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Cap 6: I Contratti

Sezione I Le Classificazioni Il Sinallagma: Il contratto è lo strumento messo a disposizione dei consociati per amministrare in regime di
autonomia la ricchezza individuale.
Domanda: Che cosa dice il Codice Civile sul Contratto? Risposta: Ai sensi dell’art 1321 Come stabilito dal Codice Civile: Il Contratto: E
l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico-patrimoniale, e ciò implica che ciascun
contraente è tenuto a una prestazione, Il Nesso Unente del Contratto: E la prestazione alla controprestazione e ciò genera il Sinallagma:
Ossia il vincolo di corrispettività che giustifica gli spostamenti patrimoniali in funzione dei quali gli stipulanti hanno raggiunto l’intesa e un
Ex: Chi acquista un bene ha il diritto di ottenere la consegna della cosa conforme ai patti ma a sua volta è tenuto a pagare il corrispettivo
prezzo.
Domanda: Sinallagma Genetico da cosa si distingue? Risposta: Esso si distingue dal Sinallagma Funzionale: Il il quale attiene
all’adempimento delle prestazioni, nel quale la mancata corrispondenza tra il sinallagma funzionale e la realtà fattuale legittima il creditore
a richiedere la risoluzione del contratto.
Le Categorie dei Contratti possono essere:
N.1 Il Contratto Sinallagmatico: Esso può essere accostato all’intesa fonte di diritti e obblighi reciproci, nel quale ciascuna parte ha diritto
di esigere qualcosa dall’altra e La Pretesa Legittima: Implica uno spostamento di ricchezza tra i protagonisti dello scambio;
N.2 Il Contratto Unilaterale: Qui l’obbligato sarà una sola parte, ed uno Ex: Il Contratto di Fideiussione: Stipulato tra il promittente
(fideiussore) e il creditore, il quale ha originato l’obbligo gravante sul fideiussore, di prestare la garanzia relativa all'adempimento della
prestazione, nel quale il creditore garantito acquista diritti dal garante ma non assume obblighi corrispettivi (salvo diversi accordi tra le
parti).
N.3 Riguardo alla Componente Personale Il Contratto può essere Bilaterale e Plurilaterale nel quale:
 Contratto Bilaterale: L’intesa viene raggiunta tra due soggetti;
 Contratto Plurilaterale: Esso Implica diverse cose tra cui:
 Una Molteplicità di Volizioni: Tramite le quali ciascuna parte si obbliga verso le altre,
 Che una parte sia tenuta ad adempiere nelle mani del terzo beneficiario.
Domanda: I Contratti Plurilaterali capita che assumono che cosa? Risposta: Si può capitare che i contratti plurilaterali assumano i
lineamenti di una fattispecie aperta, ove la modifica soggettiva non implica la necessità di riformare l’accordo-base.
Il vizio inficiante l'adesione di un aderente non comporta l’invalidità dell’intero contratto nel caso in cui la sua partecipazione non assuma i
toni dell’essenzialità.
Domanda: Il Contratto e sempre segnato da cosa? Risposta: E segnato dalla Causa Liberale: Ovvero La Liberalità Donativa che viene
disposta mediante contratto e prevede che il donatore alieni una parte del suo patrimonio senza soddisfare alcun interesse patrimoniale
e/o personale.
N.4 Il Contratto a Titolo Gratuito: E quel contratto nel quale una parte, a fronte della propria prestazione, non ottiene dall'altra parte un
vantaggio economico, finanziario o patrimoniale.
N.5 Il Contratto Aleatorio: E un contratto che prevede un rischio iniziale, ossia prevede che non vi sia la certezza di ricevere una
retribuzione, e sono Ex: Il Contratto di Assicurazione / La scommessa / Il Contratto Vitalizio. Nell’insieme si può dire che una parte assume il
rischio di effettuare una prestazione condizionata da eventi incerti e la consistenza della prestazione supera di molto la prestazione
effettuata dalla controparte. Domanda: Al Contratto Aleatorio cosa non si può applicare? Risposta: Ad esso non si può applicare le
rescissioni per: Lesione/ Eccissiva Onesta
N.6 Contratti Consensuali: Classificazione che attiene al modo con cui il contratto viene concluso, Domanda: Per conclusione del contratto
si intende che cosa? Risposta: Si intende al modo in cui il contratto viene stipulato, viene formato, nel quale La maggior parte dei contratti
ha natura consensuale: Il che significa che si conclude e si perfeziona con i semplice consenso delle parti legittimamente manifestato,
affinché il contratto si possa dire esistente è sufficiente lo scambio di volontà, Domanda: Questa è la regola che vale per quali contratti?
Risposta: Vale per i Contratti di Compravendita: Nel quale la compravendita si dice perfezionata la momento in cui abbiamo l’intesa fra le
parti su tutti i punti essenziali dell’affare.
N.7 Contratti Reali: Un esempio è il contratto costituito di pegno perché il pegno sorga non basta il consenso, ma occorre anche la
consegna della cosa, e mel momento in cui il contratto è concluso comincia produrre i suoi effetti
N.8 Contratti a Forma Libera o Vincolata: In cui:
 In Forma Libera: Per questi contratti di massima la volontà è manifestabile senza l’osservanza di particolari oneri formali, tanto da
potersi desumere anche da fatti concludenti;
 In Forma Vincolata: Per questi tipi di contratti la legge impone eccezionalmente delle forme vincolate, Che sono la:
1)La Forma Scritta: Essa viene richiesta sotto pena di nullità e questo accade ad Ex: Nei Contratti aventi ad oggetto il trasferimento o la
costituzione di diritti reali su immobili;
2)Fini Probatori: Nel senso che il contratto non potrà essere dimostrato davanti al giudice unicamente attraverso l’esibizione del contratto
(e non mediante delle testimonianze) oppure tramite confessioni o giuramento decisorio.
N.9 Contratti Istantanei: Si esauriscono nel momento in cui vengono in essere gli elementi costitutivi della fattispecie;
N.10 Contratti di Durata: Essi implicano la nascita di obbligazioni di fare, non fare o di dare che avranno una durata nel tempo.
Questi contratti sono a loro suddivisibili in 2 sottospecie:
I Sottospecie) Contratti ad Esecuzione Continuativa: Essi prevedono una prestazione permanente di una delle parti;
II Sottospecie) Contratti ad Esecuzione Periodica: Essi prevedono prestazioni a intervalli di tempo stabiliti dal contratto.
La Prestazione: La Patrimonialità della Prestazione: Premessa: Domanda: La prestazione dedotta in obbligazione che carattere deve
avere? Risposta: Deve avere Carattere Patrimoniale: Ossia la promessa del debitore deve essere suscettibile di valutazione economica.
Domanda: Perche nella Prestazione la Nozione di Obbligo non coincide con quella di Obbligazione? Risposta: Questo perché a differenza
dell’Obbligazione, La Nozione di Obbligo: Comprende la totalità dei vincoli e non solo quelli stabiliti dal contratto, e di conseguenza non è
riscontrabile una stretta relazione tra patrimonialità della prestazione e risarcibilità del danno, poi vi sono obblighi a contenuto non
patrimoniale la cui violazione può determinare un risarcimento di riparazione equivalente al danno subito.
La Prestazione e il Rapporto di Cortesia: L’impegno che non sia suscettibile di valutazione economica può essere collegato a un rapporto
di mera cortesia, nel quale un’eventuale trasgressione non legittima il beneficiato ad esperire i rimedi per la mancata attuazione
dell’obbligazione, ed uno Ex: Se Tizio si scorda di aver invitato Caia a cena non potrà essere condannato a risarcire Caia.
I Gentlement’s Agreements: Essi prevedono il rispetto di determinati impegni fuori del rapporto obbligatorio.
Domanda: Ma cos’è Un Gentlemen's Agreement? Risposta: E un accordo informale tra due parti, che può essere scritto o orale, e La sua
caratteristica essenziale: E che si basa per la sua realizzazione sull'onore e sul rispetto della parola data, e non può essere difeso
giudizialmente, a differenza ad esempio di un contratto.
Patrimonialità e Diritti Personalissimi: Domanda: Quali sono i casi in cui il mancato adempimento della promessa fa sorgere un rapporto
obbligatorio? Risposta: I casi sono la prestazione che forma l’oggetto dell'obbligazione che deve essere suscettibile di valutazione
economica e deve corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore, e si viene a Porgere una Domanda: Qual è il ruolo
del Giudice Qui? Risposta: Il giudice dovrà accertare se il creditore sia effettivamente obbligato a sostenere un determinato impegno
economico al fine di ottenere la prestazione offerta dal debitore e spetta all’autonomia privata il compito di assegnare un'impronta
patrimoniale all’oggetto della prestazione al fine di renderla rilevante ai fini della costituzione del rapporto giuridico.
La Promessa dell’Obbligazione o del fatto del Terzo: Secondo il Codice Civile il promittente (debitore) si obbliga ad indennizzare l’altra
parte (creditore) nel caso in cui il terzo (incaricato dal debitore) non compia la prestazione promessa, nel risulta necessario distinguere
l'indennizzo dal risarcimento, Domanda: Perché? Risposta: In cui:
Il Risarcimento: E l'attività imposta dalla legge per riparare ad un danno ingiusto;
L’Indennizzo: E previsto in quei casi in cui non viene causato un danno ingiusto (e quindi non vi sarebbe alcun obbligo di risarcire i
pregiudizi creati), ma la legge ritiene comunque opportuno che il soggetto leso riceva una somma per “riequilibrare” una situazione che
differentemente rischierebbe di diventare ingiusta. Si può dire quindi che la quantificazione della somma dovuta dall’obbligato viene
stabilita secondo parametri equitativi. Infine: Se la mancata realizzazione del fatto promesso è imputabile alla condotta del debitore, il
quale non si è impegnato affinché il terzo attuasse il risultato programmato, il promissario potrà domandare il risarcimento integrale del
danno.

Sezione II L’Autodeterminazione tra Regole, Principi e Valori Autonomia Contrattuale e Legislazione Antimonopolistica:
L’autodeterminazione del singolo: E il cardine su cui si fonda il nostro diritto privato, tuttavia questa incontra dei limiti nell’ordine pubblico
per questo le libertà in campo patrimoniale non possono essere esercitate per fini emulativi, nel quale la persona capace di agire è libera
di entrare nel traffico giuridico scegliendo non solo la controparte, ma anche la tipologia contrattuale e il contenuto del regolamento di
privati interessi. Per
contrastare la limitazione di libertà in un sistema dominato da monopoli è stata emanata la disciplina dell’antitrust, la quale implica che:
L’art 2 della Disciplina Antitrust: Dice che vieta (a pena di nullità) le intese tra imprese volte a impedire, restringere o falsare il gioco della
concorrenza all’interno del mercato;
L’art 3 della Disciplina Antitrust: Essa vieta l’abuso di posizione dominante che si concretizza attraverso una delle seguenti condotte che
sono:
 Imporre direttamente o indirettamente i prezzi di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose;
 Impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato;
 Impedire lo sviluppo tecnico o tecnologico a scapito dei consumatori;
 Applicare nei rapporti commerciali con altri contraenti condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti così da determinare
per essi ingiustificati svantaggi nella concorrenza;
 Subordinare la conclusione dei contratti all'accettazione degli altri contraenti di prestazioni supplementari che non abbiano alcuna
connessione con l’oggetto dei contratti stessi.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato esercita poteri di vigilanza e indagine per verificare eventuali trasgressioni.
La teoria del negozio giuridico: Ha fornito la base concettuale della sistematica ordinante gli atti giuridici contemplati nei libri secondo,
quarto e quinto del nostro codice, che tuttavia non ne offre una disciplina/definizione specifica, nel quale L’autonomia Contrattuale:
Permette di stipulare contratti Atipici: Purché destinati ad appagare interessi meritevoli di protezione la legalità costituzionale è un metro
imprescindibile per valutare la liceità dell’intesa atipica, e Ai sensi dell’art. 1323: Tutti i contratti atipici sono sottoposti a norme generali
contenute nel titolo II del quarto libro, La disciplina dei contratti tipici può essere utilizzata dal giudice per integrare lo statuto della
fattispecie innominata.
Domanda: L’Autonomia Contrattuale cosa ha segnato? Risposta: L’autonomia contrattuale ha segnato il passaggio da un sistema giuridico
diseguale a un ordinamento nuovo in cui la libertà di autodeterminazione funge da snodo di un modello economico dominato dall’iniziativa
privata e dalla libertà di impresa, nel quale l’accordo raggiunto tra soggetti liberi di inserirsi nel traffico mercantile simboleggia il
meccanismo che garantisce l’armonico sviluppo della società e dell’economia.
Il contratto obbliga le parti al rispetto della parola data, i.e. la parte non può unilateralmente modificare il regolamento contrattuale e così
il giudice non può rettificare l’atto di autonomia privata per proteggere l’interesse della parte ritenuta meritevole di tutela.
Il Valore Costituzionale dell’Autonomia Privata: La pretesa dell’uomo di amministrare discrezionalmente il proprio patrimonio è garantita
dalle libertà che sono:
1) Contrattuali;
2) Di proprietà;
3) Testamentaria;
Comunque il negozio giuridico assume il ruolo di mezzo che coopera alla piena affermazione della individualità. Il negozio giuridico assume
il ruolo di mezzo che coopera alla piena affermazione della individualità ed e per questo che l’atto giuridico è costituzionalmente rilevante
perché consente alle persone di completare il proprio modo di essere sul versante della gestione dei diritti patrimoniali.
L’autonomia privata e la libertà economica sono diritti inviolabili ai sensi dell’art. 2 della Costituzione.
Dal Libero Contratto al Contratto non Negoziato: Le parti che stipulano un contratto non sempre si trovano ad essere in condizioni di
parità, talvolta accade che si delinei uno squilibrio e che la parte economicamente più forte imponga a quella più debole le sue condizioni
ed Ex: Persona comune che stipula un contratto di assicurazione nel quale In genere l’impresa propone un modulo prestampato dove siano
riportate le clausole standard dell’accordo, così facendo essa ottiene due vantaggi:
1) Risparmia tempo nella trattativa;
2) Uniforma la modulistica contrattuale.
Ulteriori precisazioni: All’art 1370: Enuncia la regola secondo cui le clausole aggiunte prevalgono su quelle originarie ove risultino
incompatibili allorchè queste ultime non sono state cancellate. Comunque non sempre il contratto viene documentato per iscritto un Ex
ne e: Un Contratto di Trasporto: In cui vi e una Spersonalizzazione della trattativa accentuata dalla circostanza che il consumatore entra in
relazione con una macchina anziché con un'altra persona ( l’intesa è stata raggiunta tramite comportamento concludente) nel quale le
condizioni generali di contratto sono opponibili in cui:
 Una Parte detta Aderente: Se al momento della conclusione del contratto quest'ultima le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle
usando la diligenza ordinaria nel quale e:
 Onere dell’Altra parte ovvero del Predisponente/Offerente: F are in modo che la totalità dei suoi potenziali clienti possa apprendere il
contenuto delle condizioni generali.
Le Clausole Vessatorie: In merito al cosiddetto negoziato di massa il legislatore del 1942 ha cercato di innalzare un Argine contro il
pericolo che l'aderente si veda opporre dall'altra parte clausole inattese data la loro vocazione a provocare una limitazione insidiosa della
responsabilità contrattuale e un Ex: Macchina Distributrice di Bevande dove è stato posto il cartello riportante le seguenti dichiarazioni il
venditore non risponde ad un difettoso funzionamento dell'apparecchio o dei vizi concernenti prodotti viziati, in cui allo scopo di scansare
l’ardita turbativa vi ci pensa l’art 1341 2 Comma: Nel quale ha introdotto la regola secondo cui non hanno effetto ossia sono nulle se non
sono specificatamente approvate per iscritto le condizioni che prevedono a favore di colui che le abbia predisposte:
 Limitazioni di Responsabilità;
 Facoltà di recedere dal contratto;
 Di sospendere nell'esecuzione Sanciscono a carico dell'altro contraente decadenze limitazione alla facoltà di opporre eccezioni
E la protezione della parte debole aderente viene così garantita attraverso la mera sottoscrizione specifica della clausola vessatoria in cui
la circostanza che l'aderente abbia a posto la cosiddetta doppia firma in calce al modulo dichiarando di accettare una o più clausole e
numerata dell'Art 1341 concreta una protezione priva di effettività e nel quale l’elenco tassativo delle clausole vessatorie sono elencate
all’Art 1341 comma 2.
Ultima precisazioni: Le regole inducono a ritenere che la clausola in quanto sottoscritta dal contraente sia anche da lui voluta con la
conseguenza che un controllo sostanziale non viene assolutamente più in considerazione nel quale la dottrina auspicava il raggiungimento
dell'equilibrio normativo del contratto di massa subordinando la vincolatività delle condizioni generali alla sussistenza di un interesse
sociale alla realizzazione dell'attività economica la tecnica del controllo sulla meritevolezza delle condizioni generali avrebbe permesso di
moralizzare il contratto standard sotto il profilo dell' equità normativa del vincolo obbligatorio assegnando la doppia sottoscrizione il suo
vero valore di semplice rimedio formale di per sè incapace di dare una risposta concreta al problema della vessazione si è così affiancata
l'idea di sanzionare l'intollerabile alterazione della Libertà contrattuale facendo leva Sugli articoli 1175 e 1375
Clausole Abusive e Tutela del Pro Consumatore: L’effettività della tutela a favore dell'aderente è stata raggiunta a seguito della ricezione
da parte dello Stato Italiano per la Direttiva comunitaria sulle clausole abusive 93/13/CEE ove racchiusa nel codice del consumo è
applicabile ai rapporti di scambio tra professionista (ossia la persona fisica o giuridica che agisce nell'esercizio di un'attività di impresa o
intellettuale) e consumatore (l'individuo che non agisce per fini di impresa O professionale).
Nel quale l’art 36 del consumo dice che: Decreta La nullità Delle Clausole Vessatorie nel quale la sanzione rilevabile d'ufficio a beneficio
del consumatore assicura alla parte debole un'adeguata protezione giuridica che non può essere frustrata tramite la semplice osservanza
dei requisiti formali invece caratterizzanti il sistema originario della doppia firma ancorchè l'aderente abbia sottoscritto specificatamente
La clausola iniqua essa è nulla qualora rientra tra quelle catalogate nella cosidetta lista grigia di quella Articolo 33 comma 2 del codice del
consumo. Inoltre si considerano vessatorie i frammenti del testo contrattuale i quali in spregio alle direttive etiche venate dalla buona fede
oggettiva determinino a nocumento del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi contrattuali.
Domanda: Quando le clausole sono sempre nulle? Risposta: Sono nulle le clausole destinate a:
A) Escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore derivante da un fatto o
da un’omissione del professionista;
B) Escludere o limitare le azioni del consumatore nei confronti del professionista o di un terzo;
C) Prevedere l’adesione del consumatore come estesa a clausole che non risultavano conoscibili prima della conclusione del contratto.
Le suddette clausole potranno essere oggetto di trattativa individuale.
Sezione III La Responsabilità Contrattuale Il Recesso Ingiustificato dalle Trattative: Come dice L’Art 1337: Durante le trattative
precontrattuali le parti devono comportarsi secondo correttezza è lealtà in modo da non tradire l'affidamento reciprocamente riposto circa
la serietà del proposito di trovare l'accordo in funzione del quale le parti stesse entrano in relazione articolo 1337 targa al PRA e il proprio
fondamento dal divieto incombente sui protagonisti del negoziato di suscitare Eronee aspettative intorno alla realistica possibilità di
giungere ad un'intesa tramite con tutte le ali perché contraddittoria le parti debbono agire in modo coerente al comune proposito di
trovare un accordo equilibrato Ragion per cui tradisce questa linea di comportamento colui il quale proponga ostacoli alla conclusione del
contratto oppure se rifiuti di rimuoverli senza giustificarne alcuna senza giustificazione alcuna la trattativa presuppone l'immaturità della
situazione tale immaturità non è detto che si evolva in accordo Ciò che conta è che nessuna delle parti si determini attrarre con il proposito
di impedire l'abitato processo di maturazione Ciò che importa che le parti stesse non si impegnino in una trattativa sulla Brivio di Meri
interessi emulativi articolo 1337 vincola le parti a serbare Il segreto sugli elementi sensibili la cui divulgazione possa danneggiare l'altro
stipulante si esige di astenersi dal intraprendere un negoziato ma anche di mettere in guardia la controparte del rischio dell'errore relazioni
commerciali dominanti dalla disparità di potere tra le parti la legislazione speciale tende in vario modo da proteggere l'interesse del più
debole alla corretta informazione sul testo unilateralmente predisposte addossando peraltro al più forte il dovere di redigere le clausole
uniformi in modo chiaro è comprensibile illecito precontrattuale è ravvisabile anche quando la parte anziché impegnare deliberatamente
l'altra in una trattativa inutile abbia semplicemente trascurato di valutare con la necessaria diligenza le proprie possibilità di stipulare Il
contratto te lasciandomi attrarre dalla mia vocazione di collezionista promuovesse una trattativa per l'acquisto di uno Stradivari per il
periodo d'oro andrà incontro a colpa precontrattuale quell'ora ritornando per così dire con i piedi per terra precedenti per mancanza di
Fondi la colpa sarebbe invece esclusa quello del recesso fosse dipeso dalla circostanza che lo strumento proposto in realtà una perfetta
imitazione ottocentesca una cosa e sollecitare la trattativa con il proposito di non concludere la o in assenza di una mediata meditata
riflessione sulla scienza di portarla a termine altre l'abbandono del negozio del negoziato a seguito della curata disparità di vedute o di
altre rilevanti circostanze non prevedibili exante tali da rendere effettivamente o soggettivamente giustificata L'interruzione del negoziato
ogni qualvolta il comportamento tenuto dalla parte sia ragionevolmente dimostrativo della propria volontà di allacciarle Intesa Sida creare
nell'altro la fiducia del raggiungimento di tale risultato il successivo È nominato pentimento integrali estremi della responsabilità
precontrattuale vero È che da accanto l'articolo 1337 protegge il reciproco affidamento circa la serietà della Animus contrahendi Dall'altro
la articolo 1328 sembra marciare sulla posta parabola della libera revocabilità della proposta tuttavia l'antinomia che precede è destinata a
dissolversi se si considera che le boccate revocabilità deve comunque essere Calata nel solco scavato dell'articolo 1337 il quale impone alla
parte di svincolarsi per la trattativa non c'è arbitrariamente Ma entro i confini segnati dalla lealtà e dunque responsabilità precontrattuale
quando una delle parti rifiuti dipuntoinbianco l'ulteriore discussione di tirata completare l'ordine l'orditura della fattispecie in via di
formazione ma se il mancato accordo sia dipeso dalla circostanza che le parti non siano riusciti a trovare un compromesso sulle questioni
che si erano riservate di definire in epoca successiva bisogna escludere la responsabilità a titolo di colpa in contrahendo anche il diritto di
riserva deve essere esercitato secondo le tonalità imposte dagli obblighi di lealtà e correttezza in maniera da non tradire la filamento
serbato dal destinatario dell'offerta se la mancata accettazione del mandante innervato da mero Capriccio.
Ulteriori precisazioni: Comunque occorre distinguere se:
 Se il recesso è stato attuato in ottemperanza alle istruzioni impartite dal dominus su di lui graverà la responsabilità in parole;
 In caso contrario ossia la dove il recesso debba ascriversi alal disrezionalità tecnica del procuratore questi dovrà farsi carico dell’analoga
responsabilità.
La Sopravvenuta Offerta più Vantaggiosa: Durante il negoziato la parte potrebbe ricevere un'offerta da Sempronio più conveniente
rispetto a quella che ha fecondato la trattativa pendente con Caio conforme ai Principi di autonomia privata consentire al destinatario della
nuova offerta di prenderla in esame anziché ritenerlo a priori costretto respingerla all'unico fine di non andare incontro la responsabilità
per recesso arbitrario delle trattative addossare alla parte cui sia stata indirizzata nel frattempo la vantaggiosa proposta per opera del terzo
interessato l'onere di informare dell'evento l'altro interlocutore in maniera da permettere di adeguare a destra la trattativa già in atto se la
parte non riesco ad ottenere dall'altra lo stesso vantaggio economico che conseguirebbe accettando la sopravvenuta offerta del terzo
parrebbe Allora giustificato oltre che è conforme ad un efficiente gestione delle risorse patrimoniali consentirle illegittimo recesso dal
negoziato; Il
Diritto di Ripensamento: Il sistema giuridico riconosce al consumatore tale diritto in ipotesi di vendita fuori dai locali commerciali le
cosiddette vendite aggressive Trattati di diritto indisponibile questa caratteristica permette di evitare che venga in posta a scapito
dell'aderente la rinuncia adesso tramite condizioni generali di contratto secondo il modello della contrattazione di massa sul letto
dell'alternativa del Prendere o lasciare il suo esercizio non può Allora ma integrare gli estremi dell'illecito precontrattuale
Le Trattative Affidanti: Bisogna definire se risulti possibile provocare l'affidamento nel corso delle trattative, nel quale la possibilità (o
meno) è legata al grado e all’intensità del negoziato che mutano in dipendenza dal fatto che le parti si trovino a uno stadio iniziale o
avanzato di formazione del regolamento negoziale, e con l'aumentare delle clausole concordate la libertà di svincolarsi dalla relazione
contrattuale si riduce. Occorre stabilire in che punto della trattativa può entrare in scena l'illecito precontrattuale, e nel quale
non vengono presi in considerazione come presupposti della condotta affidante dei semplici pourparler, nel quale L'assegnamento deve
apparire ragionevole in modo tale che una persona venga indotta a confidare nella serietà dell'interesse manifestato dall’altra parte, non è
possibile equiparare un sommario “sondaggio” con la trattativa affidante, da esso non potrà scaturire un eventuale addebito di
responsabilità, e secondo il diritto giudiziale le trattative assumono un adeguato grado di affidabilità quando le parti abbiano almeno
iniziato la discussione sugli elementi del contratto.
Ulteriore Precisazione: L’illecito precontrattuale è ravvisabile di fronte ad un repentino “cambiamento di rotta”, ossia in seguito ad
un’azione sleale che non comporta subito l’abbandono della trattativa ma comporta l'imposizione di un aut-aut tramite la fissazione di un
termine “strangolatore” entro cui la parte è tenuta ad accettare la proposta elaborata progressivamente fino a quel momento.
Stipulazione del Contratto e Responsabilità ex art 1337: Supponiamo che il contraente, agendo in modo sleale, induca l’altra parte a
stipulare un contratto a condizioni diverse rispetto a quelle che sarebbero state raggiunte nel caso in cui il comportamento del primo fosse
stato in buona fede, in questo caso viene a Porsi una Domanda dall’Ordinamento ovvero: L’ordinamento si interroga riguardo la
possibilità che la parte pregiudicata dalla slealtà possa esigere il risarcimento dei danni derivanti dalla colpa nella conclusione di un
contratto? Risposta: Secondo un orientamento la risposta sarà negativa poiché la responsabilità precontrattuale presupporrebbe il
mancato perfezionamento della fattispecie negoziale, nel quale l’illecito in esame trarrebbe giustificazione dal nesso di causalità fra la
condotta dolosa o colposa della parte infedele al contratto e il danno subito dall’altra per aver confidato nella serietà dell’altrui intento, e
Secondo il suddetto punto di vista il torto precontrattuale “sfumerebbe” se il contratto alla fine fosse stato stipulato, e allora si porge una
Domanda: La Tesi e Accettabile o No? Risposta: Tale Suddetta Tesi e Inaccettabile perché contro di essa si possono enumerare i seguenti
argomenti insuperabili che sono art 1337 :
 La Responsabilità non è circoscritta ai soli casi di mancato accordo:
 Non è possibile dire che l'accordo stesso ponga nel nulla la rilevanza dell’azione sleale della parte che abbia tradito i doveri di correttezza
e buona fede.
Ulteriori Precisazioni: Risulta necessario osservare l'estensione dell’illecito precontrattuale alle ipotesi in cui il contratto sia stato
comunque concluso. In tale circostanza resta “aperta” la problematica inerente la reticenza, nel quale la condotta omissiva della parte che
maliziosamente taccia la circostanza, se nota all’altra, avrebbe indotto quest’ultima a cambiare il contenuto del contratto, e il mancato
adempimento del dovere di parlare imposto dalle regole morali non sembra essere rilevante come requisito della macchinazione
necessaria per integrare il dolo incidente, sennonché l'anzidetta omissione maliziosa, assume rilevanza dal lato della violazione
dell’obbligazione di lealtà nel negoziato costituendo un illecito, E La conclusione dopo tutto altro non fa che confermare in qualche misura
L’art 1440 sia un estrinsecazione del principe espresso dall'Art 1337 qualificato della consapevolezza di ingannare che precede conferma la
punibilità della condotta di “trarre in inganno” consapevolmente.
La Conoscenza delle Clausole di Invalidità ed Inefficacia del Contratto: L’art 1338 dice che l’interesse inerente l’affidamento sulla validità
ed efficacia è diverso rispetto alla conclusione del contratto via di formazione, nel quale la parte risponde dunque a titolo di responsabilità
contrattuale quando conoscendo la causa di invalidità del contratto, taccia la circostanza all’altro stipulante, il quale patisce un danno per
avere senza colpa confidato nella validità del contratto stesso, nel quale il precetto non è applicabile quando la causa invalidante è posta a
protezione del contraente incapace e si viene a porsi una Domanda: Le Corti cosa dicono a riguardo? Risposta: Interpretano in modo
restrittivo l’Art 1338 del Codice, il quale prevede quanto segue: La parte che, conoscendo o dovendo conoscere l'esistenza di una causa di
invalidità del contratto, non ne ha dato notizia all'altra parte è tenuta a risarcire il danno da questa risentito per avere confidato, senza sua
colpa, nella validità del contratto, nel quale l’interpretazione esclude l’applicazione del suddetto articolo nei casi in cui la parte omette di
comunicare (all’altra) l’inefficacia del contratto dovuta al mancato avveramento della condizione legale, e quindi L’interpretazione esclude
l’applicazione del suddetto Art Nei casi in cui: La parte omette di comunicare (all’altra) l’inefficacia del contratto dovuta al mancato
avveramento della condizione legale, e Inoltre non merita protezione colui che ha ignorato la causa di invalidità o di inefficacia traente
origine da una norma inderogabile in quanto il contrario affidamento avrebbe potuto essere superato da un comportamento diligente in
conseguenza non risponde a titolo di colpa nella conclusione di un contratto colui il quale non abbia fatto rilevare alla controparte
l’esistenza di una causa di invalidità scaturirene da una disposizione cogente (avente carattere di obbligatorietà) e detto ciò Domanda:
Il legislatore cosa ha fatto? Risposta: Il legislatore ha introdotto una regola che si basa su fondamenti etici pretendendo dalla parte che è a
conoscenza della causa di invalidità del contratto l’obbligo di comunicarla tempestivamente all’altra, nel quale l’illecito è dunque integrato
dalla reticenza in sé e per sé e L’errore rilevante non pare necessariamente circoscritto all’ignoranza della legge, poiché la parte pur
conoscendo la norma, può essere caduta in errore circa la possibilità di ricondurre la situazione concreta nell’area di applicazione del
precetto (dettata dalla regola), si tratta di un errore sull’interpretazione o sull’attuazione della disposizione.
Un’ipotesi in cui risultano presenti i presupposti della responsabilità contrattuale riguarda la circostanza in cui la parte abbia fatto nascere
nell’altra l'affidamento circa l'eliminazione della causa di invalidità del contratto, e Ne è un Ex: il caso in cui la PA dichiari al privato la
propria disponibilità a tradurre per iscritto il contratto precedentemente stipulato senza rispettare gli oneri formali imposti dalla legge.
Il Danno Risarcibile: L’autore dell’illecito precontrattuale deve risarcire la parte danneggiata del pregiudizio economico circoscritto al
cosiddetto interesse negativo, la quale non ha portato alla stipulazione di un contratto valido o efficace, nel quale non sono risarcibili i
pregiudizi che si sarebbero evitati o i vantaggi che si sarebbero conseguiti tramite l'esecuzione del contratto, nel quale All’interesse
negativo si contrappone l'interesse positivo, correlato all'inadempimento del rapporto obbligatorio, in cu Esso comprende sia:
1) Tanto il danno emergente;
2) Quanto il lucro cessante.
Nella realtà concreta la misura del danno da interesse negativo tende ad avvicinarsi al danno per lesione dell'interesse positivo, e vero che
l'interesse negativo lascerebbe scoperto il profitto sperato, non potendo pretendersi ciò che la parte avrebbe speculato essendo a
conoscenza dell'inesistenza, dell’invalidità o dell'inefficacia del contratto, Ma è altresì vero che la parte danneggiata è legittimata a
richiedere il ristoro dei danni derivanti dalle occasioni non sfruttate a causa dell’inconcludente trattativa ed Immaginiamo che Tizio abbia
rifiutato la proposta di acquisto formulata da Mevio, concernente lo stesso bene oggetto del preesistente negoziato imbastito con Caio.
se la trattativa con Caio non va a buon fine solamente a causa del comportamento di Caio, allora Tizio potrà chiedere a Caio un rimborso
equivalente a quanto Tizio avrebbe guadagnato se avesse accettato la proposta di Mevio ed supponiamo che il prezzo preteso da Tizio a
Caio sia corrispondente a quello offerto da Mevio, nel quale l'utile perso per la mancata accettazione della proposta del terzo sarà pari al
profitto sperato da Tizio in vista della positiva trattativa con Caio. In sostanza si tratta in definitiva della fattispecie del lucro cessante che
può essere richiesta nonostante la mancata o invalida stipulazione del contratto.

Sezione IV L’accordo Premessa: Ai sensi dell’art. 1325 gli elementi essenziali del contratto sono:
1) Accordo;
2) Causa;
3) Oggetto;
4) Forma se imposta per legge sotto pena di nullità.
Il punto focale dell’accordo è rintracciabile nell’unione tra proposta e accettazione. Si tratta di atti unilaterali recettizi che acquistano
efficacia dal momento in cui vengono conosciuti dal destinatario nel quale la proposta e l’accettazione e ogni altra dichiarazione recettizia
si reputano conosciute nell’istante in cui giungono al destinatario, in cui la proposta acquista efficacia una volta giunta alla residenza
dell’oblato, tuttavia, se tale soggetto dimostra che per cause non dipendenti dalla sua volontà (ad esempio un nubifragio) la
corrispondenza è andata persa riesce a paralizzare la prova indiretta.
La Trattativa Frazionata: Il contratto è concluso quando le parti hanno raggiunto l’accordo, tanto sugli elementi essenziali quanto sugli
elementi accessori, in cui nel corso della trattativa le parti prospettano soluzioni in funzione del proprio interesse, sviluppando
argomentazioni di cui il testo definitivo costituisce l’espressione della sintesi raggiunta e concordata, nel quale L’autonomia Contrattuale:
Offre agli stipulanti la possibilità di obbligarsi sui punti costitutivi dell’intesa (punti essenziali), rinviando ad un negoziato ulteriore l’intesa
su specifici frammenti secondari (punti accessori), nel quale la partizione tra punti essenziali e accessori è arbitraria e quindi tutti gli
elementi oggetto della trattativa possono di fatto essere considerati come punti essenziali del negozio.
Il fallimento derivante dal disaccordo su alcuni punti non si riverbera sulla validità dell’accordo già perfezionato quando “il tassello
mancante” sia suscettibile di determinazioni differenti, ad Ex: Se le parti hanno trovato un punto di incontro sul prezzo e sulla
compravendita, rinviando la trattativa in merito alla fissazione del termine di adempimento o del luogo di consegna e, successivamente, sui
suddetti punti non si arriverà ad un accordo allora faranno fede le regole dettate dal Codice Civile.
Infine diremo che la nullità del contratto per mancanza di un accordo sarà una conseguenza estrema, che si verificherà solo nell’eventualità
in cui non sarà possibile trovare una soluzione nel Codice. Ne consegue La Formazione dell’Accordo tra Persone Dialoganti e Assenti:
Ovvero L’accordo può essere perfezionato tramite una discussione che si proietta entro un certo arco temporale, continuo o interrotto tra
soggetti presenti o in contatto diretto grazie alla quale gli interessati mediano i rispettivi punti di vista, fino al raggiungimento di un
equilibrio (tale fattispecie è detta vis-à-vis), in cui L’accordo può essere anche raggiunto tra assenti, grazie allo scambio di proposta e
accettazione, in cui Secondo il Codice Civile: Il contratto bilaterale tra persone lontane non è perfetto se l'accettazione non giunga a notizia
del proponente nel termine da lui stabilito oppure nel termine necessario allo scambio della proposta e dell'accettazione, e Domanda: La
proposta cosa deve contenere? Risposta: La Proposta deve contenere tutti gli elementi della fattispecie negoziale, in modo tale che tale
fattispecie possa considerarsi perfezionata in virtù della semplice accettazione imputabile al destinatario della proposta, e Se viene
rispettato questo requisito di completezza tutti gli elementi essenziali dell’accordo devono essere enumerati nella proposta e ciò vale ove
si osservi che l’accettazione pure e semplice non si presta a svolgere una funzione integratrice.
L’Invito a Proporre: Inoltre conviene che se l’invito la volontà del dichiarante sia stata espressa con riserva tale da far capire che egli non
intende vincolarsi ad essa si passerà dalla proposta contrattuale all’invito a proporre, imbastendo una vera e propria trattativa ne consegue
un Ex: Se Caio spedisce a Tizio una lettera con la quale palesa l’interesse a comparare lo stabile di sua proprietà, invitandolo di
conseguenza, a predisporre una proposta di vendita, egli intende semplicemente catturare l’attenzione del destinatario al fine di orientarlo
ad assumere l’iniziativa della vendita. Ulteriore considerazione occorre distinguere le seguenti fattispecie:
 Propongo di comprare il tuo alloggio, sito in una determinata città a un determinato indirizzo per un certo prezzo, etc.”;
 Essendo interessato ad acquistare il tuo magazzino, sito in una determinata città a un determinato indirizzo ti invito a spedirmi una
proposta di acquisto”.
Questi inviti a proporre possono essere indirizzati ad una massa indistinta di potenziali interessati.
Errore Ostativo e Trasmissione della Proposta dal nunzio: L’errore ostativo è un errore che incorre nella dichiarazione (ossia
nell’esternazione della volontà) o nella sua trasmissione, in cui Secondo il Codice Civile l’errore nella dichiarazione è causa di annullamento
del contratto quando sia essenziale e riconoscibile, Ad Ex: Consideriamo l’invio tramite posta di una proposta completa nel caso in cui però
il proponete non avesse effettivamente la volontà di inviarla (il capo lascia la busta con la proposta sulla scrivania e la segreteria la invia
erroneamente), Risulta necessario in questi casi accertare la legittimazione del messaggero, nel quale il ricevente deve accertarsi che vi sia
stata effettivamente la volontà da parte del proponente di inviare la proposta, e Al fine di comprendere come trattare la suddetta
situazione bisogna discernere se il mezzo di trasmissione della dichiarazione risulti essere effettivamente:
 Personale: Bisogna attenuare il valore dell'affidamento promanante dalla teoria della dichiarazione;
 Impersonale: La vicenda viene sottoposta alla regola di diritto comune dell’errore ostativo.
Il diritto casistico si è orientato a favore dell’esempio discrimine ritenendo non sempre meritevole di affidamento colui il quale riceve la
proposta per mezzo di chi appare incaricato.
La Documentazione Della Trattativa: Le parti, per evitare contestazioni, possono documentare in un atto scritto lo stato di avanzamento
del negoziato (puntuazione incompleta), nel quale ala puntuazione incompleta segue la puntuazione completa contenente un testo
esaustivo, ma provvisorio (nonché privo di interessi).
La Puntuazione Completa: Una volta accertato integralmente il testo, si tramuterà in contratto, nel quale la stesura della puntuazione
completa fa presumere l’accordo a meno che emerga la prova contraria e sia dunque evidente che essa enunci una semplice ricognizione
dello stato dell’intesa precontrattuale, man mano raggiunta durante la progressiva formazione del testo ed in cui La presunzione
dev’essere “usata” con estrema cautela, poichè esibire un documento contenente la totalità delle clausole costitutive del vincolo di per sé
non serve a dimostrare che sia stato effettivamente raggiunto l'accordo nel quale Occorrerà vagliare con attenzione e senso delle
proporzioni gli elementi concreti, i quali se precisi e concordati, potranno rafforzare la sussistenza del fatto incerto o dell’accordo.
La Lettera di Intenti: Domanda: Cosa permette Essa? Risposta: La Lettera di Intenti Permette:
 Al soggetto capace di agire di manifestare l’interesse a una determinata intesa, specificando gli elementi cardine della proposta;
 Di intervenire quando la trattativa sia già imbastita allo scopo di documentare l’attuale stato e impegnare i protagonisti a continuare il
negoziato fino all’esito finale;
 Di far nascere in capo al destinatario l’affidamento sulla serietà del proposito manifestato dal dichiarante e nel caso in cui si tradisca
l'affidamento si incorrerà in delle responsabilità precontrattuali, e lo stesso accade in caso di ingiustificato tradimento dell’evocato in
pegno;
 La richiesta di parte di verificare la serietà di propositi.
L’accettazione della Proposta: L’accettazione difforme dalla proposta ha lo stesso valore di una nuova proposta (controproposta), e si
evidenzia la regola della conformità tra proposta e accettazione, in cui Il diritto prevede un rigoroso equilibrio, per questo motivo qualsiasi
divergenza, anche secondaria, impedisce il perfezionamento dell’intesa ed Ci si interroga se tale disposizione sia positiva, infatti si rischia di
bloccare il “traffico giuridico” nel quale ogni difformità precluderebbe la nascita dell’accordo e quindi risulta necessario pensare al caso in
cui l'accettante abbia risposto positivamente all’offerta, limitandosi a richiamare una disposizione non derogata dalla proposta, e diventa
quindi inevitabile ritenere soddisfatta la regola stessa se la disposizione è destinata a integrare il regolamento privato.
Domanda: Se l’oblato inserisce una clausola mirata a chiarire il significato di una parte della proposta cosa succede? Risposta: Si
delineeranno due diverse fattispecie:
I Fattispecie: Se il chiarimento collima esattamente con la proposta allora non vi sarà alcuna problematica;
II Fattispecie: Se la clausola interpretativa diverge dal contenuto letterale della proposta allora questa contraddirà la volontà del
dichiarante.
Bisogna ritenere in quest’ultimo caso che l’accordo non sia stato raggiunto poiché la clausola interpretativa non deve completare la
dichiarazione ma solamente spiegarla, nel quale La questione palesata risulta controversa, infatti:
A) Da un lato risulta necessario essere fedeli alla volontà e alle dichiarazioni negoziali;
B) Dall’altro bisogna tutelare la buona fede e la tutela dell’affidamento. Il bilanciamento dei suddetti elementi risulta complesso,
l’interprete tende a tutelare l’accettante qualora il proponente non abbia immediatamente manifestato la propria opposizione a quanto
emendato dall’accettante stesso.
Il Rifiuto della Proposta: Il rifiuto della proposta ne determina l’inefficacia, nel quale risulta controversa la questione riguardo la
sopravvivenza di una proposta in seguito ad un’accettazione difforme qualora l’accettante si sia determinato ad accettare la proposta
iniziale del proponente in cui la suddetta fattispecie viene valutata caso per caso e non secondo regole prestabilite, e al fine di evitare
possibili controversie il dichiarante ha la possibilità di porre una condizione risolutiva che renda inefficace la proposta qualora vi sia
difformità dell’accettazione.
Conclusione del Contratto e Formalismi: Il formalismo (ossia una forma specifica data al contratto) dipende dalla fattispecie contrattuale,
nel quale una forma specifica di contratto può essere imposta per legge, e in tal caso sia la proposta che l’accettazione devono essere
conformi alla forma prevista, tale imposizione è detta Onere di Forma, e ad Ex: La compravendita immobiliare deve essere
necessariamente redatta per iscritto, a pena di nullità, infatti per la suddetta fattispecie (compravendita immobiliare) risultano necessari:
- La Proposta: Atto Unilaterale redatto dal proponente;
- L’Accettazione: Atto unilaterale redatto dall’accettante, nel quale l’unione di questi due atti unilaterali “plasma” l’accordo.
Inoltre bisogna soffermarci sulla volontà implicità: Il proposito di voler arrivare ad un’intesa può essere desunto ad ex ponendo il caso che
colui che riceve una proposta relativa alla vendita di un fondo la emendi proponendo delle modifiche, e se in seguito l’altra parte,
mediante atto, manifesta la volontà di dare attuazione al rapporto così emendato allora il contratto si considererà perfezionato in cui
De Iure: Ovvero l’atto non contiene espressamente ed esplicitamente l’accettazione della controproposta ma de facto aver manifestato la
propria volontà di dare attuazione al rapporto risulta espressione inequivocabile della volontà di costituire il vincolo obbligatorio, e In
sintesi possiamo ritenere equivalenti le seguenti fattispecie:
A) Il destinatario di una proposta contrattuale (l’oblato) risponde dichiarando di far propria la proposta;
B) Il destinatario di una proposta contrattuale (l’oblato) dichiara la volontà di adempiere agli obblighi previsti in essa.
In entrambe i casi infatti il contratto è venuto in essere.
Accettazione e Forma Volontariamente Vincolata: Secondo quanto previsto dal Codice il proponente può esigere una forma particolare
per l’accettazione, tale clausola è vincolante, infatti l’accettazione non ha effetto qualora sia data in un’altra forma, e dal momento che tale
clausola è posta dal proponente stesso qualora questo decida di rinunciare all’onere (da egli stesso) imposto, potrà farlo, e questo si ritiene
che l’unico ad essere tutelato dalla clausola sia il proponente, infatti l’oblato che avesse accettato anche se lo avesse fatto con forme
differenti da quelle previste avrebbe comunque palesato la sua volontà ad accettare quanto proposto. Una questione che si pone riguarda
la condizione in cui si trova l’oblato qualora si renda conto di non aver rispettato la forma vincolante prevista per l’accettazione dal
proponente, in cui potrà sorgere il legittimo dubbio riguardo il comportamento adottato dal proponente il quale potrebbe aver eliminato
l’onere oppure aver considerato nulla l’accettazione, e al fine di ponderare i diritti di entrambe le parti il Codice prevede: Che il proponente
possa effettivamente considerare valida l’accettazione anche se mancante della clausola imposta ma che in questo caso sia tenuto a
segnalarlo all’oblato con avviso immediato. Il
Termine per L’Accettazione: Al fine di tutelare la sicurezza del traffico giuridico la proposta dev’essere accettata in maniera tempestiva, in
caso contrario il proponente non dovrà più ritenersi obbligato e potrà decidere liberamente se accettare o meno la proposta in cui Vi è la
possibilità che la proposta stessa contenga al suo interno un termine di durata, e In questo caso allora sarà la durata indicata a far fede nel
quale si potrà dire “Questa proposta è valida per sette giorni dalla ricezione.”
Una questione che si pone a questo punto riguarda se sia lecito o meno porre come condizione una data dalla quale inizia ad avere validità
la proposta e La risposta a tale questione risiede nel fatto stesso che il proponente sia libero di revocare l’offerta finchè il contratto non è
stipulato, se ne consegue che il dichiarante possa effettivamente porre un termine iniziale, entro il quale avrà la possibilità di ritirare la sua
proposta e qualora non dovesse ritirarla, da quel momento in poi, la proposta produrrà i suoi effetti tipici.
L’esecuzione Concludente: L’art 1337 Esiste una regola eccezionale che prevede che la prestazione debba eseguirsi dall’oblato senza una
preventiva risposta, in cui la volontà da parte del proponente di autorizzare l’oblato all’esecuzione può essere desunta da una clausola, e
ad Ex: Di “Pronta Consegna”:La fattispecie che si delinea riguarda l’esecuzione prima della risposta dell'accettante, e qualora, su richiesta
del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto è
concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione.
L'accettante deve dare prontamente avviso all'altra parte della iniziata esecuzione e, in mancanza, è tenuto al risarcimento del danno, e Si
pensi al caso: In cui Tizio ha interesse a ricevere molto presto un libro per cui ordina al libraio di spedirglielo senza attendere la risposta, in
tal caso, il contratto è concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l’esecuzione, e in questo caso il contratto non viene in essere in
seguito all’accettazione della proposta bensì “nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione, e L'accettante deve comunque
comunicare al proponente l’inizio dell’esecuzione, Nel caso in cui: L'accettante non ne dia comunicazione dovrà risarcire i danni a meno
che il proponente sia comunque venuto a conoscenza dell’esecuzione in un tempo ragionevole e La ratio del suddetto articolo è di snellire
il traffico giuridico stimolando la sollecitudine delle parti ad eseguire il vincolo. Il comportamento attivo dell’oblato, ossia del destinatario
della proposta contrattuale (accettante), corrisponde alla volontà di accettare la proposta. Nel caso in cui: il comportamento consista in un
non fare sarà più difficile applicare la fattispecie, e infatti in questo caso non vi sono garanzie riguardo il fatto che “il silenzio” corrisponda
alla volontà dell’oblato di vincolarsi alla proposta e in realtà anche nella prestazioni che consistono in un fare possono emergere delle
problematiche, infatti non è detto che la proposta e l’accettazione tacita siano perfettamente aderenti, e tale problematica però rientra in
realtà nella sfera dell’esatto adempimento e non dell’accettazione e ne consegue una Domanda: La giurisprudenza forense cosa ritiene?
Risposta: Essa ritiene che qualora la prestazione non sia perfettamente rispondente allora il contratto non si possa formare, infatti la
prestazione differente in questo caso potrebbe figurare come una controproposta più che come un’accettazione.
Nel caso in cui: La controproposta non venga accettata allora colui che l’avrà posta in essere dovrà accollarsi le spese sostenuta e una
questione su cui ci si interroga riguarda la fattispecie nella quale la discrasia tra la proposta e la controproposta sia minima, in tal caso ci si
domanda se colui che rifiuti la controproposta possa o meno avere delle responsabilità precontrattuali, e tale modalità non è applicabile ai
contratti formali, come quelli della PA, che prevedono la forma scritta, Vi è una sola eccezione, che riguarda le subforniture: Tale tipologia
contrattuale prevede comunque la forma scritta, però vi è la possibilità che il perfezionamento possa avvenire mediante il comportamento
dell’oblato e Lo scopo è di “alleggerire” il rapporto tra imprenditori e di tutelare il subfornitore che si trova, di norma, in una posizione
economica debole, e La ratio della suddetta disposizione riguarda il fatto che la parte forte impone delle clausole alla parte debola la quale
non ha tendenzialmente alcuna possibilità di negoziare, e di conseguenza imporre delle regole scritte solamente alla parte forte risulta
sufficiente.
La Revocabilità dell’Accettazione: Proposta e accettazione sono atti unilaterali recettizi liberamente revocabili. Il diritto al ripensamento si
dissolve quando il contratto sia stato perfezionato, nel quale la revoca della dichiarazione unilaterale determina l’effetto estintivo quando
giunga nella sfera di conoscibilità del destinatario pertanto:
• La revoca elimina l’efficacia della proposta quando arrivi all’indirizzo dell’oblato prima che l’accettazione di questi sia giunta all’indirizzo
del revocante;
• L’accettazione è revocata quando la dichiarazione abdicativa sia giunta all’indirizzo del proponente prima dell’atto oggetto di revoca.
Parte della dottrina nega la natura recettizia della revoca concernente la proposta, la quale sarebbe efficacemente revocata grazie alla
semplice emissione della volontà contraria da parte del proponente. In realtà le argomentazioni mosse dai sostenitori di tale tesi sono
deboli.
Nel quale va a piuttosto specificata la relazione tra:
• Art. 1328 comma 1: La proposta può essere revocata finche' il contratto non sia concluso, e tuttavia, se l'accettante ne ha intrapreso in
buona fede l'esecuzione prima di avere notizia della revoca, il proponente è tenuto a indennizzarlo delle spese e delle perdite subite per
l'iniziata esecuzione del contratto l’attività esecutiva trova la sua ragion d’essere da una massima di esperienza consistente nella
constatazione che l’accettante può confidare nella conclusione del negozio come epilogo normale;
• Art. 1327: Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una
preventiva risposta, il contratto è concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione, e se L'accettante deve dare
prontamente avviso all'altra parte dell'iniziata esecuzione e, in mancanza, è tenuto al risarcimento del danno l’inizio della prestazione
perfeziona il contratto impedendo al proponente l’esercizio del diritto di ripensamento.
La Semplificazione di cui all’art 1333: Ai sensi dell’art. 1333: La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo
per il proponente è irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata. Il destinatario può rifiutare la proposta nel
termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi in cui In mancanza di tale rifiuto il contratto è concluso.
Quando la fattispecie è costitutiva di un vincolo che implica obbligazioni a carico del solo offerente, l’accettazione perde il carattere di
elemento essenziale. La proposta di contratto unilaterale perfeziona la fattispecie per il semplice effetto della sua recezione all’oblato
decorso il termine entro il quale avrebbe dovuto comunicare il rifiuto, e allora sorge una Domanda: Vi sono ex di contratti con obbligazioni
del solo proponente? Risposta: Si e sono Esempi di contratti con obbligazioni del solo proponente:
• Fideiussione gratuita;
• Lettera di patronage c.d. forte;
• Proposta di novazione dell’obbligazione legale di garanzia dovuta dal venditore per i vizi materiali della cosa con l’impegno di eliminare le
imperfezioni senza spese a carico dell’altra parte.
Nel quale risulta complessa la controversa l’applicabilità dell’art 1333 ai contratti formali in cui:
• No: Se si ragiona partendo dalla premessa secondo cui il contratto unilaterale si perfeziona in virtù di un’accettazione tacita.
• SÌ: Si ammette l’eccezionale irrilevanza dell’accettazione in vista della formazione del contratto con obblighi a carico del solo proponente.
A supporto di questa ipotesi milita la finalità dell’onere formale di indurre le parti a riflettere sulla rilevanza dell’atto stante le ripercussioni
che può avere nella loro sfera patrimoniale, nel quale il diritto vigente accredita quest’ultima ipotesi efficacia della proposta di prelazione
convenzionale avente ad oggetto un immobile, e allo stesso modo si considera vincolante per il proponente la dichiarazione contenuta in
un atto pubblico inviato dal genitore alla figlia con cui egli ha dato attuazione all’impegno di provvedere al mantenimento assunto nel
verbale di separazione mediante la donazione di un immobile, ed Essendo la causa concreta esterna all’atto (da ricercare nella crisi
coniugale) la conseguente obbligazione di dare è qualificata da una causa solutoria funzionale all’adempimento dell’obbligo, e l’elemento
caratterizzante l’offerta al pubblico è costituito dall’incertezza del destinatario, in questo caso il contratto è concluso quando il proponente
sia venuto a conoscenza dell’accettazione ed L’offerta perde efficacia quando sia revocata nello stesso modo in cui è stata resa pubblica,
Questa fattispecie è ravvisabile nelle condotte socialmente tipiche (es: commerciante che espone i beni indicandone il prezzo), e La vendita
in questo caso è perfezionata quando il cliente comunichi all’offerente il proprio consenso, si porge una Domanda Se il bene è già stato
venduto? Risposta: Qualora il bene sia infungibile si applica il principio per cui la volontà del commerciante è quella di invitare ad offrire,
diversamente sarebbe contro natura un contratto che si perfezioni tramite la mera accettazione del passante, ed inoltre, il titolare
dell’attività al dettaglio procede alla vendita al richiedente nel rispetto dell’ordine temporale di richiesta.

Sezione V La FormaPremessa: La forma può essere richiesta in 2 casi:


• I Caso: Richiesta dalla legge ai fini della validità dell'atto;
•II Caso: Richiesta a scopo probatorio. Il contratto è valido anche mancando la forma, ma in giudizio può essere fatto valere solamente
attraverso confessione giudiziale o giuramento decisorio.
In sostanza: In linea generale il dichiarante è libero per quanto riguarda la forma con cui esprime la sua volontà, si tratta del Principio di
Libertà delle Forme: Garantito dalla massima semplificazione delle forme governanti il traffico giuridico nel quale ll superamento del
formalismo è frutto di necessità di maggiore rapidità nel traffico giuridico, tuttavia si percepisce l’esigenza di tutelare i consociati da
eventuali danni che scaturissero dalla semplificazione degli atti di trasferimento tra vivi. Pertanto, si limita la forma scritta a pena di nullità
ad alcuni contratti destinati a incidere in maniera rilevante nella sfera giuridica degli stipulanti facendo della forma un elemento costitutivo
della fattispecie. Si è ritenuto infatti, che la forma scritta garantisca una migliore comprensione di diritti e doveri scaturenti dal contratto
(garanzia per la parte debole). Inoltre, il documento scritto ne agevola la conoscenza del contenuto ai fini probatori, e Tutto questo e frutto
direttive comunitarie in funzione del consumatore e che sono:
1) Tub: Forma scritta a pena di nullità per i contratti bancari;
2) Tuf: Forma scritta per i contratti d’investimento mobiliare a pena di nullità opponibile dal solo investitore;
3) Art 50 c. cons.: In cui dice che:
• La forma scritta in tema di avviso al consumatore delle modalità dell’esercizio del diritto di recesso sanzionato con il prolungamento del
periodo in cui il consumatore può esercitare tale diritto,
• Inoltre decreta la nullità del contratto di acquisto del diritto di godimento turnario di immobili dove non sia stata rispettata la forma
scritta;
4)Art 36 c. tur.: Forma scritta a pena di nullità per la vendita di pacchetti turistici;
5) Legge 192/1998: Forma scritta per il contratto di subfornitura;
6)legge 431/1998: Forma scritta a pena di nullità del contratto di locazione di immobili a uso abitativo.
Inoltre segue anche una regola sui generis: Nel senso che La legge 27/2012: Stabilisce che i contratti aventi ad oggetto la cessione dei
prodotti agricoli e alimentari tra imprenditori richiedano la forma scritta e segnalino:
A) Scadenza dell’oggetto del negoziato;
B) Quantità;
C) Caratteristiche;
D) Prezzo e Modi di consegna e di pagamento
Tutto questo deve avvenire sulla base della trasparenza e della correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni con
riferimento alle cose fornite tutela parte debole e si si tace su eventuali violazioni del precetto quindi si ritiene che l’accordo contenente
eventuali condizioni vessatorie per l’alienante sia nullo ex art. 1418.
Sottoscrizione al Buio: Domanda: Cosa succede in questi casi? Risposta: Qualora la sottoscrizione sia stata posta in essere “al buio”, cioè
senza previa lettura del testo, l’effetto vincolante che ne deriva non è di norma pregiudicato dall’antefatto della deliberata ignoranza:
Ovvero vale del resto il principio di auto responsabilità, ma se tuttavia l’omissione sia stata sollecitata dalla parte sleale: Così da indurre la
controparte in errore sul contenuto del documento, l’ingannato è legittimato a far valere la responsabilità precontrattuale. Ma se
l’omissione sia stata autodeterminata, avendo il sottoscrittore deliberatamente tralasciato di leggere, questi potrà proporre l’azione
di annullamento solo ove la discrasia sia riconoscibile dall’altra parte.
Il Biancosegno: In cui il Biancosegno: Tramite il esso parti possono sottoscrivere il documento senza inserire il testo del regolamento, che
dovrà essere composto dal terzo arbitratore ai sensi dell’art. 1349 in cui si verificano i seguenti casi allora se:
A)Riempimento Contra Pactis: Qui se le parti hanno conferito a un terzo il mandato di riempire il regolamento secondo le indicazioni, e Le
Conseguenze: Che ne scaturiscono sono L’eventuale violazione dell’incarico può legittimare la parte pregiudicata a impugnare il contratto
per errore ostativo, infatti si tratterebbe di un’antinomia tra dichiarato e dovuto neutralizzabile con l’azione di annullamento, Il Risultato
che ne Consegue: Si tratta di falsa provenienza della dichiarazione;
B)Riempimento Sine Pactis: Qui e Se il terzo riempie il documento sottoscritto senza aver ricevuto l’incarico e Le Conseguenze: Lo
stipulante può agire proponendo la querela di falso ex art. 221 c.p.c. e il Risultato che ne Consegue: Si tratta di una dichiarazione
riconducibile al dichiarante, si evince una finzione poiché l’errore non è compiuto dal sottoscrittore, ma dall’arbitrio del mandatario.
Forma ed Elementi della Fattispecie: Per i contratti sottoposti alla forma scritta ad essentiam, tutti gli elementi costitutivi della fattispecie
devono essere racchiusi nel documento, mentre quelli non essenziali possono essere concordati anche oralmente, e Fermo restando che la
legislazione speciale a protezione della parte economicamente debole ha esteso gli elementi del rapporto da considerarsi essenziali e
quindi da sottoporre a forma scritta a pena di nullità. Il tassello essenziale della fattispecie negoziale sottoposta a forma scritta può per
essere anche efficacemente espresso in una fronte esterna al documento (art 1346): Si parla allora di “determinazione del contenuto del
contratto per relationem” , possibile qualora ricorrano 2 condizioni:
• L’oggetto della relatio deve essere stato specificatamente individuato entro il documento;
• La fonte esterna d’integrazione deve rispettare i requisiti formali propri del tipo contrattuale
Questo orientamento è volto a tutelare la c.d. “responsabilizzazione del consenso”, base fondate dell’imposizione della forma scritta a
pena di nullità, e qualora infatti si ritenesse sufficiente il mero rinvio ad un atto scritto esterno non sottoscritto, si tradirebbe questa
finalità, che impone che ciascuna parte abbia maturato una volontà ponderata su tutti gli elementi del rapporto, compresi
quelli determinati per relationem: è indispensabile l’appropriazione specifica di ogni elemento rinviato tramite sottoscrizione autonoma.
Per quanto concerne l’onere della forma non appare comunque surrogabile mediante atti esecutivi o di riconoscimento ex post: la
dichiarazione confessoria con cui la parte riconosce o ammette l’avvenuto perfezionamento del contratto non sana il difetto di forma in cui
Altresì inadatta a sanare la nullità ex art 1350 è la stipulazione inter partes di un negozio di accertamento, destinato a rendere certa la
situazione giuridica preesistente: Le parti di fatto enunciano una volontà che mette ordine all’incertezza precedente circa una determinata
vicenda oggetto di discorde valutazione tra di loro.
Il negozio di accertamento non racchiude allora una volontà dispositiva nuova e presuppone la validità di un contratto inter partes in
relaziona al quale interviene come successivo atto chiarificatore, che è pertanto sfornito della capacità d’integrare il requisito formale
mancante ai fini della validità del rapporto stesso, in cui il medesimo effetto non può nemmeno essere conseguito per mezzo dell’atto
unilaterale ricognitivo dell’altrui diritto reale: riconoscere non significa trasferire, la mancanza di forma dell’atto traslativo non è infatti
surrogabile dalla forma rivestita a quello meramente ricognitivo, ed È inoltre da ritenersi insufficiente a soddisfare il requisito imposto
dall'art 1350, la semplice quietanza recante la sottoscrizione di ambedue gli stipulanti, in quanto è un semplice atto unilaterale
di contenuto confessorio, ma inidoneo di per sé a integrare gli elementi del sottostante rapporto dispositivo.
Ultime Precisazioni: L’onere imposto della forma scritta non può nemmeno considerarsi soddisfatto tramite condotta concludente e
indicativa della volontà della parte di far proprio il contenuto del documento (es un assegno emesso ma non sottoscritto: è ovviamente da
escludersi che la mancata manifestazione di volontà per atto scritto possa essere surrogata dalla condotta esecutiva).
Il Contratto Risolutivo: Il contratto di mutuo dissenso estingue un precedente contratto, con effetto ripristinatorio della situazione
originaria, eliminando gli obblighi e diritti derivanti dal contratto originario, nel quale il contratto risolutorio diventa l’unica fonte degli
obblighi e dei diritti delle parti nel quale risulta possibile che dopo aver stipulato un contratto sorga l'esigenza di uno o di entrambi i
contraenti di sciogliere il vincolo contrattuale, e Tale fattispecie ad Ex: Riguarda lo scioglimento dei contratti di locazione.
Ulteriori Precisazioni: Per il contratto risolutorio vale il principio di specularità degli oneri di forma, ossia se il precedente accordo necessita
della forma scritta ne consegue che anche il contratto risolutorio necessità della forma scritta, e la specularità è presente nel caso in cui il
contenuto nel contratto risolutorio sia uguale e contrario a quello del precedente contratto.
L’accordo eliminativo del preliminare di vendita immobiliare è speculare al preliminare di vendita, poiché il preliminare può condurre a una
modificazione della situazione patrimoniale rilevante è prevista forma scritta, di conseguenza è possibile ritenere che anche l’accordo
eliminativo del preliminare debba avere forma scritta, e di conseguenza si porge una Domanda: Che cosa dice in merito il Codice? Risposta:
Il codice afferma che qualora si alleghi che, dopo la formazione di un documento, è stato stipulato un patto aggiunto o contrario al
contenuto di esso, l'autorità giudiziaria può consentire la prova per testimoni soltanto se, avuto riguardo alla qualità delle parti, alla natura
del contratto e a ogni altra circostanza, appare verosimile che siano state fatte aggiunte o modificazioni verbali, e Tale imposizione viene
interpretata restrittivamente, e infatti si ritiene che essa riguardi i patti modificativi del rapporto e non quelli che abbiano natura estintiva e
di conseguenza tale norma non permetterebbe di considerare valido l’accordo diretto a sciogliere il rapporto.
Domanda: Qualora si volesse modificare il contratto? Risposta: SI può fare Il Contratto Modificativo: E deve essere redatto nella forma
prevista per la realizzazione del contratto stesso a meno che la correzione non ricade su elementi non essenziali, e da ciò ne consegue che
le clausole modificative di un contratto che prevede la forma scritta saranno nulle qualora non siano anch’esse redatte per iscritto.
Sorge una altra Domanda: Ma il Patto sulla Forma? Risposta: L’autonomia privata riguardo le forme del contratto permette al proponente
di imporre all’accettante la forma scritta anche quando l’oggetto della trattativa sia un contratto che non lo prevede, ove vi è la possibilità
che le parti realizzino un contratto normativo il quale sarà destinato a regolare il successivo contratto, nel caso in cui il contratto normativo
preveda la forma scritta saranno nulli tutti i rapporti negoziali futuri che non rispettino tale disposizione, inoltre l’osservanza del contratto
normativo risulta tendenzialmente richiesta a pena di nullità, e al contempo risulta necessario tutelare il principio di autonomia privata, di
conseguenza la violazione del patto normativo rileva solamente qualora una delle parti ne faccia richiesta al giudice, nel quale la
giurisprudenza ritiene che i vincoli imposti per le modifiche dell’accordo non siano estendibili anche al patto risolutorio dell’onere formale,
anche se Tale interpretazione risulta in contrasto con il canone di specularità.
Domanda: Ma la Riproduzione del Contratto? Risposta: Per quanto riguarda la riproduzione del contratto, le parti hanno facoltà di
impegnarsi a riprodurne il contenuto già perfezionato in un documento separato e, allo stesso tempo, ove il contratto sia a forma libera,
possono egualmente impegnarsi a dare un vestimentum (scrittura privata o atto pubblico) formale all’accordo verbale concluso, nel quale
L’invalidità del contratto originario si ripercuote logicamente sul contratto riproduttivo, a meno che le cause patologiche siano nel
frattempo venute meno.
Ulteriori Precisazioni: Il contratto riproduttivo è similmente valido allorché la parte, il cui consenso risulti viziato da Errore o Dolo al
momento del perfezionamento, avendo scoperto il vizio si sia lo stesso determinata a ripeterne il contenuto, e analoghe conclusione si
impongono per il vizio formale, in ogni caso, in tutte queste situazioni, l’atto contenente la rinnovata volontà degli stipulati costituisce di
fatto l’unica fonte del vincolo stesso, più che esserne una semplice riproduzione e Quando gli stipulanti rinnovino fedelmente il contenuto
del precedente contratto valido senza apportare variazioni sostanziali, la diretta fonte del vincolo deve essere rappresentata dall’accordo
riprodotto, avendo quello riproduttivo semplice funzione ricognitiva del rapporto già perfezionato inter partes, nel quale il rapporto
è comunque unico è inscindibile, un vincolo non si sovrappone all’altro, dal momento che la rinnovazione ha valenza soltanto testuale in
cui:
 Non affiora alcuna vicenda novativa in cui in questo caso è impegnativo il contenuto del contratto riproduttivo, che ha anche portata
modificativa
 Viceversa quando sia dato scorgere una divergenza di contenuto, appare innanzitutto necessario stabilire se le parti abbiano voluto
esprimere una nuova volontà o si siano limitate a rinnovare il consenso già espresso e in questo caso è possibile ravvisare vizio della
volizione di uno o ambedue i dichiaranti per errore ostativo dal momento che la divergenza non è voluta.
Allora visto che abbiamo parlato di questi casi si può menzionare anche la casistica ovvero:
 Atto Abdicativo: Quale forma deve rivestire la dichiarazione con cui il titolare rinuncia alla proprietà di un immobile acquistato con
atto inter vivos? L'art 1350, n 5 stabilisce sì che debbano essere redatti per iscritto a pena di nullità “gli atti di rinuncia ai diritti indicati dai
numeri precedenti”, ma non offre una risposta immediata nel quale l’acquirente infatti, non può di propria iniziativa determinare il
ritrasferimento del diritto a causa dell’immodificabilità unilaterale del contratto ed e logico dedurre che l’accordo abdicativi richieda la
medesima forma scritta imposta dalla legga ai fini della validità dell’atto acquisitivo quando sia immediatamente diretto a realizzare un
effetto a essa opposto.
Rinuncia all’usucapione immobiliare: secondo un primo indirizzo la rinunci all’usucapione immobiliare è sottoposto alla forma scritta ad
essentiam siccome l’avente titolo abbandona un diritto già entrato nel suo patrimonio, una tesi estrema nega invece questa formalità
dell’atto abdicativi dell’usucapione in quanto sarebbero suscettibili di rinuncia i diritti ma non un fatto materiale come la prescrizione
acquisitiva, nel quale altri ancora propendono per la libertà delle forme sulla base del fatto che attraverso la rinuncia il soggetto non abdica
a un diritto, ma si limita a non avvalersi di una sua facoltà, ma giurisprudenza pratica non pone comunque in dubbio che la rinuncia al
legato immobiliare debba rivestire la forma scritta ab substantiam.

Sezione VI I Vincoli Preparatori alla Formazione del Contratto


A) La Rilevanza del Termine:  Il proponente può rendere irrevocabile la proposta per un determinato periodo, e se effettuata entro tale
periodo, la revoca risulterà inefficace (art 1329.1).
La proposta irrevocabile deve essere, come la proposta semplice, ovvero contenere tutti gli elementi essenziali del negozio proposto, così
che la mera accettazione dell’oblato possa perfezionare la situazione e Anche in questo caso, l’accettazione difforme implica l’inversione
dei ruoli, con l’oblato che diviene nuovo proponente e allora si porge una Domanda: Qualora il dichiarante non abbia previsto il termine di
efficacia del vincolo di irrevocabilità cosa succede? Risposta: Succede che:
 Secondo l’opinione più radicale la clausola di irrevocabilità è nulla in quanto il termine è da considerarsi elemento essenziale e
costitutivo della fattispecie;
 Mentre altri propendono per l’applicazione in via analogica del 1326.2 concludendo che la proposta rimarrebbe irrevocabile per il tempo
necessario secondo la natura del rapporto o gli usi;
 C’è anche chi crede che il termine sia fissabile giudizialmente, ma preferibilmente bisognerebbe armonizzare le opposte esigenze:
A) Da un lato: Salvaguardare la volontà del proponente evitando di convertire la proposta irrevocabile in proposta semplice;
B) Dall’Altro lato: Semplificare la situazione evitando alle parti l’onere di proporre un’azione giudiziale per completare la fattispecie, per
arrivare a questo punto di equilibrio, l’opinione più funzionale sembra allora essere quella dell’applicazione dell'art 1326.2.
L’opinione più funzionale sembra essere l’applicazione dell’art. 1326 comma 2 perché, nonostante il termine non sia stabilito in base a
criteri rigidi, si rende immediatamente operativa la proposta a prescindere dal giudice. In questo modo si consente all’oblato di accettare
tempestivamente la proposta che è dotata di efficacia immediata. Una volta decorso il termine di irrevocabilità, la proposta può diventare
alla stregua di una proposta semplice se ciò corrisponde alla volontà del proponente.
B) Opzione: In questo caso l'irrevocabilità della proposta discende dal contratto per effetto del quale all’opzionario è attribuito il potere di
accettare la proposta a cui l’altra parte è vincolata per un certo periodo (art 1331.1), e da qui consegue che le eventuali cause invalidanti
della fattispecie strumentale (opzione) si riverberano su quella programmata (contratto oggetto di opzione), e l’opzione deve inoltre
rivestire la forma eventualmente richiesta per il contratto programmato, con l’onere formale che si estende anche all'accettazione
dell’opzionario, fermo restando che la forma scritta dell’accettazione non sana l’invalidità del contratto di opzione, in cui il compimento da
parte del promittente di un atto incompatibile con il vincolo preparatorio integra in ogni caso gli estremi della violazione dell’impegno
assunto, con conseguente responsabilità per i danni patiti dal titolare del potere di accettare, contrattuale e non “precontrattuale”
come secondo l’opinione di alcuni.
Domanda: Qualora gli stipulanti non abbiano indicato il termine di durata del vincolo cosa succede? Risposta: Ciascuna parte può ricorrere
al giudice per integrare l’elemento mancante (art 1331.2), ed occorre in ogni considerare la sussistenza della prescrizione decennale, che
estingue il diritto dell’oblato, mentre invece, in ipotesi di accettazione tardiva, ci si domanda se sia applicabile in via analogica il principio di
cui all'art 1326.3, o se tale accettazione vale come nuova proposta, e qualora si ritenesse che la norma esprima un'accezione alla regola
prevista dal comma precedente, non sarebbe possibile ragionare in via analogica, sennonché l'art 1326.3 enuncia una regola utile a
semplificare la fattispecie costitutiva malgrado l’originaria efficacia dell’accettazione, che perfeziona lo stesso il rapporto obbligatorio se il
proponente comunica tempestivamente alla controparte di considerarla comunque vincolante, e non affiora allora nessun ostacolo a
estendere questa regola all’opzione, e alla fine dei conti, l’accettazione tardiva, sia in un caso sia nell’altro, richiede comunque un’ulteriore
manifestazione di volontà del proponente, così che la questione della forma che deve rivestire appare secondaria.
C) Contratto Normativo: Il contratto normativo ha ad oggetto la disciplina quadro di futuri contratti in cui esso e:
 È Bilaterale: Quando il vincolo riguardi le medesime parti;
 Ma Unilaterale: Quando si occupi di disciplinare contratti che una delle parti stipulerà con terzi e la sua caratteristica fondamentale è
la libertà circa la decisione di stipulare i singoli contratti, salvo l’obbligazione di uniformarne il contenuto alle clausole espresse nell’accordo
normativo. Non sembra
per essere pacifica la natura contrattuale del negozio normativo, in quanto da esso non sorgerebbe a carico delle parti alcun vincolo
obbligatorio essendo loro libere di stipulare gli accodi esecutivi del progetto e a privare la fattispecie di funzione pratica sarebbe del resto
anche solo necessario il rifiuto opposto da uno dei contraenti di stipulare secondo i patti, e sarebbe quindi da considerarsi un mero
meccanismo procedimentale, ma è anche vero che è comunque idoneo a generare l’obbligazione di ripetere il contenuto prestabilito,
anche se è un’obbligazione sospensivamente condizionata alla volontà delle parti di concludere il contratto esecutivo e Qualora si
ravisasse L’ingiustificato e inatteso rifiuto di uno degli stipulanti di rinnovare le intese dell’accordo normativo pu in ogni caso integrare gli
estremi della culpa in contrahendo ex art 1337, a maggior ragione se il rifiuto è aggravato dalla stipulazione di contratti analoghi con
concorrenti dell’altra parte. Ultime
Precisazioni: Qualora tuttavia si consideri il contratto normativo non come un’autonoma fattispecie contrattuale, ma come un fase del
processo di formazione dei contratti esecutivi, verrebbe allora a mancare il collegamento genetico tra i due e la conseguente trasmissione
dei vizi invalidanti il rapporto sottostante, e la soluzione opposta è stata invece accolta dalle corti, che affermano la nullità dell’accordo
normativo è destinata a riverberarsi sui singoli contratti esecutivi. D) Le
Prelazioni: Vi sono vari tipi di Prelazioni che sono: 
Prelazione Volontaria: Tramite il patto di prelazione il promittente, c.d. “prelazionante”, si obbliga a preferire, a parità di condizioni, il
promissario, c.d. “prelazionario”, nella stipulazione di un determinato contratto. Il prelazionante, prima di perfezionare il contratto con il
terzo, è allora tenuto a comunicare al preferito le condizioni dell’intesa programmata col terzo (denuntiatio), così da permettergli
l’esercizio del suo diritto potestativo, e di fatto, la preferenza non ostacola la modificazione della situazione giuridica, ma ne indirizza al più
gli effetti in un determinato senso e si tratta di accordare un trattamento di favore che si sostanzia nella possibilità a vantaggio di una
determinata persona di stipulare il contratto alle stesse condizioni offerte dal terzo, per questo il mancato esercizio del diritto di prelazione
comporta la riespansione della libertà di scelta pro controparte in cui il patto di prelazione scoraggerà ovviamente eventuali terzi ad
intavolare una trattativa che molto probabilmente non produrrà alcun effetto, ed è infatti generalmente utilizzato nei rapporti tra
imprenditori per restringere la concorrenza;
 Prelazione Impropria: La prelazione è “impropria” ove sfumi il requisito della parità di condizioni, siccome lo stipulante preferito potrà
decidere di perfezionare l’intesa disinteressandosi del corrispettivo offerto o accettato dal terzo (es il promittente, prima di
vendere l’immobile al terzo, si è già impegnato ad offrirlo a prezzo già determinato).
 Prelazione Legale: Qualora sia la legge a riconoscere a un determinato soggetto diritto di prelazione, questo pu opporlo al terzo: le
prelazione legali hanno efficacia reale (differentemente dalle altre), di modo che il prelazionario è legittimato, attraverso il diritto di
riscatto, a ottenere il trasferimento della cosa nella sua sfera di appartenga con efficacia erga omnes, in cui il riscattante, che deve
restituire il prezzo al terzo, è considerato diretto acquirente rispetto all’alienante, avvenendo surrogazione legale del riscattante nella
stessa posizione del riscattato con effetti retroattivi, e dopo la denuntiatio il disinteresse del preferito non importa rinuncia ma semplice
mancato esercizio di potestà, ma alcuni ammettemmo anche che si possa rinunciare al diritto di prelazione prima che sia notificata la
proposta di alienazione, ammettendo che ci si limiti ad abdicare un diritti di cui si è già pienamente titolari. L’azione di riscatto, salvo
diversamente stabilito, si estingue decorsi 10 anni.
Prelazioni di Vario Genere:
 Prelazione Ereditaria: Ai sensi dell’art 732 il coerede che vuole alienare a un terzo la sua quota, o parte di essa, deve notificare
la proposta di alienazione agli altri coeredi, che hanno diritto di prelazione da esercitare entro 2 mesi dalla denuntiatio. In mancanza di
questa, i coeredi hanno diritto di riscattare la quota alienata dal terzo e da ogni successivo avente causa, finché dura lo stato di comunione
ereditaria.
• Prelazione Agraria: In caso di trasferimento a titolo oneroso o di concessione in enfiteusi di fondi dati in affitto a coltivatori diretti,
l’affittuario, a parità di condizioni, ha diritto di prelazione entro il termine di 30 giorni. Il proprietario deve notificargli per iscritto la
proposta di alienazione trasmettendo il preliminare di compravendita indicante nome dell’acquirente e prezzo di vendita. Qualora manchi
la denuntiatio o il prezzo dichiarato sia superiore, il prelazionario pu , entro un anno dalla trascrizione della compravendita, riscattare il
fondo dall’acquirente e dai successivi aventi causa;
• Prelazione Urbana: In caso il locatore intenda trasferire a titolo oneroso l’immobile destinato a uso commerciale o artigianale, deve
comunicarlo al conduttore con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario, indicando il corrispettivo in denaro e le altre condizioni a cui
la compravendita sarebbe conclusa. Il conduttore, avendone interesse, potrà esercitare il proprio diritto di prelazione entro 60 giorni
dalla denuntiatio, offrendo condizioni uguali a quelle comunicategli. Qualora il proprietario manchi di notificare o notifichi un prezzo
superiore a quello realmente stabilito, l’avente diritto alla prelazione, entro 6 mesi dalla trascrizione del contratto, pu riscattare l’immobile
dall’acquirente e da ogni altro successivo avente causa. Analoga prelazione è riconosciuta al conduttore d’immobili destinati a uso
abitativo qualora il locatore neghi il rinnovo del contratto alla prima scadenza avendo l’intenzione di vendere a terzi;
E) Il Contratto Preliminare: Caratteristiche sono:
Funzione: Il contratto preliminare obbliga le parti a stipulare l’intesa entro un periodo di tempo determinato, nel quale I fini del contratto
preliminare sono:
 Consolidare il vincolo al fine di “proiettarsi” al contratto definitivo;
Ottenere il tempo necessario al fine di svolgere le attività accessorie quali la ricerca del documenti necessari per stipulare l’atto pubblico;
 Ottenere il tempo necessario al fine di reperire i fondi economici necessari al fine di provvedere al pagamento di quanto previsto dal
contratto.
Ex: Se Tizio vuole comprare l'immobile di Caio ma non ha ancora trovato un mutuante allora potrà mediante il preliminare “bloccare”
l’affare per dodici mesi dandosi così il tempo di trovare il finanziamento. Nel quale Il preliminare obbliga le parti a realizzare il contratto di
vendita, in cui se L'obbligazione di prestare il consenso può gravare:
 Su entrambe le parti (Preliminare Bilaterale);
 Soltanto su una delle due (preliminare unilaterale), e in questo caso la fattispecie si differenzia dal contratto di opzione poiché l’oggetto
non è una proposta irrevocabile bensì il vincolo del committente di prestare il consenso al contratto definitivo.
Forma del Contratto: L'art 1351 si limita a stabilire che per il contratto preliminare vale il requisito formale a pena di nullità con riguardo al
contratto definitivo. Sembrerebbe allora che il principio di specularità delle forme non valga laddove la forma sia richiesta a fini probatori,
ed è proprio su questo versante che si pone il problema dell’applicabilità degli oneri formali previsti in tema di trasferimento di edifici e di
terreni nel t.u. ed. La giurisprudenza di legittimità ha in linea generale riconosciuto l’inapplicabilità di tali oneri al preliminare di
compravendita immobiliare, muovendo dalla premessa secondo cui sono state dettate limitatamente alle vicende negoziali destinate a
produrre immediatamente effetti reali. Posto che questa tesi sicuramente agevola la contrattazione preliminare, essa comunque
non implica che si possa dare esecuzione alla promessa in forma specifica eludendo le regole espresse per la disciplina urbanistica
Il Termine dell’Adempimento: Il termine è un elemento essenziale del preliminare perché il compimento della sua causa concreta rende
imprescindibile il periodo entro il quale provvedere alle attività accessorie. In base a questa premessa, il termine si considera un elemento
costitutivo della fattispecie e per questo motivo si richiede, qualora il contratto abbia ad oggetto un immobile, l’onere della forma scritta si
estende al termine della stipula del definitivo, ma Tuttavia, trattandosi di un termine di adempimento, la sua mancata previsione non è
fonte di nullità del contratto, essendo integrabile tramite intervento del giudice nel quale L’essenzialità del termine è sottolineata all’art.
1183 comma 1: Dice che l’essenzialità del termine non può dipendere solo dalla volontà dei contraenti, ma anche dalla natura della
prestazione e Infatti, se si assegna a una delle parti il potere di fissare il termine e questa non lo faccia, l’altra parte può richiedere
l’intervento del giudice:
• Sia per la determinazione del termine;
• Sia per proporre la domanda di adempimento in forma specifica, e se però queste facoltà non vengono esercitate entro l’ordinario
termine di prescrizione, l’obbligazione si estingue.
Domanda: Quando e usato Il preliminare e può avere altre fattispecie? Risposta: E usato in genere per vincolare le parti a stipulare la
programmata vendita e si può avere altre fattispecie che sono se:
È invalido perché il preliminare che manca di causa o di una donazione (che si caratterizza per la liberalità dell’atto);
È ammesso perchè il preliminare di mutuo per assegnare al mutuante un rimedio di autotutela preventiva a fronte dalla sopravvenuta
modifica delle condizioni patrimoniali del promissario, e la promessa di mutuo non è suscettibile di esecuzione forzata dal momento che
implica un fare infungibile mentre il preliminare di società, che secondo l’orientamento prevalente deve enunciare il tipo sociale voluto
dalle parti.
Il Rapporto tra Preliminare e Definitivo: Il rapporto intercedente fra preliminare e definitivo è simile alla relaziona tra contratto originario
e riproduttivo: Nel quale si tratta di stabilire il significato da attribuire all’eventuale discrasia contenutistica fra l’uno e l’altro, ed e avviso
delle corti, si applica la regola dell’ “assorbimento”: Ovvero l’unica fonte del rapporto costituitosi sarebbe allora il definitivo, come se il
preliminare fosse cancellato in quanto mero antecedente storico, e non rileverebbe dunque neanche se la divergenza si sia verificata per
scelta consapevole o errore ostativo. Inoltre Le parti possono anticipare l’esecuzione di talune prestazioni tipiche del definitivo (es nella
vendita si anticipa la consegna del bene), Qualora il promissario abbia ottenuto la detenzione della cosa, posto che il pagamento del
prezzo deve avvenire al momento del trasferimento di proprietà, potrebbe sembrare applicabile l'art 1499, per cui chi compra è tenuto a
versare gli interessi compensativi sul prezzo ove la cosa produca redditi o frutti, salvo patto diverso o contrario, e contro questa tesi  si
oppone l’indirizzo dominante, affermando che nel preliminare, a differenza che nella vendita, non emerge alcun obbligo di pagare il prezzo,
e l’eventuale anticipazione della consegna non richiede alcun riequilibrio ex art 1499, mentre  Riguardo alla natura della relazione fra
promissario acquirente e res, la giurisprudenza forense ha elaborato interpretazioni  contrastanti, ispirate al medesimo criterio
dell’automatismo psicologico in cui:
 Da un lato il fatto che la natura obbligatoria del preliminare di vendita impedisce la configurazione in capo al promissario
dell'animus possidendi, in quanto egli è cosciente di non essere padrone della caso;
 Ma dall’altro lato l’eventuale consegna anticipata può innescare l'animus rem sibi habendi essendo una frazione della posizione
dominicale che si perfezionerebbe con il definitivo.
 Sembra comunque più logico ricondurre la relazione nella sfera della detenzione in quanto, prima di tutto, la consegna anticipata ha
luogo nell'ambito di un contratto obbligatorio, la cui funzione programmatica non sembra idonea a far scattare l'animus rem sibi habendi.
Ulteriori Precisazioni: Nel caso in cui il bene promesso in vendita sia gravato da pegno o ipoteca, rimane un dubbio circa l’applicabilità
dell'art 1482, che concede all’acquirente di buona fede i rimedi preventivi della sospensione del pagamento del prezzo e della fissazione in
via giudiziale di un termine per la liberazione del bene stesso dal vincolo preesistente, nel quale le corti ne ammettono in effetti
l’applicazione estensiva, ma unicamente laddove il promissario ignorasse tale vincolo e in più, laddove invece il promittente avesse
dichiarato falsamente la libertà del bene da vincoli reali, gli è anche concesso di esercitare l’azione di risoluzione del contratto ex art 1453,
e la giurisprudenza pratica consente poi al promissario di avvalersi dell’azione di esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere il
definitivo avente ad oggetto il trasferimento del bene gravato da garanzie reali, potendo egli chiedere al giudice di “purgarlo” fissando le
modalità di versamento del prezzo idonee ad assicurarne la liberazione dai pesi.
Per quanto invece riguarda la tutela del promissario acquirente di cosa affetta da vizi materiali occulti, è prevalsa la tesi incentrata sulla
funzione del preliminare di vendita, che giustifica l’anticipazione della tutela legale ex latere empori, in cui un interrogativo riguarda
l’esperibilità dell’azione di esatto adempimento dell’obbligazione di conformità materiale, con la conseguente condanna del promittente
venditore all’eliminazione dei vizi occulti, e secondo alcuni sarebbe inammissibile ammettere l’azione perché, riconosciuta l’applicazione al
preliminare della disciplina in materia di vizi ex art 1490, non potrebbe applicarsi al rapporto da cui scaturisce l’obbligazione di dare il
rimedio escluso dall’ambito degli strumenti di protezione concessi al compratore. In altre parole, laddove si affermi che la prestazione del
venditore e del promissario è di dare, la domanda di condanna all’eliminazione dei difetti è inammissibile perché, concretandosi in un fare,
sarebbe estranea al rapporto tra le parti. Il contratto preliminare di massima viene utilizzato per vincolare le parti a stipulare una
programma vendita, ma non è escluso che possa avere ad oggetto altre fattispecie negoziali, e sono per sicuramente da escludere la
validità del “preliminare di secondo grado”, per difetto di causa essendo privo di ragione il contratto che obbliga le parti a concludere il
simulacro di un contratto, e del “preliminare di donazione”, che altrimenti vedrebbe sconvolta la sua caratteristica essenziale della
liberalità dell’atto. Ammessi sicuramente sono invece il “preliminare di mutuo”, previsto dal cc come tutela preventiva del mutuante, e
il “preliminare di società”.

Sezione VII L’oggetto Premessa: Oggetto del contratto sono le prestazioni che ciascuna parte è tenuta a effettuare in adempimento della
promessa assunta, mentre la causa, ossia la ragione pratica giustificativa delle prestazioni,è rappresentata dagli spostamenti patrimoniale.
L’art 1346 stabilisce che l’oggetto deve essere:
A)Possibile: Con esso il legislatore si riferisce alla possibilità originaria, infatti se la prestazione diventa in un secondo momento impossibile
questo non inficia la validità del contratto, ma assume i tratti dell’inadempimento se imputabile al debitore o avvia il procedimento di
risoluzione del contratto se determinata da fattori esterni (art. 1256).
L’impossibilità può essere:
 Giuridica: Quando dipende dalla norma vietante la prestazione pattuita senza renderla illecita, in questo caso l’oggetto è materialmente
possibile e astrattamente non disapprovato, ma non ne è ammessa l’esecuzione, nel quale L’impossibilità giuridica può dipendere dalla
circostanza che la situazione soggettiva oggetto dell’accordo non è suscettibile di scambio (es: possesso);
• Materiale: quando dipende da circostanze naturali. A questo riguardo vale il PRINCIPIO DI AUTORESPONSABILITÀ se la parte si obbliga ad
eseguire una prestazione che richiede un impegno straordinario, allora si assumerà la responsabilità di eventuali perdite economiche
obbligata a sopportare per rispettare la parola data;
• Oggettiva: Quando l’impossibilità è frutto di imprevisti si valuterà caso per caso entro quale margine esonerare la vittima del caso;
• Iniziale: Contratto Astrale
B) Lecito: Quando la prestazione e illecita rendere nullo il contratto, secondo la nozione di liceità desumibile dall'art 1343: L’oggetto è da
considerarsi illecito quando è contrario a norme imperative (es lo scambio è impedito perché la cosa oggetto è incommerciabile), all’ordine
pubblico o al buon costume
C)Determinato o Determinabile: La prestazione deve essere determinata o quantomeno, determinabile in cui L'art 1349: Concede alle
parti anche la possibilità di conferire a un terzo arbitratore l’incarico di determinare, secondo equità o mediante semplice arbitrio, il
contenuto della prestazione del contratto in fieri, che diventerà allora perfetto con l’atto del terzo, che ha carattere, secondo la tesi
preferibile, di autonomo atto giuridico integrativo del contratto altrui, in cui in base alla tipologia del potere conferito al terzo, la legge fa
discendere due conseguenze:
 Da un lato: Modula diversamente il regime d’impugnazione dell’atto d’integrazione della volontà essendo in questo caso nullo il
contratto non potendo il giudice agire secondo i canoni del mero arbitrio;
 Mentre dall’altro lato: Autorizza l’intervento sostitutivo del giudice laddove il terzo non voglia o non possa eseguire l’incarico, solo in
caso  di arbitraggio secondo equità.
Precisazioni: L’atto giuridico di arbitraggio va per tenuto ben distinto dalla c.d. “perizia contrattuale” che si ha quando le parti nominano
uno o più esperti per ottenere una valutazione tecnica. In linea di massima comunque, le parti sono libere di attribuire a una di loro il
potere di determinare il contenuto del contratto (c.d. “autoarbitraggio”), ed essendo che l’atto di perfezionamento della fattispecie è
eseguito da chi rivesti allo stesso tempo il ruolo di parte, bisogna evitare che l’autonomia privata degeneri dello status subiectionis della
controparte. In definitiva, il rischio di abuso tenderà a diminuire tanto più netti sono i limiti entro cui la parte pu plasmare
l’autoarbitraggio, e per questo motivo si deve affermare la tendenziale inammissibilità della determinazione rimessa al mero arbitrio di una
parte, che si deve obbligatoriamente muovere entro i confini dell’equilibrato apprezzamento.
Ulteriori Considerazioni: L'ammissibilità del contratto avente ad oggetto un genere limitata, in particolare quando l’oggetto della
prestazione traslativa consiste in un frammento specificamente individuato di una maggiore superficie. La validità della vendita
immobiliare di genere limitato presuppone allora la fungibilità delle singole componenti del tutto, in caso contrario cadrebbero le
premesse utili al fine di determinare la res.

Sezione VIII Causa e Motivi: Premessa: Il nostro ordinamento si ispira al principio causale: Ogni spostamento patrimoniale deve essere
sorretto da un ragione giustificativa a pena di nullità(art 1325, n 2).
Le parti non possono creare validi negozi astratti, sono infatti immeritevoli di tutela i contratti permeati dall’astrazione totale della causa. È
invece ammissibile stipulare contratti atipici dove l’astrazione sia solamente relativa (es delegazione astratta o contratto autonomo di
garanzia).
Domanda: Quando la causa risulterà mancante? Risposta: Risulterà mancante quando:
 La causa sia inesistente;
 L’acquirente decida di comprare un bene che è già di sua proprietà;
 Il preliminare di vendita avrà a sua volta come oggetto un preliminare di vendita (preliminare di secondo grado).
L’art 1119 cc abr secondo una visione superata la causa dell'obbligazione veniva interpretata in senso oggettivo, e di conseguenza la causa
giustificativa della promessa risultava essere:
- La controprestazione dei contratti di scambio;
- L’intento liberale per i contratti gratuiti.
Con il cc del ’42 tuttavia, la causa partecipa della natura di elemento essenziale del contratto, ed e una diffusa ma  anacronistica lettura la
definisce con “funzione economico- sociale” del rapporto giuridico: In altri termini, il contratto è meritevole di tutela quando sia
funzionale al benessere della nazione, e la causa viene così oggettivata, diventando il mezzo nelle mani dello Stato, che opera attraverso il
giudice, per accertare l’utilità sociale delle singole intese, sanzionate da nullità in caso in cui esprimano interessi non armonizzabili con
quelli pubblici, e Contro questa interpretazione si è progressivamente affermata la tesi opposta secondo cui corrisponde
alla “funzione economico-individuale” del contratto, si frantuma così l’ideologia collettivistica del contratto come strumento di
uniformazione della volontà dei singoli al benessere generale e si accredita invece la funzione del contratto come autodisciplina degli
interessi individuali in attuazione di una volontà anch’essa individuale.
Mentre per quanto concerne I Motivi: I motivi indicano invece il fondamento del negozio, il bisogno che induce il privato ad inserirsi nel
traffico giuridico, e qualora questo bisogno sia noto alla controparte (il motivo è allora detto “concreto”), e questa genera nell’altro
un’affidamento ragionevole sull’idoneità del loro rapporto a soddisfarlo, la demolizione di questa condotta affidante autorizza il
contraente ad avvalersi dei rimedi in tempi di inadempimento, e l’idea dell’assoluta irrilevanza del motivo è allora condivisibile laddove
per “motivo” si intenda il movente psicologico che fuoriesce dal contenuto del contratto in quanto inidoneo a determinare ragionevoli
affidamenti, ma è errata nel momento in cui il  “motivo” sia fondamento del negozio, partecipe della natura stessa del contratto (es stipulo
la compravendita di un oggetto per un determinato motivo e l’altra parte, essendone a conoscenza, crea in me l'idea che il contratto sia
idoneo a farmi raggiungere il mio fine).
Per quanto Concerne Nel diritto Vivente: Talvolta le corti si muovono ancora sulla dottrina della causa quale funzione economico-sociale
del contratto, da un lato confermando l’irrilevanza dell’intento pratico perseguito dalle parti, considerato irrilevante, e dall’altro facendo
coincidere la causa con lo scambio fra reciproche prestazioni, la giurisprudenza prevalente condivide in ogni caso l’interpretazione
della causa quale funzione economico- individuale.
Due o più contratti oggettivamente distinti possono anche essere coordinati per il conseguimento di unitario e articolato risultato
economico. Il nesso che unisce in tal caso questi contratti è il c.d. “collegamento negoziale”, fermo restando che ognuno conserva la
propria specificità e la causa viene individuata mettendo a fuoco l’interdipendenza che li unisce. L’interesse delle parti è allora la ragione
giustificativa degli spostamenti patrimoniali generati dalle fattispecie negoziali. Il collegamento pu anche essere necessario, qualora sia
determinato dalla legge, Ad Ex: Nel rapporto tra obbligazione principale e di garanzia o tra contratto base e subcontratto, qui Il nesso è
in ogni caso di carattere gerarchico, nel senso che l’invalidità del contratto “a monte” colpisce il contratto subordinato, ma l’invalidità di
quest’ultimo non si riverbera sul primo. Il collegamento, oltre che legale, può essere ovviamente e più spesso “volontario” quando siano le
parti stesse a collegare tra di loro più contratti di per sé autonomi (e in questo caso la gerarchicità del nesso andrà stabilita caso per caso,
di modo che l’invalidità si riflette sul contratto collegato solo quando il vizio infici l’accordo all’apice), il nesso è comunque, il più delle volte,
implicito, ferma restando la capacità delle parti di renderlo implicito con clausole ad hoc.
Domanda: Come si Classificano i Contratti secondo la loro causa? Risposta: Si classificano in:
1) Contratto Indiretto: Quando il contratto è utilizzato per raggiungere un fine diverso rispetto a quello tipico, così da celare ai terzi
il proposito immediato, e gli interessati possono anche agire in giudizio per far accertare il fine indiretto. All’interno della fattispecie del
contratto indiretto è anche possibile individuare quella del “negozio in frode alla legge”, nei casi in cui il contratto sia stato concluso per
ottenere un risultato indiretto immeritevole di tutela perché diretto ad eludere una norma inderogabile presidiante interessi generali.
Essendo la causa concreta del negozio illegale, perché preordinata a frodare la legge, l’intesa non può che essere nulla ex art 1344, eccetto
il caso in cui il fine sia aggirare i vincoli fiscali per cui la sanzione va ricercata nel diritto tributario.
2) Contratto Misto: quando il contratto presuppone che le parti abbiano congegnato un regolamento d’interessi nel quale convergono
più schemi causali appartenenti a diverse fattispecie negoziali (es nei rapporti tra vendita e appalto).
3) Contratto Fiduciario: La tradizione distingue 2 tipi di fiducia:
• Fiducia Cum Creditore: Il debitore trasferisce un bene in garanzia del proprio debito, attraverso la vendita elusiva del divieto di patto
commissorio;
• Fiducia Cum Amico: Si trasferisce al fiduciario la posizione dominicale sul bene affinché lo alieni al terzo oppure lo utilizzi secondo le
istruzioni impartite dal fiduciante, attraverso il contratto di mandato senza procura (negli atti inter vivos, mentre nel campo dei rapporti
mortis causa, il contratto fiduciario ha una propria disciplina particolare dettata dal cc, la c.d. “fiducia testamentaria”).
In sostanza: Il contratto fiduciario si perfeziona attraverso il collegamento di due negozi:
 L’uno Esterno: Comportante il trasferimento al fiduciario;
 L’altro Interno: Da cui nasce la promessa del fiduciario di trasferire il diritto al fiduciante o al terzo oppure, se previsto, di
modificarla secondo le istruzioni del fiduciante.
La fiducia è anche alla base dell’istituto anglosassone del “trust”, che per essere recepita nel nostro ordinamento ha bisogno di un lavoro
attivo della giurisprudenza dogmatica e pratica che individui le norme capaci di soddisfare i presupposti per l’applicazione del trust stesso,
e che sono elencati nella convenzione dell'Aja del ’85. Ad esempio, il mandato senza procura consente di attuare il vincolo fiduciario
sotteso al trust: il mandatario, come il trustee, acquista un posizione dominicale di matrice fiduciaria nell’interesse dei beneficiari della
futura attribuzione traslativa.
Per quanto concerne I vincoli di destinazione: Il Codice permette di opporre erga omnes il vincolo di destinazione (sia inter vivos che mortis
causa) relativo a immobili o mobili iscritti nei pubblici registri. La suddetta opposizione potrà essere effettuata per un periodo di novanta
anni o in alternativa per tutta la vita del beneficiario, il vincolo di destinazione può soddisfare qualunque interesse meritevole di tutela
anche se questo non risponda a finalità pubbliche, e il perfezionamento del vincolo non esige necessariamente un atto traslativo, infatti
può essere ammesso il “vincolo nelle proprie mani”.
Analizziamo: Un Esempio del vincolo che segue ad un atto traslativo: Tizio vende un immobile a Caio con il vincolo che questo lo destini
per dieci anni all'attività di studi coreutici; Un Ex di “vincolo nelle proprie mani”: Tizio impone sul fondo di sua proprietà il vincolo
decennale alla sola produzione di piante medicinali. Il “vincolo nelle proprie mani” richiede la forma pubblica a pena di nullità. Tale
vincolo (come l’ipoteca) è soggetto alla pubblicità costitutiva. Inoltre il suddetto vincolo risulta opponibile ai creditori del proprietario del
bene i quali non potranno agire su di esso a meno che il credito non sia nata in seguito all’attuazione del fine “destinatorio” (ossia per
realizzare quanto previsto dal vincolo di destinazione).

Sezione IX La Condizione: Premessa: Essa e un evento futuro e incerto il cui verificarsi determina:
• L’efficacia del contratto, di per sé perfetto, se Condizione Sospensiva;
• La Caducazione degli effetti del contratto, se Condizione Risolutiva
Nel quale la Condizione e tradizionalmente considerata elemento accidentale del contratto, insieme a termine e modo: Non è un
frammento costitutivo della fattispecie, ma è ad essa esterno, con il compito di integrare gli effetti dell'intesa raggiunta, nel quale
Si possono distinguere:
 Condizioni Causali: Quando l’evento condizionante dipende da circostanze estranee alla sfera di dominio di una o entrane le parti
(generalmente il caso o terzi);
 Condizioni Potestative: Quando l’evento condizionante dipende dalle parti ovvero la parte ha un interesse apprezzabile a realizzare il
fatto condizionante, mentre nel quale e differente ancora è la condizione “meramente potestativa”, che rende nullo il contratto (art 1355).
Mentre in cui l’accadimento dedotto in condizione dipende invade da un capriccio o dal semplice arbitrio. ,
 Condizioni Miste:  Quando l’evento condizionante dipende da circostanze estranee o dalle parti.
In più:
 Condizioni Positive: Quando la condizione ha ad oggetto il verificarsi di un determinato fatto giuridico o materiale
 Condizioni Negative: Quando la condizione ha ad oggetto il non verificarsi di un determinato fatto giuridico o materiale
E Infine:
 Condizioni Cumulative: Quando gli effetti sono condizionati al verificarsi di più eventi dedotti in condizione 
 Condizioni Alternative: Quando gli effetti sono condizionati al verificarsi di un solo evento dedotto in condizione nel quale L’evento
deve comunque essere incerto, nel quale e, ovviamente, massimamente incerto l’evento futuro, ma lo stato d’incertezza pu anche essere
relativo o meramente soggettivo: beninteso, quando le parti subordinano gli effetti all’accertamento di un evento che dal loro punto di
vista sia incerto, quantunque risulti obiettivamente certo o documentabile, e se lo stato di certezza appaia soggettivamente ragionevole,
non sussistono significative ragioni ostative all’applicazione della disciplina dettata in tema di contratto condizionato.
 Condizione Illecita/Impossibile: Ai sensi dell'art 1354.1: Il contratto è nullo quando la condizione abbia ad oggetto un avvenimento
illecito per contrarietà a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume. Mentre ai sensi dell'art 1354.2, è egualmente nullo il
contratto sottoposto a una condizione impossibile qualora essa sia sospensiva, mentre la condizione impossibile risolutiva è considerata
come non apposta, e la possibilità dell’evento dedotto in condizione va presa in considerazione ex ante, cioè dalla data dell’accordo, salva
la previsione di un termine iniziale di efficacia, e l’impossibilità sopravvenuta implica il mancato avverarsi dell’evento, con effetti variabile a
seconda della natura sospensiva o risolutiva della condizione.
Infine, ai sensi dell'art 1354 ultimo comma, se la condizione illecita o impossibile è apposta a una singola clausola contrattuale si osservano,
riguardo alla sua efficacia, le disposizione dei commi 1 e 2, fermo quanto disposto dall'art 1419 per cui: la nullità della clausola importa la
nullità dell’intero contratto se risulta che le parti non l’avrebbero concluso senza di essa, e in ogni caso la nullità del frammento non si
riverbera sul tutto quando le clausole nulle sono sostituite di diritto da norme imperative.
In linea di principio, l’incertezza sul se del futuro accadimento è proprio ci che separa condizione e termine: si dice che si abbia una
condizione quando dies incertus an, un termine quando dies certus an, nel quale nella pratica giudiziale non è sempre
così facile distinguere i due elementi, in cui Le parti possono anche evitare che l’incertezza determinata dall’apposizione di una condizione
si trascini all’infinito prevedendo un termine finale entro cui l’evento futuro e incerto deve realizzarsi, e decorso inutilmente questo
termine, il contratto o diviene pienamente efficace o si risolve, a seconda che la condizione sia risolutiva o sospensiva, e sarà possibile per
la parte legittimata agire in giudizio per ottenere la dichiarazione di inefficacia o di definitiva efficacia del contratto anche prima dello
scadere del termine, ancorché fissato, qualora sia decorso un congruo periodo di tempo senza che nel frattempo si sia verificato
l’avvenimento condizionante e Discussa è la deducibilità in condizione dell’adempimento della prestazione caratterizzante il tipo
contrattuale (es in una compravendita, il pagamento del denaro è condizionato al rilancio del permesso di edificare). Secondo
l’orientamento tradizionale, una simile condizione non sarebbe deducibile in quanto risulterebbero possibili di essere
qualificati “condizioni” solamente gli elementi estrinseci del contratto, ma non quelli iniziali. Del resto, tratto distintivo della clausola
condizionale è l’“esteriorità” al tipo negoziale, e l’autonomia privata dei singoli contraenti non pu espandersi al punto da rendere elementi
accidentali essenziali: il contratto così stipulato sarebbe addirittura privo di causa e quindi nullo ex art 1418.2. Ma, qualora si prendano
invece le messe dalla nozione di causa concreta dell’accordo, e si convenga allora che l’intento assuma giuridica rilevanza qualora sia
stato “obiettivato” nella stipulazione negoziale, sembrerebbe impossibile non riconoscere la meritevolezza dell’interesse a subordinare
l’esigibilità dell'obbligazione al verificarsi della prestazione destinata a concretare lo stesso interesse. Anzi, la condizione appare come
l’istituto più funzionale a dare rilevanza all’intento.
 Pendenza della Condizione: In pendenza della condizione sospensiva, l’acquirente di un diritto può compiere atti conservativi (art
1356.1): egli è infatti legittimato a chiedere tutte le misure utili alla conservazione dell’oggetto della prestazione. L’acquirente di un diritto
sotto condizione risolutiva invece, pu esercitarlo in pendenza di essa (è pure trasmissibile mortis causa), ma l’altro contraente ha la facoltà
di compiere atti conservativi (art 1356.2). Nel primo caso si protegge lo stato di aspettativa in cui si trova chi ha acquistato un diritto
soggetto a condizione sospensiva, mentre nel secondo caso si tutela l’aspettativa opposta al riacquisto del dominio da parte di chi ha
trasferito una posizione soggettiva sotto condizione risolutiva. Il titolare di un diritto subordinato a condizione sospensiva o risolutiva pu
comunque disporne in pendenza di questa, ma gli effetti di ogni fatto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione (art 1357).
Quanto agli effetti prodotti dall’avverarsi della condizione, questi retroagiscono al tempo in cui è stato concluso il contratto, salvo che,
per volontà delle parti o per la natura del rapporto, debbano essere riportati a un momento diverso (art 1360.1). L’avveramento della
condizione ha quindi efficacia reale, nel senso che pu essere opposto a chiunque. L'art 1360.2 prevede un’unica eccezione, riguardante i
contratti a esecuzione continuata o periodica, dove l’avverarsi della condizione a cui sono sottoposti non ha effetto riguardo alle
prestazioni già eseguite. Se poi non sia diversamente stabilito, i frutti percepiti sono dovuti dal giorno dell’avveramento (art 1361.2). In
questa ottica, non sarà allora possibile considerare legittima la pretesa di risoluzione del contratto per inadempimento della prestazione
da eseguirsi prima del verificarsi di un evento condizionante, quando questo si sia effettivamente verificato: operando gli effetti della
condizione verificatasi ex tunc, la violazione de regolamento contrattuale non è prospettabile in quanto appare travolta dal sopravvenuto
evento condizionante.
 Condizione Unilaterale: Quando l’evento condizionante risponde all’interesse di una sola parte (es l’alienazione di un fondo viene
condizionata al rilascio del permesso di edificare). Non avendo l’altra parte alcun interesse al verificarsi dell’evento dedotto, si ritiene che
la condizione unilaterale rientri nella piena disponibilità dell’altro stipulante, di modo che egli possa addirittura rinunciare alla facoltà di
avvalersene trasformando il contratto da condizionato a semplice. 
 Finzione di Adempimento: In pendenza della condizione, ciascuna parte è tenuta a comportarsi secondo buona fede ai fini di conservare
le ragioni dell'altra (art 1358), nel quale L’inosservanza della norma è specificamente puniti all'art 1359 con il meccanismo della finzione
giuridica:  In cui la condizione si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario
all’avveramento di essa, e fermo restando comunque che la parte ricorra ai rimedi “comuni” della risoluzione e del risarcimento del danno,
è in sua potestà invocare la finzione o non invocarla, nel quale sembra ammissibile estendere il rimedio ex art 1359 all’ipotesi non
contemplata dal cc della “finzione di non avveramento”, allorché l’evento si sia verificato per fatto imputabile alla parte interessata.

Sezione X L’Integrazione del Contratto Le Tecniche dell’Integrazione: Il contratto obbliga le parti non solo a quanto è nel medesimo
espresso, ma anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge o, in mancanza, secondo gli usi è l’equità” (art 1374), nel
quale le parti, grazie al potere di autonomia privata, sono libere di determinare il contenuto del contratto e di scegliere il tipo negoziale
funzionale all’attuazione del risultato programmato, ma non sempre il regolamento è così esaustivo da esprime la totalità delle regole
proprie della fattispecie, anzi il più delle volte le lacune sono inevitabili, e infatti nella misura delle cose che le parti, con riguardo ai profili
della disciplina non presenti nell’accordo, intendano rimettersi implicitamente alle regole sancite dalla legge integranti l’autonomia privata.
Si parla in tal caso di “integrazione suppletiva”, contrapposta a quella “cogente”, che opera nonostante l’eventuale patto contrario allorché
la norma trasgredita abbia natura imperativa. Per quanto
concerne Gli usi: L'art 1374 individua gli usi tra le fonti d’integrazione del contratto, facendo riferimento agli usi normativi o
consuetudini ex art 8 prel nel quale Gli elementi costitutivi dell’uso sono 2:
• Diuturnitas: Di carattere oggettivo, è la reiterazione uniforme e costante di un determinato comportamento
• Opinio iuris ac necessitatis: di carattere soggettivo, è la convinzione dell’obbligatorietà della condotta
Sono una fonte sussidiaria di produzione in tutte quelle materie non regolate dalla legge(consuetudini “praeter legem”), mentre nelle altre
ipotesi hanno efficacia soltanto se richiamate espressamente dalla fonte superiore (consuetudini “secundum legem”) in cui Viceversa, gli
usi richiamati dall'art 1340 hanno natura negoziale, e consistono in quelle pratiche seguite da una determinata cerchia di contraenti
oppure diffuse entro un determinato settore commerciale, senza che per essi siano richiesti i postulati di consolidazioni tipici degli usi
normativi, e secondo il diritto giudiziale, questi usi convenzionali integrano il regolamento privato di interessi anche se ignorati dalle parti,
siccome l’art 1340 esclude la funzione di completamento solo là dove risulti evidente che le parti non intendessero farvi rinvio. Ma pare
invece più logico affermare che, dimostrando l’ignoranza dell’uso, sia chiaro che la parte non voleva riferir visi, mentre In caso di
antinomia, gli usi negoziali  prevalgono sulle disposizioni suppletive di legge, in quanto la loro efficacia è assimilabile a quella riconosciuta
alla clausola contrattuale, che può  senz’altro derogate alla norma suppletiva e il limite alla forza giuridica dell’uso convenzionale sta negli
oneri di forma previsti per il tipo negoziale, non potendo gli usi integrare il contratto sottoposto alla forma scritta a pena di nullità. La
manifestazione della volontà contraria all’inserimento nel contratto di clausole d’uso non ha comunque effetto se intervenuta dopo la
conclusione (principio del “pacta sunt servanda”).
Le Clausole di Stile: Le clausole di stile non esprimono una volontà concreta delle parti essendo state fissate per una sorta di atto di fede a
prassi molto antiche (es la proposizione con cui si dichiara la risoluzione automatica del contratto per ogni violazione dello stesso).
L'equità: Il diritto è l’arte del buono e dell’equo. L’equità assurge infatti, molto spesso, ad argomento usato per
rimediare all’estremo rigore del diritto scritto, così da differenziare le posizioni dei singoli calandosi nel caso concreto. Ma, oltre a
consentire di correggere le storture applicative della legislazione, permette anche d’integrare le lacune del regolamento contrattuale così
da creare ex post la norma più adatta alla soluzione del contrasto secondo parametri, appunto, di equità (art 1374). La competenza
integrativa del giudice deve per essere mantenuta nell’ambito dei principi informanti il sistema: da un lato egli non pu fare esclusivo
affidamento sulla sua personale sensibilità equitativa ma deve farsi guidare nel suo esercizio dal ragionamento analogico e la ratio legis,
mentre dall’altro deve sempre rispettare il principio di parità di trattamento di fronte a situazioni simili.
La Buona Fede: La clausola di buona fede gioca un ruolo determinante nell’integrazione del contratto, sorregge infatti il controllo giudiziale
sul contenuto del contratto in cui È infatti lo strumento più adatto a completare il regolamento d’interessi contro i propositi delle parti
maliziose di stravolgerne l’originario fondamento negoziale in vista dell’attuazione di interessi egoistici in opposizione ai canoni di etica
negoziale, nel quale la clausola ha di fatto un duplice ruolo: anzitutto legittima il giudice ad accertare la nullità delle singole pattuizioni i cui
contenuti entrino in dissidio con la legalità costituzionale, e sotto l’aspetto della “manutenzione” del rapporto negoziale, la buona fede
gli permette anche di individuare gli obblighi inespressi ma immanenti che appaiono strumentali al raggiungimento del programma e
L’integrazione del contratto secondo buona fede dovrà in ogni caso armonizzarsi con i postulati della libertà negoziale, per cui il giudice è
tenuto a intervenire là dove avvenga la mortificazione dell’individualità. È allora fondata la tesi che afferma la necessità dell’integrazione di
buona fede di un regolamento d’interessi già definitivo, di modo che essa sia messa in relazione alle circostanze concrete e possa fondare
obblighi ulteriori non previsti, ma funzionali alla realizzazione del programma negoziale, senza alternarne il contenuto stabilito.
La clausola di buona fede in executivis è invocata quale regola di condotta allo scopo di avvalorare la pretesa all’esecuzione di
prestazione che, pur non espressamente pattuite, siano da un lato necessarie in vista della realizzazione della causa concreta e dall’altro
non richiedano un impegno di rilevanza tale da stravolgere l’assetto d’interessi voluto dalle parti.

Sezione XI La Simulazione art 1414 ss) Tramite l’accordo simulatorio le parti convenzionano un regolamento d’interessi diverso da quello
effettivamente voluto: Ove l’intesa da cui affiora la volontà vera (c.d. “controdichiarazione”),destinata a disciplinare in concreto le relazioni
patrimoniali tra le parti, è segreta, nel quale Il programma dissimulato è ignorato dai terzi (la segretezza è la caratteristica essenziale della
simulazione), proprio perché gli stipulanti intendono creare un’apparenza opponibile erga omnes diversa dalla realtà.
La discrasia tra voluto e dichiarato è dunque consapevole e accettata da tutti i partecipanti al rapporto, ma comunque se all’intesa occulta
partecipassero soltanto alcuni di essi, per gli altri il contratto simulato risulterebbe vincolante essendo nei loro riguardi la simulazione non
percettibile; e per altro verso, quando l’intesa occulta fosse nota soltanto a uno dei contraenti, si entrerebbe nel campo della riserva
mentale, senza alcun effetto sulla validità del negozio. Divergenza involontaria rileverebbe poi quale errore ostativo. La
Simulazione può essere:
 Simulazione Assoluta: Quando le parti attraverso l’intesa dissimulata non intendono perfezionare alcun rapporto giuridico né modificare
lo state delle cose e delle loro sfere patrimoniali (non vogliono nessun altro negozio)
 Simulazione Relativa: Quando le parti attraverso l’intesa dissimulata vogliono modificare la situazione giuridica con un contratto diverso
da quello apparente
 Simulazione Oggettiva: Quando gli elementi di distinzione fra contratto simulato (dichiarazione apparente) e contratto dissimulato
(volizione vera) riguardano il modello negoziale, oppure i suoi elementi;
 Simulazione Soggettiva: Quando il rapporto giuridico di fatto intercorre tra parti diverse rispetto a quelle del contratto simulato, nel
quale si concretano in questo caso gli estremi dell’interposizione fittizia di persona, a patto che all’intesa dissimulata partecipino tutti i
protagonisti della vicenda plurilaterale: Elemento costitutivo della fattispecie, infatti, è che aderiscano all’accordo dissimulato non solo
l’interponente (titolare effettivo) e l’interposto (titolare apparente o “uomo di paglia”), ma anche l’altro contraente (dante causa) così che
questi manifesti la volontà di assumere diritti e obblighi contrattuali direttamente all’interponente anziché al suo prestanome (interposto),
nel quale la mancata partecipazione all’intesa simulatoria di una delle tre parti può essere surrogata dalla confessione, giudiziale o
stragiudiziale, del contraente che non abbia sottoscritto l’atto documentante l’inefficacia relativa del trasferimento apparente, nel quale
l’interposizione di persona reale non è invece riconducibile al meccanismo simulatorio.
Contratto in Frode ai Terzi: Inoltre l'ordinamento non considera la simulazione come una pratica eticamente riprovevole e da sanzionare: è
vero che si presta ad eludere la responsabilità patrimoniale ex art 2740 e i divieti legati, ma è anche vero che gli interessati possono reagire
attraverso l’azione di accertamento sia della simulazione sia dell’eventuale nullità del contratto in fraudem
legis, nel quale L’ordinamento non sancisce nemmeno la nullità del contratto “in frode ai terzi”, ma non si può escludere che la
simulazione sia utilizzata come mezzo per arrecare ai terzi un danno ingiusto. Fermo restando che ai terzi spera comunque l’azione
revocatoria ordinaria, qualora non siano a conoscenza dell’intesa occulta o non riescano a darne prova, e di fatto, il contratto simulato e
intesa dissimulata costituisco sotto il profilo funzionale un tutt’uno, sono le facce della stessa medaglia in cui :
 Da un lato che riflette erga omnes la volontà apparente;
 Dall’altro che rappresenta il reale assetto di interessi risultante dall’intesa simulatoria.
La Sorte del Contratto simulato: Mentre per quanto riguarda la sorte del contratto simulato sia nei rapporti interni, sia nei rapporti verso i
terzi: Nel foro prevale la tesi della sua nullità, con conseguente imprescrittibilità della relativa azione, e pare preferibile postulare
la semplice inefficacia del negozio apparente che meglio si adegua alla fattispecie della simulazione nel quale il negozio simulato è di
per sé perfetto, e oltretutto destinato a formare nei terzi la persuasione che i suoi effetti corrispondano all’effettivo intento delle parti, per
è privato di efficacia dal negozio dissimulato.
Ultime precisazioni: L’accordo simulatorio è generalmente contestuale al perfezionamento del contratto simulato, ma pu anche
precederlo qualora l’intento simulatorio sia rimasto fermo fino alla stipulazione del contratto apparente. Non è invece logicamente
configurabile la formazione dell’accordo dissimulato successivamente all’intesa su cui dovrebbe riverberare i propri effetti, ossia il
negozio “esterno”.
Oggetto di simulazione possono essere anche gli Atti Unilaterali: Dall'art 1414 ultimo comma si trae la regola secondo cui, quando siano
preordinati a incidere sull’attuazione del sottostante rapporto contrattuale, gli atti unilaterali necessitano al fine del loro perfezionamento
un’intesa (occulta) fra creditore e debitore (altrimenti rientrerebbe nella categoria della riserva mentale).
In sostanza l'art 1414.2 stabilisce che questo sia efficace fra le parti qualora ne sussistano i requisiti di forma e sostanza, anche se la regola
è interpretata dalla giurisprudenza pratica in maniera non così rigorosa, e la norma è stato infatti, evidentemente pensata dal legislatore
con riguardo a situazioni simulatorie connotate da una perfetta corrispondenza formale fra negozio apparente e negozio occulto, ma
quando tale corrispondenza venga a mancare: o si dà prevalenza al rigore formale imponendo a entrambi gli atti la forma richiesta per uno
solo dei due, o si va per un compromesso ritenendo soddisfatto l’onere formale allorché sia rispettato da uno solo dei negozi.
Forma del Contratti Dissimulato: In giudizio, la prova dell’intesa occulta può essere raggiunta allegando la controdichiarazione o
attraverso il riconoscimento della simulazione da parte del titolare apparente, nel quale L'onere di provare il rapporto occultato incombe
su chi deduca tale circostanza, fermo restando che l'art 1417 limita il diritto delle parti ad avvalersi della prova per testimoni (ammissibile
invece per i terzi), salvo che sia diretta a dimostrare l’illiceità del contratto dissimulato e salvo che il contraente non abbia senza colpa
perduto il documento recante la controdichiarazione, Mentre per quanto concerne L’azione: Essa e diretta a far valere la simulazione
concordata ha natura di mero accertamento ed è assoluta e imprescrittibile, anche nella simulazione relativa pur considerando che la
domanda volta a dare esecuzione al contratto dissimulato è soggetta alla prescrizione ordinaria. Nel caso poi che, all’interno di un unico
documento si insinuino distinti contratti simulati, la legittimazione ad agire per la simulazione di un negozio non si
estende necessariamente all’altro.
Per quanto riguarda alla situazione dei terzi rispetto alla simulazione: L'art 1415.1 afferma l’inattaccabilità del diritto di colui che in
buona fede abbia acquistato dal titolare apparente, dal momento che la simulazione stessa non può essergli opposta né dalle parti
dell’accoro dissimulato né dagli aventi causa o creditori del simulato alienante, nel quale in definitiva, l’inefficacia inter partes del
trasferimento non realmente voluto è irrilevante per l’avente causa in buona fede del simulato acquirente, siccome nei suoi confronti la
situazione d’apparenza è considerata meritevole di protezione assoluta, e se, quindi, la simulazione rappresenta un artifizio utilizzato dalle
parti per celare l’assetto d’interessi effettivamente voluto e risultante dalla controdichiarazione ignorata dai terzi, l’acquisto perfezionato
dal terzo nell’ignoranza dell’accordo simulatorio è meritevole di tutela: Ne il titolare effettivo (simulato alienante) né il suo avente
causa possono opporre la simulazione al terzo che abbia acquistato in buona fede dal “prestanome, identica regola vale riguardo ai
creditori del simulato alienante, pregiudicati dalla simulazione per il fatto che essa possa prestarsi al malizioso proposito di scalfire la
garanzia sul patrimonio del debitore tramite la cooperazione dell’ “uomo di paglia”, inoltre la tutela pro affidamento viene tuttavia a
crollare ove si consideri che il terzo acquirente dal simulato alienante (titolare effettivo) ben difficilmente può ignorare il
sottostante accordo dissimulato volto a devitalizzare quello apparente, e Il concetto di buona fede così come inteso dall'art 1415.1: Si
riferisce al bisogno di salvaguardare la finalità della norma di proteggere la libra circolazione dei beni per mezzo dell’affidamento serbato
dal terzo intorno alla pienezza giuridica del titolo vantanti dal titolare apparente, nel quale per opporre al terzo il rapporto occulto non
basta allora allegare la sua mala fede, conseguente la scienza della simulazione, ma è anche necessario dare la prova che il terzo stesso,
accordandosi con il titolare apparente, abbia inteso favorire il simulato alienante per consolidare rispetto agli altri terzi lo scopo pratico
della simulazione, oppure abbia voluto profittare della simulazione stessa in pregiudizio del simulato alienante, e da parte sua, il secondo
comma dell'art 1415: Stabilisce la piena opponibilità della simulazione ad iniziativa dei terzi verso nelle parti, quando essa pregiudichi i loro
diritti. Questi terzi potranno allora provare la simulazione attraverso testimoni senza alcun limite particolare (art 1417).

XII Le Nullità: Premessa: Invalido è il negozio viziato, che non rientra perfettamente nello schema delineato dal legislatore .
Nel quale sono comunque individuabili diversi gradi di invalidità che sono:
1) Inesistenza: Qando manca la volontà oppure vi è soltanto una parvenza di volontà non affidante;
2) Nullità art 1418 ss:In generale, quando le parti non hanno osservato una certa regola imperativa, il contratto è nullo: è l’ipotesi tipica di
invalidità (art 1418.1: nullità “virtuale”), le altre sono ipotesi che si possono verificare ma devono essere previste, e Principalmente si
distingue:
• Nullità Testuale art 1418.3: Quando è la legge a stabilire espressamente la sanzione di nullità.
• Nullità Virtuale art 1418.1: Quando il disvalore dell’atto, e quindi la nullità, discendono dalla sua contrarietà a norme imperative. La legge
non esplicita la sanzione, ma si sa che è nullo.
• Nullità per carenza dei uno dei requisiti del Contratto art 1418.2: Quando manca un valido elemento essenziale dell’atto (es causa o
forma)
Precisazioni: Il contratto nullo non produce alcun effetto, è del tutto inefficace (la situazione è simile al contratto in condizione sospensiva),
ma è comunque possibile che nasca una controversia tra le parti, qualora una sostenga che il contratto generi effetti e l’altro no, nel quale
la nullità opera retroattivamente e coinvolge anche i terzi, salva la regola del possesso vale titolo o altre vicende acquisitive a
titolo originario. Qualora tuttavia il terzo sia in buona fede e abbia trascritto il proprio titolo, il suo acquisto è salvo quando la domanda di
nullità sia stat trascritta dopo 5 anni dalla trascrizione del titolo nullo.
 Nullità Formale: Detta altresi Sanabile;
 Nullità Sostanziale: Detta altresi Insanabile
Segue: L'art 1423 sancisce: Invece l’inammissibilità della convalida del contratto nullo, con un principio generale a cui derogano
le disposizioni in materia urbanistica e gli Art 590 e 799, nel quale Il divieto non impedisce comunque alle parti di
rinnovare efficacemente la volontà, con effetti Ex Nunc, in assenza dell’elemento inificiante, assegnando anche effetto retroattivo alla
rinnovata efficacia qualora non siano coinvolti terzi, mentre Per l'art 1424: Sarà per possibile “convertire” il contratto nullo: Nel quale
questo potrà infatti produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e forma, qualora si consideri che le
parti lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. La ratio dietro questa disposizione è la volontà di conservare il rapporto
obbligatorio (favor contractus) così da far salvi gli effetti della fattispecie sussidiaria, e la conversione sarà poi esclusa qualora si dimostri
che le parti erano consapevoli della patologia, siccome verrebbe a mancare il presupposto della volontà ipoteticamente orientata verso
gli effetti del contratto diverso, E si pone una Domanda: Il giudice cosa fa? Risposta: Il giudice fa un’indagine per convertire il negozio nullo
è in verità non ricerca di un’intesa ipotetica, ma di un contratto adatto all’attuazione della causa concreta dello scambio invalido, e non si
deve trasfigurare la causa del negozio invalido, e l’istituto non è comunque invocabile quando la causa concreta sia illegale, volta cioè
a realizzare interessi immeritevoli di tutela, e non può convertire il contratto nullo in un atto unilaterale, perché l’art 1424
circoscrive l’applicazione dell’istituto agli atti omogenei, e non può nemmeno snaturare la libertà contrattuale, per cui da un lato le parti
possono escluderne a priori l’operatività, e dall’altro presuppone per essere applicato la domanda della parte interessata (il giudice non
può convertire d’ufficio, nel quale L’azione di accertamento è imprescrittibile: Fatti salvi gli effetti dell’usucapione e della prescrizione
decennale dell’azione d’indebito oggettivo (art 1422), nel quale e legittimato a sollevarla è, ove non sia diversamente stabilito dalla
legge, “chiunque vi abbia interesse” e può anche “essere rilevata d’ufficio dal giudice” (art 1421), nel quale La domanda di accertamento
della nullità presuppone quindi:
In capo all’Attore: L’interesse a farla valere, che deve essere dimostrato allegando la necessità di ricorrere all’autorità giudiziaria per
scansare il pregiudizio al diritto vantato e la conseguente lesione alla sfera giuridica, nel quale non è sufficiente invocare lo stato
d’incertezza della validità della fattispecie negoziale, ma occorre che quest’incertezza causi un danno giuridicamente rilevante per l’attore.
Precisazioni: La norma sembra comunque riferirsi anzitutto ai terzi, posto che con riguardo alle parti l’interesse all’accertamento della
nullità è in reipsa, in quanto partecipi del rapporto giuridico- patrimoniale, partendo dall’interesse delle parti a sollevare la domanda di
accertamento, si distingue tra:
A) Nullità Assolutà: Il contratto è imperfetto e l’imperfezione può essere rilevata da chiunque.
B) Nullità Relativa: Solo alcuni soggetti possono rivolgersi al giudice per rilevare l’imperfezione, ossia unicamente la parte nel cui interesse
esclusivo è posta la norma violata da cui discendere la nullità, nel quale la nullità opera anche in caso di contratto illecito, quando ha causa
o oggetto illecito o quando i motivi lo sono, In questo caso la nullità è più grave perché non produce mai effetti, mentre nel caso in cui la
nullità nasca da contratti non illeciti, gli effetti si producono ma solamente in casi eccezionali e in questo caso:
 Diritto Commerciale Contratto di formazione di società nullo: Nel quale la società si forma, e dunque il contratto produce i suoi effetti,
ma si scioglie immediatamente;
 Diritto di lavoro, Contratto di Lavoro Nullo: Produce i suoi effetti, finché non è accertata la nullità;
 Art 1424, Conversione del Contratto Nullo: Il contratto nullo può produrre gli effetti di un contratto diverso qualora ci siano i “requisiti
di sostanza e di forma” e qui Un caso particolare: E quello in cui la stipulazione del contratto costituisca l’elemento della condotta
perfezionativa dell’illecito penale, poiché nasce qui il rebus circa la rilevanza civilistica della vicenda nel quale la dottrina ha, in materia,
tenuto distinte due ipotesi: qualora la sanzione penale colpisca la confatta di entrambe le parti, si avrà la nullità del contratto mentre
qualora colpisca l’azione soltanto di una di esse, la parte lesa potrà ottenere protezione tramite la disciplina privatistica.
C) Nullità Formale e Sostanziale: Nullità sviluppatesi in materia urbanistica, le prime sono sanabili mentre le seconde no. La finalità qui
perseguita è di scoraggiare il traffico giuridico di edifici abusivi e irregolari cosicché, quando l’atto traslativo non contiene gli estrani del
permesso di costruire, o è radicalmente nullo perché l’omissione è imputabile all’assenza del provvedimento o la nullità è sanabile perché
l’omissione è frutto di una pura svista.
D) Nullità Parziale e di Singole Clausole: L'art 1419.1 stabilisce, uniformandosi al principio di conservazione, che la nullità parziale del
contratto non inficia l’intero rapporto a meno che risulti che il frammento invalido sia determinante del consenso degli stipulanti: sarà
onere della parte interessata persuadere il giudice,che la clausola nulla è condicio causa dans, ossia che in sua assenza il contratto non
sarebbe stato stipulato. Sostanzialmente, una clausola utile non è viziata attraverso una inutile, ossia una nulla, a meno che nell’intento dei
contraenti la clausola nulla sia fondamentale, poiché in tal caso il contratto sarà nullo in toto. La nullità delle singole clausole non comporta
la nullità dell’intero contratto quando esse siano sostituite di diritto da norme imperativa, a prescindere in questo caso dalla loro
essenzialità (art 1419.2) e ci sono casi quindi due casi: quelli in cui il legislatore afferma che la nullità delle singole clausole annulla il
contratto, e altri in cui questa non comporta il crollo dell’intero contratto, perché la clausola viziata è sostituita di diritto, dalla legge, da
un’altra valida.
E) Nullità dei Contratti Plurilaterali: Dei contratti realizzati tra più persone con un unico scopo: per l'art 1420, la nullità che colpisce una
sola delle parti, non inficia l’intero contratto ma solo quella parte determinata, a meno che la partecipazione di quella fosse fondamentale.
F) Annullabilità Art 1441 ss: Il contratto nullo è a efficacia eliminabile, nel senso che gli effetti si producono, ma possono essere eliminati.
È quindi il caso di un contratto invalido che produce i suoi effetti, i quali possono tuttavia essere eventualmente cancellati, nel quale Ci
perviene attraverso una sentenza costituiva che impedisce  la produzione di altri effetti ed elimina quelli già prodotti, agendo
retroattivamente (’unica eccezione è il2126, il contratto di lavoro), nel quale e un rimedio invocabile soltanto quando la causa invalidante
rientri nel catalogo d’ipotesi tipizzate dall’autorità normativa, ossia  l’incapacità legale o naturale del dichiarante, oppure dal fatto che la
volizione sia viziata da errore o dolo:
• Annullabilità data da Incapacità di uno dei Contraenti: Perché si trovano in uno stato di incapacità e in questa categoria rientrano
gli incapaci di contrattare art 1425: E sono i minori, gli interdetti legali ecc ecc) e gli incapaci di agire, e l’unica eccezione sta nel fatto che il
contratto non è annullabile, qualora il minore abbia occultato la sua età.
• Annullabilità data da Vizio del Consenso: Perché sono caduti in errore, inganno o minaccia, e differenti dalle ipotesi tradizionali di vizio,
ossia violenza e dolo. Un caso particolare è quello del dolo omissivo, in cui il soggetto si autoinganna la tutela della concorrenza non
permette più di considerarlo come non motivo di annullabilità. Il contratto è quindi annullabile e nel quale L’errore è ragione di
annullamento quando è “riconoscibile”, ossia quando in normali condizioni ce se potesse accorgere. Deve inoltre essere “essenziale”:
bisogna considerare se l’errore è di fatto, quando è tale e cade sul motivo non è annullabile, o di diritto, quest’ultimo comporta sempre
annullabilità se riconoscibile.
Mentre se guardiamo alla legittima ad agire per l’azione di annullamento, si distingue tra:
 Annullabilità Assoluta: L’azione può essere fatta valere da chiunque, e vi si ritrova unicamente nel caso di contratto stipulato dal
condannato in stato d’interdizione legale;
 Annullabilità Relativa (caso più tipico): L’azione può essere fatta valere unicamente dalla parte nel cui interessa la sanzione invalidante è
posta (art 1441).
Precisazioni: L’annullabilità si prescrive in 5 anni decorrenti, quando dipenda dal vizio del consenso o dall'incapacità legale, dal giorno in cui
è cessata la violenza, è stato scoperto l’errore o il dolo, è cessato lo stato d’interdizione o d’inabilitazione oppure il minore abbia raggiunto
la maggiore età (art 1442.2), negli altri casi il termine decorre dal perfezionamento dell’intesa (art 1442.3). e l’accertamento della nullità
avrà effetto retroattivo, ma sarà inopponibile erga omnes, in quanto inopponibile ai terzi acquirenti a titolo oneroso in buona fede, salvo
gli effetti della trascrizione della relativa domanda e la sentenza che annulla il contratto è poi idonea a legittimare le parti a domandare
reciprocamente la restituzione di quanto dato in sua attuazione.
Poi quando Il contratto annullabile può essere convalidato dalla parte a cui spetta la conseguente azione, mediante un atto che contenga
la menzione del contratto e del motivo di annullabilità, nonché la dichiarazione che s’intenda convalidarlo (art 1444.1), nel quale la
convalida è qui “espressa”, dato che il proposito di sanare il vizio è percettibile chiaramente. Si ha invece convalida “tacita” quando il
contraente cui spettava l’azione di annullamento vi abbia dato volontariamente esecuzione conoscendo il motivo di annullabilità (art
1444.2) inoltre La convalida Non ha per effetto se chi la esegue non sia in condizione di concludere validamente il contratto (art 1444.3):
Se il vizio inficiante l’atto si riverbera sul negozio di convalida, occorre ritenere che quest’ultimo sia nullo e quindi privo di qualsiasi
vocazione sanante, nel quale non è ugualmente ammissibile la convalida parziale, ossia quando il titolare del potere la circoscriva a un solo
frammento dell'oggetto originario, e diverso è il discorso quando la parte sia soggettivamente complessa, perché in questo caso sarà
ammissibile circoscrivere la convalida a uno o più stipulanti, salvo che la partecipazione dello stipulante il cui vincolo non sia stato
convalidato debba ritenersi essenziale.
G) Rescissione: Forma d’invalidità riconducibile quod effectum all’annullabilità, essendo il contratto rescindibile efficace finché non venga
rescisso con sentenza che ne elimina gli effetti ex tunc, nel quale L'art 1447 regola la rescissione del contratto concluso a condizioni inique,
per la necessità, nota alla controparte, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, derivante tanto dall’azione
umana quanto da fatti naturali (in quest'ultimo caso, come nel caso in cui sia imputabile a un terzo, è richiesta la cognizione della
controparte). Il giudice, nel pronunciare la rescissione, ha anche la possibilità di assegnare un equo compenso all’altra parte per l’opera
prestata, nel quale occorre inoltre la sussistenza di un rapporto di causalità fra il pericolo e l’assunzione di obbligazioni a condizioni inique,
nel senso che bisogna dimostrare che la parte si è determinata a prestare il consenso per scansare il pericolo ed l'art 1447 non
detta tuttavia i criteri utilizzabili nel giudizio dei accertamento dell’iniquità, lasciando ampi spazi discrezionali al giudice.
L’azione di Rescissione per lesione Da cui sono esclusi i contratti aleatori, è regolata all'art 1448:  Se vi è sproporzione tra la prestazione di
una parte e quella dell’altra, e la sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l’altra ha approfittato per trarne
vantaggio, la parte danneggiata pu domandare la rescissione del contratto” e gli elementi costitutivi della domanda
sono rappresentanti dall’approntamento dello stato di bisogno e dalla lesione oltre la metà tra dato e ricevuto e Il bisogno che sussistenza
in materia non coincide con lo stato d’indigenza, essendo sufficiente una situazione di illiquidità tale da indurre la parte a perfezionare un
contratto economicamente svantaggioso e l’approfittamento non implica comunque una condotta attiva dell’agente volta a promuovere o
sollecitare la stipulazione del contratto, basta a questo proposito la conoscenza dello stato di bisogno in cui versa l’altra parte poi
comunque L'art 1448.3: Specifica che la sproporzione deve perdurare sino alla data della proporzione della domanda, talché la domanda
stessa non potrà essere accolta per mancanza dell’attualità del presupposto dato dallo squilibrio economico del rapporto negoziale.
Precisazioni: La rescissione pùò anche essere evitata quando la parte contro la quale sia stata richiesta offra una modificazione del
contratto per ricondurlo ad equità (art 1450): La disposizione chiede cioè un preciso riequilibro sinallagmatico. L’offerta di adeguamento
del contratto infatti, paralizza l’azione di rescissione soltanto quando il profittatore offra una prestazione complementare in grado di
ristabilire la sostanziale parità economica fra dato e ricevuto nel quale L’azione si prescrive in un anno dall’accordo, né può essere dedotta
in via die eccezione quando sia maturato il termine (art 1449). Le corti garantiscono comunque al promittente, convenuto in giudizio ex art
2932, di agire per la rescissione del contratto anche se già spirato il termine annuale previsto, dato che soltanto a seguito della o manda di
esecuzione in forma specifica diventa per lui effettiva la lesione patrimoniale, fino a quel momento potenziale.

Sezione XIII L’Incapacità Naturale L 'art 428.1 attribuisce a colui il quale, pur disponendo della piena capacità legale o comunque della
capacità richiesta ai fini dell’assunzione di un determinato impegno, abbia posto in essere l’atto giuridico in stato di naturale incapacità
di intendere e di volere, la possibilità di agire con l’azione di annullamento  per vizio del consenso, a patto di dimostrare il grave pregiudizio
per l’autore, nel quale lo stato di alterazione della facoltà intellettive deve essere elevato, è necessario che queste siano alterate al punto
da impedirgli una serie valutazione del contenuto o degli effetti del negozio, e tale menomazione dovrà essere provata da chi ne abbia
interesse.
Quando l’atto è contrattuale: L'art 428.2 dice che condiziona l’annullamento alla sussistenza della mala fede dell’altro contraente, nel
quale l’orientamento prevalente considera questa disposizione come uno sviluppo del primo comma, di modo che i requisiti del grave
pregiudizio e della mala fede, ove l’atto sia bilaterale, verrebbero a sovrapporsi, e le corti sono per di avviso diverso, indulgendo verso una
lettura “parcellizzata” data l’esigenza di salvare l’autonomia normativa del capoverso, nel quale concludono allora che, ai fini
dell’annullamento dei contratti stipulati dall’incapacità naturale, è sufficiente il requisito della mala fede, rispetto al quale il grave
pregiudizio si pone soltanto come uno dei possibili indici sintomatici, e il pregiudizio rappresenterebbe allora il fatto costitutiva della
pretesa di annullamento sì dell’atto unilaterale, ma non del contratto, nel quale la legittimazione all’azione di annullamento spetta in ogni
caso all’incapace naturale, oppure ai suoi successori sia a titolo universale sia particolare.

Sezione XIV L’Errore L’Errore può essere: Errore di Vizio: Che viene causato dalla falsa rappresentazione della realtà materiale o giuridica,
inficia la volizione perché non permette al dichiarante di maturare una determinazione corretta, e come patologia è anche detta Errore-di
Motivo: Questo perché, incidendo sul processo di maturazione della volizione, ne colpisce l’impulso che sta alla base.
Domanda: Quando l’errore e causa di annullamento? Risposta: L’errore è allora causa di annullamento del contratto quando sia essenziale,
cioè determinante del consenso, e riconoscibile dalla controparte (art 1428), nel quale L'art 1429 detta un elenco di ipotesi integranti gli
estremi dell’errore essenziale, dunque:
• Errore sulla natura o sull’oggetto(“error in negotio”): Quando l’errore cade sulla natura del contratto, qualora il contraente
abbia rappresento in modo errato gli effetti giuridici essenziali della fattispecie concordata ed e analogo è l’errore sull’oggetto che cade
sul rapporto intercedente tra le prestazioni dedotte nel rapporto obbligatorio;
• Errore sull’identità dell’Oggetto: Quando l’errore cade sull'identità dell’oggetto, esso è essenziale soltanto qualora abbia effettivamente
impedito l’individuazione della cosa negoziata. Vale altrimenti il principio “falsa demonstratio non nocet”;
• Errore sulle Qualità (“error in qualitate”): Quando l’errore cade sulle caratteristiche materiali della cosa (es il venditore offre al
compratore un bene di marca in realtà contraffatto). In questo senso, l’errore pu anche riguardare le qualità giuridiche della cosa
negoziata (es vendita o promessa in vendita un bene inesattamente qualificato come inedificabile).
• Errore e vendita di partecipazioni sociali: Riguardo alla compravendita di partecipazione sociali, secondo un’opinione radicata, oggetto
del contratto non è il patrimonio sociale ma il diritto di credito, consistente nella partecipazione al contratto con comunione di scopo, e il
diritto di partecipazione è il vero e proprio oggetto immediato del contratto, mentre i trasferimento della porzione di patrimonio espressa
dalla quota negoziata è l'oggetto mediato. Di conseguenza, l’errore inerente alla situazione patrimoniale, che si riverbera sulla stima del
prezzo di cessione, sarebbe irrilevante in quanto estraneo all’oggetto dell’affare. Quest’indirizzo è comunque contestato da chi mette in
discussione l’ “entificazione” della persona giuridica, per cui la proprietà del patrimonio appartiene ai soci e il titolo di partecipazione non è
un bene di secondo grado. In questo caso i difetti di qualità sarebbero rilevanti come errores in qualitate;
• Errore sulla Controparte: quando l’errore cade sulla persona dell’altro contraente o sulle sue qualità personali. Assume rilevanza
quando l’identità o le qualità siano determinanti del consenso dell’errante;
• Errore di Diritto: è l’ignoranza o errata interpretazione della norma giuridica, e non è antinomici al principio “ignorantia legis non
excusat” perché l’errante non è autorizzato ad affrancarsi dalla legislazione, ma si limita a chiedere l’annullamento del contratto a seguito
della rappresentazione errata della realtà normativa, e di qui anche il primato della legge sull’atto di autonomia privata in quanto
è quest’ultimo a soccombere di fronte all’autorità della legge stessa nel quale da un altro lato: La falsa conoscenza delle regola giuridica
(“error iuris”) non legittima il dichiarante a far valere il vizio del consenso qualora sia dimostrato che il destinatario della dichiarazione
abbia tempestivamente, nel rispetto dell’etica negoziale, avvertito L’altra Parte della possibile o verosimile inesattezza ermeneutica, nel
quale Verrebbe qui a mancare l’antecedente dell’ignoranza, il quale sottintende che il dichiarante non abbia avuto la possibilità di
scegliere la soluzione corretta tra due o più variabili ermeneutiche,
Ulteriori precisazioni sull’Errore: Per quanto riguarda la riconoscibilità dell’errore, l'art 1431: Fissa nella persona di media diligenza il punto
di riferimento, tenuto conto della natura del rapporto contrattuale, delle circostanze concrete e della qualità dei contraenti, e si è così
privilegiato un criterio di valutazione astratto per stabilire se l’errore sia percettibile dal destinatario della dichiarazione e a nulla rileva che,
di fatto, quest’ultimo fosse distratto o noncurante, e ovviamente, sarà in capo allo stipulante caduto in errore dimostrare non solo
la discrasia fra realtà e rappresentazione soggettiva di essa, ma anche la riconoscibilità dell’accusata stortura, e la prova dell’errore-vizio
potrà comunque essere raggiunta anche attraverso presunzioni, nel quale Il requisito della riconoscibilità è comunque irrilevante in caso
di “errore comune: Che si concreta quando le volontà di entrambe le parti sono viziate dal medesimo sbaglio, e per quanto riguarda
invece l’errore non riconoscibile ma di fatto conosciuto, questo è rilevante, mentre non è assolutamente rilevante la scusabilità dell’errore,
posto che l’errante merita di protezione quantunque l’inesatta rappresentazione della realtà fosse emendabile con una
condotta minimamente diligente.
L'art 1433 equipara invece all’errore-vizio a L’Errore Ostativo: Esso si verifica quando la volontà si è formata correttamente ma è stata
inesattamente dichiarata o trasmessa dalla persona o dall’ufficio che ne era stato incaricato, comportando una discrasia non intenzionale
fra voluto e dichiarato nel quale differentemente si parla di “dissenso occulto” quando l’oblato attribuisce alla volontà dell’offerente un
significato diverso rispetto a quello autentico e, per effetto del malinteso, presti il proprio consenso.
Ulteriori Considerazioni: Secondo una tesi minoritaria, non si integrerebbero qui gli estremi dell’errore ostativo con conseguente
nullità dell’apparente intesa non cementata da volizioni armoniche, ma la dottrina dominante è convinta che il cc non tolleri l’autonomia
del dissenso occulto rispetto all’errore ostativo e per questo il contratto è efficace ma annullabile, l’errore può infine scaturire
dall'ignoranza linguistica (es le clausole sono esposte in una lingua sconosciuta), e il contratto sarebbe qui annullabile per errore ostativo
laddove il predisponente fosse a conoscenza dell’ignoranza.

Sezione XV Il Dolo Premessa: Il Dolo della parte è causa di annullamento del contratto quando abbia alterato la volizione dell’altra parte
con l’esito di indurla a concludere un contratto che non avrebbe altrimenti concluso e si parla:
Dolus Causam Dans (art 1439.1): Qualora abbia alterato la volontà dell’altra parte con l’esito di indurla a concludere un contratto che non
avrebbe altrimenti perfezionato, in questo è causa di annullamento del contratto, oppure se i raggiri sono stati usati da un terzo, il
contratto è annullabile se essi sono noti al contraente che ne abbia tratto vantaggio
Dolo Incidentale: Se i raggiri non sono stati tali da determinare il consenso, il contratto è valido, anche se sarebbe stato concluso a
condizioni diverse (art 1440).
Dolo Commissivo: A integrare gli estremi del dolo sono tanto l’astuzia quanto la furberia, così come il ragionamento falso o ingannevole e
ogni altra macchinazione o imbroglio idoneo ad alterare il corretto processo di formazione della volontà altrui, e A questo proposito, il dolo
fa anche sfumare ogni distinzione tra elementi essenziali e accidentali de negozio, nonché tra causa concreta e semplice motivo, poiché
l’annullabilità, ove prevista, si verifica indipendentemente dall’elemento su cui cade in concreto l’errore.
Il Nesso Causale: A parere dell’orientamento dominante, per integrare gli estremi del dolo è in ogni caso necessario che il raggiro sia causa
determinate l’alterazione del corretto procedimento di formazione della volontà, e tale relazione causale deve essere valutata in termini
soggettivi caso per caso, e sulla scia di questo presupposto, è stata anche affermata la necessità di accertare la sussistenza  dell’elemento
soggettivo c.d “Animus decipiendi”: Ossia la coscienza e volontà di distorcere il vero o simulare il falso nell’intento di trarre in errore l’altro,
e ma lo stesso accostamento del dolo-vizio all’illecito aquiliano lesivo della libertà negoziale del deceptus dovrebbe aiutare il superamento
della compenetrazione, ritenuta dai più necessaria, tra errore provocato e consapevolezza dell’affermazione fallace nel quale Parrebbe
infatti ragionevole affermare che, per integrare gli estremi del dolo, sia  sufficiente la colpa, intesa come il mettere in circolazione
notizie inveritiere attraverso condotte noncuranti: L’interesse protetto dalla disciplina in materia è intatti ugualmente pregiudicato quando
c’è coscienza e volontà della propria azione o omissione, sia quando l’inganno consegue alla mera imperizia.
Precisazioni sul Dolo: Contrapposto al dolo malo è il “dolo buono”, individuabile quando la simulazione del vero è talmente lampante, se
non addirittura grossolana, da essere sostanzialmente sfornita di capacità decettiva nei confronti delle persone normalmente avvedute, e
Di questa specie è ammessa l’irrilevanza, per cui lo stipulante indotto in errore non potrà confidare nell’accoglimento della sua domanda di
annullamento perché, essendo che la propria soglia di attenzione si è collocata al di sotto del livello di normalità, non è meritevole di
tutela ex causa decipiendi, nel quale chi si procura un pregiudizio a seguito della propria disattenzione non può tardivamente pentirsi della
trascuratezza tramite l’azione di annullamento, nel quale vive comunque anche un’opinione dissidente secondo la quale lo statuto sulla
dolo-vizio non può soggiacere al livellamento imposto dalle finzioni giuridiche, per cui le blandizie e le astuzie generanti l’errore dello
sprovveduto divengono patologiche, mettendo a repentaglio la sua libertà contrattuale.
Le esigenze del commercio moderno hanno poi favorito l’ampliamento dei confini del raggiro sino ad estenderne le maglie alla fattispecie
del dolo omissivo: Del resto, un uomo onesto non manterrebbe il silenzio sui fatti, di cui egli avesse esclusiva conoscenza, che fossero
idonei a condizionare l’altra parte, e si ha allora raggiro anche quando una parte, intenzionalmente, mantenga o rafforzi lo stato d’inesatta
rappresentazione della realtà in cui si trova l’errante, e colui il quale rimanga semplicemente inerte davanti all’errore in cui cade l’altro
stipulante realizzerebbe un’omissione rilevante ai fini del perfezionamento della fattispecie. Il dolo per presuppone la macchinazione
fonte dell’alterazione del vero e deve essere causa dell’errore per acquistare giudica rilevanza, e da qui discenderebbe dunque l’irrilevanza
del dolo omissivo. La reticenza rientra comunque in gioco grazie alla disciplina in tema di errore: succede allora che il confatto sia
annullabile a causa del vizio volitivo in virtù della disciplina sull’errore, piuttosto che di quella sul dolo, a patto che sia essenziale (altrimenti
all’errante non resta che invocare il dolo stesso). Lo statuto in tema di obblighi informativi è stato scandito dal legislatore negli artt 1892,
1893 e 1894, dove la condotta reticente è sanzionata espressamente, ma tali disposizioni sono da ritenersi eccezionali.
Violenza: L'art 1434 sancisce: Che l’annullabilità del contratto stipulato a seguito di violenza, anche se esercitata da un terzo (e non
rileva nemmeno che la controparte abbia ignorato la circostanza), nel quale la violenza deve per essere tale da impressionare una persona
sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni a un male ingiusto e notevole, avendo riguardo all’età, al sesso e alla condizione delle
persone (art 1435), e nel caso in cui il male minacciato sia rivolto contro i terzi sovviene l'art 1436, che legittima l’azione
di annullamenti quanto tale male riguardi la persona o i beni del coniuge del contraente o di un suo discendente o ascendente, e qualora
poi il male minacciato riguardi altre persone, diverse da quelle previste, l’annullamento è rimesso all’apprezzamento del giudice.
Ciò che caratterizza la violenza è quindi la coazione psicologia, a seguito della quale il soggetto passivo si trova di fronte all’alternativa se
sottoporsi al male minacciato o stipulare il contratto al fine di scansarlo, nel quale se ne sceglie l’ultima strada, la sua volizione non
è ovviamente libera. Diversa è la violenza fisica, che esclude la volontarietà dell’atto, rendendolo nullo ed Altra cosa è il “metus ab
intrinseco: Che consiste nel perturbamento emotivo determinato dalla paura che trae origine da una vicenda obiettivamente in grado di
scatenarla, dovuta a cause naturali o all’azione umana, che non rileva ex art 1434 qualora non sia appositamente destinata a estorcere
il condenso di colui turbato psicologicamente nel quale Ai fini dell’annullamento della fattispecie, occorre:
A) Da un lato che il timore abbia radice esterna;
B) Dall’altro che la minaccia sia tale da incidere sul processo costitutivo della volizione.
Neppure è causa di invalidità del contratto il timore reverenziale(art 1437): chi ha prestato il consenso per la preoccupazione di non urtare
la sensibilità della controparte che è in una posizione di superiorità gerarchica o carismatica, non pu chiedere l’annullamento del vincolo in
quanto è stato arbitro assoluto della propria volizione e Per quanto riguarda invece la minaccia di far valere un proprio diritto, questa
costituisce violenza psichica quando manchi qualsiasi rapporto fra diritto preteso e diritto minacciato (art 1438).

Sezione XVIII Risoluzione del Contratto Premessa: La risoluzione è il rimedio generante l’estinzione del contratto in conseguenza della
patologia alternante il sinallagma funzionale. 
Inadempimento: Conferisce all’altra parte il diritto potestativo di risolvere il contratto nel quale il rapporto obbligatorio è perfetto e
efficace, ma il debito ha trasgredito la promessa violando l’impegno di adempiere (inadempimento totale) o di adempiere esattamente
e tempestivamente (inadempimento parziale o tardivo), e A fronte di tale alterazione, il cc: Esso concede al creditore la risoluzione del
contratto così da sciogliere il vincolo e far nascere le pretese restitutorie e di risarcimento del danno, fermo restando che il creditore
potrebbe mantenere il vincolo chiedendo al giudice una sentenza di condanna del debitore all’adempimento, oltre ai danni patrimoniali, e
Di fronte all’inadempimento quindi, a patto che non ci sia la clausola del 1462, l’altra parte può sospendere l’obbligazione, con 2
possibilità:
 Richiesta di condanna ad adempiere;
 Richiesta di risoluzione del contratto, nel quale il contratto cessa di produrre effetti e gli effetti che ha già prodotto vengono meno.
E quindi la parte ch si rivolgerà al Giudice dovrà dimostrare 2 cose:
Che c’è stato inadempimento;
 Che l’inadempimento non è di scarsa importanza, ed e un parametro rimesso alla discrezionalità del giudice e per questo molto
pericoloso. 
Per far scattare la tutela, è necessario che l’inadempimento sia rilevante, ossia non di scarsa importanza riguardo all’interesse
del creditore stesso (art 1455), e sarà allora necessario indagare la funzione concreta della prestazione, così da verificare
se l’inadempimento abbia o no snaturato la causa effettiva dello scambio.
La Risoluzione trae fondamento dalla sentenza costituiva: Ovvero la “risoluzione giudiziale”, che determina l’estinzione del vincolo sulla
base dell’inadempimento imputabile, nel quale si parla invece di “Risoluzione di Diritto/ Ipso Iure: Quando scaturisca dal fatto che le parti
abbiano pattuito clausole contrattuali generanti l’immediata risoluzione del contratto (e un effetto analogo si pu ottenere con la diffida ad
adempiere) e chi agisce in giudizio per la risoluzione non è comunque tenuto a provare la colpa dell’obbligato, incombendo su quest’ultimo
l’onere di provare che la mancata o inesatta prestazione è dipesa da eventi non imputabili nel quale Fra le parti, la risoluzione opera con
Efficacia Retroattiva: Nel senso che esse sono liberate ex tunc dai propri obblighi, mentre le eventuali prestazione già eseguite devono
essere reciprocamente restituite perché, a causa della demolizione del rapporto, viene meno il titolo idoneo a giustificare lo spostamento
patrimoniale, e qualora tuttavia il rapporto sia di durata, ossia a esecuzione continuativa o periodica, le prestazioni già effettuate restano
nella sfera patrimoniale del ricevente non estendendosi ad esse l’effetto risolutorio (art 1458.1), mentre Verso i terzi vale invece la
regola opposta: La risoluzione è loro inopponibile a prescindere dallo stato di buona o dalla natura dell’acquisto, fatti salvi gli effetti della
trascrizione relativa alla domanda di risoluzione (art 1458.2), nel quale Opponibile sarà invece non solo agli stipulanti, ma anche ai loro
successori, sia a titolo particolare sia a titolo universale, purché la vicenda successoria sia successiva alla formazione del giudicato
stesso (se avviene nel corso del processo, vale quando dettato dall’art 111 cpc), mentre Nei contratti a esecuzione istantanea
l’impossibilità di restituire la cosa non impedirà il rimedio della risoluzione per inadempimento, comportando semplicemente la modifica
della prestazione risolutori che avviene per equivalente.
Domanda: Una volta proposta la domanda di risoluzione cosa succede? Risposta: Succede che non è più possibile richiedere l’esatto
adempimento (art 1453.2), dato il sopravvenuto disinteresse del creditore all’esecuzione dell’originario progetto negoziale dopo la
rescissione in cui la pratica conosce per l’escamotage del “cumulo di domande”, concretantesi nella proposizione dell’istanza di risoluzione
in via principale e di adempimento in modo subordinato. La preclusione potrà essere rilevata d’ufficio dal giudice, in quanto il debitore
soccombente potrebbe preferire adempiere piuttosto che restituire quanto già ricevuto.
L'ultimo comma dell'art 1453: Esso dispone che della domanda di risoluzione l'inadempiente non può più adempiere la propria
obbligazione, e si apre su questo fronte il problema della rilevanza dell’inadempimento protrattosi durante il giudizio di risoluzione: e pero
si viene a porre una Domanda: Il giudice deve tenere conto della situazione esistente quando si è radicata la lite o di quella consolidatasi
all’epoca della decisione? Risposta: Premessa alla soluzione è il fatto che il tempo intercorso successivamente alla domanda giudiziale non
può andare a scapito del debitore: Al tribunale è quindi precluso di soppesare la rilevanza della condotta dell’inadempiente dopo la
notifica dell’atto di citazione, e a supporto di ciò , gli ultimi due commi del 1453 sono legati simmetricamente:
 Di fatti, da un lato: Non è consentito al creditore di pretendere l’adempimento dopo aver richiesto la risoluzione del contratto;
 Dall’altro lato: E precluso al debitore di adempiere successivamente all’istanza di risoluzione.
L’adempimento tardivo non può paralizzare il diritto del creditore alla risoluzione del contratto nel caso in cui l’estremo della gravità
dell’inadempimento fosse già assodato al momento della notifica della domanda di risoluzione, nel quale il ritardo rilevante
nell’adempimento nemmeno può essere sanato, contro la volontà del creditore, dall’offerta tardiva del debitore di adempiere,
quantunque non sia ancora stata proposta la domanda di risoluzione, mentre Qualora invece entrambi i litiganti invochino reciprocamente
la risoluzione del rapporto per mutui inadempienti, bisogna indagare intorno al nesso intercedente fra i vari addebiti: Nel quale un
inadempimento può essere conseguenza del precedente, e in tal la parte che per seconda deve effettuare la prestazione può
essere legittimamente opporre l’eccezione di inadempimento (art 1460), ma qualora tra i due inadempimenti manchi un nesso
eziologico:Il magistrato deve focalizzarsi sull’importanza dei reciproci addebiti, e se il peso dei singoli inadempimenti è
sostanzialmente impari, merita accoglimento la domanda di risoluzione della parte che abbia patito la più grave alterazione dell’equilibrio
sinallagmatico, mentre diversamente se il peso sia equivalente, saranno da accogliere entrambe le contrapposte istanze essendo entrambe
fondate.
La Risoluzione di diritto: Può essere determinata anche dall’inadempimento che si protrae, per cause imputabili al debitore, aldilà del
termine essenziale fissato dalle parti per la prestazione (art 1457), in cui In ogni caso, la legge protegge l’interesse del creditore a ottenere
la prestazione tardiva, purché egli esprima alla controparte tale suo proposito entro 3 giorni dalla scadenza, così da non impedire
all’interessato che lo preferisca alla risoluzione, di accettare l’adempimento in ritardo, nel qual’essenzialità del termine
dipende semplicemente dal fatto che così lo hanno definito le parti, non sono infatti utilizzabili per saggiarla criteri soggettivi, che
minerebbe l’autonomia privata. L'art 1460: Riconosce alla parte che deve adempiere la facoltà di avvalersi di uno strumento di tutela
consistente nell'Eccezione di Inadempimento: Che le consente di evitare di effettuare la propria controprestazione qualora la controparte
sia inadempiente o non offra di adempiere contemporaneamente, e allorché le prestazioni non debbano essere
eseguite contemporaneamente, la parte che per prima è tenuta a dare esecuzione al rapporto obbligatorio può invocare il rimedio di cui
all'art 1461, così da sospendere la solutio là dove le condizioni patrimoniali dell’altro stipulante, per ragioni sopravvenute o già esistenti
al momento del perfezionamento del rapporto ma sconosciute, siano divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della
controprestazione, a meno che sia data garanzia idonea a scansare il rischio. In pratica, il debitore è legittimato a invocare la sospensione
cautelare della prestazione qualora sussista un pericolo attuale e evidente di non ricevere alcuna controprestazione ed entrambi i rimedi
hanno comunque natura cautelare, in quanto non implicano alcuna conseguenza sulla validità del contratto.
Risoluzione per Diffida:  L'art 1454 stabilisce che la parte adempiente possa ingiungere per iscritto alla parte inadempiente di “adempiere
in un termine congruo”, non inferiore a 15 giorni, trascorso il quale in caso l’inadempimento persista, il contratto sarà risolto di diritto.
L’intimazione produce lo scioglimento ipso iure soltanto quando l’inadempimento lamentata dal diffidante sia grave e imputabile al
diffidato, e qualora per il diffidante fosse a sua volta inadempiente, dalla diffida non potrebbe discendere l’automatica estinzione del
rapporto obbligatorio. La fissazione del termine è regolata all'art 1454.2: Secondo cui non può  essere inferiore a 15 giorni. E
e tuttavia legittima la sua riduzione quando, per effetto della diversa pattuizione fra le parti, per la natura del rapporto oppure
per effetto degli usi, appaia congruo un termine minore e Gli effetti risolutori derivanti dalla diffida efficacemente intimato si perfezionano
di diritto, di modo che il creditore è privo del potere di rinunciare ad avvalersene.
Clausola Risolutiva Espressa (art 1456): L’inadempimento di una determinata obbligazione è resa causa di risoluzione, nel quale esistono
dei casi in cui l’adempimento non può essere di scarsa importanza, casi cioè in cui è sottratta al giudice qualsiasi discrezionalità circa
l’importanza dell’inadempimento, perché le parti si mettono d’accordo attraverso una clausola sul livello di rilevanza dell’adempimento
che esse considerano e Il risultato dell’estinzione automatica si raggiunge allora in seguito alla violazione della condotta protetta dalla
clausola stessa, sottraendo al giudice il potere di valutare l’importanza dell’inadempimento e La risoluzione si verifica: Solo nel momento
in cui la parte adempiente dichiara di volersi avvalere della clausola, anche deducibile implicitamente, e non con il perfezionarsi
dell’inadempimento tipizzato nella clausola (art 1456.2), e di fatto, gli stipulanti hanno la possibilità di conferire rilevanza a inadempimenti
marginali in vista della risoluzione di diritto, altrimenti idonei a legittimare la risoluzione giudiziale perché non oltrepasserebbero quanto
stabilito al1455.
Ulteriori Precisazioni: Rimane comunque ferma la regola che l’inadempimento deve essere imputabile al debitore nel quale
l’inadempimento, oltre una certa data, comporta necessariamente la risoluzione del contratto, poiché oltre quel termine non ha più
rilevanza. La previsione di una clausola risolutiva non impedisce nemmeno alle parti di esperire un’azione di risoluzione giudiziale a causa
di trasgressioni del regolamento privato d’interessi che non sono enunciate nella clausola stessa, ma trova in questo caso applicazione lo
sbarramento di cui all’art 1455, e le obbligazioni protette dalla clausola devono poi essere individuate nello specifico, di modo che la
risoluzione di diritto non interviene quando nella stessa sia dedotto in maniera generica che qualsiasi inadempimento implica lo
scioglimento del vincolo.
Clausola Solve Et Repetere (art 1462): Si pattuisce l’impossibilità di opporre eccezioni alla pretesa di adempimento, e con la clausola del
“solve et repetere” (paga e eventualmente chiedi indietro) si stabilisce che una delle parti non possa opporre eccezioni al fine di evitare o
ritardare la prestazione dovuta, senza per che abbia effetto riguardo all’eccezione di nullità, di annullabilità e di rescissione del contratto
(art 1462.1). 
Ulteriori Precisazioni: Nei casi in cui la clausola sia efficace, il giudice, se riconosce che concorrono gravi motivi, può tuttavia sospendere
la condanna, imponendo eventualmente una cauzione (art 1462.2), e Tramite questa clausola le parti rendono autonome le prestazioni,
nel senso che il debitore è tenuto ad adempiere sebbene l’altra parte sia inadempiente o ci sia un fondato rischio di insolvibilità, nel quale
si vuole infatti garantire l’interesse al sollecito d’adempimento per evitare che il debitore, al fine di procrastinarlo, sollevi eccezioni
dilatatorie.
Per quanto concerne le Soppravienienze della Prestazione: Se riguarda Per Impossibilità Soppravenutà della Prestazione: Art 1355 dice
che l’Impossibilità che riguarda i contratti con effetti reali e traslativi, Il contratto in questione non si scioglie nel caso in cui l’effetto sia già
stato prodotto, è un’applicazione estrema del principio di con sensualità.
Per quanto concerne per eccessiva Onerosità Sopravvenutà: Con riguardo ai rapporti di durata o istantanei a esecuzione differita può
succedere che lo stato iniziale, che nelle previsioni delle parti avrebbe dovuto perpetrarsi sino all’esaurimento delle prestazioni
sinallagmatiche, subisca delle modifiche per eventi estranei al loro dominio così da incidere sull’originario equilibrio economico sotteso dal
programma negoziale, nel quali le parti, o la legge, possono prevedere dei meccanismi giuridici utili a riequilibrare lo scambio ma, ove ciò
non accada, oppure qualora la sopravvenienza privi di efficacia la clausola prevista, si viene a parlare di “eccessiva onerosità sopravvenuta:
Nel quale sarà allora possibile per la parte pregiudicata chiedere la risoluzione del contratto secondo gli effetti stabiliti dall'art 1458 (art
1467.1), salvo che il contratto sia aleatorio per sua natura o per volontà degli stipulanti (art 1469), Nel quale Vi sono dei Pressuposti che
sono:
Primo Presupposto: Per l’applicazione dell’istituto è la sussistenza di un contratto a prestazioni corrispettive, istantaneo o di durata, la
cui esecuzione non si esaurisca con lo scambio dei consensi ma si protragga nel tempo, fermo restando che nei rapporti a
esecuzione differita, il rimedio non è invocabile da chi abbia già ottenuto la prestazione di cui lamenta il deprezzamento, in quanto è
invocabile solamente dalla parte le cui mani sono pulite: In cui il contraente inadempiente non è legittimato a pretendere la risoluzione del
contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, dovendo egli sopportare le conseguenze degli eventi sopravvenuti durante il suo
inadempimento, e Tale sopravvenienza può colpire direttamente la prestazione dovuta dal debitore, e allora la parte onerata potrà
invocare il rimedio dell’eccessiva onerosità quantunque abbia già ricevuto la controprestazione, ma la sopravvenienza può anche
abbattersi su quest’ultima (eccessiva onerosità indiretta) e la risoluzione sarà qui, ai sensi dell’art 1467, invocata dal contraente penalizzato
qualora non abbia già ottenuto la prestazione corrispettiva. Inoltre
La sopravvenienza è rilevante quando:
 Da un lato fuoriesca dal rischio tipico del singolo contratto (art 1467.2);
 Dall’altro sia estranea alla situazione socio economica caratterizzante il mercato al momento dell’accordo.
 Oltre che natura economica, l’evento può: Invero avere anche carattere normativo qualora sia il portato di un’improvvisa modifica
legislativa o di altro atto pubblico tale da incidere indirettamente sull’equilibrio economico dello scambio, nel quale la sopravvenienza deve
essere straordinaria e imprevedibile, posto che la prevedibilità comporta la deliberata assunzione del rischio correlato: Mentre la
straordinarietà ha fondamento oggettivo qualificato da elementi quali la frequenza e l’intensità che sono misurabili, l'imprevedibilità ha
contorni prettamente soggettivi, e La parte contro cui è stata proposta la domanda di risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta ha
facoltà di evitarla, mantenendo il vincolo obbligatorio, offrendo di modificarne equamente il contenuto al fine di riequilibrare il nesso
sinallagmatico (art 1467.3) e A tal proposito, alcuni credono che sia sufficiente ripristinare l’equità dello scambi entro i limiti della
normalità del contratto, mentre la giurisprudenza forense sostiene che l’offerta debba essere tale da eliminare il sopravvenuto
sconvolgimento economico e ricondurre a una situazione di equivalenza in considerazione dello status quo ante, nel quale L’offerta deve
quindi adeguare il contenuto del contratto all’originario rapporto di scambio tenuto conto del giusto prezzo determinato sulla base del
valore di mercato delle prestazioni dedotte in obbligazione, e in caso di contratto con obbligazioni a carico di una sola parte, questa potrà
richiedere una riduzione della sua prestazione oppure una modifica delle modalità di esecuzione sufficiente per ricondurla a equità (art
1468).
Per quanto Concerne la Presupposizione: La teoria formulata in merito al caso inglese Krell vs Henry da Windscheid nel quale secondo essi
Il contratto è risolvibile allorché entri in azione una circostanza che, turbando l’equilibrio dello scambio, frustri di conseguenza la funzione
pratica dell’intesa al punto che l’effetto giuridico prodottosi non corrisponde al vero volere del dichiarante, nel quale la ragione del
principio è che all’interno di ogni determinazione volitiva sussisterebbe una condizione tacita (o non svolta) i cui contorni sono declinabili
attraverso un procedimento ermeneutico deduttivo.
La definizione in chiave oggettiva della condizione inespressa è data dalla teoria del “fondamento negoziale: Che consiste nell’iniziale
rappresentazione del dichiarante, conosciuta e non contestata dall’altra parte, sull’esistenza o sopravvenienza di determinati eventi
costituenti il fondamento della sua volontà (di cui l'art 1467 prende proprio in considerazione uno dei due lati, ossia quello della
permanenza del rapporto economico fra prestazioni secondo l’originario assetto voluto dalle parti) e di fatto, laddove l’obiettivo inseguito
da una parte si sia sostanziato o oggettivato nel regolamento privato d’interessi, esso finisce con l’imprimere un’impronta specifica alla
causa reale dello scambio emancipandosi dal ruolo di mero motivo, e A questo punto, sorge una Domanda: Le parti sono tenute ex fide
bona a rinegoziare il contratto di durata per ricondurlo a equità? Risposta: Sotto il profilo processuale, il rimedio è tipizzato all'art 1467: La
parte danneggiata dalla sopravvenienza può chiedere lo scioglimento del rapporto, salvo la facoltà della controparte di paralizzare la
domanda offrendo di modificare equamente le condizioni dell’intesa. Fuori dall’agone giudiziale, il contraente che rifiuta di rinegoziare là
ove suscitano i presupposti per la risoluzione, agisce in mala fede e è quindi tenuto a risarcire l’altro i danni conseguenti il diniego ed una
condizione che non è espressa e esplicitata, ma è conosciuta delle parti, è nota. Il problema era che si poteva dunque inventare una
condizione senza presupposti e A risolvere la questione fu Oerthmann: Nel quale il motivo è rilevante quando questo è il pilastro su cui si
regge il contratto.

Sezione XX: Il Recesso: Le parti stesse possono sciogliere il vincolo contrattuale  a cui sono legate, e tale scioglimento può derivare dal:
 Mutuo Dissenso (contratto risolutorio);
 Dalla risoluzione di diritto o giudiziale;
 Dall’esercizio del diritto potestativo di recesso. 
Mentre La Fonte del Recesso può essere:  
 Legale: E legittimato dalla legge;
 Volontaria: E stabilito dalle parti in forza di un'espressa clausola contrattuale, che ne disciplina le modalità applicative, e nello stesso
tempo, il potere di estinzione unilaterale del contratto è esercitabile liberamente, oppure soltanto là dove sussistano specifici presupposti
tipizzati dalle parti, o ancorati a giusta causa.
Il recesso ha in ogni caso la natura di negozio unilaterale recettizio, per cui deve rivestire la medesima  forma richiesta per il contratto su cui
ricade. Mentre l'art 1373.1 stabilisce che, nei Contratti Istantanei: L’istituto possa essere esercitato dalla parte legittimata finché non vi sia
stato un principio di esecuzione del rapporto, nel quale la regola è per derogabile, tale che si estende l’ambito di operatività del recesso
anche ai casi in cui il contratto sia stato in tutto o in parte eseguito, e La ratio della norma:  E da ricercarsi nel fatto che chi accetta la
prestazione dimostra un interesse opposto allo scioglimento unilaterale del rapporto, e lo stesso vale riguardo alla condotta di
chi adempie, e In mancanza di un accordo chi deroga di fatto il recesso è paralizzato soltanto dall’esecuzione della prestazione per opera
o dello stesso titolare della potestà oppure della controparte qualora il titolare medesimo abbia accettato l’adempimento, e Quando il
contratto sia di durata: il recesso può senz’altro essere esercitato nella pendenza del vincolo, ma, similmente a quanto previsto nell'art
1458.1, l’esercizio del recesso stesso non pregiudica le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione, salvo patto contrario (art 1373.2).
Ulteriori Precisazioni: Avendo poi il recesso effetto ex nunc, la ritardata o inesatta esecuzione delle prestazioni già attuate autorizza il
creditore a esperire l’azione di risoluzione del contratto o del risarcimento del danno quantunque egli si sia successivamente avvalso della
potestà di estinguere l’obbligo giuridico, e al fine di evitare che il recesso possa sorprendere l’altro stipulante, è possibile anche
condizionarne l’efficacia al rispetto del preavviso, anche qualora questo non sia espressamente previsto dal rapporto (è infatti conforme a
buona fede dare preavviso della propria intenzione di recedere), nel quale sulla stessa linea, l'art 1341.2 sancisce: Che l’onere della
specifica approvazione per iscritto della condizione generale di contratto conferente all’utilizzatore il diritto di recesso, e i contraenti sono
anche liberi di prevedere un corrispettivo per il recesso, che può essere:
A) Una Caparra Penitenziale: Ovvero  una somma di denaro, o altri fungibili, consegnata al titolare dello ius poenitendi all’altra parte al
momento dell’accordo (art 1386.1) e Quantunque una sola parte avesse versato la caparra, l’esercizio del recesso a iniziativa di colui che
l’abbia ricevuta presuppone la restituzione del doppio di quanto pagato dall'altra, mentre se recedente è chi ha versato la caparra, la
perde (art 1386.2);
B) Analoga è la Multa Penitenziale (art 1373.3): Costituita da una somma denaro da pagare a opera del titolare dello ius
poenitendi affinché il recesso produca il proprio effetto estintivo.
C) Diversa è la Caparra Confirmatoria: Ovvero e un contratto reale che ha ad oggetto la dazione di una somma di denaro o di una quantità
di altre cose fungibili, intercedente fra persone già legate a un rapporto a prestazioni corrispettive (art 1385), e in buona sostanza l’inizio
di esecuzione del contratto, essendo “cofirmataria” proprio perché conferma l’accordo principale, Inoltre Un'Altra sua Funzione e quella di
Liquidazione Convenzionale del Danno: Qualora la parte che ha pagato la caparra non adempia le proprie obbligazioni, al creditore è
riconosciuta la potestà di recedere ritenendo la caparra e se all’inverso la violazione del contratto sia stata perpetrata dal soggetto che ha
ricevuto la caparra, l’altra parte può recedere chiedendo non soltanto la somma corrisposta a titolo di caparra, ma anche la condanna al
pagamento di un’ulteriore somma di pari importo; in alternativa, il soggetto legittimato è libero di agire per l’adempimento o la
risoluzione, oltre ai danni e alla restituzione della caparra.

D) Altra cosa diversa ancora è la Clausola Penale: Con cui si stabilisce che, in caso d’inadempimento o di ritardo nell’adempimento, uno
dei contraenti è tenuto a una determinata prestazione, con l’effetto di limitare il risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata
convenuta la risarcibilità del danno ulteriore (art 1382.1), nel quale La penale sarà dovuta indipendente dalla prove del pregiudizio (art
1382.2), e Da parte sua, il creditore non può domandare: Insieme la prestazione principale e la penale, se questa non è stata stipulata per
il semplice ritardo (art 1383), ma alle parti non è impedito di concordare cumulativamente una penale sia per l’inattuazione del rapporto
sia per la ritardata esecuzione dello stesso, e la finalità perseguita è generalmente quella di anticipare la liquidazione del danno
contrattuale, astraendo dall’entità del pregiudizio realmente sofferto dal creditore e il tentativo di ricondurre a un unico scopo la penale si
scontra per con i poteri di autonomia privata di questa essa stessa è espressione, in quanto le parti possono conseguirvi attraverso
interessi molteplici, Ma in ogni caso, è dove essa svolge il duplice ruolo di liquidazione anticipata del danno e di minacciata applicazione di
una comminatoria destinata ad aggravare la posizione del debitore, che si concreta la sua natura di strumento indirettamente rafforzativo
dell’efficacia del vincolo negoziale e, quindi, di pressione ad adempiere, Quando l’ammontare della penale, facendo riferimento
alla sproporzione tra surplus della clausola e danno effettivo, risulti “manifestamente eccessivo”, il giudice pu ridurla a equità (art 1384).
Ulteriori Precisazioni: La pattuizione di una clausola penale non sottrae il rapporto inter partes alla disciplina generale delle obbligazioni:
deve allora escludersi la responsabilità del debitore non soltanto quando egli dimostri che l'inadempimento o l’inesatto adempimento
sia stata o determinato da eventi a lui non imputabili, ma anche quando risulti comunque giudicato ai sensi dell’art 1460 stante
l’inadempimento della controparte.

Sezione XXI La Rappresentanza Volontaria: Il potere di rappresentanza può derivare:


A) Dalla Legge: Rappresentanza Legale;
B) Anche dall’Interessato: Rappresentanza Volontaria ai sensi dell'art 1387;
C) Rappresentanza Organica: Quando il potere ad essa sotteso sia correlato all’ufficio ricoperto da una determinata persona.
L’atto con cui l’interessato attribuisce a un soggetto il potere di rappresentanza (volontaria) : E la c.d. Procura: Ovvero un negozio
unilaterale recettizio che si perfeziona ad astrarre dall’accettazione del destinatario, Inoltre la procura è comunque mera fonte di poteri,
l’incaricato non è obbligato a spendere il nome del rappresentato: Si crea semplicemente una legittimazione, nel quale deve avere la
stessa forma del negozio oggetto del potere rappresentativo (art 1392), e il suo oggetto può essere:
 Generale: Il procuratore può compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione;
 Speciale: E legittimato a perfezionare unicamente l’atto o gli atti in essa indicati.
Il contratto concluso dal rappresentante in nome e nell’interesse del rappresentanti, nei limiti delle facoltà conferitegli, produce
direttamente effetto nei confronti del rappresentato ex art 1388, nel quale Si presuppone comunque che il dichiarante si qualifichi come
procuratore del dominus negotii, fatto anche desumibile, e per la validità del contratto concluso dal rappresentante basta la sua naturale
capacità di intendere e di volere e la capacità d’agire del rappresentato (art 1389.1), ed è anche necessario che il contratto non sia vietato
al rappresentato (art 1389.2); E Il contratto sarà annullabile qualora la volontà del rappresentante sia viziata, ma se il vizio riguarda
specifici elementi predeterminati dal rappresentato, il contratto è annullabile solo qualora la volontà viziata sia la sua (art 1390)e Qualora
poi sia rilevante lo stato di buona o cattiva fede, si ha riguardo alla persona del rappresentante, salvo che si tratta di elementi prefissati dal
rappresentato. In nessun caso comunque, chi è in mala fede può giovarsi dello stato d’ignoranza o di buona fede del rappresentante.
Precisazioni: Il rappresentante va tenuto distinto dal “nunzio”, colui il quale non forma la volontà i cui effetti ricadono sul dominus negotii,
ma si limita a trasmetterne la determinazione volitiva, nel quale Una volta accettato l’incarico, il rappresentante deve agire in maniera tale
da soddisfare l’interesse sotteso alla procura, ma il rischio che tale interesse sia frustrato si concreta nel caso in cui egli appaghi
un conflittuale interessi proprio o di un terzo e Ovviamente, tale conflitto smarrisce la propria potenziale offensiva quando il
rappresentato, perfettamente consapevole del rischio, autorizzi espressamente il procuratore a compiere l’atto, oppure allorché il
contenuto del contratto si determinato in modo da escludere possibilità di conflitto e Il contratto da cui deriva una situazione di conflitto
d’interessi è annullabile: A domanda del rappresentato se il conflitto stesso era conosciuto o riconoscibile dal terzo (art 1394), nel quale
non occorre che il rappresentante dimostri di aver subito un danno effettivo, poiché il contratto è annullabile ancorché, di fatto,
il rappresentante non abbia abusato del potere tramite atti di prevaricazione (il danno non è infatti elemento costitutivo della fattispecie di
annullamento) e mancando l’estremo della riconoscibilità il contratto è sì valido, ma il dominus può agire contro il suo rappresentante per
ottenere il ristoro degli eventuali pregiudizi patrimoniali scaturenti dal conflitto, e Una particolare ipotesi di conflitto d’interessi è poi data
dal caso del contratto con se stesso che il rappresentante stipula in nome proprio oppure come rappresentante di un terzo (art 1395): il
contratto è allora annullabile, e il rappresentato pu agire contro il rappresentante per il ristoro del danno.
Falsus Procurator: Colui che abbia negoziato come rappresentante senza averne i poteri o eccedendo i limite delle facoltà conferitegli,
è responsabilità del danno che il terzo contraente ha sofferto per aver confidato senza colpa nella validità del contratto (art 1398), nel
quale questa e un’ipotesi di responsabilità precontrattuale del falsus  procurato rilevante ex art 1338: Nel quale siccome egli, pur essendo
consapevole dell’inefficacia del contratto stante l’assenza di procura o il contrasto tra essa e l’atto compiuto, tace la circostanza al terzo di
buona fede che di conseguenza si affida alla situazione apparente, il contratto non è nullo ma inefficace, e può essere ratificato
dall’interessato, osservando le forme prescritte per la sua conclusione (art 1339.1), con effetto retroattivo ma fatti salvi i diritti dei terzi, e il
terzo e il falso procurator possono anche, d’accordo, sciogliere il contratto prima della ratifica (art 1399.3), e sempre tale terzo pu invitare
l’interessato a pronunciarsi sulla ratifica assegnandogli un termine di decadenza, alla cui scadenza la ratifica si intende negata. Per schivare
il rischio di perfezionare un contratto inefficace, il terzo pu poi sempre chiedere al procuratore la giustificazione dei suoi poteri e, se la
sua rappresentanza risulta da atto scritto, che gliene dia una copia da lui firmata (art 1393).
Rappresentanza Apparente: Il soggetto falsamente rappresentato ha, mediante il proprio comportamento di tolleranza verso l’attività del
falsus procurator, generato nel terzo la convinzione della sussistenza di una procura di fatto inesistente, e trova allora applicazione il
principio dell’apparenza giuridica con l’effetto che l’apparente rappresentato è tenuto a farsi carico degli obblighi assunti in suo nome. Il
contratto è quindi efficace e vincolante e allo scopo di evitare il nascere di una situazione di apparenza, l'art 1396 onera il rappresentato a
rendere conoscibili erga omnes con mezzi idonei le modificazioni e la revoca della procura, e in mancanza, tali vicende saranno inopponibili
se non si prova che il terzo con cui si ha negoziato ne era in ogni caso a conoscenza. Il rappresentante è del resto tenuto a restituire il
documento fonte della situazione legittimante la contemplato domini quando i suoi poteri siano venuti meno (art 1397).

Sezione XXII Fattispecie Contrattuali Il Contratto per Persona da Nominare: Elemento qualificante della fattispecie è che una parte si
riserva di nominare (electio amici), successivamente alla stipula, la persona che gli subentra nella qualità di parte sostanziale del contratto
(art 1401) e se le parti non hanno stabilito un termine diverso, la nomina deve essere comunicata all’altra parte entro 3 giorni dalla stipula
del contratto a pena di decadenza, Nel quale la Dichiarazione:  E inefficace se non è accompagnata dall’accettazione della persona
nominata, salvo che esista una procura anteriore al contratto (art 1402), che una volta effettuata ha efficacia retroattiva, nel quale Il
contratto è immediatamente vincolante tra le parti originarie, di modo che gli effetti scaturenti dall’intesa sono astratti dalla sfera giuridica
dello stipulante che si è riservato la facoltà di nomina, in mancanza della quale gli effetti si consolidano definitivamente tra i contraenti
originari, e la dichiarazione di nomina e procura o accettazione della nomina stessa devono rivestire la stessa forma del contratto per la
propria validità.
Cessione del Contratto: Nei contratti a prestazioni corrispettive (interpretati estensivamente, rimarrebbero esclusi soltanto quelli a titolo
gratuito) non ancora eseguite ciascun contraente può sostituire se stesso a un terzo qualora l’altra parte vi consenta (art 1406), nel quale
L’atto: Ha natura trilaterale, posto che per il suo perfezionamento occorre il consenso del cedente, del cessionario e anche del contraente
ceduto, quest’ultimo anche manifestato successivamente all’intesa tra i primi due, La parte può anche consentire preventivamente che
l’altra ceda la propria posizione contrattuale: Se fosse così, la cessione è efficace da quando sia stata notificata al ceduto o sia stata da lui
accettata, e il cedente sarà in ogni caso liberato dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto dal momento in cui la sostituzione diviene
efficace nei suoi confronti, Tuttavia, il ceduto, se ha dichiarato di non liberare il cedente, può agire contro di lui qualora il cessionario non
adempia le obbligazioni assunte: In cui il ceduto deve allora dare notizia al cedente dell’inadempimento del cessionario, entro 15 giorni da
quello in cui si è verificato l’inadempimento, e in mancanza deve risarcire il danno, e Il cedente è infine tenuto a garantire la validità del
contratto. La cessione inter vivos pu anche avere luogo ex lege, ad esempio per la locazione d’immobili destinati ad attività d’impresa.
Contratto a Favore del Terzo: E ammessa la stipulazione a favore di un terzo qualora lo stipulante vi abbia interesse (art 1411.1), nel quale
Il terzo è estraneo alla stipulazione in suo favore, rispetto alla quale si trova in una posizione di puro vantaggio che lo legittima
a beneficiare della prestazione dovuta dal promittente, e Avvantaggiandosene, diventa allora beneficiario di una liberalità indiretta.
Se la prestazione: E invece destinata a estinguere il debito dello stipulante verso il terzo, la vicenda è riconducibile alla delegazione di
debito, La dichiarazione di voler beneficiare della prestazione rende soltanto definitivi contenuto ed effetti della convezione pro
beneficiario, posto che prima lo stipulante è libero di modificare o revocare la sottostante vicenda obbligatoria che lo lega al promittente
(art 1411.2), nel quale Il terzo può pretendere dal promittente la prestazione a suo favore oltre ai danni derivanti dal ritardo, e a questo
fine non è necessario che chiami in giudizio anche lo stipulante: Del resto, il promittente è obbligato nei confronti dello stipulante a
effettuare l’attività in direzione del terzo, e Il promittente potrà allora opporre al terzo le eccezioni fondate sul contratto fonte del dritto
pro terzo, ma non quelle legate ad altri rapporti tra promittente e stipulante (art 1413), ma è ammissibile il patto contrario, e In caso di
revoca della stipulazione o di rifiuto del terzo di approfittarne, la prestazione rimane a beneficio dello stipulante, salvo che diversamente
risulti dalla volontà delle parti o dalla natura del contratto (art 1411 ultimo comma).

Sezione XXIII L’Interpretazionne Nell’interpretare il contratto si deve indagare quale sia la comune intenzione delle parti e non limitarsi al
senso letterale delle parole (art 1362.1), per determinare la quale si deve valutare il comportamento delle parti stesse in maniera
complessiva, cioè anche successivamente alla conclusione del contratto (art 1362.2).
La norma pone due regole fondamentali per interpretare l’effettiva volontà delle parti:
• Prima di tutto, bisogna appurare la loro comune intenzione, posto che le parole del testo contrattile non sempre riescono a svelare
quanto effettivamente voluto;
• Secondariamente, il suo accertamento può essere tratto da elementi ultratestuali, fra cui innanzitutto il comportamento complessivo
delle parti anche successivo all'accordo
L’intenzione comune non è altro che la proiezione della funzione pratica innervante il contratto, per questo la sua ricerca implica che il
giudice debba verificare qual è la causa concreta dell’intesa, nel quale La condotta delle parti può ovviamente agevolare il lavoro
l’ermeneutica giudiziale, perché è dai loro comportamenti immediatamente precedenti o successivi all’intesa che l’autorità decidente può
trarre utili elementi al fine della propria ricerca, e Al fine di scansare il rischio di contrasti futuri, le parti possono anche concordare clausole
preordinate a chiarire meglio qual è la loro effettiva intenzione, specificando niente meno che la causa giustificatrice del loro rapporto,
Inoltre Il cc fissa comunque alcuni canoni interpretativi: innanzitutto l'art 1363 per il quale le clausole del contratto si interpretano le une
per mezzo delle altre, attribuendo a ciascuna il senso che risulta dal complesso dell’atto e Ciò significa che se il contratto è stato stipulato
per il conseguimento di un determinato programma finale, è allora logico che i singoli punti che lo compongono debbano essere
interpretarti in modo armonico anziché scomposto e frammentato, nel quale la medesima ratio informa gli artt 1364 e1365, secondo cui
rispettivamente le espressioni generali sono circoscritte dall’oggetto contrattuale e le indicazioni esemplificative non hanno di regola
natura tassativa e A questi canoni, di natura soggettiva, se ne affiancano altri oggettivi a cui si ricorrere qualora l’applicazione dei primi non
sia possibile e tra questi canoni oggettivi rientrano:
 Il Principio di Conservazione del Contratto: Nel senso che il regolamento negoziale deve essere interpretato così da assegnare alle sue
clausole una funzione applicativa e non devitalizzarne la finalità empirica (art 1367);
 Le Clausole Ambigue: Si interpretano secondo la prassi consolidatasi nel luogo ove è stato concluso (art 1368);
 Le espressioni Polisense: Devono essere intese nel senso più adatto alla teleologia del singolo contratto (art 1369);
 Le condizioni generali: Vanno interpretate contra preferente (art 1370)
 E in via residuale vale anche che il contratto deve essere inteso nel senso meno gravoso: Per l’obbligato se è a titolo gratuito, mentre in
modo da assicurare un equo bilanciamento d’interessi conflittuali se è a titolo oneroso (art 1371).

 Un posto a sé rivesta la buona fede interpretativa (art 1366): Da intendersi nel senso che il giudice fra due o più ipotesi interpretative è
tenuto a preferire quella che meglio di ogni altra permetta di decifrare l’esatto contenuto dell’intesa tenuto conto, tra l’altro, delle qualità
delle parti e della loro inclinazione all’uso di proposizioni equivoche in funzione d’aggiramento delle aspettative ragionevolmente maturate
dall’altra parte
Ulteriori Precisazioni: È in generale radicata l’idea secondo cui i canoni soggettivi sono gerarchicamente anteposti a quelli oggettivi, ma
pare tutto sommato preferibile sostenere che spetta all’interprete partire dai canoni maggiormente idonei idonei per elaborare una lettura
più adatta al soddisfacimento della causa concreta, nel quale non si possono, in questo ordine di idee, fissare a priori rigide graduazioni

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