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Saggio Breve di Istituzioni di diritto privato: le persone fisiche

I soggetti del diritto sono titolari di situazioni giuridiche e sono coloro a cui le norme
sono dirette. I soggetti del diritto possono essere:
- Persone fisiche
- Persone giuridiche

Delle persone fisiche fanno parte tutti gli esseri umani che assumono, dal momento della
nascita, lo stato di soggetto di diritto e come tale una capacità giuridica. La capacità
giuridica è riconosciuta dall’ordinamento giuridico come l’idoneità di essere titolare di
situazioni giuridiche, cioè diritti, doveri, poteri, obblighi ecc.
L’art 22 Cost. attribuisce la capacità giuridica ai soggetti, per cui è solo la legge che può
porre limitazioni alla capacità giuridica di un soggetto e recita che “nessuno può essere
privato per motivi politici della capacità giuridica, della cittadinanza e del nome”. La
capacità giuridica per le persone fisiche può essere limitata:

- da mancanza di competenza professionale, come per esempio il geometra non può


firmare progetti di strutture in cemento armato perché tale competenza è attribuita
solo agli ingegneri;
- dalle condizioni psichiche, cioè il malato di mente dichiarato incapace con sentenza
giudiziale non può sposarsi;
- dall’età, ovvero che i minori di 18 anni non possono sposarsi;
- da condanne penali, cioè un genitore condannato per reati sessuali sui figli perde la
patria potestà.
Oltre alla capacità giuridica vi è la capacità di agire (art. 2 cc), cioè l’idoneità del soggetto
a compiere atti giuridici idonei a modificare la propria situazione giuridica.

La differenza fra capacità giuridica e capacità di agire sta nella possibilità di poter essere
o meno rappresentato in caso di incapacità., infatti nel compimento degli atti, chi ha
incapacità giuridica non può essere sostituito da nessun altro soggetto; mentre chi ha
incapacità di agire può essere sostituito da un altro soggetto che agisce al posto
dell’incapace. Inoltre, la capacità di agire può cessare per sentenza di interdizione, di
inabilitazione, per condanna penale, per fallimento, mentre la capacità giuridica cessa
solo con la morte del soggetto. Le persone fisiche acquistano la capacità giuridica al
momento della nascita, ma la legge può riconoscere diritti anche al concepito non ancora
nato, come quello di essere erede in un testamento.
La persona fisica è titolare fin dalla nascita di alcuni diritti chiamati
della personalità, ovvero quei diritti assoluti che spettano all’essere persona.

- Il nome della persona cioè il nome è formato dal prenome e dal cognome. Il
prenome è attribuito da chi fa la dichiarazione di nascita all’ufficiale di stato civile,
il cognome, invece, è attribuito in relazione all’appartenenza familiare. La modifica
del nome può avvenire solo nei casi e con le modalità previste dalla legge.
Per collegare la persona ad un luogo, si ricorre ai concetti di: dimora, residenza,
domicilio:

- La dimora è il luogo in cui la persona si trova in un dato periodo;


- la residenza corrisponde al luogo dove la persona ha la dimora abituale, cioè il
luogo dove un soggetto abitualmente vive.
- Il domicilio è il luogo dove la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari
ed interessi e non sempre coincide con la residenza.
La cittadinanza serve a collegare la persona ad un dato ordinamento giuridico statale.
Viene definito apolide chi non ha la cittadinanza di alcun Stato, mentre chi ha la
cittadinanza di più Stati si dice che ha “doppia cittadinanza”.

La cittadinanza si acquista per:


 beneficio di legge (es. chi risiede in Italia da almeno due anni al compimento della
maggiore età)

 naturalizzazione
 diritto di sangue (madre o padre italiano)

 adozione
 diritto di suolo (chi nasce sul territorio)

 matrimonio (dopo tre anni dalla data del matrimonio).


La cittadinanza si può perdere per:

 rinuncia
 residenza all’estero

 residenza e impiego all’estero.

La capacità di agire si attribuisce ad un soggetto al compimento della maggiore età e


presuppone che il soggetto possieda le capacità psico-fisiche idonee per la cura dei propri
intessi.
Si deve distinguere l’incapacità naturale (detta anche incapacità d’intendere e di volere)
dall’incapacità legale.
I casi di incapacità sono:

 Interdizione legale (art. 32), è prevista per chi viene condannato a più di 5 anni di
reclusione o per chi è stato dichiarato fallito. La differenza fondamentale è che
l’incapacità legale opera solo nei confronti di tutti gli atti patrimoniali sia di
ordinaria che di straordinaria amministrazione e per il fallito il giudice nomina un
curatore fallimentare.
 Minore età, ovvero sono incapaci di agire i minori di 18 anni. Il soggetto di 16 anni
è autorizzato a sposarsi (minore emancipato) ma con una limitata capacità di agire.

 Interdizione giudiziale (art. 414), è una sentenza emanata dal giudice nei confronti
di quelle persone che si trovano in abituale stato d’infermità mentale e che li rende
incapaci di provvedere ai propri interessi. L’interdizione è un’azione promossa
normalmente dalla famiglia.
 Inabilitazione, è anch’essa una sentenza, viene emanata dal giudice su richiesta dei
familiari più stretti nei confronti di persone che siano inferme di mente ma non così
gravi da dar luogo all’interdizione.

Gli incapaci di agire hanno comunque la capacità giuridica e quindi possono essere
titolari di un patrimonio, ma è necessario che un’altra persona vi provveda al loro posto.

Si distingue inoltre l’incapacità assoluta da quella relativa:


 L'incapacità assoluta riguarda i casi più gravi, cioè l’interdetto e il minore non possono
compiere alcun atto di natura patrimoniale e non patrimoniale. Per gli atti patrimoniali dei
minori provvedono i genitori nell’esercizio delle loro potestà, per l’interdetto provvede
il tutore nominato dal giudice. Il tutore e il genitore sostituiscono completamente il
minore e l’interdetto attraverso l’istituto giuridico della rappresentanza, invece per i falliti
il giudice nomina il curatore fallimentare.

 L’incapacità relativa riguarda i casi meno gravi dei minori emancipati e


degli inabilitati. All’inabilitato il giudice nomina un curatore, mentre il curatore del
minore emancipato è di solito il coniuge maggiorenne. Il minore e l’inabilitato possono
compiere gli atti di ordinaria amministrazione sul patrimonio, mentre per gli atti di
straordinaria amministrazione è necessaria l’assistenza del curatore.
L’incapacità di agire cessa:
 Per gli interdetti legali quando è cessata la pena.

 Per i minori, con il raggiungimento della maggiore età


 Per gli interdetti e inabilitati, con la sentenza di revoca

 Per i falliti con la chiusura del fallimento


Per l’inabilitato, l’interdetto e il minore si parla di incapacità legale. Mentre si parla di
incapacità naturale per chi è in condizioni d’incapacità di’intendere e di volere però non è
stato dichiarato incapace legalmente. La conseguenza è che gli atti compiuti da un
incapace legale sono sempre annullabili, mentre gli atti compiuti da chi ha un’incapacità
naturale lo sono più difficlmente perché mentre la prima è sempre verificabile ed è
accertata da documenti ufficiali, la seconda non risulta ufficialmente e quindi è più
difficile da accertare da parte di un soggetto terzo.

L’annullabilità di un atto compiuto da un incapace naturale dipende quindi dalla


tipologia. Si distinguono in merito tre tipi di atti:
 atti personali come la donazione, il testamento e il matrimonio sono sempre
annullabili se si dimostra lo stato di incapacità naturale;

 atti unilaterali come la promessa, il recesso e la disdetta sono annullabili solo se si


dimostra che hanno arrecato un grave pregiudizio all’incapace naturale;
 contratti, sono atti bilaterali e sono annullabili solo se si dimostra la mala fede
dell’altro contraente, perché comunque l’ordinamento giuridico tutela
l’affidamento di controparte.

Con la morta coincide la fine della persona fisica, ovvero con la cessazione irreversibile
di tutte le funzioni dell’encefalo. La legge inoltre prevede:
 Scomparsa (art. 48-49), quando non si hanno più notizie della persona per un
determinato tempo e quindi la legge prevede la nomina di un curatore per la
conservazione del suo patrimonio;

 Assenza (art. 49), quando sono trascorsi due anni dalla scomparsa la legge ammette
l’apertura di un eventuale testamento e gli eredi possono chiedere il possesso
temporaneo dei beni, la loro amministrazione e la proprietà.
 Morte presunta (art. 58-73), dopo 10 anni dalla scomparsa viene dichiarata dal
tribunale; se la persona scomparsa è rimasta coinvolta in operazioni belliche il
tempo di attesa è di 2-3 anni. I successori vengono immessi nel patrimonio con
possibilità di disporne liberamente ed il coniuge può risposarsi.

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