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PARTE V: LE OBBLIGAZIONI
CAP. 18 - L’OBBLIGAZIONE
1. L’obbligazione nel sistema giuridico economico
Il termine obbligazione rimanda alla materia dei diritti di credito che presuppongono la cooperazione
con un altro soggetto per attuare il proprio diritto (invece i diritti reali sono immediati). Dunque in
questo ambito il debitore risulta obbligato a tenere un certo comportamento nei confronti del
creditore: si parla di rapporto obbligatorio proprio per sottolineare la posizione del titolare del diritto
(soggetto attivo) necessariamente connessa con quella della controparte (soggetto passivo) all’interno
del rapporto giuridico che li lega. I crediti sono entità di straordinaria importanza economica e questi
si legano al processo di materializzazione della ricchezza.
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dovute per obbligo giuridico. La prestazione di cortesia è sempre gratuita ma tali prestazioni gratuite
a volte possono formare oggetto di obbligazioni.
• come giusta causa della prestazione eseguita con il conseguente trasferimento di ricchezza dal
debitore al creditore. Il debitore, una volta eseguita, non può chiederne la restituzione
• danno al creditore il potere di azione in giudizio contro il debitore poiché se questi non paga
il creditore può rivolgersi al giudice
Le obbligazioni naturali sono definite dalla legge come doveri morali o sociali che non obbligano
legalmente il debitore e non danno al creditore un’azione a sua tutela ma hanno il potere di impedire
al debitore di ottenere la restituzione della prestazione se compiuta da lui spontaneamente (vedi debito
di gioco). L’effetto giuridico delle obbligazioni naturali è l’impossibilità di ripetere la prestazione
eseguita (ovvero chiederne la restituzione) benché chi l’ha fatta non vi fosse legalmente obbligato a
patto che la prestazione sia eseguita spontaneamente e da soggetto capace di intendere e volere.
6. Le obbligazioni complesse.
Le obbligazioni possono essere soggettivamente complesse e tale complessità può riguardare sia la
parte passiva (pluralità di debitori) ovvero attiva (più creditori). Nelle obbligazioni oggettivamente
complesse, la complessità riguarda la prestazione ovvero la loro pluralità come ad esempio per le
obbligazioni alternative e facoltative.
• Parziale: prestazione frazionata fra i diversi debitori. Si tratta di una disciplina applicabile
quando previsto dalla volontà delle parti o da norma di legge.
• Solidale: il creditore può chiedere l’intera somma ad uno qualsiasi dei condebitori. Il
pagamento di un condebitore libera tutti gli altri. Si tratta di una disciplina generale che si
applica sempre.
• creditore e condebitori: il creditore può rivolgersi a qualsiasi condebitore per ottenere l’intera
prestazione ma per accordi o casi particolari disciplinati dalla legge può succedere che egli
debba rivolgersi prima ad un determinato condebitore e se solo non lo ottenga da questi si
possa rivolgere ad un altro (beneficio di escussione). Inoltre gli effetti favorevoli per la parte
passiva giovano a tutti i condebitori mentre quelli sfavorevoli solo al condebitore direttamente
toccato dunque se il creditore rimette il debito a favore di un condebitore la remissione libera
anche tutti gli altri; la transazione fatta da un condebitore non impegna gli altri ma produce
verso di loro effetti solo se dichiarino di volerne approfittare; la rinuncia alla prescrizione non
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pregiudica gli altri condebitori mentre se un condebitore ha fatto un atto che interrompe la
prescrizione essa si ritiene interrotta verso tutti gli altri
• vari condebitori: il debito si divide. Il condebitore che ha pagato l’intero debito può chiedere
a ciascuno degli altri che gli venga rimborsata la porzione di quota (azione di regresso).
Questo non vale qualora l’obbligazione fosse stata assunta nell’interesse esclusivo di un solo
condebitore.
9. La solidarietà attiva.
Si verifica quando siano presenti una pluralità di creditori: ciascun concreditore ha diritto a chiedere
l’intera prestazione e il pagamento ottenuto libera il debitore verso tutti i creditori. Si tratta di una
ipotesi eccezionale poiché opera solo se prevista dalle parti o dalla legge.
• Contratto
• fatto illecito
• ogni altro atto o fatto considerato dalle norme idoneo a produrre obbligazioni
• la prestazione può essere eseguita da un collaboratore del debitore per suo conto (vedi
meccanico che fa riparare un’auto dai suoi dipendenti). È il debitore stesso che adempie ma
la legge prevede che venga esclusa tale ipotesi quando la prestazione sia infungibile (quando
richiede l’intervento personale del debitore)
• la prestazione può essere eseguita da un terzo per varie ragioni (vedi padre che paga debito
del figlio)
L’adempimento del terzo è efficace ed estingue l’obbligazione anche se il creditore vi si oppone. Il
creditore può rifiutare l’adempimento del terzo se ha interesse che la prestazione sia eseguita
personalmente dal debitore o se il debitore si oppone all’adempimento del terzo. Per l’adempimento
del terzo, essendo un atto volontario, è richiesta la capacità di agire. L’adempimento del terzo può
dar luogo alla surrogazione (il terzo che ha pagato o fornito il denaro per un debito altrui subentra in
luogo del creditore soddisfatto nel suo diritto verso il debitore: cambia così il soggetto attivo del
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rapporto. La surrogazione può essere volontaria e avvenire per volontà del creditore ovvero del
debitore oppure può essere legale.
6. Il termine dell’adempimento.
Se il titolo dell’obbligazione fissa il termine la prestazione deve essere eseguita entro tale scadenza
mentre se non viene indicato alcun termine l’adempimento può essere immediatamente richiesto. Se
il termine è stabilito in favore del debitore egli non può adempiere oltre ma nemmeno è tenuto ad
adempiere prima (qualora lo facesse il creditore non può rifiutare) mentre se il termine è stabilito in
favore del creditore egli può esigere la prestazione prima della scadenza mentre il debitore non può
liberarsi eseguendo l’adempimento anticipato. Se il termine è in favore di entrambi hanno diritto che
la prestazione sia eseguita non prima della scadenza e possono rifiutare un adempimento anticipato.
In mancanza di una diversa indicazione il termine si ritiene essere in favore del debitore ma se egli
incorre nella decadenza del termine se diviene insolvente o fa venire meno le garanzie il creditore
può esigere immediatamente l’adempimento. Il computo del termine segue i criteri della prescrizione.
Fino alla scadenza del termine il credito non è esigibile poiché lo diviene solo alla scadenza. Per
quanto riguarda i debiti commerciali (debiti di un’impresa o della PA verso un’altra impresa che le
ha fornito i beni o servizi) il legislatore ha affrontato il problema nel ’02 fissando i termini di
adempimento ragionevolmente brevi (30 giorni).
7. Il luogo dell’adempimento.
Se il titolo o la natura dell’obbligazione nulla dice a riguardo il criterio generale prevede che
l’obbligazione si adempia al domicilio del debitore ma può subire deroghe qualora la cosa da
consegnare sia certa e determinata da adempiersi nel luogo in cui la cosa si trovava alla nascita
dell’obbligazione ovvero quando l’obbligazione consista nel pagamento di una somma di denaro che
deve essere adempiuta presso il domicilio del creditore.
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8. L’imputazione del pagamento.
Se il debitore ha più debiti del medesimo genere ed il pagamento non basta per estinguerli tutti egli
deve definire a quali debiti esso vada riferito ovvero deve individuare il debito a cui si riferisce il
pagamento. I criteri per l’imputazione sono la scelta del debitore (quando paga ha la facoltà di
dichiarare quale debito intende soddisfare con quel pagamento) ma in mancanza di una sua scelta
soccorrono dei criteri legali che si applicano in progressione.
L’articolo sull’imputazione del pagamento dice che chi ha più debiti della medesima specie verso la
stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale
dichiarazione, il pagamento deve essere imputato al debito scaduto; tra più debiti scaduti, a quello
meno garantito; tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore; tra i più debiti
ugualmente onerosi, al più antico. Se tali criteri non soccorrono, l'imputazione è fatta
proporzionalmente ai vari debiti.
• Solenne: il debitore può avere interesse a fare il deposito che non serve a determinare gli
effetti della mora, già prodotti con l’offerta, ma determina la liberazione del debitore
dall’obbligazione. Ne può derivare un’offerta:
o reale: ossia di consegnare denaro titoli di credito o cose mobili al domicilio del
creditore
o per intimazione: ossia la consegna di cose mobili in luogo diverso dal domicilio del
creditore oppure la consegna di un immobile
• Secondo gli usi (informale.)
o per le prestazioni di fare tale offerta è sufficiente a produrre la mora del creditore
o in tutti gli altri casi occorre che il debitore faccia un deposito elle cose mettendole a
disposizione del creditore, che tale deposito venga accettato da quest’ultimo o
convalidato dal giudice
• il debitore non risponde dei danni causati dal mancato adempimento imputabile al creditore
che si è auto danneggiato
• se il debitore deve sopportare spese o subire danni a causa del mancato adempimento può
chiedere il risarcimento al creditore
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• il debitore non deve interessi o frutti della cosa da consegnare
• il rischio dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione si sposta sul creditore
Lo spostamento del rischio vale per i rapporti obbligatori a prestazioni corrispettive: se durante la
mora del creditore la prestazione diviene impossibile per causa non imputabile ad debitore questi è
liberato dall’obbligazione ma conserva il diritto alla controprestazione del creditore in suo favore. In
caso di offerta non formale gli effetti della mora si producono sono l’esonero del debitore dalla
responsabilità per i danni derivati dal mancato adempimento.
• Corrispettivi: prodotti di pieno diritto dai crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro.
Formano oggetto di un’obbligazione accessoria che nasce in modo automatico a carico del
debitore. A seconda della fonte da cui deriva la corrispondente obbligazione gli interessi
possono essere
o legali: maturano automaticamente e si calcolano in base ad un tasso legale fissato di
anno in anno dal ministro dell’economia
o convenzionali: eventualmente stabiliti dalle parti che possono fissare il tasso per
iscritto
• Moratori: interessi dovuti dal debitore che sia in ritardo nel pagamento di una somma e risulti
in mora. La funzione è quella di risarcire il creditore per un danno causatogli dal ritardo del
debitore
La giurisprudenza ha creato gli interessi compensativi utilizzati per la quantificazione del
risarcimento del danno nella responsabilità extracontrattuale. La legge limita la possibilità di
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anatocismo (interessi della somma capitale sono una somma di denaro dovuta al debitore. Tale somma
ovvero la somma degli interessi maturati può produrre a sua volta interessi?) e prevede che gli
interessi producono altri interessi solo se sono interessi scaduti, maturati per almeno sei mesi e
qualora vi sia un atto espresso diretto ad ottenerli.
• Cause satisfattive: danno al creditore qualche utilità anche se diversa da quella attesa
• Cause non satisfattive: estinguono l’obbligazione senza fornire alcuna utilità al creditore.
Le cause di estinzione dell’obbligazione diverse dall’adempimento sono: la compensazione, la
confusione, la novazione, la remissione, l’impossibilità sopravvenuta oltre alla prescrizione.
15. La compensazione
Si estinguono in questo modo le obbligazioni che due soggetti hanno reciprocamente uno verso l’altro
e per cui ciascuno è al tempo stesso debitore e creditore dell’altro. La compensazione può essere
• Legale: opera automaticamente, i due debiti si considerano estinti dal giorno stesso in cui sono
venuti a coesistere. Il giudice non può rilevare d’ufficio che la compensazione sia avvenuta.
La compensazione per avvenire deve avere per oggetto prestazioni fungibili e omogenee fra
di loro ed essere entrambi liquidi ed esigibili
• Giudiziale: opera quando uno dei due debiti non è liquido ma è di facile e pronta liquidazione
• Volontaria: opera quando i due debitori creditori si accordano per considerare estinti debiti
reciproci che non presentano le caratteristiche esaminate prima
16. La confusione.
L’obbligazione si estingue per confusione quando le qualità del creditore e del debitore si riuniscono
nella medesima persona.
17. La novazione.
Si tratta di un accordo fra creditore e debitore per sostituire un’obbligazione diversa a quella originaria
che si estingue. La nuova obbligazione deve differenziarsi da quella vecchia per oggetto e per titolo
ovvero per il requisito oggettivo. C’è un’analogia con la dazione in pagamento ma in questa non nasce
nessuna nuova obbligazione mentre qui nella novazione la nuova obbligazione è diversa da quella
estinta. Nella novazione richiede l’animus novandi ovvero la volontà di estinguere l’obbligazione
precedente in modo non equivoco. L’obbligazione nuova risulta essere collegata a quella precedente
e se questa risulta essere inesistente la novazione è senza effetto mentre se annullabile la novazione
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diviene valida solo se il debitore abbia assunto un nuovo debito pur conoscendo il difetto del titolo
originario. Abbiamo parlato di novazione oggettiva che porta all’estinzione dell’obbligazione mentre
nella novazione soggettiva l’elemento di novità riguarda la persona del debitore che si sostituisce a
quello originario che viene dunque liberato. La novazione soggettiva può derivare dalla delegazione,
dall’espromissione e dall’accollo, essa non estingue l’obbligazione ma modifica il soggetto passivo.
18. La remissione.
Si tratta di un atto con cui il creditore rinuncia al proprio credito. L’obbligazione si estingue e il
debitore risulta essere liberato. Il debitore può rifiutare la remissione comunicando al creditore di non
volerne approfittare. La restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore al
debitore è sufficiente per provare che il debito è stato rimesso invece la rinuncia del creditore alle
garanzie del credito non fa presumere la liberazione del debitore dal debito. L’interesse del creditore
alla remissione deriva da ragione a lui apprezzabile trattandosi di un atto volontario.
• Sia solo temporanea il debitore continua ad essere obbligato ad adempierla e dovrà farlo
quando essa sarà tornata ad essere possibile
• Dura tanto a lungo che il debitore non può più essere obbligato ad eseguire la prestazione o
se il creditore perde ogni interesse a riceverla l’obbligazione di estingue
• Sia parziale il debitore si libera eseguendo la prestazione parziale rimasta possibile
L’impossibilità sopravvenuta che estingue l’obbligazione è quella derivante da causa non imputabile
al debitore che risulta essere liberato da qualsiasi obbligazione tranne se costituito in mora. Se
l’impossibilità è invece imputabile al debitore egli resta obbligato verso il creditore a risarcire il
danno. Il creditore che perde la prestazione divenuta impossibile per causa non imputabile al debitore
è liberato dall’eventuale contro obbligazione ma se l’impossibilità non imputabile si verifica quando
il creditore è in mora egli ugualmente è tenuto alla controprestazione.
• Attivo: cambia la persona del creditore. Chiamata anche successione nel credito che si realizza
con la cessione di quest’ultimo ovvero con il pagamento con surrogazione
• Passivo: aggiunta o sostituzione del debitore originario con uno nuovo. Chiamata anche
successione nel debito che implica l’entrata di un nuovo debitore
La modificazione dell’obbligazione incide diversamente sull’interesse di chi rimane parte del
rapporto obbligatorio e la modificazione non richiede il consenso del debitore mentre richiede il
consenso del creditore.
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2. La cessione del credito.
Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito anche senza il consenso del debitore,
purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla
legge. Le parti possono escludere la cedibilità del credito; ma il patto non è opponibile al cessionario,
se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione.
Cedente = creditore
Cessionario = terzo
Ceduto = debitore
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6. Segue: delegazione titolata e pura, cumulativa e liberatoria.
Delegazione:
7. La delegazione di pagamento.
• Delegazione di debito: fa nascere l’obbligazione del delegato verso il delegatario ossia del
nuovo debitore verso il creditore. Delegato diviene debitore del delegatario.
• Delegazione di pagamento. Se il debitore per eseguire il pagamento ha delegato un terzo,
questi può obbligarsi verso il creditore, salvo che il debitore l’abbia vietato. Il terzo delegato
per eseguire il pagamento non è tenuto ad accettare l’incarico, ancorché sia debitore del
delegante. Sono salvi gli usi diversi. Delegato non diviene debitore del delegatario e perciò il
suo si qualifica come adempimento del terzo. Il delegante (debitore) si serve del delegato
(nuovo debitore) come mezzo per adempiere il proprio debito verso il delegatario (creditore).
Esempio è l’assegno bancario: ordine rivolto dal debitore delegante alla propria banca
delegata di fare un pagamento al creditore delegatario. Anch’essa si giustifica in base ai
rapporti di valuta e di provvista.
8. Espromissione e accollo.
Espromissione: atto del terzo (espromittente) che rivolgendosi al creditore assume su di sé
l’obbligazione che il debitore (estromesso) ha verso il creditore (espromissario). L’assunzione del
debito avviene per iniziativa spontanea del terzo che si obbliga. Il debitore rimane coobbligato in
solido con l’espromittente (cumulativa) tranne che il creditore dichiari di liberarlo (liberatoria) nel
qual caso rimane obbligato solo l’espromittente.
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Le eccezioni:
• le espromissioni relative ai rapporti fra espromittente e debitore originario non sono opponibili
• le espromissioni relative ai rapporti fra debitore originario e creditore sono opponibili
L’accollo è l’accordo fra debitore e terzo per effetto del quale il terzo (accollante) si assume un debito
che il debitore (accollato) ha verso il creditore (accollatario).
L’accollo può essere:
• Interno: creditore rimane estraneo, l’impegno assunto dall’accollante può sempre essere
revocato
• Esterno: creditore aderisce all’accordo fra debitore e terzo, l’impegno dell’accollante non può
essere revocato
L’accollo inoltre può essere
• Cumulativo: debitore originario non viene liberato ma rimane obbligato in solido con
l’accollante
• Liberatorio: debitore originario viene liberato e unico obbligato rimane l’accollante. Si
verifica se il creditore dichiara espressamente di liberare il debitore originario oppure se la
liberazione del debitore originario è una previsione espressa dell’accordo di accollo.
Il terzo rimane obbligato nei limiti in cui ha assunto il debito.
• Estinzione delle garanzie annesse al credito (liberazione del debitore originario salvo che egli
consenta di mantenerle)
• Eventuale invalidità della nuova obbligazione (rivive dunque la vecchia obbligazione del
debitore originario)
• Eventuale insolvenza del nuovo debitore (non fa rivivere la vecchia obbligazione del vecchio
debitore salvo che il creditore ne avesse fatto espressa richiesta o che l’insolvenza preesistesse
all’assunzione del debito)
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su di lui il risarcimento. La legge tiene conto di ciò e predispone che la responsabilità possa essere
concepita come funzione:
• Punitiva nei confronti del debitore inadempiente (tende a nascere a suo carico solo quando
l’inadempimento dipende da una condotta riprovevole del debitore stesso)
• Di garanzia dell’interesse del creditore (debitore ha un trattamento più severo perché può
essere obbligato a risarcire anche se egli non è riprovevole)
La responsabilità per inadempimento è di regola contrattuale poiché la maggior parte delle
obbligazioni deriva da contratto ma non si esaurisce in tale fonte.
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esercitata al fine di stabilire il grado di diligenza da tenersi. Esistono criteri di diligenza diversi a
seconda del tipo di prestazione dovuta.
La colpa può essere:
• Ordinaria o lieve: violazione dell’ordinaria diligenza ossia quella media del buon
professionista
• Grave: inosservanza dei livelli minimi di attenzione prudenza e competenza ossia si tratta di
disattenzione o trascuratezza più imperdonabili
La distinzione dei gradi della colpa è importante perché la legge stabilisce da quale può discendere
responsabilità: essa scatta solo se l’inadempimento del debitore dipende da colpa grave.
10. Il dolo.
Il dolo si riferisce alla coscienza e volontà di danneggiare qualcuno. Esso si verifica anche quando
non è direttamente dovuto ma bensì previsto ed accettato come possibile conseguenza del proprio
comportamento (dolo eventuale). Si tratta di un comportamento più riprovevole della colpa ed in certi
casi il debitore responsabile per dolo è tenuto ad un risarcimento maggiore.
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sulla colpa sia che si tratti di responsabilità oggettiva. Al concetto di caso fortuito si lega quello di
forza maggiore ossia il fatto a cui non si può resistere.
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• Criterio della causalità: il danno va risarcito solo nella misura in cui sia conseguenza
immediata e diretta dell’inadempimento
• Criterio della prevedibilità: va risarcito solo il danno che poteva essere previsto nel momento
in cui è nata l’obbligazione. Del danno imprevedibile il debitore risponde solo in caso di
inadempimento doloso
• Criterio del concorso di colpa del creditore danneggiato: quando la produzione del danno
contribuisce anche il fatto colposo del creditore insieme al comportamento del debitore. Il
risarcimento viene dunque diminuito secondo la gravità della colpa e l’entità delle
conseguenze che ne sono derivate
• Criterio dell’evitabilità del danno: il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore
avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza
• Criterio della valutazione equitativa: si tratta di un criterio residuale che si applica nei casi in
cui risulta accertato che un danno esiste ma il creditore non riesce a provarlo nel suo preciso
ammontare. Il danno viene liquidato dal giudice in modo equitativo cioè con una stima
approssimativa e di buon senso
Tali criteri si basano sul presupposto che il risarcimento debba coprire solo il danno effettivamente
sofferto dal creditore.
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• Regola del divieto di cumulo: creditore non può chiedere sia la prestazione non eseguita e sia
la penale, se la penale riguarda il ritardo essa può cumularsi al risarcimento
• Il debitore può chiedere al giudice di ridurre secondo equità l’ammontare della penale per
inadempimento parziale e quando la penale risulta essere manifestamente eccessiva
• Sono valide solo le clausole che limitano o escludono la responsabilità derivante da colpa
ordinaria ossia dal mancato rispetto della normale diligenza
• Sono vietate e dichiarate nulla le clausole che escludono o limitano la responsabilità derivante
da dolo o colpa grave oppure che escludono o limitano la responsabilità collegata alla
violazione di obblighi posti da norme di ordine pubblico
Esistono ad ogni modo delle obbligazioni per le quali la disciplina è ancora più rigorosa perché le
clausole non sono ammesse nemmeno all’interno della colpa ordinaria (vedi prestazione che mette in
gioco valori fondamentali come la vita) la legge considera inoltre con sospetto e rigore le clausole di
esonero o limitazione della responsabilità che siano contenute in contratti standard o in contratti dei
consumatori.
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