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DIRITTI REALI

DEFINIZIONE

Dal latino res (cosa); diritti soggettivi su una res a


carattere assoluto (erga omnes = opponibili nei
confronti di tutti i consociati).
DIRITTI REALI DIRITTI DI
CREDITO

1) ASSOLUTI (erga omnes) 1) RELATIVI

2) CONTENUTO NEGATIVO 2) CONTENUTO


POSITIVO

3) TIPICI (numerusclausus) 3) ATIPICI


I SINGOLI DIRITTI REALI

 DIRITTO DI PROPRIETÀ (ius in re propria)

 DIRITTI REALI LIMITATI (iura in re aliena) : il loro numero rimane


limitato per non imporre troppi vincoli al diritto di proprietà e non nuocere così
alla libera circolazione dei beni.
DIRITTI REALI LIMITATI

1)  di godimento: attribuiscono su una res di cui altri è proprietario


facoltà di godimento più o meno ampie (usufrutto, servitù, uso,
abitazione, enfiteusi, superficie);

2)  di garanzia: attribuiscono al titolare il diritto di soddisfare un


proprio credito rivalendosi su una cosa altrui, non necessariamente del
debitore, in caso di inadempimento (pegno, ipoteca).
LE PROPRIETA’ IN DIRITTO ROMANO

DOMINIUM EX IURE QUIRITIUM (PROPRIETA’ CIVILE)

1)  SOGGETTI: cives romani ≠ PROPRIETA’ PEREGRINA (fino al 212 d.C.)


2)  OGGETTO: beni mobili e fondi italici ≠ PROPRIETA’ PROVINCIALE
(fino al 292 d.C.)
3)  FORMA DEL TRASFERIMENTO ≠ PROPR. PRETORIA (fino alla fine del III d.C.)
per le res mancipi occorre
mancipatio o in iure cessio
TUTELA DELLA PROPRIETÀ CIVILE

La tutela si attua in primo luogo con la REI VINDICATIO, prototipo delle azioni
reali, utilizzabile dal proprietario che non abbia il possesso del bene contro il
possessore, o meglio contro chiunque abbia la facultas restituendi: quindi anche
alcuni detentori.

In età arcaica si svolge nella forma della legis actio sacramento in rem,
caratterizzata da vindicatio e contravindicatio.
FORMULA DELLA REI VINDICATIO

Nel processo formulare è apprestata apposita formula:


Titius iudex esto. Si paret rem, qua de agitur, ex iure Quiritium Auli Agerii
esse, neque ea res arbitrio iudicis Aulo Agerio restituetur, quanti ea res erit,
tantam pecuniam Numerium Negidium Aulo Agerio condemnato. Si non
paret absolvito.

Diritto del possessore di buona fede al rimborso di spese necessarie e utili


per mezzo di exceptio doli generalis .
ACTIO NEGATORIA

 Contro chi effettui delle turbative minori, cioè che non tolgono il
possesso della cosa, il proprietario può esperire l'ACTIO NEGATORIA
diretta a negare l'esistenza di un diritto reale limitato altrui.
MODI DI ACQUISTO DELLA PROPRIETA’

A TITOLO DERIVATIVO
Il medesimo diritto di proprietà si trasferisce da un titolare ad un altro.
Per il principio nemo plus iuris ad alium transferre potest, quam ipse
habet, se il dante causa, l'autore, non è effettivamente titolare del diritto,
non si può trasferire alcunché; inoltre, se il diritto era gravato da pesi,
anche questi automaticamente si trasferiscono all'avente causa.
MODI DI ACQUISTO A TITOLO
DERIVATIVO

I principali modi di acquisto a titolo derivativo sono i tre negozi inter


vivos con effetti reali:
A) MANCIPATIO
B) IN IURE CESSIO
C) TRADITIO

+ legati con effetti reali: PER VINDICATIONEM e PER


PRAECEPTIONEM
MANCIPATIO

Sono legittimati i cittadini romani e gli stranieri muniti di ius commercii.


In veste di accipiente è legittimato anche il soggetto a potestà.
Si utilizza per le res mancipi.

Se si tratta di beni immobili, non occorre siano presenti all'atto, quindi non è automatico anche il passaggio
del possesso.

Sorta come scambio di cosa contro pagamento di un prezzo, diventa imaginaria venditio, negozio a causa
variabile.

Decade in epoca postclassica ed è definitivamente abolita da Giustiniano.


IN IURE CESSIO

Sono legittimati solo i cittadini romani sui iuris, perché si tratta di un finto
processo.

Può avere ad oggetto qualsiasi cosa, anzi qualsiasi diritto.

Anch'esso è un negozio formale, a causa variabile.

Subisce lo stesso destino della mancipatio.


TRADITIO

Consiste nella semplice consegna, messa a disposizione di un bene


(anche se non necessariamente materiale: es. consegna delle chiavi)

E' utilizzabile anche dai non cittadini, che acquistano proprietà peregrina
(è di ius gentium).

In primo luogo è un modo di trasferimento del possesso; solo in presenza


di determinati requisiti trasferisce anche la proprietà.
REQUISITI della TRADITIO

Trasferisce la proprietà civile solo su cose corporali che siano nec mancipi e purché:

1) sia compiuta con l'intento di trasferire e di acquistare la proprietà

2) da chi sia proprietario (o comunque legittimato ad alienare)

3) in presenza di una iusta causa traditionis: essa è costituita dall’accordo sullo


scopo per cui avviene la consegna della cosa.
IUSTA CAUSA TRADITIONIS

 La traditio è in sé ambigua, può produrre effetti diversificati a seconda delle intenzioni delle
parti.

 Se accordo delle parti implica il passaggio di proprietà, l'accordo fornisce una iusta causa
che permette alla traditio di produrre il suo effetto traslativo.

 L'accordo si riferisce per lo più ad un contratto, ma non necessariamente (ad es. dote e
donazione non sono contratti, ma costituiscono sicuramente iusta causa della traditio).
COMPRAVENDITA

Nel sistema del diritto romano classico la compravendita non è un modo


di trasferimento della proprieta.
̀
Come tutti i contratti, essa produce solo effetti obbligatori tra le parti;
per il trasferimento della proprietà occorre un distinto atto, mancipatio,
in iure cessio o traditio.
LEGATI

Sono disposizioni mortis causa contenute nel testamento, a titolo


particolare (=il legatario subentra in determinate posizioni giuridiche
soggettive). Acquistano efficacia quando il testatore muore e l’erede
accetta l’eredità.

Si distinguono in base alle formule utilizzate dal testatore; ne esistono


due con efficacia reale:
LEGATI

 Legato per vindicationem: “Titio hominem Stichum do lego”. Comporta il


trasferimento della proprietà immediato dal testatore al legatario, nel
momento in cui l’erede accetta (il legatario può però rinunciare).
 Legato per praeceptionem: “Titius hominem Stichum praecipito”.
Analogo al precedente, ma disposto a favore di uno dei coeredi, al quale
viene assegnato il legato prima della divisione
MODI DI ACQUISTO ' A TITOLO ORIGINARIO

 1) USUCAPIONE: di ius civile


 2) OCCUPAZIONE : di ius gentium
 3) ACCESSIONE: di ius gentium
 4) SPECIFICAZIONE: di ius gentium)
ACCESSIONE

Unione organica, irrevocabile, tra una cosa principale (quella che


determina la funzione del tutto) e una accessoria, che viene acquistata a
favore del proprietario di quella principale, il quale di solito deve un
indennizzo all'altro (se è possessore ha un diritto di ritenzione tramite
l'exceptio doli generalis, altrimenti sembra avesse un'actio in factum).
Vari fenomeni accomunati dal fatto che una cosa subisca un incremento
o si arricchisca per l'aggiunta di un'altra cosa che appartiene a un diverso
proprietario:
ACCESSIONE

 di mobile a mobile (scriptura, tinctura, pictura, accessioni lignee o


metalliche inseparabili)
 di mobile a immobile (satio, implantatio, inaedificatio)
 di immobile a immobile (adluvio, avulsio, insula in flumine nata,
alveus derelictus)
SPECIFICAZIONE

Trasformazione di una materia prima, appartenente ad altri, in modo da


farne una cosa nuova.
 Proculiani: il prodotto appartiene allo specificatore
 Sabiniani: il prodotto appartiene al proprietario della materia prima
 media sententia: se la trasformazione è reversibile, il prodotto
appartiene al proprietario della materia prima; se è irreversibile , il
prodotto appartiene allo specificatore
POSSESSIO

 Oggi l’articolo 1140 definisce il possesso come il “potere sulla cosa


che si manifesta in un’attività corrispondente all’esercizio della
proprietà o di altro diritto reale”.

 Per diritto romano la possessio è soltanto la signoria di fatto su di una


cosa, è la disposizione materiale della cosa con esclusione di qualsiasi
terzo.
 Il proprietario normalmente è anche possessore e può possedere o
direttamente o tramite un’altra persona che ha la disponibilità della
cosa, ma riconosce il diritto superiore del proprietario: quest’ultimo
ha la DETENZIONE della cosa (vedi secondo comma art. 1140: “Si
può possedere direttamente o per mezzo di altra persona che ha la
detenzione della cosa”)
IL POSSESSO NON E’ UN DIRITTO

 Può però accadere che il proprietario non sia possessore del bene e vi sia
un altro soggetto non titolare del diritto che si comporta come se fosse
proprietario: egli non riconosce ad altri il diritto di proprietà.
 Il solo possesso non è un diritto, bensì semplicemente è una situazione
di fatto, dalla quale però derivano alcune importanti conseguenze
giuridiche, alcune di diritto pretorio (la tutela con interdetti), altre di
diritto civile (l’acquisto della proprietà per usucapione).
INTERDICTA

 Il possessore in quanto tale ha una tutela contro spossessamenti e


molestie; la tutela è garantita solo dal pretore tramite gli interdicta
(ancora oggi si chiamano azioni interdittali gli strumenti predisposti
dagli articoli 1168 e 1170). Non ha a disposizione un’azione, perché
la sua non è una situazione di diritto, bensì di fatto; ha dei mezzi
magis imperii quam iurisdictionis.
 Gli interdicta sono degli ordini proclamati dal magistrato, dietro
sommario esame della situazione, su istanza di un privato e contro un
altro privato.
 L’ordine del pretore è un atto non giurisdizionale, ma se non viene
rispettato fa sorgere un diritto all’azione a favore della parte nel cui
interesse era stato emanato. Detto altrimenti, il mancato rispetto
dell’ordine trasforma il fatto in diritto.
Gli interdetti possessori sono proibitori (ne esistono anche esibitori e
restitutori), il pretore con essi vieta che sia fatta violenza (vim fieri
veto) al possessore in presenza di dati presupposti. Ne esistono
quattro:

1) UTI POSSIDETIS


2) UTRUBI
3) DE VI (COTTIDIANA)

INTERDETTO UTI POSSIDETIS

È il più antico, utilizzabile solo per beni immobili.


È un interdetto duplex, cioè il pretore ordina ad entrambe le
parti che non si usi violenza per modificare la situazione
esistente, purché non sia una vitiosa possessio.
Esso contiene l’exceptio vitiosae possessionis:
POSSESSIO IUSTA

 La precedente situazione possessoria va rispettata solo se essa era priva


dei seguenti vizi = violenza, clandestinità, concessione gratuita, nei
rapporti reciproci tra le parti presenti davanti al pretore (nec vi nec clam
nec precario alter ab altero).
 La possessio è iusta o iniusta solo nei rapporti tra le due parti davanti al
pretore, si tratta di un concetto relativo. Se uno dei due litiganti era
possessor iniustus nei confronti dell’altro, allora l’altro poteva
impunemente fare ricorso all’autodifesa privata per ripristinare la
situazione possessoria
INTERDETTO UTRUBI

 in tutto analogo al precedente, solo che tutela il possesso dei beni


mobili; interdetto duplice che tutela il possessor iustus, il quale abbia
posseduto per il periodo più lungo nell’anno precedente.
INTERDETTO DE VI (COTTIDIANA)

 è un interdetto simplex, con funzione recuperatoria; l’ordine è rivolto


solo alla persona che abbia effettuato uno spoglio violento. Deve
essere esercitato entro un anno dallo spoglio ed è passivamente
intrasmissibile.
 Contiene però anch’esso l’exceptio vitiosae possessionis, quindi il
convenuto deve restituire, a meno che l’attore non fosse nei suoi
confronti un possessor iniustus.
INTERDETTO DE VI ARMATA

 è il più recente, introdotto nel I sec. a.C.


 Tutela contro lo spossessamento compiuto con una banda armata,
anche se si tratta di possessor iniustus; non contiene infatti l’exceptio
vitiosae possessionis.
USUCAPIO o prescrizione acquisitiva

 Modo di acquisto della proprietà di ius civile, riservato ai cittadini


romani, a titolo originario, cioè che ha luogo a prescindere da ogni
relazione col precedente proprietario.
Requisiti

1) possessio (uti dominus)


2) tempus (2 anni per cose immobili, 1 anno per tutte le altre cose)
3) res habilis (non sono abili le cose incorporali, le cose extra
commercium, i fondi provinciali, le cose rubate)
4) titulus o iusta causa (pro emptore, pro donato, pro dote, pro , pro
soluto, pro derelicto, etc.)
5) bona fides (soggettiva)
PRAESCRIPTIO LONGI TEMPORIS

 Introdotta alla fine del II sec. d.C. con gli stessi requisiti, ma tempo più
lungo (10 anni inter praesentes e 20 inter absentes), cui sono ammessi
anche i peregrini e con cui si può acquistare anche la proprietà sui fondi
provinciali.
 Non si acquista propriamente il diritto, ma si prescrive l'azione del
proprietario: si parla di prescrizione estintiva.
PROPRIETA’ PRETORIA (IN BONIS
HABERE)

A partire dall'ultima età repubblicana si ritiene equo concedere un’azione a difesa


della situazione di chi abbia acquistato una res mancipi tramite traditio dal dominus.

Costui non è diventato proprietario civile perché non è stata adoperata la forma
necessaria a trasferire il dominium di una res mancipi. È però diventato possessore
ad usucapionem, perché ha tutti i requisiti: possiede una res habilis in buona fede e
in base ad una iusta causa.
ACTIO PUBLICIANA

Introdotta nell’editto nel 67 a.C.

Può essere utilizzata se si perde il possesso prima del decorso del tempo necessario

è un'azione, pretoria, ficticia, con intentio in ius concepta, che prende a modello la rei
vindicatio e vi aggiunge la fictio che sia già trascorso il tempo necessario per usucapire.
 Questa azione in realtà tutela tutti i possessori ad usucapionem per il
caso in cui perdano il possesso; in certe situazioni può essere troppo
potente e potrebbe portare a sua volta a delle iniquità.

Occorre dunque distinguere le due diverse ipotesi in cui si può


usucapire:
1) ACQUISTO A NON DOMINO

Tizio aliena a Caio il cavallo di Sempronio

T------> C
(S è il dominus)
2) ACQUISTO DAL DOMINUS,
MA SENZA LA FORMA IDONEA

 Sempronio vende a Filano il proprio cavallo, res mancipi, ed esegue la


compravendita con una traditio.

 S -------> F
exceptio iusti dominii

Nel caso 1), il possessore che perda il possesso prima di avere usucapito
può usare vittoriosamente l’actio Publiciana contro tutti -1, il dominus:
se, per caso, ad essere convenuto con l’azione Publiciana sarà il
proprietario civile questi potrà difendersi con l’exceptio iusti dominii
(eccezione di giusta proprietà) e, se proverà di essere proprietario, sarà
assolto e conserverà la cosa.
replicatio rei venditae et traditae

 Nel caso 2), invece, il possessore che perda il possesso prima di avere
usucapito può usare vittoriosamente l’actio Publiciana contro tutti i
terzi, senza esclusioni,
 All’eventuale exceptio iusti dominii del proprietario civile può
opporre la replicatio rei venditae et traditae (replicazione di cosa
venduta e consegnata) o la replicatio doli generalis (se la consegna
della cosa era avvenuta per una causa diversa dalla compravendita).
 Solo nel caso 2) si ha una tutela reale assoluta e si può parlare di
proprietà pretoria, che prevale anche su quella civile.
 Si tratta di situazione necessariamente transeunte, destinata a
trasformarsi in proprietà civile in tempi brevi per mezzo
dell'usucapione. Durante quel periodo si parla di duplex dominium.
SERVITÙ PREDIALI

 Diritto del proprietario di un fondo (detto DOMINANTE) di esigere


un dato comportamento, esclusivamente di omissione o di tolleranza,
da parte dal proprietario di un fondo vicino (detto SERVENTE)
Res corporalis

 Le più antiche servitù, sorte intorno al IV sec. a.C., sono considerate cose
corporali, res mancipi, quindi oggetto di di mancipatio e di possesso-
usucapione. Sono solo quattro:
 iter: passaggio a piedi
 actus: passaggio con animali e carri
 via: comprende sia iter che actus
 aquaeductus: passaggio dell'acqua
Res incorporalis

 In seguito, col riconoscimento di altri servizi tra fondi, difficilmente


concepibili come entità materiali (servitus altius non tollendi, servitus
aquae haustus), e con l'affinarsi del pensiero giuridico viene elaborato
il concetto di diritto (res incorporalis) sulla cosa altrui.
 La lex Scribonia, della prima metà del I sec. a.C., vieta l'usucapione
delle servitù.
PRINCIPI GENERALI

 1)DOPPIA REALITÀ: le servitù riguardano solo i fondi e presuppongono l’esistenza di


due fondi appartenenti a due proprietari diversi (Nemini res sua servit);

 2) AMBULATORIETÀ: il peso è imposto al fondo e si trasmette con esso; il correlativo


vantaggio è a favore del fondo e ne segue il destino. DIRITTO DI SEGUITO;

3)UTILITAS PERPETUA: il contenuto della servitù deve essere strumentale


all'utilizzazione del fondo, aumentandone la produttività o la funzionalità; a questo
scopo i fondi devono essere vicini;
SERVITUS IN FACIENDO
CONSISTERE NEQUIT

 4) SERVITUS IN FACIENDO CONSISTERE NEQUIT: il proprietario


del fondo dominante ha il diritto di utilizzare parzialmente il fondo
del vicino, che è servente nei suoi confronti, ha il diritto di esigere dal
proprietario del fondo vicino un comportamento determinato, ma pur
sempre negativo, di omissione (non facere: es. servitù di non
sopraelevare: è una servitù negativa o passiva) o di tolleranza (pati:
es. servitù di passaggio: è una servitù positiva o attiva).
vindicatio servitutis
(AZIONE CONFESSORIA
 La TUTELA DELLE SERVITÙ si attua con la vindicatio servitutis (o
AZIONE CONFESSORIA), la cui intentio può essere:

Si paret Aulo Agerio ius esse per fundum Cornelianum eundi/...

Si paret Numerio Negidio ius non esse altius tollendi invito Aulo Agerio/ ...

 Nella restitutio il giudice può chiedere una cautio de amplius non turbando.
USUFRUTTO

Ius alienis rebus utendi fruendi, salva rerum substantia


(Paolo D. 7,1,1).

 Completo godimento della cosa altrui (che deve essere inconsumabile


e fruttifera), senza alterarne la destinazione economica e senza diritto
di disposizione.
NUDO PROPRIETARIO

 Abbiamo un usufruttuario e un nudo proprietario, i cui poteri sono


notevolmente compressi: ha solo la facoltà di disporre della nuda
proprietà e l’aspettativa di rientrare nella completa disponibilità della
cosa.
ORIGINE STORICA

Intorno al II sec. a.C. si diffondono i matrimoni sine manu; la donna non può
ancora fare testamento e i figli non sono suoi eredi legittimi
.
Per assicurare alla vedova un dignitoso sostentamento e al contempo conservare
intatto ai figli il patrimonio familiare, i giuristi inventano questo nuovo diritto
reale: il marito nominava eredi i figli e disponeva, mediante legato (per
vindicationem), il godimento di determinati cespiti o di tutto il patrimonio a favore
della moglie e per tutta la sua vita, trasmettendone però subito la proprietà agli
eredi, i figli, che diventavano nudi proprietari.
PERSONALITA’ E TEMPORANEITA’

 Da qui deriva il CARATTERE PERSONALE di questo diritto reale, e la sua


necessaria temporaneità.
 L’usufrutto è intrasmissibile mortis causa perché si estingue necessariamente
con la morte del titolare (o dopo 100 anni se costituito a favore di persone
giuridiche).

 Inoltre, è incedibile con atti inter vivos: un’eventuale in iure cessio fatta
dall’usufruttuario a un terzo era ritenuta nulla ovvero, secondo alcuni, implicante
una rinuncia al diritto.
OGGETTO DI CONTRATTI

 Il diritto di usufrutto può però essere oggetto di locazione, anzi questo


è uno dei modi per ricavare frutti da un immobile; può inoltre essere
oggetto di compravendita

 Art. 980 c.c.: L’usufruttuario può cedere il proprio diritto per un certo tempo
o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo.
MODI DI COSTITUZIONE

 Non si trasferisce da una persona ad altra, perché è personale, è legato


alla persona a favore della quale si costituisce.
 Oltre al modo originario, legato per vindicationem, si può usare anche
un altro negozio con effetti reali, la in iure cessio in cui il
proprietario del bene cede nei confronti della vindicatio
ususfructus avanzata dall’attore che diventerà usufruttuario.
DIRITTI DELL'USUFRUTTUARIO

 Si tratta di un diritto a contenuto generale, non attribuisce singoli


poteri come nel caso delle servitù.
 L’usufruttuario fa propri i frutti con la perceptio.
 Può utilizzare la cosa, ma la deve conservare in buono stato,
provvedendo alle ordinarie riparazioni, alla modica refectio
OBBLIGHI DELL'USUFRUTTUARIO

 L’usufruttuario ha il dovere di non apportare modifiche materiali al


bene, di conservare la cosa in modo da poterla restituire alla fine
dell’usufrutto così come l’aveva ricevuta, salvi gli effetti del trascorrere
del tempo e gli eventi dovuti a forza maggiore.

 Il nudo proprietario per garantirsi dell'osservanza di questi obblighi può


chiedere la prestazione di una cautio fructuaria, che serve a sanzionare
preventivamente eventuali abusi, senza dover attendere il termine
dell’usufrutto.
Vindicatio usus fructus

‘Si paret Aulo Agerio ius esse fundo Corneliano uti frui...’.

Esperibile sia contro il nudo proprietario che contro terzi


SUPERFICIE

Superficies solo cedit. Principio mai rinnegato. Impossibile la divisione della proprietà in piani orizzontali.

Furono però mitigate le conseguenze pratiche del principio: in età classica si conosce la concessione a terzi
della possibilità di tenere un edificio sopra il proprio suolo, prima ad opera dello Stato, poi anche dai privati.
Si usavano dei contratti, di locazione o di compravendita, dietro pagamento di un canone, detto solarium: Il
superficiario non diventa proprietario del bene costruito, ma ne ha il godimento.
 Per ius civile il superficiario era soltanto creditore: se veniva molestato
nel suo godimento poteva solo agire ex contractu contro il concedente,
non contro i terzi. Il rapporto obbligatorio vincolava solo le parti e i
successori a titolo universale.
 Il pretore però concesse un apposito interdetto contro chi avesse arrecato
turbative al godimento della superficie e, più tardi, anche un'actio in
rem, in factum da usare contro chiunque avesse il godimento della
superficie al posto del superficiario (non solo contro chi arrecava le
turbative).
IUS IN AGRO VECTIGALI

 In epoca classica esiste lo ius in agro vectigali, concessione da parte


dello Stato di un terreno a un privato, che lo sfrutta per un
quinquennio o in perpetuo, dietro corrispettivo di un vectigal.

 Si tratta di un contratto di locazione, ma il privato ha il possesso


interdittale e, in età classica avanzata, ha anche un’actio in rem
vectigalis, coniata sulla falsariga della rei vindicatio: da questo
momento si può dire che abbia un vero e proprio diritto reale di
godimento sulla cosa.
ENFITEUSI

 In epoca postclassica sorge il diritto di enfiteusi che comincia ad


essere usato anche nei rapporti tra i privati.
 L’imperatore Zenone (476-484) unifica il regime e parla di enfiteusi
come un contratto diverso sia da compravendita che da locazione.
 L’enfiteusi trova definitiva regolamentazione con Giustiniano che lo
configura come diritto reale su cosa altrui.
L’enfiteuta ha le stesse facoltà del proprietario, ma ha
l’obbligo di migliorare il fondo e pagare al concedente un
canone periodico.
Può riscattare la proprietà.
Può anche alienare il bene, ma il concedente ha diritto di
prelazione.
PEGNO

 Diritto reale di garanzia: si costituisce in funzione di un credito; al


titolare del diritto di pegno (che è anche il creditore-pignoratizio) non
si dà un godimento, bensì si attribuisce il diritto di rivalersi, con
preferenza su tutti gli altri, su di una cosa, del debitore (pignorante) o
di un terzo, per il caso in cui il debitore non adempia.
ACCESSORIETA’

 LA GARANZIA REALE DEL CREDITO è caratterizzata


dall’accessorietà; il diritto di pegno dipende dall’esistenza del credito:
1) non viene in essere se il credito non esiste e
2) si estingue quando il credito si estingue.
 Si può trasferire solo insieme alla cosa pignorata: perciò anche il diritto di pegno
si può solo costituire.

 Il pegno, in diritto romano, riguarda qualsiasi cosa, anche incorporale, dunque


sia beni mobili che immobili, sia res mancipi che nec mancipi.

 Si distingue tra pignus datum e pignus conventum.


pignus datum o pegno manuale

 Si costituisce con la consegna del possesso interdettale della cosa al


creditore, il quale però non può usarla e non può usucapirla.
 Non è ancora un diritto reale, ma solo una situazione possessoria, che
in origine vale soltanto come coazione indiretta ad adempiere.
 Il creditore è obbligato a restituire la cosa pignorata con actio
pigneraticia in personam quando il debitore adempia.
Pignus conventum
o pegno convenzionale

 Agli inizi del II sec. a. C. si comincia a costituire il pegno anche con


mera conventio, semplice patto tra creditore e debitore senza
passaggio del possesso: l'intesa era che il creditore avrebbe potuto
impossessarsene se il debitore non adempiva.
Actio Serviana pigneraticia

 Il nel 51 a. C. introduce un'azione in rem, actio Serviana (vindicatio


pignoris, actio pigneraticia in rem), in factum, esperibile dal creditore
pignoratizio contro qualunque possessore. DIRITTO DI SEGUITO.
 Da questo momento si può dire che il pegno sia un diritto reale, anche
se solo pretorio
IUS VENDENDI

 Per il caso di inadempimento il creditore può soddisfarsi in vari modi,


a seconda dell'accordo intervenuto col debitore.
 Effetto naturale è il ius vendendi, in base al quale il creditore deve
vendere la cosa e soddisfarsi sul ricavato; un’eventuale eccedenza
(superfluum) va restituita e può essere richiesta dal debitore con
l’actio pigneraticia in personam.
LEX COMMISSORIA

 È possibile pattuire un regime diverso tramite il patto (o lex)


commissorio, in base al quale il creditore può trattenersi la cosa in
proprietà (quiritaria se nec mancipi, altrimenti pretoria)
 Esso venne vietato da Costantino per tutelare il debitore, che poteva
essere indotto a pignorare un bene di valore molto superiore al debito
e rischiare poi di perderne la proprietà

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