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Il diritto privato nell’esperienza giuridica.

La vita associata presuppone delle regole che disciplinano il comportamento dei singoli,
così da stabilire cosa è permesso e cosa è vietat fare. Nel comune modo di sentire, c’è
una grande connessione tra Diritto e Stato.
Sottolineare la priorità del diritto privato signigfica che gli interessi particolari dei singoli e
dei gruppi hanno trovato modi di organizzarsi e autoregolarsi ancor prima che si formasse
la comunità statale, a cui fanno riferimento gli interessi della generalità che si realizza
attraverso le norme di diritto pubblico.
Si pone pertanto l’esigenza di regole di organizzazione della società e di regole di cndotta
nei rapporti fra gli uomini; il fenomeno del diritto si presenta dunque come l’insieme delle
regole di condotta e di organizzaione di una collettività umana. Attraverso le regole si
rende possibile prevenire i conflitti, istituendo conseguenze negative nel caso in cui non si
rispettino queste determinate regole.
Non tutte le regole, però, possono definirsi norme giuridiche; infatti esistono altre norme
che si allontanano completamente da quelle giuridiche, inserendosi in ambiti diversi, es.
religiosi o morali.
Il carattere distintivo delle norme giuridich si deve rinvenire nella presenza della
SANZIONE; ovvero una consegunza negativa nel caso in cui la regola non dovesse ssere
rispettata.
Pertanto la corretta definizione di NORMA GIURIDICA potrebbe identificarsi come insieme
delle regole di condotta garantite da una organizzazione sociale.
Il diritto privato fa capo a dei concetti fondamentali:
• RAPPORTO GIURIDICO = relazione riconosciuta e regolata dal diritto;
• SOGGETTI E OGGETTO DEL DIRITTO = le persone e i beni;
• I POTERI E LE SOGGEZIONI = diritti soggettivi, potestà, diritti potestativi /
doveri,obblighi, obbligazioni, oneri);
• I FATTI DA CUI I RAPPORTI PRENDONO ORIGINE = l’attività umana che ne
costituiscela fonte.
Nel diritto privato il modo tipico di configurare le prerogative individuali è il diritto
soggettivo come potere riconosciuto a un individuo o a un gruppo di ottenere da uno o
più soggetti un determinato comportamento; mentre nel diritto pubblico i poteri appaiono
legati alla particolare funzione che il soggetto assolve nell’organizzazione dello Stato o
dell’ente pubblico cui appartiene.
Esistono due concezioni prevalenti, per quel che riguarda il diritto privato:
• la concezione “normativa”→ il diritto è un sistema di comandi, divieti e permessi.
Vengono colti solo gli aspetti formali dei fenomeni e perciò viene trascurato un
aspetto sostanziale: quello delle relazioni correnti tra uomini e destinate a
realizzarsi mediante la subordinazione di interessi umani ad altri interessi. Prevale
la struttura del diritto ( = giuspositivismo, vedi Kelsen);
• la concezione “istituzionale”→ funzione che il diritto assolve. Chiarisce le
connessioni diogni ordinamento statale con una determinata società, e vi scorge lo
strumento di cui gli uomini siavvalgono per organizzare e conservare la società in
cui vivono e per realizzarne gli scopi.
Gli ordinamenti giuridici.
Se dunque la giuridicità delle norme si collega all’esistenza di un gruppo sociale
organizzato deve riconoscersi che non esiste un solo ordinmanento, bensì una pluralità di
ordinamenti giuridici che devono fare i conti con l’ordinamento statuale, vale a dire che gli
ordinamenti giuridici minori devono essere subordinati all’ordinamento giuridico principale,
in quanto s non risultassero compatibili con le prescrizioni dell’ordinamento principale
saranno qualificati come illeciti e soggetti alle relative sanzioni.
Il diritto positivo è l’insieme delle norme che compongono l’ordinamento giuridico. Si dice
positivo perché formalmente posto da organi competenti.
La norma giuridica costituisce un elemento base dell’ordinamento giuridico. Essa presenta
delle caratteristiche:
• generalità→ in quanto indirizza il suo precetto non ad un singolo individuo bnsì a
tutti. Potrebbe accadere che una norma manchi di generalità ovvero che il suo
precetto sia indirizzato ad una cerchia ristretta di persone (es. norme dei
penzionati);
• astrattezza→ in quanto non tende a disciplinare un rapporto in particolare, bensì
tutti i rapporti. Potrebbe accadere che una norma manchi di astrattezza uanto
provvede per singoli fatti o accadimenti (es. ìnorme specifiche per la popolazione
colpita da un disastro naturale);
• imperatività→ in questo caso di distinguono due tipi di norme:
norme imperative→ obbligano i consociati a seguirne il precetto, in caso contrario si
incombe in una sanzione (es. norme sula locazione);
norme dispositive→ la norma esiste, ma non obbliga i consociati a seguirla, infatti
quest’ultimi possono derogare alla norma (es. tempo e luogo dell’adempimento).
Queste tre caratteristiche, non sono sempre necessarie, ma costituiscono un’importante
garanzia, vale a dire che queste caratteristiche esistendo e coesistendo fanno sì che non
vengano emanate delle regole valevoli solo per determinate persone o per regolare
determinate fattispecie evitando di creare delle situazioni di privilegio.
La norma, scritta o consuetudinaria che sia, deve essere formulata in maniera da
comprendere unapluralità di casi, ridotti ad unità attraverso l’individuazione di caratteri
tipici. La dottrina giuridica ha coniato il termine “fattispecie” per indicare i fatti naturali e
sociali cosìcome li vede e li adatta il legislatore; letteralmente significa
“immagine di fatto”, una trasfigurazione della realtà nel passaggio dalla natura al
diritto.
• Fattispecie concrete → fatti specifici che occorrono nella vita
• Fattispecie astratte → schemi riferibili a situazioni diverse, ripetibili infinite volte,
costituitisenza riguardo a uomini, beni e interessi concreti.
Prime codificazioni dell’età moderna seguivano un altro metodo: quello delle casistiche,
che cercava di introdurre nel regime legale previsioni e specificazioni della realtà nella
maggiore quantità possibile. Il metodo della fattispecie invece vuole garantire la certezza,
ma anche affidare allo stesso tempo algiudice un sufficiente margine di libertà nell’adattare
la previsione legale al caso concreto (uso delle clausole generali).

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