DEBITORE:
con il termine mora si indica il ‘’ritardo qualificato’’. Il
ritardo semplice non produce conseguenze
giuridiche, esso diventa mora solo nel concorso di
alcuni presupposti normativi.
Il termine mora è assunto come sinonimo di ritardo è
in parte improprio, anche perché la mora si produce
indipendentemente da questo.
La mora si ha quando si verifica un impedimento
NECESSARIAMENTE temporaneo all’attuazione del
rapporto. Quindi la mora presuppone che
l’esecuzione della prestazione sia ancora possibile.
L’impossibilità sopravvenuta della prestazione
esclude la mora.
I punti che voglio analizzare sono quelli relativi agli EFFETTI della mora:
art. 1207.
quando il creditore è in mora a suo carico è l’impossibilità della
prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore e non gli
sono più dovuti gli interessi e i frutti che non siano già stati percepiti dal
debitore.
Il creditore è anche tenuto a risarcire i danni derivanti dalla mora e a
sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.
Gli effetti della mora si verificano dal giorno dell’offerta, se questa è
successivamente dichiarata valida con sentenza passata in giudicato o se
è accettata dal creditore.
Per il fatto che la mora non comporta l’estinzione del vincolo e, quindi,
non libera il debitore, le conseguenze dell’aggravamento del vincolo
devono essere sopportate da colui che vi ha dato causa.
NOVAZIONE:
solitamente si fa una distinzione tra novazione OGGETTIVA
E SOGGETTIVA . (Rispettivamente art. 1230 e 1235).