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LE OBBLIGAZIONI E LA RESPONSABILITÀ
PATRIMONIALE
SEZIONE I
L'OBBLIGAZIONE IN GENERE
1. LA NOZIONE E LE FONTI.
A. La nozione.
- L’obbligazione tra due soggetti è un rapporto giuridico che intercorre tra due
soggetti, tale che l'uno (debitore o obbligato) sia tenuto a un certo comportamento
nei confronti dell'altro (creditore, destinatario dell’obbligo) al fine di soddisfare
un interesse di quest'ultimo.
B. Le fonti.
Le fonti delle obbligazioni sono contenute nell'art. 1173:
“le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o
fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico”
↓
Tale previsione ha carattere aperto, dal momento che affianca al riferimento a
istituti ben determinati (il contratto e il fatto illecito), un generico rinvio a «ogni
altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico».
2. LA PRESTAZIONE.
2. Obbligazioni di servizi
nelle quali, al contrario, rileva il risultato al quale il comportamento è diretto.
Esempio: le prestazioni dell'impresa appaltatrice di opere (costruzione di un edificio) o di
servizi (pulitura o custodia delle aule universitarie).
Un’altra parte della dottrina rifiuta tale distinzione sulla base di due argomentazioni:
1. Anche nelle obbligazioni di mezzi la prestazione è indirizzata verso la realizzazione di
un risultato, semplicemente esso non potrà identificarsi con la guarigione del malato o la
vittoria della causa, poiché simili esiti dipendono soltanto in parte dall'opera prestata dal
medico o dall'avvocato.
SEZIONE II
LA RESPONSABILITÀ PATRIMONIALE
1 Nel senso che l'attività del debitore non può essere sostituita da quella di un terzo designato in sede
esecutiva.
“ratio”: indurre il destinatario dell'obbligo ad eseguire la prestazione
spontaneamente (v. art. 614-bis c.p.c.).
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In entrambi i casi (a-b) non si può parlare di una vera e propria esecuzione forzata (v. par. successivo),
in questo senso si parla di « attenuazione dell’obbligo ».
esecutivo) il giudice dell'esecuzione:
a) provvede a distribuire il denaro pignorato al debitore dall'ufficiale
giudiziario, oppure,
- Sia in alcuni casi in cui è la stessa legge a stabilire che alcuni crediti ricevano
soddisfazione prima di altri.
Ad esempio, secondo l'art. 189, 2° comma, i creditori della comunione tra coniugi
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L’attribuzione diretta del bene pignorato al creditore procedente sulla base di un determinato valore.
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Ha la funzione di trasformare in denaro i beni pignorati.
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Esempio: Il creditore A, che esperisce l’azione esecutiva, vanta nei confronti di Tizio un credito
di € 1000; interviene nell’esecuzione il creditore B, che vanta sempre verso Tizio un credito di €
10000. Il ricavato della vendita dei beni pignorati a Tizio viene ripartito in proporzione ai crediti
di A e di B: se il ricavato è € 110, ad A spetteranno perciò €10, mentre a B spetteranno € 100 (a
prescindere dal fatto che uno dei due crediti sia sorto prima dell’altro).
vengono preferiti ai creditori personali dei coniugi stessi, se l'esecuzione riguarda
i beni compresi nella comunione.
Sottosezione I
I privilegi, il pegno e le ipoteche
7. I PRIVILEGI.
- Tra le ipotesi nelle quali la legge prevede che alcuni crediti vengano soddisfatti
interamente prima degli altri, in caso di esecuzione sul patrimonio del debitore, vanno
annoverati i privilegi.
↓
Simile preferenza (o prelazione o poziorità) dipende dalla «causa del credito» (art.
2745), anche se non mancano ipotesi in cui la preferenza è subordinata ad altre
condizioni (come particolari forme di pubblicità, una convenzione tra le parti, o ancora
al fatto che la cosa si trovi nella disponibilità del creditore o in una particolare
situazione).
- Attraverso il pegno di cosa mobile, uno o più creditori del debitore si trovano preferiti
agli altri (c.d. «chirografari») nella distribuzione di ciò che si ricava dalla vendita di una
determinata cosa mobile di cui il debitore era titolare.
- La costituzione del pegno avviene:
1. con contratto, atto unilaterale6 o testamento,
2. e con l’acquisto del possesso in capo al creditore garantito (art. 2786)
Pegno irregolare
- Si ha quando vengono date in pegno cose fungibili (es. denaro).
- Il titolare del pegno ha sempre il diritto di ritenzione, nel senso che può rifiutare la
restituzione della cosa sino a quando non gli sia stato interamente pagato il capitale, con
gli interessi e le spese relative al debito e al pegno (art. 2794).
- Il titolare del pegno può sempre procedere alla vendita delle cose o domandare
l’assegnazione delle medesime, pur senza possedere il titolo esecutivo e senza aver
eseguito il pignoramento (artt. 2796 ss.).
9. Il pegno di crediti
- Anche il diritto di credito (non incorporato in un titolo) può costituire oggetto del pegno
(c.d. pignus nominis).
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La forma del contratto e dell'atto unilaterale è libera, tuttavia, quando il credito garantito eccede la cifra
di € 2,58, il creditore non è preferito ai chirografari, se il contratto o l'atto stesso non risultino da scrittura
con data certa nella quale siano sufficientemente determinati il credito e la cosa.
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Si veda l’approfondimento al par. 9.
- il creditore garantito deve riscuotere alla scadenza il credito ricevuto in pegno: gli viene così
riconosciuto il c.d. ius exigendi, il quale, in mancanza di adempimento spontaneo da parte del
ceduto, gli consente di agire per la condanna di questo ed eventualmente con l'esecuzione
forzata.
10. L'IPOTECA.
- Oggetto dell’ipoteca:
a) la proprietà (anche nuda) su beni immobili che sono in commercio e sulle
relative pertinenze
b) l’usufrutto sui medesimi beni
c) la superficie, il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente in enfiteusi;
d) la proprietà e l'usufrutto sulle navi, gli aeromobili e gli autoveicoli secondo le
leggi che li riguardano (art. 2810).
c) Ipoteca legale
Si ha quando è la legge stessa ad attribuire al creditore il diritto ad iscrivere ipoteca. Le
ipotesi di ipoteca legale sono tassativamente previste nell’art. 2817:
1. In caso di vendita di un bene immobile l’alienante ha ipoteca sopra gli immobili
alienati per l’adempimento degli obblighi che derivano dall’atto di alienazione.
2. I coeredi, i soci e altri condividenti hanno ipoteca a garanzia del pagamento dei
conguagli sopra i beni immobili assegnati ad altri condividenti.
3. Lo stato ha ipoteca sopra i beni dell’imputato e della persona civilmente
responsabile per il pagamento delle spese processuali.
L'ipoteca legale viene iscritta d'ufficio (ossia senza bisogno di alcuna apposita richiesta)
dal conservatore (salvo quanto previsto nell’art. 2834).
- Ogni iscrizione ipotecaria conserva il suo effetto per venti anni da quando si è
compiuta. Tuttavia, prima della scadenza, il creditore può rinnovare l’iscrizione di altri
vent’anni (v. art. 2850).
- Sullo stesso diritto immobiliare possono coesistere più iscrizioni, ognuna prende
«grado» in base alla data dell’iscrizione (l’ipoteca iscritta per prima si dice di primo
grado, ed è seguita da quella di secondo grado, di terzo etc.).
Il grado dell’ipoteca determina un ordine di preferenza tra i vari creditori ipotecari: il
creditore con ipoteca di primo grado ha diritto a soddisfarsi per primo in sede di
esecuzione, andando così a prevalere sul creditore con ipoteca di seconda grado, il quale
potrà soddisfarsi sul residuo con preferenza rispetto al creditore con ipoteca di terzo
grado, e così via.
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E’ evidente, quindi, come i creditori con grado più alto siano svantaggiati, in quanto
corrono il rischio di non veder soddisfatto il loro credito. Sono tuttavia ammessi negozi
modificativi del grado, che consentono a un creditore, che si trovi in una posizione
deteriore, di occupare la miglior posizione di altro creditore (l’avvenuto mutamento
dovrà essere annotato ex art. 2843).
B trasferisce a C il bene Y
oggetto di garanzia
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2. volontaria
si ha quando l'acquirente, non personalmente obbligato per il debito
garantito, offre con le forme stabilite all'art. 2890 di pagare ai creditori
iscritti:
a) il prezzo pattuito se l'atto di acquisto è a titolo oneroso
b) o il valore del bene da lui stesso dichiarato se l'atto è a titolo gratuito
(a condizione che non siano trascorsi più di trenta giorni dal pignoramento).
↓
Qualora l’offerta formulata dal terzo non sia gradita ai creditori, gli stessi
potranno presentare ricorso al presidente del tribunale competente per
richiedere l’espropriazione del bene alle condizioni di cui all’art. 2891.
↓
C (terzo acquirente del bene Y)
Il terzo che ha pagato i creditori iscritti (ipotesi sub a), rilasciato l’immobile
(ipotesi sub b) o sofferto l’espropriazione ha ragione d’indennità verso il
suo autore, nonché diritto di subingresso nelle ipoteche costituite a favore
del creditore soddisfatto sugli altri beni del debitore (art. 2866).
Sottosezione II
I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale
I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale sono rimedi offerti al creditore per
mantenere o ricostituire l'insieme delle attività patrimoniali dell'obbligato, che ne misura
la solvibilità.
A. L’azione surrogatoria.
Consente al creditore (anche se l'efficacia del titolo che genera l'obbligo sia rinviata alla
scadenza di un termine o all'avveramento di una condizione) di sostituirsi al debitore
che trascuri l'esercizio dei suoi diritti soggettivi e potestativi, salvo che l'esercizio stesso
non sia rimesso esclusivamente a colui al quale sono attribuiti (art. 2900 e art. 81 c.p.c.).
2. Se l'azione si dirige contro atti dispositivi successivi al sorgere del credito e a titolo
gratuito l'attore deve provare soltanto:
a) che il debitore conosceva il pregiudizio arrecato al creditore.
3. Se l'azione si dirige contro atti dispositivi successivi al sorgere del credito e a titolo
oneroso l'attore deve provare:
a) che il debitore conosceva il pregiudizio arrecato al creditore;
b) che il terzo era consapevole dello stesso pregiudizio.
A. Il sequestro conservativo.
- Col sequestro conservativo il creditore anticipa gli effetti del pignoramento, che non
può attualmente eseguire sino a quando non riesca a conseguire il titolo esecutivo.
↓
In tal modo, al creditore viene assicurato che durante il corso del procedimento
necessario per munirsi del titolo stesso, il debitore non possa diminuire le sue attività
patrimoniali, rendendo così successivamente infruttuosa in tutto o in parte l'esecuzione
forzata mediante espropriazione.
Conseguito il titolo esecutivo, il creditore vedrà poi trasformarsi (o « convertirsi », v.
art. 686 c.p.c.) il sequestro in pignoramento, potendo così procedere all'espropriazione
delle cose, anche se siano state nel frattempo alienate dal debitore a terzi
B. Opposizione al pagamento.
Con l'opposizione al pagamento il creditore, per timore che il debitore ricevuta la
prestazione da un suo debitore la occulti prima che sia possibile eseguire il
pignoramento, può intimare a quest'ultimo di non adempiere. Diversamente potrà
costringerlo a versare nuovamente quanto dovuto all'opponente.
SEZIONE III
L'ADEMPIMENTO
N.b. Quando le parti abbiano previsto invece che la liberazione avvenga sin dalla
conclusione del contratto, senza attendere il trasferimento del diritto o l'adempimento
della nuova prestazione, il patto va qualificato come novazione oggettiva.
Diversamente vige la regola romana “se non v'è termine il creditore può esigere la
prestazione immediatamente” (art. 1183, 1° comma).
In deroga a quest’ultima previsione, il termine di adempimento è stabilito dal giudice
nei casi previsti dall’art. 1183.
- Il termine si presume a favore del debitore. Tuttavia, su accordo delle parti, il termine
può essere stabilito a favore del creditore o di entrambi (si vedano gli artt. 1184,
1185, 1186).
- vi sono ipotesi nelle quali il terzo è autorizzato non soltanto a ricevere ma anche ad
esigere la prestazione, poiché il debitore non si può liberare eseguendola nei confronti
del creditore a causa dell'incapacità di lui (art. 1190).
- il pagamento in favore del creditore (c.d. apparente) o del terzo che appaiono
legittimati a riceverlo libera il debitore se dimostra la buona fede nell’esecuzione
della prestazione (art. 1189).
In questi casi nasce un obbligo del non legittimato di pagare quanto ricevuto al
creditore vero (art. 1189, 2° comma).
21. LA CAPACITÀ DELLE PARTI, LA QUIETANZA, L'IMPUTAZIONE DEL
PAGAMENTO E LE SPESE.
B. Quietanza.
Al momento in cui ricevono il pagamento, il creditore o i terzi legittimati (anche
soltanto a ricevere) devono, se il debitore lo chieda, rilasciare una dichiarazione scritta
(in forma di scrittura privata o di atto pubblico) con la quale attestino di aver ricevuto il
pagamento (c.d. quietanza, art. 1199).
SEZIONE IV
IL PAGAMENTO DELL'INDEBITO E L'ARRICCHIMENTO SENZA
CAUSA
- E’ un atto con cui taluno esegue un pagamento non dovuto, dando così luogo ad
un obbligo di restituzione.
- Può essere:
a) oggettivo.
quando il pagamento è effettuato dal debitore, ma non sussiste l'obbligo ch'egli avrebbe
inteso estinguere o questo sia successivamente venuto meno.
Salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace o indotta con l’inganno
o la minaccia, chi ha ricevuto un pagamento non dovuto non è tenuto a
restituirlo (c.d. soluti retentio) quando:
1) si giudichi che il solvens fosse tenuto ad eseguire la prestazione per un dovere
morale o sociale (art. 2034).
↓
- il dovere sociale dipende dalle circostanze di tempo e di luogo in cui
viene effettuata la prestazione.
- il dovere morale invece fa appello a un sistema etico immutabile.
Chiunque, senza giusta causa, si è arricchito a danno di altri è tenuto, nei limiti
dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultimo della correlativa diminuzione
patrimoniale, purché lo spostamento patrimoniale non sia fondato su un titolo
giuridico invalido o inefficace8 (art. 2041).
↓
- l'originarsi dell'obbligo è impedito dalla prova che l'attività prestata
dall'impoverito non era stata né richiesta né comunque accettata dalla controparte.
SEZIONE V
LA MORA DEL CREDITORE
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In quest’ultima ipotesi la restituzione di quanto versato sarebbe pur sempre possibile secondo le norme
sull'indebito.
27. GLI EFFETTI DELLA MORA E LA LIBERAZIONE DEL
DEBITORE.
Gli effetti della mora sono di tre ordini (art. 1207, 1° e 2° comma):
a) il rischio che la prestazione divenga impossibile per causa non
imputabile al debitore grava sul creditore;
b) gli interessi (se si tratta di prestazione pecuniaria) e i frutti della cosa
non percepiti dal debitore non sono dovuti;
c) il debitore ha diritto al risarcimento del danno prodotto dalla mancata
cooperazione del creditore e al rimborso delle spese di custodia e
mantenimento della cosa.
Deposito
Salvo che la prestazione consista nel facere o nel consegnare un immobile, il
debitore può procedere, se lo ritiene, al «deposito» delle cose nel rispetto del
procedimento previsto dall’art. 1212.
Dal momento in cui la cosa è stata depositata, il debitore non la può più
conseguire ma è liberato dall'obbligo (art. 1210, 2° comma).
SEZIONE VI
I MODI DI ESTINZIONE DIVERSI DALL'ADEMPIMENTO
b) La rinunzia al credito.
Si ha quando il creditore dismette la titolarità del proprio credito, senza tuttavia
dichiararlo all'obbligato. Questi potrà in qualunque momento eseguire la
prestazione, persino quando fosse trascorso il periodo di prescrizione.
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Esempio: l'obbligo di pagare una somma quale prezzo di acquisto viene sostituito dall'obbligo di
pagarlo quale canone di locazione.
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Esempio: in luogo di pagare una somma mi obbligo a fare qualcosa per il creditore.
sufficiente desumere tale intenzione da fatti concludenti (c.d. «animus novandi»)
(art. 1230, 2° comma).
31. LA COMPENSAZIONE.
Quando due persone sono obbligate reciprocamente, cioè l'una nei confronti
dell'altra, i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti: si parla in tali
casi di «compensazione» (art. 1241).
↓
- Entrambi i debiti devono avere le seguenti caratteristiche (art. 1243):
1. l’oggetto deve consistere in una somma di danaro o una quantità di cose
fungibili dello stesso genere;
2. devono essere liquidi, cioè il loro ammontare deve essere determinato
direttamente in denaro o come risultato di un calcolo aritmetico;
3. devono essere esigibili, cioè non vi sia un termine di adempimento o
questo sia scaduto;
4. infine, i debiti devono risultare da un titolo certo, perché non sottoposto a
condizione sospensiva.
2. Giudiziale.
- su sentenza del giudice quando il debito opposto in compensazione ha le
caratteristiche stabilite ai nn. 1, 3 e 4, ma è illiquido.
- Gli effetti si producono dal momento della sentenza o del provvedimento
che liquida (anche provvisoriamente) il debito.
3. Volontaria.
- Opera in seguito ad un contratto. Almeno uno dei debiti deve essere
privo delle caratteristiche indicate dai nn. 1 a 4 (art. 1252), poiché
diversamente essi si estinguerebbero ope legis.
- L'individuazione del momento in cui si produce l'effetto estintivo
dipende da quanto le parti stabiliscano nel contratto.
- L'art. 1246 elenca alcuni crediti che non si estinguono per compensazione.
SEZIONE VII
LA SUCCESSIONE NEL DEBITO E LA NOVAZIONE SOGGETTIVA
32. LA NOZIONE.
- Il debito può essere trasferito mortis causa o per atto tra vivi.
Nella novazione soggettiva passiva (o novazione del debito) nasce invece in capo
al terzo un nuovo obbligo, che potrà aver contenuto identico a quello dovuto dal
debitore, ma sarà originato da un'altra fonte (appunto il contratto novativo) e da
questa sarà quindi regolato.
Il codice rinvia per la disciplina alle norme contenute nel capo VI, del titolo I,
dedicato alle obbligazioni in generale, ove si disciplinano la delegazione,
l'espromissione e l'accollo (liberatori).
SEZIONE VIII
LA DELEGAZIONE, L'ESPROMISSIONE E L'ACCOLLO
34. L'ESPROMISSIONE.
35. L'ACCOLLO.
- Il creditore è terzo rispetto alla stipulazione, per questo si dice che l’accollo ha
la natura giuridica di contratto a favore di terzo.
2. Interno
nelle ipotesi nelle quali il creditore non aderisce all'accollo oppure per
quelle in cui l'accollante e l'accollato non attribuiscono alcun effetto
giuridico al creditore.
- La cessione può avvenire a causa di morte o per atto tra vivi, a titolo oneroso
o gratuito.
- Non è necessario che il debitore (ceduto) consenta alla cessione, posto che per
lui dovrebbe rivelarsi indifferente pagare al creditore originario (cedente) o a
quello subentrato a lui (cessionario).
Tuttavia, il debitore (ceduto) che paga al cedente non è liberato, se il cessionario
prova che il ceduto era a conoscenza della cessione (art. 1264, 2° comma).
↓
Per evitare il rischio di non riuscire a dare una simile prova, chi acquista il credito
può:
far dichiarare al debitore di essere a conoscenza della cessione,
oppure, può ricorrere alla notificazione della cessione (art. 1264,
1°comma)
- Il ceduto può opporre al cessionario tutte le eccezioni che avrebbe potuto far
valere contro il cedente, salvo quanto previsto dall’art. 1248.
prevale chi tra essi ha stipulato per primo l'atto di cessione, se non vi sia
stata notificazione della cessione al debitore con atto avente data certa o
accettazione con data certa da parte di questo.
SEZIONE X
ALCUNE SPECIE DI OBBLIGAZIONI
Sottosezione I
Le obbligazioni soggettivamente complesse
38. LA NOZIONE.
- Il debitore in solido che ha pagato il debito per intero, oltre che essere
surrogato legalmente nel debito, ha un credito (detto di «regresso») contro gli
altri coobbligati (art. 1299)
Analogamente, il creditore che ha ricevuto l'intero (e non ha regresso) è
obbligato a versare la quota agli altri concreditori.
↓
In entrambi i casi le quote si presumono uguali (art. 1298, 2° comma). Tale regola
non vale se il debito sia stato contratto nell'interesse esclusivo di uno dei
concreditori o dei condebitori in solido.
Sottosezione II
Le obbligazioni con prestazioni divisibili e indivisibili
39. LA NOZIONE.
Sottosezione III
Le obbligazioni oggettivamente complesse
40. LA NOZIONE.
- Possono essere:
a) cumulative se il debitore è tenuto a adempiere tutte le differenti
prestazioni dovute.
b) alternative (o disgiuntive) quando il debitore si libera eseguendo una
sola prestazione, anche se non può costringere il creditore a ricevere parte
dell'una e parte dell'altra (art. 1285).
Sottosezione IV
Le obbligazioni pecuniarie
41. LA NOZIONE.
- Sono quelle obbligazioni che hanno ad oggetto somme di denaro. Data la loro
importanza ad esse è dedicata un’intera sezione del codice (artt. 1277 e ss.)
- La crescita dei prezzi comporta che la stessa somma di denaro misuri, nel
tempo, valori economici mutevoli.
Tuttavia, l’esecuzione delle prestazioni pecuniarie è governata dal c.d. principio
nominalistico (art. 1277) (salvo quanto disposto dagli artt. 1278 ss.): i debiti
pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del
pagamento e per il suo valore nominale (indipendentemente, quindi, dal potere di
acquisto).
Ciò significa che il debitore dovrà sempre la stessa quantità nominale di denaro,
prescindendo dalle modifiche del suo valore dovute a un mutato potere di
acquisto.
↓
Tale principio si applica soltanto ai debiti di valuta (per i quali la quantità di
denaro dovuta è predeterminata). Restano invece esclusi i debiti di valore12 (per i
quali la prestazione dovuta è determinata in funzione del potere d’acquisto della
moneta stessa). In quest’ultimo caso si applica il principio c.d. valoristico.
- Merita ricordare, infine, che l'art. 49 del d.lgs. 21 novembre 2007, n. 231, al fine
di prevenire il riciclaggio, vieta il « trasferimento di denaro contante (...) quando
il valore oggetto del trasferimento è complessivamente pari o superiore a € 1.000
», stabilendo che quel trasferimento debba essere effettuato attraverso banche,
istituti di moneta elettronica o Poste Italiane S.p.A.
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Un tipico esempio di obbligazione di valore è dato dalla prestazione di risarcimento del danno, in cui il
denaro svolge la funzione di misura della perdita subita dalla vittima.
- Gli interessi che il creditore riceve sulla somma capitale dovuta dal debitore
come corrispettivo del godimento che ne abbia avuto (c.d. interessi corrispettivi)
sono dovuti automaticamente quando il credito sia liquido ed esigibile, salvo
diversamente stabilito dal titolo o dalla legge (art. 1282).
SEZIONE XI
L'INADEMPIMENTO
- Il danno comprende:
a) una componente patrimoniale
- pari alla differenza tra il valore effettivo del patrimonio del
debitore dopo l'inadempimento e il valore presunto se la
prestazione fosse stata esattamente adempiuta.
- a sua volta il danno patrimoniale può essere distinto (ex art.
1223) in:
a) danno emergente, consiste diminuzione economica del
patrimonio provocata dall'inadempimento (perdita subita).
b) lucro cessante, ossia l'incremento mancato del patrimonio
stesso (mancato guadagno).
- L'art. 1223 specifica che le componenti del danno (danno emergente, lucro
cessante) son risarcibili soltanto se sono «conseguenza immediata e diretta»
dell’inadempimento o del ritardo.
Il legislatore è tuttavia intervenuto ponendo alcuni limiti alle pretese risarcitorie
del creditore (v. riquadro seguente).
Danni risarcibili
- Se l’inadempimento o il ritardo non dipende da dolo del debitore il risarcimento
è limitato al danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l’obbligazione
(art. 1225).
Il d.lgs. 9 ottobre 2002, n. 231, come modificato dal d. lgs. 9 novembre 2012, n.
192 (di recepimento della dir. 2011/7/UE) prevede una speciale disciplina quanto
al risarcimento del danno per l’inadempimento delle obbligazioni pecuniarie
derivanti da transazioni commerciali che:
a) comportino in via esclusiva o prevalente, la consegna di merci o la
prestazione di servizi, contro il pagamento del prezzo;
b) siano stipulati tra imprenditori (v. artt. 2082 e 2083) o tra imprenditori e
pubbliche amministrazioni.
↓
In tali casi infatti il creditore ha diritto, senza richiesta o intimazione alcuna, alla
corresponsione degli interessi dal giorno successivo alla scadenza del termine
per il pagamento (art. 4, 1° comma, d. lgs. cit.).