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8.

Pubblicità dei fatti giuridici→ sistema per rendere noti i fatti giuridici:
1. Pubblicità notificativa: serve a dare una semplice notizia; la sua omissione non
tocca né la validità né l’efficacia dell’atto. es.→ pubblicazioni matrimoniali;
2. Pubbilicità dichiarativa: serve a rendere opponibili ai terzi determinati atti; la sua
omissione non tocca la validità dell’atto, bensì l’efficacia di esso, es.→ trascrizione
di un immobile (se compro e registro l’acquisto sarò a tutti gli effetti proprietario e
nessuno potrà opporre alcun diritto);
3. Pubblicità costitutiva: condizione sia la validità che l’efficacia dell’atto. In mancanza
di questo tipo di pubblicità la’tto non sarà valido e non nprodurrà neanche i supi
effetti.
9. Estinzione del rapporto giuridico.
Estinzione→ quanto un rapporto giuridico viene meno.
Esistono due modi per estinguere un rapporto:
1. Prescrizione: estinzione del diritto ove il titolare non lo eserciti nell’arco di tempo
determinato dalla legge (ART. 2943).
La prescrizone è una disciplina inderogabile. Non può essere rilevata d’ufficio.
La prescrizone può essere:
• INTERROTTA→ deriva da qualunque atto di esercizio di diritto , compiuto questo la
prescrizione è interrotta e inzia un nuovo termine di prescrizione;
• SOSPESA→ per motivi leciti (es. militari in guerra), perché non possono esercitare
il proprio diritto e di conseguenza per tutale il diritto del soggetto si preferisce
sospnderlo, come se si mettesse in pausa. Al momento in cui il soggetto potrà
nuovamente esercitare il suo diritto, il termine rimoncierà dal momento in cui è stato
sospeso.
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. (ART.
2935).
Essa è soggetta d una durata:
• ORDINARIA→ 10 anni, vale per tutti i diritti per cui non sia disposto diversamente
• BREVI→ 5 anni per il risarcimento danni da danno illecito (perché col tempo
vengono meno le prove e si preferisce istituire un termine più breve); ancora tempi
minori per altri diritti (ART. 2950 SS.).
Prescrizione presuntiva→ la legge presume che decorso un breve periodo senza che il
creditore abbia sollecitato il debitore al pagamento della prestazione, il rapporto si sia
estinto. Al debitore basterà invocare la prescrizione presuntiva per essere esonerato
dallonere di provare l’avvenuto adempimento o estinzione dell’obbligazione. Si applica nei
casi di osti e albergatori, insegnanti e precettori etc.
2. Decadenza: perdita di un diritto per il mancato compimento, entro und ato termine, di
uno specifico atto previsto dalla legge. es.→ garanzia dei vizi (entro 30 giorni
dall’acquisto).

CAPITOLO 6 I SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO.


A) LE PERSONE FISICHE.
1. Il soggetto→ titolare delle posizioni giuridice soggettive.
Possono essere soggetti sia le persone fisiche che gli enti giuridic; tra questi non rientrano
gli animali perché non sono titolari di posizioni giuridiche, ma sono pur sempre tutelati
dalla legge.
Il problema concretyo al giorno d’oggi è la misura in cui una persona è ammessa a godere
di diritti in condizioni di sostanziale eguaglianza con altri uomini.
Distinguiamo:
1. CAPACITA’ GIURIDICA→ attitudine ad essere titolari di diritti e doveri. Si acquisisce
al momento della nascita, tutti li possiedono e nessuno può essere privato di essi.
Capacità giuridica GENERALE→ attribuita alle persone fisice e agli enti giuridici;
sono titolati di tutti i diritti e doveri.
Capacità giuridica PARZIALE→ più ridotta attitudine a essere portatori di interessi
giuridicamente rilevanti (assenza di capacità giuridica piena) es.→ associazioni non
riconosciute.
Al giorno d’oggi hanno una capacità giuridica limitata anche i concepiti. Non è
necessaria la vitalità, né una durata minima della vita:
• ai nasciuti concepiti la legge riconosce la piena capacità di succedere a causa di
morte e la capacità di ricevere donazioni;
• ai nascituri non concepiti la lege riconosce la capacità di succedere a causa di
morte, ma solo in caso di vocazione testamentaria e la capacità di ricevere per
donazione se figli di determinata persona.

4. Limitazioni della capacità giuridica.


Esistono delle ipotesi di incapacità speciale che precludono al soggetto la titolarità di
determinati rapporti giuridici rendendo nullo il negozio costitutivo del rapporto.
Tra le cause ricordiamo:
- l’età: i negozi saranno validi solo se il soggetto abbia raggiunto il 18esimo anno di vita
(16 nei casi di emancipazione);
- il sesso: la donna è esclusa da alcune prestazioni ritenute particolarmente gravose e
indicate nelle leggi speciali (es. il lavoro nelle miniere);
- la salute: es. l’interdetto per infermità mentale non può contrarre matrimonio;
- le condanne penali: a seguito di determinate condanne penali è prevista, come sanzione
accessoria, la perdita o l sospensione della responsabilità genitoriale e di amministrazione
del patrimonio;
- l’onere: es. il fallito non può accedere ad uffici tutelari.
B) La capacità d’agire→ idoneità a disporre della propria sfera giuridica, ovvero esercitare
i diritti e i doveri di cui si è titolari. Essa si acquista al 18esimo anno di età.
Può accadere però che nonostante il compimento dei 18 anni il soggeto non sia in grado
di esercitare i diritti e i doveri di cui sono titolari.

Distinguiamo due tipi di incapacità:


- INCAPACITA’ GENERALE: minori d’età, interdizione;
- INCAPACITA’ SPECIALE: amministrazione di ostegno, inabilitazione, emancipazione.
• Incapacità relativa di agire: amministrazione di sostegno, inabilitati, emancipati→
preclusione di alcuni atti espressamente indicati;
• Incapacità generale di agire: minori d’età ed interdetti→ preclusione di tutti gli atti
giuridici negoziali, salvo quelli espressamente consentiti.

1. AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO.
L’inizio di questo questo istituto è da datare in tempi abbastanza recenti, perché prima del
2004 (legge 6/2004) non esisteva una ‘’misura di mezzo’’ che permettesse ai soggetti con
una ridotta capacità d’agire di poter amministrare anche solo in parte il loro patrimonio, o i
loro diritti.
L’amministrazione di sostegno, dunque, nasce proprio per rendere meno rigide le regole
riguardanti l’interdizione o l’inabilitazione.
Colui che sarà soggetto all’amministrazione di sostegno, dovrà prima procedere ad una
visita medica in cui si evidenzieranno gli aspetti per cui non sarà in grado di procedere
prendere delle decisioni autonomamente. Successivamente alla visita, il giudice stilerà un
decreto appositamente per quel soggeto dove inserirà tutti gli atti che il soggetto
sottoposto ad amministrazione di sostegno dovrà eseguire insieme al suo amministratore;
quest’ultimo, scelto di preferenza tra gli stretti congiunti, deve tern conto dei bisogni e delle
aspirazioni del beneficiario e deve informarlo preventivamente sugli atti che vuole
compiere. Di conseguenza, la figura dell’amministratore non si sostituisce con il soggeti,
bensì lo orienta sulle decisioni da pendere.
Per quanto riguarda tutti gli atti che non sono citati in questo documento, il soggetto potrà
compierli in totale autonomia.

2. INABILITAZIONE.
Essa consegue successivamente ad una sentenza giudiziale che accerta uno stato di
ridotta attitudine alla cura dei propri interessi.
Possono essere inabilitati:
- persone affette da malattie gravi non talmente gravi da dar luogo all’interdizione;
- i sordomuti o ciechi;
- coloro che abusano di sostanze stupefacenti o alcoliche.
L’inabilitato gode di piena capacità per quanto riguarda la sfera personale (può contrarre
matrimonio) e può amministrare autonomamente gli atti di ordinaria amministrazione (atti
che non riguardano la perdita notevole del patrimonio); per gli altri di straordinaria
amministrazione è necessaria l’assistenza di un curatore.

3. EMANCIPAZIONE.
E’ il minore d’età, 16 anni, a cui viene conferita la piena capacità d’agire solo
successivamente alla deciosne di contrarre matrimonio. Il soggetto emancipato ha il diritto
di compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione mentre dovrà eseguire con il curatore
gli atti di straordinaria amministrazione.

INCAPACITA’ GENERALE DI AGIRE. 1. MINORE D’ETA’.


I minori d’età sono inseriti nella categoria di coloro che sono incapaci di agire, in questo
caso perché non hanno compituo ancora il 18esimo anno di vita. Essi saranno sottoposti
all’autorità genitoriale. Potranno autonomamente decidere per quanto riguarda atti
personali o patrimoniali che lo riguardano (es. se diviene erede di un immobile, potrebbe
decidere autonomamente se venderlo oppure no). Fanno eccezione ‘’gli atti per i quali sia
stabilita un’età diversa’’ es. un contratto di lavoro a 16 anni.

2. INTERDIZIONE GIUDIZIALE.
Essa si ha nel caso in cui il maggiore di età non sia in grado di esercitare i diritti e i doveri
di cui è titolare. es. insufficienti sviluppo psichico. Vengono interdetti i soggetti per
assicurare la loro adeguata protezione. L’interdizione segue un apposito procedimento
giudiziale, deve essere esaminato personalmente dal giudice. La procedura si conclude
con una sentenza di interdizione che va annotata a margine dell’atto di nascita al fine di
darne conoscenza ai terzi→ pubblicità-notizia. L’interdetto si trova nella stessa situazione
del minore d’età. L’interdetto può eseguire autonomamente alcuni atti di ordinaria
amministrazione. Non può contrarre matrimonio.

3. INTERDIZIONE LEGALE→ penna accessoria che discende da una condanna penale


all’ergastolo o alla reclusione per un tempo non inferiore a 5 anni. Egli dovrà amministrare
insieme al curatore tutti gli atti di straordinaria amministrazione ,in particolare riguardare il
patrimonio, mentre potrà eseguire autonomamente gli atti di ordinaria amministrazione
(matrimonio sì).

4. INCAPACITA’ NATURALE.
Viene definito incapace naturale colui per cui non è stata ancora emanata una sentenza di
interdizione o inabilitazione o per coloro che sono momentamente incapaci di agire (es.
perché sono effetto di sostanze stupefacenti o alcoliche).
In questi caso il legislatore procedere con la possibilità di annullare l’atto distinguendo:
- contratto: si dovrà provare, oltre all’incapacità, la malafede di controparte e un grave
pregiudizio in capo all’altro soggetto;
- per tutti gli altri atti oltre all’incapacità naturale, si deve provare solo un grave pregiudizio.

13. LA RAPPRESENTANZA LEGALE.


Esistono due tipi di rappresentanza legale:
- RAPPRESENTANZA LEGALE: vero e proprio potere di rappresentanza. Può sostituirsi al
soggetto.
- CURATORE: Non si sostuisce al soggetto, bensì ha il compito di affiancarlo.

15. SEDE DELLA PERSONA.


Assume, inoltre, una certa importanza il luogo in cui una persona vive e svolge le proprie
attività.
Distinguiamo:
- residenza: luogo in cui la persona vive abitualmente (spesso coincide con il domicilio);
- domicilio: luogo ove la persona ha stabilito la sede dei suoi affari;
- dimora: luogo ove una persona vive per un certo periodo di tempo (es. casa vacanze).

16. MORTE DELLA PERSONA.


La persona fisica cessa di esistere con la morte, momento in cui vengono meno sia i diritti
che i doveri di cui è titolare. Diritti e doveri patrimoniali quando non si estinguono con la
scomparsa della persona, si da inizio alla procedura della successione.
Il momento in cui si considera sopraggiunta la morte è quello in cui si verific la cessazione
irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. L’accertamento della morte compete agli uffici
dello stato civile e risulta dall’apposito certificato di morte in cui vanno indicati anche data
e ora del decesso. Ove non si riesca a provare che una persona sia morta prima di
un’altra, entrambe si considerano decedute nello stesso momento (cd. presunzione di
commorienza).

17. SCOMPARSA E ASSENZA.


- scomparsa: quando una persona si allontana dal suo domicilio o dalla residenza e non
se ne hanno più notizie. Il tribunale, su istanza degli interessati, dà i provvedimenti
necessari alla conservazione del patrimonio dello scomparso, provvedendo alla nomina di
un curatore che tuteli i suoi interessi (art. 48).
- assenza: trascorsi 2 anni dalla scomparsa il tribunale ne dichiara l’assenza e la relativa
sentenza dà luogo a una situazione giuridica di obiettiva incertezza sulla sopravvivenza
della persona. Si procede così all’apertura del testamento e all’immissione nel possesso
temporaneo dei beni dell’assente. L’assenza non dà luogo a una presunzione di morte ma
ha soltanto lo scopo di dare sistemazione provvisoria agli interessi del soggetto.
La situazione di incertezza viene meno o quando l’assente ritorni e in tal caso egli ha
diritto alla restituzione dei beni e alle quote delle rendite accantonate (art. 56) o nel caso in
cui ne sia provata la morte, si apre la successione a vantaggio di coloro che risultano eredi
al momento della morte (art. 57).
18. MORTE PRESUNTA→ emessa dal tribunale, su istanza dei presunti eredi, quando si
protragga l’incertezza sulla sorte della persona. Essa prescinde da una previa
dichiarazione di assenza richiedendo solo che siano passati 10 anni dal giorno dell’ultima
notizia, oppure che la scomparsa sia avvenuta in particolari circostanze. Si apre così la
successione ereditaria attribuendo a coloro che fossero stati immessi nel possesso
temporaneo dei beni la piena disponibilità degli stessi con l’obbligo di redigere l’inventario.
Se la persona ritorna recupera i beni nello stato in cui si trovano salvo l’usucapione in
favore dei possessori. Il matrimonio contratto dall’eventuale coniuge sarà nullo ma ne
restano salvi gli effetti civili: in particolare i figli avranno lo stato di figli legittimi.

CAPITOLO 12: I DIRITTI DELLA PERSONALITA’


I diritti della personalità sono quei diritti che tutelano l’individuo nei suoi beni fondamentali
e competono al singolo in quanto persona umana e non possono essere privati a nessun
individuo. Essi Si acquistano automaticamente (art. 2 Cost.).
Caratteri dei diritti della personalità sono:
- l’assolutezza: sono diritti assoluti in quanto possono farsi valere verso tutti;
- l’indisponibilità: sono diritti indisponibili, o inalienabili,nel senso che il titolare può solo
goderne ma senza disporne: in particolare non possono essere trasferiti ad altri, né si può
rinunciarvi;
- l’imprescrittibilità: sono imprescrittibili nel senso che non si estinguono per effetto del
mancato esercizio protratto nel tempo.

Il diritto alla vita tutela il bene dell’esistenza individuale, sia verso lo Stato sia verso gli
altri consociati, tenuti ad astenersi dal ledere tale diritto.

Il diritto all’integrità fisica tutela il bene dell’incolumità personale, intesa come stato di
salute fisica e psichica. La garanzia opera sia verso i privati, tenuti ad astenersi da ogni
atto di lesione, sia verso lo Stato, tenuto ad un’azione di salvaguardia e promozione della
salute. Tale diritto è indisponibile nel senso che il soggetto non può ledere la propria
integrità né può consentire che altri lo faccia.

Per atti di disposizione del proprio corpo si intendono sia gli atti di disposizione
materiale (es. automutilazione) sia quelli di disposizione giuridica “es. impegno di donare
un organo). L’art. 5 vieta entrambi i tipi di atti quando producano una menomazione
permanente dell’integrità o quando siano contrari all’ordine pubblico o al buon costume.
Sono vietati i prelievi di organi, le sterilizzazioni permanenti, le attività sportive troppo
violente. Risultano leciti gli atti di disposizione che non ledono in modo irreversibile
l’integrità. Sono ammessi quegli atti dispositivi che risultano giustificati da un interesse
superiore, come il fine di cura dell’interessato o di terzi.

Si parla di integrità morale per designare il bene dell’onore e del decoro: essi sono
tutelati dal diritto all’onore e la tutela è di tipo penale: costituiscono reato sia l’ingiuria, cioè
l’offesa all’onore o al decoro, sia la diffamazione, cioè l’offesa della reputazione altrui
realizzata comunicando con altre persone. Le sanzioni civili sono il sequestro degli scritti e
il risarcimento dei danni, patrimoniali e non.

L’identità personale comprende il diritto al nome, alla personalità morale e all’identità


sessuale. Il diritto al nome tutela l’interesse al proprio appellativo come segno distintivo
della persona e mezzo di identificazione personale (art. 6). Il nome si compone del
prenome e del cognome.

Il diritto alla personalità morale tutela l’interesse alla stessa essenza di tale identità,
come modo d’essere, qualità e caratteristiche intrinseche della persona. La legge prevede
che, quando si tratti di notizia di notizia inesatta, l’interessato può pretendere la
pubblicazione di una smentita o rettifica che abbia lo stesso rilievo dell’errore. Si ha così
diritto al risarcimento del danno.

Il diritto morale d’autore tutela l’interesse a vedersi riconosciuta la paternità intellettuale


sulle opere dell’ingegno e sulle invenzioni industriali contro chiunque le contesti o cerchi di
appropriarsene (art. 2577).

Il diritto all’identità sessuale si sostanzia nel diritto alla rettificazione delle risultanze
anagrafiche quando il sesso indicato nell’atto di nascita non corrisponda a realtà, vuoi per
errore al momento della redazione, vuoi per mutamento dei caratteri sessuali esterni a
seguito di un’operazione chirurgica.

Il diritto all’intimità privata tutela l’interesse a mantenere il riserbo sulla propria vita
privata. Questo diritto può articolarsi nel diritto all’immagine che tutela l’interesse all’uso
esclusivo del proprio ritratto,vietando che esso venga esposto o pubblicato senza il
consenso della persona(art. 10) e nel diritto alla riservatezza, che tutela l’interesse a
mantenere il riserbo sui fatti della vita personale e protegge l’interesse a evitare una
divulgazione pubblica delle informazioni.

Quanto alle libertà civili occorre ricordare la libertà personale, come diritto a non subire
altrui costrizioni nella sfera personale e negoziale; la libertà religiosa, come diritto di
professare liberamente la propria fede; la libertà di associarsi per fini non vietati dalla
legge penale; la libertà di manifestazione del pensiero; il diritto alla scelta libera del lavoro;
il diritto di iniziativa economica e il diritto alla proprietà privata.

CAPITOLO 14: I BENI.


L’art. 810 definisce beni tutte le cose che possono formare oggetto di diritti. I beni materiali
si distinguono in mobili e immobili.
L’art. 812 definisce immobili il suolo e tutto ciò che è incorporato al suolo; sono mobili tutti
gli altri beni. C’è una diversa disciplina che attiene al regime di circolazione e difesa:
- per gli immobili vige un sistema basato sul carattere formale degli atti di trasferimento
(la vendita richiede la forma scritta) e sulla pubblicità degli atti stessi realizzata tramite
appositi registri.;
- per i mobili non si richiede né pubblicità del trasferimento né forma particolare.
Si distinguono poi:
- beni mobili registrati: alcune categorie di beni (auto, navi) annotati in appositi registri
sui quali va trascritto il relativo trasferimento;
- universalità di mobili: pluralità di cose che appartengono ad una stessa persona ed
hanno una destinazione unitaria (art. 816). Il legame che unisce le varie cose dipende
dalla volontà del proprietario che le riunisce e le destina ad una funzione unitaria tanto che
l’insieme viene denominato universalità di fatto, a cui si contrappone l’universalità di diritto
creata dalla legge. Non costituisce universalità il patrimonio.
Altra distinzione:
- cosa semplice: quella i cui elementi sono a tal punto connessi fra di loro che una loro
separazione distruggerebbe la cosa
- cosa composta: quella che risulta dall’unione materiale di più cose distinte e suscettibili
di autonomo rilievo economico ove vengano separate.
Si dicono:
- divisibili: beni il cui frazionamento non altera la funzione economica delle parti risultanti.
Sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio di un’altra (art. 817). Essa
può essere effettuata dal proprietario della cosa principale o dal titolare di un diritto reale
su di essa. Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale
comprendono anche le pertinenze, se non è diversamente disposto (art. 818).
I frutti sono beni che provengono da un altro bene.
Si dicono:
- frutti naturali quelli che provengono direttamente dalla cosa e appartengono al
proprietario della cosa fruttifera, salvo che la loro proprietà sia attribuita ad altri (art. 820 –
821);
- frutti civili quelli che si traggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne
abbia, come il canone della locazione e gli interessi sui capitali.
Si dicono:
- fungibili: beni sostituibili con altri dello stesso genere senza che l’interesse
dell’utilizzatore venga a soffrirne, beni che appartengono allo stesso genere;
- infungibili: beni che presentano caratteristiche proprie, che li distinguono da altri
analoghi.
Le cose consumabili sono quelle “delle quali non si può far uso senza consumarle” (art.
750), come il denaro; sono cose deteriorabili i beni che “senza consumarsi in un tratto, si
deteriorano a poco a poco, come l’automobile (art. 996).
Per beni pubblici si intendono i beni appartenenti ad ente pubblico e si distinguono:
- beni demaniali che possono appartenere solo allo Stato o ad altro ente territoriale;
- beni patrimoniali indisponibili che possono spettare anche ad altri enti pubblici.
Sono beni del demanio necessario (spettando solo allo Stato): il demanio marittimo,
idrico e militare; demanio eventuale (se,cioè appartengono a un ente pubblico
territoriale): strade, aeroporti, acquedotti, etc.
Sono beni del patrimonio indisponibile le foreste, le miniere, etc. Tutti gli altri beni
pubblici rientrano nel cd. patrimonio disponibile e sono soggetti alle stesse norme che
disciplinano i beni privati.

CAPITOLO 44. LE PROVE.


La tutela civile è segnata dal principio dispositivo: i soggetti sono liberi di agire o di non
agire in giudizio. Di tale principio costituiscono aspetti specifici il principio della domanda e
le regole sull’onere della prova gravante sulle parti: non è il giudice che deve cercare le
prove bensì le parti stesse se vogliono ottenere tutela: il giudice deve decidere in base alle
prove fornite durante il processo ed è in tal senso che il processo civile è informato al
principio dispositivo.

L’onere della prova grava sulle parti del processo e chi vuol far valere un diritto in
giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento mentre chi vuole resistere a
tale pretesa deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda (art. 2697). Oggetto della prova
sono i fatti giuridici e non i diritti in quanto essi saranno desunti dal giudice in base ai fatti
allegati e provati. È l’attore che deve dare la prova dei fatti sui quali si fonda la sua pretesa
ed il convenuto, ai fatti costitutivi provati dall’attore, può contrapporre dei fatti impeditivi
dell’altrui pretesa. La regola sulla ripartizione dell’onere della prova può essere modificata
dalle parti: esse possono invertire l’onere della prova o anche modificarlo. I patti relativi
all’onere della prova non devono riguardare diritti indisponibili e non devono rendere
eccessivamente difficile l’esercizio del diritto(art. 2698). La prova va fornita tramite specifici
mezzi di prova cioè documenti dai quali sia possibile ricostruire la verità dei fatti. Si
distinguono così le prove storiche (tendono a ricostruire direttamente il fatto da provare) e
prove logiche (fanno desumere indirettamente il fatto da provare tramite una deduzione
logica). Mezzi di prova storica sono i documenti, la testimonianza, la confessione, il
giuramento; mezzi di prova logica sono le presunzioni.
La prova documentale è fornita tramite documento che rappresentano un fatto o una
realtà fisica (certificati, ricevute). Documenti per eccellenza sono l’atto pubblico e la
scrittura privata: l’atto pubblico è il documento redatto da un notaio e sua caratteristica è la
pubblica fede che ad esso consegue infatti fa piena prova delle dichiarazioni delle parti e
degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti alla sua presenza (art. 2700).
Vincolante all’atto pubblico sono le parti: chi vuole contestare tali risultanze è tenuto ad
istaurare un procedimento, la querela di falso, nel corso del quale si verificherà l’eventuale
falsità dell’atto. La scrittura privata consiste in un documento sottoscritto da un privato
(testo contrattuale, lettera di diffida): essa non ha la medesima efficacia probatoria dell’atto
pubblico ma fa prova soltanto contro chi l’ha sottoscritta e a condizione che la
sottoscrizione sia autenticata dal notaio. La scrittura privata non fa prova contro terzi della
sua data: la legge stabilisce che questa acquista data certa di fronte ai terzi dal giorno
dell’autenticazione da parte di u notaio. Lo stesso valore probatorio è attribuito ai
telegrammi anche se non sottoscritti.
La prova per testimoni non è ammessa: per i fatti contrari o aggiunti l contenuto di un
documento che si affermi essere anteriori o contemporanei al documento stesso (artt.
2722/2723); per i contratti, i pagamenti e le remissioni di debito superiori alle 5000 lire ma
è previsto che il giudice possa consentire la prova oltre il limite anzidetto tenuto conto della
qualità delle parti. La prova testimoniale è ammessa: quando c’è un principio di prova
scritta che faccia apparire verosimile il fatto allegato; quando la parte si è trovata
nell’impossibilità morale o materiale di procurarsi una prova scritta; quando si è perduto
senza colpa il documento scritto.
La confessione è la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti a se sfavorevoli e
favorevoli all’altra parte (art. 2730). Essa è giudiziale quando è resa in giudizio e quindi fa
piena prova contro il confidente; è stragiudiziale quando è resa fuori dal giudizio. La
dichiarazione della confessione concerne la verità di determinati fatti e la sua
dichiarazione giuridica è quella di una dichiarazione di scienza che può essere impugnata
solo per errore di fatto o per violenza. Se la dichiarazione non vertesse su fatti ma su
diritti, essa non costituirebbe in senso proprio un mezzo di prova.
Il giuramento è la dichiarazione solenne di una parte circa la verità di determinati fatti:
può essere prestato solo in giudizio e da una delle parti e fa piena prova dei fatti affermati.
Il giuramento non è ammesso quando la lite riguardi diritti indisponibili, fatti illeciti, contratti
formali. Il codice prevede due specie di giuramento: decisorio( prestato da una parte su
invito dell’altra che lo deferisce per farne dipendere la decisione totale o parziale della
causa art. 2736. Esso deve vertere o su un fatto proprio della parte o su una conoscenza
che essa ha di un fatto altrui); suppletorio (è deferito dal giudice a una delle parti quando
le prove fornite non sono del tutto persuasive ovvero quando non si può altrimenti
accertare il valore di una cosa controversa).
Le presunzioni sono un mezzo di prova logica: esse non danno una dimostrazione diretta
del fatto da accertare, bensì una dimostrazione tramite ragionamenti logici. Il codice le
definisce come le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire
ad un fatto ignoto (art. 2727). Esistono le presunzioni legali (stabilite direttamente dalla
legge e dispensano il soggetto dall’onere di fornire altre prove: provato il fatto base egli è
dispensato da provare il fatto ulteriore. Esse si dicono assolute quando non è ammessa
prova contraria mentre si dicono relative quando è ammessa la prova contraria e perciò si
risolvono in una inversione dell’onere della prova) e le presunzioni semplici ( deduzioni
logiche elaborate dal giudice caso per caso secondo il prudente apprezzamento).

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