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EFFETTI RESCISSIONE
• legittimazione: solo chi è protetto dal rimedio
• prescrizione: azione + eccezione >1 anno dalla conclusione c.
• recupero contratto: no convalida - MA offerta di riduzione ad equità (art. 1450 c.c.)
• conseguenze
– fra le parti: effetti cadono, salvo possibile equo compenso 1447, c. 2
– verso i terzi: inopponibile
RISOLUZIONE ARTT. 1453-1469 C.C
• PER INADEMPIMENTO art. 1453 c.c.
• IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA DELLA PRESTAZIONE art. 1463 c.c.
• ECCESSIVA ONEROSITÀ SOPRAVVENUTA art. 1467 c.c.
INADEMPIMENTO=NON ATTUAZIONE DEL CONTRATTO
• STRUMENTI X RAFFORZARE L’ATTUAZIONE > caparra confirmatoria (1385)
• RIMEDI CONTRO minaccia d’INATTUAZIONE > sospensione della propria prestazione e
richiesta idonea garanzia x mutamento condizioni patrimoniali controparte (1461)
• RIMEDI CONTRO INATTUAZIONE
– eccezione d’inadempimento (1460) > correlazione e proporzione
– domanda di adempimento
– domanda di risoluzione per inadempimento > risoluzione GIUDIZIALE (regola,
PRESUPPOSTO: INADEMPIMENTO GRAVE) salvo i casi di RISOLUZIONE DI DIRITTO
(CL. RISOLUTIVA ESPRESSA 1456, TERMINE ESSENZIALE 1457, DIFFIDA AD
ADEMPIERE 1454)
– + domanda di risarcimento del danno
RISOLUZIONE PER IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA
• impossibilità totale non imputabile al debitore > estingue obbligazione > la sentenza è
dichiarativa
• LIMITI:
– no durante mora creditore
– c. effetti reali
• impossibilità parziale 1464 c.c. > soluzioni diverse in base all’interesse del creditore
• impossibilità temporanea > 1256 c. 2
RISOLUZIONE PER ECCESSIVA ONEROSITA’ SOPRAVVENUTA
• solo per i CONTRATTI DI DURATA
• alterazione dell’equilibrio economico originario del contratto ECCESSIVA, ovvero che supera
l’alea normale, per SOPRAVVENIENZE, OGGETTIVE, ESTERNE, ANOMALE in quanto
STRAORDINARIE e IMPREVEDIBILI, che intervengono dopo la sua conclusione e prima della
COMPLETA esecuzione
• è risoluzione giudiziale > sentenza costitutiva
• OFFERTA DI RIDUZIONE A EQUITÀ
• non opera per i contratti aleatori
CONSEGUENZE
• TRA LE PARTI > liberazione reciproca + per effetto retroattivo > restituzioni SALVO x c. a
esecuzione continuata o periodica la risoluzione non tocca prestazioni già eseguite
• NEI CONFRONTI DEI TERZI > non retroattività salvo gli effetti della trascrizione della
domanda giudiziale di risoluzione
• CONTRATTI PLURILATERALI > risoluzione solo se prestazione mancante è essenziale
altrimenti contratto fermo per le altre parti
RESPONSABILITA’ CIVILE NELL’ESERCIZIO DI ATTVITA’ SPORTIVE
nell’attività sportiva sono insiti:
• fattori di rischio
• e necessità di compiere gesti fisici tecnici anche estremi
CHE TIPO DI RESPONSABILITÀ È LA RESP. SPORTIVA ?
• una peculiare fattispecie di responsabilità conformata dai principi propri dello sport:
– rilievo della “lealtà sportiva”
– e delle regole tecniche federali
• oppure una fattispecie ordinaria di resp. civile da fatto illecito (art. 2043 c.c.)
CONSEGUENZE delle 2 ≠ tesi:
– 1° innalzamento della soglia di responsabilità (lealtà sportiva + regole federali)
– 2° ancoramento della resp. civile da attività sportiva all’art. 2043 c.c.
• in pratica per integrare l’illecito nel 1° caso è necessario rilevare l’inosservanza di
determinate regole tecniche, nel 2° caso la mera violazione del principio del neminem
laedere
LA GIURISPRUDENZA è OSCILLANTE
• tra accertamento del rispetto delle norme tecniche (di gioco, di gara, di organizzazione …)
responsabilità sportiva
• e valutazione del mero rispetto del principio del neminem laedere (ex art. 2043 c.c.)
responsabilità civile
• problema applicativo: le regole tecniche valgono e operano nell’ordinamento sportivo che
è un ordinamento giuridico che attinge la propria fonte dall’ordinamento giuridico sportivo
internazionale ed è RICONOSCIUTO dall’ordinamento giuridico statale (Cass. n. 625/1978)
• secondo alcuni la responsabilità sportiva sarebbe diversa dalla responsabilità civile
• preferibile la tesi contraria (Alpa, Riv. dir. sportivo 1984, p. 471 ss.); tuttavia le regole
tecniche hanno rilevanza nella configurabilità dell’illecito
COSA SONO LE REGOLE TECNICHE?
chi vuole addestrarsi in uno sport ha interesse a imparare ed osservare le “regole tecniche” che
hanno diversi obiettivi:
• regole di organizzazione (x es. quelle che regolano il rapporto associativo)
• regole tecniche di gioco e di gara
• regole per garantire parità di trattamento (quindi la comparabilità dei risultati) tra coloro
che partecipano ad una competizione sportiva regole della pratica agonistica
• e regole che hanno la funzione di salvaguardare l’incolumità degli atleti e degli spettatori
(c.d. safety rules)
C.D. SAFETY RULES: regole tecniche volte a prevenire eventi dannosi nei confronti di gareggianti,
del pubblico o di altri soggetti coinvolti (arbitri, guarda linee ecc.)
• se tutte le regole tecniche sono state osservate la condotta non è antigiuridica e non c’è
“colpa” dell’agente
• le Federazioni attraverso le safety rules concorrono alla PREVENZIONE dei danni che
potrebbero derivare dall’attività sportiva
AZIONE SCORRETTA
• è consentita se è funzionale alle finalità agonistiche e alle dinamiche del gioco interpretate
alla luce del principio di lealtà
• non è INVECE ammessa qualora sia avulsa da esigenze di gara
• e viene qualificata come “illecita” se è connotata da una slealtà qualificata (gravità
particolare, incompatibile con l’esercizio dell’attività sportiva e con lo spirito di lealtà che
anima tale attività)
IN GENERALE:
• le attività sportive diventano illecite se escono dai parametri della lealtà sportiva
• rileva l’accettazione del rischio = accettazione delle regole e dei principi che disciplinano lo
sport nei rapporti con altri soggetti che hanno manifestato analoga accettazione (di
vantaggi e rischi)
• nell’agonismo sono consentiti anche “comportamenti rudi, ma non violazioni del dovere di
lealtà che si risolvano nel disprezzo per l’altrui incolumità fisica” (Cass. pen. n. 24942/2001)
LA GRAVITA’ DELLA SLEALTA’
• il MARGINE di giudizio AFFIDATO ALL’INTERPRETAZIONE DEL GIUDICE è AMPIO
• infatti, è un GIUDIZIO che si BASA sull’interpretazione di una CLAUSOLA GENERALE
• in astratto (ovvero considerando la fattispecie astratta) è IMPOSSIBILE DIRE se SUSSISTA LA
RESPONSABILITÀ: la valutazione deve avvenire in concreto, in relazione al caso
RESPONSABILITA’ DELL’ATLETA E SCRIMINANTE ATIPICA SPORTIVA
• esimente capace di rivestire di liceità pregiudizi che in assenza di tale esimente sarebbero
considerati illeciti – elaborazione prima in sede penale
illecito comune si ha quando la lesione è arrecata FUORI DEL GIOCO oppure in occasione di esso
MA attuando una condotta di gravità tale da andare oltre il rischio del verificarsi di infortuni
proprio della disciplina considerata
illecito sportivo si ha quando la lesione all’integrità fisica è inferta durante il gioco in violazione
delle regole del gioco medesimo ma sempre nell’ambito del rischio consentito (o violenza di base
della disciplina)
REGOLE DEL GIOCO=PARAMETRI DI SICUREZZA DELLA DISCIPLINA SPORTIVA
fissano i limiti di comportamento che l’atleta deve rispettare nel singolo sport per non attuare una
condotta illecita
Cass. 21 febbraio 2000 n. 1951, Corr. giur. 2000, pp. 742-744 distingue:
• illeciti sportivi (non punibili) sono solo i comportamenti posti in essere
INVOLONTARIAMENTE
• illeciti comuni ex 2043 c.c. sono condotti lesivi volontari, derivanti da violazione di regole
del gioco commesse:
– in modo diretto ed immediato durante il gioco (es. fallo per impedire all’avversario
risultato) resp. a titolo di colpa
– ex post, ad es. a gioco fermo: resp. a titolo di dolo
SEGUE
• non è illecito sportivo, ma è punibile ex art. 43 c.p. e dà luogo a resp. civ. ex 2043 c.c. il fallo
commesso durante la gara quando quest’ultima è solo occasione per ledere
volontariamente l’avversario o la violenza tipica della disciplina superi la soglia del rischio
consentito
• il giudice penale valuta la condotta alla luce delle regole tecniche e solo in presenza di
violazione volontaria finalizzata alla lesione dell’incolumità altrui si ha illecito penale doloso
CASS. PENALE n. 19473/2005
a) violazione involontaria delle regole del gioco = illecito sportivo non penale
b) violazione volontaria che si traduce in condotta violenta compatibile con il tipo di sport e di
gara = illecito penale colposo
c) violazione volontaria con condotta violenta avulsa dalla dinamica agonistica = illecito
penale doloso
GIURISPRUDENZA OSSERVA CHE: per integrare gli estremi di una condotta illecita è necessario che
“il fallo posto in essere, pur se finalizzato all’attuazione del gioco, sia di tale durezza da comportare
la prevedibilità di un pericolo serio dell’evento lesivo, da non essere compatibile con le
caratteristiche proprie del gioco”
RESPONSABILITÀ DELL’ATLETA IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA
ESERCITATA
diversità tra
• sport a violenza necessaria (per es. boxe, lotta …)
• sport a violenza eventuale (per es. calcio, pallavolo …)
• sport a bassa o nulla incidenza di violenza (per es. tennis …)
• e sport ove il mezzo utilizzato accentua la potenzialità lesiva (per es.: automobilismo, sci …)
SPORT A VIOLENZA NECESSARIA
• “comportamenti agonistici violenti” che non violano le “regole del gioco” MA tuttavia
causano gravi lesioni o la morte dell’avversario
• sono punibili o non lo sono? 2 tesi
– da un lato punibilità ex art. 2 Cost + art. 5 c.c.
– ma la Cass. ha più volte affermato la NON punibilità dei fatti lesivi che derivano
dall’esercizio di un’attività che è autorizzata dallo Stato in quanto risponde
all’interesse della comunità sociale ed è posta in essere nel rispetto delle “regole
del gioco”
SPORT C.D. ESTREMI
come: rafting, hydrospeed, diving, deltaplano, parapendio, bungee jumping …
• attività sportive ad elevato rischio intrinseco, rischio che è accettato da chi le pratica, che
cerca proprio l’ebrezza di questo “rischio” elevato, anzi “mortale”)
• scopo dell’attività non è tanto prevalere su altri atleti, ma sfidare i propri limiti
• nel 1995 1° Extreme Games in USA
QUESTIONE: SONO LECITI SECONDO IL NS. ORDINAMENTO GLI SPORT A VIOLENZA NECESSARIA E
QUELLI C.D. ESTREMI?
• bilanciamento tra: libero svolgimento di attività sportive pericolose (libertà individuale) e
principi costituzionali di tutela della salute e dell’integrità fisica
tesi interpretative:
– liceità per analogia con lo svolgimento delle attività pericolose consentite, ma
responsabilità oggettiva ex art. 2050 c.c.
– liceità solo se violenza o livello di pericolo non eccede quello FUNZIONALE e
NECESSARIO per esercitare tali attività
– sono lecite le condotte proprie della disciplina MA solo durante lo svolgimento
della gara
PUGILATO> LESIONE DELL’INTEGRITÀ FISICA È EVENTO CONNATURATO ALLA DISCIPLINA
• chi lo pratica accetta il rischio di lesioni all’integrità fisica
• rispetto delle regole del gioco, regolamento sportivo > finalità agonistiche > violazione >
resp. penale
• attività svolta nei limiti della correttezza > liceità delle condotte lesive
• operano sia le regole del gioco + sia il principio del “neminem laedere”
• tra sportivi non professionisti (ovvero dilettanti) si richiede un maggior grado di prudenza,
esposizione a minor rischio
• ugualmente in allenamento: “la mancanza della finalità agonistica vincolano atleta
all’osservanza di norme di prudenza, diligenza, perizia e istruzioni impartite da allenatori,
organizzatori, medici …”
SEGUE: CASO DEL PUGILE LUPINO
• Trib. Milano 14 gennaio 1985: pronuncia di proscioglimento dal reato di omicidio colposo
perché l’incontro si era svolto nel rispetto delle regole del gioco (emesse dalla Federazione)
e di “tutte quelle altre norme tacite di prudenza e di diligenza imposte dalla gamma di
situazioni particolari in cui si articola un incontro di pugilato”
• “il pugile a priori sa di andare incontro ad un rischio fisico poiché sa che la supremazia
agonistica si afferma solo con l’uso di mezzi violenti e quindi con la messa in pericolo della
integrità personale propria e dell’avversario”
• sarebbe invece fonte di resp. penale l’accanimento del pugile sull’avversario già sconfitto e
a terra
ARTI MARZIALI, KARATE, RUGBY, HOKEY, FOOTBALL AMERICANO
• arti marziali
• divieto di colpi su parti sensibili dell’avversario: prassi sportiva ha elaborato elenco
di c.d. “colpi proibiti”
• in presenza di un colpo di tal genere > reato colposo
• karate le regole valgono solo in gara non in allenamento > rilievo del livello dei contendenti,
il divario impone più prudenza; il c.d. “rischio naturale, consentito”
• rugby (regole di precauzione sulle modalità del placcaggio), hokey(violenza in relazione agli
strumenti utilizzati, non per l’attività in sé) e football americano
SPORT A VIOLENZA EVENTUALE calcio, basket, pallavolo
• violenza o contatto fisico sono estranei al normale svolgimento del gioco – il rischio
consentito di lesioni è perciò nullo
• tuttavia gli atleti possono entrare in contatto fisico e, in conseguenza a ciò, si possano
verificare comportamenti lesivi dell’integrità fisica dei giocatori
• i gareggianti accettano tale eventuale rischio
• l’attività calcistica in sé considerata NON è ATTIVITà PERICOLOSA mentre lo è
l’organizzazione di una partita o di una manifestazione calcistica cui perciò si applica l’art.
2050 c.c. > resp. oggettiva dell’organizzatore (soc. sportiva)
CALCIO:
resp. penale e/o civile > quando la condotta è volontariamente violenta (dolo, colpa) e non
è finalisticamente inserita nello svolgimento della gara – quest’ultima è solo sede
occasionale di tempo e luogo dell’azione lesiva > atto posto in essere allo scopo di ledere
• illecito meramente sportivo > quando la condotta non fuoriesce dall’area del rischio
consentito dall’attività agonistica e si realizza nello svolgimento dell’attività sportiva >
stretto collegamento funzionale tra gioco ed evento lesivo
• NB il carattere “amichevole” della partita porta ad abbassare la soglia del rischio sportivo
consentito
RESPONSABILITA’ DELLE SOCIETA0 SPORTIVE: caso Giampa’ – CALCIATORE MESSINA.
• scontro con cartellone pubblicitario rotativo posto a bordo campo > lesioni personali - 147
punti di sutura
• sicurezza stadi e obblighi di sorveglianza (2049 + 2050 + 2051) – difficoltà di individuare i
responsabili + esigenza di garantire il risarcimento al danneggiato + frequenza degli eventi
dannosi + analisi costi/benefici > resp. società sportive – non sono casi in cui si applichi la
scriminante sportiva – resp. oggettiva ex 2050 c.c. o ex 2051 essendo il cartellone cosa in
custodia nello stadio > resp. del Messina calcio (eventuale possibile regresso verso il
produttore del cartellone difettoso ai sensi delle norme sulla resp. del produttore che è di
carattere oggettivo)
1.7 le clausole più ricorrenti nella prassi: clausola di esclusiva, diritto di prelazione e la previa
approvazione delle campagne marketing dello sponsor.
Tra le clausole più ricorrenti nella prassi della sponsorizzazione che meritano di essere presi in
considerazione, deve essere doverosamente richiamata la c.d. “Clausola di esclusiva” , che ha il
compito di limitare il potere di una o entrambe le parti di concludere contratti di sponsorizzazione
con soggetti terzi per un determinato periodo. Essa, generalmente, è in sostanza pattuita
nell'interesse dello sponsor, tuttavia, non è affatto trascurabile in questo tipo di datazione la
presenza anche di un interesse dello sponsee. Essa rappresenta una delle clausole più frequenti
pretese dagli sponsor, poiché per suo tramite quest'ultimo pretende che lo sponsee non conceda
diritti analoghi anche ad altri soggetti, diminuendo così la possibilità che lo sponsor di creare nel
pubblico la convinzione dell'associazione della propria immagine con quella dello sponsee. Si
segnala, poi, la clausola compromissoria che consiste in una pattuizione mediante la quale le
eventuali controversie che dovessero nascere in dipendenza e sotto la vigilanza del contratto di
sponsorizzazione vengono devolute al giudizio di un soggetto o organo privato deputato alla loro
risoluzione. La clausola regolante il diritto di prelazione e al tre ttanto peculiare di questa tipologia
contrattuale e consiste nell'obbligo in capo allo sponsee di trasmettere in originale o in copia allo
sponsor eventuali offerte che dovessero per venire durante il periodo di vigilanza del contratto(in
taluni casi anche per un arco di tempo successivo), da parte di un soggetto concorrente. Ciò
consente allo sponsor di intervenire con un'offerta equivalente o superiore di quella concorrente,
salvaguardando anche dopo il termine del rapporto negoziale in atto il legame con
atleta/squadra/competizione/evento. Solo nel caso in cui lo sponsor non pareggi l'offerta ricevuta
dallo sponsee, quest'ultimo sara legittimato a stipulare un contratto di sponsorizzazione con il
nuovo sponsor. Di estremo interesse e poi la clausola di previa approvazione delle campagne
marketing dello sponsor. Infatti, tramite questa clausola la sponsee si riserva di accettare la
campagna di promozione pubblicitaria che lo veda coinvolto. Lo sponsee dovrà quindi essere
previamente informato, ogni qualvolta lo sponsor intenda acquisire , foto audio, video o
quant'altro innesca la propria immagine e dovrà, successivamente, fornire il proprio consenso
all'utilizzo delle stesse. Talora, però, ci sono clausole che prevedono impegni che incidono sulle
scelte quotidiane e sullo stile di vita dello sponsee( basti pensare a quelle clausole che per esempio
pongono a carico dell'atleta l'obbligo di nutrirsi in maniera esclusiva con taluni cibi o prodotti
fitness, usualmente messe a disposizione dello stesso sponsor) della cui validità talvolta si dubita a
seconda degli specifici casi. Devono ritenersi per certo valide quelle che fanno divieto all'atleta di
esercitare attività sportive che potrebbero risultare pericolose per la stessa salute o incolumità
fisica, fondamento imprescindibile ai fini di svolgimento di un'attività sportiva.