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I suoi elementi:
1. l’esercizio di un’attività economica;
2. la produzione o lo scambio di beni o servizi;
3. l’organizzazione dell’attività economica;
4. l’esercizio professionale dell’attività economica.
Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano
un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
3 L’imprenditore agricolo
L’imprenditore agricolo è chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di
animali e attività connesse.
E’ necessario però che queste attività abbiano dimensioni contenute e riferibili al normale esercizio dell’agricoltura.
Si considerano imprenditori agricoli anche coloro che svolgono attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio
rurale e forestale, ovvero la ricezione e ospitalità.
4 L’imprenditore commerciale
L’imprenditore commerciale è colui che esercita professionale una delle attività elencate nell’art. 2195 c.c. e non
rivestono i caratteri propri ne del piccolo imprenditore ne dell’imprenditore agricolo.
Le attività che costituiscono esercizio di impresa commerciale sono:
l’attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
l’attività intermediaria nella circolazione dei beni;
le attività di trasporto;
l’attività bancaria e assicurativa;
altre attività ausiliarie alle precedenti.
5 Lo statuto dell’imprenditore commerciale
L’imprenditore commerciale è sottoposto a particolare regime giuridico. Il complesso delle disposizioni viene
comunemente denominato statuto dell’imprenditore commerciale, i punti fondamentali sono:
la capacità a esercitare l’impresa;
l’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese;
l’obbligo di tenere le scritture contabili;
la soggezione di fallimento e alle altre procedure concorsuali.
Le ragioni risiedono nella maggiore dimensione economica dell’impresa commerciale e nell’esigenza di predisporre
mezzi di controllo idoneo a tutelare il credito.
Ciò spiega perché il legislatore si sia preoccupato di mettere i creditori in condizioni di risalire prontamente
all’imprenditore, anche in vista di una eventuale sottoposizione a fallimento.
vidimazione iniziale, con la quale il notaio attesta il numero dei fogli del libro, prima che questo venga
utilizzato;
numerazione progressiva di ogni pagina.
Tra i dipendenti dell’imprenditore ve ne sono alcuni forniti della rappresentanza dell’imprenditore stesso:
l’istitore;
il procuratore;
il commesso.
9.1 L’istitore
L’istitore è colui che p preposto dall’imprenditore all’esercizio dell’impresa. Ha il potere di compiere gli atti relativi
all’esercizio dell’impresa, tranne che vedere o ipotecare beni immobili dell’imprenditore.
L’istitore è fornito della massima autonomia; può dunque impartire disposizioni agli altri dipendenti ed è tenuto a
rendere conto del proprio operato soltanto all’imprenditore.
Egli ha anche la rappresentanza processuale dell’imprenditore è può di conseguenza stare in giudizio come attore o
come convenuto nelle cause relative ai rapporti dell’impresa alla quale è proposto.
La legge stabilisce che la procura institoria, cioè l’atto con il quale l’imprenditore conferisce la rappresentanza
all’istitore, deve essere depositata presso il registro delle imprese.
Se invece non spende il nome dell’imprenditore, egli risponde personalmente delle obbligazioni assunte.
9.2 Il procuratore
il procuratore è colui che esegue delle direttive che gli vengono impartite dall’imprenditore o dall’istitore ed è dotato di
una certa discrezionalità, ma la può esercitare solamente nell’ambito di uno specifico e ben delimitato settore
dell’attività.
Anche a lui si applicano le norme sulla pubblicità della procura.
9.3 Il commesso
Il commesso è dotato di poteri di rappresentanza ancora più ridotti perché essi sono riferiti esclusivamente alla sua
specifica mansione. Cioè di tutti gli impiegati “di sportello” o che vengono abitualmente a contatto con la clientela.
10 L’impresa sociale
L’impresa sociale vale a dire quelle organizzazioni private di vario tipo le quali esercitano in via stabile e principale
un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi di utilità sociale, diretta a
realizzare finalità di interesse generale.
Le caratteristiche essenziali sono, la finalità di utilità collettiva e di interesse generale unita al fatto che esse non
perseguono fine di lucro.
Deve tenere le scritture contabili e redigere il bilancio sociale della propria attività ed usufruisce di varie agevolazioni,
in particolare, nella limitazione della responsabilità patrimoniale dei soci per i debiti dell’organizzazione e nella
possibilità di fare ampio ricorso al volontariato.