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I DIRITTI RELATIVI

Introduzione

I DIRITTI RELATIVI
I diritti relativi attribuiscono una pretesa solo nei confronti di determinati soggetti. La categoria comprende posizioni
giuridiche garantite direttamente e primariamente verso uno o più soggetti determinati. Rientrano tra tali situazioni
giuridiche i diritti di credito, che si caratterizzano come specifica pretesa verso una persona determinata:
attribuiscono cioè il diritto a pretendere uno specifico comportamento da un determinato soggetto.

Il rapporto obbligazionario
NOZIONE
Il Rapporto obbligatorio consiste in un vincolo tra due soggetti in virtù del quale uno di essi, detto debitore è tenuto a
eseguire una specifica prestazione a favore dell'altro detto creditore. L'una posizione si denomina credito l'altro
debito o obbligazione. Si tratta di un rapporto giuridico nel quale la situazione passiva è speculare alla situazione
attiva e le è funzionale: è diretta cioè a soddisfare l'interesse soggettivo ad essa sottostante. Il creditore ha bisogno
della cooperazione altrui, la pretesa potrà essere avanzata solo nei confronti di coloro che per legge o per contratto
hanno una specifica obbligazione in tal senso. In questi rapporti, assume rilievo centrale il comportamento del
debitore.

FONTI DELLE OBBLIGAZIONI


Le fonti delle obbligazioni, sono il contratto, il fatto illecito e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità
dell'ordinamento giuridico. Tra gli altri fatti o atti rientrano poi figure diverse come le promesse unilaterali.

VINCOLATIVITA' E COERCIBILITÀ
L'obbligazione si caratterizza non solo per la vincolatività o obbligatorietà del comportamento che è carattere
comune a tutte le situazioni di dovere, ma a una peculiare coercibilità, che si atteggia diversamente a seconda del tipo
di obbligazioni dedotta. Infatti dove manca un adempimento spontaneo del debitore, il creditore potrà agire in
giudizio per far valere la sua pretesa chiedendo l'esecuzione forzata: in alcuni essa non potrà essere praticata in
quanto si tratta di un fare infungibile. In questi casi è possibile chiedere l'esecuzione per equivalente cioè un risultato
economico equivalente alla prestazione ineseguita. Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti
i suoi beni, presenti e futuri, in breve il patrimonio dell'obbligato rappresenta una garanzia per il creditore. Sono
obblighi naturali quegli obblighi che nascono sul terreno dei doveri morali o sociali e che per la loro rilevanza si
distinguono dai semplici doveri di cortesia.

Gli elementi del rapporto obbligazionario A) l'oggetto

LA PRESTAZIONE
L'oggetto del rapporto giuridico è costituito dalla prestazione del debitore, specificatamente:
1. L'attività che egli è obbligato a svolgere (curare un malato),
2. Il risultato che è tenuto a conseguire per l'interesse creditorio
L'impostazione classica articola ulteriormente tale distinzione precisando che la prestazione può consistere in:
· Dare, cioè consegna di un bene o il trasferimento di un diritto. Al riguardo è importante la distinzione tra
obbligazioni generiche e obbligazioni specifiche
· Fare cioè un'attività materiale o giuridica, si ricomprende tra le obbligazioni di fare anche le obbligazioni di
contrarre cioè di stipulare un contratto
· Non fare, cioè un comportamento omissivo. tipici esempi sono l'obbligo di non fare concorrenza

PATRIMONIALITA' DELLA PRESTAZIONE E INTERESSE DEL CREDITORE


Carattere distintivo della prestazione è la patrimonialità: deve essere cioè suscettibile di valutazione economica; la
patrimonialità viene ormai riconosciuta come segno di riconoscibilità di un'obbligazione in senso tecnico, non come
requisito di giuridicità dell'impegno. Il carattere giuridico o sociale di un obbligo va dedotto anzitutto dalla sua fonte
e prescinde dalla patrimonialità. L'interesse è l'elemento necessario del rapporto e risponde all'esigenza di garantire la
meritevolezza degli scopi perseguiti tramite i vincoli giuridici: se l'obbligazione non corrisponde a un interesse
socialmente apprezzabile, l'obbligazione è nulla.

ALTRI CARATTERI DELLA PRESTAZIONE


La prestazione deve essere possibile, lecita, determinata o determinabile. La prestazione è possibile quando l'impiego
della diligenza richiesta per legge o per contratto, consentirebbe astrattamente, a un qualsiasi debitore, di adempiere.
La prestazione è lecita quando non urta contro norme imperative, l'ordine pubblico o il buon costume. La prestazione
è determinata quando fissata nei suoi estremi qualitativi e quantitativi: è sufficiente comunque che la prestazione sia
determinabile, siano fissati cioè, dalla legge o dalle parti, i criteri per la sua determinazione

PARTICOLARI TIPI DI OBBLIGAZIONI


Le distinzioni tra obbligazioni di fare è quella fra prestazioni fungibili nelle quali è indifferente che ad adempiere sia
il debitore o un terzo e prestazioni infugibili, nelle quali venendo in considerazioni qualità personali del debitore, egli
deve adempiere personalmente (1180) Tipicamente fungibile è la prestazione di denaro, mentre infungibile è la
prestazione del professionista e dell'artigiano (2232)

LE OBBLIGAZIONI PECUNIARIE. IL DENARO


Le obbligazioni pecuniarie sono obbligazioni che hanno per oggetto una somma di denaro, tre sono le funzioni del
denaro:
1. Esso costituisce un mezzo di scambio per beni e servizi;
2. Unità di misura dei valori
3. Costituisce infine una riserva di Liquidità o capitale

DENARO E MONETA. IL NOMINALISMO VALUTARIO


E’ regola generale al riguardo il principio nominalistico, quale irrilevanza delle variazioni del potere di acquisto della
moneta tra il momento della nascita dell'obbligazione e quello scadente. In ordine al principio nominalistico occorre
propriamente distinguere un nominalismo valutario e un nominalismo del rapporto obbligatorio. il primo dispone che
i debiti peculiari si estinguono con moneta avente corso legale nello stato al tempo del pagamento, inoltre il debitore
è tenuto ad adempiere con moneta contante, egli quindi non può senza il consenso del creditore adempiere tramite
titolo di credito.

L'INTRODUZIONE DELL'EURO
Il nuovo sistema monetario europeo non ha modificato tali regole, ma ha solo sostituito Euro in lire, quale moneta
avente corso legale nello stato a partire dal 1 gennaio 2002.

IL NOMINALISMO DEL RAPPORTO OBBLIGAZIONARIO


Il nominalismo del rapporto obbligazionario, fa riferimento propriamente al potere d'acquisto della moneta e dispone
la validità del pagamento, effettuato con moneta legale e per il suo valore nominale. Pertanto se il debito era fissato a
1000 Euro il debitore si libera pagando 1000 Euro, anche se nel frattempo la moneta si è fortemente svalutata. Tale
regola peraltro è derogabile dalle parti che possono pattuire apposite clausole volte a rivalutare la somma dovuta o ad
agganciarla a determinati parametri come per esempio la clausola oro. Si ha debito di valuta quando l'obbligazione è
determinata fin dall'origine con riferimento a una certa quantità di denaro. Si ha un debito di valore quando
l'obbligazione, è determinata con riferimento a un valore economico diverso dal denaro. Tipiche obbligazioni di
valore sono le obbligazioni risarcitorie e quelle indennitarie.

GLI INTERESSI
Gli interessi sono una obbligazione pecuniaria accessoria a un principale avente oggetto un somma di denaro. Essi
consistono in una somma ulteriore che si aggiunge al capitale, determinata in misura percentuale e in relazione al
tempo. In quanto obbligazione accessoria segue le sorti della principale. É opportuno distinguere tre profili generali:
funzione, fonte, saggio degli interessi. Quanto agli interessi hanno natura compositiva, svolgendo funzione
compensativa e risarcitoria.
La funzione compensativa si ricollega alla natura del denaro che è bene fruttifero per eccellenza, e indica che gli
interessi rappresentano il compenso dovuto per il godimento del denaro. Tali interessi sono detti corrispettivi, che
cioè rappresentano i frutti del capitale.
La funzione risarcitiva, svolta dagli interessi moratori e profondamente diversa, servendo a risarcire il danno per il
ritardo nell'adempimento di obblighi peculiari.

FONTE E SAGGIO DEGLI INTERESSI


Quanto alla fonte degli interessi si distinguono interessi convenzionali e legali.
Gli interessi convenzionali sono quelli che trovano fonte in un apposito accordo tra le parti fermi restando i divieti di
legge.
Quanto agli interessi legali i crediti pecuniari liquidi ed esigibili producono interessi di pieno diritto. Sono liquidi i
debiti determinati nel loro ammontare o agevolmente determinabili con mere operazioni aritmetiche. Sono esigibili i
crediti non sottoposti a termine o il cui termine è scaduto. Su tutti i crediti liquidi e esigibili decorrono interessi di
pieno diritto e cioè senza che occorra un ulteriore specifica previsione o negoziazione. Negli altri casi, saranno dovuti
interessi solo in presenza di esplicita disposizione di legge o usi normativi. Quanto al saggio degli interessi la misura
è attualmente del 3,5% in ragione dell'anno sia per gli interessi legali sia per quelli convenzionali, salvo che le parti
abbiano diversamente disposto, la pattuizione di un saggio superiore richiede però a pena di nullità l'adozione della
forma scritta: in mancanza della quale gli interessi sono dovuti in misura legale. Rimane invece vietata la pattuizione
di interessi usurari. Sono definiti Usurari gli interessi che rispetto al tasso medio lo superano per il 50%. Il saggio
usurario di interesse oltre alle pesanti sanzioni, rende nulla la relativa pattuizione, ma fa venir meno anche l'obbligo
di pagare qualsiasi interesse anche quello legale.

LE OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE
Si dicono alternative le obbligazioni in cui sono dedotte duo o più prestazioni, ma il debitore si libera eseguendone
una sola. Si tratta perciò di obbligazioni unica a contenuto determinabile, e la determinazione avviene con la scelta
che di norma spetta al debitore. Da queste obbligazioni si distinguono quelle facoltative, qui è dovuta una sola
prestazione, ma il debitore ha la facoltà di liberarsene eseguendone un'altra.

I soggetti delle obbligazioni

I SOGGETTI DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO


I soggetti del rapporto obbligazionario sono titolari di posizioni giuridiche di debito e di credito. I soggetti devono
essere almeno due, e devono essere determinati o almeno determinabili al momento in cui sorge l'obbligazione.
Figura particolare è quella delle obbligazioni ambulatorie, così dette perché destinate a circolare. Qui può darsi una
incertezza soggettiva del titolare del rapporto, anche se in ogni momento esso è determinabile. Nelle obbligazioni
reali l'obbligo si determina in funzione della titolarità del diritto reale.

LE OBBLIGAZIONI CON PLURALITÀ DI SOGGETTI


E’ possibile che si diano obbligazioni con pluralità di soggetti sia dal lato attivo che da quello passivo: obbligazioni
plurisoggettive o soggettivamente complesse. É possibile che il contratto sia stipulato fra due o più soggetti o che il
fatto dannoso sia imputabile a più persone. quindi chiamiamo plurisoggettive le obbligazioni in cui più debitori sono
obbligati, o più creditori hanno diritto, alla medesima prestazione. Questo schema generale della pluralità dei soggetti
dell'obbligazione può dar luogo a figure diverse, tra cui abbiamo quelle solidali, parziali e indivisibili

LE OBBLIGAZIONI SOLIDALI
Si dicono solidali passive le obbligazioni in cui ciascuno dei condebitori è obbligato a pagare l'intero e l'adempimento
di uno libera l'altro. Si dicono solidali attive le obbligazioni in cui ciascuno dei creditori può pretendere il pagamento
dell'intero prezzo; il corresponsabile del fatto dannoso è obbligato a risarcire tutto il danno. L'adempimento
conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori. Requisito o presupposti perché si abbia
un'obbligazione solidale sono, a parte la pluralità dei soggetti:
· L'unicità della prestazione
· L'unicità della causa o fonte dell'obbligazione.
In presenza di tali estremi si avrà automaticamente il vincolo solidale dal lato passivo. La solidarietà attiva necessita
di apposita previsione.

L'OBBLIGAZIONE PARZIALE
Esse sono l'esatto contrario delle obbligazioni solidali: ciascuno dei debitori deve, e ciascuno dei creditori può
pretendere, soltanto la propria parte della prestazione; ne sono esempi i crediti o i debiti ereditari. Ma molte volte
accade che l'obbligazione pure se parziale rappresenti una prestazione indivisibile. In tal caso ciascuno dei debitori
non può liberarsi prestando solo la propria quota. Il codice designa tali obbligazioni come indivisibili, definendole
come obbligazioni parziarie che hanno per oggetto una cosa o un fatto non suscettibile a divisioni in questo caso vale
la normativa relativa alle obbligazioni solidali.

Circolazione delle obbligazioni

INTRODUZIONE
Possono trasferirsi anche i diritti di credito e il loro modo d'acquisto è a titolo originario e a titolo derivativo, nelle
obbligazioni tuttavia il primo modo d'acquisto trova spazio esclusivamente con riguardo ai titoli di credito, in cui la
prestazione è incorporata in un bene mobile. Al di fuori ditale ipotesi la circolazione delle obbligazioni si ha a titolo
derivativo tramite una successione derivativo traslativa da un soggetto a un altro. In particolare le ipotesi di
modificazione nel lato attivo del rapporto obbligazionario danno luogo a fenomeni di vera e propria successione nello
stesso rapporto, le modificazioni dal lato passivo possono dar luogo a fenomeni diversi: una successione vera è
propria, una notazione che estingue il vecchio debito o l'aggiunta di una nuova obbligazione e di un nuovo debitore

LE MODIFICAZIONI DEL LATO ATTIVO


Le modificazioni del lato attivo danno luogo a una successione nel credito, e cioè a situazioni in cui al creditore
originario subentra un nuovo creditore, tale effetto si realizza anzitutto con la cessione del credito, ma anche nella
surrogazione e nella delegazione attiva. L’effetto si realizza anche nell'ambito di vicende di più vasta portata che
comportano il subentrare di un soggetto in una più ampia situazione giuridica altrui. Così avviene nella successione
per causa di morte e nella fusione tra società e nella cessione dell'azienda. Il trasferimento del credito non richiede il
consenso del debitore, essendo per lui indifferente

LA CESSIONE DEL CREDITO


La cessione di un credito consiste nel trasferimento di un credito dal creditore originale a un nuovo creditore. É
importante sottolineare come la cessazione non sia un contratto ma il possibile oggetto di un contratto. Inoltre posso
cedere un credito per estinguere un mio debito verso il cessionario: si avrà un contratto solutario. La cessazione non
richiede forma particolare, salvo quella eventualmente necessaria per i contratti nel quale si inserisce. Non tutti i
crediti sono cedibili. V'è un'incedibilità oggettiva dipendente dal tipo di credito che abbia carattere strettamente
personale.

EFFETTI DELLA CESSIONE


Concluso l'accordo di cessione, il credito si trasferisce al cessionario con effetto immediato unitamente agli accessori
del credito la posizione debitoria rimane immutata. La cessione non richiede il consenso del debitore e necessario che
egli ne sia informato per evitare che ignorandola paghi al vecchio creditore. La cessione ha effetto nei riguardi del
ceduto quando gli è stata notificata, il debitore che paghi al cedente non è libero. La notificazione inoltre ha il
compito di risolvere il conflitto tra più cessionari di un medesimo credito prevale la cessione notificata o accettata per
prima dal debitore.

LE GARANZIE DELLA CESSIONE


La garanzia che il cedente è tenuto a fornire al cessionario si configura diversamente in relazione alla causa della
cessione: essa ricalca la disciplina in tema di vendita e di donazione nei casi di cessione onerosa o gratuita. Se la
cessione è a titolo oneroso il cedente deve garantire per legge soltanto l'esistenza del credito, non anche la solvenza
del ceduto. In buona sostanza egli risponderà nei limiti in cui il venditore risponde per la mancanza di titolarietà.

CESSIONE PRO SOLVENDO E CESSIONE PRO SOLUTO


La regola pro solvendo riguarda una particolare ipotesi cioè quella della cessione solutaria. Secondo tale regola in
caso di cessione di un credito in luogo dell'adempimento la cessione s'intende fatta per pagare, appunto pro solvendo
e perciò la vecchia obbligazione si estingue solo con l'effettiva riscossione del credito ceduto. É possibile però che le
parti abbiano espressamente convenuto che la cessione sia fatta in pagamento cioè pro soluto in tal caso
l'obbligazione si estinguerà immediatamente per effetto dell'accordo di cessione rimanendo indifferente che il credito
ceduto sia poi pagato o no

LA MODIFICA DEL LATO PASSIVO


Le modificazioni del lato passivo possono aversi o per successione in un più ampio rapporto ovvero in relazione a
tipiche figure negoziali (delegazione, espromissione, accollo). Il principio generale è quello che senza il consenso del
creditore, è possibile solo associare un nuovo soggetto nel vincolo obbligatorio, aggiungere cioè un nuovo debitore,
accanto al debitore originale.

LA DELEGAZIONE DI PAGAMENTO
La delegazione è l'incarico che il soggetto (delegante) da a un'altro soggetto delegato di pagare. L'ipotesi più
frequente è quella in cui un soggetto A è contemporaneamente creditore di B e debitore di C. In questo caso A può
utilizzare il credito che vanta nei confronti di B per adempiere il debito verso C. Tramite l'istituto della delegazione
che significa incaricare. Il delegato non è tenuto ad accettare l'incarico.

LA DELEGAZIONE DI DEBITO
La delegazione di debito riprende lo schema già visto, ma se ne differenzia perché il delegante incarica il delegato di
promettere un pagamento e cioè di assumere un'obbligazione verso il delegatario. Il delegante invita il delegato ad
obligarsi verso altre persone, ma il delegato non è tenuto ad accettare l'incarico. Se accetta, il delegato effettuerà la
promessa al delegatario, rimanendo così obbligato verso di esso, ma tale promessa non libera il delegante salvo che il
delegatario consente espressamente di liberare il delegante.

L'ESPROMISSIONE
L'espromissione è un contratto fra il venditore e un terzo. In base a tale accordo il terzo senza delegazione del
debitore, ne assume il debito verso il creditore. La caratteristica di questa situazione è l'iniziativa del terzo che
interviene senza incarico da parte di terzi. Per effetto dell'espromissione il terzo subentra nella stessa posizione del
debitore e rimane coobbligato in solido per lo stesso debito
L'ACCOLLO
É possibile infine che l'accordo per l'assunzione di un debito intercorra fra un terzo e il debitore e quanto si verifica
nell'accollo che è il contratto fra un terzo (accollante) e un debitore (accollato) in virtù del quale il primo ne assume il
debito verso il creditore. Può succedere che si abbia un'accollo interno cioè quando l'accolante si accolla il debito
senza che il creditore possa pretendere nulla in caso di insolvenza, ma di norma è più frequente l'accollo esterno che
attribuisce un diritto al creditore che può aderire alla convenzione. Per effetto dell'accollo il terzo subentra nella
stessa posizione del debitore.

Adempimento delle obbligazioni

L'ESATTO ADEMPIMENTO
L'adempimento è l'esatta realizzazione della prestazione dovuta. Con l'adempimento l'obbligazione si estingue e il
debitore consegue la liberazione del vincolo obbligatorio.

DILIGENZA E BUONA FEDE


Diligenza e buona fede sono i criteri fondamentali che definiscono il comportamento dovuto dal debitore. É
importante sottolineare il carattere oggettivo del livello di diligenza richiesto, non basta che il debitore abbia
impiegato tutta la competenza e l'accortezza di cui è capace, ma se non raggiunge quella soglia della diligenza media
risulterà inadempiente. L'obbligo della buona fede impone a entrambi i soggetti del rapporto di comportarsi secondo
le regole della correttezza. Essa rappresenta un obbligo in quanto impegna entrambi le parti a salvaguardare l'altrui
interesse nei limiti in cui sia compatibile col proprio.

ESATTEZZA MATERIALE E REGOLARITÀ GIURIDICA


Quando oggetto della prestazione sia un bene, costituiscono requisito dell'esatto adempimento la sua esattezza
materiale qualitativa e quantitativa e la sua regolarità giuridica. quanto all'esattezza materiale, si devono prestare cose
di qualità non inferiore alla media e immuni da vizi che ne diminuiscono il valore. E’ possibile l'adempimento con un
bene diverso però serve l'approvazione del creditore.

TEMPO E LUOGO DELL'ADEMPIMENTO


In seguito al termine o momento temporale dell'adempimento vigono le seguenti regole:
1. Se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita, il creditore può esigerla
immediatamente.
2. Se un termine è tuttavia necessario per la natura della prestazione, esso è stabilito dal giudice ove manchi un
accordo tra le parti.
3. Spetta egualmente al giudice, su istanza dell'interessato la fissazione del termine che sia rimesso alla
discrezionalità del debitore o del creditore.
4. Quando il termine è fissato esso si presume a favore del debitore per consentirgli di prepararsi all'adempimento.
5. Il debitore decade dal beneficio del termine ove sia divenuto insolvente ovvero non abbia dato o mantenuto
garanzie che aveva promesso.
Il luogo di adempimento è anzitutto determinato dal titolo, dagli usi o dalla natura della prestazione; l'obbligazione
pecuniaria va pagata al domicilio del creditore.

LEGITTIMAZIONE AD ADEMPIERE
Obbligato ad adempiere è il debitore, ma legittimato ad adempiere è anche qualsiasi terzo, e cioè qualsiasi soggetto
che ritenga di avervi interesse. Il creditore non può rifiutare tale adempimento e il debitore non potrà opporsi a tale
intervento. L'adempimento del terzo va tenuto distinto dall'adempimento per mezzo del terzo. Il primo è
caratterizzato dalla spontaneità dell'intervento e il terzo interviene di propria iniziativa e paga in nome proprio. Nel
secondo caso e invece il debitore che chiede al terzo di intervenire.

LEGITTIMAZIONE A RICEVERE
Legittimato a ricevere l'adempimento è il creditore. Legittimati sono inoltre il suo rappresentante, la persona indicata
o autorizzata dalla legge o dal giudice a riceverlo. Il creditore è privo di legittimazione a ricevere quando sia
legittimamente incapace. Il creditore è privo di legittimazione quando perde la disponibilità del credito a causa di
fallimento a quando cede il credito e in questo caso viene meno anche il diritto.

LA SURROGAZIONE NEL CREDITO


La surrogazione nel credito è appunto una delle ipotesi in cui in presenza di particolari circostanze (pagamento da
parte di terzi), l'adempimento non estingue l'(intera) obbligazione, determinando piuttosto il subingresso nel credito
di chi effettua il pagamento o di chi presta il denaro per tale adempimento. Precisamente la surrogazione consiste nel
subingresso di un terzo a seguito del pagamento della posizione creditoria.
La surrogazione può avvenire:
1. Per volontà del creditore che ricevendo il pagamento da un terzo lo surroga nei propri diritti verso il debitore.
2. Per volontà del debitore che pretendendo a mutuo una somma di denaro per pagare il debito, surroga il mutuante
nei diritti del creditore.
3. Per volontà della legge la surrogazione legale ha luogo :
· A vantaggio di chi creditore del debitore paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito per il diritto di
prelazione
· A vantaggio di chi essendo tenuto con altri o per altri al pagamento di un debito aveva interesse a soddisfarlo

LA MORA DEL CREDITORE E LA LIBERAZIONE COATTA


L'adempimento per poter essere effettuato richiede di norma la cooperazione del creditore che deve mettere il
debitore in grado di adempiere. La cooperazione del creditore nel ricevere o rendere possibile l'adempimento
costituisce un semplice onere, non suscettibile di esecuzione forzata, ma il debitore può difendersi da un
comportamento scorretto del creditore. Sono allora previsti gli istituti della mora del creditore e della liberazione
coattiva del debitore
La mora credenti si realizza quando il creditore senza motivo legittimo rifiuta l'offerta formale, l'offerta cioè fatta dal
debitore secondo le rigorose formalità previste. Sono possibili due tipi di offerta formale:
1. Offerta solenne: è effettuata tramite un pubblico ufficiale in modo reale.
2. Offerta secondo gli usi è effettuata direttamente dal debitore che:
· Offre la prestazione in modo conforme alla prassi
· Effettuando il deposito o il sequestro delle cose dovute
Effettuata l'offerta formale il creditore è costituito in mora conseguenza ne è che si trasferisce su di lui il rischio
dell'impossibilità sopravvenute dell'obbligazione ed è tenuto a risarcimento del danno, mentre con l'offerta solenne
l'obbligazione non è ancora estinta né il debitore è libero e in questi casi abbiamo la liberazione coattiva del debitore:
egli adempiendo nelle mani di un terzo estingue definitivamente l'obbligazione. La liberazione coattiva consegue solo
al deposito o al sequestro effettuati dal debitore nella forme previste dal debitore. Il creditore effettui un'offerta non
formale tale offerta blocca quella del debitore, e egli non sarà responsabile in caso di impossibilità della prestazione

L'inadempimento delle obbligazioni

L'INADEMPIMENTO
L'inadempimento è l'inesatta esecuzione della prestazione dovuta. In particolare l'inadempimento è assoluto quando
la prestazione è mancata del tutto; e relativo quando una prestazione vi è stata ma risulta difforme da quella dovuta.
L'inadempimento si dice imputabile quando è dovuto a colpa del debitore o egli ne deve rispondere.

L'IMPOSSIBILITA' LIBERATORIA
La prestazione è impossibile quando non può essere eseguita con l'impiego della diligenza richiesta: quando cioè
nessun debitore applicando lo sforzo diligente dovuto, sarebbe in grado di adempiere anche se ha applicato lo sforzo
diligente dovuto

LA PROVA DELLA IMPOSSIBILITA LIBERATORIA


Il debitore deve provare anzitutto la causa specifica che ha impedito la prestazione se non vi riesce risulterà
responsabile. Deve provare inoltre che tale causa non è a lui imputabile e cioè che è stata imprevedibile e inevitabile.

IL RITARDO E LA MORE DEL DEBITORE


Fra i diversi tipi di inadempimento abbiamo il ritardo:il ritardo semplice non rappresenta inadempimento sempre.
Mentre rappresenta inadempimento quel ritardo che prende il nome tecnico di mora, caratterizzato da un situazione in
cui le condizioni del debitore risultano intollerabili. La mora del debitore è allora un ritardo imputabile e qualificato.
Essa richiede cioè:
1. Un ritardo imputabile al debitore
2. Una circostanza che valga a qualificare come intollerabile il ritardo
Questa circostanza può essere costituita da una intimazione o richiesta fatta per iscritto da parte del creditore. Mentre
in altri casi non richiede una specifica iniziativa del creditore. Ciò si verifica:
· Quando il debito deriva da fatto illecito
· Quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler adempiere
· Quando è scaduto il termine e si tratta di prestazioni da eseguire al domicilio del creditore
· Quando si tratta di obbligazioni di non fare
Gli effetti della mora consistono nell'obbligo di risarcire il danno secondo regole generali; la sopravvenuta
impossibilità della prestazione è a carico del debitore pur se derivi da cause a lui non imputabili. La mora perciò
aggrava la posizione del debitore che deve se vuole evitare tale aggravio adempiere tempestivamente o fare un'offerta
formale; tale offerta costituisce in mora il creditore e scarica su di il rischio della impossibilità sopravvenuta.
Caso in cui il compratore creditore è in Mora a causa di un' offerta formale (fare un'esempio)

LA RESPONSABILITÀ PER L'INADEMPIMENTO


L'inadempimento imputabile al debitore è causa di responsabilità: è vietato il patto che esclude o limita
preventivamente la responsabilità del debitore poiché in tal modo verrebbe meno la stessa serietà dell'impegno
assunto.

IL RISARCIMENTO DEL DANNO


L'inadempimento imputato al debitore dunque non estingue l'obbligazione che rimane dovuta: semplicemente
aggiunge ad essa una nuova obbligazione cioè quella di risarcire il danno.
L'obbligazione risarcitoria ha per oggetto il ristoro del pregiudizio subito dal credito; il danno risarcibile si determina
in funzione dei seguenti elementi:
A. La perdita subita e il mancato guadagno, comunemente designati come danno emergente e lucro cessante. Il
primo consiste nel valore del bene dovuto e non consegnato. Il lucro cessante è invece il guadagno che il
creditore avrebbe potuto realizzare utilizzando la prestazione.
B. Il nesso di casualità tra inadempimento e danno: occorre cioè che sussista un rapporto di derivazione tra essi.
C. La prevedibilità del danno al tempo in cui è sorta l'obbligazione: se il bene che il debitore doveva consegnare
aumenta notevolmente il proprio valore sul mercato, l'inadempiente non dovrà pagare l'aumento, tale principio
però non vale quando l'inadempimento sia doloso, cioè intenzionale.
D. Il conorso nel fatto colposo del creditore in tale previsioni si distinguono due ipotesi diverse. La prima è che il
creditore abbia contribuito col proprio comportamento a cagionare danno: il risarcimento è diminuito secondo la
gravità della colpa. La seconda ipotesi prevede invece un caso di mancata cooperazione del creditore che non si
adopera per limitare o evitare il danno, in tal caso il risarcimento non è dovuto.

Modi di estinzione diversi dall'adempimento

INTRODUZIONE
Se l'adempimento rappresenta il modo normale di estinzione delle obbligazioni è tuttavia possibile che l'obbligazione
si estingua per altre vie e modi

LA COMPENSAZIONE
La compensazione è l'estinzione dei reciproci rapporti obbligatori correnti tra gli stessi soggetti. Per avere la
compensazione è necessario avere un'autonomia di debiti e crediti cioè essi non devono nascere dallo stesso rapporto,
ma da distinti. Posso avere tre tipi di compensazione:
A. La compensazione legale è disposta dalla legge e opera di diritto l'estinzione di debiti reciproci che siano
omogenei, liquidi ed esigibili. I beni sono omogenei quando hanno per oggetto beni fungibili dello stesso genere;
liquidi quando sono determinati nel loro ammontare, esigibili quando non sono sottoposti ne a termine ne a
condizione
B. La compensazione giudiziale è pronunciata dal giudice con sentenza costitutiva, quando sia un credito omogeneo
ed esigibile, ma non ancora liquido; purché il credito sia di facile e pronta liquidazione.
C. La compensazione volontaria, è operata dalle parti, con apposito accordo, quando non ricorrono le condizioni per
la compensazione legale o giudiziale.

LA CONFUSIONE
La confusione è un distinto modo di estinzione delle obbligazioni che si realizza quando la qualità di creditore e
debitore si riuniscono nella stessa persona. Tale confusione determina l'estinzione dell'obbligazione per il venir meno
della pluralità di soggetti.

NOVAZIONE
La novazione è peculiare modo di estinzione delle obbligazioni che si verifica in base a un preciso accordo tra le
parti. Precisamente la novazione è un contratto con cui le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova
obbligazione. Per effetto di essa, la vecchia obbligazione si estingue e il debitore sarà tenuto esclusivamente ad
adempiere la nuova. La novazione si dice soggettiva quando la modifica riguarda la persona del debitore. La
novazione è oggettiva quando riguarda la modifica dell'oggetto ovvero il titolo dell'obbligazione. La novazione si
distingue dalla dazione di cosa diversa, perché quest'ultima comporta una semplice sostituzione della prestazione
dovuta con altra, ma mantiene inalterata l'obbligazione originaria.

REMISSIONE
La remissione è la rinuncia del creditore al proprio diritto. La remissione è un negozio unilaterale, recettizio gratuito.
É unilaterale perché consiste in una dichiarazione proveniente dal solo creditore. Essa produce l'estinzione appena
viene a conoscenza del destinatario(recettizia). Il debitore, tuttavia può rifiutare la liberazione. É infine un atto
essenzialmente gratuito. Non è richiesta alcuna forma per la validità dell'atto. ma basta la restituzione volontaria del
titolo originale. Oggetto di remissione possono essere tutti i crediti tranne quelli indisponibili come gli alimenti.

IMPOSSIBILITA' SOPRAVVENUTA NON IMPUTABILE


Altra causa di estinzione dell'obbligazione è l'impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore. Se
l'impossibilità è solo temporanea il debitore è esonerato da responsabilità fin quando dura l'impedimento; se tuttavia
esso perdura fin quando il creditore non ha più interesse a conseguire la prestazione, l'obbligazione si estingue (1256).
Se poi si tratta di impossibilità parziale, il debitore si libera eseguendo la parte di prestazione che è rimasta possibile.

La garanzia patrimoniale generica

RESPONSABILITÀ PATRIMONIALE E GARANZIA PATRIMONIALE GENERICA


Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri è questo il principio
della responsabilità. Non sono ammesse limitazioni della responsabilità al di fuori dei casi espressamente stabiliti
dalla legge, le limitazioni riguardano beni e diritti strettamente connessi alla persona e alle sue primarie esigenze di
lavoro o sostentamento. Le garanzie specifiche garantiscono in maniera puntuale un creditore rispetto ad altri
creditori. Le garanzie specifiche sono di due tipi: personali e patrimoniali. Le garanzie personali consistonbo nel
vincolo personale di un soggetto sono costituite dall'obbligo di una persona, diversa da debitore di rispondere dei
debiti di quest'ultimo (la fideiussione). Le garanzie patrimoniali specifiche consistono invece in un vincolo che
riguarda alcuni beni particolari del debitore o di terzi. Esse si dicono specifiche perché riguardano alcuni beni
determinati e sia perché nascono in virtù di un titolo specifico (pegno. ipoteca)

PARI TRATTAMENTO DEI CREDITORI E CAUSE LEGITTIME DI PRELAZIONE


Altro principio che caratterizza la responsabilità patrimoniale è quello della parità di trattamento dei crediti: tutti i
creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore. In caso di insufficienza del patrimonio a
soddisfare tutti i debiti, i creditori subiranno perciò un'eguale perdita proporzionale. Fanno salve i casi in cui è
attribuita a un creditore una preferenza: questi avrà perciò diritto di soddisfarsi con precedenza sul ricavato della
vendita dei beni. Gli altri creditori non privilegiati detti anche chirografari potranno soddisfarsi solo sull'eventuale
residuo. Sono cause legittime di prelazione: i privilegi, il pegno e l'ipoteca.

MEZZI DI CONSERVAZIONE DELLA GARANZIA PATRIMONIALE


I beni del debitore, costituiscono la garanzia patrimoniale generica dei creditori. Questi hanno interesse a conservarla,
hanno interesse a che il debitore non diminuisca il proprio patrimonio ed anzi curi di conservarlo e magari di
accrescerlo. La legge tuttavia non reputa tale interesse talmente preminente da imporgli l'obbligo di amministrarlo
accuratamente, solo nel caso in cui il debitore metta effettivamente in pericolo il soddisfacimento del credito, compia
cioè degli atti a seguito dei quali il suo patrimonio divenga insufficiente a soddisfare i debiti. La legge appresta alcuni
mezzi di conservazione delle garanzia patrimoniale: l'azione surrogatoria, azione revocatoria, il sequestro
conservativo.

L'AZIONE SURROGATORIA
L'azione surrogatoria è il potere di surrogarsi, cioè di sostituirsi al debitore nell'esercizio dei diritti che gli spettano
verso i terzi. Per regola generale nessuno può intromettersi negli affari altrui né sindacare il modo in cui ciascuno
esercita e fa valere i propri diritti. Quando tuttavia il soggetto che trascura di esercitare i propri diritti mette con ciò in
pericolo il soddisfacimento dei creditori, la legge reputa preminente l'interesse di questi ultimi, autorizzandoli ad
esercitare, in sostituzione del debitore, i diritti di questo verso terzi. Presupposti per l'esercizio del potere surrogatorio
sono:
· L'inerzia del debitore che trascura di esercitare i propri diritti
· Il pregiudizio del creditore derivante dal fatto che il rimanente patrimonio non rappresenta una sufficiente
garanzia di adempimento
· I diritti che il debitore trascura devono essere diritti esercitabili verso una persona precisa

L'AZIONE REVOCATORIA
Mentre l'azione surrogatoria è volta a rimediare all'inerzia del debitore, l'azione revocatoria è diretta a reagire contro
un comportamento omissivo, contro gli atti con cui il debitore deteriora la propria situazione patrimoniale. L'azione
revocatoria ha il potere di far dichiarare inefficaci nei confronti del creditore gli atti di disposizione con cui il
debitore rechi pregiudizio alle sue ragioni. Presupposti per l'azione revocatoria sono:
1. L'atto di disposizione ossia un atto con cui il debitore modifichi in senso peggiorativo la sua condizione
patrimoniale. Non sono revocabili i pagamenti dei debiti scaduti in quanto si tratta di atti giuridicamente dovuti
2. Il pregiudizio per il creditore
3. La conoscenza del pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore da parte del debitore

EFFETTI DELL'AZIONE REVOCATORIA


Effetti dell'azione revocatoria è l'inefficacia relativa dell'atto revocato: l'atto cioè diviene inopinabile al creditore
revocante, ma per il resto conserva la sua efficacia tra le parti (il terzo acquirente rimane proprietario del bene); l'atto
perciò non è nullo né invalido, il bene non torna nel patrimonio del debitore, ma verso il creditore è come se l'atto
non fosse mai stato compiuto e il revocante potrà sottoporlo a esecuzione forzata. I terzi che si siano visti espropriare
il bene hanno diritto ad avanzare azione di risarcimento verso il debitore.

IL SEQUESTRO CONSERVATIVO
Il sequestro conservativo è un provvedimento preventivo e cautelare emesso dal giudice su istanza del creditore che
ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito.

Le garanzie patrimoniali specifiche

RESPONSABILITÀ PATRIMONIALI E GARANZIE SPECIFICHE


Un primo tipo di garanzie è costituito dalle garanzie personali prestate da terzi (fideiussione) , ma occorre subito
ricordare che qui il carattere della specificità, specifica garanzia che si aggiunge alla garanzia generica del debitore,
mentre sono forme di garanzia specifica in senso proprio i privilegi, il pegno e l'ipoteca. i caratteri che danno luogo
alla detta specificità sono i seguenti:
· Anzitutto esse cadono su beni determinati, del debitore o di un terzo
· In secondo luogo esse sono automaticamente ricollegate dalla legge all'esistenza di un'obbligazione
· Esse attribuiscono una prelazione
· Il diritto segue il bene nei suoi successivi trasferimenti, mantenendo al creditore la facoltà di espropriarlo anche
nei confronti dei successivi acquirenti

I PRIVILEGI
Il privilegio è la prelazione che la legge accorda in considerazione della causa del credito. Alcuni crediti sono
guardati con particolare favore dalla legge in considerazione della causa per la quale essi sono sorti e vengono perciò
preferiti ad altri nella distribuzione del ricavato della vendita forzata. Per la legge sono previsti due tipi di privilegio,
generale e speciale.
Il privilegio generale cade su tutti i beni mobili del debitore, dà prelazione ma non attribuisce diritto di seguito e
perciò non può esercitarsi in pregiudizio di diritti spettanti ai terzi.
Il privilegio speciale cade su determinati beni mobili o immobili ed è connotato da un vero e proprio carattere di
realità attribuendo oltre alla prelazione, il diritto di seguito.

IL PEGNO E L'IPOTECA. DISPOSIZIONI COMUNI


Le altre garanzie patrimoniali specifiche sono costituite dal pegno e dall'ipoteca. Sono cause di prelazione che
attribuiscono a un creditore un vero e proprio diritto sul bene che ne costituisce oggetto. Si tratta di diritti su beni
altrui. Il pegno e l'ipoteca sono costitutivi anche successivamente al sorgere del credito e hanno bisogno di un titolo
costitutivo diverso da quello che ha dato origine al credito. I privilegi ricadono su beni del debitore, mentre pegno e
ipoteca possono essere costituiti su beni di un terzo che rappresenta il terzo datore di pegno o di ipoteca, e egli dovrà
rispondere del debito col bene offerto in garanzia.

ACCESSORIETÀ DELLE GARANZIE. IL PATTO COMMISSORIO


Carattere comune al pegno e all'ipoteca è inoltre l'accessorietà, sono cioè diritti accessori di un credito che può essere
anche futuro o condizionato. Se la cosa soggetta a pegno o ipoteca perisca allora si possono richiedere altre garanzie
o l'immediato pagamento. Inoltre sempre nel caso di perimento o deterioramento della cosa, la garanzia si trasferisce
sulla indennità eventualmente dovuta dagli assicuratori per la perdita stessa. Il patto commissorio (il patto col quale si
conviene che in mancanza del pagamento, la proprietà della cosa passi al creditore) è stato vietato. Sono invece validi
il patto con il quale si stabilisce che la cosa passi immediatamente in proprietà del creditore e che, in caso di esatto
adempimento torni al debitore, e il patto con cui il debitore assegna in pagamento al creditore un suo bene.

IL PEGNO
Il pegno è un diritto reale che vincola un bene mobile a garanzia di un credito. Il diritto attribuisce al creditore
pignoratizio la facoltà di espropriare la cosa anche se essa sia stata alienata terzi e di soddisfarsi su prelazione su di
essa. Il pegno si costituisce con apposito contratto che ha natura di contratto reale, in quanto richiede la consegna
della cosa al creditore. Occorre inoltre che la cosa rimanga in possesso del creditore pena il venir meno della
garanzia. Il creditore deve custodirlo e restituirlo al momento del pagamento del credito, ma può usarla solo se il suo
non uso può recare danno.

La responsabilità per fatto illecito

IL FATTO ILLECITO COME FONTE DI OBBLIGAZIONE


Accanto al contratto e alle promesse unilaterali costituiscono fonte di obbligazioni anche i fatti illeciti e cioè fatti e
atti che cagionano danno ad altri e sono perciò illeciti. I fatti illeciti prendono il nome di responsabilità extra
contrattuali. I requisiti della responsabilità:
IL fatto: Il fatto costituisce il primo elemento della fattispecie e può consistere in un fatto giuridico in senso stretto
(crollo di un muro) o in un atto giuridico che si qualifichi come illecito.
Il danno: consiste nella lesione di un interesse tutelato dalla legge. Il danno si dice patrimoniale quando il pregiudizio
riguarda un bene economico, il danno si dice non patrimoniale quando il pregiudizio riguarda un bene della
personalità. Non è escluso che la lesione di un bene non patrimoniale possa derivare anche un danno economico. Il
danno non patrimoniale è risarcibile nei casi previsti dalla legge. Il danno patrimoniale alla persona si può dividere
in:
· Danno morale, inteso come dolore sofferenza o dispiacere ed coincide con il vero danno non patrimoniale.
· Danno biologico è inteso come lesione all'integrità psicofisica della persona.
L'ingiustizia del danno: il danno deve ledere un diritto o un interesse protetto dalla legge.
Il nesso di casualità: deve esserci un nesso di casualità tra il fatto e l'evento dannoso: questo deve essere conseguenza
di quello. Se più persone hanno cagionato danno, sono tutte obbligate a risarcire con vincolo di solidarietà, pur se
diverso sia stato il contributo di ciascuno.
Il dolo o la colpa: il comportamento deve essere doloso o colposo (2043).
Si ha il dolo quando l'evento dannoso è voluto dall'agente; mentre si ha la colpa quando vi sia negligenza,
imprudenza o imperizia, ovvero inosservanza di leggi, regolamenti, ordini. L'importante è che non sia direttamente
voluto.
L'imputabilità: l'atto dannoso deve essere imputabile al suo autore. Ciò significa che l'agente deve aver scelto
coscientemente e liberamente di tenere quel certo comportamento che ha cagionato danno. L'imputabilità può
mancare per difetto di coscienza e/o libertà di agire nei seguenti casi:
· Non sarà responsabile delle conseguenze chi non aveva la capacità di intendere o di volere; chiamando piuttosto
a rispondere dei danni chi era tenuto alla sorveglianza del soggetto.
· L'imputabilità è esclusa quando l'agente non aveva piena libertà di scelta
· La responsabilità è esclusa anzitutto quando il comportamento è tenuto nell'esercizio di un diritto o
nell'adempimento di un dovere.
· La responsabilità è esclusa inoltre quando il danno è cagionato per legittima difesa di se o di altri
· La responsabilità invece è soltanto attenuata nello stato di necessità.

LA RESPONSABILITÀ INDIRETTA
La responsabilità è personale. Sono previste alcune ipotesi in cui la responsabilità incombe su soggetti diversi.
· Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori, per il danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori,
delle persone soggette alla tutela.
· Responsabilità dei datori di lavoro per i danni arrecati dai dipendenti nell'esercizio delle loro incombenze.

RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
La responsabilità oggettiva è una sottospecie di responsabilità extra contrattuale caratterizzata dal fatto che non è
richiesto, nel comportamento del danneggiante, il requisito del dolo e della colpa. Il risarcimento pertanto potrà
ottenersi sulla base del solo rapporto di casualità tra fatto illecito e danno senza necessità di provare la colpa
nell'agente. I danni, sono in certa misura inevitabili e il relativo rischio è in buona sostanza socialmente accettato. Le
più importanti ipotesi di responsabilità oggettiva sono:
1. Esercizio di attività pericolose per la sua natura o per natura dei mezzi adoperati.
2. Circolazione dei veicoli senza guida di rotaie.
3. Responsabile in solido è il proprietario se non prova che la circolazione è avvenuta contro la sua volontà ma non
basta provare il furto.
4. Cose o animali in custodia: la responsabilità grava su chi utilizza o tiene comunque presso di sé cose o animali
pericolosi che cagionano danno ad altri. La responsabilità è esclusa solo se si dimostra il caso fortuito.
5. Rovina di edificio: il proprietario è responsabile dei danni se non dimostra che la rovina è dovuta a cause diversa
da difetto di manutenzione o vizio di costruzione
6. Prodotti difettosi.
IL RISARCIMENTO
Il risarcimento come gia sappiamo consiste in una prestazione atta a riparare la perdita subita dal danneggiato. La
forma ordinaria è quella del risarcimento per equivalente. La determinazione della somma si effettua secondo i criteri
stabiliti dalla legge. Quando invece si tratta di danno alle persone che abbia conseguenze permanenti la liquidità può
avvenire anche sotto forma di rendita vitalizia, ma il risarcimento può avvenire anche in forma specifica cioè tramite
ripristino della situazione preesistente all'illecito.
RESPONSABILITÀ CONTRATTUALI ED EXTRACONTRATTUALI
Nella responsabilità contrattuale è sufficiente che il creditore insoddisfatto provi il suo credito e il suo danno: sarà il
debitore, se vuole evitare condanne a dover provare che l'inadempimento non gli è imputabile, mentre nella
responsabilità extracontrattuale il danneggiato deve dimostrare non solo l'illecito e l'entità del danno, ma anche la
colpa e il dolo di chi ha commesso l'illecito.
ATTO ILLECITO E ATTO DANNOSO. L'INIBITORIA
Rappresenta fonte di responsabilità sia il fatto illecito sia quello dannoso. Nel nostro ordinamento può accadere che
nell'illecito può mancare un danno, mentre l'atto dannoso può in certi casi non essere illecito. Con riguardo all'atto
illecito, diremo che la qualifica di illiceità derivante dal dato obiettivo della violazione di una norma, non
richiedendo altri requisiti. L'atto illecito si qualifica oggettivamente come tale, e la legge prevede mezzi di tutela
preventiva e reintegrativa.
La misura preventiva è diretta a impedire il compimento o ulteriore presecuzione dell'illecito. Azione inibitoria che
vieta un certo comportamento.
La misura reintegrativa ha la funzione di reintegrare il soggetto leso nella situazione giuridica alterata.

Le obbligazioni nascenti dalla legge

GLI ALTRI FATTI TIPIZZATI DALLA LEGGE, CHE COSTITUISCONO FONTE DI OBBLIGAZIONE
Rappresentano fondi dell'obbligazione anche la gestione d'affari altrui, il pagamento dell'indebito e l'arricchimento
senza causa.

LA GESTIONE DI AFFARI ALTRUI


La legge considera l'ipotesi in cui un soggetto senza esservi obbligato e senza averne il potere, gestisce un affare
altrui; può trattarsi anche di un comportamento materiale. Se qualcuno, senza esservi obbligato, assume
spontaneamente la gestione di un'affare altrui è anzitutto obbligato a continuarla fino a quando l'interessato non
ritorna. L'interessato deve rimborsarlo delle spese necessarie, ma requisito importante è che l'azione sia stata
utilmente iniziata, che cioè si presenta vantaggiosa o necessaria al momento in cui è iniziata l'attività.

L'ARRICCHIMENTO SENZA GIUSTA CAUSA


Si ha l'arricchimento senza giusta causa quando un soggetto consegue un incremento patrimoniale in danno di un
altro senza che tale incremento abbia una adeguata giustificazione o causa. Ad esempio mi consegnano una cassa per
errore e io in buona fede la consumo senza averne nessun diritto, ma io essendomi arricchito ingiustamente sono
tenuto a restituire l'arricchimento o almeno un'indennizzo.

IL PAGAMENTO DELL’INDEBITO
Si ha pagamento dell’indebito quando una persona esegue una prestazione non dovuta. La legge considera il
pagamento dell’indebito come fonte di una obbligazione del ricevente; occorre allora distinguere due ipotesi:
1. L’indebito oggettivo, quando la prestazione non è dovuta oggettivamente da nessuno.
2. L’indebito soggettivo, quando la prestazione non è dovuta soggettivamente ma è dovuta da una terza persona.
Chi ha effettuato il pagamento ha diritto alla restituzione solo se il pagamento è avvenuto per errore.

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