Le fonti
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quando crea un vantaggio economico per il quale lordinamento avverte lesigenza di
una restituzione, di una compensazione o di una contribuzione.
La disciplina dellobbligazione deve essere integrata con le regole relative alle varie
fonti. Lobbligazione contrattuale, cos, disciplinata dalle norme sullobbligazione
ma anche dalle disposizioni delle parti, nonch dalla normativa del contratto in
generale e dalla normativa di quel tipo di contratto. Se ad esempio lobbligazione
deriva da un contratto di appalto troveranno applicazione le regole proprie
dellappalto sul contenuto del rapporto, sui rimedi per linadempimento. Vi sono
tuttavia norme che essendo dettate nella disciplina di singole fonti esprimono principi
valevoli per lobbligazione in generale. Cos, ad esempio, il rimedio del risarcimento
del danno in forma specifica previsto nella disciplina dellillecito ma si ritiene
applicabile anche alle obbligazioni negoziali. Altre norme, pur non essendo
applicabili a tutte le obbligazioni, esprimono principi generali della disciplina del
contratto.
Il sistema del codice si incentra sulla figura dellobbligazione e prevede poi le fonti di
essa, tra le quali il contratto. Nel nostro ordinamento il contratto pu essere
produttivo di effetti obbligatori o di effetti reali: esso lespressione dellautonomia
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privata. Il sistema del codice prospetta la disciplina dellobbligazione come disciplina
basilare, la quale viene integrata con quella del contratto. In tale prospettiva la
disciplina dellobbligazione pu essere intesa come una disciplina che integra quella
del rapporto contrattuale. Lobbligazione deriva da pi fonti e si presta ad essere
isolatamente considerata, ma in quanto deriva dal contratto essa ne costituisce il
momento esecutivo. Lobbligazione, in tal caso, un rapporto attraverso il quale si
realizza il programma contrattuale. Adempiere lobbligazione contrattuale vuol dire
eseguire il contratto; non adempiere o adempiere inesattamente lobbligazione
contrattuale vuol dire non eseguire o eseguire inesattamente il contratto.
Anche se derivante dal contratto il rapporto obbligatorio non deve comunque essere
confuso con il rapporto contrattuale. Rapporto obbligatorio e rapporto contrattuale
esprimono due nozioni distinte in quanto lobbligazione indica il vincolo per cui una
prestazione dovuta da un soggetto ad un altro mentre il rapporto contrattuale indica
il complesso unitario delle posizioni scaturenti dal contratto. Lobbligazione derivante
dal contratto fa, quindi, parte del rapporto contrattuale, nel quale pu riscontrarsi
anche una pluralit di rapporti obbligatori. Oltre che di effetti obbligatori il contratto
pu inoltre essere fonte di altri effetti:
effetti reali
effetti estintivi
soggezioni
poteri
Quindi, non tutti gli effetti del contratto sono effetti obbligatori. Dal contratto, infatti,
nasce lobbligazione come effetto strumentale a carico di una parte per la
realizzazione del risultato giuridico o materiale programmato. La realizzazione del
risultato giuridico pu tuttavia non passare attraverso il rapporto obbligatorio in
quanto tale risultato pu essere realizzato per effetto immediato del contratto. Nel
nostro ordinamento la diretta realizzazione del risultato giuridico contrattuale avviene
di regola nei contratti di alienazione, cio nei contratti che hanno per oggetto il
trasferimento di un diritto o la costituzione di un diritto reale limitato. I contratti di
alienazione che hanno unimmediata efficacia traslativa sono indicati come contratti
ad effetti reali e distinti rispetto ai contratti obbligatori, produttivi di soli effetti
obbligatori.
3
distinguono in private, se derivano dal contratto o dalle altre fonti di diritto comune, e
pubbliche, se hanno fonte in unattribuzione normativa pubblica o in un atto
amministrativo. Sono chiamate pubbliche anche le obbligazioni del privato verso la
pubblica Amministrazione. I contratti stipulati dallAmministrazione nellesercizio
delle sue funzioni sono sempre caratterizzati dalla maggiore o minore rilevanza
dellinteresse pubblico, e questo interesse incide sulla disciplina del rapporto.
Lobbligazione che nasce direttamente dallespletamento dellattivit pubblicistica
dellAmministrazione implica comunque il dovere di questultima di soddisfare
linteresse dellavente diritto in conformit dei principi del diritto privato. Al di fuori
della tematica dellobbligazione vanno considerati i vari doveri istituzionali posti a
carico dellAmministrazione nellinteresse della collettivit. A fronte di questi doveri
il privato non ha un diritto soggettivo ma pu avere un interesse legittimo, da far
valere in sede di giustizia amministrativa, allannullamento degli atti illegittimi in cui
si esplica labusivo operato dellAmministrazione. Anche le obbligazioni del privato
verso la pubblica Amministrazione rientrano nella categoria comune del rapporto
obbligatorio, pur se determinati aspetti della loro disciplina possono essere regolati in
deroga alle norme codicistiche.
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CAPITOLO 2
A) IL DEBITO
B) IL CREDITO
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che si fanno valere solo verso determinati soggetti. I crediti rientrano nella categoria
dei diritti relativi, distinguendosi per la patrimonialit della prestazione. Il credito si
qualifica come diritto patrimoniale in ragione del suo contenuto. La prestazione che
costituisce oggetto del credito deve essere suscettibile di valutazione economica. Pur
avendo un contenuto economico, il credito pu tutelare in via diretta, un bisogno
della persona, cio un interesse non patrimoniale, qualificandosi come strettamente
personale. Strettamente personale il credito volto a soddisfare un interesse non
patrimoniale del soggetto, ossia che volto a soddisfare direttamente un bisogno
della persona, come ad esempio i crediti di prestazioni artistiche o didattiche. Il
carattere strettamente personale comporta lincedibilit del credito e
limpignorabilit del diritto. Nellambito dei crediti strettamente personali
distinguiamo quelli che fanno parte dei diritti fondamentali, ossia dei diritti posti a
tutela degli interessi essenziali della persona. I diritti fondamentali si dividono in
diritti di rispetto della persona e in diritti di solidariet. I diritti di solidariet
possono tradursi in pretese suscettibili di valutazione economica verso soggetti
determinati, cio in diritti di credito. Significativo al riguardo il diritto agli alimenti
legali, che si traduce in un credito a contenuto economicamente valutabile, e che in
ragione della sua funzione strettamente personale, ponendosi al di fuori della sfera
economica del soggetto. Oltre che incedibili e impignorabili, i diritti fondamentali
sono anche come tali indisponibili.
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Il dibattito dottrinario sulloggetto del credito. Lidea della persona del debitore
come oggetto del diritto di credito
Le teorie patrimoniali
La tesi del diritto di credito come diritto al conseguimento del bene dovuto muove
dalla premessa secondo la quale il diritto una posizione di potere. Da qui la
necessit di identificare anche il credito in un potere del titolare. Escludendo che
oggetto del potere possa essere la persona o lattivit del debitore, non rimarrebbe
che ravvisare tale oggetto nel bene che il creditore pu conseguire in via coattiva.
Che l credito non consista in una posizione di potere risulta dal fatto che i poteri di
cui il creditore dispone sono rimedi contro linadempimento. Essi non costituiscono il
diritto primario del creditore ma strumenti che sopperiscono alla violazione di tale
diritto. Il creditore esercita questi poteri in quanto il suo diritto non stato realizzato.
Il diritto primario del creditore il diritto allesecuzione della prestazione, cio la
pretesa alladempimento. Il diritto del creditore, infatti, esiste in correlazione al
debito. In contrario non vale assumere che il creditore pu realizzare il suo diritto a
prescindere dalla prestazione del debitore. questo assunto trae argomento dallipotesi
in cui linteresse del creditore viene soddisfatto senza che il debitore esegua la
prestazione. Al riguardo bisogna dire che altro il diritto del creditore, quale
posizione giuridica, altro il suo interesse, quale bisogno di un dato bene. possibile
che il creditore soddisfi il suo interesse al di fuori del rapporto obbligatorio, ma
questa vicenda non implica attuazione del suo diritto di credito. Quale posizione di
diritto il credito pu dirsi attuato se sia attuata tale posizione, ossia se il
soddisfacimento dellinteresse del creditore costituisca realizzazione della sua tutela
giuridica. Se questa tutela dettata dallobbligo del debitore di eseguire la
prestazione, non pu esservi attuazione del diritto del creditore senza adempimento di
tale obbligo. In conclusione, va ribadito che il credito il diritto alla prestazione del
debitore, e che oggetto di tale diritto la prestazione dovuta. La prestazione consiste
nella realizzazione di una data finalit materiale o giuridica.
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D) LINTERESSE. LINTERESSE COME ELEMENTO FUNZIONALE
DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO
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CAPITOLO 3
I soggetti
I soggetti del rapporto obbligatorio sono determinabili quando stabilito dal titolo o
dalla legge il modo per la loro determinazione. La determinabilit presuppone
unincertezza che non cade sulla fonte del rapporto, completa nei suoi requisiti, ma
sulla persona del creditore o del debitore. ipotesi di obbligazioni a soggetto
determinabile sono quelle del legato obbligatorio in favore di persona da scegliersi da
parte dellonerato o di un terzo, della donazione a favore di persona da scegliersi da
parte di un terzo e della promessa al pubblico. La semplice incertezza sulla persona
del debitore o del creditore non impedisce il costituirsi del vincolo obbligatorio n la
sua immediata eseguibilit e azionabilit. Tale incertezza non incide sulla
completezza della fattispecie ma solo sul destinatario degli effetti. In attesa che si
risolva tale incertezza coloro che possono concretamente divenire titolari del credito
hanno unaspettativa giuridicamente tutelata, analogamente allaspettativa del
creditore sotto condizione. La determinabilit della persona del creditore non assimila
il vincolo obbligatorio ad un dovere giuridico. Le obbligazioni a soggetto
determinabile vanno poi distinte rispetto alle obbligazioni a soggetto incerto, ossia
alle obbligazioni di cui incerto se il loro titolare attualmente esistente o se verr ad
esistenza. Lincertezza sullesistenza del soggetto rende di regola incerto il rapporto
obbligatorio, del quale deve escludersi lattuale esistenza. La situazione risulta
differenziata rispetto a quella dellobbligazione a soggetto determinabile:
obbligazione certa nella sua attuale esistenza, ma in attesa che ne sia determinato il
titolare. Lobbligazione a soggetto determinabile va tenuta distinta anche rispetto
allobbligazione ambulatoria, ossia allobbligazione destinata alla circolazione senza
le formalit della cessione, come ad esempio lobbligazione cambiaria. La
trasferibilit del credito senza lonere di comunicazione al debitore comporta che il
debitore ignora a chi dovr effettuare la prestazione al tempo della scadenza.
La promessa al pubblico
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altrui. La promessa al pubblico, secondo lopinione dominante, fonte diretta
dellobbligazione del promittente verso il beneficiario.
Vincolativit della promessa
Il promittente pu revocare la promessa <<solo per giusta causa>>. In tal modo trova
conferma la previsione normativa della vincolativit della promessa. La vincolativit
della promessa va distinta rispetto allobbligatoriet dellatto. Lobbligatoriet infatti
indica la produzione delleffetto obbligatorio immediato. La vincolativit designa
invece lassoggettamenti agli effetti dellatto, siano essi certi o eventuali. Ne
consegue che un atto pu essere vincolante ma non obbligatorio. Analogamente, la
promessa al pubblico pu essere vincolante ma non immediatamente obbligatoria.
Ci deve dirsi quando il diritto del beneficiario subordinato ad una previsione futura
e incerta. Qui leffetto obbligatorio sospensivamente condizionato al compimento
del fatto previsto. Se invece la promessa concerne fatti futuri ma certi, essa
immediatamente obbligatoria. In entrambe le ipotesi la promessa pu essere garantita
in forma volontaria e pu dare luogo alladozione di provvedimenti cautelari.
Legittimati a richiedere tali provvedimenti sono coloro che vi hanno un serio
interesse, cio coloro che hanno una possibilit concreta di divenire beneficiari della
promessa.
Identificazione della persona del creditore nei contratti a favore di terzo e nelle
obbligazioni modali
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Lidentificazione della persona del creditore assume rilevanza nei contratti a favore di
terzo e nelle obbligazioni modali. Nei primi, il diritto di credito fa direttamente capo
al terzo. Lo stipulante titolare del rapporto contrattuale, cio del diritto
allesecuzione del contratto. Nelle donazioni modali pu distinguersi tra il credito che
nasce in capo al beneficiario del modo, e la pretesa creditoria del donante, il quale
pu agire per ladempimento dellonere. Ci si chiede se qualsiasi interessato possa
essere identificato quale titolare del credito. Una prima interpretazione esclude che i
terzi interessati possano agire quando il modo sia a favore dello stesso donante o di
terzi specificatamente determinati. Questa interpretazione appare corretta in quanto
lindicazione di particolari destinatari del modo significa che la prestazione deve
soddisfare linteresse di tali soggetti. Gli interessi altrui diventano allora interessi
occasionali, generalmente privi di autonoma rilevanza. Unaltra interpretazione
ammette ad agire i titolari degli interessi che il testatore o il donante <<ha avuto di
mira>>. Questa interpretazione subordina la legittimazione ad agire ad un elemento
soggettivo estraneo alla previsione del codice. La previsione del codice, invece,
legittima qualsiasi interessato allazione di adempimento. In tal caso la legittimazione
ad agire spetta a tutti coloro che hanno un legittimo e rilevante vantaggio
dallesecuzione della disposizione testamentaria o donativa.
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CAPITOLO 4
LA PRESTAZIONE
Nellambito della prestazione si distinguono una fase preparatoria e una fase finale.
La fase finale della prestazione quella che soddisfa direttamente linteresse
creditorio. La fase preparatoria invece quella strumentale rispetto alla fase finale
della prestazione. La distinzione tra momento strumentale e momento finale rileva in
tutte le obbligazioni, e in tutte le obbligazioni il momento strumentale rientra nel
contenuto del rapporto obbligatorio. Lattivit strumentale anchessa dovuta con
puntualit e diligenza. Diretta espressione del principio di doverosit del momento
strumentale la norma che nelle obbligazioni di consegnare una cosa determinata
include anche quella di custodirla. La diligenza cui tenuto il custode, e in generale
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qualsiasi debitore fin dal sorgere del rapporto obbligatorio, rileva poi sotto il profilo
della responsabilit.
La patrimonialit
La possibilit
La liceit
La determinatezza o determinabilit
La patrimonialit
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dellobbligazione, e la sua previsione risponde allesigenza normativa di una
specificazione di tale figura nellambito dellobbligo giuridico. Lobbligo giuridico
privo di contenuto patrimoniale non rientra nella nozione normativa di obbligazione,
ma esso pur sempre un obbligo giuridicamente vincolante e la sua disciplina pu
desumersi in via analogica dalla disciplina dettata per le obbligazioni.
Possibilit. Liceit
Liceit
Un altro requisito implicito nella doverosit della prestazione quello della liceit.
La necessit giuridica della prestazione non pu infatti sussistere se la prestazione
integra un comportamento vietato dallordinamento, quale il comportamento
contrario alla legge, allordine pubblico o al buon costume.
LE DETERMINAZIONI LEGALI
Fonti di determinazione della prestazione
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salvaguardare lutilit dellaltro nei limiti in cui ci non importi un apprezzabile
sacrificio. Con riferimento all'obbligazione contrattuale, costituisce espressione del
principio di salvaguardia l'obbligo del compimento degli atti necessari per garantire
la validit e l'efficacia del contratto. La buona fede incide sulla posizione del
creditore vietandogli di abusare del suo diritto ed obbligandolo ad attivarsi
nellinteresse del debitore al fine di evitare le conseguenze dellinadempimento. La
buona fede incide sulla posizione del debitore, il quale non semplicemente tenuto
ad eseguire la prestazione prevista nel titolo ma deve anche operare al fine di
realizzare gli interessi del creditore che sono connessi alla prestazione ma non
entrano nel risultato dovuto. La buona fede sancita in generale a carico dei soggetti
del rapporto obbligatorio si specifica nellobbligo della lealt. Sotto il profilo della
lealt, la buona fede si specifica, ad esempio, negli obblighi di informazione,
chiarezza e segreto. Le parti sono tenute reciprocamente a comunicarsi le cause di
inefficacia o di invalidit del rapporto obbligatorio, le circostanze che inficiano
l'utilit della prestazione. Sono inoltre tenute al mantenimento del segreto su quanto
appreso in via confidenziale in esecuzione o in costanza del rapporto obbligatorio.
L'esame del contenuto della regola che impone l'osservanza della buona fede
oggettiva evidenzia dunque che, in capo sia al creditore che al debitore, incombe una
serie di obblighi di protezione degli interessi della controparte, imposti
dall'ordinamento entro il limite della compatibilit con l'interesse dell'obbligato. La
dottrina pone la distinzione tra due categorie autonome di buona fede:
2) La diligenza
b) La custodia
Un altro aspetto della diligenza la custodia, ossia losservanza delle misure di
cautela idonee ad evitare che sia impedito il soddisfacimento dellinteresse che
lobbligazione diretta a soddisfare e che siano pregiudicati altri interessi del
creditore giuridicamente tutelati. Lart 1177 c.c., rubricato Obbligazioni di custodire,
stabilisce che << L'obbligazione di consegnare una cosa determinata include quella di
custodirla fino alla consegna>>. Ad esempio, la consegna e il montaggio di una
macchina nei locali del creditore, devono essere eseguiti con la prudenza necessaria
ad evitare danni alla macchina e ad evitare anche danni ai locali e agli altri beni del
creditore. L'obbligo di custodire, quindi, consiste nell'impegno di mantenere la cosa,
evitando non solo le azioni od omissioni personali ma anche gli accadimenti esterni
che possano determinarne la perdita, il perimento o il deterioramento della cosa in
custodia. Il custode adempie a quel dovere di protezione che, in virt del principio di
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buona fede, n preserva le cose, ed evita cos il danno a cose e persone. La diligenza
richiesta al custode quella del buon padre di famiglia. Per ovviare alla
responsabilit da custodia necessario provare che il custode abbia avuto una
condotta e uno sforzo diligente nell'impedire tempestivamente un dato evento.
c) La perizia
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d) La legalit
Un altro aspetto della diligenza costituito dalla legalit, intesa come losservanza
delle norme giuridiche rilevanti al fine del soddisfacimento dellinteresse del
creditore e al rispetto della sua sfera giuridica. Losservanza della legalit si rende
necessaria non solo nello svolgimento di attivit giuridiche ma anche nello
svolgimento di attivit materiali assoggettate in tutto o in parte a disciplina giuridica.
Da parte del debitore si rende necessaria losservanza delle norme giuridiche poste a
tutela di rilevanti interessi patrimoniali della persona. Lilliceit della condotta del
debitore di regola irrilevante ai fini della prestazione salvo che il giudizio di
riprovazione giuridica che colpisce tale condotta coinvolga anche coloro che la
utilizzano.
La qualit media
In base allart 1178 c.c <<il debitore di cose generiche tenuto a prestare cose di
qualit non inferiori alla media>>. Il criterio della qualit media riguarda la qualit
generica dei beni, quale sintesi delle qualit singole, cio degli attributi attraverso i
quali si manifestano la fungibilit, lutilit e i pregi dei beni. La qualit media la
qualit generica normale. Il criterio della qualit media lascia al debitore un margine
di discrezionalit nella scelta dei beni da prestare. Generalmente il contratto tende a
restringere questo margine specificando la qualit dovuta mediante pi precisi
riferimenti. Le determinazioni contrattuali possono essere tacite, desumibili da
precedenti rapporti intercorsi tra le parti o dalla pubblicit di campioni di qualit
superiore. Il prezzo non di per s un elemento decisivo, ma pu concorrere a
interpretare il contratto nel senso che il venditore sia tenuto a prestare beni della
qualit corrispondente secondo i valori di mercato. La disciplina del contratto
prevede che lindividuazione delle cose generiche sia fatta daccordo tra le parti.
Lindividuazione un atto dovuto, e precisamente adempimento dellobbligazione
traslativa, che richiede laccettazione del creditore ma che deve comunque
conformarsi ai criteri determinativi della prestazione. Laccettazione della prestazione
pu per esprimere lacquiescenza del creditore allinferiore qualit dei beni, sempre
che tale inferiore qualit sia manifestata al momento dellaccettazione.
Lintegrit morale
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Il primo criterio legale di determinazione del bene dovuto quello dellintegrit o
mancanza di vizi. Il vizio un imperfezione materiale che incide sul valore o
sullutilizzabilit dei beni. Precisamente, il debitore tenuto a dare beni esenti da vizi
che ne diminuiscono il valore o li rendano inidonei alluso cui essi sono destinati.
Linidoneit alluso la normale adeguatezza dei beni alla loro funzione. Il vizio
rileva come inesattezza della prestazione non solo quando esclude in assoluto luso
dei beni ma anche quando ne impedisce la normale utilizzabilit. I beni devono essere
idonei alluso cui sono destinati, ossia devono essere idonei agli scopi ordinari per cui
i beni di quel tipo vengono impiegati, e idonei agli usi particolari risultanti dal titolo.
Il debitore tenuto a prestare beni aventi le qualit essenziali per luso cui essi sono
destinati. Qualit essenziali dei beni sono gli attributi di materia, struttura e misura
che rendono i beni normalmente adeguati alla loro funzione. Il criterio legale delle
qualit essenziali improntato ad un normale parametro di adeguatezza. Quindi, non
basta che i beni possano realizzare la funzione prevista ma occorre che siano dotati
dei requisiti essenziali per una loro utilizzazione normalmente soddisfacente.
Accanto alle qualit essenziali si distinguono le qualit promesse, ossia le qualit dei
beni che risultano dovute in base al titolo negoziale.
Lintegrit giuridica
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La regolarit legale
Nelle obbligazioni di dare il debitore tenuto a prestare beni che oltre ad essere liberi
da diritti altrui devono anche essere legalmente regolari. La regolarit legale o
giuridica la conformit dei beni ai requisiti legali obbligatori. Il debitore tenuto a
prestare beni esenti da irregolarit giuridiche che ne vietino luso normale o diano
luogo allapplicazioni di sanzioni. Lirregolarit dei beni pu comportare
lincommerciabilit, e in tal caso ladempimento nullo, ed nullo anche il titolo
negoziale se questo prevede la prestazione di beni incommerciabili. La regolarit
legale non una qualit materiale, pur quando dipenda dalla condizione di fatto dei
beni. Essa si sottrae agli oneri di pronta denunzia che la disciplina della vendita
impone al creditore con riguardo ai vizi e alla mancanza di qualit essenziali.
Laccettazione dei beni da parte del creditore nonostante la conoscenza della loro
irregolarit, implica acquiescenza alla prestazione inesatta. La conoscenza di talli
irregolarit al momento delladempimento non preclude al creditore il diritto al
risarcimento del danno derivante allacquirente dalla distruzione del bene o
dallapplicazione delle sanzioni pecuniarie sostitutive.
La quantit
Una parte della dottrina esclude che il contratto avente ad oggetto una cosa
determinata possa obbligare lalienante in ordine agli attributi qualitativi e
quantitativi di tale cosa. Questi attributi riguarderebbero una cosa che ha una sua
realt e sarebbe impossibile obbligarsi a che cosa sia diversa dalla sua realt. Se ad
esempio dichiaro che il fondo di 100 ettari mentre in realt di 80 ettari, non
pensabile che io possa obbligarmi a che il fondo abbia unestensione maggiore di
quella effettiva. Da ci si tentato di costruire limpegno relativo agli attributi della
cosa come assunzione di un rischio: se la cosa risulta diversa alla promessa ci non
costituirebbe inesattezza della prestazione ma una circostanza sfavorevole le cui
conseguenze sono poste a carico del promittente. Ci ha sottratto limpegno del
venditore alla disciplina generale dellobbligazione e di costruire le garanzie del
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venditore come forme particolari di garanzia in senso proprio, assoggettate ad
unautonoma disciplina. Lattuale tendenza invece orientata verso una
considerazione unitaria dellimpegno dellalienante nellambito della generale
disciplina dellobbligazione. In tal senso, si rileva limportanza della vendita di cose
generiche, dove gli attributi qualitativi e quantitativi sono sicuramente elementi
determinativi della prestazione dovuta. Ma anche nella vendita di cose specifiche le
determinazioni della legge e del contratto sono determinazioni della prestazione
dovuta. Significativa al riguardo la disciplina uniforme della vendita mobiliare
internazionale, la quale prevede il contenuto dellobbligazione del venditore in ordine
ai beni, e disciplina tutte le difformit dei beni prestati come violazioni dellimpegno
contrattuale. Conforme alla teoria dellobbligazione il fatto che lalienante possa
essere obbligato in ordine agli attributi del bene alienato. Mediante lobbligazione il
debitore si impegna ad un determinato risultato, che il risultato dovuto. Il risultato
dovuto a prescindere dalla sua realizzabilit salvo che sussista unimpossibilit
assoluta di adempimento, ossia salvo che la prestazione sia in astratto insuscettibile di
esecuzione. La presenza di determinati attributi qualitativi o quantitativi un risultato
astrattamente possibile, che pu ben costituire contenuto dellimpegno dellalienante.
palese la distinzione tra il bene reale, ossia il bene quale realt materiale sulla quale
cadono gli effetti giuridici del contratto o delladempimento, e il bene dovuto, quale
rappresentazione ideale di ci che spetta al creditore. A questa distinzione fa riscontro
la netta distinzione tra criteri di identificazione del bene e criteri di determinazione. I
primi sono diretti ad accertare lidentit del bene, specificato nel contratto o
individuato successivamente. I secondi sono diretti a stabilire il contenuto
dellimpegno traslativo.
A) Obbligazioni di dare
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il pagamento da parte del compratore al venditore del prezzo di vendita di un bene, o
quale oggetto di un obbligazione da fatto illecito, per esempio il risarcimento del
danno ad altri cagionato, oppure nella consegna di un bene, per esempio la consegna
del bene venduto dal venditore al compratore. Una sottospecie la prestazione di
restituzione. Ad esempio, chi ha ricevuto una somma di danaro a mutuo o una cosa in
locazione dovr eseguire, alla scadenza del contratto, la prestazione contrattuale di
dare che la restituzione della somma o della cosa ricevuta.
Obbligazioni di genere
Obbligazioni di specie
Obbligazioni di mezzo
Obbligazioni di risultato
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Il primo ordine dipotesi (obbligazioni di mezzo) ricorre quando la prestazione, cui il
debitore obbligato, consiste in una determinata attivit, idonea a realizzare il
risultato che il creditore si attende, ma non anche alla realizzazione di questo
risultato. Il secondo ordine dipotesi (obbligazioni di risultato) ricorre quando il
debitore obbligato, verso il creditore, anche a realizzare il risultato. Nel primo caso
il debitore adempiente se ha svolto lattivit dedotta in obbligazione con il dovuto
grado di diligenza, anche se non sia stato conseguito il risultato. Nel secondo caso il
debitore inadempiente se, nonostante la diligenza riposta, non realizza il risultato.
Nella prima ipotesi rientra la prestazione del professionista intellettuale; il medico si
obbliga a curare il paziente ma non garantisce la guarigione del malato. Nella
seconda ipotesi rientra la maggior parte delle obbligazioni di fare. Ad esempio
lappaltatore o il prestatore dopera si obbliga ad eseguire unopera o un servizio, e la
sua prestazione non consiste solo in una diligente attivit di esecuzione dellopera o
del servizio ma comprende il risultato dellattivit, ossia la realizzazione dellopera o
lapporto utile del servizio. Il mancato raggiungimento del risultato, nelle
obbligazioni di mezzi, pu assumere grande rilievo sotto laspetto della prova della
diligenza osservata dal debitore nellesecuzione della prestazione . pu essere assunto
come circostanza che fa presumere, fino a prova contraria, la negligente esecuzione
della prestazione dovuta e quindi ladempimento. Tale presunzione pu essere:
Lobbligazione del fatto del terzo quella che impegna il debitore allagire altrui. Il
debitore obbligato a che un terzo tenga un certo comportamento positivo o
negativo, stipulando o non stipulando un negozio giuridico, assumendo un
obbligazione, rinunciando ad un diritto, astenendosi da un acquisto ecc. secondo lart
1381 c.c chi promette lobbligazione o il fatto di un terzo tenuto ad indennizzare
laltro contraente se il terzo rifiuta di obbligarsi o non compie il fatto promesso. Il
creditore pu avvalersi degli altri mezzi contro linadempimento e, in particolare,
della risoluzione del contratto se la promessa si inserisce in un rapporto a prestazioni
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corrispettive. Il codice prevede lobbligazione del fatto del terzo come effetto di una
promessa. La <<promessa>> non una speciale fonte dellobbligazione, ma latto
di autonomia privata del debitore che pu integrare un contratto o consistere in un
atto unilaterale, purch sorretto da causa adeguata. Il contenuto della promessa che
il terzo assuma unobbligazione o faccia qualcosa. Lobbligazione del fatto altrui si
differenzia rispetto alla garanzia dellobbligazione altrui. Chi garantisce un
obbligazione diviene obbligato egli stesso ad eseguire tale obbligazione. Chi, invece,
promette il fatto altrui non diviene obbligato a compiere quel fatto ma tenuto a che
il terzo lo compia. Sotto questo aspetto lobbligazione del fatto altrui si differenzia
anche rispetto allipotesi in cui il debitore si obbliga ad una prestazione da eseguirsi
mediante ausiliari,, come nel contratto dappalto, dove lappaltatore si obbliga ad
eseguire la prestazione mediante la propria organizzazione dimpresa. In tale ipotesi il
debitore si obbliga a realizzare in proprio il fatto promesso, e gli ausiliari non
rilevano come terzi ma come mezzi di cui il debitore si avvale per ladempimento. La
promessa del fatto altrui va distinta anche rispetto alla vendita di cose altrui, in cui
lalienante obbligato a far avere al compratore la propriet del bene, mentre nella
promessa del fatto altrui il promittente obbligato a che il proprietario trasferisca la
propriet del bene. Ne consegue che anche quando abbia ad oggetto unalienazione
immobiliare la promessa del fatto del terzo non esige la forma scritta.
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C) Obbligazioni negative. La nozione.
Requisiti di liceit
La disciplina
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c) Prescrizione. L'inerzia del debitore non fa decorrere la prescrizione in quanto il
diritto del creditore si realizza proprio mediante tale inerzia. Il termine di prescrizione
inizia a decorrere da quando il debitore mette in atto il comportamento vietato
Altre prestazioni
La pluralit delloggetto indica che tutte le prestazioni sono dovute fin dalla
costituzione del rapporto obbligatorio e fino al momento in cui sia esercitato il potere
di scelta dell'una o dell'altra. Lobbligazione alternativa si distingue quindi rispetto a
quella facoltativa, in cui dovuta una prestazione ma il debitore ha la facolt di
liberarsi eseguendone una diversa. Il secondo punto indica che il debitore
comunque tenuto ad eseguire una sola delle prestazioni dovute. Il debitore si libera
eseguendo la prestazione prescelta da lui stesso ovvero dal creditore o da un terzo
secondo la previsione del titolo. Sotto questo aspetto lobbligazione alternativa si
contrappone allobbligazione oggettivamente cumulativa, in cui tutte le prestazioni
devono essere eseguite.
Le prestazioni alternative
Il potere di scelta
La parte che non si avvale del potere di scelta decade da tale potere, il quale passa
all'altra parte. Ci vale anche per il terzo, e in tal caso la scelta fatta dal giudice . Se
non viene eseguito nei termini stabiliti il potere di scelta decade automaticamente.
La possibilit che la scelta sia compiuta dal giudice prevista anche quando la scelta
deve essere fatta da pi persone. In tal caso pu essere chiesta la fissazione giudiziale
di un termine a pena di decadenza. La scelta giudiziale un mezzo per superare la
difficolt di un accordo all'interno del gruppo dei debitori o creditori, non per
ritardare l'attuazione del rapporto obbligatorio. La scelta dev'essere unica e deve
essere decisa a maggioranza.
Lobbligazione facoltativa
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facoltativa passiva si distingue lobbligazione facoltativa attiva con facolt di scelta
del creditore. Un esempio ravvisabile nel risarcimento del danno, che il danneggiato
pu chiedere in forma specifica. anche lobbligazione facoltativa attiva un
obbligazione semplice che ha per unico oggetto la prestazione principale, suscettibile
di essere sostituita con unaltra prestazione. Limpossibilit della prestazione
principale comporta lestinzione dellobbligazione, travolgendo la facolt di scelta
che non sia gi stata esercitata.
Le obbligazioni pecuniarie
37
linteresse del creditore non un valore astratto ma la disponibilit giuridica del
denaro. Il debitore che non adempie lobbligazione pecuniaria subisce
lespropriazione dei suoi beni, ed il denaro ricavato dalla vendita forzata di tali beni
viene versato ai creditori. I principi specifici delle obbligazioni pecuniarie sono:
il principio nominalistico
il principio della naturale fecondit del denaro
Il principio nominalistico
38
pagamento in moneta avente corso legale secondo il suo valore nominale. Ai fini del
pagamento tali obbligazioni devono essere liquidate, ossia determinate in un dato
ammontare valutario. Il debito di valore si converte in debito di valuta solo a seguito
di liquidazione giudiziale o convenzionale. Il danno successivo dovr essere risarcito
secondo la disciplina della mora.
Obbligazioni indicizzate
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della scadenza sia pi vantaggioso per il creditore. Le clausole di indicizzazione
possono essere:
legali
giudiziali
negoziali
40
"effettivo" deve essere verificata in base alla legislazione speciale valutaria.
Attualmente non mancano le obbligazioni in Ecu. L'Ecu, chiamato anche euroscudo,
una unit di conto il cui valore risulta dai concorrenti valori percentuali delle valute
dei Paesi comunitari. L'Ecu non ancora una moneta avente corso legale e funzione
di pagamento. Le obbligazioni in Ecu devono quindi essere adempiute mediante
valuta nazionale o, trattandosi di obbligazioni da eseguirsi all'estero, mediante la
valuta richiesta dalla legge che governa l'adempimento.
In regime di monopolio statale del denaro solo la moneta avente corso legale che
assolve la funzione di mezzo generale di acquisto dei beni e di pagamento dei debiti
pecuniari. Vi sono tuttavia documenti che attestano in maniera certa un credito
liquido ed esigibile verso lo Stato o ad un istituto bancario, i quali conferiscono al
legittimo portatore la sicurezza di conseguire la somma di denaro in essi indicata,
come ad esempio il vaglia postali, i libretti postali, gli assegni circolari. Questi
documenti, aventi la natura di titoli di credito o documenti di legittimazione, non
sono essi stessi denaro e neppure di fatto assurgono a mezzi generali di acquisto dei
beni. Sebbene i titoli di credito esigibili vesto io Stato e le banche non possano
qualificarsi come denaro, il loro rifiuto da parte del creditore illegittimo se
contrario a buona fede. Una diffusione maggiore quali mezzi di pagamento hanno
assunto gli assegni bancari. L'assegno bancario si struttura come un ordine
delegatorio impartito dal cliente alla propria banca di pagare una determinata somma
al beneficiario dell'ordine. Questo titolo ancor meno equiparabile alla moneta in
quanto oltre ai presupposti della legittimazione, della regolarit e dell'autenticit del
documento occorre anche che l'ammontare della somma sia effettivamente
disponibile presso la banca. Nella pratica i pagamenti mediante assegno hanno
assunto una diffusione tale da farli reputare mezzi normali di pagamento, salvo buon
41
fine. Sei infatti non vi sono particolari motivi per dubitare della regolarit degli
assegni questi vengono comunemente accettate in conto pagamento, sia che si tratti
di assegni circolari che sia che si tratti di assegni bancari. Anzi, gli assegni
sostituiscono ormai il denaro quando si tratta di pagamenti di notevole ammontare,
essendo anomalo il caso del debitore chi si rechi dal creditore con forti somme di
denaro contante. Gli assegni non sono denaro, ma il rifiuto del creditore si appalesa
contrario a buona fede se non giustificato da un apprezzabile interesse a non
ricevere tali titoli. Il pagamento di somme di denaro per l'acquisto di beni al
consumo e l'utilizzazione di servizi di massa spesso effettuato mediante le carte di
credito. La carta di credito un documento che legittima il titolare a comprare beni e
utilizzare servizi presso i fornitori convenzionati con pagamento del prezzo a carico
dellemittente. La carta di credito non un mezzo equivalente al denaro per la
ragione che essa pu essere accettata solo dai fornitori legati da convenzione con
l'emittente e solo in forza di tale convenzione. Sotto questo aspetto, la carta di
credito appare distinta dall'assegno bancario suscettibile di essere accettato come
mezzo di pagamento se il creditore non ha specifici motivi di sfiducia nei confronti
dell'adempiente.
GLI INTERESSI
la pecuniariet
la percentualit
la periodicit
l'accessoriet
42
intesa come accessoriet della relativa obbligazioni rispetto all'obbligazione del
capitale: in tanto gli interessi sono dovuti in quanto dovuto il capitale. Pertanto se il
titolo del credito principale nullo, annullato o di risolto viene meno anche
l'obbligazione degli interessi.
Distinzioni
gli interessi sulle somme dovute a titolo di prezzo dal compratore che abbia
gi ricevuto il possesso della cosa produttiva di frutti o di altri proventi
Tutte queste ipotesi di interessi sono accomunate dal fatto che prescindono dalla
mota del debitore e trovano fondamento nel principio della c.d. fecondit naturale
del denaro, ossia nel principio secondo il quale la disponibilit nel tempo del denaro
altrui va pagata perch essa integra un obiettivo vantaggio economico. Gli interessi
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fondati sul principio della naturale fecondit del denaro sono stati chiamati interessi
compensativi. Gli interessi non moratori si dividono in due categorie:
interessi compensativi
interessi corrispettivi
Gli interessi corrispettivi sono chiamati gli interessi dovuti a titolo remunerativo
sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili. Gli interessi
compensativi sono invece gli interessi dovuti a titolo equitativo per compensare il
creditore del mancato godimento del prezzo del bene gi consegnato o del mancato
godimento di somme risarcitorie o indennitarie che il debitore non paga in attea di
un atto formale di liquidazione. Gli interessi corrispettivi appartengono alla
categoria degli interessi aventi funzione remunerativa e sono anchessi interessi
compensativi.
Gli interessi sul capitale rientrano nella nozione di frutti civili. I frutti civili sono il
prodotto giuridico del capitale, ossia il compenso giuridicamente spettante a chi
concede ad altri un capitale. Essi si distinguono rispetto ai frutti naturali, che sono
invece i prodotti materiali diretti della cosa madre. Interessi sul capitale sono
previsti dalla legge nella disciplina di vari rapporti contrattuali tipici aventi ad
oggetto la dazione di capitali in godimento. Importanza assume la norma sugli
interessi dovuti dal mutuatario. Col contratto di mutuo una parte, detta mutuante, da
una somma di denaro che laltra parte, detta mutuatario, si obbliga a restituire. Il
tipico un tipico contratto di impiego del denaro.
la liquidit
e la esigibilit del credito
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rinviato fino al compimento delloperazione. Se non previsto diversamente, il
debitore che deve provvedere alla liquidazione del proprio debito. La illiquidit
impedisce il decorso degli interessi di pieno diritto ma non esime da responsabilit il
debitore che ritarda ingiustificatamente il pagamento: a suo carico decorreranno
allora gli interessi moratori. Il credito esigibile il credito non soggetto a
condizione sospensiva n a termine in favore del debitore. la nozione di esigibilit
diversa da quella di mora del debitore. La mora infatti il ritardo imputabile
dalladempimento, e presuppone lattualit dellobbligo, presuppone cio che il
debitore debba attualmente eseguire la prestazione. Lesigibilit attiene invece
allesercizio del diritto, e vuol dire che la prestazione pu essere attualmente
richiesta. Il credito pu pertanto essere esigibile senza che ricorra una situazione di
mora. Questo accade quando lobbligazione pecuniaria sia pagabile al domicilio del
debitore. In tal caso il credito esigibile ma non vi ritardo imputabile al debitore
fino a quando il creditore non abbia infruttuosamente richiesto la prestazione. Anche
quando il debitore in mora gli interessi sono sempre compensativi se richiesti in
base ai semplici presupposti della liquidit ed esigibilit del credito a prescindere
dal titolo risarcitorio. Qui spettano al creditore gli interessi di pieno diritto e gli
interessi moratori, ma la corresponsione dei primi elide il diritto ai secondi in quanto
diminuisce lentit del danno risarcibile. Cio, gli interessi compensativi si
sostituiscono agli interessi moratori.
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giurisprudenza, mossa dall'esigenza di non lasciare privo il creditore del diritto agli
interessi nei casi in cui la illiquidit del credito non consente la decorrenza degli
interessi di pieno diritto. Di regola la illiquidit di somme dovute a titolo risarcitorio
o indennitario non impedisce che il debitore sia attualmente obbligato a
corrisponderle, cio non esclude la mora. Il debitore infatti automaticamente in
mora se si tratta di risarcimento da illecito, e comunque se non provvede
tempestivamente a fare quantomeno un'offerta approssimativa di quanto dovuto.
Tali interessi vanno inquadrati fra gli interessi moratori. Il creditore di somme
risarcitorie o indennitarie pu pretendere gli interessi compensativi prescindendo
dalla mora del debitore ed evitando le eccezioni fondate sulla sua mancanza di
colpa. La domanda giudiziale di interessi che non richiami il presupposto della mora
si presume domanda di interessi compensativi.
46
Tasso legale e tasso extralegale
Il tasso legale degli interessi, originariamente fissato nella misura del 5 per cento,
stato innalzato al 10 per cento dall'articolo 1 della legge 26 novembre 1990 e
riportato al 5 per cento dalla legge collegata alla Finanziaria del 1997. Le parti
possono convenire un pi alto tasso d'interesse ma il patto richiede la forma scritta.
Il patto relativo agli interessi che non sia stipulato per iscritto nullo solo nella parte
in cui determina un tasso superiore a quello legale: conseguentemente gli interessi
saranno dovuti nella misura legale. La formula legislativa non menziona
espressamente l'atto scritto ma richiede che gli interessi siano determinati "per
iscritto". Non occorrerebbe la firma del debitore, essendo sufficiente uno scritto
proveniente dal creditore o da un terzo. Piuttosto occorre che il debitore manifesti
per iscritto il proprio consenso in ordine alla misura extralegale degli interessi
sottoscrivendo la clausola o il testo del contratto in cui la clausola inserita. La
nullit del patto non pu essere sanata da una successiva convalida o da un
successivo riconoscimento da parte del debitore. Ferma la nullit del patto, si ritiene
che il pagamento degli interessi nella misura ultralegale non dia luogo a ripetizione
in quanto si ravvisa in tale pagamento l'adempimento di un obbligazione naturale.
La misura degli interessi pu essere determinata per relazione mediante rinvio ad
elementi determinativi esterni. L'applicazione di questo principio con riguardo alla
misura degli interessi stata riconosciuta nelle ipotesi in cui il patto faccia
riferimento alla misura usualmente praticata dagli istituti di credito: tale criterio non
costituirebbe un abuso nei confronti del cliente e risponderebbe all'esigenza di
adeguare il tasso ai valori di mercato. La clausola di rinvio al tasso usuale si limita a
dare rilevanza ad usi che sono comunque subordinati alla legge sia che si tratti di usi
negoziali sia che si tratta di usi normativi e che non possono quindi supplire alla
mancanza del requisito formale prescritto dal codice. In tema di contratti bancari il
Testo Unico del 1993 ha sancito la nullit delle clausole contrattuali di rinvio agli
usi per la determinazione dei tassi d'interesse.
Interessi usurari
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contrattuale a tutela del debitore. Il divieto trova applicazioni in tutte le ipotesi di
concessione di denaro in godimento, in quanto essi hanno nel mutuo il loro modello
tipico fondamentale. La clausola usuraria radicalmente nulla e al mutuante non
competono neppure gli interessi legali. La previsione di interessi usurari nulla
anche se ha per oggetto interessi moratori. La nullit trova qui diretto fondamento
nel principio che vieta al danneggiato di lucrare sul risarcimento del danno.
Anatocismo
In base allart 1283 c.c lanatocismo il diritto agli interessi sugli interessi. Gli
interessi anatocistici sono legali o convenzionali e possono anche avere fonte negli
usi. Gli interessi anatocistici legali sono dovuti a seguito di domanda giudiziale.
Essi decorrono dal giorno della domanda sugli interessi che siano scaduti e dovuti
da almeno 6 mesi. Per i primi 6 mesi non spettano interessi anatocistici. La
domanda giudiziale dev'essere appositamente diretta al conseguimento degli
interessi anatocistici. Secondo l'interpretazione seguita in dottrina e in
giurisprudenza, oggetto della domanda possono essere solo gli interessi anatocistici
relativi ad interessi gi scaduti. Gli interessi anatocistici possono poi avere fonte
nella convenzione, ma solo in quanto la convenzione sia posteriore alla scadenza
degli interessi primari. La convenzione in ordine agli interessi secondari
radicalmente nulla se stipulata prima che siano divenuti esigibili gli interessi
primari. Per poter produrre gli interessi secondari, gli interessi primari devono
essere dovuti dal meno 6 mesi. Ci vuol dire che le somme dovute a titolo di
interessi sono suscettibili di produrre interessi anatocistici prima che sia trascorso un
semestre dal momento in cui sorta l'obbligazione avente ad oggetto tali somme. Il
tasso degli interessi anatocistici quello legale a prescindere dal tasso degli interessi
primari. Una misura maggiore pu essere fissata convenzionalmente, semprech il
patto sia successivo alla scadenza degli interessi primari e rispetti il requisito della
forma scritta. La norma del codice sulla scadenza degli interessi anatocistici fa salvi
gli "usi contrari". Gli usi qui richiamati sono gli usi normativi. Dottrina e
giurisprudenza reputano valevoli gli usi bancari che prevedono l'anatocismo nelle
operazioni in conto corrente. Gli interessi anatocistici possono essere moratori
ovvero compensativi, secondo che abbiano funzione risarcitoria del danno derivante
dal ritardo nel pagamento degli interessi primari io invece funzione di
remunerazione dal godimento di tali interessi capitalizzati.
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la stessa abbia emesso il mandato di pagamento. Tale sistema si articola nella
distinzione tra:
crediti liquidi
crediti illiquidi
a) I crediti certi e liquidi diventano senz'altro esigibili alla scadenza del termine a
prescindere dalla circostanza che sia stata regolarmente esperita la procedura di
pagamento. Sui crediti liquidi scaduti l'amministrazione deve corrispondere gli
interessi compensativi o corrispettivi. Tali sono i crediti derivanti da contratti di
appalto, le indennit di buonuscita nonch i crediti di lavoro dei dipendenti. b) i
crediti illiquidi o che richiedono un previo accertamento da parte
dell'Amministrazione non sono esigibili fino a quando questa non abbia emesso
il mandato di pagamento o, secondo un'altra opinione, fino a quando non sia stata
esaurita la fase di accertamento e compiuti gli atti che la legge prescrive affinch
il pagamento sia autorizzato. D'altro canto l'Amministrazione tenuta a
compiere diligentemente quanto da parte sua necessario per rendere il credito
liquido ed esigibile. Pertanto, se essa ritarda ingiustificatamente la procedura di
liquidazione e pagamento oltre il tempo prescritto o entro il tempo
ragionevolmente necessario, il creditore pu costituirla in mora. In tal caso
l'Amministrazione tenuto a corrispondere gli interessi moratori. In questa
prospettiva vengono compresi ad esempio i crediti per prestazioni previdenziali e
simili, per i quali l'Amministrazione tenuta agli interessi dal giorno della
domanda. c) i crediti di risarcimento producono interessi fin dal momento in cui
si verificato il danno. Questi interessi sono moratori in quanto hanno funzione
risarcitoria, e la loro decorrenza non presuppone la preventiva liquidazione che
n richiede la formale costituzione in mora, la quale automatica quando si tratta
di debiti derivanti da illecito. La giurisprudenza li qualifica come compensativi,
reputandoli dovuti in ogni caso senza che occorre la costituzione in mora. Il
giudice amministrativo competente in ordine agli interessi compensativi
quando l'obbligazione principale ricade nella sua giurisdizione.
Il diritto agli interessi un distinto diritto di credito, e per ottenere la condanna del
debitore occorre un apposita domanda giudiziale, non essendo la domanda del
capitale implicitamente comprensiva degli interessi. Il creditore che non abbia
proposto in primo grado la domanda relativa agli interessi non pu proporla in grado
d'appello trattandosi di domanda nuova. La domanda di interessi pu essere
proposta per la prima volta in appello ma solo con riguardo agli interessi maturati
dopo la sentenza di primo grado. La preclusione della domanda di interessi in
49
appello lascia aperta la via della richiesta mediante giudizio separato. In tema di
pagamento di obbligazioni pecuniarie occorre tenere presente che la recente
normativa contro la criminalit organizzata limita l'uso del contante giungendo a
rendere necessario il ricorso a intermediari qualificati o a mezzi di pagamento
diversi dal denaro.
CAPITOLO 5
50
Il termine dellobbligazione comunemente qualificato come un elemento
accidentale. Quale modalit temporale delladempimento il termine sempre
necessario, poich vi sempre un tempo nel quale lobbligazione deve essere
adempiuta. Laccidentalit del termine significa che lobbligazione pu non essere a
termine, ossia pu non essere destinata ad unesecuzione futura nel tempo ma essere
piuttosto immediatamente esigibile. Lobbligazione a termine quando il titolo, gli
usi o la legge ne prevedono ladempimento futuro ovvero quando il termine
necessario. Il termine necessario nei casi in cui esso richiesto dalla natura o dalla
modalit della prestazione, dallinteresse creditorio o dalla causa del contratto. il
termine necessario non va confuso col termine essenziale. Il termine essenziale il
termine che deve essere rigorosamente rispettato.
51
Il termine a favore del debitore. Inesigibilit del credito
Il termine si presume a favore del debitore, e il termine a favore del debitore rende
la prestazione inesigibile fino al momento della scadenza. Linesigibilit esprime un
limite allesercizio del diritto di credito senza escluderne o renderne incerta
lesistenza. Il credito non scaduto attualmente esistente ma non attuale il
momento della prestazione, ossia il momento nel quale il debitore deve adempiere
lobbligazione. Il debitore che esegue la prestazione prima della scadenza non pu
pretenderne la restituzione in quanto il beneficio del termine limita lesercizio del
diritto di credito ma non limita il potere del debitore di eseguire la prestazione. Al
debitore spetta il risarcimento del danno se il creditore abbia approfittato della sua
incapacit legale o naturale o ne abbia conseguito il pagamento con dolo.
Dal titolo
Dagli usi
Dalla legge
O dal giudice
Il titolo il contratto a oltro atto costitutivo del rapporto obbligatorio. Esso la fonte
primaria di determinazione del termine. Se il termine non determinato dal titolo si
applicano gli usi e in particolare disposizioni legislative. In mancanza, si applica il
criterio legale della immediata scadenza della prestazione. Se per un termine
necessario, e non risulta altrimenti determinato o determinabile, esso fissato dal
giudice.
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Determinazione del termine secondo gli usi
Altra fonte di determinazione del termine costituita dagli usi. Gli usi conncernenti il
termine prevalgono sui criteri legali generali e, salva contraria previsione, prevalgono
anche sulle specifiche determinazioni normative ove siano riconosciuti quali usi
negoziali, con conseguente efficacia integrativa superiore a quella della norme
dispositive.
Il termine pu essere fissato dalla legge. Il termine fissato dalla legge il termine che
oggetto di una determinazione noormativa specifica. Le determinazioni normative
specifiche concernono rapporti obbligatori particolarmente quallificati per il loro
titolo o per la qualit dei soggetti. Determinazioni legali specifiche si riscontrano
nella disciplina di singole fonti legali e nella disciplina di rapporti contrattuiali tipici.
Particolare rilevanza assume la durata della locazione, per la quale sono settate norme
in larga part inderogabili. Per quanto attiene al prezzo, la disciplina dellavendita
prevede che esso deve essere pagato al momento della consegna.
Se il termine non fissato dal titolo, dagli usi o dalla legge, e se la prestazione non
richiede un certo tempo per la sua esecuzione si applica il principio della immediata
esigibilit del crdito. Questo il criterio legale generale previsto dalla disciplina
dellobbligazione. Alla immediata esigibilit della prestazione fa riscontro la sua
immediata eseguibilit daparte del debitore: come il creditore pu esigere
immediatamente la prestazione, cosi il debitore ha il diritto di liberarsi
dellobbligazione e di mettere in mora il creditore che rifiuuti la sua offerta.
La determinazione giudiziale
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Se il termine non originnariamente stabilito, il debitore deve provvedere ad eseguire
la prestazione entro un termine congruo. Dal canto suo il creditore non pu rifiutare
legittiamente la prestazione adducendo che il termine non stato fissao dal giudice.
Tale rifiuto costituirebbe violazione dellobbligo di correttezza, posto che il crditore
deve provvedere ad adempiere ento un termine congruo. Se il termine rimesso al
debitore e il creditore richiede ladempimento, il debitore deve provvedere ad
adempiere entro un termine congruo. La mancanza della determinazione giudiziale
non impedisce al debitore di valutare la congruit del termine. Questa valutazione
basata su un parametro obiettivo, ossia sul tempo normalmente necessario per
ladempimento in rapporto alle circostanze. Termine congruo o Rgionevole
precisamente il termine normalmente occorrente per lesecuzione della prestazione in
relazione alle condizioni del debitore che il creeditore conosceva o avrebbe dovuto
conoscere.
La durata delle prestazioni continuate o periodiche dipende dal titolo. Nei rapporti
conttrattuali essa generalmente fissata dal termine finale di efficacia del contratto ed
rimessa alla volont delle parti. La legge considera con sfavore termini
qccessivamente lunghi. Le obbligazioni pecuniarie possono essere anche perpetue,
ma in tal caso trova applicazione il principio imperativo della redimibilit. La
rilevanza sociale di certri rapporti e giustifica limposizione di una durata minima. La
garanzia legale di una durata minima del rapporto lascia comunque fermo il principio
generale secondo il quale la durata della prestazione non deve sacrificare i
fondamentali diritti della persona. In mancanza di determinazioni del titolo o della
legge il debitore pu avvalersi del diritto di recesso, generalmente riconosciuto alle
parti dei contratti a prestazioni continuate o periodiche, salvo che risulti la necessit
di una durata minima del rapporto, dovendosi allora appllicare il criterio del congruo
termine.
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deroghe alle regole di computo che comportano la violazione dei limiti temporali
legalmente fissati.
56
CAPITOLO 6
LADEMPIMENTO
La nozione di adempimento
57
debitore. L'accettazione del creditore tuttavia non esclude che l'adempimento sia pur
sempre imputato al debitore. L'accettazione infatti un presupposto
dell'adempimento, non un elemento di quest'ultimo.
L'adempimento si inquadra nella categoria generale del fatto giuridico, inteso come
vicenda materiale o giuridica cui l'ordinamento riconosce determinati effetti. La
qualificazione delladempimento come fatto giuridico esprime una scelta di fondo in
ordine al problema della natura giuridica dell'adempimento. Al riguardo le posizioni
dottrinarie sono due: negoziale e reale.
La concezione negoziale ravvisa nelladempimento un atto di natura negoziale. Alla
concezione negoziale risale la tesi c. d. contrattuale, secondo la quale l'adempimento
richiederebbe di regola un atto di volont del debitore che si perfeziona con
l'accettazione del creditore integrando un accordo contrattuale: l'accordo avrebbe ad
oggetto l'estinzione dell'obbligazione. Pi di recente la tesi contrattuale identifica
nelladempimento un accordo tra debitore e creditore in ordine al fine della
prestazione, L'accordo cio non cadrebbe direttamente sull'effetto istintivo della
prestazione ma sulla sua destinazione all'attuazione di una determinata
obbligazione. Altra tesi ravvisa nell'adempimento un negozio unilaterale del
debitore, la cui volont destinata all'attuazione dell'obbligazione; la volont del
creditore ha dunque un ruolo secondario. La concezione negoziale tende per ad
essere decisamente superata dalla concezione reale, ormai dominante. La
concezione reale ravvisa fondamentalmente nell'adempimento l'obiettiva
realizzazione della prestazione. L'elemento necessario e sufficiente che identifica
l'adempimento la sua corrispondenza col programma obbligatorio, ossia un dato di
fatto che non pu essere n creato ne mutato dalla volont delle parti. Dunque ai fini
dell'adempimento ci che conta non un atto di volont ma il fatto che il rapporto
obbligatorio sia attuato. Ladempimento pu essere un fatto volontario, nel senso
che il debitore pu voler eseguire la prestazione: la volont del debitore di eseguire
quanto dovuto non volont di decidere della propria sfera giuridica, non
esercizio di autonomia privata. La volont del debitore non necessaria neppure
per collegare la prestazione all'obbligazione in quanto il collegamento risulta gi
dalla corrispondenza tra prestazione eseguita e dovuta. Chi debitore pecuniario e
paga una somma di denaro per ci stesso adempiente, anche se era suo intento
beneficiare il creditore. La concezione reale dell'adempimento comunemente
espressa nella formula dell'atto dovuto. Ci evidenzia il carattere esecutivo
dell'adempimento, quale attuazione di un obbligo gravante sul debitore. Tuttavia ci
riduttivo, poich occorre dunque rilevare che a) contenuto della prestazione pu
non essere una condotta del debitore b) che comunque la natura dell'adempimento
prescinde dal contenuto della prestazione.
Intermedia tra le due tesi quella che ravvisa nell'adempimento la natura di atto
materiale o di negozio secondo il contenuto dell'obbligazione. A questa tesi deve
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obiettarsi che essa dice ci in cui consiste la prestazione, ma non dice nulla sulla
natura giuridica dell'adempimento.
La disciplina
L'adempimento non regolato dalle norme sul contratto ma dalle norme specifiche
contenute nel regime dell'obbligazione e da quei principi che appaiano appropriati in
relazione agli interessi delle parti. La disciplina delladempimento riguarda
principalmente:
la capacit
i vizi del consenso
la legittimazione
la validit
Validit dell'adempimento
Invalidit dell'adempimento
Impugnabilit dell'adempimento
L'adempimento parziale
140. Le spese
LA LEGITTIMAZIONE
L'incapacit del debitore non esclude la sua legittimazione ad adempiere; non avr
quindi diritto alla ripetizione, e il creditore non potr rifiutare la prestazione. Ci in
quanto il debitore ha seguito ci che doveva, e il creditore ha conseguito ci di cui
aveva diritto, ecco perch questo non comporta di per s un pericolo di pregiudizio a
danno dell'incapace. Pericolo di pregiudizio pu semmai risultare da una prestazione
eseguita con modalit o contenuti diversi da quelli previsti, tali da implicare un
detrimento economico del debitore superiore a quello richiesto. Ad esempio, invece
di consegnare beni di qualit media, si consegnano beni di qualit superiore e quindi
con un pi alto prezzo di mercato. In tale ipotesi torna ad imporsi il principio che
salvaguarda l'incapace contro gli atti giuridici pregiudizievoli. Questo per non
comporta la ripetibilit dell'adempimento, ma piuttosto per il debitore il diritto ad
essere indennizzato entro i limiti dell'arricchimento conseguito dal creditore. Se
invece il creditore abbia indotto il debitore incapace ad adempiere, sar dovuto a
quest'ultimo l'integrale risarcimento del danno per fatto illecito extracontrattuale
doloso o colposo.
62
quando si sostituisce al debitore nell'eseguire in tutto o in parte una prestazione
personale o quando si sostituisce all'impresa del debitore nell'eseguire in tutto o in
parte una prestazione imprenditoriale. Tipico esempio di sostituto quello del
subappaltatore, al quale lappaltatore commette lesecuzione di tutta o di parte
dellopera. Dunque l'elemento caratterizzante del sostituto il suo ruolo vicario,
ossia la sua figura sostitutiva in ordine ad una prestazione che normalmente deve
essere eseguita dal debitore o dalla sua impresa. Ecco quindi che il debitore non pu
ricorrere a sostituti salvo che il titolo ne preveda la possibilit o che il creditore lo
accetti. Lautorizzazione data al debitore di ricorrere ad un sostituto attiene di regola
ad una sostituzione nelladempimento. Non cambia quindi il soggetto passivo del
rapporto, che rimane sempre il debitore originario.
I legittimati legali
63
del risultato dovuto. Oltre questa di cui abbiamo appena parlato, il codice disciplina
un'altra ipotesi in cui al terzo pu essere tolta la legittimazione ad adempiere, cio
nell'ipotesi di opposizione del debitore. infatti: il creditore pu rifiutare
l'adempimento del terzo, se il debitore gli ha mostrato la sua opposizione.
Possiamo in definitiva dire che l'adempimento del terzo ha per effetto l'estinzione
dell'obbligazione del debitore nei confronti del creditore. Il terzo dunque un
legittimato ad adempiere che si sostituisce alla debitore nell'adempimento
dell'obbligazione. Il creditore da parte sua, riceve ci che gli dovuto, e nei suoi
confronti l'obbligazione adempiuta a tutti gli effetti. Inoltre va detto che il terzo
non un rappresentante: il rappresentante adempie nell'esercizio del potere
rappresentativo, ossia in nome del debitore, mentre il terzo adempie l'obbligazione
del debitore ma in nome proprio. Al terzo, quindi, e non al rappresentante, pu
competere la surrogazione nel credito.
La legittimazione a ricevere
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La legittimazione a ricevere il potere di ricevere la prestazione con effetto
estintivo del debito. Indica quindi una posizione di potere la quale pur spettando al
creditore, pu competere ad altri soggetti: il rappresentante, la persona indicata dal
creditore, la persona autorizzata dalla legge o dal giudice. Il potere di ricevere
consiste nel potere del soggetto di accettare la prestazione dell'adempimento con
liberazione di quest'ultimo. La legittimazione a ricevere ha quindi ad oggetto
prestazioni recettizie, ossia indirizzate ad un determinato destinatario. Ad ogni modo
il potere di accettare la prestazione non comprende di per s lesercizio della pretesa
creditoria. Il legittimato pu accettare la prestazione ma non pu agire contro il
debitore inadempiente (n metterlo in mora), a men ch sia dotato del relativo
potere di rappresentanza del creditore.
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prestazione tenuto conto dell'interesse e dell'autonomia dell'incapace. La regola che
priva di legittimazione il creditore incapace non si applica con riguardo alle
prestazioni personali dirette, ossia quelle che possano soddisfare l'interesse
creditorio solo in quanto eseguite personalmente nei suoi confronti (cure, lezioni,
ecc.). La legittimazione a ricevere deve inoltre riconoscersi al minore con riguardo
alla retribuzione. La regola che priva di legittimazione il creditore incapace riguarda
esclusivamente l'incapace legale e non quella naturale, in quanto il debitore non pu
verificare se e in che misura il creditore sia capace di intendere o di volere.
L'inefficacia del pagamento dovrebbe allora essere limitata all'ipotesi in cui
l'adempiente sia in malafede, cio abbia conoscenza dell'incapacit. In tale ipotesi il
debitore avr violato il dovere di correttezza ,che consiste nel adoperarsi nei limiti in
cui ci non importi un suo apprezzabile sacrificio per salvaguardare l'utilit del
creditore, e sar responsabile del pregiudizio subito dal creditore.
Il rappresentante
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mandante la titolarit del diritto e il potere di disporne. Ne consegue che il
mandatario non pu esigere dal terzo una prestazione superiore a quella risultante
dall'atto stesso. Al di l di questo in definitiva secondo lo schema della
rappresentanza, la riscossione del credito da parte del rappresentante sta a
significare che sono direttamente imputati alla sfera giuridica del rappresentato non
solo l'effetto principale dell'estinzione del debito ma anche gli effetti connessi
(acquiescenza, decorrenza del termine per contestare, obbligo di restituzione in caso
di nullit, ecc).
I legittimati legali
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Oltre agli indicati dal creditore, la legittimazione a ricevere il pagamento pu
competere alle persone autorizzate dalla legge o dal giudice, in virt del loro ufficio,
pubblico o privato. Sono legittimati legali in primis i rappresentanti legali dei minori
e degli interdetti. Per la riscossione di capitali occorre per l'autorizzazione del
giudice tutelare, che non requisito costitutivo della legittimazione, bens requisito
di validit del pagamento; quindi il pagamento ricevuto senza autorizzazione
efficace e liberatorio per il debitore ma soggetto ad annullamento.
L'autorizzazione deve stabilire i modi di investimento delle somme da riscuotere e
se violati v' responsabilit del rappresentante, anche se ci non incide sulla validit
del pagamento. Legittimati legali a ricevere il pagamento sono ancora i titolari di
uffici espropriativi, gestori o liquidativi, quando tale legittimazione sia ad essi
espressamente attribuita o funzionalmente necessaria all'esercizio delle loro
competenze. Possono menzionarsi le figure del curatore fallimentare, al quale
compete la legittimazione esclusiva a ricevere l'adempimento, il curatore dell'eredit
e lesecutore testamentario. Tra i legittimati giudiziari si segnalano: l'ufficiale
giudiziario, che procede al pignoramento, il sequestratario nominato dal giudice in
caso di controversia tra debitore e creditore circa l'esistenza dell'obbligazione o il
modo di pagamento.
68
a carico del debitore. La prova pu essere data in via presuntiva, e a tal fine
sufficiente la prova dell'apparenza di legittimazione del ricevente, cio di chi
appare legittimato in base a circostanze univoche, ossia in base a circostanze che
nella valutazione di un soggetto di normale diligenza inducano a ritenere
effettivamente esistente la legittimazione del ricevente. L'apparenza pu concernere
l'identit del legittimato (Ad esempio, falso documento di riconoscimento).
Lapparenza pu poi concernere il titolo della legittimazione (Ad esempio, il
creditore ha revocato la procura senza che il debitore lo sappia). Come detto, effetto
del pagamento al creditore apparente la liberazione del debitore. Quest'ultimo
inoltre conserva l'eventuale diritto alla controprestazione. Il pagamento al terzo
infatti non rende impossibile la prestazione, piuttosto un'autonoma causa di
estinzione del credito. C' per da chiarire una cosa: il credito estinto non si
identifica nel diritto del creditore verso il terzo. Il terzo infatti non tenuto ad
adempiere l'originaria obbligazione, ma a restituire quanto ricevuto: si ha cio
ripetizione dell'indebito. La liberazione del debitore non dipende dalla posizione
giuridica del ricevente ma dall'errore dell'adempiente che confida in una posizione
inesistente, in quanto l'apparenza ha suscitato il ragionevole affidamento del
debitore, sulla base del principio e dentro i limiti della normale diligenza. Ci
implica da un lato per l'adempiente un'accortezza a un normale controllo
dell'identit e del titolo della legittimazione che non sia per un controllo massimo,
estraneo alla pratica degli affari; e dall'altro lato chi appare legittimato a ricevere in
base ad un'anormale accertamento, ha di solito una legittimazione effettiva. Dunque
il debitore che si rifiutasse di pagare perch non ha avuto la piena certezza
risulterebbe inadempiente.
La legittimazione cartolare
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La legittimazione cartolare la legittimazione formale ed esclusiva all'esercizio dei
diritti inerenti al titolo di credito. Essa data dal possesso qualificato del titolo,
ossia dal possesso conforme alla sua legge di circolazione.
In giudizio il creditore deve dimostrare i fatti costitutivi del suo diritto e la titolarit
di esso; al di fuori del giudizio il creditore non ha tale onere perch il debitore
tenuto a pagare al creditore per il fatto stesso che sussiste il rapporto obbligatorio.
Se il credito viene trasferito ad altri, ma fino a quando il debitore non n ha
conoscenza, pu confidare nella persistente titolarit del creditore originario
( principio di persistenza delle posizioni giuridiche, qualificata anche come
legittimazione storica. Il creditore ha l'onere di dimostrare la titolarit del credito
quando:
La quietanza
La quietanza la dichiarazione scritta con la quale il creditore attesta di aver
ricevuto il pagamento in essa indicato. Essa ha natura dichiarativa e costituisce una
tipica dichiarazione di scienza con funzione di prova documentale precostituita. La
quietanza non integra un negozio in quanto il creditore non dispone del suo diritto ma
certifica il fatto dell'avvenuto pagamento; non pu quindi essere sottoposta n a
termine n a condizione. Inoltre la validit della dichiarazione pu essere contestata
per mancanza di veridicit, e l'onere della prova a carico del creditore. La
contestazione della quietanza pu aversi anche se questa stata creata per far figurare
un pagamento non eseguito, oppure nell'ipotesi di violenza. Qui il creditore non
agisce per l'annullamento della quietanza, bens per farne accertare l'inefficacia.
Dottrina e giurisprudenza riconoscono che la quietanza ha natura dichiarativa, ma c'
chi la inquadra nella confessione extragiudiziale. Tuttavia non si tratta di confessione
in quanto una dichiarazione obbligatoria mediante la quale il creditore deve
certificare il fatto della prestazione ricevuta in attuazione del suo diritto. Dunque pi
che confessione potrebbe essere pi opportunamente qualificata come autonomo
mezzo di prova.
70
La quietanza richiede la capacit di agire del dichiarante, la sufficiente
determinatezza del suo contenuto e la forma scritta. Ci in linea col generale
principio di tutela dell'incapace.
Le annotazioni liberatorie
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A richiesta del debitore il creditore tenuto a fare annotazione del pagamento sul
titolo documentativo del credito che rimanga in suo possesso. lannotazione
liberatoria ha efficacia probatoria anche se non sia sottoscritta dal creditore purch
risulti proveniente da quest'ultimo. L'annotazione pu essere apposta con la
medesima efficacia, anche sulla quietanza (relativamente a un nuovo pagamento) o su
un esemplare del documento posseduto dal debitore (una delle copie originali del
contratto o un documento ricognitivi di esso). Altra annotazione liberatoria quella
apposta su carte e registri domestici. Come la quietanza, le annotazioni liberatorie
sono prova sufficiente del pagamento fino a prova contraria. Al di fuori delle ipotesi
previste valgono come quietanza i documenti o gli oggetti si hanno i requisiti
sostanziali e formali.
La volontaria restituzione del titolo originale, ossia del documento contenente l'atto
formativo del credito, costituisce prova della liberazione del debitore. Questa
rappresenta una presunzione assoluta a favore del debitore, senza possibilit di prova
contraria. La volontaria restituzione senza pagamento assume infatti significato di
remissione e ha natura negoziale. Il creditore potr mostrare, piuttosto, che si era
trattato solo di una consegna temporanea del documento, o che il titolo stato
restituito per errore, inganno o violenza. Presunzione legale semplice assume invece
la restituzione della copia dell'atto pubblico spedito in forma esecutiva; dunque
ammessa la prova contraria, che a carico del creditore. Al rigore la restituzione
volontaria del titolo (originale o in copia) deve essere provata dal debitore, quale fatto
posto a fondamento della sua eccezione di liberazione. Ma se il debitore possiede il
titolo una doppia presunzione:1) che il documento gli stato restituito
volontariamente e 2) che la prestazione stata eseguita. Ecco perch allora l'onere
della prova contraria ricade sul creditore.
IMPUTAZIONE DI PAGAMENTO
Nozione
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L'imputazione volontaria. La natura
L'imputazione del pagamento spetta in primo luogo al debitore. L'atto non richiede
particolari requisiti formali, e pu essere anche tacito. Un requisito di validit e
quello temporale, cio il debitore pu dichiarare quale debito intende soddisfare
quando paga. L'imputazione pu essere fatta anche prima del pagamento, ma non in
un tempo successivo. Un limite al potere di imputazione del debitore che egli non
pu imputare il pagamento prima al capitale e poi agli interessi e alle spese. Tale
imputazione sarebbe dunque inefficace. Tuttavia il creditore pu rimuovere tale
inefficacia col proprio consenso.
L'imputazione legale
La prova
LA SURROGAZIONE
NOZIONE
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Surrogazione per volont del debitore, il quale prende a mutuo una somma
di denaro da un terzo al fine di adempiere il proprio debito e surroga il
mutuante nei diritti spettanti al creditore, anche senza il consenso di questi (art.
1202 c.c.);
Surrogazione legale, la surrogazione che ha la sua fonte nella legge ed
prevista in alcune ipotesi tassative (art. 1203 c.c.).
Surrogazione per volont del creditore
La surrogazione per volont del creditore disciplinata dall'art. 1201 del codice
civile secondo cui: Il creditore, ricevendo il pagamento da un terzo, pu surrogarlo
nei propri diritti. La surrogazione deve essere fatta in modo espresso e
contemporaneamente al pagamento. La legge prevede dunque la volont espressa del
creditore che ricevendo l'adempimento da parte del terzo dichiari di volerlo far
subentrare nei suoi diritti verso il debitore. Tale dichiarazione deve inoltre essere
effettuata contestualmente al pagamento da parte del terzo, giacch una dichiarazione
effettuata successivamente avrebbe per oggetto un rapporto gi estinto e il terzo
potrebbe agire solo con l'azione di indebito arricchimento nei confronti del debitore.
La surrogazione per volont del creditore indipendente dalla volont del debitore, e
pu avvenire anche contro di essa. Il terzo pu rifiutare di essere surrogato.
Surrogazione per volont del debitore
La surrogazione per volont del debitore disciplinata dall'art. 1202 del codice
civile secondo cui: "Il debitore, che prende a mutuo una somma di danaro o altra cosa
fungibile al fine di pagare il debito, pu surrogare il mutuante nei diritti del creditore,
anche senza il consenso di questo". Lo stesso articolo 1202 richiede i seguenti
requisiti per questo tipo di surrogazione:
1) che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa;
2) che nell'atto di mutuo sia indicata espressamente la destinazione della somma
mutuata;
3) che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la
provenienza della somma impiegata nel pagamento. Sulla richiesta del
debitore, il creditore non pu rifiutarsi di inserire nella quietanza tale
dichiarazione.
Con riferimento ai mutui bancari, la surrogazione realizza la cosiddetta portabilit del
mutuo, ossia permette al debitore di sostituire la banca che ha erogato inizialmente il
mutuo con una nuova banca, che ad esempio propone condizioni migliori,
mantenendo viva lipoteca originariamente costituita. Nel caso in cui si decida di
trasferire il mutuo ad altro intermediario non quindi pi necessaria la cancellazione
della vecchia garanzia e lattivazione di una nuova, con riduzione di formalit e
soprattutto di costi notarili. La banca che subentra provveder a pagare il debito che
residua e si sostituir a quella precedente. Il debitore rimborser il mutuo alle nuove
condizioni concordate. Le recenti disposizioni normative rendono il ricorso a tale
facolt pi agevole. infatti prevista la nullit delle clausole contrattuali che ne
impediscono ovvero ne rendono oneroso lesercizio per il cliente. Per verificare le
opportunit di surroga del mutuo si deve confrontare il vecchio contratto di mutuo
con le caratteristiche della nuova proposta. La verifica si esegue richiedendo un
75
preventivo per questa operazione a pi Istituti di Credito o utilizzando servizi di
comparazione sul web.
Surrogazione legale
La surrogazione legale prevista dall'art. 1203 che elenca alcune ipotesi in cui un
terzo subentra nei diritti del creditore per volont della legge:
Il caso in cui un soggetto, essendo creditore, ancorch chirografario, paga un
altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi,
del suo pegno o delle sue ipoteche;
Il caso dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di
acquisto, paga uno o pi creditori a favore dei quali l'immobile ipotecato;
Il caso di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito,
aveva interesse di soddisfarlo (ad esempio il pagamento effettuato dal
fideiussore);
Il caso dell'erede con beneficio d'inventario, che paga con danaro proprio i
debiti ereditari;
Negli altri casi stabiliti dalla legge e precisamente:
in favore del legatario che paghi i debiti ereditari (art. 756 c.c.);
in favore del creditore di una prestazione divenuta impossibile, nei diritti
spettanti al debitore in dipendenza del fatto che ha dato luogo all'impossibilit
(art. 1259 c.c.);
in favore del mediatore che non abbia manifestato il nome del contraente e
abbia eseguito la prestazione, verso il contraente occulto (art. 1762 c.c.)
in favore del depositante, qualora l'erede del depositario abbia alienato in
buona fede la cosa (art. 1776 c.c.);
in favore del fidejussore nei diritti del creditore (art. 1949 c.c.);
in favore di colui che paghi un debito altrui credendosi debitore in base a un
errore scusabile (art. 2036 c.c.);
in favore del creditore ipotecario perdente rispetto a un altro creditore che
abbia ipoteca su altri beni del debitore escusso (art. 2856 c.c.)
Il surrogato pu esercitare tutti i diritti e le azioni che spettavano al creditore
originario nei confronti del debitore, e pu valersi di tutte le garanzie che assistevano
il credito. Da notare che in caso di ipoteca il surrogato ha l'onere di far annotare la
surrogazione allo scopo di renderla opponibile ai terzi.
Crediti insurrogabili
I crediti sono generalmente surrogabili salvo il limite del carattere strettamente
personale. La insurrogabilit del credito pu essere sancita da particolari disposizioni
di legge (ad esempio, gli stipendi). Alla surrogazione sono estranei invece i divieti
legali previsti per la cessione. Tali sono la cessione quale contratto di alienazione del
credito.
Perfezionamento ed efficacia della surrogazione
La surrogazione si perfeziona con il pagamento fato al creditore originario ed
immediatamente efficace a favore del terzo surrogato. La surrogazione
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immediatamente efficace anche nei confronti del debitore, fatta salva la tutela della
sua buona fede. Cio, il debitore che ha pagato al creditore originario ignorando
l'avvenuta surrogazione, liberato anche nei confronti del terzo surrogato.
Il rapporto debitore-terzo surrogato
Il pagamento con surrogazione non estingue lobbligazione in via assoluta e il
debitore pu di massima opporre al nuovo creditore tutte le eccezioni opponibili al
creditore originario, e in particolare quella relativa alla validit del titolo costitutivo
del credito, i fatti estintivi, modificativi o sospensivi del rapporto obbligatorio
anteriori (o successivi se in buona fede) alla surrogazione.
Surrogazione e regresso
Il terzo subentra nel diritto di credito gi spettante al creditore pagato verso il
debitore. Ma al terzo spetta nei confronti dello stesso debitore una pretesa creditoria
che prescinde dalla surrogazione e che ha titolo in una azione di regresso. Nel caso di
surrogazione per volont del debitore, il terzo che ha dato a mutuo la somma ha
comunque il diritto alla restituzione della somma mutuata. Il credito della
surrogazione e quello del rapporto sottostante non sono cumulabili. La surrogazione
ha infatti funzione semplicemente recuperatoria. Il diritto surrogato e il diritto
derivante sono distinti. Mediante surrogazione il terzo acquista infatti il diritto gi
spettante al creditore. I diritti di regresso o di mutuo nascono invece direttamente in
capo al terzo adempiente o mutuante. Questa duplicit di pretese intesa in dottrina
in senso alternativo. Il terzo, cio, non potrebbe avvalersi del diritto di regresso e
della surrogazione ma dovrebbe scegliere tra l'uno o l'altro; ci non certo se si tiene
presente la funzione recuperatoria; ci esclude che il terzo surrogato possa giovarsi di
due titoli diversi per pretendere due volte quanto gli dovuto. invece ammissibile
se il terzo si avvalga in via complementare del titolo originario per pretendere ci che
gli dovuto oltre il limite recuperatore della surrogazione.
Oggetto della surrogazione
Oggetto della surrogazione sono i diritti spettanti al creditore originario, cio il
diritto di credito e i diritti accessori. Accessori sono anzitutto le garanzie, reali e
personali; i privilegi compresi quelli speciali. Si tratta comunque di diritti accessori
del credito e non delle posizioni contrattuali del creditore: infatti il surrogato non
subentra nel rapporto contrattuale intercorrente tra creditore debitore, e neppure nelle
azioni contrattuali. In dottrina stato negato che il terzo surrogato possa avvalersi
della clausola penale; tuttavia questa un accessorio del credito, ed quindi soggetta
a trasferirsi.
Obblighi del creditore verso il terzo surrogato
Il creditore soddisfatto tenuto a consegnare al terzo surrogato i documenti probatori
del credito che sono in suo possesso e, se il costituente consente, deve consegnargli la
costa ricevuta in pegno, o altrimenti deve tenerla in custodia.
Opponibilit della surrogazione ai terzi
La dottrina ritiene che la surrogazione sia opponibile ai terzi senza formalit. Una tesi
di minoranza reputa invece che sia prima notificata al debitore o accettata da questo
con atto di data certa.
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CAPITOLO 7
LA COOPERAZIONE DEL CREDITORE
Laccettazione della prestazione da parte del creditore
Laccettazione un atto negoziale mediante il quale il creditore o altro legittimato,
accettando la prestazione del debitore, libera questultimo dal vincolo obbligatorio.
La dottrina dominante considera laccettazione del creditore come un atto negoziale
unilaterale recettizio respingendo la tesi contrattuale dellaccettazione.
Forma: Laccettazione si perfeziona con la volontaria apprensione del bene o del
servizio offerto dal debitore o da chi legittimato ad adempiere; ai fini
dellaccettazione non necessaria n una dichiarazione scritta n orale, ma la
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dichiarazione scritta assume rilevanza ai fini probatori che il pagamento stato
eseguito ed accettato (assume cio il significato di una quietanza).
Verifica: Prima dellaccettazione, il creditore ha lonere di effettuare la verifica
preventiva, cio loperazione di accertamento della conformit della prestazione al
contenuto dellobbligazione, al fine di poter rifiutare la prestazione o chiedere la
risoluzione del contratto. Es. in materia dappalto, il committente deve accertarsi
(attraverso appunto una verifica) che tutto ci che egli ha chiesto stato
effettivamente realizzato dallappaltatore.
Il creditore non ha lobbligo di verificare la prestazione ma piuttosto un onere.
Dopo laccettazione, il creditore ha il diritto di effettuare il c.d. collaudo, cio una
verifica pi approfondita, al fine di poter verificare se la prestazione sia conforme al
contenuto dellobbligazione. Il giudizio di collaudo deve essere comunicato al
debitore e vale come accettazione della prestazione.
Acquiescenza: si verifica quando il creditore consapevole di accettare una
prestazione qualitativamente inesatta.
Lofferta nelle forme duso (art. 1214 c.c.) La dottrina divisa nel considerare
offerta formale la sola offerta solenne ai sensi dellart. 1209 c.c., o anche lofferta
secondo gli usi dellart. 1214c.c. La giurisprudenza ha ritenuto che fatta secondo gli
usi lofferta di pagamento mediante assegno circolare e vaglia postale non incassati
dal creditore. Il richiamo alle forme duso non va riferito agli usi normativi, bens alla
semplice pratica costante degli affari e quindi ai principi di correttezza e di buona
fede. Bianca ritiene che lofferta nelle forme duso sia valida ai fini della costituzione
in mora del creditore.
La mora del creditore (art. 1206 c.c.) Il creditore in mora quando, senza motivo
legittimo, non riceve il pagamento offertogli nelle forme di legge o non compie
quanto necessario affinch il debitore possa adempiere lobbligazione (cio rifiuta
la prestazione offertagli nelle forme di leggi o di uso). La mora del creditore un
caso particolare dove c un debitore che intende adempiere ed un creditore che non
vuole ricevere.
Sono motivi legittimi:
1. la mancanza della legittimazione a ricevere;
2. linesattezza della prestazione (c.d. adempimento parziale).
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Gli effetti della mora creditoria (art. 1207 c.c.) Quando il creditore in mora, a suo
carico l'impossibilit della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al
debitore. Non sono pi dovuti gli interessi n i frutti della cosa che non siano stati
percepiti dal debitore.
Il creditore pure tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora e a sostenere le
spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.
Gli effetti della mora si verificano dal giorno dell'offerta, se questa successivamente
dichiarata valida con sentenza passata in giudicato o se accettata dal creditore.
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dopo lintimazione al creditore, pu ottenere dal giudice la nomina di un
sequestratario. In questo caso egli liberato dal momento in cui ha consegnato al
sequestratario la cosa dovuta. Nonostante la lettera della norma, si ritiene che ai fini
del sequestro sia sufficiente unofferta nelle forme duso.
CAPITOLO 8
MODI DI ESTINZIONE DELLOBBLIGAZIONE DIVERSI
DALLADEMPIMENTO
Lestinzione pu essere:
- Assoluta: nel senso che estingue definitivamente la situazione debitoria e
creditoria;
- Relativa: per es. quando abbiamo una surrogazione (le modifiche soggettive
sotto laspetto creditorio - debitorio);
- Totale: quando estingue totalmente lobbligazione;
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- Parziale: nel caso dellart.1131c.c. (Adempimento parziale);
- Definitiva;
- Non definitiva: ad es. nel contratto annullabile, lestinzione non definitiva
perch suscettibile di essere ripristinata;
Il prof Grassi ritiene questa distinzione nulla in quanto risulta essere meramente
descrittiva, ma si tratta soprattutto di classificazioni che fanno riferimento ad un
criterio empirico molto equivoco.
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confusione una conseguenza necessaria del venir meno della dualit dei soggetti del
rapporto obbligatorio: non ha senso che una persona sia debitrice (o creditrice) di se
stessa.
Un limite, pu essere rappresentato dallart.1254c.c., secondo il quale la confusione
non opera in pregiudizio di terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto o di pegno
sul credito; quindi anche se il debitore e il creditore coincidono, i terzi mantengono il
loro diritto di pegno o usufrutto e lo fanno valere nei confronti di questo soggetto.
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se limpossibilit assoluta, oggettiva e non imputabile al debitore estingue
lobbligazione;
se si tratta di obbligazioni correlate, lestinzione delluna implica anche
lestinzione dellaltra perch vi una propagazione delleffetto estintivo. Es.
Tizio deve consegnare a Caio, dietro il pagamento di un corrispettivo, un
televisore
Dagli artt. 1218, 1256, 1463 c.c. si ricava un criterio rigoroso: il debitore finche
lobbligazione esiste deve adempiere, e leventuale inattuazione del rapporto lo
espone sempre al risarcimento del danno, salvo che non offra la prova che la causa
dellimpossibilit a lui non imputabile.
La connessione tra queste 3 norme (artt. 1218, 1256, 1463 cod. civ.,) chiara per chi,
come il prof, ritiene che la responsabilit per inadempimento sia una responsabilit
oggettiva.
Secondo il prof, infatti, non ha alcun rilievo lo stato psichico del debitore: il dato
testuale dellart. 1218 c.c. considera irrilevante tale stato, e per lart. in questione,
lunica difesa in grado di sottrarre il debitore allobbligo risarcitorio la prova della
sopravvenuta impossibilit della prestazione per causa a lui non imputabile (c.d.
impossibilit oggettiva).
In realt la dottrina, in particolare Ugo Natoli, d unopposta lettura dellart. 1218 c.c.
perch ritiene che la responsabilit da inadempimento si basi sulla colpevolezza.
Quindi la dottrina ha una visione del sistema secondo cui non c mai responsabilit
senza colpevolezza (c.d. impossibilit soggettiva).
Linterpretazione dottrinale classifica limpossibilit come:
1. oggettiva o soggettiva: limpossibilit soggettiva si riconosce col metodo della
sostituzione mentale. Per capire se limpossibilit oggettiva o soggettiva
bisogna mentalmente sostituire il debitore con qualunque altro soggetto e se,
operata la sostituzione, la prestazione risulta comunque realizzabile allora
limpossibilit sar soggettiva; se invece, la prestazione resta irrealizzabile
allora si davanti ad impossibilit oggettiva. La dicotomia impossibilita
soggettiva - impossibilit oggettiva pu essere facilmente valutata col metodo
della sostituzione mentale fin quando lobbligazione fungibile. Nel caso in
cui si ci riferisca ad obbligazioni infungibili c il rischio di trasformare
qualunque impedimento del singolo debitore in impossibilit oggettiva per la
semplice ragione che il metodo della sostituzione mentale inapplicabile. Una
prestazione fungibile quando pu essere realizzata con uguale profitto da
qualunque soggetto; mentre la prestazione infungibile quando strettamente
collegata alle qualit e alle competenze del debitore (ex.: la prestazione
dellavvocato). Tuttavia, in linea di prima approssimazione, si pu dire il
metodo della sostituzione mentale applicabile per tutte quelle attivit
preparatorie alladempimento che non siano strettamente infungibili. Questo
il rimedio che la dottrina utilizza al fine di aggirare il problema del metodo
della sostituzione mentale rispetto alle prestazioni infungibili. Lunica strada
possibile quella di verificare se gli impedimenti si riferiscono ad attivit
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infungibili oppure ad attivit fungibili strumentali alladempimento. Tale
attenta valutazione fatta dal professore risulta essere alquanto sofisticata,
poich, in linea di massima, soddisfacente il metodo della sostituzione
mentale per decidere se limpossibilit oggettiva o soggettiva;
2. assoluta o relativa: limpossibilit assoluta quando limpedimento causato
da fattori esterni non superabile neanche con una diligenza superiore alla
media. Si tratter, invece, di impossibilit relativa nel caso in cui
limpedimento pu essere superato adoperando una diligenza superiore alla
media.
Qualche autore contesta il fondamento scientifico di queste classificazioni, e fa
ricorso ad un criterio economico per esonerare il debitore da responsabilit senza
transitare per le categorie appena menzionate. In realt questo modo di ragionare
equivoco perch quando si valuta limpossibilit sopravvenuta non ci si deve limitare
a dare una descrizione approssimativa del contenuto del rapporto ma si deve essere
precisi ed esprimere il contenuto del rapporto in modo puntuale. Es.: Tizio ha
stipulato un contratto di trasporto con un vettore stradale affinch porti un pacco a
Calitri; leventuale crollo del ponte che porta a Calitri non consente di raggiungere la
meta stabilita. In tal caso si tratta di unimpossibilit oggettiva e assoluta, non c
bisogno di scomodare generici criteri economici rispetto al contratto per dire che in
questo caso il debitore non tenuto alla consegna con altri mezzi perch se si tratta di
un vettore terrestre, e nel contratto sancita la consegna con mezzi terrestri, il crollo
del ponte d luogo ad unimpossibilit sopravvenuta. In definitiva si deve dire che
quando si utilizzano queste categorie non si deve essere approssimativi e generici
nella descrizione del contenuto: la valutazione dellimpossibilit operazione molto
delicata che deve essere fatta valutando in modo molto preciso i confini della
prestazione: bisogna vedere bene, ad esempio, quale sia il contenuto
dellobbligazione del vettore; con qualunque mezzo di trasporto deve realizzare la
prestazione. Quindi per dire che un qualcosa impossibile dobbiamo capire bene in
cosa consiste questo qualcosa.
Questa banale osservazione spesso viene dimenticata dalla dottrina che, nel tentativo
di superare queste classificazioni, non si preoccupa di precisare in modo sufficiente il
contenuto del rapporto obbligatorio.
Il legislatore quando parla di impossibilit sopravvenuta si riferisce ad
unimpossibilit di tipo naturalistico (es. crollo del ponte) ma anche possibile che,
in taluni casi, ricorra unimpossibilit giuridica. Limpossibilit giuridica pu avere
varie gradazioni:
1. si pu avere unimpossibilit giuridica che diventa una vera e propria illiceit.
In alcuni casi la sopravvenuta impossibilit giuridica risulta essere una
sopravvenuta illiceit giuridica della prestazione quando la prestazione
vietata in quanto tale. Esempio: il sopravvenuto divieto di mettere in
commercio un determinato tipo di mangime per animali un caso di
sopravvenuta illiceit.;
2. in altri casi pu aversi che la sopravvenuta impossibilit della prestazione sia di
tipo giuridico ma sia legata al fatto che il debitore non ha pi il supporto di una
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serie di attivit collaterali indispensabili per la realizzazione della prestazione.
Lesempio macroscopico quello della nube vulcanica islandese che ha
paralizzato il traffico aereo. In tal caso si di fronte ad unimpossibilit ex post
qualificabile come impossibilit di tipo giuridico. Anche in questo caso, per
analogia trovano sempre applicazione le norme per la sopravvenuta
impossibilit naturalistica.
Il discorso sullimpossibilit giuridica conduce a dire che limpossibilit di cui
discorre il codice civile certamente unimpossibilit di tipo naturalistico, poich
anche nei casi di sopravvenuta impossibilit giuridica trovano applicazioni le
disposizioni dettate per limpossibilit di tipo naturalistico. Stabilire se si tratti di
impossibilit naturalistica o giuridica di scarso interesse per linterprete visto che la
normazione la medesima.
Inoltre, limpossibilit di cui discorre il codice civile unimpossibilit non
imputabile. Nel caso in cui limpossibilit fosse imputabile al debitore non vi pi
lestinzione del rapporto obbligatorio, ma si avr una trasformazione del rapporto
obbligatorio: il rapporto si trasforma in obbligazione risarcitoria.
Il criterio di imputazione della responsabilit quello della colpa: limpossibilit
imputabile se il debitore in colpa rispetto allimpossibilit; quindi lelemento
psicologico a valutare limputabilit dellimpossibilit. Tuttavia non si deve
confondere la colpevolezza rispetto allinattuazione del rapporto obbligatorio che
permane possibile; infatti, secondo il professore,
tale distinzione non ha rilievo nel sistema.
In conclusione quando si tratta di valutare se limpossibilit sopravvenuta sia
imputabile o meno si ricorre ai tradizionali criteri della colpevolezza (negligenza,
imprudenza, imperizia).
92
Secondo Bianca la remissione un atto dismissivo del potere quindi si tratta di un
atto di rinunzia il cui effetto quello di estinguere lobbligazione (le due situazioni
sono una consequenziale allaltra, es. se dismetto, estinguo), mentre secondo
Perlingieri si ha un atto tipico che quello di rinunzia cio latto dismissivo, a cui poi
deve essere accompagnato unulteriore dichiarazione di volont estintiva (i due
momenti non sono necessari perch la rinunzia non implica anche lestinzione).
La causa della remissione una causa gratuita (Bianca: causa neutra).
Per quanto riguarda, invece, la struttura della remissione, esistono 2 teorie in dottrina:
1. la teoria dominante ritiene che la remissione sia un negozio unilaterale
recettizio che si perfeziona quando giunge a conoscenza del debitore;
2. la teoria minoritaria ritiene che la remissione sia un contratto posto in essere
dal creditore e debitore.
Per fugare ogni dubbio circa il profilo della remissione possibile sovrapporre la
struttura di cui allart. 1236 c.c. con quella dellart. 1333 c.c. (contratto con
obbligazioni del solo proponente). La dottrina discordante anche sulla struttura
della fattispecie appena menzionata:
una parte della dottrina ritiene che si tratti di un contratto e che il consenso
delloblato/debitore espresso in modo tacito;
unaltra parte della dottrina ritiene che il silenzio delloblato/debitore non
implichi alcun consenso.
Il prof., come del resto la dottrina dominante, ritiene che le fattispecie descritte dagli
artt. 1236 e 1333 c.c. siano negozi giuridici unilaterali recettizi e rifiutabili.
Per quanto riguarda il profilo causale della remissione vi sono due tesi discordanti:
1. una parte della dottrina ritiene che la remissione ha un carattere
necessariamente gratuito assimilabile allistituto della donazione (art. 769 c.c.);
2. unaltra parte della dottrina ritiene che la remissione sia un negozio a causa
neutra o generica, che pu, secondo i casi,essere a titolo gratuito o oneroso.
Es.: il creditore rimette il debito nei confronti del proprio debitore, in virt di in
contratto che ha stipulato con un familiare del debitore, che gli ha pagato un
certo prezzo per la remissione del debito.
CAPITOLO 9
LA CESSIONE DEL CREDITO
Nella cessione del credito opera una modificazione soggettiva nel lato attivo
dellobbligazione (come del resto la surrogazione) mediante un atto di disposizione
del credito (atto di consenso) che pu essere a titolo gratuito o oneroso (es.:
donazione o compravendita), mediante il quale il creditore (cedente) trasferisce il
diritto di credito ad un terzo (cessionario), anche senza il consenso del debitore
ceduto, il quale non fa parte del negozio di cessione ma deve comunque essere
informato sulla cessione al fine di sapere a chi dovr pagare.
La cessione ha effetto nei confronti del debitore ceduto quando questi lha accettata o
quando gli stata notificata (art.1264c.c.). Tuttavia, se il debitore ceduto adempie nei
confronti del cedente (creditore apparente) invece che del cessionario, liberato
dallobbligazione a meno che non si provi che il debitore/ceduto era a conoscenza
dellesistenza della cessione. In questo caso il ceduto dovr pagare nuovamente al
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cessionario, salvo vedersi poi restituito il pagamento dal cedente. Tuttavia, sempre se
il cedente disposto a restituire la prestazione spontaneamente, altrimenti il ceduto
dovr invocare unazione legale. Il debitore, che ha accettato la cessione, non potr
opporre al cessionario leccezione di compensazione. Se il debitore ceduto non ha
accettato la cessione del credito, nonostante la notificazione, potr opporre la
compensazione solo per i crediti sorti prima della notificazione.
Insieme al diritto di credito si trasferiscono anche le garanzie ad esso correlate.
Bisogna distinguere la cessione del credito dalla cessione del contratto, che implica
qualcosa di molto pi complesso perch abbiamo un sinallagma contrattuale con
relativi diritti e doveri. Mentre la cessione del contratto comporta il consenso della
parte ceduta, per la cessione del credito questo consenso non di regola necessario
poich il cedente aliena una semplice pretesa creditoria (si esprime cos il principio
della libera cessione dei crediti).
Secondo lart.1260c.c.: Il creditore pu trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo
credito anche senza il consenso del debitore, purch il credito non abbia carattere
strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge.
Le parti possono escludere la cedibilit del credito; ma il patto non opponibile al
cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione.
Nel nostro ordinamento vige il principio della libera cedibilit dei crediti (no dei
debiti), ma sono previste alcune eccezioni:
1. non sono cedibili i crediti di natura strettamente personale (es. il diritto agli
alimenti);
2. non sono cedibili i crediti il cui trasferimento espressamente vietato dalla
legge (es.: tutti i magistrati, gli ufficiali giudiziari, non possono mai essere
cessionari di diritti che sono inerenti alle cause per le quali loro hanno prestato
servizio);
3. non sono cedibili i crediti il cui trasferimento vietato per volont delle parti,
ma il patto non opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo
conosceva al tempo della cessione. In questo caso,se il cedente viola il patto
sar comunque obbligato al risarcimento verso il debitore ceduto, ma la
cessione avr comunque effetti, a meno che non si dimostri la malafede del
cessionario.
Nel nostro ordinamento non esiste un vero e proprio contratto di cessione del credito
in quanto essa si caratterizza per una causa variabile o generica che non permette di
qualificarla come contratto a s stante. Quindi la cessione del credito ha una struttura
bilaterale poich posta in essere dal cedente e dal cessionario.
Per quanto riguarda le azioni e le eccezioni, il cessionario pu agire per tutelare le
proprie ragioni creditorie (es. azione revocatoria), mentre non pu agire con azioni
che riguardano lintera fonte contrattuale (es. nullit o risoluzione del contratto, le
quali invece competono al cedente, cio al titolare diretto), in quanto il cessionario
titolare solo del diritto di credito e quindi pu esercitare solo le azioni correlate al
diritto che gli stato trasferito, non quelle relative allintera fonte. Diverso il caso
delle eccezioni, che il cessionario pu sollevare relativamente a tutti e due i momenti
e cio sia relativamente alla realizzazione del credito, sia relativamente alla fonte.
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Cessione pro soluto e cessione pro solvendo
Il rapporto tra cedente e cessionario pu essere:
una cessione pro - soluto : il cedente garantisce al cessionario solo lesistenza
del credito (c.d. il nomen verum), se la cessione a titolo oneroso;
una cessione pro solvendo: il cedente garantisce al cessionario,oltre
lesistenza del credito, anche il buon nome del debitore (il c.d. nomen bonum).
Tale garanzia correlata alla buona riuscita delloperazione creditoria, cio alla
precisa realizzabilit del credito. In caso di inadempimento da parte del
debitore ceduto, sar il cedente ad adempiere nei confronti del cessionario.
Schema riassuntivo
Fattispecie Effetti Modalit
Adempimento del Lobbligazione si Pu avvenire su iniziativa spontanea del terzo
Terzo (art.1180 c.c.) estingue oppure previo accordo tra terzo e debitore
Surrogazione Lobbligazione resta Si perfeziona con latto di pagamento al
(art. 1201 - 1202 - in vita ma cambia la creditore da parte del terzo
1203 c.c.) figura del creditore
Cessione del credito Lobbligazione resta Si perfeziona con un atto dispositivo del
(art.1260c.c.) in vita ma cambia la credito che pu essere a titolo oneroso o
figura del creditore gratuito.
CAPITOLO 10
DELEGAZIONE, ESPROMISSIONE, ACCOLLO
La delegazione, lespromissione e laccollo sono le modificazione nel lato passivo
del rapporto obbligatorio. Potrebbero avere efficacia novativa (cio estinguere
lobbligazione precedente), oppure efficacia cumulativa (cio determinare un
aggiungersi di soggetti passivi).
Fattispecie Art. di riferimento Debitore Terzo Creditore
Delegazione 1268 - 1271 c.c. Delegante Delegato Delegatario
Espromissione 1272 c.c. Espromesso Espromittente Espromissario
Accollo 1273 c.c. Accollato Accollante Accollatario
Il nostro sistema non molto portato ad agevolare le modificazioni soggettive
passive, infatti mentre nella cessione del credito il creditore libero di fare ci che
vuole e quindi vige il principio di libera cedibilit, senza il consenso del debitore,
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nella modificazione del lato passivo occorre, invece, laccettazione del creditore, in
quanto il debitore un soggetto vincolato e risponde con il suo patrimonio.
Sulla struttura della delegazione sono state elaborate due diverse teorie:
1. la delegazione un negozio trilaterale che, per il suo perfezionamento richiede
il consenso contestuale del delegante, del delegato e dal delegatario. Tale teoria
risale a Rescigno ed condivisa dalla dottrina minoritaria;
2. la delegazione il risultato di un procedimento complesso, scindibile in 2
negozi bilaterali successivi luno allaltro, ma legati dal medesimo profilo
funzionale: dapprima, c un atto bilaterale, sottoposto allaccettazione del
delegato (situazione che richiama quella del mandato, ma che differisce da
questa, perch nel caso di eventuale morte o sopravvenuta incapacit del
mandante, il delegato non si libera dal suo impegno); avuto lincarico, il
delegato promette e si impegna con il delegatario di adempiere alla prestazione
attraverso un atto unilaterale. Il delegatario accetta la promessa con la
conseguenza dellapplicazione del principio del beneficium ordinis. Tale teoria
sostenuta da Raffaele Cicala ed condivisa dalla dottrina dominante (incluso
il prof Grassi).
In merito alla seconda teoria, il prof si sofferma sullesternazione degli effetti del
mandato, a seconda che sia:
mandato con rappresentanza: (art. 1704 c.c.): il mandatario ha il potere di
agire in nome e per conto del mandante, cosicch gli effetti giuridici
dellattivit del mandatario si ripercuoteranno direttamente nella sfera del
mandante;
oppure mandato senza rappresentanza: (art. 1705 c.c.): il mandatario agisce in
nome proprio nellinteresse del mandante. Nel contratto di mandato
irrilevante il fatto che il terzo sappia o meno di trattare con un mandatario.
Tuttavia, nella delegazione, lesternazione del mandato produce comunque
degli effetti: leffetto minimo legato direttamente allesternazione del mandato
detto conteggio (il delegatario attribuisce la somma ricevuta dal delegato al
patrimonio del delegante).
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Il rapporto tra delegante e delegatario si chiama rapporto di valuta; Bianca parla di
atto di assegnazione mediante il quale il delegante dice al delegatario di non essere
pi il suo debitore. Questo un atto bilaterale e laccettazione del creditore anche in
questo caso avr come effetto giuridico principale il beneficium ordinis.
Il rapporto tra delegante e delegato si chiama, invece, rapporto di provvista.
La delegazione pu essere:
1. attiva: quando il delegante creditore del delegato;
2. passiva: quando il delegante debitore del delegatario (normalmente la
delegazione attiva e passiva);
3. liberatoria: il delegatario, con una propria dichiarazione, libera il delegante;
4. cumulativa (art. 1268 c.c.): cos chiamata in quanto determina la costituzione
di unobbligazione che si aggiunge, senza estinguerla, allobbligazione
originaria del delegante. Il delegato obbligato in solido con il delegante per la
medesima prestazione nei confronti del delegatario. In tal caso, il delegatario
deve esercitare, prima, lonere di preventiva richiesta nei confronti del
delegato, e se questultimo si rifiuta di adempiere, potr chiedere
ladempimento al delegante. Inoltre, il delegatario pu esercitare, in caso di
insolvenza di entrambi i debitori, lonere di preventiva escussione (fase
eventuale) prima nei confronti del delegato e poi del delegante per la parte
residua.
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1. eccezione di compensazione relativa al rapporto finale tra delegato e
delegatario: il delegato pu opporre leccezione di compensazione al
delegatario;
2. eccezioni relative al rapporto di provvista tra delegante e delegato : salvo
patto contrario, il delegato non pu opporre al delegatario le eccezioni relative
al rapporto di provvista;
3. la c.d. nullit della doppia causa: il delegato pu far valere la nullit del
rapporto di provvista solo se nullo anche quello di valuta. Il prof ritiene che si
dovrebbe parlare di regola della nullit della valuta ed eccezione del rapporto
di provvista. Si considera nulla la valuta, ex.: io non ti pago perch non ho
rapporti con te. Per il prof Grassi, tale regola non utile, perch poco chiara;
4. eccezioni relative al rapporto di valuta tra delegante e delegatario: il delegato
non pu neppure opporre al delegatario le eccezioni relative al rapporto di
valuta, se ad esso le parti non hanno fatto espresso riferimento.
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- se lobbligazione assunta dal nuovo debitore dichiarata nulla o annullata
(art.1276c.c.). Quindi lobbligazione del debitore originario ritorna ad essere
efficace.
Questo vale anche per lespromissione e accollo novativo. Anche se alcune dottrine
ritengono che ci non sia applicabile nellaccollo.
La delegazione :
1. su debito: secondo il prof, quando si fa riferimento ad un pregresso rapporto
debitorio tra delegante e delegato (menzionato dal contratto di mandato ), che
si estinguer nel momento in cui il delegato esegue la prestazione nei confronti
del delegatario. Unaltra parte della dottrina ritiene che la delegazione su
debito si verifica quando il contratto di mandato viene predisposto per la
realizzazione di interessi ulteriori (ex.: interessi economici). Il prof ritiene che
tale teoria sia incompleta perch tralascia il profilo funzionale della
delegazione. (la causa secondo Pugliatti).
2. oppure allo scoperto: quando nel contratto di mandato, non si fa riferimento ad
un pregresso rapporto debitorio tra delegante e delegato. Alcuni autori
ritengono che tale fattispecie garantisce solo lesecuzione del mandato (c.d.
cooperazione gestoria).
101
fare un contratto di mutuo tra me e la banca ed un contratto di compravendita
tra me e lappaltatore che risulta essere sollevato dalla banca). Cicala
costruisce la sua tesi muovendo dallo studio degli orientamenti soggettivistici
della causa; ma le tesi soggettivistiche, secondo il prof., trovano applicazione
solo se si di fronte ad un accordo corrispettivo, e nel caso dellaccollo,
incompatibile una tesi del genere;
la tesi sostenuta dalla dottrina minoritaria, tra i cui fautori vi il prof Grassi, e
dalla giurisprudenza: ritiene che laccollo sia un autonomo contratto, come del
resto anche lespromissione. Tale tesi muove dallart. 1272, II comma, c.c. -
espromissione, dalla cui lettura si evince che lassunzione del debito pu aversi
anche senza far riferimento ad alcun rapporto sottostante tra il debitore
originario e il terzo. Quindi, se si pu dar vita ad unespromissione senza
specificare lo scopo per cui si pone in essere tale negozio giuridico, allo stesso
modo si pu fare anche con laccollo. Secondo il prof Grassi non rilevante il
motivo per cui un terzo si accolla lobbligazione di un debito altrui, ma
importante che il credito venga liberato poich il prof Grassi muove dal
presupposto che la causa sia la funzione giuridica del negozio (c.d. teoria
oggettivistica di Pugliatti).
Ad un certo punto lo stesso Cicala leggendo lart. 1272, II comma, c.c., si rese conto
che la sua tesi infondata perch lassunzione del debito altrui pu aversi avulsa
(separata) da qualsiasi altro tipo di rapporto sottostante, e cos suppose lesistenza di
un accollo atipico che non fosse clausola di un altro contratto.
Tuttavia la nuova tesi di Cicala risult essere poco convincente perch basava le sue
motivazioni sugli stessi argomenti adoperati per la prima teoria.
CAPITOLO 11
LE OBBLIGAZIONI PLURISOGGETTIVE
LE OBBLIGAZIONI PLURISOGGETTIVE sono quelle che esigono una pluralit
di soggetti per lesecuzione della prestazione. Rientrano in tale categoria:
1. le obbligazioni solidali, disciplinate dagli artt. 1292 a 1313 c.c., che si
distinguono in: a) attive e b) passive;
2. le obbligazioni parziarie, disciplinate dagli artt. 1314 a 1320 c.c., che si
distinguono in: a) divisibili e b) indivisibili. A differenza di quelle solidali, ogni
debitore (o creditore) tenuto a prestare (o a ricevere) solo la parte che gli
compete dellintera prestazione;
3. le obbligazioni collettive, che esigono lesecuzione congiunta della prestazione
da parte di tutti i debitori (es.: lesecuzione di un concerto da parte di unintera
102
orchestra) o a favore di tutti i creditori (es.: lobbligazione di un'agenzia di
viaggi nei confronti di una comitiva).
Secondo lart.1295c.c. Salvo patto contrario, l'obbligazione si divide tra gli eredi di
uno dei condebitori o di uno dei creditori in solido, in proporzione delle rispettive
quote.
103
La dottrina ha elaborato due diverse rappresentazioni grafiche della struttura delle
obbligazioni solidali:
obbligazioni solidali a struttura unitaria ad interesse comune: sono quelle che
hanno ad oggetto ununica prestazione imputabile a pi debitori mossi
dallinteresse debitorio comune di adempiere. Si tratta di unobbligazione
solidale nata da un unico titolo (es.: obbligazione derivante da un medesimo
fatto giuridico). Tale ricostruzione accettata dal nostro c.c.;
obbligazioni solidali a struttura pluralistica ad interesse unisoggettivo: sono
quelle che hanno ad oggetto pi prestazioni identiche imputabili a pi debitori.
Ladempimento eseguito dal debitore originario, mosso da un interesse
debitorio unisoggettivo, libera anche gli altri condebitori. Si tratta di
unobbligazione solidale nata per tratti successivi, in quanto deriva da pi titoli
che si affiancano allobbligazione originaria semplice. Tale ricostruzione
stata proposta da Busnelli.
Il prof ritiene che tali rappresentazioni grafiche siano non necessarie perch spostano
lattenzione dellinterprete dagli interessi concreti alla struttura formale
dellobbligazione solidale. Tuttavia, anche il prof Campobasso condivide lopinione
del prof Grassi: infatti Campobasso ritiene che le rappresentazioni grafiche della
struttura della solidariet sono pseudo concetti irrilevanti, in quanto indispensabile
soffermarsi su unattenta valutazione del fatto concreto dellobbligazione solidale.
Gli effetti giuridici della sentenza nelle obbligazioni solidali (art. 1306 c.c.)
La sentenza pronunziata tra il creditore e uno dei debitori in solido, o tra il debitore e
uno dei creditori in solido, non ha effetto contro gli altri debitori o contro gli altri
creditori. Es.: il creditore Tizio cita in giudizio Caio, uno dei suoi debitori solidali,
che viene condannato al pagamento del debito. A tale sentenza per estraneo
Sempronio, laltro condebitore, per la cui condanna sar necessaria unaltra causa. In
virt dellespresso principio richiamato dallart. 2909 c.c. (cosa giudicata),
laccertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato a ogni effetto tra
le parti, i loro eredi o aventi causa (efficacia del giudicato tra le parti).
105
il rimborso del debito, nellazione di regresso, (art. 1299 c.c.), diviso in parti
uguali per ciascun condebitore (divisione del debito in parti uguali tra i
condebitori);
il rimborso del danno risarcito, nella responsabilit solidale (art. 2055,
IIcomma, c.c.), determinato dalla gravit della rispettiva colpa (divisione del
debito basato sulla gravit della colpa).
106
Lart. 1317 c.c. prescrive che le obbligazioni indivisibili sono regolate dalle stesse
norme delle obbligazioni solidali, in quanto applicabili, con la conseguenza che ogni
debitore obbligato ad eseguire per intero la prestazione al creditore e ogni creditore
pu esigere lintera prestazione dal debitore. Sono, tuttavia, previste alcune eccezioni
(es.: art. 752 c.c. - ripartizione dei debiti ereditari tra gli eredi: i coeredi
contribuiscono tra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari in proporzione delle
loro quote ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto).
La solidariet si differenzia dalla indivisibilit in quanto mentre la prima ha lo scopo
di facilitare la riscossione del credito, la seconda solo conseguenza
dellindivisibilit del suo oggetto.
CAPITOLO 12
OBBLIGAZIONE NATURALE
LOBBLIGAZIONE NATURALE una situazione che ha solo il momento
precettivo ed priva del momento coercitivo: costituisce, infatti, una forma di debito
senza responsabilit.
Lobbligazione naturale consiste, in particolare, nelladempimento di un dovere
morale o sociale per cui il debitore, pur non avendo il dovere di adempiere, una volta
eseguita la prestazione, non pu ottenere la ripetizione di quanto prestato (art. 2034
c.c.). es. un debito di gioco prescritto, che il debitore intende ugualmente pagare.
Requisiti delladempimento dellobbligazione naturale sono:
107
- la capacit dintendere e di volere di chi adempie;
- la spontaneit delladempimento;
- la forma libera;
- proporzionalit alle proprie sostanze;
- leffetto giuridico la soluti retentio (cio una volta eseguita la prestazione, il
debitore non pu ripetere ci che ha spontaneamente prestato).
Lobbligazione naturale:
non trasmissibile mortis causa, anche se lerede libero di adempiere in via
originaria lobbligazione naturale del de cuius, facendola cio diventare una
propria obbligazione;
non compensabile con unobbligazione civile;
non novabile per mancanza del presupposto della novazione, ossia perch
non c unobbligazione civile valida da sostituire; poich non costituisce un
diritto in senso stretto;
non possibile la remissione; , invece, possibile ladempimento del terzo.
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1a teoria: adempiere spontaneamente vuol dire che il solvens (colui che paga)
adempie senza aver subito alcuna costrizione;
2a teoria: adempiere spontaneamente vuol dire che il solvens (colui che paga)
adempie con la piena consapevolezza di adempiere unobbligazione naturale;
3a teoria: tenta di conciliare le prime due teorie: adempiere spontaneamente
vuol dire che il solvens (colui che paga) adempie sia senza costrizioni che con
la piena di consapevolezza di adempiere unobbligazione naturale.
Essa la normale obbligazione disciplinata dal c.c. Essa disciplinata dallart. 2034 c.c.
Essa trova la sua fonte nellart. 1173 c.c. Nasce per volont del soggetto adempiente di eseguire la
prestazione in virt di particolari doveri morali o sociali
Il creditore pu agire in giudizio per chiedere Il creditore non pu agire in giudizio (debito incoercibile) per
ladempimento della prestazione. Bianca, definizione chiedere ladempimento dellobbligazione naturale.
condivisa anche dal prof, parla di obbligazione
assistita da unazione coercitiva, a cui il creditore pu
ricorre in caso di inadempimento da parte del
debitore.
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fenomeno eccezionale prende il nome di obbligazione momento di difficolt o a chi ha conseguito una laurea
naturale ed assolve alla funzione di accogliere nel mondo
del diritto i valori espressi dalla morale sociale, che sono
sufficienti a giustificare causalmente ladempimento.
Intensit del vincolo sociale: quanto pi il vincolo sociale Intensit del vincolo sociale: quanto pi il vincolo sociale
forte tanto pi la prestazione obbligazione naturale. tenue tanto pi la prestazione
Es.: il regalo fatto al professionista che ci ha ricevuti donazione. Es.: una donazione ad un reparto ospedaliero
privatamente, e non si fatto pagare, non pi un regalo, perch ha salvato ad un nostro caro, donazione non
ma ladempimento di un obbligazione naturale. abbiamo nessun dovere se non generico dovere di dare un
segno tangibile della nostra gratitudine.
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