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CORSO

CONTABILITA’ GENERALE

Relatore Raffaele Colonna


CHE COS’E’
LA CONTABILITA’ GENERALE

La contabilità generale è un sistema di registrazione


delle operazioni di gestione che avvengono tra
l’impresa e i soggetti terzi (es. acquisti, vendite,
pagamenti, investimenti). I fatti aziendali sono rilevati
contabilmente con un metodo di scritture ordinate che
prende il nome di partita doppia.
LA FUNZIONE DELLA CONTABILITÀ GENERALE

La contabilità generale rileva i fatti amministrativi e gestionali


dell’impresa, e per tale ragione è l’elemento centrale del

Sistema Informativo Aziendale.


SCOPO DELLA CONTABILITA’ GENERALE

Lo scopo della contabilità generale è registrare tutte le informazioni necessarie per la


redazione dei prospetti di

Bilancio
Conto Economico
Stato Patrimoniale
Rendiconto Finanziario
Tali documenti permettono di definire:
Patrimonio Netto aziendale che si determina al termine del periodo amministrativo
Risultato d’Esercizio ovvero la differenza tra Ricavi e Costi registrati;
Flusso di Cassa derivante dalla somma algebrica dei flussi finanziari in Entrata e flussi in
Uscita.
Strumenti e documenti tipici
Gli strumenti tipici, anche sotto forma di documenti formali, sono:
Piano dei conti (ingl. chart of accounts).
È la struttura con cui si articolano i conti. Si tratta del "dizionario di riferimento" di tutte le voci trattate in contabilità
generale. Le voci sono organizzate in alberi gerarchici di tre livelli o più. Le denominazioni più comuni di tali livelli sono
"mastro/conto/sottoconto" o "gruppo/conto/sottoconto". "Piano" sta per "modello", "struttura".
Primanota.
Documento base di prima trascrizione dei movimenti, oggi divenuto "quasi" virtuale, tuttavia indispensabile per identificare
e raggruppare le registrazioni elementari. Infatti il numero e la data di primanota, insieme alla voce di conto, sono le chiavi di
identificazione univoca di ogni singola registrazione elementare in dare o avere.
Giornale. (general ledger)
Prospetto che riepiloga le registrazioni in ordine cronologico. Per ogni registrazione elementare (una riga di prima nota)
comprende almeno: data, voce del piano dei conti, descrizione del movimento, importo in dare o avere. È un documento
obbligatorio, ma di scarsa importanza gestionale. Il documento cartaceo è costituito da una serie di fogli numerati e bollati.
Da qui il termine di uso comune di "giornale bollato".
Libri IVA.
Come il giornale, riportano in ordine cronologico tutte le registrazioni che si riferiscono ad un conto/sottoconto IVA. Sono
documenti obbligatori, corredati da un riepilogo a cadenza trimestrale che presenta la situazione creditoria o debitoria
dell'azienda.
Mastro (ingl. account).
Prospetto dei movimenti riguardanti uno specifico conto. È detto anche "scheda contabile". È organizzato con la stessa
struttura del piano dei conti. Per ogni voce riporta tutte le registrazioni relative, in due colonne distinte (dare e avere) con il
saldo finale al momento della sua elaborazione. Per classi particolari di conti (ad esempio clienti e fornitori) si usa anche il
termine "partitario"[6].
Mastrino.
Nel gergo aziendale della contabilità, è il mastro relativo ad un sottoconto. A volte è usato al posto di "mastro". In un piano a
tre livelli allora il mastrino è un elemento intermedio tra mastro e sottoconto (mastro/mastrino/sottoconto).
Bilancio.
Riassume il resoconto economico e patrimoniale dell'azienda. È organizzato in 5 sezioni: Stato Patrimoniale - Attivo, Stato
Patrimoniale - Passivo, Conti d'Ordine, Conto economico, Dati Integrativi.
Chi sono i Soggetti che fanno la Contabilità Generale

A livello

PRIVATO: le IMPRESE

PUBBLICO: Stato, Regioni, Comuni, Enti, Associazioni


Chi fa nascere le IMPRESE

IMPRENDITORE
IMPRENDITORE

• nel diritto italiano


• In Italia viene definito imprenditore (a norma dell'articolo 2082 del Codice Civile -
Libro V, Titolo II, Capo I, Sezione I):

• «chi esercita professionalmente un'attività


economica organizzata al fine della produzione o
dello scambio di beni o di servizi». a pieno rischio
IMPRENDITORE
• Il codice civile parla di "imprenditore" e non di impresa; l'impresa, sostiene la
dottrina, è il frutto dell'attività che dall'imprenditore sortisce: una definizione
mediata, dunque, come accade per il lavoro subordinato, di cui non esiste
definizione giuridica esplicita mentre c'è quella di lavoratore subordinato.
Un'impresa può essere poi svolta in forma societaria, nella quale i soci sono essi
stessi imprenditori (qui inteso nell'accezione di persone fisiche, cioè i titolari).[3]
• Può essere imprenditore sia una persona fisica sia una persona giuridica; anzi nel V
libro si crea quel particolare status di tertium genus: cioè le società di persone, che
non sono enti personificati, ma che sono trattati alla stregua delle persone fisiche.
Ad esempio un'impresa controllata (cioè posseduta) al 100% da un'altra impresa,
l'imprenditore della prima è il soggetto giuridico "società controllante". Oppure,
nel caso delle società pubbliche aziendalizzate l'imprenditore è un ente della PA
(classico caso delle multiservizi)
IMPRENDITORE
• La definizione presente nel codice risente di un forte influsso dell'indirizzo
economico, tra i diversi orientamenti esistenti al momento della redazione del
codice. Infatti Jean-Baptiste Say per primo distinse tra capitalista e imprenditore
definendo il primo come proprietario del capitale e il secondo come colui che,
procurandosi la disponibilità dei fattori produttivi, organizza e dirige la produzione.
Nel nuovo codice del 1942 la figura del commerciante (speculatore professionale)
viene sostituita con quella di imprenditore; quest'ultimo non opera come
speculatore professionale, ma organizzando e dirigendo la produzione diventa
"motore" del sistema economico creando nuova ricchezza. I codificatori del 1942
stabilendo che è imprenditore colui che "esercita un'attività economica
organizzata" al fine di produrre o scambiare beni o servizi hanno ribadito la
centralità e l'importanza, nell'attività imprenditoriale, dell'organizzazione dei
fattori produttivi.
• Le due nozioni (economica e giuridica) però, sebbene in parte coincidenti,
assolvono a due funzioni completamente diverse. La nozione economica di
imprenditore mira ad analizzare il ruolo dell'imprenditore nel sistema economico
ed il risultato a cui tende la sua attività; la nozione giuridica, invece, mira ad
individuare i requisiti necessari affinché un soggetto sia sottoposto alla disciplina
civilistica dell'imprenditore.
IMPRESA

• PERSONE FISICHE
–SNC – SAS – INDIVIDUALI

• PERSONE GIURIDICHE
–SRL - SPA - SAPA
IMPRESA

PERSONA RESPONSABILITA’

FISICA ILLIMITATA

GIURIDICA LIMITATA
PERSONE FISICHE

SNC SAS INDIVIDUALE

Società in Società in
Nome Accomandita Titolare
Collettivo Semplice

Soci
Accomandatari
ed Accomandanti
PERSONE GIURIDICHE

SRL SPA SAPA


Società Società
Società Per
Responsabilità Accomandita
Azioni
Limitata Per Azioni

Capitale sociale Socio


Capitale sociale minimo Accomandatario
minimo € 10.000 ed
€ 50.000 Accomandante
DOCUMENTI NECESSARI PER COSTITUZIONE DI SOCIETA'
dati personali
• - Copia del documento d’identità in corso di validità (fronte-retro) e dei
• codici fiscali dei soci / amministratori / sindaci persone fisiche;
• - Per i cittadini extracomunitari copia del Permesso di soggiorno in corso di validità o ricevuta di presentazione della
Domanda di rinnovo;
• - Se interviene una società:
• - copia del documento d’identità in corso di validità del
rappresentante legale;
• - se vi è Consiglio di Amministrazione: deliberazione del c.d.a. con
conferimento dei poteri per il compimento dell'atto;
dati relativi alla struttura societaria (per società di persone)
• - Ragione sociale, sede e durata prevista;
• - Oggetto sociale;
• - Quote di partecipazione dei soci al capitale;
• - Versamento del 25% dei conferimenti da parte di ogni socio costituente, da effettuarsi a mezzo di
assegno circolare (n.b. se la società è unipersonale è necessario versare il 100% dei conferimenti);
• - Indicazione dei soci amministratori o accomandatari;
• - esibizione di eventuale perizia di stima se vi sono conferimenti in natura;
DOCUMENTI NECESSARI PER COSTITUZIONE DI SOCIETA'

dati relativi alla struttura societaria (per società di capitali)


• - Denominazione sociale, sede e durata prevista;
• - Oggetto sociale;
• - Versamento del 25% dei conferimenti da parte di ogni socio costituente, da effettuarsi a mezzo di
assegno circolare;
• Quote di partecipazione dei soci al capitale e particolari diritti ad essi riservati;
• - Perizia di stima ai sensi dell'art. 2343 c.c. se vi sono conferimenti in natura;
• - Indicazione della forma amministrativa e dell'eventuale Organo di Controllo.
Srl unipersonale: normativa, rischi e responsabilità del socio
unico
L’istituto della Srl unipersonale o con socio unico è stato introdotto nell’ordinamento
giuridico italiano dal Decreto Legislativo numero 88/1993, attuativo della XXII direttiva
del Consiglio CEE numero 89/667.
Successivamente, con la riforma del diritto societario del 2003 tale previsione viene
estesa anche alla Società per Azioni (S.p.A.), con la riformulazione dell’articolo 2328 del
codice civile.
Attenzione: sia nel caso della Srl che in quello della SpA non si tratta di tipologie
societarie nuove; in entrambi i casi, infatti, siamo di fronte alla possibilità che in fase di
costituzione - o in una fase successiva - una società di capitali come la Srl o la SpA possa
risultare composta da un unico socio.
Tale possibilità è ammessa anche per le società a responsabilità limitata semplificata
(Srls), con l’unica differenza che in questo caso il soggetto costituente non può essere
diverso da una persona fisica.
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
La previsione del socio unico nella Srl o nella SpA determina come conseguenza che
qualsiasi soggetto giuridico possa costituire unilateralmente una società appartenente
alle tipologie sopra evidenziate.
Tale evenienza può verificarsi sia in fase di costituzione, con qualche distinguo
particolare come avviene nelle Srls dove il soggetto costituente deve essere una
persona fisica, sia in una fase successiva. In questo senso non vi sono differenze
sostanziali nell’applicazione della relativa disciplina ovvero non sussistono regole
particolari da applicare in un caso piuttosto che nell’altro.
Srl unipersonale: potenziamento dell’istituto e obblighi dell’unico socio
La volontà del legislatore societario del 2003 appare dunque quella di un
potenziamento complessivo della struttura giuridica societaria unipersonale, come
dimostra l’estensione della possibilità del socio unico alla Società per Azioni (S.p.A.).
Ovviamente la possibilità di detenere le quote da parte di un unico socio ha
determinato il sorgere di alcuni obblighi (e relative responsabilità) peculiari ovvero:
occorre fare espressa menzione dell’esistenza di un unico socio negli atti ufficiali e nella
corrispondenza.
Questa regola è contenuta nell’articolo 2250 quinto comma del codice civile dove si
legge che:
“Negli atti e nella corrispondenza delle società per azioni ed a responsabilità limitata
deve essere indicato se queste hanno un unico socio”
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
qualora il socio unico della Srl o SpA unipersonale cambi, gli amministratori o
l’amministratore unico (se persona diversa dal socio unico) devono darne tempestiva
comunicazione al registro delle imprese, in una comunicazione contenente le generalità
del nuovo socio. Allo stesso modo, gli amministratori devono dare pubblicità alla
costituzione o ricostituzione della pluralità dei soci. Si vedano in questo senso gli articoli
2462 e 2470 commi da 4 a 6 del codice civile.
Al socio unico di Srl o SpA unipersonali è garantita la responsabilità limitata al
patrimonio personale, fermo restando eventuali responsabilità derivanti dalla sua
condotta di amministratore della medesima società.
Capitale sociale minimo € 10.000
Al momento della costituzione di una SpA o Srl unipersonale, il capitale in denaro deve
essere interamente versato, non essendo ammesso il richiamo dilazionato dei decimi.
Quest’ultima regola è contenuta nell’articolo 2464 comma 4 del codice civile dove si
legge che:
“Alla sottoscrizione dell’atto costitutivo deve essere versato all’organo amministrativo
nominato nell’atto costitutivo almeno il venticinque per cento dei conferimenti in danaro
e l’intero soprapprezzo o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero
ammontare.”
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
nel caso in cui una Srl o una SpA con pluralità dei soci divengano unipersonali in un momento
successivo alla costituzione, l’unico socio rimasto deve completare il versamento degli eventuali
decimi rimasti entro il termine di 90 giorni (si vedano a questo proposito i commi 3 e 6 dell’articolo
2464 del codice civile.
gli eventuali contratti tra società e socio unico,nonché le operazioni a favore dell’unico socio
devono essere trascritti nel libro delle decisioni degli amministratori oppure risultare da atto
scritto. In mancanza, tali contratti e tali operazioni non saranno opponibili ai creditori (si veda a
questo proposito l’articolo 2478 ultimo comma del codice civile).
Srl unipersonale: imposizione fiscale
La Srl unipersonale o a socio unico, così come avviene per le altre società di capitali, è soggetta a
due imposte di carattere statale:
l’imposta sul reddito delle società (IRES) con aliquota pari al 24% a decorrere dal periodo d’imposta
2017;
l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) che colpisce il valore della produzione netta, una
grandezza economico-aziendale particolare che, volendo generalizzare, si può ricondurre alla
differenza tra valore e costi della produzione rettificata secondo le regole fiscali.
A seconda del tipo di attività svolta, ed ove ve ne siano i presupposti, la Srl unipersonale deve
applicare l’IVA sulle operazioni effettuate.
Srl unipersonale: doppia contribuzione INPS per il socio amministratore
Dal punto di vista previdenziale un tema fortemente dibattuto è quello degli obblighi INPS per il
socio amministratore che presta la propria opera in azienda.
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
In questo caso non vi sono dubbi, il socio amministratore dovrà versare i contributi INPS
in due diverse “vesti”:
in qualità di socio lavoratore dovrà versare i contributi fissi INPS a titolo personale pari
a circa 3.600,00 euro l’anno (in quattro rate trimestrali) più l’eventuale eccedenza sul
minimale;
in qualità di amministratore dovrà versare i contributi INPS applicando l’aliquota
prevista dalla legge al compenso risultante dal proprio cedolino paga.
L’aspetto previdenziale è comunque molto complesso e spesso si leggono soluzioni
davvero paradossali (per non dire spesso illegali). Proprio per questo motivo il consiglio
che diamo ai lettori è quello di rivolgersi ad un professionista iscritto all’albo dei dottori
commercialisti e degli esperti contabili, in modo da individuare la soluzione più corretta
e conveniente data la propria situazione personale ed aziendale.
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
Società a responsabilità limitata unipersonale, definizione, funzionamento, regole, responsabilità
dell’amministratore e del socio unico per i debiti.
La società a responsabilità limitata (SRL) è la prima società di capitali in cui, pur con il mantenimento del
beneficio della responsabilità limitata per le obbligazioni sociali, è stata prevista la possibilità di una sua
costituzione mediante atto unilaterale da parte di un singolo socio [1]. In concreto, unico socio è chi dispone di
tutta la partecipazione della società in ragione della proprietà sulla quota o di un diritto di pegno o di usufrutto
della stessa.
Si è in presenza di un unico socio della SRL anche se una parte del capitale risulta essere fittiziamente intestata
ad altri [1]. In proposito, la giurisprudenza ha precisato che la situazione di unipersonalità non si identifica con la
sola intestazione delle quote ad un singolo socio, ma abbraccia qualsiasi forma di partecipazione diretta o
indiretta che consenta di affermare che l’intero capitale sociale, indipendentemente dall’appartenenza formale,
faccia capo ad un unico centro di interessi [2].
In tal caso è ammesso provare, anche mediante presunzioni, l’intento fraudolento dell’intestazione a terzi [3].
Le regole principali che disciplinano la Srl unipersonale sono le seguenti:
Menzione del socio unico della SRL
Negli atti e nella corrispondenza della società deve essere fatta espressa menzione dell’esistenza di un socio
unico.

Gli amministratori devono depositare nel Registro delle Imprese una dichiarazione contenente le generalità
dell’unico socio, ed eventualmente quelle relative alla variazione dello stesso. Gli amministratori devono dare
altresì pubblicità alla eventuale costituzione o ricostituzione della pluralità dei soci entro trenta giorni dalla
variazione della compagine sociale.
Soggettività della Srl o Spa unipersonale
Conferimento alla costituzione della Srl unipersonale
All’atto della costituzione della società, il conferimento in danaro deve essere interamente versato e non è
ammesso il richiamo dilazionato della percentuale residua. Nel caso, poi, di una unicità sopravvenuta, l’unico
socio deve completare entro novanta giorni il versamento della rimanente percentuale di conferimento. La
giurisprudenza ha affermato che il versamento dell’intero capitale è richiesto, al pari del versamento del
venticinque per cento dei conferimenti in danaro nelle società pluripersonali, come condizione per la costituzione
della società e che la mancanza ha come conseguenza la nullità e non semplicemente l’illimitata responsabilità
personale del socio unico [4].
Contratti tra Srl unipersonale e il socio unico
I contratti tra la società e l’unico socio, nonché le operazioni a favore dell’unico socio, per essere opponibili ai
creditori devono essere trascritti nel libro delle decisioni degli amministratori, oppure risultare da atto scritto.
Responsabilità per i debiti della Srl unipersonale
Delle obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo patrimonio ed i creditori sociali non possono avanzare
pretese sul patrimonio personale dell’unico socio.
In caso di insolvenza della società, c’è responsabilità illimitata da parte dell’unico socio solo se ricorrono i
seguenti presupposti
– mancato versamento dell’intero ammontare dei conferimenti in denaro all’atto della costituzione, ovvero in
caso di unicità sopravvenuta per la mancata effettuazione dei versamenti ancora dovuti dal socio (ormai unico)
entro il termine di 90 giorni;
– mancata attuazione della pubblicità relativa all’unicità del socio, sia esso persona fisica o giuridica, mediante
iscrizione nel registro delle imprese.
Se la società è insolvente, in presenza anche di una sola delle ipotesi indicate l’unico socio dovrà rispondere
illimitatamente per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui l’intera partecipazione sociale risulta essergli
appartenuta. Viceversa, il rispetto delle prescrizioni in materia di conferimenti e di pubblicità consente all’unico
socio di godere del beneficio della responsabilità limitata.
La S.p.A. si costituisce con capitale minimo di 50.000 €

Il c.d. decreto competitività (D.l. 91/2014), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.


144 del 24.06.2014, ed entrato in vigore il 25 giugno 2014, oltre a stabilire
diverse agevolazioni per le imprese, introduce importanti modifiche al codice
civile sulle disposizioni societarie.
Degne di nota sono la riduzione della soglia minima di capitale per la
costituzione di una S.p.A, che passa da

120.000 e a 50.000 €

e l'eliminazione dell'obbligo di nomina del Collegio sindacale/revisore nelle


s.r.l. con capitale sociale non inferiore a quello minimo stabilito per le SPA.
La S.p.A. si costituisce con capitale minimo di 50.000 €

Dalla lettura della relazione illustrativa al decreto si capisce che il legislatore con questo intervento
ha voluto attenuare il fenomeno per cui in fase di avviamento le imprese, proprio per
l'ammontare minimo di capitale richiesto dalla legge, preferiscono la s.r.l. alla S.p.A., la quale è
diventata ormai il modello di riferimento per accedere al mercato di capitale e di rischio.

Sempre nella relazione illustrativa si fa presente, inoltre, che in base alle direttive europea
(77/91/CE) e 2012/30/UE l'importo minimo per la costituzione è di 25 mila euro, e che le
legislazioni dei principali Stati membri dell’UE (Regno Unito, Germania e Francia) prevedono un
capitale minimo inferiore a quello stabilito in Italia.
Organo di controllo nella s.r.l. slegato dal capitale sociale

Per motivi sistematici e in un'ottica di semplificazione e di riduzione dei costi per le piccole e medie
imprese, con il decreto competitività (art. 20 comma 8 del D.l. 91/2014) è stata abrogata la norma
di legge (art. 2477 secondo comma del C.c.) che imponeva la nomina del revisore o dell’organo di
controllo nelle SRL con capitale sociale non inferiore a quello minimo stabilito per le SPA (ex
120.000 €).
Scompare così ogni correlazione tra capitale sociale di una S.r.l. e obbligo di attivazione delle
funzioni di controllo.
Questa modifica si riflette anche sull'obbligo di nomina dell'organo di controllo delle cooperative,
visto il richiamo all'art. 2477 del c.c. contenuto nell'art. 2543 del c.c.
Resta fermo che l'obbligo dell'organo di controllo per la s.r.l. resta solo se si tratta di:
una srl obbligata alla redazione del bilancio consolidato;
una srl che controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti;
una srl che per due esercizi consecutivi abbia superato due delle seguenti soglie dimensionali:

almeno 4.400.000 € di attivo dello stato patrimoniale;


almeno 8.800.000 € di ricavi delle vendite e delle prestazioni;
almeno 50 dipendenti occupati in media durante l'esercizio.
TENUTA CONTABILITA’
• DIVISA IN 2 TIPI

• CONTABILITA’ ORDINARIA

• CONTABILITA’ SEMPLIFICATA - IVA


CONTABILITA’ SEMPLIFICATA
• OPZIONE CON I SEGUENTI LIMITI DI
FATTURATO

SERVIZI -
400.000
COMMERCIALI

PRODUZIONE 700.000
CONTABILITA’ ORDINARIA o GENERALE

• OBBLIGO PER TUTTE LE IMPRESE


PERSONE GIURIDICHE - CAPITALE

• OPZIONE PER LE IMPRESE


PERSONE FISICHE
• SE SUPERANO I FATTURATI INDICATI NELLA SCHEDA
PRECEDENTE OBBLIGO ALLA TENUTA DELLE CONTABILITA’
ORDINARIA
• DA TENERE COME DA SCHEDE SOTTO RIPORTATE
TENUTA CONTABILITA’
• DIVISA IN 2 TIPI

• CONTABILITA’ ORDINARIA

• CONTABILITA’ SEMPLIFICATA - IVA


Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità

• Requisiti regime forfettario 2019, limiti e


tabella coefficienti di redditività per i titolari
di partita IVA. Ecco le novità e le regole per
l'accesso al regime di tassazione agevolato
con flat tax del 15% e del 5%.
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Il regime forfettario 2019 è stato oggetto di importanti novità, con una modifica profonda sui
requisiti per l’accesso alla flat tax del 15% e del 5% per i titolari di partita IVA.
• Sebbene siano rimasti immutati i coefficienti di redditività, suddivisi in base al codice ATECO
attribuito all’attività esercitata, a partire dal 1° gennaio 2019 il limite di ricavi o fatturato per
l’accesso al regime forfettario è stato fissato a 65.000 euro per tutti.
• Nelle righe che seguono vedremo nel dettaglio cosa cambia e chi può accedere al regime di
tassazione sostitutivo Irpef per le partite IVA, tenuto conto dell’eliminazione dei vecchi limiti
e dell’introduzione di nuovi vincoli e cause d’esclusione per l’accesso al forfettario (analizzate
in maniera puntuale dall’Agenzia delle Entrate).
• Le novità per le partite IVA partiranno dal 2019 con le nuove regole per l’accesso al regime
forfettario, ma arriveranno a compimento dal 2020, quando il regime forfettario sarà esteso
fino a 100.000 euro.
• L’imposta sostitutiva dovuta sarà pari al 20% per lo scaglione di reddito compreso tra 65.001
e 100.000 euro ma in tal caso non è previsto l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica
stabilito per legge già ad oggi per tutti i contribuenti titolari di partita IVA in regime
forfettario.
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Per evitare che la flat tax porti all’aumento del fenomeno delle false partite IVA sono tuttavia
stati stabiliti specifici divieti, tra cui quello di percepire compensi da datori di lavoro
dipendente o assimilati nei due anni precedenti
• Regime forfettario 2019: guida completa
• Regime forfettario 2019: requisiti partita IVA, regole e novità
• Regime forfettario 2019 partite IVA: i coefficienti di redditività
• Nuovo Regime forfettario 2019: chi non può accedere alla flat tax partite IVA 15%
• Regime forfettario 2019 e divieto di compensi dall’ex datore di lavoro
• Regime forfettario 5% startup: ecco requisiti e quando si applica per le nuove attività
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Vediamo di seguito come funziona il nuovo regime forfettario per i titolari di partita IVA con flat tax al
15%, analizzando cosa cambia e quali le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019.
• Regime forfettario 2019: requisiti partita IVA, regole e novità
• A spiegare come funziona il nuovo regime forfettario 2019 è la Legge di Bilancio, che ha modificato
quanto previsto dalla legge n. 190 del 23 dicembre 2014, ai commi da 54 a 89 dell’articolo 1.
• Una delle principali regole in vigore a partire dal 1° gennaio 2019 consiste nei nuovi limiti di ricavi o
compensi per accedere al regime forfettario per le partite IVA: è previsto un limite unico, pari a 65.000
euro calcolato sull’anno d’imposta precedente.
• Per la verifica del limite di ricavi per l’accesso al nuovo regime forfettario, la Legge di Bilancio 2019
prevede che non rileveranno gli ulteriori componenti positivi indicati nelle dichiarazioni fiscali (ai fini
dell’applicazione del regime premiale previsto dagli ISA).
• Inoltre, nel caso di esercizio contemporaneo di più attività contraddistinte da diversi codici ATECO, il
calcolo del limite di 65.000 euro dovrà essere effettuato in base alla somma dei ricavi e dei compensi
relativi alle diverse attività esercitate.
• Tra i requisiti per l’accesso al regime forfettario dal 2019 viene eliminato:
• il limite di 5.000 euro relativo alle spese per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati a
collaboratori, anche assunti per esecuzione di progetti;
• il limite di 30.000 euro relativo al reddito da lavoro dipendente percepito;
• il limite di 20.000 euro relativo al costo per beni strumentali.

Analizziamo punto per punto regole e novità previste nel 2019.
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità

• Regime forfettario 2019 partite IVA: i coefficienti di


redditività
• Con la Legge di Bilancio 2019 sono stati confermati i
coefficienti di redditività per il calcolo dell’imposta sostitutiva
del 15% per le partite IVA che rientreranno nel nuovo
forfettario.
• I coefficienti previsti dalla Legge di Bilancio 2019 suddivisi in
base al codice ATECO sono quelli riportati nella seguente
tabella:
Coefficiente di
Progressivo Gruppo di settore Codici attività ATECO Redditività

Industrie alimentari e delle


1 (10 – 11) 40%
bevande

Commercio all’ingrosso e al
2
dettaglio
45 - (da 46.2 a 46.9) - (da 47.1 a 47.7) - 47.9 40%

Commercio ambulante di
3 prodotti alimentari e bevande 47.81 40%

Commercio ambulante di altri


4
prodotti
47.82 - 47.89 54%

5 Costruzioni e attività immobiliari (41 - 42 - 43) - (68) 86%

6 Intermediari del commercio 46.1 62%

Attività dei servizi di alloggio e


7
di ristorazione
(55 - 56) 40%

Attività Professionali,
Scientifiche, Tecniche, (64 - 65 - 66) - (69 - 70 -71 - 72 - 73 - 74 - 75) -(85) - (86 -
8 Sanitarie, di Istruzione, Servizi 78%
87 - 88)
Finanziari ed Assicurativi

(01 -02 - 03) - (05-06-07-08- 09)- (12 - 13 - 14- 15 - 16 - 17


- 18 -19 - 20- 21 - 22 - 23 - 24- 25 - 26- 27 - 28 - 29 - 30- 31
9 Altre attività economiche - 32 - 33) - (35) - (36 - 37 - 38 - 39) - (49 - 50 - 51 - 52 - 53) 67%
- (58 - 59- 60-61 -62 - 63) - (77 - 78 - 79 - 80- 81 - 82) -(84)
- (90 -91 -92 - 93) - (94 - 95- 96) - (97 - 98) - (99)
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Nuovo Regime forfettario 2019: chi non può accedere alla flat tax partite IVA 15%
• Tra le nuove regole per l’accesso al regime forfettario a partire dal 1° gennaio 2019, la Legge di Bilancio
modifica alcuni dei casi di esclusione previsti dal comma 57 della Legge di Stabilità 2015.
• Nel corso dell’esame al Senato è stato precisato che sono esclusi dal regime forfettario 2019:
• i titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano,
contemporaneamente all’esercizio dell’attività, a società di persone, ad associazioni o a imprese familiari
(causa ostativa presente anche in precedenza);
• titolari di partita IVA che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o
associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente
riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni (nuova causa ostativa).
• Per quel che riguarda le attività riconducibili, è possibile fare l’esempio dell’ingegnere che ha quote in una
Srl che svolge attività di ristorazione. In tal caso potrà accedere al regime forfettario con la sua partita IVA
avente codice Ateco appartenente all’area professionale di riferimento.
• Un punto importante da chiarire è che per l’effettiva riconducibilità dell’attività esercitata non basta far
riferimento al codice Ateco ma, come chiarito dal MEF, sarà necessario considerare l’effettiva correlazione
tra le due attività.
• Per quel che riguarda invece il concetto di controllo diretto o indiretto ci si riferisce invece a quanto
previsto dall’articolo 2359 del codice civile
• L’Agenzia delle Entrate ha fornito diversi chiarimenti specifici sui requisiti per il regime forfettario 2019 con
le risposte agli interpelli. Per consultarle si rimanda alla sezione dedicata.
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Regime forfettario 2019 e divieto di compensi dall’ex datore di lavoro
• Tra le novità, inoltre, la Legge di Bilancio 2019 prevede il divieto di accesso al regime forfettario per i
titolari di partita IVA che percepiscono compensi da soggetti dai quali hanno percepito redditi da lavoro
dipendente nei due anni precedenti o da soggetti agli stessi direttamente o indirettamente riconducibili.
• Tale vincolo vale solo per i rapporti di tipo subordinato? La nuova disposizione normativa prevista dalla
Legge di Bilancio non specifica che si tratti esclusivamente di questi, anche se è in questa direzione che si
spinge l’orientamento di molti esperti in materia. Si attendono gli opportuni chiarimenti, anche perché
qualora si trattasse di rapporti generici di lavoro, il forfettario diventerebbe un regime davvero esclusivo e
per pochi.
• In ogni caso, il vincolo dei precedenti rapporti di lavoro sostituisce l’attuale limite di 30.000 euro previsto
per coloro che hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati.
• L’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno delle false partite IVA che mascherano in realtà rapporti di
lavoro dipendente.
• Attenzione però: la Legge di Bilancio parla di causa ostativa nel caso in cui il fatturato nei confronti del
datore di lavoro sia prevalente rispetto al totale.
• Di conseguenza, ciò significa che possono accedere al forfettario anche coloro che fatturano fino a metà
del volume complessivo del loro giro d’affari nei confronti del precedente datore di lavoro.
• La collaborazione con l’ex datore di lavoro è tuttavia possibile quando sono stati percepiti redditi assimilati
a lavoro dipendente che rientrano in specifiche categorie, come le borse di studio o premi. A stabilirlo è
l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’interpello numero 184 del 2019.

Si segnala inoltre come nel corso dell’iter di conversione in legge del Decreto Semplificazioni, è stato
approvato un emendamento che esclude tale causa ostativa per i professionisti ex praticanti.
Regime forfettario 2019:
requisiti partita IVA, regole e novità
• Regime forfettario 5% startup: ecco requisiti e quando si applica per le nuove attività
• Per i soggetti che avviano una nuova attività l’applicazione del regime forfettario è ancora
più conveniente: per i primi 5 anni di attività l’imposta dovuta è pari al 5%.
• I presupposti e i requisiti da analizzare per capire quando si applica la flat tax del 5% sono i
seguenti:
• il contribuente non deve aver esercitato, nei tre anni che precedono l’avvio dell’attività,
un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
• la start up non deve essere una prosecuzione di un’attività già svolta in precedenza nella
forma di lavoro dipendente o autonomo, fatta esclusione dei casi in cui si tratti di periodi di
pratica obbligatoria per l’accesso ad arti o professioni;
• se si prosegue l’attività svolta da un altro soggetto, i ricavi o compensi realizzati nel periodo
d’imposta precedente non devono superare il limite per l’accesso al regime forfettario (che si
ricorda, è pari a 65.000 euro a partire dal 1° gennaio 2019).
Esempio Calcolo
Regime Forfettario

• Con questa semplice applicazione è possibile simulare


il calcolo dell' imposta da versare in base al nuovo
regime forfettario, detto anche regime forfettario
agevolato, previsto dalla Legge di Stabilità 2015 (L. 23
dicembre 2014, n. 190, art. 1 commi da 54 a 89) con le
modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità 2016
(L.208/2015) e dalla recente Legge di Bilancio 2019 (L.
145/2018).
• Per completezza di informazione, l'applicazione calcola
anche l'incidenza percentuale dell'imposta sui ricavi
lordi e al netto dei contributi.
Esempio Calcolo
Regime Forfettario

• Settore:
• Industrie alimentari e delle bevande
• Limite di reddito: € 65.000,
• coefficiente di redditività: 40%
• Imponibile calcolato
al 40% (comma 64): € 26.000,00
• Imponibile al netto dei contributi
(comma 64): (es: € 3.500 Inps annuo) € 22.500,00
• Imposta sostitutiva al 15%
• su € 22.500,00 = € 3.375,00
(comma 64):
• NOTA: l'imposta sostitutiva incide del 5,19% sui ricavi lordi ( € 65.000,00 )
e del 5,49% sui ricavi al netto dei contributi previdenziali ( € 61.500,00 ).
Esempio Calcolo
Regime Forfettario
• Settori di attività e Codici ATECO corrispondenti
• Per agevolare l'individuazione del settore di attività riportiamo di seguito l'elenco dei relativi
codici ATECO 2007:

• Settore di attività Codici ATECO


• Industrie alimentari e delle bevande 10, 11
• Commercio all’ingrosso e al dettaglio 45, 46.2, 46.3, 46.4, 46.5, 46.6, 46.7, 46.8, 46.9, 47.1,
47.2, 47.3, 47.4, 47.5, 47.6, 47.7, 47.9
• Commercio ambulante di alimentari
e bevande 47.81
• ambulante di altri prodotti 47.82, 47.89
• Costruzioni e attività immobiliari 41, 42, 43, 68
• Intermediari del commercio 46.1
• Attività dei servizi di alloggio
e ristorazione 55, 56
• Attività professionali 64, 65, 66, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 85, 86, 87, 88
• Altre attività economiche 01, 02, 03, 05, 06, 07, 08, 09, 12, 13, 14, 15, 16, 17,
18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32,
33, 35, 36, 37, 38, 39, 49, 50, 51, 52, 53, 58, 59, 60, 61,
62, 63, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 84, 90, 91, 92, 93, 94, 95,
96, 97, 98, 99
Esempio Calcolo
Regime Forfettario
• Istruzioni per la compilazione dei Campi
• Settore di attività
Seleziona il settore che contraddistingue l'attività esercitata. In caso di dubbio consulta la tabella con le
corrispondenze tra settore e codici ATECO.
Il settore di attività è utilizzato per individuare il coefficiente di redditività con il quale calcolare il reddito
imponibile a partire dai ricavi.
NOTA: nelle attività professionali rientrano anche quelle svolte in ambito scientifico, tecnico, sanitario e formativo,
nonché i servizi finanziari ed assicurativi.
• Ricavi lordi
Inserisci nel campo l'ammontare complessivo dei ricavi o dei compensi lordi percepiti nell'anno. Non è più
ammessa la deducibilità di costi di esercizio, ad eccezione dei contributi previdenziali obbligatori che vanno inseriti
nell'apposito campo.
• Contributi previdenziali
Inserisci i contributi previdenziali obbligatori versati nell'anno.
Il comma 64 stabilisce che tali contributi possono essere sottratti dal reddito imponibile determinato in base al
settore di attività. In caso di impresa familiare vanno considerati anche gli eventuali contributi corrisposti per
conto dei collaboratori.
• Nuova attività
Inserisci la spunta nel campo se si tratta di una nuova attività. In questo caso, il comma 65 prevede per i primi
cinque anni un' aliquota ridotta pari al 5%.
L'attività può essere considerata "nuova" se sono rispettate le seguenti condizioni:
• nei 3 anni precedenti il contribuente non ha esercitato attività artistica, professionale o d'impresa anche in forma
associata o familiare.
• l'attività non costituisce prosecuzione di attività svolta in precedenza, tranne nel caso di pratica obbligatoria per
l'esercizio di arti o professioni.
• l'attività era condotta in precedenza da altro soggetto che nell'anno di imposta precedente ha ottenuto ricavi
entro le soglie stabilite per usufruire del regime forfettario.
• NOTA: fino al 2019 compreso possono beneficiare dell'aliquota ridotta del 5% anche coloro che hanno iniziato una
nuova attività e aderito al regime semplificato con la normativa del 2015. Lo stabilisce il comma 113 della legge di
stabilità 2016.

• Il nuovo regime Forfettario
• Requisiti
• Possono usufruire del nuovo regime "forfettario", talvolta detto anche "regime dei minimi", i contribuenti persone
fisiche (quindi non società) che esercitano attività d'impresa, se nell' anno precedente hanno conseguito ricavi o
ricevuto compensi non superiori a € 65.000, a prescindere dalla categoria ATECO di appartenenza.

• Determinazione dell'imponibile
• Riportiamo di seguito i valori soglia dei ricavi e dei compensi lordi annuali che consentono di avvalersi del nuovo
regime forfettario, con i relativi coefficienti di redditività per determinare l'imponibile in base agli ultimi
aggiornamenti della legge di bilancio 2019:

• Settore di Attività Valore Soglia Ricavi Coeff. di Redditività


• Industrie alimentari e delle bevande € 65.000 40%
• Commercio all’ingrosso e al dettaglio € 65.000 40%
• Commercio ambulante di alimentari e bevande € 65.000 40%
• Commercio ambulante di altri prodotti € 65.000 54%
• Costruzioni e attività immobiliari € 65.000 86%
• Intermediari del commercio € 65.000 62%
• Attività dei servizi di alloggio e ristorazione € 65.000 40%
• Attività professionali € 65.000 78%
• Altre attività economiche € 65.000 67%

• NOTE: per l'individuazione del valore soglia il comma 55 prevede che:


1)non si deve tener conto dei c.d. "componenti positivi" aggiunti dal contribuente alla dichiarazione al fine di
migliorare il proprio profilo di affidabilità (come previsto dall'art. 9-bis del D.L. 50/2017).
2)in caso di esercizio contemporaneo di attività con diversi codici ATECO, si considera la somma dei ricavi delle
singole attività.
Esempio Calcolo
Regime Forfettario

• Soggetti Esclusi
• Il comma 57 stabilisce quali sono i contribuenti che, a prescindere dai requisiti di carattere economico,
sono esclusi dal nuovo regime forfettario:

• a) soggetti che si avvalgono di regimi speciali Iva;


• b) soggetti che si avvalgono di altri regimi forfettari di determinazione del reddito;
• c) soggetti non residenti ad eccezione di quelli residenti in uno degli Stati membri dell'Unione europea,
oltre a Norvegia e Islanda, purché producano almeno il 75% dei redditi in Italia;
• d) soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato e di
terreni edificabili;
• e) soggetti che partecipano anche a società di persone o associazioni oppure a società a responsabilità
limitata trasparenti.
• Le cause di esclusione vanno accertate al momento di applicazione del regime e non nell'anno precedente.
Esempio Calcolo
Regime Forfettario
• Calcolo del Reddito Imponibile
• Il calcolo del reddito imponibile nel nuovo regime dei minimi è disciplinato dal comma 64 della legge 190/2014.
Tale comma prevede che il reddito imponibile sia determinato non più come differenza tra ricavi e costi, ma sulla
base di una percentuale prestabilita (coefficiente di redditività), legata all'attività svolta (v. tabella).
Il comma 64 stabilisce inoltre che i contributi previdenziali, versati in base a precise disposizioni di legge, si
possono dedurre dal reddito calcolato come sopra.
Tra i contributi deducibili rientrano anche quelli corrisposti per i collaboratori dell'impresa familiare fiscalmente a
carico, e quelli versati per i collaboratori non a carico, sempreché in quest'ultimo caso il titolare non abbia
esercitato il diritto di rivalsa sui collaboratori stessi.
Il comma 65 stabilisce che, in caso di nuova attività, per il primo anno e i quattro anni successivi, l'aliquota
applicata sia pari al 5 %.
Il reddito determinato secondo il comma 64 è valido anche ai fini del riconoscimento delle detrazioni per i carichi
di famiglia.

Imposta Sostitutiva
• Sul reddito imponibile si applica un'imposta sostitutiva fissa pari al 15% oppure al 5% in caso di nuova attività.
Tale imposta sostituisce IRPEF, IRAP e le addizionali regionali e comunali.

Obblighi ed Esenzioni
• L'ingresso nel nuovo regime forfettario comporta una serie di facilitazioni per quanto concerne gli adempimenti
fiscali e contabili:
• nessun obbligo di registrazione delle fatture emesse, degli acquisti e dei corrispettivi;
• nessun obbligo di tenuta e conservazione dei documenti e dei registri ad eccezione delle fatture di acquisto e delle
bollette doganali nonché dei corrispettivi, che devono invece essere certificati e conservati;
• nessun addebito dell'IVA sulle fatture emesse e, di conseguenza, niente detraibilità dell'IVA sulle fatture passive;
• nessun obbligo della dichiarazione annuale IVA e della relativa comunicazione;
• il contribuente non applica la ritenuta d'acconto sui compensi e non agisce come sostituto di imposta;
• il contribuente è escluso automaticamente dall'applicazione degli studi di settore e dei parametri;
Esempio Calcolo
Regime Forfettario
Regime contributivo agevolato
• I commi dal n. 76 al n. 84 introducono alcune semplificazioni per quanto riguarda i versamenti
previdenziali.
In particolare non sussiste più il livello minimo previdenziale, previsto dall'art. 1, comma 3, della Legge
233/1990, ma il contributo può essere determinato sulla base del reddito effettivamente prodotto.
Inoltre, il titolare può indicare la quota di reddito di spettanza ai singoli collaboratori fino ad un massimo
del 49%. Per tali soggetti, il reddito imponibile su cui calcolare la contribuzione INPS è in base a quanto
previsto dall'articolo 3 bis del D.L.384/1992.
I versamenti dei contributi (acconto e saldo) continuano ad essere effettuati entro gli stessi termini previsti
per il versamento delle somme dovute in base alla dichiarazione dei redditi.
Per usufruire del regime previdenziale agevolato, i contribuenti devono inviare apposita comunicazione
INPS per via telematica entro il 28 febbraio di ciascun anno.
Permanenza nei Regimi Precedenti
• Il comma 85 della legge di stabilità 2015 abroga definitivamente tutti i regimi agevolati precedenti che
sono:
- Il "regime fiscale agevolato" per le nuove iniziative imprenditoriali (L. 388/200, Art. 13),
- Il "regime dei minimi contributivi" (L. 244/2007, commi 96 - 117),
- Il "regime di vantaggio" per l'imprenditoria giovanile (D.L. n. 98/2011, Art. 27).
Sono previste tuttavia alcune clausole di salvaguardia (commi 86, 87 e 88) che consentono ai contribuenti
che già si avvalgono dei suddetti regimi di continuare ad usufruirne fino alla naturale scadenza, ferma
restando la sussistenza dei requisiti per la permanenza
DIVISIONE SEZIONE

STATO PATRIMONIALE

CONTO ECONOMICO
METODO PARTITA DOPPIA
IN OGNI SEZIONE VANNO RILEVATI I CONTI DELLO

STATO PATRIMONIALE
E DEL

CONTO ECONOMICO
METODO PARTITA DOPPIA
STATO PATRIMONIALE
DARE AVERE
+ ATTIVITA’ + PASSIVITA’
+ CREDITI + DEBITI
- PASSIVITA’ - ATTIVITA’
- DEBITI - CREDITI
ENTRATE USCITE
METODO PARTITA DOPPIA
CONTO ECONOMICO
DARE AVERE
COSTI RICAVI

VARIAZIONI RICAVI VARIAZIONI COSTI


(NOTE CREDITI IN CONTI (NOTE CREDITI IN CONTI
SEPARATI DAI RICAVI) SEPARATI DAI COSTI)
Esempio Metodo Partita Doppia
DARE AVERE

CREDITI RICAVI

COSTI DEBITI
ESEMPIO METODO PD

DARE AVERE

ENTRATE CREDITI

DEBITI USCITE
RIEPILOGO

STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO

DARE AVERE DARE AVERE


IMMOBILIZZAZIONI CAPITALE SOCIALE COSTI RICAVI
IMMATERIALI RISERVE
MATERIALI FINANZIARI UTILE ESERCIZIO
MAGAZZINO TFR
CREDITI FINANZIAMENTI
CLIENTI DEBITI VARI
ENTRATE FORNITORI
RIDUZIONE DEBITI RIDUZIONE CREDITI
USCITE
STATO PATIMONIALE
DIVISO in

ATTIVITA’ PASSIVITA’
DARE AVERE
CAPITALE FISSO • PATRIMONIO NETTO
•IMMOBILIZZAZIONI (costi di capitale)
(costi di reddito) 1. CAPITALE SOCIALE
1.IMMATERIALI 2. RISERVE
2.MATERIALI 3. UTILE / PERDITA
ESERCIZIO
3.FINANZIARI
Sono Costi pluriennali
LO
STATO PATIMONIALE
DIVISO in

ATTIVITA’ PASSIVITA’
DARE AVERE
DEBITI A MEDIO LUNGO TERMINE
•FINANZIAMENTI CON TERZI
1.FONDI AMMORTAMENTI
ED ACCANTONAMENTI
2. MUTUI
3. PRESTITI VARI
4.FONDO INDENNITA’
LIQUIDAZIONE - TFR
LO
STATO PATIMONIALE
DIVISO in

ATTIVITA’ PASSIVITA’
DARE AVERE
CAPITALE CIRCOLANTE DEBITI A BREVE TERMINE
1. RIMANENZE MAGAZZINO 1. FORNITORI
2. CREDITI 2. BANCHE
DISPONIBILITA’ LIQUIDE 3. DEBITI VARI
1.CASSA
CONTO ECONOMICO
DIVISO in

DARE AVERE

COSTI RICAVI

UTILE ESERCIZIO PERDITA ESERCIZIO


FORMA FINANZIARIA

• FORMATO DA

DARE AVERE

ENTRATE USCITE

MENO DEBITI MENO CREDITI


ESEMPI DI RILEVAZIONI CONTABILI

DESCRIZIONE DELL’OPERAZIONE
APPORTO DEL CAPITALE SOCIALE

DARE AVERE
4/1/09 CREDITI V/SOCI 10.000,00 CAPITALE SOCIALE 10.000,00
ESEMPI DI RILEVAZIONI CONTABILI

DESCRIZIONE DELL’OPERAZIONE
VERSAMENTO DA PARTE DEI SOCI DEL CAPITALE SOCIALE

DARE AVERE
4/1/09 BANCA 10.000,00 CREDITI V/SOCI 10.000,00
PIANO dei CONTI

STATO PATRIMONIALE
1 ATTIVITA’ 2 PASSIVITA’
1.1 IMMOBILIZZAZIONE 2.1 CAPITALE NETTO
1.1.1 IMMATERIALI 2.1.1 CAPITALE SOCIALE
1.1.1.1 FORMAZIONE 2.1.2 RISERVE LEGALI
PUBBLICITA’ RISERVE STRAORD
SOFTWARE UTILE/PERDITA ESERC PRECED
RICERCA INNOVAZIONE UTILE / PERDITA ESERC IN CORSO
1.1.2 IMM MATERIALI 2.2 FINANZ TERZI
1.1.2.1 FABBRICATO - TERRENI TFR
1.1.2.2 MACCHINARI FINANZ BANCARIO
MUTUO
STATO PATRIMONIALE
1.2MAGAZZINO 2.3 DEBITI
MATERIE PRIME 2.3.1 FORNITORI TIZIO SPA
SEMILAVORAT CAIO SRL
PRODOTTI FINITI BIANCHI SNC
MERCI 2.3.2 BANCHE
1-3 CREDITI 2.3.2.1 UNICREDITO
1.3.1 CLIENTE ROSSI SPA 2.3.2.2 SAN PAOLO
BIANCHI SNC DI 2.3.3 INPS
VERDI MASSIMO INAIL
ANTICIPO DIPEND IRPEF DIP
CREDITI DIVERSI RIT ACC
IVA CREDITO IVA DEBITO
CASSA RETRIB NETTE
CONTO ECONOMICO
DARE AVERE
COSTI RICAVI
ACQUISTI VENDITE
COSTI INDUSTRIALI TECNICI
SALARI E STIPENDI
CONTRIBUTI C/DITTA
AMMORTAMENTI
COSTI AUTOMEZZI
ASSICURAZIONI
SPESE GENERALI
SPESE COMMERCIALI
ONERI FINANZIARI
AMMORTAMENTI
IMPOST E TASSE
CONTO ECONOMICO
DARE AVERE
COSTI RICAVI
UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE VENDITE
IMPOSTE SUL UTILE
PROFITTO PERDITE
ESEMPI RILEVAZIONI CONTABILI
DATA CODICE DESCRIZIONE CONTO DARE AVERE
ESEMPI RILEVAZIONI CONTABILI
DATA CODICE DESCRIZIONE CONTO DARE AVERE
ESEMPI RILEVAZIONI CONTABILI
DATA CODICE DESCRIZIONE CONTO DARE AVERE
T-CHART o MASTRINO

D A D A

D A
T-CHART o MASTRINO

D A D A

D A
T-CHART o MASTRINO

D CLIENTI A D RICAVI A

1.800,50
1.500,42

D IVA A DEBITO A

300,08
T-CHART o MASTRINO

D BANCA A D FORNITORI A

1.500,42
1.500,42
T-CHART o MASTRINO

D MATERIE PRIME A D FORNITORI A

852,62
1.023,14

IVA CREDITO
170,52
IVA

IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO


• DPR 633 del 29/10/1972
Come funziona
l’ IVA
IMPRESA VENDE IMPRESA PREZZO Più IVA IVA
ad Su Prezzo

a 100,00 22% 22,00


A B
Imponibile IVA

B Paga A 122,00 100,00 22,00


a
AGENZIE IVA
A Versa delle
ad Entrate 22,00
AGENZIE delle Versa B IVA
Entrate a
22,00
IVA
A VENDE a
B 122,00
A B
Ricavo 100,00 B PAGA ad Costo 100,00
A 122,00

A versa
IVA 22,00 Agenzia delle Entrate
versa
IVA 22,00

Agenzia delle Entrate

Tra IMPRESA A ed IMPRESA B c’è un FLUSSO di LIQUIDITA’ di 122,00,


ma avendo entrambe un rimborso IVA di 22,00, Il FLUSSO di CASSA è di 100,00
Come funziona
l’ IVA
IMPRESA VENDE CONSUMATORE PREZZO Più IVA IVA
ad FINALE Su Prezzo

a 200,00 22% 44,00


B C
Imponibile IVA

C Paga B 244,00 200,00 44,00


a
AGENZIE delle IVA
B Versa Entrate
ad 44,00

AGENZIE delle INCASSA IVA


Entrate E SI TIENE
44,00
IVA
B vende a C
244,00
B C
C paga a B
Ricavo 200,00 244,00
Costo 244,00

B versa
IVA 44,00

Agenzia delle Entrate


IMPRESA B ha un FLUSSO di LIQUIDITA’ di 244,00,
ma avendo versato IVA di 44,00, Il FLUSSO di CASSA è di 200,00.
Mentre C (Consumatore) paga 244,00 ed il suo flusso di cassa resta 244,00
ALIQUOTE IVA

BASE MEDIA RIDOTTA RIDOTTA


22% 10% 4% 5%

NON FUORI
ESENTE
IMPONIBILE CAMPO IVA
IVA TERRITORIALITA’
• ITALIA
TERRITORIALITA’ IVA
• COMUNITA’ EUROPEA
LIBRI IVA

VENDITE CORRISPETTIVI

ACQUSITI
LIBRO IVA VENDITE
N Data RS Data N Totale 22% 10% 4% Non Esente IVA Este
Reg Reg CLIENTE Fatt Fatt Fatt Imp Iva Imp Iva Imp Iva Imp CEE ro
LIBRO IVA ACQUISTI
N Data RS Data N N Totale 22% 10% 4% Non Esente IVA Este
Reg Reg Fornitore Fatt Fatt Prot Fatt Imp Iva Imp Iva Imp Iva Imp CEE ro
LIBRO CORRISPETTIVI
N DATA REG DESCRIZIONE TOTALE 22% 10% 4%

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
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12
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IVA negli scambi intracomunitari
La Legge n 427/1993 ha recepito in Italia le direttive comunitarie che hanno dettato le
regole fondamentali ai fini della armonizzazione IVA in ambito comunitario.

Il D.L. n. 331 del 30/8/93, approvato dalla Legge n 427/1993, ha recepito in Italia le direttive
comunitarie che hanno dettato le regole fondamentali ai fini della armonizzazione IVA in
ambito comunitario. Pertanto sono state previste nuove adempimenti che il soggetto passivo
iva deve seguire nell'effettuazione delle cessioni e degli acquisti intracomunitari. In
particolare queste operazioni, non costituendo più esportazioni ed importazioni, restano ora
soggette soltanto ad altre forme di controllo basate principalmente sullo scambio di
informazioni tra i vari paesi comunitari, informazioni che vengono acquisite grazie all'obbligo,
imposto agli operatori intracomunitari, di presentare appositi elenchi (cosiddetti elenchi
Intrastat) relativi alle cessioni ed agli acquisti posti in essere in ambito comunitario.

Sono considerati scambi intracomunitari gli acquisti e le cessioni di beni che intercorrono tra
soggetti passivi Iva appartenenti e diversi Stati membri dell’Unione Europea che vengono resi
“non imponibili” nel Paese del cedente, per essere assoggettati ad iva nel paese nel paese di
destinazione dei beni da parte del cessionario.

L’operazione intracomunitaria ha per oggetto la cessione di beni trasportati da uno Stato


membro ad un altro; in altri termini deve sussistere trasferimento fisico del bene da uno
Stato membro ad un altro. In assenza di trasferimento fisico l’operazione si considera interna,
quindi imponibile ad iva.
IVA negli scambi intracomunitari
Inoltre l’operazione intracomunitaria deve essere realizzata tra soggetti passivi iva nei rispettivi Stati
di residenza. Conseguentemente le operazioni poste in essere tra privati – ovvero soggetti iva
qualificati come “privati” secondo i rispettivi ordinamenti - sono considerate operazioni interne
imponibili.
10. 1 - Acquisto intracomunitario di beni mobili
Si considera acquisto intracomunitario, ai sensi dell’art. 38 del DL n. 331/1983, l’acquisizione a titolo
oneroso della proprietà o di altro diritto reale di godimento su beni spediti o trasportati nel
territorio dello Stato italiano e provenienti da un altro Stato comunitario, a cura del cedente o
dell’acquirente, entrambi soggetti passivi iva, ovvero di terzi per loro conto.

Conseguentemente gli acquisti che avvengono a titolo gratuito, ovvero che sono caratterizzati dal
fatto che il cedente o il cessionario sono privati consumatori, ovvero dal fatto che il bene non viene
trasferito fisicamente da un paese membro ad un altro non sono considerati acquisti
intracomunitari.

L’acquisto intracomunitario si considera effettuato, di regola, al momento della consegna di beni in


Italia, all’acquirente o a terzi per suo conto.

Qualora il trasporto venga effettuato con mezzi dell’acquirente o comunque a suo carico, il
momento di effettuazione coincide con l’arrivo dei beni al luogo di destinazione. Peraltro si può
contrattualmente stabilire che gli effetti si producano posteriormente alla consegna; quindi il
trasferimento avviene secondo le disposizioni contrattuali e comunque entro un anno dalla
consegna.

La base imponibile, determinata secondo le ordinarie disposizioni iva, corrisponde al corrispettivo


previsto per l’acquisto del bene incrementato delle spese accessorie, quali il trasporto,
l’assicurazione, l’accisa se dovuta ecc..
IVA negli scambi intracomunitari
10. 2 - Cessione intracomunitaria di beni mobili

Si considera cessione intracomunitaria la cessione di beni trasportati o comunque trasferiti a


cura del venditore, dall’acquirente o da un terzo per loro conto dal territorio dello Stato
italiano verso quello di uno Stato comunitario.

Conseguentemente le cessioni che avvengono a titolo gratuito, ovvero che sono caratterizzati
dal fatto che il cedente o il cessionario sono privati consumatori, ovvero dal fatto che il bene
non viene trasferito fisicamente da un paese membro ad un altro non sono considerati
acquisti intracomunitari.

La cessione intrracomunitaria si considera effettuata, di regola, al momento della consegna di


beni nello Stato comunitario, all’acquirente o a terzi per suo conto.

Di fatto gli scambi intracomunitari sono configurabili come "operazioni non imponibili"; gli
stessi, quindi, vanno conteggiati al fine di acquisire lo status di "esportatore abituale", e
concorrono alla formazione del plafond utilizzabile per acquistare "in sospensione
d'imposta" secondo quanto previsto dal comma 3 dell'art.8 del D.P.R.633.

Nondimeno nella dichiarazione annuale le operazioni intracomunitarie vanno indicate in


modo distinto rispetto alle altre operazioni poste in essere con clienti o fornitori italiani
ovvero extracomunitari.
IVA negli scambi intracomunitari

Le modalità operativa che deve seguire il soggetto passivo iva italiano per registrare le
operazioni intracomunitarie sono le seguenti.
I) Acquisto intracomunitario
L’acquirente italiano dovrà:
a) utilizzare l'originale fattura passiva emessa dal fornitore comunitario
b) indicare il numero identificativo del cedente
c) attribuire al documento una numero progressivo
d) convertire in euro l’importo espresso in altra valuta secondo il cambio vigente alla data fattura
e) integrare la fattura ricevuta indicando l'aliquota iva applicabile e l'imposta relativa (o del titolo di esenzione ovvero
non imponibilità)
f) annotare "separatamente" la fattura - integrata secondo le modalità ora descritte – sul registro delle fatture emesse
entro il mese di ricevimento ovvero anche successivamente ma comunque entro 15 giorni da quando il soggetto ne
viene in possesso
g) annotare "separatamente" la fattura - integrata secondo le modalità prima descritte - sul registro degli acquisti entro
lo stesso il medesimo termine sopra indicato per l’annotazione nel registro delle fatture emesse
h) tenere conto delle cennate annotazioni sui registri acquisto e vendite ai fini delle liquidazioni periodiche dell’iva

Inoltre si rileva che qualora il cessionario o committente intracomunitario non riceva la fattura entro il
mese successivo a quello di effettuazione dell'operazione, deve lui stesso emettere tale documento, entro
il mese seguente, evidenziando il numero identificativo del fornitore o prestatore. Se riceve la fattura con
un corrispettivo inferiore a quello reale, deve emettere una fattura integrativa entro il mese successivo alla
registrazione della fattura originaria.
IVA negli scambi intracomunitari

II) Cessione intracomunitaria

Il cedente italiano deve semplicemente emettere la fattura “non imponibile” ai sensi del’articolo 41 DL 331/1993.

10.3 - Prestazioni di servizi intracomunitari

NORMATIVA VALIDA FINO AL 31.12.2009


Rientrano nell’ambito delle operazioni intracomunitarie e sono soggette agli adempimenti sopra indicati anche
alcune prestazioni di servizi che vengono appunto definite prestazioni di servizi intracomunitarie.

Le prestazioni di servizi definite intracomunitarie esclusivamente le seguenti:


- prestazioni di intermediazione relative alle operazioni intracomunitarie
- prestazioni di servizi relative alle cessioni intracomunitarie di beni mobili, comprese le perizie
- prestazioni di trasporto intracomunitario di beni
- prestazioni accessorie al trasporto intracomunitario di beni

Le prestazioni di servizi intracomunitarie – atteso che rientrano, come detto, nella normativa “intracomunitaria”
prevista per la cessione di beni - sono sottratte alla disciplina della territorialità di cui all’articolo 7 del DPR n.
633/1972.

10.3 a -Prestazioni di intermediazioni intracomunitarie

Sono considerate prestazioni di servizi intracomunitarie “non imponibili” se le stesse sono rese nei confronti di un
committente soggetto passivo di imposta in altro Stato membro. Per tali prestazioni sussiste l’obbligo di
fatturazione, annotazione e dichiarazione, ed, inoltre, danno diritto alla detrazione ad al rimborso dell’iva assolta
sugli acquisti da parte del prestatore del servizio.
IVA negli scambi intracomunitari

10.3 b -Prestazioni di servizio relative a beni mobili

Si considerano prestazioni di servizio intracomunitarie relative a beni mobili quelle derivanti da contratti
d’opera, di appalto, in generale di servizi. Tali servizi per essere qualificati come intracomunitari devono
soddisfare le seguenti condizioni:
a) identificazione ai fini iva del committente in uno Stato membro diverso da quello in cui avviene la
prestazione
b) trasferimento dei beni mobili, al termine della prestazione, in un altro Stato membro

10.3 c -Trasporto intracomunitario

Si considera trasporto intracomunitario di beni quando lo stesso ha come luogo di partenza e di arrivo due
Stato membri.

10.3 d - Prestazioni accessorie al trasporto


Sono prestazioni intracomunitarie accessorie al trasporto le operazioni di carico e scarico di merci
effettuate nell’ambito UE.
DAL 01.01.2010 LA NORMATIVA SOPRA INDICATA RELATIVA AI SERVIZI INTRACOMUNITARI

E' STATA ABOLITA. LA DISCIPLINA NORMATIVA DELLE PRESTAZIONI DI SERVIZI IN AMBITO UE

E' CONTENUTA PRINCIPALMENTE NELL'ARTICOLO 7 DEL DPR N. 633/1972


NORMATIVA IN VIGORE FINO AL 31.12.2009

10.4 - Elenchi Intrastat


In presenza di scambi intracomunitari vanno presentati telematicamente, oppure tramite raccomandata ovvero
direttamente agli uffici doganali competenti degli elenchi riepilogativi (modelli Intrastat) che
forniscono delle informazioni codificate standard in merito alle operazioni intracomunitarie
effettuate in un determinato periodo.

La periodicità di presentazione varia in funzione del volume di acquisti ovvero


di cessioni intracomunitari registrato nell’anno precedente.

10.4 a - Cessioni, modello INTRA 1

- presentazione mensile del modello, entro il 20 del mese successivo, se l’ammontare delle
cessioni è superiore a € 250.000;
- presentazione trimestrale del modello, entro il mese successivo a ciascun trimestre, se
superiore a € 40.000 ed inferiore ad € 250.000 (se si supera la soglia di € 40.000 si
transita a seconda dell’importo nel “trimestrale” o “mensile” dal periodo successivo al
trimestre nel quale la soglia è stata superata);
- presentazione annuale del modello, entro il 31 gennaio dell’anno successivo, nel caso di
importi inferiori ad € 40.000 ((se si supera la soglia di € 250.000 si transita nel “mensile”
dal primo mese successivo al trimestre nel quale la soglia è stata superata).
NORMATIVA IN VIGORE FINO AL 31.12.2009
10.4 b - Acquisti, modello INTRA 2

- presentazione mensile del modello, entro il 20 del mese successivo, se l’ammontare degli
acquisti è superiore ad € 180.000;
- presentazione annuale del modello, entro il 31 gennaio dell’anno successivo, nel caso di importi
non superiori ad € 180.000. (se si supera la soglia di 180.000 si transita nel “mensile” a partire
dal primo mese nel quale il limite è stato superato, presentando anche un elenco riepilogativo
dei mesi precedenti).

Si segnala che i soggetti che presentano gli elenchi telematicamente (sistema EDI) il termine
di presentazione è prorogato di cinque giorni.

I modello INTRASTAT contengono anche la richiesta di informazioni di tipo statistico che l’Istat
utilizza ai fini statistici. La compilazione della parte statistica è obbligatoria, ai sensi del DM 20
ottobre 2000, che presentano gli elenchi mensilmente e che hanno realizzato nell’anno
precedente un volume di scambi superiori rispettivamente:+
- cessioni: € 4.300.000
- acquisti: € 2.5000.000.
MODIFICHE NORMATIVE INTRODOTTE A DECORRERE DAL 01.01.2010

Le novità concernenti i modelli Intrastat sono le seguenti:


a) TRASMISSIONE IN VIA ESCLUSIVAMENTE TELEMATICA
I modelli Intrastat vanno inviati esclusivamente in via telematica. L’invio in forma telematica riguarda
esclusivamente gli elenchi che si riferiscono al 2010. Quindi l’invio telematico non riguarda:
- gli elenchi annuali 2009 che hanno scadenza 31 gennaio 2010
- gli elenchi trimestrali quarto trimestre 2009 che hanno scadenza 31 gennaio 2010
- gli elenchi mensili dicembre 2009 che hanno scadenza 20 gennaio 2010
Inoltre l’Agenzia delle Dogane “invita” i soggetti interessati a provvedere all’adesione al “Servizio
Telematico Doganale” attivabile dal sito internet: www.agenziadogane.gov.it. La presentazione può essere
effettuata anche tramite soggetti terzi appositamente delegati (commercialisti, spedizionieri doganali,
etc.).
b) FREQUENZA E DATA DI PRESENTAZIONE
In generale gli elenchi Intrastat vanno presentati con periodicità mensile. Peraltro gli Stati membri possono
concedere una frequenza trimestrale a quei soggetti che non hanno superato né per il trimestre in
questione né per alcuno dei quattro trimestri precedenti la somma di euro 50.000 per quanto riguarda gli
acquisti ovvero le vendite, elevabile ad € 100.000 fino al 31.12.2011.
Viene pertanto abolita la periodicità annuale.
Dal 2010 la data di presentazione è il giorno 19 del mese successivo al mese (o trimestre di
riferimento). Peraltro vi è la possibilità che tale termine venga prorogato al giorno 24 o 25
c) OBBLIGO DI DICHIARARE NEGLI ELENCHI ANCHE I SERVIZI
DI NATURA INTRACOMUNITARIA

• Dal 01 gennaio 2010 è introdotto l’obbligo di dichiarare nei modelli


INTRASTAT anche le prestazioni di servizi effettuate in ambito
comunitario (sia quelle fornite che quelle ricevute).

• Pertanto, il modello INTRASTAT non sarà più limitato alla


comunicazione degli acquisti / vendite intracomunitarie di beni,
dovendo ricomprendere – infatti – anche le prestazioni di servizi
intracomunitarie rese / ricevute.

• A tal fine è prevista l’introduzione delle seguenti Sezioni agli attuali


modelli INTRASTAT:
• - modello INTRA-1 “Quater”: elenco servizi resi in ambito UE;
• - modello INTRA-2 “Quater”: elenco servizi ricevuti in ambito UE.
ESEMPI RILEVAZIONI CONTABILI
N DATA CODICE DESCRIZIONE CONTO DARE AVERE
REG

1 30/Y/XX 2123545 FORNITORE


ROSSI Spa - 1.210,00
FATTURA N 12 del 18/07/2010
345620 MATERIE PRME 1.000,00

IVA ACQUISTI 210.00

2 30/Y/XX 2125687 FORNITORE


ENEL 242,00
FATTURA N 1897564 del 06/09/2010
386472 ENERGIA ELETTRICA 200,00

14592 IVA ACQUISTI 42,00

3 30/Y/XX 169874 CLIENTE 3.630,00


AVERSA SNC di AVERSA & C.
FATTURA N 136 del 20/09/2010
516987 RICAVI 3.000,00

243871 IVA VENDITE 630,00


ESEMPI RILEVAZIONI CONTABILI
N DATA CODICE DESCRIZIONE CONTO DARE AVERE
REG

1 30/Y/XX 2123545 FORNITORE


ROSSI Spa - 1.210,00
FATTURA N 12 del 18/07/2010
345620 MATERIE PRME 1.000,00

IVA ACQUISTI 210.00

2 30/Y/XX 2125687 FORNITORE


ENEL 242,00
FATTURA N 1897564 del 06/09/2010
386472 ENERGIA ELETTRICA 200,00

14592 IVA ACQUISTI 42,00

3 30/Y/XX 169874 CLIENTE 3.630,00


AVERSA SNC di AVERSA & C.
FATTURA N 136 del 20/09/2010
516987 RICAVI 3.000,00

243871 IVA VENDITE 630,00


DOCUMENTI CONTABILI

1. FATTURE
 CLIENTI
 FORNITORI
2. BOLLE DOGANALI
3. BOLLE DI ACCOMPAGNAMENTO (DDT)
4. RICEVUTE FISCALI
5. SCONTRINI FISCALI
DOCUMENTI CONTABILI
1. TITOLI DI CREDITO (AZIONE ESECUTIVA)
 CAMBIALI (TRATTE – PAGHERO’)
 ASSEGNI (BANCARIO – CIRCOLARE)
2. QUIETANZE DI PAGAMENTO
 RIBA (RICEVUTE BANCARIE)
 RID
 MAV
 BONIFICO
3. CARTE DI CREDITO
4. CONTANTI
FACSIMILE CAMBIALE TRATTA
LIBRI CONTABILI

• Libri contabili:
articolo 2215 c.c.
• Libro giornale
• Libro degli inventari
• Libro sezionale del libro giornale
• Libro sezionale del libro degli inventari
LIBRI FISCALI
• Registri contabili - Legge fiscale e tributaria:
elenco non esaustivo
articolo 14 D.P.R. 633/72 - articolo 14 D.P.R. 600/73
altre leggi che prevedono ulteriori registri per operazioni
specifiche
Registri IVA
1. ACQUISTI
2. VENDITE
3. CORRISPETTIVI
LIBRI FISCALI
• Conti di mastro
• Conti di magazzino
• Conti individuali o schede compensi a terzi
• Corrispondenza e copie fatture
• Giornale di fondo e libretto di dotazione del misuratore fiscale
• Prospetto per contribuenti minimi e minori
• Registro IVA multiaziendale
• Registro IVA vendite CEE
• Registro IVA acquisti CEE
• Registro unico IVA
• Registro dei beni ammortizzabili
• Registro prima nota cassa
• Registro riepilogativo (c.m. n. 27 del 21/11/72)
• Registro unico IRPEF
LIBRI FISCALI
• Registro di carico bolle accompagnamento e/o ricevute fiscali (carico stampati fiscali)
• Registro di carico registratori fiscali
• Registri di carico e scarico dei corrispettivi e degli acquisti dei beni usati
• Registro di carico e scarico per centro elaborazione dati
• Registro multiaziendale per centro elaborazione dati
• Registro dei corrispettivi per mancato/irregolare funzionamento registratore di cassa
• Registro dei corrispettivi/acquisti agenzie di viaggio
• Registro dei campioni gratuiti (omaggi)
• Registro fatture in sospeso
• Registro sezionale per acquisti intra-comunitari
• Registro acquisti intra-comunitari di enti non commerciali e agricoltori esonerati
• Registro trasferimenti intra-comunitari diversi da cessioni e acquisti
• Registro protocollo dichiarazioni esportatori (emesse o ricevute)
• Registro merci in conto deposito
• Registro merci in conto lavorazione
• Registro merci in visione
• Registro merci in prova
• Registro rimanenze merci
LIBRI FISCALI
• Registro merci inviate
• Registro merci ricevute
• Registro merci in comodato
• Registro delle dichiarazioni d'intento
• Registro delle somme ricevute in deposito
• Registro editori
• Registro elaborazioni meccanografiche
• Registro delle movimentazioni finanziarie
• Registro onorari e spese (tenuto da professionisti)
• Registro incassi e pagamenti
• Registro cronologico (tenuto dai professionisti)
• Registro delle esportazioni in conto deposito
• Registro delle movimentazioni finanziarie
• Registro delle società controllanti e controllate
• Registro delle variazioni
• Registro degli acquisti da raccoglitori
• Registro degli imballaggi non restituiti
• Registro dei movimenti dei beni nei depositi IVA
• Registro dei codici
• Registro relativo ai prodotti soggetti a contrassegno
• Scritture ausiliarie di magazzino
LIBRI SOCIALI

• Libri sociali obbligatori per Società per azioni, Società a responsabilità limitata e Cooperative:
articolo 2421 c.c. in vigore dal 01/01/04
• Libro dei soci
• Libro delle obbligazioni
• Libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee
• Libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione o del consiglio di
gestione
• Libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale ovvero del consiglio di sorveglianza
o del comitato per il controllo della gestione
• Libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo
• Libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti (se previsto)
• Libro degli strumenti finanziari emessi (articolo 2447 sexies c.c.)
• Ulteriori Libri sociali obbligatori per le Società a responsabilità limitata
articolo 2478 c.c
• Libro dei soci
• Libro delle decisioni dei soci
• Libro delle decisioni degli amministratori
• Libro delle decisioni del collegio sindacale o del revisore nominati ai sensi (articolo 2477 c.c.)
TENUTA DEI LIBRI

• Le scritture contabili rappresentano una particolarità


nel nostro ordinamento in quanto costituiscono un
esempio di documento scritto, ma non sottoscritto,
dotato di un suo valore probatorio specifico.
• La mancanza, tipica della scrittura contabile, di una
sottoscrizione e, quindi, di una chiara imputabilità ad
un determinato soggetto, in precedenza veniva
surrogata attraverso la preventiva vidimazione del
libro, consistente nella numerazione e bollatura in
ogni foglio da parte dell’Ufficio del Registro delle
imprese o di un Notaio.
TENUTA DEI LIBRI
• Ciò garantiva, da un lato, la riferibilità del libro ad un
certo imprenditore (individuale o societario), e,
dall’altro, l’immodificabilità dei dati che, una volta
riportati su carta divenivano definitivi per il semplice
fatto di essere contenuti in un supporto
preventivamente valicato e riportati secondo le regole
di una ordinata contabilità.
• La vidimazione tutelava l’identità del libro e impediva
la sua sostituzione in tutto o in parte, costituendo il
presupposto per il valore probatorio delle scritture
contabili.
BREVE MONOGRAFIA SULLA VIDIMAZIONE DEI LIBRI
OBBLIGATORI PER IMPRESE E PROFESSIONISTI

OBBLIGHI LIBRI LIBRO LIBRO DEGLI REGISTRI


SOCIALI GIORNALE INVENTARI IVA
BOLLATURA E
VIDIMAZIONE X
NUMERAZIONE
PREVENTIVA X
NUMERAZIONE
PROGRESSIVA X X X
IMPOSTA DI BOLLO X X X
TASSA
CONCESSIONE X
GOVERNATIVA
Costo bolli per Libri Contabili

IMPOSTA DI BOLLO DECORRENZA

Euro 10,33 / 20,66 Fino al 31 Luglio 2004 Euro 10,33

Euro 11,00 / 22,00 Dal 1 Agosto al 31 Maggio 2005

Euro 14,62 / 29,24 Dal 1 Giugno 2005


TASSA CONCESIONE GOVERNATIVA per

1) LIBRO GIORNALE 2) LIBRO INVENTARIO


3) LIBRI SOCIALI OBBLIGATORI 4) REGISTRI CONTABILI LAVORI

Deve essere pagata annualmente il 16 MARZO


309 ,87 Euro Se il capitale sociale sottoscritto al
1 Gennaio è inferiore a 516.456,87
516,46 Euro Se il capitale sociale è superiore a
516.456,87

Per le SOCIETA’ nuove, AGENZIA DELLE ENTRATE


versamento tramite c/c postale n 6007 Centro operativo Pescara –
intestato a Causale: Bollatura e Vidimazione Libri sociali
SOCIETA’ esistenti, versamento con F24 Pagabile in Banca
Codice contributo 7085
Causale. Vidimazione Libri Sociali
TECNICA BANCARIA
TITOLI DI CREDIO QUIETANZE DI PAGAMENTO

CAMBIALI RIBA

ASSEGNI RID – SEPA

CARTE DI CREDITO MAV

MUTUI RAV

CONTI CORRENTI BONIFICI - SEPA


TITOLI DI CREDITO
BOLLO 12%0

CAMBIALE
TRATTA – PAGHERO’

ASSEGNO
BANCARI - CIRCOLARI
CAMBIALE TRATTA

• TRAENTE

• TRATTARIO

• BENEFICIARIO
CAMBIALE CIRCOLARE

• TRATTARIO

• BENEFICIARIO

TIPO DI PAGAMENTO PIU’ SICURO


ASSEGNO BANCARIO

• STESSI REQUISITI DELLA CAMBIALE TRATTA


ASSEGNO CIRCOLARE

• STESSI REQUISITI DELLA CAMBIALE


CIRCOLARE
RATEI E RISCONTI

• ATTIVI
• PASSIVI
Ratei e risconti

Quando termina un periodo amministrativo


accade sovente che alcuni valori presenti nei
nostri libri debbano essere rettificati, per
esempio quando dobbiamo imputare taluni
valori solo all'esercizio appena terminato,
stornando le parti non di competenza.
Ratei e risconti

• Queste rettifiche possono essere di due tipi:


• rettifiche di storno, quando dobbiamo stornare valori
già rilevati nel presente esercizio perché non sono di
competenza dell'esercizio in chiusura;
• rettifiche di integrazione, quando dobbiamo integrare
valori non ancora rilevati nel presente esercizio perché
pur essendo di competenza dell'esercizio in chiusura,
non si sono ancora manifestati.
• In questa lezione analizzeremo due tipologie simili di
rettifiche, l'una di storno, l'altra di integrazione. Ci
riferiamo ai risconti attivi e passivi e ai ratei attivi e
passivi.
Risconti attivi e passivi
• I risconti attivi e passivi sono rispettivamente
quote di costi e ricavi che sono stati già rilevati
nei nostri libri, ma che sono solo in parte di
competenza dell'esercizio in chiusura. Si possono
avere due casi:
• abbiamo un costo già rilevato nel presente
esercizio, ma di competenza di altri esercizi: si ha
quindi un risconto attivo;
• abbiamo un ricavo già rilevato nel presente
esercizio, ma di competenza di altri esercizi: si ha
quindi un risconto passivo.
Risconti attivi e passivi
• Facciamo un esempio di risconto attivo. Abbiamo stipulato il primo giugno 200X
un contratto di assicurazione annuale per un costo totale di 6 000. Nei nostri libri
avremo già considerato
• tale costo nel seguente modo:
01.06.200X
dare a avere + -
Polizza assicurativa (CE) Banca c/c (SP) 6 000 6 000
Senonché tale costo è da imputare solo in parte all'esercizio X: infatti la nostra
assicurazione durerà 12 mesi e scadrà il 1 giugno 200X+1. Dunque per i mesi da
gennaio a maggio 200X+1 tale costo (pari a (6 000/12)* 5 mesi = 2 500) non deve
gravare sul bilancio del periodo 200X, pertanto, a fine esercizio, dovremo operare
un risconto attivo, nel seguente modo:
31.12.200X
dare a avere +-
Risconti attivi (SP) Polizza assicurativa (CE) 2 500 2 500
Quindi, per il 200X risulteranno correttamente pagati solo i premi relativi ai mesi
da giugno a dicembre 200X, per un totale di 3 500. Alla riapertura del bilancio
dovremo imputare il costo dei cinque mesi rimanenti alla scadenza della polizza già
pagati nell'esercizio precedente, ma di competenza dell'esercizio in apertura:
Risconti attivi e passivi
01.01.200X+1
dare a avere + -
Risconti attivi (SP) Bilancio di apertura 2 500 2 500

01.01.200X+1
dare a avere + -
Polizza assicurativa (CE) Risconti attivi (SP) 2 500 2 500
Vediamo ora un esempio di risconto passivo: abbiamo affittato un capannone ad
un'altra impresa, in cambio di un affitto pagato anticipatamente del valore di
12 000 per 12 mesi. Questa transazione è avvenuta il 1 luglio 200X. Registriamo il
pagamento:
01.07.200X
dare a avere + -
Banca c/c (SP) Fitti attivi (CE) 12 000 12 000
Ora, solo parte di tale introito è di competenza dell'esercizio in chiusura, pertanto
dobbiamo registrare un risconto passivo, ovvero stornare i componenti positivi di
reddito della parte eccedente. Lo facciamo nel seguente modo:
Risconti attivi e passivi
31.12.200X
dare a avere +-
Fitti attivi (CE) Risconti passivi (SP) 6 000 6 000
Alla riapertura dell'esercizio, provvederemo a rettificare il
conto acceso ai risconti passivi nel seguente modo:
01.01.200X+1
dare a avere +-
Bilancio di apertura Risconti passivi (SP) 6 000 6 000
01.01.200X+1
dare a avere + -
Risconti passivi (SP) Fitti attivi (CE) 6 000 6 000
ratei attivi e passivi.
• Ratei attivi e passivi
• Accade talvolta che taluni valori vengano a manifestarsi
progressivamente nel tempo (come le cedole, gli interessi,
etc.), ma che avranno riscontro nei nostri libri contabili solo
in futuro. Poiché tali manifestazioni sono comunque di
competenza dell'esercizio in chiusura, appare ovvio che
dobbiamo imputare tali costi e tali ricavi all'esercizio che
stiamo chiudendo. Pertanto risulta, dunque, necessario
provvedere ad integrare il nostro bilancio con tali valori.
Vediamo come con degli esempi:
• Nel caso dei ratei passivi, abbiamo ad esempio dei
componenti negativi di reddito che si manifesteranno nel
prossimo esercizio, ma che sono di competenza già
dell'esercizio presente.
ratei passivi.
• Consideriamo ad esempio il caso di un capannone che abbiamo
preso in affitto per un anno al costo di 6 000, da versare in tre rate
ogni quattro mesi. Poniamo il caso in cui tale accadimento si abbia il
1 ottobre 200X. Al termine dell'esercizio non avremo ancora pagato
nulla, tuttavia abbiamo già usufruito del capannone per tre mesi.
Dovremo iscrivere un rateo passivo, nel seguente modo:
31.12.200X
dare a avere +-
Affitti passivi (CE) Ratei passivi (SP) 1 500 1 500
Chiudiamo, quindi, il conto "Ratei passivi" nello stato patrimoniale:
31.12.200X
dare a avere +-
• Ratei passivi (SP) Stato patrimoniale di chiusura 1 500 1 500
ratei attivi e passivi.
• L'anno successivo riapriamo i conti:
01.01.200X+1
dare a avere + -
Stato patrimoniale di apertura Ratei passivi (SP) 1 500 1 500
Il primo febbraio provvediamo a pagare la prima rata:
01.02.200X+1
dare a avere +-
Diversi Banca c/c 2 000
Affitti passivi (CE) 500
Ratei passivi (SP) 1 500
E quindi si prosegue normalmente con il pagamento.
ratei attivi
• Consideriamo ora i ratei attivi.
• Acquistiamo 100 zero coupon bond, dal valore
nominale di 100 l'uno, al costo di 94 l'uno, per un
costo complessivo di 9 400.
• Al termine dell'operazione, poniamo dopo sei
mesi, il ricavo complessivo sarà di 600.
• L'acquisto avviene il 1 novembre e per questo,
alla chiusura dell'esercizio, saranno già maturati
interessi che non hanno ancora avuto
manifestazione numeraria, ma che devono essere
iscritti attraverso un rateo attivo. Pertanto
scriviamo:
ratei attivi
31.12.200X
dare a avere +-
Ratei attivi (SP) Interessi attivi su titoli (CE) 200 200
E quindi effettuiamo la chiusura:

31.12.200X
dare a avere + -
Stato patrimoniale di chiusura Ratei attivi (SP) 200 200
ratei attivi
Quindi riapriamo i conti:
01.01.200X+1
dare a avere +-
Ratei attivi (SP) Stato patrimoniale di apertura 200 200
Quindi addebitiamo tale somma al conto interessi attivi:
01.01.200X+1
dare a avere +-
Interessi attivi su titoli (CE) Ratei attivi (SP) 200 200
ratei attivi
• Il primo maggio avviene il pagamento degli interessi, per cui:
01.05.200X+1
dare a avere + -
Banca c/c (SP) Interessi attivi su titoli (CE) 600 600

Diamo un'occhiata al conto "Interessi attivi su titoli":


• Interessi attivi
su titoli (CE)
• DARE/+ AVERE/-
• 200 600

• Il suo saldo è di 400, ovvero la cifra di competenza dell'esercizio


200X+1.
La disciplina fiscale delle svalutazioni su crediti

• La disciplina fiscale legata alla svalutazione dei crediti è contenuta nell’articolo n. 106 del Tuir (DPR
n. 917/86). In particolare, l’articolo in commento afferma che le svalutazioni dei crediti risultanti in
bilancio sono deducibili ai fini Ires sulla base di un criterio forfettario: deducibilità massima pari
allo
0,5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti iscritti in bilancio, fino a quando
l’ammontare complessivo di svalutazioni e accantonamenti non ha raggiunto
il 5% del valore nominale dei crediti iscritti in bilancio.

• Nel momento in cui gli accantonamenti effettuati al fondo svalutazione crediti superano il limite
del 5% dei crediti iscritti in bilancio, l’eccedenza è fiscalmente indeducibile e origina una variazione
in aumento nel modello Unico. Sulla base di questa normativa è possibile considerare il fondo
svalutazione crediti in due distinte parti:
• fondo svalutazione crediti fiscalmente dedotto – riguarda la parte di accantonamenti che rientrano
nei limiti dell’articolo 106 del Tuir;
• fondo svalutazione crediti fiscalmente non dedotto – riguarda la differenza tra accantonamenti
civilistici e accantonamenti deducibili ai sensi dell’articolo 106 del Tuir.
• Questo significa che il fondo svalutazione crediti non dedotto, in caso di utilizzo a copertura di
future perdite su crediti, genera una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi, al fine di
evitare di perdere definitivamente la quota di accantonamento non dedotto al momento dello
stanziamento, ai sensi dell’articolo 106 del Tuir.
ALIQUOTE 2013
IRE (ex IRPEF)
IRES (ex IRPEG)

• ALIQUOTE IRAP PER REGIONI 2013


ALIQUOTE IRE 2013
REDDITO Aliquote Imposta
(per scaglioni) (per scaglioni) dovuta sui redditi intermedi
compresi negli scaglioni

Fino a Euro 15.000 23% 23% sull’intero importo


Oltre Euro 15.000 27% 3.450,00 + 27% parte
sino a Euro 28.000 eccedente 15.000,00
Oltre Euro 28.000 38% 6.960,00 + 38% parte
sino a Euro 55.000 eccedente 28.000,00
Oltre Euro 55.000 41% 17.220,00 + 41% parte
sino a Euro 75.000 eccedente 55.000,00
Oltre Euro 75.000 43% 25.420,00 + 43% parte
eccedente 75.000
ALIQUOTE IRE 2022
REDDITO Aliquote Imposta
(per scaglioni) (per scaglioni) dovuta sui redditi intermedi
compresi negli scaglioni

Fino a Euro 15.000 23% 23% su intero importo


Es: Reddito 15.000 x 23%
Imposta 3.450
Oltre Euro 15.000 25% 3.450,00 + 25% su eccedenza 15.000
Es: 28.000 – 15.000 = 13.000 x 25% =
sino a Euro 28.000 3.250
Imposta su 28.000 (3.450+3.250) = 6.700
Oltre Euro 28.000 35% 6.700 + 35% su eccedenza 28.000
Es: 50.000-28.000 = 22.000 x 35% = 7.700
sino a Euro 50.000 Imposta su 50.000 (6.700+7.700)= 14.400
Oltre Euro 50.000 43% 14.400 + 43% su eccedenza 50.000
ALIQUOTE IRES 2014

Anno Dopo 2008


2007 ad oggi
33% 27,5%
ALIQUOTE IRAP 2014

Anno Dopo 2008


2007 ad oggi

4,5% 3,9%

Elenco per Regioni fornito a parte


LIBRI CONTABILI
Il legislatore impone la tenuta di scritture fondamentalmente sulla
base di due tipi di disposizioni.
a) Civilistiche: in quanto l’azienda è tenuta a comunicare
periodicamente le posizioni economiche, finanziarie e
patrimoniali, mediante il bilancio di esercizio, sulla base di
corrette scrittura contabili.

b) Fiscali: sia in quanto in Italia (come in altri Paesi) il risultato


di periodo costituisce la base di partenza per la
determinazione dell’imponibile fiscale, sia perché la
pagamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) è
effettuata sulla base di operazioni rilevate in modo idoneo.
Alcune disposizioni fiscali
DPR 29 settembre 1973, n. 600: disposizioni comuni in materia di
accertamento delle imposte sui redditi
Art. 14: scritture contabili delle imprese commerciali, delle società e degli enti
equiparati
Le società, gli enti e gli imprenditori commerciali […] devono in ogni caso tenere:
a) Il libro giornale e il libro degli inventari;
b) I registri prescritti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto;
c) Scritture ausiliarie nelle quali devono essere registrati gli elementi patrimoniali
e reddituali, raggruppati in categorie omogenee, in modo da consentire di
desumere chiaramente e distintamente i componenti positivi e negativi che
concorrono alla determinazione del reddito;
d) Scritture ausiliarie di magazzino […]
Art. 15: inventario e bilancio
Art. 22: tenuta e conservazione delle scritture contabili
Le disposizioni del Codice Civile
Art. 2214: libri obbligatori e altre scritture contabili
“L’imprenditore che esercita un’attività commerciale deve tenere il libro giornale
e il libro degli inventari. Deve altresì tenere le altre scritture contabili che siano
richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa e conservare
ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle
fatture ricevute nonché le copie delle lettere, dei telegrammi e delle fatture
spedite […]”
Art. 2215: modalità di tenuta delle scritture
“I libri contabili prima di essere posti in uso, devono essere numerati
progressivamente in ogni pagina e, qualora sia previsto l’obbligo della bollatura
o […]. Il libro giornale e il libro degli inventari devono essere numerati
progressivamente e non sono soggetti a bollatura né vidimazione.”
Le disposizioni del Codice Civile

Art. 2216: contenuto del libro giornale


“Il libro giornale deve indicare giorno per giorno le operazioni relative
all’esercizio dell’impresa”.

Art. 2217: redazione dell’inventario


“ L’inventario deve redigersi all’inizio dell’esercizio dell’impresa e
successivamente ogni anno, e […]”

Art. 2219: tenuta della contabilità


Le regole contabili, le disposizioni civilistiche e quelle fiscali,
determinano la necessità di utilizzare una serie di libri contabili
allo scopo di:
a) determinare correttamente il risultato di periodo ed il
capitale di funzionamento e di provvedere alla
determinazione di un bilancio economicamente corretto;
b) assolvere agli obblighi tributari e consentire l’accertamento
da parte degli uffici competenti sulla regolarità delle
operazioni effettuate;
c) regolare i rapporti tra i terzi, anche in riferimento alle
reciproche posizioni di credito e di debito.
Soggetti obbligati alla tenuta della contabilità ordinaria

Dal combinato disposto degli artt. 13 e 18 del D.P.R. 29 settembre 1973 n.


600, i soggetti obbligati alla tenuta della contabilità sono:

• società per azioni;


• società a responsabilità limitata;
• società in accomandita per azioni;
• società cooperative; società di mutua assicurazione;
• enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello
Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio
dell’attività commerciale;
• i consorzi, le associazioni non riconosciute, le organizzazioni non
riconosciute, cioè non appartenenti ad altri soggetti passivi nei cui confronti
il presupposto dell’imposta si verifica in modo autonomo ed unitario;

• le società e gli enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica, non
residenti nel territorio dello Stato.
Soggetti obbligati alla tenuta della contabilità ordinaria (2)

Sono, inoltre, obbligati alla tenuta della contabilità ordinaria, i soggetti, di


seguito elencati, nel caso in cui abbiano conseguito, nel periodo d’imposta
ricavi superiori a euro 400.000 per le imprese aventi ad oggetto prestazioni
di servizi ovvero euro 700.000 per le imprese aventi ad oggetto altre
attività:

• persone fisiche esercenti imprese commerciali;


• impresa familiare ex art. 230- bis c. c. e art. 5 T.U.I.R.;
• imprese coniugali di cui all’art. 177 c. c.;
• società in nome collettivo;
• società in accomandita semplice;
• società di fatto esercenti attività commerciale ex art. 55 T.U.I.R.;
• società di armamento.
Libri contabili

1) Giornale
CIVILISTICI 2) (Mastro)
3) Libro inventari

1) Registro IVA acquisti


2) Registro IVA vendite
FISCALI 3) Registro IVA corrispettivi
4) Registro cespiti ammortizzabili
5) Registro magazzino
Il libro giornale: contenuto

Nel libro giornale sono riportati, indicandone la data


di effettuazione, i conti interessati, dal fenomeno
aziendale ed il relativo importo, secondo la tecnica
della partita doppia, oltre ad una breve descrizione
dell’operazione.

La “data dell’operazione”, anche se le norme


civilistiche e fiscali non lo precisano, coincide con la
data in cui l’operazione si è verificata.
Il libro giornale: contenuto (2)

Le registrazioni contabili possono derivare da fatti di gestione:

• comprovati da documentazione emessa da soggetti terzi


(fatture passive, note di credito ricevute, cambiali ecc.)
• non suffragati da documentazione;
• relativi a documenti emessi e redatti dallo stesso soggetto a cui
la contabilità si riferisce (es. note di credito, fatture emesse,
ecc.);
• documentati da altri libri contabili.
Il giornale
È il libro dove vengono accolte
IL GIORNALE cronologicamente le scritture relative ad
ogni operazione

Rappresentare i fatti amministrativi in


scopo funzione del tempo e stabilire un
collegamento tra i conti

Numero Conto Dare Conto Avere Importo Importo


progres.
Dare Avere
Schema dell’attività d’impresa

VE- VE+
Variazioni economiche negative Variazioni economiche positive

Variazioni finanziarie positive Variazioni finanziarie negative

VF+ VF-
Il libro giornale: modalità di tenuta
La normativa prevede per il libro giornale la
numerazione progressiva delle pagine e
l’assolvimento dell’imposta di bollo di 11,00 per ogni
100 pag. o frazione. Deve inoltre essere indicato
l’anno a cui fa riferimento la contabilità e che, in
ognuno dei fogli mobili che compongono il registro,
deve essere riportata l’intestazione del soggetto che li
utilizza. Le operazioni di integrazione, rettifica ed
assestamento devono essere riportate con la
numerazione dell’anno successivo al periodo
d’imposta a cui si riferiscono.
Il libro giornale: termini di registrazione,
stampa e conservazione
Norme fiscali: 60 giorni dall’accadimento gestionale per
effettuare la registrazione. Nella tenuta della
contabilità meccanizzata, i registri non ancora
stampati , sono ritenuti aggiornati se le operazioni di
gestione sono state contabilizzate rispettando i
termini sopra riportati, se si tratta di operazioni
dell’anno d’imposta e se siano stampabili in
presenza e su richiesta dell’organo di controllo. Il
libro giornale deve essere stampato entro il termine
di scadenza della dichiarazione dell’anno in cui si
riferisce.
Il libro mastro

Il libro mastro è il libro che raccoglie sinteticamente


tutti i conti con le relative scritture in dare e in avere.
Il legislatore civilistico e fiscale non ne fanno esplicita
menzione; ma la sua tenuta è fondamentale per lo
svolgimento di un’adeguata contabilità

OGNI OPERAZIONE ORIGINA UNA DUPLICE


SCRITTURA UNA NEL GIORNALE E UNA
NEL MASTRO!!
Il mastro
Il mastro È il libro che raccoglie sistematicamente
tutti i conti con le relative scritture in dare
ed in avere

In esso vengono rappresentati in gruppi omogenei i valori


rappresentanti gli stessi fatti di gestione cronologicamente
rilevati nel libro giornale
Materie c/acquisti

Fornitori Alfa
Schema dell’attività d’impresa
VE- VE+
•Costi produzione caratteristica •Dotazione iniziale capitale
•Costi per finanziamenti attinti •Ricavi produzione caratteristica
•Costi per investimenti accessori •Ricavi da investimenti accessori
•Rettifiche di ricavi •Rettifiche di costi
•Rimborsi di capitale proprio e •Aumenti di capitale proprio
distribuzione di utili
•Entrate di denaro in cassa •Diminuzione denaro in cassa
•Versamenti sui c/c bancari •Prelevamenti dai c/c bancari
•Nuovi crediti di regolamento •Nuovi debiti di regolamento
•Nuovi crediti di finanziamento •Nuovi debiti di finanziamento
•Diminuz. di debiti di regolamento •Diminuz. crediti regolamento
•Diminuz. debiti di finanziamento •Diminuz. crediti finanziamento

VF+ VF-
Esempio
Acquisto materie A per € 800,00
Liquidazione dell’acquisto di materie
- Rilevazione a libro giornale
Materie c/acquisti 800

Fornitori di beni 800

- Rilevazione a mastro

Materie c/acquisti Fornitori Alfa


800 800
Esempio
Pagamento in contanti

- Rilevazione a libro giornale

Fornitori di beni 800 Cassa contanti 800

- Rilevazione a mastro

Fornitori Alfa Cassa contanti


800 800
libro giornale

Civilistici (mastro)

LIBRO degli
INVENTARI

Libro degli inventari: CONTENUTO


Deve redigersi all’inizio dell’attività ed alla fine di ogni esercizio
amministrativo, e deve contenere:
a) l’indicazione delle attività e delle passività relative
all’impresa;
b) l’indicazione e la valutazione delle attività e delle passività
dell’imprenditore estranee all’impresa;
c) il bilancio.
Libro degli inventari: modalità di tenuta

A seguito dell’entrata in vigore dell’art. 8 della legge


n. 383/2001 anche per il libro degli inventari è stato
soppresso l’obbligo della vidimazione iniziale, fermo
restando che deve essere numerato progressivamente
e che vi deve essere applicata una marca da euro 20,
66 (ridotta a euro 11, 00 per le società di capitali)
ogni 100 pagine o frazione. Anche il libro degli
inventari è tenuto secondo le norme dell’art. 2219.
Libro degli inventari: termini di registrazione,
stampa e conservazione
L’inventario (art. 2217 c. c.), deve essere trascritto
nell’apposito libro e sottoscritto dall’imprenditore (o dal
presidente del Consiglio di Amministrazione) entro 3 mesi dal
termine di presentazione della dichiarazione dei redditi ai fini
delle imposte dirette.

Attualmente, cadendo questo termine (8 mesi dalla chiusura del


periodo d’imposta) per i soggetti con esercizio coincidente con
l’anno solare, l’inventario relativo al periodo 1°genn 2000-31
dicembre 2000 deve essere trascritto e firmato entro il 31
gennaio 2002.
Registro IVA acquisti

Registro IVA vendite

Fiscali Registro IVA corrispettivi

Registro cespiti ammortizzabili

Registro magazzino
Registro cespiti ammortizzabili

La sua funzione è duplice:


Individuare analiticamente i beni di proprietà
costituenti immobilizzazioni soggette e
deprezzamento.

Fornire per ogni singolo bene tutti i dati relativi al


processo di ammortamento (ad es. accantonamento
nell’anno, residuo da ammortizzare)
Registro cespiti ammortizzabili: modalità di tenuta

Con l’entrata in vigore della legge n. 383/ 2001,


anche il registro dei beni ammortizzabili non è
più soggetto a preventiva vidimazione. Può
quindi essere tenuto anche su fogli mobili
singolarmente intestati al soggetto a cui si
riferisce.
Registro cespiti ammortizzabili: contenuto
Il registro elenca singolarmente i beni strumentali.

L’art. 16 del D.P.R. n. 600/1973 precisare che mentre i beni


mobili e immobili registrati in pubblici registri devono essere
inseriti singolarmente, per gli altri è ammesso un
raggruppamento per anno di acquisizione e coefficiente di
ammortamento (quindi di tipologia).
A prescindere da questa distinzione, occorre riportare (ad
esempio):
• L’anno di acquisizione,
• Il costo originario del bene (costo storico),
• Le rivalutazioni e le svalutazioni,
• La quota annua di ammortamento
Registro cespiti ammortizzabili: contenuto

I beni oggetto di rilevazione, registrati singolarmente


oppure secondo raggruppamenti, sono:
• Le merci destinate alla vendita,
• I semilavorati (esclusi i prodotti in corso di
lavorazione),
• Le materie prime o altri beni da incorporare in
prodotti finiti,
• Gli imballaggi usati per confezionare i singoli
prodotti
Registro IVA vendite ( o registro fatture emesse)
Tale registro non è tipico solo della contabilità ordinaria, in
quanto l’obbligo di tenuta è generalizzato a tutti i soggetti
esercenti attività d’impresa, arti e professioni, ad eccezione di:
• nuove iniziative ex art. 13 legge 23 dicembre 2000, n. 388;
• attività marginali ex art. 14 legge n. 388/2000;
• attività di agricoltura e pesca ammesse al regime speciale
previsto dall’art. 34 del D.P.R. n. 633/ 1972;
• Soggetti in regime di esonero dagli adempimenti contabili ex
art. 36- bis del D.P.R. n. 633/ 1972;
• Commercianti al minuto o assimilati;
• Esercenti operanti nel settore degli intrattenumenti ex art. 74,
comma 6, D.P.R. n. 633/1972
Per ciascuna fattura emessa devono essere riportati:
• Il numero progressivo della fattura,
• La data di emissione,
• L’ammontare imponibile dell’operazione e
l’ammontare dell’imposta imponibile per aliquota
applicata,
• La ditta, la denominazione, o ragione sociale del
cessionario del bene o del committente del servizio.
Registro IVA corrispettivi
Tale registro è relativo alle operazioni di vendita compiute dai
commercianti al dettaglio e altri soggetti indicati nell’art. 22
del D.P.R. n. 633/1972, che operano principalmente con il
consumatore finale. Devono essere annotati, relativamente alle
operazioni effettuate in ciascun giorno:
• l’ammontare complessivo dei corrispettivi delle operazioni
imponibili e delle relative imposte, distinte per le aliquote
applicabili;
• l’ammontare globale dei corrispettivi delle operazioni non
imponibili di cui all’art. 21, comma 6, D.P.R. n. 633/1972;
• l’ammontare globale dei corrispettivi relativi alle operazioni di
cui all’art. 38- quater del D. P.R. n. 633/1972
Registro IVA acquisti

Come per il registro delle fatture emesse, il presente


registro non è tipico della contabilità ordinaria, ma è
tenuto dai soggetti esercenti attività d’impresa, arti o
professioni con le eccezioni già indicate.

La sua finalità è quella di riepilogare le operazioni


passive (di acquisto di beni e servizi)
Registro IVA acquisti: contenuto

Nel registro devono essere riportate (art. 25 del D.P.R. n.


633/1972), dopo averle numerate progressivamente:
• Le fatture;
• Le bollette doganali relativi ad acquisti di beni e servizi
effettuati nell’esercizio dell’attività di impresa, arti o
professioni.
Dalle registrazioni deve risultare:
• la data della fattura,
• il num. progressivo attribuito alla stessa,
• la ditta, denominazione o ragione sociale del cedente del
bene o prestatore del servizio,
• L’ammontare dell’imponibile e dell’imposta distinto per
aliquota
Registro magazzino: modalità di tenuta
Sono tenuti alla registrazione della contabilità di magazzino i
soggetti che, secondo quanto disposto dall’art. 1, comma 1,
D.P.R. n. 695/1996, abbiano superato per due esercizi
successivi i seguenti limiti:
• Ricavi per euro 5.164.569;
• Rimanenze finali per 1.032.914 euro.
L’obbligo entra in vigore a partire dal secondo esercizio in cui si
sono verificate le condizioni di cui sopra.
L’obbligo della scritture di magazzino cessa se per due periodi
d’imposta consecutivi il soggetto non supera uno (o due) dei
predetti limiti, in tal caso l’obbligo cessa dal primo esercizio
successivo.
Registro magazzino:contenuto
I beni oggetto di rilevazione possono essere registrati
singolarmente o secondo raggruppamenti analoghi a quelli
riportati nell’inventario e sono:
• merci destinate alla vendita,
• semilavorati (esclusi i prodotti in corso di lavorazione) se
classificati distintamente in inventario,
• prodotti finiti,
• materie prime o altri beni destinati ad essere fisicamente
incorporati in prodotti finiti,
• imballaggi usati per il confezionamento dei singoli prodotti.
Registro magazzino:contenuto
Possono essere omesse le scritturazioni relative ai movimenti dei
singoli beni o categorie di beni il cui costo complessivo di
acquisto non eccede il 20% di quello sostenuto nel periodo
d’imposta precedente.

Sono invece esclusi:


• I titoli azionari, obbligazioni e simili,
• I materiali per la manutenzione, pulizia, pubblicità, cancelleria
e simili,
• Pezzi di ricambio purchè non costituiscano beni che diano
luogo ai corrispettivi di cui all’art. 85 del D.P.R. n. 917/1986,
che definisce i ricavi ai fini delle determinazioni delle imposte
sui redditi.
Registro magazzino: termini di registrazione e
conservazione

Le annotazioni possono essere giornaliere o


periodicamente riepilogative delle movimentazioni
avvenute in un intervallo non superiore al mese. Il
termine per effettuare le predette annotazioni
(giornaliere o periodiche) è fissato in 60 giorni, a
norma dell’art. 22 del citato D.P.R. n. 600/1973.
I termini di conservazione sono indicati dalla normative
civilistica in 10 anni, salvo che secondo il disposto
fiscale non debbano ulteriormente conservati per
accertamento.

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