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Riferimenti al CONTRATTO in generale.

Il concetto di contratto è trattato nell’ARTICOLO 1321del codice civile, già accennato quando
abbiamo parlato dell’articolo 2247 che riguardava la nozione di società, il contratto di società.

Che cos’è un contratto in generale? Disposto: ’Accordo di due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale’.

Il contratto è l’accordo, non può esserci contratto senza l’accordo, l’accordo delle parti è un
elemento essenziale del contratto, aspetto anticipato nel 1321 e ripreso nel 1325.
Accordo di due o più parti. ‘Parte’ è portatrice di un particolare interesse. Per ‘parte’ s’intende un
insieme di portatori di interesse; la parte può essere costituita da una sola persona fisica o da una
sola persona giuridica.

‘Costituire, regolare, estinguere’ = con un contratto si può costituire, far sorgere, un rapporto
giuridico patrimoniale che prima non esisteva, posso regolare, modificare, un rapporto giuridico
patrimoniale già esistente, oppure con un contratto si può estinguere, chiudere, sciogliere un
legame caratterizzato come rapporto giuridico patrimoniale.

‘Tra loro’ = di norma le parti disciplinano qualcosa che riguarda direttamente loro stesse, e non
soggetti terzi. Procardo latino di riferimento: la res, il contratto che intercorre tra le parti non va né a
giovare né a recare danno a un terzo, proprio perché gli effetti del contratto si esplicano tra le parti.

‘Rapporto giuridico patrimoniale’ = il contratto per essere inteso in senso proprio, in senso stretto,
deve avere carattere patrimoniale. Dove troviamo il carattere patrimoniale nel contratto di società?
Nello scopo di dividere gli utili - contratto in cui emerge un requisito patrimoniale. Il contratto di
società è un contratto per rendere soci le parti di una determinata società.

Vi sono rapporti giuridici che non sono patrimoniali, ma hanno un risvolto patrimoniale: il
matrimonio. Ci sono degli obblighi di natura patrimoniale nell’ambito del matrimonio. In questo
caso i risvolti patrimoniali ci sono, ma non sono esclusivi, non sono prevalenti.

Solo i rapporti giuridici patrimoniali possono essere costituiti, regolati o estinti per contratto.

ARTICOLO 1322 = autonomia contrattuale delle parti.

Essa può essere declinata in due aspetti. Il primo: le parti possono liberamente determinare il
contenuto del contratto con i soli limiti imposti dalla legge. Il secondo: le parti possono anche
concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare.

In generale, nell’ambito del contratto, l’autonomia contrattuale delle parti si spinge oltre l’autonomia
contrattuale delle parti nell’ambito del diritto societario.
Nel diritto contrattuale in generale le parti possono anche concludere contratti senza attingere ai
tipi contrattuali già disciplinati da uno schema legislativo.
Si apre quindi la strada ai cosiddetti ‘contratti atipici’ ( non esplicitamente disciplinati a livello
legislativo) , in contrapposizione ai ‘contratti tipici’, disciplinati nel codice civile.

ARTICOLO 1323 = le parti sono libere di inventarsi un tipo contrattuale nuovo, ma tutti i contratti,
anche se le parti si inventano uno schema contrattuale mai disciplinato prima dal legislatore, sono
comunque sottoposti alle regole del contratto in generale.
ARTICOLO 1325, rubricato ‘indicazione dei requisiti’ = riguarda gli elementi essenziali del
contratto, quelli che non possono mancare: l’accordo delle parti + la causa + l’oggetto + la forma,
esclusivamente nei casi in cui è prevista dal legislatore la pena di nullità.
Ci sono dei casi in cui questo accordo emerge da un comportamento concludente, un atto giuridico
che sancisce la volontà di concludere quel contratto, ma non è una vera proposta o accettazione.
L’accordo si basa su dichiarazioni, l’incontro tra proposte e accettazione può essere immediato o
tramite trattative. Possiamo avere quindi varie fasi attraverso le quali si forma il contratto.

ARTICOLO 1326, rubricato ‘conclusione del contratto’ ( contratto concluso = contratto appena
iniziato, non finito. La terminologia giuridica parla di contratto concluso quando esso comincia ad
esistere nel panorama giuridico ).
Il contratto è concluso quando chi ha fatto la proposta è a conoscenza dell’accettazione dell’altra
parte.
Si può stabilire un termine affinché l’accettazione possa essere considerata valida.
Questa previsione, 1326 comma 2, è tipica dell’ordinamento giuridico italiano perché il
meccanismo della proposta e dell’accettazione può comportare anche la cosiddetta ‘revoca della
proposta’.

ARTICOLO 1328, rubricato ‘revoca della proposta e dell’accettazione’


‘la proposta può essere revocata fin quando il contratto non è concluso’, ossia fino a quando non
perviene l’accettazione dall’altra parte. Anche l’accettazione può essere revocata, la revoca
dell’accettazione deve arrivare prima della comunicazione di accettazione.
Di norma la proposta è revocabile e la sua revocabilità è una peculiarità italiana. Essa è revocabile
in Italia, Spagna, Francia e Regno Unito, altri ordinamenti giuridici come in Germania o in Svizzera
considerano la proposta irrevocabile, ciò ha delle ripercussioni significative sulla conclusione del
contratto.

ARTICOLO 1329
contempla quei casi eccezionali di proposta irrevocabile. Comma 2: Normalmente la proposta
perde efficacia in caso di morte o incapacità sopravvenuta del proponente.

ARTICOLO 1330
riguarda la morte o l’incapacità dell’imprenditore, nonostante le quali la proposta potrebbe essere
ancora valida.

Meccanismo ulteriore per la formazione dell’accordo.

ARTICOLO 1336
l’offerta al pubblico, quando contiene gli elementi essenziali del contratto tipico alla cui conclusione
è diretta, vale come proposta. Offerta al pubblico = non è una proposta, non è una comunicazione,
ma si tratta di un’offerta, di una messa a disposizione che vale come proposta, purché contenga gli
estremi essenziali del contratto a conclusione diretta. Esempio: alimenti esposti insieme al proprio
prezzo negli scaffali dei supermercati. L’offerta di un prodotto corredata da un prezzo vale come
proposta. Non necessariamente quindi per concludere un contratto dobbiamo avere un sopporto
cartaceo, come nel caso di acquisto di biglietti per l’autobus o per il treno. Un contratto può essere
concluso anche con ‘comportamenti concludenti’, pieni di significato giuridico = un esempio di
comportamento concludente è dato dall’atto di oblitera il biglietto.

Articolo 1341 e 1342 = ‘condizioni generali di contratto’,


ARTICOLO 1341.
La condizione di contratto predispone delle norme generali per tutti. In questo caso non c’è il
problema delle cosiddette ‘minute’, delle cosiddette ‘lettere di intenti’, le condizioni di contratto non
possono essere variate, o si accettano come sono o si accettano come sono.
Le condizioni generali di contratto comportano delle firme in più: comma 2 1341. La seconda firma
è dovuta al fatto che noi riconosciamo che all’articolo x, y, z ci sono delle limitazioni nei nostri
confronti. Con la seconda firma si esprime la consapevolezza sul fatto che alcuni articoli sono a
nostro svantaggio, a favore della parte proponente.

Talvolta c’è la possibilità di contrattare un minimo anche nell’ambito di moduli e formulari:

ARTICOLO 1342.
‘Le clausole aggiunte al modulo prevalgono su quelle del modulo qualora siano incompatibili con
esse anche se le clausole del modulo non sono state cancellate’. É possibile aggiungere delle
clausole che modificano le condizioni generale, queste clausole aggiunte prevarrebbero ma
dovrebbero essere esplicitate da entrambe le parti.

La causa del contratto.


ARTICOLO 1343, rubricato ‘causa illecita’

Causa illecita = la causa è illecita quando è contraria a norme imperative,( che bisogna per forza
osservare) all’ordine pubblico o al buon costume. La causa come elemento essenziale del
contratto è la sua funzione economico-sociale. Essa è diversa dal motivo.
Il motivo è la motivazione che concretamente ha spinto le parti a firmare il contratto, mentre la
causa è la funzione economico-sociale del contratto, causa e motivo non vanno confusi.
Nell’ambito del contratto di compravendita, il trasferimento della proprietà verso il pagamento del
prezzo ( causa ) spinge a introdurre un ulteriore elemento: lo scambio di prestazioni, poiché una
parte trasferisce un bene e l’altra paga tramite denaro. Questo scambio di prestazioni è detto
‘sinnallagma’, che in greco antico significa ‘scambio’.
É opportuno introdurre questo termine per comprendere il concetto di ‘contratti sinnallagmatici’,
nell’ambito dei quali c’è uno scambio di prestazioni tra le parti( contratto di locazione, come nel
caso di chi vive in affitto ).

La causa come elemento essenziale del contratto deve essere lecita.

La causa è illecita quando è contraria a norme imperative, cioè a norme talmente importanti che
non possono essere derogate dal legislatore, ad ordine pubblico, al buon costume ( aspetti legati
alla percezione di determinati comportamenti nella società attuale ).

ARTICOLO 1344 = contratto in frode alla legge, si reputa illecita la causa quando un contratto
viene concluso al fine di eludere un’applicazione imperative. Ha causa illecita il contratto in frode
alla legge che serve per aggirare certi ostacoli legislativi.

Il motivo.

ARTICOLO 1345 = motivo illecito.


Il contratto è illecito quando le parti si sono determinate a concluderlo esclusivamente per un
motivo illecito comune ad entrambe. Di norma, il motivo non rileva. Quando esso rileva però rileva
come causa illecita. Per rilevare il motivo, per arrivare a considerare il contratto illecito, il motivo
deve essere comune ad entrambe le parti, deve essere esclusivo ed illecito. Esempio: contratti che
prevedono trasferimenti di denaro per riciclare denaro sporco. Diversa è la causa illecita del
contratto. Esempio: contrarietà a norme imperative e all’ordine pubblico.

L’oggetto. nel contratto di compravendita: il trasferimento della proprietà.


ART. 1346, rubricato ‘requisiti’
L’oggetto del contratto deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile.

Abbiamo poi il problema della condizione, un elemento non essenziale del contratto. Pensiamo alla
cosiddetta ‘condizione sospensiva’, chiamata così perché sospende gli effetti del contratto.

ARTICOLO 1351 = contratto preliminare.


Il contratto preliminare è nullo ( illecito ) se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive
per il contratto definitivo. Si tratta di un contratto in cui le parti si sono accordate sui punti principali
di un successivo contratto, esse si impegnano quindi a concludere un secondo contratto entro un
determinato termine. Il contratto preliminare comporta degli obblighi e parte da un accordo già
firmato. Esso è sempre un contratto con tutti gli elementi fondamentali dell’articolo 1325.

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