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ART 2082→ definizione generale di imprenditore→ “E’ imprenditore chi esercita professionalmente
un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”
• Si ricava che l’impresa è attività (serie coordinata di atti) produttiva di nuova ricchezza. È irrilevante
la natura dei beni o dei servizi prodotti o scambiati e il tipo di bisogno che soddisfano. NON è
impresa l’attività di mero godimento (proprietario di immobili che concede in locazione non è
imprenditore) ma lo è solo se, insieme al godimento di beni preesistenti, dia luogo alla produzione
di nuovi beni o servizi.
• NON è necessario che l’attività organizzativa dell’imprenditore si concretizzi nella creazione di un
apparato aziendale composto di beni mobili e immobili ma ci deve essere un minimo di
organizzazione di lavoro altrui o di capitale per avere imprese, sia pure piccola (se no si tratta di
lavoro autonomo e non imprenditoriale)
• Lo scopo di lucro non rientra tra i requisiti essenziali dell’attività di impresa. È sufficiente che
l’attività produttiva sia condotta con metodo economico (modalità che consentono almeno la
copertura dei costi con i ricavi)
• Per professionalità si intende l’esercizio abituale e non occasionale di un’attività produttiva. NON
richiede l’esercizio continuato e senza interruzioni (es. attività stagionali) o che l’attività di impresa
sia l’unica o principale attività. Si può avere anche quando si compie un unico affare se questo
comporta operazioni molteplici (es. costruttore di un singolo edificio)
Disciplina si differenzia a seconda del tipo di impresa/imprenditore. Vengono distinti in base a 3 criteri:
1. Oggetto dell’impresa: imprenditore agricolo e commerciale
a. Imprenditore agricolo è esonerato dall’iscrizione nel registro delle imprese, dalla tenuta
delle scritture contabili, dall’assoggettamento della liquidazione giudiziale e gode di una
serie di agevolazioni e incentivi. ART 2135→ definizione di imprenditore agricolo→ “E’
imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo,
selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse”
i. Le attività agricole essenziali (coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di
animali) sono da considerare tali anche se realizzate con metodi che prescindono
dallo sfruttamento della terra e dei suoi prodotti (es. allevamenti in batteria)
ii. Le attività agricole per connessione sono quelle dirette alla manipolazione,
conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti
ottenuti prevalentemente da una attività agricola essenziale o quelle dirette alla
fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzo prevalente di attrezzature o risorse
normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata (comprese quelle di
valorizzazione del territorio e le attività agrituristiche)→ si segue il criterio della
prevalenza: è sufficiente che le attività connesse non prevalgano per rilievo
economico sull’attività agricola essenziale
b. Imprenditore commerciale è chi esercita una o più delle seguenti categorie di attività
elencate nell’ART 2195: attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi, attività
intermediaria nella circolazione di beni, attività di trasporto, attività bancaria o assicurativa
e altre attività ausiliarie delle precedenti (es. imprese di agenzia, di mediazione, …)→ viene
considerata commerciale ogni impresa che non sia qualificabile come agricola
2. Dimensione dell’impresa: imprenditore piccolo o medio-grande
a. Piccolo imprenditore→ definizione ART 2083→ “Sono piccoli imprenditori i coltivatori
diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività
professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della
famiglia”. Perciò, è necessario che: l’imprenditore presti il proprio lavoro nell’impresa e che
il suo lavoro e quello degli eventuali familiari che collaborano sia prevalente (in senso
qualitativo-funzionale) sia rispetto al lavoro altrui sia rispetto al capitale.
La disciplina delle procedure concorsuali non definisce il piccolo imprenditore ma individua
alcuni parametri/requisiti dimensionali dell’impresa al di sotto dei quali l’imprenditore è
esonerato dalla liquidazione giudiziale.
i. Imprenditori artigianali→ annoverati fra i piccoli imprenditori (vale il criterio di
prevalenza)
ii. Impresa familiare→ si intende l’impresa in cui collaborano (in modo continuato) i
membri della famiglia nucleare dell’imprenditore. NON va confusa con la piccola
impresa. Il legislatore prevede una tutela minima del lavoro familiare nell’impresa
riconoscendo a questi diritti patrimoniali (mantenimento, partecipazione agli utili,
diritto sui beni acquistati con gli utili) e amministrativi. Rimane comunque il fatto
che i beni aziendali rimangono di proprietà dell’imprenditore, i diritti patrimoniali
sono diritti di credito e la gestione ordinaria è competenza esclusiva
dell’imprenditore. Infine, gli effetti degli atti posti in essere nell’esercizio
dell’impresa sono imputabili solo all’imprenditore
3. Natura del soggetto che esercita l’impresa: impresa individuale o pubblica
Tutti gli imprenditori sono soggetti a uno statuto generale dell’imprenditore (disciplina comune) che
comprende la disciplina della concorrenza e dei consorzi e parte della disciplina dell’azienda. L’imprenditore
commerciale non piccolo è assoggettato anche allo statuto dell’imprenditore commerciale che comprende:
iscrizione nel registro delle imprese, disciplina della rappresentanza commerciale, scritture contabili,
liquidazione giudiziale, …
I liberi professionisti (avvocati, commercialisti, notai, …) NON sono considerati imprenditori dalla disciplina,
a meno che l’esercizio della professione costituisca elemento di un’attività organizzata in forma di impresa
(es. medico che gestisce una clinica privata)→ esonerati dallo statuto dell’imprenditore ma assoggettati a
quello delle professioni intellettuali: divieto d’esercizio per i non iscritti agli albi professionali, esecuzione
personale della prestazione, …
Normativa riferita ai soli imprenditori commerciali:
• Pubblicità legale→ il registro delle imprese è lo strumento di pubblicità legale delle imprese
commerciali non piccole previsto dal Codice civile. Permette di rendere le informazioni su fatti e
situazioni delle imprese accessibili a terzi interessati (pubblicità notizia) ma soprattutto di renderle
opponibili a terzi (conoscibilità legale). Il registro delle imprese è divenuto operante nel 1997
ponendo fine al regime transitorio (imperniato sull’iscrizione nei registri di cancelleria e
sull’esonero dall’iscrizione degli imprenditori commerciali individuali). Rispetto al passato sono
state introdotte delle novità: iscrizione estesa anche agli imprenditori agricoli, piccoli imprenditori e
società semplici, tenuta del registro affidata alle Camere di commercio di ogni provincia (e non più
dai tribunali). Entro trenta giorni dall'inizio dell'impresa l'imprenditore che esercita un'attività
commerciale deve chiedere l'iscrizione all'ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione
stabilisce la sede, indicando i cosiddetti fatti da iscrivere:
1) il cognome e il nome, il nome del padre (per evitare casi di omonimia), la cittadinanza;
2) la ditta;
3) l'oggetto dell'impresa;
4) la sede dell'impresa;
5) il cognome e il nome degli institori e procuratori
Il registro è articolato in:
o Sezione ordinaria→ sono iscritti gli imprenditori (non agricoli) per i quali l’iscrizione
produce effetti di pubblicità legale. Di norma, ha efficacia solo dichiarativa: i fatti iscritti
sono opponibili a terzi dal momento dell’iscrizione i quali non possono eccepire l’ignoranza
del fatto (tuttavia se l’imprenditore ha omesso la registrazione può provare che i terzi
abbiano comunque avuto conoscenza effettiva del fatto). L’iscrizione dell’atto costitutivo
delle società di capitali o cooperative ha anche efficacia costitutiva totale (sia fra le parti
che per i terzi) mentre ha efficacia costitutiva parziale (solo nei confronti dei terzi) la
deliberazione di riduzione di capitale. Infine, per le società in accomandita semplice e per le
società in nome collettivo, l’iscrizione è un presupposto per la piena applicazione di un
determinato regime giuridico (efficacia normativa)
o Sezione speciale→ sono iscritti gli imprenditori agricoli, piccoli imprenditori e tutti gli altri
imprenditori per i quali l’iscrizione produce effetti di pubblicità notizia. In questo caso
l’iscrizione consente di prendere conoscenza dell’atto iscritto ma non lo rende di per se
opponibile a terzi (si deve sempre provare l’effettiva conoscenza da parte degli stessi).
Tuttavia, il decreto legislativo del 2001 ha stabilito che anche per gli imprenditori agricoli,
piccoli imprenditori e società semplici, l’iscrizione nella sezione speciale ha effetti di
pubblicità legale.
• Scritture contabili→ documenti che contengono la rappresentazione, in termini quantitativi e/o
monetari, dei singoli atti d’impresa, della situazione del patrimonio e del risultato economico. Sono
obbligatorie per gli imprenditori commerciali (ad esclusione dei piccoli imprenditori) e anche per i
liberi professionisti. Libri contabili obbligatori da tenere per dieci ANNI (nel rispetto del principio
generale normativo):
o Libro giornale: devono essere indicate giorno per giorno le operazioni relative all’esercizio
dell’impresa
o Libro degli inventari: deve contenere l’indicazione e la valutazione delle attività e passività
dell’imprenditore, anche estranee all’impresa. Si chiude con il bilancio (dal quale devono
risultare con evidenza e verità la situazione patrimoniale e i risultati economici conseguiti) e
con il conto dei profitti e delle perdite
o Originali della corrispondenza commerciale (lettere, fatture e telegrammi) ricevuta e le
copie di quella spedita
L’imprenditore dovrà poi tenere tutte le altre scritture contabili richieste dalla natura e dalle
dimensioni dell’impresa e quelle previste dalla legislazione tributaria (es. libro mastro, libro cassa,
libro magazzino, …)
• Rappresentanza commerciale→ per la posizione rivestita nell’organizzazione aziendale, institori,
procuratori e commessi sono automaticamente investiti del potere di rappresentanza (con diversa
ampiezza di potere a seconda della figura) dell’imprenditore. L’imprenditore potrà modificare il
contenuto legale tipico del potere di rappresentanza legato a queste figure ma per farlo deve
iscrivere un atto specifico in cui ne elenca gli eventuali limiti.
o Institore→ colui preposto dal titolare all’esercizio dell’impresa o di una sede secondaria o
di un ramo particolare della stessa (è il direttore generale dell’impresa, di una filiale o di un
settore produttivo). Può compiere in nome dell’imprenditore tutti gli atti pertinenti
all’esercizio dell’impresa (tranne la vendita o l’affitto dell’azienda). L’institore deve inoltre
rendere palese al terzo con cui tratta la sua veste “rappresentante”
o Procuratore→ colui che in base ad un rapporto continuativo abbiano il potere di compiere
per l’imprenditore gli atti pertinenti all’esercizio dell’impresa pur non essendo preposti ad
esso. Non sono quindi posti a capo dell’impresa o di un ramo di questa e il loro potere
decisionale è circoscritto a un determinato settore operativo dell’impresa (es. direttore
degli acquisti, dirigente del personale)
o Commesso→ ausiliari subordinati cui sono affidate mansioni esecutive o materiali che li
pongono a contatto con i terzi. Possono compiere gli atti che ordinariamente comporta la
specie di operazioni di cui sono incaricati (NON possono esigere il prezzo delle merci delle
quali non facciano la consegna né concedere dilazioni o sconti, ecc…). Ovviamente spetta
all’imprenditore la scelta di ampliare o limitare tali poteri
ART 2555→ definizione generale di azienda→ “L’azienda è il complesso dei beni organizzati
dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”
All’interno di questi beni entrano in considerazione diversi asset che possono incidere sul valore
dell’azienda in modo determinante:
• I beni aziendali (materiali e immateriali)→ per essere considerati tali devono essere
destinati/impiegati nell’attività di impresa. L’azienda è infatti un insieme di beni eterogenei (non
necessariamente di proprietà dell’imprenditore) caratterizzato da unità funzionale (destinati a uno
specifico fine produttivo).
• Avviamento→ attitudine a consentire la realizzazione di un profitto (il rapporto di strumentalità e
complementarità fra i singoli elementi costitutivi dell’azienda fa sì che il complesso acquisti un
valore maggiore della somma dei singoli beni). Questo dipende da fattori:
o Oggettivi: insiti nel coordinamento esistente fra i diversi beni
o Soggettivi: dovuto all’abilità operativa dell’imprenditore
• Crediti/contratti
Forma del contratto di cessione d’azienda (contratti di trasferimento della proprietà o del godimento di
un’azienda commerciale, ovvero affitto o usufrutto):
➢ Devono essere registrati entro 30 giorni
➢ Devono essere provati per iscritto (non è possibile provare il trasferimento d’azienda con i
testimoni) salvo siano richieste forme particolari per il trasferimento di certi beni (es. beni
immobili→ richiesto l’atto pubblico) o per la natura del contratto (es. donazioni→ richiesto l’atto
pubblico)
L’alienazione dell’azienda produce ex lege effetti ulteriori:
▪ Divieto di concorrenza dell’alienante→ chi aliena un’azienda commerciale deve astenersi per
massimo 5 anni dall’iniziare una nuova impresa che possa, per l’oggetto, per l’ubicazione o altre
circostanze, sviare la clientela dall’azienda ceduta. L’obbligo di astensione può essere ampliato
dalle parti, purché non sia impedita ogni attività professionale e non vada oltre i 5 anni
▪ Contratti (disciplina si applica sia all’usufrutto che all’affitto)
o Non personali→ deroga alla disciplina comune: l’acquirente dell’azienda subentra nei
contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda stessa che non abbiano carattere personale. Il
terzo contraente è riconosciuto il diritto di recedere dal contratto entro 3 mesi e se sussiste
una giusta causa (il recesso non determina il ritorno del contratto in capo all’alienante ma
l’estinzione dello stesso)
o Personali→ seguono la disciplina comune: necessaria un’espressa pattuizione contrattuale
fra alienante e acquirente dell’azienda e consenso del contraente ceduto
▪ Crediti aziendali (disciplina si applica solo all’usufrutto)
o ha effetto verso terzi dalla data in cui il trasferimento è stato iscritto nel registro
o non occorre notifica o accettazione→ anche se nelle regole generali il creditore cedente
deve almeno comunicare al debitore della cessione (il quale deve comunque accettare)
o il debitore ceduto è liberato se paga in buona fede al cedente
▪ Debiti aziendali (disciplina NON si applica all’usufrutto e all’affitto)
o il cedente non è liberato dei debiti anteriori al trasferimento se non c’è il consenso dei
creditori→ al fine di evitare che la modificazione, quanto meno qualitativa, del patrimonio
dell’alienante pregiudichi le aspettative di soddisfacimento dei creditori
o a garanzia del creditore che non abbia acconsentito precedentemente alla cessione del
debito→ se l’azienda è commerciale, l’acquirente risponde in solido con il cedente dei
debiti (obbligazione solidale, rispondono entrambi e il creditore può decidere a chi
chiedere la prestazione), purché risultino dalle scritture contabili
Marchio→ segno distintivo dei prodotti o dei servizi dell’impresa. È disciplinato dall’ordinamento
nazionale, comunitario e internazionale
- Funzione: identificazione e differenziazione dei prodotti similari esistenti sul mercato
Requisiti di validità (il cui difetto provoca la nullità del marchio):
• Liceità→ non deve contenere segni contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume
• Novità→ non deve causare confusione sull’origine, anche per associazione (nei casi in cui possano
anche solo indurre il consumatore a pensare che ci sia una licenza/collaborazione con determinati
marchi), con marchi o altri segni distintivi altrui, registrati o usati con notorietà generale per
prodotti simili. Non può essere simile a marchi rinomati altrui (anche se registrati per prodotti
diversi) o con segni notori altrui
o Tutele nei confronti di marchi rinomati (a prescindere dalla confusione provocata da
eventuali altri marchi simili) nei casi di danneggiamento dell’attrattività di tali marchi o di
indebito vantaggio di chi lo “sfrutta”
• Capacità Distintiva→ il marchio deve garantire una corrispondenza univoca tra prodotto e
imprenditore e quindi deve consentire l’individuazione dei prodotti contrassegnati fra tutti i
prodotti dello stesso genere immessi sul mercato. Non possono essere marchi quelli composti
esclusivamente da: denominazioni generiche del prodotto o la loro figura generica (es. scarpa, …),
indicazioni descrittive dei caratteri essenziali o segni di uso comune (es. super, extra, …).
o Fattore dinamico (si può acquistare o perdere a seconda di come viene utilizzato)
o Carattere distintivo è definito più o meno forte in base a questi elementi: qualità
intrinseche del marchio, quota di mercato dei prodotti, intensità, estensione geografica e
durata dell’uso, investimenti effettuati per promuoverlo e percentuale degli ambienti
interessati che identifica il prodotto come proveniente da un’impresa determinata grazie al
marchio (indagini demoscopiche)
• Verità→ è vietato inserire nel marchio segni idonei a ingannare il pubblico in particolare sulla
provenienza geografica, sulla natura o sulla qualità dei prodotti o servizi
• Uso di fatto: non è necessario registrare un marchio per avere protezione (vd. Concorrenza sleale)
anche se gode di tutela minore in confronto a quella per i marchi registrati
o Rapporto tra un marchio registrato e un marchio di fatto→ marchio registrato prevale a
meno che quello di fatto non abbia una notorietà nazionale (quella locale non basta)
o “Chi ha fatto uso di un marchio non registrato ha la facoltà di continuare a usarlo,
nonostante la registrazione da altri ottenuta, nei limiti in cui anteriormente se n’è avvalso”
Perdita del diritto:
• Volgarizzazione del marchio→ se per l’attività o inattività del suo titolare, il marchio è divenuto
denominazione abituale nel commercio di un prodotto o di un servizio per il quale è registrato (es.
cellofan era un marchio, ora indica qualsiasi pellicola trasparente)
o L’uso pur diffuso nel linguaggio corrente NON è sufficiente a determinare la decadenza:
occorre che il pubblico non percepisca più il termine come segno distintivo di un’unica
impresa (es. scotch, borotalco, …)
• Mancato o sospensione dell’utilizzo per 5 anni
• Illiceità sopravvenuta
Sanzioni→ inibitoria (rimozione immediata dal commercio), distruzione dei prodotti (se danneggiano
l’immagine del prodotto originale), risarcimento danni (se c’è dolo o colpa), sequestro (bloccare la merce
prima che questa venga messa in vendita)
Trasferimento del marchio→ il marchio è trasferibile sia a titolo definitivo sia a titolo temporaneo (la
cosiddetta licenza) per tutti o per parte dei prodotti per i quali è stato registrato. La circolazione del
marchio può essere concessa attraverso contratti di franchising (hanno come oggetto la
commercializzazione di prodotti identici a quelli del titolare del marchio) o anche di merchandising (titolare
del marchio ne consente l’utilizzazione per contraddistinguere prodotti del tutto diversi)
Tipologie di marchi:
1. Di fabbrica→ i beni che subiscono più fasi di lavorazione possono presentare più marchi di fabbrica
2. Di servizio→ utilizzato da imprese che producono servizi (in genere per uso pubblicitario)
3. Generale o speciale→ un marchio per tutti i prodotti o marchi diversi per prodotti diversi della
stessa impresa
4. Di forma→ deve consentire l’individuazione immediata del prodotto (es. penna BIC)
5. Di certificazione→ serve a contraddistinguere l’origine geografica, la natura o la qualità di
determinati prodotti e viene concesso in uso a produttori/commercianti che si impegnano a
rispettare nella loro attività le norme statutarie fissate dal titolare del marchio.
Collettivo→ registrato da enti pubblici per distinguere prodotti dei membri dell’associazione titolare da
quelli di altre imprese
Legge antitrust→ concorrenza come assetto di mercato e come valore da difendere. Necessità di
intervenire deriva da certe tendenze della realtà:
Monopoli Legali→ L’interesse generale può legittimare anche la radicale soppressione della libertà di
concorrenza in settori predeterminati dalla stessa Costituzione (es. servizi pubblici essenziali, fonti di
energia, …).
Chi opera in regime di monopolio ha l’obbligo di: contrattare con chiunque richieda le prestazioni e
rispettare la parità di trattamento fra i diversi richiedenti
Concorrenza Sleale→ la disciplina tutela gli imprenditori e i consumatori vietando agli imprenditori
concorrenti di servirsi di mezzi e tecniche non conformi ai principi della correttezza professionale.
Sanzioni:
1. Sanzioni inibitorie (ovvero quella principale)→ ha l’obbiettivo di far cessare qualsiasi
comportamento illecito (ordine di cessazione dell’illecito), ancora prima di prendere dei
provvedimenti a riguardo
2. Rimozione degli effetti
3. Risarcimento del danno→ se il comportamento illecito ha provocato un danno, questo deve essere
risarcito. Il danno, perché sia risarcibile, deve sussistere la colpa (assenza di volontà→ negli atti
della concorrenza sleale si presume la colpa) o il dolo (volontà di causare il danno)
4. Pubblicazione della sentenza
Presupposti: qualità di imprenditore e rapporto di concorrenza
I comportamenti che costituiscono atti di concorrenza sleale sono definiti dall’ART 2598:
• Atti di confusione
o Uso di nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con quelli altrui
o Imitazione servile dei prodotti di un concorrente (pedissequa riproduzione delle forme
esteriori dei prodotti altrui)
• Atti di denigrazione e appropriazione di pregi altrui→ entrambi gli atti falsano gli elementi di
valutazione del pubblico
• Atti con cui, direttamente o indirettamente, ci si avvale di ogni altro mezzo contrario alla
correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda. Esempi:
o pubblicità ingannevole
o storno di dipendenti
o violazione di segreti
o vendite sottocosto
o concorrenza parassitaria (sistematica imitazione delle altrui iniziative imprenditoriali)
o violazione di norme di diritto pubblico
Inizio attività d’impresa→ effettivo inizio non corrisponde all’iscrizione nel registro delle imprese ma si
considera attività d’impresa già dalla fase preliminare di organizzazione
Fine attività d’impresa→è necessario che tutti i rapporti relativi all’attività siano cessati e tutti i creditori
siano stati soddisfatti. Richiede la fase di liquidazione→ imprenditore cessa di continuare a esercitare la
propria attività e si liquida il patrimonio esistente cercando di ricavarne il corrispettivo economico più
elevato in modo tale da soddisfare tutti i creditori (se le risorse non sono sufficienti allora si verificherà il
fallimento). Conclusa la liquidazione con la redazione del bilancio finale di liquidazione, si procederà alla
cancellazione dal registro delle imprese
Imprenditore occulto→ impresa individuale ma società di fatto con un altro imprenditore occulto (deve
essere dimostrato) e una volta dimostrata l’esistenza di una società di imprenditori illimitatamente
responsabili, il fallimento determinerà quello di entrambi
Se l’imprenditore occulto non è configurabile come un socio di fatto ma c’è semplicemente
l’intervento da parte di una persona nell’attività di gestione di un'altra allora non risponde degli
eventuali obblighi
Contratto di associazione in partecipazione→ non crea una società tra l’imprenditore e un altro ma
consente a un soggetto di fornire un conferimento o svolgere una prestazione in cambio di una
partecipazione agli utili di impresa. Questo comporta il diritto da parte dell’associato a vedere la contabilità
d’impresa e vantaggi dal pov fiscale dell’imprenditore (non paga i contributi che avrebbe dovuto se avesse
assunto un normale dipendente). Associato partecipa alle perdite in misura uguale agli utili, salvo patto
contrario→ modo per mascherare un contratto di lavoro subordinato
CONSORZIO→ contratto fra più imprese che può assumere la forma di una società (“società consortile” che
segue la disciplina della forma societaria che assume) o di accordo tra più imprese per lo svolgimento in
comune di un’attività. È un contratto di durata (liberamente fissata dalle parti, in caso di silenzio vale per 10
anni). Il contratto, perché sia valido deve indicare l’oggetto del consorzio, gli obblighi assunti dai consorziati
e gli eventuali contributi in danaro da essi dovuti.
Rilevante per la disciplina è la distinzione tra:
• consorzi con attività interna→ l’attività svolta in comune non richiede la stipulazione di contratti
con terzi. Regolamentazione molto semplice, non vi è neanche la necessità di costituire un fondo
consortile (assenza di rapporti con i terzi)
• consorzi con attività esterna→ le parti prevedono l’istituzione di un ufficio comune destinato a
svolgere attività con i terzi; perciò, in questo caso, è necessario dotare il consorzio di autonomia
patrimoniale attraverso la costituzione del fondo consortile (costituito dai contributi dei consorziati
e dai beni acquistati con tali contributi) e iscrivere l’atto costitutivo nel registro delle imprese. Per la
durata del consorzio i consorziati non possono chiedere la divisione del fondo e i creditori
particolari dei consorziati non possono far valere i loro diritti sul fondo medesimo. Inoltre:
o per le obbligazioni assunte in nome del consorzio dalle persone che ne hanno la
rappresentanza, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile
o per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio per conto dei singoli consorziati
rispondono questi ultimi solidamente con il fondo consortile (in caso di insolvenza nei
rapporti tra i consorziati il debito dell’insolvente si ripartisce tra tutti in proporzione delle
quote)
LE SOCIETA’
ART 2247→ definizione del contratto di società→ “con il contratto di società due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli
utili”
Contratto associativo→ apparentemente non ci sono posizioni contrapposte (a differenza ad es.
per il contratto di compravendita o locazione), ma i soci hanno lo stesso obiettivo. Necessario,
comunque, l’equilibrio tra i poteri della maggioranza e della minoranza per evitare degli abusi
SOCIETA’ DI PERSONE
1. SOCIETÀ SEMPLICE→ può esercitare solo attività non commerciale. Non è soggetto a forme speciali
anche se diversamente da quanto stabiliva il codice nel 1942 è prevista l’iscrizione nel registro
2. SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO→ tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le
obbligazioni sociali. L’atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico o per scrittura privata
autenticata. L’iscrizione al registro è condizione di regolarità della società ma non è condizione di
esistenza: snc regolare (iscritta al registro e disciplinata integralmente dalle norme della snc) e snc
irregolare (società di fatto, se le parti non hanno redatto l’atto costitutivo, o società irregolare in
senso proprio, se non è stato registrato l’atto costitutivo).
3. SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE
Il contratto di società si può perfezionare anche per fatti concludenti→ società di fatto (regolata dalle
norme della società semplice se l’attività esercitata non è commerciale o regolata dalle norme della
collettiva irregolare se l’attività è commerciale con la conseguenza che tutti i soci risponderanno
personalmente e illimitatamente alle obbligazioni sociali). La società di fatto è esposta alla liquidazione
giudiziale che determina automaticamente la liquidazione giudiziale di tutti i soci, anche quelli occulti→
soci la cui esistenza è successivamente scoperta (prova dell’esistenza può basarsi su conferimenti, gestione
comune, …)
Società occulta→ società costituita con l’espressa e concorde volontà dei soci di non rivelarne l’esistenza
all’esterno (può risultare da una società di fatto ma anche da un atto scritto tenuto segreto dai soci). Lo
scopo è quello di limitare la responsabilità nei confronti dei terzi al patrimonio del solo gestore. Tuttavia,
una volta aperta la liquidazione giudiziale nei confronti di un imprenditore individuale , la procedura
concorsuale viene estesa alla società e agli altri soci occulti, una volta acquisita la prova di esistenza.
Conferimenti→ con la costituzione della società, il socio assume l’obbligo di effettuare i conferimenti
determinati nel contratto sociale. Con il conferimento, ciascun socio destina stabilmente (per la durata
della società) parte della propria ricchezza personale all’attività comune e si espone al rischio di impresa.
Possono consistere in denaro, beni in natura (trasferiti in proprietà o godimento) o prestazioni di attività
lavorativa sia manuale sia intellettuale. Vi è l’obbligo di effettuarli nella misura indicata nel contratto sociale
(se nulla è stabilito, si presumono uguali fra i soci).
Può essere conferita ogni entità suscettibile di valutazione economica: denaro, beni in natura (in proprietà
o godimento), crediti e attività lavorativa (socio d’opera).
I conferimenti dei soci formano il patrimonio iniziale della società (diverso dal capitale sociale che
corrisponde al valore in denaro dei conferimenti). L’atto costitutivo deve indicare non solo i
conferimenti ma anche il valore e il modo di valutazione deciso dalle parti.
Gli amministratori non possono rimborsare ai soci i conferimenti o liberarli dall’obbligo di ulteriori
versamenti in assenza di una specifica deliberazione di riduzione del capitale sociale. Questa
operazione potrebbe pregiudicare i creditori sociali, che possono opporsi alla riduzione entro 3 mesi.
Nonostante ciò, il tribunale può concedere comunque la riduzione a patto che la società fornisca
garanzie idonee ai creditori.
Tutti i soci hanno diritto di partecipare agli utili e alle perdite. Se l’atto costitutivo non dispone nulla a
riguardo: gli utili e le perdite sono proporzionali ai conferimenti (se non è stato determinato neanche il
valore dei conferimenti allora le parti si presumono uguali).
Il diritto agli utili si ha una volta approvato il rendiconto (il motivo risiede nel fatto che la maggioranza dei
soci potrebbe deliberare legittimamente il reinvestimento degli utili nella società)
Unico limite imposto→ divieto del patto leonino: è nullo il patto con il quale un socio è escluso da ogni
partecipazione agli utili o alle perdite.
Responsabilità illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni sociali è inderogabile.
I nuovi soci rispondono con gli altri soci per le obbligazioni sociali anteriori all’acquisto di qualità di socio.
Gli ex soci rimangono responsabili per le obbligazioni sociali anteriori al verificarsi dello scioglimento del
rapporto sociale (scioglimento deve essere portato a conoscenza di terzi per essere efficace).
Beneficio di escussione→ i soci sono responsabili in via sussidiaria rispetto alla società: creditori sono tenuti
a tentare di soddisfarsi sul patrimonio della società prima di aggredire quello personale dei soci.
Nelle società semplici e irregolari il beneficio di escussione opera in via di eccezione: il creditore sociale si
può rivolgere direttamente al singolo socio e sarà questo a dover indicare i beni sui quali il creditore possa
agevolmente soddisfarsi.
Nelle snc regolari invece opera in via automatica
Creditori personali dei soci→ il patrimonio della società è intangibile da parte dei creditori e obbligazioni
personali dei soci.
- Nelle snc regolari→ NON possono mai chiedere la liquidazione anticipata della quota del socio (viene
tutelato l’interesse degli altri soci). Se vi è proroga espressa e iscritta nel registro imprese della durata della
società, il creditore può fare opposizione entro 3 mesi
o società è un contratto e in quanto tale può essere determinato o indeterminato. Se un
contratto non ha una scadenza prefissata le parti possono recedere con un congruo
preavviso, così come succede nelle società a tempo indeterminato (i soci che hanno diritto
a recedere devono ricevere la liquidazione della quota)→ per questo motivo è pericoloso
avere un contratto di società a tempo indeterminato. Se la società invece arriva a scadenza
può scegliere di: prorogarla con un nuovo atto costitutivo alle stesse o diverse condizioni
iniziali o continuare a operare senza proroga espressa come società irregolare (e in quel
caso vale la disciplina del creditore personale delle società semplici e irregolari)
- Nelle società semplici o irregolari→ può chiedere la liquidazione della quota se gli altri beni sono
insufficienti (in tutto o in parte) a soddisfare il credito (interesse del creditore ritenuto prevalente rispetto a
quello della società)
Amministrazione→ Tutti i soci sono per definizione anche amministratori (soci con potere di gestione),
anche se ogni socio può scegliere di rinunciare alla qualità di amministratore. Tre tipologie (si adotta la
prima salvo patto contrario nell’atto costitutivo):
1. Amministrazione disgiuntiva→ tutti gli amministratori possono intraprendere da soli tutte le
operazioni che rientrano nell’oggetto sociale senza bisogno del consenso o di informare
preventivamente gli altri amministratori. Hanno anche il potere di firma (possono compiere atti in
nome e per conto della società, obbligando la società)→ vantaggio: rapidità
a. Diritto di opposizione preventiva da parte di ciascun socio→ la fondatezza dell’opposizione
è decisa dalla maggioranza dei soci (in base alle quote di partecipazione agli utili)
2. Amministrazione congiuntiva→ si prendono congiuntamente le decisioni all’unanimità o a
maggioranza (in base alle quote di partecipazione agli utili) ma è sempre necessario che tutti i soci
siano posti nella condizione di parteciparvi
3. Amministrazione mista→ per certe operazioni prevista quella congiunta per altre quella disgiunta
Revoca della facoltà di amministrare→ ciascun socio può chiedere in giudizio la revoca per giusta causa ma
la disciplina che si applica dipende dal tipo di nomina dell’amministratore (nell’atto costitutivo o con atto
separato):
- nomina con il contratto sociale→ non ha effetto in assenza di giusta causa (colpa grave o dolo)
- nomina con atto separato→ è revocabile liberamente (in mancanza di giusta causa l’amministratore non
dovrà risarcire il danno e continuerà a essere pagato fino alla scadenza del contratto di amm.). Se però è
stato stabilito che il mandato è irrevocabile, occorre giusta causa, salvo risarcimento del danno.
Diritti e obblighi degli amministratori:
1. Devono agire con la diligenza del buon padre di famiglia (ovvero del mandatario)
2. Devono tenere le scritture contabili, redigere il bilancio e provvedere alle iscrizioni nel registro
3. Sono solidamente responsabili verso la società per gli obblighi di legge o del contratto sociale, salvo
che provino di aver agito senza colpa o dolo
I soci non amministratori hanno diritto ad avere notizia dello svolgimento degli affari sociali, di consultare i
documenti relativi alla gestione e di avere il rendiconto
Divieto di concorrenza→ tutti i soci (amministratori e non) hanno l’obbligo di non esercitare per conto
proprio o altrui un’attività concorrente con quella della società e di non partecipare come socio
illimitatamente responsabile ad altra società concorrente. Conseguenze: provvedimento inibitorio,
risarcimento dei danni e consente agli altri soci di escluderlo. Tuttavia, il consenso da parte degli altri soci si
presume se la situazione concorrenziale preesisteva al contratto sociale e gli altri soci ne erano a
conoscenza.
Modificazioni dell’atto costitutivo→ contratto sociale può essere modificato all’unanimità, a meno che
non sia convenuto diversamente (es. maggioranza). Fra le modificazioni rientra il trasferimento della quota
sociale tra vivi o per causa di morte.
Scioglimento del singolo rapporto sociale→ il singolo socio può cessare di far parte della società ma
questo non determina in alcun caso lo scioglimento della società. Il principio di conservazione opera anche
quando resta un solo socio: il socio superstite ha 6 mesi per decidere se associare a sé altre persone e
continuare la società o provi fine. Questo può avvenire per:
• Morte→ soci superstiti sono per legge obbligati a liquidare la quota del socio defunto ai suoi eredi
entro 6 mesi e non sono tenuti a subire il subingresso in società degli eredi del defunto
(eventualmente sarebbe necessario il consenso unanime dei soci e degli eredi).
• Recesso→ scioglimento del rapporto sociale per volontà del socio. Se la società è a tempo
indeterminato (o contratta per tutta la vita di uno dei soci) può recedere liberamente con un
preavviso di 3 mesi. Se la società è a tempo determinato il recesso è ammesso solo per giusta causa
• Esclusione→ deliberata dalla maggioranza per teste (nel caso di due soci la decisione spetta al
tribunale che può sospendere gli effetti dell’esclusione) e il socio ha 30 giorni per fare opposizione
al tribunale. Può avvenire:
o Di diritto (casi stabiliti dalla legge): nel caso in cui sia aperta la liquidazione giudiziale nei
confronti del socio o nel caso in cui il creditore personale del socio abbia ottenuto la
liquidazione della sua quota
o In via facoltativa (decisione degli altri soci): per interdizione, inabilitazione, gravi
inadempienze o sopravvenuta impossibilità di esecuzione del conferimento
Liquidazione della quota→ valore della quota che spetta si soci in fase di liquidazione o in caso di recesso è
determinato in base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento del
rapporto (tenendo conto anche dell’esito di eventuali operazioni ancora in corso). Il pagamento deve
essere effettuato entro 6 mesi. Il patrimonio sociale verrà diminuito del valore della quota liquidata. Se la
società non ha una liquidità sufficiente, saranno i soci, con il loro patrimonio, a rispondere della
liquidazione della quota (il socio che ha diritto alla liquidazione della quota è considerato come un creditore
della società)
Scioglimento della società→ cause di scioglimento della società semplice e della collettiva sono: decorso
del termine fissato nell’atto, conseguimento dell’oggetto sociale o sopravvenuta impossibilità nel
conseguirlo, volontà dei soci, …
Verificatasi una di queste cause la società entra automaticamente in stato di liquidazione→ procedimento
di liquidazione segue diverse fasi prima che la società si consideri estinta:
1. Nomina da parte dei soci di uno o più liquidatori (possono essere revocati per volontà di tutti i soci
o dal tribunale per giusta causa su domanda di uno o più soci) che prendono il posto degli amm. Il
potere degli amministratori è limitato agli affari urgenti (se queste evitano una perdita o
forniscono un profitto)
2. Amministratori e liquidatori devono redigere insieme l’inventario, in modo che siano fissate le
eventuali responsabilità degli amministratori per la gestione di loro competenza
3. Liquidatori hanno il compito di convertire in danaro, pagamento dei creditori e ripartizione tra i
soci dell’eventuale residuo attivo. Tuttavia, non possono intraprendere nuove operazioni (se
violano tale divieto essi rispondono personalmente per gli affari intrapresi) e non possono ripartire
tra i soci i beni sociali finché i creditori sociali non siano stati pagati o non siano state accantonate
le somme necessarie per pagarli.
a. revoca dei liquidatori→ segue gli stessi principi dell’esclusione del socio o della revoca
dell’amm.
i. per giusta causa, decisione del tribunale su istanza anche di un solo socio
ii. senza giusta causa per volontà di tutti i soci
4. Solo per le snc è prevista la redazione del bilancio finale di liquidazione (rendiconto della gestione
dei liquidatori) e il piano di riparto (proposta di divisione fra i soci dell’attivo residuo). Con
l’approvazione del bilancio dai soci, i liquidatori devono chiedere la cancellazione della società dal
registro delle imprese e la società risulta così estinta (anche in presenza di creditori sociali non
soddisfatti)
a. I creditori insoddisfatti non sono senza tutela: possono agire nei confronti dei soci (o dei
liquidatori se il mancato pagamento è imputabile a loro) che restano illimitatamente
responsabili entro 1 anno dalla cancellazione della società.
Per l’atto costitutivo dovrà indicare quali sono i soci accomandatari e quali gli accomandanti. Anche l’atto
costitutivo della sas è soggetto all’iscrizione nel registro delle imprese.
La ragione sociale, a differenza delle snc, deve essere formata con il nome di almeno uno dei soci
accomandatari e con l’indicazione del tipo sociale. L’accomandante che consente che il suo nome venga
indicato nella ragione sociale risponde di fronte ai terzi illimitatamente con i soci accomandatari per le
obbligazioni sociali (senza diventare di fatto un socio accomandatario, quindi rimanendo escluso dalla
gestione della società)
Accomandita irregolare→ società in accomandita non iscritta nel registro delle imprese. Si
applicano le disposizioni della snc irregolare, anche in tema di rappresentanza. Tuttavia, gli
accomandanti rispondono solo nei limiti della loro quota, salvo che abbiano partecipato alle
operazioni sociali
Scioglimento della società→ oltre alle cause previste per la snc, la sas si scioglie anche quando restano solo
soci accomandanti o solo soci accomandatari, salvo che entro 6 mesi sia reintegrata la categoria mancante.
Nei 6 mesi, se restano solo accomandanti, questi nominano fra loro un amministratore provvisorio per gli
atti di ordinaria amministrazione, che non diventa accomandatario.
La liquidazione e l’estinzione della società sono disciplinate come per le snc→ creditori rimasti insoddisfatti
possono agire anche nei confronti degli accomandanti, limitatamente alla quota a loro liquidata
SOCIETÀ DI CAPITALI
1. SOCIETÀ PER AZIONI
2. SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA
3. SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI
La prima disciplina riguardo alle spa è stata formulata nel 1942→ è stata modificata significativamente solo
con la grande riforma del 2003 che si basava su 2 principi fondamentali:
• Massima semplificazione legislativa
• Riconoscimento della più ampia autonomia statutaria
Costituzione di una spa→ si articola in 2 fasi:
1. Stipula dell’atto costitutivo→ può avvenire secondo 2 procedimenti:
a. Stipula simultanea: atto costitutivo stipulato immediatamente da coloro che assumono
l’iniziativa per la costituzione della società (cd soci fondatori) i quali prevedono
contestualmente all’integrale sottoscrizione del capitale sociale iniziale
b. Stipula per pubblica sottoscrizione→ stipula dell’atto costitutivo solo dopo la raccolta fra il
pubblico del capitale iniziale sulla base di un programma predisposto dai soci fondatori
(processo complesso e per questo poco utilizzato)
2. Iscrizione dell’atto costitutivo nel registro delle imprese→ tramite la quale la spa acquista
personalità giuridica e viene ad esistenza (non sono previste società per azioni irregolari)
a. Il notaio che ha ricevuto l’atto costitutivo deve depositarlo entro 10 giorni presso l’ufficio
del registro delle imprese. Se il notaio non provvede, l’obbligo ricade sugli amm nominati
nell’atto. Nell’inerzia di entrambi (punibile con sanzioni amministrative pecuniarie), ogni
socio può provvedervi a spese della società. In caso di rifiuto del notaio si può fare ricorso
al processo di omologazione (solo in via residuale).
b. Il notaio ha un controllo di legalità (formale e sostanziale) dell’atto costitutivo→ verificare
che nell’atto costitutivo non vi siano norme illecite, ovvero contrarie a norme imperative
all’ordine pubblico e al buon costume. Nel caso in cui vi siano deve astenersi dal deposito e
dall’iscrizione dell’atto (in caso non lo faccia è soggetto a sanzioni amministrative).
Atto costitutivo
• Forma: può avere sia forma contrattuale quando vi sono più soci fondatori sia forma dell’atto
unilaterale nel caso di un unico socio fondatore ma in entrambi i casi deve essere redatto per atto
pubblico (ovvero redatto da un pubblico ufficiale come il notaio) pena la nullità
• Contenuto: l’art 2328 del cc indica espressamente tutti gli elementi base che deve necessariamente
indicare un atto costitutivo di una spa al fine della sua efficacia (es. generalità dei soci/socio
fondatore, denominazione della società, sede della società, ovvero la sede degli uffici direttivi e del
consiglio di amm, ammontare del capitale sottoscritto e versato, sistema di governance utilizzato,
nomi dei primi sindaci e amm, durata della società, …)
Statuto→ è parte integrante dell’atto costitutivo (sono elementi separati ma collegati: medesimo fine di
disciplinare una spa) in cui sono contenute le norme di funzionamento della società. Deve essere redatto
per atto pubblico, sia che statuto e atto costitutivo vengano considerati come documenti separati sia che le
norme dello statuto siano indicate all’interno dell’atto costitutivo. Gli articoli dello statuto sono più
importanti dell’atto costitutivo perché in caso di norme confliggenti (norme simili sia nell’atto costitutivo
che nello statuto) prevalgono sempre le norme dello statuto
Ulteriori condizioni per il perfezionamento del processo di costituzione della società→ controllare che il
capitale sia stato integralmente sottoscritto, controllare che siano state osservate tutte le norme relative ai
conferimenti e le eventuali ed ulteriori autorizzazioni necessarie per l’esercizio di determinate società.
Queste autorizzazioni vengono richieste per lo svolgimento di determinate attività (es. banche) e perciò
dipendono dall’oggetto sociale (ovvero quello che la società si pone l’obiettivo di fare).
Operazioni compiute prima dell’iscrizione (es. spese notarili e di registrazione)→ sono responsabili nei
confronti dei terzi coloro che hanno agito, sono responsabili anche i futuri soci che hanno autorizzato,
deciso o collaborato al compimento di un determinato atto.
Una volta perfezionato il procedimento di costituzione, la società resta automaticamente vincolata per le
operazioni necessarie per la sua costituzione (es. spese notarili) ed è libera di accollarsi o meno le
obbligazioni derivanti da operazioni non necessarie per la costituzione
Casi di nullità→ vizi o anomalie che non permettono l’operatività di una società nel mercato. Questo
discorso vale solo per le società iscritte nel registro (prima della registrazione vi è solo un contratto di
società che produce effetti solo tra le parti contraenti). I casi di nullità sono 3 (prima della riforma del 2003
erano 8):
1. Atto costitutivo non sia stato redatto nella forma di atto pubblico
2. Illiceità dell’oggetto sociale
3. Mancanza di ogni riferimento nell’atto costitutivo della denominazione, conferimenti, oggetto
sociale o capitale sociale
Caratteristiche:
- NON è retroattiva, cioè non travolge gli effetti degli atti compiuti in precedenza
- è sanabile
- è imprescrittibile
- può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse e può essere rilevata d’ufficio dal giudice
Al momento della sentenza dichiarativa di nullità emessa dal tribunale vengono nominati dei liquidatori per
sciogliere la società
Società per azioni unipersonale (ammesse dalla riforma del 2003)→ è necessario versare integralmente al
momento della costituzione l’intero ammontare del conferimento in denaro e fornire una più ampia
pubblicità possibile del fatto che si tratti di una spa unilaterale (indicazioni nella denominazione dell’atto
costitutivo e negli atti e nella corrispondenza della società). Se non vengono osservate queste regole,
l’unico socio non può godere della responsabilità limitata. Qualora il socio riesca a rimediare a queste
carenze comincia a godere del beneficio di responsabilità limitata (rimane resp. Illimitata per gli atti
compiuti quando ancora non era in regola)
Se una società passa da avere una pluralità di soci a essere una spa unilaterale, il legislatore
concede 90 giorni per mettersi in regola→ il socio rimasto da solo e i soci illegittimamente usciti
dalla società devono versare i conferimenti ancora dovuti
Rapporti contrattuali tra spa come persona giuridica e unico socio→ ogni op. deve essere iscritta e
indicata nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio d’amm e questi atti (contratti,
rilascio di garanzie, …) devono risultare sempre da atto scritto
Conferimenti→ disciplina ispirata a una duplice finalità: garantire l’effettiva acquisizione dei conferimenti
promessi e che il valore assegnato dai soci ai conferimenti sia veritiero
• Conferimenti in denaro→ se non è indicato nulla di diverso nell’atto costitutivo, i versamenti sono
sempre in denaro. I conferimenti in danaro devono essere versati (almeno il 25%) prima della
stipula dell’atto costitutivo e restano vincolati presso la banca fino al completamento del
procedimento di costituzione. Possono essere consegnati agli amm solo dopo che questi abbiano
provato l’avvenuta iscrizione nel registro. Se gli amm non iscrivono la società entro il termine di 90
giorni dalla stipula dell’atto, i sottoscrittori iniziali hanno il diritto di richiamare quanto versato e
l’atto costitutivo perde d’efficacia. Se si costituisce la società, gli amm sono liberi di chiedere in ogni
momento ai soci i versamenti ancora dovuti. Il socio in mora non può esercitare diritto di voto.
• Conferimenti in natura (crediti, beni immobili o tutto ciò che abbia una valutazione di carattere
economico)→ devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione. È necessario
allegare la “relazione di stima” di un perito designato dal tribunale all’atto costitutivo.
Gli amm. della società possono procedere alla revisione della stima dopo 180 giorni dalla
costituzione e se risulta che il valore effettivo del conferimento è nella realtà inferiore a 1/5
rispetto a quello dichiarato, le azioni cd “scoperte” vanno annullate e il capitale va ridotto in misura
corrispondente (il socio può comunque versare quanto necessario per coprire le azioni rimaste
scoperte)
Gli amm. possono decidere di seguire metodi alternativi per la valutazione dei conferimenti in
natura nei casi in cui:
- esiste già un valore medio stabilito nelle negoziazioni sul mercato regolamentato nei 6 mesi
precedenti la stipula dell’atto costitutivo (o aumento di capitale)
- esiste già un valore di scambio (“fair value”) iscritto in un bilancio precedente l’operazione
- si dispone già di una certificazione di valore rilasciata da un esperto nonostante questo non sia
stato designato dal tribunale
Gli amm. possono richiedere una nuova valutazione del conferimento qualora ritengano
inattendibile il valore ad esso attribuito entro 30 giorni dall’iscrizione della società
• Conferimenti di prestazione d’opera→ sono VIETATI ma sono ammesse le cd azioni con prestazioni
accessorie: assegnate a un soggetto che presterà alla spa solo la sua prestazione lavorativa. Sono
azioni sempre nominative e che non possono essere trasferite senza il consenso di tutti gli amm. Il
contenuto di queste azioni NON può essere modificato senza il consenso di TUTTI i soci (unico caso
in cui non si segue il principio maggioritario)
Acquisti pericolosi→ entro 2 anni dalla costituzione della società, se si verifica l’acquisto da parte della
società di beni propri di soci attuali/soci fondatori/amm con un valore pari o superiore a 1/10 del capitale
sociale è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea ordinaria (uno dei pochi casi in cui non viene richiesta
quella della assemblea straordinaria per questo genere di operazioni).
Patrimoni destinati→ disciplina speculare rispetto a quella delle spa unilaterali. Possono essere di 2 tipi:
1. Patrimoni destinati operativi→ si crea un patrimonio “separato” all’interno della società per la
realizzazione di un determinato progetto/affare di elevato rischio. Si costituisce attraverso una procedura
articolata: delibera verbalizzata per atto notarile e per forma scritta a maggioranza assoluta del consiglio di
amm con cui si stabilisce anche un limite economico (non si può vincolare al patrimonio destinato un valore
superiore del 10% del patrimonio netto). Va effettuata una rendicontazione contabile separata del
patrimonio destinato. È possibile autorizzare l’emissione di strumenti finanziari da parte del patrimonio
destinato stesso per ottenere ulteriori finanziamenti.
I creditori possono fare opposizione a questa operazione entro 60 giorni, dopo questo termine non possono
chiedere una soddisfazione con i beni del patrimonio destinato.
Quando l’affare per cui è stato costituito il patrimonio è stato realizzato o è divenuto impossibile, gli amm
devono redigere un rendiconto finale e eventuali creditori del patrimonio insoddisfatti possono chiedere la
liquidazione dei beni rimasti nel patrimonio.
2. Finanziamenti operativi→ contratti di finanziamento che intercorrono fra la società e terzi con cui viene
stabilito che il finanziamento del terzo alla società venga ripagato in tutto o in parte con i proventi
dell’affare per cui è stato richiesto.
È possibile separare questo tipo di operazione dal resto della società iscrivendo il contratto nel registro
delle imprese (indicando tutti i beni e strumenti vincolati al contratto) e tenendo una rendicontazione
separata.
- Pregi: procedura più semplice rispetto a quella dei patrimoni destinati operativi
- Difetti: nel caso di fallimento della società, il finanziamento operativo (in quanto contratto) viene trattato
e subordinato alla disciplina del negozio giudiziale
Azioni→ sono le parti del capitale sociale. Sono titoli di credito (a differenza delle obbligazioni che sono
titoli di debito) e le perdite sono potenzialmente illimitate (invece se si investe in obbligazioni il capitale è
sempre garantito)
Caratteristiche:
- Sono partecipazioni al capitale omogenee e standardizzate
- Sono di uguale valore e attribuiscono uguali diritti→ si tratta di un uguaglianza relativa e non assoluta
(legislatore concede la facoltà di creare delle categorie speciali di azioni che sono fornite di diritti diversi
rispetto alle ordinarie) ed è oggettiva e non soggettiva (chi ha più azioni ha più peso nelle decisioni)
- Ciascuna azione è autonoma rispetto ad un’altra azione
- Sono indivisibili→ 2 soci titolari della stessa azione, al fine di poter esercitare i diritti connessi al titolo
azionario devono nominare un rappresentante comune ai tuoi comproprietari
- Sono liberamente trasferibili, salvo eccezioni
Valore nominale→ cifra che rappresenta il valore di ogni singola azione. Le azioni devono avere indicato il
loro valore nominale e, sul valore cartolare, deve essere indicato anche il valore del capitale sociale, il
numero complessivo delle azioni emesse e il valore di ogni singola azione
La riforma del 2003 ha introdotto la possibilità di emettere azioni senza l’indicazione del valore
nominale se si indica l’ammontare del capitale sociale e il numero complessivo delle azioni emesse.
NON è consentito emettere alcune azioni con valore nominale e altre senza l’indicazione, o tutte
con l’indicazione o tutte senza:
Valore reale (o valore di bilancio)→ valore del patrimonio netto diviso il numero complessivo delle azioni
Valore dell’ammontare globale dei conferimenti non può mai essere inferiore al valore nominale
del capitale sociale (per garantire sempre un effettivo livello base di riferimento per il capitale
sociale nominale) MA può essere superiore a quello del capitale sociale, ovvero quando le azioni
sono emesse con un sovrapprezzo (al fine di dare maggiore retribuzione ai soci quando vengono
esclusi dai loro diritti)
Ogni azione incorpora e conferisce un insieme di diritti al titolare. Diritti di 3 tipi:
1. Amministrativi→ diritto di voto, diritto di intervento in assemblea, diritto di impugnare le delibere
assembleari invalide o inefficaci
2. Patrimoniali→ diritto agli utili, diritto alla liquidazione della quota sociale in caso di scioglimento della
società
3. Misti→ diritto di recesso, diritto di opzione
Categorie di azioni→ riforma del 2003 ha conferito una forte autonomia statutaria alle società, che
pertanto possono determinare la nascita di azioni diverse con diritti diversi. Tra queste categorie, quelle
delle azioni senza diritto di voto (o con diritto di voto limitato) NON possono mai essere più della metà del
capitale sociale
• Azioni a voto plurimo→ solo per le società non quotate. NON possono attribuire più di 3 voti
o Alle società quotate è concessa la maggiorazione del voto→ esercitare non più di 2 voti per
ogni singola azione per un periodo di 24 mesi (queste NON rappresentano una categoria
speciale di azioni a differenza di quelle a voto plurimo→ infatti la maggiorazione del diritto
di voto si perde nella vendita tranne nel caso di eredità, mentre l’acquirente di azioni a voto
plurimo godrà anch’esso del diritto di voto plurimo)
• Azioni con tetto di voto→ impongono un limite massimo rispetto al quale il titolare può esercitare
un diritto di voto
• Azioni con voto scalare→ attribuiscono diverse possibilità di attuare diritto di voto in base alla
percentuale delle azioni per cui si esercita diritto di voto (per es. fino al 20% posso esercitare 1 voto
su ogni azione posseduta, dal 20% al 40% posso esercitare 2 voti su ogni azione posseduta, …)
• Azioni di risparmio→ solo per società quotate. Nascono per creare forme di azioni che
rappresentino un puro investimento economico; infatti, danno un ritorno economico maggiore ma
sono prive di diritto di voto o altri diritti amministrativi. Reddittività data dal fatto che possono
circolare con la disciplina “al portatore”. NON possono rappresentare più della metà del capitale.
o Tutela degli azionisti di risparmio→ piccola organizzazione interna costituita da un
rappresentante comune ed un’assemblea speciale che ha la possibilità di valutare tutti i
provvedimenti presi o segnalare situazioni poco limpide all’assemblea della società e, in
ultima istanza, il rappresentante può impugnare le delibere assembleari.
• Azioni a favore dei prestatori di lavoro→ quota di utili che forma una speciale categoria di azioni
assegnata gratuitamente ai dipendenti della società. Devono essere particolarmente descritte nello
statuto
o Strumenti finanziari partecipativi→ seguono la disciplina dei titoli di credito ma NON sono
titoli azionari. Mirano anch’essi a garantire una remunerazione ulteriore e coinvolgere i
lavoratori nell’organizzazione societaria. A differenza delle azioni a favore del lavoratore, gli
strumenti finanziari partecipativi NON formano capitale (nonostante aumentino il
patrimonio netto). Entrambi sono privi del diritto di voto ma ad essi possono essere
riconosciuti specifici diritti amministrativi (es. nomina di un amm o sindaco in consiglio)
I titoli azionari possono essere:
- nominativi→ seguono la disciplina della circolazione dei titoli di credito
- al portatore→ trasmettono con la consegna del titolo. Esistono solo 3 tipi di azioni al portatore:
1. Azioni di risparmio
2. Azioni che vengono emesse dalle SICAV
3. Azioni che vengono emesse dalle SICAF
Per le società non quotate è riconosciuto dalla legge la possibilità di NON emettere titoli azionari→ qualità
di socio si acquista con l’iscrizione nel libro dei soci (uno dei libri contabili obbligatori di una spa, sono
contenute anche tutte le operazioni che attribuiscono o eliminano la qualità di socio)
Azioni sono titoli di credito causali→ possono essere emesse SOLO se ci sia un determinato rapporto
causale tra socio e società sottostante
Vincoli o limitazioni di legge
1. Limitazioni alla circolazione dei titoli azionari
a. Statutarie→ previste quando si redige l’atto costitutivo (o inserite successivamente ma
sempre attraverso una modifica dell’atto costitutivo) e la durata può anche essere
indeterminata, salvo indicazioni diverse nello statuto. Le clausole più diffuse sono 3:
i. Clausole di prelazione→ i soci già presenti nella società hanno diritto di prelazione
nella vendita di azioni a terzi. Se ciò non viene rispettato, gli altri soci o la società
possono esercitare il diritto di riscatto.
ii. Clausole di gradimento→ subordinano la vendita di un pacchetto azionario a
soggetti che abbiano determinate qualità
1. Clausole di mero gradimento→ subordinano la vendita a un’approvazione
al consiglio di amministrazione. Se il gradimento non venisse concesso, le
azioni devono essere acquistate dalla società
iii. Clausole di riscatto→ permettono di esercitare un diritto di riscatto da parte della
stessa società o degli altri soci
iv. Divieto assoluto di vendita→ unico limite: durata massima di 5 anni
b. Parasociali→ i patti parasociali sono contratti collegati all’atto costitutivo ma esterni ad
esso, con precisi limiti di durata e di oggetto. A differenza delle clausole sindacali, questi
patti hanno efficacia obbligatoria e non reale, ovvero limitate solo alle parti contraenti
i. Sindacati di blocco→ limitano la possibilità dell’acquisto o della vendita di
determinati pacchetti azionari. Durata NON superiore a 5 anni
2. Vincoli sulle azioni
a. Pegno su azioni e usufrutto su azioni→ diritto di voto NON viene esercitato dal socio ma dal
creditore pignoratizio/usufruttuario. Salvo che non sia disposto diversamente dall’atto
costitutivo, gli altri diritti amministrativi possono essere esercitati indifferentemente. Il
diritto di opzione rimane nella piena disponibilità del socio che però deve versare quanto
dovuto per esercitare questo diritto entro 3 giorni dalla pubblicazione dell’avviso nel
registro. In caso il conferimento non sia stato ancora versato totalmente:
i. Pegno→ versamenti ancora dovuti devono essere effettuati dal socio
ii. Usufrutto→ versamenti ancora dovuti devono essere effettuati dall’usufruttuario
con il vincolo di restituzione da parte del socio alla scadenza dell’usufrutto
b. Sequestro e pignoramento su azioni→ il diritto di voto e gli altri diritti amministrativi NON
vengono esercitati dal socio ma dal custode (soggetto nominato dal giudice per vigilare i
beni sottoposti a sequestro). Il diritto di opzione, invece, rimane nella piena disponibilità
del socio con lo stesso vincolo che vale per il pegno e usufrutto
Organi principali delle spa→ apparati che servono per il funzionamento delle spa
1. Assemblea→ organo deliberativo
2. Consiglio di amministrazione (o amministratore unico)→ organo gestorio
3. Collegio sindacale→ organo di controllo (prima effettuava anche il controllo contabile ma dopo la
riforma del 2003 venne affidato a un organo esterno alla società: revisore contabile o società di
revisione)
La riforma del 2003 introdusse anche sistemi di amministrazione alternativi a quello tradizionale, ovvero
quello descritto sopra (rimane quello che si adotta se non si indica diversamente nello statuto). La
caratteristica che unisce tutti e 3: assemblea come organo deliberativo
Assemblea→ rappresenta la collettività riunita dei soci e si divide in 2 tipologie alle quali vengono
assegnate competenze diverse:
➢ Ordinaria
o Approva il bilancio
o Nomina e revoca gli amm, i sindaci, il presidente del collegio sindacale e il revisore
contabile
o Determina il compenso degli amm e dei sindaci se non è stabilito nello statuto
o Delibera sulla responsabilità degli amm e dei sindaci
o Delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla competenza dell’assemblea, nonché
sulle autorizzazioni richieste dallo statuto per il compimento di atti dagli amm
o Approva l’eventuale regolamento dei lavoratori assembleari
➢ Straordinaria→ competenze meno numerose ma di importanza molto più elevata
o Delibera sulle modificazioni dello statuto
o Delibera sulla nomina, sostituzione e sui poteri dei liquidatori
o Delibera su ogni altra materia espressamente attribuita dalla legge alla sua competenza
Casi che rientrano nell’ambito delle modifiche dello statuto che possono NON essere deliberati
dall’assemblea straordinaria ma da quella ordinaria:
- fusioni o scissioni di società interamente controllate o possedute al 90%
- qualora vi sia l’istituzione di sedi secondarie nel territorio nazionale
- qualora vi sia un trasferimento di una sede sociale all’estero
- riduzione del capitale per perdine nel caso di recesso di un socio
Fasi del procedimento dell’assemblea
1. Fase di convocazione→ l’assemblea si convoca tramite un avviso che deve essere indirizzato a tutti i
soci che possono partecipare all’assemblea. L’avviso deve indicare: ora, giorno, luogo e ordine del
giorno. Le modalità di convocazione variano a seconda del tipo di società:
a. Società non quotata→ si pubblica l’avviso di convocazione o sulla gazzetta ufficiale o per
estratto su un quotidiano indicato nello statuto almeno 15 giorni prima dell’adunanza.
Possibile convocarla con qualsiasi mezzo (es. fax, pec, ...) che certifichi l’avvenuta ricezione
dell’avviso da parte delle persone legittimate ad intervenire almeno 8 giorni prima
b. Società quotata→ pubblicazione dell’avviso sul sito web almeno 30 giorni prima
Gli amministratori hanno la facoltà di convocare l’assemblea, però ci sono dei casi in cui sono
obbligati a convocarla:
a. Assemblea deve essere convocata almeno 1 volta all’anno nel termine indicato nello
statuto che non può essere in ogni caso superiore a 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio
ma che può essere prolungato a 180 giorni in 2 casi: quando la società è tenuta alla
redazione del bilancio consolidato o quando la società abbia un particolare
oggetto/struttura in base alla quale è necessario un termine più lungo
b. Qualora vi sia una richiesta da parte dei soci (che devono rappresentare almeno 1/20 del
capitale sociale per le società quotate e 1/10 per quelle non quotate)
Se gli amm non convocano l’assemblea quando sono obbligati, può convocarla il collegio sindacale.
In caso di inerzia anche del collegio, chiunque abbia interesse può chiedere al tribunale del luogo in
cui ha sede la società che si convochi l’assemblea. Il tribunale decide con decreto dopo aver
valutato il motivo di rifiuto o inerzia degli amm.
Il collegio sindacale può convocare direttamente l’assemblea anche quando rilevi fatti di rilevante
gravità per cui ritenga che si debba necessariamente intervenire (per le società quotate ci devono
essere almeno 2 elementi del collegio che effettuino la richiesta)
2. Fase di riunione
3. Fase di votazione→ si delibera sempre seguendo il principio maggioritario (1 solo caso in cui è
riconosciuta per legge l’unanimità: azioni con prestazioni accessorie). A seconda dell’assemblea e
del tipo di società, sono richiesti quorum costitutivi e deliberativi differenti. Il quorum costitutivo
rappresenta la percentuale di soci, sulla base del capitale che il singolo socio possiede, necessaria
affinché un’assemblea sia validamente costituita. Il quorum deliberativo rappresenta la percentuale
di soci necessaria affinché possa essere validamente assunta una delibera assembleare.
a. Assemblea ordinaria in 1 convocazione→ quorum costitutivo di almeno metà del capitale
sociale e quorum deliberativo a maggioranza assoluta (metà + 1). Se non si raggiungono
questi quorum si può chiedere una seconda convocazione
b. Assemblea ordinaria in 2 convocazione→ nessun quorum costitutivo e delibera a
maggioranza assoluta del capitale presente
c. Assemblea straordinaria in 1 convocazione→ legislatore ha indicato solo il quorum
deliberativo che deve essere più della metà del capitale sociale (implicitamente il quorum
costitutivo non può essere inferiore a più della metà del capitale sociale)
d. Assemblea straordinaria in 2 convocazione→ quorum costitutivo di oltre 1/3 del capitale
sociale e quorum deliberativo di almeno 2/3. Casi eccezionali in cui il quorum deliberativo
può essere di 1/3: aumento del capitale, emissione di prestiti obbligazionari convertibili,
scioglimento anticipato della società e revoca dello stato di liquidazione
e. Assemblea totalitaria→ presente l’intero capitale sociale e delibera a maggioranza assoluta
4. Fase di documentazione→ nel verbale dell’assemblea devono essere indicate le generalità dei soci
che hanno partecipato, le quote di capitale rappresentate da ciascun socio, le dichiarazioni che
sono state pronunciate dai soci. Viene redatto dal segretario che assiste il presidente
dell’assemblea (nominato nello statuto o dalla maggioranza dei soci in assemblea). Deve essere
trascritto nel libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee.
Il verbale delle assemblee straordinarie deve essere redatto da un notaio a pena di nullità e deve
essere depositato anche all’ufficio del registro delle imprese.
La stesura del verbale, la firma di tutti i soci e l’adempienza a tutte le forme di pubblicità VINCOLA
SEMPRE TUTTI I SOCI (anche quelli assenti o dissenzienti) alla decisione degli argomenti posti
all’ordine del giorno.
Soci legittimati a intervenire in assemblea→ lo sono coloro che godono del diritto di voto.
Per accertarsi della legittimazione, entro un termine prestabilito variabile (antecedente all’adunanza), i soci
che intendono partecipare devono depositare le loro azioni presso la sede della società o presso una banca
indicata nell’avviso di convocazione. Le azioni non potranno essere ritirate per tutta la durata
dell’assemblea.
Per le azioni dematerializzate o concentrate su una gestione accentrata, la dimostrazione risulterà dalle
scritture contabili tenute dall’intermediario autorizzato che andranno trasmesse alla società
Delega di voto→ socio può farsi rappresentare in assemblea. La delega deve essere presentata per iscritto,
deve essere indicato il nome del sostituto. Può essere sempre revocabile finché si esercita il diritto di voto
in assemblea.
- Limiti nelle società quotate→ NON può essere conferita una delega a soggetti espressione di un gruppo di
comando (ovvero soggetto che detiene già la maggioranza assoluta o relativa del capitale) o soggetti
controllati direttamente o meno da questi gruppi, NON possono essere superiori a 50, 100 o 200 a seconda
che il capitale sia rispettivamente inferiore a 5 milioni, 25 milioni o superiori a 25 milioni.
- Facilitazioni per le società quotate→ delega conferibile anche in via elettronica e deve essere
espressamente indicato un soggetto disponibile a ricevere delle deleghe
- Limiti nelle società non quotate→ 1 solo rappresentante NON può ricevere più di 20 deleghe
Diritto di voto→ nel caso in cui lo statuto lo consenta, il diritto di voto può essere esercitato per
corrispondenza o per via elettronica. Riguardo a ciò, le società non quotate, seguono le modalità indicate
nello statuto, mentre quelle quotate seguono le regole della Consob.
Conflitti di interessi→ perché porti a conseguenze (impugnazione della delibera per richiederne
l’annullabilità) deve essere caratterizzato da 2 elementi imprescindibili:
- Prova di resistenza: il voto espresso in assemblea dai soci indicati come portatori di interessi personali sia
stato determinante rispetto all’esito finale della votazione
- Danno potenziale alla società
Ma esistono 2 casi in cui il conflitto di interessi è considerato tale per legge (non è necessario dimostrare la
prova di resistenza e il danno potenziale)
1. Quando in un’assemblea si voti riguardo alla responsabilità di un amm o del consiglio di amm
2. Quando nel sistema dualistico, il consiglio di gestione voti sulla nomina, revoca o responsabilità dei
consiglieri di sorveglianza
Situazioni in cui si attuino delle politiche aziendali per danneggiare e costringere alcuni soci di minoranza ad
andarsene→ soci di minoranza possono invocare a loro favore l’ART 1375 del C.c. che indica il dovere di
tenere un comportamento di buona fede e correttezza all’interno delle trattative
Sindacati di voto→ patto parasociale (come il sindacato di blocco)→ accordo contrattuale valido solo tra i
contraenti e non nei confronti di terzi in cui si decide come si dovrà votare in assemblea. All’interno del
patto si può decidere di seguire il principio dell’unanimità
▪ Società non quotate→ durata massima di 5 anni e se non viene indicato alcun termine di scadenza
(entro i 5 anni) ciascun socio può recedere con un preavviso di 180 giorni
▪ Società quotate→ durata massima di 3 anni.
La disciplina dei patti parasociali si estende anche ai patti di consultazione (patti parasociali
esistenti solo nelle società quotate in cui si stabilisce che al ricorrere di determinate situazioni, più
soci si obbligano a consultarsi reciprocamente per decidere come orientare il loro voto).
Il patto deve essere comunicato alla Consob, pubblicato per estratto su un quotidiano indicato
nello statuto o nella Gazzetta Ufficiale e il verbale da cui emerge quel patto deve essere pubblicato
nel registro delle imprese a pena di nullità e sospensione del diritto di voto in assemblea degli
aderenti al patto
▪ Società le cui azioni siano diffuse in modo rilevante al pubblico→ patto deve essere comunicato alla
società, dichiarato in apertura di ogni assemblea, trascritto nel verbale dell’assemblea da
depositare presso il registro delle imprese. Se non si osservano queste norme il patto è valido ma vi
è la sospensione del diritto di voto per gli aderenti al patto e la possibilità di impugnare la delibera
Questa disciplina non si applica ai cd. Patti strumentali di cooperazione nella produzione o nello scambio di
beni/servizi che intercorrono fra società interamente possedute
Invalidità assembleare→ può riguardare i vizi di procedimento o di contenuto del verbale.
A seconda della gravità dei vizi, la delibera può essere soggetta ad annullabilità o nullità.
• Annullabilità→ regola generale: quando non vengono osservate le norme determinate dalla legge
o dallo statuto. Limiti al ricorso all’annullabilità si manifestano in 3 casi:
o Partecipazione di soggetti non legittimati ma solo qualora il loro voto sia stato
determinante
o Inesatto conteggio dei voti ma solo quando questi siano stati determinanti
o Inesattezza o mancanza di precisione del verbale ma solo quando non si riescano a trarre
gli elementi principali del suo contenuto o degli effetti
Soggetti che possono richiedere l’annullabilità→ soci che hanno diritto di voto (gruppi di soci che
costituiscano 1x1000 dei soci per le società quotate e il 5x100 per quelle non quotate), gli amm, i
membri del collegio sindacale, i membri del consiglio di sorveglianza. In certi casi anche da soggetti
istituzionali: Consob, Banca d’Italia e IVASS. NON possono essere impugnate dai creditori della
società che però possono richiedere un risarcimento dai danni subiti da quella delibera.
Tempistiche per richiedere l’annullabilità→ termine di 90 giorni dal giorno di chiusura della delibera
o, qualora ne fosse soggetta, dal giorno di deposito nel registro delle imprese. Il termine può essere
prolungato a 180 giorni nel caso venga impugnata dai soggetti istituzionali. Entro questi 90 giorni si
può sostituire la delibera invalida o revocarla per evitare che venga impugnata.
Procedimento di impugnazione→ proposizione di un atto di citazione/ricorso al tribunale delle
imprese competente rispetto al luogo in cui ha sede la società. Il processo di impugnazione NON
sospende la delibera (anche se chi impugna la delibera può chiederne la sospensione) e sono fatti
salvi tutti gli effetti positivi che nel frattempo siano stati acquisiti dai terzi in buona fede. Il giudice
può chiedere anche l’erogazione di una garanzia da parte del ricorrente.
• Nullità→ regola speciale: vizi contrari a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume.
Casi in cui si ha nullità:
o Oggetto illecito o impossibile
o Oggetto lecito ma contenuto illecito
o Mancata convocazione (o avviso manca degli elementi essenziali per l’individuazione di
data e luogo dell’assemblea) e mancanza di verbale
Soggetti che possono richiedere la nullità→ chiunque ne abbia interesse o rilevata d’ufficio dal
giudice
Tempistiche per richiedere la nullità→ entro il termine di 3 anni. NON ci sono limiti di tempo
quando si chiede una modifica dell’oggetto sociale proponendone uno un illecito o impossibile.
Possibilità di sanare la nullità entro i 3 anni: nel caso della mancanza di verbale si può sanare il vizio
qualora si riesca a verbalizzare la delibera prima dell’assemblea successiva.
Procedimento di impugnazione→ uguale a quello dell’annullabilità
Delibere inesistenti→ vizi talmente gravi che non possono essere considerate annullabili o nulle (fattispecie
cancellata dalla riforma del 2003)
Consiglio di amministrazione→ così denominato sia nelle società con sistema tradizionale che monistico.
Nel sistema dualistico si chiama consiglio di gestione
• Società non quotate→ può essere sia un amministratore unico sia un organo collegiale
• Società quotate→ deve essere sempre rappresentato da un organo collegiale
Scopo dell’organo amministrativo: attuazione dell’oggetto sociale determinato in atto costitutivo
Funzioni dell’organo amministrativo:
- Gestione della società (funzione principale dalla quale derivano le altre)
- Rappresentanza verso l’esterno della società
- Coordinamento di altri organi sociali
- Istituzione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili della società capaci di rilevare delle
situazioni di crisi
Consiglio di amministrazione può essere costituito anche da:
▪ Amministratori delegati→ nominato all’interno del consiglio per svolgere una particolare funzione
all’interno dell’azienda (a volte esistono degli amm delegati con tutte le deleghe)
▪ Comitati esecutivi→ gruppo di 2 o 3 amm che si occupano di determinati progetti o funzioni. Può
riunirsi in autonomia rispetto al consiglio di amm e alle suoi riunioni devono assistere i sindaci
Composizione del consiglio varia a seconda che sia una società quotata o meno:
▪ Società quotata→ devono essere presenti sia un consigliere espressione della minoranza
assembleare sia un consigliere indipendente. Ci deve essere una parità di genere
▪ Società non quotate→ possono essere imposti degli amm che non siano espressione dei gruppi di
comando (come i consiglieri). Se lo stato/ente pubblico è proprietario di una quota di quella società
deve essere nominato nel consiglio di amm anche un consigliere espressione della volontà statale
Requisiti di nomina (stabiliti nello statuto)→ possono riguardare requisiti relativi a competenze
professionali, onorabilità, incompatibilità o ineleggibilità. In ogni caso NON può essere nominato un
membro di un consiglio di amm colui che è stato dichiarato interdetto, inabilitato o condannato a una pena
di interdizione dei pubblici uffici anche temporanea o pena di elevata gravità.
Nomina degli amm→ qualora non vengano nominati nell’atto costitutivo, vengono nominati all’assemblea.
Vengono nominati per 3 esercizi e il loro termine scade alla data della delibera di approvazione del bilancio
dell’ultimo esercizio relativo alla loro carica (se non vengono rieletti).
La carriera dell’amm può terminare anche prima della scadenza dei termini per via di: revoca, rinuncia,
morte o decadenza.
Contromisure per favorire il proseguimento dell’attività della gestione sociale in caso di cessazione della
carica:
• Cessazione per scadenza del termine→ procedimento di “prorogatio”: gli amm cessati restano in
carica con pienezza di poteri fino a quando non si è provveduto a sostituirli
• Rinuncia o dimissioni
o se resta in carica la maggioranza degli amm→ hanno effetto immediato
o se non resta in carica la maggioranza→ consiglio di amm non ha più poteri e gli amm
rimasti devono convocare l’assemblea per ripristinare il numero (anche per i casi di morte e
decadenza)
• Morte e decadenza
o se resta in carica la maggioranza degli amm→ la stessa maggioranza provvede a nominare
temporaneamente dei nuovi amm con delibera approvata dal collegio sindacale
o se non resta in carica la maggioranza→ vd. sopra
• Vengono a mancare tutti gli amm→ il collegio sindacale deve convocare l’assemblea per ripristinare
il consiglio e deve assumere nel mentre i compiti di gestione ordinaria della società
Clausola “simul stabunt simul cadent”→ clausola statutaria che si applica quando, per una qualunque causa
dovesse mancare uno specifico amm, in automatico cessano tutti gli altri amm del consiglio. In questo caso
si procede nello stesso modo di quando vengono a mancare tutti gli amm
Invalidità delle delibere del consiglio di amm→ non esistono casi di nullità; pertanto, ci si ricollega sempre al
concetto di annullabilità delle delibere
Membri del consiglio di amm in conflitto di interessi o portatori di interessi propri o per conto altrui
(qualunque interesse, anche non in conflitto con la società)→ l’amm in questione deve darne
notizia al consiglio di amm indicandone le ragioni, l’origine, la natura e la portata. Nel caso in cui
l’amm abbia qualche delega deve astenersi dalla votazione
Potere di rappresentanza degli amm→ se non viene indicata nell’atto, è attribuita al presidente del
consiglio di amm o ad alcuni amm delegati (in base all’ampiezza della loro delibera di nomina) che la
possono esercitare congiuntamente o meno.
Per dare una stabilità ai poteri commerciali e una certezza ai rapporti giuridici, il legislatore ha voluto
tutelare i terzi in buona fede che siano entrati in contatto con organi della società dotati di rappresentanza.
➢ La società non può opporre a terzi in buona fede eventuali invalidità della nomina di un amm con
potere di rappresentanza se questa non è stata iscritta nel registro delle imprese. Sono fatti salvi gli
effetti, sempre che il terzo sia in buona fede o non sia stato preventivamente a conoscenza del
fatto. Sono fatti salvi gli effetti di tutte le operazioni, contratti, … qualora questo organo sia andato
oltre i limiti della propria delega
Compiti del comitato esecutivo e degli amm delegati→ curano che l’assetto organizzativo, amministrativo e
contabile sia conforme alla natura e alle dimensioni dell’impresa, devono periodicamente riferire al
consiglio di amm sull’andamento della gestione e sulle possibili evoluzioni della stessa
➢ Gli altri membri del consiglio hanno il dovere di agire informati→ devono sempre chiedere
informazioni riguardo specifici affari e alla gestione della società, devono valutare i piani economici
e finanziari e controllare che gli assetti organizzativi, amministrativi e contabili siano effettivamente
adeguati rispetto a quello che gli amm delegati e il comitato periodicamente comunicano.
Azioni giudiziali di responsabilità→ Per via del comportamento non conforme alla legge o
all’inadempimento di un amm. L’amm, nell’esercizio delle sue funzioni, deve agire con particolare diligenza
parametrata alla natura del suo incarico e alla specifica attività svolta. La responsabilità degli amm è
solidale (anche se ci sono amm delegati) e ha natura colposa e non oggettiva. Ci sono 3 casi:
1. Azione sociale di responsabilità→ promossa dalla società, dai suoi organi o dai soci che
rappresentino almeno 1/5 del capitale sociale (ma non oltre 1/3) o 1/40 del capitale sociale delle
società quotate, per un danno subito dalla società stessa. Viene promossa attraverso una delibera
dell’assemblea ordinaria o da una delibera del collegio sindacale (approvata almeno dai 2/3 dei
componenti). Può essere mossa nei confronti degli amm al massimo entro 5 anni dalla cessazione
della loro carica. Se viene accolta l’azione di responsabilità, questa comporta la loro revoca.
La società può decidere di rinunciare all’azione di responsabilità tramite rinuncia o transazione
(accordo) che, però, NON può essere effettuata nel caso di opposizione dei soci che rappresentino
almeno 1/5 del capitale sociale o 1/20 del capitale sociale delle società quotate.
2. Azione promossa dai creditori sociali→ è un’azione autonoma rispetto all’azione della società. Può
essere oggetto di rinuncia o di transazione, che può essere esercitata dai creditori sociali o dalla
stessa società (ma in tal caso i creditori hanno diritto di far revocare la rinuncia/transazione dalla
società). Sono necessari 2 presupposti:
a. dimostrazione che gli amm hanno depauperato, o totalmente disperso, il patrimonio della
società
b. necessità che al momento della proposizione dell’azione, il patrimonio sia incapiente
3. Azione promossa dai singoli soci o terzi→ necessari 2 presupposti:
a. dimostrazione del compimento di un atto illecito da parte degli amm
b. dimostrazione che il danno subito dal singolo sia un danno diretto e non un danno di
riflesso rispetto a quello che possa aver subito in prima battuta la società
Queste azioni possono essere promosse contemporaneamente o a volte possono contrastare fra di loro→
accolta un’azione possono venire a cadere o essere ulteriormente avvalorate le ragioni delle altre
Direttore generale→ è il più alto livello dei lavoratori subordinati all’interno di una società. Attua le
direttive degli amm e nel compimento della sua attività può incorrere in responsabilità civili (a volte anche
solidali con quelle del consiglio degli amm) e penali (sempre in singolo)
Collegio sindacale→ organo di controllo delle spa. Vigila sull’operato degli amm, sull’assemblea o altri
organi
Distinzione fra:
• Spa→ organo di controllo è sempre un organo collegiale
o Spa non quotate→ collegio ha una struttura semi rigida: deve essere composto da un
minimo di 3 e un massimo di 5 membri effettivi e 2 membri supplenti
▪ almeno 1 membro effettivo e 1 supplente devono essere iscritti nel registro dei
revisori legali dei conti
▪ gli altri membri devono essere iscritti nei registri presso il ministero della giustizia o
essere professori di ruolo di materie ordinarie o giuridiche
▪ cause di ineleggibilità→ NON possono essere membri del collegio sindacale chi ha
un rapporto di dipendenza lavorativa, collaborazione lavorativa retribuita (anche
precedente) che può compromettere la loro autonomia di giudizio o nel caso in cui
il coniuge, un parente o un affine entro il 4 grado siano membro del consiglio di
amm. Quando vengono meno i requisiti il sindaco cessa immediatamente della sua
carica e nei limiti numerici possibili subentrano i supplenti se no si convoca
l’assemblea per il reintegro dei membri.
o Spa quotate→ organo composto da un minimo di 3 membri effettivi (senza limite massimo)
e 2 membri supplenti
▪ cause di ineleggibilità→ oltre ai limiti delle società non quotate si aggiunge il limite
del cumulo degli incarichi e la parità di genere
• Srl→ organo di controllo può essere costituito anche da un soggetto unico (il cd. sindaco unico)
Redazione del bilancio→ il progetto di bilancio viene redatto dall’organo amm (consiglio di amm o
consiglio di gestione) e viene approvato dall’assemblea ordinaria o dal consiglio di sorveglianza. La
redazione del bilancio NON è derogabile al comitato esecutivo o amm delegati.
Prima dell’approvazione, il bilancio deve essere depositato presso la società nei 15 giorni precedenti la data
fissata per la delibera di approvazione. L’assemblea può approvare, non approvare o proporre modifiche
per una successiva approvazione. In caso di approvazione, gli amm devono iscrivere nel registro delle
imprese entro 30 giorni il bilancio e il verbale dell’assemblea
Se il revisore legale approva senza rilievi il bilancio approvato dall’assemblea, la delibera di
approvazione può essere impugnata solo dai soci che rappresentino almeno il 5% del capitale
sociale (per evitare ostruzionismi e impugnazioni pretenziose)
Struttura del bilancio→ deve essere composto da 4 parti: stato patrimoniale, conto economico, nota
integrativa e rendiconto finanziario.
Devono essere iscritte a bilancio 3 tipi di riserve:
1. Riserva legale: costituita da una percentuale minima annuale del 5% fino al raggiungimento del 20% (se
dovesse diminuire, bisogna ripristinarla per farla tornare al 20%)
2. Riserva statutaria: non è imposta dalla legge (come quella legale) ma da una clausola dello statuto. NON
è distribuibile fra i soci, a meno che non si attui una specifica modifica dell’atto per modificare la clausola
3. Riserve facoltative: sono liberamente distribuibili fra i soci senza il bisogno di alcuna modifica statutaria
Bilancio consolidato→ deve essere redatto da una società capogruppo e deve rispecchiare analiticamente
tutte le operazioni avvenute nel gruppo. NON può mai disporre riguardo la ripartizione degli utili che
rimane di competenza dei bilanci di esercizio delle singole società
• Aumento del capitale reale→ incide sia sul capitale che sul patrimonio della società. Il patrimonio
aumenta permettendo la sottoscrizione di nuovi conferimenti sia da parte dei soci che dei terzi. è
un’operazione di competenza dell’assemblea straordinaria, anche se in certi casi può essere
delegata anche al consiglio di amm (in tal caso il verbale del cda dovrà essere redatto da un notaio
e avere la forma dell’atto pubblico). La delega non può durare più di 5 anni e deve indicare
precisamente l’ammontare dell’aumento.
L’operazione è possibile solo se i conferimenti del capitale iniziale sono stati tutti già versati. Le
nuove azioni, relative all’aumento, devono essere versate per il 25% alla società (non alla banca) e
se alcune azioni sono emesse con sovrapprezzo bisogna integralmente versarlo alla sottoscrizione.
o aumento inscindibile→ se dal termine iniziale di apertura delle sottoscrizioni a quello finale,
l’ammontare relativo all’aumento di capitale non è stato integralmente sottoscritto,
l’operazione di aumento è inefficace (sempre inscindibile se non si indica diversamente)
o aumento scindibile→ opposto di quello inscindibile
• Aumento del capitale nominale→ il capitale aumenta ma il patrimonio netto rimane inalterato
(operazione prettamente contabile). L’aumento avviene imputando a capitale le riserve e altri fondi
disponibili già iscritti a bilancio
• Riduzione del capitale reale→ rimborso ai soci dei versamenti già effettuati o si liberano soci dai
versamenti ancora dovuti. Le delibere devono indicare ragioni e modalità con cui viene attuata la
riduzione. Nei 90 giorni che devono passare dall’iscrizione della delibera nel registro all’attuazione
della riduzione di capitale, i soci e i creditori sociali possono fare opposizione (in tal caso la delibera
viene sospesa dall’autorità giudiziaria a meno che i giudici non rilevino nulla o la società offra
ulteriori garanzie).
La riduzione NON si può attuare fino a quando eventuali perdite preesistenti non siano colmate
• Riduzione del capitale nominale→ può essere:
o facoltativa: quando le perdite non superano 1/30 del capitale (si può applicare anche
l’operazione del rinvio)
o obbligatoria: quando le perdite superano 1/30 del capitale (si può anche disporre la
trasformazione della società). Se nessun organo agisce, la società entra in stato di
scioglimento
Diritto di opzione→ quando si effettua un aumento di capitale a pagamento, le azioni nuove, prima di
essere offerte a terzi, devono essere offerte prima a 2 categorie di soggetti: soci preesistenti e titolari di
obbligazioni convertibili in azioni
Esclusione/limitazione dal diritto di opzione→ in caso di particolari caratteristiche:
• Se si stabilisce a priori che l’aumento debba essere liberato mediante un conferimento in natura
• Se l’aumento del capitale sociale è dedicato ai dipendenti della società
• Quando l’interesse della società lo esige (interesse giustificato da un documento del collegio
sindacale) e in tal caso, per le società quotate, il diritto si può escludere nei limiti del 10% del
capitale preesistente
Opzione indiretta (per le società quotate)→ aumento del capitale sociale che può essere sottoscritto solo
da banche o investitori qualificati che operano nei mercati, i quali hanno l’obbligo di rivendere le azioni
sottoscritte a investitori non professionali
Società in accomandita per azioni→ presenti 2 categorie di soci: accomandatari (diritto di amm della
società, solidalmente responsabili) e accomandanti (limitatamente responsabili alla quota conferita).
Rispetto alla disciplina delle spa non ci sono particolari differenze tranne il fatto che si ha una forte
separazione tra organo di gestione e di controllo→ gli amm non possono votare nelle delibere di
nomina/revoca dei sindaci o dei membri del consiglio di sorveglianza.