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DIRITTO COMMERCIALE

Il diritto commerciale è quella branca del diritto civile che riguarda le imprese e l’economia
capitalistica. Questo diritto ci spiega cos’è l’impresa (funzioni, organizzazione, membri) e
l’imprenditore. La società spesso non può avere un unico proprietario, poiché ci sono gli azionisti
che hanno diritto ad una parte dell’organizzazione della società. Gli amministratori di società sono
coloro che la gestiscono secondo regole del diritto commerciale ben precise.
Dal punto di vista storico non esiste al tempo romano un vero e proprio diritto commerciale, bensì
alcune figure che gestivano le case, il commercio, la navigazione. Ma non esistevano norme
dedicate alle imprese. Queste norme nascono nell’epoca comunale, dopo il 1000, e ancora con le
signorie. Nascono le corporazioni degli artigiani, delle classi produttive, che si autoregolano e auto
normano basandosi sull’uso mercatile e sulle esigenze pratiche del mercato. Il diritto dei mercati
quindi diventa un diritto che si affianca a quello dei cittadini, al punto tale che veniva utilizzato
anche nella contrattazione tra cittadino e mercante. Nate come regole consuetudinarie diventano
così man mano regole scritte.

IMPRESE:
Lo statuto è l’insieme delle regole che si applicano alle imprese commerciali. Si basa su 4 pilastri:
un sistema di pubblicità (informazioni disponibili a chiunque); contabilità (insieme delle risorse
economiche misurate ed organizzate, investimenti e guadagni); rappresentanza (regole speciali di
sostituzione dell’imprenditore all’interno e all’esterno dell’impresa); insolvenza (regole della crisi
d’impresa).
Il registro delle imprese (pubblicità) è disciplinato agli art. 2188 e seguenti c.c.
Viene istituito con una legge del 1993 (completata poi nel 95) che sanciva l’iscrizione del registro
delle imprese, basato su una sezione ordinaria e più speciali. Nel registro non possono essere
iscritti atti atipici, non previsti (principio di tassatività delle iscrizioni). È disponibile per chiunque
online e fa capo al ministro dello sviluppo economico. I ricorsi contro gli atti del conservatore
vengono rivolti al giudice apposito, giudice del registro. Le iscrizioni e le cancellazioni del registro
sono sottoscritte dall’interessato e accertate dal giudice del registro, questo è un processo
puramente formale.
Nella sezione ordinaria si devono iscrivere gli imprenditori commerciali individuali non piccoli,
società (2200 cc) anche se non esercitano attività commerciale, consorzi con attività esterna (enti
collettivi che si proiettano sul mercato con un attività esterna), geie, enti pubblici economici
(hanno ad oggetto un’attività economica), società estere con sede secondaria in Italia, associazioni
e fondazioni d’impresa.
Nelle sezioni speciali si devono iscrivere imprenditori piccoli, agricoli e società semplici, società fra
avvocati, sturt up innovative, imprese sociali, PMI.
Art. 2193 dice che con l’adempimento degli oneri pubblicitari si realizzano effetti diversi:
1.Pubblicità legale (sezione ordinaria), efficacia DICHIARATIVA POSITIVA (il fatto iscritto è
opponibile ai terzi) NEGATIVA (non opponibilità, salvo prova contraria di conoscenza).
2.Pubblicità notizia (sezione speciale, ma non vale per gli imprenditori agricoli che hanno pub.
legale), per sapere le informazioni base dell’impresa. Non incide sulla rilevanza giuridica dell’atto o
fatto iscritto.
3.Solo con l’iscrizione ai registri la società acquista personalità giuridica, efficacia quindi costitutiva
totale e parziale.
4.Efficacia normativa, per snc e sas, si applica un diverso regime giuridico riguardo ai rapporti coi
terzi, si applicano le norme di una società semplice.
5. Chi per primo ottiene l’iscrizione nel registro, ha la meglio nei conflitti tra quote di srl.
Contabilità delle imprese: tenere la contabilità significa rilevare i fatti di gestione (operazioni o atti
relativi all’impresa) dell’impresa. Questi fatti danno luogo ad una scrittura contabile, che tiene
conto di tutto ciò che un’impresa fa. Si realizza così una triplice astrazione: il fatto che realizza una
scrittura fa nascere il rendiconto dell’impresa. La contabilità deve essere tenuta, anche dalle
società che non svolgono attività commerciale, (2214) dagli imprenditori commerciali. Le scritture
fiscali (diverse da quelle contabili) devono essere tenute in ugual modo dai commercianti. La
contabilità viene fondata da un frate, Luca Pacioli, in ambito matematico attraverso la
teorizzazione della partita doppia in colonne.
Le scritture contabili sono tutto ciò che si rende necessario in funzione della natura e delle
dimensione dell’impresa: 1. Il libro giornale deve indicare giorno per giorno in maniera cronologica
le operazioni della società. 2. Il libro inventario indica i singoli inventari per ogni esercizio, in ordine
sistematico, contiene la valutazione dell’attività e passività dell’esercizio interno ed esterno
dell’impresa. 3. Tutte quelle scritture necessarie per natura od oggetto (es. magazzini cassa, libri
contratti o sinistri). 4. Corrispondenza commerciale ovvero lettere telegrammi e fatture ricevute.
Le scritture vanno tenute e conservate per 10 anni e ci sono regole formali. Hanno efficacia di
prova a favore o sfavore dell’imprenditore.
Rappresentanza commerciale: 1400
Quella commerciale si basa sull’investitura(si acquista tramite) del fatto della pre-posizione, è
contenuta ex lege. Mirano alla tutela dei terzi, non alla tutela del rappresentato. I sostituti
dell’imprenditore sono: 1. Institore, è colui che viene preposto dall’imprenditore all’interno del
programma dell’impresa od a uno specifico ramo d’impresa. È simile al direttore generale
dell’impresa, sta al vertice dell’attività commerciale, a lui fanno capo una serie di obblighi e poteri:
si occupa del registro delle imprese e alla tenuta della contabilità. I poteri invece riguardano tutti
gli atti riguardanti l’esercizio dell’impresa, non può però alienare i beni mobili o immobili
dell’impresa. La procura, se viene concessa, deve essere iscritta, altrimenti assume semplice
funzione generale senza pubblicità. 2208 l’institore (oltre che l’imprenditore) può essere attaccato
dal terzo se l’atto è pertinente all’esercizio dell’impresa. 2. Procuratore, o dirigente settoriale,
rapporto continuativo ed ha potere generale, ma limitato ad un settore operativo. La procura che
viene conferita al procuratore è soggetta alle stesse regole per quella institoria, cioè deve essere
iscritta, ha pubblicità ecc.. 3. Commessi, hanno mansioni specifiche esecutive, non sono
assoggettati alla pubblicità ed hanno poteri molto limitati. No alla deroga delle condizioni generali
del contratto.
La crisi d’impresa (dr. Lg. 14 del 2019). Lo statuto dell’imprenditore commerciale è in continua
erosione, si avvicina sempre più a quello dell’imprenditore agricolo, essendo nata la pubblicità
notizia e le sezioni speciali.
Lo statuto generale dell’imprenditore comporta la creazione dell’azienda in tutte le sue parti:
l’azienda è l’insieme dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Intesa come
organizzazione di fattori capitale e lavoro, un complesso di beni, lo strumento per l’esercizio
dell’impresa. È un complesso di beni eterogenei cui è impresso un vincolo di destinazione
produttiva che gli consente di produrre ricchezze. L’avviamento serve proprio a creare valore
grazie all’esercizio dell’impresa. Un’azienda può determinare tramite contratto il patto di non
concorrenza (max 5 anni), che può avere diverse modalità e limiti.
Quando un’azienda o qualche ramo di essa si trasferisce, abbiamo una serie di effetti: il divieto di
concorrenza, che è una forma di protezione della capacità dell’azienda di produrre ricchezza, per
evitare che questa sia pregiudicata dal vecchio imprenditore che pone in essere qualcosa di lesivo.
Il contraente cedente cede il contratto al contraente ceduto: l’acquirente dell’azienda assume a se
in maniera automatica tutti i contratti che non siano personali, precedentemente stipulati, se non
viene concordato diversamente. Per quanto riguarda i crediti, sono ceduti attraverso un negozio
bilaterale, anche in mancanza di notifica di accettazione, ha effetto dal momento in cui è iscritto il
trasferimento nel registro delle imprese. I debiti invece circolano tramite accollo, espromissione:
per i debiti dell’azienda ceduta viene stabilita una cumulabilità ex lege, cioè col trasferimento
dell’azienda passano anche i debiti, purché siano debiti che risultino sui libri obbligatori. Se
l’imprenditore non prende bene le scritture contabili, l’acquirente non ne risponde, ne continuerà
a rispondere solo l’alienante. Quando si acquista un’azienda, si acquista la titolarità, ma tramite
l’usufrutto si può anche acquistare solo il godimento. Per la forma del trasferimento, tutti i dati e
beni dell’azienda devono essere scritti ad probationem. Ai fini dell’iscrizione è necessario l’atto
pubblico o la scrittura privata autenticata. Quando l’azienda viene ceduta tramite usufrutto od
affitto, quindi in maniera limitata nel tempo, questo deve avere un termine e perciò la ditta non si
può modificare perché deve essere uguale al momento del ritorno. Può cessare per abuso dell’
usufruttuario, e quando si trasferisce non si applicano per forza tutte le regole di crediti e debiti.
L’imprenditore può distinguere la sua azienda, se stesso e i suoi prodotti, tramite dei segni
distintivi. Non fanno parte dell’azienda le opere dell’ingegno, e le invenzioni industriali (diritti
d’autore e brevetti): questo perché sono limitate nel tempo e nell’oggetto.
Discipline alla concorrenza sono dei limiti legali e convenzionali, monopolio e concorrenza sleale.
Per quanto riguarda le aggregazioni di imprese, consorzi, che sarebbe una forma di limitazione
della concorrenza. Si può partecipare a questo contratto associativo solo se si è imprenditori.
Serve a disciplinare o a svolgere determinate fasi dell’impresa. Possono essere consorzi anche le
società, con scopo consortile e disciplina societaria con deroghe. Ancora abbiamo le cooperative e
le geie, ati sottoforma di mandato collettivo.
I contratti e la contrattazione di impresa: sono simili in quanto il codice di commercio è stato
unificato a quello civile. Tuttavia alcune norme sono sopravvissute, gli interessi moratori, la tutela
delle microimprese e la materia dei consumatori: garanzie, clausole abusive e garanzia di
negoziazione a distanza. Tra i contratti tipici troviamo quelli di impresa.
Titoli di credito: nasce per rendere mobile la ricchezza, per renderla assente per esigenze di
sicurezza e semplicità e facilità nella circolazione. Nascono insieme con l’emergere del ceto dei
commercianti, essendo poi estesa ai cittadini nel tempo e nello spazio. Il regime giuridico di un
bene mobile si sostituisce alla circolazione di questa ricchezza assente. La derivatività degli acquisti
viene superata. I titoli di credito rappresentano una scissione tra titolarità e legittimazione. La
letteralità determina il regime dell’eccezione. Fonte del diritto è la dichiarazione cartolare. Ci sono
però delle eccezioni cartolari, che possono distinguersi in personali (relative al rapporto
fondamentale o col possessore, difetto di titolarità, abusivo riempimento di diritto cartolare).
Abbiamo i titoli al portatore: sono titoli a legittimazione reale, che si legittimano in base al
possesso.

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