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09/03/22

Struttura e caratteri dell’obbligazione

Il diritto soddisfa una esigenza di vita e contribuendo a regolare i rapporti tra due
individui a fine di evitare che questi individui nella composizione rispettiva di
contrapposti interessi guidino ad alcun conflitto. Quindi il diritto esprime la necessità che
porta alle persone a trovare una civile convivenza tramite un sistema di regole. Nel
diritto privato la composizione di questi diritti è caratterizzata da una dualità del
rapporto soggettivo che compone il fenomeno dell’obbligazione. Non ci può essere
obbligazione e dunque non può essere un obbligo se non ci sono due soggetti tra di
loro contrapposti, tale per cui affinché ci se un obbligo, ci deve essere un soggetto che
è obbligato a fare qualcosa e viceversa ci sarà un soggetto che ha diritto ad avere quel
qualcosa.

Quel qualcosa che si traduce in un comportamento dovuto del debitore e nel diritto, nel
contenuto atteso dal creditore, per avere un soddisfacimento dei propri interessi si
chiama: prestazione.

Dire due soggetti è una espressione tecnica, è più corretto dire due centri di
imputazione diverse.

La dualità del rapporto obbligatorio non è data dalla dualità dei soggetti, ci può essere
anche un’obbligazione in capo di un medesimo soggetto che riveste due soggetti
diverse. La dualità si misura non nell’essere la stessa persona nel contesto colui che è
tenuta a fare qualcosa, quindi chi è obbligato (Debitore, situazione passiva), rispetto a
chi invece ha diritto di avere quella prestazione (Creditore, situazione attiva).

Questa dualità si complica in due direzioni:

Dal punto di vista soggettivi strutturale, cioè le obbligazioni non può esserci se non ci
sono soggetti, o meglio due centri di imputazione (+ 2). Quando sono più di due
vengono in rilievo quelle norme che riguardano il rapporto plurilaterale, cioè non è
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irrilevante sapere se i centri di imputazione sono anche più di due perché cambia la
disciplina.

Le obbligazioni quando sono plurilaterali, che problemi pongono? Pongono una serie di
problemi interiore rispetto alle obbligazioni bilaterali, sia in termini di risoluzione del
contratto per inadempimento, sia in termini di immunità, sia in annullabilità, cioè
interessano tutta la disciplina delle obbligazioni.

In materia di risoluzione di contratto per inadempimento, il contratto si risolve


interamente o parzialmente? È evidente che colui che adempie parzialmente può
ottenere un adempimento parziale, oppure la prestazione non è legata da uno scopo
comune. Se è viceversa per la natura della prestazione c’è uno scopo comune e le
prestazioni bilaterali ci sono inscindibile, è evidente che l’adempimento di uno
impedisce il conseguimento dello scopo comune sotteso all'interesse del creditore alla
prestazione e quindi il contratto si risolve per intero.

Obbligazioni con un unico soggetto ma due centri di imputazione, cioè è corretto dire
che non esiste l'obbligazione se non ci sono due persone diverse? No, è corretto dire
che non esiste l'obbligazione se non ci sono due centri di imputazione diverse, cioè che
potrebbe anche accadere che l’obbligazione si troverebbe ad apparire a due soggetti
ma da avere un unico soggetto a con due centri di imputazione diverse.

La confusione: (Art. 1.253 c.c.) Tanto è protetta la dualità dei soggetti che se io per
caso mi trovo ad avere in capo da un soggetto la medesima qualità di creditore e
debitore per effetto de chi c’è l’obbligazione, quella obbligazione se estingue perché si
sono confuse nel corso del rapporto obbligatorio la qualità di debitore e creditore.

Si parla di centri di imputazione perché a tal volta non coincidono quei soggetti, ma
riguarda nel fatto che un soggetto può sommare su di sé qualità diverse che sono
quelle del debitore e del creditore. Se questa somma diventa definita, l'obbligazione si
stima per confusione; se invece determina una circolazione del rapporto i centri di
imputazione mantengono in vita l’obbligazione.
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Se non è bilaterale l'obbligazione non nasce oppure nasce ma se estingue per


confusione se la qualità dei due sere unisce a uno; non parliamo di dualità dei soggetti,
parliamo di centri di imputazione.

Tipologia di contratti:

● Contratto a favore di terzo: Sono tantissime nelle operazioni societarie.


Io dirò alla mia controparte che deve eseguire la prestazione che sia
assunta nel bene confronto non a favore miei, ma a favore di un soggetto
terzo; ci deve essere un interesse. Nasce il rapporto obbligatorio, i
soggetti non sono individuati ma sono determinati, e possono essere
individuati in un secondo momento, possono cambiare nel rapporto
obbligatorio; ma la obbligazione è validamente assunta nel limite in cui
quella dualità dei soggetti è assicurata per il fatto che comunque la
imputazione devono essere individuati con criterio oggettivo.

● Contratto per persona da nominare: Il soggetto contraente si riserva il


diritto di indicare in sua sostituzione una persona diversa da lui che entra
nel contratto. Non è una cessione del contratto, quindi il soggetto è
determinato ma modificabile.

Il contratto per persona da nominare è quel contratto con cui un soggetto


(detto stipulante) contraendo con un altro (detto promittente) si riserva di
nominare un altro al suo posto, sul quale ricadranno gli effetti del contratto.

Le parti devono comportarsi secondo correttezza (Art. 1.175 c.c.). Il debitore non è
tenuto a comportarsi solo correttamente, è tenuto anche ad avere un obbligo. Questa
norma di carattere generale in materia di rapporti obbligatori e che ha su omologo,
anche in materia contrattuale (Se parla di buona fede). Nelle obbligazioni il dovere che
contraddistingue un comportamento è la correttezza; nei contratti si parla di buona fede.
La nostra costituzione ci invita al dovere di solidarietà. La correttezza diventa utile
perché diventa un parametro per valutare la legittimità di una condotta.
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Come si fa ad essere solidali al termine di un rapporto obbligatorio?

Ci deve essere solidarietà perché non conta solo il contenuto di un diritto o obbligo, ma
conta anche esercito quel contenuto di quel diritto.

Interesse del creditore della patrimonialità della prestazione:

Girano insieme perché è possibile attraverso uno ricordarsi l’altro.

Art. 1.174 c.c.

Non c'è obbligazione se non ci sono due soggetti, e non c'è obbligazione se non c'è una
prestazione. Questo obbligo che si traduce nel comportamento dovuto deve essere
patrimonialmente valutabile. Purtroppo, dire che cosa sia patrimonialmente valutabile è
un'operazione abbastanza complessa.

Art. 1.180 c.c. Adempimento dei terzi.

In una obbligazione non pagata, mi sento non livero, che si chiamano obbligazioni
naturali (Art. 2.034 c.c.). Questo articolo è molto importante perché a livello di
tassonomia si colloca esattamente nel punto intermedio tra le obbligazioni
giuridicamente rilevanti e le obbligazioni da rapporto di cortesia.

Si realizza allorquando un soggetto diverso dal debitore effettua concretamente, in


modo libero, spontaneo ed unilateralmente, il pagamento di quanto dovuto al creditore
ovvero quella diversa prestazione dedotta in obbligazione.

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