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L’ azione rappresenta una quota del capitale sociale (il valore nominale della azione, che deve essere
uguale per ogni azione, è dato dall’ammontare del capitale sociale diviso il numero di azioni) e
conferisce all’intestatario una serie di diritti e di doveri nei confronti della società.
L’azione viene messa nel momento in quale si quota la società e viene venduta a determinati soci
che tra loro vendono, trasferiscono, ecc, però rimane sempre un’azione, una parte del capitale
sociale della società.
Il capitale sociale è quello che mettono i soci nella fase di costituzione della società, si va dal notaio,
si costituisce una società nuova, e dagli versamenti dalla parte dei soci, vengono emesse le azione
della società.
Quando la società nasce, i soci non sono tutti quelli che magari più tardi saranno i soci esistenti nella
borsa, il numero dei soci era inferiore. Più azioni ne hanno, più soldi dovranno mettere. Un’azione
magari ha un valore nominale di 1 euro oggi, valutato sul mercato il suo valore aumenta e io ottengo
la plusvalenza come guadagno. Il capitale di debito invece è quello acquisito, quello preso in prestito
dalla banca su determinate obblighi, determinate tassi e determinate scadenze, mentre il capitale di
rischio non ha un obbligo di restituzione, una data di scadenza.
Il valore nominale è dato dal capitale sociale fratto il numero delle azioni. Valore nominale è il valore
dei titoli nel momento della costituzione della società, nel momento in cui i soci versano i soldi per la
costituzione della società, e vengono chiamati azionisti della società.
L’azione è un titolo a reddito variabile, perché non so se l’assemblea dividerà un dividendo o meno.
Non ce una sicurezza di ritorno del mio investimento, questo dipende se la società ha fatto utili, poi
se la società ha fatto utili, il secondo step dipende dalla decisione dell’assemblea, se l’assemblea
distribuisce il dividendo o meno, e il guadagno dipende anche dalla valutazione del titolo in ogni
momento sul mercato. Non è prestabilito un’azione fisso. Il guadagno è variabile, non è certo.
Io compro un’azione, divento socio, e ho una serie di diritti (a contenuto patrimoniale e
amministrativi) e di doveri:
2. DIRITTO DI PARTECIPAZIONE:
Diritto di voto che può essere limitato per alcuni particolari tipi di azioni. Con il voto il socio
partecipa alla determinazione degli assetti societari con la scelta di amministratori e sindaci
ed alla approvazione del Bilancio, delle operazioni straordinarie e ogni altra materia riservata
per statuto all’Assemblea.
Il valore delle azioni con diritto di voto limitato non può superare il 50% del capitale sociale
per far sì che la società non venga controllata con una percentuale ridotta del capitale
complessivo.
Gli altri diritti di partecipazione attengono alla possibilità di richiedere la convocazione
dell’Assemblea, di farla rinviare se non sufficientemente informati, di impugnare le delibere
assembleari, di denunciare al collegio sindacale fatti censurabili, e la possibilità di proporre
azione di responsabilità nei confronti degli amministratori.
*Il socio ha diritto della partecipazione dell’Attivo quando si tratta di pagare un debito,
quando si tratta di liquidazione della società, in cui si vendono le ultime azioni della società.
Quando si tratta di “momento di liquidazione” della società, spero di prendere qualcosa in
più rispetto a quello che io ho versato.
Flottante % di azioni che vengono vendute in Borsa, le azioni che non vengono scambiate in borsa
la società se le gestisce come preferisce (anche come prestazioni accessorie, che vengono date ad
azionisti di fiducia)
Le prestazioni in più devono sempre essere rimunerate anche se ad un valore più basso di mercato.
Si può trattare di prestazioni d’opera o di servizi (ad esempio consistenti nell’attività professionale
dei soci di una società di consulenza) oppure di prestazioni di dare continuative o periodiche (ad es.
l’erogazione di energia elettrica a favore della società che emette le azioni).
Il soggetto obbligato rimane un socio con tutti i diritti e doveri conseguenti, ha solo in più degli altri
l’obbligo di eseguire queste prestazioni in più che gli devono essere remunerate per Legge con gli
stessi criteri seguiti per prestazioni analoghe.
Le azioni alle quali è connessa tale prestazione accessoria sono nominative e non sono trasferibili
senza il consenso degli amministratori.
Gli obblighi connessi a tali azioni non possono essere modificati senza il consenso di tutti i soci, se
non è diversamente disposto nell’Atto Costitutivo (per variare una prestazione devono essere
d’accordo tutti i soci compreso se stesso).
LE AZIONI IN FAVORE DEI DIPENDENTI si cerca di creare un rapporto stretto con i dipendenti,
usando gli utili accantonati a riserva che vengono spostati a capitale. Tutto questo per avere un
maggior coinvolgimento dei dipendenti e motivarli a fare meglio (queste azioni non possono essere
vendute subito, ma dopo un tot di anni). Di solito i top manager comprano anche altre azioni per
fare vedere che credono alla crescita della società.
Ai sensi dell’art. 2349 c. 1 C.C. l’Assemblea straordinaria della Società può deliberare l’assegnazione
di utili ai dipendenti della Società mediante l’emissione di speciali categorie di azioni dotate di
particolare forma, modalità di trasferimento e di diritti spettanti agli azionisti.
Tali azioni vengono offerte gratuitamente ai dipendenti in sede di assegnazione di utili oppure sono
previsti aumenti di capitale riservati ai dipendenti a condizione di favore (vendo sul mercato a 10, ma
ai dipendenti le vedo a 2).
Quest’ultima forma è stata molto seguita nelle privatizzazioni che hanno interessato l’Italia negli
ultimi anni (Enel, Eni, Telecom) in cui erano riservate ai dipendenti un certo numero di azioni a prezzi
vantaggiosi e con diritti particolari.
Di solito tali azioni hanno un vincolo di intrasferibilità inter vivos per un certo numero di anni,
proprio perché lo scopo della emissione di tali azioni è quello di creare un rapporto più forte tra
dipendente e società che le emette, cercando di motivare il proprio personale anche al di là di quello
che è il normale rapporto di lavoro.
Il guadagno del dipendente avverrà alla fine del periodo in cui è vietata la vendita (periodo di lock
up), da lì in poi il dipendente può infatti decidere di vendere.
Tutti gli anni incasserà inoltre il dividendo di tali azioni.
Tutte le azioni appartenenti ad una categoria (che si ha ogni volta che si hanno un certo numero di
azioni con caratteristiche diverse da quelle dell’azione ordinaria, che possono essere liberamente
create senza limiti di Legge dall’Atto Costitutivo e dallo Statuto della società) hanno la particolarità
che ogni volta che viene presa una decisione dell’Assemblea che pregiudica i diritti di una categoria,
occorre che la maggioranza di coloro che possiedono tali azioni dia il loro assenso, riunendosi in
Assemblea speciale, a tale deliberazione altrimenti la stessa non può essere adottata.
GLI E.T.F. (Exchange Traded Fund)
Sono uno strumento finanziario quotato nel mercato finanziario MTF del mercato Borsa da Luglio
2002 (poi è stato creato un segmento a se perché gli scambi sono stati tantissimi).
I fondi di investimento aperti sono quei fondo dai quali si può entrare ed uscire quando voglio,
invece i fondi di investimento chiusi hanno dei vincoli (es. entro oggi e prima dei 5 anni non posso
monetizzare l’investimento). Questo perché nei fondi di investimento aperti investo strumenti
finanziari quotati che possono essere venduti liberamente, di solito c’è un investitore di punta che
gestisce tutto e vende e compra quando ritiene più opportuno e io investitore posso ritirare i miei
soldi quando lo ritengo più opportuno; invece i fondi di investimento chiusi danno un vincolo perché
si investe in qualcosa che non è quotato e non prontamente liquidabile (es. progetti immobiliari).
La differenza tra gli ETF e un fondo comune di investimento è quello del gestore attivo, io metto i
soldi dando delle direttive loro mi cercano le azioni migliori e le comprano e le vendono
costantemente a seconda delle loro previsioni.
E’ un particolare fondo di investimento aperto o Sicav di tipo indicizzato che si limita a riprodurre
pedissequamente l’indice di Borsa a cui è collegato (ad es. S & P Mib, Nasdaq, Dow Jones….).
Gli ETF investono in maniera passiva sulle azioni dell’indice. L’andamento dell’investimento sarà pari
a quello che è più o meno l’andamento dell’indice (es. se l’indice fa 2% io avrò guadagnato il 2%, se
l’indice perde perderò anche io).
Si ha una gestione passiva che porta a replicare perfettamente il Benchmark di riferimento
rappresentato appunto da un indice di Borsa. Non comporta particolare impegno da parte del
gestore del fondo né una grande rotazione degli investimenti, comporta il pagamento di
commissioni di gestione ridotte rispetto agli altri fondi comuni e nessuna commissione di
performance, né di entrata o di uscita.
E’ negoziato in Borsa come ogni altro titolo azionario in negoziazione continua e quindi si ha una
valorizzazione del valore della quota immediato. Maggiore trasparenza e flessibilità
dell’investimento. Come ogni altro titolo quotato, gli E.T.F. si prestano per:
Vendite allo scoperto (scommesse al ribasso sull’indice);
Trading che può essere anche giornaliero;
Investimento di lungo periodo con lo scopo di contenere i costi di gestione.
Il rischio di arbitraggi tra l’acquisto dei titoli sottostanti all’indice di riferimento e l’acquisto dell’E.T.F.
stesso è molto ridotto data la liquidità di tutti gli strumenti coinvolti.
Per ogni E.T.F. è previsto comunque almeno uno specialista a supporto della liquidità del titolo, con
l’obbligo di esporre continuamente prezzi di vendita e di acquisto.
Per ogni strumento Borsa Italia stabilisce lo spread massimo e la quantità minima della quotazione.
La liquidazione dei contratti avviene come per le azioni dopo tre giorni dalla transazione.
La Repubblica italiana emette inoltre altri strumenti, in euro ed in valuta, generalmente sottoscritti
da investitori istituzionali. Tali emissioni, offerte sui mercati internazionali, assumono la forma di
obbligazioni a medio lungo termine o di carta commerciale.
Scarto d’emissione essendo una durata breve non si hanno cedole, ottengo alla scadenza la
differenza tra quanto ho pagato all’inizio e quanto ottengo alla fine (es 98 – 100= 2%) e questo viene
chiamato scarto d’emissione.
Il BOT essendo uno strumento a breve è quello che rende meno.
CTZ ha lo stesso funzionamento e le stesse caratteristiche del BOT l’unica cosa che cambia è la
durata.
TRATTAMENTO FISCALE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI
Tre modi per l’applicazione dell’imposta sulle plusvalenze:
REGIME DEL RISPARMIO AMMINISTRATO è molto più semplice, do una delega all’intermediario
presso il quale ho il deposito titoli, che oltre a gestire i miei titoli amministrano anche la parte fiscale
(calcoli degli interessi, delle cedole ecc..). è un sistema che esonera il contribuente da qualsiasi
adempimento, fa tutto la banca addebitando ogni mese l’importo che li spetta.
Il Contribuente può aderire esercitando la relativa opzione mediante comunicazione scritta
contestualmente al conferimento dell’incarico all’intermediario e prevede che:
esonero da qualunque adempimento per il contribuente;
liquidazione e prelievo delle imposte vengano fatte dall’intermediario presso il quale si è
aperto un deposito titoli a custodia;
l’intermediario applichi l’imposta ad ogni operazione conclusa, compensando le eventuali
minusvalenze con le plusvalenze per una durata max di quattro anni.
Sarà il sistema più usato dal 2019 in poi in quanto ogni partecipazione senza distinzione può essere
trattata con il risparmio amministrato (ci sarà un'unica aliquota sia per le partecipazioni qualificate
sia per quello non qualificate del 23%).
REGIME DEL RISPARMIO GESTITO il trattamento fiscale è rimandato a chi gestisce il fondo
Occorre che il contribuente abbia conferito ad un soggetto abilitato (Banche, SGR, Sim o altri
soggetti autorizzati dal Ministero del Tesoro) incarico di gestire masse patrimoniali costituite da
somme di denaro o beni e prevede:
nessun adempimento per il contribuente;
il gestore applica l’imposta sostitutiva del 12,50% (se c’è un guadagno) sul risultato della
gestione maturato anno per anno, se c’è una perdita la scalerò entro i prossimi 4 anni
successivi;
su interessi e dividendi non viene applicata alcuna imposta sostitutiva;
le plusvalenze, i dividendi e gli interessi possono essere compensati dall’intermediario con
le minusvalenze; le eccedenze negative possono essere riportate a nuovo per i quattro anni
successivi.
Il risultato della gestione si calcola sottraendo dal valore del patrimonio gestito al termine
di ciascun anno solare, aumentato dei prelievi e diminuito dei versamenti effettuati
nell’anno, il valore dello stesso al momento di inizio anno.
Gli interessi vengono esclusi dall’IRPEF, in quanto l’IRPEF ha una ritenuta da fondo a titolo rifinitivo
(pagata una volta non ci torno più sopra e chiudo con la tassazione).
La differenziazione dell’aliquota è dovuta al fatto che una distorsione evidente che va ad inferire su
quelli che sono gli investimenti dei titoli di stato, con una tassazione alta non invoglio agli investitori
esteri a comprare i miei titoli di stato (tassazione ridotta quando i titoli di stato sono sicuri). Quindi
per gli investimenti statali abbiamo un’aliquota secca de 12,50% ed ogni sei mesi mi paga la cedola.
Se ho un conto corrente con gli interessi attivi o certificati di deposito, compro un’obbligazione
della banca e la banca paga subito la cedola del 26%.
Questo cambio di tassazione è stato fatto nel 2014 quando c’è stato un incremento forte di
tassazione sui rendimenti finanziari. Oggi le partecipazioni qualificate sono del 26%, quindi rimane
valido lo stesso schema con i conto correnti bancari passati dal 20 al 26% nel 2014, i conti di
deposito sono rimasi al 20% ma non esistono quasi più, i certificati di deposito al 26%, i titoli di
stato al 12,50%, le obbligazioni dal 20 al 26%, fondi comuni mobiliari sui titoli di stato 12,50%,
partecipazioni qualificate e non qualificate al 26%.
CAPITAL GAINS
PLUSVALENZE DA PARTECIPAZIONE QUALIFICATA
L’anno scorso se avessi avuto una partecipazione qualificata non avrei pagato su tutta la plusvalenza
ma c’era una quota esente, in particolare la base imponibile era del 58,14%.
DIVIDENDI
DIVIDENDI DA PARTECIPAZIONE QUALIFICATA (ex 2 )
BASE IMPONIBILE: 58,14% DEL DIVIDENDO
ALIQUOTA IRPEF PERSONALE
COMUNQUE INFERIORI A 27
OLTRETUTTO LA TASSAZIONE DELLE PLUSVALENZE DA PARTECIPAZIONE QUALIFICATA E’
INFERIORE A QUELLA DEI CAPITAL GAINS DA PARTECIPAZIONE NON QUALIFICATA: N11,06, 18,27 E
20,67 < 26
(ex 1)
DIVIDENDI DA PARTECIPAZIONE QUALIFICATA
REGIME ANTE – RIFORMA
Utile 100
IRPEG 34
Utile distribuito 66
Credito d’imposta 34
Reddito totale 100
IRPEF 45% 45
SISTEMA DELL’ESENZIONE
Utile 100
IRES 27,50
_____
Utile distribuito 72,50
Credito d’imposta /
Reddito Imponibile 72,50
Aliquota 26% 18,85
La legge di Bilancio per il 2018 estende l’applicazione dell’imposizione sostitutiva del 26 per cento
alle partecipazioni qualificate detenute da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di impresa.
Questo determinerà una pari imposizione sia per le plusvalenze realizzate nell’ambito del capital
gain dalle persone fisiche, sia per i dividendi percepiti dalle stesse, a prescindere dalla tipologia di
partecipazione posseduta - qualificata o non qualificata.
Il nuovo regime si applicherà alle plusvalenze realizzate a partire dal 1° gennaio 2019 e agli utili
percepiti a partire dal 1° gennaio 2018 mentre la distribuzione degli utili prodotti fino all’esercizio in
corso al 31 dicembre 2017 resterà assoggettata al regime vigente (con aliquota del 58,14%) se
deliberata nel lasso temporale che va dal 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2022.
Quando apro il monte titoli ho un altro tipo di bollo ancora a seconda di quanti titoli ho.
TOBIN TAX viene considerata sempre una tassazione all’avanguardia a livello Europeo, è una tassa
che viene utilizzata per fare una lotta agli speculatori.
Non è stata applicata da tutti gli stati tra cui il Regno Unito dove ci sono i mercati più importanti e
quindi non ha avuto il suo scopo principale.
Quando acquisto vengo gravato dalla tassa e quando vendo no, i titoli di stato sono considerati
esenti da quelle che sono le imposte.
Per colpire i mercati non regolamentati dai mercati italiani l’aliquota sarà dello 0.22%.
L’asta competitiva riguarda solo i BOT, invece l’asta marginale tutto il resto dei titoli.
I BOT hanno l’asta competitiva perché sono strumenti a breve che vengono messi sotto la pari e il
margine dell’investitore è dato dallo scostamento dell’acquisto e della vendita, quindi non ci sono
cedole intermedie ma solo lo scarto d’emissione.
Rispetto alla Germania i titoli di stato italiano devono pagare rendimenti più alti e questo porta al
problema dello spread e pagando ovviamente molti interessi sulle emissioni di titoli in più agli
investitori rispetto alla Germania. Questo per dire che quando si parla di BOT anche uno zero virgola
conta (98 o 98,20).
Mentre il BOT viene emesso come asta normale, quindi chi offre di più gli viene dato lo strumento
fino a che non si esaurisce la quantità offerta.
ESEMPIO DI ASSEGNAZIONE DI BOT IN ASTA
Premesso che ogni operatori abilitati può presentare fino a 3 richieste, si ipotizza un’asta
competitiva di 7.000 milioni di Euro di Bot annuali (durata 360 giorni) a cui partecipano 4 operatori,
che presentano le seguenti domande, espresse in milioni di Euro:
Rende 5,49% rende meno rispetto alla previsione inziale (5,50%), infatti si colloca a 100,65 invece
che 100 (ci si rimette 0.65 cent).
N.B.: IL MECCANISMO D’ASTA SOPRA ILLUSTRATO È IL MEDESIMO ANCHE PER I BTP A 3, 5, 15 E 30
ANNI, I CCT A 7 ANNI E I CTZ 24 MESI.
OPA
La prima legge sulle OPA fu la legge n. 149 del 18 febbraio 1992. L’OPA va a disciplinare l’acquisto di
pacchetti importanti di società principalmente quotate quando un acquirente va a comprare un
pacchetto importante paga anche un premio (10-20%) a chi li vende perché il pacchetto gli consente
di comandare o avere un’influenza maggiore in assemblea.
Finalità della nuova disciplina:
Assicurare la trasparenza delle operazioni ed il regolare svolgimento delle stesse
(informazioni sull’andamento della società e capire il futuro della società).
Tutelare le minoranze azionarie (soprattutto in tema di OPA obbligatoria).
Garantire l'efficienza delle contrattazioni di Borsa (OPA residuale e diritto d'acquisto)
quando in borsa rimangano poche azioni e meno contrattazioni ci sono e meno il prezzo è
efficiente.
Offrire un prezzo superiore a quello corrente degli strumenti finanziari oggetto.
Questa legge poi è stata superata perché ha avuto dei grossi buchi e quando è entrato in vigore il
TUF ha rinnovato totalmente la disciplina. L’unico fattore rilevante positivo di questa legge era la
flessibilità, lasciava molte regolamentazioni alla CONSOB, quindi la CONSOB poteva intervenire e di
volta in volta dare un’interpretazione della legge e la rendeva mutevolmente adattabile ad ogni caso.
CASI DI INAPPLICABILITA’ DELLA DISCIPLINA
Non assumono rilievo ai fini della normativa:
Le offerte rivolte ad un numero di soggetti non superiore a quelli determinati ai sensi dell'art.
100 TUF (stabili in un numero pari a 200 soci dal Regolamento Consob).
Le offerte relative ad un ammontare complessivo non superiore a quello determinato ai sensi
del medesimo regolamento (stabiliti in complessivi 40.000 euro passaggio del pacchetto)
DEFINIZIONE
TUF – offerte pubbliche di acquisto, scambio e di acquisto e scambio – Capo II (artt. 102-
112), suddiviso in;
Parte prima (artt. 102-104): norme in tema di trasparenza, di comportamento e
procedimentali, comuni a tutte le offerte
Seconda parte (artt. 105-112): disciplina delle OPA obbligatorie
Definizione:
per offerta pubblica di acquisto si intende ogni offerta, invito ad offrire o messaggio
promozionale, in qualsiasi forma effettuati, finalizzati all'acquisto o allo scambio (offrire
anche azioni oltre al denaro) di prodotti finanziari e rivolti ad un numero di soggetti (200)
superiore a quello previsto dall'art. 100 nonché di ammontare complessivo a quello indicato
nel medesimo regolamento.
TIPOLOGIE DI OPA
Volontarie od obbligatorie
Amichevoli od ostili (se le due società sono d’accordo oppure no)
OPA in senso stretto (pagamento cash) o OPSc (oppure miste - OPASc)
OPA o OPSc?
Nelle offerte pubbliche totalitarie previste dall'art. 106 comma 1 il corrispettivo può essere costituito
da strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato in un Paese dell'Unione Europea, se le
operazioni compiute nei dodici mesi precedenti il superamento della soglia hanno avuto come
corrispettivo, nella stessa proporzione, i medesimi strumenti finanziari. Gli strumenti finanziari sono
sempre valutati ad un prezzo non superiore al prezzo medio ponderato di mercato degli ultimi 12
mesi (non posso gonfiare i prezzi della società offrendo titoli ai soci della società preda).
Ciò consente un maggior margine di manovra ponendo però 2 limiti:
Il corrispettivo deve essere caratterizzato da elevato grado di liquidabilità (titoli quotati)
Deve essere assicurata parità di trattamento tra i venditori pre-offerta e post offerta.
SVOLGIMENTO DELL'OFFERTA
Prende avvio dalla diffusione del documento di offerta, anche se la vera propria fase
esecutiva (adesione) può avvenire solo trascorsi 5 giorni dalla pubblicazione, ad esclusione
del caso in cui il documento già contenga il comunicato dell'emittente (se le due società
sono d’accordo si risparmiano questi 5 giorni e lo pubblicano insieme)
La durata è concordata con la società di gestione del mercato, e deve essere contenuta
entro periodi di tempo limitati;
Opa obbligatorie: tra i 25 e i 40 giorni.
Opa volontarie: tra i 15 e i 25 giorni.
Termine massimo prorogato da Consob: 55 giorni.
Possono incidere 2 eventi: convocazione di un 'assemblea per l'autorizzazione di tattiche
difensive da parte delle società preda (la società preda che si vuole difendere
convocando un’assemblea di tattiche difensive); promozione di un’offerta concorrente
L'ADESIONE
Avviene presso l'offerente, gli intermediari indicati, e i depositari abilitati alla prestazione di
servizi di investimento, tramite la sottoscrizione della scheda di adesione
Necessaria forma scritta (anche on line con la firma digitale)
Dall’art 101 bis in poi parlano delle OPA.
OPA
La sezione II comincia con l’art 105 e parla delle offerte pubbliche di acquisto obbligatorie e sono le
più tutelate perché si verificano casi di scatto di OPA obbligatoria e comunicazione al mercato e alla
CONSOB.
Art. 104 difese
Art. 104 ter clausola di reciprocità
Art. 105 disposizioni generali
Art. 106 offerta pubblica di acquisto totalitaria (l’OPA totalitaria è la più importante)
LE OPA OBBLIGATORIE
Solo società italiane con azioni ordinarie quotate in mercati regolamentati italiani (scelta
comune di vari ordinamenti europei -tecnica opting out)
Solo per l'acquisto di azioni ordinarie (sono escluse le azioni di risparmio, le privilegiate,
quelle convertibili e cum warrant)
Esistono 2 fattispecie:
Totalitaria
Residuale
Casi di applicazione
Trasferimento del controllo
Consolidamento del controllo non solo c’è un problema di acquisizione del controllo e
quindi cambia il gruppo di maggioranza e i soci di minoranza si vedono cambiare il
gruppo, se non ci fosse l’OPA non sarebbero considerati per la contrattazione del prezzo e
sul sovrapprezzo che viene pagato dall’offerente per acquisire un pacchetto che da la
possibilità di contare in assemblea. Non si compra un’azione in Borsa, ma un pacchetto di
controllo ad un prezzo maggiorato per comprare la possibilità di controllo della società,
questo controllo (premio), deve essere spalmato tra tutti i soggetti coinvolti (tutti gli
azionisti compresi quelli di minoranza).
Consente (scopi)
Di evitare ai soci di minoranza l'uscita dalla società a prezzi punitivi (si dà ai soci di
minoranza il premio spalmato dall’acquisto del pacchetto di maggioranza ed eliminare la
convenienza dell’acquisizione di sipatirio, quindi potrebbe essere conveniente non
lanciare subito il 30% ma comprare un pochino alla volta e piano piano arrivare ad avere
il controllo), in Italia ci sono soglie al di sopra delle quali si deve comunicare a CONSOB
di aver superato soglie considerate rilevanti, dal 30% poi diventa obbligatorio perché
scatta l’OPA obbligatoria
Di eliminare la convenienza di acquisizioni dissipative
La soglia fondamentale in Italia per l’offerta totalitaria è del 30%, una volta superato il 30% passato
un pacchetto importante si ha un controllo sulla società e quindi scatta tutta questa normativa un
po’ stringente.
Anche in caso di un consolidamento di controllo, quindi una volta superato il 30% ma se ci sono già
azionisti di maggioranza con il 33%, finché non arrivo al 51% non c’è un azionista di controllo e di
riferimento.
La soglia tra il 30% e il 50% rimane una soglia sensibile, nel momento che mi trovo tra questa soglia
ho comunque fatto scattare l’OPA totalitaria.
Ogni volta che un soggetto compra un’azione anche in maniera normale, ma supera queste soglie
(5%, 10%, 25%, 30%) deve comunicare a CONSOB di averle superate, che a sua volta deve
pubblicarle ufficialmente.
Se mi trovo in una percentuale tra il 30-50%, prima bastava acquistare il 3% per poter lanciare l’OPA
totalitaria, invece oggi è del 5%.
Per evitare un’elusione nella disciplina è stata introdotta questa normativa sull’acquisto di concetto,
praticamente più soggetti diversi legati tra loro in qualche modo che hanno partecipazioni che prese
a se non superano la soglia del 30%, ma se unite tra loro la superano, quindi per evitare un’elusione
scatta l’OPA ugualmente e anche per gli aderenti ad un patto parasociale.
L'ACQUISTO DI CONCERTO
Più soggetti operano di concerto (presunzione assoluta di legge) quando nell'insieme o anche
a seguito di acquisti a titolo oneroso effettuati anche da uno solo di essi, superino la predetta
soglia:
Un soggetto e le società da esso controllate
Gli aderenti ad un patto parasociale
Le società sottoposte a comune controllo
Una società e i suoi amministratori e direttori generali
L'obbligo di promuovere l'offerta è posto solidalmente in capo a tutti coloro che agiscono di
concerto (le sanzioni sarebbero applicate a tutti coloro che non la lanciano)
CONTENUTO DEL DOCUMENTO DI OFFERTA
Per sommi capi:
Avvertenze
Elementi essenziali dell'offerta (pagamenti, condizioni, prezzi, timing di pagamento)
Soggetti partecipanti all’operazione (è importante sapere chi è che lancia l’offerta)
Categorie e quantitativi degli strumenti finanziari oggetto dell'offerta e modalità di adesione
Quantitativo minimo che deve essere portato in offerta affinché quest'ultima diventi
irrevocabile (quando lancio l’OPA se non ottengo ad esempio adesioni superiori al 60%
l’offerta non è irrevocabile quindi la posso ritirare)
Quantitativi di strumenti finanziari già posseduti dall’offerente (capire quante azioni ha in
tasca l’offerente)
Corrispettivo unitario previsto per gli strumenti finanziari e sua giustificazione (chi ha fatto la
stima del valore)
Date, modalità di pagamento e garanzie previste
Motivazioni dell'offerta e programmi futuri dell'acquirente per la società emittente (business
plan)
Informazioni sulle operazioni poste in essere dagli offerenti sugli strumenti finanziari oggetto
dell’offerta negli ultimi 2 anni (legami negli ultimi due anni tra offerente e società preda)
Eventuali accordi fra offerenti ed azionisti o amministratori della società emittente
I compensi ai quali hanno diritto gli intermediari emittente
La partecipazione che in allegato viene riprodotto il comunicato della società emittente, o se
lo stesso non è ancora disponibile, la precisazione che l’emittente provvederà alla sua
pubblicazione
La durata dell'offerta le regole da applicare nel caso di riparto (su quali criteri viene fatto il
riparto)
IL COMUNICATO DELL'EMITTENTE
Esprime la valutazione del consiglio di amministrazione sull'offerta (della società preda)
Si conclude con un giudizio di convenienza per gli azionisti sulla accettazione della stessa
(giudizio finale del consiglio di amministrazione che deve dire se quest’offerta è o non è
conveniente)
Informa sull'eventuale decisione di convocare l'assemblea per l'autorizzazione a compiere atti
per contrastare l'offerta (la società preda può convocare assemblee per difendersi e quindi per
rendere a vita più difficile a chi ha lanciato quest’offerta, in 5 gg)
Deve essere trasmesso entro 2 giorni dalla data prevista per la sua diffusione
Deve essere pubblicato improrogabilmente entro il primo giorno di durata dell'offerta
(l’offerta non può partire senza il comunicato dell’emittente)
OPA PREVENTIVA
Configura un caso di esclusione dall’OPA totalitaria
Ratio dell'istituto
Esigenza di evitare il lancio di OPA totalitarie pur garantendo la tutela delle minoranze
Ad ulteriore salvaguardia degli azionisti si è previsto
Un loro preventivo assenso, stabilendo che l'efficacia dell'offerta subordinata
all'approvazione in assemblea della maggioranza di coloro che possiedono azioni
ordinarie, escludendo dal computo le partecipazioni detenute dall’offerente e dal socio di
maggioranza che detenga più del 10 %
L'approvazione delle Consob che verifica il rispetto delle condizioni
Totale libertà di fissazione del prezzo
Art. 107 del TUF partecipazione non > 1% nei 12 mesi precedenti l’offerta
Rilanci liberi come in OPA totalitaria
L’OPA preventiva mi permette di non lanciare l’OPA totalitaria che è più onerosa, se decido in tempo
che voglio acquisire questo pacchetto di minoranza (superare il 30%), se riesco a sottostare a le
determinate condizioni posso lanciare una % più bassa (ad esempio posso lanciarlo sul 60% quindi
ho il 40% in meno) e ottengo lo stesso scopo.
Non devo mai aver superato nei 12 mesi precedenti in nessun caso una partecipazione maggiore
dell’1% nella società preda, se ho superato l’1% l’OPA preventiva è già finita. A differenza dell’OPA
totalitaria chi lancia il prezzo è libero, quindi non ci sono parametri però l’offerta deve essere
approvata dall’assemblea ordinaria della società preda (facendo votare principalmente gli azionisti in
minoranza cioè sotto il 10%).
OPA A CASCATA
Quando lancio un’OPA su una società capo gruppo (holding) devo lanciarla anche su quelle
sottostanti se il valore di queste società rappresenta almeno il 30% del totale delle partecipazioni
dell’attivo della holding.
Devo arrivare fino a 3 OPA a cascata.
Si ha quando l'OPA obbligatoria si estende anche ad altre società oltre a quella target
In ipotesi di acquisto di una partecipazione superiore al 30% o di controllo in una società
holding (il cui patrimonio sia rappresentato in prevalenza da partecipazioni in società
quotate) è previsto l'obbligo di OPA anche sulle azioni delle società il cui valore
rappresenti almeno il 30% del totale delle partecipazioni in questione. L'acquisizione di
una holding -quotata o non quotata- può comportare l'obbligo di promuovere un'OPA fino
anche su tre società quotate, che a loro volta, potranno far sorgere l'obbligo di OPA
nuovamente su altre società quotate, fino ad un massimo di tre....
Il prezzo è pari alla media tra il prezzo medio ponderato di mercato delle azioni delle
società partecipate e quello ricavato dal valore attribuito alla società controllata
NOVITA’
L’ultima direttiva in tema delle OPA obbliga al prezzo più alto tra gli acquisti effettuati negli ultimi 12
mesi e la media ponderata degli ultimi 12 mesi, quindi si avvantaggiano le minoranze perché prima si
prendeva la media tra questi due parametri.
Se non c’è nessuno che detiene una partecipazione più elevata si arriva al 25% per il lancio dell’OPA.
Il consolidamento (quando si comprano pacchetti rilevanti 30-50%) scatta con la soglia del 5% e non
più del 3%.
OPA RESIDUALE
Ultima tipologia di offerta pubblica obbligatoria
Chiunque venga a detenere una partecipazione superiore al 90 % promuove un'OPA sulla
totalità delle azioni con diritto di voto al prezzo fissato dalla Consob, se non ripristina,
entro 4 mesi, un flottante sufficiente ad assicurare il regolare svolgimento delle
negoziazioni
Indipendentemente dal titolo dell'acquisto
Non sussiste l'obbligo nel caso in cui la percentuale sia stata raggiunta in seguito ad un'OPA
totalitaria
Prezzo fissato dalla Consob in funzione
Del corrispettivo di un'eventuale offerta pubblica precedente
Del prezzo medio ponderato di mercato dell'ultimo semestre
Del patrimonio netto rettificato a valore corrente dell'emittente
Dell'andamento e delle prospettive reddituali di quest'ultimo
Motivazioni
Non tutela le minoranze genericamente intese ma più precisamente l'investitore azionista
che viene a trovarsi nelle condizioni di non poter più disporre di un mercato liquido ed
efficiente sul quale monetizzare i propri titoli
Nell’OPA residuale si va a tutelare il funzionamento del mercato, perché quando quota una società
sul mercato ho un flottante minimo di azioni che devo quotare in borsa (nei mercati tradizionali
20%).
Se l’OPA arriva a superare il 90% c’è l’obbligo di acquisto e il diritto di vendita, ma comunque sia
quando supero il 90% devo comunque sia risolvere il ristabilimento del flottante o lanciare un’OPA.
Il prezzo è deciso dalla CONSOB in funzione di determinati parametri.
Obbligo a chi ha superato il 90% a lanciare l’OPA sul 100% per ristabilire un mercato liquido.
Strumenti di tutela a chi ha ottenuto una partecipazione rilevante e dall’altro da chi rimane con una
piccola partecipazione e si trova un inquirente con una % alta, ha diritto di uscire.
IL DIRITTO D'ACQUISTO
Obbligo di vendere per coloro che si trovino a detenere una partecipazione infima in una
società quotata
Possibilità per chi detiene la quasi totalità delle azioni di ritirare le azioni dalla negoziazione
ed evitare di sopportare azioni di disturbo non giustificate
Cautele
Ha diritto ad acquistare le azioni residue chi a seguito di un'offerta pubblica avente a
oggetto la totalità delle azioni con diritto di voto, venga a detenere più del 95% nel
documento d'offerta l'intenzione di avvalersi di tale diritto
Può essere sia volontaria sia obbligatoria
Può avere ad oggetto sia le azioni ordinarie sia le privilegiate con diritto di voto in
assemblea ordinaria
L'esercizio del diritto deve avvenire entro 4 mesi dalla chiusura dell’offerta
Il prezzo è fissato da un esperto del tribunale del luogo ove ha sede la società, tenuto
conto anche del prezzo di offerta e del prezzo di mercato dell'ultimo semestre
Si lancia un’offerta se ottiene più del 90% ho l’obbligo dell’offerta residuale se supero il 95% ho il
diritto di acquisto.
LA PASSIVITY RULE
Caratteristica peculiare della disciplina OPA
Insieme di regole alle quali l'emittente deve attenersi quando le sue azioni siano oggetto di
un’offerta pubblica o scambio
Solo in caso di azioni quotate in un mercato regolamentato italiano o d'altro dell’Unione
Europea
Definizione
Art. 104 salvo autorizzazione dell'assemblea ordinaria o di quella straordinaria per le
delibere di competenza, le società italiane le cui azioni oggetto dell'offerta sono quotate in
dell'Unione Europea si astengono dal compiere atti od obiettivi dell'offerta. Le assemblee
deliberano anche in soci che rappresentano almeno il 30 % del capitale. Resta ferma la
responsabilità degli amministratori direttori generali per gli atti e operazioni compiuti.
Atti che contrastano l'offerta:
Atti che puntano ad incrementare il costo necessario per raggiungere il quantitativo di
adesioni che l’offerente intende conseguire (aumenti di capitale, conversione di azioni
prive del diritto di voto in azioni dotate di tale diritto)
Operazioni volte a mutare le caratteristiche patrimoniali della società bersaglio (cessioni
di beni, fusioni e scissioni)
Comportamenti di disturbo (promozione di offerte contrarie, acquisizione di aziende che
rendono il successo dell’offerta incompatibile al fine della norma antitrust)
E' esclusa invece la figura del cosiddetto white knight (cavaliere bianco)
Tempi: il periodo si protrae dalla prima comunicazione alla CONSOB fino alla chiusura
dell’offerta
Comporta convocazioni speciali per la convocazione delle assemblee