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LE OBBLIGAZIONI

Definizioni e struttura
Diritto di credito = obbligazioni ⟶ termine sottolinea l’importanza del lato passivo del rapporto.
↳ diritti patrimoniali relativi (= esistono solo in relazione a determinati soggetti).
Sono costituiti dal rapporto tra una persona titolare del diritto (creditore) e un soggetto passivo determinato
(debitore) ➜ il debitore è tenuto a un obbligo positivo di dare/fare qualcosa suscettibile di valutazione
economica (=prestazione).
Per godere del diritto di credito c’è bisogno dell’attiva collaborazione di una persona precisamente individuata.
Cosa significa?
➜ il creditore non ha alcun potere diretto sull’oggetto della prestazione, ha solo l'aspettativa che il
debitore esegua il debito.
➜ il debitore ha un obbligo di comportamento finché non adempie il suo debito.
In mancanza di un adempimento spontaneo del debito non è possibile la sua diretta estorsione, tuttavia il
debitore sarà chiamato a rispondere di tale inadempimento ⤵

Distinzione delineata dalla Pandettistica tedesca del 800 ⟶ all’interno dell’obbligazione individuano 2 elementi:
- debito = aspettativa del creditore e dovere del debitore
- responsabilità = scatta nel caso in cui il debitore non tenga il comportamento dovuto, il creditore può
dunque agire contro il debitore per risarcire il proprio interesse non soddisfatto.
OBBLIGAZIONE = DEBITO + RESPONSABILITÀ

Le fonti romane ci tramandano 2 definizioni di fonti contenute nella compilazione giustinianea:


1) Istituzioni di Giustiniano da un giurista classico ➜ l'obbligazione è un vincolo giuridico per mezzo del
quale siamo costretti a prestare qualcosa.
↳ cfr ob-ligatio = legare a sé una persona con uno scopo, legame finalizzato ad ottenere una
certa soddisfazione. Nozione di vincolo giuridico e di assoggettabilità del debitore che non tenga il
comportamento previsto. [Cosa significa? cfr appunti le prime forme di obbligazione vedono il debitore
assoggettato fisicamente al creditore, il vincolo poi da fisico/materiale diverrà giuridico, astratto].
2) Digesto ➜ l’essenza delle obbligazioni non consiste nel rendere una qualche cosa/servitù, ma la
sostanza delle obbligazioni sta nel costringere un altro, a nostro favore, a fare o a prestare qualcosa.
↳ si cerca di identificare la sostanza delle obbligazioni e a questo scopo vengono descritte in
contrapposto ai diritti reali, affermando che il diritto di credito non attribuisce al titolare alcun potere su
cose ⟶ il creditore ha un potere soltanto sul soggetto passivo (può indurlo a tenere un certo
comportamento; perché ha questa facoltà? Il creditore è titolare di un’azione in personam).

A ogni obbligazione corrispondeva un’azione in personam, tuttavia esistevano delle obbligazioni naturali =
situazioni in cui esisteva un debito che non era però azionabile. Situazioni riconducibili all’incapacità giuridica
delle persone alieni iuris (soprattutto schiavi e filiae familias) ⟶ questi soggetti a potestà potevano concludere
contratti dai quali scaturiva un debito (diventavano debitori), ma il creditore non avrebbe potuto agire in
giudizio contro il soggetto a potestà che non avesse adempiuto tale debito.
↳ le obbligazioni naturali difettano di azione ➜ composte solo dal debito e manca la responsabilità.
Se la prestazione veniva spontaneamente adempiuta il debito si estingueva ⟶ non poteva essere richiesta la
restituzione di esso. Si aveva la soluti retentio ⟶ quando un creditore riceveva un adempimento spontaneo
aveva il diritto di trattenere quanto gli era stato pagato ➜ la prestazione era incoercibile MA il pagato era
irripetibile. Anche eventuali garanzie sarebbero state valide.

Origine storica
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Età più antica ⟶ si sviluppa una forma rudimentale di obbligazione (ricorda economia agricola, famiglie
autosufficienti, non si sentiva la necessità di ricorrere al credito).
Cfr terminologia obligatio-vinculum-solutio ⟶ indicano in origine un vincolo effettivo, non solo potenziale.
- Ob-ligare = legame finalizzato a un fine
- Vinculum = laccio, corsa, catena
- Solutio = liberazione da tale vincolo, scarcerazione ⟶ più tardi assume significato di adempimento.

Si è sviluppato per primo lo schema della responsabilità innanzitutto nel campo degli illeciti.
[cfr appunti le obbligazioni sorgono da contratti e da illeciti ⟶ i delitti sono più antichi dei contratti; gli illeciti
comportano subito una responsabilità, non vi è ancora l’idea di debito nell’epoca più antica in quanto nascerà
nell’ambito dei contratti.]

Atti illeciti
Atti molto gravi ⟶ si riteneva giustificato un intervento statale per punire il colpevole ➜ chiamati crimina,
rientrano nel diritto pubblico.
Atti meno gravi ⟶ offensore era assoggettato a una pena non pecuniaria, spesso in base alla legge del
taglione (offeso poteva impossessarsi materialmente dell'offensore seguendo la manus iniectio e procedere
alla vendetta) ➜ si parla di delicta e rientrano nel diritto privato.
➜ si poteva talora arrivare ad un accordo (pactum) tra offensore e offeso = questo accettava che la pena
corporale venisse sostituita dal pagamento di una somma ➜ tale somma NON era ancora concepita come
prestazione dovuta ma come riscatto (non era oggetto di un obbligo)
↳ nel sistema delle XII Tavole si incontrano tutti e 3 i possibili sistemi sanzionatori.
In età successiva alla XII Tavole l’offeso non può più rifiutare il pactum e preferire vendicarsi, deve sempre
accettare il pagamento della pena pecuniaria ➜ da questo momento i delicta possono essere configurati
come atti produttivi di obbligazioni.

Atti leciti
1) Nexum ➜ prima forma di contratto ⟶ antica forma di mutuo con cui il debitore rimaneva assoggettato al
creditore finché non compisse una solutio per aes et libram, conseguente al pagamento del debito.
Il nexum comportava un assoggettamento immediato e attuale + il pagamento aveva funzione di riscatto
e non propriamente di adempimento del debito.
2) Praedes e Vades ➜ figure di garanti utilizzate nel processo ⟶ erano chiamati a rispondere nel caso in
cui una persona diversa non tenesse il comportamento desiderato, su tale persona gravava il debito ma
non la responsabilità; i praedes e i vades non erano debitori ma responsabili.
3) Sponsio ➜ negozio più antico in cui è possibile individuare la struttura completa dell’obbligazione
(promessa in cui si usa lo stesso verbo, antenata della stipulatio). Qui debito e responsabilità gravano
sulla stessa persona. Tuttavia, l’azione esecutiva si svolgeva ancora nella forma della manus iniectio,
dunque con una soggezione della persona e non del suo patrimonio.
4) Bonorum venditio ➜ introduzione della procedura esecutiva patrimoniale intorno al II secolo a.C. ⟶ da
questo momento la responsabilità del debitore comporta un assoggettamento non più della persona del
debitore ma del suo patrimonio.

La struttura della sponsio fu estesa ad altri rapporti scaturenti da atto lecito e poi anche agli atti illeciti: la pena,
sorta come riscatto, comincia ad essere vista come prestazione.
Principale differenza tra leciti e illeciti ⟶ debitore da illecito è immediatamente responsabile; il creditore può
subito agire per far valere il proprio diritto.

Le fonti delle obbligazioni


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Fonti delle obbligazioni = atti e fatti che generano obbligazioni. In diritto romano le causae obligationum
sono tutte tipiche.
Abbiamo 3 classificazioni delle fonti:
1) BIPARTIZIONE ➜ Istituzioni di Gaio, egli afferma che le possibili fonti delle obbligazioni sono due:
a) delitto = atto illecito di natura penale, lesivo di un interesse privato ⟶ dall’epoca preclassica
viene sanzionato con il pagamento di una somma di denaro a favore della persona offesa.
Riconduce all’idea di obbligazione [abbiamo visto prima].
b) contratto = per i romani è fonte SOLO di obbligazione, non trasferiscono diritti reali. Il contratto
è essenzialmente contrahere obbligationem, cioè un atto lecito che produce obbligazione tra le
parti (costituisce rapporti obbligatori).
PROBLEMA: alla base di ogni contratto c’è un accordo? Per considerare esauriente la
definizione di Gaio bisogna intendere il contratto come qualunque atto lecito obbligatorio
indipendentemente dalla presenza in esso di un accordo tra le parti ⟶ esistono atti obbligatori
che non nascono da un accordo tra le parti.
Tuttavia, nel seguito del brano delle Istituzioni, anche per Gaio il contratto esigeva l’accordo tra
le parti: esso infatti è elemento necessario.
+ Inoltre, chi paga un indebito ha intenzione di estinguere un'obbligazione piuttosto che di
costituirla, dunque tale atto lecito non è riconducibile al contratto; tuttavia anche questo atto
produce obbligazione per chi riceve la somma.
2) TRIPARTIZIONE ➜ in un’opera più tarda Gaio aggiunge le variae causarum figurae = categoria
contenente tutte quelle fattispecie che producevano obbligazioni pur non essendo né contratti (manca
accordo esempio solutio indebiti o legati obbligatori) nè delitti.
↳ segue lo schema tripartito anche il nostro codice civile cfr art. 1173
3) QUADRIPARTIZIONE ➜ nelle Istituzioni di Giustiniano le fonti di obbligazione diventano 4: le
obbligazioni derivano da contratto o come da contratto o da delitto o come da delitto.
↳ secondo questa classificazione ci si può obbligare oltre che da contratto e da delitto, anche un base a
fattispecie che sono avvicinabili all’uno o all’altro.
a) quasi contratti = atti leciti produttivi di obbligazione privi di un accordo = somigliano al
contratto ma non lo sono perché manca l’accordo.
i) solutio indebiti
ii) negotiorum gestio
iii) tutela,comproprietà,coeredità
iv) legati (e fedecommessi) con effetti obbligatori = testatore fa sorgere un'obbligazione a
carico dell’erede a favore del legatario.
b) quasi delitti = atti illeciti per cui si risponde solitamente solo per dolo (volontà); tuttavia c’è
un’eccezione che è il danno per il quale si risponde per colpa. Ci sono poi delle fattispecie varie
un po’ particolari nelle quali rispondi anche per fatti altrui.
i) iudex qui item suam fecit = responsabilità del giudice che abbia sbagliato danneggiando
una delle parti con la sua sentenza. La parte danneggiata può agire contro il giudice, la
condanna è pari a quella subita del danneggiato. Lo classificano come quasi delitto.
ii) actio de posito vel suspenso = illecito di pericolo, punito indipendentemente dal fatto che
si verifichi un danno, allo scopo di evitarlo. Sei punito per il pericolo che hai creato
(esempio appendere qualcosa da un cornicione col rischio che cada su un passaggio
pubblico provocando danni)
iii) actio de effusis et deiectis = ipotesi in cui sia stato gettato qualcosa da una casa. Qui vi
è stato il danno concreto, in questo caso ne risponde chi ha la disponibilità della casa,
non necessariamente il proprietario ma chi la occupa.
iv) actio furti o damni….. = azione di furto o di danno, responsabilità per delitto altrui, per il
danneggiamento o il furto di beni imbarcati o introdotti nella locanda o nella stalla, ne
rispondono i gestori anche se sono commessi dai loro dipendenti o da altri.
↳ questo sistema era adottato nel nostro codice civile del 1865
Obbligazioni con pluralità di soggetti

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Nel rapporto obbligatorio si può avere una pluralità di soggetti, sia dal lato arrivo (creditori) che da quello
passivo (debitori) o anche da entrambi. Essa può essere originaria o successiva.
● Obbligazioni parziarie ➜ prestazione si ripartisce tra i più creditori o tra i più debitori in parti. Le parti
si presumono uguali salvo diversa disposizione. Si vengono ad avere una pluralità di obbligazion
indipendenti l’una dall’altra. Lobbligazione era parziaria in tutti i casi di obbligazioni divisibili con
pluralità di soggetti e sempre in ipotesi di successione ereditaria di più persone.
● Obbligazioni solidali ➜ prestazione è dovuta in solidum = per l’intero, ognuno dei debitori è tenuto a
pagare tutta la prestazione (obbligazione solidale passiva) oppure ognuno dei creditori può pretendere
l’intera prestazione (obbligazione solidale attiva)
Esistono obb. solidali elettive e cumulative, a seconda che l’obbligazione si estingua o meno col
pagamento compiuto DA uno dei più debitori o col pagamento effettuato A uno dei più creditori:
○ Solidarietà cumulativa passiva = strettamente collegato alla responsabilità da delitto. Ognuna
delle persone che avesse compiuto lo stesso atto illecito avrebbe dovuto pagare l’intera pena
pecuniaria.
○ Solidarietà cumulativa attiva = stessa cosa viene lasciata con legato a più persone quindi più
creditori chiedono la stessa cosa ⟶ erede deve a ciascuno di loro la stessa prestazione. Se
l’oggetto era una cosa specifica avrebbe consegnato a uno il bene in natura e all’altro la sua
stima.
○ Solidarietà elettiva passiva = ognuno dei più debitori è tenuto per l’intero ma l’adempimento di
uno estingue l’obbligazione per tutti. L’obbligazione era solidale elettiva passiva solo quando
questa fosse espressamente voluta dalle parti oppure quando l’atto posto in essere era
configurato in modo da costituire la solidarietà.
○ Solidarietà elettiva attiva = ognuno dei più creditori può pretendere l’Inter ma l’adempimento nei
confronti di uno dei creditori estingue l’obbligazione per tutti. E’ il debitore a scegliere il creditore

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a favore del quale effettuare il pagamento.

Il debitore solidale elettivo che abbia pagato l’intero ha diritto di richiedere ai condebitori il pagamento
dela loro quota (diritto di regresso) e i creditori elettivi che non abbiano riscosso il credito hanno diritto
di rivolgersi al creditroe che ha ricevuto l’intero pagamento (diritto di rivalsa).

Espedienti per trasmettere l’obbligazione


Perchè servono espedienti? 1. Antico principio poi abolito stabiliva che un contratto non potesse far sorgere
obbligazione direttamente a capo degli eredi dei contraenti 2. Rapporto obbligatorio poteva trasferirsi solo a
seguito di successione a titolo universale e NON con atto a titolo particolare cfr connotazioni strettamente
personali dell’obbligazione. Da età preclassica esigenza soddisfatta da espedienti.
Per sostituire debitore o creditore era necessario estinguere l’obbligazione e crearne un’altra, identica, tra le
nuove persone. Novazione soggettiva ⟶ atto unico col quale si sostituisce automaticamente l’obbligazione
precedente, senza bisogno di un apposito atto per estinguerla. La novazione soggettiva può essere attiva
(cambia creditore) o passiva (cambia debitore) ⟶ non si opera un vero e proprio trasferimento di credito.
Per ottenere in via indiretta una trasmissione del credito si ricorreva all’espediente della cessione delle azioni:
● Creditore nominava una persona come rappresentante processuale che agisse nel suo proprio
interesse, quest’ultimo poteva agire contro debitore con una formula modificata con trasposizione di
soggetti e una volta ottenuto il pagamento poteva trattenere per sè il ricavato. Introduzione della
denuntiatio ⟶ notifica del cessionario al debitore e al creditore dopo la quale il debitore non si sarebbe
più potuto liberare pagando il creditore cedente e il creditore cedente non aveva più facoltà di esigere
direttamente il debito.
● Si poteva trasferire debito con sistema analogo : debitore nominava un terzo il quale avrebbe
sostenuto il ruolo di convenuto in proprio nella lite col creditore.

La prestazione
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Prestazione = comportamento che il debitore deve tenere nei confronti del creditore per adempiere
l’obbligazione. Dall’epoca classica deve consistere necessariamente in un comportamento proprio del
debitore.
Il contenuto della prestazione poteva essere il più vario ⟶ nelle fonti si parla di:
● Dare ➜ significa trasferire la proprietà o costituire un diritto reale limitato.
● Facere (e non facere) ➜ tutto ciò che non è un dare, tutte quelle attività materiali o giuridiche che non
trasferiscono proprietà. Comprende anche comportamenti omissivi, di non facere.
Anche l’obbligazione del venditore ha come contenuto un facere ⟶ è tenuto a porre in essere un atto
di consegna del bene venduto (non trasferisce proprietà).
● Praestare ➜ ha origine da praes = garante che in antico assumeva su di sé la responsabilità per un
comportamento altrui. Indica un’assunzione di responsabilità da parte del debitore per esistenza o
assenza di certi fatti o per il risultato di certe azioni.
Il praestare serve a precisare le modalità secondo le quali devono essere eseguite le prestazioni di
dare e fare, permettendo di giudicare se siano state attuate correttamente.
Obbligazioni divisibili = valore economico della prestazione non cambia anche se essa viene adempiuta
parzialmente con atti distinti.
↳ le obbligazioni relative a una prestazione di dare erano di regola divisibili sia quando l’oggetto fosse
denaro o cose fungibili sia quando l’oggetto fosse la proprietà di una cosa individuata, magari in sé
indivisibile ⟶ il diritto di proprietà è divisibile.
Obbligazioni indivisibili = prestazione non è suscettibile di essere divisa in piu prestazioni omogenee
↳ i diritti reali di servitù e di uso erano considerati indivisibili perciò quando erano oggetto di
un’obbligazione essa era indivisibile. Erano considerate indivisibili tutte le prestazioni di facere.

I requisiti della prestazione


La prestazione per essere valida deve rispettare una serie di requisiti altrimenti l’obbligazione è nulla:
1) determinata o determinabile = l’oggetto della prestazione deve essere precisamente individuato già
nell’accordo o al limite può essere determinabile in un secondo momento. La determinazione può
essere lasciata alla volontà di un terzo o alla volontà di una delle parti (si parla di arbitraggio) secondo
buona fede.
2) possibile = la prestazione deve essere possibile ⟶ il contratto che ponga a carico del debitore una
prestazione il cui adempimento sia fin dall’origine impossibile è nullo. Deve trattarsi di un’impossibilità
oggettiva e non di una mera difficoltà soggettiva ad adempiere.
L’impossibilità poteva essere materiale (esempio dare una cosa che non esiste) oppure giuridica (dare
un uomo libero).
3) lecita = è nulla se è contraria a norme imperative o alla morale sociale
4) patrimoniale = l’interesse del creditore deve essere suscettibile di valutazione in denaro ⟶ requisito
deriva dalla caratteristica del processo formulare nel quale la condanna può avere per oggetto solo una
somma di denaro.
Requisito può essere aggirato ricorrendo a una stipulatio poenae* = si prometteva di pagare una
somma di denaro per il caso in cui un comportamento non valutabile economicamente non venisse
adempiuto. Il risultato desiderato era una condizione sospensiva potestativa ⟶ il risultato è dedotto in
condizione e non in obbligazione.
[Esempio: stipulatio ‘prometti di darmi tot soldi, se suonerai dalle 14 alle 16’ ⟶ il comportamento
desiderato è l’astenersi dal suonare MA non è valutabile in termini pecuniari QUINDI non può essere
oggetto di obbligazione ⟶ l’astenersi è condizione sospensiva del contratto all'avverarsi della quale
diventa efficace l’obbligazione che ha per oggetto il pagamento della somma].
5) relativa a comportamento del debitore = debito e responsabilità devono far capo alla stessa
persona.

Obbligazioni generiche e alternative


● Obbligazioni generiche = la prestazione ha come oggetto cose determinate con riferimento non alla
loro individualità ma solo alla categoria di appartenenza, che può essere più o meno ampia. L’oggetto
spesso è costituito da cose fungibili, considerate per il loro genere all’interno del quale sono

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interscambiabili. Le cose fungibili possono essere oggetto di obbligazioni specifiche solo quando
vengano in qualche modo precisamente individuate. Nelle obbligazioni generiche che hanno per
oggetto beni fungibili perché la prestazione sia determinata (nb è uno dei requisiti) occorre che siano
precisati precisati il genere, la quantità e se possibile la qualità.
(Se cose infungibili, obb. può essere generica se considerate come fungibile esempio uno dei tuoi 10 cavalli).
● Obbligazioni alternative = obbligazioni che prevedono due o più prestazioni, nel senso che il debitore si
libera adempiendo una soltanto di esse. Di regola la scelta tra le prestazione è lasciata allo stesso
debitore ma l’atto costitutivo dell’obbligazione può attribuire la scelta al creditore o a un terzo.
Quando scelta è effettuata, obbligazione si concentra su quella prestazione. Se prestazioni divengono
impossibili meno che una, obbligazione si concentra su di essa MA se impossibilità è attribuile al
debitore e la scelta era del creditore, quest’ultimo può scegliere tra prestazione possibile o stima di
quella divenuta impossibile.

L’inadempimento
Il debitore che non adempie la prestazione viola un obbligo ⟶ può essere chiamato a rispondere quando
l’inadempimento gli sia imputabile secondo dei criteri. In tal caso egli incorre in responsabilità ed è
assoggettabile all’azione esecutiva (dopo la sentenza di condanna nel processo di cognizione, che abbia
accertato l’esistenza dell’obbligo, l’inadempimento e l’imputabilità del debitore).
L’inadempimento può essere di 2 tipi:
1. inadempimento definitivo = quando la prestazione diventa impossibile ad esempio perché il bene
dovuto viene distrutto OPPURE quando il creditore non ha alcun interesse a un adempimento tardivo
(esempio sarta consegna abito dopo le nozze).
2. ritardo nell’inadempimento = quando sia ancora possibile eseguire la prestazione ma il debitore omette
di eseguirla O la esegue scorrettamente.

L'impossibilità sopravvenuta
Se l’impossibilità della prestazione è originaria (già presente quando dovrebbe sorgere il rapporto obbligatorio)
NON nasce alcuna obbligazione.
Qui rileva l’impossibilità della prestazione sopravvenuta = interviene dopo il sorgere del debito e prima del suo
adempimento.
Quando l'impossibilità sopravvenuta non è imputabile al debitore ⟶ obbligazione è definitivamente estinta +
non si può chiedere nulla al debitore.
Quando l'impossibilità è parziale ⟶ il debitore resta obbligato a prestare ciò che residua.
Quando l’impossibilità sopravvenuta è imputabile al debitore ⟶ sorge una sua responsabilità = egli dovrà
risarcire il danno derivato dal suo inadempimento.
↳ questo risultato non è raggiunto subito, cammino lungo ⟶ in diritto romano il creditore aveva soltanto
un’azione nata dal rapporto obbligatorio e quindi volta a richiedere solamente l’adempimento della prestazione
che era divenuta impossibile; NON aveva una specifica azione per l’inadempimento imputabile quindi NON
poteva chiedere un risarcimento ➜ l’impossibilità della prestazione portava all’assoluzione del debitore e

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quindi il creditore non era tutelato

per permettere al creditore di ottenere comunque soddisfazione i giuristi dell’epoca repubblicana escogitarono
la costruzione giuridica della perpetuatio obligationis = se è dipeso dal debitore che la cosa non è stata data,

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l’obbligazione permane

grazie a questa regola l’obbligazione non si estingue se l’impossibilità della prestazione è dipesa dal debitore;
essa si perpetua finché non viene esperita l’azione ⟶ obbligazione perpetua può esser estinta solo per messo
della litis contestatio.
↳ obbligazione originaria diventa obbligazione al risarcimento del danno.

I criteri di imputazione dell’ inadempimento

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Quando l'impossibilità è imputabile al debitore?
I giusti hanno individuato dei criteri di imputazione, distinti in soggettivi e oggettivi; essi variano a seconda del
tipo di contratto, dell’oggetto della prestazione e dell’azione che tutela il rapporto. Non vi è una regola
generale.
● DOLO ➜ volontarietà del comportamento e dell’evento dannoso da esso provocato = il debitore non
vuole adempiere o si pone volontariamente nella condizione di non poter adempiere.
Criterio soggettivo ⟶ è fondato sulla riprovevolezza della volontà ⟶ debitore ha causato
volontariamente l’inadempimento.
Tutti i debitori rispondono di solo, qualcuno SOLO di dolo come ad esempio il depositario (deve
trattenere una cosa altrui senza alcun vantaggio).
● COLPA ➜ fa riferimento alla riprovevolezza della condotta ⟶ vi è un difetto di attenzione nel
comportamento senza che il debitore preveda le conseguenze negative di esso.
Criterio oggettivo ⟶ non riguarda l’intenzione del debitore ma il suo comportamento.
La colpa si declina in
○ imprudenza = quando il debitore agisce senza rispettare gli standard medi di attenzione e
impegno
○ negligenza = quando il debitore omette di tenere dei comportamenti di media cura e
coscienziosità
○ imperizia = mancanza delle capacità intellettuali e tecniche
↳ per non essere in colpa il debitore doveva operare la diligenza che avrebbe usato un uomo di media
correttezza (paragone col bonus pater familias)
○ culpa in concreto = si prende in considerazione in alcuni casi particolari (es. responsabilità dei
cosi o del tutore) ➜ viene presa in considerazione la diligenza che il debitore adopera nella
gestione dei propri affari la quale di solito è maggiore rispetto a quella per le cose altrui.
○ culpa lata = colpa grave, identificata con la mancanza dei più elementari standard di diligenza e
prudenza ➜ equiparata al dolo
● CUSTODIA ➜ il debitore risponde anche per i fatti che non dipendono nè dalla sua volontà ne da un
suo comportamento colposo, ma che sarebbero stati oggettivamente nella sua sfera di controllo
(esempio furto o danneggiamento). Si tratta di una forma di negligenza valutata presuntivamente ⟶ il
debitore è tenuto per il semplice fatto che quell’evento si sia verificato. Responsabilità oggettiva.
Tale criterio si applica nei casi in cui il debitore tiene gratuitamente a proprio vantaggio una cosa altrui
ed è obbligato a restituirla, esempio comodato.
Non si è mai responsabili per la forza maggiore, cioè per eventi naturali o attività umane violente che
provocano inadempimento.
Come faceva il giudice a scegliere tra i vari criteri? A volte il criterio da applicare si desumeva dalla formula,
altre volte il giudice doveva adeguare la decisione alle circostanze del caso concreto (soprattutto nell’ambito
dei iudicia bonae fidei).
↳ la buona fede esigeva il mantenimento di un giusto equilibrio tra ciò che il creditore poteva pretendere e ciò
che il debitore doveva prestare ➜ da ciò si ricava il principio dell’utilitas contrahentium
- la parte che non ricavava alcun vantaggio patrimoniale dall’esecuzione del contratto veniva trattata con
minor rigore (depositario risponde solo per dolo)
- la parte che traeva tutto il profitto del contratto rispondeva in modo aggravato (comodatario risponde
per dolo,colpa e custodia)
- quando i vantaggi erano equivalenti tra le parti, i debitori rispondevano per dolo e colpa (esempio
vendita o locazione)
*con appositi patti le parti potevano aggravare o alleggerire la responsabilità derivante dal contratto PERÒ un
eventuale patto che avesse esonerato il debitore anche per dolo era considerato contrario ai buoni costumi e
alla buona fede e dunque era nullo perché illecito.

La mora
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Quando la prestazione è ancora possibile e il creditore conserva interesse al suo adempimento, ma c’è ritardo
del debitore nell’adempimento oppure ha tenuto un comportamento che non corrisponde ad un corretto
adempimento ⟶ si parla di mora solvendi.
Non sempre è fissato con precisione il momento entro il quale il debitore deve adempiere per non essere in
ritardo:
➔ mora ex persona = il creditore invita ad adempiere il debitore con una formale richiesta (interpellatio) ⟶
il ritardo comincia dopo che il creditore ha richiesto l’adempimento
➔ mora ex re = non è necessaria la interpellatio perchè il debitore sarà in ritardo automaticamente al
verificarsi di dati eventi
● il termine preciso per l’adempimento è trascorso
● si ha mora ex re quando obbligazione deriva da un delitto ⟶ in particolare per il caso del furto:
‘il ladro è sempre considerato essere in mora’; il ladro non può mai liberarsi dalla responsabilità
per la restituzione della cosa rubata, neppure in caso di impossibilità sopravvenuta a lui non
imputabile.
Il debitore in mora resta obbligato ad adempiere ⟶ si conserva il rapporto di debito, ma nasce una
responsabilità collaterale per il ritardo o per l’esecuzione scorretta.
La posizione del debitore in mora è particolarmente aggravata perché egli puo essere sempre chiamato a
rispondere dell’ inadempimento, anche se la prestazione divenisse in seguito impossibile per causa a lui non
imputabile ➜ anche qui i giuristi usano la perpetuatio obligationis = il fatto di essere in ritardo viene equiparato
all’avversaria reso impossibile la prestazione e fa in modo che l’obbligazione si perpetui (si può estinguere
solo tramite l’esperimento dell’azione del creditore).
Giudici di buona fede ⟶ si fa strada idea per cui veniva liberato il debitore moroso che riuscisse a provare che
la cosa sarebbe ugualmente perora nelle mani del creditore anche se egli l'avesse tempestivamente
consegnata + il debitore in mora è obbligato a dare al creditore anche i frutti che la cosa dovuta aveva
prodotto dal momento del mancato adempimento oppure gli interessi moratori nel caso di debiti pecuniari.
➜ il debitore poteva far cessare questa situazione aggravata offrendo di adempiere la prestazione e in tal
modo purgare moram ⟶ il creditore NON poteva rifiutare un’offerta tardiva di adempimento integrale altrimenti
sarebbe caduto a sua volta in un ritardo ⟶ mora accipiendi.
↳ il creditore che non accetta l’adempimento o non collabora affinché il debitore possa adempiere, cade in
mora del creditore ⟶ non incorreva in responsabilità MA si alleggeriva la posizione del debitore che
rispondeva solo per dolo.

Il risarcimento del danno


Il debitore cui sia imputabile l’inadempimento deve risarcire al creditore il danno derivatagli dal mancato
adempimento. [Processo formulare ⟶ oggetto della condanna poteva essere sempre solo una somma].
Quando oggetto dell’obbligazione fosse già una somma di denaro, il debitore era condannato a pagare tale
somma.
Quando l’obbligo avesse un contenuto diverso dal denaro sorgeva il problema di stimare in denaro il danno
derivato dall’ inadempimento:
➜ le parti potevano stabilire l’ammontare del risarcimento tramite una clausola penale = al momento
del sorgere dell'obbligazione il debitore prometteva con stipulatio una somma di denaro nel caso di
inadempimento (ciò evitava anche al creditore di dover dare prova del danno).
➜ negli altri casi la determinazione del risarcimento variava a seconda del tipo di obbligazione
inadempiuta e della struttura formulare dell’originale azione. 2 principali criteri
● quanti ea res fuit-est-erit = quando condemnatio era formulata cosi, il risarcimento veniva
calcolato in base al valore di mercato della cosa oggetto della prestazione al momento della litis
contestatio o in un momento precedente o al momento della sentenza (successivo).

⤵️
NON si teneva in considerazione l’interesse concreto che avrebbe avuto il creditore a ottenere
la corretta prestazione
● id quod interest = la formula dei giudizi di buona fede permetteva che fosse valutato anche
l’interesse che il creditore aveva a quella prestazione.
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Interesse = ipotetica situazione patrimoniale in cui si sarebbe trovato in seguito all’adempimento
- situazione patrimoniale effettiva ➜ si parla di interesse positivo.
[=/= interesse negativo ➜ nelle ipotesi di responsabilità in contrahendo. E’ l’interesse che la
parte aveva a concludere un contratto valido. Si calcola confrontando la situazione in cui si
trova l’attore in seguito alla conclusione di un contratto risultato poi invalido e quella in cui si
sarebbe trovato se non avesse concluso il contratto].

I modi di estinzione delle obbligazioni


➜ Adempimento
Corretta esecuzione della prestazione dovuta, detta solutio.
Nell’epoca più antica non era sufficiente l’adempimento, per estinguere l’obbligazione occorreva usare un
negozio corrispondente a quello con cui k’obbligazione stessa era stata posta in essere.
Solo in età più recente si ammette che la corretta esecuzione della prestazione sia considerata causa
generale di estinzione dell’obbligazione a prescindere dal compimento dell’atto contrario.
Il creditore non può essere costretto ad accettare un adempimento parziale e neppure una cosa diversa da
quella pattuita, ciò puo avvenire solo col suo consenso.
L’adempimento deve avvenire nel suo indicato nel titolo costitutivo dell’obbligazione o nel luogo ritenuto
idoneo.

➜ Novazione
Quando le parti di comune accordo sostituiscono un’obbligazione esistente tra loro con un’altra nuova, in
modo tale che la prima si estingua e al suo posto sorga la nuova.
La novazione si effettua tramite stipulatio titolata (=indica il rapporto obbligatorio che si voleva estinguere).
La prestazione deve sostanzialmente restare la stessa salva l’introduzione di qualche elemento di novità
(aliquid novi) che può consistere
- nel mutamento di un elemento secondario ⟶ novazione oggettiva ⟶ l’aliquid novi poteva consistenere
nella modifica del titolo o degli elementi accidentali (esempio termini, condizioni, garanzie).
- nella modifica di uno dei soggetti ⟶ novazione soggettiva ⟶ fa normalmente seguito a una delegation
ossia un’autorizzazione unilaterale e informale. In caso cambi creditore si parla di novazione soggettiva
attiva mentre se cambia il debitore si parla di novazione soggettiva passiva.
Effetto analogo a quello della novazione era prodotto dalla litis contestatio nel processo formulare ⟶ viene
meno l’obbligo dedotto in giudizio sostituito dall’obbligo di conformarsi alla futura sentenza del giudice.

➜ Remissione del debito, contrario consenso e recesso unilaterale


Cfr pagamento diventa causa generale di estinzione dell’obbligazione, e l’atto contrario che fine fa?
Il contrarius actus continuo ad essere utilizzato come causa liberatoria non satisfattiva del creditore diventando
cosi un atto di remissione gratuita del debito ⟶ creditore d’accordo col debitore rinuncia all’adempimento.
Come atti di remissione del debito vengono utilizzate:
- La solutio per aes et libram = atto col quale si estingueva formalmente l’antico nexum. Sopravvive
come atto di remissione per estinguere obbligazione che sorgeva dalla sentenza di condanna e
l’obbligazione pecuniaria che sorgeva da legato.
- L’acceptilatio verbis = atto speculare alla stipulatio: debitore chiede ‘hai ricevuto quello che ti avevo
promesso?’ e il creditore rispondeva di sì. Venne utilizzata come atto di remissione per estinguere le
obbligazioni contratte verbis. Per poter rimettere un’obbligazione che sorgesse da fonte diversa si era
soliti novarla, utilizzando la stipulatio per poi estinguerla con l’acceptilatio.
- Altro modo di remissione del debito era il pactum de non petendo, convenzione priva di forme con la
quale si poteva estinguere qualunque tipo di obbligazione. Il patto di non chiedere poteva essere
opponibile solo dal debitore.
Nel caso di contratti consensuali, quando non vi sia stato un inizio di adempimento, le parti possono di
comune accordo far venir meno le obbligazioni col semplice dissenso ⟶ contrarius consensus.
In alcuni casi, come ad esempio per le obbligazioni scaturenti da contratti di società o di mandato, si può porre
fine al rapporto obbligatorio per recesso unilaterale, cioè per volonta di una sola delle parti.

➜ Compensazione
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Si ha compensazione quando un debitore abbia un credito (NON debito) nei confronti del suo creditore e lo
possa opporre fino all’estinzione totale o parziale del debito.
Formula delle azioni di buona fede che indicava come oggetto dell’obbligo un ampio e indeterminato debito,
permetta al giudice di tenere in considerazione un eventuale contro credito vantato dal convenuto nei confronti
dell’attore e di condannare il convenuto all’eventuale differenza; credito e contro credito dovevano però
scaturire dal medesimo rapporto obbligatorio ⟶ esempio comodante chiedeva con azione di buona fede il
risarcimento per mancata restituzione del cavallo, comodatario poteva chiedere lo scomputo delle spese
mediche per curare il cavallo stesso.
In altre due situazioni la compensazione si realizzava come un’operazione contabile che doveva svolgere o
l’attore prima di chiedere il proprio credito o il giudice nell’effettuare la condanna:
1) Caso del banchiere, il quale era tenuto ad agere cum compensatione, chiedendo al proprio cliente solo
quanto residuava dopo aver scontato i controcrediti che quello vantasse. In questa ipotesi credito e
controcredito non derivano dallo stesso rapporto obbligatorio ma devono essere omogenei, di solito
entrambi in denaro oppure di altre cose fungibili dello stesso genere e qualità.
2) Caso del bonorum emptor, il quale acquistava in blocco il patrimonio di un debitore insolvente e poteva
pretendere anche i crediti che a quello competevano, ma se il debitore aveva a disposizone un
controcredito, per ragioni di equità, esso si scomputava. Convenuto chiedeva di inserire una clausola
che permetteva al giudice di dedurre il controcredito (agere cum deductione).
II secolo d.C. rescritto di Marco Aurelio che ammetteva la possibilità di attuare la compensazione in tutti i
giudizi di stretto diritto tramite l’opposizione dell’exceptio doli mali ⟶ si considerava scorretto il comportamento
del’attore che avesse agito per pretendere un credito senza prima aver pagato il proprio debito.

Le obbligazioni da contratto: classificazione dei contratti


Contractus = negozi giuridici almeno bilaterali diretti nell’intenzione delle parti a produrre obbligazioni.
I contratti erano tutti tipici, ciascuno tutelato da un’apposita azione.
2 classificazioni dei contratti:
➜ CLASSIFICAZIONE BASATA SUGLI EFFETTI
Il contratto fa sorgere obbligazioni (NO diritti reali) ⟶ l’obbligazione può sorgere per solo una delle parti
oppure per entrambe.
● CONTRATTI UNILATERALI ➜ obbligazione sorge a carico di una soltanto delle parti, in questo caso c’è
un’unica azione a disposizione dell’unico creditore: esempio mutuo e stipulatio.
!attenzione! Contratti unilaterali =/= negozi unilaterali : i secondi sono atti giuridici posti in
essere da una parte soltanto (testamento) mentre i contratti sono sempre negozi bilaterali cioè
posti in essere da 2 soggetti, i cui effetti talvolta sono unilaterali.
● CONTRATTI BILATERALI (sinallagmatici) ➜ entrambe le parti sono reciprocamente obbligate. Sorgono
dunque 2 obbligazioni interdipendenti: ognuna delle parti è al contempo creditrice e debitrice ⟶ ci sono
2 azioni autonome a disposizione. Esempi: emptio venditio e locatio conductio.
Bilateralità genetica (se non sorge un’obbligazione, non sorge neppure l’altra) + bilateralità funzionale
(attuazione di una delle obbligazioni è subordinata all’adempimento dell’altra).
● CONTRATTI BILATERALI IMPERFETTI ➜ da contratto sorge obbligazione a carico di una soltanto delle
parti ma dall’esecuzione di quel contratto sorge un’obbligazione anche a carico dell’altra parte. Questa
seconda obbligazione è secondaria, non necessaria e deriva dall’esecuzione del contratto, non dal
contratto stesso. Queste due obbligazioni non sono dipendenti una con l’altra. In questi casi vi è
un’azione diretta (tutela obbligazione necessaria) e un’azione contraria (tutela obbligazione eventuale).
L’obbligazione eventuale ha sempre per contenuto il rimborso di spese o il risarcimento di danni.
Esempi: deposito [cfr appunti deposito di un cavallo, depositario non può chiedere soldi per il deposito ma se il
cavallo fa danni oppure deve essere sfamato in modo da poterlo restituire, il depositario può chiedere
risarcimento o rimborso], comodato, mandato, negotiorum gestio.

➜ CLASSIFICAZIONE BASATA SULL’ELEMENTO CHE GENERA OBBLIGO

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Gaio nelle Istituzioni, dopo aver affermato che le obbligazioni hanno fonte o nel contratto o nel delitto, continua
dicendo che i contratti sono di 4 generi ⟶ l’obbligazione si contrae o per mezzo della cosa o per mezzo delle
parole o per mezzo della scrittura o per mezzo del consenso:
● obligatio RE contracta - contratti reali ➜ obbligazione sorge solo con la consegna di una cosa
effettuata con l’accordo che essa sarà restituita. Esempio mutuo: concluso con la consegna dei soldi;
da questo momento sorge obbligazione alla consegna della cosa.
!attenzione! Contratti reali =/= negozi reali : i negozi trasferiscono la proprietà o costituiscono
diritti reali (esempio mancipatio,in iure cessio,traditio,legato per vindicationem).
● obligatio VERBIS contracta - contratti verbali ➜ obbligazione nasce dalla pronuncia di parole solenni.
Classico esempio è la stipulatio conclusa con un'interrogazione e una congrua e contestuale risposta
tra persone presenti e in grado di interloquire.
● obligatio LITTERIS contracta - contratti letterali ➜ obbligazione sorge grazie alla registrazione di
operazioni contabili, alla scritturazione di determinate formule nel libro contabile delle entrate e delle
uscite. Esempio è il nomen transcripticium. Non sono i nostri contratti scritti attuali.
● obligatio CONSENSU contracta - contratti consensuali ➜ obbligazione sorge dal semplice consenso,
basta l’accordo fra le parti. Non è necessaria alcuna forma. Esempi: compravendita, locazione, società
e mandato.

La fiducia
Consiste in un atto solenne di alienazione di un bene, una mancipatio o una in iure cessio, dal fiduciante al
fiduciario, con l’aggiunta di un pactum fiduciae, col quale il fiduciario si impegna a tenere il bene per uno scopo
determinato e a restituirlo quando tale scopo sia stato soddisfatto.
Non viene elencata nelle fonti romane tra i contratti ma presenta analogie strutturali rispetto alle obligationes
re contractae ⟶ dal trasferimento di un bene sorge un’obbligazione.
La fiducia è un contratto molto antico, utilizzabile solo dai cives col quale si otteneva un risultato
sovradimensionato rispetto allo scopo ricercato. Molto utilizzata ancora in epoca classica, scomparve intorno
al III secolo d.C. dunque non ve ne è traccia nella compilazione giustinianea, solo in Gaio.

Gaio distingue tra 2 tipi di fiducia:


1. fiducia cum amico ➜ assolveva molteplici funzioni esempio custodia del bene ad opera dell’amico
fiduciario (diventerà deposito) oppure prestito d’uso a favore dell’amico fiduciario (diventerà comodato).
2. fiducia cum creditore ➜ è la più antica forma di garanzia reale del credito. Debitore trasferiva al
creditore la proprietà di un bene col patto che il fiduciario lo avrebbe restituito all’adempimento del
debito ⟶ in caso di inadempimento in origine il fiduciario avrebbe trattenuto la proprietà del bene in
seguito gli si attribuiva il ius vendendi ossia avrebbe venduto la cosa e sis avrebbe soddisfatto con il
ricavato (restituendo il superfluum al debitore).
Nell’epoca più antica il dovere di restituzione del fiduciario non era sanzionato con un’azione ⟶ la rottura della
fides era un comportamento assai grave colpito da sanzioni religiose. Nel processo formulare viene introdotta
un’actio fiduciae directa che serviva al fiduciante per ottenere la restituzione della cosa. Nel caso della fiducia
cum creditore serviva anche per pretendere la restituzione del superfluum.
La responsabilità del fiduciario era limitata al dolo ma la condanna comportava anche infamia. Al fiduciario era
concessa un’actio fiduciae contraria per far valere eventuali contropretese.

Contratti reali
Mutuo
Nexum ⟶ più antica figura di prestito di consumo ⟶ sparì rapidamente.
Nel frattempo si andò sviluppando un prestito di consumo concesso senza le formalità (del gestum per aes
et libram), con il semplice trasferimento di una somma di denaro o di altre cose fungibili dal mutuante al
mutuatario, con l’accordo che l’esatto equivalente verrà ritrasferito al mutuante ad una data scadenza.
Obbligazione nasce solo per il mutuatario ⟶ contratto unilaterale.
↳ obbligazione trova tutela con la condictio formulare ⟶ per la struttura stessa della condictio il convenuto
deve restituire esattamente ciò che aveva ricevuto ⟶ il mutuante NON può chiedere il pagamento di interessi.
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Sul piano GIURIDICO il mutuo romano è un contratto essenzialmente gratuito MA sul piano ECONOMICO il
mutuo poteva essere oneroso, gli interessi (usurae) non erano vietati, occorreva però prevederli con
un'apposita stipulatio ⟶ ne nasceva un’obbligazione accessoria.
Se mutuante e mutuatario di fossero accordati per il pagamento di interessi in modo informale, con un
semplice patto, questo non sarebbe stato azionabile (verso la fine dell’epoca classica il patto verrà a costituire
un’obbligazione naturale ⟶ se il debitore li paga spontaneamente, non ne può chiedere la restituzione cfr
obbligazione naturale estesa anche a queste ipotesi).
Il mutuatario è sempre responsabile per un eventuale inadempimento perché la sua è un’obbligazione
generica, per la quale non si può avere un’impossibilità sopravvenuta della prestazione che liberi il debitore.
Il debitore cade in mora, ma la mora non comporta aggravamento del criterio di imputazione della
responsabilità perché esso è già massimo + non fa sorgere neppure obbligo di pagamento di interessi
moratori (sono richiedibili solo quando obbligazione è perseguibile con azione di buona fede).
[cfr senatoconsulto macedoniano che vieta di dare denaro a mutuo ai filii familias senza il consenso del pater,
nell’intento di impedire parricidi per motivi di interesse economico].
✸ Prestito marittimo = figura particolare di mutuo, finalizzato al finanziamento di operazioni commerciali da compiere via
mare. L’obbligo di restituzione sorgeva solo se il viaggio fosse andato a buon fine. Si accollava il rischio del viaggio al
mutuante che in compenso era autorizzato a percepire degli interessi anche per il semplice patto e anche in misura
superiore a quella legale.

Deposito
Contratto di deposito si conclude con la consegna di una cosa, mobile e infungibile (se fungibile doveva
essere precisamente individuata), dal deponente al depositario, affinché quest'ultimo la conservi
gratuitamente e la restituisca intatta a semplice richiesta.
In antico veniva tutelato con la fiducia cum amico+in caso di informalità non c'era azione; in seguito il pretore
ritenne di dover tutelare gli accordi aventi tale contenuto e introdusse un’azione in factum MA il rapporto non
era ancora riconosciuto dal ius civile.
In epoca classica nell’editto del pretore venne introdotta un’azione in ius di buona fede ⟶ da questo momento
il deposito divenne un contratto riconosciuto dal diritto civile.
Il deposito è un contratto essenzialmente gratuito, se venisse pattuito un compenso si rientrerebbe in un altro
contratto che è la locazione (se in denaro), oppure un contratto innominato (in epoca giustinianea si ammise
un modico compenso).
E’ contratto bilaterale imperfetto ⟶ obbligazione principale che nasce è quella del depositario il quale deve
restituire la cosa depositata e quanto eventualmente abbia prodotto.
Per poterla restituire integra, il depositario deve conservare adeguatamente la cosa, sulla quale acquista solo
la detenzione senza poterla nel frattempo usare (commetterebbe furtum usus).
Il depositario risponde per la mancata corretta restituzione con l’actio depositi directa solo per dolo (e per
colpa grave), in quanto l’utilitas del contratto è tutta a favore del deponente (riceve servizio senza pagare). La
condanna nell’azione di deposito comportava infamia.
Il depositario non può pretendere alcun compenso per l’attività prestata, può pero chiedere il rimborso di spese
necessarie e indispensabili che abbia sostenuto per la conversazione della cosa e il risarcimento di danni
cagionati dalla cosa. Poteva dunque agire con l’actio depositi contraria.
✸ Deposito necessario o miserabile = ipotesi particolare di deposito concluso perchè deponente è spinto da una grave
situazione di emergenza o di pericolo (non riesce a scegliere adeguatamente depositario) ⟶ ri ritenne particolarmente
riprovevole il comportamento del depositario inadempiente ⟶ lo si sanzionò con un’azione in factum con condanna al
doppio del valore della cosa depositata.
✸ Deposito irregolare = quando si depositava una certa quantità di cose fungibili, di solito una somma di denaro non
individuata. Differenza con mutuo: diversa funzione economico-sociale (nel deposito irregolare iniziativa e interesse sono
del deponente, nel mutuo è il mutuatario che ha bisogno del denaro) + diversa tutela (deposito irregolare tutelato con
azione di buona fede, deponente poteva pretendere pagamento di interessi).

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✸ Sequestro = tipo particolare di deposito effettuato nell’attesa del verificarsi di un dato evento (di regola in vista della
risoluzione di una controversia giudiziaria circa la spettanza di una cosa ⟶ i due contendenti lasciano la cosa ad un terzo,
il sequestratario, al quale è riconosciuto il possesso interdittale della cosa. Al termine della lite il ‘vincitore’ poteva
richiedere la cosa con l’actio depositi sequestrataria in factum).

Comodato
Contratto di comodato si conclude con la consegna di una cosa corporale, mobile o immobile, purchè
infungibile e inconsumabile, dal comodante al comodatario, il quale la può usare gratuitamente per lo
scopo pattuito e la deve restituire a richiesta oppure alla scadenza concordata. La consegna trasferisce solo la
detenzione della cosa. (Prestito d’uso gratuito).
Cfr =deposito ⟶ in antico aveva tutela solo grazie alla fiducia cum amico; il pretore ritenne poi di dover
tutelare gli accordi aventi tale contenuto con un’azione in factum che in epoca classica venne affiancata da
un’azione in ius di buona fede.
E’ contratto bilaterale imperfetto ⟶ nasce per il comodatario l’obbligo di restituire la cosa (e i frutti). Il
comodatario può usare la cosa solo secondo la sua destinazione e i patti convenuti ⟶ commetterebbe
altrimenti furtum usus. Deve inoltre provvedere alla buona conservazione e ordinaria manutenzione della cosa.
Contratto solitamente concluso solo nell’interesse del comodatario ⟶ è chiamato a rispondere per la mancata
restituzione del bene comodato con il criterio più rigoroso di repsonsabilità, la custodia, con l’actio commodati
directa. Di conseguenza, il comodatario doveva risarcire il danno anche qualora la cosa comodata gli fosse
stata rubata oppure fosse andata distrutta per un caso fortuito.
Qualora il comodato fosse concluso nell’esclusivo interesse del comodante, il criterio di imputazione sarebbe
stato quello del dolo.
A volte può sorgere obbligo anche per il comodante, sanzionato con l’actio commodati contraria, qualora la
cosa comodata produca danni al comodatario a causa di difetti della cosa stessa di cui il comodante era a
conoscenza OPPURE quando il comodatariodoveva sostenere delle spese necessarie straordinarie per la
conservazione della cosa.

Pegno
Fiducia cum creditore ⟶ costituiva la più antica forma di garanzia reale ⟶ con tale negozio il creditore non
accostava un diritto reale limitato di garanzia ma la stessa proprietà della cosa trasferita dal debitore.
III secolo a.C. si diffonde il pignus datum ⟶ debitore-pignorante trasferiva al creditore-pignoratizio il possesso
interdittale di una cosa con l’intesa che quest’ultimo poteva tenerla presso di sè, senza usarla, fino a che il
debitore non adempisse al credito garantito ➜ pignus datum NON costituiva ancora un diritto reale limitato su
cosa altrui ma attribuiva soltanto una situazione possessoria.
↳ ne nasceva però un’obbligazione per il creditore-pignoratizio a restituire la cosa ⟶ le parti si invertivano.
Il creditore rispondeva per la mancata restituzione del bene o per il suo deterioramento fino alla custodia
perchè il contratto era concluso principalmente nel suo interesse.
Debitore-pignorante inadempiente ⟶ creditore pignoratizio NON assume la proprietà della cosa pignorata a
meno che ciò non fosse stato espressamente convenuto con apposito patto commissorio (che verrà vietato
dall’imperatore Costantino).
Patto di vendita = creditore pignoratizio insoddisfatto poteva vendere il bene pignorato e trattenersi il ricavato
fino all’ammontare del credito (il debitore poteva pretendere la restituzione del superfluum).
Giustiniano inserirà l’azione di pegno nell’elenco delle azioni di buona fede.
E’ contratto bilaterale imperfetto ⟶ dal pegno poteva nascere un’obbligazione anche a carico del debitore
per il caso in cui il creditore avesse dovuto sostenere delle spese necessarie per la conservazione della cosa
oppure la cosa gli avesse provocato dei danni (creditore agiva con actio pigneraticia contraria).

Contratti letterali
I contratti letterali non hanno nulla a che vedere con l’idea di contratti conclusi per iscritto. Come esempio Gaio
ricorda l’istituto del nomen transcripticium (=credito trascritto), riservato ai cittadini romani, scomparso in età
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postclassica. Tale istituto era collegato al sistema di contabilità del pater familias ⟶ si annotava ogni
movimento patrimoniale nel libro delle entrate e delle uscite.
↳ con alcune di queste indicazioni contabili era possibile far sorgere delle obbligazioni ⟶ Gaio distingue tra:
● transcriptio a re in personam ➜ pater familias registrava nelle entrate come incassata una somma di
denaro che gli era dovuta dal debitore e nelle uscite indicava come data a prestito la stessa somma
alla stessa persona. Nei registri del debitore vi erano le corrispondenti annotazioni contrarie ⟶ prova
del consenso della controparte.
● transcriptio a persona in personam ➜ pater familias registrava come incassata una somma da un
debitore (Caio) e nelle uscite indicava come data a prestito la stessa somma a un terzo (Sempronio).
Nei registri dei debitori ci sono le corrispondenti annotazioni contrarie ⟶ prova dell’accordo.
↳ erano trascrizioni fittizie = non si aveva alcun effettivo movimento di denaro, si produceva l'estinzione della
precedente obbligazione e la costituzione di una nuova obbligazione scaturita da diversa fonte. Sorgeva litteris
un nuovo credito, il quale era di piu facile prova (era sui libri contabili) e aveva una tutela giudiziaria più
rigorosa (creditore poteva usare l’azione certae creditae pecuniae). Contratto unilaterale.

Contratti verbali
Stipulatio
Sponsio = giuramento vincolante, costituisce il più antico atto giuridico in cui si puo individuare la struttura
completa dell’obbligazione. Negozio formale del’antico ius civile, accessibile solo ai cives. Composta da
domanda orale con la quale il futuro creditore chiedeva al futuro debitore di impegnarsi a dare una somma o
una certa cosa, domanda seguita da congrua e contestuale risposta del futuro debitore utilizzando lo stesso
verbo. Non era possibile concludere un contratto tra assenti.
Più tardi, si cominciò ad ammettere l’obbligatorietà di impegni assunti secondo lo stesso schema di domanda
e risposta contestuali con l’uso di verbi diversi da spondere ⟶ tale contratto si denominò stipulatio e lo si
considerò di ius gentium (utilizzabile anche con peregrini).
Contratto unilaterale ⟶ sorgeva obbligazione solo per il promittente mentre lo stipulante acquistava un diritto
di credito. Obbligazione tutelata nel processo formulare con actio ex stipulatu, azione civile e di stretto diritto.
Onere di chiarezza sullo stipulante, il quale prendeva l’iniziativa ⟶ nel caso in cui la formulazione
dell’obbligazione fosse ambigua, le si sarebbe attribuito il significato piu favorevole al debitore.
Esistevano due istituti particolari, sottospecie della stipulatio:
- dotis dictio
- promissio iurata liberti = giuramento con il quale il liberto si impegna nei confronti del patrono a
compiere dei servizi
↳ differiscono dalla stipulatio in quanto manca la domanda del creditore.
Con la stipulatio si potevano promettere prestazioni del più vario contenuto (dare,facere,non facere) ⟶ la
stipulatio è il più importante correttivo alla rigida tipicità negoziale del diritto romano (contratto più diffuso):
- usata per rafforzare o sostituire una precedente obbligazione già esistente tra le stesse parti
- serviva a dare tutela a rapporti che ne sarebbero stati sforniti (cfr interessi)
In origine era necessaria e sufficiente la forma perché il negozio fosse valido ed efficacie, in età preclassica si
afferma il principio della nullità per il caso in cui faccia difetto il consenso.
Stipulatio poteva essere un negozio astratto ⟶ quando le parti non inseriscono espressamente la causa per
cui ponevano in essere l’atto ⟶ stipulatio poteva essere conclusa per varie cause diverse.

Le stipulazioni di garanzia
Le garanzie personali furono molto più utilizzate rispetto a quelle reali fino a tutta l’epoca classica.
La stipulazione di garanzia è costituita da una adpromissio = seconda promessa di prestare quanto già
dovuto dal debitore principale (cfr idem dari spondes?) ⟶ il creditore poteva così chiedere il pagamento
indifferentemente al debitore principale o al garante, i quali erano obbligati in modo solidale elettivo, ma
l’azione esperita nei confronti dell’uno estingueva anche quella nei confronti dell’altro.

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Beneficio di escussione ➜ il creditore doveva chiedere il pagamento prima al debitore principale e l’azione
nei suoi confronti non estingue l’obbligazione, introdotto da Giustiniano, da quel momento il garante,
convenuto in giudizio prima che fosse stato escusso il debitore principale, poteva bloccare l’azione con
un’exceptio, in tal modo l’obbligazione di garanzia diventò sussidiaria.
Caratteristica fondamentale delle stipulazioni di garanzia è la loro accessorietà rispetto al debito principale:
1. se il debito principale è invalido, non sorge garanzia
2. se il debito principale si estingue, si estingue anche garanzia
3. il garante non può obbligarsi a più di quanto dovuto dal debitore principale (cfr idem) ma può di meno*
4. il garante può far valere contro il creditore tutte le eccezioni relative al rapporto principale
Sono esistite 3 distinte forme tipiche di stipulazioni di garanzia:
● SPONSIO ➜ forma più antica risalente all’età arcaica. Riservata ai cives, garantiva solo obbligazioni
contratte verbis, si estingueva con la morte dello sponsor (garante).
Venne introdotto il diritto di regresso dello sponsor che avesse pagato al posto del debitore
principale: se il debitore non avesse rimborsato il garante entro 6 mesi quanto pagato al creditore, lo
sponsor avrebbe potuto agire direttamente con la procedura esecutiva ➜ quando cadde in
desuetudine la manus iniectio, nel processo formulare allo sponsor si riconobbe la possibilità di agire
con l’actio depensi (condanna la doppio).
● FIDEPROMISSIO ➜ fruibile anche dai peregrini. Regime analogo a quello della sponsio MA non fu
estesa la possibilità di agire in regresso con l’actio depensi contro il debitore.
● FIDEIUSSIO ➜ stipulatio accessibile a cives e non cives, con la quale potevano essere garantite anche
obbligazioni non contratte verbis e perfino obbligazioni naturali + non aveva limiti di tempo . Unica
forma di garanzia a sopravvivere nell’età giustinianea.
*Fideiussio indemnitatis = figura particolare con la quale il garante si impegna a pagare solo quanto il
creditore non riesca a recuperare dal debitore principale.
↳ fidepromissores e fideiussores non avevano diritto di regresso in quanto non venne estesa loro la possibilità
di usare l’actio depensi ⟶ vari espedienti:
- mandato ⟶ garante mandatario poteva usare actio mandati contraria contro debitore principale
mandante per ottenere il rimborso di quanto pagato
- stipulatio ⟶ il debitore principale si impegnava a rimborsare quanto pagato dal garante
- azione di divisione ⟶ nel caso in cui vi fosse un rapporto di società o comunione
- beneficium cedendarum actionum ⟶ il creditore cedeva l'azione contro il debitore principale al
garante che si fosse detto pronto a pagare prima della litis contestatio: garante si faceva nominare
cognitor per poter agire contro il debitore principale + il pagamento non era considerato solutio del
debito (altrimenti si sarebbe estinta obbligazione e creditore non avrebbe avuto più l’azione da cedere)
ma prezzo per la vendita del credito.
Giustiniano oltre a introdurre il beneficio di escussione rese il beneficium cedendarum actionum generale e
obbligatorio (creditore non può rifiutarlo) ⟶ obbligazione del garante diventa sussidiaria e non più solidale.

Contratti consensuali
Compravendita (emptio venditio)
Contratto col quale il venditore si impegna a far avere al compratore la pacifica e definitiva disponibilità di
una cosa e il compratore si obbliga a dare al venditore una somma di denaro a titolo di prezzo (altrimenti
permuta).
Contratto di ius gentium.
Mancipatio ⟶ formalizza lo scambio di beni del periodo arcaico. Vendita a contanti con la quale c’è
trasferimento della proprietà della cosa e del prezzo (per le cose nec mancipi traditio).
Con introduzione della moneta coniata la mancipatio perde la natura di negozio causale e di necessario atto di
scambio.
Intorno al III secolo a.C. sorge la vera e propria empio venditio quando il pretore peregrino introdusse nel suo
editto le azioni empti e venditi. Accordo si fondava sulla bona fides.

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Empio venditio è conclusa quando è determinata la cosa da consegnare e il prezzo da pagare + su questi
elementi si è formato il consenso delle parti, manifestato in qualunque forma.
L’effetto giuridico che deriva dalla conclusione del contratto è il sorgere di 2 obbligazioni corrispettive, la
consegna e il pagamento sono solo atti esecutivi delle obbligazioni.
Il contratto di emptio venditio NON trasferisce la prorpietà della cosa venduta e non obbliga neppure a
trasferire la proprietà.

Può essere oggetto di vendita (merx) ogni cosa in commercio, mancipi o nec mancipi, mobile o immobile.
Per lo più era un oggetto corporale, ma si ammise anche la vendita di beni incorporali.
Il contratto è valido anche se la cosa venduta non è in proprietà del venditore MA è nulla la compravendita che
ha per oggetto una cosa già in proprietà del compratore (a meno che non sia finalizzata all’acquisto del
possesso). La compravendita poteva avere per oggetto anche cose future (esempio vendita del futuro
raccolto).
Il prezzo deve consistere in denaro ⟶ opposta opinione dei sabiniani che comprendevano il contratto di
permuta (scambio di cosa contro cosa) all’interno dell’emptio venditio ⟶ non si sarebbero distinte le due
posizioni di compratore e venditore, con i relativi e ben distinti obblighi. Permiuta venne considerata contratto
innominato.
Il prezzo deve essere certo o per lo meno determinabile in base ad elementi indicati nell’accordo. La
determinazione del prezzo non poteva essere affidata a una delle parto contrattuali.
In epoca classica non si richiede che il prezzo sia iustum (=proporzionato al valore della cosa); in epoca più
postclassica pero si iniziò a tutelare il venditore.
Quali obbligazioni sorgono?
Per il compratore:
- pagare il prezzo (obbligazione di dare)
- pagare gli interessi moratori nel caso in cui sia in ritardo OPPURE pagare interessi compensativi (se
pagamento è differito ma la cosa è già stata consegnata, è corrispettivo dei frutti)
↳ la richiesta degli interessi è possible perché si tratta di azione di buona fede
- risponde sempre per l’inadempimento ⟶ non si pone MAI il problema di impossibilità sopravvenuta
della prestazione perché il denaro è una cosa generica
Per il venditore:
- obbligo di far avere il pacifico godimento della cosa al compratore, NON è obbligato a trasferire la
proprietà. Obbligo di facere. Consegna la cosa venduta con l’atto che preferisce ⟶ venditore è
obbligato a eseguire l’atto necessario al trasferimento della proprietà facendo pero astrazione del suo
risultato.
- in virtù della buona fede il venditore era tenuto a fare del suo meglio per conservare la cosa fino alla
consegna ⟶ rispondeva di un eventuale perimento o deterioramento della cosa secondo il criterio della
custodia, anche per caso fortuito. D’altra parte, il compratore rimaneva obbligato a pagare l’intero
prezzo anche in caso di distruzione o deterioramento dovuti a forza maggiore. Regime più vantaggioso
per il venditore che quindi viene chiamato a rispondere col criterio di custodia.
Sorgono anche delle obbligazioni secondarie che possono essere modificate o eliminate dalle parti:
- garanzia contro evizione = spossessamento della cosa da parte di un terzo contro il compratore. Per le
compravendite non eseguite con mancipatio si sviluppò l’uso di chiedere al venditore l’assunzione di
un’autonomia obbligazione di garanzia tramite una stipulatio condizionata: le parti potevano prevedere
il pagamento del doppio del prezzo oppure il risarcimento del danno in caso di evizione. L’uso fu così
diffuso che si considerò un effetto naturale del contratto.
- garanzia contro i vizi occulti = difetti non palesi. Fin da antico il mancipio dans rispondeva dei dicta et
promissa. Anche in assenza di una mancipatio, le parti della compravendita potevano concludere
un’apposita stipulatio con la quale il venditore prometteva determinate qualità ed escludeva la
presenza di vizi ⟶ il venditore promittente sarebbe stato chiamato a rispondere del danno risentito.
cfr disciplina degli edili curuli ⟶ se schiavo o animale non era come venditore lo aveva descritto, il
compratore aveva 2 azioni onorarie:

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- azione di riduzione, quando il compratore era comunque interessato all’animale o allo schiavo
malgrado la presenza del vizio, poteva richiedere la diminuzione del prezzo proporzionale alla
diminuzione del valore della cosa.
- azione redibitoria, quando il compratore non era più interessato all’acquisto poteva entro sei
mesi esperire tale azione diretta alla risoluzione del contratto e alla restituzione delle reciproche
prestazioni. Tale azione era congegnata in modo da rimettere le parti nella situazione
economica in cui si sarebbero trovate se non avessero mai concluso ed eseguito la comprav.
↳ a partire dalla tarda epoca classica l’editto degli edili curuli fu considerato comunque applicabile alla
compravendita qualunque fosse il suo oggetto.
Il contenuto tipico del contratto di compravendita poteva essere adattato alle esigenze concrete delle parti
tramite apposite clausole contrattuali, dei patti.

Locazione (locatio conductio)


Contratto con cui una parte si impegna a mettere a disposizione il godimento di una cosa o di un’attività
lavorativa e l’altra si obbliga a dare una somma di denaro a titolo di compenso (mercede).
Si tratta di un contratto bilaterale, tutelato da azioni di buona fede e accessibile ai peregrini (di ius gentium).
Al suo interno vengon ricondotte varie fattispecie ragruppabili in 3 figure:
1) Locatio conductio rei ➜ il locatore si obbliga a mettere a disposizione del conduttore una cosa
inconsumabile, mobile o immobile, corporale o incorporale, e assicurargliene il pacifico godimento. Il
conduttore ne acquista la detenzione, può usare la cosa e trarne frutti ed è obbligato a restituirla la
termine e a pagare la mercede.
Durata liberamente pattuita dalle parti, se al termine il locatore non chiedeva restituzione e conduttore
continuava a pagare, si considerava tacitamente rinnovato. Possibile anche la locatio perpetua.
Compenso doveva pagarsi in denaro, tranne che per i fondi rustici per il quale la mercede poteva
consistere in una parte dei frutti.
Locatore obbligato a consegnare una cosa esente da vizi non dichiarati e idonea all’uso convenuto, a
mantenerla in condizioni idonee all’uso normale e a ripagare il conduttore di tutte le spese necessarie o
utili da lui sostenute + deve assicurare il pacifico godimento del bene locato.
Emptio tollit locatum ⟶ se locatore vendeva la cosa a un terzo, il conduttore non poteva opporsi alla
pretesa di avere il bene prima della scadenza del contratto.
Conduttore doveva pagare la mercede alle scadenze pattuite, mantenere la cosa nelle condizioni in cui
gli era stata consegnata e restituirla alla scadenza.
2) Locatio conductio operarum ➜ il locatore si obbliga a mettere la propria attività lavorativa a
disposizione del conduttore, il quale è obbligato a pagare un corrispettivo in denaro. Cfr se locare.
Cfr odierno lavoro subordinato: il locatore è il lavoratore e il conduttore è il datore di lavoro.
Non potevano rientrare in questo tipo di contratto le attività di natura intellettuale ⟶uomo libero di
elevata condizione sociale offriva la propria attività a titolo gratuito e chi ne usufruiva era solito
remunerarla con dei donativi (in età classica divennero obbligatori).
Il locatore di operae era obbligato a prestare personalmente l’attività lavorativa secondo le direttive del
conduttore. Il conduttore era obbligato a pagare la mercede anche quando fosse impossibile svolgere
l’attività per una causa non imputabile al lavoratore.
↳ Quella del locatore di opere era un’obbligazione di mezzi.
3) Locatio conductio operis ➜ il locatore si impegna a consegnare una materia prima da lavorare o una
cosa in ordine alla quale deve essere eseguito un servizio e il conduttore si obbliga a compiere
autonomamente, ma nell’interesse del locatore, una certa attività su di essa, in modo da raggiungere il
risultato convenuto, e poi restituirla. La mercede deve essere pagata dal locatore.
In questa figura contrattuale rientrava ogni accordo sullo scambio di una prestazione di facere contro
una somma di denaro esempio locatore consegna marmo allo scultore che deve farci una statua.

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A questa figura sono riconducibili molteplici diverse applicazioni che oggi hanno identità autonoma
come il contratto di appalto, di trasporto, di mandato o di deposito a titolo oneroso.
Locatore obbligato a pagare la mercede SOLO quando il conduttore abbia eseguito la prestazione
concordata è formato quindi il risultato promesso ⟶ quella del conduttore è in questo caso
un’obbligazione di risultato.
Conduttore risponde di dolo e colpa per l’inadempimento, di custodia in caso di perimento o
deterioramento della cosa. Si poteva liberare ed essere pagato ugualmente solo in caso di forza
maggiore.

Società
Contratto di ius gentium, tutelato da azioni di buona fede, bilaterale o plurilaterale, col quale due o più soggetti
si obbligano a mettere in comune beni e o attività lavorative allo scopo di raggiungere risultati vantaggiosi per
tutti. All’interno dello schema societario si può individuare una bipartizione fondamentale:
1) Societas omnium bonorum ➜ società di tutti i beni = i soci si impegnano a mettere in comune tutti i
loro beni presenti e futuri.
Ha origine da un’antica forma di comunione ereditaria con la quale i fratelli dopo la morte del pare
continuavano a godere del patrimonio paterno in modo indiviso ⟶ da qui deriva la fraternitas alla quale
la società si ispira.
Si tratta di una società generale o digestione, nella quale le parti si impegnano soltanto a dividere tra
loro profitti e perdite derivanti dall’amministrazione dei loro patrimoni.
2) Societas unius rei ➜ società speciale in cui i soci si impegnano a mettere in comune singoli beni o
determinate attività con uno scopo di lucro, nel senso che i soci si obbligano a contribuire per il
raggiungimento di uno specifico scopo economico (esempio commercio di schiavi).
↳ caratteristiche comuni a tutte le specie di società:
1. la societas fa sorgere un rapporto di durata in cui è fondamentale l’intuitus personae = la relazione con
quelle persone specifiche con cui si è contratta la società e non altre
2. Il rapporto societario può continuare solo tra tutti i soci originari e cessa dunque automaticamente
quando anche uno solo dei soci decida di recedere unilateralmente oppure muoia o fallisca.
3. Il consenso è particolarmente importante perché non è sufficiente che esista nel momento della
conclusione del contratto ma deve sussistere per tutta la durata del rapporto che ne derivava ⟶
affectio societatis.
4. I conferimenti dei vari soci possono variare quanto a oggetto, quantità e valore ma ogni socio deve
dare un proprio contributo, anche se minimo. Per conferire i beni è necessario porre in essere i negozi
traslativi richiesti dalla natura dei singoli beni in quanto il contratto di società non poteva servire come
atto di trasferimento della proprietà.
La ripartizione dei profitti e delle perdite avveniva secondo i criteri stabiliti dai soci o da un terzo
arbitratore, se nulla era stabilito le quote si presumevano uguali tra tutti i soci + sempre se nulla era
stato stabilito, la ripartizione degli utili andava effettuata in proporzione identica a quella delle perdite,
ma era possibile prevedere una ripartizione diversi di utili e perdite per i vari soci e si poteva escludere
un socio dalla partecipazione alle perdite MA non dalla partecipazione agli utili.
5. Dal contratto di società sorgono obbligazioni reciproche tra i soci, diverse a seconda del tipo di società.
Le reciproche obbligazioni dei soci erano omogenee, tutte della stessa natura e non una il
contrapposto dell’altra ⟶ sono tutelate da un’unica actio pro socio. Il grado di responsabilità sanzionato
con tale azione era diverso a seconda delle varie situazioni e circostanze.
↳ l’actio pro socio si esperiva di solito come azione generale di rendiconto finale. Poteva essere
esperita anche per chiedere il risarcimento di danno derivante da recesso unilaterale doloso o
intempestivo. Il socio condannato subiva l’infamia.
6. La societas, come tutti i contratti, produce effetti solo tra i soci e non verso i terzi, i quali acquistano
diritti e obblighi soltanto nei confronti del socio con cui hanno rapporti.
7. Con la costituzione della società non si veniva a creare neppure un patrimonio autonomo distinto da
quello personale dei soci, i quali rispondevano direttamente ed esclusivamente con il proprio
patrimonio per i debiti contratti con i terzi nell’interesse comune e potevano agire personalmente contro
i terzi per i crediti acquisiti (dividendo poi i profitti e le perdite).
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Il patrimonio conferito alla società non costituiva un limite alla responsabilità dei soci che si fossero
indebitati ⟶ stratagemma: far svolgere le attività sociali da schiavi comuni forniti di peculio.

Mandato
Contratto bilaterale imperfetto di ius gentium, col quale il mandante incarica il mandatario di svolgere un’attività
giuridica o materiale e il mandatario si impegna a eseguire gratuitamente l’incarico ricevuto.
Il contratto di mandato è relativo a singoli specifici incarichi che possono avere per oggetto il compimento di un
negozio giuridico (esempio comprare qualcosa) oppure un comportamento di mero fatto (esempio lavare
qualcosa) ⟶ in quest'ultimo caso è soltanto il carattere gratuito che permette di distinguere il mandato dalla
locatio conductio operis.
Il mandatario doveva eseguire fedelmente l’incarico e al termine trasferire al mandante beni, diritti e crediti
ascuistati ⟶ il mandante non è tenuto a remunerare l’attività compita ma è obbligato assumere su di sè le
conseguenze e a rifondere ogni spesa o danno incontrati nell’esecuzione del mandato ⟶ mandatario ha a
disposizione l’actio mandati contraria.
Gratuità del contratto ⟶ mandatario risponde per inadempimento in base al solo criterio di dolo MA poichè la
violazione della fiducia insita nel mandato era fortemente riprovata la condanna comportava infamia.
Il mandato viene di solito conferito nell’interesse del ,mandante ma può essere conferito anche nell’interesse
di un terzo; in entrambi i casi puo esserci un interesse concorrente del mandatario MA non è valido un
mandato in cui l’unico interesse sia del mandatario.

I contratti innominati
I contratti erano tutti tipici, in numero definito, ciascuno con un proprio regime e tutelato da un’apposita azione.
Qualora i privati si accordassero informalmente per obbligarsi a uno scambio di prestazioni, il cui contenuto
non ricadeva in alcuna causa tipica, o presentasse elementi propri di più contratti, non si era concluso alcun
contratto riconoscito dall’ordinamento. Nel caso in cui le parti non rispettassero l’impegno preso, non vi era
alcuna tutela.
Dalla prima epoca classica gli accordi informali che non potevano essere ricondotti ad alcun tipo contrattuale
riconosciuto dal sistema, ma che apparivano meritevoli di tutela perché diretti a soddisfare un affare tra le
parti, cominciarono a essere tutelati anche per ottenere l’interesse positivo al mancato adempimento.
Agere praescriptis verbis ⟶ modo di agire generale per tutelare qualunque accordo che avesse come
contenuto uno scambio di prestazioni ⟶ tale tutela poteva essere riconosciuta soltanto agli accordi che
prevedessero prestazioni corrispettive di cui una fosse già stata eseguita ⟶ solo allora sorgeva obbligazione
per la controparte.
Dal momento in cui ottennero tutela per adempimento, questi accordi atipici vennero considerati veri e propri
contratti detti innominati.
Schema degli accordi basato su tipo di prestazioni promesse: do un des, do ut facias, facio ut des, facio ut
facias. Tipici esempi di do ut des:
- Permuta = produceva obbligazione solo dopo che la prorpietà di una delle cose fosse stata trasferita e
l’obbligazione sorgeva solo per la parte che aveva ricevuto la cosa.
- Contratto estimatorio = una parte dava all’altra una cosa stimata e l’altra si obbligava a pagare la stima
prefissata oppure a restituire la cosa stessa.

I patti
Patto = qualunque accordo di volontà privo di forma.
Exceptio pacti = tutela data dal pretore per i patti, non concede però un’azione ⟶ patto nudo non produce
obbligazione ma produce eccezione. Regime apposito hanno i patti aggiunti ai contratti.
In tema di compravendita, locazione e società il carattere di buona fede delle azioni permetteva al giudice di
tenere conto di pattuizioni aggiunte in continenti (=al momento stesso della conclusione del contratto).

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Patti potevano essere aggiunti anche ex intervallo = conclusi dopo che era già sorto l’obbligo principale. In
questo caso si applica la regola generale: non possono essere fatti valere con l’azione ma possono soltanto
essere sollevati in via di eccezione.
Patti pretori ⟶ convenzioni obbligatorie tutelate da apposita azione pretoria: consitutum debiti e recepta. -
- Constitutum debiti = promessa informale di adempiere entro un termine perentorio un debito di denaro
o altre cose fungibili, debito già esistente. L’effetto non era novativo (non estingueva il credito) ma dava
al creditore la possibilità di agire.
- Recepta erano di vari tipi, accumunati dall’essere un’assunzione non formale di repsonsabilità per lo
svolgimento di un certo compito
- Receptum arbitrii = impegno assunto su richiesta degli interessati di giudicare una lite in veste
di arbitro privato. Per far decidere la controversia ad un arbiter, le parti facevano un accodo
chiamato compromissum
- Receptum argentarii = impegno assunto da un banchiere nei confronti di un terzo di effettuare
un pagamento per conto di un suo cliente
In epoca postaclassico-giustinianea la distinzione tra patto e contratto sembra superata.

Le obbligazioni da quasi contratto


Quasi contratti = atti leciti che producono obbligazione anche in assenza di un accordo diretto a costituire
obbligazione.
● Pagamento dell’ indebito (solutio indebiti) ➜ quando si adempie a un’obbligazione inesistente
oppure valida per diritto civile MA paralizzabile con eccezione.
E’ questo che manda in crisi la bipartizione di Gaio delle fonti delle obbligazioni ⟶ chi paga vuole
estinguere non contrarre un affare.
Si verifica un arricchimento ingiustificato, un aumento patrimoniale non giustificato dal diritto ⟶ rimedio
a tale situazione è la condictio, azione caratterizzata da astrattezza, l’attore non era obbligato a
indicare il fondamento del proprio diritto e quindi poteva utilizzare questo strumento processuale anche
per casi non espressamente previsti ⟶ dal pagamento dell’ indebito sorge obbligazione per l’accipiens
di ritrasferire al solvens quando ricevuto indebitamente, più frutti e accessioni, oppure l’equivalente in
denaro ➜ tale obbligazione è sanzionata con la condictio indebiti.
● Gestione di affari altrui (negotiorum gestio) ➜ quando qualcuno spontaneamente compie un’atitvità
di fatto o di diritto per conto di un altro, impossibilitato ad occuparsene, spesso perchè assente. Il
gestore NON è stato incaricato e non è obbligato a compiere l’attività MA NON deve nemmeno essere
stato diffidato dall’intraprendere la gestione.
La gestione di affari altrui inizia a produrre obbligazioni da quando furono introdotte nell’editto le azioni
negotiorum diretta e contraria.
Perché si possa parlare di gestione degli affari obbligatoria ci sono dei requisiti che devono essere
rispettati: 1. Gestore deve intraprendere l’attività con la volontà di essere utile al gerito e di obbligarlo
ad assumere su di sé il risultato della gestione e a rimborsare spese e danni in cui il gestore possa
incorrere 2. Gestione deve essere condotta con attenzione.
Gestore ha obbligo di portare a termine l’attività e di far avere al dominus quanto ricavato dalla stessa
⟶ gerito fa valere tale obbligo con actio negotiorum gestorum diretta.
Gerito deve assumere su di sé effetti dell’attività + rimborsare eventuali spese e danni ⟶ gestore ha
l’actio negotiorum gestorum contraria.
● Tutela degli impuberi ➜ ipotesi di gestione di affari qualificata in quanto il tutore è tenuto a svolgere la
gestione con un dovere di buona amministrazione e al termine di essa può essere chiamato a
risponderne con l’actio tutelae (azione di buona fede infamante); a sua volta può agire contro ex-pupillo
con l’azione di tutela contraria per chiedere rimborso di spese e danni.
● Legati (e fedecommessi) con effetti obbligatori ➜ disposizioni mortis causa a titolo particolare dalle
quali sorgeva un’obbligazione a carico dell’erede a favore del legatario o del fedecomissario. Tra erede
e legatario NON vi era stato un accordo diretto alla costituzione dell’obbligazione, la quale sorgeva solo
grazie alla volontà del testatore. 2 tipi di legato con effetti obbligatori: 1. Legato con prestazione di dare
o facere 2. Legato con prestazione di non facere.

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Le obbligazioni che sorgono da questi legati sono tutelate con l’actio ex testamento (azione in
personam di stretto diritto).
Discorso analogo per il fedecommesso a titolo particolare che trova tutela nella cognitio extra ordinem.
Altri esempi:
- Pollicitatio = promessa unilaterale esplicita ma non solenne con cui una persona che assume carica
pubblica si impegna al compimento di un’opera di comune utilità o al pagamento di una somma di
denaro a favore di un ente pubblico
- Votum = promessa unilaterale di costruire un tempio o effettuare una donazione a favore di una
divinità, nel tempo verrà considerata a favore dei sacerdoti di tale divinità che quindi possono esigerla
- Obbligazioni alimentari = azione nei limiti delle possibilità economiche dell’obbligazione a favore di
alcune categorie di persone strettamente legate all’obbligato che si trovassero in situazione di bisogno.

Le obbligazioni da delitto
Delitto = atto illecito di natura penale lesivo di un interesse privato, che l’ordinamento dall’epoca preclassica
sanziona con il pagamento di una somma di denaro a favore della persona offesa e a titolo di pena privata.
Risponde di delitto chi lo abbia compiuto con dolo [però vediamo dopo danno aquiliano].
Offeso è dunque creditore e deve attivarsi secondo le regole proprie del processo privato, chiamando in
giudizio l’offensore con un’azione detta penale, perché ha funzione sanzionatoria (ci sono anche quelle
reipersecutorie).
Azione penale:
1) Era intrasmissibile passivamente = poteva essere esercitata solo contro l’autore del delitto (agli eredi
si poteva eventualmente chiedere ciò di cui si erano arricchiti grazie al delitto).
2) Caratterizzata dalla cumulatività = si potevano esperire separatamente nei confronti di più rei (tutte le
persone che avevano commesso il delitto dovevano essere punite) + attore poteva esperire sia azione
penale che reipersecutorie per lo stesso delitto.
3) *In alcuni casi veniva applicata con il regime della nossalità = quando un delitto veniva compiuto da un
soggetto a potestà all’insaputa del proprio avente potestà, l’offeso poteva esperire l’azione penale
contro il dominus o pater familias con però una clausola: convenuto poteva liberarsi dalla
responsabilità consegnando il delinquente all’attore ⟶ dava a nossa il colpevole e ne nasceva
un’obbligazione alternativa.
Veniva convenuto in giudizio chi aveva in potestà il soggetto colpevole al momento in cui si intentava
l’azione e non chi lo avesse avuto nel momento della commissione del delitto.
Principi analoghi valevano per i danni commessi da un animale domestico quadrupede.
Il ius civile conosce 4 delitti tipici: furto, rapina, ingiurie, danno aquiliano. Nella tarda repubblica vengono
sanzionati anche altri illeciti privati: violenza morale e dolo.
Dal I secolo a.C. inizia una tendenza alla pubblicizzazione di alcune fattispecie originariamente rientranti nei
delitti privati.

Il furto
↳ dolosa sottrazione di cosa mobile altrui.
La giurisprudenza interpreta questo delitto in senso molto ampio e ci ricomprende varie fattispecie ⟶ ogni
comportamento volontario che provochi ad altri una perdita tende a integrare tale delitto.
Le XII Tavole sanzionavano vari tipi di furto, distinguendo in base al momento in cui veniva catturato il ladro:
● Furtum manifestum ➜ flagrante, quando il ladro viene colto sul fatto e catturato. Ladro veniva
fustigato e assegnato al derubato, se schiavo veniva precipitato da una rupe. Se ladro commetteva
furto di notte o tentava di difendersi con armi, derubato poteva metterlo a morte anche se uomo libero
purchè chiamasse vicini come testimoni. Equiparata a furto flagrante è l’ipotesi in cui il derubato
trovava la refurtiva presso qualcuno in seguito a una solenne perquisizione (con addosso solo un
panno e tenendo un piatto in mano).
Derubato poteva richiedere con l’actio furti manifesti il pagamento di una pena pecuniaria nel 4druplo
della cosa rubata (valore oggettivo della cosa con riferimento al momento in cui aveva raggiunto valore
maggiore nell’ultimo anno). Con l’actio furti manifesti si poteva chiamare in giudizio solo il ladro.
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● Furtum nec manifestum ➜ non flagrante, per il quale era prevista una pena pecuniaria nel doppio del
valore della refurtiva. Con l’actio furti nec manifesti possono essere convenuti anche il complice e
l’istigatore.
↳ chi poteva utilizzare tali azioni? Innanzitutto il proprietario del bene rubato MA anche chiunque avesse
interesse alla conservazione della cosa, cioè chi sarebbe stato chiamato a rispondere per la perdita del bene
(esempio comodatario).
Le XII Tavole conoscono altre 2 azioni esperibili in relazione al furto:
- Actio furti concepti = cosa rubata viene trovata presso qualcuno, in presenza di testimoni, ma senza la

⤵️
formale perquisizione. La pena è del triplo e deve essere pagata anche se la persona presso cui era
stata ritrovata la cosa non fosse il vero ladro
- Actio furti oblati = la persona presso la quale era stata trovata la cosa rubata poteva richiedere il
pagamento della pena del triplo contro il ladro che gliela avesse consegna o l’avesse nascosta.
Azione penale poteva cumularsi ⟶ nel caso del furto si poteva agire sia con l’azione di furto contro il ladro sia
con l’azione di rivendica contro chiunque avesse il possesso del bene rubato.
Vi era anche una condictio ex causa furtiva ⟶ azione reipersecutoria che il derubato proprietario poteva
utilizzare contro il ladro anche se quest’ultimo non fosse più possessore della cosa rubata ⟶ ladro era in ogni
caso tenuto a restituire la cosa o il suo valore anche nel caso di perimento della cosa a lui non imputabile.
L’azione penale e la condictio potevano spettare anche a 2 persone diverse: esempio cosa data in comodato
viene rubata ⟶ comodatario agisce con actio furti + comodante-proprietario con la condictio.
La rapina
↳ furto commesso con l’uso della violenza. In origine rientrava nella sfera punitiva del furtum, di solito di quello
nec manifestum (difficilmente la vittima riesce a catturare rapinatore sul fatto).
Primo secolo a.C. periodo di grave crisi con frequenti saccheggi e ruberie violente ⟶ pretore Lucullo inserisce
nell’editto formula diretta a sanzionare con la pena al 4druplo da un lato i danneggiamenti perpetrati mediante
impiego di banda armata, dall’altro le sottrazioni violente di beni altrui.
Azione è pretoria ⟶ si prescrive in un anno, trascorso il quale si può agire con un’actio in factum per
recuperare solo il valore del maltolto. Nonostante natura pretoria, i giuristi considerano rapina un delitto civile
(stretto rapporto concettuale con il furto).
Clausola edittale sanzionava al 4druplo anche saccheggi commessi in occasione di incendi, terremoti,
nubifragi etc.

L’iniuria
↳ lesione della personalità altrui.
Viene disciplinata dalle XII Tavole le quali prevedevano 2 atti tipici di lezioni personali:
1) Membrum ruptum = ogni lesione che altera gravemente la funzionalità di una parte del corpo.
Sanzionata con la pena del taglione (arrecare lo stesso danno) sostituibile però con una composizione
pecuniaria nel caso in cui la vittima accettasse l’offerta.
2) Os fractum = rottura di un osso, composizione pecuniaria è obbligatoria e prevista in un ammontare
predeterminato (300 assi se offeso era uomo libero altrimenti 150).
3) *Iniuria generica = ogni altro atto lesivo della personalità fisica altrui. Sanzionata con pena pecuniaria
fissa di 25 assi.
↳ In seguito le sanzioni decemvirali caddero in desuetudine (1 troppo rozzo e 2 somma irrisoria) e vennero
sostituite da un’azione pretoria che raccolse tutti i casi di lesione personale in un’unica formula ⟶ actio
iniuriarum aestimatoria.
Azione che sanzione iniuria è pretoria MA delitto continua a essere considerato appartenente al diritto civile.
Con la nuova azione la pena pecuniaria non era più fissa ma lasciata al prudente apprezzamento di un
collegio giudicante il quale valutava il caso concreto accaduto e stabiliva la pena adeguata, di solito entro un
limite massimo indicato dall’offeso. Condanna comportava infamia.
Se convenuto assolto poteva agire contro attore con iudicium contrario diretto a sanzionare l’azione temeraria
con il decimo della somma indicata prima dall’offeso.

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Nella successiva riflessione giurisprudenziale il concetto di iniuriae si ampliò, venendo a comprendere ogni
deliberata lesione della personalità umana, anche di quella morale o sociale.
Azione è strettamente personale ⟶ intrasmissibile agli eredi anche dal lato attivo.
Il delitto di ingiurie cominciò a essere sanzionato anche come crimine pubblico.

Il danno aquiliano
III secolo a.C. venne emanata la lex Aquilia de damano che introdusse il delitto generico di damnum iniuria
datum, provvedimento articolato in 3 articoli:
1) Chi aveva ucciso ingiustamente uno schiavo o un capo di bestiame doveva pagare al proprietario il
maggior valore raggiunto dal bene nell’anno anterio alla sua uccisione
2) Puniva l’acceptilatio verbis posta in essere dall’adstipulator senza autorizzazione del creditore
principale facendogli perdere il valore del credito
3) Sanzionava altri atti dannosi, come ferimento, distruzione, deterioramento prodotti a cosa, schiavi e
animali altrui obbligando il danneggiante a pagare il maggior valore raggiunto dalla cosa negli ultimi 30
gg.
Actio legis Aquiliae = azione civile di natura penale che seguiva tutte le regole delle azioni penali.
Cosa si intende per danno arrecato iniuria? Per rispondere di danno aquiliano non era necessario aver
arrecato il danno dolosamente ma era sufficiente un grado inferiore di imputabilità di solito ricondotto alla culpa
+ il danno doveva essere prodotto al corpo del bene direttamente con il corpo del colpevole ⟶ esclusa
responsabilità in caso di mera omissione e non avrebbe risposto nemmeno chi arrecasse al bene un danno
non corporale.
↳ Problema risolto dal pretore che concesse delle azioni di legge Aquilia utiles o in factum con le quali era
possibile perseguire anche danni non causati direttamente col corpo o il danno non influisse sulla
consisetanza fisica della cosa.
Grazie al pretore fu estesa anche la legittimazione attiva alle azioni di legge Aquilia ⟶ con azioni pretorie
cominciarono a essere tutelati anche il proprietario bonitario, i titolari di diritti reali limitati e il possessore di
buona fede.

Il metus e il dolus
I secolo a.C. nell’editto pretorio vengono introdotti alcuni strumenti processuali che sanzionano come delitti 2
fattispecie: il metus e il dolus malus.
➜ Metus = timore generato dall’altrui minaccia che induce a compiere un negozio che altrimenti non si
sarebbe concluso (attuale violenza morale)
➜ Dolus = raggiro, inganno, macchinazione volta a trarre in inganno una persona
↳ il diritto romano li considera atti illeciti puniti con strumenti di creazione pretoria
Se il rapporto in ordine al quale si era verificata la violenza morale o la scorrettezza era tutelato con azione di
buona fede, la vittima poteva tutelarsi con la stessa azione contrattuale.
Qualora la minaccia o il comportamento scorretto fossero stati tenuti in una situazione per la quale non era
esperibile alcuna azione di buona fede, la vittima non avrebbe avuto alcuna tutela fino al primo secolo a.C.,
quando vennero introdotti alcuni strumenti pretori a sanzionare metus e dolus.
● I rimedi processuali contro il metus erano 3:
1. Exceptio quod metus causa = rimedio preventivo grazie al quale chi avesse concluso un
negozio in situazione di timore generato da altri e fosse chiamato in giudizio per l’adempimento
avrebbe potuto difendersi provando davanti al giudice il metus
Quando vittima della minaccia ha già dato esecuzione al negozio può scegliere tra:
2. Actio quod metus causa = azione penale con la quale il convenuto veniva condannato a
pagare una sanzione pecuniaria stimata nel quadruplo del danno arrecato con il negozio.
Azione arbitraria = giudice poteva invitare il convenuto a rimettere la situazione come era prima
del negozio
3. Restitutio in integrum propter metum = si considerava come non avvenuto il negozio e alla
vittima venivano concesse tutte le azioni che le sarebbero spettate prima dell’esecuzione del
negozio.
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● I rimedi processuali contro il dolus erano 2:
1. Actio de dolo malo = esperibile quando il negozio aveva già realizzato tutti i propri effetti. La
condanna in tale azione era equivalente al valore economico del danno sofferto dall’attore: chi
era truffato veniva tutelato MA non è lecito guadagnare grazie alla propria ingenuità. Condanna
comportava infamia.
Azione arbitraria, se convenuto rimetteva situazione in pristino veniva assolto.
Azione sussidiaria, utilizzabile soltanto se non ci fosse nessun altro rimedio a disposizine
dell’attore.
2. Exceptio doli mali = utilizzabile quando la vittima della scorrettezza non avesse ancora subito
alcun danno e venisse convenuta in giudizio. La formula di tale eccezione era concepita con
doppia indicazione temporale [se nulla sia avvenuto o avvenga per dolo malo] ⟶ si distingueva
un’eccezione di dolo passato (speciale) e un’eccezione di dolo presente (generale).
- Eccezione di dolo passato = serve alla vittima di un raggiro negoziale, la quale,
chiamata in giudizio da parte dell’autore dell’infanzia per l’adempimento del negozio,
opponeva che l’attore stesso aveva tenuto in un momento precedente al giudizio un
comportamento doloso
- Eccezione di dolo presente = quella con cui il convenuto contestava all’attore un
comportamento scorretto tenuto al momento stesso del processo, detta anche generale
perché aveva un campo di applicazione molto vasto (trovava applicazione in ogni caso
in cui non si avesse a disposizione un’eccezione tipica per la situazione). Il convenuto
poteva contrastare ogni forma di abuso che l’attore commettesse. Esempio: possessore
di buona fede di un fondo chiamato in giudizio con azione di rivendica dal proprietario
ma chiede rimborso delle spese per migliorare il fondo, proprietario rifiuta di pagarle ⟶
convenuto poteva usare l’eccezione di dolo generale grazie alla quale sarebbe stato
assolto e avrebbe tenuto il fondo finchè il proprietario non avesse pagato quanto dovuto.

Le obbligazioni da quasi delitto


Fattispecie avvicinabili al delitto.
Quasi delitti = atti illeciti sanzionati dal pretore dei quali si risponde anche per colpa o addirittura per fatto
altrui: comprendono casi in cui la responsabilità del soggetto passivo si fonda sul suo legame con la cosa o
con le persone da cui proviene il danno. Nelle Istituzioni di Giustiniano sono elencati 4 quasi delitti:
1) Azione contro giudice che fa propria la lite ➜ quando il giudice manca di correttezza e imparzialità nel
condurre il giudizio, favorendo così una delle parti. La parte danneggiata può agire contro il giudice con
un’azione in factum per ottenere il pagamento di una somma di denaro determinata secondo equità.
2) Azione concessa contro chi abbia la disponibilità di un appartamento, a qualunque titolo, dal quale sia
stato gettato o sia caduto qualcosa in un luogo sottostante di pubblico passaggio, arrecando danno a
cose o persone. La responsabilità può essere anche per fatto altrui in quanto risponde sempre
l’habitator. Azione popolare.
3) Azione che sanziona un illecito di pericolo ⟶ punisce l’habitator di un appartamento a una sporgenza
del quale sia stato sistemato un oggetto che minacci di cadere su un luogo di pubblico passaggio.
Punito indipendentemente dall’avverarsi del danno allo scopo di evitarlo. Azione popolare.
4) Azione che sanzione la responsabilità dei gestori di navi, locande o stalle per il furto o il
danneggiamento di beni imbarcati o introdotti nella locanda o nella stalla. I gestori rispondono anche se
il danneggiamento o furto siano imputabili a qualcuna delle persone di cui si servono nella loro attività
cfr Culpa eligendo = hanno scelto male i propri collaboratori.

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