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Commerciale del 22.05.

2020

I titoli di credito nascono per agevolare la circolazione del credito. Si è voluto creare uno strumento che consentisse la
circolazione del credito in modo più agevole rispetto alla previsione ordinaria del Codice civile.
Il Codice civile all’art. 1260 prevede il trasferimento dei crediti. Nel momento in cui il cessionario segue le stesse sorti del
credito trasferito tale per cui il credito presenti elementi per i quali questo diviene inesigibile il cessionario del titolo di
credito risentirà di quelli che sono gli effetti dell’eventuale contestazione relativa al rapporto sottostante.
Es. Tizio vanta nei confronti di Caio un credito di € 1.000 e conseguentemente vanta un credito di mille euro il quale credito
scaturisce dalla fornitura e conseguentemente se Tizio cede a Sempronio il credito, Caio potrà opporre il mancato pagamento
anche a Sempronio qualora ad esempio la merce fosse avariata. La struttura che viene posta in essere per il tramite dei titoli
di credito serve a superare tale problema e a rendere la circolazione del credito decisamente più agevole atteso che vi è tutto
l’interesse ad utilizzare questo titolo di credito come strumento alternativo rispetto al denaro contante.
Il cessionario risente della medesima posizione del cedente, pertanto se l’obbligazione non esiste non sarà pagato ovvero se
l’obbligazione esiste ma il rapporto è viziato da una serie di adempimenti (es. merce avariata, difettosa ecc.) subirà le stesse
conseguenze, pertanto se il cedente non aveva credito nessun credito sarà vantato dal cessionario se nei confronti del
cedente potevano essere mosse delle eccezioni, le stesse eccezioni potranno essere mosse nei confronti del cessionario. E’
evidente che in questo caso il sistema di circolazione del credito, il sistema di smobilizzo del credito è articolato perché
rimesso ad una valutazione circa l’esistenza effettiva del credito.

Con i titoli di credito, invece, si punta a superare questo limite tipico della cessione del credito in quanto si vuole rendere il
titolo autonomo ed indipendente rispetto alla posizione che esiste fra originario prenditore del titolo e debitore principale
rispetto ai cessionari successivi del titolo. Quindi, varia il rapporto. Il rapporto sottostante che interviene tra cedente e
debitore è ininfluente ai fini del contenuto del titolo di credito fintato che questo inizia a circolare; fintanto che il titolo di
credito non circola non cambia nulla,
I titoli di credito trovano disciplina dagli art. 1992 e seguenti fino all’art. 2027 del Codice civile. Tra i titoli di credito alcuni
hanno disciplina legislativa particolare e quindi abbiamo un Regio decreto del 1933 nr. 1736 per gli assegni, un Regio decreto
del 1933 nr. 1669 per le cambiali, Regio decreto del 1941 nr. 1148 per i titoli azionari. Questi sono i tre titoli di credito
rispetto a tutti gli altri titoli di credito.
Se l’obiettivo del legislatore è stato quello di rendere il titolo scevro, indipendente ed autonomo rispetto al rapporto
intercorso tra debitore e creditore come è arrivato a creare questa autonomia del titolo di credito rispetto al rapporto
originario? Mediante una sorta di finzione giuridica così costruita: Il titolo di credito è un diritto nel quale è incorporato un
diritto di credito ovvero è un qualche cosa di astratto che è incorporato in un documento materiale titolo di credito
(elemento di carta); a questo documento (titolo di credito) e a questo diritto (diritto di credito) si applica la disciplina propria
della cessione dei beni mobili che troviamo nell’art. 1153 del codice civile.
#Art. 1153 – “Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non è proprietario, ne acquista la proprietà [922]
mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna(1) e sussista un titolo idoneo al trasferimento della
proprietà.
La proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa, se questi non risultano dal titolo e vi è la buona fede dell'acquirente.
Nello stesso modo si acquistano i diritti di usufrutto, di uso e di pegno.”
In tale articolo viene introdotto quello che è elemento cardine dei titoli di credito ovvero il principio che il “possesso di buona
fede vale titolo”. Questa è una peculiarità della cosa mobile e ciò perché la cosa mobile, contrariamente al bene mobile
registrato e al bene immobile, perché per questi si può verificare effettivamente se l’alienante è proprietario mentre per la
cosa mobile ciò non potrebbe essere applicato. La logica di questa norma è quella di rendere agevole il trasferimento. Questo
principio viene applicato al titolo di credito, come? L’oggetto è il titolo di credito che diviene la cosa mobile su cui insiste il
diritto di credito. Il diritto di credito non sarebbe un elemento materiale è un elemento astratto ma diviene materiale nel
momento in cui considero il diritto di credito nel titolo di credito cartaceo e quindi materiale. Il diritto di credito diviene
quindi bene materiale attraverso l’incorporazione di questo diritto di credito nel titolo di credito cartaceo. Il principio
ispiratore dei titoli di credito è rappresentato dal fatto che al titolo di credito si applica la disciplina del mobile la quale
disciplina del bene mobile ha il principio che il possesso vale titolo. Tale principio di “possesso vale titolo” è dato dal fatto che
il diritto di credito è incorporato nel titolo di credito cartaceo.
Ciò che circola è il diritto cartaceo.
Sulla base del fatto che il diritto è immesso nel titolo di credito può essere applicata la disciplina del bene mobile.
Tutti i titoli di credito attribuiscono il diritto ad una determinata prestazione ma non tutti i titoli di credito attribuiscono il
diritto alla medesima prestazione. Esistono vari tipi di titoli di credito (Es. somme di denaro, consegne di merci, restituzione
di un bene, erogazione di una prestazione di servizio ecc. in altri casi abbiamo una “serie” di diritti (Es. azioni ed obbligazioni
che portano con sé diritti patrimoniali e amministrativi). La varietà di diritti che possono essere inclusi all’interno dei titoli di
credito è estremamente variegata e ciò ci consente di fare una classificazione dei titoli di credito. La prima classificazione che
possiamo fare distingue tra titoli di credito individuali o di massa. La differenza è rappresentata dal fatto che il titolo
individuale viene emesso per una singola operazione economica (es. cambiale). Il titolo di massa si ha quando il titolo
appartiene ad un’operazione economica di più ampia portata che è frammentata in una pluralità di titoli e pertanto sono tutti
titoli emessi per un unico scopo (emissione del prestito obbligazionario, costituzione del capitale sociale) ma possono essere
sottoscritti da una pluralità di soggetti e comunque sia anche se sottoscritte da un unico soggetto le obbligazioni in quanto
plurali rappresentano una frazione di un'unica operazione economica (prestito obbligazionario/aumento di capitale);
pertanto a fronte di quell’operazione vi sono più titoli.
Altra classificazione è tra i titoli astratti e causali ovvero se il titolo riflette il rapporto sottostante o meno.
Nei titoli astratti, i titoli sono emessi indipendentemente dal rapporto che ha dato origine all’emissione di quel determinato
titolo di credito, il titolo è astratto in quanto non correlato al rapporto fondamentale (Es. cambiale, assegno – La cambiale
prevede a corrispondere una determinata somma).
Il titolo è causale nel momento in cui il titolo è emesso a fronte di un determinato rapporto fondamentale (Es. azioni,
obbligazioni, fede di deposito). La fede di deposito è il documento che si riceve nel momento in cui si deposita la merce nei
magazzini generali ed è il documento che mi consente di ritirarle, ma la fede di deposito concerne quei determinati beni
precisi e quindi solo quei beni mi verranno consegnati; quindi il documento mi viene consegnato a fronte del deposito, vi è la
causa. Il titolo di credito è rappresentativo del rapporto fondamentale. La fede di deposito viene emessa a seguito di un
deposito di merce presso i magazzini generali.
L’ultimo metodo per classificare i titoli di credito è rappresentato dalle leggi di circolazioni che soggiacciono ai titoli di credito
stessi ovvero si parla di titoli di credito in generale però poi siccome si è visto che è possibile emettere una pluralità di titoli di
credito, tutti i titoli vengono emessi con la destinazione alla circolazione ma non circolano tutti allo stesso modo.
Secondo la circolazione i titoli di credito vengono altresì suddivisi in:
1. Titoli di credito nominativi: (Es. certificato azionario) titolo di credito nominativo per circolare necessita della girata
apposta sul retro del titolo di credito, girata che deve essere piena e la firma deve essere apposta e autenticata dal
notaio o da un agente di cambio; questo serve a consacrare in modo preciso ed indiscutibile il trasferimento a favore
del soggetto. Consente di individuare in modo puntuale il cessionario e conseguentemente a garantire la bontà della
cessione, attesa l’autentica della firma del cedente, a consentire la ricostruzione di tutti i passaggi. Questi titoli sono
quelli che hanno maggior rigore formale nella circolazione e questo perché si tratta di titoli particolarmente
importanti.
2. Titoli di credito all’ordine:(Es. cambiale, assegno bancario, titoli rappresentativi di merce) Questi circolano con la
girata ma rispetto ai titoli di credito nominativi, in questo caso la girata può non essere piena e quindi la girata è
effettuata in bianca senza l’indicazione del nominativo del cessionario, non è richiesta l’autentica della firma.
3. Titoli di credito al portatore: (Es. azioni di risparmio, azioni delle Sicav). Queste circolano con la semplice consegna.
Nel momento in cui l’elemento cartaceo viene consegnato ad un altro, costui sarà legittimato a richiedere la
prestazione. Nessun elemento di natura formale è richiesto per ricostruire e giustificare la disponibilità del titolo di
credito.
Le classificazioni fin ora esposte sono per altro sovrapponibili.

Elementi comuni ai titoli di credito


Da ricordare che tutti i titoli di credito, il diritto di credito è incorporato nel documento cartaceo del titolo di credito stesso.
Pertanto, gli elementi comuni ai titoli di credito sono:
1) Autonomia del diritto: chi acquista la proprietà del documento (elemento cartaceo) diviene titolare del diritto in esso
incorporato e ne diviene titolare anche se l’acquisto, in buona fede, è avvenuto da un soggetto a non domino (che non ne
aveva la proprietà). Si vuole evitare che al cessionario si possa applicare la disciplina del diritto comune (Es. nel diritto
comune nel caso della cessione del credito, se acquisto il credito da chi non è titolare io non acquisto nulla e non potrò
rivendicare nulla). Se la posizione quindi è indifferente dalle sorti del cedente è evidente che vi è un maggior
interesse/possibilità che il titolo circoli ed assolva la funzione per cui è nato.
2) Letteralità: Nel momento in cui mi rendo acquirente del titolo di credito, acquisto la titolarità del credito così come
menzionata nel titolo stesso e questo sia in senso positivo che negativo. La titolarità del titolo non è derogabile, potrà essere
invocata la prestazione solamente nei termini che risultano dal titolo stesso, eventuali terzi accordi non potranno essere
evocati da terzi soggetti.
3) Legittimazione: Chi ha il possesso materiale del titolo, rispettando la legge di circolazione del titolo, potrà esercitare i diritti
contenuti in esso senza doverne provare la proprietà, senza dover eseguire ulteriori accertamenti. Nel momento in cui paga
secondo i termini indicati dal titolo di credito, questo è liberato dall’obbligazione.
Il legislatore si premura di tutelare principalmente il portatore del titolo in quanto è la circolazione che si vuole incentivare
ma al tempo stesso questi effetti si riverberano automaticamente nei confronti del debitore principale. Per cui è vero che non
gli dovrò chiedere la titolarità del titolo di credito, ma se io non sono a conoscenza di fatti particolari per i quali il creditore
non debba essere pagato io se l’ho pagato in buona fede ne sono liberato.

Altro elemento caratterizzante tutti i titoli di credito sono i vincoli che possono essere apposti sul titolo di credito ovvero può
essere oggetto di pegno, sequestro e altri vincoli concordati. Questi vincoli avranno rilevanza dalle parti solamente se
risultano dal documento stesso, se il documento non riporta alcunché il titolo potrà girare regolarmente come se i vincoli non
esistessero. Ciò è collegato alla letteralità, è un effetto discendente da tale tema. Allo stesso modo la prestazione bloccata o
limitata non può che subire tale limitazione se questa viene specificata all’interno del titolo.
Gli elementi comuni fra tutti i titoli di credito sono rappresentati dall’autonomia del diritto, dalla letteralità, i vincoli devono
essere riportati sul titolo di credito stesso.

Rapporto cartolare e rapporto fondamentale:


Il rapporto fondamentale è il rapporto che ha dato luogo al diritto di credito è rapporto sottostante; elemento da cui
scaturisce l’emissione del titolo di credito e ciò può esistere soltanto tra l’emittente del titolo e il prenditore del titolo non
potranno esserci altri soggetti nel rapporto, riguarda solamente questi due; Nel momento in cui il titolo di credito inizia
circolare non esiste più il rapporto fondamentale ma esiste il rapporto cartolare.
Quindi tra i prenditori successivi del titolo e il debitore colui che ha emesso il titolo di credito esisterà un rapporto cartolare,
cartolare perché è rappresentato dal diritto contenuto nel diritto di credito.
Esempio pratico: vendo macchina ad un determinato soggetto, questo non paga il bene ma mi rilascia una cambiale. Se io
primo prenditore che faccio parte del rapporto fondamentale se io non metto in circolazione la cambiale e quindi mi
presento al pagamento al momento della scadenza, potranno essere eccepiti nei miei confronti i vizi del rapporto
fondamentale. Ciò perché in realtà con l’emissione del titolo di credito non è mutata la situazione fra i due soggetti che
hanno posto in essere il rapporto sottostante. L’emissione del titolo di credito ha rappresentato, se vogliamo, una
temporanea sostituzione dell’obbligo di pagamento con l’emissione del titolo di credito ma che poi di fatto non avendo
assolto alla sua funzione ovvero circolando, non ha alterato quelli che erano i rapporti fra le parti tale per cui se vi sono delle
eccezioni da muovere (es. merce avariata) potrà sottrarsi al pagamento e ciò perché le eccezioni che sono basate sul
rapporto fondamentale potranno essere eccepite nei confronti del primo prenditore fintanto che la cambiale non ha
circolato. Il rapporto tra i soggetti non è mutato. Il rapporto tra emittente ed portatore del titolo, muta, si genera, nasce nel
momento in cui il titolo inizia a circolare.
Dal momento in cui il titolo inizia a circolare, varia la disciplina. Le cambiali non subiranno più le eccezioni che potevano
essere eccepite dal primo creditore in virtù del rapporto fondamentale, perché a quel punto il rapporto che si instaura con i
successivi portatori è un rapporto meramente cartolare. Quindi, sta a significare che è prettamente che è prettamente
correlato al contenuto del titolo di credito, sarà completamente sciolto dal rapporto fondamentale.
Tornando all’esempio antecedente, se colui che ha venduto la macchina sa che questa ha il motore danneggiato allora potrà
procedere con il cedere a terzi la cambiale di modo che l’acquirente in virtù del rapporto cartolare dovrà necessariamente
pagare al terzo in ragione del contenuto della cambiale. Ma evidentemente in virtù della legge dei titoli di credito potrà
rivalersi nei confronti di chi ha posto in essere la cessione viziata. Potrà contestare i vizi della cosa acquistata nei confronti del
venditore, ma in quel momento il titolo di credito si è completamente dissociato dal rapporto fondamentale. Nel momento in
cui il titolo di credito fuoriesce dall’orbita del primo prenditore, il rapporto fondamentale scompare dal titolo di credito, il
titolo di credito è completamente dissociato dal rapporto fondamentale il quale continuerà a valere sotto il profilo delle
responsabilità in termini civilistici, ma in termini dei titoli di credito questo sarà perfettamente autonomo sulla base dei
principi prima esposti.

La classificazione più importante in base ai criteri di circolazione:


Titoli di credito al portatore, all’ordine e nominativi.
Al portatore: circolano con la consegna del documento cartaceo, ed il possesso del titolo cartaceo legittima il portatore a
richiedere il credito in esso contenuto.
All’ordine: questi sono sempre intestati ad una determinata persona e circolano con la girata, girata che può essere piena o
in bianco con l’unico fatto che sarà legittimato ad esercitare il diritto di credito, il soggetto che sarà legittimato in virtù di una
serie continua di girate con l’unico vincolo che nel momento in cui il titolo viene prestato all’incasso l’ultima girata dovrà
essere piena. Rispetto alla girata ordinaria possono essere previste girate con effetti limitati. La girata consente il
trasferimento del titolo con conseguente legittimazione del giratario ma non tutte le girate pongono il giratario nelle
medesime condizioni in quanto nei titoli di credito all’ordine vi sono delle girate che hanno degli effetti limitati rispetto alla
girata ordinaria. Parliamo delle:
1. girata per incasso
2. girata per procura
3. girata a titolo di pegno
Queste le troviamo disciplinate agli art.i 2013 e 2014.
#Art. 2013 – “Se alla girata è apposta una clausola che importa conferimento di una procura per incasso, il giratario può
esercitare tutti i diritti inerenti al titolo, ma non può girare il titolo, fuorché per procura.
L'emittente può opporre al giratario per procura soltanto le eccezioni opponibili al girante.
L'efficacia della girata per procura non cessa per la morte o per la sopravvenuta incapacità del girante”
Trattasi di una girata particolare perché assolve semplicemente ad una funzione di servizio. Il giratario non diviene titola del
titolo di credito ma diviene solamente un procuratore del titolare e quindi non diviene titolare del diritto ma è titolato
solamente ad incassarlo a svolgere adempimento amministrativo e quindi non potrà trasferirlo a terzi perché non ne è il
proprietario potrà solo richiederne il pagamento. In questo modo legittimo il soggetto all’incasso ma non al trasferimento.

#Art. 2014 – “Se alla girata è apposta una clausola che importa costituzione di pegno, il giratario può esercitare tutti i diritti
inerenti al titolo, ma la girata da lui fatta vale solo come girata per procura.
L'emittente non può opporre al giratario in garanzia le eccezioni fondate sui propri rapporti personali col girante(3), a meno
che il giratario, ricevendo il titolo, abbia agito intenzionalmente a danno dell'emittente”
La girata a titolo di pegno serve a costituire pegno sulla cambiale. Es A è prenditore della cambiale, il prenditore della
cambiale è a sua volta debitore del soggetto B, B non si fida del pagamento e allora chiede una garanzia, il prenditore della
cambiale non la gira in favore del creditore ma la gira solamente a titolo di pegno; quindi, il creditore che si ritrova con il
creditore sul titolo di pegno non sarà titolare del titolo di pegno non potrà disporne potrà esercitare il diritto di credito
previsto dalla cambiale solamente nel caso in cui il suo creditore (che sarebbe il titolare della cambiale) non adempie la
prestazione ovvero non esegue il pagamento.
Altrimenti non potrà far circolare la cambiale.
Nel caso di girata per pegno e per procura per incasso esce dalla sfera giuridica del legittimato ma il trasferimento che
avviene a favore del terzo è un trasferimento con il quale non si trasferisce la titolarità ma è un trasferimento legato
solamente all’assolvimento di determinate funzioni è quindi un trasferimento di natura vincolato/limitato.

Eccezioni:
Vi sono eccezioni che il debitore può opporre al portatore del titolo per sottrarsi al pagamento dello stesso e possono essere
classificate in:
Eccezioni reali: opposte nei confronti di qualunque portatore del titolo. E’ un eccezione di forma (Es. mancanza di requisiti
essenziali previsti dalla legge tali per cui il titolo risulta nullo – es. difetto di capacità e rappresentanza al momento
dell’emissione del titolo ovvero capacità di agire o mancanza di legittimazione – altro tipo quella fondata nel contesto
letterale del titolo se ad es. la cambiale riporta settembre 2020 e il portatore si presenta a maggio 2020). Quindi le eccezioni
reali sono le eccezioni di forma (Assenza di requisito formale), eccezioni fondate sul contenuto letterale del titolo
(prestazione diversa da quella contenuta nel titolo), difetto di rappresentanza del titolo (es. mancanza di capacità di agire).
Queste eccezioni potranno essere opposte a chiunque.
Eccezioni personali: opposte solo a determinati soggetti e non sono trasferibili nei confronti di altri. Possono riguardare due
momenti dei titoli di credito:
1. il momento dell’emissioni e quindi si parla di eccezioni nel rapporto fondamentale e potranno essere fatte valere
solamente nei confronti del primo prenditore (Eccezioni reali – opponibile a tutti).
2. Oppure vi possono essere eccezioni personali che possono essere fondate su altri rapporti personali. Es. io debitore
mi ero accordato per una maggior ordinazione di pagamento rispetto a quanto contenuto nel titolo di credito e
questa eccezione potrà essere fatta valere solamente nei confronti del portatore del titolo con il quale avevo
concordato verbalmente questo tipo di rinvio di pagamento. Nel momento in cui la cambiale circola e fuoriesce dalla
sfera giuridica del portatore con il quale avevo convenuto non potrò muovere tale eccezione. L’unica eccezione
rispetto a questo meccanismo è dato dal fatto che il debitore potrà opporre il pagamento solamente nel momento
in cui dimostri che il trasferimento del titolo è avvenuto al solo fine che il debitore potesse eccepire l’eccezione
personale e quindi sottrarsi al pagamento, in questo caso l’eccezione non è avvenuta secondo lo spirito di agevolare
la circolazione (Eccezioni personali – opponibili solo a quel determinato soggetto).

I titoli sono destinati alla circolazione. La circolazione riguarda l’oggetto cartaceo che può accadere che venga smarrito,
distrutto o sottratto. Che ne resta in questi casi del diritto di credito in virtù del fatto che fa fede il contenuto di quest’ultimo?
Con la distruzione le conseguenze sono relative mentre negli altri casi come ad es. lo smarrimento la circostanza si complica.
Con lo smarrimento, il titolo comunque circola. Se il soggetto che ha sottratto intenzionalmente con dolo il titolo, il terzo che
lo acquista in buona fede si perfezionerà comunque la circolazione e pertanto il debitore è obbligato a pagare nei riguardi del
portatore del titolo ma il creditore al quale il titolo è stato sottratto cosa potrà fare? Bisogna distinguere tra:
Ammortamento: procedura tramite la quale il legislatore vuole rimettere il titolare del titolo in possesso dello stesso salvo
che non ci siano interessi di terzi che rivendicano invece la titolarità del debito.
Quindi la procedura è a salvaguardia del portatore del titolo, quindi il legislatore ha immaginato la procedura
dell’ammortamento. L’ammortamento non potrà essere applicato ad ogni titolo di credito è destinata solamente a quelli
all’ordine e nominativi. Con questa procedura di ammortamento si vuole fare in modo che un giudice dichiari che il
precedente strumento non è più uno strumento di legittimazione, ne viene emesso un altro in sua sostituzione. La procedura
dell’ammortamento la possiamo dividere in due fasi:
1) Una prima fase sempre necessaria – Il portatore che ha perso il possesso del titolo denuncia in primis lo
smarrimento del documento al debitore. Ciò è fondamentale perché il debitore deve essere messo a conoscenza
della situazione per essere allertato di ciò che potrebbe verificarsi in via successiva allo smarrimento. Come si avvisa
il debitore? Presentando ricorso al presidente del tribunale con la quale viene presentata la richiesta di
ammortamento del documento cartaceo. Il ricorso dovrà indicare gli estremi, la descrizione del titolo (importo, data
di scadenza ecc.) tutti quegli elementi necessari che servano a identificare il documento che è andato smarrito. Il
tribunale proceda ad una sommaria analisi della denuncia che viene fatta e se la denuncia appare accoglibile il
giudice emette un provvedimento con il quale viene emesso il decreto di ammortamento che viene comunicato al
debitore il quale non sarà più tenuto ad adempiere la prestazione; prestazione che non potrà essere richiesta
nemmeno più da colui che ha presentato la denuncia. Il decreto viene pubblicato in Gazzetta ufficiale e se non
interviene alcuna opposizione viene dichiarato l’ammortamento del titolo di credito e sarà ricostituito il denunciante
nella titolarità del diritto. Se invece nei 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta vi è la contestazione da parte di
qualcuno ovvero contestando il fatto, si apre una fase di procedimento nel corso del quale il giudice sarà chiamato a
verificare quanto dichiarato dal denunciato e quanto dall’opponente. All’esito di questa fase eventuale, verrà deciso
e stabilito nei confronti di chi sarà riconosciuta la legittimazione e titolarità del titolo di credito con conseguente
riemissione dello stesso da parte del debitore principale che sarà liberato dall’obbligazione rispetto al titolo
originario e sarà tenuto al nuovo titolo. E ciò è evidente nel caso in cui l’opposizione mossa dall’opponente non era
legittima.
2) Seconda fase che invece è eventuale: nel momento in cui l’opposizione mossa dall’opponente viene accolta
l’opponente ha il titolo che lo legittima alla prestazione.
Con la procedura di ammortamento si consente al portatore del titolo di credito a cui è stato sottratto di essere rimesso nella
titolarità del titolo stesso mediante l’emissione di un nuovo strumento/nuovo titolo di credito. Tutto questo all’esito di un
procedimento che si articola in due fasi una necessaria ed una eventuale, quella necessaria è sostanzialmente la denuncia
che viene fatta con la descrizione del titolo e che viene verificata dal tribunale e conseguentemente il provvedimento viene
pubblicato in Gazzetta Ufficiale, se non ci sono obiezioni vi sarà la ricostruzione in capo al denunciante con emissione di
nuovo titolo di credito e pertanto il denunciante potrà emetterlo in circolazione. Viceversa vi sarà una fase eventuale nel
corso della quale colui che invece è portatore del titolo contesta quanto dichiarato dal denunciante e a quel punto si apre
una fase di cognizione nel corso della quale il giudice verificherà dove è la ragione.

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