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c.d.
porta aperta.
All’aumentare del numero dei soci aumenta il beneficio di cui il socio può trarre perché maggiore sarà capacità di
produzione da parte della soc. cooperativa e conseguentemente saranno maggiori le prestazioni o i beni ai quali il
socio potrà accedere.
Non vi è l’interesse a mantenere nel capitale sociale i soci che non abbiano questo tipo di interesse pertanto la c.d.
porta aperta sarà tale sia all’entrata che all’uscita con conseguente riduzione del capitale sociale
Le fuoriuscite potranno avvenire per esclusione o per recesso fattispecie già incontrate nelle soc. di persone (per il
recesso) e esclusione (per le SRL).
Uscita del socio può avvenire mediante trasferimento della quota cosi come accade per le società di capitali con
l’unico fatto che mentre tale trasferimento della quota per le società di capitali è di per sé libero salvo le eventuali
clausole di limitazione alla circolazione poste dallo statuto e salvo le clausole legale per esecuzione del conferimento
piuttosto che morosità di pagamento, nel caso delle soc. cooperativa la cessione della quota potrà avvenire solamente
con il consenso da parte degli amm.ri e ciò perché:
#Art. 2530 – “La quota o le azioni dei soci cooperatori non possono essere cedute con effetto verso la società, se la
cessione non è autorizzata dagli amministratori.
Il socio che intende trasferire la propria quota o le proprie azioni deve darne comunicazione agli amministratori con
lettera raccomandata.
Il provvedimento che concede o nega l'autorizzazione deve essere comunicato al socio entro sessanta giorni dal
ricevimento della richiesta.
Decorso tale termine, il socio è libero di trasferire la propria partecipazione e la società deve iscrivere nel libro dei
soci'acquirente che abbia i requisiti previsti per divenire socio.
Il provvedimento che nega al socio l'autorizzazione deve essere motivato. Contro il diniego il socio entro sessanta giorni
dal ricevimento della comunicazione può proporre opposizione al tribunale.
Qualora l'atto costitutivo vieti la cessione della quota o delle azioni il socio può recedere [1373] dalla società, con
preavviso di novanta giorni. Il diritto di recesso, in caso di divieto statutario di trasferimento della partecipazione, non
può essere esercitato prima che siano decorsi due anni dall'ingresso del socio nella società [2355, 2355 bis, 2532.”
Qui vi è una procedura molto complessa che è dettata dalla ratio dell’autorizzazione da parte degli amm.ri che è data
coerentemente con lo scopo mutualistico ed è coerente con il fatto che possono essere soci solamente coloro che
posseggono determinati requisiti previsti dallo statuto conseguentemente questa verifica dovrà essere svolta dagli
amm.ri che sono deputati a farlo. Di fatto è il medesimo procedimento che si avrebbe per l’ammissione del nuovo
socio e non potrebbe essere diversamente. D’altronde non potrebbe esserci un trattamento diverso dal momento che
sottoscrivo nuove quote o comunque le compro da un soggetto che era già socio, per divenire parte della compagine
sociale devo rispettare quei requisiti e quindi i termini sono esattamente i medesimi. Così come sulla basa dell’istanza
deve rispondere entro 60 giorni in questo caso deve rispondere entro 60 giorni con l’unico fatto che in questo caso
scatta mentre gli amm.ri nel caso di richiesta di ammissione del nuovo socio/soci è semplicemente censurabile e ciò
perché l’ammissione deve essere formalmente comunicata al socio, in questo caso l’eventuale inottemperanza degli
amm.ri nei 60 giorni comporta la libertà del soggetto di procedere al trasferimento fermo restando che l’acquirente
non potrà tuttavia divenire socio in assenza dei requisiti. La differenza con l’ammissione del nuovo socio è
rappresentata dal fatto che la mancata ammissione del socio può comportare l’interessamento da parte del soggetto a
cui è stata negata l’autorizzazione di ingresso, di sottoporre l’ingresso all’assemblea in tale caso nel momento in cui si
riceve parere negativo al trasferimento della quota in quanto costui non possiede i requisiti allora il provvedimento di
diniego potrà essere portato al tribunale.
Le quote di partecipazione sono liberamente trasferibili salvo la verifica dei requisiti da parte dell’acquirente, ma lo
statuto può prevedere di negare per un certo periodo di tempo il trasferimento delle quote delle azioni.
Ci può essere un divieto di trasferimento delle quote per un certo periodo di tempo, che viene imposto
statutariamente per almeno due anni o dal momento della costituzione o dal momento dal quale sono divenuti soci,
trascorso il biennio dal quale è stato imposto il divieto di circolazione delle quote o delle azioni, può scattare il diritto
di recesso.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE:
#Art. 2542 – “La nomina degli amministratori spetta all'assemblea fatta eccezione per i primi amministratori che sono
nominati nell'atto costitutivo e salvo quanto disposto nell'ultimo comma del presente articolo.
L'amministrazione della società è affidata ad un organo collegiale formato da almeno tre soggetti. Alle cooperative di
cui all'articolo 2519, secondo comma, si applica la disposizione prevista dall'articolo 2383, secondo comma(1).
La maggioranza degli amministratori è scelta tra i soci cooperatori ovvero tra le persone indicate dai soci cooperatori
persone giuridiche.
[Nelle società cooperative cui si applica la disciplina delle società per azioni, l'atto costitutivo stabilisce i limiti al cumulo
delle cariche e alla rieleggibilità degli amministratori nel limite massimo di tre mandati consecutivi](2).
L'atto costitutivo può prevedere che uno o più amministratori siano scelti tra gli appartenenti alle diverse categorie dei
soci [2318, 2380 bis, 2457, 2530], in proporzione dell'interesse che ciascuna categoria ha nell'attività sociale. In ogni
caso, ai possessori di strumenti finanziari non può essere attribuito il diritto di eleggere più di un terzo degli
amministratori.
La nomina di uno o più amministratori può essere attribuita dall'atto costitutivo allo Stato o ad enti pubblici [2449]. In
ogni caso, la nomina della maggioranza degli amministratori è riservata all'assemblea.”
I primi amministratori vengono nominati dall’atto costitutivo e i successivi vengono nominati dall’assemblea.
Nella soc. cooperativa abbiamo un insieme di peculiarità. Nella società cooperativa la maggioranza dei soci
componenti del consiglio di amm.ne deve essere scelta tra i soci cooperatori, devono quindi essere soggetti coinvolti
nella società. Nel momento in cui vi sia una pluralità di scopi mutualistici può essere previsto che un certo numero di
amm.ri possa essere nominato da ciascuna categoria che viene svolta nella società cooperativa, 3) lo statuto può
prevedere che alcuni amm.ri siano nominato dallo stato o dagli enti pubblici ma in questo caso prevedendo
l’ingerenza esterna non potrà mai prevedere la maggioranza dei componenti in quanto la maggioranza dovrà sempre
appartenere all’ambito della compagine sociale.
#Art. 2544 – “Indipendentemente dal sistema di amministrazione adottato non possono essere delegati dagli
amministratori, oltre le materie previste dall'articolo 2381, i poteri in materia di ammissione, di recesso e di esclusione
dei soci e le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci(1).
Se la cooperativa ha adottato il sistema di amministrazione di cui all'articolo 2409 octies, i possessori di strumenti
finanziari non possono eleggere più di un terzo dei componenti del consiglio di sorveglianza e più di un terzo dei
componenti del consiglio di gestione. I componenti del consiglio di sorveglianza eletti dai soci cooperatori devono
essere scelti tra i soci cooperatori ovvero tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche.
Se la cooperativa ha adottato il sistema di amministrazione di cui all'articolo 2409 sexiesdecies, agli amministratori
eletti dai possessori di strumenti finanziari, in misura comunque non superiore ad un terzo, non possono essere
attribuite deleghe operative né gli stessi possono fare parte del comitato esecutivo.”
Indipendentemente dal sistema di amm.ne che viene adottato, non potranno essere delegate all’amm.re delegato
oltre le materie viste nell’art. 2381 (redazione di bilancio, progetto di fusione, progetto di scissione) non possono
essere delegati “i poteri in materia di ammissione, di recesso e di esclusione dei soci e le decisioni che incidono sui
rapporti mutualistici con i soci”. E’ sempre il consiglio nella sua interezza che decide, non è rimesso al singolo soggetto.
ORGANO DI CONTROLLO:
Si rinvia ai modelli della SPA e della SRL
#Art. 2543 – “La nomina del collegio sindacale è obbligatoria nei casi previsti dal secondo e terzo comma dell'articolo
2477, nonché quando la società emette strumenti finanziari non partecipativi.
L'atto costitutivo può attribuire il diritto di voto nell'elezione dell'organo di controllo proporzionalmente alle quote o
alle azioni possedute ovvero in ragione della partecipazione allo scambio mutualistico.
I possessori degli strumenti finanziari dotati di diritti di amministrazione possono eleggere, se lo statuto lo prevede, nel
complesso sino ad un terzo dei componenti dell'organo di controllo.”
La nomina dell’organo di controllo avviene da parte dell’assemblea ma lo statuto può prevedere che la nomina
avviene proporzionalmente alle quote o alle azioni possedute ovvero in ragione dello scambio mutualistico effettuato,
ma questo è una casistica speciale che dovrà essere prevista esclusivamente per statuto.
Per la soc. cooperativa così come per le SPA è prevista la possibilità di ricorrere al controllo giudiziario richiamato dagli
art. 2545 quinquies al deces “controllo giudiziario”.
I fatti previsti dall’art. 2409 devono essere denunciati al tribunale dai soci che rappresentano 1/10 del capitale sociale,
il ricorso deve essere comunicato anche all’autorità di vigilanza e sostanzialmente vi è una fase di verifica e controllo
in linea con quanto previsto per il 2409 con il fatto che questa è un iniziativa che viene attivata dai soci ma i costi sono
a carico di questi ultimi
La possibilità di ricorrere a controlli esterni non è solamente quella al richiamo dell’art. 2409 ma anche quella prevista
dall’art. 2545quater-deces, ovvero una vigilanza eseguita dal ministero delle attività produttive che è un attività
sistematica è un monitoraggio costante. In tal caso per ciò che concerne le soc. cooperative il ministero (autorità di
vigilanza) può provvedere alla nomina di commissori in sostituzione degli amm.ri e soprattutto può disporre la
liquidazione della società che avviene secondo la procedura coatta amministrativa procedura alternativa al fallimento
in quanto sottrae la procedura di liquidazione forzosa all’autorità giudiziaria riservandola all’autorità amministrativa
che è competente per la vigilanza.
SCIOGLIMENTO:
La soc. cooperativa si scioglie per tutte le cause viste nell’art. 2484 salvo l’ipotesi di riduzione del capitale al di sotto
del minimo legale visto che nella soc. cooperativa non si ha un minimo di capitale ma si ha la perdita del capitale
sociale. L’ulteriore causa di liquidazione è rappresentata dalla mancata ricostituzione del numero minimo dei soci 3 o
9 entro un anno a seconda della struttura organizzativa adottata sia essa SRL o SPA.
La liquidazione segue lo stesso iter, nomina dei liquidatori, passaggio delle consegne, realizzo dell’attivo, pagamento
integrale dei creditori, ma l’eventuale riparto degli utili in questo caso non sussiste ma vi sarà una devoluzione
dell’eccedenza perché altrimenti verrebbe aggirato lo scopo mutualistico, i soci riceveranno la liquidazione della
propria quota e la remunerazione sulla base del rendimento del capitale ipotizzato prendendo come riferimento il
rendimento dei buoni fruttiferi postali, ma l’eventuale riparto dell’eccedenza non sarà possibile perché altrimenti
verrebbe aggirato lo scopo mutualistico.
A valle delle società cooperative abbiamo le mutue assicuratrici che hanno due caratteristiche in più
particolare tipo di attività svolta (Attività di assicurazione)
i soci devono essere necessariamente assicurati. In questo caso l’attività è riservata ai soci che devono
necessariamente sottoscrivere i contratti di assicurazione.