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SUCCESSIONI MORTIS CAUSA

La successione è il trasferimento di una posizione giuridica da un soggetto all’altro


Il concetto di successione non lo ritroviamo solamente nel diritto a causa di morte, ma anche in
diritto privato per quanto concerne i contratti.
Una successione può avvenire, quindi, anche in ambito contrattuale quando uno dei contraenti cede
la propria posizione giuridica ad un’altra persona e si ha quella cessione del contratto o il
subingresso di un’altra persona o la modificazione soggettiva di una delle posizioni contrattuali.
Per le successioni mortis causa vediamo cosa accade quando un soggetto viene a mancare. Come
ben sappiamo, alla nascita acquisiamo la capacità giuridica e la perdiamo con la morte, però allo
stesso tempo è riconosciuta una sorta di capacità giuridica anticipata a coloro cd concepiti (ovvero
dei soggetti che seppur non ancora nati, godono comunque di determinate situazioni, possono essere
destinatari di determinate situazioni giuridiche prima della loro nascita; queste situazioni si
acquistano in maniera piena e completa al momento della nascita; N.B. deve nascere vivo).
Per quanto riguarda la morte, dal momento in cui abbiamo la dichiarazione di morte del soggetto
(chiamato DE CUIUS), si apre la successione. La successione è la situazione di diritti
patrimoniali e non patrimoniali che fanno riferimento ad un determinato soggetto.
Quindi all’apertura della successione art. 456 abbiamo diversi tipi di situazioni che si possono
verificare.
Dobbiamo distinguere LA VOCAZIONE e DELAZIONE.
- Per VOCAZIONE (da vocare) si intende “chiamare”; quindi all’apertura della successione
abbiamo una situazione di vocazione, cioè la chiamata all’eredità/alla successione di
determinati soggetti.
- Connessa a questa chiamata, abbiamo una DELAZIONE, cioè il riconoscimento e
l’attribuzione determinati diritti patrimoniali, trasferimento dei diritti a questi soggetti
che sono stati chiamati.
I soggetti che vengono chiamati hanno la possibilità di accettare l’eredità. L’accettazione
dell’eredità non è un atto dovuto, cioè l’erede o colui che è chiamato non è tenuto ad accettare
l’eredità. Pertanto, è un atto che può essere messo in essere o meno.
Può essere però realizzato, messo in atto in maniera:
- Accettazione ESPRESSA quando l’erede si dirige dal giudice del tribunale nel circondario
dove si è aperta la successione o si rivolge al notaio e dichiara di voler accettare tutti i diritti
che ne derivano da quella successione.  si confondono i patrimoni
- Accettazione TACITA quando, ad esempio, l’erede vive nella stessa casa del de cuius e il
legittimario intende vendere la proprietà. La vendita è possibile solo se vi è avvenuto il
trasferimento del bene e di tutti i relativi diritti che ne concernono; quindi il giudice ritiene
che l’avvenuto trasferimento sia avvenuta in maniera tacita per poi così permetterne la
compravendita del bene ereditario.  si confondono i patrimoni
- Accettazione con BENEFICIO DI INVENTARIO quando l’erede ha dei dubbi
sull’accettazione dell’eredità perché, ad esempio, teme sia piena di debiti. Quindi, il
soggetto legittimario fa una dichiarazione mediante atto pubblico. serve per evitare la
confusione.
N.B. il codice ci dice che qualora il legittimario vende/dona uno dei beni ereditari registrati,
senza accettazione, decade dal beneficio di inventario e si considera abbia già accettato
tacitamente.
L’erede, nel momento in cui si apre la successione, può richiedere che gli vengano dati tutti i benI
in possesso di un terzo; questa azione si chiama PETIZIONE.
Tornando un attimo ai contratti, noi sappiamo che la confusione è la confusione di due situazioni
giuridiche attive e passive (ad esempio quando divento creditore del mio debitore e viceversa). La
massima espressione della confusione si verifica nel diritto ereditario perché nel momento in cui il
soggetto accetta l’eredità, lui confonde il suo patrimonio con quello del de cuius. Questo è
importante perché potrebbero esserci dei creditori. I creditori dell’erede non sono gli stessi del de
cuius.
Nel momento in cui questi due patrimoni si confondono, si permette ai creditori (qualsiasi essi
siano) di attaccare un qualsiasi bene; per questo, se sono in dubbio se accettare o meno l’eredità che
mi sarà devoluta e voglio verificare se sia piena di debiti o meno, posso avvalermi dell’istituto di
accettazione con beneficio di inventario, in virtù si ha questo primo effetto, ovvero la
separazione patrimoniale. In questo modo, con l’accettazione beneficiata, il patrimonio dell’erede
rimane separato dal patrimonio del de cuius.
Al di là dell’autonomia che il soggetto può avere nel porre in essere un’accettazione con beneficio
di inventario, deve poi anche rispettare una serie di norme molto astringenti (ovvero, dovrà redigere
un inventario nei tempi previsti dalla legge, dovrà chiedere al giudice l’eventuale vendita di alcuni
beni per pagare l’eredità).
C’è una determinata categoria di soggetti obbligati dalla legge all’accettazione con beneficio di
inventario, ovvero gli incapaci art.463 (ovvero l’interdetto, l’inabilitato, il minore; soggetti che
non hanno una piena capacità di agire che hanno una maggiore tutela da parte del legislatore)
attraverso il loro tutore, curatore o amministratore di sostegno.

Relativamente ai soggetti che vengono chiamati, segue una sorta di ordine, una gerarchia perché
uno dei princìpi basilari del nostro ordinamento è che la proprietà e tutti gli altri diritti ad essa
connessa vengano trasferiti di successione in successione (quindi di generazione in generazione).
Abbiamo infatti la grande categoria che viene definita CATEGORIA DEI LEGITTIMARI (art
536).
I LEGITTIMARI sono tutti quei soggetti a cui la legge attribuisce un diritto relativamente ad una
certa successione.
Art. 536 cc
Le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella successione sono: il
coniuge [548 c.c.], i figli [legittimi, i figli naturali], gli ascendenti [legittimi].
Ai figli [legittimi] sono equiparati [i legittimati e] gli adottivi [291 ss, 304 c.c.].
A favore dei discendenti [dei figli legittimi o naturali], i quali vengono alla successione in luogo di questi
[467 c.c.], la legge riserva gli stessi diritti che sono riservati ai figli [legittimi o naturali].

EXCURSUS
Nel ’42 vi era il Fascismo, quindi si dava più importanza al patrimonio anziché alla tutela della
famiglia, il coniuge non aveva una quota di legittima; in primo luogo venivano i figli. Di
conseguenza, al coniuge era riconosciuto un diritto di usufrutto universale su tutti i beni del marito.
Successivamente, nel 1995 il legislatore ha riformato il diritto di famiglia ribaltando completamente
la situazione mettendo al primo posto il coniuge riconoscendole una quota di legittima anche
superiore rispetto a quella dei figli (a seconda dei figli che concorrono).

Alla morte del de cuius, i suoi legittimari saranno: il coniuge, i figli/i discendenti e i condiscendenti
(i figli dei figli, ovvero i nipoti) e gli ascendenti (cioè i propri genitori).
Il nostro ordinamento sposa il principio della quota mobile, cioè ogni legittimario ha diritto ad una
quota mobile che non è fissa, ma cambia in base al numero di persone chiamate. Questa quota è
flessibile. In base al patrimonio che ognuno ha, dovremmo essere in parte disponibile ad accogliere
questa quota di persone che a volte non ci sono parenti.
Quindi per questo motivo si distinguono:
- UNA QUOTA DI LEGGITTIMA
- UNA QUOTA DISPONIBILE.
Quest’ultima è una quota che ciascuno ha del proprio patrimonio (sempre nel rispetto di quell’altra
quota) di attribuire questa quota a chi si voglia.
Questa relazione diventa più articolata quando parliamo del testamento.
Il TESTAMENTO è un atto UNILATERALE, è l’atto di ultima volontà con cui il
TESTATORE dispone dei propri diritti a favore di più capi di interesse.
Anche nel testamento il testatore deve rispettare le categorie dei legittimari. Il testatore può disporre
della quota disponibile, ma non può disporre della quota di legittima perché regolamentata dalla
legge.
Se un soggetto legittimario è stato leso, può ricorrere in giudizio e porre in essere una serie di
azioni:
- Azione di riduzione
- Azione di esclusione
Per ottenere poi la reintegrazione della quota legittima.

Nel diritto delle successioni ci sono dei divieti; un divieto principale è il divieto di patti successori.

I legittimari ci permettono di fare una distinzione di due tipi di successioni:


1) SUCCESSIONE DI LEGITTIMA
2) SUCCESIONE TESTAMENTARIA

1) La successione legittima è la successione che si fa per legge; è quella successione che si apre
quando non ci sono altri tipi di successioni. Quindi è quella prevista dal legislatore (secondo
le norme dei legittimari e altri eredi). Si verifica quando il soggetto morto non ha disposto di
un testamento.

2) Trova la massima espressione l’autonomia testamentaria, ovvero l’autonomia del soggetto


(autonomia base nei contratti) di regolare la sua successione, come devono essere assegnati i
diritti di natura patrimoniale e non patrimoniale ai suoi successori. Deve rispettare la quota
di legittima, ma può disporre della quota disponibile a chiunque egli voglia.

Nell’ambito dei testamenti dobbiamo distinguere due tipi di testamenti:


- TESTAMENTI ORDINARI
- TESTAMENTI SPECIALI previsti dal legislatore nei casi di urgenza (quando ad esempio
ci sono delle calamità naturali, quando si è a bordo di una nave). Questi testamenti, proprio
per la loro specialità, hanno anche una durata speciale. Se lo stato di calamità cessa, il
testamento redatto dal soggetto non è più valido.
Quando è stata scritta la norma, c’erano persone che partivano per la guerra e non tornavano
più (art. 609 cc: quando il testatore non può valersi delle forme ordinarie, perché si trova in luogo
dove domina una malattia reputata contagiosa, o per causa di pubblica calamità o d’infortunio, il
testamento è valido se ricevuto da un notaio, dal conciliatore del luogo, dal podestà o da chi ne fa
le veci, o da un ministro di culto, in presenza di due testimoni di età non inferiore a sedici anni .
Art. 610 cc: Il testamento ricevuto nel modo indicato dall’articolo precedente perde la sua
efficacia 3 mesi dopo la cessazione della causa che ha impedito al testatore di valersi delle forme
ordinarie.)

FORME DI TESTAMENTO

OLOGRAFO SEGRETO PER ATTO PUBBLICO


redatto dal soggetto; redatto dal notaio verbale di ricevimento redatto dal notaio
si presume che il soggetto sia È un testamento olografo Il soggetto dichiara le sue volontà
capace di leggere e scrivere, ma depositato o conservato. Sigillato al notaio garantendo maggior
soprattutto capace di intende e di in modo che le volontà non sicurezza, garantendo tutela.
volere vengano conosciute prima della L’apertura del testamento avviene
sua morte entro tre mesi

Il testamento olografo:
- deve essere scritto di pugno dal soggetto
- deve essere datato (elemento importantissimo)
- deve essere firmato dal testatore.
La data può essere anche non precisa (es. Natale 2019, giorno del compleanno)
Abbiamo detto che il testamento è l’atto di ultima volontà con cui il testatore dispone dei propri
diritti a favore di più capi di interesse. Non è detto che il testatore disponga solo di diritti
patrimoniali (suscettibili di valutazione economica). Ci sono delle disposizioni predisposte dal
legislatore che prevedono la disposizione di atti non patrimoniali (ad esempio le disposizioni a
favore di poveri, donazione  è una disposizione patrimoniale che persegue un interesse non
patrimoniale, ma interesse morale). Un esempio di disposizione non patrimoniale può essere la
volontà del soggetto ad essere cremato. Il testatore non attribuisce alcun diritto, ma non fa altro che
regolare la sua volontà.

Nell’ambito del testamento dobbiamo distinguere due istituti:


- ISTITUZIONE DI EREDE  SUCCESSIONE A TITOLO UNIVERSALE
È la chiamata che il testatore fa a uno o più soggetti a succedergli in maniera universale. La
successione universale si ha con l’istituzione di erede. Universale significa che l’erede riceve
debiti e crediti dell’eredità. Si ha una completa confusione per l’accettazione dell’eredità.
L’erede può sempre fare l’accettazione con beneficio di inventario, però se nella volontà del
testatore vi è l’istituzione di erede, l’erede riceve tutto (o rifiuta tutto).
- Attribuzione a titolo di LEGATO

DIFFERENZA TRA LEGATO E LEGATARIO:

Si tratta di un bene, di un diritto, Persona fisica a cui è attribuito


un titolo. Oggetto della un determinato diritto a titolo di
disposizione stessa. legato da parte dell’eredità
Il legatario riceve soltanto quel diritto con tutto ciò che è connesso a quel diritto stesso. Di
conseguenza, non diventa erede, non risponde dei debiti ereditari, ma conserva soltanto quel bene
con tutto ciò che connesso.
Il legatario, a differenza dell’erede, risponde solo del bene, dell’oggetto, del diritto legato. L’erede
si trova nella condizione di accettare o rifiutare, mentre il legatario consegue automaticamente nel
suo patrimonio.
È possibile trasferire, col legato, qualsiasi diritto.

Ad esempio se il testamento dice: “lego al mio amico la casa in cui giocavamo da bambini”. Il
legatario avrà soltanto la casa e si consegue automaticamente (il legatario può rinunciare, ma non
deve fare nessun atto di accettazione). Automaticamente quel diritto si trasferisce nel suo
patrimonio. Se però quella casa ha un’ipoteca, per quella parte graverà sul legatario; quest’ultimo
non sarà mai chiamato a pagare i debiti ereditari perché il concetto di istituzione di erede e legato
proprio quello di voler dividere i due aspetti e attribuire ai legati soltanto diritti escludendoli da
quella che è la comunione ereditaria. La comunione ereditaria si apre o nella successione legittima
(quando tutti i soggetti che ne hanno diritto vengono chiamati) o nell’ambito della successione
testamentaria (soltanto nei confronti degli eredi).

TERMINE DI PRESCRIZIONE
Per l’accettazione dell’eredità c’è un termine di prescrizione, un termine entro il quale il soggetto
deve accettare l’eredità. Questo termine, per l’eredità, è di dieci anni. Questo termine di
prescrizione può essere ridotto mediante la c.d atio interrogatoria ovvero la possibilità che un
soggetto legittimario interessato (non primo chiamato) di chiedere al giudice di fissare un termine
di decadenza entro il quale il soggetto deve accettare.
La rinuncia all’eredità prevede una revoca, ovvero qualora il soggetto dichiara di rinunciare
all’eredità, può revocare la sua rinuncia entro dieci anni e cambiare la sua idea.

CATEGORIA DEI FIGLI


Si fa una distinzione tra figli legittimi e figli non legittimi (figli nati fuori dal matrimonio), figli
adottivi e non. Nel 2009 si è avviato un processo sulla riforma della filiazione che ha portato
all’estinzione della distinzione di figli legittimi e figli non legittimo. Il figlio non legittimo, però,
deve essere riconosciuto. Anche dopo la morte del soggetto si può essere riconosciuti come figli
legittimi.

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