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CONTRATTO - CALVO
ROBERTO
Diritto Civile
Università degli Studi di Brescia
310 pag.
1. Il sinallagma
autonomi la ricchezza individuale. Art 1321 cc: "il contratto è l'accordo di due
o più parti per
2. Le categorie
- bilaterale: l'intesa viene raggiunta tra due soggetti, il cui accordo perfeziona
la fattispecie
art 1411 cc). Quando c'è comunione di scopo, come nei contratti associativi, le
prestazioni
essere coordinato con quello del tipo negoziale regolante l'intesa plurilaterale.
Il contratto plurilaterale di natura associativa, sotto il profilo della finalità
economica, è accostabile al
proprio patrimonio per ragioni di generosità, per motivi ideali, per scopi
altruistici ecc, e quindi non per l'appartamento di interessi patrimoniali. Il tipo
negoziale utilizzato per assecondare tali interessi rende la libertà socialmente
individuabile e apprezzabile.
indirettamente patrimoniale.
3. Consenso e realità
transitoriamente incompiuta.
La regola del consenso traslativo opera anche nell'area dei contratti aventi ad
oggetto la
Queste intese sono definite reali perché la d'azione non è un mero atto di
adempimento, ma a
effetti reali produce effetti obbligatori Inter partes. L'effetto reale rappresenta
un qualcosa di più
4. Ulteriori precisazioni
L'istantaneità non implica che il contratto si estingua scintilla iuris una volta
che l'accordo sia stato
prestazioni supplementari che, per loro natura e secondo gli usi commerciali,
non abbiano
dal cc. Le parti possono disporre della libertà di raggiungere accordi atipici o
innominati, purché
quando l'accordo non si infranga contro i valori costituiti dalle norme cogenti
ordinarie o dalle
dell'intesa atipica.
L'Art 1323 stabilisce che tutti i contratti, anche se non appartengono ai tipi
regolati da statuti
speciali, sono sottoposti alle norme generali contenuti nel titolo II del libro IV.
la disciplina sui contratti tipici può essere sfruttata dal giudice per integrare lo
statuto della
fattispecie innominata.
Il contratto, come legge, obbliga le parti al rispetto della parola data: la parte
non può
intesa. Per identità di ragioni, il terzo (giudice) non può rettificare l'atto di
autonomia privata in
solo quando agiscono in una condizione paritaria, grazie alla quale l'interesse di
uno stipulante è
Onore del predisponente (offerente) è fare in modo che la totalità dei suoi
potenziali clienti possa
efficaci Inter partes, nel senso che concorreranno a formare l'ordinamento del
singolo accordo,
5. Le clausole vessatorie
pericolo che l'aderente si veda opporre dall'altra parte clausole inattese, data
la loro vocazione a
hanno effetto, ossia sono nulle, se non specificamente Approvate per iscritto, le
condizioni che
libertà contrattuale nei rapporti con terzi (art 1379, 1566, 2596), tacita proroga
o rinnovazione
accettare una o più clausole enumerate nell'art 1341 c2, concreta una
protezione priva di
così riassumere:
misura superiore a quella legale, oppure la clausola attribuente alla parte forte
il potere di
- La doppia sottoscrizione non sarebbe richiesta per i contratti redatti dal notaio
(art 2699).
Queste rigidità interpretative unite alla mancata percezione che la tutela della
parte emarginata
aderente.
vessazione.
leva sugli Art 1175 e 1375, grazie alla loro capacità di riflettere i valori
fondamentali di tutela
ricezione da parte dello Stato italiano della direttiva comunitaria sulle clausole
abusive 93/13/CEE.
giuridica, che non può essere frustrata tramite gli osservanza di requisiti
formali invece
dell'elenco.
individuale.
valori al cui vertice è possibile individuare beni giuridici che non possono
essere cancellati dal
È corretto l'orientamento che parte dalla regola secondo cui si può raffrontate
soltanto ciò che si
presta ad essere comparato, da cui risulta che l'Art 4 dir 13/93 debba essere
inteso restrittivamente, perché la compensazione tra clausole peggiorative e
migliorative in paragone allo statuto del tipo contrattuale è ammissibile sempre
che le une siano strettamente correlate alle altre, entro il limite dei diritti
disponibili.
trasparenza.
- Prevedere l'adesione del consumatore come estesa a clausole che non hanno
avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto.
assegnazione di potestà.
Spetta all'interprete far risaltare che sotto le vesti dell'astratta parità si cela
una situazione di
somministrante.
l'Art 1893.
modalità di esercizio (controllo formale), sia sotto l'aspetto della deroga alla
legge (controllo
materiale).
mercantile nel rispetto del principio della equilibrata suddivisione delle rischio
economico derivante dalla libera iniziativa privata.
singolo all'auto di affermazione, cui si affianca quello universale alla difesa dei
beni della vita
L'esercizio del diritto soggettivo contro la garanzia del pieno e libero sviluppo
della personalità, si
distinzione tra uso corretto e uso distorto delle libertà individuali: solo il primo
è ammesso ed è
meritevole di protezione. Nascono così limiti impliciti alle libertà negoziale ove
esse si manifestino
giuridico, la quale impedirebbe l'applicazione della regola "utile per inutile non
vitiatur" la dove la
diritto dispositivo;
- L'altro propende per la tesi della nullità, fatta salva la validità del contratto
così depurato,
oppure non siano connesse A quella nulla perché la nullità di una clausola
sfavorevole per una
parte, fino a quando non sia estesa alle clausole favorevoli, può arrecare alla
parte medesima solo
un vantaggio.
- la relatività, posto che può essere invocata solo dal contraente protetto;
- La suscettibilità di sanatoria.
deroga al principio della domanda si giustifica tenendo conto della ratio legis
permeata dalla finalità di difesa della parte debole, in modo da consentire
all'autorità decidente di accertare l'invalidità della clausola abusiva su cui si
fonda la pretesa dell'autore sia in sede di ricorso monitorio, sia nel giudizio di
cognizione svolto in contumacia dall'aderente. Una tutela effettiva del
consumatore può essere ottenuta solo se il giudice nazionale qualità di valutare
di ufficio tale clausola.
Sussistono dubbi sull'Art 1419 c2 derivanti dal fatto che esso presuppone che
la regola volta a
vincolante fra le parti secondo i medesimi termini, sempre che esso possa
sussistere senza le
ricade nella sfera dell'aliud o di un patto così diverso rispetto a quello originario
da renderne
eseguito, dipende fortemente dal ciò che subentra. Il proposito delle legislatore
comunitario di far
impresa fornitrice.
Si parla di terzo contratto: dal primo contratto tra parti regolato unicamente
dal codice civile, Dove gli status personale delle parti sono tendenzialmente
irrilevanti, si è passati alla disciplina speciale del secondo contratto tra
professionista e consumatore, per giungere al terzo stadio dedicato allo statuto
del contratto tra imprenditori forte e imprenditore debole.
La protezione della libertà negoziale intesa chiave non soltanto formale non
può tramutarsi in un
privilegio per il consumatore finale, ciò perché lo scopo della reazione messa.
Dall'ordinamento
giuridico per sterilizzare l'abuso dello strapotere contrattuale, implica che gli
strumenti a questo
Gli art 9 l.192/98 sulla subfornitura e art 7 dlgs 231/2002 permette al giudice di
contrastare
d'affari tra due imprenditori, piuttosto che fra imprenditore ed ente no profit;
- Il terzo che attiene alla reazione all'abuso della libertà contrattuale nei
rapporti fra imprenditore
l'autore dell'abuso si è rilevata per il vessato una strada obbligata a causa della
mancanza della
possibilità di scelta tra più concorrenti, la quale dovrà essere valutata tenuto
soprattutto conto delle condizioni del mercato, dell'oggetto dell'attività
produttiva svolta e delle dimensioni organizzative delle imprese contraenti.
la serietà del proposito di trovare l'accordo in funzione del quale le parti stesse
entrano in
relazione.
La regola ex Art 1337 trae il proprio fondamento dal divieto incombente sui
protagonisti del
si evolva in accordo: ciò che conta è che nessuna delle parti si determini a
trattare con il proposito
Le parti non devono impegnarsi in una trattativa sulla base di meri interessi
emulativi. La lealtà
serbare il segreto sugli elementi sensibili appresi nel suo divenire, la cui
divulgazione posto
tende a proteggere l'interesse del più debole alla corrette informazioni sul testo
unilateralmente
comprensibile.
in contrahendo.
essendo inserita nel corpo dell'offerta. Questi è avvertito che il contratto non si
perfezionerà in
contrahendo.
conoscenza dell'altra parte: l'aver taciuto tale circostanza sino ad una fase
ormai avanzata del
dall'interlocutore incolpevole:
quella che basa la trattativa pendente con Caio. Sembra Conforme ai principi di
autonomia privata
Un punto di equilibrio può essere trovato nell'addossare alla parte, cui sia stata
indirizzata la
In considerazione della finalità del diritto legale di recesso assegnato alla parte
economicamente
5. Le trattative affidanti
ex arte 1337.
- L'accordo non pone nel nulla la rilevanza dell'azione sleale della parte che
abbia tradito i doveri
interessi diverso da quello che avrebbe voluto conoscendo il reale stato delle
cose, rileva come
tutela della prima disposizione e l'affidamento non intorno alla conclusione del
contratto bensì sulla sua validità ed efficacia.
pare subire alcun danno allorché entri in azione la regola ex Art 1426
nell'eventualità di raggiri
sembra legittimare la pretesa al ristoro dei danni ex arte 1337 in forza dell'Art
2047.
ingnorantia legis non excusat, il quale vuole semmai evitare che il contraente
possa giustificare la
qualificandosi sotto l'aspetto del dovere di lealtà nella formazione del contratto,
che si sostanze
1223).
sperato, non potendo pretendere ciò che la parte avrebbe speculato stante il
mancato o ritardato
1338), ma è anche vero che la parte danneggiata può chiedere il ristoro dei
danni derivanti dalle
comprendere tutti i pregiudizi subiti dalla parte lesa, i quali siano conseguenza
diretta del
Milvio, l'utile perso per effetto della mancata accettazione della proposta del
terzo è
l'unicità della causa immediata generatrice del danno e dell'utile: pare allora
fondato propendere
accettazione della proposta del terzo sembra derivare da una fonte autonoma
rispetto all'illecito
trattativa in corso. Si applicheranno limiti ex Art 1225, di modo che non si potrà
addossare
preesistente trattativa.
res ipsa loquitur (basato sull'evidenza dei fatti): il recesso dalle trattative, di
per sé dimostrativo del dissidio fra condotta concreta e obbligazione di buona
fede oggettiva, induce a riversare sull'altra parte l'onere di persuadere il
giudice circa la sussistenza di una giusta causa di interruzione del negoziato.
parte non può pretendere il rispetto del dovere, sebbene la sua trasgressione
integri gli estremi
alla stregua del Comune passante, rispetto al quale non può nascere alcun
affidamento sulla sua
1. Premessa
- accordo,
- causa,
- oggetto
- forma: solo quando sia imposta dalla legge sotto pena di nullità.
2. La trattativa frazionata
secondari.
negotii.
entro i limiti ammessa dalla disciplina suppletiva. Es: se le parti hanno trovato
un punto d'incontro
L'accordo può essere perfezionato tramite una discussione che si proietta entro
un certo arco
L'accordo può essere raggiunto tra assenti (inter absentes) Per mezzo dello
scambio di proposta e
accettazione. A questo modello sia ispirato il legislatore del 1942 nella stesura
degli Art 1326 ss.
La proposta deve essere completa: deve contenere tutti gli elementi della
prefigurata fattispecie
proposta.
Ai sensi dell'art 1330 la proposta decade ipso iure qualora l'offerente deceda
prima della
sua impresa o che diversamente risultati dalla natura dell'affare (es rapporti
fondati sulle qualità
5. L'invito a proporre
Qualora la volontà del dichiarante sia stata espressa con le riserve tali da far
presagire che non
una proposta. Se Caio spedisci a tizio una lettera con la quale palesa l'interesse
a comprare lo
catturare l'attenzione del destinatario. Nulla esclude che l'invito a proporre sia
indirizzato ad una
riconoscibile. Es: L'invio tramite posta da parte della segretaria della proposta
completa, collocata
dal dichiarante nel cassetto della propria scrivania al fine di valutarne più a
fondo la convenienza
vesti del Nunzio (o mero latore) ad avviso del diritto giudiziale sorge un
onere di diligenza in capo
- Nel caso in cui la fattispecie fosse a prima vista completa per quel che attiene
al contenuto,
sia evidente che essa esprime una semplice ricognizione dello stato dell'intesa
precontrattuale
ossia l'accordo.
8. La lettera d'intenti
determinata intesa, specificando gli elementi cardine della proposta (da qua la
differenza con
Tale lettera viene spesso richiesta per assaggiare la serietà dei propositi di una
determinata parte.
L'art 1326 uc stabilisce che l'accettazione difforme dalla proposta vale quale
nuova proposta =
nascita dell'accordo.
Nel caso in cui le clausole del testo negoziale, di per sé assolutamente valide,
fossero
esattamente con il tenore letterale della proposta, allora non ci sono questioni.
Il problema nasce
dell'autoresponsabilità.
valutare caso per caso la volontà delle parti, per appurare se il proponente
abbia inteso
la difformità sia così rilevante da trasformarsi in una sorta di rifiuto tacito della
proposta
originariamente formulata.
immobiliare deve essere redatta per iscritto appena di nullità: questo requisito
deve essere
rispettato sia dal proponente sia dall'accettante. L'unione dei due atti
unilaterali, proposta e
Ai sensi dell'art 1326 c4, il proponente può esigere una forma particolare per
l'accettazione, la
quale non avrà effetto ove sia data in altra forma. Il proponente è di solito
mosso dall'intento di
La violazione delle forme convenzionali ex Art 1352 non è fonte di nullità del
rapporto, perché il
stipulanti ex Art 1352 o del singolo dichiarante ex Art 1326 c4, è evidente
come i contraenti siano
gli arbitri esclusivi delle sorti del patto. In relazione alla clausola sulla forma
dell'accettazione,
permanere all'infinito nell'incertezza circa le sorti del rapporto. Alla luce dei
principi di correttezza e lealtà ex Art 1175 e 1375, sembra che sussistono
fondati motivi per suggerire l'applicazione al
dell'altra parte, può manifestare ora per allora, tramite la sua allegazione nel
fascicolo di parte, la
proponente (fuori dalle ipotesi ex art 1329 e 1330) E perché l'altra parte ha
revocato la propria
dichiarazione di volontà. Non può dirsi efficace quando il documento sia stato
prodotto contro una
ragione ispiratrice dell'art 1326 c2 e c3. Ove l'inazione della parte sia
sintomatica del suo
precedenza.
rilevanza.
dalla buona fede, portano a capovolgere, in via dei eccezione, i termini della
questione sino ad
dalla diversa valutazione soggettiva di chi mantiene una certa condotta dotata
di un valore
prassi fino a lì osservata. Es: se è usuale che l'offerente tizio, dopo aver
trasmesso il catalogo dei
Il silenzio, nei casi in cui sia rilevante, assurge ad elemento che concerne
elemento che concorre
fuori di ogni trattativa e che ponga l'altra parte di fronte all'alternativa Devi
prendere o lasciare. Se
volizione inespressa?
a seguito dell'invio di una fornitura non richiesta, ove non sia stata seguita
dalla dichiarazione di
vincola il proponente, salvo che questi dichiari di voler lo stesso dar corso
all'intesa (l'avviso
contrahendae obligationis;
uno dei protagonisti della trattativa si può celare una via d'uscita destinata a
illudere la
di etica negoziale e la parte non può porre fine di punto In bianco alla trattativa
ricorrendo
però confidare nel rigetto della domanda risarcitoria per lesione dell'interesse
contrattuale
Questa tesi sembra errata in quanto la condizione non può essere assimilata al
termine iniziale,
L'orientamento criticato si fonda sulla suggestione che prima dello spirare del
termine, essendo
L'art 1327 detta una regola di natura eccezionale, destinata a operare quando,
su richiesta del
senza una preventiva risposta: il contratto è concluso nel tempo e nel luogo in
cui ha avuto inizio
che sono favorite dall'accordo non preceduto da un dialogo, qui sostituito dalla
prestazione.
Nel caso in cui sia inapplicabile l'art 1327, la condotta esecutiva dell'oblato
determina che Il
Ai fini dell'Art 1327, questa condotta rileva quale atto che basa il rapporto
contrattuale: essa è
soggetta alla disciplina dei negozi giuridici unilaterali, con particolare riguardo
allo statuto sui vizi
all'opposizione, nel senso che la forza creativa del fatto porta univocamente al
consenso, diventa
impossibile sfuggire alla massima protestatio facto contraria non valet: questo
è il caso di chi si
appropria della prestazione offerta mediante un'azione la cui univocità non può
essere revocata in
cognizione dell'accettazione ex Art 1326, bensì nel tempo e nel luogo in cui
avuto inizio
possibile danno.
Non si può applicare questo schema con riguardo ai rapporti di durata, allorché
il contraente
ritiene che l'inizio della prestazione ex Art 1327 c1, non perfettamente
coincidente alla proposta,
accettata, spetta alla parte che abbia dato inizio alla prestazione sopportare i
costi inutilmente
contrattuale, pur essendo sottoposta alla forma scritta sotto pena di nullità, è
suscettibile di
iscritto. Questa eccezione copre soltanto una parte della vicenda costitutiva,
ovvero l'accettazione.
imprenditori. Il ventilatore a ritenuto che per offrire una risposta alle istanze di
protezione del
contrahendo.
della proposta + seconda parte del c1, la Dove riconosce l'obbligazione del
proponente di
indennizzare le spese e le perdite subite dall'oblato Per aver dato in buona fede
esecuzione alla
riguarda il rapporto tra l'arte 1328 c1 parte seconda E l'Art 1327, il punto di
distinzione fra le due
proposta non la rifiuti nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi.
semplicemente per effetto della sua ricezione decorso il termine entro il quale
l'oblato avrebbe
destinazione della proposta, anziché quello in cui si trova l'oblato quando spira
il termine finale.
l'orientamento secondo cui il rifiuto può essere tacito, ossia desumibile dal
comportamento
sottoposto alla disciplina degli atti negoziali, soprattutto per quanto concerne i
vizi della volizione.
Rientrano nella categoria dei contratti con obbligazioni a carico del solo
proponente:
- la fideiussione gratuita,
mantenimento;
contratto ex Art 1333 essere obbligazioni a carico del solo proponente, pare
allora disperdersi
L'offerta perde efficacia ove sia stata revocata osservando le medesime forme
tramite le quali fu
passante.
obligationis.
del cliente (depositante) Sia avvenuto nel corso di uno sciopero nazionale cui
abbia diritto al
inesatto adempimento.
Il vincolo scaturente dal bando non è suscettibile di revoca ex Art 1336 dopo
l'accettazione dei
discrezionalità.
CAP. V- LA FORMA
L'idea su cui si basa l'Art 1325 n4, A mente del quale la forma è elemento
essenziale del contratto
quando risulta che è prescritta dalla legge sotto pena di nullità, trae la propria
base di
analogica.
La forma può essere libera oppure vincolata: la legge può esigere il rispetto di
particolari oneri di
forma ai fini:
o giuramento decisorio.
forma per motivi dipendenti dalla sicurezza della prova del fatto documentato
allo scopo di
meditate.
interessi garantita dalla presenza del documento, che agevola la parte titolata
a dimostrare avanti
Talvolta il mancato rispetto della forma scritta implica la nullità testuale del
contratto, mentre in altre ipotesi la violazione è sanzionata in modo più
attenuato:
- l'Art 117 t.u.b ha imposto la forma scritta appena di nullità per i contratti
bancari, che può essere
alimentari debbano essere redatti per iscritto: l'atto scritto deve indicare la
scadenza del prodotto
Alcuni ritengono che questa regola risulti dal formalismo degli antichi negozi di
ius civile, nei quali
interessi extra patrimoniali del donante. La solennità del negozio non funge da
mezzo
patrimoniale: il primo, una volta che sia stato condiviso dalla controparte,
concorrerà ad animare la causa concreta del rapporto commutativo.
Il requisito della forma scritta può essere osservato ricorrendo alla scrittura
privata o all'atto
L'atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza Del
documento dal
chi l'ha sottoscritta (art 2702) se colui contro cui essa è prodotta non la
disconosca oppure la
Quando il documento sia dotato efficacia probatoria legale, l'unico modo per
paralizzarne l'efficacia è rappresentato dalla proposizione però opera del
soggetto interessato della querela di falso a seguito della quale si apre un
giudizio, in via principale o incidentale, destinato a concludersi con una
sentenza volta ad accertare la verità del documento medesimo.
titolo per la trascrizione, mentre la scrittura privata semplice e trascrivi bile per
effetto della
6. Sottoscrizione al buio
Nell'ipotesi in cui questa omissione sia stata sollecitata dalla parte sleale
dolosamente, Al fine di
responsabilità precontrattuale ex Art 1440, salvo che l'additato errore sia stato
determinante della
esso noveri clausole il cui contenuto sia diverso rispetto a quello pronosticato,
egli potrà proporre
7. Il biancosegno
che dovrà essere composto dal terzo arbitratore (art 1349). Se gli stipulanti
hanno invece conferito
estremi dell'errore ostativo. Viene così alla luce un evidente finzione, in quanto
l'errore non è stato perpetrato dal sottoscrittore essendo imputabile all'arbitrio
Del mandatario, arbitrio che grazie ha questo meccanismo di riferibilità è
equiparato al vizio autodeterminato della volizione.
Per i contratti sottoposti alla regola della forma scritta ad essentiam tutti gli
elementi costitutivi della fattispecie debbono essere racchiusi nel documento.
Quelli non essenziali possono essere pattuiti anche oralmente, fatti salvi i limiti
probatori ex Art 2722. Lo stesso principio vale anche riguardo alla modifica
degli accidentalia negotii.
sua capacità di influire sulla vicenda traslativa sembra che sia richiesta ai fini
della sua validità la
forma scritta.
Questo orientamento non è del tutto conforme all'Art 2723, il quale, pur
introducendo una
della prova per testimoni in merito all'accordo modificativo, il rilievo che esso
abbia ad oggetto una clausola accessoria del contratto solenne, dato che il
giudice è altresì tenuto a sindacare la
verosimiglianza dell'assunto.
- il tub prevede che nell'ambito dei contratti bancari debbano essere redatte
per iscritto le clausole relative al tasso di interesse, al prezzo e ogni altro onere
dovuto dal cliente;
determinazione del corrispettivo dovuto dal cliente e di ogni altro onere a suo
carico;
elemento costitutivo del vincolo giuridico il rispetto degli oneri di forma anche
in riferimento al
la planimetria sia stata firmata dalle parti, quanto assodare se sia pacifico che
le parti abbiano
del documento esterno, ritenuto però valido dalle parti, finisce col rinfrangersi
sul negozio
Il contratto soggetto alla solennità del vincolo di forma appena di nullità deve
essere incorporato in un documento racchiudente la volontà delle parti dirette
a realizzare gli effetti qualificanti il rapporto obbligatorio: la dichiarazione
semplicemente confessorie, con cui lo stipulante riconosce o ammette
l'avvenuto perfezionamento del rapporto stesso, non sana il mancato rispetto
dell'onere formale.
La nullità assoluta (art 1421) e insanabile (art 1423) originata dal mancato
rispetto della forma
esso le parti non dichiarano una nuova volontà mirata a costituire un rinnovato
rapporto
denaro in parte proprio, non può essere superata, in vista della costituzione del
rapporto di
L'effetto giuridico inattuabile per mezzo del negozio di accertamento non può
essere raggiunto
non riesce a sanare il difetto di forma che inficia: riconoscere non significa
trasferire, di modo che
meramente ricognitivo.
immobiliari.
Visto che ai fini della valida formazione della fattispecie traslativa avente ad
oggetto diritti reali
Simile conclusione è estensibile alla fattura commerciale, emessa nei fini del
pagamento
essere trascritto.
paragone di quell'estinta.
Il mutuo dissenso incide sull'atto e non sul rapporto, se non in via mediata. Al
fine di eliminare l'atto occorre pattuire una controvicenda che sottostà al
medesimo rigore di forme del negozio su cui ricade. Con riguardo ai contratti
istantanei, quali sono quelli sorretti dalla regola del consenso
traslativo ex Art 1376, la risoluzione opera di norma con effetto retroattivo tra
le parti. La vendita
risolta esiste tra le parti come fatto storico ma non giuridico, perché essa è
stata espunta come se
non fosse mai stata stipulata. Fermi restando i diritti dei terzi, le parti possono
tuttavia circoscrivere l'efficacia dell'accordo risolutorio ad un periodo
successivo al perfezionamento dell'intesa risolta: tra le parti le effetto traslativo
è esistito solo fino a un certo momento, oltre il quale, essendo sopraggiunto il
Ci si chiede se la forma scritta appena di nullità ex Art 1351 con rinvio all'Art
1350 debba essere o
meno rispettata per la situazione estintiva, ossia per l'accordo eliminativo del
preliminare di vendita immobiliare. A prima vista si applicherebbe la soluzione
negativa, perché il contrario consenso in questa situazione non determina
alcun trasferimento di diritti reali. Senonché, neppure il contratto preliminare di
vendita immobiliare è dotato di efficacia reale.
cui perfezionamento non siano necessari particolari oneri in merito alle forme
di concretazione
della volontà.
I vincoli formali cui soggiace il negozio giuridico possono altresì derivare dal
contratto normativo,
destinato a regolare future intese, con il quale le parti stabiliscono che per la
validità o la prova dei
Rientra tra i poteri discrezionali delle parti stipulare convenzioni più circoscritte,
purché meritevoli
l'effetto utile non può comunque essere contestato una volta che sia
dimostrato che l'atto sia
silenzio delle parti, si deve ritenere che la sua osservanza sia richiesta a pena
di nullità, anziché ai
fini probatori.
forma ad essentiam prescelta per i futuri accordi. Contro questa teoria si può
replicare che ad essa
futuri. Viene irrogata La nullità della condotta negoziale violatrice Del patto
elevante eccezionalmente l'onere formale al rango di elemento costitutivo della
fattispecie. A giudizio di altri interpreti non sarebbe possibile invocare la
categoria della nullità, spettando esclusivamente al legislatore la competenza
a definire i frammenti dell'intesa richiesti ai fini della sua validità. Per aggirare
l'ostacolo della riserva di legge sono state prospettate soluzioni accreditanti
l'inefficacia del negozio giuridico privo della forma convenzionale, e si è
addirittura affermata la sua inesistenza.
conformemente alla regola finale ex Art 1350 n13, secondo cui debbono farsi
per iscritto, sotto
pena di nullità, gli altri atti specialmente indicati dalla legge. Si assiste ad una
sorta di
cooperazione tra ius positum e lex contractus, nel senso che i privati esercitano
il potere di
beni della vita di volta in volta protetti: mentre la prima protegge interessi di
ordine pubblico, che
Questo supporta l'indirizzo che riconosce natura relativa alla nullità ex Art 1352
--> nullità relativa.
Acclarato che sul fronte delle solennità convenzionali non vengono in gioco
interessi pubblici,
fondamentale.
mente del quale la forma prevista per la fattispecie costitutiva vale anche per
quella estintiva,
Il problema deve essere risolto nel modo che segue: l'evocata impronta
privatistica degli interessi
sottesi dal patto sulle forme da un lato legittima la radice relativa del nullità
scaturente dalla
trasgressione della regola Pattizia, Dall'altro preclude alla parte, la quale abbia
consapevolmente
una forma particolare (atto pubblico), laddove il negozio attuativo sia stato
stipulato semplicemente con scrittura privata. Questa soluzione sottintende la
meritevolezza degli interessi coinvolti da un accordo di tale specie, la quale
deve escludersi quando sia frutto di progetti strangolatori congegnati da una
parte a scapito dell'altra.
perché uno dei dichiaranti era privo della capacità d'agire in quanto minorenne,
il contratto
Nel caso di vizio formale, la nullità che si abbatte sulla compravendita verbale
di un immobile non
incide sulla scrittura privata tramite la quale le parti si limitino a consolidare nel
documento il
piuttosto che limitarsi a rinnovare il consenso già espresso. Nel primo caso è
impegnativo il
contenuto del negozio riproduttivo, il quale ha nello stesso tempo una portata
anche modificativa.
assume significato anche sotto il profilo della decorrenza dei termini legali di
decadenza e di
prescrizione, oltre che della determinazione del foro del contratto. Se le parti
non hanno
risolvere il problema sulla base delle prove raccolte in sede istruttoria: dal
punto di vista
L'Art 1350 n5 prevede che debbano essere redatti per iscritto sotto pena di
nullità gli atti di rinuncia ai diritti indicati dei numeri precedenti.
Mettiamo che tizio abbia promesso in vendita a Caio un fondo a condizione che
la p.a. rilasci il
integrato gli estremi della tacita rinuncia ad avvalersi degli effetti della
condizione risolutiva?
essere positiva.
pena di nullità (art ex art 1350), siccome l'avente titolo abbandona un diritto
già entrato nel suo
patrimonio.
Altri propende per la libertà delle forme sulla base della considerazione a
mente della quale
quella di diritto in funzione della certezza delle vicende. La soluzione non può
essere fondata
La distinzione dal punto di vista degli effetti fra azione e diritto sostanziale non
convince, in quanto
con il potere di fatto riflettente l'immagine del dominium: l'art 2937 uc prevede
infatti l'abdicazione mediante comportamento concludente. Li vocata censura
porterebbe anche ad una segregazione del diritto sostanziale della sua tutela
giudiziale.
2909 non offre spazio alla possibilità di sindacare il giudicato petitorio con una
successiva azione
diritto già acquisito, sembra condivisibile la tesi a mente della quale l'atto
abdicativo, rientrando fra quelli previsti nell'Art 1350 n5, sottostà al rigore
formale ad essentiam.
del documento le parti non sono in grado di stabilire con certezza quale sia la
sua efficacia
probatoria, per cui viene utilizzata per affari di limitata importanza. Si deve
escludere che il
documento con firma elettronica non qualificata possa valere come atto scritto
ex Art 1350 e esso
Si ha per riconosciuta ai sensi dell'Art 2703 la firma digitale o altro tipo di firma
elettronica
delle cose presentate, se colui contro il quale si sia prodotto non ne disconosca
la conformità.
medio grande, non incidono sull'efficacia dell'atto in esame, qualora ciò sia
compatibile con la
Per quanto riguarda la sorte della proposta irrevocabile nel caso in cui il
dichiarante non abbia
Altri propendono per l'applicazione analogica dell'Art 1326 C2, giungendo alla
conclusione
1331 c2. Bisogna preferire la soluzione che riesca meglio bilanciare opposte
esigenze: occorre
l'applicazione per estensione dell'art 1326 c2: non evita l'eventuale lite in
merito alla tempestività
Per quanto riguarda la sorte della proposta una volta decorso il termine di
durata della clausola di
SEZIONE 2: L'OPZIONE
2. La funzione dell'istituto
collegato, sul quale si abbatte la senzione della nullità ex Art 1418 c2 -->
nullità successiva:
della preferenza sia saldata ad un rapporto scindibile dalla persona del debitore
o del creditore.
Ciò non toglie che il complimento per opera del promettente di un atto
inconciliabile con il vincolo
Non sono estensibili le regole proprie della culpa in contrahendo. Ove si dia per
ammessa la natura contrattuale della responsabilità dell'opzionante E si voglia
estendere la responsabilità (aquiliana) al terzo a titolo di consapevole
cooperazione nell'inadempimento del suo dante causa riguardo al vincolo
preparatore sottostante, l'oblato potrebbe ottenere la retrocessione del diritto
qualora si ritenesse applicabile alla vicenda il meccanismo ex articolo 2058,
ovvero il risarcimento in forma specifica.
3. Il termine
Nell'eventualità che gli stipulanti non abbiano indicato il termine di durata del
vincolo, ciascuna
parte può ricorrere al tribunale per integrare l'elemento mancante (art 1331)
nei limiti derivanti dalla prescrizione decennale, il cui decorso estingue il diritto
potestativo conferito all'oblato.
grado di interferire sul vincolo perfezionato con il terzo (art ex art 1372), fermo
restando la
fase costitutiva dell'accordo, posto che la patologia sta al di fuori del contratto
a valle, essendo
potranno chiedere la rifusione delle perdite pari alla differenza tra prezzo
monopolistico il prezzo
concorrenziale. L'ipotesi della nullità creerebbe un doppio danno, nel senso che
oltre a
5. Vicende patologiche
SEZIONE 4: LE PRELAZIONI
6. La prelazione volontaria
per i danni. Il promettente può tuttavia obbligarsi a non mutare lo status quo.
a titolo di culpa in contrahendo. Per evitare la nullità del patto di prelazione per
lesione della libertà contrattuale, essendo pacifico che nessun individuo può
essere vincolato alla lex contractus Per periodi straordinariamente estesi o in
perpetuo, tenuto conto del fatto che il patto, pur non limitando il diritto di
7. La prelazione impropria
Qualora fosse condivisa la tesi secondo cui questa caratteristica non sia idonea
ad essere
già prefissate, che finiscono con il porre un limite indiretto alla circolazione del
bene oggetto del
questi può opporlo al terzo. Tale tipologia di prelazioni, avendo efficacia reale,
permette al favorito, attraverso il diritto di riscatto, di ottenere il trasferimento
della cosa nella sua sfera di
legale del riscattante nella stessa posizione del riscattato con effetti retroattivi,
cioè dalla
acquirente rispetto all'alienante nella stessa posizione del riscattato con effetti
retroattivi, cioè dalla conclusione del contratto. Il riscattante, che deve
restituire il prezzo al terzo, è considerato diretto acquirente rispetto
all'alienante; tutte le ulteriori alienazioni non sono opponibili al primo
Il preferito dalla legge può rinunciare alla prelazione prima che gli venga
notificata la proposta di
Ai sensi dell'Art 732 il coerede, che vuole alienare a un terzo la sua quota O
parte di essa, deve
prelazione. Questo diritto va esercitato nel termine di due mesi dall'ultima delle
notificazioni
(spatium deliberandi).
comunione incidentale.
Grazie al rinvio enunciato dall'art 230 bis all'art 732, il partecipe all'impresa
familiare, che non sia
preliminare. Nel caso in cui l'immobile risulti locato a più persone (pluralità di
conduttori), la denuntiatio Deve essere notificata a ciascuna di esse. Il diritto di
prelazione può essere esercitato congiuntamente da tutti conduttori ovvero dai
rimanenti o dal rimanente conduttore (se qualcuno rinuncia). L'avente titolo
che, entro 30 giorni dalla notificazione, non abbia comunicato agli altri aventi
diritto la sua intenzione di avvalersi della prelazione, si considera rinunciante
alla prelazione medesima. Queste regole non si applicano nelle ipotesi ex Art
732 e nell'eventualità di trasferimento perfezionato a favore del coniuge o dei
parenti entro il secondo grado.
12. Presupposti
Il Ministro per i beni e le attività culturali o la regione o gli altri enti pubblici
territoriali interessati,
Qualora il bene sia alienato assieme ad altri per corrispettivo unitario ossia
ceduto senza
nomina effettuata, su richiesta di una delle parti, dal presidente del tribunale
dell'luogo in cui è
La prelazione può essere fatta valere nel termine di 60 giorni dalla data di
ricezione della
Nel caso in cui la denuncia sia stata omessa, presentata tardivamente oppure
risulti incompleta, la
14. Funzione
L'offerta della prestazione ex Art 2932 esigibile soltanto alla data fissata per il
definitivo, può
per errore di diritto (art 1429 n4). Se il vizio inficiante l'intesa preparatoria
risulti egualmente
l'obbligazione di pagare il prezzo in capo allo stipulante. Può darsi che le parti
abbiano stabilito che il prezzo debba essere pagato successivamente al
definitivo (termine di adempimento): la sentenza dovrà adeguarsi a questa
Il rapporto contrattuale con effetti traslativi trai origine dal provvedimento del
giudice (origine
qualora sia stata trasgredita la correlata obbligazione di fare, A meno che non
venga richiesta una
L'Art 1351 si limita a stabilire che per il contratto preliminare vale il requisito
formale previsto a
1352, il preliminare resta forma libera, siccome l'Art 1351 circoscrive la propria
gittata al
formalismo legale. Riguardo alle modifiche dei patti accessori, esse possono
essere concordate anche verbalmente, fermo restando il divieto di trarre
elementi conclusivi e concludenti dal mero silenzio dall'oblato. Sussiste un
problema relativo all'applicabilità degli oneri formali di cui agli Art 46, in tema
di trasferimento di edifici, e 30 in tema di trasferimenti di terreni, t.u. Edil. Se
si propendesse per la biunivocità delle forme occorrerebbe dare una risposta
positiva al quesito. All'analogo esito si potrebbe addivenire conducendo la
riflessione sui binari degli interessi sostanziali coinvolti nel preliminare di
compravendita immobiliare, perché se è vero che esso ha effetti meramente
obbligatori, non va dimenticato che il promissario acquista un'aspettativa reale
opponibile ai terzi entro i limiti ex Art 2645 bis.
previste solo con riguardo alle vicende negoziali destinati a produrre immediati
effetti reali. Ciò non toglie che le parti condizionino l'obbligazione traslativa Al
mutamento di destinazione urbanistica del fondo promesso.
Questa interpretazione non implica che si possa dare esecuzione alla promessa
in forma specifica
Tale opponibilità viene meno con effetto ex tunc se entro un anno dalla data
concordata per l'intesa finale, in ogni caso entro tre anni dalla trascrizione del
preliminare, non sia stata eseguita la trascrizione del contratto definitivo o di
altro atto che costituisca esecuzione dell'accordo
Da qui la regola secondo cui l'opponibilità del ius ad rem E delle altre situazioni
patrimoniali
tramite la lettura della nota di trascrizione, fra cui quelli sottesi dalla condictio
indebiti (art 2033) E
(art 2748 c2), fatta salva l'eccezione ante detta collegata all'ipoteca Che
garantisce il mutuo di
prescindere dalla fonte del privilegio stesso o della sua vicenda costitutiva. Per
suffragare
pro indiviso che appartiene al dante causa, allorché questi non riesca nel
progetto di persuader e
traslativa. Per questi motivi non può essere trasferito l'intero immobile e
neppure la quota indivisa
Le corti ritengono che quando il bene oggetto di comunione legale sia stato
promesso in vendita
esecuzione sul tutto da parte del promissario, ove l'altro coniuge non abbia
impugnato il negozio
preliminare entro il termine di prescrizione consolidi a suo favore gli effetti del
rapporto
estraneo alla dorsi converte nella rimozione del limite all'esercizio del potere
riconosciuto ai coniugi stessi come singoli di compiere negozi di straordinaria
amministrazione. La comunione legale viene considerata senza quote,
caratterizzandosi per il fatto che i coniugi sono solidamente titolare di un diritto
avente ad oggetto I beni che la compongono. Ne discende che, riguardo ai
rapporti con i terzi, ciascun coniuge, anche se privo del diritto di disporre della
propria quota, è ciononostante legittimato a disporre dell'intero bene: il
consenso del coniuge Pretermesso assume i contatti del negozio unilaterale
autorizzativo e non attributivo di un potere, ossia destinato a rimuovere un
ostacolo all'esercizio del preesistente potere, la cui assenza non rende l'atto
invalido o inefficace, ma lo sottopone all'eventuale azione di annullamento ex
Art 184.
Nel caso in cui l'obbligato promette di vendere il bene del terzo, ci si chiede se
sia o no applicabile
la disciplina ex Art 1479 in tema di vendita altrui, la quale facendo perno sul
stato soggettivo del
preliminare- definitiva, almeno fino a che non sia decorso inutilmente il termine
stabilito per la
Nulla esclude che il promissario nel frattempo alieni la cosa oggetto del
contratto obbligatorio:
Il promissario non potrebbe nel rifiutare l'acquisto del terzo alienante, siccome
il trasferimento
Non significa che il decorrere del termine previsto per il definitivo produca
automaticamente
Sfumano i presupposti per applicare la massima che prevede che ciò che è
dovuto senza
dell'Art 1183 c2 Che svela che le sensualità del termine può dipendere dalla
volontà dei contraenti
Nel caso in cui sia stato conferito ad una delle parti il potere di stabilire il
termine, e quest'ultima
quantunque non sia stato già concordato, deve ritenersi ormai decorso tutte le
volte in cui
decorrente dal momento in cui il diritto alla stipulazione del definitivo poteva
essere fatto valere,
importa l'estinzione del vincolo giuridico qualora sia nel frattempo maturato un
congruo termine,
la programmata vendita.
che si obblighi a prestare una fideiussione gratuita a favore di caio, nel suo
interesse e a garanzia
estremi inconciliabili.
nullità il tipo sociale voluto dalle parti, secondo un altro filone, laddove le parti
non abbiano detto
l'esclusiva fonte del rapporto obbligatorio Sia costituita dal negozio fine, come
se l'accordo
dall'autorità giurisdizionale.
sormontata, stante il silenzio del definitivo, solo dalla prova, documentata per
iscritto se il contratto abbia ad oggetto immobili, dell'intesa perfezionata
contemporaneamente al medesimo definitivo, da cui risulti che specifici
obblighi, scaturenti in via esclusiva dal preliminare, sopravvivono al suo
parziale adempimento.
anticipatorie.
del contratto a fronte Del vantaggio di cui viene a trovarsi il compratore grazie
al godimento della
detenzione, secondo altri occorre invece saggiare caso per caso la volontà delle
parti allo scopo di
stato concluso il definitivo, è consapevole dell'altruità della cosa, non può allora
giustificarsi
che esso equivalga a detenzione (art 1141 c1), diventa ragionevole ammettere
che l'anticipata
ex Art 1141 c2. Il contrasto di giudicati è stato superato dalle SU Cass, le quali
hanno statuito che la relazione tra promissario compratore e cosa, fondandosi
su un contratto di comodato funzionalmente collegato al preliminare, deve
essere qualificata come detenzione e non come possesso utile all'usucapione,
fatta salva la dimostrazione dell'Interversione ex art 1141.
in buona fede i rimedi cautelari della sospensione del pagamento del prezzo e
della fissazione
affidabilità del promittente, la quale deve essere contrastata con l'azione volta
alla recisone del
vincolo obbligatorio.
l'anticipazione della tutela legale già alla fase preparatoria delimitata dal
negozio strumentale al
termine di adempimento, integra di per sé gli estremi della violazione alla lex
contractus.
Vizi e difetti corporali potranno essere fatti valere dal promissario nel processo
di esecuzione in
Il promissario merita tutela in quanto tale in uno solo laddove sia sopraggiunto,
per accordo o
sentenza, L'effetto reale: egli quindi può proporre l'actio quanti minoris
indipendentemente dalla
adempimento.
alio, perché, essendo il bene trasferito ope iudicis diverso rispetto a quello
oggetto della
nell'intesa preparatoria.
difformità, anche se questo non esclude che la parte caduta in errore sulle
qualità della cosa
dell'oggetto (art 1256), A meno che la medesima parte sia in mora. Se invece
sia stato promesso
L'impossibilità dipende dal fatto che non è possibile trasferire il bene dotato
delle qualità previsti.
dei difetti occulti, viene esclusa da alcuni interpreti perché non potrebbe
estendersi al rapporto il
parti.
monetario.
La parte pregiudicata non può però impegnare il definitivo se non abbia posto il
proprio rifiuto al
reale della cosa, qualora la sproporzione sia imputabile allo stato di bisogno,
noto allo stipulante
Il dubbio nasce perché lo squilibrio patrimoniale effettivo sia solo quando viene
in essere l'effetto
perpetrato alle poca dell'intesa preparatoria, non si può revocare in dubbio che
il preliminare possa essere rescisso ove il soggetto passivo abbia prestato il
consenso a cagione della difficoltà
1. La possibilità giuridica
che si concreta nel trasferimento del dominio sul bene accomuna la vendita e
la donazione, ma ciò
determinabile.
possibile che, per vicende sopravvenuto, sia divenuta impossibile non inficia la
validità del
rapporto ex Art 1256 qualora sia determinata da fattori estranei alla sua sfera
di controllo. La parte consapevole che l'oggetto dedotto nel contratto è
inizialmente impossibile, risponde dei danni patiti Dall'altra parte, la quale in
buona fede abbia confidato sulla validità dell'intesa ex arte 1338.
L'impossibilità giuridica originario dell'oggetto può dipendere dalla regola
vietante la prestazione concordata. In questa eventualità i beni o le attività
dedotte nel vincolo giuridico sono
fatto non trasferibili per atto tra vivi, salva l'eccezione rappresentata dalla
continuazione nell'erede.
un oggetto inesistente.
Allo scopo di mitigare il rischio della nullità del contratto per impossibilità
originaria dell'oggetto, le parti hanno la facoltà di pattuire un termine iniziale di
efficacia del contratto medesimo o d'apporre ad esso una condizione
sospensiva, di modo che se la prestazione diviene materialmente o
5. La liceità
urbanistiche.
personale di godimento un mero post factum estraneo alla tutela dei valori
inerenti alla razionale
soggetto.
capovolgere la prima tesi si fa notare che il terzo non esprime una volontà
diretta a produrre effetto giuridico incidente sulla sua sfera patrimoniale,
limitandosi a fissare un elemento della fattispecie, mentre la debolezza della
tesi opposta consiste in ciò, che non riesce a cogliere l'essenza dell'intervento
del terzo sostanziandosi in un vero e proprio incarico destinato a completare il
rapporto obbligatorio. Assodato che la clausola di determinazione dell'oggetto
concordata dalle stesse parti ha natura negoziale, convertirla in un mero fatto
solo perché predisposta dall'arbitratore sarebbe contraddittorio.
integrativo del contratto altrui. Il terzo non manifesta una volontà diretta A
incidere sulla sua sfera
oggettiva;
giuridicità dell'atto di integrazione della volontà delle parti (art 1349 c1 e c2);
può agire secondo i cani contrassegnati dal mero arbitrio (art 1349).
l'incaricato abbia ecceduto nel potere a lui conferito, il suo atto è inefficace
salvo che i mandanti lo
Quando l'atto del mandatario sia platealemente iniquo, viziato da dolo o affetto
da violenza:
sarà inevitabile la pronuncia della nullità del contratto allorché il mandato fosse
basato sul mero
7. La perizia contrattuale
parti nominino uno o più esperti, ai quali viene delegato il compito di risolvere
non una controversia giuridica, bensì di formulare una valutazione tecnica.
L'autonomia della perizia contrattuale non è da tutti condivisa, in quanto
secondo una parte della letteratura essa sarebbe riconducibile all'arbitraggio o
all'arbitraggio irrituale.
alla tutela giurisdizionale dei diritti nascenti dal rapporto contrattuale. Le parti
acquistano la
urta contro il principio secondo cui il contratto stesso si fonda sull'incontro delle
volontà, perché è
dovuta.
Il rischio di abuso tenderà a diminuire tanto più sono netti i limiti entro cui la
parte può integrare il
segnato dei limiti prefissati di comune intesa dagli gli stipulanti, Al fine di
evitare che la
identiche caratteristiche;
particelle del tutto, in caso contrario verrebbe a cadere le premesse utili ai fini
della determina
determinazione della cosa venduta richieste ai fini della trascrizione del titolo
non sono imposti ai
statuto della fattispecie (es. prezzo individuato con riferimento ad una specifica
legge).
ossia senza tener conto delle variazioni future, oppure se intesero adattare il
regolamento al
Nel dubbio circa la natura fissa o mobile delle rinvio, sussiste una presunzione
semplice di
staticità.
1. Inquadramento storico-comparativo
Gli art 1108 e 11131 code civil si riferiscono alla causa dell'obbligazione
anziché alla causa del
dell'art 1131 code civil, secondo cui il contratto è nullo se la causa è illecita. Se
rispondesse al vero
perché tipizzata dalle legge e causa del contratto, la quale affonda le proprie
radici nel l'analisi
- O che assuma una forma che richiede: atto scritto, firmato alla presenza di un
testimone e la consegna del documento.
Questi due elementi svolgono il ruolo della causa nella misura in cui
giustificano la forza impegnativa delle promesse:
- Nel secondo caso dalla forza evocativa riconosciuta alla forma dell'atto.
Nel sistema tedesco i negozi obbligatori individuano la categoria degli atti fonte
di obbligazione, da
Il cod civile spagnolo identifica la causa dei contratti a titolo oneroso con la
repromissione, mentre
ricorra la nullità della doppia causa per il motivo che l'invalidità colpisce
esclusivamente il rapporto
di provvista (es se fosse stata accertata la nullità della fonte del debito del
delegato verso il
che il garante non può opporre al garantito le eccezioni fondate sulla validità
ed efficacia Del
rapporto fondamentale fuori dalla exceptio doli generalis, ragione per cui la
prestazione del garante è di per sé è giustificata dall'obbligazione di garanzia,
è altresì vero che il debitore principale può successivamente aggredire
mediante l'azione di indebito arricchimento il creditore garantito al fine di
recuperare quanto anticipato dal garante ove non sussista o sia venuta A
mancare l'obbligazione garantita.
sarebbe giunti all'epilogo della nullità per difetto di clausola del contratto di
acquisto di un cavallo,
allorché egli, Per inabilità o per altre ragioni, non fosse stato più in grado di
esercitare tale
disciplina. Da ciò discendeva che l'unica strada percorribile era quella, fedele al
dettato normativo,
Nel nuovo sistema del codice del 1942, la causa partecipa della natura di
elemento essenziale del
interessi dei singoli consociati sono degni di difesa a patto che collimino con
quelli della collettività.
Posto che non sono tutelate le intesi che realizzano interessi futili con lo scopo
antisociale, diventa
concreto gli obiettivi perseguiti dai privati siano o meno armonizzabili con quelli
accettati dal
pubblico potere: nel caso di discrasia, egli è tenuto a rendere nullo il contratto.
Viene così a
contrattuale, perché annienta la regola ex Art 1322 c2. La nozione di causa del
contratto quale
Questa visione è ancora radicata nella nostra cultura giuridica. Non ci si avvede
che la causa se
giudici non sono chiamati a imporre stili di vita, ma solo ad applicare le regole
scritte in aderenza
causa Ha finito così per conferire rilevanza giuridica alla sensazione di bisogno
in funzione della
nel suo esatto opposto: l'atto emulativo o il negozio di fantasia, entrambi nulli.
L'interesse serve a
germe dell'illegalità può essere celato da una forma legale, laddove il proposito
antigiuridico sia
Sulla base di questo interesse empirico, su cui si leva il fondamento causale del
vincolo
4. I motivi
ruolo determinante in vista della ripartizione Pattizia del rischio negoziale o sia
comunque stato
condiviso dalle parti. È scontato quindi l'assunto ex Art 1345, essendo evidente
che la condivisione
immeritevole di tutela.
L'idea dell'irrilevanza del motivo è condivisibile qualora venga intesa nel senso
che il movente
Elementi a sostegno della rilevanza dei motivi, si individuano negli Art 624 C2
e 787, i quali danno
5. Casistica
In alcuni casi le corti si muovono sulla direttrice della dottrina tradizionale della
causa quale
pratico perseguito dalle parti siccome considerato alla stregua del motivo
irrilevante e a far
fede verso la teoria della causa tipica rappresenta una vacua premessa priva di
rilevanza
dire a risolversi nella sintesi degli interessi effettivi dei contraenti, costituendo
il metro di
6. Il collegamento negoziale
nullità del contratto sottostante importa la nullità della fideiussione, così come
l'invalidità del
o unilaterale, nel senso che per un verso l'invalidità del contratto a monte
colpisce il contratto
comunanza del motivo giustifica la nullità ex Art 1345. Per le stesse ragioni l'Art
34 cod.cons,
Nulla esclude che il collegamento possa intercorrere tra accordi aventi parti
distinte: se il
biunivoco.
patto Commissorio.
Gli interessati possono agire in giudizio per far accertare il fine mediato.
Sempronio, dopo la morte
L'estinzione da parte del genitore del debito del figlio verso il terzo creditore
integra gli estremi
Nel caso in cui Il contratto sia stato perfezionato non per eludere una norma
imperativa, ma per
emulazione negoziale) il contratto non è nullo ex Art 1344, posto che non
offende l'ordine
8. Il negozio misto
vende a Caio un fondo del valore di 100 a 50 Per motivi filantropici, attribuirà a
titolo di liberalità
indiretta la quota del bene pari alla prospettata differenza economica. Ciò
implica che tizio sia
contratti tra loro coordinati dall'unicità del fine (teoria del collegamento).
Nei casi in cui il contratto sia stato concluso per ottenere un risultato indiretto,
L'autonomia privata è immeritevole di tutela se il proposito mediato,
informante di sé la causa concreta dell'accordo, serva a eludere una norma
inderogabile presidiante interessi collettivi o di ordine pubblico. Di per sé il
contratto non è viziato perché i suoi elementi, Astrattamente considerati, non
sono formalmente incompatibili con il sistema; L'invalidità deriva dalla
circostanza che esso è uno
strumento per aggirare una regola insuscettibile di deroga da parte dei privati.
Se i contratti che eludono la disciplina dei diritti dei legittimari, non sono nulli
ma soggetti a
Il contratto può essere stato concordato anche per illudere i vincoli fiscali: è
esclusa la sanzione ex
garanzia del debito sottostante. Questo fine viene raggiunto tramite la vendita
elusiva del divieto
vincolo fiduciario viene attuato, nei rapporti tra vivi, attraverso il contratto di
mandato senza
fiduciario;
legittimazione a disporre del bene del mandante: gli effetti reali, conseguenti al
negozio esterno, si
Nel caso di negozio fiduciario nel campo dei rapporti a causa di morte, si tratta
di fiducia
erga omnes del diritto del terzo destinatario del bene a ottenere il
trasferimento a suo favore da
parte dell'interposto.
esercita il ius disponendi contro gli impegni assunti, importa la nascita di una
pretesa risarcitoria
del fiducianti, la quale non potrebbe essere fatta valere contro i terzi a
prescindere dalla loro buona o mala fede.
La fiducia è alla base del Trust: bisogna capire se questo istituto possa trovare
applicazione nel
ex Art 1379 e 2645, da cui deriva il presupposto che la limitazione, frutto dei
poteri di autonomia
compimento dell'incarico gestorio questi diventa titolare del diritto reale sul
bene trasferitogli dal
Il richiamo contenuto nell'Art 1706 alla regola possesso vale titolo non significa
che il terzo acquisti
da chi non sia proprietario, avendo l'interposto perso la proprietà nello stesso
istante in cui
perpetrato dal suo diretto dante causa al momento della consegna del bene
mobile non registrato.
escludere che la dinamica del trust importi in capo al trustee potestà gestore
complesse.
oggetto di disposizione.
costitutivo del trust. Ad avviso di alcuni autori gli Art 11 e 12 conv. enunciano
un complesso di
regole minimali qualificanti l'essenza del trust tra vivi o di ultima volontà, in
difetto delle quali
l'istituto forgiato dal diritto straniero perderebbe la propria ragion d'essere, con
l'impossibilità di
seguito della sua ratifica, avrebbe introdotto in Italia le regole indispensabili per
la ricezione del
coniugi o dalla garanzia generica ex Art 2740. Non dovrebbero sussistere dubbi
circa l'esclusione
delle regime patrimoniale della famiglia dei diritti acquistati dai terzi in
attuazione del mandato,
Dall'Art 1707 È possibile dedurre che nei casi in cui l'atto costitutivo del Trust
abbia data certa, i
creditori personali del trustee non possono agire sui beni mobili non registrati
che lo compongono,
In merito alla pubblicità di tale negozio nei registri immobiliari non sussistono
dubbi tenuto conto
conferita nel trust fund. È possibile ipotizzare che il fiducianti sia il destinatario
dell'obbligazione di dare, a patto che la creazione del trust fund risponda a
interessi meritevoli di tutela, come quando il trasferimento al fiduciario sia
preordinato a realizzare finalità di liquidazione. Da qui la liceità
dell'obbligazione di retrocessione al fiduciante del patrimonio che
eventualmente residui dalla predetta liquidazione concorsuale. Ciò che importa
è che il distacco del patrimonio dalla sfera del fiduciante E il riacquisto dello
stesso a seguito dell'adempimento del vincolo di fiducia risponda al legittimo
interesse di terzi, in maniera da evitare la creazione di negozi in frode al
principio della
Per questa ragione il trustee acquista la proprietà fiduciaria del trust fund.
L'effetto traslativo
scaturente dall'atto istitutivo del trust tra Vivi o a causa di morte giustifica la
sua trasferibilità ai
sensi, rispettivamente, degli Art 2643 n1 e art 2660, benché, con riguardo al
trust testamentario,
l'acquisto del trustee non sia a causa di morte bensì post mortem.
tipizzati sono simili all'analogo diritto fatto valere dal mandante al acquisto,
allorché la pretesa al
L'art 2646 ter prevede il termine certo pari a 90 anni di efficacia del vincolo
stesso. Non si deve
La proprietà fiduciaria non può varcare i limiti di 90 anni: l'additato limite, che
deve comunque
1. Tipologia
grazie alla libera scelta delle parti di apporre la clausola condizionale laddove
la legge non lo
impedisca. La condizione non si riflette sul lato ma sulla rapporto, nel senso
che incide sulla
L'avveramento della condizione risolutiva non può essere rilevata d'ufficio dal
giudice, essendo
di dominio di una o entrambe le parti (es condizione che sorga un aereo porto
nel Luogo in cui c'è
L'evento condizionante, una volta verificatosi, inciderà sugli effetti del contratto
condizionato a
patto che sia stabile nel tempo. Quando la stabilità dipende dalla semplice
potestà della parte,
che il suo sorgere dipenda dall'arbitrio di colui che si suppone voglio assumerla.
Si potrebbe
riconoscere che la nullità sia strettamente legata all'assenza di causa, visto che
l'obbligazione di
svincolato dal controllo delle parti che soggiacciono al potere della banca, per
l'altro occorre
talvolta istantanee.
vendere a caio un fondo alla condizione che esso sia attualmente edificabile.
Appurato in senso
della sanzione sarebbe avvicinabile alla ratio essendi della nullità per
impossibilità dell'oggetto.
- In ogni caso di nullità del frammento non si riverbera sul tutto quando le
clausole nulle sono
quando dies incertus an, mentre sussiste termine ove dies certus an.
trascini senza fine, prevedendo il termine finale entro cui l'evento futuro e
incerto dovrebbe
definitiva efficacia del contratto, in virtù della circostanza che sia stata
originariamente pattuita una condizione, rispettivamente sospensiva o
risolutiva, quando sia decorso un congruo periodo di
Questo principio suscita qualche dubbio ove venga esteso alla diatriba attorno
alla liceità della
condizione del rilascio del permesso a costruire, decorsi sei anni rivenda A
Sempronio lo stesso
bene. Tizio, di fronte alla pretesa avanzata da Caio di risarcimento basata sul
fatto che il mancato
Questa condizione può essere non solo sospensiva ma anche risolutiva, come
succede quando le
(art 1356 c1): la parte è legittimata a chiedere tutte le misure utili alla
conservazione dell'oggetto
essere fatta valere all'infinito, dovendo essere circoscritta entro limiti temporali
ragionevoli (arg. Ex art 1379). Se pendente la condizione, una delle parti violi le
obbligazioni assunte, l'altra è libera di chiedere la risoluzione ancorché sia
scaduto il termine per il suo avveramento.
7. Retroattività
contratto, salvo che, per volontà delle parti o per la natura del rapporto, gli
effetti del contratto o
della risoluzione debbano essere riportati a un momento diverso (art 1360 c1).
stata soddisfatta, nel caso di diritti reali immobiliari o altri diritti soggetti a
trascrizione, la formalità ex Art 2659 C2: l'omessa menzione della condizione
nella nota di trascrizione implica la sua inopponibilità a terzi.
Per i mobili non registrati vale la regola del possesso vale titolo: l'Art 1357, ti
mando l'atto di
suscettibile di esecuzione.
9. La condizione unilaterale
puoi rispondere anche all'interesse di una sola parte, come accade laddove
l'alienazione di un
stata prevista, di modo che egli può rinunciare alla facoltà di avvalersene
trasformando il contratto
nella tutela delle aspettative vantate dal titolare del diritto condizionato.
della libertà che gode la parte nelle scelte relative al proprio agire), è
strumentale a garantire in
condizione sospensiva del conseguimento però tra del locatore del permesso di
edificare,
1. Le tecniche di integrazione
L'Art 1374 sancisce il principio secondo cui il contratto obbliga le parti non solo
a quanto è nel
non abbia decretato una diversa sanzione per colpire l'additato contrasto.
2. Gli usi
L'Art 1374 menzione gli usi tra le fonti di integrazione del contratto, facendo
riferimento agli usi
comportamento;
Questi usi costituiscono una fonte sussidiaria di produzione nelle materie non
regolate dal diritto
dalla fonte superiore. Gli usi richiamati dall'Art 1340 hanno natura negoziale:
consistono in pratiche seguite da una determinata cerchia di contraenti oppure
diffuse entro un circoscritto settore merceologico, senza che siano richiesti i
all'uso contrattuale.
clausole d'uso non ha effetto se intervenuta dopo la sua conclusione. Non può
essere ex post
3. Le clausole di stile
negoziale per una sorta di atto di fede a prassi inveterate, oppure al fine di
colmare eventuali
indeterminatezza.
prediale non è sufficiente la clausola di stile che prevede che "la vendita
comprende i connessi
4. L'equità
In alcuni casi è la legge che assegna al giudice poteri equitativi: art 1226,
1384, 1450, 1468, 1733,
1736, 1748, 1751 bis, 1755, 2109, 2110, 2118, 2263, 2500 quater. Si tratta di
ipotesi riguardo alle
quali, non essendo possibile dettare una regola generale e astratta del caso
concreto, appare
5. La buona fede
riconosciuto alla clausola generale di buona fede ex Art 1175 e 1375. Risulta
essere un mezzo di
negoziale.
del contratto secondo buona fede si deve armonizzare con i postulati della
libertà negoziale: il
La clausola di buona fede viene invocata come regola di condotta allo scopo di
avvalorare la
dall'Art 1375, a patto che non implichi un sacrificio talmente ampio da alterare
l'equilibrio
6. Segue: casistica
contratto, non può essere giustificato solo perché la cooperazione fuoriesca dal
nostro dei patti
La banca può anche essere condannata al risarcimento del danno nel caso in
cui improvvisamente
debitrice e dei fideiussori. Il diritto di azione non può costituire uno strumento
da scagliare contro il debitore ove il creditore abbia voluto precostituirsi gli
elementi al fine di vessarlo. Si potrebbe
dichiarare nulla per contrasto alla buona fede la clausola standard che
autorizza la banca a
Quando l'antinomia fosse isolata nel foro interno di uno soltanto dei contraenti
occorrerebbe
vero e della proiezione esterna destinata a creare, almeno per quanto attiene
al progetto condiviso tra le parti, una realtà immaginaria e illusoria agli occhi
dei terzi.
rispettive sfere giuridico patrimoniali. È relativa nel caso in cui gli stipulanti
vogliono modificare la situazione giuridica avvalendosi di un regolamento
negoziale diverso dal vincolo apparente.
Si tratta di un illecito che trae origine tale ricorso alla simulazione assoluta
quale escamotage
Il negozio simulato non reca in sé il germe del vizio intaccante la sua struttura,
semmai la fonte
inopponibile ai terzi che in buona fede abbiano acquistato diritti dal titolare
apparente, salvi gli
compiuto atti esecutivi sui beni oggetto del contratto simulato. In caso di
simulazione assoluta o soggettiva il titolare apparente dispone di un potere
dispositivo legittimante l'acquisto derivato del terzo in buona fede.
4. Profili cronologici
sino alla stipula del contratto apparente. Il sopravvenire della contro volizione
rileva quale semplice vicenda estintiva (mutuo dissenso) in ipotesi di
simulazione assoluta, oppure quale modifica occultata ai terzi. Ciò è quanto di
solito accade al rapporto tra preliminare e definitivo.
per mutuo dissenso. Essa non è idonea a surrogare l'atto scritto ove
quest'ultimo sia necessario,
dell'impegno nei riguardi dei potenziali destinatari consci della riserva mentale.
6. L'interposizione fittizia
produce i propri effetti a favore del soggetto diverso da quello che risulta
essere il titolare
apparente del diritto acquisito. Es: Tizio è disposto ad alienare il fondo a Caio, il
quale, pur
l'intestazione fiduciaria sì sveli essere una vicenda estranea alla sfera giuridica
del venditore, la cui
l'azione volta ad accertare la titolarità verso gli altri contraenti, mentre in caso
di intestazione
8. L'azione di simulazione
imprescrittibile. Sono fatti salvi gli eventuali effetti del possesso rilevante ai
fini dell'acquisto a
del negozio apparente. L'accordo simulatorio può essere opposto dal convenuto
per contestare il titolo addotto a fondamento della domanda principale.
Bisogna distinguere secondo che tale parte sollevi
L'art 1415 c1, statuisce L'inattaccabilità Del diritto di colui che in buona fede
abbia acquistato dal
Sussistono una serie di insidie nel meccanismo simulatorio: esso mette nelle
mani del compratore
buona fede del simulato acquirente, siccome nei suoi confronti la situazione da
apparenza
Identica regola vale riguardo ai creditori del simulato alienante, i quali sono
pregiudicati dalla
Ciò spiega le ragioni della soccombenza del terzo acquirente dal simulante
alienante (titolare
effettivo) verso l'avente causa, all'oscuro della duplicità di intesa, del simulato
acquirente (titolare
Sul versante dei beni immobili valgono i principi di priorità e continuità delle
trascrizioni, di modo
dell'affidamento maturato dal terzo intorno alla pienezza giuridica del titolo
vantato dal titolare
stato di malafede del terzo affinché possa essere a lui opposto il rapporto
occulto, ma è necessario
del simulato alienante. La posizione del terzo è così rafforzata, posto che per
intaccare il suo
vantati dai creditori del simulato alienante: occorre la prova del dolo specifico.
buona fede abbiano eseguito atti di esecuzione sui beni che furono oggetto del
contratto simulato
(art 1416). I creditori del simulato alienante possono far valere la simulazione
che pregiudica i loro diritti e, nel conflitto con i creditori chirografari Del
simulato acquirente, sono preferiti a questi, se il loro credito sia anteriore
all'atto simulato (art 1416 c2). I creditori del simulato Dante causa prevalgono
sui creditori del prestanome se il loro credito sia nato prima dell'atto simulato,
e se i contro interessati siano sforniti di legittime cause di prelazione. La
sottrazione del bene, da parte di creditori del simulato acquirente, alla
disponibilità del titolare effettivo importa una responsabilità in capo al
prestanome, il quale ha violato la sua obbligazione di gestire la titolarità del
bene nell'interesse del fiduciante. Tra le obbligazioni del fiduciario di ieri quella
di preservare la possibilità di ritrasferire il bene nella sfera giuridica del
simulato alienante.
L'art 1415 c2 stabilisce la pena opponibilità della simulazione per opera dei
terzi contro le parti,
atto pubblico, siccome l'efficacia di prova legale non si estende alla veridicità
delle affermazioni
rese dalle parti al notaio: la mendacità delle stesse non esige la querela di
falso.
È stata così negata la legittimazione del figlio a far valere la simulazione della
compravendita
stipulata tra genitore in vita e terzo, in funzione della tutela della legittima, che
ritiene essere stata
lesa dalla dissimulata donazione in virtù del rilievo che non è ravvisabile il
diritto soggettivo
(titolare reale); Per questo motivo il curatore, ove faccia valere la simulazione
del negozio
di simulazione, che fa capo alla massa dei creditori, i quali sono terzi rispetto ai
protagonisti
dell'accordo dissimulato.
della presunzione relativa della cognizione dello stato di insolvenza in capo alla
controparte in
Con riguardo alla simulazione relativa, l'art 1417 sottrae alle parti il diritto di
avvalersi della prova
per testimoni, salvo che tale mezzo istruttorio sia preordinato a svelare
l'illiceità del contratto
simulazione facendo perno sugli elementi sintomatici del contrasto tra accordo
apparente e intesa
I limiti ex art 1417 si dissolvono ove l'oggetto della prova non verta
direttamente sull'accordo
dissimulato, bensì sul dato storico di quale dei molteplici contratti documentati
per iscritto e
l'accordo simulatorio soggiace alla forma scritta sotto pena di nullità, la prova
della simulazione
ipotesi di perdita incolpevole del documento. Quando l'azione sia promossa dal
curatore al fine di
Oltre a valutare l’antinomia tra ius cogens e atto privato bisogna stabilire se nel
caso concreto la sanzione demolitoria sia proporzionata all’offesa e non rischi
di creare più danni che effetti favorevoli.
In breve, quando la fattispecie traslativa non contenga gli estremi del permesso
di costruire si aprono i seguenti scenari: o essa è radicalmente nulla poiché
l’omissione dipende dall’assenza del provvedimento, oppure la nullità è
emendabile se l’omissione stessa sia frutto di semplice dimenticanza.
Capita che la domanda di sanatoria, antecedente alla vendita sia rigettata dalla
PA, in questo caso la SC ha riconosciuto l’irrilevanza del procedimento
amministrativo in relazione alla validità del contratto traslativo contenente gli
estremi della domanda di concessione in sanatoria, questo per evitare che
l’acquirente si crei un falso affidamento in merito alla regolarità dell’edificio
oggetto di trasferimento; l’allegazione di domanda di sanatoria sarebbe
sufficiente a permettergli di apprendere le esatte condizioni giuridiche della res
(ciò equivale ad affermare che lo scopo della norma è quello di consentire
all’interessato di accertare se al momento dell’acquisto il bene è abusivo).
Art.30 c4-bis, t.u. edil “Gli atti di cui al c2, ai quali non siano stati allegati
certificati di destinazione urbanistica, oche non contengano la dichiarazione di
cui al c3, possono essere confermati o integrati anche da una sola delle parti o
dai suoi aventi causa, mediante atto pubblico o autenticato, al quale sia
allegato un certificato concernente le prescrizioni urbanistiche riguardanti le
aree di interesse a giorno in cui è stato stipulato l’atto da confermare o
contenere la dichiarazione omessa; il c5 ha inoltre stabilito che possono essere
confermati anche gli atti redatti prima della data di entrata in vigore della
presente legge (2005) purché la nullità non sia stata accertata con sentenza
passata in giudicato.
Sul versante delle compravendite dei terreni l’art.18 non rconosceva il rimedio
della conferma invece ammesso per le compravendite di case. La mancata
allegazione del certificato di destinazione giustifica l’invalidità irrimediabile del
contratto a prescindere dallo stato di buona o mala fede delle parti; l’obiettivo
è di salvaguardare lo stipulante attribuendogli la possibilità di provvedere alla
conferma unilaterale.
È stato escluso che l’infrazione alle regole sul consenso informato del
risparmiatore integri gli estremi della nullità extra testuale. La nullità relativa
dei contratti nei quali il consenso di una parte sia stato deformato dalla
decettività della pratica sleale. L’inottemperanza, si deduce, genera
responsabilità precontrattuale autorizzante l’investitore a domandare il
risarcimento del danno patrimoniale.
Occorre distinguere
Rientra nella regola che chi ha ricevuto un pagamento indebito non è tenuto a
restituirlo in caso di comportamento turpe si estende al contratto con cui una
parte si obblighi a tener indenne l’altro stipulante delle perdite patrimoniali cui
andrà incontro per effetto delle sanzioni pecuniarie che dovrà pagare a causa
della rilevanza penale della prestazione dedotta dall’intesa l’immoralità
dipende dalle circostanze che tramite accollo interno si reca grave offesa
all’interesse pubblico.
La nullità parziale
Ricade sulla parte interessata alla totale cancellazione del rapporto l’onere di
persuadere il giudice che in assenza della clausola nulla il contratto non
sarebbe stato perfezionato.
Nel caso in cui le parti, invece, avessero programmato uno statuto suppletivo
destinato ad entrare in azione come riserva di quello invalido, il problema
intorno alla nullità parziale non avrebbe ragion d’essere.
Opponibilità
Il giudicato di nullità fa stato verso gli eredi e aventi causa delle parti, nel senso
che chi acquista da colui il cui titolo d’investitura sia stato dichiarato nullo
subisce gli effetti della sentenza.
L’acquisto del terzo, immune dalla vis expasiva della sentenza di nullità, è a
non dominio (assodata la mancanza di un valido titolo d’investitura in capo al
dante causa del terzo stesso). È come se attorno al titolo d’acquisto della parte
subacquirente il sistema pubblicitario erigesse uno scudo per proteggere tale
atto dagli effetti ultra partes del provvedimento accertante la nullità del
negozio d’investitura del cedente.
Il non diritto si capovolge in diritto pieno non per effetto della situazione di
fatto (es possesso prolungato) ma in forza di un atto negoziale la cui validità
non viene ex post scalfita dalla nullità del titolo precedente grazie ai
presupposti illustrati.
Convalida e rinnovazione
La conversione
Non vi è alcuno spazio per la conversione allorché le parti abbiano previsto uno
statuto negoziale di secondo grado, destinato a trovare applicazione in via
suppletiva a puntello di quello falciato dalla vicenda invalidante.
L’interesse alla conservazione del rapporto obbligatorio sta alla base della
conversione, così da far salvi gli effetti germinati dalla fattispecie sussidiaria
sostenuta dalla volontà potenziale, atta a realizzare l’intento empirico
perseguito inizialmente dalle parti attraverso un contratto invalido. È escluso,
quindi, l ‘uso della conversione quando sia dimostrato che le parti fossero
consapevoli della situazione invalidante. L’indagine è indirizzata
all’individuazione del contratto, di cui sono stati soddisfatti per relationem i
requisiti di validità (è bene ricordare che la conversione non è invocabile
quando la causa concreta sia illecita).
Art.1421 cc dispone che dove non sia diversamente stabilito dalla legge la
nullità possa essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse. L’interesse
deve essere dimostrato deducendo la necessità di ricorrere all’autorità
giudiziaria per scansare il pregiudizio al diritto vantato e la conseguente lesione
alla propria sfera giuridica, non è sufficiente, quindi, invocare lo stato di
astratta incertezza in merito alla validità della fattispecie negoziale, ma occorre
che questo dubbio cagioni un danno giuridicamente rilevante all’azione
dell’attore.
La nullità relativa
Atti unilaterali
Contratti
[Errore FE 00 falsa conoscenza della realtà. Errore può essere errore vizio: colpisce
il formarsi della volontà; ed errore ostativo: cade sulla dichiarazione o sulla
trasmissione.]
Riconoscibilità
Errore comune
Scusabilità
Ai sensi dell’art.1429 n2 cc, l’errore è essenziale nel caso in cui casa sopra le
qualità dell’oggetto della prestazione, le quali debbono ritenersi determinanti
del consenso.
L’errore incide sugli impulsi motivazionali del dichiarante; l’errore sul motivo è
rilevante in quanto si riverberi sugli elementi tipizzanti dalle regole sancite.
L’errore inerente alle qualità può cadere sugli elementi strutturali della cosa,
sui pregi ed altre peculiarità ritenute essenziali dalla generalità dei consociati
o dagli usi del mercato.
L’errore sul valore è irrilevante, a meno che non consegua all’errore sulle
qualità corporali o giuridiche del bene compravenduto.
Spesso non esiste alcuna certezza intorno alla provenienza del quadro o della
scultura, al massimo può esserci su di essa consolidata opinione, suffragata
dalla letteratura maggioritaria che attribuisce l’opera al suo verosimile autore.
È bene chiamare in causa la differenza tra errore sulla realtà presente ed errore
sul suo possibile mutamento, l’errore rilevante ai sensi dell’art.1429 (errore
essenziale) rientra nella prima specie (il vizio della volontà è radicato in ciò che
è o in ciò che è stato), fuoriesce da quelle dell’inesatto pronostico sulle future
alterazioni dello status quo.
Da qui l’esigenza di appurare, caso per caso, quale è stato l’oggetto della
compravendita. L’errore sulla qualità è scorgibile nel caso in cui l’opera d’arte
offerta come pura sia stata sottoposta a pesanti interventi di restauro, oppure
rimaneggiata in modo da costituire un’altra cosa rispetto all’originale. Diventa
allora indispensabile distinguere la vendita di una certezza dall’offerta di una
ragionevole intuizione, di una non effimera verosimiglianza o di una mera
speranza.
Le qualità giuridiche
Le qualità rilevanti possono avere ad oggetto lo statuto giuridico del bene. Es.
edificabilità del fondo rustico o modificabilità di destinazione dell’uso
- Errore sull’oggetto, attiene invece alla cosa o alla prestazione dedotta nel
rapporto di scambio. Es. acquistando titoli azionari credendo che si tratti di
obbligazioni.
L’errore di diritto
L’errore di calcolo
Nel caso di errore suoi fattori del computo nel caso in cui sia dimostrato che
esso è essenziale e riconoscibile, il vizio può condurre all’annullamento del
contratto (es. utilizzo di bilancia guasta nella compravendita di oro).
Errore ostativo
Discrasia non intenzionale tra voluto e dichiarato. Es. Tizio dice cento mentre
pensava mille, errore che cade sulla dichiarazione.
Il dolo commissivo
Per esserci dolo causam dans o dolo incidentale occorre che il raggiro si elevi a
causa determinante l’alterazione del corretto procedimento di formazione della
volontà, è una relazione causale che deve essere valutata in termini soggettivi.
Gli artt.1439 (Il dolo è causa di annullamento del contratto quando i raggiri
usati da uno dei contraenti sono stati tali che, senza di essi, l’altra parte non
avrebbe contratto) e 1440 (dolo incidente: se i raggiri non sono stati tali da
determinare il consenso, il contratto è valido, benché senza di essi sarebbe
stato concluso a condizioni diversa; il contraente in mala fede risponde dei
danni) rappresentano il mezzo per fronteggiare la lesione subita alla propria
libertà d’autodeterminazione, lesione che ha preso copro durante le trattative,
le quali non sono state irradiate dalla clausola di buona fede. La colpa in
contrahendo (art.1338 cc) assurge a condotta che incrina l’integrità del bene
protetto dalle succinte disposizioni ed è proprio essa che dovrebbe proteggere
il singolo consumatore sulle pratiche commerciali sleali.
Il dolo vizio affiora nel caso in cui l’autore dell’imbroglio non sia stato animato
da una prava intenzione, essendosi lasciato trascinare dalla propria non
curanza.
Nel caso l’errore sia provocato da colui che è caduto nel medesimo vizio del
consenso prevede l’annullabilità nel caso in cui si dimostri che tale parte ha
agito con sprovvedutezza.
Altri autori ancora ritengono che l’illiceità della menzogna sia collegata alla
variabile che l’autore dell’inganno sia persona nella quale la vittima riponga la
massima fiducia.
Si pone però il problema sui rapporti tra dolo-vizio e diritto speciale, quando
quest’ultimo detti una tutela diversa dall’annullamento. Il tema porta alla luce il
rapporto intercorrente tra garanzia edilizia e disciplina relativa ai vizi del
consenso:
2) C’è chi, per altra opinione, restringerà la tutela pro acquirente ai rimedi ex
art. 1492 cc ( effetti della garanzia: Nei casi indicati dall'articolo 1490 il
compratore può domandare a sua scelta la risoluzione del contratto ovvero la
riduzione del prezzo, salvo che, per determinati vizi, gli usi escludano la
Il dolo tollerato
Il dolo tollerato altro non sarebbe che il dolo buono, in opposizione con il dolus
malus. Dolo tollerabile: è ravvisabile quando la simulazione del vero sia
talmente lampante, se non addirittura grossolana, da essere sostanzialmente
sfornita di capacità decettiva nei riguardi delle persone normalmente avvedute.
Una volta ammessa l’irrilevanza del dolo buono, lo stipulante indotto in errore
non potrà confidare nell’accoglimento della domanda di annullamento perché
la propria soglia d’attenzione, collocandosi al di sotto del criterio di normalità,
non lo rende meritevole di tutela. Ovvero: chi a seguito della propria
disattenzione cade nel tranello della persona di comune avvedutezza oppure
omette di raccogliere le informazioni utili a smascherare la trappola, non può
tardivamente pentirsi dell’accennata trascuratezza tramite l’azione di
annullamento.
Per quanto riguarda astuzie generanti l’errore dello sprovveduto, invece, sono
considerabili vicende patologiche. Le aggressioni promosse dai contraenti
disonesti, il cui proposito sia rappresentare una realtà distorta allo scopo di
alterare l’altrui determinazione negoziale, assumono le caratteristiche della
condotta che rileva in sé e per sé.
Ai fini del diritto privato si ha raggiro anche quando una parte intenzionalmente
mantenga o rafforzi lo stato d’inesatta rappresentazione della realtà in cui si
viene a trovare l’errante; colui che rimane inerte davanti all’errore in cui versa
l’altro stipulante realizzerebbe un’omissione ai fini del perfezionamento della
fattispecie in discorso; non susciterebbe frode civile la situazione in cui la parte
in mala fede si limitasse ad approfittare del preesistente errore evitando di
correggerlo.
Errore: fatto unilaterali, siccome in esso cade senza esserci pinta la vittima
della rappresentazione inesatta; dolo: bilaterale, si fonda sull’influenza
dell’operato malizioso del terzo a scapito del soggetto passivo della intrusione
illecita.
Bisogna aprire una piccola finestra sul diritto extrastatuale, per vedere come
comparare le discipline straniere a quella italiana. Il diritto tedesco con
riguardo alla reticenza dolosa, ritiene che l’autore dell’omissione trasgredisca
l’obbligo di dichiarare il vero stato delle cose; tale obbligo è previsto da una
disposizione normativa, ciò significa che, fuori dalle ipotesi in cui è la stessa
legge a sancire l’obbligo d’informare, esso trae origine dalla prassi
commerciale integrata dalla clausola generale di buona fede. Tanto più la parte
si affida all’esperienza professionale della controparte, tanto maggiore è il
dovere di questa di informare l’interlocutore in merito alle circostanze di diritto
o di fatto la cui cognizione si riveli essenziale per la maturazione del consenso.
Spetta al giudice di merito accertare che la parte in mala fede non informa la
parte circa la verità.
Diritto inglese
Art.1490 c2 va a definire che il patto d’esonero dalla garanzia per vizi materiali
è nullo se il venditore li abbia deliberatamente taciuti; viene sanzionata la
reticenza del venditore stesso.
Art. 1759, sul versante della mediazione, l’interposto deve comunicare alle
parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza
dell’affare, che possono influire sulla conclusione di esso. Il mediatore è per di
più tenuto a verificare l’esattezza delle informazioni fornite alle parti: se da una
parte non è obbligato ad eseguire indagini di natura tecnico-giuridica è anche
vero che incorre in responsabilità qualora con noncuranza rilasci informazioni
su fatti di cui non abbia piena cognizione. Per quanto riguarda il debito
informativo il mediatore ha un doppio compito: positivo da una parte, dal
momento che è tenuto ad informare le parti circa le circostanze che sono da lui
conosciute o conoscibili; negativo, dovendo astenersi dal comunicare dai non
adeguatamente verificati.
La reticenza rileva, ai sensi degli artt. 1439 e 1440, quando sia stato violato
uno dei suddetti obblighi destinati in modo inequivocabile vuoi a evitare
l’errata rappresentazione della realtà a nocumento di chi si trova in una
condizione di deficit cognitivo, vuoi a svelare il preesistente errore. Il bene
tutelato è la libertà negoziale dell’errante, che viene leso quando la parte
tenuta ad illustrare il vero stato delle cose taccia.
Si prende come base l’art. 1337 cc: la buona fede costituisce la fonte da cui
scaturisce una serie articolata di obblighi, che assumono specifico contenuto in
base alle circostanze qualificanti volta per volta la natura delle cose; ciò
significa che chi disponga di informazioni utili alla corretta maturazione del
consenso dell’altra parte deve fornirle.
Dove si riconosca che il silenzio durate il negoziato violi l’art. 1337 cc anche
quando l’omessa comunicazione della circostanza incidente sulla volizione
della controparte sia cagionata dalla negligenza dell’agente, occorrerebbe
ammettere che il dolo omissivo sia causa d’annullamento del contratto o del
risarcimento del danno, ancorché l’evento risulti imputabile a titolo di mera
colpa.
Al centro dello statuo viene posto il consumatore medio, essa sottintende una
protezione basata sull’inidoneità della condotta perpetrata dal professionista a
danneggiare gli interessi di una massa indistinta d’individui, i quali agiscono
all’interno del mercato concorrenziale in condizioni di debolezza economica.
Il consumatore non potrà far leva sulla disciplina di diritto comune riguardante
i vizi del consenso (solo, violenza o errore) e la condotta del professionista non
generi alcun allarme sociale. Il vizio della volontà legittimerà l’azione di
annullamento quando la condotta del professionista sia svincolata da attività
promozionali non aventi un destinatario individuato.
Tassatività
Mentre la nullità può derivare dalla natura inderogabile della legge trasgredita
dall’atto di autonomia privata e dalla sua inclinazione alla tutela di interessi
indisponibili e fondamentali, l’annullamento è un rimedio giuridico
invocabile soltanto quando la causa invalidante, posta a presidio
d’interesse della parte pregiudicata, rientri nel catalogo d’ipotesi tipizzate
dall’autorità normativa.
L’annullabilità può essere opposta dalla parte convenuta per l’esecuzione del
contratto, benché sia decorso il termine di prescrizione dell’azione per farla
valere (art.1442 cu), soltanto quando il convenuto, titolare del relativo potere,
non abbia già eseguito la prestazione dovuta in forza del titolo annullabile.
Convalida
In tutte le ipotesi in cui l’effetto convalidante deriva dalla valutazione data dalla
legge a specifiche condotte, le quali determinano non solo la sanatoria dell’atto
Nel caso in cui la prestazione sia eseguita dal terzo è possibile configurare gli
elementi identificativi della convalida quando costui intervenga in
adempimento del mandato conferito dalla parte debitrice, la quale lo abbia
delegato nonostante la piena consapevolezza della causa d’invalidità.
Annullabilità parziale
La violenza deve essere reale, nel senso che il sopraffare deve governare le
forze destinate all’esecuzione dell’azione antisociale fonte della coercizione
influente sulla determinazione volitiva di chi è posto dinanzi all’alternativa, e
deve impressionare una persona sensata e farle temere di esporre sé o i suoi
beni ad un male ingiusto e notevole.
Non occorre, invece, che i minacciante avverta l’ingiustizia della propria azione
(animus nocendi).
Nel caso in cui il male minacciato sia rivolto contro i terzi: art. 1436 cc,
legittima l’azione di annullamento quando tale male riguardi la persona o i beni
del coniuge o di un suo ascendente o discendente; se il male ipotizzato
riguarda altre persone, l’annullamento del contratto è rimesso
all’apprezzamento del giudice.
Nel caso di autominaccia (es. Tizio minacci di togliersi la vita se Caio non gli
vende un certo bene), lo stipulante, il quale si determini a contrare soltanto allo
scopo di evitare l’evento prospettato dall’altro interlocutore contro la propria
persona, non potrebbe impugnare il contratto per violenza, giacché il male
sarebbe privo dell’estremo dell’ingiustizia; tuttavia sembra percettibile quando
la condotta incida sulla salute psicofisica dell’essere.
Quando la violenza sia circoscritta ad una clausola del contratto, parte della
dottrina ritiene che se tale frammento, privo dei requisiti dell’essenzialità, fosse
scindibile dal resto del contenuto precettivo del regolamento negoziale,
sarebbe possibile invocare l’annullamento parziale, in caso contrario
Infine occorre fare riferimento alla situazione in cui la violenza sia esercitata
per impedire che la vittima stipuli un determinato contratto, in questo caso il
soggetto passivo potrà proporre un’azione di risarcimento del danno.
Metus ab intrinseco
- La minaccia del male ingiusto e notevole sia tale da incidere sul processo
costitutivo della volizione maturata dal soggetto passivo.
La rescissione: premessa
Viene assicurata una speciale tutela che si lascia condurre dalla nota
dominante del dovere di agire in buona fede durante le trattative (art. 1337
La vittima del profittatore può inoltre chiedere il risarcimento del danno per
aver provocato l’invalidità.
Non pronunciando, l’art. 1447 cc, circa i criteri utilizzabili per l’accertamento
dell’iniquità sono dati al magistrato ampi spazi di discrezionalità.
Art. 1448 cc: gli elemini costitutivi della domanda per la presentazione
dell’azione generali di rescissione per lesione sono rappresentati
dall’approfittamento dello stato di bisogno attuale, che può essere attuabile
anche alla parte in difficoltà, e dalla lesione oltre la metà fra dato e ricevuto.
A dispetto del silenzio serbato dalla legge, non si può escludere il rimedio della
rescissione quando la lesione sia derivata dall’esigenza di sopprimere l’altrui
La rescissione può essere evitata quando la parte contro cui sia fatta valere
manifesti la propria seria disponibilità a ricondurre l’intesa ad equità.
(finisci p.553-554)
È il creditore che sceglie intorno alla sua sorte, egli potrebbe privilegiare la
conservazione del vincolo chiedendo al giudice una sentenza che condanni il
debitore all’esatto adempimento, oltre al pagamento delle perdite patrimoniali.
La domanda di ristoro del danno è scindibile da quella di risoluzione o
adempimento.
La sentenza di risoluzione
Possono ritersi valide le clausole, escludono soltanto uno dei rimedi alternativi
concessi ex lege al creditore (risoluzione o esatto adempimento quando la
prestazione sia fungibile); questo tipo di patto non prevede un arricchimento
ingiustificato.
I patti di riduzione o esclusione del diritto al ristoro dei danni valgono secondo
l’art. 1229 cc e lo statuto di protezione della parte debole.
Efficacia e opponibilità
Tra le parti la risoluzione opera con efficacia retroattiva, nel senso che esse
sono svincolate ex tunc dai propri obblighi, mentre le eventuali prestazioni già
eseguite debbono essere reciprocamente restituite.
Colui che agisce in giudizio per la risoluzione non è tenuto a provare la colpa
dell’obbligato, incombendo su questi l’onere di dimostrate che la mancata o
inesatta attuazione del rapporto obbligatorio dipese da eventi non imputabili.
Il cumulo di domande
La preclusione all’adempimento
Art. 1453 cu cc: dalla domanda di risoluzione l’inadempiente non può più
adempiere la propria obbligazione.
Nel caso in cui le domande siano prive di fondamento giuridico perché nessuno
dei litiganti è inadempiente la soluzione deve essere di rigetto della domanda
principale quando della domanda riconvenzionale; alcuni studiosi e la
giurisprudenza hanno dedotto un’interpretazione diversa occorre comunque
costatare la volontà immanente delle parti di risolvere il contratto per mutuo
dissenso o per impossibilità di eseguirlo.
Spetta al creditore la scelta del rimedio più idoneo alla protezione dei suoi
interessi, se non sfrutta la risoluzione di diritto può sempre percorrere la strada
dall’estinzione giudiziale.
La fissazione del termine è prevista dall’art. 1454 c2: in linea generale non può
essere inferiore a quindici giorni, tuttavia è ammessa la riduzione quando, per
effetto della diversa pattuizione fra le parti, per natura del rapporto o per forza
degli usi appaia congruo un termine minore; è necessario, infatti, prendere in
considerazione anche l’interesse del creditore all’adempimento, valutando con
particolare attenzione il sacrificio che sopporta per l’attesa della prestazione.
Gli effetti risolutori derivanti dalla diffida efficacemente intimata implicano che
il creditore sia sfornito del potere di rinunciare ad avvalersene. Nel caso in cui il
creditore risolvente intimasse al debitore l’adempimento dichiarando di
abdicare agli effetti della precedente risoluzione, questi potrebbe
efficacemente opporre l’eccezione di avvenuta estinzione del vincolo.
Attraverso questa clausola (art.1456 cc) il potere dovranno delle parti nella
formulazione della norma privata assicura l’interesse all’estinzione automatica
del contratto per violazione della condotta in essa descritta, con l’esito di
sottrarre al giudice il potere di sindacare l’importanza dell’inadempimento.
Inoltre l’interessato può chiedere lo scioglimento per opera del giudice ogni
volta che la condotta violatrice dell’intesa obbligatoria rientri astrattamente
nella sfera di competenza delimitata dalla clausola, sempre tenendo presente i
limiti dell’art. 1455 cc.
Il termine essenziale
Qualora l’inadempimento perpetrato dalla parte contro cui sia stata fatto valere
l’eccezione non oltrepassi la soglia di rilevanza ex art. 1455cc, deve ritenersi
che3 il rifiuto opposto da questa di eseguire la prestazione sia contrario alla
clausola generale di buona fede.
Entrambi gli istituti, avendo natura cautelare, non importano alcun effetto sulla
validità del contratto: è sufficiente che il rimedio sia adeguato all’entità
dell’inadempimento e alla sua influenza sulla realizzazione del programma
negoziale, senza chiamare in causa la colpa del debitore. Nel caso in cui
l’inadempimento sia dovuto alla sopraggiunta impossibilità della prestazione
per accadimenti estranei alla sfera di responsabilità del debitore ci si
troverebbe di fronte all’estinzione del rapporto (ex art. 1256).
La clausola solve et repete non impedisce per sempre alla parte di far valere le
eccezioni concernenti l’inesatta esecuzione della promessa corrispettiva, ma
semplicemente implica la loro posterogazione.
Art. 1467 c2: il rimedio non può essere invocato qualora la sopravvivenza
rientri nell’alea normale del contratto. Ciò significa che le parti hanno un onere
La tutela può essere riconosciuta soltanto alla parte che risulti pulita, il
contraente inadempiente non è legittimato a pretendere la risoluzione del
contratto per eccessiva onerosità dovendo sopportare le conseguenze degli
eventi sopravvenuti durante il suo inadempimento.
Vi sono dei casi in cui però la sopravvenienza può colpire anche il creditore, per
esempio nel caso in cui vi sia un sorprendente deprezzamento monetario, è il
L’evento sopravvenuto
La parte contro cui sia stata proposta la domanda di risoluzione per eccessiva
onerosità sopravvenuta ha la facoltà di evitarla, offrendo di rivedere
equamente il contenuto dell’accordo al fine di riequilibrare il nesso
sinallagmatico; risulta quindi posto nelle mani dello stipulante favorito uno
strumento utile a rimodulare i termini dello scambio in maniera da
neutralizzare l’alterazione dell’equilibrio inizialmente fissato dalla lex
contractus.
La presupposizione
Una prima tesi ritiene che la conoscenza del movente che si eleva ad
antecedente causale della volontà, costituirebbe una circostanza neutra per
l’ordinamento, dato che il motivo non smarrisce la propria essenza di elemento
ingiustificate. Presupposizione si esprime diventando parte integrante della
volontà stessa.
Le obiezioni a questa tesi ebbero la meglio, non permettendo che quella tesi
venisse inserita nel cc tedesco, in virtù della circostanza secondo cui
subordinare l’efficacia del contratto al realizzarsi della finalità pratica avrebbe
favorito la conseguenza di assegnare peso giuridico al motivo con l’effetto di
porlo sullo stesso piano della condizione; il tema della presupposizione
coinvolge due profili antitetici:
Il fenomeno negoziale
È necessario che questo bilanciamento sia svolto in buona fede: il sistema non
può tollerare che la parte, la quale abbia tratto vantaggio dal giuoco
speculativo ruotante attorno alla previsione sottesa dal contratto, possa
beneficiare dell’arricchimento a pregiudizio della controparte che non sia
similmente riuscita a trarre utilità dalla situazione comunemente presupposta.
Un caso paradigmatico
Supponiamo che Tizio, nel 2006, abbia condotto in affitto per i successivi
quindici anni un terreno di proprietà di Caio, al fine di coltivarvi actinidia. Nel
2012 un calo insolito delle temperature cagionò la distruzione dell’impianto;
l’affittuario fu costretto a ripristinarlo. Nel 2014 un’epidemia di batteri si
abbatté sulla piantagione, che abbisogna di essere ricostruite; Tizio non ha
partecipato ad alcun indennizzo all’espirazione delle piante necessaria al fine di
impedire la propagazione della piantagione. Tizio è ben disposto a ripristinare
per l’ennesima volta la piantagione, ma esclusivamente se il contratto di affitto
oggetto non terminasse come pattuito nel 2021 ma si protraesse per altri 15
anni.
Bisogna capire quali pretese possono essere valutare dal conduttore del fondo
per tutelare le sue ragioni; gli stipulanti fondarono la determinazione di
stringere l’intesa sul presupposto comune informante di sé la causa empirica
del vincolo obbligatorio (il tempo di affitto era calcolato su una coltivazione di
kiwi adatta ad assicurare un investimento produttivo). Essendo intercorsi gli
eventi illustrati è stato frustrato il presupposto condiviso: viene alla luce la
sproporzione di valore tra la prestazione del dominus e quella dell’affittuario; il
mutamento dell’economia contrattuale ha impedito la realizzazione
dell’investimento produttivo: concedere alla parte favorita il monopolio di
rinegoziare il contratto sembra inefficiente e ingiusto.
Art. 2 c1 l.203/1982 pone nelle mani dell’affittuario il rimedio del recesso, che
nel caso di specie legittimerebbe l’estinzione unilaterale del vincolo: la
Il recesso: fondamento
Art. 1372 cc (il contratto ha forza di legge tra le parti. Non può essere sciolto
che per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Il contratto non
produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti dalla legge) equipara
allusivamente il contratto alla legge, con l’allusione di porre un argine
all’intrusione del giudice nell’atto di autonomia privata.
• Mutuo dissenso
La fonte del recesso può essere legale o volontaria; nel primo caso la legge
riconosce il rimedio dello scioglimento unilaterale per fronteggiare particolari
situazioni di debolezza economica in cui si trova il consumatore; nel secondo
caso può essere invocato dalla parte che si sia allacciata ad un contratto a
tempo indeterminato.
Può accadere che il recesso sia attribuito alla parte in forza di un’espressa
clausola contrattuale, che ne disciplina le modalità applicative (potere di
estinzione unilaterale del contratto esercitabile ad nutum oppure dove
sussistano specifici presupposti tipizzati dalle parti).
Disciplina
Art. 1341 c2: onere della specifica approvazione per iscritto della condizione
generale di contratto attribuente all’utilizzatore il diritto di recesso.
L’art. 1373 c1 stabilisce che nei contratti istantanei il recesso può essere
esercitato dalla parte legittimata finché non vi sia stato un principio di
esecuzione del rapporto; anche se è data la possibilità di estendere il recesso
anche nel caso in cui il contratto sia stato in tutto o in parte eseguito.
Il recesso può essere la via alternativa alla risoluzione giudiziale o di diritto nel
caso di inadempimento. Nel caso in cui il contratto sia ad esecuzione
continuativa o periodica, il recesso è esercitabile, ma il suo esercizio non
pregiudica, se non è stato diversamente concordato, le prestazioni già eseguite
o in corso di esecuzione (art. 1373 c2). Se il recesso ha effetto ex nunc occorre
ammettere che la ritardata o inesatta esecuzione delle prestazioni antecedenti
autorizzi il creditore a esperire l’azione di risoluzione del contratto o del
risarcimento del danno per quanto egli si sia successivamente avvalso della
potestà estintiva del vincolo obbligatorio.
Preavviso
Al fine di evitare che il recesso possa cogliere alla sprovvista l’altro stipulante
è possibile condizionarne l’efficacia all’intimazione del preavviso. Durante tale
temine il rapporto continua a dispiegare i suoi effetti giuridici; in presenza di
giusta causa (evento di tale rilevanza da non permettere la prosecuzione del
L’art. 1386 c2 dispone che nell’ipotesi del primo comma il recedente perde la
caparra data o deve restituire il doppio di quella che ha ricevuto. Qualora il
diritto di recesso sia stata esclusivamente attribuito allo stipulante che abbia
pagato il suddetto corrispettivo, questi perderà la caparra versata, la quale
serve a retribuire l’esercizio del diritto. Invece, se soltanto una abbia dovuto
versare la caparra ma il diritto di recesso sia stato assegnato ad entrambe,
quella che non ha pagato la caparra, ove receda, dovrà corrispondere il doppio
di essa.
La multa penitenziale è una somma di denaro che dovrà essere pagata dal
titolare dello ius poenitendi affinché il recesso possa produrre il proprio effetto
estintivo; il titolare del diritto potestativo promette la dazione di una somma di
denaro da versarsi se e quando si determinerà a esercitare il diritto stesso, la
cui efficacia è subordinata all’adempimento di tale impegno.
La caparra confirmatoria
La parte non inadempiente, che abbia agito per l’esatto adempimento, può
mutare la domanda esercitando il diritto potestativo implicante l’estinzione ipso
iure del contratto.
Se la violazione del contratto sia stata perpetrata dal soggetto che ricevette la
caparra, l’altra parte potrà recedere chiedendo non soltanto la somma
corrisposta a titolo di caparra ma anche la condanna al pagamento di ulteriore
somma di pari ammontare.
Clausola penale
Nei casi in cui la penale svolge la duplice funzione di liquidazione anticipata del
danno e di minacciata applicazione di una comminatoria destinata ad
aggravare la posizione del debitore, pare possedere una natura di strumento
indirettamente rafforzativo dell’efficacia del vincolo negoziale e di pressione
per spronare la parte ad adempiere correttamente proprio al ine di sfuggire alla
pena convenzionale.
Non sempre il debitore della penale è la parte debole, la penale in questo caso
funge da incentivo all’inadempimento, perché assicura un risparmio di spesa
nella misura in cui il debitore infedele va incontro ad una sanzione inferiore alla
prestazione promessa FE 00l’eventuale limitazione della responsabilità tramite la
clausola non libera il debitore dalle conseguenze dell’inadempimento
qualificato da dolo o colpa grave, dovendo egli in tale evenienza rispondere
dell’integrale danno patito dal creditore. La responsabilità del debitore è da
escludere non soltanto quando dimostri che l’inadempimento o l’inesatto
adempimento sia stato determinato da eventi a lui non imputabili, ma anche
quando risulti comunque giustificato ex art. 1460 stante l’inadempimento della
controparte. Valido, di massima, il patto con cui viene imposto al debitore di
pagare la somma prestabilita a prescindere dall’imputabilità
dell’inadempimento.
La procura
Il rappresentante va distinto dal nunzio, che è colui che non forma la volontà i
cui effetti ricadono sul rappresentato, ma si limita a trasmettere l’altrui
determinazione volitiva.
La procura deve avere la stessa forma del negozio oggetto del potere
rappresentativo (es procura a vendere o acquistare immobili deve essere
redatta per iscritto a pena di nullità), ma non ha necessità di essere trascritta
Qualora sia rilevante lo stato di buona o mala fede occorre guardare alla
persona del rappresentante, salvo che si tratti di elementi prefissati dal
rappresentato; in nessun caso il rappresentato in mala fede può giovarsi dello
stato d’ignoranza o di buona fede del procuratore.
Il conflitto di interessi
Il conflitto sarà scorgibile non solo quando lo scopo conflittuale perseguito dal
procuratore affiori in via diretta là dove il procuratore stesso sia portatore di
una posizione soggettiva astrattamente inconciliabile con quella del
rappresentato, ma anche in via mediata a causa dei vincoli di solidarietà con
terze persone venati da rapporti di famiglia, convivenza more uxorio, societari,
comunanza politica ecc.
Il rappresentato ha, quindi, nelle proprie mani a sorte dell’affare: se ritiene che,
nonostante il potenziale conflitto, esso sia per lui conveniente o utile, lascerà le
cose come stanno senza proporre l’azione volta a farlo annullare.
Nel caso in cui scelga la strada giudiziale non occorre dimostrare di aver subito
un danno effettivo: il contratto è invalidabile ancorché il rappresentante si sia
guardato dall’abusare del potere tramite atti di prevaricazione. Il legislatore ha
voluto proteggere il rappresentato anche in ipotesi di conflitto soltanto virtuale,
liberandolo dall’insidia di persuadere il giudice del pregiudizio concreto.
Presupposto dell’annullabilità è dunque la situazione in cui viene a trovarsi il
procuratore quando si trovi costretto a fare una scelta tra la tutela
dell’interesse innervato dalla procura e la salvaguardia dell’opposto interesse
personale o risalente al terzo.
Il falsus procurator
La ratifica
Deve essere redatta nella stessa forma richiesta per la validità della procura,
ma la volontà del ratificante può essere desunta dal contesto dello scritto che
sottintende. Nel caso di ratifica verbale non può essere provata per
presunzione o testimoni. Nei contratti svincolati da oneri di forma la ratifica può
essere desunta dalla determinazione del rappresentato di trarre vantaggio
dalle posizioni soggettive derivanti dal contratto perfezionato dal procuratore
abusivo.
Nel caso dei contratti in cui sia necessaria la forma scritta a pena di nullità, il
principio della procura apparente non può trovare applicazione, poiché
necessario l’onere di appurare l’esistenza dell’atto scritto.
Art. 1396 cc: il rappresentato deve rendere conoscibili erga omnes con i mezzi
idonei, le modificazioni e la revoca della procura.
Per effetto della nomina l’eletto acquista con effetto retroattivo la qualifica di
parte: questi può impugnare il contratto per vizi della violazione facendo leva
sulla disciplina in tema di rappresentanza. Il contratto è immediatamente
vincolante tra le parti originarie, in modo che gli effetti scaturenti dall’intesa di
proiettino nella sfera giuridico-patrimoniale dello stipulante cui spetta la facoltà
di nomina. Per il contratto che abbia ad oggetto immobili è immediatamente
trascrivibile a favore dell’originario avente causa.
L’atto di investitura del nominato deve avere la stessa forma che le parti hanno
usato per il contratto, ancorché esso sia di forma libera; nel caso in cui il
contratto abbia ad oggetto diritti reali su immobili, la riserva di nomina deve
essere trascritta al fine della sua opponibilità erga omens. La riserva di nomina
si distingue dalla cessione del contratto perché questa non opera
retroattivamente.
Le cessioni ex lege
Il contratto pro terzo esige la forma scritta a pena di nullità quando abbia ad
oggetto diritti reali su immobili.
Il terzo estraneo alla convenzione stipulata a suo favore viene a trovarsi in una
situazione di puro vantaggio, che deve essere diretto, in quanto le parti hanno
voluto attribuire al terzo la titolarità di un diritto o di una pretesa contro il
promittente.
La comune intenzione
La norma pone due regole fondamentali per interpretare la volontà delle parti:
Canoni interpretativi
- Espressioni polisense, intese nel senso più consentaneo alla teleologia del
singolo contratto;