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SOMMARIO

DIRITTO PRIVATO ……………………………………………………………………………………………3


Codice civile
Evoluzione storia del diritto privato.
Fonti del diritto
Interpretazione delle norme
La norma
Efficacia delle leggi nel tempo e nello spazio
Fatto e diritto
Negozio giuridico
Elementi essenziali e accidentali del negozio giuridico
Diritti soggettivi ed interessi legittimi
La prova dei fatti giuridici
Mezzi di prova
Pubblicità dei fatti giuridici
Invalidità
L’estinzione dei diritti
Autonomia privata
Istituti giuridici
I soggetti del diritto privato
Incapacità e misure protettive
Società, fondazioni ecc…
Diritti soggettivi (privacy, vita, immagine, nome ecc…)

DIRITTO ALLA FAMIGLIA ………………………………………………………………………………43


Introduzione
Famiglia
Patti successori e fondo patrimoniale
Famiglia di fatto e unioni civili
Convivenza di fatto
Matrimonio
Celebrazione del matrimonio
Invalidità del contratto di matrimonio
Matrimonio putativo e nullo
Crisi del matrimonio
Separazione
Effetti della separazione
Divorzio
Riconciliazione
Filiazione
Provvedimenti per i figli
Adozione

LE SUCCESSIONE …………………………………………………………………………………………61
Apertura della successione e accettazione dell’eredità
Testamento
Successione legittima
Successione necessaria
Divisione ereditaria
Collazione
Patto di famiglia
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DIRITTI REALI ……………………………………………………………………………………………71
Diritti reali di godimento
Superficie
Enfiteusi
Usufrutto
Uso e abitazione
Servitù
I beni
La proprietà
Modi di acquisto
Possesso
Usucapione
Proprietà immobiliare
Proprietà edilizia
Comunione
Condominio
Azioni a difesa del possesso
Azioni a difesa della proprietà

LE OBBLIGAZIONI………………………………………………..……………………………………92
Tipi di obbligazioni
Esatto adempimento
Specie di obbligazioni
Inadempimento dell’obbligazione
Mora del debitore
Mora del creditore
Modi di estinzione delle obbligazioni
Danno risarcibile
Successioni nel debito
Surrogazione con pagamento
Cessione del credito
Factoring
Le obbligazioni ex lege

CONTRATTO ..…………………………………………………………………………………………120
Introduzione
Classificazione dei contratti
Formazione del contratto
Gli elementi essenziali del contratto
Gli elementi accidentali del contratto
Effetti del contratto
Rapporti giuridici preparatori
Responsabilità precontrattuale
I rimedi (risoluzione e rescissione)
I contratti e i terzi
Cessione del contratto
Integrazione del contratto
Interpretazione del contratto
Invalidità del contratto
La produzione di massa e le condizioni generali del contratto
La rappresentanza
Cessione del contratto
Simulazione

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CONTRATTO TIPICO. ……………………………………………………………………………165
Contratto di assicurazione
Contratto di compravendita
Contratto di mutuo
Contratto di transazione
Contratto di mandato

La dispensa è stata realizzata sulla base del Libro “DIRITTO PRIVATO” ottava edizione (2020) di
Franceschelli Vincenzo, aggiungendo appunti presi durante le lezioni e approfondimenti extra.
Il docente di riferimento è il professore Pongelli Giacomo.
Corso di Laurea: Economia e amministrazione delle Imprese (ECOAMM) Gruppo: L-Z

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DIRITTO PRIVATO

È il diritto che regola i rapporti tra i soggetti privati.


L’ITALIA è un paese a diritto CODIFICATO (nel Civil law il giudice applica la norma scritta nel common law si
fa uso di norme non scritte ed ha molta incidenza la giurisprudenza) ossia è il diritto vigente è diviso in:
• CIVILE,
• PENALE,
• PROCEDURA CIVILE, PROCEDURA PENALE.
• NAVIGAZIONE

IL DIRITTO PRIVATO (Orizzontalità) si contrappone al diritto pubblico (Verticalità).


Il diritto pubblico inoltre regola il rapporto tra i cittadini e lo stato.

Le caratteristiche essenziali del diritto privato


• il diritto necessita di un rapporto intersoggettivo, richiede cioè la societas
• non ogni rapporto tra privati è regolato dal diritto
• il diritto è soluzione concreta di un conflitto di interessi che si impone come rilevante alla societas

IL CODICE CIVILE
È la sua fonte primaria.
Emanato nel 1942 come Reggio decreto ma ha valore di una legge ordinaria.
È l’insieme di norme che costituisce il fondamento del diritto privato.
È la raccolta sistematica che concorre a formare il diritto.
Viene suddiviso in:
• disposizioni sulla legge in generale (preleggi)
• sei libri: persona/famiglia, successioni, proprietà, obbligazioni, lavoro, tutela dei diritti.
Ciascuno composto da:
• titoli
• capi
composti a loro volta da articoli con all’interno delle norme giuridiche.

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EVOLUZIONE STORICA DEL DIRITTO PRIVATO
Il sistema giuridico ha avuto un’evoluzione millenaria
Il diritto è l’insieme delle regole giuridiche di comportamento che regolano il vivere sociale
Alcuni istituti affondano le radici nel DIRITTO ROMANO altri da etimologie latine
Specialmente negli ultimi 3 secoli è avvenuta l’evoluzione del sistema giuridico.
• Il 700 secolo dei lumi si ha il distacco dal DIRITTO COMUNE e pose le basi per le codificazioni
• L’800 secolo delle grandi codificazioni (culminò codice di napoleone) seguito come modello in altri
paesi
• Il 900 fu caratterizzato da profonde modifiche alla struttura economica, sociale e la nascita
dell’ordinamento comunitario àin Italia si creò codice civile 1865 e codice commercio 1882.

LE GRANDI CODIFICAZIONI
Le radici sono quelle dell’impero romano
Il diritto privato è quindi un’evoluzione di quello formatosi nell’antica Roma
Veniva definita come un’arte, dove una parte deriva da usi e pratiche mercantili che sono state affinate nel
corso dei secoli come LEX MERCANTORIA soprannominato il diritto dei mercanti, modificato poi con le nuove
esigenze economiche in CODICE DEL COMMERCIO.
Altri istituti nascono dal diritto comparato ossia attraverso la comparazione con altri stati stranieri (TRUST
DERIVA DALGI ANGLOSASSONI)
I latini inoltre parlavano del diritto come un’arte in riferimento “art boni et equi” il diritto è l’arte di ciò che è
giusto ed equo.
Il diritto sviluppato nell’impero romano fu il CORPUS IURI CIVILIS e codificato da Giustiniano nel 529.

È composto da 4 sezioni:
1. codex ossia l’insieme degli articoli
2. novelle discipline esterne al codex
insieme (novelle + codex) formano la legislazione imperiale
3. le digesta ossia insieme di casi giurisprudenziali
4. institutiones ossia il manuale per gli studenti

DAL DIRTTO ROMANO AL DIRITTO COMUNE


Avvenne con il crollo del sacro romani impero, ovvero i popoli barbarci portarono giustizia sotto il potere del
re, strumenti basati sulla forza
Ma grazie alla chiesa romana è stato conservato il DIRITTO ROMANO.

IL DIRITTO ROMANO DOPO L’ANNO MILLE


Fu riscoperto diventando il diritto comune delle civiltà occidentali
I GLOSSATORI erano coloro che trasponevano i principi del diritto classico in una raccolta di norme giuridiche
sempre più adeguato ai tempi ma poco sistematica.

CON LA RIVOLUZIONE FRANCESCE si cambia:


Il primato del DIRITTO ROMANO VIENE A MENO, si sente l’esigenza di creare un sistema giuridico
d’ispirazione attraverso il SIMBOLO DI UGUAGLIANZA.
“La legge è uguale per tutti”
Nasce così il CODE NAPOLEON emanato nel 1804
Venne diviso in tre LIBRI:
• persone
• beni e proprietà
• acquisto della proprietà
Fu di ispirazione per molti come il modello spagnolo che poi grazie alle colonie arrivò anche nell’America
latina.

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IN ITALIA…
Entrò in vigore il CODE NAPOLEON nel 1806
L’Italia era non unificata, però cercava quel senso di unitarietà e così venne applicato.

SUBITO DOPO L’UNIFICAZIONE 1861


L’Italia volle creare un codice italiano così da porre in essere un’unificazione legislativa
Nel 1865 entra in vigore IL CODICE CIVILE composto da tre libri:
• persone
• beni e proprietà
• modi di acquisire la proprietà

La disciplina sugli scambi mancava, così venne fondata su usi commerciali: LEX MERCATORIA
Nel 1882 diventa DIRITTO DEL COMMERCIO, composto da 4 libri:
• commercio generale
• commercio marittimo e navigazioni
• fallimento
• dall’esercizio di azioni commerciali

RIFORMA NEL 1942


Fu deciso di riunificare il diritto privato in un unico codice che contenesse:
• codice civile del 1865
• codice del commercio del 1882
Tutt’oggi il commercio si trova nel libro 5

LE LEGGI SPECIALI
Il codice non comprende tutte le materie ma alcune sono regolate da leggi speciali.
Le leggi speciali erano già esistenti altri furono emanate successivamente
Le principali sono:
• legge fallimentare
• legge della cambiale
• legge dell’assegno
• legge del diritto d’autore

CHIAMATI ANCHE CODICI DI SETTORE sono un insieme di regole e norme emanate in determinate materie
• PRIVACY 2003
• ASSICURAIZONI PRIVATE 2005
• CONSUMO 2005

LA GIUSTIZIA
È ciò che consente a queste regole di essere conformi e ai principi di esistere
Viene rappresentata con una donna con in mano:
• una bilancia simbolo del contemperamento degli interessi (diritto è equitas)
• spada imposizione del rispetto dei diritti

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FONTI DEL DIRITTO
Le fonti del diritto si dividono in:
• Fonti di cognizione ossia sono strumenti che permettono la conoscenza di norme giuridiche, sono i
mezzi materiali per conoscere il diritto.
• Esempio codice civile
• Fonti di produzione sono le fonti che concorrono alla formazione dell’ordinamento giuridico ossia i
meccanismi di produzione di norme giuridiche
• Esempio il Parlamento emana delle leggi per applicare o modificare quelle già esistenti
nell’ordinamento giudico.

CONOSCENZA DELLA LEGGE


IGNORATIA IURIS NON EXCUSAT
Ignoranza delle norme giuridiche non può essere invocata come scusa o giustificazione di un comportamento
non conforme alla legge.
Dopo un periodo di 15 gg dalla pubblicazione all’entrata in vigore della norma dopo si presume conosciuta.
IURA NOVIT CURIA fa riferimento ai magistrati affinché osservino ed applichino la norma appena entrata in
vigore.

LE FONTI POSSONO ESSERE:


• FONTI FATTO che sono composte da una norma che le disciplina
• FONTI ATTO che sono composte da un comportamento concludente che le pone in essere

GERARCHIA DELLE FONTI


un sistema semplificato lo troviamo nell’art 1 delle PRE-LEGGI capo 1
• LE LEGGI pubblicizzate G.U.
• I REGOLAMENTI
• LE NORME CORPORATIVE (abrogate perché si riferivano all’ORD. FASCISTA)
• GLI USI unica fonte non scritta

Fu scritto nel 1982 per questo può considerarsi non completo.

SISTEMA COMPLESSO DELLE FONTI

COSTITUZIONE
Contiene i principi fondamentali di cui tutte le norme inferiori devono ispirarsi e confrontarsi.

TRATTATO UE E LE NORME CONSUETUDINARIE


Le norme comunitarie in caso di conflitto con le norme costituzionali prevengono su di esse
Non previsti nel c.c. in quanto formatosi nel 1957 C.E.E
LE DIRETTIVE sono vincolate dai singoli stati, si limita ad introdurre i principi.
Gli stati hanno un periodo di tempo per adeguarsi alla direttiva e dovranno emanare una legge di
recepimento che rifletta i principi della direttiva.
Se la direttiva HA CARATTERISTICHE TALI DA NON LASCIARE DISCREZIONALITÀ ai singoli stati, si definisce SELF
EXECUTIVE ossia già applicabile all’interno nello stato.

IL REGOLAMENTO è una fonte normativa direttamente ed immediatamente applicabile a tutti gli stati
membri.

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LE LEGGI ORDINARIE DELLO STATO E GLI ATTI AVENTE FORZA DI LEGGE
Le leggi ordinarie sono emanate dal Parlamento, vengono poi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica.

GLI ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE sono:


• DECRETO LEGGE art 77 nasce su iniziativa del Governo in corso di necessità/urgenza. Ha la durata di
60 gg e poi viene convertiti in legge dal Parlamento con legge di conversione.
• DECRETO LEGISLATIVO art 76 il Parlamento conferisce la funzione legislativa al governo con legge
delega.

CODICE CIVILE è stato emanato con in Reggio decreto nel 1942 (aveva efficacia di legge ordinaria).
CODICI MINORI COME:
• Codice in materia di protezione dei dati personali (2003)
• Codice del Consumo (2005)

AD ESEMPIO La protezione dei consumatori è affidata al Codice del Consumo, punto di arrivo di un processo
sviluppatosi negli ultimi decenni. Il Codice del Consumo armonizza e riordina le normative concernenti i
processi di acquisto e consumo, al fine di assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti.
Il Codice del consumo si compone di 146 articoli suddivisi in sei parti e copre tutte le fasi del consumo, dal
momento dell'acquisto alle possibili azioni di difesa del consumatore. Tra le norme che vi confluiscono quelle
del codice civile sulle clausole abusive e sulla garanzia da prodotto, i decreti legislativi sulle vendite a distanza
e fuori dai locali commerciali, i pacchetti turistici, la pubblicità.

REGOLAMENTI
sono norme giuridiche emanati da organi:
• governativi
• amministrativi
• statali
nell’esercizio della loro podestà legislativa.
Essendo subordinati alla legge non possono entrare in contrasto con essa.
I regolamenti sono delimitati dai seguenti principi generali:
• nessun regolamento può abrogare o modificare norme contenute in una legge
• nessun regolamento può derogare rispetto ai principi generali del diritto, nel più pieno rispetto del
criterio gerarchico del sistema delle fonti.
Molte autorità indipendenti emanano dei REGOLAMENTI DI SETTORE come la banca d’Italia, CONSOB, IVAS.

Molte volte le leggi danno regole ai regolamenti come:


PROVINCIE REGIONI COMUNI E REGIONI emanano dei regolamenti che producono effetti sul territorio
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ. Che consente ai soggetti più vicini da tutelare di emanare leggi:
• VERTICALE stato assegna ai comuni (ente più vicino ai cittadini) di emanare leggi.
• ORIZZONTALE l’autonomia privata è l’interesse più vicino a quello dei privati.

USI E CONSUTUDINI
Sono fonti del diritto non scritte (IUS EX NON SCRIPTO)
Sono basate su comportamenti che la comunità continua a ripetere nel tempo tanto che la ripetizione induce
alla comunità ad una norma giuridica.
Il comportamento deve avere tre caratteristiche:
• generale
• costante
• uniforme

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La comunità porta una combinazione sia:
• Oggettiva ossia comportamentale
• Soggettiva costituito dal convincimento (OPINIO IURIS) della norma.

PRELEGGI sanciscono che agli articoli:


• Art 8 sancisce che gli USI hanno efficacia solo quando richiamati
• Art 9 racconta degli usi vengono pubblicati in raccolte presso enti autorizzati (camere di Commercio)
e si presumono esistenti.

LA CONSUETUDINE
EST OPINIO JURIS ET NECESSITATIS
È composta da una parte soggettiva ed una oggettiva

TRE TIPI DI CONSUETUDINI ESISTONO:


• CONTRA LEGEM: vietata in quanto è in contrasto con la legge
• PRAETER LEGEM= vanno a regolare delle materie che non sono disciplinate dalle leggi ecc..
• SECUNDUM LEGEM= hanno richiami alla legge stessa come
ESEMPI:
• Art 1492 c.c. effetti garanzia
• Art 1187 c.c obbligazioni computo termine

INOLTRE SI DISTUNGUE IN:


• USI NORMATIVI 1374 ossia fonti sussidiarie alla legge, si ricorre all’uso quando abbiamo un vuoto
normativo, non regolato.
• USI NEGOZIALI 1340 sono usi interpretativi della volontà delle parti contraenti (LEX MERCATORIA)

Gli usi vengono contenuti nelle raccolte pubblicate dalle camere di commercio.

INTERPRETAZIONE
La base su cui si fonda un sistema di diritto codificato è l’assistenza di lacune, vale a dire che il giudice deve
sempre aver a disposizione un mezzo per risolver le controversie.
L’articolo 12 comma 1 delle preleggi stabilisce che se egli non riesce a decidere di un caso concreto con una
specifica disposizione, può aver riguardo per disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe.
Funzione nomofilattica rifacendosi alle massime.
Solo le norme penali sfuggono a questa tipologia di interpretazione.
Quando neanche il ricorso all’analogia serve al giudice, egli è tenuto a decidere secondo i principi generali
dell’ordinamento.

TIPOLOGIE DI INTERPRETAZIONE
• Letterale
• Funzionale
• Autentica
• Restrittiva (minor ampiezza al senso ma maggior disposizione letterale)
• Estensiva (maggior ampiezza al senso ma minor disposizione letterale)
• Sistematica
• Evolutiva

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L’ABROGAZIONE
Con essa la legge perde l’efficacia vincolante
Come dispone l’articolo 15 delle preleggi che di abolizione delle leggi sono:
• abrogazione espressa
• implicita (tacita,
• per referendum popolare
• per dichiarazione di incostituzionalità della corte costituzionale
• per contrasto delle norme comunitarie

LA NORMA
È il comando rivolto ai consociati.
L’ordinamento giuridico è l’insieme armonico, unitario e privo di lacune.
Le caratteristiche della norma sono:
• generalità
• astratta al fine di essere suscettibile ed essere interpretata da una moltitudine di fattispecie
• sanzionabile

questi tre caratteri devono COESISTERE.


La norma è composta dal precetto e della sanzione.

Le sanzioni possono essere:


sanzioni civili che si dividono in:
• risarcitoria 2043 il soggetto è obbligato a corrispondere una somma di denaro
• invalidatoria 1341-1350 è un atto compiuto in violazione delle norme è invalido
• esecuzione in forma specifica
sanzioni penali come ergastolo, reclusione, multa (per i delitti), contravvenzione come arresto o ammenda.

NORMA PUÒ ESSERE:


• DEROGABILE sono le norme di cui l’ordinamento giuridico dispone l’applicazione se le parti non
possono essere sostituite
• INDEROGABILE contiene un comando assoluto, i destinatari del comando non possono sostituire la
norma usata nell’applicazione con un altra
• SUPPLETIVA è la norma che integra la volontà negoziale, se essa è mancante o incompleta.

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EFFICACIA DELLA LEGGE NEL TEMPO

ART 73 COSTIT. prevede che le leggi entrano in vigore dal 15 gg successivo alla loro pubblicazione, salvo leggi
che definiscono loro stesse il termine.
Il periodo che va dalla pubblicazione all’entrata in vigore si chiama VACATIO LEGIS

ART 11 delle preleggi sancisce la legge dispone solo per l’avvenire


Non ha effetti retroattivi.
Art 25 della costituzione parla del principio di retroattività

EFFICACIA NELLO SPAZIO


Le leggi hanno un limite nella territorialità
Le leggi italiane hanno validità solo in Italia

ABROGAZIONE DELLA LEGGE


Art 15 delle preleggi sancisce che sono abrogate:
• per dichiarazione espressa del legislatore
• incompatibilità con nuove disposizioni
• la nuova legge regola l’intera nuova materia

IPOTESI DI ABROGAZIONE
• Espressa
• Tacita/implicita
• Referendum popolare
• Dichiarazione incostituzionalità dalla corte costituzionale
• Contrasto con norme giuridiche

LA FATTISPECIE è un complesso di fatti a cui si può ricollegare la norma


Può essere:
• semplice ossia ricondotto all’idea che un singolo determina l’applicazione della norma
• Complessa ricondotto all’idea che l’applicazione della norma si ricollegato al concatenarsi di più fatti

VISIONE DELLA REALTÀ GIURIDICA


• Statica riguardo diritti di persona
• Dinamica modifica la realtà giuridica

FATTO GIURIDCO sono tutti gli accadimenti rilevanti per il diritto, che producono effetti, oltre che nel mondo
naturale, anche in quello giuridico, si distinguono in :
• fatti naturali sono causati da eventi naturali senza che vi sia la volontà dell'uomo, come i terremoti o
una malattia mentale
• fatti umani o atti giuridici sono posti in essere da un soggetto giuridico (uomo o persona giuridica)
come frutto di un'attività consapevole e volontaria

ATTO GIURIDICO è un fatto o situazione che l’ordinamento ricollega effetti giudici in quanto espressione
della volontà dell’uomo.

L’ATTO PUÒ ESSERE


• NEGOZIALE volontà dell’uomo determino il prodursi di effetti giuridici in accordo
• NON NEGOZIALE è presente la volontà dell’atto ma mancano la volontà degli effetti giuridici
§ Come comunicazioni (pensiero)
§ Dichiarazioni di scienza (comunicazioni puramente informativa)
• DOVUTO ossia l’adempimento di obbligo giuridico.

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ATTI POSSONO ESSERE:
• LECITI ossia il comportamento dell’uomo è conforme al diritto
§ NEGOZIO GIURIDICO
§ ATTO GIURIDICO IN SENSO STRETTO

• ILLECITO comportamento dell’uomo NON conforme al diritto


§ PENALE violazione della norma penale
§ Generano della responsabilità
§ Civile violazione della norma civile

FATTO GIURIDICO COMPRENDE


• ATTI GIURIDICO ossia espressione di volontà del comportamento consapevole dell’uomo
• FATTO GIURIDICO IN SENSO STRETTO che prescinde dalla volontà dell’uomo
FATTI/ATTI CHE NON SONO FATTI GIURIDICI?
• Rapporti di cortesia
• Galateo
• Gentle agreement basati su onore e fiducia

INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE


È l’attività di individuare il significato della norma
OPERAZIONE ERMENEUTICA è necessaria per superare tre limiti della norma giuridica:
• AMBIGUITÀ DEL SIGNIFICATO (pare con più significati)
• INVECCHIAMENTO (concetti più elastici)
• LACUNOSITÀ DELLA NORMA (cerca di stendere la portata normativa)

L’attività viene svolta principalmente dal giudice, dottrina e legislatore (interpretazione autentica)

ART. 12 DELLE PRELEGGI parla dell’interpretazione della legge


• COMMA 1 evidenzia l’interpretazione letterale ossia non si può andare oltre il significato delle parole
• COMMA 2 se una controversia non può essere decisa si ricorre all’analogia.

TIPI DI INTEPRETAZIONE SONO:


• LETTERALE secondo il significato delle parole
• SISTEMATICA ossia alla luce delle altre norme dell’ordinamento
• AUTENTICA interpretazione fatta dal legislatore (effetti ex tunc)
• DICHIARATIVA non suscettibile a diversa interpretazione
• COSTITUZIONALMENTE ORIENTATA deve essere conforme alla costituzione (conservazione del
diritto= principio che consente di continuare al diritto di produrre i suoi effetti)
• RESTRITTIVA attribuisce alla legge un significato meno ampio
• ESTENSIVA attribuisce alla legge un significato più ampio rispetto alla sua portata.

L’ANALOGIA ART 12 COMMA 2 delle preleggi


Ha lo scopo di colmare le lacune.
Esistono due tipologie:
• ANALOGIA LEGIS dove l’interprete non trova una norma da applicare al caso concreto e quindi ricerca
una fattispecie seppur diversa MA CHE PERSEGUE GLI STESSI INTERESSI.
• ANALOGIA IURIS applicazione dei principi dell’ordinamento giuridico

DIVIETO DI ANALOGIA avviene nei casi previsti all’art. 14 delle preleggi del c.c.
Ad esempio le leggi penali ed eccezionali come casi di urgenza

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LA DIFFERENZA TRA ANALOGIA E INTERPRETAZIONE ESTENSIVA
• ANALOGIA non si basa sulla stessa norma ma applicando la portata di una diversa.
• INTERPRETAZIONE ESTENSIVA una norma esiste ma se ne deve interpretativamente estendere la
portata applicata della norma

• LA GIURISPRUDENZA è l’insieme delle decisioni dei giudici


• EQUITÀ è un principio creato dal giudice per risolvere una controversia nei casi previsti dal c.c. art
1371 EQUO CONTEMPERAMENTO DEGLI INTERESSI DELLE PARTI
• DOTTRINA è la comunità scientifica di studiosi del diritto.

FATTO E DIRITTO
I soggetti del traffico giuridico sono le persone.
L’oggetto del rapporto giuridico sono i diritti reali
Le obbligazioni regolano rapporti esistenti tra i soggetti.
Lo strumento per modificare la realtà giuridica è il contratto
GLI ISTITUTI GIURIDICI possono essere definiti come un sistema coordinato di norme.

Essi costituiscono i meccanismi tipici in cui nasce il modificarsi della realtà giuridica ossia i fatti o gli atti che
con il loro realizzarsi determinano un mutamento della realtà giuridica.
IL FATTO GIURDICO è un evento, avvenimento o azione che in determinate circostanze, produce delle
conseguenze giuridiche, tra cui l’acquisto, perdita o modifica di un diritto soggettivo.
La dottrina ha inoltre riconosciuto fatti o situazioni che producendo l’astratta previsione della norma
ricollegano gli effetti della norma prevista.
Questa astratta previsione è definita fattispecie astratta ossia intesa come un complesso di fatti a cui la
norma giuridica, dato il suo carattere condizionale o ipotetico ricollega alla vicenda del rapporto.

LA FATTISPECIE PUÒ ESSERE:


• SEMPLICE ossia un singolo fatto determina l’astratta applicazione della norma
• COMPLESSA per l’astratta applicazione della norma produce un concatenarsi di atti o fatto.

FATTO GIURIDICO sono quei fatti o situazioni rispetto ai quali l’ordinamento collega effetti giuridici
prescindendo dalla volontà dell’uomo
ATTO GIURIDICO è un fatto o una situazione alla quale l’ordinamento ricollega effetti giuridici in quanto
espressione della volontà dell’uomo o del comportamento consapevole dell’uomo.

UN ATTO PUÒ ESSERE:


• NEGOZIALE ossia espressione della volontà dell’uomo
• NON NEGOZIALE ossia modificazioni materiali del mondo esterno collegabili al comportamento
dell’uomo, ma non alla sua volontà
§ Come dichiarazioni in materia scientifica oppure comunicazione
• DOVUTI l’adempimento di un obbligo giuridico

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NEGOZIO GIURIDICO
È la manifestazione di volontà diretta a produrre effetti giuridici, che l’ordinamento riconosce come
meritevoli di tutela.
È la massima espressione dell’autonomia privata.
I negozi sono ad esempio matrimonio, contratto, testamento.

GLI ATTI GIURIDICI POSSONO ESSERE


• Atti illeciti ossia un comportamento non conforme al diritto
• Atti leciti ossia comportamenti dell’uomo conformi al diritto

L’illecito inoltre può essere scomposto a livello penale o civile


Quello penale consiste nella violazione di una norma penale, in generale, viola una norma penale più nello
specifico dei valori costituzionalmente garantiti.

L’illecito civile, consiste nella violazione di una norma civile e comporta una violazione del precetto neminem
laeder.

In riferimento agli effetti che producono sono:


• fatti costitutivi ossia quelli dai quali dipende la nascita o il formarsi di una situazione giuridica,
• fatti modificabili, dai quali dipende una modificazione oggettiva o soggettiva del rapporto.
• Fatti estintivi, al cui verificarsi consegue l’estinzione di un rapporto giuridico
• Fatti impeditivi essi terminano con il verificarsi determinato l’impedimento del sorgere di un
rapporto o di una situazione giuridica.

In base al tempo possono essere:


• formazione istantanei ossia il ciclo di produzione è in tempo apprezzabile
• formazione successiva ossia il ciclo produttivo si protrae nel tempo

si possono suddividere anche in base alla volontà dell’uomo:


• atto semplice a formarlo concorre la volontà di un solo soggetto es confessione
• atto composto a formarlo concorrono le volontà di più soggetti
• atto complesso le più volontà che concorrono a formalo si fondano in una volontà comune.

Vi sono fatti che non sono considerati dall’ordinamento giuridico come i rapporti di cortesia, atti a fini
amichevoli o per solidarietà sociale

ART 1322 SANCISCE L’AUTONOMIA CONTRATTUALE


dove le parti sono libere di determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge.

CLASSIFICAZIONE DEI NEGOZI GIURIDICI


Il negozio giuridico è una manifestazione di volontà che può essere:
• unilaterale quando è voluta da una singola manifestazione di volontà (testamento)
• bilaterale quando è un negozio con due manifestazioni di volontà (contratto)
• plurilaterale quando è un negozio con più manifestazioni di volontà (società)

Il negozio giuridico consiste in una manifestazione diretta ad effetti giuridici.


La dichiarazione è sempre rivolta verso l’esterno, cioè deve manifestarsi.
Non occorre volere ma occorre proprio che sia percepita dai soggetti nel traffico giuridico.

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CLASSIFICAZIONE DELLA DICHIARAZIONE

RECETTIZIA quando è rivolta ad un determinato soggetto.


Per la produzione degli effetti deve pervenire a conoscenza del destinatario

NON RECETTIZIA quando è rivolta a soggetti indeterminati. Produce effetti dal momento in cui la
manifestazione di volontà si è esteriorizzata, senza bisogno che giunga a conoscenza del destinatario.

INTER VIVOS disciplinano situazioni giuridiche che prescindono dal fatto della morte come un contratto di
compravendita
MORTIS CAUSA disciplinati in una situazione creatosi dopo la morte di un soggetto come nel caso di un
testamento.

PATRIMONIALI ossia che producono effetti immediatamente sul patrimonio del soggetto (come una
diminuzione o aumento)
A loro volta sono suddivisa in:
• Di disposizione quindi comporta una diminuzione patrimoniale del soggetto
• Di attribuzione patrimoniale che tende a procurare ad un soggetto un vantaggio patrimoniale e
possono essere negozi:
§ Abdicativi
§ Traslativi
§ Di accertamento

NON PATRIMONIALI attengono a rapporti giuridici non economicamente valutabili come ad esempio il
riconoscimento di un figlio o matrimonio

TITOLO GRATUITO attribuzione patrimoniale a cui non fa risconto un corrispettivo

TITOLO ONEROSO attribuzione patrimoniale a favore di un soggetto in cambio di un corrispettivo.

COMMUTATIVI il vantaggio e il sacrificio patrimoniale sono certi

ALEATORI il vantaggio e lo svantaggio non sono certi ma dipendono dalla sorte.

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ELEMENTI ESSENZIALI DI UN NEGOZIO GIURIDICO
ESSENTIALIA NEGOTII
Sono gli elementi he determinano il sorgere del negozio, la loro mancanza determina la nullità del negozio.
• volontà
• oggetto
• causa
• forma

ACCIDENTIALIA NEGOTII
Sono gli elementi che non sono necessari al sorgere del negozio, possono esserci o non esserci.
Sono:
• la condizione,
• termine,
• modo

MANIFESTAZIONE DI VOLONTÀ
Questa per essere produttiva di effetti deve essere libera e consapevole.
Non basta la volontà ma deve anche esteriorizzarsi.
Può essere tacita oppure espressa.
• Quella espressa si manifesta oppure viene percepita da terzi o attraverso un linguaggio.
• In forma tacita in un comportamento concludente o nel silenzio.

Nel nostro ordinamento il silenzio viene percepito come la non manifestazione di volontà.
Nel diritto romano il silenzio veniva intrapreso come una manifestazione di volontà positiva.

LA FORMA
è un elemento essenziale del negozio giuridico solo se espressamente prevista dalla legge a pena di nullità.
Altrimenti i negozi sono in forma libera, infatti nel nostro ordinamento vige il principio della libera forma per
la quale esprimere la manifestazione di volontà.

La forma può essere:


• AD SUBSTANTIAM che costituisce un elemento essenziale del negozio giuridico quindi l’atto o sorge
in tale forma oppure non viene ad esistenza
• AD PROBATIONEM il negozio può essere validamente formato senza alcuna forma prestabilita, ma
per provarlo occorre che sia stipulato nel rispetto della forma

16
GLI ELEMENTI ACCIDENTALI SONO:

CONDIZIONE
Indica un avvenimento incerto e futuro da cui dipende il realizzarsi o il non realizzarsi del negozio.

La condizione può essere:


• RISOLUTIVA se gli effetti del negozio si verificano subito e cesseranno all’eventuale verificarsi della
condizione
• SOSPENSIVA gli effetti del negozio non si verificheranno ma solo con l’avvelarsi della condizione
• POTESTATIVA l’avveramento della condizione dipende dalla volontà di una delle due parti
• MERAMENTE POTESTATIVA ossia è un fatto che è del tutto indifferente compiere o meno
• MISTA è una condizione il cui avveramento dipende in parte dal caso oppure dalla volontà dei terzi
o da una delle due parti.

TERMINE
consiste in un avvenimento futuro e certo dal quale o fino al quale possono prodursi gli effetti del negozio.
L’avvenimento futuro e certo può essere una data o un evento.
Il termine può essere:
• fino al quale si verificano gli effetti
• dal quale si verificano gli effetti del negozio-

MODO
È il peso che si appone ad una libertà con lo scopo di limitarla.
Il modo può essere apposto solo a negozi a titolo gratuito.
Il limite alla liberalità non deve snaturare il negozio.
Non può superare una certa proporzione del valore della liberalità, pena la perdita della natura dell’atto.

17
DIRITTI SOGGETTIVI INTERESSI LEGITTIMI

DIRITTO SOGGETTIVO è il potere di agire per il soddisfacimento di un proprio interesse, protetto


dall’ordinamento giuridico.
INTERESSE LEGITTIMO è una situazione giuridica soggettiva attiva, tutelata indirettamente da una norma
volta a proteggere un interesse pubblico o generale

L’interesse legittimo è un interesse personale che è protetto dall’ordinamento solo in via indiretta.

I diritti soggettivi si distinguono in diritti assoluti e relativi:


• ASSOLUTI il titolare ha un potere erga omnes
Esempio i diritti di proprietà, della personalità, inviolabili dell’uomo
• RELATIVI il titolare può esercitare il potere solo nei confronti di una o più persone determinate
Esempio diritto di credito diritti potestativi

SUL PIANO DEI RIMEDI


• VIOLAZIONE DEL DIRITTO SOGGETTIVO potrà agire avvalendosi dei rimedi previsti dalla legge tra cui
il risarcimento de danno
• VIOLATO UN INTERESSE LEGITTIMO
Inizialmente non era protetto in via diretta ma prevedeva soltanto una tutela indiretta (ossia
impugnando atti amministrativi dichiarati illegittimi)
Con l’intervento della sentenza della Cassazione 500 del 22 luglio 1999
Riconosce in via autonoma la risarcibilità degli interessi legittimi (in quanto si considera
interesse individuale strettamente connesso con l’interesse pubblico.

PER LA TUTELA INVECE


• DIRITTO SOGGETTIVO appartiene al diritto privato ed è applicato nei tribunali ordinali
• INTERESSE LEGITTIMO appartiene al diritto pubblico ed è applicato dai tribunali amministrativi
1. In primo grado il TAR
2. In secondo grado il consiglio di stato con sede a Roma.

DIRITTI SOGGETTIVO
Diritti assoluti sono fatti valere erga omnes ossia nei confronti di ogni consociato un esempio è il diritto di
proprietà che può essere fatto valere nei confronti di tutti
• Patrimoniali
• Personali hanno a tute la il diritti della persona
• Reali

Diritti relativi sono fatti valere inter partes esempio il diritto di credito

Diritti potestativi è il potere attribuito ad un soggetto di modificare, con un proprio atto, la sfera giuridica di
un altro soggetto, senza che l’altro soggetto possa apporne la modificazione.
Esempio nella comunione.

18
LA PROVA DEI FATTI GIURIDICI
Per essere preso in considerazione dal DIRITTO il fatto deve essere PROVATO ed è onere di chi invoca la
protezione del diritto provare il fatto posto a fondamento della pretesa

ART 2697 PRINCIPIO DELL’ONERE DELLA PROVA


COMMA 1 chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento
COMMA 2 chi eccepisce la inefficacia di tali fatti o eccepisce che il diritto sia modificato d’istinto deve provare
i fatti su cui l’eccezione si fonda.

ACTORE NON PROBANTE, REUS ABSOLVITUR


Se l’attore non riesce a dare prova al suo diritto perde la causa.

SE LA PROVA È DIFFICLE viene nominata PROBATIO DIABILOCA


Quando l’onere della prova è impossibile da soddisfare.
ART 2698 PATTI RELATIVI ALL’ONERE DELLA PROVA
Sono nulli i patti con i quali è invertito ovvero modificato l’onere della prova.

MEZZI DI PROVA
Sono tipici cioè sono previsti dalla legge

PROVA DOCUMENTALE 2699-2708


È la prova principe.
Composta da: atto pubblico 2699
Scrittura privata autenticata 2703
Scrittura privata 2702

SCRITTURE CONTABILI DELLE IMPRESE SOGGETTE A REGISTRAZIONE


Art 2709-2711
Fanno prova contro l’imprenditore
Chi vuole trarne vantaggio non può scinderne il significato
Efficacia probatoria verso imprenditori
Libri+ vidimati sono prove bollati
Anche fotostatiche o riproduzioni di documento sono prove (Art 2712), in caso di disconoscimento si fa
ricorso al documento originale.

PROVA TESTIMONIALE 2721-2726

PRESUNZIONE 2727
• Legale (preasumption iuris et de iure
• Semplice (preasumption iuri tantum)

CONFESSIONE 2730
• Giudiziale 2733
• Stragiudiziale 2735

GIURAMENTO 2736

19
PROVA DOCUMENTALE
È il documento che attesti l’esistenza di quel fatto
Le tipologie sono diverse:
ATTO PUBBLICO ART 2699
Documento è redatto con le richieste formalità del notaio (o pubblico ufficiale) autorizzato ad attribuirgli
pubblica fede nel luogo dove l’atto è formato.
EFFICACIA DELL’ATTO PUBBLICO
Fa piena prova fino a querela di falso, se qualcuno volesse (parti o terzo) contestare il contenuto dell’atto
dovrà attivare un procedimento chiamato QUERELA DI FALSO.
Chi vuole contestare infatti dovrà affermare e dimostrare che il notaio ha dichiarato il falso con rilevanza
penale.

SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA 2703


Fa piena prova fino a querela di falso
Documento viene redatto dalle parti privatamente e sottoscritto (firma posta in calce sull’atto stesso) davanti
ad un pubblico ufficiale (apposte firme in sua presenza)

Se viene disconosciuta la firma?


Si richiede al giudice la verifica della scrittura privata al fine di accertare l’autenticità della
sottoscrizione. Si nomina un CONSULENTE TECNICO D’UFFICIO STILOGRAFICO che compirà il
saggio grafico con la parte sottoscritta controllando: posizione, pressione, tratto.
Una certezza assoluta non esiste ma se positiva la perizia, il giudice è libero di decidere.
L’autenticazione può essere fatta anche dall’avvocato (pubblico ufficiale) chiamata autentica
della procura

SCRITTURA PRIVATA 2702


Il documento che viene redatto privatamente dalle parti
Fa piena prova fino a querela di falso finché uno delle due parti non ne disconosce la sottoscrizione

ART 2704 DATA DELLA SCRITTURA PRIVATA NEI CONFRONTI DI TERZO


Dato che la scrittura privata non è autenticata la sottoscrizione non è certa e computabile rispetto a terzi, la
data sottoscritta se non verificabile:
• dal giorno in cui la scrittura è stata registrata
• dal giorno della morte o sopravvenuta impossibilità fisica
• dal giorno in cui vengono si prodotti i contenuti dell’atto pubblico.

PROVA TESTIONIALE ART 2721


La prova orale che consiste nella narrazione al giudice di un terzo che è estraneo alla causa, il quale sotto
giuramento si trova a riferire i fatti o circostanze conosciute direttamente o indirettamente.

LIMITI ART 2721


La prova per testimoni dei contratti non è ammessa quando il valore dell’oggetto eccede di 2,58 euro.
COMMA 2 l’autorità giudiziaria può consentire oltre la cifra in base alle parti della natura contrattuale.

ART 2722 PATTI AGGIUNTI O CONTRARI AL CONTRATTO DOCUMENTO


Non sono ammessi all’oggetto patti aggiunti o contrari al contenuto al documento.

ART 2725
Negli atti in forma scritta, la prova a testimoni è ammessa solo quando il contraente ha perso il documento
costituente la prova.
IL CODICE DI PROCEDURA CIVILE cita che non può essere mai resa per un soggetto che ha interesse nella
causa

20
ECCEZIONI ART 2724
La prova per testimoni è ammessa per:
• il principio di prova per iscritto
• il contraente è stato nell’impossibilità morale o immateriale di procurarsi una prova scritta
• il contraente senza sua colpa ha perso il documento che forma la prova (LIMITE 2725)

PRESUNZIONE 2727
È una forma di prova indiretta, attraverso la conoscenza di un fatto noto il giudice o la legge risalgono ad un
fatto ignoto.
Esse non possono essere ammesse nei casi in cui la legge esclude la prova per testimoni.

LE PRESUNZIONI POSSONO ESSERE DI DUE TIPI:


• LEGALI praesumption iuris ed de iure
Sono conseguenze che la legge trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignoto
o ASSOLUTO non ammette prova contraria
o RELATIVE ammettono prova contraria

• SEMPLICI praesumption iuri tantum


Non sono stabilite dalla legge ma dal giudice.
Ammette presunzioni solo:
o gravi
o precise stabilito articolo 2729
o concordanti
ESEMPIO
Art 1147 comma 3 possesso in buona fede
Art 1335 presunzione di conoscenza
Si presume conosciuta nel momento in cui giunge al destinatario la notizia o la cosa.

CONFESSIONE ART 2730


È la dichiarazione che una parte fa della verità dei fatti ad essa sfavorevoli e favore all’altra.
È necessario animus confidenti e una dichiarazione con pregiudizio e vantaggio dell’altra parte.

La confessione può essere di due tipi:


• GIUDIZIALI ossia alla confessione viene resa in giudizio. Forma pian prova contro colui che l’ha fatta
• STRAGIUDIZIALE la confessione viene fatta fuori dal processo alla parte o da chi la rappresenta. Ha
la stessa efficacia probatoria di quella giudiziale.

GIURAMENTO ART 2736


È la dichiarazione solenne della veridicità di un fatto.

Può essere di due tipi:


• decisorio: dal quale dipende la decisione della causa
• suppletorio dove di integrano i principi formatosi in giudizio

Una volta prestato giuramento l’altra parte non può provare il contrario
in caso di FALSO GIURAMENTO, si dovrà risarcire il danno.

21
PUBBLICITÀ DEI FATTI GIURIDICI
Essa consente di rendere pubblici i fatti così che tutti possano averne conoscenza.

Sono strumenti di pubblicità


• Registri dello stato civile
• Registro delle imprese
• Registro degli immobili
• Registro pubblico automobilistico
• Registro navale
• Registro degli aeromobili

Sono pubblicamente consultabili e servono per conoscere le vicende relative a quel determinato bene

CLASSIFICAZIONE PUBBLICITÀ DEI FATTI GIURIDICI:


NOTIZIA
Ha lo scopo di rendere nota ai terzi una determinata vicenda
La mancanza dell’adempimento non porta all’invalidità e inefficienza dell’atto (esempio trascrizione della
dichiarazione di successione)
COSTITUTIVA
Scopo non solo di rendere pubblica la cosa ma diventa un elemento integrale della fattispecie negoziale
La mancanza di pubblicità impedisce il riprodursi di effetti dell’atto da pubblicizzare. (esempio diritto reale di
garanzia esempio ipoteca)
DICHIRATIVA
Quando l’adempimento pubblicitario determina la possibilità di opporre un determinato atto nei confronti
di terzi
Ha lo scopo di funzione di opporre l’atto a terzi

TRASCRIZIONE

Disciplinata dal Libro 6 c.c. (tutela dei diritti) art 2643 e seguenti
Ha la funzione di rendere conoscibile e opponibile a terzi il bene immobile infatti è un regime di pubblicità
(Dichiarativa) che si attua a mezzo di pubblici registri e che ha per oggetto atti relativi ai beni immobili.

AI SENSI DELL’ARTICOLO 2643 ATTI SOGGETI A TRASCRIVERE sono:


• contratti che traferiscono la proprietà di beni immobili
• contratti che riguardano diritti sui beni immobili

EFFETTI DELLA TRASCRIZIONE ART 2644


Gli atti soggetti a trascrizione di beni immobili non hanno effetto riguardo terzi se precedentemente il
medesimo atto non è stato iscritto /trascritto.

PRINCIPIO DELLA CONTINUITÀ ART 2650


Un atto di acquisto non produrrà effetti se non è stato trascritto l’atto anteriore di acquisto
Quando l’atto anteriore di acquisto sarà trascritto, le successive trascrizioni produrranno effetti.

22
COSA SI PUÒ TRASCRIVERE?

TRASCRIZIONI DI DOMANDE GIUDIZIALI 2652 ART


La giustizia ha tempi molto lunghi così che il legislatore ha previsto la trascrizione delle domande giudiziali
ossia la funzione di assicurare all’attore gli effetti favorevoli della sentenza di accoglimento della domanda
Ha una funzione prenotativa sul diritto, gli effetti decorrono dal momento della trascrizione della domanda.
TRASCIZIONE DELLE SENTENZE
TRASCRIZIONE DEL TITOLO NECCESSARIO PER LA TRASCRIZIONE ART 2657
Perché un contratto sia trascrivibile è necessaria la forma dell’atto pubblico o la scrittura privata autenticata

INVALIDITÀ
Il negozio giuridico può essere valido o invalido
• Valido è un atto idoneo a produrre i suoi effetti giuridici pervisti dall’ordinamento
• Invalido è un atto che non è idoneo a produrre gli effetti giuridici previsti dall’ordinamento

Inoltre
È efficace un negozio che produce gli effetti tipici previsti dalla legge
È inefficacie un negozio che non produce gli effetti tipici.

Di regola un negozio invalido è anche inefficacie ma non è detto che un negozio valido sia sempre efficace.
(Esempio l’atto di compravendita soggetto a condizione, nell’attesa che essa si verifichi).

Il negozio inesistenze non è un negozio, in quanto mancano gli elementi che permettono l’identificazione
del negozio.
Il negozio nullo è un atto esistente ma che l’ordinamento tende a considerare come mai esistito.
Al negozio nullo può applicarsi la conversione e la sanatoria eccezionale.

INVALIDITÀ
è la sanzione che l’ordinamento applica al negozio che si pone in contrasto con norme imperative, buon
costume, usi.

Le nozioni di invalidità si distinguono in


• NULLITÀ
• ANNULLABILITÀ

LA NULLITÀ
è una sanzione di grave intensità, è costruita a protezione di un interesse generale.
Il contratto nullo è immediatamente sterile, non produce effetti.
Le controversie possono essere risolte dal giudice che può solo accertarne o meno l’esistenza.
La nullità ha effetto retroattivo, va coprire i vizi dal momento in cui è nato il contratto e non dal momento in
cui è stata rilevata.
La convalida non è ammessa

ANNULLABILITÀ è una sanzione più lieve, è costituita al fine di proteggere un interesse particolare, riferito
ad un determinato soggetto.
Il negozio annullabile può essere convalidato ed è anche sanabile.
Il negozio produce effetti fino a quando non è esercitata con successo l’azione di annullamento.
L’annullabilità ha effetto retroattivo se avviene con successo l’azione di annullamento.

23
VIZI DEL CONSENSO
SONO ERRORE, VIOLENZA, DOLO
La volontà negoziale deve essere: libera e consapevole esente da vizi.
Se la volontà manca o è viziata, il negozio è invalido.
LA PRIMA CAUSA D’ANNULLAMENTO DEL NEGOZIO È L’INCAPACITÀ.
L’incapace infatti è quel soggetto che non esprime una volontà libera e consapevole.
L’annullabilità lo protegge, quindi la volontà dell’incapace è sempre viziata.
Anche un soggetto capace può formare una volontà viziata: con il dolo, violenza e l’errore.
Essi determinano l’annullabilità del negozio.

ERRORE
è una falsa conoscenza della realtà che impedisce alla volontà negoziale di formarsi in modo libero e
consapevole.
La volontà negoziale viene quindi a formarsi su presupposti non veritieri.
Non ogni errore è causa di annullamento del negozio.
Lo sono solo se risulta essenziale e riconoscibile all’altro contraente.
L’errore può essere:
• VIZIO incide sulla formazione della volontà, inoltre nel processo formativo porta al vizio del volere
• OSTATIVO è un errore che cade sulla dichiarazione di volontà, ha origine in una divergenza tra il
voluto e il dichiarato.
Entrambi portano all’annullabilità se essenziali e riconoscibili.

VIOLENZA
consiste nella costrizione della volontà.
Si distingue tra violenza fisica e violenza psichica/morale.
• VIS ABSOLUTA (fisica) consiste in una irresistibile costrizione materiale che esclude e cancella ogni
volontà e porta alla NULLITÀ
• VIS COMPLUSIVA (psichica o morale) consiste in una minaccia di un male ingiusto per ottenere una
dichiarazione negoziale che senza minaccia non si sarebbe mai successa.
La minaccia consiste in un’azione diretta ad’ incutere timore
Essa comporta l’annullabilità.
La fattispecie si può comporre di tre elementi:
1. MINACCIA proviene dal contraente o dal terzo ed esso AFFIDATO
2. MALE INGIUSTO oggetto della minaccia
3. STIPULAZIONE DEL CONTRATTO la minaccia deve giungere al risultato di far stipulare o emettere
una dichiarazione negoziale che altrimenti non sarebbe stata espressa.

In diritto non rileva il TIMORE REVERENZIALE che un soggetto può incutere


Nel caso in cui la paura e il timore o l’oggetto pericoloso sono causa da elementi esterni non riconducibili
all’attività del contraente non sono fonte di annullamento.

DOLO (dolus malus)


Consiste negli artifici o raggiri posti in essere per alterare o cambiare la volontà negoziale della vittima.

Si distingue in:
DOLO DETERMINATE ossia dal consenso contrattuale, causa la conclusione del contratto che non si sarebbe
concluso.
Esso comporta all’annullamento del contratto.
DOLO INCIDENTE non è determinabile dal contratto
Il contratto sarebbe stato concluso anche senza dolo, ma in condizioni diverse.
Il contratto è valido ma il contraente in malafede risponde dei danni.

24
L’ESTINZIONE DEI DIRITTI
Sono norma di chiusura del libro 6

PRESCRIZIONE ART 2934


è una certezza nei rapporti giuridici

Ogni diritto si estingue per prescrizione quando il titolare non lo esercita per un tempo determinato

Il mancato esercizio per un lungo periodo comporta che il titolare si sia disinteressato e non si ritiene più
meritevole di tutela del suo interesse a rimanere titolare.
Non sono soggetti a prescrizione i diritti indisponibili
Es diritto alla personalità, proprietà e facoltà

La prescrizione può essere:


• ESTINTIVA: ossia l’elemento costitutivo è l’inerzia del titolare del diritto fatto valere in giudizio
• PRESUNTIVA è fondata sulla presunzione di adempimento dell’obbligo
Non hanno effetto estintivo

LA DECORRENZA DELLA PRESCIZIONE ART 1935


Comincia dal giorno in cui può esser fatto valere il diritto.
Eventi vari possono provocare la sua sospensione o la sua interruzione.
• Interrotta se il titolare la esercita
• Sospesa se il titolare si trova nell’impossibilità di esercitare il suo diritto.

COME SI CALCOLA IL PERIODO?


L’articolo di riferimento è 2963 comma 2
DIES A PUÒ NON COMPUTATO EST ma si computa IL DIES AD QUEM
Non si conta il girono inziale
Il termine scade con la spirale dell’ultimo istante dell’ultimo giorno
Se cade in un giorno festivo, comma 3, il termine è prolungato di diritto al giorno seguente NON festivo.
Se è computato in mesi si conta dal mese di partenza aggiungendo la durata in mesi
Se nel mese manca tale giorno si anticipa al primo giorno utile.
È nullo ogni patto che tende a modificare la disciplina della prescrizione

IL DIRITTO NON SI ESTINGUE AUTOMATICAMENTE:


• ma può essere fatto valere in via eccezionale dalla parte che vi abbia interesse
• il contenuto eccepisca che la prescrizione è avvenuta
• il giudice NON può rilevare d’ufficio la prescrizione.

INTERRUZIONE ART 2943


1 )INTERRUZIONE DA PARTE DEL TITOLARE
Il diritto viene, di nuovo, esercitato quando il titolare dimostra interesse e quindi la meritevolezza a tutelarlo.
Quindi il tempo della prescrittività si azzera e si riinizia di nuovo a conteggiare ( 2945 art)
Si può interrompere:
• dalla notificazione dell’atto con il quale riinizia il nuovo giudizio
• dalla domanda proposta nel corso di un giudizio
• da ogni atto che costituisca una norma al debitore.

2) ART 2944 INTERRUZIONE PER EFFETTO DI RICONOSCIMENTO


La prescrizione può essere interrotta von il riconoscimento del diritto da colui contro il quale il diritto stesso
può esser fatto valere.

25
SOSPENSIONE
Si verifica quando il mancano esercizio del diritto dipende dal verificarsi di una causa giustificata.
Il periodo di tempo durante il quale perdura la causa che giustifica l’inerzia non è calcolato ai fini del computo
del tempo di prescrizione.

La sospensione può essere:


PER RAPPORTO TRA LE PARTI art 2941
• Tra i coniugi
• Tra chi esercita il podestà
• Tra tutore e minore o interdetto
• Tra curatore e minore emancipato o l’inabilitato
• Tra persone giuridiche e amministratori

SOSPESNSIONE PER LA CONDIZIONE DEL TITOLARE ART 2942


Viene fatta ai minori non emancipati gli interdetti per infermità di mente, per il tempo in cui non hanno il
rappresentate legale e per i sei mesi successivi.
In tempo di guerra, contro militari e forze in servizio.

DURATA PRESCRIZIONE ART 2946


Salvo casi in cui la legge dispone diversamente:
• i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di 10 anni (prescrizione ordinaria)
• DIRITTI REALI si prescrivono in 20 anni
• PRESCRIZIONI BREVI ART 2948 si prescrivono in 5 anni
• Diritto al risarcimento del danno derivante dal fatto illecito si prescrive in 5 anni
• Rendite perpetue/vitalizie
• Interessi =1 anno di prescrizione
• si prescrivono in 6 mesi il diritto degli albergatori e gli osti per alloggio e vitto.

DECADENZA
È la perdita della possibilità di acquistare un diritto per l’inerzia del titolare entro un dato termine stabilito
dalla legge o convenzionalmente dalle parti

È un termine PERENTORIO determinato che non può essere ne sospeso ne interrotto.

ART 2495 TERMINE E CONDIZIONE PER L’AZIONE DI GARANZIA


Comma 1 il compratore decade il diritto alla garanzia se non evidenzia entro 8 giorni i vizi del bene acquistato,
scaduti i quali non può più avvalersi dei rimedi della garanzia
COMMA 3 chi vuole agire in giudizio dovrà farlo entro un anno dalla consegna (altrimenti cade in
prescrizione).

26
AUTONOMIA PRIVATA
Il diritto privato è espressione dell’autonomia privata.

Deriva da l latino
• Autos ossia se stessi darsi delle regole da soli
• Nomos ossia regola

I privati possono regolare i rapporti intersoggettivi con un atto di autonomia, che l’ordinamento riconosce
come giuridicamente vincolante.
Significa che il singolo soggetto è in grado di valutare al meglio il proprio interesse ed è libero di regolare
come meglio crede i propri rapporti giuridici.
Lo strumento di sussidiarietà orizzontale
I privati sono in grado di autodisciplinare e autoregolare i propri rapporti
REQUSITI
1. Le parti abbiano piena capacità di intendere e di volere
2. Accordo tra le parti affinché l’autonomia privata possa esprimersi
3. Atti che siano connotati da una causa lecita
SI MANIFESTA
• Nel negozio giuridico à quindi è l manifestazione di volontà diretta a produrre effetti giuridici
• Nel contratto à ai sensi dell’articolo 1321, l’accordo di due o più parti per costituire o estinguere un
rapporto tra di loro.

La legge fissa i termini e le modalità per una valida costituzione del vincolo contrattuale.
Ai sensi dell’articolo 1372 il contratto ha forza di legge tra le parti
Le parti possono concludere contratti atipici purché diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela.

ISTITUTI GIURIDICI
FACOLTÀ indica un comportamento che un soggetto può lecitamente porre in essere

ONERE può essere definito come la necessità di un comportamento per realizzare un proprio interesse.
Un soggetto può o non può osservare al fine di compiere un proprio interesse.
Art 2697 sancisce il principio dell’onere della prova/onere di trascrivere un atto di un bene immobile

POTESTÀ è un dovere-potere che si esercita non solo nell’interesse proprio, ma anche nell’interesse altrui.

ASPETTATIVA il soggetto è in una posizione di “attesa” che viene tutelato dalla legge con possibilità di
compiere atti conservativi, necessari ad evitare la distruzione, modifica o perdita della cosa.

STATUS indica una fascia di situazioni giuridiche facenti capo ad un soggetto, in quanto appartenete ad un
gruppo sociale
Esempio stauts familiae o status di cittadinanza

27
I SOGGETTI DEL DIRITTO PRIVATO
La disciplina dei soggetti di diritto è contenuta nel LIBRO I del codice civile.
È il soggetto di diritto, il titolare di posizioni giuridiche.
Possono essere di diritto:
• le persone fisiche ossia l’uomo
• le persone giuridiche sono un complesso organizzato di beni o persone destinati ad uno scopo, cui
l’ordinamento attribuisce la qualità di soggetto di diritto.

LA PERSONA FISICA
Alla persona fisica si associano le nozioni di
• CAPACITÀ GIURIDICA ossia l’idoneità ad essere soggetti di diritti e di obblighi
• DI AGIRE ossia idoneità di un soggetto ad acquisire, disporre, esercitare, da solo con il proprio volere
i propri diritti e assumere obblighi.

CAPACITÀ GIURIDICA
È l’idoneità di essere soggetti di diritti e doveri.
Tutte le persone la acquisiscono con la nascita e la perdono con la morte.
IL CONCEPITO
Può essere soggetto di diritti.
Tali diritti, sono condizionati dall’evento della nascita.
Il concepito è capace di succedere, per esserlo deve essere concepito al tempo dell’apertura della
successione.
Si presume concepito colui che nasce entro 300 giorni dalla morte della persona della cui successione si
tratta.
Può inoltre essere beneficiario da una donazione.

CAPACITÀ DI AGIRE
È l’idoneità di un soggetto di acquistare, disporre, esercitare da solo i propri diritti e i propri obblighi.
Si presuppone che un soggetto sia maturo ed in grado di curare i propri interessi all’età di 18 anni.
La legge infatti PRESUME (presunzione legale) che tale maturità si raggiunga al compimento dei 18 anni.
IL CODICE CIVILE DEL 1942 presumeva l’età di maturità pasi a 21 ani e dal 1975 fu abbassata.

LA LEGGE STABILISCE UN’ETÀ DIVERSA PER I 18 ANNI IN RIFERIMENTO A:

CAPACITÀ DI CONTRARRE MATRIMONIO.


Il tribunale sentito il pubblico ministero e i genitori ammette il matrimonio al minore che abbia 16 anni solo
per gravi motivi con fondatezza nelle ragioni. Con esso acquista la capacità di agire e può compiere atti di
ordinari amministrazione
• ESERCIZIO DI UN IMPRESA il minore se autorizzato può compire l’esercizio di un’impresa
commerciale
• ADOZIONE la legge richiede un’età minima di 35 anni.
• LAVORO l’articolo 2 sancisce che l’età minima è di 15 anni
Viene ridotta a 14 per i lavori agricoli, a 16 anni per i lavori pericolosi
È vietata per i lavori in miniera o notturni

28
PERSONA GIURIDICA
TITOLO 2
È un complesso organizzato di persona/beni destinati ad uno scopo, il cui ordinamento giuridico, attribuisce
la qualità di soggetto.

ENTI centro unitario di interessi che si distacca dalle persone fisiche che lo hanno creato/composto.
Possono essere:
• PUBBLICI con fini di interesse generale o pubblico (comuni, provincie, regioni)
• PRIVATI con fini di interesse privato o particolare (associazioni, fondazioni, società di capitali), esse
sono riconosciute con Decreto del presidente della repubblica.

VIENE PREVISTO IN COSTITUZIONE


ART 18 libertà di associazione
ART 2

ESISTONO ENTI
• PERSONE GIURIDICHE viene attribuito capacità giuridica generale= hanno piena capacità giuridica ed
autonomia patrimoniale perfetta
• ENTI NON PERSONIFICATI sono enti con capacità giuridica parziale ed autonomia patrimoniale
imperfetta

QUALI SONO LE TEORIE CHE GIUSTIFICANO LA PERSONA GIURIDICA?


I giuristi hanno elaborato:

TEORIA DELLA FINZIONE


• Ente viene equiparato ad un persona/soggetto artificiale, così da far capo a una creazione un fascio
di rapporti giuridici.

TEORIA ORGANICA
L’organismo si distingue dalle persone fisiche che lo compongono
Per questo le decisioni vengono assunte a maggioranza di voto
Sono organismi dotati di interessi e volontà propria.

COME SI ACQUSISICE AL PERSONALITÀ GIURIDICA?


Attraverso l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche (istituto presso le prefetture) solo per associazioni,
fondazioni e istituti di carattere privato.

Il regime attuale è in vigore dal 2000, prima avveniva attraverso un Decreto del presidente della repubblica.
L’iscrizione nel registro delle persone giuridiche è una forma di pubblicità costitutiva.

SOCIETÀ DI CAPITALI
Esse devono iscriversi nel registro delle imprese che avviene attraverso l’atto costitutivo di una società.
Codice civile libro 5

29
SEDE PERSONA FISICA
• DOMICILIO è il luogo dove una persona fisica ha stabilita la sede principale dei suoi interessi o affari.
Si possono avere più domicili
• RESIDENZA è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale
È una sola
• DIMORA è il luogo dove la persona si trova

STATUS FAMIGLAIRE
Si trova nel titolo 5 del primo libro
PARENTELA ART 74 C.C.
È il vincolo di sangue che unisce persone discendenti della stessa stirpe
PARENTI IN LINEA RETTA
Sono persone di cui l’una discende dall’altra come padre e figlio
PARENTI IN LINEA COLLATERA
Sono le persone che pur avendo una stirpe in comune, non discendono l’una dall’altra. (fratelli, sorelle, cugini
e zii)

COMPUTO DEI GRADI


• LINEA RETTA si computano tanti gradi quante sono le generazioni escluso lo stipite art 76
• LINEA COLLATERALE si computano i gradi delle generazioni salendo da una dei parenti fino allo stipite
in comune e da questa poi discendono da parente escluso lo stipite.
ART 77 fissa il limite al 6° grado come vincolo di parentela
Nel codice civile del 1865 prevedeva il grado di parentela fino al 10°.

CONIUGIO
Con il matrimonio sorge il vincolo di coniugio
I coniugi non sono né affini né parenti.

AFFINITÀ ART 78
Il vincolo che unisce il coniuge con i parenti dell’altro coniuge
Esempio Il marito è affine ai parenti della moglie

AFFINITÀ NON CESSA CON LA MORTE, anche senza prole, del coniuge da cui deriva.
Cessa solo se il matrimonio viene dichiarato nullo.

ADFINES INTER SE NON SUNT ADFINES


Gli affini di un coniuge non sono affini dell’altra

30
CITTADINANZA
Lo status rilevante alla persona fisica, deriva dall’appartenenza ad un popolo del quale grazie alla Costituzione
discendono diritti e doveri.
Secondo il trattato CE art 17, il cittadino di un paese appartiene all’Unione Europea è anche cittadino
europeo.
LA CITTADINANZA SI ACQUISISCE:
NASCITA (ius sanguinius)
• Il figlio, anche adottivo, di padre e di madre cittadina italiana (ius sanguinius)
• Nato in un territorio italiano, se entrambi i genitori sono apolidi o ignoti (ius soli)

MATRIMONIO (ius comunicatio) coniuge straniero o apolide acquisisce cittadinanza italiana quando risiede
legalmente da almeno 6 mesi in territorio italiano ovvero dopo 3 anni dalla data del matrimonio se non vi è
stato uno scioglimento/annullamento/cessazione

CONCESSIONE con Decreto del Presidente della Repubblica sentito il Consiglio di Stato, su proposta del
Ministro dell’interno.

LEGGE 5 FEBBRAIO 1992 N°91


NUOVE NORME SULLA CITTADINANZA
• Completezza tra uomo e donna
• Trasmissibilità cittadinanza ius sanguinius
• Acquisto della cittadinanza per casi particolari ius soli
• Possibilità di doppia cittadinanza
• Manifestazione espressa per volontà acquistata/perdita cittadinanza

31
CESSAZIONE DELLA PERSONA FISICA
L’ordinamento prende in considerazione la nascita e la morte al fine di apportare il sorgere e al cessare dei
diritti.
La morte pone termine alla capacità giuridica si estinguono così tutti i diritti strettamente riferiti alla persona
e si trasmettono agli eredi
ACCERTTAMENTO DELLA MORTE e la sua registrazione sono funzione amministrativa dello stato (ufficio
civile)
Serve per stabilire l’esatto momento della morte per la sua produzione di effetti sulla disciplina delle
successioni.
L’accertamento della morte può essere in via:
• DIRETTA attraverso un controllo del cadavere
• INDIRETTA Quando non c’è la disponibilità del cadavere e lo si va attraverso un verbale sottoscritto
dal procuratore della repubblica.

LA COMMORIENZA è una presunzione legale


Ossia la morte simultanea di due o più persone.
Si applica quando non è possibile stabilire o accertare la sopravvivenza di una persona rispetto all’altra.
La legge PRESUME quindi che le persone siano morte nello stesso momento.

SCOMPARSA ART 48
Una persona fisica è considerata scomparsi quando essa non appare più nella sua ultima residenza o domicilio
e non se una hanno più notizie.

LA SCOMPARSA rileva ai fini considerati del patrimonio dello scomparso.


Si inizia con la nomina di un curatore dello scomparso, con il ruolo di rappresentarlo in giudizio, attraverso il
tribunale dell’ultimo domicilio, su istanza degli interessato o PM .
Se vi è un rappresentante legale non si passa alla nomina del curatore

ASSENZA ART 49
Trascorsi due anni dalla scomparsa o dall’ultima notizia, a richiesta degli interessati, il tribunale ai sensi
dell’articolo 49 dichiara con sentenza dichiarativa l’assenza
Si ha quando l’irreperibilità perdura per un tempo di periodo superiore alla sua normale assenza.
L’ISTITUTI DELL’ASSENZA ha la funzione conservativa diretta a tutelare gli interessati dell’assente
Si inizia a costituire anche il presupposto di una successiva dichiarazione di morte presuntiva.
EFFETTI PATRIMONIALI
Gli eredi sono immessi nel possesso temporaneo dei beni
Prima va redatto l’inventario dei beni patrimoniali
Gli eredi non possono alienarli, ipotecarli o sottoporli a pegno.
EFFETTI PERSONALI DELL’ASSENZA
Per quanto riguarda il matrimonio dell’assente, finché dura l’assenza il matrimonio contratto dal coniuge
dell’assente non può essere impugnato.

MORTE PRESUNTA (ART 58)


Quando sono trascorsi 10 anni dal giorno a cui risale l’ultima notizia
Il tribunale può dichiarare con sentenza retroattiva, la morte presunta nel giorno in cui risale la sua ultima
notizia
EFFETTI
Se in precedenza era stata dichiarata assenza, color che avevano accesso temporaneo dei beni possono
DISPORNE LIBERAMENTE
Il coniuge del morto può contrarre un nuovo matrimonio.

32
INCAPACITÀ E MISURE PROTETTIVE
L’incapace è colui che non è in grado di curare i propri interessi (mancanza di agire)
La capacità di agire si acquisisce a 18 anni fino alla morte
Ci sono dei casi, infermità mentale, menomazione fisica o psichica, dove una persona si trova in uno stato
permanente o temporaneo di incapacità a curare i suoi interessi di agire nel traffico.

L’ORIENTAMENTO INTERVIENE CON MISURE PROTETTIVE.


In base al grado di intensità abbiamo:
• ASSOLUTA non possono compiere nessun atto autonomamente in quando sono PRIVI DI CAPACITÀ
DI AGIRE
• Es minore/interdetto
• RELATIVO soggetto incapace di porre in essere determinati atti, ma solo di ordinaria amministrazione
come il minore emancipato, inabilitato

INCAPACITÀ può essere:


• LEGALE sono ipotesi tipiche come minore, interdetto
• GIUDIZIALE sono di natura protettiva nominato perché lo stato di interdizione viene accertato in
giudizio e dichiarato con sentenza.
Dura fino a quando non viene pronunciata una sentenza con la revoca dell’interdizione.

MINOR ETÀ
Ci troviamo in un caso di incapacità legale
Essa comporta che i minori sono incapaci di agire in atti GIURIDICI (incapacità assoluta)
Possono porre in essere FATTI GIURIDICI
Es. pagamenti ecc..
Essendo incapace di agire è sottoposto alla PODESTÀ DEI GENITORI, in mancanza si occupa il tutore.
Il minore con più di 16 anni può contrarre il matrimonio
Con questo atto acquisisce:
• capacità giudica degli atti di ordinaria amministrazione
• ma per gli atti di straordinaria amministrazione deve essere autorizzato dal giudice tutelare e assistito
da un curatore.

INTERDIZIONE
Anche i maggiorenni possono trovarsi in uno stato di incapacità a provvedere ai propri interessi
Es INFERMO DI MENTE (non gli possono competere glia atti di ordinaria e straordinaria amministrazione)
L’ordinamento attraverso un procedimento giudiziari può proteggerlo privandolo della capacità di nuocersi
attraverso atti pregiudizievoli.
ART 414 sancisce le condizioni abituali di infermità li rende incapaci e vengono affiancati da un
AMMINSITRATORE DI SOSTEGNO oppure possono essere interdetti.
INTERDIZIONE è un’incapacità assoluta (incapacità legale)
L’INTERNDIZIONE GIUDIZIALE
È lo stato di interdizione viene accertato attraverso un giudizio e dichiarato con sentenza costitutiva.
Dura fino a quando non viene pronunciata la REVOCA dell’interdizione.
INTERDIZIONE LEGALE
Non ha natura protettiva
Lo stato di interdizione deriva dalla legge quando un soggetto viene condannato a reclusione per un periodo
inferiore ai 5 anni
La misura è sanzionatoria/punitiva
È una pena accessoria
Non possono compiere atti di straordinaria amministrazione
Sono consentiti gli atti personalissimi

33
INABILITAIZONE
La persona conserva a pieno la capacità d’agire solo per gli atti di ordinaria amministrazione
Viene definita come incapacità relativa
Non può compiere atti di straordinaria amministrazione.
Sono ipotesi tipiche art 415 c.c.
• Maggiorenne infermo di mente ma non grave da dar luogo ad interdizione
• Prodigo
• Sordo o cieco se non hanno avuto un’educazione sufficiente
Il curatore viene posto al loro fianco. (assistente di straordinaria amministrazione).

ISTANZA DI INTERDIZIONE E INABILITAZIONE


1) Deve esser promossa di familiari (coniugi/parenti entro il 4°/affini entro il 2°), oppure promossa
d’ufficio dal pubblico ministero
2) Deve essere pronunciata dal TRIBUNALE al termine della complessa e attenta procedura
La legge 419 prevede che non si possa pronunciare interdizione e inabilitazione senza che il
giudice prenda in esame l’inabilitato o l’interdetto
Con: assistenza di un consulente tecnico
Interrogazione ai parenti
3) Deve essere pronunciata come SENTENZA costitutiva
si producono gli effetti della sentenza dalla pubblicazione.
Solo con sentenza, il giudice stesso può revocarla.
4) L’assistenza viene data:
• CURATORE= inabilitato, solo atti di straordinaria amministrazione sono annullabili
• TUTORE= interdetto, atti compiuti sono annullabili

AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
È l’istituto previsto a tutela dei soggetti recanti patologie che li mettono in condizioni permanenti o
temporanee di non esser in grado di badare a se stessi/interessi/patrimonio.
Venne introdotto con la legge del 9 Gennaio 2004 n°6
L’amministratore di sostegno viene nominato dal giudice tutelare del luogo.
Es. anziani/disabili fisici o psichici, alcolisti
Vengono adottare misure flessibili in base alle loro esigenze
Se hanno piena capacità possono compiere atti di ordinaria amministrazione
Atti di straordinaria amministrazione viene seguito da un amministratore di sostegno

Viene affidato attraverso decreto del GIUDICE TUTELARE e viene annotato al margine dell’atto di nascita del
beneficiario e all’ufficiale dello stato civile (che ha pubblicazione legale).

INCAPACITÀ NATURALE
L’incapacità naturale è EX POST. è un'espressione latina che significa "dopo il fatto" cioè "a posteriori"
Incide sulla facoltà di autodeterminazione impedendo la capacità di coscienza e libera decisione del soggetto.
Tali atti posti in essere sono annullabili.
Tempi per l’azione di annullamento 5 anni.
ART 2046 sancisce che NON è imputabile chi non aveva la capacità di intendere e di volere al momento che
lo ha commesso a meno che lo stato di incapacità non derivi da sua colpa
ART 2047
Sancisce che anche il minore che cagiona attraverso un suo atto/fatto, provocando danno ad altri è tenuto
al risarcimento del danno (ne rispondono i suoi rappresentati legali)

Malafede e la mia incapacità


Gli strumenti sono: testimoni, sproporzione del rapporto/prestazioni sinallagmatico, pregiudizi.

34
SOCIETÀ ART 2247
Con il contratto di società due o più persone (chiamati soci) conferiscono beni o servizi per l’esercizio in
comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili

SOCIETÀ POSSONO ESSERE:


• PERSONE come snc, società semplice, società in accomandita semplice
• CAPITALI come spa, srl, sapa
Con l’acquisizione della personalità giuridica si ha autonomia patrimoniale perfetta ossia le persone
giuridiche rispondono nei limiti del loro patrimonio e le persone fisiche che la compongono non rispondono
delle obbligazioni assunte dalla persona giuridica.
I soci sono protetti per il loro patrimonio personale.
Il punto di collegamento tra territorio e persona giuridica è la sede, che può essere legale o effettiva.
Per sede effettiva si intende il luogo dove hanno concreto svolgimento delle attività amministrative e di
direzione dell’ente e si convocano assemblee (in poche parole il luogo deputato per l’accentramento degli
organi e degli uffici per il compimento dell’attività dell’ente.
La sede legale invece è il luogo pubblicato sul registro delle persone giuridiche ossia quella indicata come il
centro dei propri affari.

ASSOCIAZIONI
È un ente con personalità giuridica, costituito da un’organizzazione e da un complesso di persone che
persegue uno scopo non lucrativo.
Nelle associazioni domina l’elemento personale.
SI COSTITUISCE:
stipulando un atto costitutivo (ossia un negozio giuridico plurilaterale costitutivo dell’associazione art 14 c.c.)
è soggetto al requisito di forma solenne dell’atto pubblico e normalmente redatto da un notaio.

Lo statuto, determina le norme volute dai fondatori che regolano la vita dell’associazione.
Insieme all’atto costitutivo comprende:
• denominazione dell’ente (tutela del nome)
• patrimonio
• scopo
• sede legale
• diritti ed obblighi degli associati/amministratore/ordinamento
• condizioni per ammissione di nuovi associati

IL PATRIMONIO raccolto dall’associazione viene utilizzato per il perseguimento dello scopo dell’associazione.
L’associazione opera attraverso gli organi quali:
LE ASSEMBLE sono le riunioni che vengono fatte dagli associati ed hanno la funzione deliberante ossia si
forma la volontà dell’ente.
Questa deve essere convocata al meno una volta all’anno per l’approvazione del bilancio.
QUORUM ASSEMBLEARI
• Prima convocazione metà degli associati (Quorum costitutivo) e maggioranza (quorum deliberativo)
• Seconda convocazione maggioranza (quorum deliberativo), qualunque sia il numero degli
intervenuti
Un quorum e una maggioranza qualificata sono richiesti per la modifica dello statuto o deliberare lo
scioglimento dell’associazione.

GLI AMMINISTRATORI sono gli organi dell’associazione che garantiscono e rappresentano l’associazione.
Essi agiscono in nome e per conto dell’associazione e non conferiscono con sfera patrimoniale personale.
Più amministratori formano il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE.
Le limitazioni del loro potere di rappresenta non possono essere opposte a terzi, salvo che si provi che questi
ne erano a conoscenza.

35
Gli amministratori hanno:
• potere di rappresentanza
• limitazioni rispetti ai terzi
• responsabilità
• azione di responsabilità contro gli amministratori

SONO ASSOCIATI Coloro che hanno stipulato l’atto costitutivo dell’associazione.


L’associato può sempre recedere, la sua esclusione non può essere deliberata dall’assemblea se non per
gravi motivi e la qualità di associato non è trasmissibile.
DIRITTO DI RECESSO
Una volta formatosi l’associazione, possono anche sciogliere il vincolo associativo.
La qualità di associato non è trasmissibile salvo consentito dallo statuto/atto costitutivo.
Nessuno è vincolato a restare socio e si può recedere sempre (salvo un vincolo per un tempo determinato).
L’ESCLUSIONE invece è ammessa per il compimento di atti gravi.
L’estinzione non ha diritto ne a contributi versati, ne a diritti sul patrimonio essendo una società non lucrativa

L’ASSOCIAZIONE SI ESTINGUE PER:


• cause previste da un atto costitutivo o statuto
• scopo associativo raggiunto
• scopo associazione divenuto irraggiungibile
• delibera di scioglimento votata da ¾ degli associati

Dopo lo scioglimento dell’associazione si procede alla liquidazione del patrimonio.


I beni che restano, esaurita la liquidazione, sono devoluti in conformità allo statuto e atto costitutivo o come
stabilito dalla deliberazione dell’assemblea che ha approvato lo scioglimento.
Successivamente verrà cancellata dal registro delle imprese.

FONDAZIONI
È un ente con personalità giuridica costituito da un patrimonio destinato al perseguimento di uno scopo NON
lucrativo.

Nelle fondazioni domina l’elemento patrimoniale.


Si costituisce attraverso l’atto costitutivo che ha la forma dell’atto pubblico. (art 14)
Questa può essere disposta per testamento. (14.2 art)
L’atto costitutivo è un negozio giuridico, formale e unilaterale che ha per oggetto la costituzione della
fondazione.
La caratteristica dell’atto costituivo per la fondazione è la revocabilità, esercitabile fino a quando non è
intervenuto il riconoscimento e quando il fondatore non ha fatto iniziare l’attività dell’opera da lui proposta.
Lo statuto invece deve contenere:
• denominazione
• scopo
• patrimonio
• sede
• norme sull’ordinamento e la amministrazione della fondazione.

Inoltre, atto costitutivo e lo statuto possono contenere delle norme relative alla trasformazione della
fondazione e devono contenere i criteri e le modalità di erogazione delle rendite

Il patrimonio della fondazione è costituito dal fondatore mediante atti di libertà (donazione o disposizione
testamentaria).

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GLI ORGANI SONO:
Gli amministratori gestiscono e rappresentano la fondazione.
I creditori possono rifarsi solo sul patrimonio della società, salvo che uno di loro abbia partecipato al danno
causato.
Non è presente l’assemblea perché non esiste personalità
Il controllo e la vigilanza vengono esercitati dall’autorità governativa ossia la PUBBLICA AMMINSITRAZIONE
Provvede:
• alla nomina e sospensione degli amministratori/rappresentanti
• quando disposizioni dell’atto non sono conformi possono essere annullate (sentiti gli amministratori)
se sono contro ordine pubblico e buon costume.
• Può scogliere amministrazione e nominare un nuovo commissario in caso gli amministratori non
agiscano nell’interesse o in modo conforme.
• Lo scopo principale è quello di assicurare l’effettiva destinazione del patrimonio al perseguimento
dello scopo voluto della fondazione.

L’esaurimento o l’impossibilità di raggiungimento dello scopo determinano l’estinzione dell’associazione ma


non è così per le fondazioni.
L’autorità governativa può infatti anziché dichiarare estinta la fondazione, provvedere alla sua
trasformazione, allontanandosi il meno possibile dalla volontà del fondatore.
Inoltre c’è la DEVOLUZIONE DEI BENI in base alle caratteristiche dell’atto costitutivo.

ENTI NON PERSONIFICATI


Sono associazioni non riconosciute o comitati.
HANNO AUTONOMNIA PATRIMONIALE IMEPRFETTA ossia per i debiti sociali possono essere chiamati a
rispondere i soci stessi con il proprio patrimonio.
Con la legge del 22 giugno 2000 n°192 hanno acquisito anche capacità mobiliare
Trovano diretta applicazione nella Costituzione art 18 e 39.

LE ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE


È un’associazione, organizzazione che persegue uno scopo non lucrativo che NON è ISCIRTTA NEL REGISTRO
DELLE PERSONE GIURIDICHE quindi priva DI RESPONSABILITÀ GIURIDICA.

È un centro di imputazione di situazioni giuridiche


Nasce attraverso l’atto costitutivo e ha uno statuto infatti il codice civile all’articolo 36 parla di ACCORDI
DEGLI ASSOCIATI.
Il patrimonio è costituito con i contributi degli associati e dei beni acquistati con i contributi.

ART 37 PARLA DEL FONDO COMUNE costituisce il patrimonio autonomo, distinto dai soci sul quale grava un
vincolo di destinazione per il perseguimento dello scopo.
Non può essere utilizzato per altre finalità e non si può richiedere la quota in corso di recesso.

CAPACITÀ PROCESSUALE le associazioni non riconosciute hanno capacità processuale, ossia possono stare
in giudizio attraverso la persona alla quale è conferita alla residenza o direzione di essa.

RESPONSABILITÀ PER LE OBBLIGAZIONI ASSUNTE ART 38


I terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune.
Solidalmente e responsabilmente rispondono poi le persone che hanno agito in nome e per conto
dell’associazione.
Non rispondono gli associati.
Il creditore insoddisfatto agisce:
• sul fondo comune
• sulle persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione.

37
COMITATI
Sono organizzazioni di persone che perseguono uno scopo altruistico mediante la raccolta di pubblici fondi
Sono autonomi centri di imputazione di situazioni giuridiche, possono essere titolari di diritti reali e
obbligatori.
Possono esserci comitati di soccorso, opere pubbliche o esposizioni.

RESPONSABILITÀ DI ORGANIZATORI VERSO COMINTATO


coloro che assumono la gestione dei fondi raccolti rispondo personalmente e solidalmente alla conservazione
e alla destinazione dei fondi.

RAPPRESENTNANTA IN GIUDIZIO
Il comitato sta in giudizio nella persona del presidente.

LE IMPRESE SOCIALI, LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E LE ONLUS.


Possono acquisire la qualifica di impresa sociale tutte le organizzazioni private che esercitano in via stabile e
principale un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi di utilità
sociale., diretta a realizzare finalità di interesse generale.
Gli utili e gli avanzati di gestione sono diretti all’attività statutaria o ad un incremento di patrimonio.
Devono essere costituite attraverso l’atto pubblico, nel quale devono anche esplicitare il carattere sociale
dell’impresa.
Attività di volontariato invece deve essere caratterizzata da spontaneità e gratuità, deve essere svolta
nell’ambito di una organizzazione di volontariato e non può essere retribuita.
Lo statuto di essere deve assolutamente prevedere l’assenza di fini di lucro, la gratuità delle prestazioni degli
aderenti, al democrazia della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche all’interno dell’organizzazione, i
criteri di esclusione ed ammissione degli aderenti, i loro obblighi e diritti.
Sono iscritte in appositi registri
Le ONLUS sono organizzazioni non lucrative di utilità sociale come istruzione e la formazione, allo sport,
assistenza sanitaria e sociale e ai beni culturali.
Hanno l’obbligo di redigere il bilancio su base annua, non possono distribuire gli utili disavanzi.
La legge definisce le associazioni di promozione sociale come associazioni riconosciute e non, movimenti ,
gruppi costituiti allo scopo di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi.

38
DIRITTI ALLA PERSONALITÀ
Sono diritti che attengono alla persona fisica, in alcuni casi anche la persona giuridica.
Essi proteggono l’uomo come membro e come individuo membro di una società
Sono diritti SOGGETTIVI ASSOLUTI.
Sono: diritto alla vita, nome, immagine, integrità, reputazione, onore, libera comunicazione.

Vennero proclamati per la prima volta nella rivoluzione francese attraverso al DICHIARAZIONE DEI DIRITTI
DELL’UOMO E DEL CITTADINI NEL 1789

TROVARONO RISCONTRO NELLA COSTITUZIONE


ARTICOLO 2
• Alcuni vennero riconosciuti nel codice civile come il nome art 6 e l’integrità della persona art 5
• Nelle leggi speciali come diritto all’immagine e ritratto, legge sul diritto d’autore art 96/97
• Codice penale= diritto alla vita 575/589 art

CEDU (convenzione europea dei diritti dell’uomo)


È una convenzione internazionale dove hanno aderito tanti paesi
Venne rettificato in Italia nel 1955
Successivamente riconosciuto dalla CORTE COSTITUTIZONALE con sentenza
I diritti contenuti nella convenzione possono essere fatti valere anche dai giudici interni sebbene non siano
riconosciuti da una norma di produzione italiana.

CARATTERISTICHE DEI DIRITTI ALLA PERSONALITÀ


• ASSOLUTI possono esser fatti valere nei confronti di tutti
• INVIOLABILI godono di protezione costituzionale ART 2 DELLA CSOTITUZIONE
• INDISPONIBILI in quando il titolare non ne può disporre
• INTRASMISSIBILI non possono essere trasmessi né per atto tra vivi né mortis causa
Nascono e si estinguono con la persona
• INALENABILI in quanto il titolare non ne può disporre verso un corrispettivo
• IMPRESCRITTIBILI non si perdono per il non uso.

39
DIRITTO ALL’ONORE, REPUTAZIONE, DECORO
Essi costituiscono l’integrità morale.
Sono diritti soggettivi assoluti.
SI ha un collegamento con il diritto all’immagine
La Corte suprema ha ribadito che esiste un diritto soggettivo per la reputazione personale che comprende:
• ONORE è l’insieme delle doti morali
• DECORO è l’insieme delle doti intellettuali e fisiche
• REPUTAIZONE è l’insieme delle opinioni che ha la popolazione del decoro + onore della persona

IL DIRITTO ALL’INTEGRITÀ MORALE NON SUSSISTE QUANDO:


• La notizia sia vera
• Si ha utilità sociale
• Si ha continenza espositiva dell’informazione

VENGONO TUTELATI perché esiste un decoro e una reputazione minima che spetta alla singola persona solo
per il fatto di essere tali.
Variano in base alla situazione storica, dal soggetto e dal momento.

DIRITTO ALL’IDENTITÀ PERSONALE


È inteso come gli elementi che concorrono a formare la personalità dell’individuo

DIRITTO MORALE DELL’AUTORE


Si riconosce e si protegge il diritto morale dell’autore come opera dell’ingegno
È COMPSOTO DA:
• diritto di rivendicare la paternità dell’opera
• diritto di opporsi a modifiche dell’opera
• diritto di inedito e determinare il momento in cui pubblicarla
• diritto di ritiro dall’opera

INOLTRE L’ONERE DELLE PERSONE È DISCIPLINATO:


L’onore delle persone è tutelato, nel nostro ordinamento in tre modi:
• dalle norme del diritto penale che puniscono la diffamazione;
• dalle norme del diritto civile che puniscono l’ingiuria;
• dalle norme del diritto civile che consentono all’offeso di chiedere il risarcimento del danno subito
sia in caso di ingiuria che di diffamazione.

40
DIRITTO AL NOME ART 6 C.C.
Ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito.
Comprende il prenome e il cognome
Non sono ammessi cambiamenti solo per quelli previsti dalla legge
Serve per tutelare l’identificazione sociale della persona.

TUTELA
Serve per evitare l’usurpazione del nome altrui, che diventerebbe abusivo.
Infatti contro atti di contestazione volti a recludere o ostacolare il proprio nome, si può richiedere
giudizialmente la cessazione del fatto lesivo (tutela inibitoria volta al passato e al futuro), salvo il risarcimento
del danno.
L’autorità giudiziaria può ordinare che la sentenza sia pubblicata in uno o più giornali.
La moglie può aggiungere al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante il suo stato vedovile,
fino alla contrazione di un nuovo matrimonio.
Il figlio che nasce al di fuori del matrimonio assume il cognome di colui che lo riconosce per primo (atto di
riconoscimento)

IL NOME È IMMODIFICABILE ART 6.3


Salvo casi in cui il nome e cognome siano ridicoli o vergognosi e vadano a intaccare la sua dignità.
Il nome si assume:
• prenome viene scelto alla nascita
• cognome proviene dal padre

DIRITTO ALL’IMMAGINE
Disciplinato dall’articolo 10 c.c. + 96/97 della legge dell’autore

Art 96 sancisce che:


il ritratto di una persona non può essere esposto/riprodotto o messo in commercio senza il consenso
dell’avente diritto (anche l’utilizzo di una sosia essendo associabile alla persona interessata).
ART 10 C.C SANCISCE CHE:
l’immagine di una persona non può essere pubblica/esposta con il pregiudizio al decoro dell’immagine.
È consentiva la pubblicazione dell’immagine altrui quando vi sia il consenso, modalità e tempo espresso o
implicito.
L’IMMAGINE PUÒ ESSERE pubblicata senza consenso per il soddisfacimento di un interesse pubblico come:
• scopo di polizia, giudizio
• scopi scientifici, didattici
• scopo per collegamento di fatti di interesse pubblico come alla cronaca

LIMITE NELLA NOTORIETÀ


Il diritto al ritratto trova limite nella notorietà del soggetto ritratto
ART 97 DELLA LEGGE SULL’AUTORE
Non occorre il consenso della persona ritratta quando la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla
notorietà o dall’ufficio ricoperto, oppure è collegata a cerimonie/fatti di interesse pubblico.
Il ritratto di un soggetto con tali requisiti può comunque non essere esposto o commerciato quando possono
recare pregiudizio all’onere, reputazione o decoro.
TUTELA INIBITORIA
il diritto al ritratto trova il limite nel diritto all’informazione.
In caso di violazione, l’interessato può richiedere la cessazione del fatto lesivo e il risarcimento del danno
patrimoniale o non patrimoniale.
• DIRITTO ALL’IMMAGINE viene violato solo se esposte o pubblicate
• DIRITTO ALLA PRIVACY viene violato se fotografata o ritratta a sua insaputa.

41
DIRITTO ALLA PRIVACY
Prevede la tutela dell’intimità della propria sfera privata.
Consiste essenzialmente nel diritto ad essere non essere turbati durante lo svolgimento della propria vita
privata.
L’IDEA resale al saggio di WARREN e BRANDEIS ossia “the right to privacy” in Harvard Law Rieview nel 1891
“my home, my castle”.
Fu creato con lo scopo di far evitare o conoscere scene della propria sfera privata a terzi ( nei lati sensibili,
politica, salute ecc..)
Questi dati non possono essere acquisiti/divulgati se non con il consenso dell’interessato.

FONTI
Si trovano:
• DIRETTIVA DEL 1995
• CONVENZIONE STRASBURGO 1981
• LEGGI SPECIALI che danno luogo alla emanazione del codice di settore

IL CODICE DELLA PRIVACY nasce nel 30 giugno 2003 attraverso in decreto legislativo n°196.
Ha subito profonde riforme nel corso degli anni.
Un recente regolamento UE ha introdotto GDPR (General Data Protection Regulation) ossia nuove regole che
regolano la privacy.
LA VIGILANZA spetta ad un’autorità di settore apposita che riemetta nelle autorità della PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ma è un’attività INDIPEDNDENTE (garante della privacy).
Si prevede anche la sicurezza dei dati:
• salvati, conservati, utilizzati
• comunicati divulgati

DIRITTO ALLA VITA


Nella costituzione non viene sanzionato
È il presupposto di ogni diritto sociale politico e la sua difesa è il primo compito della società civile.
Non è espressamente previsto nella costituzione ma trova espressione nella CEDU
Lo si acquisisce alla nascita (diritti già del concepito).
Non può essere sacrificato se non davanti ad un permette danneggiamento dell’incolumità psicofisica della
madre.
La legge dell’aborto lo permette entro 3 mesi, in quando il feto non è ancora formato e non percepisce ancora
il diritto alla vita.
ART 5 C.C. parla dell’integrità fisica
Sono vietati atti che cagionano una diminuzione permanente dell’integrità fisica o contrario all’ordine
pubblico e la legge.
Il problema sorge con al donazione, trasferimento di organi e fecondazione assistita.
DEROGHE
TRASFERIMENTO ORGANI tra persone vive è vietato, in quanto cagiona l’integrità fisica.
Quindi è nullo il contratto.
Il trapianto di un rene è previsto ed espresso dalla legge (donazione post mortem)
È consentito il trapianto tra persona viva e una defunta es la donazione di organi a titolo gratuito
Grazie al principio della solidarietà
In mancanza di dichiarazione del soggetto morto non può essere fatta.
CONCESSO :
• CAMBIO SESSO
• STERILIZZAIZONE VOLONTARIA (LEGGE 78)
Le deroga che permette di eliminare i conflitti esistenziali che prova nel corpo un soggetto.
Donazione di un bene autonomo è legittima come la donazione dei capelli.

42
DIRITTO DI FAMIGLIA
È disciplinato nel libro uno del codice civile
Gli istituti più importanti del diritto di famiglia sono:
• matrimonio
• affiliazione
• adozione

La costituzione inoltre sancisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il codice civile nel 1942 stabiliva il matrimonio come monogamico e indissolubile.
Monogamico lo è ancora oggi ma con la legge sul divorzio del 1970 non è più indissolubile.
La costituzione sancisce il matrimonio all’articolo 29 e all’articolo 30 il mantenimento dei figli.

IL DIRITTO ROMANO PREVEDEVA che il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna, un consorzio per
tutta la vita, una comunione fra diritto divino e diritto umano.
Per quasi più di duemila anni, la regolazione del diritto di famiglia appartiene alla sfera religiosa. Con il
concilio di Trento nel 1563 la disciplina del matrimonio fu completamente assorbita dal diritto della chiesa.
La rivoluzione francese vide nel matrimonio un contratto civile.
Con il code Napoleon fu introdotta la nozione di divorzio.
Successivamente nacque il matrimonio concordatario ossia il matrimonio religioso, celebrato secondo il
diritto canonico con la produzione di effetti civili.

Con matrimonio si indica non sono l’atto posto a fondamento della famiglia ma anche il rapporto ordinato
di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi.

Il matrimonio può essere regolato dal diritto civilee dal diritto canonico:
il nostro ordinamento introdotto dal concordato del 1929 tra stato e chiesa consente ai cittadini di scegliere
due tipologie di matrimonio:
• matrimonio civile ossia celebrato davanti all’ufficiale di stato civile
• matrimonio concordatario (o canonico) celebrato davanti al ministro del culto cattolico, secondo la
disciplina del diritto canonico e regolarmente trascritto nel registro dello stato civile. I patti
lateranensi, stipulati fra la Santa Sede e lo Stato Italiano introdussero al matrimonio concordatario.
• Il matrimonio come rapporto è regolato unicamente dal diritto civile una sola volta scelta
liberamente la forma di celebrazione, la società coniugale rimane disciplinata esclusivamente dalle
leggi civili.

La disciplina del rapporto matrimoniale è unica.

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FAMIGLIA
Nel codice manca una definizione di famiglia.
La nozione di famiglia è mutata nel tempo.
La famiglia non vine più vista come l'unione organica propria della famiglia patriarcale ma oggi l'ambito della
famiglia tende a restringersi e a concentrarsi nel rapporto di convivenza tra genitori e figli minori

La famiglia viene intesa come un’unione parentale o nucleare.

Per “stato di famiglia” si intende la pluralità̀ di rapporti familiari che si instaura con il matrimonio, tra coniugi,
tra genitori e figli, tra i figli e i parenti dei genitori.
In altre parole lo stato di famiglia individua la posizione che ad un individuo spetta, quale membro della
famiglia. Particolarmente rilevanti sono lo stato di coniuge e lo stato di figlio, anche se la nozione di stato di
famiglia non si riduce ad essi.
Nello Stato sociale, lo status familiae ha acquisito nuovi valori e rilevanza

I negozi familiari hanno caratteristiche proprie


Essi sono:
• Personalissimi in quanto possono essere perseguitati solo dalla persona alla quale è riconosciuto il
potere.
• Formali è condizionata all’uso di un determinata forma
• Nominati in quanto i privati possono utilizzare esclusivamente le figure negoziali previste
specificatamente dalla legge.
• Legittimi non può modificare gli effetti del negozio giuridico

PARENTELA E AFFINITÀ
La parentela costituisce un vincolo di discendenza da uno stesso capostipite; può essere:
• in linea retta quando le persone discendono l’una dall’altra
• in linea collaterale quando non discendo l’una dall’altra pur avendo uno capostipite comune (fratelli,
zio-nipote)
La parentela si misura in gradi e non è rilevante oltre il 6°: il grado si calcola contando le persone fino allo
stipite comune senza contare il capostipite

I fratelli sono:
• bilaterali (germani) se discendono dagli stessi genitori.
• Unilaterali se hanno lo stesso padre ma diversa madre (consanguinei) o la stessa madre ma diverso
padre (uterini)
I fratelli germani hanno un trattamento differente in sede di successioni rispetto ai fratelli unilaterali.

L’affinità, ossia effetto legale del matrimonio, designa il rapporto fra coniuge e i parenti dell’altro (esempio
suocero- nuora)
L’affinità non si estende però al rapporto tra affini (esempio le mogli di due fratelli non sono cognate fra loro)
L’affinità si estingue per annullamento del matrimonio e non per il suo scioglimento dovuto dalla morte del
coniuge dal quale derivi l’affinità, salvo diversa previsione.

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SOLIDITÀ FAMILIARE: MANITENIMENTO ED ALIMENTI.
Il mantenimento è un obbligo di assistenza economica in favore del coniuge separato a cui non sia addebitata
la separazione e che sia sprovvisto di adeguati redditi propri.
Al mantenimento inoltre ha diritto anche il figlio NON riconoscibile.
Il mantenimento prescinde dallo stato di bisogno e comprende ciò che è necessario ad assicurare a chi ne è
titolare il medesimo tenore di vita della famiglia alla quale è parte.

I presupposti sono che:


• il coniuge mantenuto sia incapace di provvedere alle più elementari necessità per una vita dignitosa
• la misura è proporzionale alle condizioni economiche dell’alimentante
• infatti egli deve adempire o mantenendo l’alimentando nella propria abitazione o con un assegno
periodico anticipato, salvo diversa disposizione del giudice.
L’assegno, una volta corrisposto, non può essere nuovamente richiesto e nulla è dovuto per il periodo
anteriore alla richiesta formale di mantenimento, in quanto è dovuto dal giorno della domanda giudiziale
La misura di mantenimento è comunque soggetta a modifiche da parte del giudice.
L’obbligo cessa con la morte dell’obbligato.
Inoltre l’obbligazione degli alimenti può essere anche sostituita per contratto (rendita vitalizia) oppure per
disposizione testamentaria (legato di alimenti).

FONDO PATRIMONIALE
È il patrimonio vincolato e destinato a far fronte ai bisogni della famiglia.
Esso costituisce un patrimonio separato destinato alla famiglia.
La costituzione è per atto tra vivi, effettuata dal terzo, si perfeziona con l’accettazione dei coniugi.
La proprietà dei beni costituenti il fondo spetta ad entrambi i coniugi.
L’amministrazione segue le regole della comunione legale.
La destinazione del fondo dura fino all’annullamento o allo scioglimento degli effetti civili del matrimonio.
Se vi sono figli minori il fondo dura fino al compimento della maggiore età dell’ultimo figlio.

PATTI SUCCESSORI
possiamo indicare tutte quelle convenzioni in base alle quali si dispone di diritti derivanti da future
successioni.
I patti successori sono vietati dal codice civile.
Possono essere di tre categorie:

1. Patti istitutivi quando per contratto ci si impegna a disporre del proprio patrimonio dopo la morte a
favore di una determinata persona (esempio: mi accordo con Tizio a lasciargli la mia eredità)
2. Patti dispositivi quando si dispone di diritti che possono pervenire al soggetto da una futura
successione (esempio: mi accordo con Tizio a vendergli l'eredità che mi perverrà quando sarà morta
mia nonna)
3. Patti rinunciativi quando si rinuncia a successioni non ancora aperte (esempio: mi accordo con Tizio
a rinunciare alla eredità di mia nonna prima ancora che essa sia morta).

Sono vietate anche le donazioni mortis causa, cioè le donazioni in cui la morte costituisce la causa
dell'attribuzione.

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FAMIGLIE DI FATTO, UNIONI CIVILI
si intende per famiglia di fatto la convivenza more uxori di persone non coniugate.
Per persone che volevano o non potevano unirsi in matrimonio hanno scelto le unioni di fatto.
Dopo la legge del 20 maggio 2016 n°76 denominata:
regolamentazione delle unioni civile tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, le unioni
civili hanno assunto tre categorie:
FAMIGLIA DI FATTO
Convivenza uxorio di persone non coniugate

CONVIVENZE REGOLATE
Due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia, reciproca assistenza morale e
materiale, non vincolante da rapporti di parentela, affinità ed adozione.

UNIONI CIVILI TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO


Due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione difronte
all’ufficiale di stato civile con la presenza di due testimoni.

In base alla legge 76/2016 l’unione civile è istituita come <<specifica formazione sociale>> tra due persone
maggiorenni dello stesso sesso << attraverso una dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla
presenza di due testimoni>>
Durante l’unione civile le parti possono stabile un cognome in comune tra i loro due
<<anche anteponendo o posponendo il proprio se diverso>>

DIRITTI E DOVERI DELL’UNIONE CIVILE


Ciascuno delle due parti acquisita diritti e assume doveri in particolare:
o hanno l’obbligo reciproco dell’assistenza amorale e materiale di coabitazione
o devono contribuire ai bisogni comuni e alle proprie sostanze e capacità lavorativa
o concordano l’indiretto della vita familiare e fissano la residenza comune

LA NULLITÀ DELL’UNIONE CIVILE


o l’interdizione per l’infermità mentale di una delle due parti
o l’esistenza di rapporti di affinità o di parentela fra le due parti
o la condanna definitiva di parte per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o
unito civilmente con l’alta parte

LO SCOGLIMENTO DELL’UNIONE CIVILE


o Se una delle due parti decide di applicare uno scioglimento si adotta un procedimento semplificato
basta, manifestare davanti ad un giudice la volontà di separarsi davanti all’ufficiale di stato civile
o Dopo lo scioglimento ogni parte è libera di contrarre una nuova unione civile

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LA CONVIVENZA DI FATTO
Legge 76/2016
sono conviventi di fatto due persone maggiorenni (stesso o diverso sesso)
<< unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolati
da rapporti di parentela, affinità, adozione e da matrimonio o da un’unione civile>>
I conviventi di fatto sono persone che non vogliono o non possono unirsi in matrimonio

DIRITTO ALL’ASSISTENZA
Il convivente id fatto ha gli stessi diritti spettanti al coniuge
o Nei casi previsti dall’ordinamento penitenziario es assistenza al partner in carcere
o In caso di malattia o ricovero es il diritto reciproco di visita e di assistenza e possono accedere a dati
personali secondo le regole previste ai coniugi
Caos di morte il convivente superstite può decidere sulla donazione degli organi e sulle modalità di
trattamento del corpo

DIRITTO ALLA CASA


Ogni convivente di fatto ha il diritto di abitare la casa di comune residenza
In caso di morte del proprietario della casa del comune di residenza, il convivente superstite ha il diritto di
continuare ad abitare per un periodo compreso tra i due e cinque anni.
Il caso di morte del conduttore di contratto di locazione della casa di comune convivenza, il convivente
superstite può succedergli il contratto
I conviventi sono equiparati alle coppie sposate anche per le graduatorie relative all’assegnazione i alloggi di
edilizia popolare

CONTRATTO DI CONVIVENZA
I conviventi possono regolare i loro rapporti patrimoniali in un vero e proprio contratto di convivenza che
deve essere redatto in forma scritta a pena di nullità con atto pubblico o scritta privata autenticata di un
notaio o avvocato.
Il contratto contiene:
o indicazione residenza comune
o modalità di contribuzione alle necessità di vita in comune
o disposizione sugli aspetti patrimoniali della convivenza di fatto

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IL MATRIMONIO
Viene distinto come atto o come rapporto:
• come atto è un negozio solenne costitutivo di status
• come rapporto si fonda sulla comunione spirituale e materiale dei coniugi.

È un atto personalissimo, infatti non è consentito ai nubendi la libertà di farsi sostituire.


Il matrimonio è un atto tipico e legittimo, in quanto non si possono apporre termini o condizioni
Le parti non possono modificare lo schema legale stabilito.

LA PROMESSA DI MATRIMONIO.
la promessa non obbliga a contrarlo né ad eseguire ciò è stabilito in caso di inadempimento.
Il principio fondamentale che aspira la promessa di matrimonio è la volontà dei nubendi ed è libera fino alla
celebrazione del matrimonio.
Questo spiega anche come la promessa di matrimonio possa essere sciolta.

CONDIZIONI PER IMPEDIRE IL MATRIMONIO:


• età, i minori non possono contrarre il matrimonio (eccezione i minori emancipati, sentiti il pm, i
genitori e il tutore si può autorizzare il matrimonio in presenza di chiari motivi)
• interdizione per infermità mentale, non può contrarre il matrimonio l’interdetto per infermità
mentale
• mancanza di libertà di stato, non può contrarre il matrimonio chi è vincolato da un matrimonio
precedente derivante ma morte del coniuge, da nullità e scioglimento del matrimonio
• parentela, affinità e affiliazione, non possono contrarre tra loro matrimonio: gli ascendenti e i
discendenti in linea retta
• fratelli o sorelle consanguinei o uterini
• lo zio e la nipote o la zia e il nipote
• gli affini in linea retta
• l’adottato e l’adottante
• impedimentus criminis: non possono contrarre matrimonio tra loro le persone delle quali l’una è
stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra
• divieto temporaneo di nuove nozze ossia la donna se non dopo trecento giorni dallo scioglimento,
dall’annullamento o dalla cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio. La sua violazione
da luogo soltanto alla sanzione pecuniaria

La violazione di questa condizione è sancita attraverso il sistema degli impedimenti.

IL SISTEMA DEGLI IMPEDIMENTI AL MATRIMONIO


Si definiscono impedimenti quelle situazioni di fatto che ostano alla celebrazione del matrimonio
Secondo la tradizione canonica abbiamo due tipologie di impedimenti
Dirimenti e impedimenti impedenti.
• Gli impedimenti dirimenti rendono nullo il matrimonio contratto in loro violazione
• Gli impedimenti impedienti ostano alla celebrazione, ma se esso è celebrato, il matrimonio resta
valido.

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CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO
il matrimonio come atto è un negozio di diritto familiare formale e solenne.
È preceduto dalle pubblicazioni ed è celebrato dall’ufficiale di stato civile.

LE PUBBLICAZIONI art 93
La celebrazione del matrimonio deve essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura dall’ufficiale di Stato.
Il matrimonio celebrato anche prima delle pubblicazioni è comunque valido.
L’omissione comporta sanzioni pecuniarie, salvo nei casi di esonero del tribunale per motivi gravissimo di
matrimonio celebrato in imminente pericolo di vita.
La pubblicazione infatti consiste dell’affissione alla porta della casa comunale di un atto dove verranno scritti
il nome, cognome, la data ed il luogo di nascita, la cittadinanza degli sposi, il luogo dove intendono celebrale
il proprio matrimonio.
L’atto di pubblicazione resta affisso per otto giorni comprendenti le due domeniche successive.

IL MATRIMONIO
è un negozio di diritto familiare formale e solenne quindi deve essere celebrato pubblicamente nella casa
comunale davanti all’ufficiale di Stato civile al quale fu fatta richiesta di pubblicazione.

Nel giorno indicato infatti l’ufficiale di stato civile, cinta la fascia tricolore, alla presenza di due testimoni, da
lettura gli articoli 143, 144, 147 del codice civile, e riceve dal ciascuna delle due parti la dichiarazione che esse
vogliono prendersi corrispettivamente marito e moglie, in seguito dichiara i due nubendi uniti in matrimonio.

Il matrimonio è valido anche se uno dei due nubendi abbia assunto un nome falso, e è valido anche se è
celebrato davanti ad un pubblico ufficiale apparente.

Subito dopo la celebrazione si completa con l’atto di matrimonio nel quale viene annotato anche eventuale
separazione dei beni.
La dichiarazione degli sposi non può essere sottoposta a condizione o termine, ed inoltre ha effetto
probatorio, in quanto nessuno potrebbe reclamate di essere coniuge se non presenta tale atto.
È ammessa la celebrazione con procura se uno dei due sposi risiede all’estero, in tempo di guerra per i militari.
Il procuratore non è rappresentante del nubendo, ma solo un nuncius cioè un semplice portavoce di questi.

LE OPPOSIZIONI AL MATRIMONIO
I genitori o gli ascendenti e i collaterali entro il terzo grado possono fare opposizione al matrimonio dei loro
parenti.
Se uno degli sposi è soggetto a tutela, il diritto di fare opposizione compete anche al tutore o curatore.

Quando si ha il matrimonio in contravvenzione dell’articolo 89 (lutto vedovile) il diritto di opposizione spetta


che ai parenti del precedente marito se il matrimonio fu sciolto oppure a colui il quale il matrimonio fu
contratto e poi dichiarato nullo.

L’ATTO DI MATRIMONIO deve essere compilato immediatamente dopo la celebrazione e scritto nel registro
dei matrimoni.
Nel matrimonio concordatario la celebrazione avviene in chiesa e il sacerdote dirige due originali atti, uno
trasmesso all’ufficiale di stato e uno nel registro dei matrimoni.

Il matrimonio concordatario ha gli stessi effetti di quello civile.


Le pubblicazioni vengono affisse sulla porta della casa comunale dove l’ufficiale dello stato civile, in mancanza
di impedimenti, rilascia un certificato che garantisce alle parti la certezza sulla trascrizione dl matrimonio.
È prevista la lettura degli articoli del codice civile
La redazione dell’atto di matrimonio viene redatta in doppio originale da parte del parroco.
Nell’atto è compreso anche la scelta del regime patrimoniale di separazione

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Richiesta scritta di trascrizione ed inoltrato entro 5 gg dalla celebrazione del matrimonio
La trascrizione nei registri dello stato civile avverrà entro 24 ore.

Le cause di impedimento della trascrizione sono:


• le parti non rispondo ai requisiti di età
• uno dei contraenti è interdetto per infermità mentale
• tra gli sposi sussiste un altro matrimonio valido agli effetti civile
• ci sono impedimenti derivanti da delitto o da affinità in linea retta

La trascrizione è ammessa quando secondo la legge civile, l’azione di nullità o annullabilità non può essere
più proposta.

MATRIMONI ACATTOLICI
Anche ai cittadini non cattolici è ammesso, il matrimonio nei rispetti delle tradizioni e produce gli effetti civili.
Affinché il matrimonio sia valido occorre che il ministro sia nominato e approvato da un’autorità governativa.
Senza l’approvazione dell’autorità governativa il matrimonio celebrato è nullo.

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INVALIDITÀ DEL CONTRATTO
Ai sensi dell’articolo 117 le ipotesi di nullità del contratto sono:
• matrimonio contratto da chi è vincolato dal precedente matrimonio
• contratto tra scendenti e discendenti in linea retta
• tra fratelli e sorelle germani, consanguinei e uterini
• tra zii e nipote e zia e nipote
• tra affini in linea retta o collaterale di secondo grado
• tra adottante e adottato
• tra l’affiliante e l’affiliato e i suoi discendenti
• tra coniugi il cui consenso fu viziato dalla violenza od errore.

L’INVALIDITIÀ SI DISTINGUE IN TRE GRUPPI A SECONDA:


• del requisito soggettivo dello sposo
• da un vizio del consenso matrimoniale
• invalidità miste sono quelle che attengono ad entrambi i gruppi

INVALIDITÀ CHE ATTEGONO ALLA SITUAZIONE SOGGETTIVA DEGLI SPOSI:


LIBERTÀ DI STATO ai sensi dell’articolo 86, non può contrarre matrimonio chi è vincolato da precedente
matrimonio.
Entra in contrasto con il principio di monogamia.
La violazione comporta sanzioni civili e penali.
Essendo di ordine pubblico agisce anche contro gli stranieri che la sua legge nazionale consente la poligamia.

ASSENZA il coniuge assente non può dirsi libero di stato e non può contrarre di nuovo il matrimonio.
Finché dura l’assenza infatti, il matrimonio contratto dal coniuge dell’assente non può essere impugnato.
Il mancato ritorno dell’assente convalida il matrimonio eventualmente celebrato

MORTE PRESUNTA il coniuge morto presunto può ai sensi dell’articolo 65, contrarre un nuovo matrimonio.
Il contratto di matrimonio con il coniuge presunto morto è comunque valido.
Se la persona di cui fu dichiarata la morte ritorna, il matrimonio è impugnabile.
A seguito della dichiarazione di invalidità del secondo matrimonio, il primo matrimonio rivive nella sua
pienezza cose se non fosse mai sciolto.
Il secondo matrimonio del coniuge del morto presunto vivo viene quindi annullato ma produce gli effetti del
matrimonio putativo.

VINCOLO DI PARENTELA l’articolo 87 impedisce la celebrazione del matrimonio per coloro che attengono a
vincoli di sangue e di diritto.
Durante il primo anno dalla celebrazione del matrimonio in violazione dell’articolo 87 può essere impugnato
dai coniugi, ascendenti e dal pubblico ministero.

DELITTO (impedimentum criminis)


Non possono concorrere in matrimonio persone delle quali una è stata condannata per omicidio consumato
o tentato omicidio sul coniuge dell’altra.
Il principio è di ordine pubblico quindi vale anche per lo straniero.
L’invalidità è insanabile.

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INVALIDITÀ MISTE
ETÀ i minori non possono contrarre il matrimonio (eccezione i minori emancipati (16 anni) sentiti il pm, i
genitori e il tutore si può autorizzare il matrimonio in presenza di chiari motivi)
INTERDIZIONE non possono contrarre matrimonio civile l’infermo mentale
Il matrimonio viene considerato invalido anche se compiuto.
Affinché dura l’infermità, il matrimonio è impugnabile.
Se questa è revocata, è il solo coniuge già interdetto che può invalidare il matrimonio.
La revoca dell’interdizione, la mancata impugnazione più un anno di coabitazione rendono il matrimonio
sanato.
Nel diritto canonico l’interdetto può accedere al sacramento del matrimonio.

INVALIDITÀ CONSENSUALI
INCAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE
Il recupero delle facoltà mentali più un anno di coabitazione convalida il matrimonio.
La prescrizione scade entro il termine ordinario.

ERRORE perché l’errore sia rilevante occorre che sia essenziale.


Non tutti gli errori essenziali provocano la nullità.
Scoperto l’errore, il coniuge può impugnare il matrimonio.
La coabitazione per un anno dopo la scoperta dell’errore convalida in matrimonio.

VIOLENZA
L’articolo 122 dispone che il matrimonio può essere impugnato da quello dei coniugi il cui consenso è stato
estorto con violenza o determinato da timore

TIMORE DI ECCEZIONALE GRAVITÀ


Il timore è diverso dal concetto di violenza.
Il timore è definito come impulso psicologico che la di un pericolo esercita sulla persona.
Non ogni timore è però causa di invalidità solo quello di eccezionale gravità.

SIMULAZIONE è una novità della riforma del 1975.


Se gli sposi al momento della celebrazione, hanno convenuto di non adempiere agli obblighi che nascono dal
matrimonio, esso è invalido e può esser impugnato.
Il codice del 1942 sanciva che la simulazione non attribuiva effetti alla simulazione del matrimonio.

MATRIMONIO PUTATIVO
È il matrimonio nullo contratto in buona fede dai nubendi, ignorando l’esistenza di una causa di invalidità al
momento della celebrazione.
Il matrimonio putativo produce gli effetti di un matrimonio valido dalla celebrazione alla sentenza che ne
accerta la nullità.
E' in buona fede il coniuge che contrae il matrimonio credendo di porre in essere un negozio valido, ignorando
cioè la causa di invalidità̀.
La buona fede deve sussistere al momento della celebrazione del matrimonio, essendo del tutto irrilevante
la successiva coscienza della causa di invalidità̀.

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MATRIMONIO NULLO
Non produce nessun effetto.
La nullità retroagisce al momento della celebrazione
• MATRIONIO INESITENZE Il matrimonio non è mai esistito come istituto giuridico.
• MATRIMONIO PUTATIVO produce gli effetti di un matrimonio valido fino alla sentenza che ne accerti
la nullità.

La sua disciplina anse dal diritto canonico accolta poi nel diritto civile.
La dottrina individua due elementi essenziali
Il primo elemento della fattispecie è di natura soggettiva ed è la buona fede di entrambi i coniugi
Il secondo elemento di natura oggettiva è costituito dal matrimonio dichiarato nullo.

QUANDO ALLA DISCIPLINA, il matrimonio putativo produce gli effetti di un matrimonio valido fino alla
sentenza che se ne accerti la nullità.

LA BUONAFEDE COME ELEMENTO CONTRATTUALE DELLA FATTISPECIE


In ambito di matrimonio putativo il termine buona fede sancisce l’ignoranza dell’esistenza di una causa di
invalidità al momento della celebrazione del matrimonio.
La buonafede deve sussistere al momento della celebrazione del matrimonio
Il sistema canonico invece si basa su:
la bona fides che è lo stato di assenza del peccato;
i coniugi conoscendo successivamente alla celebrazione la causa di invalidità, continuano a convivere.

LA CRISI DEL MATRIMONIO


L’ordinamento giuridico regola anche la crisi coniugale con gli istituti della separazione personale dei coniugi
e con lo scioglimento del matrimonio.

LA NULLITÀ si colloca nel momento formativo del negozio, sanziona la violazione di un comando o l’esistenza
di un vizio genetico e una volta dichiarata il matrimonio è come se non fosse esistito.

LA SEPARAZIONE PERSONALE DI CONIUGI è lo strumento per ovviare l’intollerabilità della prosecuzione della
convivenza.
È un rimedio transitorio.
Tende tradizionalmente ad una riconciliazione oppure allo scioglimento del matrimonio.

IL DIVORZIO sancisce il fallimento del matrimonio, dove la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non
possa essere mantenuta o ricostituita.
Esso scioglie i legami di legge con effetto ex nunc e fa riacquistare agli ex coniugi la libertà di stato.

LA DIFFERENZA TRA SEPARAZIONE E DIVORZIO


La causa della separazione personale può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente
dalla volontà di uno dei due coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza e da
creare grave pregiudizio all’educazione della prole.
La causa del divorzio avviene con la Legge del dicembre 1970 n°898. Il giudice pronuncia lo scioglimento del
matrimonio quando accerta che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può essere mantenuta
o ricostituita.

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SEPARAZIONE PERSONALE
È un rimedio alla intollerabilità della prosecuzione della convivenza.
La separazione può essere giudiziale o consensuale.
LE ORIGINI risalgono al diritto canonico, non esistendo ancora il divorzio doveva porre rimedio alle ipotetiche
crisi di matrimonio.
Così fu costituita la separazione personale dei coniugi come sanzione, che il coniuge innocente può richiedere
contro il coniuge in colpa.
La richiesta di separazione giudiziale o l’omologazione di quella consensuale deve essere fatta dai coniugi.

TIPOLOGIE
• CONSENSUALE quando la separazione è frutto dell’accordo dei coniugi, omologato dal tribunale.
• GIUDIZIALE consegue da un procedimento di contenzioso
• DI FATTO l’interruzione della convivenza che può essere su base volontaria, si forma e si realizza
senza la pronuncia di separazione giudiziale o accordo omologato dal tribunale.

SEPARAZIONE CONSENSUALE art 158


È frutto dell’accordo tra i coniugi, omologato dal tribunale.
È lo strumento più diffuso per ovviare l’intollerabilità della convivenza.
I coniugi negoziano le modalità di separazione ed una volta raggiunto l’accordo lo sottopongono mediante
procedura civile al giudice, il quale sentiti i coniugi, lo omologa.
La separazione dei coniugi ha effetto solo se omologata da un giudice.
Essa però presuppone il consenso dei coniugi.

SEPARAZIONE GIUDIZIALE 151 art


Viene pronunciata dal Tribunale e consegue ad un procedimento contenzioso.
La separazione può essere richiesta quando si verificano fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione
della convivenza o da recare un grave pregiudizio all’ educazione della prole.

Questo avviene quando i coniugi non riescono o non vogliono raggiungere un’intesa consensuale.
Inizia così in tribunale un processo di contenzioso diretto ad ottenere la pronuncia della separazione
giudiziale.

Il giudice pronuncia la separazione dopo aver accertato che sussistano davvero dei fatti tali da rendere
intollerabile la prosecuzione della convivenza
Inoltre è possibile che uno dei due coniugi abbia posto in essere un comportamento contrario ai doveri posti
dal matrimonio.
Se ciò avviene il giudice pronunciando la separazione giudiziale dichiara a quale dei due coniugi sia
addebitabile la separazione.
Il coniuge ritenuto responsabile della rottura del matrimonio in caso di addebito non ha diritto al
mantenimento nel caso in cui non disponesse di redditi sufficienti, ha solo diritto agli alimenti.
Inoltre ha effetti sulla successione del coniuge, nel caso la sia addebitata la separazione con sentenza passata
in giudicato, il coniuge è escluso dalla successione ma ha solo diritto all’assegno di vitalizio se il momento
dell’apertura della successione godeva di alimenti a carico del coniuge deceduto.

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GLI EFFETTI DELLA SEPARAZIONE GIUDIZIALE E CONSENSUALE
Un effetto di entrambe le separazioni è la cessazione dell’obbligo di coabitazione.

LA SEPARAZIONE PERSONALE è la principale causa di divorzio infatti dopo un anno di separazione o sei mesi
di separazione consensuale, i coniugi possono fa domanda al giudice per lo scioglimento del matrimonio.

La moglie separata conserva il cognome del marito.


Il giudice inoltre può vietare alla moglie di utilizzare il cognome del marito se tale cognome è pregiudizievole
nei sui confronti.

Effetti di natura personale:


• cessa l’obbligo di coabitazione
• si attenua l’obbligo di fedeltà
• la separazione e’ causa di divorzio (art.3)
• ha effetti sul cognome della moglie (art. 156 bis)

Effetti di natura patrimoniale:


• obbligo di mantenimento (art. 156)
• obbligo alimentare
• della comunione legale (art. 191)

SEPARAZIONE DI FATTO
Si intende l’interruzione della convivenza che su base volontaria, si forma e si realizza senza che vi sia stata
pronuncia del giudice o omologazione del tribunale.
Sono diverse le motivazioni come:
• riflessione per un momento di crisi
• il timore della fase giurisdizione
• i costi della separazione

l’accordo di separazione di fatto è valido.

DIVORZIO
La legge dell’1° dicembre 1970 n°898 ha introdotto un’ulteriore causa di scioglimento rispetto a quelle
previste nel codice civile come lo scioglimento per divorzio.

LA CAUSA DI SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO SONO:


• la morte del coniuge
• lo scioglimento per divorzio
• la morte presunta produce gli stessi effetti della morte naturale e permette al coniuge di contrarre
un nuovo matrimonio una volta sia dichiarata con sentenza la morte presunta.
• In caso di ritorno del coniuge dichiarato morto il nuovo matrimonio è nullo
• la rettificazione del sesso scaturisce da una sentenza di rettificazione di sesso

il divorzio scioglie il matrimonio.


Il giudice pronuncia lo scioglimento del matrimonio contratto a norma del codice civile, ed accerta che la
comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può essere mantenuta o riconosciuta.
Il divorzio è causa di scioglimento del matrimonio civile.
Quello concordatario che è indissolubile trova soluzione nella legge.

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DURATA
Il periodo di separazione necessario per domandare il divorzio:
• UN ANNO in caso di separazione personale dall’incontro dei coniugi con al presidente del tribunale
• SEI MESI nel caos di separazione consensuale

PROCESSO DEL DIVORZIO


La legge impone al giudice, prima di pronunciare lo scioglimento, di provare la conciliazione nelle forme
previste.

Nel procedimento di divorzio contenzioso, la prova della separazione spetta all’attore che deve provare il
fatto costitutivo della domanda.
Nel procedimento di divorzio ricorso da entrambi, la prova di separazione spetta a entrambi i coniugi.

I coniugi possono presentare la domanda congiunta che prevede la cessazione degli effetti civili e indica
anche le condizioni inerenti alla prole e ai rapporti economici.
Il tribunale valuterà e successivamente deciderà con sentenza.

Il divorzio scioglie il matrimonio ed ha effetto estintivo ma non retroattivo.


I coniugi riacquistano la libertà di stato.
La donna perde il cognome dell’ex coniuge.

GLI EFFETTI PATRIMONIALI


Se il coniuge non ha mezzi adeguati, il tribunale con sentenza dispone l’obbligo per un coniuge di
somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno.
L’obbligo di corrispondere l’assegno cessa se il coniuge passa a nuove nozze.
Con riguardo alala casa coniugale spetta al coniuge a cui vengono affidati i figli

I GENITORI DIVORZIATI RESTANO GENITORI NEI CONFRONTI DEL FIGLIO.


Inoltre sussiste l’obbligo di educare ed istituire i figli nati o adottati durante il matrimonio sussiste anche
quando è stato pronunciato lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili
Il giudice inoltre dichiarerà a quale genitore i figli vengono affidati e adotta ogni provvedimento nell’interesse
morale e materiale.
L’affidamento può essere esclusivo o alternato.
Il genitore a cui vengono affidati i figli ha l’esercizio esclusivo di PATRIA POTESTAS su di essi.
Inoltre il genitore al quale non vengono affidati ha il diritto di vigilare sulla loro istruzione ed educazione.
L’amministrazione dei beni dei figli viene affidata ad entrambi i genitori.
L’abitazione nella casa famiglia viene scelto dalla legge il genitore al quale vengono affidati i figli.

LA RICONCILIAZIONE ART 154


I coniugi separati possono anche riconciliarsi
Si ha con la comunione spirituale dei coniugi e comporta l’abbandono della domanda di separazione
personale già proposta.
La riconciliazione non ha solo effetto processuale ma anche sostanziale si estinguere il diritto di chiedere alla
separazione per fatti avvenuti prima

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FILIAZIONE
Per filiazione si intende il rapporto giuridico che lega i genitori al figlio
Il presupposto è la nascita anche se l’ordinamento riconosce alcuni diritti anche al concepito.
I figli nati in costanza di matrimonio e i figli nati fuori dal matrimonio hanno eguali diritti e doveri, viene
sancito anche nella costituzione art 30.

PROCAZIONE MEDICALMENTE ASSISITITA


Le coppie che non possono avere figli possono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, regolata
con una legge del 2004.
Il fine è quello di favorire la soluzione ai problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o infertilità
Possono accedere coppie di sesso diverso maggiorenni, coniugate o conviventi.

LO STATUS DEL FIGLIO


Lo status del figlio si acquista, nel matrimonio con la nascita fuori al matrimonio con il riconoscimento o con
la dichiarazione giudiziale di maternità o paternità.
Nel matrimonio lo status del figlio si basa su presunzioni che si collegano al parto della donna coniugata.
Si presume concepito durante il matrimonio il figlio nato quando non sono ancora trascorsi 300 giorni dalla
data dell’annullamento, scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio.
La presunzione di paternità del marito si ha quando il marito è padre del figlio concepito o nato durante il
matrimonio.

FUORI DAL MATRIMONIO


Lo status si acquista con il riconoscimento da parte del padre e della madre.
Il riconoscimento può avvenire congiuntamente o disgiuntamente.
Viene apposto nell’atto di nascita, posteriore alla data di nascita o al concepimento, davanti ad un ufficiale
dello stato in un atto pubblico o in un testamento, in qualsiasi forma.
La madre dichiara il riconoscimento del figlio subito dopo il parto, dichiarando all’ufficiale di stato che il figlio
è suo.
Il figlio assume il nome del genitore che per primo lo ha riconosciuto, se è stato fatto contemporaneamente
assume il cognome del padre.

LA FILIAZIONE SI PROVA CON L’ATTO DI NASCITA, iscritto nei registri dello stato civile, in mancanza basta il
possesso continuo dello stato del figli.

La madre ha diritto a non essere nominata nell’atto di nascita se non riconosce il figlio.
In questo caso l’ufficiale di stato annota nell’atto di nascita che i genitori sono ignoti ed impone al neonato
prenome e cognome.
Il figlio può agire direttamente per vedere dichiarata giudizialmente la paternità o la maternità.
Tale norme tendono a prevenire l’infanticidio.

La prova della paternità o maternità può essere data con ogni mezzo.
La maternità di dimostra che colui è stato partorito dalla donna la quale si presume sua madre.
La paternità è più difficile da dimostrare.

RAPPORTO FIGLIO GENITORI


Con la filiazione si creano un sacco di rapporti tra genitori e figli.
È dovere e diritto dei genitori mantenere ed educare i figli.
Il figlio deve rispettare e contribuire al mantenimento della famiglia in base al suo reddito.
Se il figlio è minorenne, non può abbandonare la casa dei genitori.
Il figlio ha il diritto ad essere mantenuto, educato, istruito ed assistito dai genitori.

Il figlio è soggetto alla podestà dei genitori sino alla maggior età o alla emancipazione.

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L’USUFRUTTO LEGALE
Ossia i genitori hanno l’usufrutto legale sui beni del figlio sino alla maggior età o alla emancipazione.
I frutti sono destinati al mantenimento della famiglia e all’istruzione ed educazione dei figli.

LA TUTELA
Se entrambi i genitori sono morti si apre la tutela presso il tribunale dei minorenni.
Al giudice tutelare viene attribuito il potere di nominare il tutore che andrà a controllarne l’operato.
Il tutore è gratuito

Il tutore ha la funzione di prendersi cura del minore, lo rappresenta in tutti gli atti civili e ne amministra i
beni.
Il tutore cessa con la maggior età, e dovrà consegnare i beni e deve presentare entro i due mesi il contro
finale dell’amministrazione al giudice tutelare.

L’EMANCIPAZIONE
L’emancipato è il minore che ha compiuto sedici anni ed è ammesso a matrimonio per gravi motivi dal
tribunale
L’emancipazione conferisce al minore la capacità di agire ossia idi compiere atti che NON eccedo all’ordinaria
amministrazione.
Per gli atti eccedenti all’ordinaria amministrazione è necessario in consenso del curatore e l’autorizzazione
del giudice tutelare.

PROVVEDIMENTI PER I FIGLI


Se dal matrimonio sono nati figli, il procedimento di separazione personale, sia esso consensuale o giudiziale
è facilitato.
Se dal matrimonio sono nati dei figli, il giudice che pronuncia la separazione dichiara a quel dei coniugi i figli
minori sono affidati e adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole con esclusivo riferimento
all’interesse morale e materiale.
Di regola i figli vengono affidati alla madre.

I PROVVEDIMENTI RIGURDANO:
• affidamento
• contributo al mantenimento, all’istruzione e all’educazione
• diritto di visita
• assegnazione della casa familiare
• amministrazione dei beni dei figli.
• In particolare il giudice decide come il coniuge deve contribuire al mantenimento dei figli.

AFFIDAMENTO
Il giudice pronuncia la separazione personale dei coniugi e adotta i provvedimenti relativi alla prole con
riferimento all’interesse morale e materiale della cosa.
Determinerà:
le modalità, il tempo e la misura ed il modo in cui debbano contribuire il mantenimento, alla cura e
all’istruzione e all’educazione dei figli.

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L’affidamento può essere:
• CONGIUNTO quando la titolarità e l’esercizio della potestà rimane in capo ad entrambe i genitori
• ALTERNATO il minore convive, per alcuni periodi dell’anno, con un genitore e un po' con l’altro.
Questo avviene specialmente nei matrimoni misti
• ESCLUSIVO il minore vive solo con uno dei due genitori

Il giudice da anche delle disposizioni circa l’amministrazione dei beni dei figli
In ogni caso il giudice può ordinare che la prole sia collocata presso una terza persona o in un istituto di
educazione.

PROVVEDIMENTI RELATIVI AL MINORE


Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equo con entrambi i genitori, di ricevere cura,
educazione e istruzione da entrambi e di conservare i rapporti ascendenti e parenti.
Ciascun genitore deve mantenere i figli in base al proprio reddito
Inoltre il giudice può stabilire la corrispondenza di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di
proporzionalità de determinare considerando:
• le attuali esigenze del figlio
• il tenore di vita goduto dal figlio
• i tempi di permanenza da un genitore
• risorse economiche di entrambi i genitori
• l’assegno viene adeguato automaticamente dall’ISTAT

IL MANTENIMENTO E ALIMENTI NEI RAPPROTI TRA CONIUGI


Il giudice pronunciando la separazione, stabilisce in riferimento al coniuge che ha iniziato la separazione, il
diritto di cedere all’altro coniuge quanto necessario per il suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati
redditi propri.
In caso di inadempimento, su richiesta dell’avente diritto, il giudice può disporre del sequestro di parte dei
beni del coniuge obbligato e ordinare ai terzi tenuto a corrispondere alle somme di denaro dell’obbligato
all’avente diritto.
MANTENTIMENTO è determinato dall’obbligo in relazione ai redditi dell’obbligato
ALIMENTI sono rapportati a quando è necessario alla vita dell’alimentando.

SOLIDITÀ FAMILIARE: MANITENIMENTO ED ALIMENTI.


Il mantenimento è un obbligo di assistenza economica in favore del coniuge separato a cui non sia addebitata
la separazione e che sia sprovvisto di adeguati redditi propri.
Al mantenimento inoltre ha diritto anche il figlio NON riconosciuto.
Il mantenimento prescinde dallo stato di bisogno e comprende ciò che è necessario ad assicurare a chi ne è
titolare il medesimo tenore di vita della famiglia alla quale è parte.

I presupposti sono che:


• il coniuge mantenuto sia incapace di provvedere alle più elementari necessità per una vita dignitosa
• la misura è proporzionale alle condizioni economiche dell’alimentante
• infatti egli deve adempire o mantenendo l’alimentando nella propria abitazione o con un assegno
periodico anticipato, salvo diversa disposizione del giudice.

L’assegno, una volta corrisposto, non può essere nuovamente richiesto e non è dovuto nulla per il periodo
anteriore alla richiesta formale di mantenimento, in quanto sarà concesso dal giorno della domanda
giudiziale
La misura di mantenimento è comunque soggetta a modifiche da parte del giudice.
L’obbligo cessa con la morte dell’obbligato.
Inoltre l’obbligazione degli alimenti può essere anche sostituita per contratto (rendita vitalizia) oppure per
disposizione testamentaria (legato di alimenti).

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L’ADOZIONE
Un tempo veniva definita come adozione legittimante.
Si ha quando un minore viene privato in via definitiva ed irreversibile di un’adeguata assistenza morale e
materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi.
Il figlio adottato diventa figlio legittimo degli adottanti, dei quali assume e trasmette il cognome e cessano
tutti i suoi rapporti con la famiglia di origine, salvo i divieti matrimoniali.
La funzione dell’adozione è quella di essere un rimedio a situazioni di abbandono particolarmente gravi che
possono avere ricadute significative sull’esistenza del futuro minore.

La legge che disciplina l’azione è la legge del 4 magio del 1983 n°184

PRESUPPOSTI RICHIESTI
• è permessa ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, dove non sussista la separazione di
fatto o personale.
• L’età degli adottanti deve superare di almeno 18 anni e non più di 45 anni l’età dell’adottando.
• Gli adottanti nei confronti dell’adottato devono fornire assistenza amorale, materiale, spirituale
assicurandogli educazione, istruzione e mantenimento.

L’adozione è stabilita in favore ai minori in stato di adottabilità ossia coloro che sono in situazioni di
abbandono privi di assistenza morale e materiale.

Il procedimento di adozione è instaurato di ufficio dal giudice sulla base di una denunzia della situazione di
abbandono.

La domanda di adozione è presentata il tribunale per i minori, dopo una ricerca specifica, si sceglie la coppia
più idonea e si dispone con ordinanza l’affidamento preadottivo.
L’AFFIDAMENTO PREOADOTTIVO serve per visionare se l’adozione può funzionare o meno se sorgono delle
difficoltà di convivenza, il tribunale risponde della revoca dell’affidamento.
Se dopo un anno seguito da rigidi controlli si ha un esito positivo della fase pre-adottiva, il tribunale dispone
risponde l’adozione con sentenza impugnabile.
Il tribunale, per emanare il decreto di adozione, sente preventivamente i coniugi, l’adottatati che ha
compiuto 14 anni, il tutore e i servizi sociali indicati dalla vigilanza.
Tale decreto può essere impugnato entro 30 giorni dalla comunicazione dagli adottanti e dal tutore.
Il provvedimento definitivo di adozione deve essere trascritto entro 10 giorni dalla comunicazione
nell’apposito registro del tribunale.
Successivamente verrà annotato a margine dell’atto di nascita dell’adottato.
All’età di 25 l’adottato può richiedere le informazioni circa le proprietà origini per conoscere il vecchio
cognome e i genitori biologici, il termine può essere spostato da 25 a 18 nei casi previsti dalla legge

EFFETTI DELL’ADOZIONE con adozione, l’adottato acquista lo stato di figlio nato nel matrimonio degli
adottanti, del quale assume e trasmette il cognome.
Dal momento dell’adozione cessano anche i rapporti che si hanno con la famiglia di origine

CASI PARTICOLARI DI ADOZIONE


Il minore è orfano di padre o di madre può essere adottato da un aprente entro 6°grado.
L’adozione particolare è preferita a quella legittima in quanto il fanciullo rimane nella famiglia parentale
È consentita ad una coppa congiunti in matrimonio sia alla singola persona coniugata o separata.
La potestà adottiva prevede che gli adottanti hanno il potere di rappresentanza legale e di amministrazione
del patrimonio del minore.
Un obbligo degli adottanti in sede di amministrazione del patrimonio è la redazione dell’inventario ei beni
dell’adottato in sede di amministrazione dei beni dell’adottato e trasmetterlo entro un mese dall’adozione
al giudice tutelare, pena la perdita del potere dell’amministrazione.

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ADOZIONE DI PERSONE MAGGIORI DI ETÀ
L’adozione di persone maggiorenni ha la funzione di dare discendenti legittimi all’adottante
L’adottato prende il conforme dell’adottante, ma non estingue il rapporto con la famiglia di origine.

I presupposti sono:
• il consenso dell’adottante e dell’adottato.
• L’assenso dei genitori dell’adottando e dei coniugi dell’adottante e dell’adottando
• Età dell’adottante maggiore di 35 e non superiore a quella dell’adottato di 18.

La domanda di adozione viene presentato al tribunale competente assunte le opportune informazioni sentito
il PM emana und decreto motivato.
Il decreto di adozione deve essere poi trascritto su un apposito registro e successivamente e comunicato
all’ufficiale di stato civile che provvederà alla annotazione di tale atto sul margine dell’atto di nascita
dell’adottato.

Gli effetti che si producono dal decreto sono impugnabili entro 30 gg dalla comunicazione

Se glia dottanti sono dei coniugi prende il cognome del marito.


L’adottato conserva i diritti e doveri verso alla sua famiglia di origine.

L’ADOTTATO SUCCEDE MORTIS CAUSA all’adottante nei suoi diritti,


viceversa l’adozione non attribuisce all’adottante la possibilità succedere l’adottato

61
LE SUCCESSIONI
Fanno parte del secondo libro è intitolato “Delle successioni”.
Le successioni regolano le modalità di attribuzione dei beni dopo la morte.
si distingue tra successione:
• inter vivos: quando la successione ha luogo tra due soggetti indipendentemente dalla morte del
soggetto
• mortis causa: quando alla morte di un soggetto, un altro gli subentra nel fascio di rapporti del quale
egli era titolare, ed ha dunque come presupposto essenziale e caratterizzante, la morte del soggetto
a cui succede

Le successioni mortis causa regolano le modalità di attribuzione dei beni dopo la morte.
Il diritto italiano distingue la successione LEGITTIMA e la successione TESTAMENTARIA, riservando la quota
di eredità ai legittimari. (successione necessaria)

ESISTONO DUE TIPOLOGIE DI SUCCESSIONI secondo l’articolo 457


• LEGITTIMA è la successione che ha titolo nella legge, quando manca del tutto o in parte un
testamento, si apre la successione legittima.
• TESTAMENTARIA è la successione che ha titolo nel testamento
• NECCESSARIA non è un terzo tipo di successione ma un limite ai due tipi di successione, la legge
riserva una quota di eredità al coniuge, figli legittimi e agli ascendenti.

Nella successione testamentaria, il testatore può attribuire:


• una quota (erede)
• un bene specifico (legatario)

DELAZIONE TESTAMENTARIA stabilisce che l’eredità si devolve per legge o per testamento.
Solo in mancanza di testamento si può dar luogo alla successione legittima.

Per tradizione il soggetto dalla cui eredità si tratta è detto de cuius.


I legittimari sono il coniuge, la persona civilmente unita, figli legittimi e gli ascendenti.

L’AZIONE DI RIDUZIONE
è l'azione concessa al legittimario che ha visto ledere, parzialmente o totalmente, la sua quota legittima a
causa delle disposizioni testamentarie o delle donazioni effettuate dal defunto.
Con questa azione si tende ad ottenere la riduzione delle disposizioni testamentarie o delle donazioni allo
scopo di reintegrare la quota di legittima.
Inoltre l’azione di riduzione è un suo diritto non un dovere.

62
APERTURA DELLA SUCCESSIONE E ACCETTAZIONE DELL’EREDITÀ
Dalla norma 456, la successione si apre al momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del de cuius.
L’eredità si acquista con l’accettazione, il cui effetto si ha quando si è aperta la successione.
L’eredità può essere accettata:
• semplice e pura
• con beneficio di inventario

L’ACCETTAZIONE CON BENEFICIO DI INVENTARIO


Si fa mediante dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale, in cui si è aperta la
successione, e inserita nel registro delle successioni conservato in tribunale.
La dichiarazione deve essere preceduta o seguita dall’inventario, nelle forme prescritte dal codice di
procedura civile.
Chi accetta con beneficio di inventario risponde del debito nei limiti al patrimonio.
L’accettazione con beneficio di inventario è obbligatoria se ci sono eredi minori di età.

L’ACCETTAZIONE può essere:


• ESPRESSA ossia quando in un atto pubblico o scrittura privata, il chiamato all’eredità ha accettato
oppure ha assunto il titolo di erede.

• TACITA quando il chiamato all’eredità compie un atto che presuppone necessariamente la volontà
di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede.

Se gli eredi sono più di uno si trasforma in COMUNIONE EREDITARIA


È nulla la dichiarazione di accettare sotto condizione o a termine oppure la dichiarazione di accettazione
parziale.
Il diritto di accettare l’eredità si prescrive il 10 anni.
Il termine decorre dall’apertura della successione.

LA RAPPRESENTAZIONE fa subentrare i discendenti nei diritti riconosciuti dalla legge o dal testamento, in
tutti i casi in cui questi non vuole o non può accettare l’eredità o il legato.
Ha luogo in linea retta a favore dei discendenti dei figli anche adottivi e nella linea collaterale a favore dei
discendenti nei fratelli e sorelle del defunto.

CAPACITÀ A SUCCEDERE
Sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell’apertura della successione.

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TESTAMENTO
Il testamento è un atto revocabile con il quale un soggetto dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere,
di tutte le proprie sostanze o di parte di esse.
La successione testamentaria è la successione che ha titolo nel testamento.

Il testamento ha un contenuto patrimoniale, di cui il de cuius dispone dei propri beni,


può contenere anche disposizioni di carattere non patrimoniale (riconoscimento del figlio nato fuori dal
matrimonio ecc..)
Le disposizioni testamentarie possono essere:
• a titolo universale: è erede che è stato istituito per l’universalità dei beni o per una quota di essi
L’erede subentra in tutto il patrimonio del de cuius o in una quota di esso.
Subentra poi nei rapporti attivi e passivi e risponde alle passività anche ultra viveres.
• a titolo particolare: È legatario chi ha ricevuto un bene specifico
Il legatario o successore a titolo particolare, subentra soltanto in uno o più rapporti determinati.
Non risponde delle passività ereditari.
CAPACITÀ DI DISPORRE PER TESTAMENTO
Per disporre il testamento occorre piena capacità di intendere e di volere.
Sono incapaci di testare i minorenni, gli interdetti per infermità mentale oppure colore che per qualsiasi fase
transitoria non sono capaci di intendere e di volere.
Il testamento redatto da chi non ha capacità di testare è annullabile e può essere impugnato da chiunque vi
abbia interesse.
L’azione si prescrive entro 5 anni dal giorno in cui è data esecuzione alle disposizioni testamentarie.
L'ordinamento protegge la libertà di testare fino al momento della morte.
Questo principio è saldamente espresso nella revocabilità del testamento infatti il testatore è libero di
cambiare idea in ogni momento

TIPOLOGIE DEI TESTAMENTI


• OLOGRAFO redatto a mano dallo stesso testatore
• TESTAMENTO PER ATTO DEL NOTAIO che può essere:
o PUBBLICO redatto per atto di notaio
o SEGRETO redatto per mano dallo stesso testatore e depositato presso un notaio.

TESTAMENTO OLOGRAFO
Deve essere interamente ed esclusivamente scritto a mano, datato e sottoscritto dal testatore che non è
obbligato ad avvalersi di un notaio per la sua redazione e successiva conservazione.
La sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni.
Se non vengono inseriti nome e cognome, il testamento viene considerato valido purché descriva con
certezza la persona del testatore.
La mancanza dell’autografia e delle sottoscrizioni porta alla nullità del testamento.
La mancanza della data comporta l’annullabilità, che può essere pronunciata da chi vi abbia interesse.

TESTAMENTO PER ATTO DI NOTAIO (PUBBLICO O SEGRETO).


TESTAMENTO PUBBLICO
Il testatore dichiara al notaio la sua volontà, messa poi per iscritto dallo stesso, con la presenza di due
testimoni.
Il testatore deve indicare luogo, data del ricevimento, ora e poi sottoscritto dal testatore e dagli eredi
La nullità del testamento pubblico si ha in mancanza di redazione per iscritto, da parte del notaio della
dichiarazione del testatore.
Ogni altra irregolarità porta all’annullabilità.

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TESTAMENTO SEGRETO
Può essere scritto dal testatore o da un terzo.
Se è scritto dal testatore, deve essere sottoscritto da lui alla fine delle disposizioni oppure se scritto in parte
da altri o se sottoscritto con mezzi meccanici, deve portare la sottoscrizione del testatore anche in ciascun
foglio, unico o separato.
Una volta completato il testamento segreto viene sigillato e consegnato al notaio che redige l’atto di
ricevimento in cui viene indicato il fatto che è stato consegnato e inserita la dichiarazione che il suo
testamento è stato sigillato.

TESTAMENTI SPECIALI
Sono legati a particolari situazioni quali:
• CALAMITA’ PUBBLICHE: il testamento può essere ricevuto dal Giudice di Pace, dal Sindaco o
dall’Assessore che ne fa le veci;
• NAVIGAZIONE MARITTIMA O AEREA: il testamento può essere ricevuto dal Comandante della nave
o dell’aereo;
• MILITARI IN TEMPO DI GUERRA: il testamento può essere ricevuto da un Ufficiale, dal Cappellano
Militare o da un Ufficiale della Croce Rossa
SONO VIETATI I PATTI SUCCESSORI.
è nulla ogni convenzione con cui ciascuno dispone della propria successione, dei diritti che gli possono
spettare.
Allo stesso modo l'ordinamento vieta il testamento congiunto o reciproco (ti nomino mio erede, se tu, a tua
volta, mi nomini erede).
L’unica eccezione ammessa al divieto di patti successori è la stipulazione del patto di famiglia.

IN FAVOR TESTAMENTI
Si cerca di favorire le volontà del testatore.
Inoltre nelle disposizioni testamentarie si considerano non apposte le condizioni impossibili e quelle
contrarie a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume.

L’INTERPRETAZIONE DEL TESTAMENTO


Il giudice in merito dovrà applicare sempre il principio dell’ermeneutica e controllare quelle sia l’effettiva
manifestazione di volontà del testatore e valutando giuridicamente gli elementi logici, letterali.

IL LEGATO IN SOSTITUZIONE LEGITTIMA


È un’attribuzione testamentaria a titolo particolare che tacita il diritto alla qualità riservata del legittimario.
Si ha legato in sostituzione di legittima quando il testatore, attribuendo al legittimario uno o più beni a titolo
particolare, lo esclude dalla legittima in quota.
Se il legittimario non è privato interamente della quota legittima, si ha legato in conto, ma non in sostituzione
di legittima.

IL LEGATO IN CONTO DI LEGITTIMA è all’attribuzione testamentaria a titolo particolare.


Si ha quando il legittimario è già erede, ma ha ricevuto meno di quanto gli spetta e potrà tenere il legato e
agire in riduzione.

65
SUCCESSIONE LEGITTIMA
È una successione che ha titolo nella legge, viene definito come l’insieme delle norme suppletive derogabili
dalla volontà privata attraverso il testamento.
Si apre quando manca del tutto o in parte il testamento.
Mancando una disposizione di volontà mortis causa che indichi come attribuire e a chi attribuire il patrimonio
lasciato dal de cuius, provvede la legge entro i limiti.

Secondo l’impostazione classica esiste un TESTAMENTO PRESUNTO, fatto dalla legge in luogo de cuius che
non volle o non potrà testare.
La successione legittima sarebbe espressione tacita della volontà del de cuius.

PRESUPPOSTI
• Evento della morte
• Mancanza totale o parziale della successione testamentaria
o Inesistenza di un testamento o esiste non completa
o Irrilevanza del testamento
o Nullità o annullabilità del testamento
• Titolo a succedere ossia una relazione familiare del successibile con il de cuius oppure la mancanza
nel rapporto di cittadinanza del de cuius.

CATEGORIE DEI SUCCESSIBILI


L’eredità di devolve al coniuge o alla persona unita civilmente, ai discendenti gli ascendenti, ai collaterali e
agli altri parenti e allo stato.

NEL DETTAGLIO ABBIAMO:


• SUCCESIONI AI PARENTI
• SUCCESSIONE DEL CONIUGE
• SUCCESSIONE DELLO STATO

SUCCESSIONE DEI FIGLI


Al padre e alla madre succedono i figli in parti uguali.
I figli adottivi sono equiparati ai figli, essi rimangono estranei dalla successione dei parti dell’adottante.

SUCCESSIONE DEI GENITORI


A colui che muore senza prole ne fratelli o sorelle, succedono il padre e la madre in eguali porzioni, o il
genitore che sopravvive.

SUCCESSIONE DEGLI ASCENDENTI


a colui che muore senza prole, genitori o sorelle, succedono metà degli ascendenti in linea paterna e metà
degli ascendenti in linea materna.
Se gli ascendenti non sono di equal grado, l’eredità è devoluta la grado più vicino senza distinzione di linea.

SUCCESSIONE AI FRATELLI E DELLE SORELLLE


A colui che muore senza prole, genitori o ascendenti succedono fratelli o sorelle in modo uguale.
I fratelli o sorella unilaterali conseguono però la metà ella quota che conseguono i germani.

SUCCESSIONE DI ALTRI PARENTI


Se alcuno muore senza prole, genitori, ascendenti, fratelli o sorelle o discendenti, si apre la successione a
favore del parente o dei parenti prossimo, senza distinzione di linea.
La successione NON HA LUOGO oltre il sesto grado.

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SUCCESSIONE DEL CONIUGE
IL SOLO CONIUGE in mancanza di figli, ascendenti, fratelli o sorelle si devolve tutta l’eredità al coniuge.
SUCCESSIONE CON FIGLI
Nel caso di un figlio si farà ½ per coniugo e per figlio
Nel caso di due figli si farà 1/3 per ciascuno

SUCCESSIONE DEL CONIUGE PUTATIVO


Quando il matrimonio è dichiarato nullo dopo la morte di uno dei due coniugi, al coniuge superstite di buona
fede spetta la quota attribuita al coniuge.
Il coniuge putativo ha gli stessi diritti del coniuge, esso è escluso dalla successione quando il coniuge era
legato da un nuovo matrimonio al momento della morte.

SUCCESSIONE AL CONIUGE SEPARATO


Il coniuge separato, a cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, agli stessi
diritti successori del coniuge non separato.
Nel caso in cui al coniuge sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, il coniuge è
escluso dalla successione e ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio, se la momento dell’apertura della
successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto.

SUCCESSIONE DELLO STATO


In mancanza di altri successibili, l’eredità è devoluta allo stato.
L’acquisto opera di diritto senza bisogno di accettazione e non può neanche rifiutare.
Inoltre lo stato non risponde dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni acquistati.
La successione allo stato è giustificata dal fatto che non vi possa essere un bene senza proprietario.

SUCCESSIONE NECCESSARIA O DEI LEGITTIMARI


L’ordinamento riserva a determinanti soggetti quali coniuge o la persona civilmente unita, figli e discendenti
del defunto, una quota di eredità, della quale non possono essere privati per volontà del defunto.

La successione necessaria è la successione che si ha contro la volontà del testatore.


La quota riservata ai legittimari rappresenta un limite contro la successione legittima o le disposizioni
testamentarie.
I LEGITTIMARI (ossia le persone a favore delle quale la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella
successione) sono il coniuge o la persona civilmente unita, figli e discendenti del defunto.
Tutti i legittimari sono anche eredi legittimi, ma non il viceversa.

CALCOLO DELLA QUOTA DISPONIBILE


il patrimonio del de cuius può dividersi in due quote
• PATRIMONIO DISPONIBILE quota che si può liberamente disporre
• PATRIMONIO INDISPONIBILE riservata ai legittimari

Prima si determinano la massa di tutti i beni ereditari che appartenevano al defunto prima della morte
(relictum) detraendone dei debiti.
Si riuniscono tutti i beni a titolo di donazione (donatum)

Relictum-debiti+donatum = la quota disponibile

Se i beni lasciati in eredità al legittimario hanno un valore inferiore alla legittima, a questo compete la
cosiddetta azione di riduzione, attraverso la quale egli può far sì che i lasciti testamentari (testamento)
vengano ridotti proporzionalmente nella misura necessaria per reintegrare la legittima.

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LE QUOTE RISERVATE:

RISERVA A FAVORE DEI FIGLI


Un solo figli ½ quota e ½ quota disponibile
Più figli 1/3 a ciascun figlio e 1/3 quota disponibile

RISERVA A FAVORE DEGLI ASCENDENTI


Ad essi è riservato 1/3 del patrimonio, se ci sono più ascendenti, la riserva sarà ripartita tra ai medesimi.

RISERVA A FAVORE DEL CONIUGE


Viene riservato metà del patrimonio dell’altro coniuge, vengono anche riservati i diritti di abitazione sulla
casa adibita a residenza familiare all’uso sui mobili che la corredano.

CONCORSO TRA CONGIUGE E FIGLI


se chi muore lascia oltre al coniuge un figlio, questo ha diritto di riserva di 1/3 del patrimonio del de cuius.

RISERVA A FAVORE DEL CONIUGE SEPARATO


Il coniuge di cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, ha gli stessi diritti
successori del coniuge non separato.
Il coniuge di cui è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, ha diritto soltanto ad
un assegno vitalizio se il momento dell’apertura della successione, godeva deli alimenti a carico del coniuge
deceduto.

L’AZIONE DI RIDUZIONE
È lo strumento attraverso il quale il legittimario pretermesso è reintegrato nella quota di riserva.
Essa può essere esercitata o nei confronti di disposizioni testamentarie o nei confronti di donazioni.
Le riduzioni testamentarie si riducono proporzionalmente senza distinguere tra eredi e legatari.
Le donazioni si riducono comunicando dall’ultima e risalendo via via alle anteriori.
L’azione di riduzione si prescrive entro 10 anni.
IL LEGATO IN SOSTITUZIONE LEGITTIMA non è trattato come un erede necessario e quindi è riducibile.

IL LEGATARIO IN CONTRO DI LEGITTIMA invece rinuncia all’eredità.


L’agire in riduzione è un diritto non un obbligo

IL LEGATO IN SOSTITUZIONE DI LEGITTIMA (551)


il legittimario può rinunciare al legato in sostituzione di legittima e chiedere la legittima.
Il legato in sostituzione di legittima è una attribuzione testamentaria a titolo particolare che tacita il diritto
alla quota riservata del legittimario.
Il legittimario che consegue il legato perde il diritto di chiedere la legittima, agendo in riduzione. Egli non
acquista la qualità di erede.

LEGATO IN CONTO DI LEGITTIMA (552)


È sorta di “acconto” sulla legittima.
È una attribuzione testamentaria a titolo particolare (legato) disposta senza la dispensa dall'imputazione

68
LA DIVISIONE EREDITARIA
La divisione ereditaria è lo strumento per sciogliere, in tutto o in parte, la comunione ereditaria.
La divisione ha natura dichiarativa e non traslativa.
I suoi effetti retroagiscono al momento dell'apertura della successione.

LA COMUNIONE EREDITARIA CESSA CON LA DIVISIONE.


Ogni successione comporta prima o poi una divisione.
I romani dicevano COMMUNIO EST MATER RIXARUM.
Se tutti gli eredi sono minori di età, il testatore può disporre che la divisione abbia luogo solo quando sia
trascorso un anno dalla maggior età.

LA DIVISIONE È UN DIRITTO
Tutti i coeredi possono sempre domandare la divisione
La divisione ereditaria è lo scioglimento della comunione ereditaria, può essere totale o parziale.

LA DIVISIONE PUÒ ESSERE:


• CONTRATTUALE
Il contratto di divisione è un contratto con il quale i coeredi dividono i beni della comunione
ereditaria. Essa è anche detta divisione amichevole o stragiudiziale
• GIUDIZIALE
La divisione giudiziale è pronunciata dal giudice con sentenza a richiesta di alcuno dei coeredi.
• TESTAMENTARIA
Il testatore può nel testamento stabilire particolari norme per formare le porzioni (art. 733). Tale
disposizioni sono vincolanti per gli eredi

LA COLLAZIONE
Con la collazione, la legge intende ripristinare, a favore dei parenti più stretti del defunto, l’uguaglianza di
trattamento nella ripartizione del patrimonio ereditario.
La funzione è quella di assicurare la parità di trattamento tra i coeredi, che sarebbe pregiudicata se non si
computassero i beni ricevuti in vita.
Le donazioni fatte dal defunto quando era in vita possono infatti incidere significativamente sia sul complesso
dei beni lasciati dal defunto, ma anche sull’entità delle porzioni di beni spettanti a ciascuno degli eredi.

In pratica la collazione comporta un aumento della massa ereditaria che sarà composta da tutti i beni che
appartenevano al defunto al tempo della morte e dai beni (o dal valore dei beni) donati dal defunto finché
era in vita.

69
PATTO DI FAMIGLIA

è stato introdotto dalla legge 14 febbraio 2006 n°55


l patto di famiglia è un contratto plurilaterale, inter vivos, ad effetti reali rientrante nell'ambito degli atti a
titolo gratuito, con la funzione di andare ad incidere sulla successione dell’imprenditore, operando in deroga
alla disciplina generale della successione necessaria.
La sua funzione è di favorire la successine dell’impresa.

Si tratta della possibilità per un imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria impresa,
trasferendo ad uno o più discendenti l'azienda o le quote di partecipazione al capitale della “società di
famiglia”, senza che vi possano essere contestazioni in sede di eredità.

Il patto deve prevedere che i beneficiari assegnatari dell'azienda o delle partecipazioni


societarie “compensino” gli altri partecipanti al contratto con il pagamento di una somma corrispondente al
valore delle quote riservate ai legittimari.

Alla stipulazione devono partecipare anche il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari.
È richiesta a pena di nullità la forma dell’atto pubblico.
Il patto può essere impugnato dai partecipati ma l’azione si prescrive nel termine di un anno.
Esso dà vita, infatti, a un’importante deroga al divieto di patti successori (ossia la regola secondo la quale
non producono alcun effetto – sono nulli – gli accordi che hanno per oggetto la disposizione dei diritti
ereditari provenienti da una successione non ancora aperta

Il contratto può essere sciolto o modificato dagli stessi soggetti che vi hanno partecipato:
• con un diverso contratto, stipulato sempre per atto pubblico;
• mediante recesso (se previsto nel patto di famiglia) esercitato sulla base di una "dichiarazione agli
altri contraenti certificata da un notaio”.

70
DIRITTI REALI
I diritti reali sono disciplinati del libro III del codice civile.
Essi rientrano dei diritti soggettivi, assoluti.
I diritti reali sono IURA IN RE ossia diritti sulla cosa.
I diritti reali si dividono in
1. RE PROPRIA è la proprietà (diritto di godere a modo pieno e assoluto della cosa).
2. RE ALIENA sono diritti reali su cosa di proprietà altrui. Essi si distinguono in diritti reali di godimento
e di garanzia. Il diritto di proprietà viene compresso in modo tale da permettere l’utilizzo del bene
ad altri proprietari
I diritti reali si dividono in: proprietà, diritti reali di godimento e diritti reali di garanzia.

CLASSIFICAZIONE DEI DIRITTI REALI IN RE ALINEA


Essi si dividono in due sottogruppi:
• diritti reali in re aliena di godimento
• diritti reali in re alinea di garanzia

DIRITTI REALI DI GODIMENTO:


USUFRUTTO è il diritto di godere della cosa altrui rispettandone la destinazione economica.
USO è il diritto di servirsi di un bene e se questo è fruttifero, di raccoglierne i frutti limitatamente ai bisogni
proprietà e della propria famiglia.
ABITAZIONE è il diritto di abitare la casa altrui limitatamente ai propri bisogni e alla propria famiglia.
SERVITÙ la servitù prediale consiste in un peso imposto sul fondo servente per l’utilità del fondo dominate
ENFITEUSI è il diritto reale che attribuisce all’enfiteuta gli stessi diritti sul fondo che avrebbe il proprietario,
salvo l’obbligo di migliorare il fondo e di pagare il canone periodico.

DIRITTI REALI DI GARANZIA


PEGNO (mobile) è un diritto reale che il debitore o il terzo concede al creditore su una cosa mobile a garanzia
di un credito.
IPOTECA (immobile) è il diritto reale che attribuisce al creditore il potere di espropriare l’immobile su cui
l’ipoteca è costituita e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall’espropriazione.

I DIRITTI REALI hanno la caratteristica di:


PIENEZZA consiste nel diritto di godere a modo pieno della cosa. Il titolare di un diritto in re aliena è attribuito
un limite sulla cosa. (solo al diritto di prorpietà)
ESCLUSIVITÀ significa che il diritto reale attribuisce al titolare il potere di far valere il diritto erga omnes,
senza interferenze dei terzi.
REALTÀ il diritto reale segue la cosa. Esso consiste nella relazione immediata con la cosa, presso chiunque.
Il diritto di credito segue invece la persona del debitore.
ASSOLUTEZZA il diritto reale è protetto contro le lesioni di qualunque altro terzo.
ELASTICITÀ quando il diritto reale in re aliena viene a cessare, il proprietario riacquista la pienezza del diritto
(esempio cessa l’usufrutto su un immobile, il suo proprietario riacquista la pienezza del diritto)
TIPICITÀ ossia la categoria dei diritti reali è tipica sono espressamente previsti dalla legge. È un elenco
tassativo.
INERENZA (diritto di sequela) il diritto reale segue la cosa, è inerente alla cosa.

DIRITTO REALE DIRITTO DI CREDITO


Attribuisce al titolare la piena facoltà di godere della Bisogna rispettare delle specifiche disposizioni che
cosa attribuiscono determinati aspetti di godimento
della cosa
È protetto contro le lesioni ei terzi (erga omnes) La tutela è limitata alla persona del debitore

71
DIRITTI REALI DI GODIMENTO
Sono i diritti reali in re alinea
Il proprietario della cosa può comprimere il proprio diritto assoluto, e costituire sulla cosa propria un diritto
in capo ad un altro soggetto, che ne diventa titolare di un diritto reale in re aliena.

Sulla stessa RES coesistono:


• il diritto del proprietario denominato nudo proprietario
• il diritto reale di godimento o di garanzia del terzo

Essi hanno una suddivisione al loro interno:


• diritti reali di garanzia come il pegno per i beni mobili e ipoteca che grava sui beni immobili
• diritti reali di godimento costituiscono un limite al diritto assoluto di proprietà, ossia lo comprimono.

I DIRITTI REALI DI GODIMENTO SONO:


• diritto di superficie
• enfiteusi
• usufrutto
• uso
• abitazione
• servitù

SUPERFICIE
Si intende il diritto ad edificare sul suolo, o al di sotto di esso, di proprietà di un altro soggetto, che può essere
pubblico o privato.
Qualora il fondo appartenga in comproprietà a più soggetti, per procedere con la costruzione sarà necessario
il consenso di tutti i proprietari.
Il diritto di superficie presuppone la divisione della proprietà del fondo da quella dell’edificio che riposa
sopra o sotto del fondo stesso.

LA DURATA
Può essere
• Perpetuo ossia costituito senza termine
• A tempo determinato in questo caso allo scadere del termine del diritto di superficie si estingue e il
proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione

La superficie si estingue per prescrizione con un periodo di venti anni.


COME SI COSTITUISCE?
Accordo tra le parti con concordo
• Successione
• Usucapione
• Testamento
• Scissione del diritto di superficie e proprietà

SCADENZA
• Prescrizione per uso non continuativo di 20 anni
• Rinuncia
• Scadenza del termine
• confusione

72
ENFITEUSI
Consiste nel diritto di godere e di utilizzare il fondo di un altro proprietario, con due limiti il primo di
migliorare il fondo ed il secondo di corrisponde il canone enfiteutico.
Viene chiamato anche dominio utile o dominio diretto.
Viene utilizzato specialmente per l’impresa agricola

I DIRITTI DELL’ENFITEUTA
sono quelli che avrebbe il proprietario sulla raccolta dei frutti, sul tesoro e relativamente all’utilizzo del
sottosuolo.
Alla cessazione dell’enfiteusi il concedente è tenuto a rimborsare all’enfiteuta i miglioramenti.
IL PROPRIETARIO ha il diritto di ottenere il pagamento del canone enfiteutico.
DURATA l’enfiteusi ha una durata perpetua temporanea per un periodo non inferiore ai 20 anni
DISPONIBILITÀ DEL DIRITTO 965
L’enfiteuta può disporre del proprio diritto sia per atto tra vivi che per atto di ultima volontà, ma non può
sub cedere il diritto.

IL DIVIETO DI SUBENFITEUSI ossia è inderogabile.


L’enfiteuta può legittimamente alienare il proprio diritto.

ESTINZIONE DELL’ENFITEUSI
Per affrancazione ossia l’enfiteuta paga una somma risalutante della capitalizzazione del canone annuo. Il
proprietario non può opporsi e l’enfiteuta diventa proprietario.
Per devoluzione il nudo proprietario può chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico solo in due casi:
• se l’enfiteuta non adempie al miglioramento del fondo o deteriora il fondo
• se l’enfiteuta è in mora nel pagamento del canone.
Attraverso la devoluzione il rapporto si risolve, l’enfiteusi cessa e il nudo proprietario riacquista la proprietà.
Scadenza del termine
Per prescrizione il diritto di enfiteusi si prescrive per il non uso per vent’anni
Per perimento totale del fondo.

USUFRUTTO 978
È il diritto reale di godimento che consiste nel godere della cosa altrui rispettandone la destinazione
economica.
Si costituisce con:
• la volontà
• per legge (usufrutto legale es i minori)
• per usucapione
Esso permette la separazione temporanea del godimento alla proprietà del bene.

L’usufruttuario ha il diritto di godimento e di disposizione del bene, percepirne i frutti.


L’ obbligo dell’usufruttuario è di non alterare l’economicità del bene, godere del bene con la diligenza del
buon padre di famiglia, restituire le cose date in usufrutto, obbligo di inventario, spese ed oneri di ordinaria
manutenzione.
Al proprietario resta la nuda proprietà, in quanto resta spogliato del suo diritto di proprietà
L’oggetto dell’usufrutto può essere qualsiasi bene sia mobile che immobile

Il proprietario, detto nudo proprietario, vede la sua proprietà del bene limitata alla titolarità del diritto e
l’unico vantaggio che egli avrà sarà quello di riacquistarne la piena proprietà grazie all’elasticità quando e se
l’usufrutto dovrebbe cessare.

DURATA l’usufrutto ha una durata temporanea


Essa non può eccedere la vita dell’usufruttuario.

73
Per una persona giuridica essa non può eccedere di 30 anni.
Di regola l’usufrutto è costituito per una durata pari all’età dell’usufruttuario.

Alla morte dell’usufruttuario, usufrutto e nuda proprietà si ricongiungono.

QUASIUSUSFRUTTO ART 995


Il bene deve essere inconsumabile affinché avvenga l’usufrutto.
Si ammette però anche il quasi usufrutto per le cose consumabili.
NON VIENE CONSIDERATO UN DIRITTO REALE DI GODIMENTO
L’usufruttuario acquista la proprietà del bene consumabile.
Al termine dovrà pagare il prezzo del valore oppure restituirne in equale modo quantità e qualità del bene.

IPOTESI DI ESTINZIONE:
• prescrizione per una durata di 20 anni
• per riunione dell’usufrutto e della proprietà nella stessa persona
• per il totale perimento della cosa
• per la morte dell’usufruttuario
• per abuso dell’usufruttuario
• rinuncia dell’ussufrutto
• per scadenza del termine.

USO E ABITAZIZONE
USO 1021
Sono dei tipi limitati di usufrutto.
è il diritto di servirsi di un bene e se questo fruttifero di raccoglierne i frutti, limitatamente ai bisogni propri
e della famiglia.
Consiste nel diritto reale di utilizzare il bene nell’interesse proprio e della propria famiglia.

ABITAZIONE 1022
È il diritto di abitare la casa altrui con un limite rispetto ai bisogni propri e della famiglia.
È diverso dall’uso in quanto possono abitare la cosa nei limiti dei bisogni propri e della famiglia.

DIVIETO DI CESSIONE i diritti di uso e abitazione NON si possono cedere o dare in locazione in quanto sono
personali.

74
SERVITÙ
Le servitù prediali consistono nel peso imposto sul fondo servente per l’utilizzo del fondo dominante
appartenente al proprietario.

Il nome prediale deriva da praedium = fondo, il principio che vige è quello DI AMBULATORIETà secondo il
quale l’alienazione del fondo dominante comporta che il trasferimento delle servitù attive inerenti ad esso.

Il contenuto di una servitù risponde al requisito della utilità ossia consiste in un qualsiasi vantaggio, anche
non economico, che migliori l’utilizzazione del fondo dominante.

La servitù può essere:


di passaggio, di serra, altius non tollerandi, industriale.

È ammessa la costruzione di una servitù per assicurare un vantaggio anche futuro.

PRESUPPOSTI PER AVERE UNA SERVITÙ


• I fondi debbono essere congiunti, non lontani
• Siano i fondi di due proprietari diversi
Non è pensabile un fondo che serva se stesso, nessuno può servire una cosa propria.
• La servitù consiste in una utilità arrecata la fondo dominante es maggiore comodità eccc.
• All’utilità deve essere corrisposto un peso che grava sul fondo servente.

LA SERVITIÙ PUÒ NASCERE:


• DAL CONTRATTO le parti possono convenire con la stipulazione di un contratto per costruire una
servitù
• DA TESTAMENTO il testatore può, nel dividere il fondo, gravarne una parte con una servitù a favore
dell’altra parte del fondo.
• DALLA LEGGE la servitù può avere anche la sua fonte nella legge, anche contro la volontà del fondo
servente.
• PER DESTINAZIONE DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA si ottiene quando si prova che due fondi,
attualmente divisi, sono stati posseduti dallo stesso proprietario il quale abbia posto o lasciato le
cose nello stato dal quale risulta la servitù
• PER USUSCAPIONE le servitù possono nascere anche per usucapione.

TIPOLOGIE DI SERVITÙ
• SERVITÙ APPARENTI si manifestano per opere visibili, si può usucapire ed è rispettato il principio
della pubblicità del possesso.
• SERVITÙ NON APPARENTI non si manifestano per opere visibili, esse non si possono acquisire per
usucapione e non possono costituirsi per destinazione del buon padre di famiglia.
• POSITIVE quando il proprietario del fondo dominante le esercita con un proprio comportamento.
• NEGATIVE quando impongono al proprietario del fondo servente di non fare qualcosa
esempio di non edificare, di non compiere sul fondo attività nocive o rumorose.
• COATTIVE le servitù, in mancanza di accordo tra le parti, possono essere costituite con sentenza o
con atto amministrativo.
Deve arrecare il minor danno al fondo servente
Sono delle ipotesi tipiche: il passaggio coattivo es linea elettrica, acquedotto
• IRREGOLARE è quando un peso viene attribuito ad un soggetto, non è un diritto reale.
• VOLONTARIE il contratto costitutivo della servitù deve essere redatto per iscritto ed è oggetto a
trascrizione. Esse possono essere costituite sia a titolo oneroso che gratuito.

ESERCIZIO DELLA SERVITÙ è regolato da un titolo ossia un testamento, convenzione, contratto o sentenza.
Quando manca il titolo viene regolata con sentenza

75
DIVIETO DI AGGRAVARE O DIMINUIRE L’ESERIZIO DELLA SERVITÙ
Il proprietario del fondo dominante non può fare modifiche che rendano più gravosa la condizione del fondo
servente e vale anche il viceversa.

MODI DI COSTITUZIONE DELLE SERVITÙ COATTIVE


Quando in forza di legge il proprietario di un fondo ha il diritto di ottenere da parte del proprietario di un
altro fondo la costruzione di una servitù, in mancanza del contratto questa avviene con sentenza.

TIPI DI SERVITÙ COATTIVE


• Dell’acquedotto e dello scarico
• Appoggio e dell’infissione di chiusa
• Dalla somministrazione coattiva di acqua ad un edificio o ad un fondo
• Servitù di passo: il proprietario il cui fondo è circondato da altri fondi altrui, che non ha via di uscita
sulla pubblica via, ha diritto alla servitù di passaggio

ESTINZIONE DELLA SERVITÙ


• PER CONFUSIONE ossia estingue la persona del fondo servente e di quello dominante.
• PER PRESCRIZIONE si estingue per prescrizione quando non se ne fa uso per 20 anni.
o Se la servitù è positiva se si tratta del passaggio si contano gli anni dall’ultimo passaggio
avvenuto
o Se la servitù è negativa, dal momento il cui il titolare del fondo servente sopraeleva e per
vent’anni il titolare del fondo dominante non si oppone ad essa allora perde il diritto
• PER IMPOSSIBILITÀ D’USO quando la servitù diviene impossibile
• MANCANZA DI UTILITÀ si estingue quando l’utilità viene a meno

LE AZIONI A DIFESA ALLA SERVITÙ SONO:


AZIONE CONFESSORIA
Essa ha duplice valenza
• Accerta il diritto quindi di far valere la sua esistenza (azione petitoria)
• Condannare alla cessazione delle eventuali turbative (Azione rivendicazione)

76
I BENI
Il bene indica un oggetto di individuazione fisica.
Il bene in senso giuridico secondo l’articolo 810 indica le cose che possono formare oggetto di diritto.
I beni si distinguono in privati o beni pubblici.
• I beni privati sono beni che appartengono ai privati
• I beni pubblici sono beni che appartengono allo stato e agli enti pubblici.
I beni dello stato si distinguono in beni del patrimonio disponibile e beni del patrimonio indisponibile.

BENI DEL PATRIMONIO:


• DISPONIBILE sono di proprietà statale o degli enti pubblici e allo stesso modo di qualsiasi privato e
sono soggetti a norme di diritto privato.
• INISPONIBILI non possono essere sottratti alla loro destinazione stabilita dalla legge se non nei modi
stabili (bosco, fauna ecc.)
I beni pubblici si qualificano in beni demaniali e beni del patrimonio dello stato.
I beni demaniali si dividono in beni necessari o in beni accidentali.
• DEMANIO NECCESSARIO = appartengono necessariamente ed esclusivamente allo stato e fanno
parte del demanio pubblico come: lido del mare, spiaggia, porti, fiumi ecc
§ Demanio idrico fiumi laghi rive,
§ Demanio marittimo lido spiaggia
§ Militare fortezze, porti aeroporti
• DEMANIO ACCIDENTALE= sono beni che possono anche non essere di proprietà di enti pubblici
territoriali (regioni, provincia e comuni) come le strade, autostrade, acquedotti, pinacoteche musei.

ART 887 C.C IMMOBILI VACANTI spettano al patrimonio dello stato

I BENI POSSONO ESSERE DALL’ARTICOLO 812:


• IMMOBILI tutti quei beni uniti al suolo a scopo transitorio o le costruzioni come:
il suolo, le sorgenti, fiumi, edifici, tutto ciò che è incorporato al suolo, mulini, edifici galleggianti
• I BENI MOBILI sono i restanti.

LA CLASSIFICAZIONE VIENE FATTA CON LO SCOPO DI:


• Nei beni mobili vale il principio della rapidità e semplicità nei trasferimenti mobiliari.
• Nei immobili la circolazione immobiliare è più lenta e soggetta a controlli
• La circolazione dei beni immobili è soggetta a formalità di trascrizione
• Nella circolazione mobiliare vale il principio del POSSESSO VALE TITOLO-
• La proprietà dei beni mobili RES NULLIUS si acquista con l’occupazione.
• I beni immobili vacanti sono di proprietà dello stato secondo articolo 887
• Il pegno ed ipoteca sono diritti reali di garanzia che prima i beni mobili e il secondo beni immobili.
Energie naturali che elettriche sono considerati beni mobili
• BENI FUNGIBILI sono quelli che si possono sostituire con altri
• INFUGIBILI sono cose uniche e determinate

LA CLASSIFICAZIONE VIENE FATTA CON LO SCOPO DI:


ADEMPIMENTO DELL’OBBLIGAZIONE
• bene infungibile: il debitore si libera dell’obbligazione consegnano proprio quelle determinata cosa
• bene fungibile il debitore si libera prestando cose di qualità non inferiore alla media (denaro è il bene
fungibile per eccellenza)
MOMENTO DELL’ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ
• cosa fungibili effetto traslativo della proprietà non si ha nel momento della conclusione del contratto
ma al momento dell’individualizzazione
• cose infungibili li debitore si libera consegnando quella determinata cosa.

77
DISTRIBUZIONE DELLA COSA
• Bene infungibile il debitore non può procurarsene altre
• Bene fungibile il debitore deve prestare una cosa dello tesso genere.
• BENI CONSUMABILI ossia i beni che si consumano attraverso l’utilizzo.
• Sono insuscettibili si uso continuo.
• BENI INCONSUMABILI sono beni suscettibili di utilizzazione multipla.
• BENE DIVISIBILE ossia possono esser divisi in parti senza che se ne alteri la destinazione economica
• INDIVISIBILI sono i beni che divisi perderebbero la loro destinazione economica.
• BENI ESISTENTI in natura. Essi possono essere oggetto di diritti reali o di proprietà
• BENI FUTURI sono beni non ancora venuti ad esistenza. Essi non possono essere oggetto di proprietà
o di diritti reali.
IL PATRIMONIO è il complesso dei rapporti passivi e attivi che fanno capo ad una persona. Il patrimonio
comprende debiti e crediti.

I FRUTTI ART 820 sono i beni che provengono da un altro bene


Es. frutti naturali come raccolto o frutti civili es il corrispettivo per una locazione

• Frutti naturali: Provengono direttamente da un altro bene, vi concorra o no l’opera dell’uomo.


• Frutti civili: Sono quelli che si traggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia.
(esempio interessi su capitale, canone di locazione)

La legge definisce le pertinenze come le cose destinate in modo durevole al servizio o all'ornamento della
cosa, detta "principale"

UNVERSALITÀ DI BENI MOBILI: È considerata universalità̀ di mobili la pluralità̀ di cose che appartengono alla
stessa persona e hanno una destinazione unitaria. Le singole cose componenti la universalità̀ possono
formare oggetto di separati atti e rapporti giuridici.

78
LA PROPRIETÀ
Disciplinata dall’articolo 832
È un diritto reale in re propria per eccellenza.
Il proprietario ha il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, nei limiti
dell’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA GODIMENTO E DISPORRE DI UN BENE?


Il godimento del bene, che significa poterlo usare e trarne ogni possibile utilità.
Il potere di disposizione del bene, che significa il diritto di cedere la proprietà tramite vendita, donazione o
testamento, o di darla in locazione a terzi.

CARATTERISTICHE
• PIENEZZA consiste nel diritto di godere a modo pieno della cosa. Il titolare di un diritto in re aliena è
attribuito un limite sulla cosa. (solo al diritto di proprietà)
• ESCLUSIVITÀ significa che il diritto reale attribuisce al titolare il potere di far valere il diritto erga
omnes, senza interferenze dei terzi.
• REALTÀ il diritto reale segue la cosa. Esso consiste nella relazione immediata con la cosa, presso
chiunque.
• Il diritto di credito segue invece la persona del debitore.
• ASSOLUTEZZA il diritto reale è protetto contro le lesioni di qualunque altro terzo.
• ELASTICITÀ quando il diritto reale in re aliena viene a cessare, il proprietario riacquista la pienezza
del diritto (esempio cessa l’usufrutto su un immobile, il suo proprietario riacquista la pienezza del
diritto)
• TIPICITÀ ossia la categoria dei diritti reali è tipica sono espressamente previsti dalla legge. È un elenco
tassativo.
• INERENZA (diritto di sequela) il diritto reale segue la cosa, è inerente alla cosa.

ART 42 DELLA COSTITUZIONE sancisce che la proprietà viene enunciata con dei principi fondamentali quali
la garanzia della proprietà nel terzo comma
Tutela la proprietà significa preservarne la funzione sociale
• Diritto di uguaglianza
• Riserva di legge
Principio della funzione sociale ossia la proprietà privata è “riconosciuta e garantita dalla legge”, ma
l’interesse privato è subordinato all’interesse della collettività:
lo Stato può infatti decidere la destinazione a uso pubblico di un bene privato attraverso l’espropriazione,
alla quale corrisponde un indennizzo, cioè il versamento di una somma di denaro che compensa il
proprietario della perdita del bene.
La proprietà può essere limitata solo nel caso in cui interesse pubblico prevalga su quello privato.

Nel DIVIETO DI EMULAZIONE all’articolo 833 sancisce che il proprietario non può far atti i quali abbiano lo
scopo di nuocere o recare molestia all’altro.
Il proprietario ha un animus nocendi ossia la finalità di nuocere e risulta inutile per chi lo pone in essere.
L’altra parte può chiedere al proprietario l’azione inibitoria con lo scopo di evitare che possa essere
ricommessa la stessa azione e inoltre chiedere il risarcimento del danno.

79
MODI DI ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ
I modi di acquisto sono tassativi ossia espressi nel codice civile all’articolo 922.
Si distinguono in due:
A TITOLO DERIVATIVO
l’acquisto della proprietà deriva da un precedente rapporto di proprietà cosisschè l’acquirente del diritto di
proprietà succede al precedente titolare,
Sono modi a titolo derivativo i contratti e le successioni a causa di morte.
I modi di acquisto a titolo derivativo si basano sul titolo e presuppongono la validità del titolo.

A TITOLO ORIGINARIO
si fondano sul fatto che ha determinato l’acquisto stesso ossia l’acquisto della proprietà si giustifica e trova
il suo fondamento in un rapporto diretto alla persona con la cosa.
Sono modi a titolo originario:
usucapione, occupazione, invenzione, accessione, specificazione, unione, commistione.

OCCUPAZIONE ED INVENZIONE
Presuppongono la presa di possesso:
• della cosa mobile che non è di proprietà di alcuno (res nullius)
• i ritrovamenti della cosa mobile abbandonata (res derelicta) o smarrita.

L’occupazione della res nullius è il modo di acquisto della proprietà che consiste nel possesso della cosa
(mobile) privata di proprietario con la volontà di impadronirsene (animus occupandi).
Solo le cose mobili possono essere suscettibili di occupazione.
Con una legge del 92 si prevede che la fauna selvatica costituisce patrimonio indisponibili dello stato, solo i
cacciatori possono occupare gli animali in quanto considerati res nullius suscettibili di acquisto per
occupazione, salvo concessioni ulteriori dello stato.

L’INVENZIONE
è un modo di acquisto della proprietà basato sul ritrovamento della cosa mobile smarrita.
Dispone il codice civile che chi trova una cosa mobile deve restituirla al proprietario, se non lo conosce al
sindaco del comune di riferimento.
Il sindaco ha l’onere di pubblicare il ritrovamento.
Dopo un anno, se il proprietario non lo rivendica, la cosa divien di proprietà di chi l’ha trovata.
Se il proprietario la rivendica, al ritrovatore va un premio

DISPOSIZIONI PARTICOLARI:
IL TESORO è un qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può trovare di essere
proprietario.
il tesoro, appartiene al proprietario del fondo in cui si trova.
Se il tesoro si trova sul fondo altrui si farà metà tra il proprietario del fondo e il trovatore.
SCIAME D’API
Il proprietario dello sciame d’api ha il diritto di inseguilo su fondo altrui.
Se il proprietario dello sciame non lo insegue entro due giorni il proprietario del fondo acquista la proprietà.
ANIMALI MANSUEFATTI ossia addestrati con la consuetudo revertendi
il padrone ha il diritto di inseguirlo anche in un fondo altrui, salvo il diritto del proprietario di fondo altrui con
il risarcimento del danno.
Se entro 20 giorni il proprietario all’animale mansuefatto non lo reclama chi si è impossessato acquista la
proprietà dell’animale.

OGGETTI DI INTERESSE STORICO, ARCHEOLOGICO da chiunque e in qualunque sottosuolo vengano trovate


sono patrimonio indisponibile dello stato.

80
ACCESSIONE
Qualunque piantagione, costruzione od opera esistente sopra o sotto ad un suolo, appartiene al proprietario
del suolo.

Un esempio classico è la proprietà fondiaria che si estende in verticale


il principio opera ipso iure (per legge) al momento in cui la piantagione, la costruzione si incorpora al suolo,
la pronuncia del giudice in merito ha natura dichiarativa.
Non è necessaria alcuna manifestazione di volontà di far eseguire, infatti il giudice emanerà soltanto una
sentenza dichiarativa ossia di accertamento.

Il concetto di acquisto della proprietà per accessione di basa sul fatto materiale della congiunzione o
incorporazione tra due cose, di proprietà di diversi soggetti cosicché se ne forma una sola.
Chi è proprietario della cosa principale acquista la proprietà anche della cosa accessoria.
Questo istituto è utilizzabile anche se vi sia incorporazione, congiunzione o aderenza tra l’opera ed il suolo.
(res composita)

TIPI DI ACCESSIONE:
ACCENSIONE DA MOBILE A MOBILE
Se il proprietario del suolo ha fatto costruire piantagioni o opere con materiale altrui egli ne acquista la
proprietà, ma deve pagarne il valore.
Se le piantagioni sono fatte dal terzo con materiali propri, il proprietario del suolo può acquisirne la proprietà
pagandone il valore e la mano d’opera.

ACCESIONE DA IMMOBILE A IMMOBILE


Le ipotesi per unione o commistione di immobili riguardano:
• alluvione= unioni di terra e incrementi che si formano successivamente e impercettibilmente nei
fondi posti lungo le rive di fiumi o torrenti
• avulsione= se un fiume o un torrente stacca per forza istantanea una parte massiccia di un fondo
contiguo al duo corso e lo trasporta in un altro fondo
• terreno abbandonato dall’acqua corrente
• alveo abbandonato= se il fiume o un torrente forma un letto, il terreno rimane soggetto al demanio
pubblico.

Commistione: mescolanza di cose solide che diventano non più distinguibili. La mescolanza di liquidi viene
definita confusione
Unione: congiungimento materiale di due cose che però mantengono la loro individualità, e malgrado
l’unione, sono distinguibili ma non più separabili.

ACCESSIONE DA MOBILE A MOBILE


La specificazione si ha nei casi in cui la cosa sia stata lavorata o trasformata:
nell’ipotesi in cui un individuo lavori la cosa altrui, il principio generale è che la cosa diviene di proprietà di
quest’ultimo con il pagamento al proprietario del prezzo della materia,
salvo nel caso in cui la materia avesse un valore di molto superiore a quello del lavoro, per il quale il codice
prescrive che la cosa trasformata resterà di proprietà dell’originario titolare, che dovrà però pagare il prezzo
della mano d’opera.

ACCESSIONE INVERTITA è l’occupazione di una posizione di fondo, avviene in buona fede per la costruzione
in un edificio e SE il proprietario non fa opposizione per 3 mesi dal giorno in cui ebbe inizio la costruzione,
l’autorità giudiziaria può attribuire al costruttore la proprietà dell’edificio del suolo occupato.
Il costruttore però è tenuto a pagare al proprietario il doppio del valore della superficie occupata oltre al
risarcimento del danno.

81
POSSESSO
L’articolo 1140 definisce il possesso come il potere di fatto sulla cosa che si manifesta in un'attività
corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale.

Il nostro ordinamento protegge il possesso:


• contro le pretese dei terzi
• per difendere la pace sociale.

POSSESSO VIENE DEFINITO COME SIGNORIA DI FATTO SULLA COSA non come diritto.

PER AVERE IL POSSESSO OCCORRE:


animus possidendi ossia l’animo di possedere ( SE MANCA SI DETERMINA IL DETENTORE)
+
Corpus possessionis ossia la materiale disponibile della cosa.
L’animus possidendi si presume in chi ha il corpus possessionis

PROVA DEL POSSESSO


Chi invoca la protezione del possesso deve dare prova dell’elemento di fatto ossia corpus possessionis e
invece l’animus possidendi si presume.
Chi materialmente dispone del bene è tutelato.

L’ANIMUS POSSIDENDI si concretizza nell’intimo convincimento del soggetto che esercita il potere di fatto
sulla cosa esercitandolo in buona fede.
Il diritto fissa una presunzione (iuris tantum)

Il detentore è colui che possiede:


• animus detinendi, ovverosia la volontà di tenere la cosa altrui;
• ll potere di fatto sul bene, ovverosia la possibilità di utilizzarlo;
• la laudatio possessionis, ovverosia il riconoscimento del possesso (e della proprietà) altrui sulla cosa.

DIFFERENZA TRA POSSESSO O DETERNZIONE


La differenza è che il possesso incorpora anche l’animus possidendi
La detenzione consiste nella materiale disponibilità della cosa.
Il detentore esercita il possesso di fatto sulla cosa in nome e per conto del possessore, con il solo animus
detinendi (l’elemento psicologico di detenzione).
Esempio di detentore, contratto di locazione il possessore è locatore e il locataio è detentore)

INTERVERSIONE DEL POSSESSO


Disciplinata dall’articolo 1141 è il mutamento della detenzione in possesso, ma per il mutamento DEL TITOLO
richiede l’intervento di una causa proveniente dal un terzo (ossia qualsiasi atto di trasferimento idoneo a
legittimare il possesso).
O il detentore fa un’opposizione dei confronti del possessore e manifesta all’esterno l’intenzione di essere
considerato come detentore o un mutamento del titolo che gli consenta di essere possessore.

ACQUISTO DEL POSSESSO


Può essere in due modi:
A TITOLO ORGINARIO Il possesso può essere acquistato originariamente, cioè senza una trasmissione da
parte di un altro soggetto, con l'apprensione fisica della cosa, accompagnata dall'animus. Se è un diritto
attraverso l’uso o l’esercizio del diritto.
A TITOLO DERIVATO il possesso si acquista a titolo derivato per trasmissione del precedente possessore.
Per gli immobili per traditio ficta ossia con la consegna delle chiavi dell’immobile.

82
LE 4 PRESUNSIONI COLLEGATE AL POSSESSO
PRESUNZIONE DI POSSESSO (possideo quia possideo) PRESUNZIONI LEGALI
1) CHI DETIENE POSSIEDE
Il detentore si presume possessore.
La presunzione di possesso è ricollegata al potere di fatto sulla cosa che si manifesta in attività corrispondente
all’esercizio della proprietà.
L’animus si presume in chi esercita il potere di fatto sulla cosa.

2) PRESUNZIONE DI POSSESSO INTERMEDIO


chi oggi possiede e ha posseduto in un certo momento nel passato, si presume che abbia posseduto
ininterrottamente.

3) PRESUNSIONE DI POSSESSO ANTERIORE


Chi oggi possiede e ha un titolo, si presume che abbia posseduto dalla data del titolo.

4) PRESUNZIONE IN BUONA FEDE


Si presume che sia abbia avuto la disponibilità materiale ossia il corpus possessionis e non abbia leso nessun
altro diritto altrui.

IL POSSESSO DI TRASMETTE
• SUCCESSIONE NEL POSSESSO con successione mortis causa a titolo universale (erede) il possesso del
de cuius continua automaticamente nell’erede con effetto dell’apertura della successione
• ACCESSIONE NEL POSSESSO se il possesso è acquistato per atto tra vivi come contratto o per
successione particolare come legato il possesso continua automaticamente all’avente causa.

EFFETTI DEL POSSESSO è una situazione di fatto, non un diritto.


Dalla situazione di fatto può nascere un diritto sulla cosa.
• Il possesso se protratto nel tempo comporta l’acquisto della proprietà per usucapione.
• Nella circolazione dei beni mobili invece sussiste la regola del possesso vale titolo.
Il possessore di buona fede può usufruire dei suoi frutti naturali e frutti civili della cosa.
È tenuto restituire i frutti indebitamente percepiti, ha diritto al rimborso delle spese, riparazione,
miglioramenti, addizioni.
Il possessore in mala fede ha diritto al imborso delle spese fatte per riparazioni straordinarie e di diritto di
indennità per i miglioramenti apportasti alla cosa.

POSSESSO VALE TITOLO


Ha la funzione di rendere sicura il trasferimento dei beni mobili.
Serve per dare certezza agli scambi giudici.
L’acquirente di buona fede è sicuro di aver acquistato la proprietà del bene, e non ha rischio di dover
restituire la cosa ad un terzo che rivendichi la proprietà.
Acquisto a non domino= una situazione nella quale un soggetto acquista un diritto di proprietà su di un bene
mobile che proviene da un soggetto non qualificabile come titolare del diritto stesso.
TRE REQUISITI FONDAMENTALI
• Trasferimento del possesso serve per acquisire la disponibilità materiale della cosa
• Buona fede al momento della consegna
• Titolo idoneo del trasferimento della proprietà (aver concluso un contratto valido)

POSSESSO DI BUONA FEDE O MALAFEDE. La protezione del possesso prescinde dalla buona fede.
Tuttavia la buona fede rileva:
• in materia di mobili, determinando l'acquisto della proprietà̀ anche se si ha acquistato a non domino.
• in relazione al tempo necessario per usucapire.
La buona fede non reca utilità se l'ignoranza dipende da colpa grave.

83
USUCAPIONE
È un modo di acquisto della proprietà a titolo originario.
Il possesso ad usucapionem deve essere continuativo, non interrotto (si considera interrotto se la durata è
superiore di un anno), pacifico (non viziato da violenza), pubblico, non equivoco e con l’animo di tenere la
cosa propria.

Il possesso ventennale del bene non deve essere viziato né da violenza né da clandestinità
Esso richiede un tempo sufficientemente lungo per permettere all’eventuale proprietario di rivendicare la
cosa posseduta.
Se non lo fa, è ragionevole pensare che esso non la voglia più o non provi interesse.
Si va a privilegiare l’interesse di chi sia preso cura del bene.
Esso converte una situazione di fatto (possesso) in una situazione giuridica (proprietà).

Si acquista la proprietà, usufrutto, altri diritti reali di godimento.


SITUAZIONE PER ACQUISTO PROPRIETÀ PER USUCAPIONE:
• mancato esercizio da parte del proprietario sulla potestà
• prolungata signoria di fatto sullo stesso bene da parte di altri

È l’opposto della prescrizione, attraverso il decorrere del tempo si ha la nascita di un diritto

USUCAPIONE DEI BENI IMMOBILI


La proprietà dei beni immobili si acquista per usucapione per possesso continuato per più di venti anni.
Salvo usucapione abbreviata si ha qualora il possessore sia in presenza di un titolo idoneo e in buona fede
con durata di 10 anni

USUCAPIONE DEI BENI MOBILI (mobili registrati) (manca il titolo idoneo di trasferimento dei beni perché se
ci fosse il titolo idoneo e l’impossessamento del bene si ha il possesso vale titolo)
si acquista a titolo originario, per un possesso continuato per dieci anni se è in buona fede, per vent’anni nel
caso fosse in malafede.

INTERRUZIONE DEL POSSESSO AD USUCAPIONEM


Il possesso ad usucapionem è interrotto quando il possessore sia privato del possesso per oltre un anno della
cosa.
Non valgono per interrompe il possesso ad usucaponem:
• atti di intimazione
• semplici atti di contestazione
• atti che valgono a mettere in more il debitore.

USUCAPIONE ABBREVIATO 1559


Titolo idoneo
Buona fede
Titolo correttamente corretto
Entro 10 anni per buona fede per beni immobili e immobili

84
PROPRIETÀ IMMOBILIARE
La proprietà immobiliare ha per oggetto i beni immobili.
È possibile distingue la proprietà fondiaria che ha per oggetto il fondo, suolo alla proprietà che ha per
oggetto immobili ad uso abitativo.

La proprietà del suolo si estende al sottosuolo e dallo spazio sovrastante.


Inoltre il proprietario del suolo non può opporsi alle attività dei terzi che si svolgano a proposito tale che egli
non abbia interesse.
La legge prevede inoltre alcuni metodi per esercitare il diritto delle attività fondiarie:
• CHIUSURA DEL SUOLO da parte del proprietario (per difenderlo dai terzi)
• ACCESSO AL FONDO, il proprietario non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia a meo
che il fondo sia chiuso dai modi stabiliti dalla legge.
• ACCESSO AI FONDO, riparazioni, cose e animali, il proprietario deve permettere l’accesso e il
passaggio al suo fondo sempre che ne venga riconosciuta la necessità, per esempio al fine di
costruirne o riparare un muro.
Se l’accesso cagiona danno, è dovuta un’adeguata indennità.
• IMMISSIONI il potere del proprietario il godere e di disporre del fondo viene limitato dai rapporti di
vicinato con il fondo.
In relazione alle immissioni vale alla regola della normale tollerabilità.
Il proprietario del fondo può impedire le immissioni di fumo, di calore o di rumori se superano il suddetto
limite.
Tale livello è stabilito dal giudice nella causa e tiene conto della condizione, dei luoghi e delle esigenze della
produzione.

RAPPORTI DI VICINATO E DISTANZE TRA LE COSTRUZINI


Il proprietario ha il potere di godere e di disporre del fondo viene però limitato in relazione ai rapporti di
vicinato con il fondo vicino.
Ci sono limitazione anche relativa a :
• distanze tra le costruzioni
• ostruzione sul confine
• muro sul confine
• pozzi, cisterne fabbriche, depositi, canali
• alberi e siepi
• luci e vedute
• acque e stillicidio

DISTANZE TRA LE COSTRUZIONI


La legge prescrive una distanza minima di tre metri se le costruzioni non sono unite o aderenti.
Il divieto è inteso per evitare la formazione di intercapedini dannose anche a volte a tutelare l’interesse
generale di igiene, decoro e sicurezza degli abitanti.
Ogni opera deve intendersi come una struttura con un carattere di consistenza e di stabilità e sia saldamente
infissa al suolo.
AZIONE PER OTTENERE L’OSSERVANZA DELLE DISTANZA LEGALI
Colui che per effetto della violazione ha subito un danno ha la facoltà di richiedere la riduzione in pristino e
ha diritto ad essere risarcito.

COSTRUZIONE SUL CONFINE


Se sul confine non sussiste alcuna costruzione il proprietario del fondo può costruire a un metro e mezzo dal
confine, oppure costruire sul confine.
Chi costruisce per secondo deve rispettare le distanze legali.
Questo è il cosiddetto principio della prevenzione temporale che risulta favorito il primo che costruisce
l’edificio.

85
MURO SUL CONFINE
il proprietario del fondo può costruire il muro sul confine o all’interno del proprio fondo, ad una certa distanza
dal confine.
Se ha costruito direttamente sul confine, il proprietario del fondo può richiedere la comunione forzosa del
muro pagando la metà del muro.
Il muro non superiore ai 3 metri non è considerato per il computo delle distanze.

POZZI, CISTERNE, DEPOSITI.


Chi vuole aprire pozzi, cisterne deve rispettare particolari distanze del confine, in modo che si preservi il
diritto di vicinato.

ALBERI E SIEPI
Chi vuole piantare alberi presso il confine, deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti o dagli usi
locali: 3 metri per gli alberi da alto fusto, un metro e mezzo per gli alberi non ad alto fusto e mezzo entro per
le viti, viti.

LUCI E VEDUTE
Una porta è un’apertura praticata in una parete o in una recinzione al fine di crearvi un passaggio
Una finestra è un’apertura praticata nelle pareti esterne di un edificio al fine di consentire l’areazione e
l’illuminazione degli ambienti interni.
Le luci permettono il passaggio di aria e luce ma non permettono né la prospection (sporgere del capo) né
l’insepctio ossia di guardare.
Le vedute invece danno la possibilità di avere una visuale agevole esse permettono sia l’inspectio e la
prospectio.

ACQUE E STILLICIDIO
La regola generale in materia di acque dispone che il proprietario del suolo ha il diritto di utilizzare le acque
in esso esistenti, salve le disposizioni di leggi speciali per le acque pubbliche o sotterranea.
Per l’acqua piovana, ossia stillicidio la disposizione generale è che il proprietario deve costruire i tetti in
maniera che esse scivolino ne terreno e non nel fondo vicino.

PROPRIETÀ EDILIZIA
Il diritto di costruire sul fondo (ius aedificandi) è il primo modo di esercizio del diritto di godere del fondo in
modo pieno ed esclusivo. Tuttavia il diritto di costruire non è senza limiti.
Il codice civile del 1942 aveva posto dei limiti all'edificabilità̀, disponendo che il diritto di costruire doveva
essere esercitato in armonia con i piani regolatori.

Il Testo Unico delle leggi in materia urbanistica approvato con D.P.R. 6 giugno 2001, entrato in vigore il 30
giugno 2003 ha sostituito la “Concessione Edilizia” con il “Permesso di Costruire

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COMUNIONE art 1100
Si ha quando la proprietà o altro diritto reale spetta in comunione a più persone.
Due soggetti non possono essere proprietari della stessa cosa ma possono essere COMPROPRIETARI.

La partecipazione alla comunione è libera, sia nella comunione volontaria che in quella incidentale.
Ogni partecipante può cedere la propria quota a terzi, può costituire diritti reali sulla quota, ipotecarla o darla
in usufrutto a terzi inoltre può quando vuole chiedere lo scioglimento della comunione.

La comunione si materializza nella QUOTA.


Ciascuna comunità è titolare di una quota del bene comune, essa è l’unità di misura di una frazione che regola
la facoltà di godimento e di disposizione di ciascun soggetto facente parte alla comunione.
Le quote dei partecipanti si PRESUMONO uguali art 1101.
Esse possono anche essere diverse per volontà, per legge.
Il bene in comunione appartiene per intero a tutti i partecipanti, ognuno ne è comproprietario.

La quota contribuisce alla formazione dei pesi che nascono dalla comunione.
Le spese, i frutti vengono ripartiti tra i comproprietari in misura proporzionale alle rispettive quote.

ORIGINE
LA COMUNIONE PUÒ SORGERE IN TRE MODI:
• volontaria per volontà dei partecipanti
• incidentale indipendentemente dalla volontà dei partecipanti
• forzosa dove è impossibile sottrarsi
(esempio la comunione forzosa sul muro di confine)
GLI ATTI SONO:
• Contratto: due oggetti acquistano un bene in comunione
• Successione due soggetti ereditano la quota di un fondo
• Legge i proprietari di fondi confinanti posso trovarsi in comunione forzosa di un muro ecc..

USO DELLA COSA COMUNE E IL GODIMENTO 1102


Ciascun partecipante può servirsi dalla cosa comune purché non ne alteri la destinazione e non impedisca gli
altri partecipanti di farne uso.
Se un partecipante fa uso illecito o ne abusa, ciascun contitolare può agire in giudizio ne per la tutela del suo
diritto.
Il giudice verificato l’abuso, ne ordinerà la cessazione e disporrà i provvedimenti necessari affinché non si
verifichi più.

REGOLAMENTO DELLA COMUNIONE


Viene formato dai partecipanti, e dovrà essere osservato da tutti e dagli aventi causa dei singoli partecipanti
della comunione.

OBBLIGHI DELLA COMUNIONE


Ciascun partecipante deve contribuire nelle spese per conservare e godere del bene comune.
Le spese sono inerenti:
• al godimento della cosa
• conservazione della cosa
• spese deliberate a maggioranza

87
AMMINISTRAZIONE DELLA COSA COMUNE
Spetta a tutti i partecipanti e le decisioni vengono assunte secondo il principio maggioritario

Atti di ordinaria amministrazione sono:


• attività diretta alla manutenzione conservazione della cosa
• diretti all’uso della cosa
• diretti al miglioramento della cosa
per atti di ordinaria amministrazione decide la maggioranza di quote, non di persone.

Gli atti di straordinaria amministrazione sono:


• innovazioni per il miglioramento della cosa
• innovazioni a rendere più comodo e redditizio il godimento del bene
• per gli atti di straordinaria amministrazione occorre una doppia maggioranza di quote ossia i 2/3 di
persone.

Atti che richiedono l’unanimità dei consensi.


• Atti di alienazione della cosa oggetto della comunione
• Atti di costituzione di diritti reali sul fondo comune
• Stipulazione di contratti di locazione ultra novennali
• Tutti i comunisti devono essere d’accorso quindi il 100% delle quote.

ATTI DI DISPOSIZIONE
La disposizione della quota disciplinata dall’articolo 1103 sancisce che la vendita della quota del bene indiviso
è ammissibile e valida, senza che i comproprietari possano opporvi.
La disposizione del bene in comunione sancisce che occorre il consenso di tutti i compartecipanti per alienare
il bene o costituirne diritti reali/garanzie reali.

La legge attribuisce a ciascun partecipante il diritto di richiedere la divisone della cosa comune.
La divisione è il metodo di scioglimento della comunione, può essere fatto valere per accordo tra le parti
con il contratto.
In mancanza vi provvede il giudice secondo i criteri adottati dal codice.
L’autorità giudiziaria può inoltre stabilire una congrua dilatazione (mai superiore a 5 anni) se l’immediato
scioglimento può pregiudicare gli interessi degli altri.

IL PATTO PER RIMANERE IN COMUNIONE PER UN INFERIORE DI 10 ANNI è valido e ha effetto anche per gli
aventi causa dei partecipanti.
La divisone ha efficacia retroattiva, opera ex tunc.
L’atto di divisione è dichiarativo.

DIVISIONE DELLE COSE


La divisione avviene anche in maniera diversa se abbiamo cose divisibili in natura e cose non divisibili in
natura e cose NON soggette a divisione:
cose divisibili in natura= se la cosa può essere divisa in parti corrispondenti alle quote, ha luogo.
La divisione in natura trasforma le quote ideali in parti materiali della cosa.
Cose non soggette a divisione= lo scioglimento della comune di cose che se divise cesserebbero di servire
all’uso a cui sono destinate non può essere richiesto.
Se un bene NON consente di divisione, va assegnato a uno dei partecipanti il quale poi verserà il valore in
base alle rispettive quote.
Altrimenti si procederà alla vendita e il ricavato andrà ripartito tra i comunisti

88
IL CONDOMINIO
è un particolare modo di essere della comunione, in relazione ad alcune parti dell’edificio, dette parti comuni.

Nel condominio ciascun soggetto è titolare di un diritto esclusivo su determinate parti dell’edificio, mentre
parti restano di proprietà comune di tutti i condomini.
Così possiamo distingue:
la proprietà solitaria la proprietà esclusiva del singolo individuo.
Comunione forzosa dovere partecipano tutti i condomini.

SUPERCONDOMINIO
È una tipologia abitativa diffusa negli ultimi anni che è composta da un complesso di più edifici che hanno in
comune alcuni beni come zone di verde, impianti di illuminazione.

Il diritto di ciascun condominio sulle parti comune è proporzionato ala valore del piano o posizione che gli
appartiene.
La misura della partecipazione è espressa in millesimi e trova riscontro nella tabella millesimale.

PROPRIETÀ SOLITARIA E PARTI COMUNI


Ciascun condominio gode dell’parta solitaria e della parte comun
Sono oggetto di proprietà comune:
• parte destinate al parcheggio
• le opere o installazioni, i manufatti destinati all’uso comune.

DIRITTI DEI PARTEICPANTI SULLE PARTI COMUNI


Il diritto dei condomini sulle parti comune è quello di servirsi della cosa comune purché no alteri la sua
destinazione e non impedisca agli altri di farne uso.
Non rileva che la quota millesimale sia maggiore o minore queste condizioni non scaturiscono di usare la
parte comune con maggior intensità.

REGOLAMENTO DEL CONDOMINIO


Quando i condomini sono più di 10 deve essere formato un regolamento.
Il regolamento contiene le norme per l’uso delle parti comuni e la ripartizione delle spese.
Ciascun condomino può prendere l’iniziativa di formazione del regolamento o revisione di quello già
esistente.

SPESE DEL CONDOMINIO E L’OBBLIGO DI CONTRIBUZIONE


Le parti comuni sono di proprietà di tutti i condomini in quote millesimali.
Ovvio che tutti i condomini debbano contribuire alle spese.
Il condomino non può sottrarsi al pagamento delle spese al fine di non utilizzarle.
Per le obbligazioni assunte da condominio la responsabilità è parziaria.

89
AZIONE A DIFESA DEL POSSESSO
Le azioni possessorie costituiscono i modi di tutela del possesso al fine di continuare a godere del bene.
Rispetto alle azioni petitorie hanno una tutela più agile.
Sono azioni a difesa del possesso:
• azione di reintegrazione o di spoglio
• azione di manutenzione
• denuncia di nuova opera
• denuncia di danno temuto

si dice che il possesso è una situazione di fatto perché si riunisce in una signoria che il soggetto ha sulla cosa.
Il soggetto protegge il diritto, non la situazione di fatto.

AZIONE DI REINTEGRAZIONE SPOGLIO


È diretta a tutelare il possessore contro lo spoglio violento e clandestino del possesso.
Mira alla reintegrazione, cioè a far riacquistare il possesso a chi ne è stato privato,
è possibile esercitarla entro un l’anno del quale è avvenuto lo spoglio, quindi la prescrizione avviene entro
un anno dallo spossessamento.
Inoltre è concessa a chi ha la detenzione della cosa.
L’azione di reintegrazione o lo spoglio protegge tutte le situazioni possessorie.

AZIONE DI MANUTENZIONE
È diretta a tutelare il possessore contro chi lo molesta nell’esercizio del possesso.
Mira alla protezione della proprietà immobiliare
Chi è stato molestato nel possesso di un immobile può entro l’anno dalla turbativa richiedere la
manutenzione del possesso ossia la cessazione delle molestie all’esercizio del possesso.
Non bisogna mostrare la proprietà del diritto.
Si ha un comando inibitorio da parte del giudice.

Azione di nunciazione si divide in due azioni


La denuncia di nuova opera e denuncia del danno tenuto hanno la funzione di prevenire un danno futuro.
L’azione del danno tenuto, chi temere che un oggetto o un’altra cosa possa provocare un grave danno al
proprio oggetto, può denunciare il fatto alle autorità giudiziarie e ottenere che si provveda per ovviare il
pericolo.

L’azione di denuncia del danno tenuto ha come presupposti:


• un pericolo che non si è ancora manifestato ma che può manifestarsi
• la gravità del pericolo, che minacci di distruggere la cosa
• La prossimità del pericolo sia nello spazio che ne tempo

La denuncia di nuova opera costituisce un'azione a carattere preventivo, avente lo scopo di far ottenere
all'interessato misure immediate e rapide che impediscano danni al bene che si vuole tutelare, se le pretese
sono fondate.
Inoltre necessita che: non sia trascorso un anno da suo inizio oppure non ancora iniziata

90
AZIONI A DIFESA DELLA PROPRIETÀ (AZIONI PETITORIE)
Le azioni a difesa della proprietà presuppongono la prova rigorosa e non agevole della proprietà che coincide
con la prova di uno dei modi di acquisto.
Sono actiones in res esercitabili erga omnes, ed imprescrittibili.

Sono dette AZIONI PETITORIE e sono:

AZIONE DI RIVENDICAZIONE 948


È l’azione con cui il proprietario vuole far valere il suo diritto di proprietà al fine di recuperare la cosa.
Mira al ricongiungere la proprietà al possesso
Il legittimato attivo è il proprietario che deve provare di essere tale.
La prova è rigorosa e molto difficile che i latini chiamavano la PROBATIO DIABOLICA perché bisogna provare
non solo il titolo derivativo ma bisogna risalire indietro di tutti i suoi dante causa fino a risalire al primo
proprietario.
La sentenza giudiziale (dichiarativa) è composta da:
• una componente di accertamento ossia di dichiarare l’esistenza del diritto di proprietà in capo
all’attore
• una condanna alla restituzione della cosa al proprietario
• petitum condanna alla restituzione del bene o il pagamento del prezzo del bene quando non
restituibile o distrutto
• la causa petendi è la lesione del diritto di proprietà

AZIONE NEGATORIA 949


è un'azione giudiziaria, prevista dall'ordinamento giuridico italiano.
Viene esercitata dal proprietario contro chi affermi l'esistenza di un diritto reale sulla cosa, come un usufrutto
o una servitù prediale.
Se sussistono turbative o molestie, il proprietario può richiedere che se ne ordini la cessazione.
Anche questa è un’azione imprescrittibile.

AZIONE DI REGOLAMENTO DEI CONFINI 950


Essa presuppone l’incertezza del confine tra le due parti.
Ciascuno dei due proprietari può richiedere l’azione di regolamento dei confini.
L’incertezza può essere:
• oggettiva ossia non c’è apparente, non c’è una linea di demarcazione tra i due fondi
• soggettiva ossia c’è un confine apparente ma se ne contesta la posizione
Lo scopo dell’azione è la rimozione dell’incertezza e ma determinazione del confine.
Qui si contesta l’estensione territoriale del diritto.

AZIONE PER APPOSIZIONE DI TERMINI 951


L’azione per apposizione di termini non presuppone l’incertezza del confine tra i due fondi ma presuppone
invece che i termini tra i due fondi siano mancanti o siano divenuti non riconoscibili.
L’azione presuppone che il confine sia certo e determinato e tende a renderlo visibile e riconoscibile
Può agire ciascuno dei due proprietari e le spese devono essere ripartite tra i due proprietari.

91
LE OBBLIGAZIONI
Il libro 4 inizia con la classificazione delle fonti delle obbligazioni, dettando le norme sulla disciplina di esse,
disciplinando i singoli contratti e le regole generali dei contratti e altre fonti delle obbligazioni

OBBLIGAZIONI
Il codice civile non contiene una definizione di obbligazioni
Ma resta classica e valida la definizione che deriva dal diritto romano (Giustiniano Libro 3)

L’obbligazione è un vincolo giuridico in forza del quale siamo costretti alla necessità di tenere un
determinato comportamento, secondo il nostro ordinamento giuridico.

L’obbligazione è il rapporto che intercorre tra due parti in virtù della quale una di esse è debitore che è tenuto
ad un determinato comportamento a favore dell’altra parte (creditore).
OBBLIGAZIONE è un vincolo giuridico che intercorre tra soggetti determinati ed è relativo e ha natura
personale

UNA CARATTERISTICA IMPORTANTE È LA RELATIVITÀ


Obbligo giuridico che grava sul debitore e i suoi eredi, corrisponde un diritto di credito ossia il potere giuridico
di esigere una prestazione da una determinata persona.
Il debitore è vincolato giuridicamente all’esecuzione di tale prestazione.

COERCIBILITÀ DELL’OBBLIGAZIONE
È un carattere essenziale dell’obbligazione
Il debitore infatti risponde dell’adempimento delle obbligazioni assunte con tutti i suoi beni.

DISPOSIZIONI PRELIMINARI ((FONTI DELLE OBBLIGAZIONI)


1173 contiene l’elenco dei rapporti obbligatori
Le obbligazioni derivano da:
• CONTRATTO
• FATTO ILLECITO è qualunque comportamento doloso o colposo, tenuto cioè con intenzione di
nuocere o con disattenzione, imprudenza, imperizia, che cagiona ad altri un danno ingiusto,
e obbliga il suo autore al risarcimento del danno causato
• riparatoria ossia ristora il danno
• prevenzione/deterrente
• sanzionatoria a punire chi, con dolo o colpa ha causato il danno ingiusto (Nel common law esistono
i punitive demages sono un istituto giuridico degli ordinamenti di common law e, in particolare,
degli Stati Uniti, in virtù del quale, in caso di responsabilità extracontrattuale, è riconosciuto al
danneggiato un risarcimento ulteriore rispetto a quello necessario per compensare il danno subito,
se prova che il danneggiante)
• allocazione del danno al soggetto che ha agito con dolo o con colpa

• OGNI ALTRO FATTO/ATTO IDONEO A PRODURLE


o Promessa di pagamento 1988
o Promessa al pubblico 1989
o Ricognizione di debito
o Titoli di credito
o Gestione affari
o Pagamento dell’indebito
o Arricchimento senza cause

92
FONTE LEGITTIMA DI OBBLIGAZIONE
Il diritto delle obbligazioni si basa sul principio della fonte legittima di obbligazione, a tutela dell’individuo e
della sua libertà.
Un soggetto non può essere sottoposto ad un comportamento se non in base ad una fonte legittima di
obbligazione.
PRINICPIO CHE TROVA RISCONTRO ANCHE ART 23 DELLA COSTITUZIONE

SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO


Abbiamo
• SOGGETTO ATTIVO ossia il creditore, soggetto a cui il comportamento è dovuto dal debitore
• SOGGETTO PASSIVO ossia il debitore, soggetto deve compiere il comportamento.

1175 COMPORTAMENTO SECONDO CORRETTEZZA


È una clausola generale
Comportarsi secondo correttezza vuol dire che ciascuna parte del rapporto obbligatorio deve cooperare
perché si realizzi l’interessi dell’altra.
Il comportamento deve essere espresso in BUONA FEDE (ritrovo anche nell’art. 2 della costituzione il dovere
di solidarietà)

1174 LA PRESTAZIONE CONSISTE NEL COMPORTAMENTO DEL DEBITORE.


Caratteristica patrimoniale:
• la prestazione deve essere suscettibile a valutazione economica e patrimoniale (economicamente
valutabile)
Caratteristica dell’interesse: deve corrispondere ad un interesse anche non patrimoniale, del creditore e
deve essere:
1. possibile
2. lecita
3. determinate

ECONOMICITÀ rapporto obbligatorio deve avere contenuto patrimoniale:

PRESTAZIONE LECITA POSSIBILE E DETERMINATA AI SENSI DELL’ARTICOLO 1346 (requisiti dell’oggetto)

• POSSIBILITÀ nessuno può essere tenuto ad un comportamento impossibile


• IMPOSSIBILITÀ OGGETTIVA E ASSOLUTA ossia impedisce il sorgere di un’obbligazione
• IMPOSISBILITÀ SOGGETTIVA E RELATIVA consiste in una semplice difficoltà di adempiere del
debitore
• TEMPORANEA non libera il debitore ma lo esonera dalla responsabilità per il ritardo
dell’adempimento
• PERMANENTE
L’impossibilità sopravvenuta ha effetti diversi, vale a dire che estingue l’obbligazione,
inoltre l’impossibilità non riguarda le obbligazioni di genere.

LICEITÀ oggetto deve essere lecito


Ossia conforme alla:
• norma
• ordine pubblico
• buon costume
• morale

93
1346 DETERMINATEZZA E DETERMINBILITÀ
L’oggetto della prestazione deve essere determinato ossia il debitore deve sapere esattamente cosa fare al
fine di adempiere così come il creditore deve sapere esattamente cosa può pretendere.

LA DETERMINABILITÀ è la condizione per cui l’oggetto può essere determinato attraverso un processo logico
all’utilizzo di determinati elementi o criteri stabiliti dalle parti in precedenza.

OBBLIGAZIONI NATURALI
Consiste nell’adempimento di un mero dovere sociale e morale.
Non si è obbligati ad adempierla ma se la si adempie spontaneamente, non si può ripetere ciò che si ha
prestato.
Vengono definite anche IMPERFETTE perché manca il criterio della COERCIBILITÀ

Ai sensi dell’articolo 2034 non è ammesso la restituzione di quanto è stato spontaneamente prestato.
COMMA 1 esclude tale fatto quando commesso da un incapace
COMMA 2 SOLUTI RETENTIO unico effetto giuridico che produce
Ne esclude la ripetibilità
Art 1933 pagamento del debito da gioco

ESEMPIO
2034 PAGAMENTO DELL’INDEBITO

PRESTAZIONE DI CORTESIA
Questa prestazione è animata da un impegno di benevolenza o condiscendenza
Diversa dai RAPPORTI GRATUITI che fanno sorgere vere e proprie obbligazioni.

94
TIPI DI OBBLIGAZIONI
OBBLIGAZIONI DI DARE
• Obbligo di pagare una somma di denaro
• Obbligo di consegnare un bene (cosa generica o di specie).
Per le obbligaizni di genre si prevede inoltre che il debitore debba consegnare cose di qualità non
inferiori ala media
• Restituzione di un bene (comporta anche la custodia della cosa fino alla consegna).

OBBLIGAZIONI DI FARE
Hanno per oggetto una determinata prestazione in servizio del debitore
• OBBLIGAZIONE DI MEZZI ossia il debitore si obbliga nei confronti del creditore a compiere una
determinata attività, senza garantire il risultato.
• OBBLGAZIONI DI RISULTATO ossia il debitore si obbliga nei confronti del creditore non solo a
compiere attività ma anche a raggiungere un particolare risultato

OBBLIGAZIONI DI NON FARE


Hanno come oggetto un comportamento negativo del debitore (debitore inerte)
Esempio un patto di non concorrenza

TIPOLOGIE DI OBBLIGAZIONI
• GENERICHE hanno come oggetto cose fungibili
• DI SPECIE consiste nella consegna di una cosa individuata nella sua identità
• COMULATIVA quanti contiene più prestazioni stabilite
• FACOLTATIVA il debitore ha la facoltà di liberarsi co un'altra obbligazione
• PECUNIARIE sono obbligazioni di dare cha hanno come oggetto la consegna di una somma di denaro
Si applica il principio NOMINALISTICO
• ALTERNATIVA il debitore può decidere se eseguire una prestazione o l’altra.
• DIVISIBILI si possono ripartire
• INDIVISIBILI non si possono ripartire

95
ESATTO ADEMPIMENTO
L’adempimento consiste nell’esatta esecuzione, da parte del debitore, della prestazione che forma l’oggetto
dell’obbligazioni.
Gli elementi dell’esatto adempimento sono la modalità, i soggetti, il luogo ed il tempo dell’esecuzione della
prestazione.

L’adempimento è tipico rappresenta l’estinzione del fatto estintivo dell’obbligazione.


UN’OBBLIGAZIONE si considera adempiuta quando il creditore ha ottenuto quello che doveva ottenere.
L’esatto adempimento libera il debitore.

L’INADEMPIEMENTO è quando non è stato ottenuto ciò che il creditore doveva ricevere, ed obbliga il
debitore al risarcimento del danno.

La legge fissa in modo preciso le caratteristiche dell’esatto adempimento:


• MODALITÀ id esecuzione della prestazione
• PERSONA CHE ESEGUE la prestazione
• PERSONA CHE RICEVE la prestazione
• LUOGO di esecuzione della prestazione
• TEMPO di esecuzione della prestazione

La verifica di questi 5 elementi comporta l’adempimento satisfattorio.


L’OBBLIGAZIONE è esattamente adempiuta quando vi è l’identità tra la prestazione promessa e quella
adempiuta.
L’esatto adempimento comporta all’estinzione dell’obbligazione.

MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLA PRESTAZIONE sono:


DILIGENZA NELL’ADEMPIEMNTO art 1176
Non si basa solo sull’adempiere ma adempiere bene.
La legge impone un dovere di DILIGENZA MEDIA, quella del buon padre di famiglia.
Art 1176 sancisce che il debitore, nell’adempiere l’obbligazione, deve usare la diligenza del buon padre di
famiglia (viene inoltre fissata caso per caso dal giudice, in base al comportamento medio dei consociati,
prestazione ecc..)

DILIGENZA NELL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE


Diversa rispetto alla precedente, non basta solo la diligenza dell’uomo medio ma occorre la DILIGENZA MEDIA
DEL PROFESSIONISTA MEDIO, rispetto alla natura dell’attività esercitata.
Il livello viene valutato in base all’attività professionale svolta
ES. MEDICO/AVVOCATO

ADEMPIMENTO PARZIALE art 1181


Affinché sia valido non basta adempiere ma anche per INTERO
Il creditore può RIFIUTARE un adempimento PARZIALE anche se la prestazione è divisibile salvo che la legge
o gli usi dispongano diversamente.
Es art 45 legge sulla cambiale / art 37 legge sugli assegni
Il RIFIUTO DELL’ADEMPIMENTO PARZIALE è una prerogativa non un obbligo.
Nel caso di obbligazione pecuniaria molto probabilmente il creditore accetterà il pagamento parziale.

OBBLIGAZIONE GENERICA ART 1178


Se l’obbligazione è di genere (NON SPECIE) perché si adempirà correttamente, occorre che le cose siano di
qualità NON INFERIORI ALLA MEDIA.

96
OBBLIGAZIONE DI CUSTODIRE ART 1177
L’obbligazione di consegnare una determinata cosa include quello di custodirla fino alla consegna

OBBLIGO DI GARANZIA ART 1179


Chi è tenuto a dare garanzia, senza che ne siamo determinati il modo e la forma, può prestare a sua scelta
una idonea garanzia reale e personale con un’efficiente cautela.
Viene così sancito il principio dell’equivalenza delle varie specie di garanzia.

PERSONA CHE ESEGUE LA PRESTAZIONE


Per far si che avvenga un esatto adempimento occorre che si adempia alla persona legittima a farlo.
La persona che esegue la prestazione è il debitore e cioè chi si è assunto l’obbligazione.

ADEMPIMENTO DAL TERZO 1180


La prestazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore, solo se la
prestazione è di tale natura che è INDIFFERENTE PER IL CREDITORE riceverlo dal debitore o da un terzo.
Quando l’adempimento del terzo è parziale, non preclude il creditore di agire contro il debitore per il
pagamento della parte residua.

SURROGAZIONE DEL TERZO


Il terzo che adempie in luogo del debitore può essere surrogato nei confronti del debitore liberato.

IL CREDITORE PUÒ RIFIUTARE L’ADEMPIMENTO DEL TERZO


Se:
• la prestazione è di natura da far sorgere uno specifico interesse per il creditore ed ottenere
l’adempimento del debitore.
• Il creditore può anche rifiutare l’adempimento del terzo se il debitore gli ha manifestato la propria
opposizione

PAGAMENTO consiste nell’adempimento dell’obbligazione dovuta.


È un atto materiale, non un negozio giuridico.
Se la fonte è IDONEA, il pagamento è un ATTO DOVUTO.

1191 PAGAMENTO ESEGUITO DA UN INCAPACE


La legge qualifica il pagamento di UN INCAPACE COME LIBERATORIO quindi il pagamento non può essere
impugnato.

1190 PAGAMENTO AL CREDITORE INCAPACE


Non si libera il debitore
Se il debitore non dimostri che ciò che fu pagato era a vantaggio del creditore

1192 PAGAMENTO ESEGUITO CON COSE ALTRUI


Il debitore non può impugnare il pagamento seguito con cose cui non poteva disporre al momento del
pagamento, solo se offre di eseguire la prestazione con cose di cui può disporre.

1193 IMPUTAZIONE AL PAGAMENTO


La legge impone che il debitore debba dichiarare (DIRITTO DI DICHIARARE) quale dei vari debiti egli intende
soddisfare.
Chi ha più̀ debiti della medesima specie verso la stessa persona può̀ dichiarare, quando paga, quale debito
intende soddisfare.
In mancanza della dichiarazione del debitore, il pagamento viene impugnato al debito scaduto.

97
Può̀ accadere che debitore e creditore siano legati da una pluralità̀ di rapporti obbligatori cioè̀ debitore ha
più̀ debiti della medesima specie, es. danaro, con lo stesso creditore; oppure quantità̀ di cose dello stesso
genere.

1. Tra più debiti quelli scaduti


2. Tra i debiti scaduti quelli meno garantiti
3. Tra i meno garantiti quelli più onerosi per il debitore
4. Tra gli ugualmente onerosi quelli più antichi
5. In mancanza, proporzionalmente tra i vari debiti

IL DEBITORE HA DIRITTO DI DICHIARARE QUANDO PAGA QUALE DEBITO, TRA PIÙ DEBITI,
EGLI INTENDE SODDISFARE, ANCHE SENZA L’ACCORDO DEL CREDITORE.

PERSONA CHE RICEVE LA PRESTAZIONE


Perché il pagamento sia adempiuto, non basta adempiere bene, ma occorre che il pagamento sia fatto al
creditore o alla persona da lui indicata.

1188 DESTINATARIO DELLE PRESTAZIONE


Il pagamento fatto a chi non era legittimo a riceverlo libera il debitore, se il creditore lo ratifica o se ne ha
approfittato.

1190 PAGAMENTO AL CREDITORE INCAPACE


Non libera il debitore se questi non prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell’incapace.
Il debitore di regola deve pagare al rappresentante legale dell’incapace.
Il debitore non deve pagare al CREDITORE INCAPACE nel caso lo ADEMPIESSE LO FA A SUO RISCHIO.

IL PAGAMENTO NEI CONFRONTI DI CHI NON È LEGITTIMATO A RICEVERLO


Non libera il SOLVENS, ne produce alcuna conseguenza giuridica ma nei rapporti tra SOLVENS e ACCIPIENS
dell’indebito pagamento si risolve il problema con la ripetizione del pagamento.

1189 PAGAMENTO AL CREDITORE APPARENTE


La norma tutela la BUONA FEDE del debitore che sia affida ad una situazione di apparenza poi rivelatosi falsa.
Il debitore è liberato solo e prova di essere fatto in buona fede
COMMA 2 chi ha ricevuto il pagamento è tenuto alla restituzione verso il vero creditore
LA NORMA GIURIDICA INQUADRA LA TUTELA DELL’APPARENZA GIURIDICA.

98
LUOGO DELL’ADEMPIMENTO ART 1182
Affinché sia esatto l’adempimento occorre anche che il debitore adempia nel luogo esatto.
Il luogo esatto è quello stabilito dalle parti, in mancanza si desume dalla natura della prestazione o da altre
circostanze

Se il luogo non è presumibile/non stipulato:


• L’obbligo di consegna di una cosa certa e determinata è nel luogo dove si trova quando è sorta
l’obbligazione
• L’obbligazione avente come oggetto una somma di denaro deve essere adempiuto al domicilio del
creditore al tempo della scadenza.
o Se il domicilio del creditore è diverso da quando è sorta l’obbligazione, il debitore previa
dichiarazione del creditore ha diritto ad eseguire il pagamento al proprio domicilio.
• Negli altri casi deve essere adempiuta presso il domicilio del debitore alla scadenza.

OBBLIGAZIONI PECUNIARIE
In relazione all’adempimento con i mezzi di pagamento diversi dal denaro sorgono dei problemi .
Sono nate le norme anti-riciclaggio in modo tale da ridurre i pagamenti effettuabili in denaro e inoltre è stato
fissato un tetto massimo di imposto oltre al quale i pagamenti vanno eseguiti con particolari formalità o a
mezzo di intermediari abilitati.
L’intermediario abitato provvederà a consegnare la somma al domicilio del creditore.

1183 TEMPO DELL’ADEMPIMENTO


Occorre adempiere nel momento esatto
Di norma le parti fissano un termina entro il quale occorre adempiere
Se le parti non fissano un termine, la prestazione deve essere eseguita subito a favore del creditore.
Inoltre può essere lo stesso creditore ad esigerla subito.
In virtù degli usi, la natura della prestazione in mancanza del termine, può essere anche stabilito dal giudice.
Se viene fissato un termine, si presume a favore del debitore ed il creditore NON può richiedere
l’adempimento prima.

1186 DECADENZA DEL TERMINE


Il debitore può decadere qual ora è diventato insolvente o ha diminuito le promesse/aspettative che aveva
dato, il creditore può esigere IMMEDIATAMENTE la prestazione.

1187 COMPUTO DEL TERMINE


Il termine fissato per l’adempimento delle obbligazioni è computato secondo articolo 2963:
• si computano secondo il calendario comune
• non si computa il giorno inziale (DIAS A QUO NON COMPUTATUR IN TERMINO)
• DIES AD QUEM COMPUTATUR IN TERMINIO
• l termine può̀ essere fissato a data fissa oppure a tempo .
• Se il termine è a tempo, si segue il calendario comune, non si computa il giorno iniziale e il termine
scade a mezzanotte del giorno finale.
• Se il termine scade in giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo.
• Se dunque l'adempimento scade di domenica, il termine è prorogato al lunedì successivo.
• Se il termine è a mesi, il termine scade nel mese di scadenza e nel giorno di questo corrispondente
al giorno del mese iniziale.
• Se nel mese di scadenza manca tale giorno, il termine si compie con l'ultimo giorno dello stesso mese

L’ADEMPIMENTO DI OBBLIGAZIONI PECUNIARIE


Il sabato va considerato come festivo per chiusura delle banche.

99
PAGAMENTO
Se la fonte è IDONEA, il pagamento è un ATTO DOVUTO.

1190 PAGAMENTO AL CREDITORE INCAPACE


Non libera il debitore se questo non prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell’incapace.

PAGAMENTO DELLE SPESE 1196


Sono a carico del debitore, salvo diversa segnalazione

1199 IL DEBITORE HA IL DIRITTO ALLA QUIETANZA


Il creditore emette la quietanza quando viene pagato dal debitore come PROVA PER AVER PAGATO.
La quietanza è un atto unilaterale svolto dal creditore nei confronti del debitore per il riconoscimento del
pagamento.

Viene rilasciata a richiesta del debitore


Se il creditore si rifiuta il debitore può rifiutare di perfezionare l’adempimento.

2000 DIRITTO DEL DEBITORE ALLA LIBERAZIONE DELLE GARANZIE


Il creditore che riceve il pagamento deve consentire la liberazione dei beni e delle garanzie reali date per il
diritto di credito e da ogni altro vincolo.

La QUIETANZA con imputazione fa riferimento a quel determinato pagamento.

DATIO IN SOLUTUM 1197 (PRESTAZIONE IL LUOGO DELL’ADEMPIMENTO)


La dazione in pagamento è la prestazione che il debitore esegue, col consenso del creditore, in SOSTITUZIONE
dell’obbligazione originariamente dovuta.
Non deve superare il valore della precedente ,se il CRETITORE accetta il DEBITORE è liberato quando la
diversa obbligazione viene effettivamente eseguita.
COMMA 2 se la prestazione consiste nel TRASFERIMENTO DELLA PROPRIETÀ O ALTRO DIRITTO, il DEBITORE
è tenuto alla garanzia per l’evizione e per i vizi della cosa secondo le norme della vendita.

1198 CESSIONE DI UN CREDITO IN LUOGO DELL’ADEMPIMENTO


Quando, in luogo dell’adempimento è concesso un CREDITO, l’obbligazione si estingue con la riscossione del
credito.
La cessione del credito si presume PRO SOLVENDO (ossia il cedente garantisce la solubilità del credito).

100
SPECIE DI OBBLIGAZIONI

OBBLIGAZIONI PECUNIARIE 1277-1284


Si dicono pecuniarie le obbligazioni che hanno come oggetto una somma di denaro.
1. Dall’unità d’Italia fino al 2002 la moneta avente corso legale era la lira
2. Dal 2002 fino ad oggi la moneta è l’euro.
3. Dal luglio 2002 è cessata la fase transitoria dell’unione monetaria e le monete nazionali hanno
cessato il loro corso legale.
Il rapporto di parità tra euro e lira è pari a 1936,27 lire =1 euro.

PRINCIPIO NOMINALISTICO 1277


Le obbligazioni pecuniarie sono rette dal principio nominalistico.
I debiti pecuniari si estinguono al valore nominale con moneta avente corso legale al tempo del pagamento.

LA SVALUTAZIONE MONETARIA E IL PRINCIPIO NOMINALISTICO


Il potere di acquisto della moneta varia nel tempo.
Le variazioni della moneta non vengono considerate dal principio nominalistico per questo esso è fonte di
sperequazioni in periodi di inflazione e di svalutazione monetaria accentuata.
Per svalutazione monetaria intendiamo la perdita del potere di acquisto della moneta nel tempo.
Il principio nominalistico si attua solo ai debiti di valuta cioè che hanno come oggetto la consegna di una
data quantità di denaro perché fa gravare il rischio della svalutazione monetaria sul creditore.
DEBITI DI VALUTA hanno per oggetto il denaro in sè
DEBITI DI VALORE hanno come oggetto un somma di denaro, ma come misura di valore di un altro bene
Un esempio tipico è il risarcimento del danno, somme dovute in sostituzione di determinate cose, indennizzo
dovuto dall’assicuratore nella assicurazione danni, restituzione ex 1148 dei frutti naturali indebitamente
percepiti.

GLI INTERESSI
Ai sensi dell’articolo 1282, i crediti liquidi ed esigibili producono effetti a pieno diritto, salvo che legge o titolo
stabiliscano diversamente.

VARI TIPI DI INTERESSE:


• MORATORI presuppongono la mora, cioè il ritardo colposo del debitore nell’adempimento
dell’obbligazione pecuniaria
• CORRISPETTIVI sono dovuti indipendentemente dalla mora, in base al principio secondo il quale
l’utilizzatore del capitale obbliga l’utente al pagamento di una somma corrispondete all’utilità
ricevuta.

La disciplina per gli interessi compensativi varia:


• sul prezzo 1499 art
• nel contratto di mutuo 1815 art
• nel contratto di conto corrente 1825 art

MISURA DEGLI INTERESSI


• LEGALI sono interessi il cui saggio è stabilito per legge
Ai sensi dell’articolo 1284 il saggio degli interessi legali è del 0,3% annuo.
• CONVENZIONALI sono gli interessi il cui saggio è stabilito dalle parti

101
DIVIETO DI ANATOCISMO
Gli interessi non producono interessi.
Serve per contrastare un uso usuraio che per ogni anno si calcolava gli interessi sul capitale con aggiunti gli
interessi dell’anno precedente.
Ai sensi dell’articolo 1283, gli interessi scaduti possono produrre effetti solo dalla domanda giudiziale, o per
convenzione posteriore, e sempre se si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi.
Il codice civile del 1942 prevedeva un saggio di interessi del 5%.
Nel 1990 con la legge de 26 Novembre n 353 il tasso fu elevato al 10% con un tasso di inflazione che era
intorno al 20%.
Poi quando l’inflazione diminuì si abbassò anche il tasso di interesse legale intorno al 5% nel 1996.
Successivamente con un Decreto del MEF si stabili all’articolo 1284 del c.c. che il saggio di interessi legali è
fissato allo 0,3% in ragione d’anno.

CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA O DI ADEGUAMENTO MONETARIO


In periodi di alta inflazione, le parti possono stabilire delle clausole come per la salvaguardia monetaria: la
clausola oro.
Le parti convengono di agganciare l’obbligazione pecuniaria al valore dell’oro che per sua natura è
considerato stabile.
Oggi si preferisce una clausola che aggancia l’obbligazione pecuniaria a monete forti.
Il loro scopo è quello di adeguare il valore nominale dell’obbligazione pecuniaria al mutato potere d’acquisto
della moneta.
Il più noto indice è l’ISTAT

IL PROBLEMI DELL’INFLAZIONE
L’inflazione per la società crea sperequazioni di valore che moltiplicavano il rischio d’impresa.

I SALARI
Quando l’inflazione aumenta, aumenta anche il costo della vita così da creare problemi con i salari fissati
attraverso la contrattazione collettiva.
Venne elaborato il MECCANISMO DELLA SCALA MOBILE nell’ambito del lavoro per evitare gli effetti pervasi
dalla svalutazione monetaria.

RISCHIO DI CAMBIO NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI.


La moneta unica europea azzera il rischio di cambio nell’ambito di tutti i paesi che hanno aderito all’Unione
Economica Monetaria.
Il rischio rimane con quei paesi he non hanno aderito o sono extraeuropei

IL DANNO DA RITARDO NELLE OBBLIGAZIONI PECUNIARIE


Nelle obbligazioni pecuniarie che hanno come oggetto una somma di denaro sono dovuti dal giorno della
mora gli interessi legali (oggi del 0,3%).
Al creditore che dimostra di aver subito un danno spetta un ulteriore risarcimento.
Se il debitore, secondo art 1183, adempie in ritardo, egli è in mora (mora debendi).
La mora del debitore è un ritardo nell’adempimento a lui non imputabile, al creditore può imputato il danno
emergente (perdita subita) lucro cessante (mancato guadagno).

102
OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE 1285-1291
L’obbligazione è alternativa quando due sono le obbligazioni dedotte, e il debitore si libera eseguendo una
delle due prestazioni
• L’obbligazione semplice quando unica e sola è la prestazione assunta dal debitore.
• L’obbligazione è alternativa quando due sono le prestazioni dedotte
• L’obbligazione è facoltativa quando l’obbligazione è una sola, ma il debitore si può liberare
prestando un’altra cosa.

FACOLTÀ DI SCELTA 1285


Nelle obbligazioni alternative la facoltà di scelta spetta al debitore.
Ma le parti possono convenire che la facoltà di scelta sia attribuita ad una delle due parti o terzo.
L’esercizio della facoltà di scelta da luogo ALLA CONCENTRAZIONE in una delle due obbligazioni.

EFFFETTI DELL’IMPOSSIBILITÀ SULL’OBBLIGAZINE SCELTA.


Con LA CONCENTRAZIONE l’obbligazione alternativa diventa semplice.
Ciò produce effetti in base all’impossibilità sopravvenuta.
• Se l’obbligazione scelta diventa impossibile, il debitore è liberato, l’obbligazione si estingue.
• Se la scelta non è ancora avvenuta ed una obbligazione diventa impossibile si sceglie l’altra rimasta.
Nelle obbligazioni facoltative l’impossibilità libera il debitore.

OBBLIGAZIONI SOLIDALI 1292-1313


In caso di pluralità di debitore, tenuti ad adempiere alla medesima obbligazione, i condebitori sono tenuti in
solido, se dalla legge o dal titolo non risulta altrimenti.
Ciascun debitore è tenuto ad adempiere per l’intero.
Il creditore ha titolo per richiedere l’adempimento di un’obbligazione solidale per l’intero ad ogni singolo
debitore.
La solidarietà passiva si presume.

SOLIDARIETÀ PASSIVA si ha quando ci sono più debitori, e ciascun debitore ha l’obbligo di eseguire la
prestazione per intero nei confronti del singolo creditore.

SOLIDARIETÀ ATTIVA si ha solidarietà attiva quando ci sono più creditori e ciascun creditore ha diritto a
pretendere la prestazione per intero dal singolo debitore.

PRESUNZIONE DI SOLIDARIETÀ PASSIVA


Si presume in quanto la ratio è quella di tutelare l’interesse del creditore.
È prevista dal legislatore per rafforzare il diritto del creditore, consentendogli di ottenere l’adempimento
dell’intera obbligazione da uno qualsiasi dei condebitori
VALE SOLO NEI RAPPORTI ESTERNI (cioè tra debitore e creditore) e NON INTERNI (tra debitori).

OBBLIGAZIONE PARZIARIA il debitore deve chiedere a ciascuno dei due creditori il pagamento della sua
“quota di debito”. Ciascun debitore è obbligato a eseguire la propria prestazione per la propria parte nei
confronti del creditore.
OBBLIGAZIONE SOLIDALE il creditore può richiedere a ciascuno dei due debitori il pagamento per l’intero
debito.

AZIONE DI REGRESSO 1299


Se uno dei condebitori in solido ha dovuto pagare l’intero in applicazione del principio generale di solidarietà
nelle obbligazioni, egli è titolare di un’azione di regresso nei confronti di ciascuno dei condebitori per ripetere
le parti di ciascuno.
SE UNO DEI CONDEBITATORI È INSOLVENTE la perdita si ripartisce tra gli altri condebitori.(compreso colui
che ha effettuato il pagamento)

103
OBBLIGAZIONI INDIVISIBILI E DIVISIBILI 1314-1320
L’obbligazione è indivisibile quando la prestazione ha come oggetto una cosa o un fatto che non è suscettibile
di divisione per la sua natura oppure per il modo in cui è stato considerato dalle parti contraenti.

INDIVISIBILITÀ deriva innanzitutto dalla volontà delle parti 1316

In relazione alla natura sono divisibili: le cose suscettibili di essere divise in parti senza che se ne alteri alla
destinazione economica
Sono indivisibili: le cose che se suddivise perderebbero la loro funzione economica

AI SENSI DELL’ARTICOLO 1317 le obbligazioni indivisibili sono disciplinate dalle norme delle obbligazioni
solidali.

DIRITTO DI ESIGERE L’INTERO 1319 Ciascun creditore deve esigere l’intero della prestazione indivisibile.

104
INADEMPIMENTO DELL’OBBLIGAZIONE E MORA DEL DEBITORE
L’inadempimento consiste in ogni discordanza tra il dovuto e ciò che è effettivamente prestato.

DOVERE DI CORRETTEZZA E INADEMPIMENTO


Debitore e creditore hanno entrambi un dovere di diligenza e correttezza 1175.
Il debitore deve correttamente e diligentemente adempiere e il creditore deve, a sua volta diligentemente e
correttamente prestarsi a ricevere il pagamento offertogli.
Il debitore e creditore sono inadempienti quando non adempiono al dovere di diligenza e correttezza.

LA RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE 1218.


Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno
IL RITARDO è anche inadempimento.
L’inadempimento NON ESTINGUE L’OBBLIGAZIONE.
Il debitore inadempiente è tenuto al risarcimento del danno.
Solo un GRAVE INADEMPIMENTO può dar luogo alla risoluzione del contratto.

MORA DEL DEBITORE


Il debitore deve adempiere esattamente all’obbligazione alla scadenza secondo quanto stabilito dall’articolo
1183.
Se il debitore è in ritardo nell’adempimento, egli è in mora (mora debendi)
La mora del debitore è il ritardo COLPEVOLE nell’adempimento della prestazione, salvo che derivi da cause a
lui non imputabile.

La mora non è automatica

MORA EX PERSONA 1219


si ha quando il termine per l’adempimento scade senza che il debitore adempia, occorre un atto del creditore
che inviti il debitore ad adempiere.
MORA EX RE 1219 comma 2
si ha quando la mora scatta automaticamente per il solo fatto del ritardo nell’adempimento
nei casi:
• il debito deriva da un fatto illecito
• il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire la prestazione
• è scaduto il termine, se la prestazione doveva essere eseguita al domicilio del creditore.

MORA DEL DEBITORE NELLE OBBLIGAIZIONI NEGATIVE


Le obbligazioni negative hanno per oggetto un comportamento negativo del debitore, al fine di conservare
una situazione senza mutarla

EFFETTI DELLA MORA


La mora ha importanti effetti sulla posizione del debitore:
• il debitore deve risarcire il danno da ritardo.
• Ma se l’obbligazione è pecuniaria si applicano casi particolari

PERPETUATIO OBLIGATIONIS (effetti della mora sul rischio 1221)


Il rischio derivante dall’impossibilità sopravvenuta come causa estintiva del rapporto obbligatorio grava sul
creditore.

105
MORA DEL CREDITORE(mora accipiendi) 1206
Il creditore è in mora quando, senza motivo legittimo, non accetta il pagamento offertogli nei modi indicati
dalla legge o non compie quanto necessario affinché il debitore possa adempiere l’obbligazione.

Il debitore deve correttamente e diligentemente adempiere.


Il creditore deve a sua volta diligentemente e correttamente prestarsi a ricevere il pagamento offertogli.

Il creditore può incorrere in mora anche quando il suo ausiliario non coopera.

PRESUPPOSTI DELLA MORA ACCIPIENDI sono:


• la necessità della cooperazione del creditore per l’esecuzione della prestazione
• la costituzione in mora mediante offerta della cosa dovuta o intimazione di compiere atti necessaria
alla cooperazione.

OFFERTA VALIDA AI FINI DELLA MORA


La mora accipiendi ha specifiche e gravi conseguenze per il rapporto obbligatorio, e per la posizione del
creditore.
Per una mora del creditore non basta che il debitore faccia un’offerta di adempimento, ma occorre che
l’offerta sia valida ai sensi della legge.

REQUISITI PER LA VALIDITÀ DELL’OFFERTA.


Affinché l’offerta sia valida è necessario che:
• sia fatta al creditore capace di ricevere o da chi ha la facoltà di riceverlo per lui
• sia fatta da una persona che può validamente adempiere
• che comprenda la totalità della somma o delle cose dovute, dei frutti e degli interessi e delle spese
liquide
• il termine sia scaduto se stipulato a favore del creditore
• sia verificata la condizione dalla quale dipende l’obbligazione
• l’offerta sia fatta alla persona del creditore o nel suo domicilio
• l’offerta sia fatta da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato

TIPI DI OFFERTA
L’offerta da parte del debitore può essere
• OFFERTA REALE art 1209
Riguarda denaro, titoli di credito e cose mobili da consegnare al domicilio del creditore.
• OFFERTA PER INTIMAZIONE
Riguarda l’offerta per intimazione riguarda beni immobili, cose mobili da consegnare in luogo diverso
dal domicilio del creditore.
• OFFERTA PER INTIMAZIONE DI RICEVERE LA CONSEGNA DI UN IMMOBILE 1216
Se deve essere consegnato un immobile, l’offerta consiste nella intimazione al creditore di
prendersene possesso.
Viene fatta attraverso un atto a lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione
• OFFERTA PER INTIMAZIONE DI RICEVERE UNA RPESTAZIONE DI FACERE art 1217
Se la prestazione consiste in un facere, il creditore è costituito in mora mediante intimazione
di ricevere la prestazione o di compiere gli atti che sono per lui necessari a renderla possibile.
L’intimazione può essere fatta nelle forme d’uso.

106
EFFETTI DELLA MORA DEL CREDITORE 1207
Quando il creditore è in mora:
• è a suo carico la impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore
• non sono più dovuti gli interessi
• non sono più dovuti i frutti della cosa che non siano stati percepiti dal debitore.
Inoltre il creditore:
• è tenuto a risarcire i danni derivanti dalla sua mora
• è tenuto a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.

DECORRENZA DEGLI EFFETTI DELLA MORA DEL CREDITORE 1207


Gli effetti della mora si verificano dal giorno dell’offerta, se questa verificata e dichiarata valida con sentenza
passata in giudicato o accettata da creditore (ammetta di essere stato validamente costituito in mora).

EFFETTO DEL RIFIUTO DEL CREDITORE DI RICEVERE L’OFFERTA. 1215 art


Una volta ricevuta l’offerta il creditore può aspettare di ricevere la prestazione.
Le spese sono a carico del creditore.

EFFETTI se il creditore rifiuti l’offerta sono:


• facoltà di deposito e suoi effetti liberatori 1210
• se il creditore rifiuta un’offerta reale o se il creditore non si presenza per ricevere le cose offertogli
mediante intimazione, il debitore può procedere al deposito della somma o della cosa dovuta
Il deposto può essere presso istituti di credito o in un locale di pubblico deposito.
Per le cose deperibili o di dispendiosa custodia, il debitore può farsi autorizzare dal giudice a venderle, il
prezzo puoi verrà depositato 1211
Eseguito il deposito, quando questo è accertato dal creditore o dichiarato valido con sentenza passata in
giudicato, il debitore non può più ritirarlo ed è liberato dalla sua obbligazione.

107
MODI DI ESTINZIONE DELLE OBBLIGAZIONI
L’adempimento è il modo satisfattorio per eccellenza di estinzione del rapporto obbligatorio.
La legge inoltre stabilisce altri modi per estinguere l’obbligazione come:
• la novazione
• remissione di debito
• compensazione
• confusione
• l’impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore

I metodi di estinzione delle obbligazioni possono essere classificati satisfattori o non satisfattori.

SATISFATTORI
Nei modi satisfattori l'obbligazione si estingue con la soddisfazione dell'interesse del creditore.
• ADEMPIMENTO
L’esatto adempimento realizza l’interesse del creditore e libera il debitore.
• COMPENSAZIONE
La compensazione consiste nella estinzione corrispondente di due debiti, dal giorno della loro
coesistenza.
• CONFUSIONE
L'obbligazione si estingue per confusione, quando le qualità̀ di debitore e di creditore si riuniscono
nella stessa persona.

NON SATISFATTORI
Nei modi non satisfattori l'obbligazione si estingue, ma il creditore non vede soddisfatto il proprio credito
• NOVAZIONE
La novazione, come causa di estinzione dell'obbligazione, consiste nella assunzione di una nuova
obbligazione, avente oggetto o titolo diverso, in sostituzione dell'obbligazione originaria.
• REMISSIONE
La remissione consiste nella manifestazione di volontà̀ del creditore di rinunciare al credito, liberando
il debitore.
• IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA
L'obbligazione si estingue se è divenuta definitivamente impossibile.

LA NOVAZIONE art 1230-1235


La novazione è un contratto con il quale i soggetti di un rapporto obbligatorio sostituiscono un nuovo
rapporto a quello originario.
La novazione può essere oggettiva o soggettiva:
• OGGETTIVA se la sostituzione riguarda l’oggetto o il titolo
• SOGGETTIVA se la sostituzione riguarda la persona del debitore

NOVAZIONE SOGGETTIVA ossia la sostituzione della persona del debitore si applicano le norme del capo 6
(delegazione, espromissione e accollo).

NOVAZIONE OGGETTIVA si configura come un contratto estintivo e costitutivo di obbligazione


È caratterizzato da:
• animus novendi ossia dalla volontà di entrambe le parti di estinguere l’originaria obbligazione e
costituirne una nuova (art 1230 comma 2)
• aliquid novi ossia il sostituire la vecchia obbligazione che si estingue con una nuova.
• causa novandi ossia il comune interesse delle parti di sostituire l’obbligazione originaria che si
estingue con una nuova che si costituisce

108
REMISSIONE DEL DEBITO
Consiste nella manifestazione di volontà del creditore di rinuncia al credito, liberando il debitore.
Il debito si estingue quando la remissione viene comunicata al debitore.
Il debitore può rifiutare la remissione, manifestando entro un termine, di non volerne più usufruire.

La remissione del debito è un atto abdicativo di natura negoziale


Si perfeziona ed è efficace senza necessità di accettazione da parte del creditore (essendo un negozio
unilaterale recettizio gli effetti si verificano in conseguenza della comunicazione al debitore).

La restituzione volontaria del titolo originario del credito, fatta dal creditore al debitore costituisce la
liberazione anche rispetto ai condebitori in solido
La remissione non richiede forma solenne o formule sacramentali.
La remissione è espressa se il creditore comunica al debitore la remissione del debito.
La remissione è tacita se la restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore
al debitore costituisce prova della liberazione.

COMPENSAZIONE 1241-1252
La compensazione consiste nel fenomeno per cui, quando due soggetti sono obbligati l'uno verso l'altro, i
due debiti si estinguono per la quantità corrispondente (articolo 1241).
Con la compensazione si estingue l'obbligo, e al tempo stesso si realizza il credito.
È un modo satisfattorio di estinzione.

La compensazione presuppone l’autonomia dei due crediti.

COMPENSAZIONE LEGALE
Deriva dalla legge e si attua automaticamente alla presenza dei seguenti requisiti:
• omogeneità delle prestazioni (i due debiti devono aver per oggetto o quantità due cose fungibili dello
stesso genere e che siano equamente liquidi ed esigibili).
• Liquidità ossia il credito deve essere esistente e determinato nel suo ammontare
• Esigibilità il credito può essere fatto valere giudizialmente con una domanda di condanna attuale al
pagamento

COMPENSAZIONE GIUDIZIALE
È operata dal giudice quando il credito, omogeneo ed esigibile non sia liquido ma di pronta e facile
liquidazione
Opera ex nunc ossia gli effetti retroagiscono in base alla natura della pronunzia.

La differenza tra le due compensazioni:


• la COMPENSAZIONE LEGALE presuppone la presenza anteriore alla causa di due debiti liquidi ed
esigibili
• la COMPENSAZIONE GIUDIZIARIA richiede che il debito opposto in compensazione non sia liquido,
ma pronta e facile liquidazione.

CASI IN CUI NON SI VERIFICA LA COMPENSAZIONE 1246


Sia la compensazione legale che giudiziaria non si verifica nei casi previsti dalla legge:
• credito per la restituzione delle cose di cui il proprietario era stato ingiustamente spogliato
• credito per la restituzione di cose disposte o date in comodato
• credito dichiarato impignorabile
• rinunzia alla compensazione fatta preventivamente dal debitore
• divieto stabilito dalla legge

109
COMPENSAZIONE VOLONTARIA
È operata per la volontà delle parti quando i debiti/crediti reciproci non presentano requisiti per dar luogo
alla compensazione legale o giudiziale.
Non è una transazione.

CONFUNSIONE art 1253-1255


L’obbligazione si estingue per confusione, quando le qualità di debitore e di creditore si riuniscono nella
medesima persona.
I terzi, che hanno prestato garanzia al debitore, sono liberati.

IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA 1256-1259


L’obbligazione si estingue quando, per causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile.
• Se l’impossibilità non è imputabile al debitore, l’impossibilità sopravvenuta estingue l’obbligazione,
liberando il debitore.
• Se l’impossibilità è imputabile al debitore, l’estinzione dell’obbligazione non si verifica.
• Se il debitore è in mora, l’effetto liberatorio non si verifica.
• Inoltre nelle obbligazioni di genere l’impossibilità non può verificarsi GENUS NUMQUAM PERIT

TIPOLOGIE DI IMPOSSIBILITÀ
• DEFINITIVA oppure assoluta, rende ineseguibile la prestazione
• EFFETTI si estingue l’obbligazione
• TEMPORANEA rende impossibile al momento l’esecuzione della prestazione (es. frana rende
impercorribile la strada ecc…). il debitore non risponde del ritardo, ma alla possibilità dovrà
soddisfarla.

EFFETTI esonera il debitore dalla responsabilità per il ritardo nell’adempimento, ma non estingue
l’obbligazione e non libera il debitore.
Cessata l’impossibilità il debitore deve adempiere.
Se l’impossibilità perdura nel tempo può succedere che il creditore non abbia più interesse a conseguirla o il
debitore non possa più essere obbligato ad eseguirla.
Se succede ciò l’obbligazione si estingue.
• PARZIALE l’impossibilità che non attiene all’intera obbligazione ma solo ad una parte.
EFFETTI il debitore si libera dell’obbligazione seguendo la parte di prestazione rimasta possibile.

SMARRIMETNO DI COSA DETERMIANTA 1257


Se la prestazione ha come oggetto una cosa determinata si considera divenuta impossibile anche quando la
cosa è smarrita senza essere provato il suo smarrimento.
Lo smarrimento non deve essere imputabile al debitore
Nel caso di ritrovo il debitore è obbligato ad adempiere salvo che il creditore non abbia più interesse.

110
DANNO RISARCIBILE
RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE PER L’INADEMPIMENTO

Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno se non
prova che l’adempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da
causa a lui non imputabile. Art 1218

Per quanto riguarda la PROVA DELL’INESATTO ADEMPIMENTO la Suprema Corte ha precisato che al creditore
sarà sufficiente la spiegazione dell’inesattezza dell’adempimento, mentre grava sul debitore l’onere di
dimostrare l’avvenuto, esatto adempimento.

Il risarcimento dei danni per l’inadempimento o il ritardo comprende ai sensi dell’articolo 1223 tanto alla
perdita subita (danno emergente) quanto il mancato guadagno (lucro cessante).

ELEMENTI DEL DANNO RISARCIBILE


Il diritto al risarcimento del danno patrimoniale derivante da responsabilità contrattuale mira a reintegrare
la diminuzione del patrimonio del danneggiamento in modo da ricostruirne la consistenza che avrebbe avuto
se il fatto lesivo non si fosse verificato.

IL RISARCIMENTO COMPRENDE:
DANNO EMERGENTE
Ossia la perdita subita che consiste nella effettiva diminuzione del patrimonio del creditore.
Deve quindi essere risarcito il danno calcolato accertando la diminuzione di valore del patrimonio del
danneggiato.

LUCRO CESSANTE
È il mancato guadagno che consiste nel guadagno che il creditore avrebbe avuto dall’esatto adempimento.
Esso è risarcito quanto è certo che l’utilità sperata avrebbe avuto esistenza.
Si ammette il risarcimento per perdita di chance.

CRITERI LIMITATIVI DEL RISARCIMENTO DEL DANNO


L’obbligo di risarcibilità del danno trova due limiti:
• il danno va risarcito in quanto conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento con nesso di
casualità
• il danno va risarcito nei limiti in cui esso era prevedibile al momento in cui è sorta l’obbligazione.
Questo accade specialmente in caso di inadempimento doloso quando il debitore non ha adempiuto
volontariamente, in questo caso il debitore risponde anche dei danni prevedibili.

LIMITI ALLA PREVEDIBILITÀ DEL DANNO 1225


Il danno va risarcito nei limiti della sua prevedibilità nel momento in cui è sorta l’obbligazione.
La prevedibilità costituisce quindi un limite.
Se il ritardo comporta l’inadempimento non imputabile per dolo al debitore, il risarcimento è LIMITATO al
danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è sorte l’obbligazione. (in caso di inadempimento doloso il
debitore risponde anche dei danni imprevedibili).
Il risarcimento deve essere integrale e comprendere tutti quei vantaggi che avrebbero incrementato il suo
patrimonio se il contratto fosse stato eseguito.

CONCORSO DEL DANNO COLPOSO AL CREDITORE 1227


Se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, IL RISARCIMENTO È DIMINUITO secondo
la gravità della colpa e l’entità che ne sono derivate.
Il risarcimento non è dovuto per danni che il creditore avrebbe potuto evitare utilizzando la diligenza media.

111
ART 1227 COMMA 2 La legge impone al danneggiato una condotta attiva diretta a limitare le conseguenze
dannose commesse dall’altra parte e di astenersi da attività rivolte ad aggravare il pregiudizio.

COMPENSATIO LUCRI CUM DAMNO


Nel calcolare il danno va tenuto in considerazione dei vantaggi che l’illecito può aver procurato al
danneggiato.
Tali vantaggi vanno detratti dal danno risarcibile

RESPONSABILITÀ PER FATTO DEGLI AUSILIARI 1228


Il debitore può avvalersi dell’aiuto di terzi o ausiliari.
Egli risponde però dei fatti dolosi e colposi di questi

CLAUSOLE DI ESONERO DI RESPONSABILITÀ 1229


È nullo qualsiasi patto che esclusa o limiti preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa
grave.

PROVA DEL DANNO E VALUTAZIONE EQUITATIVA 1226


L’onere della prova del danno grava sul creditore che l’ha subito.
Se il creditore non riesce a provare il danno nel suo preciso ammontare, l’art 1226 autorizza il giudice a
liquidare il danno con valutazione equitativa.
Questa valutazione equitativa è subordinata alla condizione che sia impossibile o molto difficile provare il
danno nel suo preciso ammontare.
Viene applicato il principio: ACTORE NON PROBANTE, REUS ABSOLVITUR ossia se l’attore non prova i fatti a
fondamento della sua azione, il convenuto “il reo” deve essere assolto.

112
SUCCESSIONE NEL DEBITO
La successione nel debito indica il subingresso si un nuovo debitore nella posizione debitoria dell’obbligato
originario.
Il creditore resta immutato, cambia persona solo il debitore.

Le ipotesi di successione del lato passivo sono:


1. DELEGAZIONE il debitore originario delegante, assegna un nuovo debitore al creditore
2. ESPROMISSIONE è un contratto tra un terzo ed il creditore (dove il terzo promette di pagare
un debito altrui).
3. ACCOLLO è un contratto tra il terzo ed il debitore (terzo assume il debito)
Dal lato attivo rimane indifferente al debitore a chi deve adempiere.

DELEGAZIONE 1268
Il debitore originario (DELEGANTE) assegna un nuovo debitore al creditore.
La delegazione è un incarico conferito dal delegante di pagare o di obbligarsi a pagare ad un terzo, detto
delegatario.

TIPOLOGIA
DELEGATIO SOLVENDI (delegazione di pagamento)
Si divide in due rapporti:
• RAPPORTO DI PROVVISTA dove il debitore originario (delegante) fornisce al debitore delegato i mezzi
per soddisfare il debito verso il creditore.
• RAPPORTO DI VALUTA è il rapporto tra delegante e delegatario.

Si esaurisce con un solo pagamento, che estingue entrambe le obbligazioni.


Il delegante invia il delegato a pagare una somma di denaro direttamente al delegatario. Il pagamento trova
la sua causa non in un rapporto preesistente ma nei precedenti rapporti giuridici obbligatori tra delegante e
delegato detto rapporto di provvista e il credito del delegatario nei riguardi del delegante detto rapporto di
valuta.

DELEGATIO PROMITTENDI (delegazione a promettere di pagare)


Il delegante invia un delegato non a pagare subito e direttamente il delegatario, ma a prometter di pagare a
una scadenza. È un rapporto trilaterale.
Si divide in due rapporti:
TITOLATA O CAUSALE
Se il delegato nel promettere di pagare il delegatario fa riferimento al rapporto di provvista, o al rapporto di
valuta o ad entrambi.
PURA O ASTRATTA
Se il delegato promette di pagare al delegatario una certa somma senza rifarsi né al rapporto di provvista né
al rapporto di valuta.
LIBERATORIA
È liberatoria la delegazione nella quale il delegante è liberato dal debito per espressa dichiarazione del
delegatario
CUMULATIVA
È la delegazione nella quale il delegante non è liberato e resta obbligato accanto al delegato
Il delegato ciò acquista accanto al vecchio debitore un nuovo debitore (delegato)

113
ESPROMISSIONE 1272
È il contratto tra un terzo e il creditore mediante il quale il terzo (espromittente) assume, nei confronti del
creditore (espromissario) l’obbligazione del debitore originario (Es
espromesso).

PUÒ ESSERE:
LIBERATORIA il creditore espromissario libera espressamente il debitore espromesso – solo l’espromittente
rimane obbligato
CUMULATIVA il terzo espromittente è obbligato in solido con il debitore espromesso verso l’espromissario.

ACCOLLO 1273
È un contratto mediante il quale un terzo e il debitore convengono che il terzo (Accollante) si assume il debito
del debitore (accollato).

TIPOLOGIE:
LIBERATORIO O NOVATIVO
Il creditore accollatario libera espressamente il debitore originario (accollato) che è costituto dall’accollante
ACCOLLO CUMULATIVO
Il debitore originario (accollato) resta obbligato in solido con il terzo accollante cosicché il creditore
accollatario può chiedere la prestazione ad entrambi ed è garantito da entrambi
ACCOLLO SEMPLICE O INTERNO
È un accordo interno tra terzo accollante e il debitore originario accollato
Questo contratto non produce effetti per il creditore ma solo tra accollante e accollato e resta sempre
modificabile o revocabile tra le due parti.

114
SURROGAZIONE CON PAGAMENTO 1201
Il pagamento con surrogazione è lo strumento previsto dal legislatore con il quale un terzo adempie
l’obbligazione del creditore, sostituendosi al debitore originario.
Il terzo pagando il debito subentra al creditore nel diritto verso il debitore.

TIPI DI SURROGAZIONE
• PER VOLONTÀ DEL CREDITORE
• PER VOLONTÀ DEL DEBITORE
• LEGALE

VOLONTÀ DEL CREDITORE 1201


Il creditore, che riceve il pagamento da un terzo, dichiara di surrogarlo nei propri diritti.
La surrogazione ha effetto se il creditore eseguirà certe forme:
1. vi sarà un atto di surrogazione dove il creditore dichiara espressamente di surrogare il terzo nei
propri diritti;
2. la surroga deve essere contemporanea al pagamento e questo avverrà di solito nel momento in cui
il creditore rilascia al terzo la quietanza (ex art. 1199 c.c.).

Se non sono rispettate queste 2 condizioni con il pagamento il terzo estingue l’obbligazione senza sostituirsi
al debitore.

PER VOLONTÀ DEL DEBITORE


Questo succede quando il debitore ricorre al credito per poter adempiere il proprio debito.
Il debitore, che prende a mutuo una somma di denaro al fine di pagare il debito, dichiara con determinate
forme, di surrogare il mutuante nei diritti del creditore.
La surrogazione ha effetto quando concorrono le seguenti condizioni:
1. che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa;
2. che nell’atto di mutuo sia indicata espressamente la specifica destinazione della somma mutuata;
3. che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la provenienza della somma
impiegata nel pagamento. Sulla richiesta del debitore, il creditore non può rifiutarsi di inserire nella
quietanza tale dichiarazione.

SURROGAZIONE LEGALE 1203


Ha luogo:
1. a vantaggio di chi, essendo creditore, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in
ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche;
2. a vantaggio dell’acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga
uno o più creditori a favore dei quali l’immobile è ipotecato;
3. a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse
di soddisfarlo;
4. a vantaggio dell’erede con beneficio d’inventario, che paga con danaro proprio i debiti ereditari;
5. negli altri casi stabiliti dalla legge.

1204 TERZI GARANTITI


La surrogazione ha effetto anche contro i terzi che hanno prestato garanzia al debitore

1205 SURROGAZIONE PARZIALE


Se il pagamento è parziale, il terzo surrogato e il creditore concorrono nei confronti del debitore in
proporzione di quanto dovuto, salvo patto contrario.

115
CESSIONE DEL CREDITO art 1260 c.c

Al momento in cui sorge il rapporto obbligatorio un debitore è legato ad un creditore.


Il creditore però può trasferire il credito a titolo oneroso o gratuito ad un altro soggetto.

LA CESSIONE è libera e non è necessario il consenso del debitore a meno che il credito non abbia un carattere
strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge.
Non si chiede il consenso al debitore ceduto perché è tenuto all’adempimento della prestazione ed è per lui
indifferente adempiere ad un altro soggetto.
Nei contratti secondo l’articolo 1406 non può essere ceduto da un contraente ad un terzo senza il consenso
dell’altra parte contraente.

I SOGGETTI art 1260


I soggetti interessati dal negozio di cessione sono:
CEDENTE creditore originario, che cede il credito al CESSIONARIO ossia il nuovo creditore al quale il debitore
ceduto dovrà adempire.

EFFICACIA DELLA CESSIONE


La cessione del credito coinvolge tre soggetti, cessionario, cedente e ceduto.
Si perfeziona con un accordo tra cedente e cessionario.
Essa è inefficacie fino a quando non gli viene notificata o egli non la accetta.
La cessione del credito permette al credito di essere trasferito dal cedente al cessionario con i privilegi, le
garanzie personali, reali e con gli altri accessori.

GARANZIE NELLA CESSIONE


Sorgono due problemi relativi al credito stesso:
• problema dell’esistenza del credito (garanzia del credito)
• il problema dell’adempimento (garanzia solvenza)

GARANZIA DEL CREDITO (nomen verum)


La garanzia del credito attiene all’esistenza del credito stesso.
Occorre distinguere tra:
• CESSIONE A TITIOLO ONEROSO
Ossia il cedente è tenuto a garantire al cessionario l’esistenza del credito
• CESSIONE A TITOLO GRATUITO
Ossia il cedente non deve garantire al cessionario l’esistenza del credito a meno che la garanzia non
sia espressamente pattuita

GARANZIA DELLA SOLVENZA (nomen bonum)


Serve per garantire che il debitore effettivamente paghi, se le parti non hanno stabilito nulla, la legge ha
disposto che il cedente non risponde della insolvenza del debitore art 1267
Il rischio dell’insolvenza del debitore ricade sul cessionario a meno che il cedente non si sia assunto espressa
garanzia.

CESSIO PRO SOLUTO E CESSIO PRO SOLVENDO


• CESSIO PRO SOLUTO il cedente NON risponde della solvenza del debitore ceduto (cessione a titolo
di pagamento).
Sarà una cessione con un prezzo minore ma con un rischio maggiore.
• CESSIO PRO SOLVENDO il cedente, con apposito atto, garantisce la solvenza del debitore ceduto.
Sarà inoltre una cessione con un prezzo più elevato perché ha un rischio minore

116
DIVIETO CONVEZIONALE DI CESSIONE DEL CREDITO ART 1260 COMMA 2
La cedibilità del credito può essere esclusa a mezzo di accordo tra le parti.
La clausola sarà opponibile ai terzi solo se ne erano a conoscenza al momento della cessione.
La conoscenza dovrà essere provata da chi si avvalga della clausola per contestare il trasferimento del credito.

FACTORING (la cessione del credito d’impresa)


È un istituto disciplinato nell’articolo 1260 del c.c.
Così con la legge del 21 febbraio 1991 n52 nasce la disciplina dei crediti d’impresa.
Ha sottoposto la cessione dei crediti in factioring ad una autonomia legislativa riconoscendo questo tipo di
contratto di origine anglosassone.
Un’impresa detta FACTOR acquista dalle imprese venditrici i crediti ancora non esigibili che vantino presso la
propria clientela, riscuotendoli, anticipandone all’impresa in tutto o in parte l’importo.
Il factor acquista il credito “pro soluto” assumendosi il rischio dell’insolvenza del debitore.

IL FACTORING
All’art 1 si inquadra l’ambito di applicazione con le seguenti condizioni:
• il cedente deve essere un imprenditore
• i crediti ceduti devono sorgere da contratti stipulati dal cedente nell’esercizio dell’impresa
• il cessionario deve essere una società o un ente pubblico, privato, avente personalità giuridica, e che
l’oggetto sociale comprenda anche l’acquisto di crediti d’impresa ed il capitale sociale, fondo di
dotazione sia non inferiore a dieci volte minimo previsto per le società per azioni.

INOLTRE presso la Banche d’Italia è istituto un albo di tutte le imprese che esercitano l’attività di cessione
di crediti d’impresa.
La banca d’Italia ha il controllo sulle imprese di cessione crediti.
Inoltre si accettano cessioni in massa di crediti esistenti o futuri purché siano contratti dovranno essere
stipulati entro un periodo di tempo non superiore a 24 mesi.

GARANZIE DEL FACTORING


Art 4 sancisce che a tutela del cessionario, il cedente debba garantire, nei limiti del corrispettivo pattuito, la
solvenza del debitore a meno che il cessionario non abbia rinunciato, in tutti o in parte alla garanzia.

EFFICACIA DELLA CESSIONE NEI CONFRONTI DEI TERZI


Disciplinato dall’articolo 5
La cessione è opponibile dal cessionario a:
• al creditore cedente che abbia pignorato il credito dopo la data del pagamento
• agli altri aventi causa del cedente, il cui titolo di acquisto non sia stato reso efficace verso i terzi
anteriormente alla data del pagamento
• al fallimento dichiarato dopo la data del pagamento, tranne il caso il cui il curatore provi che il
cessionario conosceva lo stato di insolvenza del cedente quando ha eseguito il pagamento.

Inoltre sempre l’art 5 sancisce che il cessionario ha la facoltà di rendere la cessione opponibile ai terzi nei
modi previsti dal c.c.

CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI


La legge del 30 aprile 1999 n 30 ha dato inizio alla cartolarizzazione dei crediti ossia un’operazione finanziaria
consistente nella cessione di crediti o di altre attività non negoziabili
La funzione è quella dello smobilizzo di crediti convertendoli in una immediata liquidità e la creazione di un
nuovo strumento finanziario da collocare sul mercato.

117
LE OBBLIGAZIONI EX LEGE
Tutte le fattispecie fanno sorgere in capo al soggetto, l’obbligo di porre in essere un comportamento nei
confronti del creditore.

LE PROMESSE UNILATERALI
Non creano obbligazioni, infatti non produce effetti obbligatori.
Se una persona promette lo fa in base al proprio codice morale e per conservare la propria reputazione.
Ci sono due ipotesi in cui la promessa unilaterale produce i suoi effetti:
1) PROMESSA DI PAGAMENTO
La promessa di pagamento consiste nella promessa di effettuare una certa prestazione.

La promessa di pagamento può essere pura o titolata


• PURA è una promessa di effettuare una prestazione determinata senza indicazione della causa
debidendi
• TITOLATA è una promessa in cui è menzionata la causa debidendi della prestazione promessa.

2) LA RICOGNIZIONE DEL DEBITO


La ricognizione di debito, invece, consiste nel riconoscere che si ha un debito nei confronti di un altro
soggetto.

Quindi la promessa di pagamento e la ricognizione del debito producono l'effetto di invertire l'onere della
prova dell'esistenza del debito.
Se un creditore vuole agire in giudizio per ottenere il pagamento di quanto gli è dovuto, per regola generale
dovrebbe dimostrare che esiste un credito a suo favore.

PROMESSA LA PUBBLICO
Chi formula una promessa al pubblico è vincolato dalla promessa non appena questa è resa pubblica.
L’obbligazione nasce per legge.
Qui viene di norma apposto un termine, se non è apposto viene considerato un anno dalla proposta.
La promessa può essere revocata prima della scadenza per giusta causa, purchè la revoca sia stesa nella
stessa forma della promessa.
L’offerta al pubblico è un particolare tipo di proposta di contratto, che ha la caratteristica di essere indirizzata
non a un determinato destinatario, ma a una collettività indeterminata di possibili destinatari.
Secondo l’articolo 1336 del codice civile l’offerta al pubblico vale come proposta esclusivamente a due
condizioni:
• che l’offerta contenga gli estremi essenziali del contratto da concludere
• che il valore di vera e propria proposta non sia escluso dalle circostanze o dagli usi.
L’offerta al pubblico può essere revocata.

PAGAMENTO DELL’INDEBITO
Chi ha eseguito un pagamento o ha pagato a chi non è creditore, ha diritto di ripetere ciò che ha pagato.

Di regola il debitore è ben attento ad adempiere ai propri debiti.


Ma nell’errore o nella distrazione capita che adempia a colui il quale non è il vero creditore.

L’INDEBITO SI DIVIDE IN:


• OGGETTIVO chi ha prestato senza causa ha diritto alla ripetizione di ciò che ha pagato.
Ha diritto anche a restituire i frutti e gli interessi dal giorno del pagamento
• SOGGETTIVO ossia si presta a chi non è creditore, può ripetere ciò che ha pagato.
Chi ha ricevuto l’indebito è anche tenuto a restituire i frutti del credito.

118
LA RESTITUZIONE DEI FRUTTI E DEGLI INTERESSI
• se si era in buona fede, dal giorno della domanda,
• se si è in cattiva fede dal giorno del pagamento

RESTITUZIONE DELLA COSA DETERMINATA PERITA


• chi era in buona fede non deve restituire la cosa.
• Chi era in cattiva fede è tenuto a corrisponderne il valore.

ALIENAZIONE DELLA COSA RICEVUTA INDEBITAMENTE


• Chi avendo ricevuto la cosa in buona fede l’ha allineata è tenuto a restituire il corrispettivo
conseguito
• Chi essendo in malafede ha alienato la cosa è obbligato a restituirla in natura o a corrisponderne il
valore.

ARRICCHIMENTO SENZA CAUSA


Quando avviene che qualcuno si arricchisce (o si impoverisce) senza che vi sia una giustificazione, allora
l'ordinamento interviene per restaurare l'equilibrio patrimoniale dei soggetti, attraverso un indennizzo.

119
IL CONTRATTO art 1321
TITOLO 2 DEL LIBRO 4
Il contratto è l’accordo tra due o più persone per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto
giuridico patrimoniale.

Il contratto è la massima espressione dell’autonomia privata.


Il nostro sistema segue il principio consensualistico.
Il legislatore parla di PARTI nell’art 1321 in quanto anche se ci sono più soggetti le parti rimangono solo due
(proponente e oblato).
La definizione escluse i rapporti di famiglia che non hanno contenuto patrimoniale.
A differenza delle obbligazioni che non hanno una nozione vera e propria. Il contratto è definito nell’articolo
1321.
L’articolo 1321 va integrato con l’articolo 1325 dove vengono definiti i requisiti del contratto (se ne manca
uno dei singoli requisiti il contratto è nullo).

I REQUISITI DEL CONTRATTO SONO:


• accordo tra le parti
• la causa
• l’oggetto
• la forma, quando risulta prescritta dalla legge sotto pena di nullità.

Gli ELEMENTI ACCIDENTALI sono:


• condizione
• termine
• modo

CONTRATTI TIPICI ED ATIPICI


• TIPICI sono i contratti la cui disciplina è disegnata direttamente dal legislatore (vendita, permuta,
locazione)
• ATIPICI sono i contratti nuovi che sono creati dalle parti, al di fuori degli schemi, come esplicazione
del principio di autonomia privata.

Tutti i contratti che non appartengono ai contratti tipici, che hanno una disciplina specifica, sono sottoposti
alle norme generali contenute nella parte generale del contratto nel codice civile.
IL CONTRATTO MISTO è caratterizzato dalla compresenza degli elementi propri di più contratti tipici esempio
il noleggio con autista o contratto di portierato.

NORME APPLICABILI AGLI ATTI UNILATERLI ART 1324


Salvo che la legge disponga diversamente le norme sul contratto in generale sono applicabili non solo ai
contratti ma quando compatibili anche agli altri atti unilaterali tra vivi che hanno un contenuto patrimoniale
questo ci fa capire l’importanza delle norme del contratto in generale.

120
CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATTI
• CONSENSUALI sono contratti che si formano con il consenso delle parti.
• REALI sono contratti che si formano con il consenso delle parti e con la consegna della cosa (traditio)
Esempio MUTUO, COMODATO, DEPOSITO, PEGNO
• NEGOZIO BILATERALI sono contratti che fanno sorgere obbligazioni a carico di entrambi le parti
• NEGOZIO PLURILATERALE quando richiede l’incontro di più persone
• NEGOZIO UNILATERALE sono contratti che fanno sorgere una obbligazione a carico di una sola delle
due parti
• TITOLO ONEROSI sono contratti con i quali il contraente acquista un vantaggio verso un correlativo
sacrificio
• TITOLO GRATUITO sono contratti con i quali il contraente acquista un vantaggio senza un
corrispettivo sacrificio

CONTRATTI CONSENSUALI SI DIVIDONO IN:


• CONTRATTI AD EFFETTI REALI sono contratti che producono l’effetto traslativo (ossia trasferimento
di un diritto) es vendita
• CONTRATTO AD EFFETTI OBBLIGATORI sono contratti che produco effetti di far sorgere obbligazioni
in capo ad uno o ad entrambi i contraenti.

IN BASE AL TEMPO I CONTRATTI POSSONO ESSERE:


• AD ESECUZIONE UNICA O ISTANTANEA sono contratti che scaturiscono in una unità di tempo non
apprezzabile. Esempio permuta, compravendita
• CONTRATTI DI DURATA sono contratti ove le prestazioni sono eseguiti in un periodo apprezzabile che
si ripetono nel tempo. Esempio società, mezzadria, locazione affitto oppure franchising

CONTRATTI:
• ALEATORI sono contratti nei quali i reciproci sacrifici sono incerti (giochi, scommessa, assicurazione)
• COMMUTATIVI sono contratti nei quali i reciproci sacrifici sono certi (vendita, locazione)
• SINALLAGMATICI prestazioni corrispettive sono contratti nei quali la prestazione di una parte è
corrispettiva di quella della controparte esempio compravendita
• CON OBBLIGAZIONI A CARICO DI UNA SOLA PARTE sono contratti nei quali una sola parte assume
obbligazioni, mentre l’altra non ne assume alcuna
esempio processo di formazione del contratto

ULTERIORI CLASSIFICAZIONI DEI CONTRATTI:


• SCAMBIO : do ut des vendita permuta, do ut facias locazione appalto trasporto
• COOPERAZIONE mandato commissione
• CONCESSIONE DI CREDITO mutuo conto corrente
• ALEATORIO gioco, scommessa, assicurazione
• DIRETTI A COSTITUITRE UNA GARANZIA fideiussione, anticresi
• DIRETTI A DIRIMERE UNA CONTROVERSIA transizione

121
FORMAZIONE DEL CONTRATTO

LA FORMAZIONE DEL CONTRATTO E L’ACCORDO TRA LE PARTI


Come dispone l’art 1326 il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta (proponente) ha
conoscenza dell’accettazione dell’altra parte (oblato che una volta accettato diventa accettante).

Poiché la conoscenza dell’altra parte è un evento difficilmente verificabile la legge fissa la PRESUNZIONE DI
CONOSCENZA delle dichiarazioni giunte all’indirizzo del destinatario.
La proposta, accettazione, la revoca ed ogni altra dichiarazione diretta si reputano conosciute nel momento
in cui giungono all’indirizzo del destinatario, indipendentemente dal mezzo di trasmissione adoperato.
La presunzione è iuris tantum.( ovvero consentono che l'interessato provi il contrario di quanto si presume.)
Il destinatario della dichiarazione può vincere la presunzione dando la prova di essere stato impossibilitato a
raggiungere la notizia senza sue colpe.

Disciplinata all’articolo 1335


“ogni dichiarazione diretta a una determinata persona si reputa conosciuta nel momento in cui perviene
all’indirizzo di questa.”

Negli atti unilaterali art 1334, gli effetti si producono dal momento in cui pervengono a conoscenza della
persona alla quale sono destinati.

IL CONSENSO NEGOZIALE
Il consenso negoziale si forma quando si sovrappongono la volontà̀ del proponente e quella dell'accettante
(detto oblato).
Chi formula la proposta è detto proponente.
Chi la accetta è detto accettante o oblato.
Tra la volontà̀ del proponente e quella dell'oblato vi deve essere perfetta congruenza.

REVOCABILITÀ DELLE PROPOSTE E DELLA ACCETTAZIONE


Proposta ed accettazione sono atti revocabili solo finché il contratto NON è concluso ossia fino a quando
l’accettazione non giunge all’indirizzo del proponente

PROPOSTA
È la manifestazione di volontà diretta a provocare la conclusione del contratto.
Essa costituisce un atto giuridico di natura negoziale diretto a provocarne l’accettazione da parte del
destinatario
La proposta deve contenere tutti gli elementi necessari per la conclusione del contratto
ad esempio che sia suscettibile di accettazione pura e semplice, contenga tutti gli elementi del futuro
contratto.
DIVERSO è L’INVITO AD OFFRIRE (invitatio ad offerendum) ossia l’invito che manifesta una generica
disponibilità a stipulare un contratto, ed invita l’altra parte a formulare la proposta che poi sarà valutata da
chi formula l’invito.

OFFERTA AL PUBBLICO 1336


L'offerta al pubblico di cui all'art. 1336 del codice civile è una particolare forma di proposta contrattuale, in
cui il destinatario non è determinato. L'offerta al pubblico, infatti, si rivolge a una generalità indeterminata
di persone.
L'offerta al pubblico deve contenente tutti gli estremi essenziali del contratto da concludere, in modo da
consentire la conclusione dello stesso con l'accettazione da parte del singolo destinatario.

122
PROPOSTA RECOVABILE 1328
La proposta è un atto revocabile ed è un modo di caducazione della proposta.
Il proponente può qualificare la sua proposta come irrevocabile.
La revoca della proposta irrevocabile NON HA EFFETTO
Il proponente, vincolandosi con una proposta irrevocabile costituisce un negozio giuridico preparatorio ad
una stipula del contratto definitivo.

Se l’accettante, prima di avere notizia della revoca ha intrapreso in buona fede l’esecuzione del contratto, e
gli ha diritto al rimborso delle spese e delle perdite subite per l’iniziativa di esecuzione del contratto.
Trattasi di un atto lecito dannoso art 1328

L’ACCETTAZIONE
È la dichiarazione con la quale il destinatario della proposta (detto oblato) dichiara di accettarla,
determinando la formulazione del contratto.
Se il proponente decide che l’accettazione deve essere sotto una determinata forma, l’oblato è obbligato ad
accettare in quel determinato modo.
Il silenzio di per se non costituisce mai una manifestazione negoziale.
Nel campo negoziale per far avvenire una manifestazione tacita della volontà di una parte occorrono FACTA
CONCLUDENTIA cioè comportamenti univoci e non equivoci, incompatibili viene definito come
comportamento con valore di accettazione tacita.
L’accettante deve prontamente avvisare all’altra parte dell’inizio nell’esecuzione della prestazione, in
mancanza la parte è tenuta a risarcire il danno.

MECCANISMO PROPORSTA-ACCETTAZIONE
Il meccanismo è alla base del processo di formazione del contratto.
La proposta e l’accettazione sono atti recettizi.
Essi producono effetti dal momento in cui pervengono a conoscenza.
Solo nella donazione il donatore può essere proponente negli altri casi è indifferente chi forma la proposta e
chi manifesti alla sua accettazione.
La donazione è perfetta quando l'accettazione è notificata al donante

NEL CASO DELLE DICHIARAZIONI INCROCIATE


È l’ipotesi di scambio di lettere tra assenti.
In questo caso la legge prevede che il contratto è concluso appena entrambe le proposte giungono a
destinazione.
Se le indicazioni però non sono equivalenti non si forma il contratto poiché non sono riconducibili ad obiettiva
unità di significato.

ACCETTAZIONE NON CONFORME ALLA PROPOSTA art 1326


Una accettazione non conforme alla proposta equivale ad una nuova proposta.
Se l’accettazione difforme non è accettata, il contratto si conclude.

REVOCA DELLA PROPOSTA E DELLA ACCETTAZIONE ART 1328


La proposta può essere dal proponente revocata senza bisogno di giustifica o motivazione, senza dover
attendere che sia trascorso il termine necessario secondo la natura dell’affare o gli usi.
La revoca può essere effettuata fino a quando non si conclude il contratto.

LA NATURA DELLA PROPOSTA ED ACCETTAZIONE


Sono considerati in dottrina atti giuridici non negoziali o dichiarazioni unilaterali di volontà.
Secondo alcuni la proposta è un atto di iniziativa, ed essa impegna già chi la pone in essere.

123
CAUSE DI CADUZIONE DELLA PROPOSTA/ACCETTAZIONE

La proposta può anche cadere quando non viene accettata oppure:


• Al termine
• La revoca
• La morte del proponente/oblato
• La sopravvenuta incapacità del proponente/oblato
• Con accettazione degli impeditori nell’esercizio della sua impresa.
• Secondo l’articolo 1330 la proposta o l’accettazione fatta dall’imprenditore nell’esercizio della sua
impresa, non perde efficacia quando l’imprenditore muore o diventa incapace prima della
conclusione del contratto.
• La natura dell’affare o gli usi

IL TERMINE ART 1326 COMMA 2


L’accettazione deve giunge al proponete al termine da lui stabilito.
Se il proponente NON ha stabilito un termine, l’accettazione deve giungere al proponente nel termine
ordinariamente necessario secondo la natura dell’affare o secondo gli usi.
Il termine inizia a decorrere dal momento in cui l’oblato ha avuto conoscenza della proposta essendo questo
un atto recettizio.

L’ACCETTAZIONE TARDIVA 1326 COMMA 3


Un’accettazione formulata dopo il termine non è idonea a determinare il consenso negoziale: il contratto
NON si conclude.
Il proponente può ritenere efficace l’accettazione tardiva, purché ne dia immediatamente avviso all’altra
parte.

PROPOSTA RECOVABILE 1328


La proposta è un atto revocabile ed è un modo di caducazione della proposta.
Se l’accettante, prima di avere notizia della revoca ha intrapreso in buona fede l’esecuzione del contratto, e
gli ha diritto al rimborso delle spese e delle perdite subite per l’iniziativa di esecuzione del contratto.
Trattasi di un atto lecito dannoso art 1328

LA PROPOSTA IRREVOCABILE 1329


Se il proponente si è obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca è
senza effetto.
In mancanza della determinazione del termine la proposta si considera pura e semplice

124
TEMPO E LUOGO DI FORMAZIONE DEL CONTRATTO
Il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra
parte.
Il luogo di formazione è importante al fine di produrre effetti precisi di particolare importanza sul piano
processuale.
Il luogo è quello dove si trova il proponente che ha notizia dell’accettazione dell’oblato.
Il tempo è il momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte.

Il meccanismo proposta e accettazione sembra contraddetto dagli art. 1327 e 1333:


• Contratti che si formano con l'esecuzione prima della risposta dell'accettante (1327)
• Contratti con obbligazioni del solo proponente (1333)

Contratti che si formano con l'esecuzione prima della risposta dell'accettante (1327)
Vi sono alcuni contratti che richiedono un meccanismo spedito.
L'oblato, non appena riceve l'ordine, esegue, senza inviare l'accettazione, e quindi senza aspettare che
l'accettazione giunga al domicilio del proponente, secondo i principi di cui all'art. 1326.

Tale modo di formazione è eccezionale, e può avvenire solo in tre ipotesi:


• espressa richiesta del proponente
• per la natura dell'affare
• Secondo gli usi
In tali casi, il contratto si forma con la proposta più l'inizio dell'esecuzione.
L'accettante deve dare prontamente avviso all'altra parte dell'iniziata esecuzione e, in mancanza, è tenuto al
risarcimento del danno.

Contratti con obbligazioni del solo proponente (1333)


Nei contratti da cui derivino obbligazioni solo per il proponente il contratto si forma con la proposta più il
mancato rifiuto.

La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente è
irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata.
Il destinatario può̀ rifiutare la proposta nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi.
In mancanza di tale rifiuto, il contratto è concluso.

MINUTE E PUNTUAZIONI
Lo svolgimento delle trattative e la redazione di appunti o bozze di contratto avviene con la fase di
puntuazioni ossia la fase preliminare di accordo si alcune condizioni del contratto.
La suprema corte ha sempre affermato che minute e le puntuazioni non possono mai rappresentare un
consenso negoziale produttivo di obbligazioni contrattuali.
Ma la suprema corte ha altresì affermato che tale rigore è temperato dall’accertamento che nella redazione
della minuta o puntuazione le parti abbiamo inteso di considerare il contratto come formato, in questo caso
la minuta vale come contratto perfetto.

125
FORMAZIONE PROGRESSIVA DEL CONTRATTO ART 1326
Ha avuto successo anche per la dottrina e a livello istituzionale.
Specialmente nei contratti complessi dove i rappresentati delle parti negoziano, discutono hanno molti
documenti contrattuali.
La traccia delle loro discussioni è data dalle minute o puntuazioni.

Sorge però un conflitto tra i principi del consenso negoziale (che deve essere completo e totale) ed i principi
attinenti alla formazione progressiva del contratto dove il consenso negoziale può formarsi gradualmente
attraverso una serie di proposte e controproposta.
Tra minuta e puntuazione (che non sono contratti) e contratto si crea quindi una zona di confine che pone
problemi tipici alla formazione progressiva del contratto.
Il confine è costituito dalla volontà di vincolarsi contrattualmente.
Al di fuori del confine c’è il contratto e al di qua le trattative.

126
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL CONTRATTO
Sono elementi del quale un contratto non può mancare in quando porterebbero alla nullità.
Essi sono: accordo tra le parti, causa, oggetto e forma.

LA CAUSA
Disciplinata negli articoli 1343-1345
È la funzione economico sociale del contratto ossia lo scopo pratico del negozio giuridico.
Essa riflette la funzione del negozio.
La Suprema Corte la identifica come funzione economico - sociale in quando persegue e riconosce il diritto
rilevante ai suoi scopi.

La causa viene intesa come scopo effettivo del negozio, è autonomo rispetto allo scopo individuale
IL MOTIVO È DIVERSO DALLA CAUSA:
il motivo è la ragione interna per la quale il soggetto si induce al negozio.
I motivi sono, di regola, irrilevanti per il diritto.

CONTRATTI A CAUSA TIPICA E CONTRATTI ATIPICI


• NEI CONTRATTI A CAUSA TIPICA la funzione concreta o obbiettiva è predeterminata dal legislatore
Ad esempio Vendita, premuta, locazione, affitto, trasporto, mandato

• NEI CONTRATTI A CAUSA ATIPICA la causa è determinata dalle parti nell’esercizio delle loro facoltà
Es leasing ecc

UN NEGOZIO SENZA CAUSA È NULLO.

ART. 1343. CAUSA ILLECITA


La causa è illecita quando è contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume
Nei contratti tipici la causa è predeterminata dal legislatore.
Inoltre la causa illecita deriva dalla stipulazione di patti contrati a norme imperative o all’ordine pubblico.
Nei negozi atipici o innominati la nullità deriva dall’illiceità del motivo cioè lo scopo proposto da entrambi i
contraenti per realizzare un illecito vantaggio mediante un accordo che costituisca offesa al buon costume e
che pertanto sia immeritevole di tutela giuridica.
L’onere della prova dell’illiceità della causa incombe a chi lo adduce.

FRODE ALLA LEGGE 1344


La frode alla legge può essere definita come la fraudolenta elusione di una norma imperativa, attraverso lo
strumento contrattuale di per sé illecito.
Il contratto in frode alla legge ha causa illecita, ed è quindi nullo.
FRODE FISCALE
La frode fiscale consiste nell’utilizzo di uno strumento contrattuale al solo fine di eludere una norma fiscale.
La frode fiscale non costituisce un’ipotesi di contratto in frode alla legge e non è sanzionato dalla nullità.
Ma la corte Suprema sancisce che la frode fiscale costituisce un illecito che trova spazio sistema tributario.

MOTIVO ILLECITO
Il motivo diventa rilevante solo se illecito, determinante e comune alle parti art 1345
• MOTIVO ILLECITO è contrario alla legge, ordine pubblico, buon costume
• DETERMINANTE motivo unico del contratto: le parti si sono determinate a concluderlo
esclusivamente per un motivo illecito
• COMUNE ALLE PARTI

I MOTIVO è invalidante quando integrano il perseguimento di finalità contrarie all’ordine pubblico, buon
costume o altri scopi espressamente proibiti dalla legge.

127
MOTIVO ILLECITO DETERMINANTE NEL TESTAMENTO E NELLA DONAZIONE
La disciplina regola in modo particolare due ipotesi di motivo illecito:
• ART 626 NELLA DISPOSIZIONE TESTAMENDARIA
Un motivo nullo rende nulla la disposizione testamentaria.
• ART 788 MOTIVO ILLECITO NELLA DONAZIONE
Il motivo illecito rende nulla la donazione quando risulta dall’atto.

OGGETTO
È il contenuto concreto del singolo rapporto contrattuale
Consiste nelle prestazioni adottate nel contratto.

COSE FUTURE
Di regola sono oggetto del contratto cose esistenti ma possono essere anche future.
La legge divieta art 1348:
• i patti successori
• la donazione di beni futuri
• la vendita di cose future
• ipoteca sui beni futuri

REQUISISTI DELL’OGGETTO DEL CONTRATTO


Deve essere:
• POSSIBILE comporta la possibilità delle prestazioni
Ad impossibilia nemo tenetur.
Deve essere concretamente realizzabile, altrimenti è nullo il contratto.
• LECITO ossia conforme al diritto, non contrario al buon costume, ordinamento norme imperative.
• DETERMINATO l’oggetto del contratto nel quale sono esattamente individuate le prestazioni
• DETERMINABILE L’oggetto che può essere identificato facendo riferimento ad elementi prestabiliti
dalle parti

FORMA 1350-1353.
È requisito essenziale del contratto e deve essere prescritta dalla legge pena di nullità.
La forma è la modalità sotto la quale le parti manifestano il consenso negoziale

LA MANIFESTAZIONE DI VOLONTÀ
Occorre che la volontà interna del soggetto sia anche una percezione esterna della propria volontà.
Il consenso negoziale per essere efficace deve manifestarsi.
Il contratto per esistere deve assumere una forma ossia un modo in cui si esternalizza e viene resa certa la
manifestazione di volontà.
Il principio generale è quello elle LIBERTÀ DELLA FORMA ogni contratto ,salvo quelli previsti dall’articolo
1350, può essere stipulato anche in forma orale.
Cioè avviene tutte le volte che si ha un contratto ad esecuzione immediata e avvenga la traditio della cosa.

IL PRINCIPIO DELLA LIBERTÀ DI FORMA


ci permette di affermare che il requisito della forma non è vincolato a una particolare configurazione a meno
che non sia prevista dalla legge a pena di nullità.
Una forma deve sussistere per forza, non esiste contratto senza forma.

128
FORMA AD SUBSTANTIAM
la forma è necessaria alla validità dell’atto
es compravendita di un immobile.
Essa conferisce un elemento essenziale del negozio, il quale non è valido se non è espresso in quella forma.

FORMA AD PROBATIONEM
la forma non è richiesta per la validità dell’atto che resta valido.
Ma la forma è richiesta per la prova dell’atto.
Essa non è indispensabile ai fini della validità del negozio e la sua mancanza comporta solo una limitazione
sul terreno della prova.

FORMA AD SUBSTANTIAM ATTI CHE DEVONO FARSI PER ISCRITTO 1350 come atto pubblico, scrittura
privata sotto pena di nullità sono:
• contratti per il trasferimento di beni immobili
• contratti che modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto su beni immobili, diritto di superficie
ecc..
• contratti che costituiscono la comunione
• contratti che modificano le servitù prediali, diritto di abitazione
• contratti di locazione beni immobili per una durata superiore a 9 anni
• contratti di società o associazione con i quali si conferisce un godimento di beni immobili

FORMA AD SUSTANTIAM atti che devono farsi per iscritto 1350 art
Gli altri atti specialmente indicati dalla legge
• Atto costituito della fondazione e associazioni
• Fondazione
• Vendita di eredità
• Atto costituito società per azioni, SRL
• Vendita di navi, aeromobili

PRINCIPI IN TEMA DI AB SUBSTANTIAM


I negozi giuridici per il quale la legge prevede una forma scritta ad substantiam sono nulli se non rivestono
tale forma quindi giuridicamente irrilevanti.
• Nelle vendite immobiliari è sufficiente la scrittura privata autenticata
• Occorre invece l’atto pubblico per l’adempimento dell’onere della trascrizione.

ATTI CHE RICHIEDONO LA FORMA AD PROBATIONEM


La forma scritta ad probationem nella:
• transazione
• vendita di azienda
• assicurazione
• agenzia
• trasporto marittimo/aereo di persone

FORMA DEL CONTRATTO PRELIMINARE 1351


Il contratto preliminare è nullo se non è fatto nella stessa forma del contratto definitivo
Inoltre il contratto preliminare va trascritto.

FORME CONVENZIONALI 1352


Se le parti hanno deciso di per iscritto di adottare una forma determinata per la futura conclusione di un
contratto, si presume che la forma sia stata voluta da entrambi.

129
PROVA CIVILE
Per ottenere giustizia nel processo l’attore deve dare prova della stipulazione del contratto
La prova principe è quella documentale.

La forma scritta viene soddisfatta come:


• atto pubblico che è un documento redatto da un notaio o da un altro pubblico ufficiale autorizzato
attribuendogli pubblica fede nel luogo dove l’atto è stato formato.
• Scrittura privata fa piena prova, fino a querela di falso. Inoltre la scrittura privata può essere
disconosciuta da una delle due parti.

GLI ELEMANTI ACCIDENTALI DEL CONTRATTO

Sono elementi che non sono necessari al sorgere del negozio, che quindi possono esserci o non esserci
all’interno del contratto.
Sono:
• LA CONDIZIONE ossia un avvenimento futuro o incerto al cui verificarsi si producono o vengono
meno gli effetti del contratto
• TERMINE consiste in un avvenimento futuro e certo del quale debbono prodursi gli effetti del negozio
giuridico.
Il termine può essere iniziale o finale
• MODO è il peso che si appone a una libertà allo scopo di limitarla

CONTRATTO CONDIZIONATO
Disciplinato dall’articolo 1353
Le parti possono subordinare l’efficacia o la risoluzione del contratto ad un avvenimento futuro o incerto.
La condizione può essere:
• SOSPENSIVA se gli effetti del negozio non si verificheranno fino all’avvelarsi della condizione
• RISOLUTIVA se gli effetti del negozio si verificheranno subito e cesseranno all’eventuale verificarsi
della condizione.
• POTESTATIVE l’evento dipende dalla volontà del dichiarante, ma il suo realizzarsi non è irrilevante
per il dichiarante
• MISTE quando la volontà dei contraenti concorre solo in parte all’avveramento del fatto, mentre
l’altra parte dipende da fattori esterni.
• CONDIZIONE MERAMENTE POTESTATIVA è la condizione che subordina gli effetti del contratto
all’avverarsi di un evento dipendente esclusivamente dalla mera volontà di una delle parti. Inoltre
questa condizione è nulla quando siamo in presenza di condizione sospensiva ed invece produrrà i
suoi effetti se siamo in presenta di una condizione risolutiva.

CONDIZIONI ILLECITE O IMPOSSIBILI 1354


Il contratto è nullo quando viene apposta una condizione sospensiva o risolutiva contraria a norme
imperative, ordine pubblico e buon costume.
La condizione impossibile rende nullo un contratto sospensivo
Se è risolutiva è come “non apposta”.

CONDICIO FACTI E CONDICIO IURIS


• CONDICIO FACTI è una caratterizzata dalla incertezza dell’evento futuro del quale si fa dipendere
l’efficacia o la risoluzione del negozio.
• CONDICIO IURIS è la legge stessa che da dipendere l’efficacia di un negozio giuridico da un particolare
avvenimento futuro ed incerto.

130
PENDENZA DELLA CONDIZIONE 1356-1358
Durante il periodo di pendenza della condizione, sospensiva o risolutiva, nei negozi obbligatori o traslativi, è
imposto a colui che si è obbligato o che ha alienato un diritto sotto condizione risolutiva, ha l'obbligo di
comportarsi secondo buona fede per conservare integre le ragioni dell'altra parte, mentre la parte
interessata all'avveramento della condizione non deve ostacolare il libero svolgimento del fatto, da cui
dipende la efficacia o la risoluzione del contratto.
In pendenza della condizione le parti possono compiere atti conservativi

AVVERAMENTO DELLA CONDIZIONE 1359


La condizione è avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario
all’avveramento della condizione.
L’avveramento della condizione, sia essa risolutiva o sospensiva, sta a significare che gli effetti del contratto,
rispettivamente, si producono o vengono meno fin dal momento in cui si è stipulato il negozio.

RETROATTIVITÀ DELLA CONDIZIONE 1360


Gli effetti dell’avveramento della condizione retroagiscono al tempo in cui è stato concluso il contratto, salvo
che per volontà delle parti o per natura del rapporto, gli effetti del contratto o della risoluzione debbano
essere riportati a un momento diverso.

Se però la condizione risolutiva è apposta a un contratto ad esecuzione continuata o periodica,


l’avveramento di essa, in mancanza di patto contrario, non ha effetto riguardo alle prestazioni già eseguite.

NEGOZI CONDIZIONATI
Vi sono negozi ai quali NON è consentito apporre delle condizioni.
Essi sono indicati tassativamente dalla legge per esempio i negozi di diritto familiare.

TERMINE
Il termine consiste in un avvenimento futuro e certo dal quale -o fino al quale- debbono prodursi gli effetti
del negozio.
Il termine può essere:
• EVENTO FURUTO l’evento non si è ancora verificato
• EVENTO CERTO si verifica in un dato momento

Il termine può anche essere:


• Inziale ossia indica un momento a partire dal quale il contratto produrrà i suoi effetti
• Finale indica il momento a partire dal quel il contratto cesserà di produrre i suoi effetti.

MODO
Il modo è il peso che si appone ad una libertà con lo scopo di limitarla.
Si può apporre solo ai negozia a titolo gratuito come donazione, comodato ecc..
Il modo impossibile o illecito è come se non fosse mai stato apposto.

131
EFFETTI DEL CONTRATTO 1372
ART 1372
Il contratto ha forza di legge tra le parti.
Può essere sciolto per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge.
Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi ma solo nei casi previsti dalla legge.

GLI EFFETTI del contratto sono disciplinati nel Capo 5 del Titolo 2 del libro quarto
L’articolo 1372 afferma il principio secondo il quale non ci si può sciogliere per volontà unilaterale del vincolo
contrattuale
Fino al momento di formazione del contratto le parti possono recedere dalle trattative interrompendo il
processo di formazione del contratto attraverso la revoca della proposta o dell’accettazione.
Dopo la formazione, la volontà unilaterale non può più sciogliere il contratto.

IL MUTUO CONSENSO
Il MUTUO CONSENSO permette di sciogliere il vincolo di consenso che le due volontà hanno creato.
Esso coinvolge tutte e due le parti, ha la funzione di sciogliere l’accordo precedentemente creato e
instaurarne uno nuovo.
Le eccezioni sono previste dalla legge come nel recesso.

il contratto vincola solo coloro che hanno prestato consenso verso il contratto

RECESSO ART 1373


Il recesso è il diritto relativo soggettivo potestativo di risolvere, eccezionalmente e unilateralmente il
contratto.
DIRITTO POTESTATIVO è il diritto di poter unilateralmente modificare la sfera altrui senza che altra parte
possa impedirlo. (l’altra parte viene definita in aspettativa)
L’atto di recesso integra un negozio recettizio unilaterale.
Nasce anche per lo ius penitendi ossia il diritto di poter meditare sul contratto concluso

Il recesso può essere di due tipi:


• Recesso convenzionale ossia consegue dalla volontà delle parti
• Recesso ex lege ossia la facoltà di recesso viene attribuita dalla legge stessa

RECESSO CONVENZIONALE
L’ipotesi è che la facoltà di recesso trovi fondamento nella volontà delle parti.
Sono le parti stesse che al momento della formulazione del contratto convengono stipulando un’apposita
clausola, che a determinate situazioni possa recedere.
Di norma la facoltà di recesso è onerosa, ossia che per esercitare il recesso un soggetto è tenuto a
corrispondere una somma di denaro.

FACOLTÀ DI RECESSO ATTRIBUITA DALLA LEGGE (RECESSO EX LEGE) art 1373


La facoltà di recesso è attribuita dalla legge, in ipotesi che attengono a contratti di durata senza termine
finale.
Non viene concordato con le parti.
Si trova per esempio nel diritto dei consumatori ossia acquisito di un bene fuori dai contratti commerciali, il
diritto attribuisce al consumatore la facoltà di recedere entro 14 gg prima erano 10gg ma con una direttiva
comunitaria si è prolungato il periodo di tempo.

132
Esempio
Contratto di agenzia a tempo indeterminato 1750
Possono essere:
• a tempo determinato
• a tempo indeterminato
• in caso di recesso bisogna dare preavviso entro il tempo stabilito.

Contratto di somministrazione a tempo indeterminato 1569


Se la durata della somministrazione non è stabilita, ciascuna delle due parti può recedere dal contratto dando
sempre un preavviso all’altra parte nel termine pattuito.

RECESSIONE NEI CONTRATTI AD ESECUZIONE CONTINUA E PERIODICA ART 1373


Esempio locazione o assicurazione
COMMA 1 La facoltà di recedere dal contratto, attribuita ad una delle due parti, può essere esercitata finché
il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione ossia la prestazione non sia già stata attuata o in corso
di attuazione
COMMA 2 sancisce che in contratti con esecuzione continua e periodica viene previsto espressamente la
facoltà che può essere esercitata.

IL RECESSO PUÒ ESSERE:


• condizionato ossia giustificato
• incondizionato ossia senza giustificazione
• oneroso ossia con corrispondenza di un pagamento
• gratuito senza un corrispettivo.

PRINCIPIO CONSENSUALISTICO ED EFFETTO TRASLATIVO


Il contratto nasce dal consenso delle parti, il consenso non solo vincola le parti ma produce un effetto
traslativo.
Come:
• i contratti reali che si perfezionano con la consegna della cosa
• i contratti consensuali che si perfezionano con il semplice consenso.
o Contratti ad effetti reali che producono il trasferimento della proprietà o la costituzione di
un diritto reale per effetto del consenso
o Contratto ad effetti obbligatori che producono il nascere di obbligazioni

ARTI 1376 sancisce il principio CONSENSUALISTICO


Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà o diritto reale, essi si trasmettono e si
acquisiscono per effetto del consenso tra le parti.
Il trasferimento del diritto è immediato al contratto, nel momento in cui si manifesta il consenso.
il consenso è determinabile, sufficiente ed idoneo a produrre effetti reali
Il sistema romano classico si discosta in quando i contratti producono effetti obbligatori, l’effetto reale cioè
il trasferimento della cosa avverrà solo con la traditio.
Secondo il Brocardo:
la proprietà dei beni si trasferisce con la consegna della cosa o per usucapione, non con il semplice consenso.

Nel diritto romano è proprio la consegna della cosa che trasferisce la proprietà.
Fu il CODE NAPOLEON ad introdurre il principio del consenso traslativo.

PRINCIPIO CONSENSUALISTICO non si applica nel:


• trasferimento di massa di cose 1377
• trasferimento di cosa determinata solo nel genere art 1378

133
I RAPPORTI GIURIDICI PREPARATORI
Sono quei rapporti diretti a fermare un affare, il cui assetto definitivo viene posticipato nel tempo.

ESISITONO DIVERSI TIPI DI RAPPORTI PREPARATORI:


• contratto preliminare 1351-2932
• opzione 1331
• patto di prelazione
• la proposta irrevocabile 1329
• prenotazione

CONTRATTO PRELIMINARE
Con la stipulazione del contratto preliminare le parti si obbligano a stipulare un futuro contratto, detto
definitivo.
Sorgono effetti obbligatoria
• Effetto reale si ha con la conclusione del contratto definitivo
• È un contratto consensuale obbligatorio
Nel codice civile troviamo tre articoli:
• 1351 in materia di forma
• 2645 bis in tema di trascrizione di contratti preliminari
• 2932 in materia di esecuzione coattiva dell’obbligo a contrarre.

CONTRATTO PRELIMINARE:
• BILATERALE dove entrambe le parti si obbligano a contrarre
• UNILATERALE dove una sola parte si obbliga a stipulare in futuro il contratto definitivo, e l’altra è
libera di stipulare o meno.
La maggior parte sono bilaterali.

FORMA DEL CONTRATTO PRELIMINARE art 1351


Sancisce che il contratto preliminare deve essere posto nella forma del contratto definitivo (FORMA PER
RELATIONEM)

TERMINE PER LA STIPULAZIONE DEL DEFINITIVO.


Il termine è considerato come necessario al contratto preliminare.
Un contratto preliminare deve contenere un termine entro il quale il contratto definitivo deve essere
concluso.
MASSIMO 3 ANNI
Entro un anno dalla scadenza del termine.
Non può essere inferiore a 15 gg.
Il contratto preliminare è essenzialmente un’obbligazione a termine.

Elementi sono causa, modo, termine, accordo, forma. (per relazionm)

AZIONE DI:
ESECUZIONE DELLA FORMA SPECIFICA DELL’OBBLIGO DI CONCLUDERE UN CONTRATTO (esecuzione forzata
in forma specifica dell’obbligo di adempiere)
Art 2932 sancisce che chi è obbligato a concludere un contratto non adempie l’obbligazione, l’altra parte può
ottenere una sentenza costitutiva che riproduca gli effetti del contratto non concluso.

134
Sancisce inoltre che i rimedi più tradizionali sono:
• condanna all’adempimento che è il più delle volte inutile perché l’obbligo di prestare il consenso
definitivo nasce dal preliminare stesso e la sentenza che lo ribadisce può apparire ripetitiva.
• Risoluzione del contratto per inadempienza con conseguente risarcimento del danno le molte delle
volte il risarcimento monetari non può soddisfare a pieno il creditore.

Si può trascrivere il contratto preliminare perché ha un effetto prenotativo sul diritto.


Essa consente di opporre il preliminare a terzi ed il suo acquisto purché sia stipulato e trascritto il definito
entro un termine stipulato.
Entro un anno dalla scadenza prevista.

SENTENZA DELLA CASSAZIONE CIVILE sancisce che l’oggetto della domanda giudiziale diretta all’esecuzione
in forma specifica di un contratto preliminare di compravendita non è il bene che le parti avrebbero dovuto
trasferire ma l’obbligo di facere il contratto non concluso.

CONTRATTI AVENTI COME OGGETTO IL TRASFERIMENTO DI PROPRIETÀ


Il creditore deve essere adempiente o deve comunque fare offerta della prestazione corrispettiva.
L’art 2932 comma 2 la domanda non può essere accolta, se la parte che l’ha proposta non esegue la sua
prestazione o non ne fa offerta nei modi di legge.
Tale offerta NON deve però adempiersi nei modi di forma reale ma anche secondo gli usi.

IL CONTRATTO PRELIMINARE DI COMPRAVENDITA DI IMMOBILI PUÒ ESSERE TRASCRITTO ai sensi dell’art.


2645 bis.
La ragione dell’introduzione della possibilità di trascrivere il contratto preliminare è maggiormente fiscale.
Gli effetti della trascrizione del contratto preliminare cessano e si considerano come mai prodotti se entro
un anno dalla data convenuta tra le parti per la conclusione del contratto non avvenga la trascrizione del
contratto definitivo, o comunque entro 3 anni dalla trascrizione predetta.
Oltre al preliminare, può essere trascritta anche la domanda diretta da ottenere l’esecuzione in forma
specifica dell’obbligo qualora la sua causa abbia come oggetto il trasferimento della proprietà sui beni
immobili.

OPZIONE ART 1331


È un contratto nel quale le parti convengono che una di esse rimane vincolata della propria dichiarazione
mentre l’altra si riserva la facoltà di accettarla o meno.

La suprema corte ha sancito che il patto d’opzione è un negozio giuridico bilaterale che da luogo ad una
proposta irrevocabile cui corrisponde la facoltà di una delle due parti di accettarla.
L’opzione può essere a titolo oneroso o gratuito.

COMPLETEZZA DELLA PROPOSTA CONTENUTA NELL’OPZIONE


Deve contenere tutti gli elementi essenziali del contratto da concludere in modo da consentire la conclusione
del contratto nel momento della adesione dell’altra parte senza altre pattuizioni.

IL TERMINE
Nell’opzione il termine può mancare, ed è fissato dal giudice quando è necessario.

EFFETTO DEFINITIVO NELL’OPZIONE


Si verifica con l’accettazione della proposta contrattuale contenuta nel patto di opzione.
L’accettazione è idonea a perfezionare il contratto.

135
DIFFERENZE TRA OPZIONE E PROPOSTA IRREVOCABILE
L’opzione è giuridicamente distinguibile dalla proposta irrevocabile.

L’OPZIONE ha natura di negozio giuridico bilaterale dove vi sono due parti che convergono dove una resta
vincolata alla propria dichiarazione e l’altra resta libera di accettarla o meno.
PROPROSTA IRREVOCABILE vi è una parte che avanza una proposta contrattuale ed unilateralmente si
impegna a mantenerla ferma per un certo periodo.
In entrambi i casi vi è una proposta contrattuale irrevocabile ma nel caso della proposta irrevocabile
l’irrevocabilità dipende da una sola parte
Mentre nell’opzione l’irrevocabilità dipende da una convenzione tra le parti

DIFFERENZE TRA OPZIONE E CONTRATTO PRELIMINARE


• OPZIONE è sufficiente l’accettazione perché si possa perfezionare l’assetto negoziario, si realizza un
contratto a formazione progressiva, c
• CONTRATTO PRELIMIANRE occorre il rinnovato consenso delle parti con la stipulazione del contratto
definitivo.

PROPOSTA IRREVOCABILE 1329


Il proponente può qualificare la sua proposta come irrevocabile.
La revoca della proposta irrevocabile NON HA EFFETTO
Il proponente, vincolandosi con una proposta irrevocabile costituisce un negozio giuridico preparatorio ad
una stipula del contratto definitivo.

PATTO DI PRELAZIONE
Con il patto di prelazione il promittente si obbliga a preferire, se deciderà di stipulare il contratto con un
determinato contrente al posto di altri, a parità di condizioni.
Non si crea un obbligo a contrarre ma semplicemente crea un obbligo a preferire un determinato soggetto
rispetto ad altri a parità di condizioni.
La prelazione può essere onerosa o gratuita.
NATURA DELLA PRESTAZIONE
Il patto di prelazione ha natura obbligatoria.
Nel caso di inadempimento del promittente, non è consentita l’esecuzione in forma specifica ma solo la
pretesa risarcitoria.
DURATA DELLA PRELAZIONE
La prelazione non deve necessariamente avere un termine, nel caso di eventuale vendita è valido anche se
di durata illimitata, non incidendo sul divieto di rapporti obbligatori.
LA DENUNCTIATIO quando chi ha concesso la prelazione si decide a vendere deve dare notizia a chi ha diritto
alla prelazione delle offerte formulate dal terzo.
Essa comporta la comunicazione dei precisi termini del contratto che si intende concludere con il terzo.
Il requisito essenziale della denuctiatio è l’indicazione del nome del terzo.

DIRITTO DI PRELAZIONE DA NON CONFONDERE


Il diritto di prelazione è quel diritto che consente a un soggetto di essere preferito ad un altro nella
costituzione di un negozio giuridico.
Deriva ex legem

PRENOTAZIONE
La prenotazione è un contratto in una parte si obbliga a tenere a disposizione di un'altra un bene o un servizio,
senza corrispettivo.
È un rapporto giuridico preparatorio
È diretta a fermare beni o servizi di scarso valore intrinseco.

La prenotazione alberghiera è un contratto atipico, consensuale ed esclusivamente gratuito.

136
RESPONSABILITÀ PRECONTRATTUALE

ART 1337 C.C. TRATTATIVE E RESPONSABILITÀ PRECONTRATTUALE.


Alcuni contratti si perfezionano istantaneamente, non appena raggiunta l'intesa a contrarre.
Altri contratti richiedono tempo oppure estenuanti trattative
La fase precontrattuale è una fase dove le parti si studiano, cercando di negoziare un assetto contrattuale
conveniente, è detta "fase delle trattative", ma debbono comportarsi secondo la buona fede.
La buona fede di cui parla la disposizione codicistica è quella oggettiva che impone alle parti di comportarsi
correttamente sotto il profilo della lealtà e della tutela degli interessi dell'altra parte.
Se violano tale dovere incorrono nella responsabilità precontrattuale.

Le trattative riguardano la fase antecedente alla conclusione di qualsiasi negozio, hanno natura preparatoria
e strumentale, giacché sono finalizzate alla stipulazione dell’accordo. Tramite esse le parti verificano la
possibilità di trovare un’intesa. Qualora il contratto non venga concluso, perdono rilievo, poiché non sono
vincolanti.

I danni risarcibili sono riconosciuti nei limiti del cosiddetto "interesse negativo”.

INTERESE NEGATIVO si intende l’interesse che la parte in buona fede aveva prima che le trattative iniziassero.

Secondo la giurisprudenza l’interesse negativo comprende i danni rappresentati da:


• spese sostenute
• perdute occasioni di stringere altro valido contratto
• dall’attività sprecata nelle trattative e sottratta ad altre utili applicazioni.
La suprema corte inoltre ha stabilito che il risarcimento del danno, in fase precontrattuale, deve essere
determinato al minor vantaggio o al massimo aggravio economico determinato dal comportamento tenuto
dall’altra parte in violazione dell’obbligo di buona fede.

La parte che, pur sapendo o conoscendo l’invalidità del contratto, non ne ha dato notizia all'altra parte è
tenuta a risarcire il danno.

È nullo qualsiasi patto che esclude o limita preventivamente la responsabilità̀ del debitore per dolo o per
colpa grave

137
I RIMEDI
I rimedi sono :
• la rescissione
• la risoluzione
e vanno a chiudere il momento patologico della teoria generale del contratto.

Sono strumenti che hanno il compito di prevenire o rimediare una lesione.


Il contratto nullo o annullato non produce effetti e serve per sanzionare la violazione di un interesse protetto
o per proteggere un soggetto debole.

La rescissione e la risoluzione sono rimedi azionabili da uno dei due contraenti.


Attribuiscono cioè la possibilità di sciogliere unilateralmente il contratto.
Le azioni di rescissione e di risoluzione promanano unilateralmente.
Le ipotesi di rescissione attengono ad anomalie che infettano il momento genetico del rapporto
Le ipotesi di risoluzione attengono ad anomalie funzionali del contratto.
L’anomalia non esisteva nel momento genetico o formativo del contratto.

RESCISSIONE ART 1447-1452


La rescissione è un rimedio che permette alla parte danneggiata di sciogliere il contratto concluso in stato di
pericolo o concluso in stato di bisogno, nel quale l’altra persona ne ha tratto vantaggio, con una sproporzione
tra le prestazioni ULTRA DIMIDIUM.

LE IPOTESI DI RESCISSIONE DEL CONTRATTO SONO DUE.


• La recessione del contratto concluso in stato di pericolo 1447
• Azione generale di rescissione per lesione 1448
Gli elementi che attengono al momento formativo del contratto sono:
• stato di pericolo attuale, noto alla controparte
• condizioni inique

è proprio nel momento della formazione che si rileva la sproporzione ultra dimidium (oltre la metà), quindi
l’azione non è ammissibile se la lesione non eccede la metà del valore che la prestazione aveva al tempo della
formazione del contratto ed inoltre tale lesione deve perdurare fino al momento in cui la domanda è aperta.

A DIFFERENZA DELLA NULLITÀ ED ANNULLABILITÀ,


un contratto rescindibile è valido, anche se affetto da un’anomalia genetica che porterà alla rescissione, essa
va vista come un correttivo particolare ad un’anomalia genetica.
Il contratto rescindibile non può essere convalidato.

GLI EFFETTI:
se la rescissine è esercitata con successo, il contratto è sciolto, con effetto retroattivo.
Nel pronunciare la rescissione del contratto concluso in stato di pericolo il giudice può, assegnare un equo
compenso all’altra parte per l’opera prestata.

Per contrastare la rescissione il contraente può offrire una modifica del contratto al fine di ridurlo ad equità
1450.
I diritti dei terzi non sono pregiudicati, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di rescissione.

LA PRESCRIZIONE 1449 per la rescissione è breve circa un anno dalla conclusione del contratto.

138
AZIONE GENERALE DI RESCISSIONE PER LESIONE 1448
Nell’azione generale di rescissione per lesione, l’equilibrio tra i sinallagmi.
Sono elementi essenziali della fattispecie:
• sproporzione tra le prestazioni (ultra dimidium) e che perduri per tutti il tempo dell’esercizio di
rescissione
• stato di bisogno di una parte
• approfittamento dell’altra parte (portando un vantaggio a se stesso)

se si verificano tutti le fattispecie allora il rimedio è esauribile.


CONTRO L’AZIONE DI RESCISSIONE il contraente può offrire di modificare il contratto per ricondurlo ad
equità (1450), offrendo una modificazione del contratto sufficiente.
La dichiarazione ha un carattere di volontà negoziale diretta alla contro parte.

NON POSSONO ESSERE RESCISSI PER CAUSA DI LESIONE I CONTRATTI ALEATORI

CONTRATTO CONCLUSO IN STATO DI PERIOCOLO 1447


Il contratto in cui una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, per necessità, nota alla controparte,
di salvare sé o altri dal pericolo attuale o di un danno.

Gli elementi della fattispecie sono:


• le condizioni inique
• il pericolo attuale di un danno grave alla persona
• la necessità di salvare sé o altri
• necessità che sia nota alla controparte

il concetto di condizioni inique è una condizione con una sproporzione tra prezzo/valore inferiore alla media.
Occorre anche che il contratto sia stipulato al fine di salvare sé o altri da un pericolo attuale di danno grave
alla persona.
Per pronunciare la rescissione, il giudice può assegnare un equo compenso all’altra parte per l’opera prestata.
Viene in questi casi rescisso il contratto ma esso non è nullo.

RISOLUZIONE
è un rimedio che permette di sciogliere un contratto a prestazioni corrispettive (sinallagmatico) per
un’anomala funzionale.
Il contratto può essere risolto per:
• Inadempimento
• Per impossibilità sopravvenuta
• Eccessiva onerosità delle prestazioni

La risoluzione scioglie il contratto con effetto retroattivo.


Le anomalie non avvengono al momento genetico.
Esse non esistevano quando il contratto è stato stipulato ma sono avvenute in un momento successivo.
Esempio al momento della stipulazione del contratto la prestazione era possibile ora è divenuta impossibile.
La risoluzione quindi istituisce dei rimedi per anomalie funzionali.
IL GIUDICE VALUTA LA GRAVITÀ IN RELAZIONE ALL’INTERESSE DELL’ALTRA APRTE

139
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PER INADEMPIMENTO (1453)
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie alla sua obbligazione,
l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il
risarcimento del danno.
Non si può applicare se i contratti non sono a prestazioni corrispettive.
La risoluzione è legata all’inadempimento colpevole.
Se l’inadempimento è incolpevole non si può esercitare l’azione di risoluzione.

Per dar luogo alla risoluzione del contratto la discordanza tra quanto promesso e quando eseguito deve
essere di intensa particolarità.
La risoluzione del contratto non può avvenire se una delle due parti ha avuto scarsa importanza riguardo
l’interesse dell’altra.

L’ inadempimento può essere: totale o parziale


La colpa nell’inadempimento viene presunta ossia risale al principio generale delle obbligazioni contenuto
nell’articolo 1218 c.c.

PROVA PER L’INADEMPIMENTO


La corte suprema ha precisato che, il creditore che agisca per la risoluzione del contratto, deve soltanto
provare la fonte del suo diritto e il suo relativo termine di scadenza.

RIMEDIO RISOLUTORIO E RICHIESTA DI ADEMPIMENTO


La parte può richiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto salvo l’azione di risarcimento del danno.

Si può richiedere in momenti diversi:


dapprima la parte richiede l’adempimento della prestazione e in un momento successivo la risoluzione.
La ratio è che la risoluzione determina lo scioglimento del contratto con effetto retroattivo, inoltre data la
domanda di risoluzione la parte inadempimento non può più adempiere la propria obbligazione.

EFFICACIA RETROATTIVA DELLA RISOLUZIONE 1458


La risoluzione del contratto ha effetto retroattivo tra le parti.
Scioglie il vincolo contrattuale e le parti sono liberate dalle obbligazioni assunte
Resterà poi a carico del debitore inadempiente risarcire il danno.
Se ha già adempiuto, ha diritto alla restituzione di quanto ha prestato.
La parte contro la quale la risoluzione è stata richiesta non può più adempiere
CONTRATTI AD ESEGUZIONE PERIODICA O CONTINUA
Non vengono applicati effetti uguali ad altri contratti.
Nei contratti ad esecuzione periodica o continua, l’effetto della risoluzione non ha efficacia retroattiva e non
si estende alla prestazioni già eseguite.
L’efficacia della risoluzione è ex nunc

EFFETTI PER I TERZI


La risoluzione non pregiudica i diritti acquisisti dai terzi, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di
risoluzione.

140
RISOLUZIONE DI DIRITTO
È la risoluzione per l’inadempimento che avviene automaticamente, senza l’intervento del giudice, nelle
ipotesi di:
• diffida ad adempiere
• clausola risolutiva espressa
• termine essenziale

in questi casi la risoluzione si verifica automaticamente.


La risoluzione giudiziale presuppone un’attenta valutazione giudiziale.
Infatti spetta proprio al giudice accertare che la clausola risolutiva espressa sia effettivamente tale.

DIFFIDA AD ADEMPIERE 1454


È uno strumento utilizzato in caso di inadempimento di un parte.
L’altra parte reagisce al fatto dell’inadempimento, mettendo la parte inadempiente sull’avviso che l’altra
parte non è più disposta a tollerare il ritardo.
La parte lo intima per iscritto all’adempimento del contratto entro un congruo termine.
Con tale dichiarazione, decorso il termine stabiliti il contratto si intenderà risoluto.

LA DIFFIDA è un atto unilaterale recettizio che produce i suoi effetti, dal momento in cui la manifestazione
assume la forma stabilita dalla volontà, indipendentemente dall’accettazione.

L’intimazione deve essere fatta per iscritto ed inoltre il termine del contratto deve essere congruo e non
inferiore ai 15 giorni.

CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA 1456


è una clausola serve ad operare di fronte al possibile inadempimento.
La risoluzione riposa nella volontà delle parti.
La clausola deve rispecchiare specifiche ipotesi di inadempimento e non occorre valutare se l’inadempimento
sia grave o di scarsa importanza in relazione all’interesse dell’altra parte.
Inoltre essa non impedisce di chiedere la risoluzione per inadempimento per fatti diversi sa quelli previsti
dalla clausola.

L’ordimento lascia alla parte interessata il diritto di chiedere o meno la risoluzione del contratto.
La risoluzione non opera automaticamente.

TERMINE ESSENZIALE 1457


La disciplina generale delle obbligazioni ricorda che ogni obbligazione ha un termine.
non ogni termine è definito essenziale, ma quando è presente “essenziale” significa che alla scadenza, il
contratto si risolve di diritto al termine di esso.

Se la parte, salvo uso o patto contrario, vuole esigerne l’esecuzione nonostante la scadenza o il termine, deve
darne notizia all’altra parte entro TRE GIORNI.
In mancanza il contratto si intende risoluto per diritto
Il termine essenziale può essere determinato:
• per volontà delle parti (quando le parti attribuiscono espressamente)
• per la natura dell’affare o in relazione a circostanze

141
RIMEDI PER L’INADEMPIMENTO
ECCEZIONE DI INADEMPIMENTO 1460, servono per sospendere l’adempimento stesso.
Nei contratti a prestazioni corrispettive ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere le sue
obbligazioni, se l’altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria prestazione.
MUTAMENTEO DELLE CONDIZIONI PATRIMONIALE DEI CONTRAENTI 1461
La difesa consiste nella SOSPENSIONE dell’esecuzione.
Ossia ciascun contraente può sospendere l’esecuzione della prestazione dal lui dovuta, se le condizioni
patrimoniali sono divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione.
IL RISARCIMENTO DEL DANNO 1453 art
Nei contratti a prestazioni corrispettive quando uno dei due contraenti non adempie alle sue obbligazioni
l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso, il
risarcimento del danno.
La sanzione che ordimento prevede in ogni caso di inadempimento è l’obbligo di risarcimento del danno
subito dal creditore.
In relazione alla misura del danno, si dice che deve prevedere tutti quei vantaggi che avrebbero incrementato
il suo patrimonio se fosse stata eseguita la prestazione.
Esso deve comprendere:
il danno mergente ossia la perdita subita quando il lucro cessante ossia il mancato guadagno

LA RISOLUZIONE PER IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA


Nei contratti a prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione
dovuta non può chiedere la controprestazione e deve restituire quella già ricevuto secondo le norme relative
alla ripetizione dell’indebito.
La parte liberata dall’impossibilità sopravvenuta della prestazione può richiedere la risoluzione del contratto.
L’impossibilità può essere:
• totale dove termina l’effetto risolutorio
• parziale richiede una valutazione: ossia valutare se vi sia un interesse alla riduzione della prestazione
oppure se la prestazione non corrisponda a quella stabilita e quindi si possa dar luogo alla risoluzione
del contratto.
• Se l’impossibilità è temporanea non può dar luogo alla risoluzione del contratto.

RISOLUZIONE PER ECCESSIVA ONEROSITÀ


Nei contratti ad esecuzione continuata o periodica , se una delle prestazioni è diventata eccessivamente
onerosa per il verificarsi di determinati avvenimenti straordinari o imprevedibili, la parte che deve tale
prestazione può domandare la risoluzione del contratto.
In sostanza, l’eccessiva onerosità non rientra nell’alea normale del contratto e crea uno squilibrio
sinallagmatico quindi la parte può richiedere la risoluzione.
I presupposti della fattispecie sono:
• contratti a esecuzione continuata
• contratti a esecuzione periodica
• contratti a esecuzione differita
Sono elementi della fattispecie:
• la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa
• la sopravvenuta onerosità non rientra nell’alea normale del contratto
• per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili
OCCORRE CHE LA PRESTAZIONE NON SIA ANCORA STATA ESEGUITA
La dottrina è concorde sul fondamento oggettivo dell’eccessiva onerosità
La nozione di prevedibilità viene intesa in senso oggettivo cioè come prevedibilità dell’uomo medio.
Essa va valutata riferendosi al momento della conclusione del contratto, in relazione alla natura del contratto
e alle condizioni del mercato.

142
IL CONTRATTO E I TERZI
Il contratto non produce effetti rispetto ai terzi se non nei casi previsti dalla legge

Come sancisce l’articolo 1372 il contratto ha forza di legge tra le parti, nell’ultimo comma viene sancito che
non produce effetto verso i terzi, solo nei casi previsti dalla legge.

CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE 1401-1405


Nel momento della conclusione del contratto una parte può riservarsi la facoltà di nominare successivamente
una persona che deve acquisire i diritti e assumere gli obblighi del contratto stesso.
Questo sistema si chiama RISERVA DI NOMINA DEL CONTRAENTE.
L’atto con il quale, una parte si riserva a nominare la persona che deve acquisire i diritti nascenti dal contratto,
è detta dichiarazione di nomina.
Essa deve essere comunicata all’altra parte al termine di TRE GIORNI dalla stipulazione del contratto, se le
parti non hanno stabilito diversamente.
La dichiarazione non ha effetto se non è accompagnata dall’accettazione della persona nominata o se non
esiste una procura anteriore.
La procura anteriore serve per mostrare che il soggetto si è riservato (ossia è mandatario attraverso la
rappresentanza indiretta)

EFFETTI DELLA DICHIARAZIONE 1402 E DELLA MANCATA DICHIARAZIONE DI NOMINA 1405


La persona nominata assume gli obblighi dal momento della in cui fu stipulato il contratto.
Quindi ha effetto retroattivo.

Se la dichiarazione non viene accettata nel tempo/termine stabilito dalle parti, il contratto produce effetti
tra i contraenti originari.

TERMINE 1402
La dichiarazione deve essere comunicata all’altra parte entro tre giorni dalla stipulazione del contratto, salvo
diverso accordo.
La natura di fissazione di tre giorni è di tipo fiscale.
Per gli atti soggetti ad imposta di registro, un termine maggiore comporterebbe il pagamento di un doppio
onere.
In pratica consente solo un risparmio fiscale

FORME E PUBBLICITÀ 1403


La dichiarazione di nomina e l’accettazione della persona nominata non hanno effetto se non rivestono la
stessa forma che le parti hanno usato per il contratto.

IL CONTRATTO A FAVORE DI UN TERZO 1411-1413


Nel contratto a favore di un terzo lo stipulante designa un terzo il quale avrà diritto alle prestazioni dovute
della controparte.
Un soggetto desidera che gli effetti postivi del contratto vadano a beneficio di un terzo.
Il codice consente la stipulazione di questo contratto in certe condizioni ossia è sempre valido quando lo
stipulante vi abbia interesse.
Il contratto a favore di terzi è nullo se lo stipulante non ha interesse ad indicare un determinato beneficiario.
L’interesse può essere: patrimoniale, culturale, affettivo o altruistico.

Il contratto a favore di un terzo non è un contratto trilaterale.


Il terzo non partecipa alla formazione del contratto ma beneficerà degli effetti.
Se il terzo beneficiato dichiara di voler profittare del contratto, il contratto stipulato in suo favore diviene
irrevocabile ed immodificabile.

143
REVOCA.
Lo stipulante può revocare il beneficiario ed indicare il nuovo beneficiario.
DICHIARAZIONE DEL TERZO BEENFICIARIO
Nel momento in cui il terzo beneficia dichiara di volerne profittare si esaurisce il potere di revoca dello
stipulante.
La stipulazione può essere modificata/revocata dallo stipulante finché il terzo non abbia dichiarato di volerne
profittare.

EFFETTI DELLA REVOCA DELLA STIPULAZIONE in caso di revoca, la prestazione rimane a beneficio dello
stipulante.

CONTRATTO PER CONTO DI CHI SPETTA


È stipulato per conto e in rappresentanza di chi risulterà titolare di una data posizione giuridica.

Al momento della stipulazione, il terzo su cui si produrranno gli effetti è ignoto.

Il codice prevede due ipotesi:


1. LA VENDITA PER CONTO DI CHI SPETTA 1513
2. ASSICURAZIONE PER CONTO DI CHI SPETTA 1819
È frequente che un soggetto stipuli un contratto di assicurazione in nome proprio, ma per conto altrui o di
chi spetta.
Il titolare dell’interessato verrà determinato al momento del sinistro,
es assicurazione contro i rischi di danni alla merce trasportata.

144
CESSIONE DEL CONTRATTO 1406-1410
La cessione del contratto è il negozio mediante il quale, un contraente in un contratto a prestazioni
corrispettive non ancora eseguite sostituisce a sé un terzo, con il consenso dell’altro contraente.

Il contratto vincola le parti che lo hanno stipulato


Si basa sull’intuitus personae.
Di regola si pensa che le parti abbiano un interesse a rimanere vincolate reciprocamente.
Questo spiega come il contratto non possa essere ceduto ma solo se l’altro contraente consente, il contratto
NON ancora eseguito può essere ceduto ad un terzo.

IN RELAZIONE ALLA CESSIONE DEL CREDITO il creditore può cedere il suo credito senza il consenso del
debitore
PER LA CESSIONE DEL CONTRATTO invece non può essere ceduto senza il consenso dell’altra parte
contraente.

DISCIPLINA DELLA CESSIONE DEL CONTRATTO 1406


Ciascuna parte del contratto può sostituire sé stesso con un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con
prestazioni corrispettive, se queste non ancora eseguite.

IL CONSENSO DEL CONTRAENTE CEDUTO costituisce requisito di validità della cessione del contratto,
se il contratto viene ceduto SENZA il consenso, la cessione è nulla.

Un’eccezione la si torva nei contratti d’impresa 2558


Se non vi è pattuito diversamente, acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipulato con il terzo per
l’esercizio della azienda stessa che non abbiano carattere personale.
Il subentro è automatico. Il terzo contraente può tuttavia recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia
del trasferimento se sussiste giusta causa.

RAPPORTI TRA CONTRAENTE CEDUTO, CEDENTE E CESSIONARIO 1408-1410


La cessione del contratto coinvolge tre soggetti:

TRA CEDENTE E CESSIONARIO


Il cedente è colui che cede il contratto ed è tenuto a garantire la validità del contratto.
Se il cedente assume la garanzia dell’adempimento del contratto, egli risponde come fideiussore per le
obbligazioni del contraente ceduto.

TRA CEDUTO E CEDENTE


Il cedente è liberato delle sue obbligazioni verso il contraente ceduto dal momento in cui la sostituzione viene
efficace nei confronti del ceduto.

TRA CEDUTO E CESSIONARIO


Il contraente ceduto può opporre al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto.
Il contraente ceduto non può opporre eccezioni fondate su altri rapporti con il cedente, salvo riserva espressa
al momento della sostituzione.

145
INTEGRAZIONE DEL CONTRATTO ART 1374
Il contratto può essere integrato ossia ricoprire alcune lacune.
l contratto obbliga le parti non solo a quanto è espresso nel contratto, ma anche a tutte le conseguenze che
ne derivano secondo la legge, o in mancanza, secondo gli usi e l’equità.

ART 1381 PROMESSA DEL FATTO DEL TERZO


Un soggetto può obbligarsi a promettere il bene/obbligazione o il fatto di un terzo.
Se la promessa va buon fine il contratto è adempiuto.
Se il terzo rifiuta di adempiere e non compie il fatto promesso, colui che ha promesso l’obbligazione o il fatto
del terzo è tenuto ad indennizzare l’altro contraente.
Il rapporto tra il terzo e colui che ha promesso il fatto non rileva di fini dell’obbligazione.

LA NATURA DELL’INDENNIZZO
Se il terzo rifiuta di compiere il fatto da lui permesso, colui che ha promesso è tenuto all’indennizzo.
L’indennizzo non costituisce un risarcimento del danno ma consiste nel compensare la lesione di interessi
altrui.

CAPARRA
Consiste in una somma di denaro che una parte dà all’altra al momento della conclusione del contratto, essa
è di regola confirmatoria.
Se la somma è corrisposta per un diritto di recesso prende il nome di caparra penitenziale.

ACCONTO
È una somma di denaro inferiore all’importo totale che può essere richiesta alla stipulazione di un contratto.
In un momento successivo verrà corrisposto il saldo.

CAPARRA CONFIRMATORIA ART 1385


Consiste in una somma di denaro che una parte cede all’altra parte al momento della conclusione del
contratto.
Essa ha la funzione di rafforzare il contratto, inducendo l’altra parte all’adempimento.
Se il contratto andrà a buon fine, la caparra verrà restituita o imputata alla prestazione dovuta.
Il contratto si può sciogliere in caso di recesso e
In caso di INADEMPIEMNTO
Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l’altra parte può recedere dal contratto trattenendosi la
caparra.
Se l’inadempiente è invece la parte che l’ha ricevuta, l’altra parte può recedere ed esigere il doppio della
caparra.

CAPARRA PENITENZIALE ART 1386


È la somma di denaro che una parte dà all’altra al momento della conclusione del contratto, quale
corrispettivo di diritto di recesso.
La parola penitenziale deriva dal latino ius penitendi è quindi il diritto di pentirsi della conclusione di un
contratto da cui deriva appunto la caparra penitenziale.
Il recedente perde la caparra concessa o deve restituire il doppio di quella che ha ricevuto.

CLAUSOLA PENALE 1382-1384


La clausola penale è la clausola che predetermina il risarcimento del danno in caso di ritardo o
inadempimento.
La penale può essere stabilita per inadempimento totale o parziale dell’obbligazione.
Nel caso del ritardo, la penale qualifica il danno da ritardo
La parte inadempiente dovrà pagare la somma della clausola penale corrispettiva.

146
Inoltre l’altra parte non dovrà dimostrare l’onere subito, infatti la penale è dovuta indipendentemente dalla
prova del danno.

LIMITE DELLA CLAUSOLA


In alcuni casi limita il danno infatti viene definito il danno ulteriore ed in questo caso dovrà essere dimostrato.

DIVIETO DI CUMULO ART 1383


Il creditore non può domandare insieme alla prestazione principale anche la penale, a meno che essa non si
prevista per il solo ritardo.

RIDUZIONE DELLA PENALE ART 1384


La penale può essere diminuita equamente dal giudice, se l’obbligazione principale è stata eseguita in parte
e nel caso la penale fosse manifestamente eccessiva.
Il principio della riducibilità della clausola penale è previsto in tutti quei contratti dove la clausola viene
inserita ed in base al tipo di negozio.

147
INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO
Nominata anche ATTIVITÀ ERMENEUTICA.

Interpretare significa attribuire un significato al consenso negoziale.


Il primo scopo dell’attività ermeneutica è la ricostruzione della comune interpretazione delle parti.
L’interpretazione consiste nella ricostruzione di una realtà storica del contratto, ossia alla ricostruzione della
volontà negoziale delle parti al momento della formazione del contratto.
Le norme di interpretazione del contratto sono dal 1362 fino alle 1371.

Le tipologie di interpretazione del contratto sono in ordine preciso:


NORME DI INTEPRETAZIONE SOGGETTIVA ossia in contratto cerca di porre in luce la concreta intenzione
comune alle parti.
1362 intenzione dei contraenti
1363 interpretazione complessiva delle clausole
1364 espressioni generali
1365 indicazioni esemplificative
1366 INTERPRETAZIONE DI BUONA FEDE
NORME DI INTERPRETAZIONE OGGETTIVA
1367 conservazione del contratto
1368 pratiche generali interpretative
1369 espressione con più sensi
1370 interpretazione contro l’autore della clausola
1371 REGOLE FINALI (criterio sussidiario)

NORME DI INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA


Sono dirette a ricostruire la volontà comune delle parti ossia la fusione delle proposte e dell’accettazione.
INTENZIONE DEI CONTRAENTI 1362
Le fasi sono 3:
1. INTERPRETAZIONE LETTERALE: consiste nel comprendere il significato del contratto stesso
2. RICERCA DELLA COMUNE INTENZIONE DELLE PARTI consiste nell’indagare quel sia stata la comune
intenzione delle parti
3. VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DELLE PARTI per determinare la comune intenzione delle
parti bisogna analizzare e valutare il comportamento precedente/posteriore della conclusione del
contratto.
• Analisi del comportamento PRE CONTRATTUALE
• Analisi del comportamento successivo alla conclusione del contratto
• Nel diritto romano si applicava IN CLARIS NON FIT INTERPRETATIO cioè se una cosa non è
chiara non c’è bisogno della norma ermeneutica, tale principio dava maggior rilevanza
all’interpretazione letterale.

INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA DELLE CLAUSOLE 1363


Le clausole del contratto si interpretano nel complesso, attribuendo a ciascuna il senso che risulta dall’atto
complessivo.

ESPRESSIONI GENERALI 1364


Per quanto le espressioni usate nel testo contrattuale siano generali, ossia non bisogna mai perdere di vista
gli interessi che le parti intendono realizzare con il contratto.

INDICAZIONI ESEMPLIFICATIVE 1365


Questa norma consente di ampliare la portata (interpretazione estensiva) di clausole contrattuali che
contengono alcuni esempi esplicativi di una disposizione del contratto, in quanto questi non esauriscono tutti
i casi che rientrano nella previsione contrattuale.

148
INTERERPETAZIONE IN BUONA FEDE 1366
È una norma di raccordo
Il contratto deve essere interpretato secondo la buona fede quindi il significato deve tener conto della buona
fede delle parti.
Il concetto di buona fede va attribuito infatti alla volontà negoziale.

Se permane il dubbio interpretativo si passa all’INTERPRETAZIONE OGGETTIVA.


Essi si chiamano così in quando prescindono dalla ricostruzione della volontà dei soggetti che posero in essere
il contratto.

CONSERVAZIONE DEL CONTRATTO 1367


È un principio cardine del nostro ordinamento giuridico.
Nel dubbio, il contratto o le singole clausole devono essere intrepretate in modo tale da avere un significato
e non nel modo in cui non si possa attribuire nessun significato.

LE PRATICHE GENERALI INTERPRETATIVE 1368


Le clausole ambigue si interpretano secondo ciò che si pratica in generale nel luogo in cui il contratto è stato
concluso in base agli usi.
Nei contratti in cui una delle parti è un imprenditore, le clausole ambigue si interpretano nel luogo della sede
legale dell’impresa.
• USI GIURIDICI O NORMATIVI costituiscono una fonte secondaria di diritto nelle materie in cui manca
del tutto la disciplina (praeter legem)
• USI NEGOZIALI O INTERPRETATIVI, sono un mezzo di interpretazione della volontà delle parti
contraenti integrata nelle clausole oppure espressa.

ESPRESSIONI POLISENSI 1369


Le espressioni che possono avere più sensi devono essere intese nel senso più conveniente alla natura e
all’oggetto del contratto.

INTERPRETAZIONE CONTRO L’AUTORE DELLA CLAUSOLA 1370


Le clausole inserite nelle condizioni generali di contratto (1341) i nei moduli formulari (1342), predisposti da
uno dei contraenti s’interpretano a favore della parte accettante.
Es contratti di massa e i contratti per adesione.

REGOLA FINALE INTERPRETATIVA 1371


Nonostante l’applicazione delle norme interpretative rimane oscuro il contratto e continui ad esserci un
dubbio interpretativo, esso deve essere inteso:
in senso meno gravoso per l’obbligato.
• Se è a titolo gratuito, il contratto va interpretato nel senso meno gravoso per l’obbligato
• Se è a titolo oneroso, l’interprete dovrà cercare un significato interpretativo che contempera
l’interesse delle parti ossia attraverso il principio di equità.

149
INVALIDITÀ DEL CONTRATTO
NULLITÀ
È una sanzione più grave che colpisce il negozio viziato.
Essa protegge un interesse generale.
L’atto nullo è inefficacie, insanabile e quando è accertato ha efficacia retroattiva.
QUOD EST NULLUM, NULLUM PRODUCIT EFFECTUM
Il contratto nullo, nasce nullo.

LE CAUSE DI NULLITÀ
Il contratto è nullo quando:
• è contrario alle norme imperative, salvo che la legge disponga diversamente
• mancanza di uno degli elementi essenziali.
• Illeceità della causa, motivi
• Mancanza dell’oggetto dei requisiti stabiliti dall’articolo 1346

LEGITTIMAZIONE ALL’AZIONE DI NULLITÀ 1421


LA nullità può essere fatta valere da chiunque ne abbia interesse e può essere rilevata anche d’ufficio dl
giudice (anche se non richiesto dalle parti) tramite una sentenza dichiarativa.

IMPRESCRITTIBILITÀ DI NULLITÀ
Art 1422 l’azione per dichiarare la nullità non è soggetta a prescrizione, salvi gli effetti dell’usucapione e della
prescrizione per le azioni di ripetizione

L’AZIONE DI NULLITÀ È UN’AZIONE DI ACCERTAMENTO, IL GIUDICE TRAMITE UNA SENTENZA


dichiarativa/accertamento si limita ad accertare che il contratto è nullo.

INAMMISSIBILITÀ DELLE CONVALIDA 1423


Il contratto nullo non può essere convalidato, se la legge non dispone diversamente, ossia la dottrina sancisce
che alcuni negozi nulli possano produrre alcuni effetti come:
• la conferma ed esecuzione volontaria di disposizioni testamentaria nulle
• la conferma ed esecuzione di donazioni nulle
• la nullità del contratto di lavoro
• la nullità delle società per azioni

CONVERSIONE DEL CONTRATTO NULLO art 1424


Se non può essere convalidato, sulla base del principio di conservazione, il contratto nullo può essere
convertito automaticamente in un negozio valido solo se contiene i requisiti di sostanza e di forma, se le
parti lo avrebbero comunque concluso conoscendo la causa di nullità del negozio invalido

NULLITÀ PARZIALE O LA NULLITÀ DELLA SINGOLE CLAUSOLE ART 1419


SECONDO IL PRINICPIO UTILE PER INUTILE NON VITIATUR, la nullità parziale del contratto o delle singole
clausole comporta la nullità dell’intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza
quella parte del suo contenuto che è computa la nullità, altrimenti la nullità delle singole clausole non
comporta la nullità dell’intero contratto quando le clausole nulle sono sostituite di diritto da norme
imperative.
NULLITÀ DI PROTEZIONE (relativa opera nell’interesse di un soggetto relativo)
La nullità di protezione è un rimedio speciale posto a tutela della parte contrattuale debole contro
l’introduzione di clausole abusive che determinano un significativo squilibrio nell’assetto generale del
contratto.
È una nullità “parziale” e relativa.
Può essere fatto valere dal giudice sempre purché operi nell’interesse del consumatore, e dal consumatore

150
Tale forma di nullità rappresenta una deroga rispetto all’articolo 1421 c.c. in quanto prevede che la nullità
possa essere fatta valere da chiunque abbia interessa invece la nullità di protezione può fatta valere nei
confronti unicamente di una parte debole destinata a maggiore tutela.
Come sancisce il codice del consumo art 36 comma 3
La nullità opera soltanto a vantaggio del consumatore e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.

ANNULLABILITÀ 1425-1446
È una sanzione.
Le cause di annullamento attengono all’incapacità e ai vizi del consenso (errore, dolo e violenza)
Essa protegge un interesse particolare, riferimento a un determinato soggetto.
IL CAPO XII del titolo II del libro IV suddiviso in tre sezioni, la prima delle quali dedicata all’incapacità, seconda
vizi del consenso: errore, violenza, dolo e la terza all’azione di annullamento.
Contratto che nasce invalido è suscettibile di annullamento.
Il contratto è invalido ma produttivo di effetti ed entro i 5 anni si può chiedere la prescrizione.

LE CAUSE attengono all’incapacità e ai vizi del consenso.


• l’incapacità legale (minor età, interdizione, inabilitazione)
• l’incapacità naturale
• l’errore, la violenza e il dolo (vizi del consenso)
• il conflitto di interessi, nella rappresentanza;
• il contratto concluso da falsus procurator;
• il contratto concluso in violazione di particolari divieti di alienazione (articolo 1471 n. 3 e 4);

L’annullabilità è testuale, nel senso che ricorre solo nei casi tassativamente indicati dalla legge.
Il contratto può essere annullato in giudizio art 1441

ART 1425 INCAPACITÀ DELLE PARTI


L’annullabilità viene vista come uno strumento protettivo per l’incapace.
Sancisce che il contratto è annullabile se una delle parti era legalmente incapace di contrarre.
Inoltre l’articolo 428 sancisce che per gli atti compiuti da una persona che sebbene non interdetta, si provi
essere stato per qualsiasi causa anche transitoria incapace di intendere e di volere al momento in cui sono
stati compiuti gli atti possono essere annullati, se ne risulta un grave pregiudizio all’autore.
L’annullabilità può essere fatta valere solo dal soggetto protetto.

CAUSE ATTINENTI ALL’INCAPAPCITÀ:


L’incapacità causa l’annullamento dei contratti.
Per contrarre un soggetto deve avere capacità di agire che si raggiunge con la maggior età
art 1345 comma 1 il contratto è annullabile se una delle sue parti era legalmente incapace di contrarre.
La sentenza che pronuncia l’annullabilità è costitutiva, la sua efficacia è retroattiva dalla pronuncia di
annullamento
il negozio annullabile può essere convalidato
L’ANNULLABILITÀ SI PRESCRIVE in cinque anni perché se entro quel termine la parte interessata non ha
proposto domanda vuol dire che non è interessata a farlo, né, d’altronde può lasciarsi l’altro contraente in
una situazione di dubbio a tempo indefinito.
Vengono prescritti entro:
• dal giorno in cui è cessata la violenza
• dal momento in cui è stato scoperto l’errore
• dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggior età
• dal giorno della conclusione del contratto art 1442
• dal giorno in cui è stato scoperto l’errore provocato dai raggiri dell’altra parte contraente
• dal giorno in cui è cessato lo stato di interdizione o inabilitazione

151
Tuttavia è bene ricordare che se l’azione di annullamento si prescrive in cinque anni l’eccezione di
annullamento è imprescrittibile. Il motivo è evidente: si vuole evitare che la parte che ha agito con dolo, o
violenza, o inducendo l’altro in errore, o approfittando dell’incapacità, eviti per cinque anni di chiedere
l’esecuzione del contratto, facendo così prescrivere l’azione di annullamento, proponendo azione per
l’esecuzione solo una volta scaduto il termine per l’azione;

ART 1426 RAGGIRI USATI DAL MINORE


Il contratto stipulato in minore età è annullabile, ma se il minore ha occultato con raggiri la sua minore età
NON è annullabile.
I raggiri devono consistere in un facere, un’attività dolosa.
La giurisprudenza ha esteso all’inabilitato questo articolo.

RIPETIZIONE CONTRO IL CONTRAENTE INCAPACE ART 1443


L’incapace se ha ricevuto una prestazione deve restituirla, solo nei limiti in cui ne ha tratto effettivo
vantaggio.
Articolo infatti dispone che se il contratto è annullato per incapacità di uno dei contraenti, questi non è tenuto
a restituirne all’altro la prestazione ricevuta se non nei limiti in cui è stata rivolta a suo vantaggio.

Essendo la sentenza retroattiva, il contratto cessa d produrre effetti dal momento della sua nascita e tutti gli
effetti decorsi cadono.

VIZI DEL CONSENSO


Il contraente, il cui consenso fu dato per errore, estorto con violenza o con dolo, può richiedere
all’annullamento del contratto.
Il contratto viziato da un errore è annullabile solo se l’errore è essenziale e riconoscibile.

ERRORE ART 1428-1433


L’errore è una falsa rappresentazione della realtà.
Non ogni errore è causa di annullamento del negozio.
L’errore è la causa di annullamento solo se è essenziale e riconoscibile dall’altro contraente.
L’errore può essere OSTATIVO, VIZIO

RILEVANZA DELL’ERRORE 1428


1) RICONOSCIBILE.
L’errore è riconoscibile quando una persona di norma diligenza avrebbe potuto rilevarlo e ci sono tre
elementi essenziali:
• CONTENUTO insieme economico-giuridico dell’operazione compiuta dalla parte
• CIRCOSTANZE tutti i fatti che hanno avuto rilievo nella relazione contrattuale, seppure estranei
al contenuto contrattuale.
• QUALITÀ DEI CONTRAENTI ossia le caratteristiche proprie delle parti che rendono manifesto il
significato attribuito alla dichiarazione negoziale.
2) ESSENZIALE quando cade sulla natura dell’oggetto del contratto, identità dell’oggetto, qualità delle
persone dell’altro contraente, è stata la ragione unica del contratto.

Art 1433 errore nella dichiarazione o trasmissione à ERRORE OSTATIVO che cade nel momento della
dichiarazione.
• sulla dichiarazione
• la dichiarazione non è stata trasmessa correttamente dalla persona o dall’ufficio che ne era stato
incaricato

152
ERRORE DI DIRITTO
Consiste nell’ignoranza o nella falsa conoscenza di una norma giuridica che ha indotto il soggetto a stipulare
un contratto.
L’errore di diritto rileva in quando è stato la ragione unica o principale della stipulazione del contratto
Costituisce un vizio del consenso quando determina una falsa rappresentazione circa l’esistenza, la portata,
l’applicabilità di una norma giuridica imperativa o dispositiva.
L’ignoratio iuris non excusat ossia non può essere invocata per sottrarsi all’applicazione della legge ma se
influisce sulla formazione della volontà, può condurre all’errore e quindi all’annullabilità.

ERRORE DI CALCOLO 1430


L’errore di calcolo non da luogo all’annullamento del contratto ma semplicemente alla RETTIFICA
DELL’ERRORE.
Se l’errore cade sulla QUANTITÀ non si tratta più di un errore di calcolo ma sulla formazione della volontà
stessa.
Art 1430 dispone che l’errore sulle quantità è causa di annullamento se è determinante del consenso.

VIOLENZA 1434-1438
La violenza forza la volontà di stipulazione del contratto.
Ossia deve essere tale da far impressione su un uomo medio coraggioso (in relazione a sesso, età, condizione
della persona).
Può essere:
• PSICHICA O RELATIVA O MORALE (causa di annullabità)
• FISICA O ASSOLUTA (causa di nullità, essendo più grave)
La minaccia è tale da viziare il contratto quando consiste in un male ingiusto e notevole
La minaccia deve essere vera e non presunta o immaginaria.
Il male può essere fisico, morale, patrimoniale.
Inoltre va valutata nel contesto in cui è pronunciata.
Può essere indirizzata la minaccia sia ai beni che alle persone.

MALE Il male minacciato deve essere contrario a norme di legge.


INGIUSTO è diretto ad ottenere vantaggi ingiusti.

MALE La minaccia deve essere vera o comunque apparire seria in modo da far impressione su
NOTEVOLE di una persona normale.
La valutazione sulla serietà della minaccia, però, non sarà solo oggettiva, ma anche
soggettiva essendo necessario valutare anche le condizioni personali di chi la riceve

la violenza è causa di annullabilità anche se proveniente da un terzo ed anche nel caso in cui la controparte
ne fosse all'oscuro.

ART. 1437. TIMORE RIVERENZIALE.


Il timore riverenziale non è causa di annullamento del contratto.
È basato su un atteggiamento psicologico e non ha posto in essere attività determinante tale da far
concludere il contratto.

ART. 1438. MINACCIA DI FAR VALERE UN DIRITTO.


La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto solo quando è diretta a
conseguire vantaggi ingiusti.
La minaccia quindi deve avere uno scopo ingiusto.

153
DOLO 1439-1440 (dolus malus)
Il dolo è causa di annullamento del contratto quando i raggiri usati da uno dei contraenti sono stati tali, che
senza di essi, l’altra parte non avrebbe contrattato.

Il dolo deve essere: determinante e incidente.

Il dolo si dice determinante quando i raggiri determinano la conclusione di un contratto che non sarebbe
stato stipulato in mancanza di dolo.
Il dolo determinane ed il suo rimedio è l’annullabilità del contratto.

Il dolo è incidente quando:


Se i raggiri non sono stati tali da determinare il consenso, il contratto è valido, perché senza di essi sarebbe
stato concluso a condizioni diverse; ma il contraente in mala fede risponde dei danni.
Il rimedio è il risarcimento del danno.

Nell’azione di annullamento per dolo non occorre dare prova degli elementi costituitivi dell’errore
La riconoscibilità è in re ipsa. significa letteralmente "i fatti parlano da soli", assume il significato di cosa
evidente, manifesta.

IL DOLOS BONUS non da iniziativa all’annullamento del contratto.


Sono le dichiarazioni iperboliche che un soggetto fa per magnificare il proprio prodotto o servizio, al fine di
indurlo alla stipulazione del contratto
Anche la pubblicità deve essere infatti palese, veritiera e corretta.

LEGITTIMAZIONE ALL’AZIONE DI ANNULLAMENTO 1441


Solo il soggetto protetto è legittimato all’azione di annullamento.
I terzi non possono esercitarla, nemmeno se vi avessero interesse.
La sentenza che pronuncia il giudice con l’annullamento del contratto per vizio del consenso è costitutiva.

PRESCRIZIONE 1442 ART


L’ANNULLABILITÀ SI PRESCRIVE in cinque anni perché se entro quel termine la parte interessata non ha
proposto domanda vuol dire che non è interessata a farlo, né, d’altronde può lasciarsi l’altro contraente in
una situazione di dubbio a tempo indefinito.
Vengono prescritti entro:
• VIOLENZA àdal giorno in cui è cessata la violenza
• ERRORE àdal momento in cui è stato scoperto l’errore
• MINORENNEàdal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggior età
• ALTRI CASI àdal giorno della conclusione del contratto art 1442
• DOLO àdal giorno in cui è stato scoperto l’errore provocato dai raggiri dell’altra parte contraente
• INCAPACITÀ LEGALE àdal giorno in cui è cessato lo stato di interdizione o inabilitazione

Tuttavia è bene ricordare che se l’azione di annullamento si prescrive in cinque anni l’eccezione di
annullamento è imprescrittibile. Il motivo è evidente: si vuole evitare che la parte che ha agito con dolo, o
violenza, o inducendo l’altro in errore, o approfittando dell’incapacità, eviti per cinque anni di chiedere
l’esecuzione del contratto, facendo così prescrivere l’azione di annullamento, proponendo azione per
l’esecuzione solo una volta scaduto il termine per l’azione.

CONVALIDA DEL CONTRATTO ANNULLABILE ART 1444


Il contratto NULLO non può mai essere convalidato ma il contratto ANNULLABILE può essere convalidato.
La convalida può essere espressa o tacita.

154
CONVALIDA ESPRESSA atto unilaterale recettizio
È effettuata mediante un atto/manifestazione di volontà che contenga la menzione del contratto e del
motivo di annullabilità con la dichiarazione che s’intenda convalidarlo

CONVALIDA TACITA comportamento concludente


Si estrinseca nel comportamento concludente del contraente cui spetta l’azione di annullamento, il quale dà
volontaria esecuzione al contratto conoscendo il motivo di annullabilità.

La convalida non ha effetto se chi la esegue non ha capacità di agire.

DIFFERENZE NULLLITÀ ANNULLABILITÀ


CAUSE LE CAUSE DI NULLITÀ LE CAUSE attengono all’incapacità e ai vizi del
Il contratto è nullo quando: consenso.
• è contrario alle norme • l’incapacità legale (minor età,
imperative, salvo che la interdizione, inabilitazione)
legge disponga • l’incapacità naturale
diversamente • l’errore, la violenza e il dolo (vizi del
• mancanza di uno degli consenso)
elementi essenziali. • il conflitto di interessi, nella
• Illeceità della causa, motivi rappresentanza;
• Mancanza dell’oggetto dei • il contratto concluso da falsus
requisiti stabiliti dall’articolo procurator;
1346 • il contratto concluso in violazione di
particolari divieti di alienazione
(articolo 1471 n. 3 e 4);

NATURA generale Particolare soggetto


DELL’INTERESSE
PROTETTO
SOGGETTI E Tutti coloro che hanno interesse a Soltanto la parte contraente legittimata
LEGITTIMAZIONE far valere e giudice d’ufficio all’azione di annullamento
ATTIVA
PRESCRIZIONE imprescrittibile 5 anni
CONVALIDA Non si può convalidare ed è Può essere convalidato
insanabile
EFFETTI Non produce mai nessun effetto Produce effetti fino al momento dal
giuridico momento del suo annullamento
Sentenza costitutiva ed ha effetto
retroattivo.

155
LA PRODUZIONE DI MASSA E LE CONDIZIONI GENERALI DEL CONTRATTO
Si dicono CONTRATTI PER ADESIONE i contratti predisposti unilateralmente da una parte per regolare una
serie indefinita di rapporti, ai quali l’oblato si limita a prestarvi adesione.

CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO E CONTRATTI CONCLUSI MEDIANTE MODULI STIPULATI TRA


IMPRESE
Si applica articolo 1341 e 1342 c.c.
L’elenco delle clausole contenute è tassativo.

CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO O CONTRATTI CONDLUSI MEDIANTE MODULI O FORMULARI TRA


IMPRESE E CONSUMATORI
Si applica il codice del consumo art 33.
Il Codice del Consumo, emanato nel 2005, costituisce un Testo Unico che raccoglie tutta la
normativa nazionale a tutela del consumatore.

Originariamente era contenuto nel codice civile e derivava da una norma comunitaria, attraverso un
recepimento è stato trasporto nel libro 4 articolo 1469 bis.

CONSIDERAZIONE DI VESSATORIETÀ
È definito consumatore la persona fisica che agisce con scopi estranei all’attività imprenditoriale o
professionale svolta.

È definito professionista colui che agisce nell’esercizio della propria attività imprenditoriale o professionale.

CLAUSOLE VESSATORIE LISTA NERA:


Nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che,
malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli
obblighi derivanti dal contratto.

VESSATORIE LISTA GRIGIA: art 33 comma 2


quelle che si presumono clausole vessatorie salvo prova contraria.
Se vengono sottoscritte e approvate nel contratto.

Non sono vessatorie le clausole che riproducono disposizioni di legge ovvero che riproducono disposizioni o
attuative di principi contenuti in convenzioni internazionali delle quali siano parti contraenti tutti gli Stati
membri dell'Unione europea.
Inoltre non sono vessatorie le clausole o gli elementi di clausola che siano stati oggetto di trattativa
individuale.
Nel contratto concluso mediante sottoscrizione di moduli o formulari predisposti per disciplinare in maniera
uniforme determinati rapporti contrattuali, incombe sul professionista l'onere di provare che le clausole, o
gli elementi di clausola, malgrado siano unilateralmente predisposti, siano stati oggetto di specifica
trattativa con il consumatore.

CONDIZIONI GENERALI DEL CONTRATTO


Il tema delle condizioni generali di contratti e dei contratti conclusi mediante moduli o formulari attiene alla
volontà delle parti ma richiede una forma
In Italia nei primi anni del 900, quando la contrattazione di massa cominciò ad esser praticata, la dottrina
iniziò a porre il problema dell’interpretazione della coordinazione con le norme generali.

156
Così tutt’oggi il sistema italiano è costituito da numerose norme che lo disciplinano:

1341 CONDIZIONI GENERALI DEL CONTRATTO.


Le condizioni generali sono il regolamento negoziale predisposto da un contraente per la regolazione di una
serie infinita di successivi rapporti.
Le condizioni generali che vengono predisposte da uno dei due contraenti sono efficaci nei confronti
dell’altro, se al momento della conclusione del contratto queste sono conosciute oppure avrebbero dovuto
conoscerle usando l’ordinaria diligenza.
Se il contraente non conosce di condizioni generali di contratto, esse sono inefficacia.

ART 1341 COMMA 2 CITA LE CLAUSOLE VESSATORIE


Sono clausole che aggravano la posizione del contraente per adesione rispetto alla disciplina generale del
contratto.
Esse creano uno SQUILIBRIO GIURIDICO.
Le clausole vessatorie devono essere approvate per iscritto altrimenti sono INEFFICIENTI.
Inoltre per le clausole aggiuntive ossia quelle aggiunte successivamente (a penna) <prevalgono su quelle
precedenti anche se sono contrarie o incompatibili.

1370 INTERPRETAZIONE CONTRO L’AUTORE DELLA CLAUSOLA


Ai contratti per adesione si applica una particolare norma interpretativa che impone a chi predispone la
condizione generali o il modulo di essere chiaro.
Esso dispone che le clausole inserite nelle condizioni generali del contratto o in moduli predisposti da uno
dei contratti si interpretano a favore del consumatore.

NULLITÀ DI PROTEZIONE (relativa opera nell’interesse di un soggetto relativo)


La nullità di protezione è un rimedio speciale posto a tutela della parte contrattuale debole contro
l’introduzione di clausole abusive che determinano un significativo squilibrio nell’assetto generale del
contratto.
È una nullità “parziale” e relativa.
Può essere fatto valere dal giudice sempre purché operi nell’interesse del consumatore, e dal consumatore

Tale forma di nullità rappresenta una deroga rispetto all’articolo 1421 c.c. in quanto prevede che la nullità
possa essere fatta valere da chiunque abbia interessa invece la nullità di protezione può fatta valere nei
confronti unicamente di una parte debole destinata a maggiore tutela.
Come sancisce il codice del consumo art 36 comma 3
La nullità opera soltanto a vantaggio del consumatore e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.

157
LA RAPPRESENTANZA (art 1387-1400)

La rappresentanza è un istituto giuridico con cui un soggetto (rappresentato) attribuisce all’altro soggetto
(rappresentate) il potere di sostituirsi a lui nel compimento di un’attività giuridica, cosicché gli effetti
risalgono direttamente nella sfera giuridica del rappresentato e non del rappresentate.
La rappresentanza avviene perché il rappresentato non sia materialmente in grado o non ritenga opportuno
di agire da solo o personalmente, non possa o non voglia.
“Rappresentare” vuol dire agire in nome e per conto di altri.

TIPOLOGIE DI RAPPRESENTANZA:
DIRETTA (ricade poi nel contratto di mandato)
il rappresentate agisce in nome e per contro del rappresentato, gli effetti del contratto si producono
direttamente in capo al rappresentato.

INDIRETTA (ricade poi nel contratto di mandato senza rappresentanza)


Il rappresentante agisce per conto del rappresentato ma in nome suo.
Stipulato il contratto, il rappresentate dovrà poi trasferire gli effetti al rappresentato con un nuovo contratto.

• LEGALE la fonte della rappresentanza è la stessa legge


• VOLONTARIA la fonte della rappresentanza è la volontà dell’interessato
• ORGANICA indica il potere di rappresentanza attribuito agli organi sociali di una persona giuridica.

LA RAPPRESENTANZA È ESCLUSO PER IL TESTAMENTO, CONTRATTO DI MATRIMONIO.


Il testamento è un atto che deve essere compiuto personalmente dall’interessato.
Allo stesso modo non si può conferire il mandato di donare oppure gli atti personalissimi devono essere
compiuti in prima persona.
Nel matrimonio per procura, il rappresentante in realtà è un mero nuncius.

DISTINZIONI CON FIGURE AFFINI:


• il rappresentante ha la funzione di decisione circa la stipulazione del negozio.
• Il nuncius o il mero messaggero si limita a trasmettere una dichiarazione di volontà già formata in
ogni sua parte.
Nel matrimonio per procura, il rappresentante in realtà è un mero nuncius.

FONTI DI RAPPRESENTANZA ART 1387


Il potere di rappresentanza è conferito dalla legge ovvero dall’interessato.
Se viene conferito dalla legge prende il nome di rappresentanza legale
Se è conferito dalla volontà della persona prende il nome di rappresentanza volontaria.
La rappresentanza volontaria può nascere per procura o dal contratto di mandato.

RAPPRESENTANZA LEGALE
La fonte è la legge, che fissa i presupposti e gli effetti della rappresentanza, regola e stabilisce le ipotesi di
attribuzione del potere.
Esempio
I genitori hanno la rappresentanza dei figli minori
Il tutore ha la rappresentanza dell’interdetto.

RAPPRESENTANZA VOLONTARIA
La fonte è la volontà dell’interessato.
Essa sorge da un atto o da un negozio del rappresentato.
Le forme tipiche di rappresentanza sono: procura e il mandato.

158
La procura è un negozio unilaterale recettizio con il quale si conferisce il potere di rappresentanza ad un altro
soggetto.
• Unilaterale in quanto non necessita di accettazione dall’altra parte.
• Recettizio in quando deve giungere a conoscenza del soggetto nominato come rappresentante.
Il mandato è un contratto con cui il potere di rappresentanza viene attribuito nel momento in cui le due
volontà si fondono nel consenso negoziale.
Il mandato può essere con o senza rappresentanza.

LA FORMA DELLA PROCURA


Nella procura è richiesta la forma per relazionem, in relazione alla forma del contratto che il rappresentante
deve concludere.
La procura può essere anche tacita quando deriva da comportamenti concludenti.

PROCURA PUÒ ESSERE:


SPECIALE quando viene conferita ad uno specifico affare.
Un esempio è la PROCURA ALLE LITI dove l’avvocato ha l’autentica di firma ossia si ha la funzione di accertare
che la firma si autentica.
GENERALE quando può compiere tutti gli atti tranne atti personalissimi o straordinaria amministrazione
PROCURA AD NEGOTIA è conferita per una pluralità di affari

ESTINZIONE DELLA RAPPRESENTANZA


Le cause di estinzione sono indicate nell’articolo 1396.
Il modo normale di estinzione è la revoca che può essere espressa o tacita.
La modificazione e la revoca della procura devono essere portate a conoscenza dei terzi con i mezzi idonei.
In mancanza esse NON sono opponibili ai terzi, se non si riesce a provare che essi ne erano a conoscenza al
momento della conclusione del contratto.

Altre cause di estinzione della procura sono:


• revoca
• morte del rappresentante/rappresentato
• sopravvenuta incapacità del rappresentato
• l’esaurimento dell’attività prevista
• rinunzia del rappresentate
• scadenza del termine.

GIUSTIFICAZIONE DEI POTERI DEL RAPPRESENTATE ART 1393


Il terzo che tratta con il rappresentante può esigere che questi giustifichi i suoi poteri e se la rappresentanza
risulta da un atto scritto può richiederne una copia.
La norma infatti esprime al FACOLTÀ non un obbligo per il terzo.

RAPPRESENTANZA ORGANICA
Si ha quando un soggetto riveste il ruolo di un organo rappresentativo di una persona giuridica.
Ha la sua fonte nella legge stessa ma anche nella volontà dei soggetti cui è devoluta la nomina dell’organo.
Es la rappresentanza societaria

IL CONTRATTO CONCLUSO CON IL RAPPRESENTATE


Ai sensi dell’articolo 1388 il contratto concluso con il rappresentate produce effetti, nei limite della facoltà
conferitogli, direttamente nei confronti del rappresentato.

159
TRE ELEMENTI ESSENZIALI SONO:
LA CONTEMPLATIO DOMINI
L’indicazione della persona in nome della quale il rappresentante agisce e a cui vanno riferirti gli effetti
dell’attività compiuta.
Il potere del rappresenta di agire in nome altrui
L’esistenza di un rapporto di gestione che lega il rappresentante al rappresentato

VIZI DELLA VOLONTÀ NELLA RAPPRESENTANZA


Le norme che fanno riferimento sono:
• 1389 capacità del rappresentante e del rappresentato
• 1390 vizi della volontà
• 1391 stati soggettivi rilevanti

La disciplina dei vizi della volontà si riferisce al rappresentante, a meno che il vizio non attenga al momento
genetico del rapporto (al momento di attribuzione dei poteri).

1389 CAPACITÀ DEL RAPPRESENTATO E RAPPRESENTANTE


La rappresentanza è conferita all’interessato, per la validità del rappresentante basta che esso abbia la
capacità di intendere e di volere.
Per la validità del contratto concluso dal rappresentante è necessario che il contratto non sia vietato dal
rappresentato.

VIZI DELLA VOLONTÀ 1390


Può essere viziata sia la volontà del rappresentato si alla volontà del rappresentante.
La regola è che prevale la volontà del rappresentante.
Il contratto è annullabile se è viziata la volontà del rappresentante
Quando però vi è un vizio che riguarda elementi predeterminati del rappresentato il contratto è annullabile
sono se era viziata la volontà.

1391 STATI SOGGETTIVI RILEVANTI


In tutti i casi nei quali è rilevante lo stato di buona o mala fede, si fa riferimento al rappresentante.
Sola eccezione a questa regola è il caso in cui si tratti di elementi predeterminati dal rappresentato.
Tuttavia il rappresentato in mala fede, non può mai giovarsi dello stato d'ignoranza o di buona fede del
rappresentato (art.1391 Codice civile). La mala fede del rappresentato, quindi, inquina sempre il negozio
giuridico.

L’INTERESSE DEL RAPPRESENTATO E IL CONTRATTO CONCLUSO IN CONFLITTO DI INTERESSE


Art 1394
Il contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi col rappresentato può essere annullato su
domanda del rappresentato, se il conflitto era conosciuto o riconoscibile al terzo.
Il rappresentante che conclude il contratto in conflitto di interessi con il rappresentato deve aver perseguito
propri interessi , personali o anche di terzi, non conciliabili con quello del rappresentante.

CONTRATTO CONCLUSO CON SE STESSO ART 1395


il contratto concluso con se stesso è annullabile a meno che il rappresentato non abbia autorizzato
specificatamente.
L’impugnazione può essere proposta solo dal rappresentato.
Nel contratto concluso con sé stessi vi è la presunzione di conflitto di interessi (è una presunzione juris tantum
cioè si può dare la prova contraria.
L’azione si prescrive nel termine ordinario di 5 anni dalla stipulazione del contratto.

160
Nell’articolo sono presenti delle ipotesi di NON annullabilità come:
specifica autorizzazione ossia l’autorizzazione a contrarre con se stesso deve esser specifica, non è sufficiente
una mera autorizzazione ma occorre che sia determinata da elementi tali da tutelare il rappresentato.
PREDETERMINAIZONE DEL CONTENUTO DEL CONTRATTO

LA RAPPRESENTANZA SENZA POTERI E FALSUS PROCURATOR 1398


La rappresentanza deve agire nei limiti dei poteri conferitogli.
Il falsus procurator si ha quando questo eccede dai limiti conferitogli o agisce senza poteri ed è responsabile
dei danni arrecati al terzo contraente per aver confidato senza sua colpa nella validità del contratto.

Il contratto stipulato dal falsus procurator non produce effetti (salvo eventuale ratifica dell’interessato).
Ma sorge al falsus procurator l’obbligo di risarcire il danno al terzo che ha confidato senza colpa sulla validità
del contratto.
Se il contratto fosse nullo, sappiamo che la nullità NON produce effetti e non è sanabile in quanto non si può
né convalidare ne ratificare
Se il contratto fosse annullabile produrrebbe effetti.

Ai sensi dell’articolo 1399, il rappresentato può ratificare il contratto concluso dal falsus procurator senza
chiedere l’accettazione.

La ratifica ha effetto retroattivo e recettizia, nel senso che diventa efficace nel momento in cui è conosciuta
dal terzo che ha contratto con il falsus procurator.
Inoltre deve essere fatta secondo la forma per relationem.
La facoltà di ratifica si trasmette agli eredi

161
CESSIONE DEL CONTRATTO 1406-1410
La cessione del contratto è il negozio mediante il quale, un contraente in un contratto a prestazioni
corrispettive non ancora eseguite sostituisce a sé un terzo, con il consenso dell’altro contraente.

Il contratto vincola le parti che lo hanno stipulato


Si basa sull’intuitus personae.
Di regola si pensa che le parti abbiano un interesse a rimanere vincolate reciprocamente.
Questo spiega come il contratto non possa essere ceduto ma solo se l’altro contraente consente, il contratto
NON ancora eseguito può essere ceduto ad un terzo.

IN RELAZIONE ALLA CESSIONE DEL CREDITO il creditore può cedere il suo credito senza il consenso del
debitore
PER LA CESSIONE DEL CONTRATTO invece non può essere ceduto senza il consenso dell’altra parte
contraente.

DISCIPLINA DELLA CESSIONE DEL CONTRATTO 1406


Ciascuna parte del contratto può sostituire sé stesso con un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con
prestazioni corrispettive, se queste non ancora eseguite.

IL CONSENSO DEL CONTRAENTE CEDUTO costituisce requisito di validità della cessione del contratto,
se il contratto viene ceduto SENZA il consenso, la cessione è nulla.

Un’eccezione la si trova nei contratti d’impresa 2558


Se non vi è pattuito diversamente, acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipulato con il terzo per
l’esercizio della azienda stessa che non abbiano carattere personale.
Il subentro è automatico. Il terzo contraente può tuttavia recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia
del trasferimento se sussiste giusta causa.

RAPPORTI TRA CONTRAENTE CEDUTO, CEDENTE E CESSIONARIO 1408-1410


La cessione del contratto coinvolge tre soggetti:

TRA CEDENTE E CESSIONARIO


Il cedente è colui che cede il contratto ed è tenuto a garantire la validità del contratto.
Se il cedente assume la garanzia dell’adempimento del contratto, egli risponde come fideiussore per le
obbligazioni del contraente ceduto.

TRA CEDUTO E CEDENTE


Il cedente è liberato delle sue obbligazioni verso il contraente ceduto dal momento in cui la sostituzione viene
efficace nei confronti del ceduto.

TRA CEDUTO E CESSIONARIO


Il contraente ceduto può opporre al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto.
Il contraente ceduto non può opporre eccezioni fondate su altri rapporti con il cedente, salvo riserva espressa
al momento della sostituzione.

162
SIMULAZIONE
Appunto la parola simulazione vuol dire creare apparenza.
Nella simulazione le parti fingono di porre in essere un negozio giuridico mentre nella realtà non ne vogliono
porre in essere nessuno, oppure vogliono porre in essere un altro diverso, denominato contratto
dissimulato, dove risultante in un patto, destinato a rimanere segreto e denominato controdichiarazione
(simulazione relativa)
Il contratto simulato NON produce effetto tra le parti.

Il negozio simulato crea per il terzo un’apparenza o una finzione, che non corrisponde alla realtà.
Alla base vi è un accordo tra le parti.
La causa simulandi è il motivo concreto per il quale le parti pongono in essere il contratto simulato.
Afferma la Corte Suprema che l’individualizzazione della causa simulandi, non è indispensabile ma è rilevante
per fornire indizi in merito all’accordo simulatorio.

LA SIMUALZIONE PUÒ ESSERE:


ASSOLUTA, l’accordo simulatorio, nel quale le parti affermano di non volere in realtà nessun negozio, è detto
e provato con la controdichiarazione, ed è destinato a rimanere segreto.
• Contratto simulato è l’apparenza per i terzi, non vincola le parti
• Accordo simulatorio risulta dalla controdichiarazione

RELATIVA le parti fingono di porre in essere un negozio, mentre in realtà ne vogliono porre in essere un altro,
denominato contratto dissimulato, quale risulta in un patto destinato a rimanere segreto, e denominato
controdichiarazione.

La simulazione relativa può essere:


soggettiva la simulazione riguarda soggetti come
• interposizione fittizia di persona
• interposizione reale
oggettiva la simulazione riguarda l’oggetto del negozio

INTERPOLAZIONE FITTIZIA DI PERSONA


È una forma particolare di simulazione soggettiva relativa, nella quale un soggetto, detto interposto, prende
apparentemente posto di un altro soggetto detto interponente, su cui ricadono gli effetti del contratto.
L’interposizione fittizia ha come fondamento l’accordo tra interposto, interponente e terzo contraente.
Senza l’intesa, il terzo è il vero contraente, quindi si richiede l’accordo simulatorio di tutte e tre le parti.

INTERPOSIZIONE REALE
Il negozio con la persona interposta deve considerarsi valido ed efficace.
Sussiste in un duplice rapporto negoziale:
• uno tra interponente e interposto
• uno tra interposto e terzo
Il rapporto lega interponente e interposto riveste solitamente il carattere di mandato senza rappresentanza.

La simulazione si distingue dai negozi fiduciari.


I negozi fiduciari sono quelli che si presentano come il risultato di un elemento reale e di un elemento
obbligatorio.
Non è un negozio simulatorio ma un negozio effettivamente voluto ossia reale e produttivo di effetti.

Simulazione va distinta anche dal contratto in frode alla legge.


Il contratto in frode alla legge, avendo causa illecita, è nullo.
È visto come mezzo al fine della violazione di una norma imperativa.

163
Diverso invece è il contratto alla frode fiscale, diretto ad eludere le norme tributarie sui trasferimento dei
beni, la quale non è sanzionabile di nullità o di annullabilità del negozio.

EFFETTI DELLA SIMULAZIONE


Il contratto simulato NON PRODUCE EFFETTI TRA LE PARTI.
Si distinguono in due effetti:
• tra le parti
• rispetto ai terzi

EFFETTI DELLA SIMULAZIONE TRA LE PARTI 1414


Nel caso di simulazione assoluta
Il contratto simulato non produce effetto tra le parti.
Inoltre il contratto simulato è nullo.
In caso di simulazione relativa
Se le parti hanno voluto concludere un contratto diverso da quello apparentemente stipulato, ha effetto tra
le parti il contratto dissimulato, purché sussistano i requisiti di sostanza e forma.

EFFETTO DELLA SIMULAZIONE RISPETTO AI TERZI 1415


La simulazione è preordinata al fine di creare una apparenza idonea ad ingannare i terzi.
Il simulato acquirente è titolare dei diritti sul bene apparente.
Se il terzo acquista da chi crede sia titolare, non può pensare di essere stato ingannato, per recuperare al
simulato alienante il bene, quindi invalidare la nuova vendita.
La simulazione non può essere opposta ne dalle parti contraenti ne dagli aventi causa o dai creditori del
simulato alienante che in buona fede hanno acquistato diritti del titolare apparente, salvi gli effetti della
trascrizione della domanda di simulazione.

La buona fede del terzo consiste nell’ignorare l’accordo simulatorio.


Se il terzo è in malafede la tutela cade.

EFFETTO DELLA SIMULAZIONE RISPETTO AI TERZI CREDITORI 1416


Nemmeno i creditori del simulato alienante possono far valere la simulazione contro il terzo.
Tra il terzo di buona fede, che ha fatto affidamento sulla realtà apparente e il creditore del simulato alienante
l’ordinamento tende a tutelare l’interesse del terzo.

I creditori delle parti dell’accordo hanno interessi confliggenti.


I creditori del simulato alienante, hanno un interesse a far accertare la simulazione.
Una volta accertata la simulazione, il bene tornerebbe nel patrimonio del simulato alienante ed essi
potrebbero soddisfarsi anche su di esso.
Il creditori del simulato acquirente, titolare del bene apparente, hanno un interesse che il bene resti nel
patrimonio del titolare apparente.
Essi premono affinché la simulazione non si accertata.
Per questo si tratta di INTERESSI CONFILGGENTI.

La regola è che la realtà prevale sull’apparenza, anche sei creditori in buona fede abbiano compiuto atti di
esecuzione.
Quindi la simulazione può essere opposta ai creditori del titolare apparente.

PROVA DELLA SIMULAZIONE


Essa dipende anche dal soggetto che richiede la PROVA.

PROVA DELLA SIMULAZIONE TRA LE APRTI 1417


Tra le parti la simulazione si ha per prova a mezzo della controdichiarazione che costituisce l’atto di
riconoscimento o di accertamento della simulazione.

164
PROVA DELLA SIMULAZIONE RISPETTO AI TERZI
I terzi non avendo la possibilità di disporre della controdichiarazione,
se la domanda di simulazione è proposta da creditori o da terzi estranei al contratto, che non sono in grado
di procurarsi la prova scritta essendo estranei al contratto, non subisce alcun limite quindi va presa in
considerazione anche la prova per testimoni.
Se invece la domanda per da terzi o da creditori è diretta a far valere l’illiceità del contratto dissimulato, vale
anche la proposta delle parti.

LA PRESCIZIONE DELLA SIMULAZIONE


La prescrizione dell’azione è diretta a far valere la simulazione come incerta.
La simulazione assoluta è imprescrittibile
Mentre la simulazione relativa è soggetta al termine ordinario di dieci anni dalla data di stipulazione del
contratto simulato.

165
CONTRATTO TIPICO
Il legislatore ha voluto distingue due tipologie di contratti:
quelli tipici e quelli atipici.
• I CONTRATTI ATIPICI sono contratti che si creano dall’autonomia delle parti al di fuori degli schemi
predisposti dal legislatore.
• CONTRATTI ATIPICI sono contratti espressi regolarmente nel codice civile o nelle leggi speciali.
• CONTRATTI MISTI sono contratti creati i dalla fusione di contratti tipici e altri creati dall’autonomia
privata.

CONTRATTO DI ASSICURAZIONE 1882 art


Le assicurazioni sono regolate, nel codice civile e dal codice delle assicurazioni istituito nel settembre del
2005.
le norme codicistiche rimangono in vigore, e la disciplina del codice dell’assicurazione ha un valore
integrativo.

Il contratto di assicurazione ha usanza storica veniva inizialmente utilizzato come finte compravendite ossia
l’assicuratore compra ad un prezzo fittizio la nave e il carico, sotto alla condizione risolutiva del “salvo arrivo”
quindi se la nave non giunge il prezzo è pagato, se la nave giunge l’associatore trattiene il prezzo.

È il contratto con il quale l'assicuratore, dietro pagamento di un premio assicurativo, si obbliga a rivalere
l'assicurato, entro i limiti convenuti, del danno a esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o
una rendita al verificarsi di un evento.

L’impresa assicuratrice compie un CICLO ECONOMICO INVERTITO in quanto prima incassa i premi, e poi
eventualmente esborsa in caso di sinistro o della verifica di un evento.
L’istituto vigila e controlla sulle imprese di assicurazioni è l’IVASS ossia istituto per la vigilanza sulle
assicurazioni.
Un’altra funzione dell’IVASS è quella di emanare la cosiddetta normativa secondaria che è costituita dai
regolamenti IVASS volti a disciplinare ambiti e dare attuazione di argomenti espressi dal legislatore.
I soggetti facenti parte delle imprese di assicurazione devono avere una solidità patrimoniale per far fronte
a rischi superiori a quanto prestabilito.
L’IVAS rilascia l’autorizzazione per svolgere l’attività assicurativa
Attraverso la raccolta dei premi altrui si riesce a spalmare il rischio.
Il principio che vige è quello di MUTUALISMO.
Passarelli cita che le assicurazioni si basano sulla teoria del bisogno eventuale.

È un contratto consensuale, aleatorio, oneroso, a prestazioni corrispettive, di durata, ad esecuzione


continuata, per il quale è richiesta la forma scritta ad probationem.

• CONSENSUALE in quanto si perfeziona con il consenso delle parti


• ONEROSO si presuppone il pagamento da parte dell’assicurato di un premio
• A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE in quanto l’assicurato paga il premio e l’assicuratore assume il
rischio. (ha natura sinallagmatica)
• ALEAORIO in quanto la causa del contratto è il trasferimento di un’alea.
Se il rischio non esiste o ha cessato di esistere il contratto è nullo.
• DI DURATA
• FORMALE richiede una forma scritta ad probationem.
Il contratto di assicurazione infatti deve essere provato per iscritto.

L’assicurazione può avere diversi rami:


• danni (contro incendio, furto)
• vita (caso morte o caso vita)
166
L’ASSICURAZIONE CASO MORTE
Nel caso in cui l'assicurato deceda, la polizza sulla vita caso morte fa in modo che il beneficiario possa ricevere
un determinato indennizzo in denaro.
ASSICURAZIONE CASO VITA
La polizza caso vita è un'assicurazione che garantisce all'assicurato una rendita (o un capitale) nel caso in cui
risulti ancora in vita alla scadenza del contratto
(Forma di pensionistica privata.)
ha una funzione fortemente previdenziale.

ASSICURAZIONE DANNI
Il premio è sempre dovuto ed è pagato anticipatamente.
L’impresa di assicurazione deve assicurare il rischio.
Un rischio che è collegato ad un evento futuro non certo.
L’impresa deve valutare approssimativamente il rischio che assume, lo fa attraverso le informazioni e le
notizie che vengono fornite dall’assicurato.

SE ESSO FORNISCE INFORMAZIONI INESATTE CON DOLO O COLPA GRAVE, il contratto è annullabile.
L’assicuratore decade dal diritto di impugnare il contratto se entro 3 mesi dal giorno in cui ha scoperto
l’inesattezza della dichiarazione non dichiara al contraente di volere esercitare l’impugnazione.
L’assicuratore ha diritto ai premi relativi al periodo di assicurazione in corso al momento in cui ha domandato
l’annullamento.
Se il sinistro si verifica prima che sia decorso il termine indicato l’assicuratore non è tenuto a pagare la somma
assicurata.
PRESCRIZIONE di 3 mesi dal momento in cui si ha l’inesattezza della dichiarazione.

DICHIARAZIONE INESATTE SENZA DOLO O COLPA GRAVE


Se il contraente ha agito senza dolo o colpa grave, le dichiarazioni inesatte non sono causa di annullamento
del contratto ma l’assicuratore può recedere dal contratto, mediante una dichiarazione da fare nei tre mesi
dal giorno in cui ha conosciuto l’inesattezza della dichiarazione inesatta.
Se il sinistro si verifica prima che l’inesattezza della dichiarazione sia conosciuta dall’assicuratore, la somma
dovuta viene ridotta in proporzione alla differenza tra il premio convenuto e quello che si sarebbe applicato
prima che fosse conosciuta la inesattezza.

FORMAZIONE DEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE 1887


La parte proponente è l’assicurato, la proposta scritta dall’assicuratore rimane ferma per un termine di 15
giorni o di trenta quando occorre la visita medica.
Entro tale termine il destinatario della proposta dovrà accertarla o meno.
L’accettazione determina la formazione del contratto.

FORMA E PROVA 1888


Il contratto di assicurazione deve essere provato per iscritto (forma scritta ad probationem)
Non può essere provata per testimoni o presunzione.
La prova per testimoni è comunque ammessa quando il titolare del diritto ha perduto senza sula colpa il
Il contratto è valido ma sono si potrà ricorrere alla prova per iscritto.
L’assicuratore è obbligato a rilasciare al contraente la polizza di assicurazione, servirà per l’onere della prova.
Il rischio è un presupposto, se manca il contratto è nullo.

IL RISCHIO NELL’ASSICURAZIONE
IL RISCHIO HA RILEVANZA CAUSALE
L’assicuratore si obbliga rivalere l’assicurato del danno ad esso prodotto da un sinistro.
Se il sinistro si è già verificato o non sussiste, il contratto è privo di causa.

167
INESISTENZA DEL RISCHIO
Il contratto di assicurazione è nullo se il rischio non è mai esistito o ha cessato di esistere prima della
conclusione del contratto
Se la cessazione del rischio avviene durante l’assicurazione il contratto si scioglie, ma l’assicuratore ha il
diritto di pagare il premio affinché non venga comunicato

DIMINUZIONE O AGGRAVAMENTO DEL RISCHIO DURANTE L’ASSICURAZIONE


Si parla di DIMINUZIONE DEL RISCHIO quando si riduce la probabilità che si verifichi l’evento incerto legato
al contratto assicurativo.
L’assicurazione, una volta ottenuta dal contraente la comunicazione di una diminuzione del rischio, tale da
comportare una riduzione del premio, ed una volta raggiunta la scadenza del premio o della rata successiva,
non può richiedere il pagamento dello stesso premio, ma di un premio ridotto; salvo la sua facoltà di poter
recedere dal contratto entro due mesi dalla comunicazione della riduzione del rischio.
Se il sinistro si verifica prima, il pagamento è dovuto con una diminuzione

Si parla di AGGRAVAMENTO DEL RISCHIO in ambito assicurativo quando aumenta la probabilità di


accadimento di un rischio coperto dalla polizza assicurativa.
Il Codice Civile stabilisce all’articolo 1898 che “il contraente ha l’obbligo di fornire all’assicuratore
dichiarazioni esatte circa il rischio da assicurare e di comunicare tutte le variazioni che comportano un
aggravamento del rischio durante la vita della polizza”.

Se l’aggravamento del rischio è eccessivamente elevato, l’impresa assicuratrice ha facoltà di recedere dal
contratto entro un mese dalla comunicazione: l’effetto è immediato, ossia i sinistri che accadono in questo
periodo, non vengono coperti dall’agenzia.
La compagnia potrà anche scegliere di rivalutare e certificare il rischio, ma aumentando il premio richiesto
per la copertura.
In caso di aggravamento del rischio e conseguente recesso da parte dell’assicurazione, i premi in corso
spettano a quest’ultima e non possono essere rimborsati al contraente.
Se il sinistro si verifica prima, il pagamento non è dovuta

EFFICACIA DEL CONTRATTO DI ASSICURAIZONE


L’assicurazione ha effetto dalla 24 ore del giorno della conclusione del contratto alle 24 ore dell’ultimo giorno
della conclusione della durata stabilita nel contratto.
Se questa supera di 10 anni le parti hanno la facoltà di recedere dal contratto con preavviso 6 mesi.
Il contratto viene tacitamente prorogato ma non per una durata superiore a 2 anni per più volte.
Tali norme non sono applicabili nella assicurazione sulla vita.

MANCATO PAGAMENTO DEL PREMIO 1991


Il contraente assicurato è obbligato al pagamento del premio.
Se il contraente non paga il premio o la prima rata del premio stabilita, l’assicurazione resta sospesa fino alle
ore 24 del giorno in cui il contraente paga quando da lui dovuto.
Se il contraente no paga alle scadenze dovuto i premi, l’assicurazione resta spesa dalle ore 24 del
quindicesimo giorno dopo quello della scadenza.

ART 167 CODICE DELLE ASSICURAZIONI


È nullo il contratto stipulato con un’impresa non autorizzata.
Può essere fatta valere solo dal contraente o dall’assicurato.
La forma di nullità che deroga alla nullità generale del contratto (è simile alla nullità di protezione)
Non rende totalmente inefficace il contratto
Opera sempre a vantaggio dell’assicurato sul piano giuridico ed economico.

168
1927 art in caso di suicidio dell'assicurato, avvenuto prima che siano decorsi due anni dalla
stipulazione del contratto, l'assicuratore non è tenuto al pagamento delle somme assicurate, salvo
patto contrario.

CONTRATTO DI COMPRAVENDITA 1470


La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di
un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo.
Causa è lo scambio di cosa contro il prezzo.
Cosa contro cosa di permuta.
È il contratto principe con maggior diffusione e tradizione storica.

Il consenso delle parti produce l’effetto traslativo ossia la proprietà di una cosa è trasferita solo per l’effetto
del consenso senza bisogno di ulteriori atti formali o consegna della cosa compravenduto.

Nel diritto romano non era sufficiente in quando i diritti si trasferiscono con la consegna della cosa o per
usucapione, non con il mero consenso.

È un contratto consensuale, oneroso, a prestazioni corrispettive ad effetti reali e ad esecuzione istantanea.

• CONSENSUALE in quanto si perfezione con il consenso delle parti e non necessita della traditio della
cosa
• ONEROSO in quanto presuppone un corrispettivo prezzo
Altrimenti a titolo gratuito sarebbe una donazione.
• A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE in quanto il trasferimento della cosa trova riscontro nella
controprestazione di pagare il prezzo.
• AD EFFETTI REALI in quanto il consenso produce un effetto traslativo.
In alcuni casi può avere EFFETTI OBBLIGATORI.
• ESECUZIONE ISTANTANEA nel seno che le prestazioni sono eseguite contestualmente.
• A FORMA LIBERA salvo nei casi previsti dalla legge come la compravendita di immobili che richiede
una forma ab sustantiam.

LA CAUSA del contratto coincide con la funzione economico sociale e il trasferimento della proprietà
L’OGGETTO del contratto è la cosa o il diritto compravenduto.
IL PREZZO è essenziale ai fini della compravendita.
La mancanza del prezzo dovrebbe rendere nulla una compravendita
LE SPESE DELLA VENDITA ART 1475 sono di regola a carico del compratore.
Le parti possono disporre diversamente ad esempio dividendole in parti uguali o ponendole a carico del
debitore.

OBBLIGAZIONI A CARICO DEL COMPRATORE 1476-1499


Ai sensi dell’articolo 1498
l’unica obbligazione del compratore è quella di pagare il prezzo nel termine e nel luogo fissato dal contratto.

OBBLIGAZIONI DEL VENDITORE 1476


Le obbligazioni del venditore sono:
• consegnare la cosa al compratore
• garantire il compratore dall’evizione
• fare acquistare la proprietà della cosa o il diritto, se l’effetto traslativo non è effetto immediato del
contratto
• garantire il compratore i vizi della cosa.

169
CONSEGNA DELLA COSA 1477
La cosa deve essere consegnata nello stato in cui si trovava al momento della vendita
salvo patto contrario, deve essere consegnata con i frutti, accessori del giorno della vendita.

GARANZIA DELL’EVIZIONE 1483


Il venditore deve garantire il compratore dall’evizione.
L’evizione è il fatto dannoso che consegue all’azione del terzo.
L’evizione può essere:
• TOTALE ossia il venditore è tenuto al risarcimento del danno.
• PARZIALE il compratore può richiedere la risoluzione del contratto oppure il risarcimento del danno.
Altrimenti può richiedere la riduzione del prezzo oltre al risarcimento del danno.

GARANZIA DEI VIZI DELLA COSA VENDUTA


Il venditore deve garantire il compratore dai vizi della cosa.
Il venditore è tenuto innanzi tutto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano non
idonea all’uso oppure ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore.
IL VIZIO è definito come l’anomalia materiale della cosa che la rende non idonea all’uso.
I vizi possono essere:
• PALESI ossia riconoscibili
• OCCULTI ossia non riconoscibile al momento della compravendita, si manifesta in un momento
successivo.

DENUNCIA DEI VIZI E DECADENZA DAL DIRITTO 1495


Una volta scoperto il vizio il compratore deve, a pena di decadenza, immediatamente denunciarlo.
Il compratore ha infatti 8 giorni dalla scoperta dei vizi per denunciare il debitore altrimenti alla denuncia
cade.

PRESCRIZIONE 1495 COMMA 3


l’azione in garanzia per i vizi della cosa venduta si prescrive in un anno alla consegna della cosa.

CAUSE DI ESCLUSIONE DELLA GARANZIA


Il venditore è tenuto alla garanzia per i vizi. Ma ci sono casi in cui è escluso come:
• patto di esclusione da garanzia quando il compratore compra a rischio
• conoscenza, da parte del compratore dei vizi della cosa, la garanzia non è dovuta se al momento del
contratto il compratore conoscenza i vizi della cosa.
• Vizi facilmente riconoscibili la garanzia non è dovuta se i vizi erano facilmente riconoscibili, salvo in
questo caso il venditore abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi.

170
I RIMEDI SONO
AZIONE REDIBITORIA ED ESTIMATORIA 1492
Se la garanzia è dovuta e il vizio sussiste, il compratore ha due rimedi.
• L’azione redibitoria che mira alla risoluzione del contratto
• L’azione estimatoria che mira a mantenere in vita il contratto attraverso una riduzione del prezzo.

AZIONE REDIBITORIA
Mira alla risoluzione del contratto di compravendita.
Una volta esercitata con successo l’azione, il contratto si definisce risolto
Il venditore deve restituire il prezzo e rimborsare le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita.
Il compratore deve restituire la cosa, se questa non è perita in conseguenza ai vizi.

AZIONE ESTIMATORIA consiste nella riduzione del prezzo perseguita con l’actio quanti minoris ha lo scopo
di risarcire al compratore l’interesse negativo costituito dalla differenza di valore determinata dal vizio della
cosa , ristabilendo l’equilibrio economico delle prestazioni contrattuali.

Esse sono incompatibili tra di loro in quando una mira alla risoluzione e l’altra alla conservazione del
contratto.

IL RISARCIMENTO DEL DANNO DERIVANTI DA VIZI DELLA COSA 1904


Sancisce che il venditore è tenuto al risarcimento del danno, se non prova di aver ignorato senza colpa i vizi
della cosa.

VENDITA CON PATTO DI RISCATTO 1500-1509B


Il venditore può riservarsi il diritto di riavere la proprietà della cosa venduta mediante la risoluzione del
prezzo e dei rimborsi.
Il patto di restituire un prezzo superiore a quello stipulato per la vendita è nullo per l’eccedenza.
Il patto di riscatto è sottoposto a precisi termini temporali.
Esso non può essere superiore a due anni nella vendita di bei mobili e cinque anni nella vendita di beni
immobili.
Esso non si può prolungare ed è perentorio

CONTRATTO DI COMPRAVENDITA AD EFFETTI OBBLGATORI


In alcuni casi la vendita non avviene con l’effetto traslativo.
VENDITA OBBLIGATORIA
Il venditore visto che l’effetto reale non ha potuto verificarsi, ha l’obbligazione di trasferire, successivamente
al consenso, la proprietà

CASI DI VENDITA OBBLIGATORIA


VENDITA DI COSE DETERMINATE SOLO NEL GENERE
L’effetto traslativo non può verificarsi per effetto del solo consenso.
La proprietà si trasmette solo con l’individualizzazione che separa le cose compravendute o trasferite dalla
massa di genere.

VENDITA DI COSE FUTUTRE 1472


Anche la cosa che non è ancora venuta ad esistenza può essere venduta.
L’effetto traslativo non può verificarsi per effetto del consenso, visto che la cosa non esiste ancora.
L’acquisto della proprietà avviene non appena la cosa viene ad esistenza.
Se la cosa non viene ad esistenza, la vendita è nulla, se le parti vogliono concludere un contratto aleatorio, la
vendita resta valida e il compratore è tenuto a pagare il prezzo anche se la cosa non viene ad esistenza.

171
VENDITA DELLA COSA ALTRUI 1478
È valida la vendita di cose altrui.
Il venditore no vende una cosa che non è sua, ma si obbliga a procurarsi la cosa altrui e a ritrasmetterla al
compratore.

Nel caso in cui il compratore non sia a conoscenza dell’altruità della cosa, il compratore può richiedere la
risoluzione del contratto e

VENDITA A RATE CON RISERVA DI PROPRIETÀ 1523


Nella vendita a rate con riserva di proprietà, l’effetto traslativo si verifica al momento del pagamento
dell’ultima rata

VENDITA SOTTOPOSTA A CONDIZIONE SOSPENSIVA


La compravendita può contenere una clausola con condizione sospensiva.
La clausola è pienamente valida, avendo il solo effetto di rendere il contratto obbligatorio dal momento in
cui si avvererà l’evento futuro ed incerto previsto nella condizione.

LUOGO DELLA CONSENGA 1510


La consegna della cosa compravendita deve avvenire nel luogo ove essa si ritrovava al momento della
vendita, se le parti ne erano a conoscenza ovvero nel luogo dove il venditore aveva il suo domicilio o la sede
dell’impresa.

GARANZIA DEL BUON FUNZIONAMENTO 1512


Essa è una garanzia che si aggiunge ai vizi della cosa, se la cosa non funziona, il compratore deve denunziare
il vizio entro 30 giorni dalla scoperta, sotto pena di decadenza.
L’azione si prescrive entro 6 mesi dalla scoperta.
Denunciato il vizio, il venditore può esercitare la risoluzione del contratto richiesta dal compratore in due
modi sostituendo o riparando la cosa, salvo il risarcimento del danno.
In caos contrario deciderà il giudice secondo le circostanze.

VENDITA CON RISERVA DI GRADIMENTO 1520-1522


La vendita con riserva di gradimento è una vendita che si perfeziona al momento in cui il compratore
esprimere il gradimento sulla cosa.
LA VENDITA A PROVA 1521 è un contratto condizionato, per la sua efficacia, all’esito positivo della prova
diretta ad accettare che il bene compravenduto abbia le qualità stabilite o sia idonea all’uso a cui è destinata.

172
CONTRATTO DI MUTUO 1813-1822
Il mutuo è il contratto con il quale una parte (detta mutuante) consegna all’altra parte (detta mutuatario)
una determinata quantità di denaro o altre cose fungibili e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della
stessa specie e qualità.

Il mutuo è un prestito che si realizza con la consegna del denaro (o altra cosa fungibile) al mutuatario che ne
acquista la proprietà (contratto ad effetti reali ad effetti reali).
Si tratta di un prestito di consumo.
Il momento del perfezionamento del negozio di mutuo coincide con la traditio, vale a dire con al consegna di
denaro al mutuatario che ne acquista la proprietà.
Nella pratica però la somma di denaro può essere consegnata in diversi modi come assegno ecc,
l’orientamento prevalente in giurisprudenza stabilisce che il perfezionamento del contratto avviene con la
messa a disposizione della somma di denaro.
È uno dei più antichi contratti di finanziamento ed è di regola praticato dalle banche ed istituti di credito.

CARATTERISTICHE:
• REALE ossia si perfeziona con la consegna all’altra parte di una determinata quantità di denaro o di
altre cose fungibili.
• ONEROSO il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante, ma è fatta salva la diversa
volontà delle parti. La somma convenuta alla scadenza può essere con o senza interessi.
• UNILATERALE ossia le uniche obbligazioni che sorgono dal mutuo sono a carico del mutuatario.
• AD EFFETTI REALI il denaro passa alla proprietà del mutuatario
• A FORMA LIBERA ossia il mutuo bancario richiede la forma scritta ad sustantiam
• DI DURATA ossia è destinato a durare per un periodo di tempo apprezzabile.

LA CAUSA del contratto di mutuo è la consegna del denaro o altre cose fungibili
L’OGGETTO sono il denaro e le cose fungibili.
Il denaro o le cose fungibili date a mutuo passano in proprietà del mutuatario.

PROMESSA DI MUTUO 1822


è un contratto preliminare di mutuo in forza del quale il mutuante si impegna a trasferire denaro o altre cose
fungibili al mutuatario che a sua volta si obbliga, una volta ricevuta la somma o i beni promessi, alla
restituzione e al pagamento dei relativi interessi.

L’ONEROSITÀ DEL CONTRATTO


Oggi il contratto si caratterizza come NATURALEMENTE ONEROSO in quando il mutuatario deve
corrispondere gli interessi al mutuante.
GLI INTERESSI vengono disciplinati dalla legge 1284.
Il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante.
Vengono considerati interessi usurai secondo l’articolo 1815 quegli interessi con un tasso fortemente
superiore al tasso di interessi legali.
Il legislatore ha così deciso di fissare un limite oltre al quale gli interessi sono considerati usurai.
Essi vengono considerati come reato.
Infatti la clausola è nulla e non sono dovuti gli interessi.

OBBLIGAZIONI DEL MUTUATARIO


Il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante.
Se il mutuatario non adempie l’obbligo del pagamento degli interessi, il mutuante può richiedere la
risoluzione del contratto e quindi farsi restituire la somma data in mutuo alla scadenza, il mutuatario deve
restituire la somma ricevuta in mutuo.

173
IL TERMINE
Viene fissato di regola dalle parti
Se è a titolo gratuito viene definito a favore del mutuatario.
Se no è fissato un termine per la restituzione, verrà stabilito dal giudice rispetto alle circostanze.
Se è convenuto he il mutuatario paghi quando potrà, il termine per il pagamento sarà fissato dal giudice.
Se è stata convenuta la restituzione rateale delle cose mutuate e il mutuatario non adempie l’obbligo del
pagamento anche ad una sola rata, il mutuante può richiedere l’immediata restituzione dell’intero.
Il mutuante è responsabile del danno cagionato al mutuatario per i vizi delle cose data a prestito, se non.
Prova di averli ignorati sena colpa.

FORMA DEL CONTRATTO DI MUTUO


Il codice non prescrive nessuna forma particolare, il contratto è in forma libera
Il mutuo di scopo deve avere la forma scritta.
Il mutuo bancario invece richiede la forma scritta ad substantiam

IL MUTUO DI SCOPO
Si caratterizza del fatto che una somma di denaro o altre cose fungibili vengono consegnate al mutuatario
esclusivamente per raggiungere determinante finalità, espressamente inserite nel sinallagma contrattuale.
Sorge a capo del mutuatario l’obbligo della realizzazione dello scopo convenuto.
Inoltre la parte della giurisprudenza sancisce che questo contratto non abbia la caratteristica di natura reale
ma bensì di natura consensuale.

GLI INTERESSI
Ai sensi dell’articolo 1282, i crediti liquidi ed esigibili producono effetti a pieno diritto, salvo che legge o titolo
stabiliscano diversamente.

VARI TIPI DI INTERESSE:


• MORATORI presuppongono la mora, cioè il ritardo colposo del debitore nell’adempimento
dell’obbligazione pecuniaria
• CORRISPETTIVI sono dovuti indipendentemente dalla mora, in base al principio secondo il quale
l’utilizzatore del capitale obbliga l’utente al pagamento di una somma corrispondete all’utilità
ricevuta.

La disciplina per gli interessi compensativi varia:


• sul prezzo 1499 art
• nel contratto di mutuo 1815 art
• nel contratto di conto corrente 1825 art

MISURA DEGLI INTERESSI


• LEGALI sono interessi il cui saggio è stabilito per legge
Ai sensi dell’articolo 1284 il saggio degli interessi legali è del 0,3% annuo.
• CONVENZIONALI sono gli interessi il cui saggio è stabilito dalle parti

DIVIETO DI ANATOCISMO
Gli interessi non producono interessi.
Serve per contrastare un uso usuraio che per ogni anno si calcolava gli interessi sul capitale con aggiunti gli
interessi dell’anno precedente.
Ai sensi dell’articolo 1283, gli interessi scaduti possono produrre effetti solo dalla domanda giudiziale, o per
convenzione posteriore, e sempre se si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi.
Il codice civile del 1942 prevedeva un saggio di interessi del 5%.
Nel 1990 con la legge de 26 Novembre n 353 il tasso fu elevato al 10% con un tasso di inflazione che era
intorno al 20%.

174
Poi quando l’inflazione diminuì si abbassò anche il tasso di interesse legale intorno al 5% nel 1996.
Successivamente con un Decreto del MEF si stabili all’articolo 1284 del c.c. che il saggio di interessi legali è
fissato allo 0,3% in ragione d’anno.

CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA O DI ADEGUAMENTO MONETARIO


In periodi di alta inflazione, le parti possono stabilire delle clausole come per la salvaguardia monetaria: la
clausola oro.
Le parti convengono di agganciare l’obbligazione pecuniaria al valore dell’oro che per sua natura è
considerato stabile.
Oggi si preferisce una clausola che aggancia l’obbligazione pecuniaria a monete forti.
Il loro scopo è quello di adeguare il valore nominale dell’obbligazione pecuniaria al mutato potere d’acquisto
della moneta.
Il più noto indice è l’ISTAT

IL PROBLEMI DELL’INFLAZIONE
L’inflazione per la società crea sperequazioni di valore che moltiplicavano il rischio d’impresa.

I SALARI
Quando l’inflazione aumenta, aumenta anche il costo della vita così da creare problemi con i salari fissati
attraverso la contrattazione collettiva.
Venne elaborato il MECCANISMO DELLA SCALA MOBILE nell’ambito del lavoro per evitare gli effetti pervasi
dalla svalutazione monetaria.

RISCHIO DI CAMBIO NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI.


La moneta unica europea azzera il rischio di cambio nell’ambito di tutti i paesi che hanno aderito all’Unione
Economica Monetaria.
Il rischio rimane con quei paesi he non hanno aderito o sono extraeuropei

IL DANNO DA RITARDO NELLE OBBLIGAZIONI PECUNIARIE


Nelle obbligazioni pecuniarie che hanno come oggetto una somma di denaro sono dovuti dal giorno della
mora gli interessi legali (oggi del 0,3%).
Al creditore che dimostra di aver subito un danno spetta un ulteriore risarcimento.
Se il debitore, secondo art 1183, adempie in ritardo, egli è in mora (mora debendi).
La mora del debitore è un ritardo nell’adempimento a lui non imputabile, al creditore può imputato il danno
emergente (perdita subita) lucro cessante (mancato guadagno).

175
CONTRATTO DI TRANSAZIONE 1965-1976

È il contratto col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine ad una lite già incominciata
o prevengono una lite che può sorgere tra loro.

È un contratto consensuale, a prestazioni corrisposte, ad effetti obbligatori e di solito ad esecuzione


istantanea.
• CONSENSUALE in quanto si perfeziona con il consenso delle parti
• A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE in quanto entrambe le parti si fanno reciproche concessioni
• CON FORMA SCRITTA (ad probationem) in quanto la transazione deve essere provata per iscritto.
La causa è quella di risolvere la lite o prevenire una lite, attraverso reciproche concessioni
Il suo scopo è quello di promuovere gli equilibri contrattuali.

Con le reciproche concessioni si possono creare, modificare o estinguere rapporti diversi da quello
precedente che ha formato una pretesa o contestazione tra le parti.

Il presupposto è la RES DUBIA (cosa dubbia).


L’incertezza della lite è composta attraverso le reciproche concessioni.
Nessuna delle parti può pretendere la vittoria.
Una transazione non consiste infatti nell’assoluta e incondizionata adesione rispetto alla tesi dell’altra parte
ma ciascuna parte deve rinunciare a qualche cosa.

L’OGGETTO DELLA TRANSAZIONE non è limitato al rapporto giudico, ma può comprendere anche altri
rapporti intercorrenti tra le parti.

LE RECIPROCHE CONCESSIONI
La giurisprudenza ritiene che le reciproche concessioni siano un elemento essenziale del contratto di
transazioni.

La transazione rientra nei contratti a prestazioni corrispettive


Si distingue tra:
TRANSAZIONE NOVATIVA ossia quanto l’obbligazione è oggettivamente diversa e sostitutiva rispetto alla
preesistente quindi l’accordo transitivo è incompatibile con le obbligazioni del Precedente rapporto (frutto
dell’elaborazione della dottrina e della giurisprudenza).
TRANSAZIONE PROPRIA quando le parti non eliminano il precedente rapporto e la relativa fonte negoziale.
La transazione non determina necessariamente dell’estinzione del rapporto giuridico.

LA RISOLUZIONE DELLA TRANSAZIONE per l’inadempimento non può essere richiesta se il rapporto
preesistente è stato estinto per novazione, salvo che il diritto alla risoluzione sia stato espressamente
stipulato.

LA TRANSAZIONE RICHIEDE LA FORMA SCRITTA AD PROBATIONEM, eccezione richiesta per transazioni che
hanno ad oggetto controversie relative ai contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili o diritti
reali dove si richiede la forma ad substantiam, sotto pena di nullità.

Essa deve contenere:


• la comune volontà delle parti di comporre una controversia in atto
• res dubia, vale a dire la materia oggetto delle contrastanti pretese giuridiche delle parti
• il nuovo regolamento di interessi, mediante le reciproche concessioni.

Le parti devono avere la capacità di disporre dei diritti che formano l’oggetto della lite.
La transazione è nulla se tali diritti non sono disponibili alla persona.

176
La transazione come contratto tipico, riposa sul principio dell’inimpugnabilità
Infatti alla transazione non si applicano i rimedi tipici, infatti essa non può essere annullata per errore di
diritto ne per causa di lesione.
Il legislatore ha infatti previsto che alla transazione si applichino i rimedi specificamente previsti.

TRANSAZIONE SU PRETESA TEMERARIA se una delle due parti era consapevole della temerarietà della sua
pretesa, l’altra può richiedere l’annullamento della transazione
TRANSAZIONE SU UN TITOLO NULLO è nulla la transazione relativa a un controllo illecito ossia le parti hanno
trattato della nullità.
ANNULLABILITÀ PER FALSITÀ DI DOCUMENTI è annullabile la transazione fatta, in tutto o in parte, sulla base
di documenti che in seguito vengono reputati falsi
ANNULLABILITÀ PER UNA SENTENZA PASSATA IN GIUDICATO è annullabile la transazione fatta su lite già
decisa con sentenza passata in giudicato.

La nullità della transazione è prevista per i contraenti che vengono messi nello stato anteriore alla stipula del
contratto e ciascuno deve restituire o concedere quanto gli fu concesso per l’effetto dell’accordo transitivo.

CONTRATTO DI MANDATO ART 1703-1709


Il mandato è il contratto col quale una parte (mandatario) si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per
conto dell’altra parte (mandante).

Il contratto di mandato è attributivo di poterei di rappresentanza ed è fonte dalla rappresentanza volontaria.


Il contratto di mandato è un contratto consensuale, indifferente, oneroso o gratuito.

CONSENSUALE in quando si perfeziona con il consenso delle parti


INDIFFERENTE, ONEROSO, GRATUITO ossia può essere stipulato senza corrispettivo o con corrispettivo.
CON O SENZA RAPPRESENTANZA

CAUSA ED OGGETTO DEL MANDATO


La causa è il compimento di uno o più atti giuridici da parte del mandatario per conto del mandante.

IL MANDATO PUÒ ESSERE:


• CON RAPPRESENTANZA ossia viene conferito al mandatario il potere di agire in nome e per conto
del mandante. Il contratto concluso dal mandatario con conteplatio domini produce effetto
direttamente nei confronti del mandante.
• SENZA RAPPRESENTANZA il mandatario agisce per nome proprio. Egli acquista i diritti ed obblighi
derivanti dagli atti compiuti con i terzi.

Se le parti non hanno stipulato nulla, il contratto si presume oneroso


Se la misura del compenso non è stata convenzionalmente convenuta tra le parti, essa è determinata in base
alle tariffe professionali o agli usi. In mancanza viene determinata dl giudice.

FORMA DEL MANDATO


Il mandato dove è richiesta una forma ad substantiam deve essere rilasciato per iscritto a pena di nullità.

CONTENUTO DEL MANDATO 1708


L’oggetto del mandato è una prestazione di fare.
Il mandato non comprende solo atti per i quali è stato conferito ma anche atti necessari al loro compimento.

177
Il mandato può essere:
• generale quando non comprende atti che eccedono l’ordinaria amministrazione se non indicati
espressamente
• speciale, invece, quello che concerne singoli e determinati affari

PLURALITÀ DI MANDATARI 1716


Il mandato può essere conferito a più mandatari e può essere conferito congiuntamente o disgiuntamente.
• Se il contratto a più mandatari è conferito congiuntamente, il mandato non ha effetto se non è
accettato da tutti, salvo patto contrario.
• Se è conferito disgiunta, ente, basta che una persona designata accetti
• Se no viene definito si presume che il mandato sia conferito disgiuntamente.

Il mandante, appena avvertito della conclusine dell’affare, deve darne notizia a tutti i mandatari.
In mancanza è tenuto a risarcire il danno.

MANDATO IN REM PRORPIAM


Il mandato è dir regola conferito nel solo interesse del mandante ma anche del mandatario.
Se il mandato è oneroso l’unico interesse del mandatario è quello del pagare del compenso.
Tutta via il contratto di mandato può soddisfare un interesse del mandatario
Si parla così di contratto sinallagmatico o bilaterale ossia in rem propriam.

OBBLIGAZIONI DEL MANDATARIO 1710-1718


Le obbligazioni principali del mandatario sono:
• eseguire il mandato con diligenza del buona padre di famiglia 1710
• non ecceder i limiti fissati dal mandato 1711
• comunicare senza ritardo l’eseguito mandato 1712
• obbligo di rendiconto 1713
• rimettere al mandante tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato 1713

DILIGENZA DEL MANDATARIO 1710


Il mandatario è tenuto ad eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia.
Se il mandato è gratuito, la responsabilità per colpa è valutata con minor rigore.

RESPONSABILITÀ PER LE OBBLIGAIZONI DEI TERZI 1715


In mancanza di patto contrario, il mandatario che agisce in proprio nome (rappresentanza indiretta) non
risponde verso il mandante dell’adempimento delle obbligazioni assunte dalle parsone con le quali ha
contrattato, tranne il caso id insolvenza di queste gli fosse nota all’atto della conclusione del contratto.

LIMITI DEL MANDATO 1711


Il mandato non può eccedere dai limiti fissati.
Se eccede, l’atto che esorbita dal mandato resta a carico del mandatario, se il mandante non lo ratifica.
Il mandatario può discostarsi dalle istruzioni ricevuta solo per circostanze ignote al mandate tali da non
essergli comunicati in tempo.

COMUNICAZIONE DELL’ESEGUITO MANDATO 1712


l’eseguito mandato deve essere comunicato dal mandatario al mandante l’esecuzione del mandato.
il ritardo del mandante a rispondere dopo ricevuto tale comunicazione, importa approvazione.

OBBLIGO DI RENDICONTO 1713


Il mandatario deve comunicare l’esecuzione del mandato, rendendogli il conto del suo operato e rimettergli
tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato.

178
OBBLIGO DI RIMETTE AL AMNDANTE Ciò CHE HA RICEVUTO A CAUSA DEL MANDATO art 1714
Il mandatario deve corrispondere al mandante gli interessi legati sulle somme riscosse per conto del
mandante stesso

CUSTODIA DELLE COSE E TUTELA DEI DIRITTI DEL MANDANTE 1718


Il mandatario deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante e
tutelar i diritti di quest’ultimo.

OBBLIGO DEL MANDANTE 1719-1721


Il mandante ha i seguenti obblighi
• Fornire al mandatario i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato 1719
• Rimborsare le spese e le anticipazioni 1720
• Pagare al mandatario il compenso che gli spetta, se il mandatario è oneroso
• Risarcire i danni che il mandatario ha subito a causa dell’incarico (1720)

MEZZI NECCESSARI PER L’ESECUZIONE DEL MANDATO 1719


Il mandante è tenuto a somministrare al mandatario i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato e per
l’adempimento delle obbligazioni.

SPESE E ANTICPAZINI 1720


Il mandante deve rimborsare al mandatario le anticipazioni con interessi legate al primo giorno che sono
state fatte.

COMPENSO DEL MANDATARIO


Il mandante deve pagare al mandatario il compenso che gli spetta, se il mandato è oneroso.

RISARICMENTO DEI DANNI SUBITI DAL MANDATARIO 1720


Il mandante deve risarcire i danni che il mandatario ha subito a causa dell’incarico

CAUSE DI ESTINIONE DEL MANDATO 1722-1730


Sono:
• scadenza del termine
• compimento dell’affare
• revoca del mandante
• rinunzia del mandatario
• morte, interdizione o inabilitazione del mandante/mandatario

REVOCA ART 1723


Il mandato è revocabile, ed estingue il contratto
Essa può essere:
• espressa
• tacita ossia la nomina di un nuovo mandatario per lo sgesso affare o il compimento di questo affare
da parte del mandante.
La revoca procede effetto dal momento in cui è comunicata al mandatario.
Il mandato oneroso, la revoca del mandato conferito per in tempo determinato o per un tempo
indeterminato obbliga il mandate a risarcire i danni, se fatto priva della scadenza del termine oppure del
compimento dell’affare, salvo per giusta causa.

Se il mandato è gratuito, è revocabile senza oneri.


Se è a tempo indeterminato, la revoca obbliga il mandante al risarcimento, qualora non sia dato congruo
preavviso, salvo per giusta causa.
Il mandato può essere pattuito come irrevocabile.

179
MANDATO IN REM PROPRIAM
Il mandato in rem propriam non può essere revocato da parte del mandante, salvo che sia diversamente
stabilito dalle parti o che ricorra la giusta causa.

RINUNCIA
La rinuncia è un atto estintivo del mandatario.
Il mandatario può rinunciare se vi è una giusta causa, in mancanza deve risarcire i danni al mandante.
Se il mandato è a tempo indeterminato deve dare giusto preavviso, in mancanza è tenuto al risarcimento del
danno

MORTE, INTERDIZIONE, INABILITAZINE DEL MANDATARIO O MANDANTE 1728


Mandatum morte finitus ossia il mandato si estingue con la morte, inabilitazione o interdizione.
La morte, interdizione o inabilitazione non estinguono il mandato se per oggetto ha il compimento di atti
relativo all’esercizio i impresa.

L’ESTIZIONE DEL MANDATO CONFERITO A PIÙ MANDATARI


Salvo patto contrario, il mandato conferito a più persone designate a operare congiuntamente si estingue
anche se la causa d’estinzione concerne uno solo ei mandata

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