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9/9/21, 10:41 AM Pegno su quote - nelle s.r.

l e nelle società di persone

Il pegno su quote – una guida rapida

Il pegno su quote – indice:

Disciplina del pegno


Su quote di S.r.l
Come si costituisce
Il diritto di voto
L’aumento di capitale e il pegno 
Nelle società di persone
La vendita delle quote vincolate
Si apre l’approfondimento con una significativa affermazione dei giudici della Corte di Cassazione che
ha portato nel tempo al riconoscimento della possibilità di costituire in pegno le quote delle società di
capitali e di quelle di persone. Il 7 novembre del 2002 con la sentenza n. 15605 la Corte di Cassazione
stabiliva che: “le quote sociali, sia delle società di capitali che delle società di persone, costituiscono
posizioni contrattuali obiettivate, suscettibili, come tali, di essere negoziate in quanto dotate di un
autonomo valore di scambio che consente di qualificarle come beni giuridici”. In quanto tali la dottrina
e la giurisprudenza sono giunte ad ammettere la possibilità che su tali beni giuridici possano essere
apposti dei vincoli reali come il pegno e l’usufrutto. Segue nelle righe sottostanti la disciplina dettata dal
codice civile del pegno di quote nelle società a responsabilità limitata e in quelle di persone.

Cos’è il pegno
Il pegno è quel diritto reale di garanzia che conferisce al suo titolare un potere esecutivo immediato
sulla cosa che ne costituisce oggetto. Le parti del contratto sono il debitore e il creditore pignoratizio,
salvo che il datore di pegno non sia un terzo. Il contratto garantisce il creditore contro l’inadempimento
del debitore. Il creditore pignoratizio infatti, con una speciale procedura di espropriazione può far
vendere la cosa data in pegno in varie forme e soddisfarsi sul ricavato. Può in alternativa farsi assegnare
la cosa in luogo del pagamento del credito garantito. La sua costituzione, che può avvenire
tramite contratto, dà origine ad un contratto reale ad effetti reali. Tale contratto infatti si perfeziona
con la consegna della cosa al creditore pignoratizio. Il contratto può essere stipulato a titolo oneroso o
gratuito e può avere ad oggetto:

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beni mobili;
universalità di mobili;
crediti;
altri diritti aventi ad oggetto beni mobili.
Il pegno non può essere costituito su quei beni per i quali la legge non prevede la possibilità di
espropriazione. Tali beni infatti non possono assolvere alla funzione di garanzia propria del pegno.

Il codice civile detta una disciplina distinta per il pegno delle cose mobili e per il  pegno di crediti o
altri diritti. Le partecipazioni sociali possono essere oggetto di pegno. La disciplina ad esse applicabile
tuttavia va distinta a seconda che si tratti di azioni o di quote. Nel primo caso, previsto dall’articolo 2352
del codice civile, si avrà un  pegno su azioni  al quale si applicherà la disciplina del pegno sulle cose
mobili. Il pegno su quote di società a responsabilità limitata o di società di persone segue la disciplina di
seguito esposta.

Il pegno su quote di S.r.l


Ai sensi dell’articolo 2471-bis del codice civile  “La partecipazione può formare oggetto di  pegno,
usufrutto e sequestro. Salvo quanto disposto dal terzo comma dell’articolo che precede, si applicano le
disposizioni dell’articolo 2352″. La partecipazione infatti, ai sensi dell’articolo precedente è un bene che
può essere espropriato e pertanto in linea con la funzione di garanzia del pegno. La possibilità di
costituire in pegno le quote sociali è stata riconosciuta dal decreto legislativo 6/2003 che ha riformato la
disciplina delle società di capitali.

Le quote di partecipazioni in una S.r.l possono essere oggetto di pegno. Il codice civile prevede che al
pegno su di esse si applichi la stessa disciplina prevista per il pegno sulle azioni. È fatta salva
l’applicazione, nel caso di vendita della quota, del terzo comma dell’articolo 2471 del codice civile.

Il fatto che le quote possano costituire oggetto di pegno comporta una serie di riflessi sui diritti e
obblighi dei soci derivanti dalle stesse.

Come si costituisce
Il codice civile non si esprime sulle modalità di costituzione del pegno su quote. E a differenza
delle società per azioni non ci sono norme speciali che dettino una disciplina sulla costituzione di vincoli
reali sulle quote.

Chiaro è che, e lo ha confermato il Ministero dello sviluppo economico con nota n. 0127447/2011, il
primo passo per la costituzione del pegno di quote nelle s.r.l sia la redazione di un  atto pubblico  o
una scrittura privata autenticata da notaio. Ciò tuttavia non è sufficiente a rendere efficace il diritto di
pegno sulle quote di S.r.l.

Come affermato infatti dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 31051/2019 “la costituzione in pegno
delle quote di società a responsabilità limitata è soggetta al disposto della norma dell’art. 2806 c.c.,
sicché il diritto di pegno risulta costituito con l’iscrizione del relativo atto nel registro delle imprese“.

Il pegno dei diritti diversi da crediti


Secondo l’impianto codicistico della disciplina del pegno infatti, di cui agli articoli 2784 e seguenti, le
partecipazioni di s.r.l rientrerebbero nella normativa sui  diritti diversi dai crediti  di cui all’articolo
2806. Ai sensi di tale norma  “Il pegno di diritti diversi dai crediti si costituisce nella forma
rispettivamente richiesta per il trasferimento dei diritti stessi, fermo il disposto del terzo comma
dell’articolo 2787”.

Il trasferimento della partecipazione nel caso di s.r.l è regolato dall’articolo 2470 del codice civile
secondo cui  “Il trasferimento delle partecipazioni ha effetto di fronte alla società dal momento del
deposito di cui al successivo comma. L’atto di trasferimento, con sottoscrizione autenticata, deve essere
depositato entro trenta giorni, a cura del notaio autenticante, presso l’ufficio del registro delle
imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale”.
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Il diritto di pegno su quote pertanto si costituisce soltanto con l’iscrizione dell’atto costitutivo presso
il registro delle imprese. Da tale momento l’atto costitutivo esprime la sua efficacia rendendo il diritto di
pegno opponibile ai terzi.

Il pegno su quote di S.r.l e il diritto di voto


L’articolo 2352 del codice civile, che disciplina il pegno su azioni, stabilisce che “Nel caso di pegno o
usufrutto sulle azioni, il diritto di voto spetta, salvo convenzione contraria, al creditore pignoratizio  o
all’usufruttuario”. Tale disposizione si applica anche alle quote di s.r.l.

Nel caso di pegno sulla quota di una s.r.l pertanto il diritto di voto spetterà al creditore pignoratizio.
Bisogna tuttavia fare delle precisazioni nel caso in cui venga apposto sulla quota un vincolo solo
parziale. Il riconoscimento del  pegno parziale  di quote di s.r.l. è è avvenuto da parte del Consiglio
nazionale del notariato con lo studio n. 836/2014. I notai hanno precisato che in caso di vincolo parziale
sulle quote di s.r.l anche il diritto di voto possa essere modulato fra le parti. Ciò è possibile in virtù del
principio sancito dall’articolo 2352 del codice civile secondo cui il diritto di voto spetta al creditore
pignoratizio salvo convenzione contraria. Il socio e il creditore pignoratizio pertanto possono pattuire
che i diritto di voto spetti ad entrambi, in che percentuale e per quali delibere assembleari.

La modulazione del diritto di voto stabilita mediante accordo tra le parti è soggetta agli obblighi di
pubblicità di cui all’articolo 2470 del codice civile ovvero il deposito entro 30 giorni a cura del notaio
presso il registro delle imprese.

Il pegno su quote di S.r.l e l’aumento di capitale


Al pegno su quote delle S.r.l si applica la disciplina formulata per il pegno sulle azioni delle società di
capitali. Ai sensi dell’articolo 2352, terzo comma del comma civile, “Nel caso di aumento del capitale
sociale ai sensi dell’articolo 2442, il pegno, l’usufrutto o il sequestro si estendono alle azioni di nuova
emissione”.

Nelle società a responsabilità limitata pertanto  qualora venga deliberato un  aumento di capitale
gratuito si applica la medesima disciplina prevista per le azioni secondo cui il pegno si estende alle
azioni di nuova emissione.

Nelle società di persone


Gli orientamenti più recentemente affermatisi in giurisprudenza hanno portato a stabilire che la quota di
partecipazione in società di persone costituisce un bene mobile immateriale di cui all’articolo 812 del
codice civile. Contestualmente, valorizzando anche le considerazioni della dottrina più accreditata, si è
giunti a ritenere che la quota di partecipazione in società di persone può costituire oggetto di pegno.
Alcuni osservano infatti che non sarebbe coerente l’impossibilità di costituire vincoli reali minori sulla
partecipazione dal momento che il legislatore ammette la possibilità di alienarla.

I diritti derivanti dalla partecipazione sociale, fra i quali si ricordano il diritto agli utili e alla quota di
liquidazione del socio, dunque sono “cedibili” al creditore pignoratizio. In particolare, con riguardo al
secondo, sembra preferibile l’opinione secondo cui l’esercizio di tale diritto spetti  congiuntamente  al
creditore pignoratizio e al socio debitore. Anche gli altri diritti non sembrano ostacolare il trasferimento
al creditore pignoratizio della quota sociale. Tale trasferimento tuttavia deve avvenire secondo le regole
stabilite per il trasferimento della partecipazione sociale.

Oltre al diritto agli utili e a quello alla liquidazione della quota, si devono tenere presente altri diritti e
obblighi. Ci si riferisce in particolare all’obbligo di eseguire il conferimento  in sede di aumento del
capitale sociale, all’esercizio dei  diritti di natura amministrativa, come il diritto di voto e i poteri
gestori, e infine il  diritto di recesso. L’obbligo al conferimento ricadrebbe in capo al socio e non al
creditore pignoratizio. I diritti e poteri di natura amministrativa spettano al creditore pignoratizio ma
solo per la parte che concerne la conservazione della propria garanzia. Il diritto di recesso ricade nella
sfera del socio in quanto nulla ha a che vedere con la conservazione della quota.

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Come per le società di capitali anche la costituzione del pegno su quote nelle società di persone deve
avvenire nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata da notaio.

Come si costituisce il pegno su quote nelle società di persone


La costituzione del pegno sulle quote delle società di persone pertanto può avvenire solo con:

il consenso di tutti i soci, se non previsto diversamente nell’atto costitutivo;


il  consenso della maggioranza dei soci se il pegno riguarda quote di soci
accomandanti nella  società in accomandita semplice. È sempre data la possibilità che sia stata
adottata una diversa pattuizione nell’atto costitutivo.
Per quanto riguarda la costituzione del pegno di quote nelle società di persone il Consiglio nazionale del
notariato nello studio n. 152-2008/I sposa la tesi secondo cui il pegno di quota rientrerebbe nell’ambito
di applicazione dell’articolo 2806 del codice civile. Per tale motivo il pegno della quota dovrebbe
seguire le stesse regole del trasferimento della quota. Nelle società di persone la circolazione delle quote
costituisce una  modifica del contratto sociale. I diritti spettanti al socio fino al trasferimento infatti,
come il diritto di compiere atti gestori o di vendere la quota, vengono trasferiti al creditore pignoratizio. 
Tale soggetto potrebbe determinare ad esempio un mutamento della compagine sociale consentendo
l’ingresso a terzi nella società. La modifica dell’atto costitutivo può avvenire, salvo pattuizione
contraria, soltanto con il consenso di tutti i soci.

Se invece i soci hanno preso accordi diversi in sede di costituzione della società, ad esempio decidendo
di rendere libera la circolazione delle quote oppure subordinandola al consenso di una sola maggioranza
di soci, la costituzione del pegno seguirà le medesime regole.

L’unico caso su cui riflettere ulteriormente è quello in cui si vada a costituire il pegno sulla quota di
un socio accomandante  ove sia pattuita la libera circolazione delle quote. In questo caso il
trasferimento della quota non configura una modifica dei patti sociali in quanto la quota non attribuisce
al socio accomandante alcun potere gestorio e di conseguenza neanche al creditore pignoratizio per
effetto del pegno. Il creditore pignoratizio inoltre, sebbene abbia la possibilità di vendere la quota, non
altera in alcun modo il contratto sociale essendo stato pattuito un regime di libera circolazione delle
quote.

La pubblicità del pegno su quote nelle società di persone


Guardando alla disciplina del pegno vale la regola di cui al terzo comma dell’articolo 2787 del codice
civile. Secondo tale norma “Quando il credito garantito eccede la somma di euro 2,58, la prelazione
non ha luogo se il pegno non risulta da scrittura con data certa, la quale contenga sufficiente
indicazione del credito e della cosa”. Solo con tale formalità il pegno è opponibile ai terzi.

La disciplina del codice civile tuttavia impone che le modifiche dell’atto costitutivo abbiano
effetto soltanto dopo la loro iscrizione nel registro delle imprese. Qualora pertanto la costituzione del
pegno configurasse una modifica del contratto sociale la sua efficacia sarebbe subordinata all’iscrizione
presso il registro delle imprese. Ciò vale sia che tutti i soci debbano prestare il consenso alla circolazione
della quota sia qualora si sia pattuito un regime di libera circolazione.

L’articolo 2300 del codice civile sulla  società in nome collettivo  infatti recita:  “Gli amministratori
devono richiedere nel termine di trenta giorni all’ufficio del registro delle imprese l’iscrizione delle
modificazioni dell’atto costitutivo e degli altri fatti relativi alla società, dei quali è obbligatoria
l’iscrizione. Se la modificazione dell’atto costitutivo risulta da deliberazione dei soci, questa deve essere
depositata in copia autentica.  Le modificazioni dell’atto costitutivo, finché non sono iscritte, non
sono opponibili ai terzi, a meno che si provi che questi ne erano a conoscenza”.

La vendita di quote gravate da pegno


Il codice di procedura civile stabilisce all’articolo 502 che  “Salve le disposizioni speciali del codice
civile, per l’espropriazione delle cose date in pegno e dei mobili soggetti ad ipoteca si seguono le norme
del presente codice, ma l’assegnazione o la vendita può essere chiesta senza che sia stata preceduta
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da  pignoramento”.  Questa norma legittima e riconosce la  speciale procedura di vendita
extragiudiziaria  per l’espropriazione dei beni mobili oggetto di pegno di cui all’articolo 2797 del
codice civile. Tale procedura si applica alla vendita di quote di s.r.l date in pegno che sono, ad avviso
della dottrina e della giurisprudenza, mediante la stessa monetizzabili. La vendite nelle forme previste
dalla succitata disposizione è solo il primo passo per il trasferimento della quota societaria. Tale passo
infatti dovrà essere seguito dalla formalizzazione in un atto notarile e nell’iscrizione presso il registro
delle imprese.

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