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Soprattutto bisogna 1) descrivere le conseguenze della violazione dei dati 2) descrivere, oltre a cosa è
successo e quali rischi possono esserci, cosa si sta facendo per tamponare il problema o per evitare che
problemi analoghi ci siano in futuro.
Considerando 85:
elencazione dei potenziali rischi della violazione dei dati personali: danni fisici, materiali o immateriali alle
persone fisiche, discriminazione, furto o usurpazione di identità, perdite finanziarie, pregiudizio alla
reputazione, perdita di riservatezza dei dati personali protetti da segreto professionale, o qualsiasi altro danno
economico e sociale significativo alla persona interessata.
Perdite finanziarie = violazione o perdita dati personali che riguarda l’ambito dell’home-banking.
INCAPACITA DI AGIRE
Casi di incapacità di agire: due tipologie di incapacità: l’incapacità legale e quella naturale.
Incapacità naturale.
Naturale = articolo 428 c. c., rubricato ‘atti compiuti da persona incapace di intendere e di volere’. Se un atto
è stato compiuto da una persona incapace e di intendere di volere esso è annullabile. Riferimento a persona
sebbene non interdetta. Stiamo parlando di soggetti maggiorenni perché per legge se non si hanno 18 anni si
è incapaci di agire. Incapacità di intendere e di volere può essere dovuta a qualsiasi causa anche se
transitoria, che cos’è? Quali causi la comportano? Ad esempio anche lo stato di ubriachezza. Bisogna
dimostrare che l’atto giuridico è stato compiuto in queste condizioni affinché esso venga annullabile.
Annullabilità = tutela. Questa può riguardare anche i contratti; É la persona la cui volontà è stata viziata che
può scegliere se mantenere o annullare un contratto firmato in un momento in cui era incapace di intendere e
di volere.
Incapacità legale.
Casi di incapacità di agire previsti dalla legge: i minori sono incapaci di agire, ma ci sono casi in cui la legge
prevede determinate procedure e l’intervento di un giudice in relazione a soggetti maggiorenni che siano in
tutto o in parte privi di capacità di agire.
I tre istituti seguenti riguardano la protezione del soggetto debole maggiorenne:
- Interdizione
- Inabilitazione
- amministrazione di sostegno.
Essi guardano in ordine decrescente i profili di incapacità: all’interdizione corrisponde un’incapacità di agire
molto significativa, inabilitazione = meno significativa, amministrazione di sostegno = modello ancora più
morbido, personalizzabile, e solo per alcuni casi comporta l’incapacità di agire.
Interdizione: due tipi: giudiziale, dove interviene un giudice che valuta la situazione di un soggetto e lo
dichiara interdetta, legale, che è una ‘sanzione accessoria’, interdizione dei pubblici uffici.
Interdizione giudiziale: articolo 414, rubricato ‘persone che possono essere interdette’.
L’abituale infermità di mente non è relativa solo all’ambito psichiatrico, pensiamo anche a situazioni
patologiche come il coma permanente. Questa persona non è in grado di provvedere ai propri interessi, di
agire e deve subentrare un altro soggetto, il tutore. In questi casi, nell’ambito dell’interdizione, vi è dunque
un tutore, che si sostituisce in tutto e per tutto al soggetto interdetto e cura i suoi interessi.
Articolo 415, rubricato ‘persone che possono essere inabilitate’. L’inabilitazione è posta a tutela del soggetto
debole maggiorenne che abbia un’infermità meno grave di quella che porta all’interdizione; c’è qualche
sprazzo di capacità di agire.
esempi al comma 2:
- prodigalità = spendere senza controllo
- abuso abituale dio bevande alcoliche o di stupefacenti
- sordo e cieco, inabilitati se non hanno ricevuto un’educazione sufficiente, ad esempio capacità do capire il
linguaggio dei segni.
Queste condizioni portano all’inabilitazione, l’incapacità di agire riguarda per lo più l’ambito economico,
non c’è un tutore in questo caso ma un curatore che assiste il soggetto beneficiario, come se si chiedesse una
doppia firma.
Abbiamo poi un terzo tipo di tutela.
Amministrazione di sostegno: articolo 404 (tutta questa disciplina è stata modificata nel 2004, anno in cui si
iniziò a parlare di amministrazione di sostegno ), rubricato ‘amministrazione di sostegno’. Esso dispone che,
in casi di situazioni d’impossibilità parziale o temporanea di provvedere ai propri interessi, casi di
compimento di atti giuridici, il soggetto beneficiario può essere assistito da un amministratore di sostegno,
nominato da un giudice tutelare, che nel decreto di nomina stabilisce cosa questa figura è legittimata a fare,
tutto quello che il giudice non scrive non può essere svolto dall’amministratore di sostegno, ma lo può fare il
soggetto beneficiario ( elasticità dell’istituto ).