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il 03/12/2014
Tribunale di Milano – sezione prima civile
RG n. 22844/2009
1
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO
PRIMA SEZIONE CIVILE
Firmato Da: FRIDELFI DANIELE Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: c2008 - Firmato Da: MASSARI LAURA Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: c1fe7
Il giudice dott.ssa Laura Massari ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nella causa civile di I grado iscritta al n. r.g. 22844/2009 promossa da:
LUCIANO NIGRELLI (C.F. NGRLCN67M17G186U), con il patrocinio dell’avv. D’ANTONIO
GIUSEPPE, elettivamente domiciliato in CORSO DI PORTA ROMANA, 54 20122 MILANO presso
il difensore avv. D’ANTONIO GIUSEPPE
ATTORE
contro
CITYCORP FINANZIARIA SPA-CITIFIN (C.F. 00942710153), con il patrocinio dell’avv. DE
CRESCENZO ENRICO, elettivamente domiciliata in C.SO ITALIA 24 20122 MILANO presso il
difensore avv. DE CRESCENZO ENRICO
CONVENUTA
QUALITY LIFE SRL (C.F. ),
CONVENUTA CONTUMACE
Oggetto: Vendita di cose mobili
CONCLUSIONI: Le parti hanno concluso come da fogli allegati al verbale udienza del 27 maggio
2014
FATTO E DIRITTO
Il signor Luciano Nigrelli ha convenuto in giudizio le società Quality Life s.r.l. e Citicorp Finanziaria
s.p.a. ed ha preliminarmente riferito in fatto:
-di aver acquistato in data 4.4.2008 da Quality Life s.r.l. una apparecchiatura per la purificazione
dell’acqua denominata “Pure” ricorrendo ad un finanziamento per l’acquisto da parte di Citicorp
Finanziaria s.p.a. (doc.1);
-di aver successivamente riscontrato vizi occulti dell’apparecchiatura acquistata che ne impedivano il
regolare funzionamento (stagnazione dell’acqua nel filtro);
-di aver inutilmente chiesto a Quality Life, telefonicamente e con lettera (raccomandata del 13.8.2008 -
doc.2), l’assistenza tecnica di manutenzione prevista in contratto, e di aver segnalato la questione anche
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a Citicorp Finanziaria (doc.3), nei confronti della quale ha comunque adempiuto al pagamento delle
prime nove rate del finanziamento, nonostante l’impossibilità di usufruire del bene acquistato.
L’attore ha chiesto di dichiarare la nullità e/o annullabilità del contratto di acquisto per dolo e/o colpa
grave di Quality Life o, in subordine, la sua risoluzione per inadempimento della venditrice e, ritenuto
il collegamento di causa tra il contratto di vendita ed il contratto di finanziamento, ha chiesto di
dichiarare la nullità o l’annullamento o la risoluzione anche del contratto con Citicorp Finanziaria.
Ha inoltre dedotto la contrarietà delle trattative che hanno preceduto l’acquisto a quanto stabilito dalla
Direttiva Europea sulla partiche commerciali sleali (2005/29/CE del 11.5.2005) e la formulazione delle
clausole vessatorie in contrasto con il principio della loro enunciazione in modo chiaro e
comprensibile.
Firmato Da: FRIDELFI DANIELE Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: c2008 - Firmato Da: MASSARI LAURA Emesso Da: POSTECOM CA2 Serial#: c1fe7
Ha chiesto altresì di condannare Quality Life alla restituzione della somma di € 360,00 versata in
acconto e Citicorp Finanziaria alla restituzione delle rate pagate (€ 976,20, oltre € 14,10 ed interessi
legali).
Si è tempestivamente costituita Citicorp Finanziaria s.p.a. che ha contestato la fondatezza delle pretese
dell’attore e ne ha chiesto il rigetto.
La convenuta ha in primo luogo dedotto la mancanza di collegamento di causa tra il contratto di
vendita e quello di finanziamento, e la inopponibilità al finanziatore delle vicende relative al contratto
di vendita come chiaramente previsto nella clausola 5 del finanziamento e secondo il più recente
orientamento giurisprudenziale. Ha inoltre eccepito la genericità del rilievo attoreo in merito ad asserite
clausole contrattuali vessatorie non meglio identificate.
Ha chiesto, in via riconvenzionale, la condanna dell’attore al pagamento delle rate scadute pari ad €
3.491,35 oltre interessi di mora al tasso soglia previsto dalla L. n.108/1996.
Ha chiesto di chiamare in causa Quality Life ed in via subordinata, in caso di accoglimento delle
domande attoree, ne ha chiesto la condanna alla restituzione della somma di € 3.570,25, “pari a quanto
ricevuto a titolo di finanziamento, oltre interessi dalla data di erogazione (16.4.2008) al saldo” nonché a
manlevarla e tenerla indenne da qualsiasi pretesa dell’attore.
Alla prima udienza, preso atto della mancata costituzione di Quality Life, il precedente istruttore ha
fissato nuova udienza disponendo la rinnovazione della notifica al “terzo chiamato”. Alla successiva
udienza, la convenuta Citicorp Finanziaria -unica parte presente- ha insistito per la ammissione delle
prove già dedotte in comparsa. Con ordinanza riservata del 29.6.2010 il giudice ha dichiarato la
contumacia di Quality Life ed ha ammesso l’interrogatorio formale del legale rappresentante di Quality
Life (richiesto dall’attore e da Citicorp Finanziaria nei rispettivi primi atti) nonché la prova testimoniale
articolata dall’attore.
Alla successiva udienza questo giudice (subentrato al precedente istruttore), ha richiesto all’attore di
depositare l’originale dell’atto di citazione notificato alle convenute ed ha rilevato la mancata prova
della notifica a Quality Life (notificazione avvenuta a mezzo del servizio postale priva dell’avviso di
ricevimento).
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Si sono quindi succedute alcune udienze per pervenire alla corretta instaurazione del contraddittorio tra
l’attore e Quality Life (nei confronti della quale il contradditorio si era instaurato solo rispetto a
Citicorp a seguito di notifica del 22.6.2009), accertato all’udienza del 11.3.2014.
Revocata la precedente ordinanza istruttoria del 29.6.2010 (per genericità e contenuto valutativo dei
capitoli di prova articolati dall’attore), su richiesta della difesa di Citicorp Finanziaria la causa è stata
rinviata al 27.5.2014 alla quale, sulle conclusioni come precisate da entrambe le parti costituite, è stata
trattenuta in decisione con assegnazione dei termini di legge per il deposito di conclusionali e repliche.
Non è controverso tra le parti (ed è assistito da prova documentale) che il giorno 4.4.2008 il sig.
Nigrelli abbia concluso con Quality Life s.r.l. un contratto di acquisto di una apparecchiatura di
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purificazione dell’acqua denominata “Pure” da installare presso l’abitazione al costo di € 4.760,00, con
versamento di un acconto di € 360,00, e ricorrendo ad un finanziamento concesso da Citicorp
Finanziaria s.p.a. per il restante importo in 42 rate mensili di € 106,90 ciascuna (comprensiva di
interessi e spese di incasso -doc.1 attore, costituito dalla sottoscrizione dell’offerta di Quality Life da
parte del Nigrelli, dal contratto di acquisto e dalla comunicazione di Citicorp Finanziaria a Nigrelli di
accettazione della richiesta di finanziamento, e doc.2 convenuta, contratto di finanziamento con
documento di sintesi e condizioni generali).
Le domande dell’attore di “dichiarare la nullità e/o l’annullabilità del contratto per dolo e/o colpa grave
della convenuta Quality Life s.r.l.”, secondo quanto dedotto nell’atto di citazione, dovrebbero trovare
fondamento nel comportamento scorretto tenuto da Quality Life nella commercializzazione del
macchinario, ed in particolare -se ben si è inteso- nell’aver presentato l’offerta come “valida solo per la
giornata odierna”, e nelle modalità di formulazione delle clausole vessatorie contenute nel contratto.
Le domande, che non sono state oggetto da parte della difesa attorea di specificazione o migliore
illustrazione nella memoria conclusiva, non possono trovare accoglimento.
L’eventuale ricorso da parte di Quality Life ad una pratica commerciale non corretta (anche ove
concretamente dimostrata dalla controparte) non può condurre in via automatica (come sembra ritenere
la difesa attorea) ad una dichiarazione di nullità o all’annullamento del contratto al di fuori di quanto
stabilito dalle disposizioni del codice civile in materia contrattuale, ed in particolare in mancanza di
allegazione (e dimostrazione) dell’esistenza di una causa di nullità o annullamento del contratto.
La omessa indicazione da parte dell’attore delle “clausole vessatorie” oggetto di doglianza e, quindi,
della loro incidenza sulla validità del contratto (neppure è precisato a quale contratto -se alla
compravendita o al finanziamento- la parte intenda riferirsi), preclude ogni valutazione di tale aspetto.
Dal rigetto delle domande di nullità ed annullamento del contratto di compravendita consegue il rigetto
delle identiche domande di nullità ed annullamento del contratto di finanziamento.
In subordine, l’attore ha chiesto di dichiarare la risoluzione del contratto di compravendita per
inadempimento della venditrice Quality Life all’obbligo di garantire che il bene sia immune da vizi:
afferma infatti l’attore l’esistenza di gravi difetti dell’apparecchiatura venduta (“l’acqua stagnava nel
filtro senza essere purificata e rimanendo bloccata nella parte superiore del macchinario”) che la
renderebbero non idonea all’uso.
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La domanda va accolta poichè Quality Life, non costituitasi nel presente giudizio, non ha assolto
l’onere probatorio su di essa incombente di dimostrare, a fronte della allegazione della inesattezza del
suo adempimento, l’avvenuto esatto adempimento.
Secondo i criteri di ripartizione dell’onere della prova, il creditore-compratore che agisce per la
risoluzione del contratto di compravendita, ha l’onere di provare la fonte (nel caso di specie negoziale -
doc.1 attore) del proprio diritto ed allegare l’inadempimento della controparte (presenza di vizi che
rendono la cosa inidonea all’uso al quale è destinata -pag.1 della citazione, ribadita in conclusionale),
ed è a carico del venditore l’onere di dimostrare di aver consegnato un bene conforme alle
caratteristiche del tipo ordinariamente prodotto, ovvero la regolarità del processo di fabbricazione o di
realizzazione del bene (cfr da ultimo Cass. n.20110/2013 che, richiamati “i principi in materia di
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distribuzione dell'onere probatorio in materia di inadempimento contrattuale stabiliti dalla sentenza
delle Sezioni unite n. 13331 del 2001, secondo cui il creditore che agisca per la risoluzione
contrattuale, per il risarcimento del danno, ovvero per l'adempimento deve soltanto provare la fonte
(negoziale o legale) del suo diritto ed il relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera allegazione
della circostanza dell'inadempimento della controparte, mentre il debitore convenuto è gravato
dell'onere della prova del fatto estintivo dell'altrui pretesa, costituito dall'avvenuto adempimento, ed
eguale criterio di riparto dell'onere della prova deve ritenersi applicabile al caso in cui il debitore
convenuto per l'adempimento, la risoluzione o il risarcimento del danno si avvalga dell'eccezione di
inadempimento ex art. 1460 cod. civ. (risultando, in tal caso, invertiti i ruoli delle parti in lite, poiché il
debitore eccipiente si limiterà ad allegare l'altrui inadempimento, ed il creditore agente dovrà
dimostrare il proprio adempimento, ovvero la non ancora intervenuta scadenza dell'obbligazione)”, ha
chiarito che “anche nel caso in cui sia dedotto non l'inadempimento dell'obbligazione, ma il suo
inesatto adempimento, al creditore istante sarà sufficiente la mera allegazione dell'inesattezza
dell'adempimento (per violazione di doveri accessori, come quello di informazione, ovvero per
mancata osservanza dell'obbligo di diligenza, o per difformità quantitative o qualitative dei beni),
gravando ancora una volta sul debitore l'onere di dimostrare l'avvenuto, esatto adempimento. In
particolare, occorre osservare che in tema di compravendita, l'obbligazione (di dare) posta a carico
del venditore è di risultato, in quanto l'interesse perseguito dall'acquirente è soddisfatto con la
consegna di un bene in grado di realizzare le utilità alle quali, secondo quanto pattuito, la prestazione
sia preordinata. Ne consegue che all'acquirente (creditore) sarà sufficiente allegare l'inesatto
adempimento ovvero denunciare la presenza di vizi o di difetti che rendano la cosa inidonea all'uso
alla quale è destinata o che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, essendo a carico del
venditore (debitore), in virtù del principio della riferibilità o vicinanza della prova, l'onere di
dimostrare, anche attraverso presunzioni, di avere consegnato una cosa che sia conforme alle
caratteristiche del tipo ordinariamente prodotto ovvero la regolarità del processo di fabbricazione o di
realizzazione del bene; ove sia stata fornita tale prova, sarà allora onere del compratore dimostrare
l'esistenza di un vizio o di un difetto intrinseco della cosa, ascrivibile al venditore.”; anche Cass.
n.15659/2011).
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Va pertanto dichiarata la risoluzione del contratto di vendita concluso tra il Nigrelli e Quality Life il
4.4.2008 per inadempimento della venditrice che, in accoglimento della relativa domanda, deve essere
condannata a restituire all’attore l’importo di € 360,00 ad essa direttamente corrisposto dall’attore a
titolo di acconto (come risulta dal contratto).
L’attore ha chiesto, “conseguentemente”, di dichiarare risolto anche il contratto di finanziamento
stipulato con Citicorp Finanziaria per l’acquisto dell’apparecchiatura sul presupposto del
“collegamento di causa” tra i due contratti “redatti su un unico foglio”. Nella memoria conclusiva ha
ribadito che “il contratto di finanziamento è stato stipulato esclusivamente allo scopo di concludere il
contratto di compravendita del macchinario” ed il finanziamento erogato “ha senz’altro natura giuridica
di mutuo di scopo in relazione alle concrete previsioni contrattuali” tra le quali “la specifica
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destinazione del finanziamento all’acquisto del macchinario in oggetto”; ha richiamato la pronuncia
della Cassazione n.12454/2012.
La prospettazione attorea è stata decisamente contestata dalla convenuta che, pur senza disconoscere
che il contratto di finanziamento era stato concluso per l’acquisto dell’apparecchiatura di purificazione
dell’acqua, ha evidenziato che:
-nella clausola 5 del contratto di finanziamento è dato atto che non esiste alcun rapporto giuridico
fondato su basi di esclusiva tra il finanziatore ed il venditore ed è previsto espressamente che
l’eventuale inadempimento del venditore non potrà riflettersi sulla validità e sull’esecuzione del
contratto di finanziamento;
-la più recente giurisprudenza (Cass. n.12567/2004 e plurime sentenze di merito prodotte dalla parte)
ha affermato la permanente validità ed efficacia del contratto di finanziamento anche in ipotesi di
risoluzione del contratto di vendita, in presenza di una clausola che prevede la assoluta distinzione dei
due contratti e quando tra venditore e finanziatore non vi è rapporto di esclusiva, condizioni entrambe
presenti nel caso di specie e che conducono ad escludere un collegamento funzionale tra i due contratti
non potendosi interpretare una clausola siffatta in senso contrario al suo chiaro significato letterale;
-anche l’art.42 del codice del consumo (che riprende l’art.125 del D.L.vo n.385/1993) condiziona
l’azione diretta del consumatore contro il finanziatore (in ipotesi di inadempimenti del venditore) alla
presenza di un patto di esclusiva tra finanziatore e fornitore, patto assente nel caso di specie.
La domanda dell’attore di dichiarare risolto anche il contratto di finanziamento merita accoglimento.
Ritiene questo giudice che tra i due contratti in esame (compravendita e finanziamento) sussista un
collegamento negoziale, nei termini anche di recente ribaditi dalla Suprema Corte (sentenza
n.12454/2012): “Il collegamento negoziale - espressione dell'autonomia contrattuale prevista dall'art.
1322 c.c., - è un meccanismo attraverso il quale le parti perseguono un risultato economico complesso,
che viene realizzato, non attraverso un autonomo e nuovo contratto, ma attraverso una pluralità
coordinata di contratti, i quali conservano una loro causa autonoma, anche se ciascuno è concepito,
funzionalmente e teleologicamente, come collegato con gli altri, cosicché le vicende che investono un
contratto possono ripercuotersi sull'altro. Ciò che vuol dire che, pur conservando una loro causa
autonoma, i diversi contratti legati dal loro collegamento funzionale sono finalizzati ad un unico
regolamento dei reciproci interessi (v. anche Cass. 10.7.2008 n. 18884). Perché possa configurarsi un
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collegamento negoziale in senso tecnico - che impone la considerazione unitaria della fattispecie -
sono quindi necessari due requisiti. Il primo è quello oggettivo, costituito dal nesso teleologico tra i
negozi, finalizzati alla regolamentazione degli interessi reciproci delle parti nell'ambito di una finalità
pratica consistente in un assetto economico globale ed unitario. Il secondo è quello soggettivo,
costituito dal comune intento pratico delle parti di volere, non solo l'effetto tipico dei singoli negozi in
concreto posti in essere, ma anche il coordinamento tra di essi per la realizzazione. di un fine
ulteriore, che ne trascende gli effetti tipici e che assume una propria autonomia anche dal punto di
vista causale (v. per tutte Cass. 17.5.2010 n. 11974; Cass. 16.3.2006 n. 5851).”.
E’ precisato inoltre che non ha rilievo la circostanza che i singoli contratti siano stipulati tra soggetti
diversi, “posto che la fattispecie del collegamento negoziale è configurabile anche in questo caso, a
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patto che gli stessi risultino concepiti e voluti come funzionalmente connessi e tra loro interdipendenti,
onde consentire il raggiungimento dello scopo voluto dalle parti (Cass. 16.9.2004 n. 18655; Cass.
5.6.2007 n. 13164).”.
Nel caso in esame non è in discussione lo stretto legame funzionale tra il contratto di compravendita e
quello di finanziamento, destinato specificatamente a consentire l’acquisto del bene oggetto del primo
contratto con il versamento diretto della somma mutuata dal finanziatore al venditore, che consente di
qualificare il secondo quale mutuo di scopo: l’acquisto della apparecchiatura di purificazione non
rappresenta mero motivo interno che ha indotto il Nigrelli a chiedere il finanziamento ma costituisce in
concreto e per comune volontà di tutte le parti la causa della stessa operazione creditizia (cfr doc.1
attore nella parte in cui il finanziatore fa espresso riferimento allo specifico acquisto del Nigrelli da
Quality Life).
Della somma concessa in mutuo ha dunque beneficiato Quality Life s.r.l., venditrice del bene, “con la
conseguenza che la risoluzione della compravendita ed il correlato venir meno dello scopo del
contratto di mutuo, legittimano il mutuante a richiedere la restituzione dell’importo mutuato non al
mutuatario ma direttamente ed esclusivamente al venditore” (Cass. n.3589/2010, richiamata dalla citata
sentenza n.12454/2012 nella quale sono richiamate anche le precedenti sentenze n.7773/2003,
n.5966/2001, n.7116/1998, n.474/1994). Nell’ambito della complessiva funzione dei contratti così
collegati, poiché lo scopo del mutuo è indissolubilmente legato alla compravendita, il venir meno di
quest’ultima determina automaticamente il venir meno anche del primo contratto.
A tale conclusione Citicorp Finanziaria oppone l’argomento difensivo legato alla clausola contrattuale
(art.5.3: “Citifin informa il finanziato che non esiste alcun rapporto giuridico fondato su basi di
esclusiva tra Citifin e il venditore per la concessione dei crediti alla clientela del venditore medesimo.
Di conseguenza il finanziato riconosce che l’eventuale inadempimento del venditore del bene o del
fornitore del servizio non potrà riflettersi sulla validità e sull’esecuzione del contratto, né potrà essere, a
qualsivoglia titolo, imputata a Citifin, così come, al di fuori del caso di recesso disciplinato all’articolo
7.1, ogni eventuale reclamo del finanziato per la qualità e/o i vizi del bene e/o del servizio non potranno
essere opposti a Citifin né determineranno il venir meno totale o parziale del contratto”) che farebbe
salvi gli effetti obbligatori derivanti dal contratto di finanziamento anche in caso di risoluzione della
compravendita per inadempimento del venditore.
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Sulla questione la già citata sentenza della Suprema Corte (n.12454/2012), nell’esaminare analoga
clausola “che sarebbe potuta essere considerata astrattamente valida quale espressione della libertà
negoziale delle parti, tale da far gravare il rischio della mancata consegna sul mutuatario, il quale non
avrebbe potuto opporre al mutuante l'eccezione di inadempimento (così Cass. 24.5.2003 n. 8253)” ha
affermato che la stessa “deve essere interpretata alla luce dei principi di buona fede e di correttezza.
Questi, per la loro ormai acquisita costituzionalizzazione in rapporto all'inderogabile dovere di
solidarietà di cui all'art. 2 Cost., costituiscono un canone oggettivo ed una clausola generale che
attiene, non soltanto al rapporto obbligatorio e contrattuale ed alla sua interpretazione, ma che si
pone come limite all'agire processuale nei suoi diversi profili (v. anche Cass. 22.12.2011 n. 28286). Il
criterio della buona fede costituisce, quindi, strumento, per il giudice, atto a controllare, non solo lo
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statuto negoziale nelle sue varie fasi, in funzione di garanzia del giusto equilibrio degli opposti
interessi, ma anche a prevenire forme di abuso della tutela giurisdizionale latamente considerata (v. ad
es. Cass. 3.12.2008 n. 28719; Cass. 11.6.2008 n. 15476).”. La clausola negoziale, pertanto, deve essere
interpretata in vista di un giusto equilibrio degli opposti interessi, tenendo presente, da un lato,
l'interesse del mutuante che avrebbe la possibilità di ripetere la somma dal venditore al quale l'aveva
direttamente consegnata e, dall'altro, la condizione del mutuatario che, anche a fronte della consegna di
un bene totalmente inidoneo all’uso, dovrebbe continuare a restituire somme, mai percepite, ma entrate
direttamente nella sfera di disponibilità del venditore favorito dalla diretta consegna, da parte del
mutuante, della somma, pur senza avere adempiuto all'obbligazione di consegna di un bene non viziato
(v. anche Cass. 11.2.2011 n. 3392).
Interpretando il contratto alla luce dei principi fissati dalla Suprema Corte, deve ritenersi che la
previsione in esame determini un oggettivo squilibrio tra le parti, facendo ricadere per intero il rischio
dell’inadempimento del venditore sull’acquirente, nonostante questo abbia strumenti e mezzi di tutela
nettamente inferiori rispetto alla società finanziaria. Si è pertanto determinato uno squilibrio nella fase
di contrattazione, nella quale vi era un oggettivo rapporto di forza del mutuante, che ha determinato la
sottoscrizione di una clausola che introduce dei vantaggi al soggetto forte, che non risultano giustificati
dalla dinamica del rapporto.
La violazione del dovere di buona fede, pertanto, consente la disapplicazione della clausola e
l’applicazione dei principi generali sopra richiamati che regolano la materia dei contratti collegati,
secondo i quali il nesso tra più negozi fa sì che l’efficacia, la validità e l’esecuzione di uno influisca
sulla validità, sull’efficacia e sull’esecuzione dell’altro.
Ne consegue che la risoluzione del contratto di compravendita per inadempimento del venditore si
riflette sul contratto di finanziamento e ne comporta la risoluzione.
Il Nigrelli ha quindi diritto alla restituzione di quanto versato a Citicorp Finanziaria, pari alla somma di
€ 976,20 corrispondente alle rate corrisposte (non vi è contestazione sul punto), oltre interessi legali
dalla domanda.
Da tale conclusione consegue altresì il rigetto della domanda riconvenzionale di Citicorp Finanziaria di
condanna del Nigrelli a corrispondere le rate del finanziamento non pagate.
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Vanno accolte le domande subordinate di Citicorp Finanziaria nei confronti di Quality Life che,
valutate congiuntamente (condanna alla di quanto ricevuto a titolo di finanziamento ed a manlevarla e
tenerla indenne da qualsiasi pretesa dell’attore), vanno interpretate ed intese come volte ad ottenere la
restituzione della intera somma erogata dalla finanziaria alla venditrice tenuto che per effetto di questa
sentenza Citicorp è tenuta a restituire al Nigrelli quanto da lui ricevuto.
Quality Life deve pertanto essere condannata a restituire a Citicorp la somma di € 4.400,00,
corrispondente all’importo del finanziamento erogato come risulta dal contratto (doc.1 attore e doc.2
convenuta) che consente di ripristinare la situazione anteriore alla sua stipulazione.
Sulle somme oggetto delle statuizioni restitutorie sono dovuti gli interessi legali con decorrenza dalle
rispettive domande: a carico di Quality Life in favore di Nigrelli dal 2.12.2013 ed in favore di Citicorp
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Finanziaria dal 22.6.2009; a carico di Citicorp Finanziaria in favore di Nigrelli dal 20.3.2009.
Le spese di lite seguono la soccombenza tra l’attore e la convenuta Quality Life e tra quest’ultima e
Citicorp Finanziaria e sono liquidate in dispositivo (considerato il parametro relativo alla somma a
ciascuna parte riconosciute). Vengono dichiarate compensate tra Nigrelli e Citicorp, considerato che la
risoluzione del contratto di finanziamento non consegue da un inadempimento della società
finanziatrice ma dalla risoluzione del collegato contratto di vendita per inadempimento della venditrice.
P.Q.M.
il giudice, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda, istanza ed eccezione respinta, così
provvede:
-in parziale accoglimento delle domande di Luciano Nigrelli, dichiara risolto per inadempimento della
convenuta Quality Life s.r.l. il contratto di compravendita del 4.4.2008 e condanna Quality Life s.r.l. a
restituire all’attore Luciano Nigrelli la somma di € 360,00 oltre interessi legali dal 2.12.2013;
-dichiara risolto il collegato contratto di finanziamento tra Luciano Nigrelli e Citicorp Finanziaria s.p.a.
e condanna Citicorp Finanziaria s.p.a. alla restituzione all’attore Luciani Nigrelli della somma di €
976,10 oltre interessi legali dal 20.3.2009;
-in parziale accoglimento della domanda subordinata di Citicorp Finanziaria s.p.a., condanna Quality
Life s.r.l. alla restituzione a Citicorp Finanziaria s.p.a. la somma di € 4.400,00 oltre interessi legali dal
22.6.2009;
-condanna Quality Life s.r.l. al pagamento in favore di Luciano Nigrelli delle spese del giudizio che si
liquidano in complessivi € 510,00 (€ 70,00 per contributo unificato ed € 440,00 per compensi) oltre
rimborso spese forfettarie nella misura del 15%, Cpa e Iva;
-condanna Quality Life s.r.l. al pagamento in favore di Citicorp Finanziaria s.p.a. delle spese del
giudizio che si liquidano in complessivi € 1.633,75 (€ 13,75 per spese esenti ed € 1.620,00 per
compensi) oltre rimborso spese forfettarie nella misura del 15%, Cpa e Iva;
-dichiara compensate le spese del giudizio tra Luciano Nigrelli e Citicorp Finanziaria s.p.a..
Milano, 28 novembre 2014
Il giudice
Laura Massari
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