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-L'ipoteca si costituisce mediante l'iscrizione nei registri immobiliari (pubblicità
costitutiva). Il pegno, invece, si costituisce senza formalità mediante la consegna della
cosa, o del documento che la rappresenta, al creditore o ad un terzo destinato a
custodirla (2786 c.c.); lo spossessamento, che così si ottiene, garantisce che il pegno
svolga la sua funzione e assume contestualmente valenza pubblicitaria. Pegno e ipoteca,
a differenza del privilegio possono, inoltre, avere ad oggetto anche il bene di un terzo
estraneo all'obbligazione principale.
-Ipoteca e pegno si distinguono, poi, in relazione all'oggetto su cui ricadono: l'ipoteca
può essere costituita su beni immobili, taluni diritti reali immobiliari (usufrutto,
superficie e enfiteusi), beni mobili registrati e rendite dello Stato (art.2810 c.c.), invece,
il pegno ha ad oggetto beni mobili non registrati, universalità di mobili e crediti (2784
c.c.).
In particolare il pegno regolare e irregolare.
Pegno regolare: artt. 1997 e 2784 c.c.: caratteristiche in sintesi
-Il pegno è un diritto reale di garanzia avente la funzione di garantire il soddisfacimento
di un credito
-Ha ad oggetto beni mobili, universalità di mobili (es. azienda), crediti, e altri diritti
aventi ad oggetto beni mobili (es. usufrutto o nuda proprietà su bene mobile).
-In caso di inadempimento il creditore pignoratizio ha diritto di soddisfarsi sul bene
oggetto del pegno con preferenza rispetto agli altri creditori, anche se la cosa sia passata
in proprietà di terzi.
- La costituzione del pegno avviene con la consegna della cosa al creditore o ad un
terzo.
-Il contratto deve avere la forma scritta ed ha natura di diritto reale su cosa altrui.
-Il contratto ha natura di contratto reale: il debitore resta proprietario del bene, ma il
possesso del bene passa al creditore nella ipoteca che pure costituisce una garanzia
reale, ma su bene immobile, il possesso resta al debitore).
Art. 1851 c.c. Pegno irregolare a garanzia di anticipazione: Se, a garanzia di uno o più
crediti, sono vincolati depositi di danaro, merci o titoli che non siano stati individuati o
per i quali sia stata conferita alla banca la facoltà di disporre, la banca deve restituire
solo la somma o la parte delle merci o dei titoli che eccedono l'ammontare dei crediti
garantiti. L'eccedenza è determinata in relazione al valore delle merci o dei titoli al
tempo della scadenza dei crediti.
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Tale norma, riferita all’anticipazione bancaria, costituisce la regola generale per ogni
altra ipotesi di pegno irregolare.
Definizione: è un negozio giuridico con cui un soggetto(garante) consegna e attribuisce
in proprietà al creditore denaro o altri beni fungibili aventi un prezzo corrente di
mercato (merci o titoli). I beni oggetto della garanzia- denaro, bene fungibile, titoli-
passano nella mani del creditore il quale, ne acquista la proprietà. In caso di
adempimento del debitore, il creditore deve restituirgli altrettante cose dello stesso
genere e qualità, in caso di inadempimento deve restituire solo l’eccedenza determinata
in relazione al valore delle cose al momento della scadenza dei crediti (è in sostanza
un’alienazione in garanzia).
L’elemento distintivo del pegno regolare/irregolare è dato in primis dalla natura dei beni
oggetto del garanzia: infungibili o considerati in specie nel primo, fungibili o
considerati solo per genere nel secondo. Nel pegno regolare,inoltre, la consegna delle
cose attribuisce al creditore un diritto di prelazione, opponibile erga omnes, sulla
somma ricavata dalla vendita del bene dato in pegno, che resta sempre di proprietà del
debitore; nel pegno irregolare, con la consegna, il creditore diventa proprietario della
cose date in pegno, con la conseguente inutilità della procedura esecutiva.
Il contratto di costituzione del pegno irregolare ha, quindi un duplice effetto: effetto
reale, che comporta il trasferimento della proprietà delle cose consegnate al creditore e
effetto obbligatorio, assumendo il creditore l’obbligo di restituire al debitore cose dello
stesso genere o qualità in caso di puntuale adempimento .
Natura giuridica: caratterizzandosi per il “passaggio di proprietà delle cose” dal debitore
al creditore, con corrispettivo obbligo di restituzione del tantundem, la giurisprudenza
ha qualificato tale fattispecie come una datio in solutum sottoposta a condizione
risolutiva.
Pegno rotativo
Si configura quando il debitore ed il creditore si accordano per attribuire al debitore o al
terzo datore di pegno la facoltà di sostituire la cosa o le cose date in pegno con altre
di pari valore, senza, tuttavia, che ciò comporti effetti novativi rispetto alla
originaria garanzia.
La giurisprudenza tende ad ammettere la validità di tale clausola in virtù dell'autonomia
negoziale riconosciuta alle parti ex articolo 1322 comma 2 c.c., purché, però, venga
rispettata la disciplina fondamentale ed inderogabile fissata dalla legge per la valida
costituzione del pegno.
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La giurisprudenza ha individuato i requisiti di validità del cosiddetto «pegno rotativo»
(Cass. 28 maggio 1998, n. 5264):
-deve ritenersi legittimo a condizione che esso risulti da atto scritto avente data certa
(da una convenzione, cioè, che preveda espressamente un siffatto meccanismo di
sostituzione dei beni dati in pegno)
- che il bene originariamente oggetto del pegno sia stato consegnato al creditore
pignoratizio
- che il bene offerto in sostituzione abbia un valore non superiore a quello del primo.