di rivestire di liceità pregiudizi che in assenza di tale esimente sarebbero
considerati illeciti – elaborazione prima in sede penale
illecito comune si ha quando la lesione è arrecata FUORI DEL GIOCO oppure in occasione di esso
MA attuando una condotta di gravità tale da andare oltre il rischio del verificarsi di infortuni
proprio della disciplina considerata
illecito sportivo si ha quando la lesione all’integrità fisica è inferta durante il gioco in violazione
delle regole del gioco medesimo ma sempre nell’ambito del rischio consentito (o violenza di base
della disciplina)
REGOLE DEL GIOCO=PARAMETRI DI SICUREZZA DELLA DISCIPLINA SPORTIVA
fissano i limiti di comportamento che l’atleta deve rispettare nel singolo sport per non attuare una
condotta illecita
Cass. 21 febbraio 2000 n. 1951, Corr. giur. 2000, pp. 742-744 distingue:
• illeciti sportivi (non punibili) sono solo i comportamenti posti in essere
INVOLONTARIAMENTE
• illeciti comuni ex 2043 c.c. sono condotti lesivi volontari, derivanti da violazione di regole
del gioco commesse:
– in modo diretto ed immediato durante il gioco (es. fallo per impedire all’avversario
risultato) resp. a titolo di colpa
– ex post, ad es. a gioco fermo: resp. a titolo di dolo
SEGUE
• non è illecito sportivo, ma è punibile ex art. 43 c.p. e dà luogo a resp. civ. ex 2043 c.c. il fallo
commesso durante la gara quando quest’ultima è solo occasione per ledere
volontariamente l’avversario o la violenza tipica della disciplina superi la soglia del rischio
consentito
• il giudice penale valuta la condotta alla luce delle regole tecniche e solo in presenza di
violazione volontaria finalizzata alla lesione dell’incolumità altrui si ha illecito penale doloso
CASS. PENALE n. 19473/2005
a) violazione involontaria delle regole del gioco = illecito sportivo non penale
b) violazione volontaria che si traduce in condotta violenta compatibile con il tipo di sport e di
gara = illecito penale colposo
c) violazione volontaria con condotta violenta avulsa dalla dinamica agonistica = illecito
penale doloso

PRATICA SPORTIVA E ACCETTAZIONE DEL RISCHIO


• secondo alcuni in presenza della c.d. “scriminante sportiva”  il danneggiante avrebbe
agito con il consenso del danneggiato (esimente del consenso dell’avente diritto - causa di
giustificazione ex art. 50 c.p.)
• la tesi non è condivisibile poiché l’integrità fisica è un bene indisponibile della persona (art.
5 c. c.)
SEGUE
in proposito correttamente si osserva che:
“un vero e proprio consenso dell’avente diritto non potrebbe mai riguardare fatti di lesione o di
morte perché il consenso andrebbe a ricadere sul bene della vita o dell’integrità psicofisica che
sono oggetto di diritti indisponibili”

GIURISPRUDENZA OSSERVA CHE: per integrare gli estremi di una condotta illecita è necessario che
“il fallo posto in essere, pur se finalizzato all’attuazione del gioco, sia di tale durezza da comportare
la prevedibilità di un pericolo serio dell’evento lesivo, da non essere compatibile con le
caratteristiche proprie del gioco”
RESPONSABILITÀ DELL’ATLETA IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA
ESERCITATA
diversità tra
• sport a violenza necessaria (per es. boxe, lotta …)
• sport a violenza eventuale (per es. calcio, pallavolo …)
• sport a bassa o nulla incidenza di violenza (per es. tennis …)
• e sport ove il mezzo utilizzato accentua la potenzialità lesiva (per es.: automobilismo, sci …)
SPORT A VIOLENZA NECESSARIA
• “comportamenti agonistici violenti” che non violano le “regole del gioco” MA tuttavia
causano gravi lesioni o la morte dell’avversario
• sono punibili o non lo sono? 2 tesi
– da un lato punibilità ex art. 2 Cost + art. 5 c.c.
– ma la Cass. ha più volte affermato la NON punibilità dei fatti lesivi che derivano
dall’esercizio di un’attività che è autorizzata dallo Stato in quanto risponde
all’interesse della comunità sociale ed è posta in essere nel rispetto delle “regole
del gioco”
SPORT C.D. ESTREMI
come: rafting, hydrospeed, diving, deltaplano, parapendio, bungee jumping …
• attività sportive ad elevato rischio intrinseco, rischio che è accettato da chi le pratica, che
cerca proprio l’ebrezza di questo “rischio” elevato, anzi “mortale”)
• scopo dell’attività non è tanto prevalere su altri atleti, ma sfidare i propri limiti
• nel 1995 1° Extreme Games in USA
QUESTIONE: SONO LECITI SECONDO IL NS. ORDINAMENTO GLI SPORT A VIOLENZA NECESSARIA E
QUELLI C.D. ESTREMI?
• bilanciamento tra: libero svolgimento di attività sportive pericolose (libertà individuale) e
principi costituzionali di tutela della salute e dell’integrità fisica
tesi interpretative:
– liceità per analogia con lo svolgimento delle attività pericolose consentite, ma
responsabilità oggettiva ex art. 2050 c.c.
– liceità solo se violenza o livello di pericolo non eccede quello FUNZIONALE e
NECESSARIO per esercitare tali attività
– sono lecite le condotte proprie della disciplina MA solo durante lo svolgimento
della gara
PUGILATO> LESIONE DELL’INTEGRITÀ FISICA È EVENTO CONNATURATO ALLA DISCIPLINA
• chi lo pratica accetta il rischio di lesioni all’integrità fisica
• rispetto delle regole del gioco, regolamento sportivo > finalità agonistiche > violazione >
resp. penale
• attività svolta nei limiti della correttezza > liceità delle condotte lesive
• operano sia le regole del gioco + sia il principio del “neminem laedere”
• tra sportivi non professionisti (ovvero dilettanti) si richiede un maggior grado di prudenza,
esposizione a minor rischio
• ugualmente in allenamento: “la mancanza della finalità agonistica vincolano atleta
all’osservanza di norme di prudenza, diligenza, perizia e istruzioni impartite da allenatori,
organizzatori, medici …”
SEGUE: CASO DEL PUGILE LUPINO
• Trib. Milano 14 gennaio 1985: pronuncia di proscioglimento dal reato di omicidio colposo
perché l’incontro si era svolto nel rispetto delle regole del gioco (emesse dalla Federazione)
e di “tutte quelle altre norme tacite di prudenza e di diligenza imposte dalla gamma di
situazioni particolari in cui si articola un incontro di pugilato”
• “il pugile a priori sa di andare incontro ad un rischio fisico poiché sa che la supremazia
agonistica si afferma solo con l’uso di mezzi violenti e quindi con la messa in pericolo della
integrità personale propria e dell’avversario”
• sarebbe invece fonte di resp. penale l’accanimento del pugile sull’avversario già sconfitto e
a terra
ARTI MARZIALI, KARATE, RUGBY, HOKEY, FOOTBALL AMERICANO
• arti marziali
• divieto di colpi su parti sensibili dell’avversario: prassi sportiva ha elaborato elenco
di c.d. “colpi proibiti”
• in presenza di un colpo di tal genere > reato colposo
• karate le regole valgono solo in gara non in allenamento > rilievo del livello dei contendenti,
il divario impone più prudenza; il c.d. “rischio naturale, consentito”
• rugby (regole di precauzione sulle modalità del placcaggio), hokey(violenza in relazione agli
strumenti utilizzati, non per l’attività in sé) e football americano
SPORT A VIOLENZA EVENTUALE calcio, basket, pallavolo
• violenza o contatto fisico sono estranei al normale svolgimento del gioco – il rischio
consentito di lesioni è perciò nullo
• tuttavia gli atleti possono entrare in contatto fisico e, in conseguenza a ciò, si possano
verificare comportamenti lesivi dell’integrità fisica dei giocatori
• i gareggianti accettano tale eventuale rischio
• l’attività calcistica in sé considerata NON è ATTIVITà PERICOLOSA mentre lo è
l’organizzazione di una partita o di una manifestazione calcistica cui perciò si applica l’art.
2050 c.c. > resp. oggettiva dell’organizzatore (soc. sportiva)
CALCIO:
 resp. penale e/o civile > quando la condotta è volontariamente violenta (dolo, colpa) e non
è finalisticamente inserita nello svolgimento della gara – quest’ultima è solo sede
occasionale di tempo e luogo dell’azione lesiva > atto posto in essere allo scopo di ledere
• illecito meramente sportivo > quando la condotta non fuoriesce dall’area del rischio
consentito dall’attività agonistica e si realizza nello svolgimento dell’attività sportiva >
stretto collegamento funzionale tra gioco ed evento lesivo
• NB il carattere “amichevole” della partita porta ad abbassare la soglia del rischio sportivo
consentito
RESPONSABILITA’ DELLE SOCIETA0 SPORTIVE: caso Giampa’ – CALCIATORE MESSINA.
• scontro con cartellone pubblicitario rotativo posto a bordo campo > lesioni personali - 147
punti di sutura
• sicurezza stadi e obblighi di sorveglianza (2049 + 2050 + 2051) – difficoltà di individuare i
responsabili + esigenza di garantire il risarcimento al danneggiato + frequenza degli eventi
dannosi + analisi costi/benefici > resp. società sportive – non sono casi in cui si applichi la
scriminante sportiva – resp. oggettiva ex 2050 c.c. o ex 2051 essendo il cartellone cosa in
custodia nello stadio > resp. del Messina calcio (eventuale possibile regresso verso il
produttore del cartellone difettoso ai sensi delle norme sulla resp. del produttore che è di
carattere oggettivo)

BASKET: in base alla casistica sport a rischio minimo:


 Cass. pen. 13 febbraio 2009, n. 17923 afferma che perché valga la scriminante sportiva il
contatto deve essere funzionale all’obiettivo agonistico e non diretto all’avversario per
vincerne la resistenza o indurlo all’impotenza;
 caso Rolla (Cass. pen. n. 1951/2000) ha riconosciuto la resp. per il reato di lesioni colpose
in capo a un giocatore di basket che slealmente aveva colpito l’avversario nel corso della
gara con un forte pugno alla mandibola, come reazione ad una gomitata ricevuta, quindi
per scopi estranei al gioco
PALLAVOLO:
• gioco sotto rete
• illecito sportivo in base alle regole di gara della Federazione
• le regole tecniche sanzionano le condotte violente o aggressive degli atleti
AUTOMOBILISMO E MOTOCICLISMO PERICOLOSITA’ IN RE IPSA
• la responsabilità del pilota è valutata non secondo le regole ordinarie, ma secondo criteri di
colpevolezza adattati alla particolare fattispecie
• prudenza e imperizia correlati allo sport praticato
• “circuito aperto” (frequente per il ciclismo) e “circuito chiuso” sono situazioni diverse, in
quest’ultimo caso rileva solo la finalità sportiva (audacia, spregiudicatezza …) e sono
inapplicabili le regole della circolazione ordinaria (codice della strada + prudenza, diligenza
…)
SPORT SULLA NEVE
• l. 24 dicembre 2003 n. 363 gestione aree c.d. sciabili e norme di comportamento che gli
utenti devono rispettare
• particolare prudenza e perizia richieste allo sciatore medio (amatoriale)
• lo sci è un’attività pericolosa in relazione a chi la pratica (x esperienza, abilità, perizia)> art.
2043 c.c.
• diverso è il concetto di attività intrinsecamente pericolosa > art. 2050 c.c.
• diverse conseguenze sul piano giuridico: 2043 resp. per colpa, sul danneggiato che agisce
per essere risarcito grava l’onere della prova ≠ 2050 resp. oggettiva o senza colpa
RESPONSABILITA’ DEI GESTORI DELLE AREE SCIABILI
• art. 4, c. 1, l. 363/2003 obbligo di stipula di c. di assicurazione “ai fini della responsabilità
civile per danni derivabili agli utenti e ai terzi per fatti dovuti a responsabilità del gestore in
relazione all’uso di dette aree”
• impianti di risalita > resp. contrattuale (evoca art. 1681 c.c. resp. del vettore nel trasporto
di persone) ≠ skilift >natura atipica del contratto di sciovia avvicinabile solo in certi limiti al
c. di trasporto
• anche per incidenti occorsi nella discesa in virtù del contratto di skipass > 1218 c.c.
RESPONSABILITA’ DELL’ARBITRO
• potere-dovere di garantire il corretto svolgimento della gara
• verifica attrezzature e terreno di gioco e delle sue pertinenze
• l’arbitro è un pubblico ufficiale? qualifica non pacifica; egli è certamente il “braccio”
dell’ordinamento sportivo, e talvolta una sorta di “funzionario” dello Stato, svolge funzione
d’interesse pubblico nella verifica dell’idoneità alla gara di stadi o altri impianti sportivi
(incaricato di un pubblico servizio)
• forse nel caso Giampà sarebbe stato possibile estendere la resp. al direttore di gara per
omessa vigilanza sull’idoneità dell’impianto sportivo alla gara
DANNO RISARCIBILE ALL’ATLETA
• danno patrimoniale
introiti diretti ed indiretti per c. pubblicitari
• danno non patrimoniale
– alla salute o biologico
– morale soggettivo o da sofferenza
– esistenziale o da compromissione del fare aredittuale
RESPONSABILITÀ DELL’ORGANIZZATORE DI EVENTI SPORTIVI
• danni patiti dai gareggianti > ex 2043 c.c. e 2050 c.c.
• danni patiti da spettatori > resp. extracontrattuale da attività pericolosa (?)
• competizione ≠ da manifestazione sportiva
• le Federazioni possono assumere il ruolo di organizzatori di eventi (discussa è tale qualifica
per il CONI, prevale tesi negativa)
RESPONSABILITÀ DEL MEDICO SPORTIVO SOCIALE (ISCRITTO IN ELENCO PRESSO LA FEDERAZIONE)
• valutazione medico-sportiva > scheda sanitaria da aggiornare ogni 6 mesi per i
professionisti e certificato d’idoneità per partecipare ad attività agonistiche
• d.m. 24 aprile 2013 disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e
amatoriale
• errore nella valutazione d’idoneità sportiva > caso Curi, calciatore del Perugia, deceduto
per cardiopatia non diagnosticata
• resp. contrattuale della struttura presso cui opera il sanitario; la struttura risponde ex 1228
o 2049 c.c. anche dell’errore del suo dipendente + resp. a titolo extracontrattuale dello
stesso medico (legge Gelli 2017)
RESPONSABILITÀ DEGLI ISTRUTTORI E DEGLI INSEGNANTI PER DANNI CAUSATI A TERZI DAI LORO
ALLIEVI
• ruolo di direzione e di controllo dell’istruttore
• art. 2047 Danno cagionato dall’incapace – In caso di danno cagionato da persona
incapace di intendere e di volere, il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza
dell’incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
Nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla
sorveglianza, il giudice, in considerazione delle condizioni economiche delle parti, può condannare
l’autore del danno a un’equa indennità.
SEGUE
• art. 2048 Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte – Il
padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli
minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela che abitano con essi. La stessa
disposizione si applica all’affiliante.
I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato
dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.
Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di
non aver potuto impedire il fatto.

CONTRATTI COMMERCIALI E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE


1. I contratti commerciali di comunicazione e sfruttamento dell'immagine sponsorizzazione
pubblicità. In inquadramento generale.
Nell'ambito delle relazioni commerciali dei contratti sportivi, centrale risulta il fenomeno
sponsorizzazione.
Numerose sono le implicazioni giuridiche ed economiche adesso sotto anche tenuto conto della
costante Continua evoluzione della prassi negoziale che, negli anni, a posto all'attenzione degli
interpreti e degli… questioni strettamente giuridiche e clausole contrattuali che si.. Di seguito,
risultano di peculiare interesse. Occorre innanzitutto dire che il contratto di sponsorizzazione, dal
punto di vista giuridico si pone come negozio commerciale mentre da quello ..ndale Come
strumento di comunicazione pubblicitaria. In tale ottica esso inserisce nel ben più ampia
fenomenologia, propria della società industriale e consumistica-che spesso privilegia le immagine
stessa dei beni e dei.. Commercializzati a scapito della loro effettiva qualità-, della c.d. Pubblicità
commerciale che, come è noto, si caratterizza per prevalente.. Di promuovere la vendita e la
prestazione di opere e servizi. La funzione promozionale, proprio del fenomeno pubblicitario,
permea difatti profondamente, l'operazione economico giuridica che prende il nome di contratto di
sponsorizzazione. I c.d. Continui comunicativi costituiscono elemento peculiare di tale fattispecie
negoziale con la finalità ad essi propria di rivolgersi al potenziale acquirente allo scopo di
persuaderlo circa la convenienza di eventuale acquisto di beni o servizi. Alla base vi è quella
situazione giuridica tipicamente definita come DOLUS BONUS VENDITORIS, da intendersi quale
esaltazione di pregi del bene o servizio offerto del mercante. La complessità e la varietà del
fenomeno, per come oggi configurato, è invece frutto di quella evoluzione sociale economica e
giuridica, meglio con me conosciuta come rivoluzione industriale, che-già agli inizi del XIX secolo-
produsse un radicale mutamento nei rapporti negoziali, Riservando alla comunicazione
commerciale un ruolo sempre più rilevante. E’ pero nel XX secolo, anche tramite la diffusione dei
primi mass media(in particolare la radio ancor prima della televisione), che si avverte
maggiormente l'esigenza di persuadere gli acquirenti al compimento di una determinata
operazione negoziale; avendo riguardo(come meglio sarà definito dalla normative di fine
novecento) che il messaggio veicolato risulti in qualche modo non pregiudizievole per i
consumatori, ma con l'obiettivo dichiarato di incrementare i guadagni del venditore produttore
fornitore di beni e/o servizi. La differenziazione dei prodotti da un lato, la fidelizzazione dei
consumatori dall'altro, diventano obiettivi che la pubblicità persegue, richiedendo l'investimento di
risorse economiche sempre maggiori. Peraltro, verso le economie di scala si sono rivelate un
impulso non indifferente nelle scelte degli operatori di impresa che hanno individuato nelle
pubblicità con lo strumento tipico (“di informazione”) che permette ai produttori di segnalare la
propria presenza nel mercato e, al contempo, consente ai consumatori di conoscere le diverse
possibilità di acquisto. L'influenza del marketing, con l'impiego di sofisticare tecnologie(si pensi alla
profilazione algoritmica della clientela) e raffinate tecniche di persuasione, ha infine determinato la
necessità di specifiche regole contrattuali (ma non solo) volte a disciplinare il complesso delle
relazioni giuridiche economiche al centro del fenomeno pubblicitario. Le suddette relazioni
comprendono sia contratti di pubblicità sia, più propriamente, i contratti commerciali di
sfruttamento dell'immagine, meglio noti come sponsorizzazione e merchandising.

1.1 I contratti di pubblicità.


Per” contratti di pubblicità” si intendono gli accordi con i quali le imprese, che a vario titolo
operano nel settore pubblicitario, si obbligano, dietro corrispettivo, ah predisporre messaggi
promozionali finalizzati all'incremento delle vendite di beni e servizi. Si differenzia da essi il
“contratto diffusione pubblicitaria” che ha ad oggetto la promozione del messaggio pubblicitario
con forma e contenuti predeterminati, attraverso mezzi quali la stampa, la cartellonistica, la radio,
le sale cinematografiche, la televisione e ad oggi Internet e social media. Il contratto di diffusione
riguarda pertanto il mezzo cioè lo strumento comunicativo dedicato alla diffusione del messaggio
pubblicitario -advertising- individuando quello capace di meglio amplificare gli effetti della
comunicazione commerciale. E tramite tale contratto che lo stesso istituto della pubblicità si
sviluppa, caratterizzandosi per il passaggio del semplice contratto di acquisto di spazi pubblicitari o
dal contratto di predisposizione del contenuto “del messaggio promozionale” ad un contratto che
abbia ad oggetto anche la strategia commerciale di una comunicazione diretta al pubblico dei
potenziali clienti, con precise modalità e secondo specifiche valutazioni di impatto
socioeconomico. Si tratta di accordi stipulati tra imprese produttrici/fornitrici o semplicemente
venditrici di beni e/o servizi e uffici tecnici specializzati che, nel corso del tempo, hanno poi assunto
una rilevanza sempre maggiore, al punto da divenire le attuali agenzie di pubblicità e
comunicazione -advertising agencies-. Si parla più correttamente, oggi, proprio di “contratti di
agenzia pubblicitaria”. Nella pratica corrente dei contratti di diffusione pubblicitaria, l'accordo
intercorre, nella quasi totalità dei casi, fra la stessa impresa “cliente” (che in questo caso prende il
nome di inserzionista) è un intermediario o la concessionaria di pubblicità. Tale ultimo modello
contrattuale trova spesso luogo quando il proprietario del mass media ritiene profittevole per i
propri interessi separare dall'attività di diffusione, strettamente intesa, quella di gestione dei servizi
di comunicazione pubblicitaria, che risulta in questa ipotesi assumere carattere secondario ma non
per questo risulta fonte di finanziamento principale rispetto alla prima. Accadde così che
l'imprenditore commerciale o industriale che voglia aderire ai mezzi di comunicazione di massa si
rivolga a detta impresa “concessionaria pubblicitaria”, la quale gestisce gli spazi pubblicitari messi a
disposizione dei soggetti titolari dei media, occupandosi tanto dell'acquisizione degli ordini di
pubblicità quanto dei rapporti con i clienti anche ai fini della migliore strategia di veicolazione del
messaggio promozionale. L'imprenditore si rivolgerà, pertanto all'agenzia pubblicitaria per
l'ideazione la predisposizione della campagna promozionale e alla concessionaria pubblicitaria per
la programmazione sui mezzi di comunicazione di massa.
Tuttavia di recente, sempre di più, si prende atto della forza contrattuale delle agenzie pubblicitarie
indipendenti (non collegate cioè ai proprietari dei mezzi di comunicazione) e “centri media” che
risultano spesso determinanti per il successo delle campagne, in questo essi, gestendo il
portafoglio di un numero significativo di clienti (e il loro budget di spesa), occupandosi della
pianificazione e dell'acquisto di spazi pubblicitari, Sono in grado di negoziare con i mass media il
prezzo degli spazi messi a disposizione dal titolare del mezzo di comunicazione di massa,
ottenendo condizioni più vantaggiose. Tali soggetti, infatti, offrono un servizio sempre più
articolato che va dall'attività di consulenza, finalizzata alla migliore distribuzione dell'investimento
pubblicitario, “confezionato” su misura del cliente, tenendo conto delle opportunità offerte dai
diversi media ( oggi più propriamente dalle diverse “piattaforme di comunicazione”), fino al
“tradizionale” acquisto di spazi pubblicitari, facendosi carico di una vera e propria attività di
negoziazione, comprensiva della gestione delle fatture. Peculiare di queste agenzie è la capacità di
aggregare la domanda di una pluralità di clienti nei rapporti con la concessionarie di pubblicità alla
ricerca della formulazione più profittevole ed efficace. Se arriva così al rapporto di negoziali
collegato di natura trilaterale se non persino quadrilaterale. Si precisa che, mentre le obbligazioni
delle agenzie e centri media sono da ricomprendersi nello schema della promessa del fatto del
terzo (il titolare del mezzo) nei confronti dell'impresa cliente, hai sensi dell’artt. 1381 c.c., le
obbligazioni dei concessionari pubblicitari sono sussumibili nello schema del contratto a favore del
terzo (l'impresa cliente) ex artt. 1411 ss. C.c. Si tratta, in effetti, di due distinti rapporti negoziali che
caratterizzano l'attività dell'azienda rispettivamente verso l'impresa cliente e nei confronti della
concessionaria o soggetto titolare della proprietà del media. La natura di contratto a favore del
terzo consente all'imprenditore cliente di esigere le prestazioni di diffusione del messaggio
promozionale tanto verso la concessionaria quanto verso il titolare del mezzo, che sulla base del
rapporto con la concessionaria si obbliga a dare esecuzione agli ordini di pubblicità trasmessi da
quest'ultima. Chiarita la natura delle diverse tipologie nelle quali si manifesta il rapporto negoziale
di pubblicità o più semplicemente di diffusione della comunicazione o meglio del messaggio
promozionale, in senso stretto, si potrà comprendere meglio la complessità del contratto che
prende il nome di sponsorizzazione, nonché del contratto di merchandising.

1.2 sponsorizzazione e diritto d'immagine.


Nell'ambito del fenomeno sportivo, sponsor è, colui che a scopi promozionali(pubblicitari) finanzia
un'atleta, una squadra, un'attività sportiva, un evento o manifestazione sportiva. Il termine, come
noto, è di origine Latina “sponsor, sponsoris” cioè “garante, mallevadore” ma anche “chi fa una
promessa”. La sponsorizzazione, nel suo schema tipico, consiste in un'attività di diffusione di un
mezzo promozionale, di natura commerciale, avente ad oggetto o come tratto caratterizzante il
segno distintivo di un'impresa, attraverso l'utilizzazione a fini direttamente o indirettamente
pubblicitari, dal nome o dall'immagine altrui (persona fisica od organizzatore collettiva, quali
l'atleta, la squadra sportiva ecc; “sponse” o “soggetto sponsorizzato” o semplicemente
“sponsorizzato”), sfruttandone la notorietà in ambito sportivo. La stessa finalità può essere
perseguita attraverso la realizzazione di un evento -o serie di eventi- dei quali può essere partecipe
anche il soggetto che veicola il messaggio, il quale in tale rapporto è terzo rispetto all'impresa cui il
messaggio è riferito. Sebbene il contratto di sponsorizzazione abbia avuto di recente una grande
diffusione, si tratta di una fattispecie negoziale nota sin dai tempi antichi secondo modalità che nel
corso del tempo sono andate modificandosi E differenziandosi in una molteplicità di modelli.
Mentre il contratto di sponsorizzazione non ha trovato sin qui una collocazione normativa
adeguata, anche a causa della continua evoluzione dell'istituto, occorre invece chiarire che il diritto
all'immagine, ai sensi dell’articolo 10 del codice civile-quale diritto della personalità- e degli artt.
96-97 della l. 22/04/1941, n 633 ( E successive modifiche) sulla protezione del diritto d'autore,
risulta tutelato da una disciplina che ne vieta l'utilizzo senza il consenso della persona ritratta,
purché la sua riproduzione non sia giustificata dalla notorietà o dal ruolo pubblico o ufficio
ricoperto da finalità scientifiche, didattiche o culturali, nonché regole di ordinamento pubblico,
giustizia o polizia, e sempre che non si arrechi danno pregiudizio alla reputazione o al decoro della
persona stessa. La manifestazione del suo consenso è, pertanto, presupposto dall'efficacia del
contratto di sponsorizzazione. Alla base del contratto di sponsorizzazione vi è, quindi, il
riconoscimento del diritto di ciascun soggetto (persona fisica) allo sfruttamento ( commerciale)
della propria immagine.
L'abbinamento dell'immagine dello sportivo ad un protocollo commerciale può produrre l'effetto di
indurre il tifoso/fan (in definitiva il consumatore) a scegliere, nel momento dell'acquisto ( in certi
casi producendone anche il bisogno) un determinato prodotto al posto di un altro, proprio in
quanto beni di consumo preferito dell'atleta stimato per le sue qualità in ambito sportivo. Accade,
quindi, che l'atleta che Lega la sua immagine ad un bene risulta il parametro in base al quale il
consumatore compie una valutazione più o meno favorevole del prodotto acquistandolo ( per non
dire del ruolo svolto dallo sportivo che nello spot pubblicitario faccia direttamente uso di un
prodotto o di un servizio avvalorando la qualità con la sua immagine abbinata). Il diritto
all'immagine è riconosciuto in capo a tutte le persone fisiche o giuridiche, mentre il “right of
publicity” e tutelato solo in capo alle persone celebri, proprio in quanto titolare di una specifica
immagine pubblica alla quale si riconosce una specifica valenza anche sotto il profilo economico.
Da quanto detto deriva la lesione del diritto d'immagine o l'abusivo sfruttamento del “right of
publicity” o più semplicemente lo sfruttamento non autorizzato o contrattualmente concesso dalla
notorietà, configurano specifiche ipotesi di danno. Tale danno va a commisurato sulla base di due
precisi criteri: il prezzo del consenso prestato dal soggetto celebre per la riproduzione della sua
immagine ohi provenienti conseguiti a seguito o per tramite della condotta illecita. Proprio in
relazione a ciò, si comprende meglio la ratio del contratto di sponsorizzazione, che persegue
finalità di comunicazione aziendale ha carattere promozionale, nella quale l'oggetto del messaggio
si sostanzia nei segni distintivi dell'impresa.

1.3. Sponsorizzazione e contratti di pubblicità a confronto.


Il contratto di sponsorizzazione, pur nella sua atipicità, risulta riconducibile nella fattispecie della
vasta categoria dei contratti di pubblicità dai quali però si differenzia. Le differenze che sussistono
tra il contratto di sponsorizzazione e i contratti di pubblicità globalmente intesi risultano a dir poco
evidenti; mentre i rapporti negoziali pubblicitari hanno come obiettivo la promozione presso il
pubblico dei consumatori dell'acquisto in bene o servizio; invece, la sponsorizzazione di per se
stessa ha come scopo il finanziamento di uno specifico soggetto o attività, dal cui godimento il
tifoso/spettatore/consumatore può acquisire la conoscenza o trarre apprezzamento del
soggetto/impresa promotore e, dunque, può solo indirettamente essere indotto (dalla divulga
l'azione del segno distintivo dello sponsor) all'acquisto di beni o servizi ad essa collegati (attività
ben diversa dall'esaltazione della qualità del prodotto e del servizio di un'impresa). Si sostiene che
lo sponsor non paga per avere, ma paga per essere, al punto che la sponsorizzazione è definita
come “l'arte del far parlare di sé parlando d'altro”. In tal senso, la sponsorizzazione è considerata
una delle forme di propaganda pubblicitaria fra le più evolute, facendo appello alle passioni, ai
sentimenti, nonché alla emotività dei consumatori, più di quanto non avvenga con la pubblicità
tradizionale. La potenzialità di attrarre l'attenzione del pubblico è più elevata nella
sponsorizzazione rispetto alle tradizionali tecniche pubblicitarie, proprio in quanto i destinatari del
messaggio -cioè i potenziali consumatori- sono per un verso attratti dal veicolo -l’atleta- e peraltro
verso son ben consapevoli dell'importanza del ruolo finanziario dello sponsor. Si parla in proposito
del c.d. Effetto di ritorno frutto proprio dalla notorietà, diretta e in diretta, acquisita dallo sponsor.
Giova ricordare anche che nel caso di eventi/manifestazioni, a differenza degli spot televisivi
tradizionali, la sponsorizzazione non interrompe lo spettacolo sportivo e ciò contribuisce a renderla
strumento più gradito e apparentemente meno invasivo. Altra differenza tra sponsorizzazioni e
pubblicità è individuabile nella peculiarità di quest'ultima di essere attuata tramite
messaggi/comunicazione di breve durata, spesso predisposti a autonomamente dall'impresa da
apposti soggetti specializzati (dei quali sopra si è dato conto), che rientrano sempre nella
disponibilità dell'impresa che sceglie di promuovere i suoi prodotti o servizi. La sponsorizzazione,
diversamente, si concretizza in comunicazione e di più lunga durata, il cui oggetto principale non è
uno specifico bene -prodotto o servizio- ma i segni distintivi e l'attività stessa dell’impresa.
Differenti dunque la durata, la frequenza e l'intensità del messaggio promozionale a seconda che
sia veicolo tramite contratti di pubblicità o di sponsorizzazione. Mentre nella prima fattispecie
negoziale esse dipendono in modo pressoché esclusivo della volontà - e all'investimento
economico prescelto- del soggetto committente/impresa cliente; nel secondo caso, l'efficacia della
comunicazione è correlata alla sorte dell'attività/evento cui la sponsorizzazione è legata e quindi a
fattori estranei del controllo del soggetto sponsor-si pensi al successo o flop della squadra sportiva
o dell'evento di sport-. In generale, poi, diversa è l’”alea” nelle due fattispecie. Mentre l'attenzione
dei consumatori al messaggio promozionale veicolato è certamente fattore non preventivabile
nell'ipotesi di sponsorizzazione, giacché dipende dalla scelta di seguire l'evento sportivo (l'atleta, la
squadra) da parte dell'utente che nutra per esso un interesse assolutamente non ponderabile con
parametri certi -si pensi al successo di una squadra, alla rilevanza di una partita di campionato o al
rendimento di un giocatore in corso di un anno-; nel caso della pubblicità tradizionale il rischio
consiste nel fatto che essa può colpire indistintamente, per sua stessa natura, una platea potenziali
di consumatori anche non interessata. Tra le varie forme di sponsorizzazione più vicine al modello -
pubblicitario- peculiare interesse riveste la sponsorizzazione televisiva. La sponsorizzazione
radiotelevisiva, nota con il termine “bartering”, consiste nel finanziamento da parte di un'impresa
di programmi radio/tv, al fine di promuovere il nome, il marchio, l'immagine, l'attività, i prodotti
dell'impresa stessa. E se è considerato una forma di pubblicità “indiretta” rispetto ai tradizionali
“spot” a pagamento che vengono trasmessi all'interno di programmi o nelle pause -pubblicità
diretta-. La sponsorizzazione radiotelevisiva è la tipologia che più si avvicina al contratto di
diffusione pubblicitaria, trattandosi in definitiva, spesso, dell’abbinamento nel nome di un prodotto
o azienda ad un programma tv o radiofonico. In generale, differenti sono poi i livelli di intervento in
una strategia di sponsorizzazione, allorché si consideri che se la figura dello sponsor unico
consente di sostanzialmente fondere l'immagine dello sponsor con quello dello sponsee, non sono
pochi i casi di c.d. main sponsor nei quali un soggetto si impegna a contribuire rispetto ad altri
sponsor in misura economicamente maggiore. Gli altri sponsor coinvolti godranno, ad esempio, di
minori spazi e opportunità ma sarà loro richiesto anche un investimento economico minore -c.d.
sponsor secondario-.

1.4 sponsorizzazione figure affini.


La sponsorizzazione deve essere tenuta distinta da altre figure negazionali.
a) Mecenatismo: e la fattispecie negoziale nella quale un soggetto-pubblico privato-, finanzia un
dato evento, attività, senza fini pubblicitari. A fronte del finanziamento, non vi è, difatti, alcuna
obbligazione a carico del beneficiato. Esso rientra negli atti di libertà, appunto, di un mecenate che
è mosso invece dall’interno di accrescere, attraverso finanziamenti, la diffusione dello sport ( ma
astraendosi dal fenomeno in esame, anche dell'arte e della cultura).
b) Patrocinio: e la concessione a titolo gratuito, da parte di un soggetto -patrocinante- dell'uso del
proprio marchio, nome, denominazione, per lo svolgimento di un determinato evento o attività. In
taluni casi, sussiste a carico del patrocinante ha anche un finanziamento, finalizzato a sostenere le
spese dell'evento o iniziativa, usualmente di carattere artistico culturale, spesso promossa da enti o
fondazioni senza scopo di lucro. Essa si distingue dalla sponsorizzazione, innanzitutto, per il fatto
che il patrocinante non ne trae un vantaggio economico né diretto né indiretto, al punto che si
sostiene la natura del patrocinio quale donazione mondiale, in quanto chi riceve il patrocinio è
tenuto all’adempiamento.
c) Pubblicità testimoniale: è una particolare tipologia di pubblicità che si caratterizza per l'uso
dell'immagine o del nome di un soggetto celebre: il c.d. testimonial, che svolge un'attività di
richiamo di tipo promozionale a beneficio di una determinata impresa- Del Piero/ Uliveto- spesso
abbinato all'uscita sul mercato di uno specifico bene o servizio. Si tratta, a tutti gli effetti, di una
prestazione di promozione pubblicitaria.
d) Product placement: è un'operazione in negazione male che si differenzia dalla precedente per il
fatto che si tratta della “promozione” specifica di un determinato bene o servizio nell'ambito di
uno spettacolo in virtù di uno specifico accordo negoziale tra organizzatore (titolare) dello
spettacolo e il produttore/distributore del bene o servizio. Lo scopo per seguito e anche in questo
caso di carattere pubblicitario: si pensi ai cartelloni del campo di calcio, alla presentazione del
prodotto e relativi gadget a margine di un evento sportivo.
e) Merchandising: è un contratto, tra i più importanti e diffusi -per questo lo si esaminerà meglio
dopo separatamente-, che consiste nella cessione a titolo oneroso, da parte di una società
(associazione) sportiva, dell’utilizzo del proprio marchio in favore di un'impresa che valuta
commercialmente utile apporlo su determinati propri prodotti o servizi ai fini di una migliore loro
promozione sul mercato (basti pensare agli orologi di una squadra di calcio o, a titolo di esempio,
alla linea di abbigliamento con il logo della Ferrari).
f) vendita promozionale: e la fattispecie negoziale che si caratterizza per l'accordo tra un soggetto,
che organizza un evento o manifestazione sportiva di interesse pubblico, è un'impresa che intende
per tramite di ciò accrescere le proprie vendite.
g) partnership: è un'operazione negoziale, simile alla sponsorizzazione, che intercorre tra
un'impresa è una società sportiva, diretta all’utilizzazione a scopo pubblicitario, a titolo oneroso, di
spazi o attività della società sportiva, senza il coinvolgimento degli atleti tesserati presso la società
sportiva stessa.

1.5 I contratti di sponsorizzazione sportiva: i diversi modelli contrattuali.


Usualmente si discorre di contratto di sponsorizzazione come fattispecie unitaria. La prassi
negoziale, tuttavia, conosce una molteplicità i modelli contrattuali che -a differenza di quelli
brevemente esaminati in precedenza-, più propriamente, sono da ricomprendersi all'interno della
sub categoria dei contratti di sponsorizzazione sportiva. Si tratta di figure contrattuali diverse ma
tutte ugualmente riconducibili allo schema tipico della sponsorizzazione, che fra loro si distinguono
per un'ampia gamma di contenuti, tecniche e veicoli di diffusione che consentono di individuare
specifiche distinte tipologie negoziali:
 Abbinamento
 sponsorizzazione di club, squadra o scuderia,
 sponsorizzazione del singolo atleta,
 sponsorizzazione di evento o manifestazione sportiva,
 più sponsorizzazione tecnica interna,
 impianto sportivo,
 Pool,
 intrapresa sportiva,
 virtual sponsorship,
 web sites sponsorship,
 videogames sponsorship.
La tensione deve soffermarsi, in particolare, su alcune di esse. L'abbinamento, quale fattispecie
tradizionale, in effetti presenta la particolarità che la veicolazione del segno distintivo dello sponsor
avviene non solo con la tradizione in modalità di stampigliatura di esso sugli strumenti e materiali
sportivi utilizzati dallo sponsee, ma anche mediamente l'utilizzo del nome dello stesso sponsor
accanto al nome dello sponsee abbinato. Attraverso l'abbinamento si persegue una più efficace
finalità promozionale, perché il segno distintivo e portato direttamente all'attenzione non solo del
pubblico degli spettatori che segue la partita o assiste all'evento sportivo cui ha impiegato lo
sponsee, ma anche indirettamente ad un pubblico eterogeneo di consumatori, sportivi e non, che
anno notizia tramite i media e le semplici notizie di cronaca. Assai più diffuso è certamente il più
noto che risulta essere il contratto di sponsorizzazione di un club, una squadra o di una scuderia
nel quale questi soggetti in cambio del versamento di un corrispettivo si obbligano a promuovere e
diffondere un determinato messaggio pubblicitario applaudendo scritte o altri simboli sull’
abbigliamento di atleti, tecnici, accompagnatori, nella cartellonistica a bordo campo e sulle
panchine, mentre lo sponsor ritiene il diritto di utilizzare le relative immagini a scopi pubblicitari.
Non è da dimenticare la veicolazione in diretta tramite riprese e video, televisive, foto su quotidiani
e siti web poster. A tacere del fatto che la divisa della squadra del cuore, rappresentando spesso
motivo di affezioni in taluni casi oggetto di culto viene talora indossata non solo in luoghi e
occasioni sportive ma anche nei più svariati momenti di vita quotidiana con un indotto
pubblicitario efficacissimo. Rientra, invece, nella tipologia dell'abbinamento l'ipotesi in cui
team/squadra si obblighi a modificare la stessa propria denominazione originaria aggiungendo
quella dello sponsor o del suo marchio. Si tratta di un fenomeno diffuso soprattutto in alcuni spot
come il basket, ciclismo e la pallavolo dove maggiore è , di fatto, l'identificazione tra club e sponsor.
Giuridicamente più complesso e con problematiche sue peculiari si presenta, invece, il contratto e
di sponsorizzazione di singoli atleti. Si tratta di una tipologia di sponsorizzazione che ricorre, come
è evidente, soprattutto, negli spot più popolari nei quali lo sponsor individua gli atleti più
conosciuti al grande pubblico proponendo di divenire essi stessi veicoli di promozione pubblicitaria
e testimonial. In taluni casi, viene anche fornito loro materiale o attrezzatura sportiva -persino
personalizzata- allo scopo di incrementare la diffusione del logo/brand. I compensi ai quali lo
sponsor si obbliga sono tanto maggiori quanto più elevati la notorietà e il prestigio dello sponsee. I
limiti principali a tali pattuizioni riguardano i tempi e le esigenze connesse allo svolgimento delle
prestazioni sportive e preparatorie, nonché l'obbligo di non danneggiare la società di
appartenenza, dovendo rispettare i rapporti di sponsorizzazione di quest'ultima. Importante
sottolineare in queste prime tre tipologie contrattuali esaminate l'inserimento di clausole di
rinnovo così come di risoluzione del rapporto negoziale subordinato rispettivamente al
raggiungimento di determinati obiettivi sportivi o, viceversa, di retrocessioni o simili. Di frequente
utilizzo anche le clausole di condizionamento sospensivamente l'efficacia del contratto alla
ratifica/verifica/controllo/nulla osta da parte degli organismi sportivi di appartenenza
( Federazione/Leghe). Assai simile alla fattispecie appena illustrate e l'ipotesi nella quale lo sponsor
ottiene di essere riconosciuto come partner ufficiale di un'intera Federazione, con la possibilità di
avvalersi di tale qualifica per fini pubblicitari, comprese anche le occasioni nelle quali gli atleti e le
squadre della Federazione sono chiamate a competere a livello internazionale (campionati
europei, mondiali, Olimpiadi ecc). Diversa è la fattispecie della sponsorizzazione di una
manifestazione sportiva sia che si tratti di un evento che si esaurisce in un breve spazio di tempo
(partita di calcio) sia nell'ipotesi di un evento sportivo di più lunga durata (campionato a squadre)
odi particolare risonanza (competizione internazionale). La prima ipotesi è quella nella quale lo
sponsor contribuisce ai costi di organizzazione di una gara, generalmente in cambio del diritto di
abbinare al proprio nome alla manifestazione nonché riservandosi di utilizzare cartelloni,
maxischermi e annunci sonori vari, per promuoversi in occasione dell'evento( c.d. Match Sponsor).
Lo stesso avviene anche per manifestazioni più importanti e di lunga durata (Seria A tim), con ciò
riducendo i rischi tipici di una sponsorizzazione legata al rendimento di un singolo atleta o di una
singola squadra. Non sono rari, poi, i casi nei quali a questo tipo di sponsorizzazioni si accompagna
anche un accordo di Licensing per il quale lo sponsor viene concesso di usare, nella propria
pubblicità o nei propri prodotti, i marchi ufficiali della manifestazione accompagnati
dall'indicazione “fornitore locale” o “sponsor ufficiale”. Si parla di sponsorizzazione tecnica, in
generale, quando l'oggetto è rappresentato dalla fornitura da parte dello sponsor, di prodotti e
attrezzature strettamente inerenti allo svolgimento dell'attività sportiva o delle manifestazioni
sponsorizzate -si pensi nelle gare automobilistiche alla fornitura di carburanti, pezzi di ricambio,
pneumatici ecc-. La fornitura ufficiale in senso stretto- c.d. official supplier- ah invece ad oggetto
beni o servizi più generici, utilizzate in occasione dell'evento o dell'attività sportiva, godendo
dell'esclusività nella propria categoria merceologica e, usualmente, non presenta un legame
particolare con l’attività sportiva sponsorizzata. Per quanto riguarda il caso della fornitura tecnica
dell'atleta, quest'ultimo assume l'obbligo di usare quelle determinate attrezzature, quel
determinato abbigliamento o i prodotti forniti dallo sponsor, in tutte le sue pubbliche apparizioni e,
talora, anche nella vita privata, dichiarando di farne uso e di esserne soddisfatto. La
sponsorizzazione di impianti sportivi, assai nota nei paesi anglosassoni, si caratterizza per
l'abbinamento del nome dello sponsor a quello dell'impianto sportivo, specie allorché quest'ultimo
sia di proprietà delle stesse squadre sportive che, a tutta evidenza, hanno interesse ad ottenere
ulteriori introiti dallo sfruttamento dei propri impianti -si pensi da ultimo allo stadio di proprietà
della Juventus FC-, per altro con indubbi vantaggi di gestione. Di grande interesse è anche il Pool
che si caratterizza per una sponsorizzazione di tipo associativo che si realizza mediante un
consorzio di imprese, allo scopo di finanziare, con finalità promozionale dei propri rispettivi marchi
attività che richiedono una complessa attività organizzativa con considerevoli costi di realizzazione -
si pensi ai campionati europei e internazionali oppure a manifestazioni quali la Champions League
di calcio e la Coppa d’America di vela-. L'attenzione del potenziale cliente consumatore, nel caso
del pool, non è quindi diretta la singola impresa o prodotto o servizio specifico, bensì ad un gruppo
di soggetti economici che si presentano unitariamente, con vantaggi significativi anche nella
gestione dei diritti e con responsabilità distinte e autonome rispetto ai singoli partecipanti al pool.
Una menzione separata meritano i comitati e i consorzi per la sponsorizzazione di intraprese
sportive, i quali nascono per offrire il proprio sostegno -patrocinio-, tecnico e più spesso
economico, ad una determinata impresa sportiva. Il sostegno economico può essere limitato al
versamento dei costi di iscrizione e partecipazione ad una gara così come la copertura parziale o
totale del budget necessario alla realizzazione della c.d. “eroica avventura” possibile proprio per
l'intervento di sponsor. Da ultimo si segnalano nuove forme di sponsorizzazione sportiva che, sotto
l'impulso dell'evoluzione tecnologica, insieme a con l'individualizzazione di strategie di
comunicazione più dirette ed efficaci, trovano sempre più diffusione. Ci si riesce, innanzitutto, alla
c.d. Virtual Sponsorship che consiste nel far apparire, in occasione di trasmissione tv gli eventi di
sponsor o manifestazioni sportive in genere, sullo schermo televisivo e quindi alla vista dei
telespettatori, messaggi pubblicitari e beni, strutture,ecc. Non realmente presenti sul luogo di
ripresa televisiva, con presenza dinamica e talora tridimensionale dei marchi e dei loghi dello
sponsor. Simile risulta la C.D. web sites sponsorship che attraverso i banner che appaiono nelle
pagine web delle squadre, delle federazioni e dei siti sportivi in genere, sono in grado di guidare
l'utente alla consultazione del proprio spazio web dove è possibile accedere ad ulteriori
informazioni su beni e servizi offerti dallo sponsor. Infine per mera completezza, si deve citare lo
sport videogame Sponsorship fattispecie nata dall'interesse dei grandi sponsor per la produzione
dei propri marchi all'interno dei videogame sportivi, sfruttati alla stregua di mezzi di promozione
pubblicitaria.

1.6 la disciplina e gli elementi tipici dei contratti di sponsorizzazione sportiva.


Il contratto di sponsorizzazione sportiva, pur nella sua atipicità e molteplicità di modelli, presenta
degli elementi che risultano tendenzialmente comuni e uniformi sia nell'ambito nazionale sia
quello internazionale . Il contratto di sponsorizzazione si presenta come un negozio bilaterale ha
prestazioni corrispettive, con obblighi gravanti su entrambe le parti ( sponsor e sponsee). L'obbligo
principale a carico dello sponsor consiste nel pagamento di una somma di denaro che, qualora non
fissata nel suo esatto ammontare, tuttavia, può essere determinata ai sensi dell'art. 2225 c.c. (In
tema di contratto d'opera), il quale stabilisce che: “il corrispettivo, se non è convenuto dalle parti e
non può essere determinato secondo le tariffe professionali o gli usi, è stabilito dal giudice in
relazione al risultato ottenuto e al lavoro normalmente necessario per ottenerlo”. Non sono rari i
casi nei quali, insieme con il corrispettivo in denaro, sono messi a disposizione dello sponsorizzato
“in godimento temporaneo” beni strettamente collegati all'esercizio dell'attività sportiva(in taluni
casi a titolo di comodato d'uso, in altri di veri e propri contratti di locazione e suoi derivati); si pensi
ai capi di abbigliamento sportivo o alle attrezzature tecniche. Altrettanto comuni sono poi le ipotesi
di contratti di sponsorizzazione che riguardano oltre il corrispettivo l'accessione di beni di consumo
di massa, i più disparati, in alcun modo connessi all'attività sportiva svolta, per non dire dei servizi,
siano essi di pagamento, di viaggio e/o trasporto, ecc. A seconda del titolo (di trasferimento di
proprietà o di godimento) si applicherà la relativa normativa propria dello specifico rapporto
negoziale posto in essere ( es: qualora lo sponsor trasferisca la proprietà di beni si applicherà la
disciplina codicistica della vendita e così via). Permane comunque il capo all'atleta o alla squadra
sportiva sponsorizzata l'impegno a svolgere la funzione di veicoli di messaggio pubblicitario di beni
e servizi, rispettivamente, prodotti forniti dallo sponsor, gratuitamente OA condizioni particolari
vantaggiose, al soggetto sponsorizzato.
Si prosegue adesso con l'esame della struttura tipica del contratto di sponsorizzazione.
L’accordo e le parti. – L’accordo tra le parti rappresenta spesso il momento finale di una trattativa
che, nei contratti di sponsorizzazione più complessi, può avere condotto le parti a concludere
niente una lettera di intenti o un contratto preliminare. Se, specialmente, nella forma del
mecenatismo, il contratto di sponsorizzazione assumeva una struttura sostanzialmente unilaterale
di tipo donativo -in virtù del fatto che alla prestazione del mecenate non corrispondeva alcuna
specifica prestazione o obbligo a carico della controparte “beneficiata” dall’elargizione-, per di più
fondato sullo spirito di liberalità, quest'ultimo risulta sempre più sfumato e in definitiva assente
nell'ipotesi che nella stragrande maggioranza dei casi vengano oggi ridotte allo schema della
sponsorizzazione tout court. Il contratto di sponsorizzazione sportiva rappresenta nella sua
struttura di riferimento uno negozio bilaterali le cui parti prendono il nome di sponsor e sponsee.
Con riguardo alla natura delle parti, si dibatte se un ente di diritto pubblico possa o meno
assumere la veste di sponsor, obiettando che ciò dovrebbe essergli precluso dal fatto che
quest'ultimo dovrebbe prendersi cura di interessi generali e non dovrebbe perseguire interessi di
natura imprenditoriale. Deve invece evidenziarsi, anche in questo ambito, come tale possibilità
rientri pienamente, Salve eventuali limitazioni che fossero espressivamente previste dalla legge,
nella sua piena capacità di diritto privato, purché conformi alle finalità istituzionali che gli sono
proprie. Si rappresenta, tuttavia, che in alcuni sport la Federazione si sostituisce allo sponsee
sottoscrivendo il contratto con lo sponsor e riservando poi il compenso integralmente all'atleta. Di
grande interesse risulta, poi, la questione se la qualità del contraente, e specificamente, quella di
sponsee, possa essere assunta da un minore. Tuttavia, così com'è per l'atto di tesseramento del
minore l'attenzione dell'interprete-e nel caso anche del giudice tutelare- deve concedersi sugli
obblighi oggetto della prestazione e sulla loro natura economica. Sul punto, risulta consolidato
l'ordinamento secondo il quale la sottoscrizione di un contratto di sponsorizzazione riguardante un
minore di età e da far rientrare negli atti di ordinaria amministrazione che possono essere
compiuti, ai sensi dell’artt. 320, comma 1 c.c., anche disgiuntamente da ciascun genitore o da chi
ne abbia la responsabilità genitoriale. Solo laddove gli obblighi assunti dal minore si ponessero al di
là del normale svolgimento di una ordinaria attività fisica, anche di carattere competitivo, in
impegnati iva anche se non lavorativa per la sua giovane età, dovrebbe propendere rsi per la
qualificazione della stipula di un contratto di sponsorizzazione alla stregua di atto di straordinaria
amministrazione, richiedendo, quindi, oltre al consenso di entrambi i genitori esercenti la
responsabilità genitoriale anche l'autorizzazione del giudice tutelare assumendo in ogni caso come
parametro il superiore interesse del minore. Facendo seguito a quanto sopra esposto, infine, si
precisa che l'eventuale carattere associativo dello sponsor come accade nel Pool, in nulla in fecia la
natura del contratto in esame.
La causa- sotto il profilo della qualificazione causale il contratto di sponsorizzazione rientra come
sopra accennato, nei c.d. Contratti atipici, perché non espressamente disciplinato dalla legge, ma la
sua regolamentazione, discende dal autonomia dei privati, cioè dal potere dei privati di stipulare
contratti non appartenenti ai tipi previsti dalla legge, è da considerarsi socialmente tipica anche in
considerazione della sua diffusione nella prassi negoziale sopra descritta nelle sue diverse
sfumature -tipologie-. La funzione causale è svolta dal contratto di sponsorizzazione è
rappresentata dal perseguimento di finalità pubblicitarie proprie dello sponsor, che ha questo
scopo versa un corrispettivo allo sponsee. Ah Mary fini di completezza si deve dare comunque atto
di orientamento minoritario che ritiene il contratto di sponsorizzazione sussumibile nello schema
di contratti tipici, quali, in particolare, l'appalto, o il contratto d'opera. Quantunque sia condivisibile
ritenere che questi tipi contrattuali presenti in elementi causali comuni con il contratto di
sponsorizzazione, quali certamente è l'obbligazione di realizzare una data attività dietro
corrispettivo, deve rilevarsi come tale aspetto non sia sempre dirimente. In merito occorre
evidenziare che, mentre l'obbligazione propria dei contratti di appalto/d’opera risulta adempiuta
solo a seguito della realizzazione dell'opera/servizio cui l'attività dell'appaltatore o prestatore è
finalizzata quale tipica obbligazione di risultato e l'appaltatore necessariamente è un soggetto
organizzato in forma di impresa, invece, oggetto del contratto di sponsorizzazione e una
obbligazione di mezzi nella quale il soggetto obbligato, cui spetta la diffusione/veicolazione del
marchio/denominazione dello sponsor, non garantisce alcun risultato -né sportivo né commerciale-
ed oltre non è un imprenditore (salvo taluni casi importanti nell'ambito del fenomeno sportivo
globalmente considerato, ma non certo sul piano numerico/quantitativo). Non può peraltro non
richiamarsi quell'orientamento dottrinario che individua nel contratto di sponsorizzazione un
negozio che, in quanto pensato e scritto sulla base di un modello diverso del cittadino italiano, e
cioè un modello di common law, dovrebbe meglio qualificarsi come contratto alieno, frutto di
schemi imposti, per lo più da imprese sponsorizzatrici internazionali. Lo sponsor è ben consapevole
che il conseguimento di un tratto sportivo e lo stesso ritorno pubblicitario possano essere
considerati solo alla stregua di obiettivi separati e condizioni da una serie di fattori per certo non
nella mera disponibilità dello sponsee. Il soggetto sponsorizzato, poi, rimane sempre titolare in via
esclusiva delle attività, senza alcuna possibile ingerenza da parte dello sponsor neanche sui tempi
o sulle modalità di svolgimento dell'attività sportiva. D'altronde, il soggetto sponsorizzato agisce
per il perseguimento di finalità proprie che non nulla hanno a che fare con i servizi prestati allo
sponsor(salvo i premi collegati ad eventuali risultati conseguiti).
L’oggetto- con riguardo all'oggetto, il contratto può presentare un contenuto diverso, a seconda
che la sponsorizzazione venga realizzata da un singolo atleta oppure da un gruppo di atleti o
ancora si tratti di un evento sportivo. La rappresentazione sportiva che forma oggetto
dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica e corrispondere ad un
interesse del creditore ai sensi dell'art. 1147 c.c. Il fenomeno delle sponsorizzazioni dimostra come
sia definitivamente acquisito il carattere patrimoniale della commercializzazione del nome o
dell'immagine.
La forma- in materia di forma si segnala che essa è sostanzialmente è usualmente scritta, ma non vi
è alcuna prescrizione né a fini di validità (ad substantiam) né a fini di prova (ad probationem); ciò in
piena con dormita proprio con il principio della libertà di forma, vigente di dritto interno, per cui le
parti sono libere di adottare la form che ritengono più opportuna a tutela dei propri interessi, salvo
ovviamente i casi nei quali sia la stessa legge a prescriverla in via eccezionale ossia non le stesse
parti ad aver stabilito diversamente. Da quando sin qui esposto, risulta evidente la qualifica del
contratto di sponsorizzazione come contratto atipico a titolo oneroso ed a prestazioni corrispettivi
la cui causa consiste nell'utilizzazione -sfruttamento-, a fini indirettamente o direttamente
proporzionali pubblicitari –commerciali-, del nome dell'immagine del marchio e/o di tutti i propri
segni distintivi allo sponsor in abbinamento e alla prestazione sportiva dell'atleta, della squadra o
semplicemente ad un certo evento o manifestazione di carattere sportivo, in cambio di un
corrispettivo in denaro o nella fornitura di materiali o altri beni servizi.

1.7 le clausole più ricorrenti nella prassi: clausola di esclusiva, diritto di prelazione e la previa
approvazione delle campagne marketing dello sponsor.
Tra le clausole più ricorrenti nella prassi della sponsorizzazione che meritano di essere presi in
considerazione, deve essere doverosamente richiamata la c.d. “Clausola di esclusiva” , che ha il
compito di limitare il potere di una o entrambe le parti di concludere contratti di sponsorizzazione
con soggetti terzi per un determinato periodo. Essa, generalmente, è in sostanza pattuita
nell'interesse dello sponsor, tuttavia, non è affatto trascurabile in questo tipo di datazione la
presenza anche di un interesse dello sponsee. Essa rappresenta una delle clausole più frequenti
pretese dagli sponsor, poiché per suo tramite quest'ultimo pretende che lo sponsee non conceda
diritti analoghi anche ad altri soggetti, diminuendo così la possibilità che lo sponsor di creare nel
pubblico la convinzione dell'associazione della propria immagine con quella dello sponsee. Si
segnala, poi, la clausola compromissoria che consiste in una pattuizione mediante la quale le
eventuali controversie che dovessero nascere in dipendenza e sotto la vigilanza del contratto di
sponsorizzazione vengono devolute al giudizio di un soggetto o organo privato deputato alla loro
risoluzione. La clausola regolante il diritto di prelazione e al tre ttanto peculiare di questa tipologia
contrattuale e consiste nell'obbligo in capo allo sponsee di trasmettere in originale o in copia allo
sponsor eventuali offerte che dovessero per venire durante il periodo di vigilanza del contratto(in
taluni casi anche per un arco di tempo successivo), da parte di un soggetto concorrente. Ciò
consente allo sponsor di intervenire con un'offerta equivalente o superiore di quella concorrente,
salvaguardando anche dopo il termine del rapporto negoziale in atto il legame con
atleta/squadra/competizione/evento. Solo nel caso in cui lo sponsor non pareggi l'offerta ricevuta
dallo sponsee, quest'ultimo sara legittimato a stipulare un contratto di sponsorizzazione con il
nuovo sponsor. Di estremo interesse e poi la clausola di previa approvazione delle campagne
marketing dello sponsor. Infatti, tramite questa clausola la sponsee si riserva di accettare la
campagna di promozione pubblicitaria che lo veda coinvolto. Lo sponsee dovrà quindi essere
previamente informato, ogni qualvolta lo sponsor intenda acquisire , foto audio, video o
quant'altro innesca la propria immagine e dovrà, successivamente, fornire il proprio consenso
all'utilizzo delle stesse. Talora, però, ci sono clausole che prevedono impegni che incidono sulle
scelte quotidiane e sullo stile di vita dello sponsee( basti pensare a quelle clausole che per esempio
pongono a carico dell'atleta l'obbligo di nutrirsi in maniera esclusiva con taluni cibi o prodotti
fitness, usualmente messe a disposizione dello stesso sponsor) della cui validità talvolta si dubita a
seconda degli specifici casi. Devono ritenersi per certo valide quelle che fanno divieto all'atleta di
esercitare attività sportive che potrebbero risultare pericolose per la stessa salute o incolumità
fisica, fondamento imprescindibile ai fini di svolgimento di un'attività sportiva.

1.8 il problema delle morality clauses.


Esse, diffuso inizialmente nell'esperienza statunitense, sono clausole di precostituzione
dell'inadempimento, spesso accompagnate da correlative clausole risolutive e penali, riguardanti la
condotta e i comportamenti dello sponsee e non la prestazione sportiva strettamente intesa. La
prassi conosce mortality clauses eventi ad oggetto ipotesi di doping o più generalmente di
condotte antisportive, ma anche di condanne o procedimenti penali, uso di sostanze stupefacenti,
illeciti sportivi, frode sportiva, Comprese condotte anche private, pur di nessuna rilevanza
strettamente sportiva o penale, che possano comunque ledere l'immagine dello sponsor in quanto
motivo di imbarazzo, scandalo o senso del ridicolo. Si segnalano morality clauses con le quali lo
sponsor si riserva il diritto di risolvere unilateralmente il contratto e/o comunque di ridurre il
corrispettivo pattuito in caso di dichiarazioni o eventi ritenuti, a parere dello sponsor,
obiettivamente pregiudizievoli e/o solo potenzialmente lesivi/e della reputazione dell'immagine ed
in definitiva Per gli affari dello sponsor. Deve evidenzia farsi come questa clausola rappresenti sul
piano negoziale il riflesso del più alto principio di moralità dello sport che, a prescindere dalla
professionalità del singolo o della squadra, impegni ciascun sportivo a tenere comportamenti
corretti e assumere condotte leali e rispettose degli elevati principi etici che caratterizzano il
fenomeno sportivo. Non mancano dubbi sulla validità di tali pattuizioni, considerata anche la loro
indeterminatezza. Distinguono, di recente, le c.d. Clausole sul Fair play che sanzionano e mirano a
scoraggiare comportamenti razzistici diretti o indiretti (si pensi a taluni cori incivili delle tifoserie di
una squadra rispetto ai quali la sponsor intende tutelare la propria immagine)

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