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Il diritto soddisfa una esigenza di vita e contribuendo a regolare i rapporti tra due
individui a fine di evitare che questi individui nella composizione rispettiva di
contrapposti interessi guidino ad alcun conflitto. Quindi il diritto esprime la necessità che
porta alle persone a trovare una civile convivenza tramite un sistema di regole. Nel
diritto privato la composizione di questi diritti è caratterizzata da una dualità del
rapporto soggettivo che compone il fenomeno dell’obbligazione. Non ci può essere
obbligazione e dunque non può essere un obbligo se non ci sono due soggetti tra di
loro contrapposti, tale per cui affinché ci se un obbligo, ci deve essere un soggetto che
è obbligato a fare qualcosa e viceversa ci sarà un soggetto che ha diritto ad avere quel
qualcosa.
Quel qualcosa che si traduce in un comportamento dovuto del debitore e nel diritto, nel
contenuto atteso dal creditore, per avere un soddisfacimento dei propri interessi si
chiama: prestazione.
Dire due soggetti è una espressione tecnica, è più corretto dire due centri di
imputazione diverse.
La dualità del rapporto obbligatorio non è data dalla dualità dei soggetti, ci può essere
anche un’obbligazione in capo di un medesimo soggetto che riveste due soggetti
diverse. La dualità si misura non nell’essere la stessa persona nel contesto colui che è
tenuta a fare qualcosa, quindi chi è obbligato (Debitore, situazione passiva), rispetto a
chi invece ha diritto di avere quella prestazione (Creditore, situazione attiva).
Dal punto di vista soggettivi strutturale, cioè le obbligazioni non può esserci se non ci
sono soggetti, o meglio due centri di imputazione (+ 2). Quando sono più di due
vengono in rilievo quelle norme che riguardano il rapporto plurilaterale, cioè non è
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irrilevante sapere se i centri di imputazione sono anche più di due perché cambia la
disciplina.
Le obbligazioni quando sono plurilaterali, che problemi pongono? Pongono una serie di
problemi interiore rispetto alle obbligazioni bilaterali, sia in termini di risoluzione del
contratto per inadempimento, sia in termini di immunità, sia in annullabilità, cioè
interessano tutta la disciplina delle obbligazioni.
Obbligazioni con un unico soggetto ma due centri di imputazione, cioè è corretto dire
che non esiste l'obbligazione se non ci sono due persone diverse? No, è corretto dire
che non esiste l'obbligazione se non ci sono due centri di imputazione diverse, cioè che
potrebbe anche accadere che l’obbligazione si troverebbe ad apparire a due soggetti
ma da avere un unico soggetto a con due centri di imputazione diverse.
La confusione: (Art. 1.253 c.c.) Tanto è protetta la dualità dei soggetti che se io per
caso mi trovo ad avere in capo da un soggetto la medesima qualità di creditore e
debitore per effetto de chi c’è l’obbligazione, quella obbligazione se estingue perché si
sono confuse nel corso del rapporto obbligatorio la qualità di debitore e creditore.
Si parla di centri di imputazione perché a tal volta non coincidono quei soggetti, ma
riguarda nel fatto che un soggetto può sommare su di sé qualità diverse che sono
quelle del debitore e del creditore. Se questa somma diventa definita, l'obbligazione si
stima per confusione; se invece determina una circolazione del rapporto i centri di
imputazione mantengono in vita l’obbligazione.
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Tipologia di contratti:
Le parti devono comportarsi secondo correttezza (Art. 1.175 c.c.). Il debitore non è
tenuto a comportarsi solo correttamente, è tenuto anche ad avere un obbligo. Questa
norma di carattere generale in materia di rapporti obbligatori e che ha su omologo,
anche in materia contrattuale (Se parla di buona fede). Nelle obbligazioni il dovere che
contraddistingue un comportamento è la correttezza; nei contratti si parla di buona fede.
La nostra costituzione ci invita al dovere di solidarietà. La correttezza diventa utile
perché diventa un parametro per valutare la legittimità di una condotta.
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Ci deve essere solidarietà perché non conta solo il contenuto di un diritto o obbligo, ma
conta anche esercito quel contenuto di quel diritto.
Non c'è obbligazione se non ci sono due soggetti, e non c'è obbligazione se non c'è una
prestazione. Questo obbligo che si traduce nel comportamento dovuto deve essere
patrimonialmente valutabile. Purtroppo, dire che cosa sia patrimonialmente valutabile è
un'operazione abbastanza complessa.
In una obbligazione non pagata, mi sento non livero, che si chiamano obbligazioni
naturali (Art. 2.034 c.c.). Questo articolo è molto importante perché a livello di
tassonomia si colloca esattamente nel punto intermedio tra le obbligazioni
giuridicamente rilevanti e le obbligazioni da rapporto di cortesia.