LA RESCISSIONE
LA NULLITA’
1. Nullità e inesistenza
INESISTENZA: si tratta di una categoria non disciplinata dal codice o dalle leggi speciali nel senso
che dell’inesistenza di un fatto o di un negozio si può prendere atto. Ma si può decidere che un
fenomeno, che ha l’apparenza di un quid giuridicamente rilevante non abbia alcuna rilevanza per il
diritto e quindi sia inesistente per il diritto. La categoria dell’Inesistenza è utilizzata anche per gli
atti processuali e per gli atti amministrativi.
2.Contrarietà a Norme Imperative
NORMA IMPERATIVA: si ritiene che sia imperativa la disposizione che persegue uno scopo che
trascende gli interessi delle parti, in quanto persegue Interessi Generali. Esse sono inderogabili
DALLE PARTI. Tuttavia, quando la norma tende a tutelare una delle parti, la dottrina ritiene che si
possa parlare di Nullità con inderogabilità Relativa. Ciò perché secondo la dogmatica tradizionale
per sua natura la nullità Assoluta, mentre vi sono ipotesi in cui La nullità opera solo a favore di una
parte, solo a questa concede l’azione per farla rilevare, e quindi si è in presenza di una figura di
nullità non assoluta,ma relativa.
Non sempre il legislatore precisa, quando dispone un ordine o un divieto, quale sia la sanzione in
caso di sua inosservanza. Di qui la costruzione della categoria della Nullità Virtuale, che è ricavata
dalla qualificazione e interpretazione della disposizione violata.
La Nullità colpisce solo i contratti pendenti e i contratti posti in essere dopo che la disposizione che
la prevede sia entrata in vigore. Non vale invece per gli effetti già prodotti.
3.Nullità Parziale
La Nullità può essere totale o parziale. Il contratto si conserva solo se i contraenti l’avrebbe
concluso anche senza la clausola fulminante della nullità, altrimenti cade. Quando le clausole nulle
sono sostituite di diritto il contratto non cade (art.1419).
4. Nullità del Contratto Plurilaterale
Nei CONTRATTI PLURILATERALI la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti non
importa nullità del contratto, salvo che la partecipazione di essa debba considerarsi essenziale
(art.1420).
5.Conseguenze della nullità
Se il contratto è stato eseguito si può pretendere la RESTITUZIONE delle prestazione eseguite:
valgono le regole sulla RIPETIZIONE DEL PAGAMENTO D’INDEBITO(art.2033 c.c.), tranne
che il contratto sia immorale.
L’ANNULLABILITÁ
3. LA VIOLENZA
LA VIOLENZA si concreta in minacce, in pressioni gravi, che inducono una parte a concludere il
negozio; si distingue la violenza morale dalla violenza fisica; solo se la prima è un vizio della
volontà e pertanto provoca l’annullamento; la seconda è invece indicativa di mancanza di volontà;
configurandosi quindi come assenza di un elemento essenziale,provoca la nullità e non
l’annullabilità del negozio.
Per essere giuridicamente rilevante la violenza morale o psichica deve consistere in una minaccia
grave o ingiusta, ma solo quelle che incutono timore ad una persona sensata costituiscono causa di
annullamento.
La Violenza è rilevante sempre, anche se è esercitata da un terzo. La Violenza è rilevante anche
quando è diretta contro il coniuge, il discendente, l’ascendente del contraente; se riguarda altra
persone, il negozio è annullabile secondo l’apprezzamento del giudice (art.1436 c.c.).
La Violenza inoltre deve essere ingiusta; si deve tener distinta dalla minaccia di far valere un diritto.
La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto solo quando è
diretta a conseguire vantaggi ingiusti (art.1438 c.c.).
4.IL DOLO
DOLO è qualsiasi inganno,circonvenzione, comportamento truffaldino, raggiro usato per far cadere
in errore la controparte e indurla concludere il negozio. Il dolo contrattuale indica appunto la
volontà di ingannare; Il dolo fuori della materia contrattuale (dolo extracontrattuale) invece consiste
nella volontà di arrecare danno (art.2043 c.c.).
Il dolo può essere commissivo, se consiste in un comportamento positivo (A dice a B che l’orologio
è effettivamente d’oro e vi imprime la dicitura “18k” mentre l’orologio è solo placcato-oro); oppure
può essere omissivo, consistendo nel silenzio (A nulla dice per far ravvedere B che crede,
spontaneamente, che l’orologio sia d’oro).
A differenza dell’Errore, il quale deve essere valutato nella persona che ne è vittima,Il Dolo è un
fatto che implica una considerazione del contegno dell’ingannatore e delle sue conseguenze sulla
conoscenza dell’ingannato; pertanto è necessaria la conoscenza da parte dell’agente delle false
rappresentazioni che si producono alla vittima, e la convinzione che sia possibile determinare con
artificio, menzogne, raggiri, la volontà altrui.
Non è quindi rilevante una semplice vanteria (il detersivo X lava cosi bianco che piu bianco non si
puo); in questo caso, si ritiene che una persona sensata e normale non si lascerebbe indurre in
errore; si ha pertanto Dolo Buono che non produce annullamento del contratto.
Il Dolo si distingue in:
- Dolo Determinate
- Dolo Incidente
Il Dolo è Determinante quando i raggiri usati da uno dei contraenti sono tali che, senza di essi,
l’altra parte non avrebbe contrattato (art.1439 c..). Dolo Incidente si ha quando i raggiri non sono
tali da determinare il consenso: la controparte avrebbe egualmente concluso il negozio, ma a
condizioni diverse (art.1440 c.c.).
Il Dolo Incidente non comporta l’annullamento del contratto;il contratto è valido, ma il contraente
in mala fede risponde ai danni (art.1440c.c.). Il Dolo Determinante provoca l’annullamento del
negozio e in più vi è l’obbligo di risarcire il danno alla parte che fu vittima dell’inganno.
È ancora da rilevare che se vi è dolo, l’Errore in cui cade la parte ingannata produce l’annullamento
del negozio anche quando non sia essenziale e riconoscibile, purché sia stato determinante del
consenso.
Il Dolo esercitato da un terzo nei confronti di una delle parti non è sempre rilevante; il contratto è
annullabile solo quando i raggiri erano noti al contraente; inoltre, occorre che il contraente ne abbia
tratto vantaggio (art.1439 2°c, c.c.).
I RIMEDI
1.NOZIONE
Il Codice prevede rimedi di carattere generale e rimedi specifici per i singoli contratti tipici.
Esaminiamo i rimedi generali.
Il Codice Civile dedica due norma all’azione di nullità (art.1421 e 1422) e due all’azione di
annullamento (art.1441 e 1442); le quattro norme sono simmetriche, essendo dedicate alla
legittimazione e alla prescrizione. La domanda della nullità contiene quella di annullamento, poiché
se si chiede solo la nullità del contratto e il giudice ritiene sussistenti i presupposti
dell’annullamento.
Gli effetti dell’accoglimento della domanda travolgono gli acquisti successivi; ma per
l’annullamento (art.1445) si fa l’eccezione dell’acquisto oneroso dei terzi di buona fede, salvi gli
effetti della trascrizione della domanda di annullamento. La loro retroattività ha quindi natura reale.
Gli effetti dell’accoglimento dell’azione di rescissione sono duplici: l’effetto liberatorio, relativo
alle prestazioni non ancora eseguite e l’effetto restitutorio, relativo alle prestazioni già eseguite.
Nei confronti dei terzi l’accoglimento dell’azione non pregiudica i loro diritti, salvi gli effetti della
trascrizione della domanda di rescissione (art.1452).
La sua retroattività è quindi obbligatoria.
La proposizione della domanda di risoluzione preclude la successiva proposizione della domanda di
adempimento. E’ ammessa la rinuncia agli effetti della risoluzione.
Non è ammissibile l’esercizio della risoluzione e il contestuale recesso; chiesta la risoluzione non si
può esercitare il recesso e viceversa.
La Risoluzione ha effetto retroattivo (art.1458) obbligatorio, non pregiudica i diritti acquistati dai
terzi, salvi gli effetti della trascrizione della domanda.
In diverse ipotesi il Codice prevede la possibilità da parte del creditore di soddisfarsi direttamente
attraverso la ritenzione, cioè la mancata riconsegna di una somma di denaro o di un bene.
Tra i rimedi previsti si annovera il risarcimento del danno.