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Diritto privato 27-10-2021

Il contenuto stesso dell’obbligazione però, sia in fase struttrale che dinamica, richiede
maggiore controllo per potersi sviluppare maggiormente.
Si affrontano quindi le due cause generali (diligenza e buona fede) che devono essere
mantenute ben distinte.
La diligenza non è propriamente una clausola che svolge un ruolo attivo, ma più un
modo di agire del contrattore.
Non è un elemento in più.
Se io devo dare 10 euro a tizio, li posso dare in maniera diligente o negligente, l’atto
dovuto rimane lo stesso.
Una cosa è lanciare 10 monete da un euro, un’altra è fare in modo che l’obbligazione
sia facilmente acquisibile (come risultato).
Quando parliamo di diligenza non parliamo di obbligo autonomo, ma di come si
esegue un determinato obbligo.
In determinate prestazioni, la diligenza assume un ruolo maggiore.
In questo senso, la diligenza è lo sforzo diligente, la congruità, lo sforzo di
attenzione.
Si tratta di un concetto, riconducibile alle clausole generali con nozioni generali che
hanno una valenza normativa, che rende fondamentale l’attenzione.
La buona fede ha una funziona diversa rispetto alla diligenza.
Eseguire secondo buona fede, non vuol dire eseguire diligentemente.
La buona fede aggiunge un elemento e amplia la sfera di ciò che è giuridicamente
voluto, contrariamente alla diligenza che la categorizza.
Costituiscono obblighi autonomi quindi, che possono far parte della prestazione o la
caratterizzano solamente.
La buona fede è una norma (clausola generale, riportata in una norma),art. 1375 per i
contratti, per ciò che non risulta contrattuale art.1275, che diversamente dalla
diligenza, amplia la sfera del giuridicamente dovuto.
Quando parliamo di esatto adempimento, parliamo dell’esecuzione dell’obbligo, che
ha in se il condizionamento della diligenza e la buona fede che aggiunge elementi di
doverosità, quando siano doverosamente condotti.
Se l’obbligo di informazione, per la buona fede, deve avvenire tramie wts o chiamata,
non succede niente per via del costo minore.
La buona fede crea obblighi strumentali che portino ad un rapporto che equalizzino il
bene dovuto e l’eseguimento della prestazione.
Mi astengo dal fare qualcosa, perché questo interferirebbe con il risultato del fatto.

L’obbligazione si estingue fisiologicamente, per adempimento, quando si verifica un


adempimento, l’obbligazione perde la persistenza dell’obbligazione e
conseguentente, nel momento dell’adempimento, il creditore non ha più legami e
perde l’obbligazione.
Per questo si dice che l’adempimento sia un atto solutorio, che risolve quindi.
E’ un estinzione che avviene col soddisfacimento.
Se io ho un debito di cento e pago al creditore 50, l’estinzione è parziale.
L’estinzione può anche essere relativa.
L’estinzione può avvenire anche per altri basi estintivi diversi dall’adempimento.
Il pagamento è un fatto, o se sono un venditore per obbligazione di fatto, faccio, e
questo fare dal punto di vista fenomenico lo inquadro come fatto.
La compensazione, è un termine usato nel linguaggio comune, si ha quando due
soggetti sono contemporaneamente uno verso l’altrio debitore e creditore.
Quando avviene questa reciprocità, si fa luogo alla compensazione, quando nascono
da fatti giuridici autonomi.
Io vendo un auto a tizio per x euro, tizio mi deve x euro e tizio è debitore per il
contratto di compravendità.
Tizio mi è creditore per danno di y euro.
Per titoli però questa situazione è diversa, che modifica le posizioni.
La compensazione legale vuol dire che l’effetto estintivo passa attravero un
provvedimento di legge.
Si ha quando abbiamo due atti costitutivi, da questi nascono le obbligazioni, questi
stessi fatti determinando la produzione dell’obbligazione, fa in modo che la legge
prenda atto delle posizioni giuridiche contrapposte e in meritò alla veridicità
La compensazione giudiziaria si ha quando le compensazioni sono esigibili,
omogenee ma non liquidi, di pronta liquidità.
Il giudice deve dimostrare quindi la liquidibilità, il valore della liquidità,
l’omogeneità e l’esigibilità.
Con un atto avverrà quindi l’estinzione.
Mentre nella compensazione legale c’è di diritto, qua necessitiamo di un atto del
giudice.
La compensazione volontaria, è libera, le parti vedendo che esistono due obbligazioni
non completamente omogenee, esigibili e di stesso valore, possono mettersi
d’accordo per avere un effetto estintivo.
La confusione, in questo caso noi abbiamo il cambiamento della titolarità delle
posizioni giuridiche.
Può capitare che in origine la dualità dell’obbligazione lungo strada possa mancare, e
può mancare solo quando il debitore diventa anche creditore e il creditore diventi
anche debitore, e si ha la confusione oggetiva delle parti.
Verificatasi l’oggettività della confusione, si estingue l’obbligazione.
La novazione, il termine stesso viene preso in prestito nel linguaggio in comune con
un senso modificato.
La novazione è una vicenda, fenomeno, giuridico in relazione all’obbligazione, da
non confondere col contratto novativo.
E’ un effetto contrattuale.
Abbiamo la novazione nell’ambito delle figure estintive, perché un obbligazione si
estingue e viene sostituita da una nuova obbligazione.
Possiamo dire che l’obbligazione non è quella di prima:
-Quando la prestazione è diversa, sono obbligato a vendere una bicicletta, ma poi
mettendomi in accordo con la parte mi obbligo a vendere una motocicletta.
Infatti, cambia la mia obbligazione da trasferire una bicicletta a trasferire una
motocicletta.
Se io devo 10.000 euro, al posto di dare la somma mi obbligo a darti una macchina
usata e la parte concorda questa è una novazione.
Se io mi metto in accordo, secondo la novazione, il mio creditore può richiedere solo
la macchina usata.
Diverso è per la datio solutum, ovvero se io il giorno della cessione della somma,
proponga in cambio una bicicletta e lui concordi.
Novazione significa quindi sostituzione (empiricamente però si concretizza con
l’estinzione della prima obbligazione e la costituzione della seconda) fra obbligazioni
-Titolo, rimane ferma la prestazione ma cambia il titolo.
Io devo 10.000 euro alla banca che ha un’ipoteca su quei 10.000 euro tramite la mia
casa (pignorabile)
Io mi metto d’accordo la banca dando i 10.000 euro facendo una novazione di
pagamento prima della scadenza, accordandosi sull’eliminazione dell’ipoteca.
Quindi abbiamo la stessa obbligazione con altro titolo nato da un accordo novativo,
quello che c’era prima non è rilevante.
Il fatto precedente diventa giuridicamente rilevante.
Di fatto, la novazione cancella l’accordo precedente e porta al fatto che
l’obbligazione abbia un nuovo titolo e anche (può e non può avere) prestazione
diversa.
Cancallando il primo titolo, le situazioni giuridiche legate da un nesso di accessorietà
stimola le garanzie.
La novazione avviene a seguito di un contratto novativo che produce un effetto
estintivo della prima obbligazione e costitutivo per la seconda.
La remissione (atto negoziale), la remissione è un atto tramite il quale il creditore
intende estinguere l’obbligazione e avviene tramite negozio unilaterale.
La remissione può essere anche non accettata dal debitore.
Non è necessario un accordo fra le parti, il creditore rimette ma il debitore può
annullare l’atto estintivo, rifiutando l’atto remissivo.
L’impossibilità sopravvenuta, si ha quando una prestazione diventa impossibile,
perché se una prestazione è impossibile, l’obbligazione stessa non può esistere.
In alcuni casi quindi, i presupposti inizialmente esistono, ma possono essere “persi”
per strada.
La remissione non è satisfattiva
La confusione è discussa sulla satisfattività e sulla non satisfattività
L’obbligazione si può estinguere senza obbligazione, salvo che rientri in quei casi.
Quando abbiamo la novazione soggettivazione, dobbiamo vedere cosa è la
modificazione oggettiva.
Quando abbiamo un obbligazione, questa può circolare, possono modificarsi
entrambe le parti.
Al fronte della modifica oggettiva può avvenire anche la novazione e la
modificazione del titolo.
Una cosa è il trasferimento della stessa obbligazione, un’altra è la modificazione con
titolo diverso.
La prescrizione, da un punto di vista della collocazione nel testo del codice, si trova
nella tutela dei diritti.
La prescrizione ha la funzione di espellere dal mondo giuridico, i rapporti giuridici
che non siano attuali e non siano risalenti nel tempo.
Più invecchia un rapporto giuridicio più si ha un aumento delle incertezze.
Si tende quindi ad espellerli per fare in modo che sia espulso e non se ne parli.
Il dato per prescrivere una prescrizione è convenzionale.
Per evitare situazioni di incertezza si da valore al decorso del tempo, se il diritto di
credito non viene esercitato entro il tempo stabilito dalla legge, estingue
l’obbligazione.
Il decorso del tempo agisce come fattispecie enstintiva.
La prescrizione si ha per il decorso del tempo se non si ha la richiesta
dell’obbligazione.
L’interruzione della prescrizione è un atto che interrompe il decorso del tempo.
L’interruzione può essere permanente, se il mio debitore non mi paga e lo chiamo
davanti al giudice avrò l’interruzione della prescrizione.
L’estinzione dell’obbligazione significa che l’eventuale rapporto giuridico non verrà
preso in causa se si prova che il tempo è decorso.
La prova la deve dare colui che vede la parte in posizione favorevole.
Art. 2697
Vado in un albergo e non pago, l’albergatore deve dare la prova che io sono stato
nell’albergo.
Il codice però, ha un articolo che presume che il credito sia esigibile in un tempo
precedente alla prescrizione.
La prescrizione può far sorgere una presunzione di estinzione (pagamento, dimissione
cc.).
Questo tipo di prescrizione è una disciplina di favore del debitore, se il creditore è
intempestivo.
Questo vale anche per il credito di commercio, lavorativi ecc. che si trovano nel
codice.
La prescrizione estintiva determina un decorso del tempo con un effetto estintivo, e
quindi non viene neanche preso in conto.
La prescrizione che produce effetti estintivi è solo l’istintiva, la prescrizione
presuntiva non incide sull’obbligazione ma sul regime della prova.

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