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20/05/2022

Fonti non contrattuali delle obbligazioni

Qual è il rapporto che c’è tra l’obbligazione e un contratto con l’obbligazione e un fatto
illecito? Una obbligazione sorge da quel fatto, è la fonte che crea degli obblighi
giuridicamente rilevanti.

Nel fatto illecito parliamo di risarcimento del danno. Nel contratto si parla di adempimento,
e parliamo di risarcimento del danno quando non c’è l’adempimento (Inadempimento).

Il contratto genera una obbligazione che corrisponde alla volontà delle parti che hanno
tenuto un certo comportamento perché di quel comportamento ricorrono gli effetti, è un
negozio. Il contratto si fonda sul consenso.

Nel fatto illecito la vicenda che genera l’obbligazione nasce in modo completamente
diverso, perché forse uno dei due vuole tenere un comportamento illecito, da dove questo
sia doloso, ma talvolta il comportamento illecito tenuto è in modo colposo.

Per fatto si intende ciò che cagiona il danno. Solitamente, si tratta di un comportamenti
dell’uomo.

Art. 2.043 c.c. Risarcimento per fatto illecito. Il fatto illecito nasce a seguito della
violazione di una regola di condotta, ma diversamente dal contratto non nasce sulla base
di un accordo, o di una volontà che si forma unilateralmente che necessariamente richiede
la consapevolezza degli effetti tenuti. Questa responsabilità che fa sorgere un dovere e
che ha con chi ha commesso il fatto illecito invece è totalmente non voluta da un soggetto
che la subisce, perché nel contratto abbiamo una volontà (2 soggetti che formano un
consenso), nell’atto illecito abbiamo un soggetto che probabilmente può anche essere
consapevole che il comportamento che tiene può generare un danno, ma certamente il
soggetto che lo subisce non lo voleva.

Questa cosa determina una completa diversità di disciplina del profilo risarcitorio, perché
siamo interessati alle fonti delle obbligazioni perché da quelli sorgono delle obbligazioni.

Il fatto illecito ci interessa giuridicamente perché è un modo attraverso il quale


l’ordinamento appresta tutela, ma appresta tutela, non per soddisfare un interesse
meritevole condiviso delle parti, ma per evitare che ci sia una pacifica convivenza.
20/05/2022

Se il contratto è legato all’inadempimento da un punto di vista patologico perché la


fisiologia del rapporto è l’adempimento, il consenso, nell’atto illecito la fisiologia è
l’assenza di una concorda volontà delle parti, cioè le parti dopo un atto illecito raramente
saranno concordi nel ritenere che quell’atto illecito deve essere risarcito da parte di uno
dei due per un certo importo perché c’è una certa colpa. L’atto illecito di fatto presuppone
una contrapposizione che ha caratteristiche di illecita di una parte e l’altra.

Al contratto segue l’adempimento, come l’atto illecito sta il risarcimento.

Quando si ha un atto illecito, il problema si regola con il risarcimento.

Il fatto può essere sostanzialmente il medesimo, ma le responsabilità che derivano da quel


fatto sono completamente diverse.

RICORDARE:

Art. 2.043 Risarcimento per fatto illecito. “Qualunque fatto doloso o colposo, che
cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il
danno”.

QUALUNQUE FATTO: Non c’è una tipicità, ma il fatto illecito è atipico,

FATTO: Questa parola non è perfetta. Ciò che caratterizza al fatto rispetto all’atto, è che il
fatto è un accadimento naturale e non umano, a cui l’ordinamento giuridico riconosce
rilevanza. Sarebbe stato meglio dire qualunque fatto o atto. Perché l’atto è il principale
comportamento rilevante ai fini della condotta illecita. È l’atto che genera il fatto.

DOLOSO O COLPOSO: Art. 1.225 c.c. In materia contrattuale non è problema di dolo o
colpa, ma è problema di diligenza per un impegno positivo (Mi aspetto una certa
condotta).

CHE CAGIONA: Il verbo serve a legare l’elemento soggettivo del dolo e della colpa al
terzo requisito che è quello del danno ingiusto con la conseguenza per cui il danno è
risarcibile da responsabilità extracontrattuale nel limite in cui non solo c’è l’elemento
soggettivo dolo e colpa, ma occorre che ci sia anche il requisito che è quello per cui alla
violazione di un dovere di condotta identificabile in un comportamento doloso e colposo
corrisponda anche un legame ossia il nesso di causa, tra la violazione di una regola di
condotta e il danno prodotto.

Il che cagione è quindi, in persona appunto la presenza del nesso di causa.


20/05/2022

La responsabilità che, ove concorrano detti presupposti, grava sul danneggiante viene
definita come responsabilità extracontrattuale.

Il codice fissa dei requisiti per il risarcimento del danno in materia extracontrattuale:

1. Elemento psicologico: Sono il dolo e la colpa. Se non ci sono qualcuno di questi due,
non c’è responsabilità da fatto illecito. Occorre dimostrare che quel soggetto che ha
commesso il danno, lo abbia fatto con un elemento psicologico che corrisponda quanto
meno alla colpa, e è più se c’è il dolo. L’assenza dell’elemento psicologico non vuol
dire che non ci produca un danno. Quando parliamo di elemento piscologico non è
volontarietà.

La differenza tra il risarcimento e indennizzo, mentre il risarcimento segue solo da fatto


illecito, l’indennizzo è la forma di ristorno che segue al fatto illecito.

Quando non riesco a dimostrare che il danno prodotto sia conseguenza da un fatto illecito
perché manca il dolo e la colpa, ciò non vuol dire che non ha diritto ad un rimborso, ma
quel rimborso se chiama indennizzo, e non risarcimento.

Per dolo si intende l’intenzionalità della condotta, nella consapevolezza che la stessa può
determinare l’evento dannoso. Di regola, il dolo non è essenziale perché l’autore
dell’illecito incorra in responsabilità extracontrattuale, essendo normalmente sufficiente la
colpa. Per colpa si intende il difetto della diligenza, della prudenza, della perizia richieste,
ovvero l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline.

2. Nesso di causa: Altro presupposto che deve concorrere perché si abbia responsabilità
extracontrattuale è il nesso di causalità tra fatto ed evento lesivo: addossare ad un
soggetto l’obbligo di risarcire un determinato danno è infatti necessario verificare che
proprio la sua condotta sia la causa di quell’evento.

3. Danno ingiusto: Per danno ingiusto deve intendersi il danno prodotto non iure e
contra ius, ossia il danno che determina la lesione di un interesse - non
necessariamente patrimoniale - meritevole di tutela secondo l'ordinamento giuridico.
20/05/2022

In poche parole il danno ingiusto è generalmente conseguente ad un fatto illecito e in


questi casi si parla di responsabilità extracontrattuale, detta anche responsabilità
aquiliana. Il principio che ne deriva è che la vittima di un danno ingiusto matura il diritto al
risarcimento di tutti i danni subiti e conseguenti al fatto lesivo, mentre sul responsabile che
ha causato l’evento grava l’obbligo di risarcire tali danni.

Un esempio piuttosto semplice, per comprendere il meccanismo che determina il diritto ad


ottenere un risarcimento, può essere rappresentato da un incidente stradale, a seguito del
quale il guidatore che ha commesso un’infrazione (mancata precedenza, mancato rispetto
della distanza di sicurezza, ecc.) è obbligato (ma in questo caso lo sarà la sua compagnia
di assicurazione) a risarcire tutti i danni causati a seguito dell’incidente.

Basta che manchi uno dei tre requisiti per il risarcimento del danno, ma potrebbe essere
l’indennizzo.

Effetti del contratto:

In base agli effetti che producono, si distinguono:

- contratti a efficacia reale, che comportano il trasferimento o la costituzione di un diritto


reale o il trasferimento di altro diritto (art. 1376 del c.c.);

- contratti ad efficacia obbligatoria, che comportano la costituzione di un rapporto


obbligatorio.

Principio di relatività degli effetti:

Errore di diritto:

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