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L’imprenditore

1 La definizione giuridica di imprenditore e i suoi elementi


Art. 2082 c.c.
L’imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello
stesso scambio di beni o servizi.

I suoi elementi:
1. l’esercizio di un’attività economica;
2. la produzione o lo scambio di beni o servizi;
3. l’organizzazione dell’attività economica;
4. l’esercizio professionale dell’attività economica.

1.1 L’esercizio di un’attività economica


Si definisce “economica” quell’attività che non si limita al godimento dei beni, ma produce essa stessa nuova ricchezza
sul mercato.
L’obbiettivo dell’impresa economica è quello di ottenere ricavi superiori ai costi, così da conseguire un profitto (scopo
di lucro), tuttavia, può essere considerata economica anche l’attività di pareggiare i costi con i ricavi. L’attività
economica è un’attività a rischio, si potrebbe ottenere in un esercizio solo delle perdite.

1.2 La produzione o lo scambio di beni o servizi


La produzione di ricchezza deve avvenire con la produzione di nuovi beni oppure lo scambio di beni già esistenti sul
mercato. E’ però essenziale che la produzione o lo scambio di beni e servizi sia destinata al mercato.

1.3 L’organizzazione dell’attività economica


Per svolgere la propria attività l’imprenditore si avvale di un complesso di mezzi materiali e spesso anche di persone. Il
complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività economica costituisce l’azienda.

1.4 L’esercizio professionale dell’attività economica


Non è imprenditore chi svolge attività economica solo occasionalmente. L’esercizio dell’attività economica deve infatti
essere abituale. Tuttavia abituale non equivale a continuativo: ciò vuol dire che l’attività può essere esercitata anche per
un solo periodo dell’anno, purché ciò avvenga ripetutamente.
Nell’attività professionale ciò che è essenziale non è il carattere di economicità quanto piuttosto la natura
esclusivamente o prevalentemente intellettuale delle prestazioni dovute. Se però l’esercizio della professione
organizzata anche il professionista può assumere la qualifica di imprenditore.

2 I vari tipi di imprenditore. Il piccolo imprenditore


Vari tipi di imprenditore:
1. piccolo imprenditore;
2. imprenditore agricolo;
3. imprenditore commerciale.

Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano
un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

2.1 Il coltivatore diretto del fondo e l’imprenditore agricolo professionale


Il coltivatore diretto è il piccolo proprietario o affittuario che coltiva la terra con il lavoro prevalentemente proprio dei
suoi famigliari. Il suo lavoro è pari ad almeno un terzo di quello necessario per le normali esigenze di coltivazione del
fondo.
L’imprenditore agricolo professionale è colui che è in possesso delle necessarie conoscenze e competenze professionali
nel settore agricolo, è che impieghi nell’attività almeno la metà del proprio tempo di lavoro complessivo e che tragga da
tale attività almeno la metà del proprio reddito globale da lavoro.
2.2 L’artigiano
L’artigiano è l’imprenditore che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l’impresa,
assumendone la piena responsabilità e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo
produttivo. Occorre inoltre che l’attività abbia per scopo prevalente la produzione di beni anche semilavorati, o di
prestazione di servizi.
La legge ammette che l’imprenditore artigiano possa servirsi anche del lavoro di dipendenti, ma stabilisce il numero
massimo di questi ultimi secondo il tipo di attività.
Se il numero massimo viene superato, il titolare non può più essere considerato artigiano, bensì imprenditore
commerciale a tutti gli effetti.
L’attività artigianale può essere esercitata in forma societaria, mediante una società artigiana, occorre però che:
1. si tratta di una società di persone e non di capitali;
2. la maggioranza dei soci lavori personalmente nel processo produttivo;
3. il lavoro prevalga in ogni caso sul capitale investito nell’azienda.

2.3 Il piccolo commerciante


Il piccolo commerciante è il negoziante con un volume d’affari limitato o l’ambulante.

3 L’imprenditore agricolo
L’imprenditore agricolo è chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di
animali e attività connesse.

3.1 Le attività agricole


Sono considerati imprenditori agricoli anche coloro che si dedicano alla manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione dei prodotti che si ottengono esercitando una delle seguenti attività:
 coltivazione del fondo consiste nell’utilizzare il terreno per la produzione vegetale;
 silvicoltura è la coltivazione del bosco finalizzata alla produzione di legname;
 allevamento che compre tutti gli animali da lavoro, produttori di carne, animali da cortile oppure animali che
forniscono altri prodotti commerciabili.

E’ necessario però che queste attività abbiano dimensioni contenute e riferibili al normale esercizio dell’agricoltura.
Si considerano imprenditori agricoli anche coloro che svolgono attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio
rurale e forestale, ovvero la ricezione e ospitalità.

3.2 L’affitto di fondo rustico


Tanto l’imprenditore agricolo quanto il coltivatore diretto possono essere proprietari del fondo, oppure possono
coltivare il fondo di proprietà altrui.
Che viene normalmente ottenuto attraverso la stipulazione di un contratto che si chiama affitto di fondo rustico.
Il coltivatore è tenuto a pagare al proprietario-concedente un canone annuo in denaro. Esso non può avere durata
inferiore a quindici ani, e in mancanza di disdetta si rinnova automaticamente per altri 15 anni.

4 L’imprenditore commerciale
L’imprenditore commerciale è colui che esercita professionale una delle attività elencate nell’art. 2195 c.c. e non
rivestono i caratteri propri ne del piccolo imprenditore ne dell’imprenditore agricolo.
Le attività che costituiscono esercizio di impresa commerciale sono:
 l’attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
 l’attività intermediaria nella circolazione dei beni;
 le attività di trasporto;
 l’attività bancaria e assicurativa;
 altre attività ausiliarie alle precedenti.

5 Lo statuto dell’imprenditore commerciale
L’imprenditore commerciale è sottoposto a particolare regime giuridico. Il complesso delle disposizioni viene
comunemente denominato statuto dell’imprenditore commerciale, i punti fondamentali sono:
 la capacità a esercitare l’impresa;
 l’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese;
 l’obbligo di tenere le scritture contabili;
 la soggezione di fallimento e alle altre procedure concorsuali.

Le ragioni risiedono nella maggiore dimensione economica dell’impresa commerciale e nell’esigenza di predisporre
mezzi di controllo idoneo a tutelare il credito.
Ciò spiega perché il legislatore si sia preoccupato di mettere i creditori in condizioni di risalire prontamente
all’imprenditore, anche in vista di una eventuale sottoposizione a fallimento.

6 La capacità all’esercizio dell’impresa


Chiunque può esercitare un’attività di impresa purché abbia la capacità di agire, cioè la capacità di compiere
validamente degli atti giuridici.
Si contrappongono alcune limitazioni particolari che possono riguardare chi esercita una determinata professione
oppure discendere da provvedimenti amministrativi o da condanne penali.
La violazione del divieto non esclude la qualifica di imprenditore, ma comporta l’applicazione di sanzioni sia
amministrative sia disciplinari.
Chi non ha la capacità d’agire non può assumere la qualità di imprenditore commerciale.
In realtà la legge proibisce a questi soggetti di iniziare l’impresa ma non esclude che, a certe condizioni e sotto
determinati controlli, essi possano continuare l’esercizio di un’impresa avviata da altri e che hanno ricevuto in virtù di
una donazione o per testamento. In questi casi, l’esercizio dell’impresa può essere continuato a patto che il soggetto sia
affiancato da un genitore (se è minore) da un tutore (se è inabilitato) o da un tutore (se è interdetto) e che vi sia
l’autorizzazione del Tribunale per i minorenni o del giudice tutelare.

7 L’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese


L’iscrizione nel registro delle imprese ha lo scopo di rendere pubblicamente noti alcuni fatti o dati fondamentali relativi
alle imprese sia individuali sia collettive.

7.1 Natura dell’iscrizione


La pubblicità in questione ha natura dichiarativa, nel senso che ha la funzione di portare a conoscenza dei terzi i fatti più
importanti che riguardano la vita dell’impresa.
Non ha invece natura costitutiva, cioè non costituisce un requisito necessario per assumere la qualifica di imprenditore.
Si può, quindi, essere imprenditore anche in via di fatto e senza avere ottenuto all’obbligo di iscrizione.
In questo caso rientra l’ipotesi dell’imprenditore occulto, cioè di colui che esercita l’impresa senza esserne formalmente
il titolare e che si serva, di un “prestanome” sottoposto alle sue direttive.

7.2 Efficacia dell’iscrizione


L’iscrizione ha una duplice efficacia.
Ha efficacia positiva nel senso che tutti i fatti iscritti nel registro delle imprese si presumono conosciuti dai terzi.
Ha efficacia negativa nel senso che l’imprenditore non può opporre ai terzi i fatti che avrebbero dovuto essere iscritti
ma che egli non ha provveduto a iscrivere.
Egli, tuttavia, può provare che il terzo era venuto comunque a conoscenza del fatto in questione per quanto non iscritto
(pubblicità dichiarativa).

La pubblicità delle imprese è attuata mediante:


 il registro delle imprese;
 l’obbligo di iscrizione di tutti gli imprenditori commerciali;
 l’obbligo di iscrizione in sezioni speciali.

8 Le scritture contabili obbligatorie


L’imprenditore commerciale deve tenere le seguenti scritture contabili:
 il libro giornale;
 il libro degli inventari;
 le altre scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa.

8.1 Le singole scritture


Attraverso la regolare tenuta delle scritture si possono ricostruire tutte le vicende economiche dell’impresa, sia in
riferimento a un particolare rapporto commerciale, sia in relazione all’andamento complessivo dell’impresa e quindi al
suo stato si salute.
il libro giornale, deve indicare giorno per giorno, tutte le operazioni relative all’esercizio dell’impresa, può essere anche
più di uno se ciò è giustificato dalle dimensioni dell’impresa.
Il libro degli inventari, deve essere redatto all’inizio dell’impresa, e successivamente, ogni anno. In esso devono
figurare le attività e le passività relative all’impresa e per l’imprenditore individuale.
L’inventario si chiude con il bilancio dal quale devono risultare con evidenza e verità le attività e le passività, sia nelle
loro risultanze finali e quindi statiche, sia nelle modalità dinamiche con le quali si sono create.
Le altre scritture richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa, sono scritture obbligatorie che devono essere
tenute e di cui non si può fare a meno ai fini di un’ordinaria contabilità, come il libro mastro, il libro che raggruppa le
singole operazioni in ordine sistematico è cioè per voci omogenee. Esso può essere tenuto anche in maniera schematica
con i cosiddetti “mastrini”.
Le scritture prese in considerazione dal codice civile sono quelle obbligatorie per la legge civile. Esse vanno tenute
distinte dalle scritture obbligatorie per la legge fiscale.

8.2 La regolarità formale


La legge non indica soltanto quali scritture devono essere tenute, ma anche in che modo devono essere tenute.
Le scritture contabili, oltre ad essere sostanzialmente regolari, siano anche formalmente regolari e che osservino le
seguenti formalità:

 vidimazione iniziale, con la quale il notaio attesta il numero dei fogli del libro, prima che questo venga
utilizzato;
 numerazione progressiva di ogni pagina.

Le scritture devono essere tenute secondo le norme di un’ordinaria contabilità.


Le scritture devono essere conservate per almeno 10 anni dalla data dell’ultima registrazione.

8.3 Conseguenze dell’irregolare tenuta


La responsabilità della regolare tenuta dalle scritture contabili, anche quando sia affidata materialmente ai dipendenti
contabili o a professionisti esterni all’impresa, resta sempre dell’imprenditore e degli amministratori.
Se l’imprenditore che non ha tenuto una regolare contabilità fallisce, potrà subire una condanna penale per reato di
bancarotta.
Un’altra conseguenza si verifica nel campo della prova. L’imprenditore può fornire, nel corso di un giudizio civile, la
prova del proprio diritto verso un altro imprenditore dimostrando di aver a suo tempo registrato la fornitura sulle proprie
scritture contabili.
Le scritture contabili non fanno prova soltanto “a favore dell’imprenditore”, ma anche “contro” di lui.
Le scritture contabili non sono soggette a pubblicità.

9 Gli ausiliari dell’imprenditore


L’imprenditore può esercitare l’impresa da solo oppure può servirsi della collaborazione di altri soggetti.
Questi ultimi possono trovarsi alle sue dipendenze oppure essere lavoratori autonomi che prestano la loro attività a
favore dell’imprenditore ma senza essere inquadrati nella sua impresa.

Tra i dipendenti dell’imprenditore ve ne sono alcuni forniti della rappresentanza dell’imprenditore stesso:
 l’istitore;
 il procuratore;
 il commesso.

9.1 L’istitore
L’istitore è colui che p preposto dall’imprenditore all’esercizio dell’impresa. Ha il potere di compiere gli atti relativi
all’esercizio dell’impresa, tranne che vedere o ipotecare beni immobili dell’imprenditore.
L’istitore è fornito della massima autonomia; può dunque impartire disposizioni agli altri dipendenti ed è tenuto a
rendere conto del proprio operato soltanto all’imprenditore.
Egli ha anche la rappresentanza processuale dell’imprenditore è può di conseguenza stare in giudizio come attore o
come convenuto nelle cause relative ai rapporti dell’impresa alla quale è proposto.
La legge stabilisce che la procura institoria, cioè l’atto con il quale l’imprenditore conferisce la rappresentanza
all’istitore, deve essere depositata presso il registro delle imprese.
Se invece non spende il nome dell’imprenditore, egli risponde personalmente delle obbligazioni assunte.

9.2 Il procuratore
il procuratore è colui che esegue delle direttive che gli vengono impartite dall’imprenditore o dall’istitore ed è dotato di
una certa discrezionalità, ma la può esercitare solamente nell’ambito di uno specifico e ben delimitato settore
dell’attività.
Anche a lui si applicano le norme sulla pubblicità della procura.

9.3 Il commesso
Il commesso è dotato di poteri di rappresentanza ancora più ridotti perché essi sono riferiti esclusivamente alla sua
specifica mansione. Cioè di tutti gli impiegati “di sportello” o che vengono abitualmente a contatto con la clientela.

10 L’impresa sociale
L’impresa sociale vale a dire quelle organizzazioni private di vario tipo le quali esercitano in via stabile e principale
un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi di utilità sociale, diretta a
realizzare finalità di interesse generale.
Le caratteristiche essenziali sono, la finalità di utilità collettiva e di interesse generale unita al fatto che esse non
perseguono fine di lucro.
Deve tenere le scritture contabili e redigere il bilancio sociale della propria attività ed usufruisce di varie agevolazioni,
in particolare, nella limitazione della responsabilità patrimoniale dei soci per i debiti dell’organizzazione e nella
possibilità di fare ampio ricorso al volontariato.

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