Se noi volessimo trovare una declinazione più puntuale sul codice e sui critici di
interpretazione, dobbiamo abbandonare la parte delle preleggi, e concentrarci invece
sulla parte di carattere speciale che è l'interpretazione del contratto.
Art. 1.362 – 1.371 c.c. (C'è una differenza tra la preleggi). Questa differenza è per un
verso complesivile. Innanzitutto devo interpretare il contratto partendo dalla comune
intenzioni delle parti e non mi devo limitare al senso letterale delle parole. Viene prima
l’interpretazione (La ratio), le intenzioni delle parti e poi vieni la norma. La ratio che
governa l’istituto illumina la lettura del processo interpretativo.
Gli atti, invece dai fatti, corrispondono ad un comportamento umano, e hanno nel
comportamento la consapevolenza della condotta. Quando compio un atto, ho la
consapevolezza di compiere un atto, e non ho necessariamente la consapevolezza
degli effetti che quell'atto può produrre. Questo distingue l’atto dal negozio, che è
sempre un accadimento umano, ma che io realizzo proprio per ottenere gli effetti.
Nel’onere al mancato comportamento non segue una sanzione da parte del soggetto
nell'atto. Invece nell'obbligo segue una sanzione
La chance: E'una situazione dove non c'è una certezza, ma c'è una probabilità.
L’ordinamento dice che talvolta pur non essendoci certezza che quel fatto si verifica, ciò
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nonostante l’ordinamento riconosce una tutela affinché una delle due parti, non ottenga
comportamenti che rendano definitivamente impossibile un fatto che invece avrebbe
potuto verificarsi. Questa è un'entità patrimoniale a sé stante, giuridicamente ed
economicamente suscettibile di autonoma valutazione
Esprime una situazione giuridica differenziata rispetto ad altri soggetti nei confronti
dell'amministrazione. Questa si caracteriza che, diversamente dal diritto soggettivo, non
ha diritto ad una conservazione o una apprensione di un bene protetto; c'è un diritto di
proprietà o un diritto sul bene che modula l’astensione. Nell'interesse legittimo il diritto
non si concretizza nel ottenimento del bene.
Tutte le persone nel momento in cui vengono in vita hanno la capacità giuridica, che è
quella capacita di essere titolare diritti e di doveri in quanto individui independentemente
dalla età, religione, sesso, ecc.; sono quei diritti inviolabili di ogni persona.
La persona fisica acquista la capacità giuridica con la nascita e la perde con la morte.
La capacità di agire si acquista con la maggiore età, però il problema della capacità
d’agire non è legato solo alla maggiore età.
Questa è la capacità di gestire in prima persona le situazioni giuridiche che alla stessa
pur fanno capo. È l’idoneità a porre in essere in proprio atti negoziali destinati a
produrre effetti nella sua sfera giuridica.
Quando è che le persone giuridiche hanno capacità d’agire? Nel momento in cui
quelle persone giuridiche sono riconosciute. Il fenomeno delle società si distingue a
secondo qual è la tipologia della persona giuridica, cioè società di persone o società di
capitali. Le persone giuridiche ma non sono tutte le società, né in senso tecnico le
associazione di fondazione, ma sono persone giuridiche le società di capitali.
Semplicemente perché se distingue la soggettività giuridica, che vuol dire che potere
essere un centro di imputazioni di diritti e di doveri; le persone giuridiche e diverse
perché sono società di capitali.
Nella persona giuridica c'è una caratteristica che è quella per cui questa società
nascono e rispondono esclusivamente con il loro patrimonio. Questo consente solo alle
società di capitali di diventare un centro autonomo d'imputazione di diritti e di doveri
totalmente distinto dal centro di imputazione che è rappresentato dai soci che hanno
proposto quella iniziativa. Questa distinzione tra la persona giuridica ei soci non la
troviamo nelle società di persone.