Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1. Creazione formale
2. Personalità giuridica
3. Separazione di proprietà e controllo
4. Durata indefinita
5. Interessi di proprietà liberamente alienabili
6. Responsabilità limitata
2. La società per la legge è una persona giuridica, ciò permette di poter separare i
beni dell’azienda dai beni personali.
3. La proprietà dell’azienda è separata dal controllo della stessa. Gli shareholders non
hanno potere di controllo, ma possono eleggere un amministratore e votare per un
numero di azioni. La gestione è conferita al Consiglio di Amministrazione.
Means e Berle hanno individuato tre tipi di società pubbliche e le hanno classificate a
seconda della proprietà azionaria:
a) Controllo di maggioranza: un azionista\ più azionisti che operano insieme con
il 50% delle azioni. In questo caso gli azionisti in minoranza partecipano alla
proprietà ma non al controllo della società.
b) Controllo di minoranza: un azionista\ più azionisti che operano insieme con
meno del 50%.
c) Controllo manageriale: nessun azionista\ gruppo di azionisti possiede
abbastanza azioni per esercitare il controllo. In questo caso vi è una chiara
separazione tra proprietà e controllo.
Secondo Berle e Means questa società è il frutto delle economie di scala (grandi
aziende necessitano grandi investimenti, di conseguenza numerosi investitori). La
distinzione tra proprietà e controllo ha portato difformità tra gli interessi degli azionisti
e quelli dei manager. Ciò ha portato a: leggi societarie che danno maggior potere agli
azionisti; il governo societario disciplina i manager che abusano del proprio potere;
altre leggi cercano di uniformare gli interessi degli azionisti e la gestione.
4. Una società ha una durata illimitata a meno che nel Consiglio di Amministrazione
venga votato lo scioglimento volontario; una fusione con un’altra società; venga
dichiarato il fallimento; si verifichi uno scioglimento involontario per decreto
giudiziario.
5. Gli azionisti possono vendere le proprie azioni. Per le società pubbliche vi sono i
mercati commerciali secondari, che facilitano l’acquisto o la vendita di azioni.
6. Gli azionisti non sono personalmente responsabili per gli obblighi aziendali.
Mentre il mercato primario offre la possibilità di vendere nuovi titoli agli investitori, il
mercato secondario è il mercato che tratta i titoli che sono già stati emessi dalla
società.
In alcuni stati applicano una dottrina degli affari interni più generica per le società
pseudo-straniere, tra queste le società del Delaware, che è la principale fonte del
diritto delle società statali. L’ alternativa al Delaware è il MCBA.
La legge federale
La prima legge sull’emissione e la negoziazione di azioni e titoli societari fu la “legge
del cielo blu” del 1911, una legge essenziale contro le frodi diffuse. I più importanti di
questi statuti furono:
- Securities Act: si occupa della regolamentazione delle vendite sul mercato primario.
Finalizzato a ottenere informazioni sulle transazioni (quando un soggetto vende i
titoli)
- Securities Exchange Act si occupa della negoziazione di titoli societari su mercati
secondari. Si fonda sull’ottenimento di informazioni periodiche e sistematiche
dall’emittente al mercato.
Il Securities Exchange act ha fondato il Securities Exchange commission che si occupa
di amministrare le varie leggi sui titoli. L’agenzia è comandata da cinque
commissari (eletti dal Senato) e i loro incarichi sono: consigliare la Commissione su
regole/revisioni di leggi, perseguire violazioni di leggi sui titoli, fornire una linea
guida sulle leggi dei titoli.
Tuttavia, il sollevamento del velo aziendale consente a coloro che sono stati
danneggiati di obbligare gli azionisti a rispondere del danno commesso dalla
società.
Caso Walkovszky
Walkovszky era un pedone investito da un Taxi a New York, taxi gestito dalla Seon Cab
Corp. Seon era una società di taxi controllate da Carlton. I beni della Seon non
soddisfacevano i danni richiesti da Walkovsky, che chiese il sollevamento del velo
aziendale. La richiesta fu negata dalla Corte.
La dottrina dell'alter-ego solleva il velo aziendale quando c'è la prova di un'unitàà tra la
societàà e gli individui in modo che ritenere responsabile solo la societàà sarebbe
ingiusto. Si tratta di casi marginali. Generalmente, l’alter-ego viene applicato in due
scenari:
La natura dell’imputato
Vi sono tre casi in cui il sollevamento del velo è in discussione:
1. Azionisti passivi di una società chiusa poiché non controllano la società ne sono
attivamente coinvolti nella gestione.
2. Azionisti in una società pubblica. Difficilmente sono coinvolti dal sollevamento velo.
Si stima che 2\3 di tali azioni legali riguardino azienda con tre o meno azionisti.
3. Parent-subsidiary e sibling corporations. In molti casi l’imputato non è un individuo
ma una seconda società.
- Parent company ovvero la capogruppo. Diventa tale quando possiede un’altra entità
legalmente separata. Influenza il funzionamento e la gestione dell’altra entità
(controllata).
- Subsidiary: controllata. Detenuta per il 51% o più da una capogruppo.
- Sister company: consociata. Ovvero controllate di proprietà della società madre, non
può essere collegata se non alla società madre.
Laudry List
Lo stato della California ha individuato fattori che possono essere citati nel
sollevamento del velo aziendale:
1. Commistione di fondi e altre attività, mancata separazione dei fondi delle entità
separate e dirottamento non autorizzato di fondi o attività aziendali ad usi diversi
da quelli aziendali;
2. Il trattamento da parte di un individuo dei beni della società come propri;
3. Il mancato ottenimento dell’autorizzazione all’emissione di azioni o alla
sottoscrizione o all’emissione delle stesse;
4. La dichiarazione da parte di un individuo di essere personalmente responsabile
dei debiti della società;
5. La mancata conservazione dei verbali o di adeguati registri aziendali e la
confusione dei registri delle entità separate;
6. L’identica proprietà equa nelle due entità;
7. L’identificazione degli equi proprietari degli stessi con il dominio e il controllo
delle due entità;
8. Identificazione degli amministratori e dei officers delle due entità nella
supervisione e gestione responsabili;
9. Proprietà esclusiva di tutte le azioni di una società da parte di un individuo o dei
membri di una famiglia;
10. L’uso della stessa sede o sede aziendale;
11. L’assunzione degli stessi dipendenti e / o procuratori;
12. L’incapacitàà di capitalizzare adeguatamente una societàà;
13. Totale assenza di asset aziendali e sottocapitalizzazione;
14. L’uso di una società come mero guscio, strumento o canale per una singola
impresa o l’attività di un individuo o di un’altra società;
15. L’occultamento e la falsa dichiarazione dell’identité della proprietàà, della
gestione e degli interessi finanziari responsabili, o l’occultamento di attivitàà
aziendali personali;
16. L’inosservanza delle formalità legali e il mancato mantenimento di rapporti di
libera concorrenza tra entità correlate;
17. L’utilizzo dell’entità aziendale per procurare manodopera, servizi o merci per
un’altra persona o entità;
18. La deviazione di attività da una società da parte o verso un azionista o altra
persona o entità, a scapito dei creditori, o la manipolazione di attività e passività
tra entità in modo da concentrare le attività in una e le passività in un’altra;
19. Il contratto con un altro con l’intento di evitare la prestazione mediante l’uso di
un’entità aziendale come scudo contro la responsabilità personale, o l’uso di una
società come un sotterfugio di transazioni illegali;
20. La costituzione e l’utilizzo di una società per trasferire ad essa la responsabilità
esistente di un’altra persona o entità.
Laddove il reddito aziendale non sia sufficiente a coprire il costo dei premi assicurativi
superiori al minimo legale o laddove le finanze inizialmente adeguate diminuiscano
sotto la pressione della concorrenza, tempi difficili o responsabilità straordinaria e
inaspettata, l’azionista non sarà ritenuto responsabile.
Esiste anche il sollevamento del velo inverso, che è una variante rara. Se invocata
permette a un azionista di ignorare l’identità separata dalla società. A differenza del
normale sollevamento del velo, in cui un creditore della società cerca di raggiungere i
beni personali di un azionista, in questa situazione un creditore dell’azionista vuole
raggiungere i beni della società.
Vi è differenza tra:
- Il sollevamento del velo aziendale è una forma verticale di responsabilità: è un modo
per ritenere un azionista personalmente responsabile degli obblighi della società.
- La responsabilità dell’impresa fornisce una forma orizzontale di responsabilità : è un
modo per ritenere l’intera impresa responsabile.
- Le imprese con un azionista dominante hanno una parziale separazione tra proprietà
e controllo (poiché l’azionista dominante possiede più del 50% delle azioni)
- Le imprese controllate a maggioranza (azionista dominante\gruppo di azionisti che
operano insieme) si caratterizzano per una parziale separazione tra proprietà e
controllo.
- Qualora non ci sia il blocco di controllo, il controllo passa dagli azionisti ai suoi
amministratori. Gli azionisti mantengono il diritto di eleggere l’amministratore, il
Consiglio controlla il processo elettorale e quindi l’azienda.
Il ruolo del Consiglio di Amministrazione è cruciale, sia nella struttura formale che
nella struttura decisionale aziendale.
- Controlla e disciplina l’alta dirigenza
- Svolge alcune funzioni manageriali (es. processo decisionale)
- Fornisce consulenza e guida ai dirigenti (decisioni operative e politiche)
- Fornisce rete di contatti
Quindi, i CDA moderni sono più piccoli, più frequenti, indipendenti dalla direzione,
con più azioni e più informati.
Ma chi controlla i controllori? Esiste per qualsiasi organizzazione un monitor finale che
abbia sufficienti incentivi per assicurare la produttività aziendale senza dover essere
monitorato lui stesso. Secondo Alchian e Demsetz il controllore finale deve essere chi
ha diritto al reddito residuo dell’azienda, egli è incoraggiato a punire lo shirking
perché la sua ricompensa varia esattamente con il successo come monitor.
Il consiglio di amministrazione
- Cos’è un Consiglio? È un collettivo al vertice dell’azienda.
- Regole di governo del Consiglio di amministrazione:
I comitati devono agire collettivamente mediante riunione – un amministratore
individuale che agisce da solo non ha né diritti né poteri, se non diversamente
autorizzato dalla legge.
Dimensioni del consiglio: storicamente almeno tre membri che dovevano
essere azionisti e residenti nello stato di costituzione. Ad oggi non sono
necessari questi requisiti. I consigli di amministrazione di grandi dimensioni
sono meno capaci di monitorare e disciplinare collettivamente l’alta dirigenza
(sono inevitabilmente più frammentati).
Partecipazione elettronica: unica condizione è che i partecipanti possano
sentirsi tutti l’un l’altro ed esprimersi facilmente.
Avvisi: serve un preavviso di almeno due giorni che non deve
necessariamente dichiarare lo scopo dell’assemblea, anche se è consigliato.
Quorum e voto: il consiglio di amministrazione può agire solo quando è
presente un quorum. Le astensioni equivalgono a voti nulli perché chi si
astiene è presente.
Limiti dei termini del consiglio: la durata del mandato degli amministratori è
due o tre anni e non ci sono limiti sul numero di mandati che un amministratore
può ricoprire, le società possono singolarmente prendere decisioni in questo
senso. un alto grado di turnover tra i membri del Consiglio può̀ essere
salutare, anche se un elevato turnover scoraggia i singoli membri del
Consiglio di amministrazione dall’investire in capitale umano specifico
dell’impresa
Queste modifiche si applicano solo alle società̀ quotate in borsa. I revisori dei conti, i
creditori e gli altri stakeholder chiave si aspettano che le aziende più̀ grandi creino
almeno un Comitato di audit composto da amministratori esterni e si assicurino che
almeno un membro del Comitato di audit sia un esperto finanziario.
All'inizio della common law, la riserva agli azionisti del potere di eleggere gli
amministratori è stata interpretata nel senso che il consiglio non poteva riempire i posti
vacanti. Al contrario, gli statuti moderni tipicamente prevedono che i posti vacanti nel
consiglio, che siano il risultato di rimozione, dimissioni, morte, espansione del
consiglio, o altro, possono essere riempiti sia dal consiglio che dagli azionisti.
Comitati consiliari
a) Legge dello stato praticamente tutti gli stati permettono al consiglio di
istituire commissioni alle quali possono essere delegati alcuni poteri del
consiglio. A tali comitati possono essere delegati tutti i poteri e le autorità del
Consiglio, salvo questioni che richiedono approvazione degli azionisti o
modifiche statuarie.
b) Standard di borsa il NYSE Listed Company Manual prevede l’istituzione di tre
comitati:
1. Comitato Nomine e Corporate Governance – composto solo da
amministratori indipendenti, selezionagli shareholders/azionisti e negozia i
loro compensi + assegna altri amministratori ai comitati del consiglio
2. Comitato per la remunerazione – esamina e approva la compensazione dei
dirigenti senior e della società in generale. Composto da direttori
indipendenti.
o Fissare performance da raggiungere CEO, Sulla base di questo
fissare la retribuzione.
o Fornire raccomandazioni al CdA in merito alla retribuzione
o Produrre una relazione finale.
3. Comitato di controllo – responsabile della nomina, retribuzione e
supervisione del revisore esterno della società. Il comitato serve a risolvere i
disaccordi tra direzione e revisore in merito all’informativa finanziaria. Tutti i
membri devono essere indipendenti. Deve prevedere un meccanismo
anonimo tramite cui i dipendenti possono segnalare
preoccupazioni/questioni varie.
Officers
a. Delega dei poteri aziendali agli officers - Lo statuto prevede anche che i poteri
aziendali possano essere esercitati sotto l’autorità̀ del Consiglio, il che consente
(ma non richiede) al Consiglio di delegare l’autorità̀ decisionale ai officers
aziendali. I officers aziendali possono delegare alcuni delle loro responsabilità̀
verso i dipendenti meno anziani.
b. Gli officers come agenti - Il rapporto di agenzia include qualsiasi rapporto in cui
una persona (l’agente) è autorizzata ad agire per conto di un’altra persona (il
principale). La necessaria manifestazione del consenso può̀ essere sottintesa
dalle circostanze, il che consente alle parti di aver instaurato un rapporto di
agenzia legalmente valido senza rendersi conto di averlo fatto. I dipendenti
dell’azienda, in particolare i funzionari, sono generalmente considerati agenti
della società. Nè il singolo direttore nè il Consiglio sono considerati agenti
della società. Quando il Consiglio agisce collettivamente, funge da principale in
termini di diritto dell’agenzia. L’atto del Consiglio è un atto della società. Per
quanto riguarda il singolo amministratore, egli non ha il potere proprio di agire per
conto della società, ma solo come uno degli organi di amministrazione che
agiscono come Consiglio.
Come determinare se un agente abbia l’autorità richiesta in una determinata
situazione.
- Autorità effettiva = quando il preponente ha acconsentito.
- Autorità apparente = le parole o il comportamento del preponente
inducono il terzo a ritenere ragionevolmente che l’agente abbia
l’autorità di stipulare il contratto.
Per quanto riguarda i vicepresidenti, un certo numero di casi ritiene di avere poca o
nessuna autorità̀ implicita o apparente per vincolare la società. Hanno solo
l’autorità̀ espressamente conferita loro dallo statuto o dalla delibera consiliare.
Non esiste una linea chiara tra atti ordinari e straordinari. Sembra ragionevole
supporre che gli atti consegnati per legge al Consiglio di amministrazione saranno
considerati straordinari.
Le persone che fanno affari con una società lo fanno a un certo rischio di scoprire che la
loro transazione sarà ritenuta implicare un atto straordinario e, di conseguenza,
richiede un'azione esplicita del consiglio.
6.1 INTRODUZIONE
La conciliazione tra il dovere di cura e la business judgment rule competono nella
giurisprudenza.
VS
Technicolor e revisione sostanziale: In netto contrasto con Shlensky, i direttori che non
riescono "ad agire in modo informato e deliberato" non possono far valere la business
judgment rule come difesa per i reclami di assistenza. La Business Judgement Rule è
quindi uno standard di revisione non la dottrina dell’astensione.
Sia gli azionisti che i giudici troveranno difficile distinguere tra un management
competente e uno negligente. Se risultati negativi si traducono in responsabilità, i
manager saranno scoraggiati dall’assumere rischi. Ovviamente, è nell’interesse
economico degli azionisti offrire una protezione sufficiente agli amministratori dalla
responsabilità per negligenza per consentire agli stessi di concludere che non vi è
alcun rischio che, se agiscono in buona fede, possono affrontare la responsabilità a
seguito di una perdita di affari.
La Business Judgement Rule può essere vista come una regola predefinita che sia gli
azionisti che i manager preferirebbero e riconosce una certa volontarietà
nell’assumere il rischio di decisioni aziendali sbagliate.
L’isolamento fornito agli amministratori dalla BJR può essere visto come una forma di
autoassicurazione aziendale.
I tribunali regolamentari fanno spesso riferimento alla BJR come “presunzione” che gli
amministratori o gli officer di una società abbiano agito su basi informate, in buona
fede e nella convinzione onesta che l’azione intrapresa fosse nei migliori interessi
dell’azienda. Anche errori di giudizio evidenti raramente si traducono in responsabilità
personale da parte degli amministratori aziendali.
B. I presupposti
La BJR non è una regola, ma una standard. La questione non è se gli amministratori
abbiano violato qualche precetto chiaro, ma se la loro condotta soddisfacesse alcuni
standard per l’astensione giudiziaria.
Gli officier hanno un dovere di diligenza nei confronti della società. La regola si
applica sia ai direttori che agli officer.
La legge del Delaware richiede che gli amministratori esercitino “quella quantità di
attenzione che uomini normalmente attenti e prudenti userebbero in circostanze
simili”. I tribunali del Delaware hanno sentenziato grave negligenza in presenza di
“indifferenza sconsiderata verso gli azionisti” o condotta al di fuori dei “limiti della
ragione”.
B. Causalità
Nel diritto civile, la responsabilità per negligenza richiede non solo una violazione del
dovere di diligenza, ma anche una dimostrazione di causalità e danni.
Sia il Codice del Delaware che l’MBCA (Model Business Corporation Act) forniscono
tutele legali per gli amministratori che si affidano in buona fede alle informazioni e ai
rapporti dei loro subordinati.
D. Casi di supervisione
La gestione del monitoraggio è una delle tre funzioni principali del consiglio. La BJR
raramente isolerà gli amministratori dalla responsabilità in relazione a tale funzione. La
regola si applica solo quando il consiglio di amministrazione ha esercitato il giudizio
aziendale, mentre la maggior parte dei casi di supervisione si verifica proprio perché
il consiglio non ha agito.
Il (Delaware General Corporation Law) DGCL § 102 (b) (7) prevede che lo statuto di
una società possa contenere: una disposizione che elimina o limita la responsabilità
personale di un amministratore nei confronti della società o dei suoi azionisti a
condizione che tale disposizione non elimini o limiti la responsabilità di un direttore:
L’MBCA § 2.02 (b) (4) è simile. Praticamente tutti gli stati hanno ora alcuni di questi
statuti. La maggior parte delle società pubbliche ha modificato i propri statuti per
includere tali disposizioni. Si applica solo agli amministratori.
Oggi tutti gli stati hanno disposizioni statutarie che autorizzano in una certa misura
l’indennizzo del direttore per le spese sostenute (es. legali).
Per quanto riguarda il primo, il § 145 (a) autorizza la società a indennizzare il direttore
o l’officer per le spese più “sentenze, multe e importi pagati in sede di transazione” di
procedimenti sia civili che penali.
Per quanto riguarda il secondo, il § 145 (b) autorizza il risarcimento solo per le spese.
Se il direttore o officer è stato ritenuto responsabile nei confronti della società, inoltre,
può essere risarcito solo con l’approvazione del tribunale.
La sezione § 145 distingue anche tra indennità obbligatoria e permissiva. Ai sensi del §
145 (c), la società deve indennizzare un amministratore o officer che “ha avuto
successo nel merito” (indennità obbligatoria). Per quanto riguarda i direttori e gli
officer che sono stati infruttuosi, l’indennizzo è permissivo purché non sia precluso
dallo statuto.
CAPITOLO 7: DUTY OF LOYALTY (L’OBBLIGO DI LEALTÁ)
§ 7.1 Duty of care VS Duty of loyalty
In una transazione diretta, il direttore ha a che fare direttamente con l’azienda (es.
quando un amministratore vende un immobile dell’azienda)
In una transazione indiretta, una persona o entità in cui l’amministratore ha un
interesse ha a che fare con l’azienda.
All’inizio della Common Law, le transazioni con conflitti di interesse erano annullabili
dalla società indipendentemente dal fatto che fossero eque o fossero state approvate
dal consiglio o dagli azionisti.
Le transazioni con conflitto di interesse oggi sono regolate dai cosiddetti “statuti del
direttore interessato”, rappresentato dal DGCL § 144. La sezione § 144 (a) afferma che
un’operazione di conflitto di interesse non deve essere “nulla o annullabile
esclusivamente” a causa del conflitto dell’amministratore o “esclusivamente perché
l’amministratore o l’officer è presente o partecipa alla riunione del consiglio o del
comitato che autorizza il contratto o transazione, o unicamente perché i voti di tale
amministratore o officer vengono conteggiati a tale scopo”, a condizione che sia
soddisfatta almeno una delle 3 condizioni:
L’ex MBCA § 8.31 ha seguito il DGCL § 144, sebbene vi fossero alcune differenze
chiave:
L’MBCA § 8.31 (a) (1) consentiva agli amministratori di approvare o ratificare una
transazione con interessi in conflitto, mentre il DGCL § 144 (a) (1) fa riferimento
solo all’autorizzazione.
L’MBCA § 8.31 (a) (3) si riferisce ambiguamente a transazioni che sono “eque per
la società”, mentre il DGCL § 144 (a) (3) è limitato alle transazioni che sono
corrette per la società “al momento” in cui vengono approvate o ratificate dal
consiglio degli azionisti.
L’MBCA § 8.60 (1) (ii) affronta gli interessi indiretti, ritenendo tali interessi in conflitto
quando l’amministratore sa che l’altra parte è un’entità di cui l’amministratore è
proprietario, dipendente o affiliato di tale entità.
Un contratto di compenso tra la società e uno dei suoi officer non differisce da qualsiasi
altra transazione di conflitto di interesse coperta dagli statuti. Se gli amministratori
disinteressati, in seguito alla divulgazione completa, approvano il contratto in buona
fede, la transazione sarà protetta dalla BJR. Quindi molte società pubbliche hanno
istituito comitati di remunerazione composti da amministratori indipendenti per
esaminare e approvare la remunerazione dei dirigenti.
A. L’approccio ALI
Gli ALI PRINCIPLES sono diversi modi con cui un’impresa può essere considerata
un’opportunità aziendale:
- Se un amministratore o un dirigente senior viene a conoscenza, in relazione allo
svolgimento delle sue funzioni come amministratore o alto dirigente, di
un’impresa commerciale.
- Se un amministratore o alto dirigente viene a conoscenza di un’impresa in
circostanze che dovrebbero indurre l’amministratore o il dirigente a credere
che la persona che offre l’opportunità si aspetti che venga offerta alla
corporazione.
- Qualsiasi impresa commerciale di cui un alto dirigente viene a conoscenza e sa
che è strettamente correlata a un’attività in cui la società è impegnata o
prevede di impegnarsi. (si applica solo ai dirigenti senior)
B. Difese
1. Capacità
In molti casi, l’imputato sostiene che la società non aveva i soldi e la capacità tecnica
per sfruttare l’opportunità. In un caso il tribunale ha identificato la capacità finanziaria
della società di sfruttare efficacemente l’impresa imprenditoriale come una delle
considerazioni rilevanti nel decidere se l’impresa è un’opportunità aziendale.
I tribunali dovrebbero applicare uno standard rigoroso per determinare l’incapacità
finanziaria o tecnica.
A. Introduzione
Un azionista che agisce in quanto tale ha il diritto di votare per le sue azioni senza tener
conto degli interessi degli altri azionisti, possono quindi votare anche egoisticamente
per quanto riguarda le proprie azioni. Al contrario, l’azionista-amministratore assume
naturalmente obblighi fiduciari nei confronti degli altri azionisti.
Tra questi due estremi abbiamo il caso di un azionista con controllo del voto. Il potere
di voto di tale azionista sarà sufficiente per eleggere l’intero consiglio di
amministrazione.
L’azionista di controllo può essere ritenuto responsabile (in qualità di mandante) per
gli atti degli amministratori (in qualità di suoi agenti).
Un azionista può avere il controllo della società se ha la maggioranza delle azioni con
diritto di voto oppure anche se, pur non avendo la maggioranza, ha creato un rapporto
di fiducia tra l’azionista e consiglio di amministrazione.
La società è una persona giuridica che possiede la maggior parte dei diritti e dei poteri
di una persona fisica. Uno dei poteri delle società è quello di possedere azioni in
un’altra società. Quindi una società può possedere tutte o parte delle azioni di una
seconda società. Se la società A possiede il 100% delle azioni della società B, ad
esempio, ci riferiamo alla società A come madre e alla società B come sussidiaria
interamente controllata.
D. Vendite di controllo
Nel caso in cui una società madre voglia vendere le sue azioni nella controllata a un
estraneo. L’azionista venditore può essere ritenuto responsabile per la mancata
condivisione del premio di controllo con la minoranza?
1. La regola generale
Come regola generale, gli azionisti di controllo sono liberi di disporre delle loro azioni
come ritengono opportuno e alle condizioni offerte da un acquirente disponibile. Uno
dei rischi connessi al possesso di una partecipazione di minoranza in una società è
che la maggioranza può decidere di vendere senza consultare la minoranza. Ci sono,
però, una serie di eccezioni come: una vendita in circostanze che indicano che gli
acquirenti intendono saccheggiare o amministrare male la società oppure se la vendita
comporta frode.
- Vendita a un saccheggiatore
Supponiamo che un soggetto venda le sue azioni ad un secondo soggetto
saccheggiatore. Il saccheggiatore procede a saccheggiare l’azienda: liquida tutti i
beni, ruba i soldi dal conto bancario, si rifugia in qualche isola del Pacifico e poi
muore. Gli azionisti di minoranza fanno causa al soggetto che aveva venduto
inizialmente. Responsabilità? Come regola generale, non vi è alcun obbligo di
indagare ma se viene presentato l’azionista di controllo con un carattere sospetto e un
prezzo sospettosamente alto, allora, l’azionista di controllo ha il dovere di indagare
ragionevolmente sui piani dell’acquirente.
E. Freeze-outs
2. Freeze-outs ed equità
Una fusione di freeze-out deve soddisfare uno standard di “equità totale”. A sua volta,
l’equità ha due componenti: prezzo equo e comportamento corretto.
L’MBCA afferma che un azionista avente diritto ai diritti di valutazione non può
contestare una fusione completata.
Infine, il principio di esclusività non preclude un’azione collettiva per danni, intentata
contro amministratori per violazione dei loro doveri di diligenza e lealtà.
CAPITOLO 9: I LIMITI DELL’OBBLIGO FIDUCIARIO
§ 9.1 Introduzione
A. Case law
Oltre trenta stati hanno preteso di rivolgersi agli statuti del collegio. Solitamente
organizzano il consiglio di amministrazione e considerano l’impatto che una decisione
avràà non solo sugli azionisti, ma anche su un elenco di altri gruppi elettorali, come
dipendenti, fornitori, clienti, le comunità locali in cui l’azienda opera. Oltre alla lunga
lista, alcuni amministratori statuti considerano gli effetti sia a lungo che a breve
termine della decisione di autorizzazione più generale.
La maggior parte degli statuti dei collegi elettorali non azionisti sono permissivi. Gli
amministratori “possono”, ma non è necessario, prendere in considerazione gli
interessi dei non azionisti. C’è discrezione nel decidere se considerare gli interessi dei
non azionisti e, se decidono di farlo, quali interessi dei gruppi elettorali considerare.
Interpretazioni plausibili degli statuti del collegio elettorale non azionista rientrano in
uno spettro tra due estremi. A un’estremità c’è una lettura che consente agli
amministratori di ignorare gli interessi degli azionisti nel prendere decisioni aziendali,
all’altra estremità c’è una lettura in base alla quale gli statuti includono una
inmodificata norma della massimizzazione della ricchezza degli shareholders.
Gli statuti consentono agli amministratori di selezionare il piano che è migliore dal
punto di vista degli azionisti. Se la decisione danneggia gli stakeholder, gli
amministratori possono compromettere una riduzione dei guadagni degli azionisti per
un maggiore benessere degli stakeholders.
C. Società benefit
Nel 2013 il Delaware ha emanato nuove disposizioni alla sua legge sulle società
generali che consentono la formazione di un nuovo tipo ibrido di entità denominata
“società di pubblica utilità” (PBC). Il “beneficio pubblico deve essere specificato nel
certificato di costituzione dell’HRM e consiste in” un effetto positivo su una o più
categorie di persone, entità, comunità, inclusi, ma non limitati a, effetti di natura
caritatevole, culturale, economica, educativa, ambientale, letteraria, medica, religiosa,
scientifica o tecnologica.
A differenza degli obbligazionisti, che sono creditori della società, i titolari delle azioni
sono azionisti. Inoltre, mentre le obbligazioni tendono a essere lunghe e molto
dettagliate, i documenti organici che disciplinano le azioni privilegiate tendono ad
essere semplici affari.
Una “close corporation” è quella in cui le azioni sono detenute in poche mani, o in
poche famiglie, e dove non sono affatto, o solo raramente, trattate con l’acquisto o la
vendita. La maggior parte delle close corporations tendono ad essere piccole imprese
locali. I tratti distintivi sono il numero limitato di azionisti e l’assenza di un mercato
secondario in cui vengono scambiate le sue azioni.
Che una società sia pubblica o chiusa, la cosa più importante che gli azionisti fanno in
quanto azionisti è l’elezione degli amministratori. Il voto degli azionisti su questioni
come scioglimento, fusioni e simili è fondamentale. Nella close corporation, con il suo
numero limitato di azionisti, il voto può rivelarsi problematico in vari modi. Se gli
azionisti fossero equamente divisi su qualche questione, potrebbe verificarsi una
situazione di stallo. Una fazione maggioritaria potrebbe usare il proprio potere di voto
per opprimere la minoranza. La maggioranza potrebbe rifiutare di eleggere
rappresentanti delle minoranze nel consiglio di amministrazione. La legge fornisce due
soluzioni contrattuali a questo problema: il voto di fiducia e l’accordo
sull’aggregazione dei voti.
1. Voti di fiducia
Un voto di fiducia è un accordo tra gli azionisti in base al quale tutte le azioni possedute
dalle parti vengono trasferite a un trustee, che diventa il titolare nominale delle azioni.
Il trustee vota le azioni in conformità con le disposizioni del contratto fiduciario ed è
responsabile della distribuzione di eventuali dividendi ai beneficiari delle azioni.
Un accordo sull’aggregazione dei voti, anche se garantisce che tutti gli azionisti siano
eletti nel consiglio, non può proteggere completamente gli azionisti di minoranza
dall’oppressione della maggioranza. La maggioranza degli amministratori ha il potere
di intraprendere azioni quali la
cessazione del pagamento di dividendi, rifiutando di eleggere azionisti di minoranza
come dirigenti aziendali, o cessando il rapporto di lavoro di un azionista di minoranza
con la società. Di conseguenza, gli azionisti adottano frequentemente accordi che
limitano la discrezionalità degli amministratori. Tali accordi normalmente prevedono
che tutti gli azionisti siano nominati funzionari. Inoltre, stabiliscono comunemente
requisiti specifici in merito a stipendio, dividendi, pensioni, permanenza in carica e
simili.
La New York Business Corporation Law § 620 (b) prevede che un patto parasociale sarà
valido anche se “esso limita impropriamente il consiglio di amministrazione nella sua
gestione degli affari della società “a condizione che un tale accordo fosse autorizzato
nello statuto da” tutti gli incorporatori o detentori di record “e i successivi cessionari
avessero ricevuto notifica della disposizione.
Le disposizioni del Model Act sui patti parasociali sono notevolmente meno liberali. Ai
sensi del § 7.32 (b) di MBCA, i patti parasociali devono essere unanimi e (come i voti di
fiducia) hanno una durata limitata a 10 anni. L’esistenza dell’accordo deve essere
chiaramente annotata sui certificati azionari e qualsiasi acquirente che accetta senza
preavviso l’accordo ha diritto alla rescissione.
Uno dei grandi vantaggi della forma societaria è che le azioni sono liberamente
trasferibili. Qualsiasi trasferimento di questo tipo non ha alcun effetto o impatto sulla
società, tranne per il fatto che ora c’è un nuovo elettore delle azioni trasferite. Al
contrario, il diritto delle società di persone è molto più restrittivo. Salvo patto contrario,
nessuno può diventare socio senza il consenso unanime di tutti gli altri soci. Un socio
può cedere il proprio interesse ad un’altra parte, ma il cessionario non diventa socio
dell’azienda. Il successo o il fallimento di una piccola impresa dipende in gran parte
dalla capacità di cooperazione dei suoi proprietari.
Gli azionisti stretti di società spesso includono restrizioni alla trasferibilità delle azioni
nell’atto costitutivo o in un patto parasociale. Queste restrizioni assumono
comunemente la forma di un diritto di prelazione o, in modo più aggressivo, di un
divieto assoluto di trasferimento senza il consenso degli altri azionisti. Il diritto di
prelazione si attiva quando un azionista riceve un’offerta da un estraneo. Il diritto
conferisce alla società e agli altri azionisti la possibilità di acquistare le azioni agli
stessi termini e condizioni offerti dall’esterno.
2. Contratti di buyout
Gli investitori sono eterogenei e l’approccio migliore potrebbe essere quello di offrire
loro contratti in forma standard. Un approccio migliore sarebbe quello di mantenere
una scelta reale non imponendo doveri fiduciari più elevati agli azionisti stretti delle
società. A dire il vero, in passato, alcuni investitori probabilmente preferivano le
regole di partnership, ma ritenevano necessario incorporarle in modo da ottenere il
vantaggio della responsabilità limitata. Oggigiorno, tali investitori possono formare
una società a responsabilità limitata, che combina una struttura di governance più o
meno simile a una partnership con una responsabilità limitata.
2. I doveri fiduciari degli azionisti di minoranza
Il possesso di azioni con diritto di voto non è l’unica base su cui può poggiare il
controllo. Nella close corporation, un patto parasociale può conferire agli azionisti di
minoranza un potere considerevole.
La corte suprema della California ha utilizzato concetti di dovere fiduciario per limitare
la capacità degli azionisti di controllo di creare un mercato per le loro azioni senza
fornire liquidità comparabile per la minoranza.
La corte suprema del Delaware ha affrontato un problema molto comune di una close
corporation.
D. Avvocati e freeze-out
Un avvocato che rappresenta sia la società che la l’azionista di controllo può essere
soggetto a responsabilità personale.
In alternativa alla causa per violazione del dovere fiduciario, l’azionista di minoranza
scontento può chiedere lo scioglimento giudiziario della società. Tutti gli stati hanno
disposizioni in base alle quali un azionista può essere una società. Se concesso, lo
scioglimento porta allo scioglimento e alla liquidazione della società, seguita da una
distribuzione delle rimanenti attività dell’impresa ai creditori e quindi agli azionisti.
L’MBCA § 14.40 è tipico di questi statuti. Fornisce quattro motivi in base ai quali un
tribunale può sciogliere la società su richiesta di un azionista:
- Stallo tra gli amministratori. Gli amministratori devono essere equamente divisi e
quindi incapaci di prendere decisioni aziendali. Gli azionisti non devono essere in
grado di risolvere la situazione di stallo.
- Rifiuti di beni aziendali.
- Stallo tra gli azionisti. Gli azionisti devono essere equamente divisi e, a causa della
loro
divisione, non possono eleggere un consiglio di amministrazione per un periodo che
copra
almeno due date di assemblee annuali.
- Lo scioglimento è autorizzato se gli amministratori o gli azionisti di controllo hanno
agito in
modo illegale, oppressivo o fraudolento.
Dal punto di vista della pianificazione transazionale, queste decisioni portano a casa
l’assoluta necessità di contratti ex ante. In assenza di un contratto di lavoro esplicito,
l’aspettativa degli azionisti di continuare a lavorare probabilmente non sarà ritenuta
“oggettivamente ragionevole”. In assenza di un esplicito accordo di acquisto, a un
azionista può essere negato sia lo scioglimento che un ritorno sull’investimento. Il
cliente ben consigliato entrerà quindi in una società chiusa con un contratto di lavoro
espresso con disposizioni che limitano nettamente la capacità dell’azienda di liberare
il cliente, ad esempio limitando il licenziamento alla risoluzione per giusta causa, e un
accordo di riscatto che fornisce ragionevoli motivi per l’uscita.
In riconoscimento di questo fatto, l’MBCA § 14.34 concede agli azionisti che il diritto di
riscattare gli azionisti denuncianti invece dello scioglimento. Se le parti non sono in
grado di concordare un prezzo, il tribunale determinerà il valore equo delle azioni.
L’opzione di riacquisto di azioni crea effettivamente un mercato per gli azionisti
denuncianti costringendo la maggioranza ad acquistare le azioni di minoranza,
preservando anche il valore della continuità aziendale dell’azienda.