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I soggetti del diritto sono titolari di situazioni giuridiche e sono coloro a cui le norme
sono dirette. I soggetti del diritto possono essere:
- Persone fisiche
- Persone giuridiche
Delle persone fisiche fanno parte tutti gli esseri umani che assumono, dal momento della
nascita, lo stato di soggetto di diritto e come tale una capacità giuridica. La capacità
giuridica è riconosciuta dall’ordinamento giuridico come l’idoneità di essere titolare di
situazioni giuridiche, cioè diritti, doveri, poteri, obblighi ecc.
L’art 22 Cost. attribuisce la capacità giuridica ai soggetti, per cui è solo la legge che può
porre limitazioni alla capacità giuridica di un soggetto e recita che “nessuno può essere
privato per motivi politici della capacità giuridica, della cittadinanza e del nome”. La
capacità giuridica per le persone fisiche può essere limitata:
La differenza fra capacità giuridica e capacità di agire sta nella possibilità di poter essere
o meno rappresentato in caso di incapacità., infatti nel compimento degli atti, chi ha
incapacità giuridica non può essere sostituito da nessun altro soggetto; mentre chi ha
incapacità di agire può essere sostituito da un altro soggetto che agisce al posto
dell’incapace. Inoltre, la capacità di agire può cessare per sentenza di interdizione, di
inabilitazione, per condanna penale, per fallimento, mentre la capacità giuridica cessa
solo con la morte del soggetto. Le persone fisiche acquistano la capacità giuridica al
momento della nascita, ma la legge può riconoscere diritti anche al concepito non ancora
nato, come quello di essere erede in un testamento.
La persona fisica è titolare fin dalla nascita di alcuni diritti chiamati
della personalità, ovvero quei diritti assoluti che spettano all’essere persona.
- Il nome della persona cioè il nome è formato dal prenome e dal cognome. Il
prenome è attribuito da chi fa la dichiarazione di nascita all’ufficiale di stato civile,
il cognome, invece, è attribuito in relazione all’appartenenza familiare. La modifica
del nome può avvenire solo nei casi e con le modalità previste dalla legge.
Per collegare la persona ad un luogo, si ricorre ai concetti di: dimora, residenza,
domicilio:
naturalizzazione
diritto di sangue (madre o padre italiano)
adozione
diritto di suolo (chi nasce sul territorio)
rinuncia
residenza all’estero
Interdizione legale (art. 32), è prevista per chi viene condannato a più di 5 anni di
reclusione o per chi è stato dichiarato fallito. La differenza fondamentale è che
l’incapacità legale opera solo nei confronti di tutti gli atti patrimoniali sia di
ordinaria che di straordinaria amministrazione e per il fallito il giudice nomina un
curatore fallimentare.
Minore età, ovvero sono incapaci di agire i minori di 18 anni. Il soggetto di 16 anni
è autorizzato a sposarsi (minore emancipato) ma con una limitata capacità di agire.
Interdizione giudiziale (art. 414), è una sentenza emanata dal giudice nei confronti
di quelle persone che si trovano in abituale stato d’infermità mentale e che li rende
incapaci di provvedere ai propri interessi. L’interdizione è un’azione promossa
normalmente dalla famiglia.
Inabilitazione, è anch’essa una sentenza, viene emanata dal giudice su richiesta dei
familiari più stretti nei confronti di persone che siano inferme di mente ma non così
gravi da dar luogo all’interdizione.
Gli incapaci di agire hanno comunque la capacità giuridica e quindi possono essere
titolari di un patrimonio, ma è necessario che un’altra persona vi provveda al loro posto.
Con la morta coincide la fine della persona fisica, ovvero con la cessazione irreversibile
di tutte le funzioni dell’encefalo. La legge inoltre prevede:
Scomparsa (art. 48-49), quando non si hanno più notizie della persona per un
determinato tempo e quindi la legge prevede la nomina di un curatore per la
conservazione del suo patrimonio;
Assenza (art. 49), quando sono trascorsi due anni dalla scomparsa la legge ammette
l’apertura di un eventuale testamento e gli eredi possono chiedere il possesso
temporaneo dei beni, la loro amministrazione e la proprietà.
Morte presunta (art. 58-73), dopo 10 anni dalla scomparsa viene dichiarata dal
tribunale; se la persona scomparsa è rimasta coinvolta in operazioni belliche il
tempo di attesa è di 2-3 anni. I successori vengono immessi nel patrimonio con
possibilità di disporne liberamente ed il coniuge può risposarsi.