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Dpr581 1993 registro dell’impresa presso le camere di commercio. È un registro pubblico presso
ogni camera di commercio con al vertice un conservatore e collegati a una banca dati, dalla società
infocamere. Vi è una sezione ordinarie e più sezioni speciali. Nella sezione ordinaria tutte le società
tranne quelle semplici, tutti gli imprenditori individuali commerciali non piccoli, i consorzi con
attività esterna, le attività estere con sede secondaria in italia, enti pubblici economici; ha efficacia
dichiarativa e costitutiva(non puoi essere impresa se non sei iscritta) e normativa (una snc se non
iscritta è regolata dalla società semplice), l’ignoranza dei fatti non può essere opposti da terzi se è
avvenuta l’iscrizione (positiva 2195), ma un terzo può non essere vincolato da quell’atto se
dimostra entro 15gg di non essere a conoscenza. In quella speciale (ha mera pubblicità notizia, per
le imprese sociali anche costitutiva e per le agricole dichiarativa) i restanti, piccolo imprenditore,
società semplice, imprenditori agricoli non in forma societaria. Possono iscrivere nel registro solo
ciò che deve essere iscritto.
La fattispecie è il destinatario o referente dell’esperienza normativa. Si va guardare il codice civile,
esattamente nel libro V “del lavoro” che si apre con l’art 2082 con la definizione di imprenditore
ossia: imprenditore è chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata alla
produzione o allo scambio di beni e servizi, ed è proprio lui il soggetto al centro di tutto il sistema
di valori. Imprenditore è persona fisica oppure società, associazione, enti pubblici
Per diventare imprenditore devo avere capacità di agire, però alcune categorie di persone es.
avvocati non possono fare attività di impresa (incompatibilità e si rischia di essere radiati
dall’albo). L’imprenditore agricolo che non ha capacità di agire può continuare la sua attività, ma ,
c’è bisogno di autorizzazione al tribunale per ogni atto. Per l’imprenditore commerciale serve
l’autorizzazione all’attività imprenditoriale da parte del tribunale e non per i singoli atti. Gli
incapaci assoluti possono essere imprenditori (può essere speso il nome ) ma deve essere speso
dai suoi rappresentanti (genitori/tutore) e possono spendere il nome solo se ad esempio l’attività
è ricevuta per eredità (quindi per continuarla), non se l’ho fondata. L’inabilitato maggiorenne può
esercitare personalmente l’impresa continuando quella che c’era prima chiedendo al tribunale. Il
minore emancipato, se autorizzato esercita personalmente senza altri soggetti (può anche iniziare
e non continuare una nuova impresa ) queste autorizzazioni sono nel registro imprese
-La relatività della nozione d’impresa
Con riguardo alla giurisprudenza europea che ha come requisiti richiesti la professionalità e
l’organizzazione, ci possono essere anche altre nozioni che sono specificazioni come ad esempio
l’impresa d’investimento o l’impresa bancaria
-l’impresa quale attività produttiva triplicemente qualificata
L’impresa dal 2082 è descritta in termini di attività e poi come produttiva.
La definizione di impresa consenti nel 1942 a dare ad ogni iniziativa produttiva regole comuni e
rinviare alle norme corporative. I fenomeni imprenditoriali a cui si attribuisce ancora la rilevanza
normativa sono l’impresa agricola e la piccola impresa anche se ora sta avvenendo un
avvicinamento progressivo tra l’impresa piccola e agricola con l’impresa commerciale sia in
materia di pubblicità di impresa che per le procedure concorsuali
-2 l’impresa agricola
2135 L’impresa agricola è definita come chi esercita l’attività di coltivazione del fondo, selvicoltura,
allevamento di animali e attività connesse. Sono connesse le attività dirette alla trasformazione o
alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura. Il fattore
produttivo principale è la terra e il suo sfruttamento, ha quindi una disciplina normativa più
circoscritta sul presupposto che essa non presentava particolari esigenze di investimento in
quanto il fattore principale è il fondo che già è di proprietà.
Ai sensi dell’art 2135 per attività essenziali e per coltivazione del fondo si intendono le attività
dirette allo sviluppo del ciclo biologico di carattere vegetale e animale che utilizzando o possono
utilizzare il fondo (serra), bosco o acque, le attività connesse sono quelle di conservazione,
manipolazione, trasformazione, commercializzazione, valorizzazione che abbiano oggetto prodotti
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo/bosco/allevamento di animali nonché le
attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzo prevalente di attrezzature o risorse
dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola comprese le attività di valorizzazione del
territorio/ recezione o ospitalità (agriturismi solo una parte minoritaria degli immobili deve essere
destinata all’attività di agriturismo). Oggi l’attività agricola si è estesa anche a colture in
laboratorio e allevamenti in batterie, infatti la normativa stabilisce che un’attività e di coltivazione
o di allevamento se utilizza o può utilizzare il fondo, il fondo è quindi non più un fattore essenziale
ma eventuale. Nella nuova definizione di impresa agricola il fondo è diventato un fattore
produttivo eventuale e non più caratterizzante, l’elemento caratterizzante è rappresentato dalla
cura e dallo sviluppo di un ciclo biologico animale o vegetale. Si è ampliato notevolmente anche la
categoria delle attività connesse. Le attività connesse sono tali se utilizzano come materia prima
prevalente i prodotti derivanti dalla coltivazione del soggetto. Sono attività connesse anche quelle
che impiegano principalmente le attrezzature o le risorse che costituiscono l’azienda agricola dello
stesso soggetto ad esempio le attività di agriturismo. Con questo ampliamento delle risorse viene
da se il crescente sempre maggiore bisogno di credito pari quasi alle imprese commerciali ma con
trattamenti normativi differenti. Queste imprese sono soggette sia al rischio di impresa che al
rischio naturale anche sempre meno quello naturale . nonostante l’impresa agricola sia sempre più
industrializzata gli interventi normativi sono stati solo sulla pubblicità d’impresa, poi è stata
aggiunta una parte del diritto concorsuale , procedure alla crisi di sovraindebitamento e un
sistema di allerta per la crisi. Per i passaggi intermedi ci sono società di agricoltori come ad
esempio i caseifici/ cantine sociali per la trasformazione dei beni della coltivazione . sono
imprenditori agricoli anche i consorzi o cooperative di imprenditori agricoli e se utilizzano
prevalentemente beni dei soci, almeno 50%+1
-3 la piccola impresa
Si desume dal 2083 e viene definita come l’attività professionale organizzata prevalentemente con
il lavoro del titolare e dei componenti della sua famiglia ossia il coltivatore diretto del fondo,
l’artigiano e il piccolo commerciante . la piccola impresa ha rilevanza normativa in quanto il fattore
produttivo è il lavoro del titolare e dei suoi familiari, ossia un fattore che già si dispone, le esigenze
di investimento attengono essenzialmente a fattori produttivi secondari senza grande ricorso al
credito e quindi non deve essere soggetto alle stesse regole. la prevalenza del lavoro del titolare o
familiare deve essere in senso qualitativo essenziale e centrale nel processo produttivo al
contrario magari della grande impresa . Non è ben chiaro se l’impresa deve fare capo a un
soggetto fisico o anche a un ente collettivo come una società, in questo il lavoro che deve
prevalere è quello dei soci in caso di compagine sociale ristretta. Il 2083 si usa per la disciplina
delle scritture contabili e ai fini della sua iscrizione al registro dell’imprese (anche loro sono
obbligati a iscriversi al registro in un’apposita sezione). Il coltivatore diretto del fondo è chi coltiva
il fondo con lavoro proprio e della propria famiglia (non con prevalenza) con apporto di almeno
1/3 del lavoro. È imprenditore artigiano art. del 1985 colui che esercita personalmente
professionalmente e in qualità di titolare assumendosene oneri e responsabilità svolgendo in
misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale. Lavoro > capitale. Lo esercita nei limiti
dimensionali(slide) e che esercita la produzioni di beni tranne attività agricole e prestazioni di
servizi commerciali, intermediazione. Può esserlo anche una società, ma non deve essere spa o in
accomandita per azioni (è predominante il capitale) e che la maggioranza dei soci svolga in
prevalenza lavoro personale nel processo produttivo. Se in forma srl se la maggioranza dei soci
svolga in prevalenza lavoro e detenga la maggioranza del capitale e degli organi deliberanti.
Possono iscriversi presso l’albo delle imprese artigiane ed è costitutiva per la concessione di
agevolazioni a favore delle imprese artigiane (per partecipare ad es a bandi) e promuove l’impresa
artigiana (art 45 cost.). l’impresa artigiana può anche non essere piccolo imprenditore ex 2083 se
rispettato o meno.
Impresa familiare art 230 bis
vi possono essere sovrapposizioni fra discipline, uno può essere impresa familiare, artigiana
piccola. Il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o
nell’impresa familiare ha dei diritti…. Si intende familiare il coniuge, i partenti fino al 3 grado e
affini fino al 2°. L’impresa familiare è un impresa individuale, imputabile a un imprenditore e che si
avvale del lavoro dei familiari. I figli ad esempio possono essere sotto contratto di lavoro
subordinato. Il 230 bis è una norma residuale. Nella prassi per ragioni fiscali si stipula un contratto
per disciplinare i rapporti tra i familiari. Non è necessariamente un piccolo imprenditore l’impresa
familiare
nozione di PMI.
raccomandazione unione europea e vincolante per le politiche e programmi dell’unione europea
ed è stato usato anche dal legislatore nazionale. Alcune misure sulle pmi sono compatibili con la
disciplina ue sugli aiuti di stato.
Media: < 250 dipendenti, <= 50 milioni fatturato, <= 43 milioni di att. di stat. Patrimoniale
piccola: < 50 dipendenti, <= 10 milioni fatturato, <= 10 milioni di att. di stat. Patrimoniale
micro: < 10 dipendenti, <= 2 milioni fatturato, <= 2 milioni di att. di stat. Patrimoniale
bisogna essere sotto al limite degli addetti e a uno dei 2 tra attivo o fatturato
-4 l’impresa commerciale
L’artt 2195 contiene il precetto comportamentale di obbligo di pubblicità per chi ha un’attività
industriale di produzione di beni e servizi, intermediaria, trasporto per acqua terra e aria, bancaria
assicurativa, e ausiliaria. Si può sintetizzare in attività industriale e di intermediazione
Queste due attività hanno diverse interpretazioni. Una è quella letterale o storica ossia il processo
produttivo inaugurato con la rivoluzione industriale ossia automatizzato o che da lugo a una
trasformazione fisico tecnica e intermediazione classica ossia acquisto all’ingrosso e rivendita . ci
sono però diverse attività che non rientrano in queste attività e bisognerebbe aggiungerne una
terza ossia l’impresa “civile” ossia le imprese artigiane(non automatizzate), le imprese primarie o
di pubblici spettacoli(non c’è trasformazione) , imprese finanziari, agenzie. È chiaro però che
queste imprese non possono essere considerate alla pari delle imprese piccole o agricole
L’altra interpretazione l’opinione prevalente è attribuire all’industrialità il significato di non
agricolo, all’intermediarietà il significato di scambio quindi assorbe tutti i fenomeni
imprenditoriali non classificabili come agricoli. Quindi un fenomeno imprenditoriale è o agricola o
commerciale
L’ente pubblico economico persegue il suo fine attraverso l’attività commerciale, esercita
attività d’impresa ed è soggetta a diritto pubblico, ora circoscritta con le privatizzazioni e
attiene l’ambito di trasporti, telecomunicazioni, energia. Le spa sono regolate dal diritto
privato
Società in mano pubblica la partecipazione è detenuta da un ente pubblico . lo stato può
avere quota totale, o maggioritario , o minoritario
Ente pubblico non economico : realizza molteplici fini attraverso attività che possono non
presentare i caratteri delle imprese
Privatizzazione formale, da società pubblica a spa, la privatizzazione sostanziale è se il 50%+1 è dei
privato. Impresa pubblica: dove ci sono gli amministrazioni giuridicatrici che comandano, ma
anche gli organismi di diritto pubblico (qualsiasi organismo, anche societario finanziato per la
maggior parte o controllato da soggetti pubblici)
In queste 3 forme l’ente pubblico esercita attività economica tramite servizi pubblici. I servizi
possono avere rilevanza economica ossia con l’obbiettivo del profitto come nei settori energetici o
privi di rilevanza economica con l’obbiettivo della copertura dei costi come i servizi sociali
Nel caso in cui l’impresa assuma la forma giuridica di diritto privato cioè la società non vi è
applicazione differente anche se l’azionista è pubblico . nel caso l’impresa assuma una forma
giuridica di diritto pubblico occorre muovere l’applicazione delle disposizioni contenute nel libro
V. quindi la forma pubblica non incide in modo gravoso sula disciplina operante anche se sono
esclusi dalle procedure di fallimento e concordato preventivo. Nei confronti dell’impresa pubblica
trova applicazione tutta la parte della disciplina dell’impresa per la quale non è stabilito
diversamente
/ 1 l’impresa privata
Ossia la forma imprenditoriale che assume la forma giuridica di diritto privato, ossia la persona
fisica, la società o un altro ente privato non societario
Se l’impresa ha forma individuale non ci sono particolari ripercussioni in riguardo alla
disciplina applicabile
Se l’impresa ha forma societaria si arriva alla medesima conclusione anche se, se si tratta
di società di forma commerciale la disciplina implementa sempre alcune regole delle
imprese commerciali come l’obbligo di pubblicità e di tenuta delle scritture contabili con
conseguenza che se una società commerciale o cooperativa viene usata per l’attività
agricola troveranno comunque applicazione le sudette regole
Se l’impresa ha la forma di un ente privato non societario la conclusione non è immediata,
nel codice civile mancano riferimenti.
La disciplina dell’impresa deve trovare applicazione nella sua interezza nelle associazioni e
nelle fondazioni che esercitano un’attività commerciale
Enti senza scopo di lucro
Per essere imprenditore non è necessario per lo scopo di lucro. Si applica anche qui il 2201 sugli
enti pubblici. E va iscitta nel registro delle imprese se esercita in via esclusiva/ principale
l’attività di imprenditore e non in via accessoria. Gli enti del terzo settore hanno un loro registro e
devono tenere le scritture contabili. Principio di sussidiarietà e terzo settore. La sussidiarietà si ha
nel 118 cost. 4 comma attraverso forme di co-progettazione e co-programmazione
CAPITOLO 3
L’IMPRESA E LE PROFESSIONI INTELLETTUALI
-2 la’art 2238
L’opinione prevalente è scettica alla professione intellettuale come organizzata sul presupposto
dell’art 2238 alla condizione che l’esercizio della professione costituisca elemento di un’attività
organizzata in forma d’impresa, come se fosse solo un elemento di un’attività più ampia , quindi
questa norma terrebbe fuori dalla disciplina della impresa le attività intellettuali a prescindere. Se
il medico fa attività nel suo studio è un professionista intellettuale. È imprenditore quando offre
anche altri servizi ad esempio in una clinica privata (che offre anche vitto e alloggio). Se è anche
imprenditore si applicano sia le norme dell’imprenditore che quelle delle professioni intellettuali.
Bisogna fare ricorso a un criterio oggettivo utilizzando il contratto d’opera intellettuale, un
contratto caratterizzato da un minimo di intellettualità e personalità nella prestazione.
CAPITOLO 4
L’INIZIO E LA FINE DELL’IMPRESA
Rimane da vedere a chi si imputa l’impresa cioè chi ne è il referente soggettivo ossia il soggetto
che deve adempiere ai diversi obblighi di cui si compone la disciplina dell’impresa. Si tratta di
comprendere chi è l’imprenditore in senso giuridico
Il criterio di imputazione
C’è chi crede che l’impresa si imputi secondo un criterio formale o della spendita del nome
oppure secondo il criterio sostanziale dell’interesse perseguito. Se una persona fisica svolge
l’impresa a suo nome e nel suo interesse non vi è dubbio su chi sia l’imprenditore. Diverso è il caso
se l’imprenditore affida l’esercizio dell’impresa ad un altro soggetto ad esempio se non ha
capacità di agire, in questo caso la spendita del nome e l’interesse perseguito sono in capo a
soggetti diversi
Il criterio della spendita del nome
L’elemento decisivo ai fini dell’imputazione dell’imprenditore è la spendita del nome oggi
prevalentemente. Dato che manca ordinamento per il criterio di imputazione dell’attività si usa il
criterio previsto dall’ordinamento per l’imputazione degli atti giuridici art 1705 (l’attività è vista
come un insieme di atti giuridici) che prevede la spendita del nome e risulta irrilevante l’interesse
perseguito. Desta perplessità però perché bisogna guardare il complesso e non i singoli mattoncini
(gli atti). Si potrebbero creare forme di abuso in cui il soggetto che svolge l’impresa a proprio nome
è nullatenente e funge da prestanome per un terzo che non vuole esporre il suo patrimonio ai
creditori. A questa eventualità la giurisprudenza cerca di porre rimedio con la figura dell’impresa
fiancheggiatrice
Il criterio dell’interesse perseguito . la teoria dell’imprenditore occulto
In ragione delle suddette perplessità nasce l’idea che l’impresa si deve imputare a prescindere
dall’imputazione dei singoli atti giuridici, qui nasce la teoria dell’imprenditore occulto (Mario rossi
spende il nome, ma dietro c’è giovanni verdi e Mario ha un mandato senza rappresentanza),
basato sull’inscindibile relazione tra potere e rischio tanto che chi ha la direzione di un’iniziativa
economica non può sottrarsi alle conseguenti obbligazioni. Vi è problema con i creditori perché
aggrediscono il creditore palese che non è il vero imprenditore e non riescono a soddisfarsi.
Un dominus ( imprenditore occulto) non è solo responsabile ma acquista anche la qualifica di
imprenditore a prescindere dal nome speso ed è assoggettato quindi alle procedure concorsuali.
Ciò deriva da un interpretazione estensiva dell’art 147 fall. in cui nel caso di fallimento di una
società con soci illimitatamente (snc) responsabili e stabilisce che determina il fallimento in
estensione di tali soci anche dei soci occulti. Se nella società c’è come socio una società occulta
sarà anche essa aggredita.
A è prestanome palese e B è occulto. Per aggredire B, se il patrimonio di A è scrauso, devo
dimostrare che B è imprenditore di attività fiancheggiatrice. Se A fallisce vuol dire che B non ha
affiancato adeguatamente A e non ha pagato io conti di A e ha inadempiuto al mandato senza
rappresentanza, se avesse adempiuto A non sarebbe fallito, e quindi si colpisce il patrimonio di B
Abuso della personalità giuridica: se un ente con personalità giuridica, con soci limitatamente
responsabili. Per colpire anche i soci deve esserci un abuso della personalità giuridica, ossia se il
socio si comporta non come socio , ma come imprenditore di una società
SEZIONE 2
CAPITOLO 6
IL REGISTRO DELLE IMPRESE
Caratteristiche generali
La disciplina dell’impresa contempla un obbligo di pubblicità per assicurare trasparenza
informativa, si tratta di un obbligo pubblicitario minimo per avere certezza legale per talune
informazioni con i rapporti con i terzi. per quest’obbligo vale il principio di tipicità secondo cui le
informazioni da sottoporre a pubblicità sono solo quelle per cui c’è obbligo. A tale obbligo si
adempie tramite il registro delle imprese. Il registro è affidato alle camere di commercio di ogni
provincia e dal conservatore sotto la vigilanza del giudice del registro.
Capitolo 8
I presidi organizzativi
Sotto il profilo delle modalità organizzative ed operative il principio fondamentale è quello della
libertà dell’imprenditore, decide lui le risorse, di quanto personale avvalersi, di come decidere. Il
legislatore inserisce comunque dei presidi organizzativi cioè alcuni obblighi per assicurare una
gestione sana. Il principio di adeguatezza e la documentazione
L’adeguatezza della struttura organizzativa
Art 2086. L’imprenditore ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e
contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e della rilevazione tempestiva della
crisi e attivarsi per il superamento della crisi per avere continuità aziendale. Si riferisce
all’imprenditore collettivo quali le società perché le imprese individuali non hanno assetti di alcun
tipo. La competenza esclusiva della gestione è degli amministratori. L’adeguatezza è richiesta per
l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile ossia il sistema informativo permetta di
prendere decisioni ponderate, il processo decisionale sia coerente e i fattori produttivi siano
congrui rispetto al programma imprenditoriale
La documentazione d’impresa
Si stabilisce a carico dell’imprenditore commerciale un obbligo di documentazione di impresa
ovvero l’obbligo di dare rappresentazione scritta dei diversi accadimenti relativi allo svolgimento
dell’attività d’impresa tramite l’obbligo di tenuta delle scritture contabili. L’obbiettivo è una
conduzione efficiente soprattutto in tutela dei terzi. l’imprenditore può anche avere un riscontro
ex post di come si è svolta l’iniziativa e se erano in linea con quanto programmato ex ante
Scritture contabili obbligatorie
Vanno tenute quelle richieste dalla natura e dalla dimensione dell’impresa. Il codice fissa
comunque 2 scritture contabili obbligatorie minime indipendentemente da natura e dimensione
ossia il libro giornale e degli inventari. Il libro giornale è cronologico e vanno rilevati i fatti di
gestione nel loro profilo patrimoniale e reddituale, patrimonio o risultato d’esercizi. Il libro degli
inventari serve per segnare periodicamente le attività e le passività relative all’impresa e esterni
all’impresa, tenuto secondo un criterio sistematico. Questo libro deve dare il patrimonio nella sua
interezza e i suoi elementi vanno indicati e valutati. L’inventario va redatto all’inizio dell’impresa e
poi ogni anno e si chiude con il bilancio e con il conto dei profitti e delle perdite
Il bilancio di esercizio
Nel lessico attuale il bilancio d’esercizio designa lo stato patrimoniale, il rendiconto finanziario, il
conto economico e la nota integrativa. Lo stato patrimoniale contiene gli elementi attivi e passivi
pertinenti all’impresa( più circoscritto dell’inventario), conto economico con ricavi e costi. Il
rendiconto evidenzia le disponibilità liquide e la relativa variazione nell’esercizio. La nota
integrativa è un documento descrittivo che chiarisce i documenti quantitativi e il processo di
valutazione. È ancora aperta la questione su quale disciplina debba applicarsi al bilancio di
esercizio delle imprese che non sono società di capitali come la società di persone o un ente non
societario. Non è impensabile che possa avere una struttura diversa
SEZIONE 4
Il complesso organizzativo e la circolazione
dell’impresa
Capitolo 9 il trasferimento dell’azienda
Lo svolgimento dell’attività d’impresa richiede un apparato produttivo di più o meno ampie
dimensioni e da fattori eterogenei che vengono coordinati per conseguire il profitto, questo
apparato è l’azienda. La disciplina dell’azienda riguarda aspetti della sua circolazione. Il fenomeno
disciplinato è la sostituzione nella conduzione dell’impresa che si attua tramite il trasferimento
dell’unità operativa
La nozione di azienda
2555. È il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. L’azienda è
unitaria e trascende le singole componenti, l’azienda è un bene unico composto da una pluralità di
beni, non ne fanno parte i debiti e crediti. Il vincolo unitario è dato dalla natura organizzata degli
elementi dell’azienda da parte dell’imprenditore. L’attitudine di produzione di nuova ricchezza
rappresenta l’avviamento dell’azienda, l’avviamento non è un bene ma una qualità immanente ad
ogni azienda. È definibile in termini di avviamento oggettivo che dipende dai fattori e quello
soggettivo che dipende dall’abilità dell’imprenditore. Il valore dell’avviamento può essere scritto a
bilancio.
L’azienda è composta da molti beni e giuridicamente ognuno di essi conserva la propria autonomia
e non è necessario che l’imprenditore sia proprietario di ciascuno di essi, basta che abbia un titolo
giuridico per poterne godere. L’azienda è inoltre un complesso di beni mutevole per l’ingresso
sempre di nuove materie . l’azienda non viene a meno se l’attività cessa a meno che non sia
completamente disgregata e non perda radicamento rispetto all’originale attività. All’interno
dell’azienda ci sono sottosistemi dotati di autonomia produttiva come i rami d’azienda ossia
un’articolazione funzionale autonoma e gli elementi comuni agli altri rami anche se troncati non
risultano essenziali. Dato che si manifesta la circolazione autonoma del ramo è soggetta alle regole
della cessazione d’azienda
L’imprenditore non è necessariamente proprietario dell’azienda ma è titolare delle diverse
posizioni giuridiche ( proprietà, usufrutto…)
I segni distintivi dell’imprenditore sono il nome (denominazione e indica il soggetto giuridico), la
ditta(contraddistingue il nome dell’azienda). L’insegna contraddistingue i luoghi reali dove
l’imprenditore esercita l’attività. Anche il nome del sito online è protetto dal diritto industriale.. il
marchio è il segno che distingue i prodotti e i servizi dell’imprenditore
IL TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA
Natura, causa e oggetto del negozio
2556. Dato che la disciplina dell’azienda è dedicata principalmente al momento circolatorio la
fattispecie principale è quella del trasferimento di proprietà ossia della cessione del fascio di
eterogenee posizioni giuridiche e trasferimento di proprietà, diritti reali e godimento. È sufficiente
che le parti convengano di trasferire l’azienda identificandola con elementi estrinseci come la
localizzazione perché l’effetto traslativo coinvolga tutti gli elementi che la compongono. Allo
stesso modo non è impedito escludere dal trasferimento uno o più beni specificandoli. Se viene
escluso un bene essenziale non comporta l’invalidità del negozio ma semplicemente non viene
qualificato come trasferimento d’azienda
La forma e la pubblicità del contratto
In linea di principio il contratto traslativo d’azienda ha forma libera a meno che non sia richiesta
una forma specifica dalla natura del contratto, ad esempio per la donazione serve atto pubblico.
Ciò significa che l’azienda non ha una propria legge di circolazione. Devo altresì essere rispettate le
prescrizioni pubblicitarie relative al trasferimento di ciascun bene come i registri immobiliari per
gli immobili.
L’art 2556 impone tuttavia la forma scritta ad probationem quando si tratta di aziende registrate e
dispone che il contratto in atto pubblico o scrittura privata autenticata da notaio deve essere
depositato per l’iscrizione nel registro delle imprese. Soggetti all’obbligo di iscrizione sono i
trasferimenti di qualsiasi azienda purché almeno una delle parti sia un imprenditore soggetto al
medesimo obbligo
Il divieto di concorrenza
Art 2557 vieta all’alienante dell’azienda di iniziare dopo il trasferimento qualsiasi attività
imprenditoriale che per oggetto, ubicazione o altro sia idonea a sviare la clientela dall’azienda
ceduta. Il divieto è limitato all’avvio di una nuova attività, è quindi consentita continuazione di una
seconda e ha una durata quinquennale. Sono vietate le attività intraprese per conto proprio o di
terzi ed è precluso l’avvio di una impresa individuale e partecipazione a una societaria. Le parti
possono regolare tra loro l’idoneità alla distrazione della clientela ad esempio specificando il
territorio dove operare o le categorie merceologiche. Il divieto vale anche nel caso di usufrutto o
affitto
Il divieto si applica a tutte le ipotesi di cessione volontaria o coattiva, deve però trattarsi di
un’azienda commerciale , ma riguarda l’azienda agricola per le attività connesse.
La successione nei contratti, nei crediti e nei debiti
L’art 2258 il primo comma è dispositiva perché se non è pattuito diversamente, dispone
l’automatico subingresso nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda che non abbiano
carattere personale. Si tratta soprattutto di contratti con cui il titolare può godere di beni aziendali
di cui non è proprietario come il leasing o di determinate prestazioni lavorative come il contratto
di agenzia e in contratti di clientela. La successione in tali rapporti contrattuali rappresenta un
effetto naturale e automatico del trasferimento dell’azienda. Il subentro dell’acquirente prescinde
dalla volontà sua e del cedente e non è richiesto il consenso del terzo contraente liberando
l’alienante.
La successione riguarda però solo i contratti a prestazioni corrispettive non ancora eseguite da
nessuno dei 2 contraenti al momento del trasferimento. La successione non opera nei contratti a
carattere personale dato che sarebbe impossibile adempiere per l’acquirente ad esempio la
richiesta di un mobile decorato a mano dall’alienante, oggettivamente e soggettivamente
infungibile
Tutte le norme fino a qui esaminate sono comunque ampiamente derogabili dalle parti possono
escludere dall’alienazione alcuni contratti senza limite a meno che sia un contratto di godimento di
un bene essenziale per l’azienda. Si può anche entrare in quelli a carattere personale e basta il
consenso del terzo (i contratti personali sono quelli dove la persona ha ruolo determinante). Il
terzo ha anche diritto di recesso entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento in presenza di giusta
causa (se tipo non paga mai) ossia in presenza di ragioni oggettive. ( a deroga della disciplina
generale dei contratti)
Diversa è la disciplina negli artt 2559 e 2560 che regolano la sorte di crediti e debiti puri cioè
rapporti obbligatori di fonte extracontrattuale Come il debito al versamento IVA o contratti a
carico del solo terzo e sempre inerenti all’esercizio dell’azienda.
Per i crediti il trasferimento diviene efficacie nei confronti di terzi anche senza accettazione del
debitore ceduti e diviene effettivo con l’iscrizione nel registro delle imprese, il debitore è tuttavia
liberato se paga in buona fede all’alienante anche ad iscrizione avvenuta.
Per i debiti il 2560 dispone che l’acquirente ne risponde verso i creditori se, ma solo se essi
risultano dalle scritture contabili obbligatorie, così il cessionario non si vede gravato da
obbligazioni non conosciute. Questa norma è inderogabile dalle parti. In ogni caso l’alieante
continua a rispondere in solido con gli acquirenti a meno che i creditori non acconsentano a una
sua liberazione dato che il debitore non può essere sostituito senza il consenso del creditore. Per
quanto riguarda i rapporti obbligatori interni tra cedente e cessionario essi possono liberamente
regolare questi profili. Deroga al 1273
Usufrutto e affitto d’azienda
L’azienda può essere oggetto anche di negozi di diritto di godimento sui beni che la compongono.
Di un diritto reale quindi usufrutto o di un diritto personale di godimento quindi affitto.
L’usufrutto potrà essere con compravendita, donazione e cosi via. Centrale è la gestione
dell’azienda pertanto l’usufruttuario e l’affittuario devono esercitare l’impresa conservando
l’efficienza dell’organizzazione e degli impianti senza modificare la destinazione del complesso. È
un obbligo non limitato alla semplice manutenzione ma a salvaguardarne l’avviamento. Si è quindi
tenuti ad ammodernare gli impianti obsoleti, a rinnovare i prodotti per stare a passo con il
mercato oltre a poter vendere e acquistare materie e macchinari. Oltre il potere di gestione
l’affittuario o usufruttuario hanno anche potere di disposizione se non acquista la proprietà di
questi beni.
patto di famiglia 768 e 458. Successione di azienda. Il patto di famiglia è un contratto particolare
garantisce il passaggio generazionale nelle imprese
Sezione QUINTA
L’IMPRESA NEL MERCATO
Mercato e Concorrenza
L’insieme delle offerte degli imprenditori e delle domande d’acquisto della clientela prende il
nome di mercato. L’azione dell’impresa all’interno del mercato è assoggettata a norme a tutela
della correttezza delle relazioni contrattuali e non. Sul piano extracontrattuale fa si che ci siano
efficaci pressioni concorrenziali per incentivare il costante adeguamento dell’offerta. Il principio di
concorrenza non può però essere steso fino al punto di consentire alle imprese di approfittare di
altrui investimenti tramite diritti di proprietà industriale. la concorrenza tende alo raggiungimento
del miglior rapporto qualità prezzo per il consumatore. La concorrenza è dinamica in quanto è in
continua evoluzione,
LA DISCIPLINA ANTITRUST
Si pone di contrastare il potere di mercato delle imprese cioè situazione in cui un impresa si
sottrae alla pressione concorrenziale senza contraccolpi derivanti dalla perdita di clientela.
L’impresa di potere di mercato può aumentare i prezzi, peggiorare la qualità e smettere di
innovare. L’antitrust impedisce operazioni di concentrazione e sfruttamento della posizione
dominante di potere di mercato
Antitrust europeo e nazionale : fonti e autorità
La disciplina dell’antitrust ha fonte principale nel trattato di funzionamento dell’unione europea e
nel regolamento CE sulle concentrazioni. Il legislatore nazionale ha ricalcato in questo la
normativa europea. L’accertamento degli illeciti antitrust può avvenire in via amministrativa da
parte delle autorità competenti e applicare sanzioni pecuniarie e ordinare la cessazione
dell’infrazione ( public enforcement) . Competente in via amministrativa dell’antitrust europeo è
anzitutto la Commissione. In italia l’autorità e l’ AGCM che può applicare tanto il diritto europeo
che quello nazionale. L’accertamento dell’antitrust nazionale e europeo può avvenire in via
privatistica da parte della giustizia ordinaria per ottenere cessazione e risarcimento( private
enforcement)
La proprietà intellettuale comprende il lavoro creativo nel settore delle arti, musica, letteratura e
spettacolo e vengono etichettati come opere d’ingegno protetti con diritti esclusivi fino a 70 anni
dopo la morte e ricadono nella disciplina del diritto d’autore
Le azioni a difesa della proprietà industriale
Atte a prevenire e rimuovere l’illecito. Come strumento di prevenzione ha l’inibitoria della
fabbricazione delle cose brevettate e strumenti di rimozione degli effetti quali il ritiro dal
commercio o distruzione e magari anche una somma dovuta per la violazione o ritardo nel
provvedimento. I provvedimenti inibitori non richiedono dolo o colpa mentre il risarcimento si
come la restituzione degli utili derivanti dalla violazione.
Fonti e sistema
Diritti titolari protetti da un Processo di registrazione di marchi e modelli industriali presso
l’ufficio italiano brevetti e marchi. I diritti non titolati sono ad esempio la ditta, insegna, marchio
non registrato che sorgono per effetto dell’uso indipendentemente dalla brevettazione. La
brevettazione può inoltre avvenire presso appositi uffici internazionali ed europei come EUIPO
ossia l’ufficio della ue per la proprietà intellettuale e ha effetti unitari sui territori di tutti i paesi
dell’unione
Sezione 6
La cooperazione tra imprenditori
Società europea e cooperativa europea
Gli strumenti di cooperazione e forme di integrazione tra imprese
Un singolo imprenditore può non avere i mezzi finanziari necessari per investire in marketing r&d,
pubblicità ecce cc soprattutto se il tessuto economico è formato da piccole medie imprese. Vi è
un’ampia gamma di strumenti di cooperazione tra imprese come strumenti di cooperazione
tramite contratti e gli imprenditori rimangono autonomi giuridicamente ed economicamente e
forme di integrazione con legami partecipativi nella proprietà dell’impresa. E comportano la
formazione di un'unica entità economica sino a unirsi in un entità giuridica (fusione). Importante è
di nuovo il controllo della concorrenza per evitare concentrazioni
Le forme di cooperazione inderogabilmente strutturate. I consorzi
2602. Il consorzio è un contratto tipico con il quale più imprenditori istituiscono
un’organizzazione comune per la disciplina (coordinamento delle attività 2603 co. 3, problemi di
concorrenza) e lo svolgimento (acquisto comune o costruzione di un magazzino comune) di
determinate fasi delle rispettive imprese, è quindi un sistema di coordinamento interaziendale.
Ora la disciplina è anche aperta a lavoratori autonomi, quindi non imprenditori. Gli imprenditori
mirano a benefici quali un risparmio o un ricavo derivante da una razionalizzazione del ciclo
produttivo o distributivo come servizi comuni e gestione della contabilità.
Vi è distinzione tra consorzi con attività interna ed esterna; entrambi hanno un’organizzazione
comune, la prima è volta all’organizzazione dei rapporti tra gli imprenditori. In quelli con attività
esterna è volto a disciplinare l’attività imprenditoriale svolta dal consorzio quale soggetto giuridico
autonomo con i terzi
Le disposizioni generali dei consorzi
È costituito tramite contratto tra imprenditori quindi non professionisti intellettuali ad esempio. Il
consorzio deve essere stipulato per iscritto pena nullità e contenere una serie di indicazioni
essenziali quale l’oggetto, gli obblighi assunti dai consorziati e contributi da essi dovuti ( iniziali e
periodici) i contributi versati verranno restituiti all’uscita del socio. In mancanza di una
determinazione diversa il contratto è valido per 10 anni. Connotato essenziale per il consorzio è la
presenza di un’organizzazione comune per il compimento degli atti per l’esecuzione del
programma consortile. La disciplina è scarna con poche regole derogabili. Il modello legale
prevede una struttura fondata sull’articolazione di un organo deliberativo e di uno esecutivo. Non
è un soggetto giuridico autonomo, chi compie gli atti sono i singoli consorziati con un
rappresentante comune
L’organo deliberativo è composto da tutti i consorziati, retto dal principio maggioritario, opera in
maniera collegiale e il voto è per teste se non è disposto diversamente. Le modificazioni del
contratto di consorzio devono essere fatte per iscritto pena nullità e all’unanimità, tra le
modificazioni (se non previsto diversamente) non rientrano le variazioni dei consorziati ossia
l’ingresso di un nuovo soggetto; se la struttura è chiusa invece serve il consenso unanime.
L’organo esecutivo del consorzio è composto da persone preposte dai consorziati alla direzione
del sodalizio e controlla l’esatto adempimento delle obbligazioni dei consorziati.
Anche il consorzio prevede cause di scioglimento del contratto o della singola partecipazione. Si
scioglie per il decorso del termine, sopravvenuta impossibilità o raggiungimento dell’oggetto ad
esempio. Lo scioglimento della singola partecipazione può essere dalla volontà del consorziato
( recesso) o deciso dagli altri (esclusione)
le regole specifiche dei consorzi con attività esterna
è qualificabile come imprenditore commerciale in quanto fa un’attività ausiliaria ai consorziati.
sono autonomi centri d’imputazione dotati di soggettività giuridica (al contrario del consorzio
senza attività esterna), acquistano la qualità di imprenditori commerciali esercitando un’attività
ausiliaria e sono dunque esposti al fallimento, si pensi ai consorzi tra gestori di impianti di risalita.
La soggettività dei consorzi esterni è consacrato da un ufficio per le attività con i terzi spendendo il
proprio nome e dell’iscrizione nel registro delle imprese. Questi consorzi godono di autonomia
patrimoniale e i beni acquistati finiscono in un patrimonio autonomo detto fondo consortile , ed
è indivisibile tra i consorziati ed è una garanzia ai creditori del consorzio. I creditori dei singoli
consorziati non possono rivalersi sul fondo consortile. Il consorzio ha responsabilità verso terzi per
le obbligazioni assunte in nome del consorzio i quali possono valersi solo sul fondo consortile. Le
obbligazioni assunte dall’organo con nome del consorzio, per conto dei singoli, le obbligazioni
sono a carico dei singoli e il fondo consortile ha funzione sussidiaria, se il consorziato è insolvente,
il debito si ripartisce sugli altri consorziati. Bisogna redigere la situazione patrimoniale in linea con
il bilancio delle SpA da rendere pubblico nel registro, cosi che i terzi possono vedere il fondo
consortile. Le deliberazioni si prendono a maggioranza dei consorziati. Le modificazioni devono
essere fatte per iscritto pena nullità e all’unanimità.
le società consortili
si può costituire la società consortile in tutti i tipi di società di persone e di capitali esclusa la
società semplice . Lo scopo del consorzi non è il conseguimento di un utile ma il raggiungimento di
condizioni più vantaggiose rispetto a un singolo operatore di mercato. L’opinione prevalente dice
che la società consortile vanno regolate solo dalle norme del tipo societario prescelto. Si istituisce
la società per il perseguimento dello scopo consortile. L’atto costitutivo può stabilire l’obbligo dei
soci a versare i contributi in denaro al contrario della norma generale delle spa. 2538 comma 3
emerge la possibilità che la società cooperativa possa avere scopo consortile
Sezione 7
Gli strumenti di mobilitazione della ricchezza
Denaro, risparmio, investimenti di stato e imprese si chiama ricchezza mobiliare in
contrapposizione da quella immobiliare della proprietà fondiaria ed è per vocazione ricchezza
circolante e la sua movimentazione è alla base dello sviluppo e nel traffico giuridico. La
circolazione può avvenire tramite attribuzione di unità monetarie come il pagamento di un
obbligazione oppure la circolazione di una situazione giuridica rappresentativa di un valore
finanziario (diritti di credito e partecipazioni). Ciò che conta è l’assicurare celerità, sicurezza,
accessibilità del mezzo di trasmissione del denaro e dall’altro lato la protezione degli acquisti.
L’autonomia reale
Art 1994 chi ha acquistato in buona fede il possesso di un titolo di credito non è soggetto a
rivendicazione ossia ne acquista la titolarità anche a non dominio e il terzo proprietario non può
rivendicare il titolo , si parla perciò di autonomia reale. L’acquisto della proprietà del documento
presuppone l’esistenza di un negozio traslativo pienamente valido e efficacie. La buona fede
consiste nell’ignoranza dell’altruità del titolo
L’autonomia obbligatoria. La letteralità e l’astrattezza
Art 1993. La circolazione cartolare è caratterizzata dall’autonomia obbligatoria dell’acquisto e
quindi indipendenza della posizione dell’acquirente rispetto a quella dei precedenti creditori . tale
indipendenza si esprime attraverso letteralità e astrattezza
Letteralità: il possessore può esercitare la pretesa nei termini indicati nel titolo senza subire le
conseguenze di eventuali dilazioni non risultanti nel documento e riferibili a precedenti possessori
Astrattezza: la creazione del titolo astrae il diritto cartolare del rapporto giuridico che vi ha dato
causa rendendolo irrilevante nei confronti dei successivi possessori
Le eccezioni opponibili dal debitore di un titolo di credito si distinguono in:
Eccezioni reali: sono opponibili a qualunque possessore e comprendono quelle fondate sul
contesto letterale del titolo e quella di forma , falsità della firma, difetto di capacità, di
rappresentanza o violenza fisica
Eccezioni personali: sono opponibili solo al singolo possessore e comprendono eccezioni
personali in senso stretto come il difetto di proprietà del titolo e il difetto di legittimazione,
eccezioni fondate su rapporti personali con l’attuale possessore, eccezioni fondate su
rapporti personali con i precedenti possessori…. Pag 181
La legittimazione cartolare attiva e passiva
La proprietà del documento attribuisce al titolarità del rapporto documentato mnei titoli cartacei.
Il possesso eventualmente qualificato attribuisce la legittimazione cd legittimazione attiva. Il
possessore che esibisca il titolo non deve fornire altra prova della sua titolarità. Collegata è la
legittimazione passiva ossia il debitore che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei
confronti del possessore è liberato anche se questi non è il titolare del diritto, dolo o colpa grave si
hanno solo quando il debitore disponesse o avrebbe potuto disporre di prove certe che gli
avrebbero consentito di respingere la pretesa del possessore. Nei titoli scritturali la legttimazione
attiva è collegata all’intestazione del conto…. 182
Sezione 8
La crisi dell’impresa
Le ragioni e i presupposti di un diritto speciale : le vicende dell’impresa e la sua crisi
Anche l’attività d’impresa ha un inizio e una fine e nel mezzo fasi di crescita e declino. Vi sono casi
in cui l’attività d’impresa rischia di dover cessare per ragioni intrinseche in quanto viene a meno
l’equilibrio d’impresa e la remunerazione dei costi con i ricavi e perde la caratteristica
dell’economicità quindi i debiti non potranno essere ripagati ossi l’insolvenza o anche solo in una
fase di crisi che preannuncia l’insolvenza. Quindi o l’impresa interrompe la sua attività oppure
tenterà una risoluzione
Le ragioni della disciplina fallimentare e le sue origini
Quando coinvolge un’impresa commerciale non piccola si tratta di diritto fallimentare ed è alle
origini del diritto commerciale . l’esigenza di una disciplina ad hoc per regolare l’insolvenza
dell’imprenditore trae origine dalla particolare complessità di una tale insolvenza e i relativi
rapporti obbligatori. Si rende cosi opportuna una procedura unitaria che consenta un’attuazione
coattiva e simultanea di tutti i debiti insoluti in modo da essere più veloce efficiente ed equa. La
procedura esecutiva diventa collettiva perché opera per tutti i creditori ed universale riguardando
tutti i debiti e il patrimonio dell’imprenditore. Si apre quindi un concorso sul patrimonio del fallito
da parte di tutti i creditori (procedura concorsuale ) secondo la par condicium creditorum tranne
se si ha una situazione di privilegio ( fra uguali privilegi si riapplica la par condicio) solitamente i
creditori chirografari ( normali ) ricevono di norma il 20 % del credito quindi la par condicio è una
ripartizione paritetica delle perdite. La crisi d’impresa provoca anche allarme sociale e può portare
ad un effetto domino. Affianco alla legge fallimentare è apparsa la procedura volta alla
composizione del sovraindebitamento o alla liquidazione del patrimonio per coloro che non sono
imprese commerciali accordi di ristrutturazione per l’imprenditore agricolo
La legge fallimentare e il sistema concorsuale
Non prevede solo il fallimento, ma anche il concordato preventivo e la liquidazione coatta
amministrativa e poi l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.
Queste procedure sono alternative e vedremo perch ci sono più procedure per un fenomeno
unico
Le soluzioni negoziate della crisi d’impresa
Prima chiave di lettura Accordo fra debitore e creditore anziché un percorso liquidatorio
determinato dalla legge e regole non disponibili dall’autonomia privata estromettendo
l’imprenditore (spossessamento) e neutralizzando praticamente i creditori il cui percorso di
protezione è predeterminato.
Le soluzioni negoziate della crisi d’impresa possono essere intraprese prima che l’impresa sia
decotta, ma anche in insolvenza. Un accordo può favorire sia il debitore che sfugge agli effetti
dolorosi del fallimento e il creditore può compensarsi maggiormente. Questa soluzione è una
prospettiva puramente privatistica ossia accordi stragiudiziali. Con la procedura giudiziaria con
effetti legali permette di imporre a tutti i creditore l’accordo con il debitore accettato dalla
maggioranza dei creditor. La crisi d’impresa quindi completa la libera negoziazione arrivando dove
non può l’autonomia privata. Questi percorsi sono ad esempio il concordato preventivo, gli accordi
di ristrutturazione. Convive cosi nel nostro sistema concorsuale sia una vocazione pubblicistica che
un’anima privatistica
Salvaguardia dei complessi produttivi
seconda chiave di lettura. Alla tradizionale vocazione liquidatoria ha preso il sopravvento il
prevenire un’insolvenza non ancora prodottasi salvaguardando il complesso produttivo delle
imprese in crisi cosi l’imprenditore può restare alla guida dell’impresa o di cederla a terzi con il
vantaggio di uscirne nel modo migliore. Il risanamento o la cessione è un buon risultato rispetto
allo smembramento. I creditori potranno beneficiare di nuovi flussi se l’impresa si risana oltre che
nell’interesse dei lavoratori e del tessuto economico. In questo contesto ha senso
l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese, ma anche il concordato preventivo si presta
al risanamento di un’impresa insolvente
Le c.d. procedure amministrative
terza chiave di lettura. Il fallimento e il concordato si sono sempre svolte sotto il presidio
dell’autorità giudiziaria e opera all’interno di tali procedure senza la discrezionalità tipica della
pubblica amministrazione. Oltre al fallimento e al concordato preventivo abbiamo la liquidazione
coatta amministrativa e l’amministrazione straordinaria per le grandi imprese ossia risultano
amministrate dall’autorità amministrativa. La PA quindi si affianca al potere giudiziario.
IL FALLIMENTO
I presupposti: il cd presupposto soggettivo ( rinvio)
Ricordiamo che si applica all’impresa commerciale non piccola e privata (presupposto soggettivo)
in stato di insolvenza (presupposto oggettivo)
Il cd presupposto oggettivo: lo stato di insolvenza
Lo stato di insolvenza si manifesta con inadempimenti o altri fattori esteriori i quali dimostrino che
il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Il presupposto
oggettivo può essere intrinseco ossia legato all’impotenza finanziaria e estrinseco ossia
percepibile da fattori esterni. Non importa il numero di creditori, il numero delle obbligazioni o il
loro ammontare in principio anche se non si fa luogo alla dichiarazione di fallimnento se
l’ammontare di debiti scaduti non pagati è inferiore a 30.000.
Potrebbe non esservi un’incapacità ad adempiere regolarmente anche quando non consti ancora
in alcun inadempimento ( è non regolare non solo chi è in ritardo ma chi anche si procura denaro
in modo anomalo tramite ad es svendita) e può essere un indizio all’incapacità di adempiere
regolarmente. L’”irregolarità” degli inadempimenti già rileva come insolvenza proprio perché
lascia pronosticare a breve un inadempimento. Potrebbe anche esserci inadempimento anche con
regolare capacità di adempiere cosi come uno che si rifiuta ad adempiere
Venendo al profilo estrinseco l’incapacità di adempiere deve manifestarsi con inadempimenti o
con altri fattori come ad esempio una sentenza di condanna a pagare, un sequestro conservativo
ecce cc. Altri fattori sono le risultanze contabili anche se non sono fedelmente informativi ( si può
essere molto indebitati ma con possibilità di alti redditi futuri). Occorre quindi un intero quadro
probatorio e non singoli indizi
Il fallimento dell’imprenditore cessato o defunto
Negli artt 10 e 11. Le norme consentono di dichiarare il fallimento dell’impresa anche il momento
della sua cessazione o della morte dell’imprenditore se l’insolvenza si manifesta entro l’anno da
quel momento . dato che non si può parlare di fallimento senza impresa o senza imprenditore gli
effetti della procedura potranno proiettarsi e farsi valere anche nei confronti di soggetti diversi, da
individuarsi in base ai rapporti giuridici con quello che fu il titolare dell’impresa dichiarato fallito.
L’apertura della procedura
Il fallimento è dichiarato da un tribunale civile per iniziativa privata o pubblica
È privata l’iniziativa di uno o più creditori che propongono ricorso al tribunale provando il
loro credito e l’esistenza dei presupposti del fallimento. Le prove non sono comunque
necessarie dato che il tribunale ha tutti i mezzi necessari. Anche il debitore potrebbe
dichiararsi autofallito o dalla maggioranza dei soci in una società
È pubblica se affidata alla richiesta di un pubblico ministero al quale risulti insolvenza per
uno dei fatti esteriori o tramite segnalazioni di un giudice civile che l’abbia rilevato durante
un procedimento
Il tribunale competente sarà quello del luogo della sede principale dell’impresa. Il procedimento
per il fallimento è volto all’accertamento dei presupposti che la legittimano davanti al tribunale in
composizione collegiale. Il procedimento si conclude o con la sentenza dichiarativa del fallimento o
con il decreto di rigetto se non ci sono i presupposti o la soglia di 30.000 euro e si può fare reclamo
entro 30 gg alla corte d’appello. Gli effetti si produrranno nei confronti delle parti dopo che sia
stata notificata e nei confronti di terzi con l’iscrizione nel registro delle imprese. Conterrà inoltre
provvedimenti di natura ordinatoria nominando alcuni organi della procedura(giudice delegato e
curatore). Contro la sentenza si può fare reclamo alla corte d’appello del debitore
Sezione 9
La nozione di società e principi generali
L’ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA: ELEMENTI COSTITUTIVI
Le società sono strutture organizzate destinate all’esercizio di un’attività produttiva: organismi di
diritto privato con una propria dotazione patrimoniale per produzione o scambio di beni o servizi.
È un unione di forze finanziarie, lavorative per intraprendere congiuntamente una determinata
attività e non fanno capo giuridicamente a una persona fisica. Il diritto delle società è il complesso
di norme che regolano la vita e le modalità operative della struttura organizzativa a destinazione
produttiva quindi non ad esempio associazioni di beneficienza. È necessario definire la
costituzione e lo scioglimento dell’organismo a cui fa capo, le posizioni giuridiche dei soci e le
regole di funzionamento dell’organismo. La società ha un proprio patrimonio distinto da quello dei
soci e autonomia soggettiva. I vari modelli di società sono dette società lucrative in quanto
perseguono scopo di lucro. A questi 6 modelli si affiancano le società cooperative, le mutue
assicuratrici, la società europea e cooperativa europea
Società a ente collettivo e società unipersonale: pluralità dei soci e socio unico
Non tutte le società sono organismi pluripersonali. Lo sono senza eccezioni le società di persone e
in accomandita per azioni e con scopo mutualistico. Quelle in accomandita devono per forza in
quanto sono composte da 2 classi di soci, quello mutualistico in quanto questo scopo ha senso in
presenza di più fruitori e quella di persone perché deriva da un contratto. spa e srl non sono
necessariamente pluripersonali, infatti, vi può essere una società con un unico socio. In questo
caso è chiaro che risponde ad un interesse patrimoniale prettamente individuale e diventa
economicamente indistinguibile da un socio in proprio. Giuridicamente però la questione è molto
diversa. Soprattutto in tema di pubblicità , i vari organi di controllo volti a proteggere i terzi che
entrano in contatto con l’impresa.
Il contratto e l’atto unilaterale costitutivo: struttura e disciplina
Le società trovano la loro fonte in un atto di autonomia privata : in un contratto o in un atto
unilaterale. Proprio per questo carattere unilaterale è distinto dal contratto di società che invece si
basa su 2 o più persone che conferiscono beni e servizi per l’esercizio comune dell’attività
economica con lo scopo di dividerne gli utili. La volontà negoziale costitutiva si fonda su tre livelli:
L’ordinamento disciplina le 6 società lucrative (semplice, s.n.c., s.a.s., s.p.a., s.r.l., s.a.p.a.) e le
società cooperative come le mutue assicuratrici oltre alla società europea e la società cooperativa
europea si distinguono molto in base all’organizzazione interna. E all’autonomia patrimoniale ,
minore nelle società di persone in cui abbiamo soci amministratori che rispondono
personalmente e illimitatamente delle obbligazioni e maggiore nelle altre. Il tipo è un modello
societario con proprie caratteristiche distintive autonomamente disciplinato in via normativa
La libertà di scelta e i criteri di individuazione dei tipi. Il principio di tipicità e l’autonomia privata.
Le società di diritto speciale
Il principio alla base della selezione dei modelli è la libertà di scelta: i fondatori possono eleggere
liberamente il tipo che preferiscono e si può anche successivamente modificando l’atto costitutivo
trasformando la società. Ci sono però anche dei limiti:
Se l’attività ha carattere commerciale non può optarsi la società semplice; in caso contrario
si può scegliere un tipo qualsiasi
Per determinati settori la legge può richiedere un determinato tipo come l’attività bancaria
riservata alle s.p.a. e alle cooperative per azioni o spa per gestione dei mercati
Se le parti non fanno nessuna scelta si applica la società semplice se non commerciale, altrimenti
diviene una s.n.c. in quanto tipi residuali delle attività commerciali e non. Le parti non possono dar
vita a modelli organizzativi diversi da quelli regolati in via normativa. La tipicità non cancella
comunque l’autonomia privata infatti nessun modello è rigido. Questa libertà è meno ampia nelle
iniziative economiche più importanti dove gli interessi dei terzi sono più coinvolti, ma si lascia
libertà organizzativa.
Ci sono però normative speciali che derogano p integrano in misura più o meno ampia la disciplina
generale , sono le società di diritto speciale. Ad esempio le società a partecipazione pubblica in
quanto si è esternalizzato molto ad organismi societari da essi controllati
comunione dei beni: è per meri fini di godimento e non isola il bene comune da quello
individuale; il creditore comune può soddisfarsi su tutti i comproprietari , il creditore del
singolo invece solo sulla quota .
azienda individuale: l’imprenditore risponde anche con tutti i beni extraziendali, no
separazione patrimoniale
società semplice: primo grado di autonomia: il creditore di un socio non può aggredire i
beni sociali ma può esigere una liquidazione di pari somma, l’inespropriabilità dei beni
sociali assicura l’integrità del complesso produttivo. Anche riguardo ai debiti sociali l’ente
risponde esclusivamente per i soci non amministratori, gli altri soci illimitatamente
responsabili possono evitare l’esproprio dei propri beni indicando quelli della società
snc: il creditore del socio non può neanche chiedere la liquidazione della quota e, pur
essendo tutti i soci illimitatamente responsabili per le obbligazioni sociali i creditori non
possono aggredire i beni individuali se non dopo aver inutilmente escusso il patrimonio
sociale. Analoghe sono le s.a.s. dove però gli accomandanti sono responsabili solo nei limiti
del conferimento. Queste società d persone hanno infatti autonomia patrimoniale
imperfetta
società di capitali e cooperative: autonomia perfetta , non vi è nessuna interferenza ne per
debiti dei singoli ne sociali, il creditorie particolare non ha azione verso la società e il
creditore sociale nessuna verso i soci (salvo verso gli accomandatari delle sapa)
SEZIONE 10
LA SOCIETA’ DI PERSONE
Si caratterizzano quale modello elettivo per l’esercizio di imprese di dimensioni contenute : hanno
responsabilità illimitata di almeno un socio, la stabilità nel tempo della compagine sociale e
dell’originale assetto organizzativo, la rilevanza normativa di vicende personali e agilità gestionale.
Il modello legale presenta ampi margini di derogabilità che rettificano e ridimensionano i tratti
personalistici . per l’esercizio delle piccole medie imprese le società di persone subiscono la
concorrenza delle srl. La società di persone ha molto successo a causa del trattamento tributario
che tassa l’utile non in capo alla società ma ai soci (aliquote più favorevoli) e più elasticità nella
costituzione e durante la vita sociale . solo la società semplice non può essere per attività
commerciale (solo agricola e professionale) mentre per le snc e sas si. Tuttel le società di personae
presentano almeno un socio che risponde illimitatamente per le obbligazioni sociali.
L’organizzazione dell’attività è abbastanza libera e le poche regole sono derogabili e tutti gli organi
di gestione e controllo sono rimessi ai soci. La normativa è a cascata, ossia per le regole delle snc
occorre tener conto anche quelli della società semplice e quelle dalla sas con le snc (oltre a quelli
che li riguardano)
La società in nome collettivo
Tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali ed è ineliminabile,
l’eventuale patto limitativo delle responsabilità avr5à rilevanza solo nei rapporti interni tra soci e
non verso i creditiori della società. La snc agisce sotto una ragione sociale, composta dal nome di
uno o più soci
La costituzione della società in nome collettivo:
il codice fissa un contenuto piuttosto ampio dell’atto costitutiv, deve infatti indicare cognome,
nome , domicilio , cittadinanza dei soci, la ragione sociale, i soci amminisratori, le sedi della
società, l’oggetto sociale (il settore), i conferimenti di ogni socio, la durata della società, come
ripartire utili e perdite. Viene richiesta la stipula per atto pubblico o scrittura privata e autenticata
a fini pubblicitari per ottenere l’iscrizione nel registro delle imprese. Il contratto è a forma libera.
L’iscrizione non è condizione di esistenza della società, ma condizione di regolarità (al contrario
delle soc. di capitali), la conseguenza è l’assoggettamento alle norme della società semplice nei
rapporti con i terzi. la snc non iscritta (snc irregolare) è validamente costituita anche in assenza
delle forme richieste dall’iscrizione. Le snc di fatto invece manca la documentazione dell’atto
costitutivo al contrario della snc irregolare e anzi manca proprio la scelta del tipo snc e quindi si
applica la snc se commerciale. Alla società irregolare viene ricondotta la società occulta e la società
apparente in cui seppur non c’è vincolo societario tra i soci, si reputa sussistere e assoggettabile al
fallimento se appare tale
partecipazione
la partecipazione ad una snc è consentita non solo alle persone fisiche , ma anche alle persone
giuridiche. Per le società di capitali è necessaria approvazione dell’assemblea. Snc e sas devono
redigere il bilancio come le spa se tutti i soci illimitatamente responsabili sono società di capitali
invalidità del contratto
non ci sono disposizioni specifiche per l’invalidità dell’atto costitutivo delle società di persone e si
rinvia alla disciplina generale sulla patologia dei contratti e poi boh
i conferimenti
i soci sono tenuti a indicare nell’atto costitutivo il valore attribuito ai conferimenti stessi e il modo
di valutazione, il valore del conferimento sarà liberamente concordato tra i soci alla stipula
dell’atto costitutivo o in sede di aumento di capitale, non vi è soglia minima. Può essere conferito
qualsiasi entità suscettibile a valutazione economica quali anche brevetti e know how purchè utili
alla società. C’è ampia applicazione del conferimento d’opera in cui il socio si obbliga a svolgere
prestazioni di fare verso la snc senza un rapporto di lavoro subordinato rimanendo socio. Se
l’entità dei conferimenti è indeterminata i soci si ritengono obbligati a conferire quanto è
necessario per il conseguimento dell’oggetto sociale , sul piano delle parti interne si presume
siano uguali per tutti i soci
il capitale sociale
l’insieme dei conferimenti contribuisce a formare il capitale sociale , i soci sono liberi di fissare la
cifra del capitale sociale nominale , non c’è minimo, ne l’obbligo di accantonare utili in una riserva,
e sono liberi di valutare i beni non in denaro senza avere per forza un perito. Nella snc il capitale è
elemento essenziale dell’atto costitutivo. Nela valutazione matematica dei beni non è necessario
assegnare valore ai conferimenti d’opera, anche se ci possono essere conseguenze in sede di
liquidazione.
Sul piano vincolistico si delinea una prima disciplina a tutela del capitale anche se debole (anche
dato dalla libera valutazione dei beni e dalla minore autonomia patrimoniale) . è preclusa la
restituzione ai soci dei conferimenti se non nella misura in cui sia un eccedenza rispetto
all’importo di capitale in atto costitutivo. La decisione di riduzione di capitale (mediante rimborso
o liberazione dall’obbligo di pagare versamenti futuri) non è immediatamente efficacie , ma lo
diventa dopo 3 mesi dal giorno dell’iscrizione nel registro delle imprese e i creditori che si
ritengono danneggiati dalla riduzione potranno fare opposizione in tribunale. Per la protezione dei
creditori è anche vietato distribuire somme se non per utili realmente conseguiti, ossia divieto di
utili fittizzi (non derivanti da un eccedenza di patrimonio netto rispetto al cap sociale) , la snc può
richiedere la restituzione degli utili fittizzi distribuiti, vi è un obbligo a carico degli amministratori di
conservazione del capitale.
Manca una disciplina sulla riduzione obbligatoria di capitale a seguito di perdite , non c’è obbligo
di adottare particolari provvedimenti quando il capitale venga eroso e non è obbligato a una
rettifica contabile . è però vietato ripartire utili fino a che il capitale non è rintegrato o ridotto ,
ogni modifica del capitale originario (in aumento o diminuzione) va assunta all’unanimità.
Sul piano organizzativo le disposizioni agganciano alla partecipazione al capitale il computo delle
maggioranze per determinare le decisioni
Utili e perdite. Divieto di patto leonino
L’atto costitutivo può indicare le norme secondo cui ripartire gli utili e la quota di ciascun socio
negli utili e perdite. La simmetria tra conferimenti e partecipazioni agli utili o perdite è un criterio
residuale se non ci sono specificazioni (2263). Con clausole ad es un socio col 30% del capitale può
avere solo il 20% degli utili e 15 % delle perdite. L’unico limite all’autonomia dell’atto costitutivo è
che è nullo il patto con cui uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione a utili e perdite
(divieto patto leonino) è un divieto in tutti i tipi societari in quanto snatura il contratto societario,
è meglio usare il 2263. Il diritto del socio agli utili sorge automaticamente una volta approvato il
bilancio ( al contrario delle soc. di capitali dove serve un’altra decisione per distribuire gli utili) ù
La posizione dei creditori particolari dei soci
I creditori particolari non possono chiedere liquidazione della quota del socio debitore finchè
dura la società, possono tutelarsi solo aggredendo gli utili e ponendo atti conservativi sulla quota
spettante in occasione della liquidazione. Il termine di durata della società quindi si traduce in un
limite temporale ai poteri dei creditori particolari, essi possono opporsi alla decisione di proroga
espressa della società. Se l’opposizione è accolta la società deve liquidare la quota del socio
debitore. Se la proroga è tacita il creditore può chiedere liquidazione in ogni momento cosi come
se la società diventa a tempo indeterminato
La responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali. Il beneficio di escussione
Nella snc tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente con l’intero loro patrimonio
personale senza predeterminare un limite, cosi come i soci persone giuridiche sebbene i soci di
quest’ultima risponderanno nei limiti di quanto conferito nella società di capitali. Rispondono
anche in solido tra loro, ciascuno può essere costretto all’adempimento per l’intero importo delle
obbligazioni sociali. Un eventuale patto tra soci è inefficacie verso terzi. se il socio paga un
obbligazione sociale ha diritto di rivalersi per l’intero nei confronti della società e la responsabilità
permane anche dopo lo scioglimento.
Il rischio di essere assoggettato a fallimento riguarda anche l’ex socio nel termine di un anno dallo
scioglimento del rapporto sociale per obbligazioni sorte prima dello scioglimento. La
responsabilità dei soci è sussidiaria rispetto a quella della società, vi è il beneficio di preventiva
escussione 2304 ossia i creditori sociali devono provare nel processo contro i soci di aver
previamente escusso in modo infruttuoso il patrimonio della società sempre he la società sia
iscritta nel registro. Se la snc è irregolare i creditori saranno liberi di aggredire il socio su cui grava
l’invocazione del beneficium excussionis indicando i beni sui cui i beni possono soddisfarsi
I profili organizzativi
L’amministrazione, il modello legale e l’autonomia privata
le regole amministrative delle snc hanno molto margine di elasticità. C’è un modello legale
adottato se non c’è altra specificazione nell’atto costitutivo e prevede l’amministrazione disgiunta
di tutti i soci . serve ad assicurare la piena funzionalità della società munendo ogni amministratore
del più ampio potere di gestione e di rappresentanza (spendere il nome) . Viene anche sancita la
derogabilità di tale disciplina aprendo all’autonomia privata e l’inserimento di clausole statutarie
volte alla risoluzione dei contrasti gestionali (arbitraggio gestionale). Nel modello legale
l’amministrazione della società spetta a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri , ossia tutti i
soci sono di diritto amministratori, scelgono disgiuntamente e hanno potere di rappresentanza.
L’atto costitutivo può disporre che si operi in amministrazione congiunta, combinare i 2 regimi,
prevedere solo alcuni amministratori congiunti o disgiunti o un amministratore unico
amministrazione disgiunta
ciascun singolo amministratore è pienamente legittimato ad assumere decisorio di carattere
gestorio indipendentemente dagli altri amministratori, senza neanche dover avvisare gli altri, si ha
quindi massima rapidità a scapito della partecipazione. Il legislatore riconosce però ad ogni
amministratore il diritto di veto nei confronti di una o più operazioni programmate dagli altri
amministratori, manifestando dissenso prima che l’operazione sia realizzata anche senza
collaborazione con l’amministratore coinvolto. L’opposizione ha efficacia negativa se esercitata
tempestivamente. Il veto deve essere nei confronti di operazioni ben individuate. Sull’opposizione
decide la maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio degli utili
(non partecipazione al capitale) e vengono inclusi anche i soci non amministratori.
Amministrazione congiunta
Nessun amministratore può esercitare da solo il potere decisionale. Agli amministratori si impone
un confronto costante a seconda del sottotipo scelto (unanimità o maggioranza). Con l’unanimità
occorre il consenso di tutti gli amministratori e si applica in mancanza di indicazioni intaccando
però l’agilità gestionale in quanto ogni amministratore ha potere di veto e il gruppo dei soci non
ha alcun ruolo nel risolvere l’opposizione. Se i soci vogliono temperare le rigidità del modello
congiunto possono inserire nell’atto costitutivo la regola della maggioranza con il criterio della
partecipazione agli utili. È temperata anche dal 2258 che consente al singolo amministratore di
compiere individualmente atti di gestione quando vi sia urgenza di evitare un danno alla società,
come la scadenza di un termine ove non c’è tempo di coinvolgere gli altri amministratori
Rappresentanza
È il potere di esternare nei rapporti tra la snc e i terzi la volontà della società assumendo
obbligazioni per ottemperare le linee degli amministratori per raggiungere l’oggetto sociale.
Nell’atto costitutivo si indicano i soci che hanno rappresentanza nella società, ossia tutti gli
amministratori o solo uno o alcuni. In caso di pluralità di rappresentanti bisogna specificare se
operano congiuntamente (sottoscrizione di tutti) o disgiuntamente, in mancanza si usa la stessa
rappresentanza della gestione. Chi ha rappresentanza può compiere tutti gli atti che rientrano
nell’oggetto sociale, salve limitazioni nell’atto costitutivo o procura. Le limitazioni non sono
opponibili a terzi se non era iscritto nel registro delle imprese o se non si prova che i terzi ne hanno
avuto conoscenza. Può esserci dissociazione tra il potere di gestione e rappresentanza, gli
amministratori possono anche non essere rappresentanti
Nomina e revoca deli amministratori
2295 nell’atto costitutivo bisogna indicare i soci che hanno amministrazione e la rappresentanza,
hanno quindi nomina nell’atto costitutivo . se l’atto costitutivo non specifica il potere di
amministrazione e rappresentanza spetterà a tutti i soci. Si può ad esempio mettere in atto
costitutivo il numero degli amministratori ma non i nomi, nominandoli poi con atto separato. La
nomina se non specificato va a maggioranza.
La revoca va distinta tra NEGOZIALE e GIUDIZIALE ossia se per volontà dei soci o dopo pronuncia
del giudice:
Affiora il forte legame tra vicende personali dei soci e vincolo societario, eventi che impediscono,
limitano o rendono sgradito il protrarsi della partecipazione di un determinato socio, portando
l’attività sociale a proseguire con altri soci tranne se lo scioglimento porta a uno stato di
unipersonalità protratta per oltre 6 mesi. Fonte dello scioglimento può essere la volontà del socio
interessato (recesso) o degli altri soci (esclusione facoltativa), legalmente (esclusione di diritto) e
evento naturale (morte); in questo caso i soci possono determinare la prosecuzione del rapporto
con gli eredi del defunto. Nelle snc lo scioglimento del singolo rapporto sociale non tronca
immediatamente ogni legame tra socio e società, infatti bisognerà attendere il termine (fino a 6
mesi) per vedersi liquidata la quota, risponderanno illimitatamente per le obbligazioni sociali sorte
fino allo scioglimento, e il nome potrà restare nella ragione sociale con suo consenso o dei suoi
eredi. Entro 30gg gli amministratori devono scrivere lo scioglimento nel registro delle imprese per
essere opponibile a terzi, altrimenti sarà responsabile anche delle obbligazioni successive se lo
scioglimento non era noto
Morte del socio
Art 2284 dice che la morte di un socio determina l’obbligo della società di liquidare la quota agli
eredi (modello legale). I soci superstiti possono privilegiare però altre 2 scelte che modificano
l’atto costitutivo:
lo scioglimento anticipato della società per motivi di ordine soggettivo, qualora la figura
del deceduto fosse essenziale, o per motivi oggettivi se fosse impossibile liquidare la quota
senza privare la società del patrimonio necessario alla prosecuzione dell’attività (nei 6 mesi
dalla morte)
continuazione della società con gli eredi: richiede il consenso degli eredi del socio che
subentrerannno pro quota. Se gli eredi sono > 1 si formerà una comunione sulla quota e
occorrerà il consenso di tutti. Anche i soci superstiti devono accettare unanime l’ingresso
degli eredi in società o l’aumento della quota (se un erede era già socio).
Recesso
È una dichiarazione unilaterale di volontà del socio recettizia verso la società.
Per le società a tempo indeterminato: i soci sono liberi di recedere (recesso ad nutum)
aspettando il termine di 3 mesi per avere effetto (risponderà delle obbligazioni in tale
periodo). Stessa disciplina per le società che durano per tutta la vita di uno dei soci, c’è si
un termine ma non è determinabile a priori, o se formalmente a tempo determinato ma
non prevedibile e superi le aspettative di vita media di un uomo
Per le società a tempo indeterminato: l’ordinamento subordina la validità del recesso alla
sussistenza di una giusta causa o ad una previsione dell’atto costitutivo. Il legislatore non
pone limiti in questo senso all’autonomia privata. La giusta causa si individua soprattutto
nell’incrinarsi del rapporto tra soci (la giusta causa serve a evitare il deturpamento del
patrimonio) con comportamenti pregiudizievole del rapporto fiduciario e ogni situazioni
che aggravi le responsabilità del socio o le condizioni di rischio economico in presenza del
quale egli aveva aderito al contratto sociale . è negato per impedimenti fisici, età avanzata
o malattia del socio se non porta all’interdizione o inabilitazione che portano all’esclusione
Ulteriori ipotesi con riguardo ai soci che non abbiano concorso alle decisioni per la
trasformazione in società di capitali, fusione, scissione. È valido anche per le altre
modifiche a maggioranza se l’atto costitutivo deroga l’unanimità salvo che le modifiche
aggravino al responsabilità del socio
Esclusione facoltativa
È lo scioglimento del singolo rapporto sociale legata ad una iniziativa promossa dalla società
attraverso una decisione adottata dagli altri soci. Il legislatore ha approntato una tutela del socio
escluso una forma di controllo giudiziale (opposizione) per verificare ex post la sussistenza dei
presupposti. I presupposti possono essere: gravi inadempienze delle obbligazioni, interdizione,
inabilitazione, condanna che porti l’interdizione anche temporanea dai pubblici uffici, impossibilità
sopravvenuta (conferimento d’opera), perimento della cosa, inadempimento a lui imputabile
all’obbligo di effettuare il conferimento promesso nel contratto. comportamento contrario al
principio di buona fede, quando utilizza il diritto di veto solo per condurre la società alla
dissoluzione, ma deve essere un atteggiamento ostruzionistico che paralizza qualsiasi attività
sociale . questi comportamenti devono gravare il socio quanto tale ( non inadempienze del socio in
quanto amministratore, in questo caso si usano altri strumenti)
Le ipotesi di interdizioni e inabilitazione sono rilevanti se incidono sulla composizione della base
sociale come il subingresso del tutore, curatore o amministratore di sostegno e da potere ai soci di
estromettere il socio. Lo stesso anche per la condanna che porta discredito alla società
Per il conferimento d’opera ad es se il socio si è impegnato a prestare un’opera per 10 anni e
dopo 8 anni diviene inabile si trova in adempimento , lo stesso per chi ha conferito beni in
godimento, il quale bene diviene inutilizzabile per fatto non imputabile alla società.
È preclusa l’esclusione senza alcuna motivazione
Occorre nominare all’unanimità uno o più liquidatori, se i soci non si accordano il tribunale
provvederà su istanza di uno di essi
I liquidatori succedono agli amministratori alla gestione del patrimonio e dell’attività, gli
amministratori devono collaborare, e sottoscrivono congiuntamente l’inventario
Gli obblighi e responsabilità dei liquidatori sono analoghi a quelli degli amministratori. I
liquidatori possono essere revocati per volontà di tutti i soci (o maggioranza se scritto
nell’atto cost.) o dal tribunale per giusta causa su richiesta di uno o più soci. I liquidatori
possono compiere gli atti necessari per la liquidazione, trasformando in denaro il
patrimonio della società. Hanno anche rappresentanza della società sia giudiziale che
sostanziale. Hanno però un duplice divieto: divieto di intraprendere nuove operazioni e di
ripartire tra i soci i beni sociali neanche parzialmente se non sono stati pagati i creditori o
almeno accantonate le risorse per pagarli
Per il pagamento dei debiti sociali devono attingere ai fondi disponibili della società, se
insufficienti si richiedono i versamenti ancora dovuti o somme in proporzione alle perdite
Estinti i debiti sociali , l’attivo residuo è destinato in primo luogo al rimborso dei
conferimenti (capitalizzati) , per quelli in denaro sarà restituito lo stesso importo, i crediti in
base al valore storico. Se l’atto costitutivo prevede che la ripartizione dei beni sia fatta in
natura, si applicano le disposizioni sulla divisione delle cose comuni. Nel caso ci sia poi un
eccedenza di attivo andrà ripartita tra i soci in proporzione agli utili
Realizzata la liquidazione bisogna sottoporre ai soci il bilancio finale di liquidazione e il
piano di riparto. È previsto il meccanismo di silenzio assenso se non impugnati entro 2
mesi dal ricevimento della raccomandata
La società Semplice
È l’unico tipo di società non commerciale, ed è consentito esclusivamente l’esercizio in comune
dell’attività d’impresa agricola o di una professione intellettuale e che possono anche svolgersi
utilizzando altri tipi societari, ed è il prototipo normativo delle società di persone. Recentemente si
è prevista la possibilità di pervenire all’esistenza di società semplici di gestione di beni (spesso
patrimoni familiari) come vere e proprie società di godimento (non ammissibili in linea di
principio).
La costituzione e l’iscrizione
C’è massima semplicità e libertà formale: il contratto non è soggetto a forme speciali, salvo quelle
richieste dalla natura dei beni conferiti, come per la snc l’atto costitutivo può essere concluso
anche verbalmente o per fatti concludenti. L’art 2251 omette qualsiasi prescrizione di contenuto
dell’atto costitutivo, non deve menzionare il capitale sociale o i conferimenti. La nozione di
capitale sociale è assente nella disciplina della società semplice (no scritture contabili e bilancio).
La società semplice è iscritta nella sezione speciale del registro delle imprese)
L’ordinamento patrimoniale della società, la responsabilità dei soci e i creditori personali dei soci
Resta fermo il principio generale delle società di persone per cui almeno uno dei soci deve
assumere la responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali, di regola tutti i soci sono
illimitatamente responsabili, anche se derogabile in quanto nella società semplice è possibile che i
soci stipulino un accordo finalizzato a limitare la responsabilità di alcuni di essi e sarà (a differenza
delle snc) opponibile ai terzi a patto che sia portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. I
creditori sociali hanno garanzia del patrimonio sociale e personale dei soci che hanno agisto per
nome e per conto della società. Il beneficio di escussione è meno rigido rispetto alle snc, quindi
l’individuazione di beni societari facilmente aggredibili opera come unico strumento impeditivo
dell’esecuzione forzata esercitata contro il socio. Il creditore personale del socio può colpire gli
utili spettanti al socio e procedere al sequestro conservativo della quota spettante in sede di
liquidazione. A differenza della snc il creditore del socio può chiedere e ottenere in ogni momento
la liquidazione della quota se dimostra che gli altri beni sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti.
La quota deve essere liquidata entro 3 mesi dalla domanda
L’amministrazione della società. La rappresentanza
Nell’amministrazione della società trova applicazione la stessa disciplina della snc, una disciplina
particolare concerne la rappresentanza della società. Viene confermato il principio base del 2266,
la rappresentanza spetta a ciascun socio amministratore e si estende agli atti che rientrano
nell’oggetto sociale. Se non diversamente pattuito la rappresentanza della società spetta a ciascun
amministratore disgiuntamente o congiuntamente a seconda di com’è la rappresentanza, il
contratto sociale può riservare rappresentanza solo ad alcuni soci e prevedere limiti ai poteri.
Differente dalla snc è il regime della opponibilità dei limiti. Se l’iscrizione della società ha mera
efficacia notiziale , i limiti originali saranno sempre opponibili ai terzi, avendo i terzi la cosi detta
verifica dei poteri , cioè il diritto di ottenere dal socio i documenti che giustificano i poteri di
rappresentanza art1393 e saranno regolati da quest’ultimo anche l’estinzione del potere e le
limitazioni successive. Se invece l’iscrizione sia fornita per legge di efficacia dichiarativa (società
semplice agricola) l’opponibilità sarà sempre condizionata all’iscrizione al registro imprese e poi
boh non ho capito una sega pag 389-390.
SOCIETA’ DI CAPITALI
Il fenomeno spa
È un’efficiente struttura di reperimento e utilizzo di risorse in vista della produzione d’impresa.
L’idea di base è la raccolta di risorse presso investitori di rischio anonimi ossia non interessati
all’essere personalmente coinvolti nella gestione dell’iniziativa e nelle correlate responsabilità. Da
un lato ci sono quindi l’attuazione del programma produttivo è affidata in via esclusiva ad
amministratori dedicati e producendo lucro mentre i soci investitori mantengono una
legittimazione a operare un controllo di merito. È la contribuzione al rischio che identifica i soci e
ne giustifica i poteri, si diventa soci nella misura in cu si versa il capitale e non viceversa come nelle
società di persone. Vi è un principio plutocratico dove tra i soci il potere è proporzionale alla
ricchezza investita. Ciò incentiva a destinare grandi risorsee al contempo delimita la garanzia
patrimoniale e la responsabilità del socio è limitata al conferimento (al contrario delle società di
persone). La spa è infatti dotata di autonomia patrimoniale perfetta. Vi è anche l’opportunità di un
disinvestimento anticipato, infatti è reso possibile cedere ai terzi le proprie quote sul mercato
secondario tramite azioni. Questa possibilità evita un’eccessiva immobilizzazione delle risorse
evitando anche che venga ridotto il patrimonio garantendo anche l’accesso a chi non ha grandi
capitali o capacità imprenditoriali
Le origini e l’evoluzione della disciplina
È erede delle antiche compagnie coloniali
I tipi di spa
La prassi da sempre conosce una pluralità di varianti cioè di specifiche diverse concrete
manifestazioni della vicenda azionaria.si distinguono le società medio-grandi dalle società piccole
con riguardo a dati economici quali patrimonio netto, ricavi e esposizione finanziaria. Esistono spa
con compagine familiare aperte alla partecipazione di nuovi soci e quelle chiuse all’ingresso di altri
investitori (sono tipicamente familiari). Alcune sono quotate nei mercati regolamentati ealtre che
negoziano fuori da questo contesto. Società con titolarità solo presso privati o interamente o
parzialmente in mano pubblica. Ne consegue un impianto normativo articolato in cui vi è un
regime comune per tutte le spa e due statuti speciali, uno per società con compagini sociali molto
ampie e aperte all’ingresso di nuovi soci e un altro per tutte le altre
La società unipersonale
Unica persona che detiene la partecipazione totalitaria della medesima società. , è ammessa di
svolgere l’attività lucrativa nella forma di spa unipersonale sin dal momento della costituzione o
successivamente e non insorge nessuna responsabilità aggiuntiva all’unico socio. Un solo azionista
comporta però degli oneri a carico di costiui e degli amministratori. Esso deve prestare da subito
l’intero apporto della sottoscrizione al capitale al momento della costituzione. Se invece
sopravviene l’unipersonalità i versamenti ancora dovuti dovranno essere versati entro 90gg. In
aggiunta gli amministratori devono rendere pubblica ai terzi l’esistenza di un unico socio
depositando una dichiarazione presso il registro delle imprese (con nome cognome, domicilio ecce
del socio). In caso di inerzia degli amministratori può provvedere anche l’unico socio. Bisogna
segnalare nel registro delle imprese anche se viene ristabilita la pluralità dei soci.ciò è importante
perché in caso di insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le
azioni erano di un singolo, questo risponde illimitatamente. Sempre per la salvaguardia degli
equillibri patrimoniali e dei terzi i contratti della società con l’unico socio o le operazioni a suo
favore sono opponibili ai creditori della società solo se risultano nel libro delle adunanze e delle
deliberazioni del consiglio di amministrazioni o da un atto scritto con data certa anteriore al
pignoramento
La costituzione della SPA le norme sulla società per azioni hanno come finalità la disciplina di una
complessa organizzazione destinata alla raccolta l'impiego di risorse produttive secondo le
caratteristiche illustrate prima. Per la realizzazione di tale vicenda non si considera sufficiente la
stipula in sè di un contratto o un perfezionamento di un atto mi laterale, ma si richiede
instaurazione e il completamento di un procedimento che nasce dalla volontà dei fondatori
passando attraverso una fase di controllo e coordinando con l'iscrizione nel registro delle imprese
acquistando così la personalità giuridica. L'atto che contiene la volontà dei fondatori e ne
determina gli elementi essenziali è l'atto costitutivo. lo statuto invece insieme di regole tramite cui
la società una volta creata potrà funzionare, ovviamente queste regole sono suscettibili a nuove
revisioni e integrazioni
che sia sottoscritto per intero il capitale sociale. Corrisponde al principio di effettività in
senso lato del capitale, devono quindi constare corrispondenti impegni individuali da parte
dei soci, in modo che il capitale sociale sia reale ed attuale
che siano rispettate le previsioni in materia di conferimenti (2342, 2343) ossia per il 25%
dei conferimenti in denaro e la totalità di quelli di altra natura la società abbia sicura
disponibilità di risorse e che il valore corrisponda esattamente a quello sottoscritto
Che l'oggetto sia autorizzato per la costituzione della società provenienti da soggetti di
diritto pubblico, ad esempio per l’attività bancaria deve esserci autorizzazione della banca
d’italia, ma concerne soltanto quelle autorizzazioni che devono intervenire prima della
stipula dell’atto costitutivo
Le modalità di costituzione istantanea e per pubblica sottoscrizione
il codice civile appronta 2 diversi procedimenti:
Costituzione istantanea: diffusa nella prassi, prevede che i soci sottoscrivano interamente
il capitale nel momento in cui determinano i contenuti dell’organizzazione sociale con la
stipula dell’atto costitutivo
Pubblica sottoscrizione: prevede che programma, sottoscrizioni, formulazione dell’atto
costitutivo , statuto, e stipula finale avvengano in momenti differenti e che le sottoscrizioni
siano sollecitate presso il pubblico e dunque tra investitori sconosciuti
L’iscrizione nel registro delle imprese e le operazioni prima dell’iscrizione
I relazione alla procedura d’iscrizione il 2330 impone al notaio di depositare l’atto costitutivo entro
20gg presso il registro delle imprese nella circoscrizione della sede sociale e allegati i documenti
del 232. Se il notaio non adempie nei termini può farlo ciascun socio. Deve esserci una richiesta di
iscrizione su cui il registro fa un controllo formale della documentazione e una volta iscritta avrà
personalità giuridica.
Anche nel periodo antecedente all’iscrizione, la stipula dell’atto costitutivo produce un irrevocabile
vincolo dei sottoscrittori ai conferimenti (vincolo che può essere sciolto se dopo 90gg non c’è
iscrizione). Gli atti compiuti in nome della spa prima dell’iscrizione , sulla sfera soggettiva di coloro
che partecipano alla fase di costituzione della spa, sono illimitatamente e solidamente responsabili
verso i terzi coloro che hanno agito (oltre che di queli che hanno deciso ordinato o consentito
l’operazione). Comunque anche nella fase anteriore all’iscrizione esiste una forma di società la cd
società in formazione e dunque dotata di soggettività anche se senza ad es autonomia
patrimoniale. la società in formazione è provvisoriamente disciplinata per i rapporti tra soci o per
le parti non regolate dal 2330/2331 dalle norme in tema di società semplice
La struttura finanziaria
Gli elementi della struttura finanziaria della spa
Ha una fisiologica apertura al reperimento nel mercato di investimenti finanziari e gli investitori
ricevono strumenti rappresentativi della posizione che essi rivestono nell’ambito
dell’organizzazione sociale. La società riceve il capitale cioè la provvista primaria di rischio con cui
si lega agli azionisti e avranno voce in capitolo in relazione all’esercizio comune dell’impresa. Le
azioni sono destinate a circolare realizzando la possibilità di disinvestimento tramite titoli azionari.
È solo eventuale invece la creazione e assegnazione di altri strumenti finanziari partecipativi
emessi a fronte di un contributo non finanziario ( prestazione d’opera). Eventuale ma ricorrente è
l’emissione di obbligazioni prendendo risorse a debito, e dato che non sono capitale di rischio ma
di debito non godono degli stessi diritti partecipativi dei soci, anche se sono tutelati data la loro
posizione
Il capitale sociale
È l’insieme die mezzi originariamente prestati dai soci e corrispondenti a un vincolo di stabile
destinazione nella società di risorse per un pari importo netto allo svolgimento dell’attività
produttiva che costituisce l’oggetto sociale. Capitale come fatto: perché una spa si costituisca è
necessario che sia effettuata per intero la sottoscrizione del relativo capitale . la cifra del capitale è
uno storico che consente di raffrontare ciò che è stato promesso dai soci e a cui non corrisponde
un debito. Capitale come regole: impone un vincolo di mantenimento e costante auto
destinazione all’attività di mezzi per importo almeno pari, al netto dei debiti sociali, alla cifra
risultante dalla somma delle sottoscrizioni medesime. È necessario che la previsione dell’adozione
di un dato capitale sociale avvenga con una clausola statutaria, conseguendone la fissità del
capitale cioè la sua tendenziale invariabilità nel tempo, per aumentare il capitale serve infatti una
modifica dello statuto decisa dall’assemblea straordinaria. Discende un rigoroso vincolo di non
distribuzione : divieto di ripartizione degli utili in caso di perdita di capitale fino a che non è
reintegrato o ridotto in corrispondente misura, la restituzione dei conferimenti ai soci e quindi la
riduzione del capitale non è libera ed è condizionata alla sostenibilità dell’operazion. Il capitale
minimo per le spa è 50.000 euro e il notaio non può ratificare l’atto costitutivo se la cifra è
inferioe. Se si riduce al disotto della soglia, se non si provvede vi è pena lo scioglimento
La formazione del capitale: le sottoscrizioni del capitale sociale e i conferimenti in denaro
la cifra del capitale sociale coincide con quella risultante dalle sottoscrizioni dei soci, non è
pensabile che la società dichiari un capitale per una somma superiore a quella espressa nelle
sottoscrizioni (2329) nè è contemplato il cosiddetto capitale autorizzato ossia la quota massima di
capitale da potersi raccogliere nel corso della vita della società, mentre compete agli
amministratori l'emissione delle azioni e raccogliere così nuovo capitale (sistema simile è previsto
con la cosiddetta delega agli amministratori ma sotto precise condizioni entro certi limiti
temporali). con la dichiarazione di sottoscrizione chi la emette assume l'impegno ad effettuare una
prestazione in favore della spa.
Se nell'atto costitutivo non è stato stabilito diversamente il conferimento deve farsi in denaro,
altrimenti può farsi una delibera di aumento di capitale sociale mediante conferimenti in natura. e
richiesto che un quarto dei conferimenti in denaro debba essere versato immediatamente alla
sottoscrizione dell'atto costitutivo (2342) in modo da provvedere alle esigenze minime di start-up
e garantendo coinvolgimento nell'iniziativa comune, spetta poi agli amministratori chiedere i
versamenti residui (anche se pende l'obbligo di conferimento le azioni possono comunque
circolare, ma l’alienante non è liberato per i successivi 3 anni). dopo 15 giorni dalla pubblicazione
di una diffida Sulla Gazzetta Ufficiale gli amministratori possono fare da sé: offrire le azioni non
liberate prima gli altri soci e poi al mercato, in mancanza il socio de cade e la società trattiene le
somme già riscosse. il socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto.
I conferimenti diversi dal denaro
Il legislatore vuole assicurare che il capitale sociale reale sia certo nel se e nel quanto Avendo
certezza della disponibilità degli apporti promessi a copertura delle sottoscrizioni in modo che
siano utilizzabili in concreto e che il valore di tali risorse sia pari alla quota di capitale sociale
sottoscritto. Effettività in senso stretto: Devono essere integralmente liberate all'atto della
sottoscrizione ,per evitare che si riveli a posteriori ineffettivo. È ammissibile il conferimento non
solo in proprietà, ma anche in godimento (su un immobile). Non possono formare oggetto di
conferimento le prestazioni di opera o di servizi (Gli amministratori non hanno pieno controllo del
fattore conferito). La stima del valore del bene o del credito apportati è data da una relazione
giurata di un esperto indipendente e nominato dal tribunale. Vi è anche un controllo della stima da
parte degli amministratori 180 gg dopo. Il capitale deve essere ridotto se la revisione da un valore
inferiore di oltre 1/5 di quello originale a meno che il conferente non integra in denaro o recede
del tutto dalla società, Nel periodo di revisione le azioni sono inalienabili e il socio ha diritto a
restituzione solo se possibile in tutto o in parte in natura.(2343).
Una perizia del conferimento non è necessaria se:
Il conferimenti riguardano valori mobiliari o strumenti del mercato monetario
Al bene ha portato sia attribuito un valore corrispondente al FAIR VALUE a cui il bene
medesimo e stato iscritto nel bilancio del conferente.
Il bene sia portato per un valore corrispondente a quello che risulti dalla valutazione di un
esperto indipendente non più di sei mesi prima del conferimento
Gli amministratori devono verificare la permanenza dei requisiti di esenzione e poi depositare una
dichiarazione presso il registro delle imprese indicando i beni e il valore
gli acquisti da soggetti correlati alla spa e la compensazione tra il debito al conferimento del
sottoscrittore e il credito da questi vantato verso la società
si vuole evitare l'eventualità che chi abbia sottoscritto le azioni concordi con la società di non
effettuare il proprio conferimento per operare una compensazione tra il debito della sottoscrizione
e un credito derivante da un'altro negozio stipulato tra quest'ultimo e la società. l'acquisto da
parte della spa di recente costituzione, di beni o crediti di soggetti a essa correlati possono
avvenire solo con una rigorosa procedura. 2343 nei due anni dall'iscrizione della spa, a fronte di un
corrispettivo pari almeno al decimo del capitale sociale riguardi beni o crediti di promotori,
fondatori, soci amministratori: l'acquisto deve essere autorizzato dall'Assemblea, il verbale il
verbale dell'assemblea deve essere depositato presso il registro dell'imprese dagli amministratori,
ai soci deve essere messa a disposizione una stima del bene da acquistare. tutto questo e per
impedire il c.d annacquamento del capitale sociale. vi sono esenzioni per acquisti in condizioni
normali per operazioni correnti e per acquisti nei mercati regolamentati in cui non c'è pericolo di
strumentale sopravvalutazione del bene. la violazione della procedura comporta la solidale
responsabilità di amministratori e alienante per i danni a soci o terzi
il sovraprezzo e gli altri apporti fuori capitale
Nome vero che a ogni apporto del socio debba core rispondere l'imputazione in capo a questi di
una quota di capitale sociale. È possibile infatti che tutti o alcuni soci effettuino prestazioni
aggiuntive rispetto a quelle necessarie a formare il complessivo capitale sociale accrescendo
patrimonio della società senza per questo aumentarne il capitale. Questo è il sovrapprezzo ,
tipicamente previsto dalla legge la società deve richiederlo Quasi come fosse un ticket d'ingresso
della società (versamento di 120 per azioni nominali di 100).
Diversa è l'ipotesi in cui il socio effettua un conferimento capitale “individualmente esuberante”:
un'azionista si obbliga ha un conferimento superiore rispetto a quello sufficiente per le azioni da
emettere in suo favore, per consentire l'emissione in favore di un'altro socio di un numero di
azioni per un valore più che proporzionale rispetto al conferimento di quest'ultimo (conferire
10.000 euro a fronte di 5000 azioni da 1 euro) (2346).
Vi sono inoltre altri versamenti a patrimonio diversi dai precedenti a cui non corrisponde una
variazione del capitale sociale, come ad esempio versamenti in conto capitale o a fondo perduto.
queste somme incrementano il patrimonio netto in un vi è diritto di restituzione se non in caso di
liquidazione. Molto distinti sono i prestiti che i soci eroghino alla società, dove il socio diventa
creditore come qualsiasi terzo
Le azioni con prestazioni accessorie
oltre l'obbligo dei conferimenti, l'atto costitutivo può stabilire l'obbligo dei soci di eseguire
prestazioni accessorie non in denaro determinandone il contenuto, la durata, le modalità e il
compenso, oltre a sanzioni per l'inadempimento. Questo è per vincolare gli azionisti per la
realizzazione dell'attività sociale (prestazioni d’opera). Si realizza quindi una personalizzazione
della partecipazione azionario: le azioni circolano solo con un consenso degli amministratori e se
non disposto altrimenti, gli obblighi di prestazione accessoria non possono essere modificati senza
il consenso di tutti i soci (2345)
2438 e vietata la realizzazione di una aumento di capitale fino a quanto non costi
l’integrale liberazione delle azioni precedentemente emesse
Se in denaro il 25% deve essere versato all’atto della sottoscrizione
Deve essere dichiarato espressamente se possono accettare apporti in natura e dato
integralmente assieme a una relazione di un perito tranne per le esenzioni previste dal
2343. Per l’art 2444 entro 30gg dalle sottoscrizioni gli amministratori devono depositare
nel registro delle imprese l’attestazione dell’avvenuto aumento di capitale, questa è una
mera efficacia dichiarativa e non condiziona l’efficacia dell’aumento di capitale
Il diritto di opzione
L’aumento tramite nuovi conferimenti potrebbe portare a un’alterazione delle percentuali di
partecipazione in società degli azionisti variando i rispettivi diritti e obblighi. Per evitare quindi il
rischio di una alterazione non concordata dei rapporti tra i soci, il legislatore riconosce ai singoli
soci il diritto di opzione : le azioni di nuova emissione devono essere offerte in opzione ai soci in
proporzione delle azioni possedute. La legge prevede le regole di procedimento di raccolta delle
nuove sottoscrizioni:
l’offerta societaria va pubblicata dagli amministratori presso il reg. imp. E reso noto sul sito web
della società; per l’esercizio del diritto di opzione decorre un termine da precisare nell’offerta e
non inferiore a 15gg. Il legislatore stabilisce che le azioni inoptate( non sottoscritte allo scadere
dell’offerta di opzione) non possono essere liberamente collocate dagli amministratori: (per quelle
non quotate si riconosce un diritto di prelazione, in quelle quotate i diritti di opzione non esercitati
devono essere offerti sul mercato regolamentato per almeno 5 riunioni). Questo meccanismo però
ad esempio può impedire che grossi investitori entrino nella compagine azionaria se sono disposti
a portare capitali solo a fronte di una grossa partecipazioni (cosa difficile essendoci il diritto di
opzione). Per questo il diritto di opzione può essere escluso in casi tipicamente individuati e
deliberati dall’assemblea: 2441
Se la perdita di capitale sociale è superiore a 1/3 (patrimonio netto sotto i 2/3 del cpaitale
nominale) gli amministratori/ consiglio di gestioni/ i sindaci o la sorveglianza (in caso di
inerzia) hanno obbligo di convocare l’assemblea per una relazione sulla situazione
patrimoniale e che l’assemblea assuma opportuni provvedimenti (la perdita può essere
solo temporanea o strutturale) . 2446: se entro l’esercizio successivo a quello della
perdita, questa non è diminuita a meno di 1/3 l’assemblea ordinaria o il consiglio di
sorveglianza deve ridurre il capitale in proporzione alle perdite accertate , se questi non
provvedono, amministratori, sindaci o sorveglianza possono rivolgersi al tribunale per
disporre la riduzione
Se il patrimonio netto scende sotto il capitale minimo delle spa, l’assemblea convoca senza
indugio per deliberare la riduzione di capitale e il contemporaneo aumento a una cifra non
inferiore al minimo, o la trasformazione in una società con capitale minimo inferiore,
determinandosi altrimenti lo scioglimento della società
Se la perdita è inferiore a 1/3 l’assemblea può comunque assumere la decisione di
riallineamento tra misura statutaria e quella effettiva ( riduzione facoltativa) , gli
amministratori devono comunque fare una relazione patrimoniale e un consenso da parte
dei creditori per la riduzione.
Anche la riduzione nominale comporta o la riduzione del valore nominale di tutte le azioni esistenti
o l’estinzione di alcune di esse (colpendo proporzionalmente ogni socio, salvo che non ci siano
categorie di azioni postergate nella sopportazione delle perdite).
La partecipazione azionaria
Caratteri generali della partecipazione azionaria
Altro ruolo assegnato dalla legge alle azioni è quello di rappresentare la partecipazione
individuale all'attività sociale . Non si intende quindi la quota unitaria dell'investimento ma una
ideale porzione unitaria del rapporto che Lega l'azionista alla società. Questo rapporto è
rappresentato dai diritti e obblighi collegati alle azioni possedute. Le azioni sono unità minime
indifferenziate in quanto sono indivisibili, inscindibili, uguali.
Indivisibilità e inscindibilità dell'azione
2347 le azioni sono indivisibili. Non è consentito suddividere in più parti la partecipazione
all'attività sociale, per imputare separatamente ai titolari delle singole parti, in modo frazionato,
diritti e obblighi sociali. Ciò non esclude che l'azione possa essere oggetto di contitolarità tra più
persone, In questo caso i diritti dei comproprietari devono essere esercitati da un rappresentante
te comune nominato a maggioranza.
È possibile che l'assemblea straordinaria decida una variazione verso il basso o verso l'alto del
valore nominale unitario delle azioni. nel primo caso avviene il frazionamento delle azioni, nel
secondo il raggruppamento. Le azioni sono anche inscindibili, ossia non è ammissibile il
frazionamento che consista nel disporre in modo parziale del contenuto dell'azione in favore di
altri soggetti, con l'attribuzione ai medesimi solo di uno o più diritti azionari, separandoli rispetto
alla titolarità dell'intera partecipazione. è infatti considerata inammissibile la vendita del voto,
separatamente dalla vendita dell'intera partecipazione
Uguaglianza e autonomia
le azioni Attribuiscono ai relativi titolari partecipazioni uguali l'una dall'altra 2348 Infatti devono
essere di uguale valore e conferiscono uguali diritti ( È la base della spersonalizzazione). ciò non
implica però che tutte le azioni emesse da una società debbano essere identiche, anzi si consente
la creazione di categorie diverse di azioni attributive di diritti particolari Così da intercettare
investitori con diversi interessi. non è ammissibile che la diversa partecipazione sia legata, anziché
al tipo di azione posseduta, alla persona. Differenze tra azionisti con azioni della stessa categoria si
determinano in base alla quantità di quelle possedute (plutocratico).
Rilevante in dottrina è l’autonomia delle azioni , secondo cui ognuna di esse attribuirebbe al
possessore prerogative esercitabili in modo autonomo con un esercizio diversificato di
prerogative sociali fondamentali con il c.d. voto divergente (potrebbe votare a favore, contro, e
astenersi contemporaneamente). Ci sono argomenti contrari ossia che i diritti sono riconosciuti al
socio che per definizione è unitario
Il contenuto della partecipazione azionaria
Dalla titolarità delle azioni discendono i diritti sociali sia di tipo patrimoniale che amministrativo
Il diritto agli utili
Il diritto agli utili e il diritto alla quota di liquidazione della società in sede di scioglimento generale
o parziale del rapporto sociale ed è requisito dello scopo lucrativo. Invalida sarebbe una clausola
che escludesse il diritto agli utili o alla quota di liquidazione degli azionisti. Il dividendo matura
ogni anno nella misura in cui la società produce un'utile di esercizio distribuibile e ne decida la
distribuzione. gli utili da distribuire devono essere realmente conseguiti e risultino da un bilancio
regolare è approvato. è necessario:
che risultino utili di esercizio dal conto economico relativo all'anno in discussione
che gli utili trovino capienza nello stato patrimoniale della società al netto delle perdite
prodotte negli esercizi precedenti in modo da non intaccare i creditori sociali infatti i diritti
degli azionisti sono postergati a quelli degli altri creditori.. Occorre che residui un
patrimonio netto di valore almeno pari al capitale sociale.
Per sorgere la percezione del dividendo è necessario che vi sia una delibera da parte
dell'assemblea dei soci, la quale Espressamente stabilisca la distribuzione dei dividendi
dedotti gli accantonamenti ex lege o per statuto
Il diritto di recesso
Il successo della SPA è anche dovuto alla facilità di disinvestimento soprattutto grazie alla
possibilità di trasferire la propria partecipazione nel mercato tramite prezzi che dipendono dalla
percezione esterna della spa di produrre utili. Dato che ciò non è sempre possibile e comunque
garantito il diritto di recesso, ossia il potere di sciogliersi dalla società per mezzo di una
manifestazione unilaterale di volontà e di ottenere anticipatamente la quota di liquidazione (2347)
questo diritto è riconosciuto al verificarsi di alcune alterazioni significative dell'organizzazione che
incidono sul programma produttivo originari. Sono cause inderogabili di recesso quelle di
notevole impatto sul l'interesse del socio come la modifica dell'oggetto sociale o la trasformazione
della società o il trasferimento all'estero eccecc . è nullo ogni patto volto a escludere o rendere più
gravoso l'esercizio del diritto di recesso.
vi sono altre ipotesi derogabili ossia previste solo laddove lo statuto non disponga diversamente:
proroga del termine della società, introduzione o rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli
azionari.
E consentito che la tutela del socio venga rafforzata con l'inserimento in statuto di ulteriori cause
di recesso oltre a quelle legali purché collegati a mutamenti importanti del programma
organizzativo e non mere vicende della società. legittimato a recedere e l'azionista che non abbia
votato a favore della delibera modificativa e il recesso può essere esercitato anche solo per alcune
delle azioni possedute
è infine riconosciuto a ogni socio di società non quotate e costituita a tempo indeterminato, un
diritto di recesso ad nutum Cioè esercitabile in qualsiasi momento e non collegato a particolari
ragioni (dato che non quotata non può vendere e rimarrebbe se no imprigionato)
modalità di recesso: Il recesso deve essere esercitato con lettera raccomandata entro 15 giorni
dall'iscrizione nel registro delle imprese della delibera, Se il fatto non è una deliberazione il
termine è 30 giorni dalla conoscenza del fatto in parola da parte del socio. Esercitato il recesso le
azioni del socio precedente devono rimanere depositate presso la sede sociale per evitarne la
circolazione. Valore della liquidazione è stabilito dagli amministratori (sentito il parere del collegio
sindacale e revisori di conti), tenuto conto della consistenza patrimoniale della società e delle sue
prospettive reddituali, nonché dell’ eventuale valore di mercato delle azioni, ossia in base ai valori
reali attuali e non in base ai valori di bilancio. per le azioni quotate la liquidazione è calcolata con la
media aritmetica dei prezzi di chiusura nei sei mesi che precedono la pubblicazione delle
deliberazioni che legittimano il recesso. Per i recessi legittimati da una delibera assembleare il
socio recedente può vedere anticipatamente il valore delle azioni ai fini del recesso nei 15 giorni
precedenti la data per l'assemblea. Se questo valore viene contestato viene effettuata una stima
da un esperto nominato dal tribunale tramite relazione giurata
a differenza delle società di persone il recesso non determina in linea di principio l'estinzione della
partecipazione sociale bensì il suo trasferimento ad altri soggetti, infatti le azioni devono essere
offerte in opzione ad altri soci comprandole al valore di stima. Le azioni Non acquistate né da soci
né da terzi devono essere acquistate dalla società attingendo a riserve disponibili o utili
distribuibili. sei fondi non sussistono si attua una riduzione del capitale sociale. In caso di
opposizione dei creditori dovrà essere deliberata dall'Assemblea o lo scioglimento della società
oppure la revoca della delibera da cui si era originato il diritto di recesso
i diritti amministrativi della generalità dei soci. Il diritto di voto
Esprimono i modi e i termini di partecipazione del socio alla realizzazione dell'attività sociale
Dunque essenzialmente i diritti di intervento in assemblea e di voto. Separata considerazione
hanno le situazioni Di protezione della minoranza azionaria nei confronti della maggioranza.
Attraverso il diritto di voto gli azionisti hanno la possibilità di concorrere alla volontà assembleare
e incidere sulla vita sociale, anche influendo indirettamente nei confronti della gestione, specie
attraverso nomina e revoca degli amministratori. Incidere col voto non è un profilo essenziale della
partecipazione azionaria, infatti sono ammesse azioni senza diritto di voto o con diritto di voto
limitato (ha particolari argomenti o subordinato ad alcune condizioni). L'ordinamento riconosce
un potere non assoluto di creare azioni senza diritto di voto o limitato infatti il valore di tali azioni
non può complessivamente superare la metà del capitale sociale (se no non ci sarebbe possi
possibilità di controllo). Si adotta il sistema generale di un'azione-un voto , Viene quindi
incoraggiato l'investimento quale principale mezzo per ottenere il comando societario col principio
plutocratico. Vi sono però delle deroghe:
se la società vuole avere un comando stabile il 2351 rende possibile attraverso lo statuto, la
creazione di azioni con diritto di voto plurimo anche per particolari argomenti fino a un massimo di
tre voti (con poco investimento hanno molto controllo). Lo statuto non può far scendere la
partecipazione minima di controllo al di sotto del 12,5%+1 del capitale. Il voto plurimo è oggetto di
espresso divieto nelle società quotate per proteggere il meccanismo di contendibilità del
controllo, le azioni a voto plurimo rimangono solo se emesse anteriormente alla quotazione.
Statutariamente In relazione alla quantità di azioni possedute da un soggetto può stabilirsi il diritto
di voto limitato ad una misura massima o disporne scaglionamenti
I diritti della minoranza
Al fine di tutelare l'ingiusto approfittamento da parte di alcuni soci della posizione di potere,
vengono riconosciuti agli azionisti che hanno quote minori dei diritti della minoranza. In primo
luogo hanno prerogative funzionali alla promozione della regolare attività dell'assemblea,
sollecitandone la convocazione o il rinvio alla riunione per potersi preparare meglio, non che il
potere di impugnativa delle delibere di tale organo. Prerogative particolari poi riconosciuta associo
di minore società quotate. Vengono in rilievo il potere di denunzia spettanti ai soci nei confronti
del collegio sindacale per il compimento di fatti censurabili degli amministratori o al tribunale per
gravi irregolarità nella gestione. quasi tutte queste ipotesi sono prerogative di particolari
percentuali del capitale sociale evitando problemi ricattatori da parte di azionisti con quote
marginali.
pegno, usufrutto e sequestro di azioni
I diritti descritti spettano al socio ossia il titolare delle azioni. Vi è però un'importante deroga ove le
azioni sono sottoposte ha vincoli di tipo reale o giudiziale dovendo conciliare l'interesse del socio
e quello dei terzi. il legislatore si obbliga a riguardo che le azioni siano oggetto di pegno o usufrutto
e in generale sottoposti a sequestro. Art 2352, il diritto di voto in caso di pegno o usufrutto spetta
se non previsto diversamente, al creditore pignoratizio o all’usufruttario. In caso di sequestro è
esercitato dal custode. Al socio compete il diritto di opzione in caso di aumento di capitale, per i
diritti della minoranza o comunque tutti gli altri diritti amministrativi, nel caso di sequestro
l’esercizio è del custode, nell’ipotesi di pegno e usufrutto spettano sia al creditore
pignoratizio/usufruttario sia al socio. Percezione degli utili e quota di liquidazione compete ai
creditore pignoratizio e usufruttario
Le assemblee speciali
La presenza di emissioni diversificate determina un sistema di governo societario più articolato Ed
è più complessa una composizione di interessi verso un interesse comune. È necessario proteggere
interessi minoritari, ma anche di non ingessare le azioni della maggioranza. Per contemperare
queste diverse esigenze il legislatore prevede l'istituzione di un organo particolare, l'assemblea
speciale degli azionisti di categoria per il cui funzionamento è prevista l'applicazione delle regole in
materia di assemblea straordinaria. Le deliberazioni dell'assemblea pregiudicano i diritti di una
categoria di azioni e devono essere approvate anche dall'Assemblea speciale degli appartenenti
alla categoria interessata ottenendo la maggioranza di questi ultimi.
La società non può acquistare azioni proprie se non nei limiti degli utili distribuiti e delle
riserve disponibili risultati dall'ultimo bilancio approvato
Possono essere oggetto di acquisto solo le azioni interamente liberate, Per le quali non
residui un debito di conferimento a carico del socio alienante
Il legislatore vuole evitare che l'acquisto di azioni proprie sia fatto per alterare
strumentalmente gli assetti preesistenti, deve quindi sussistere un'autorizzazione
dell'assemblea ordinaria, il diritto di voto e sospeso, ma le azioni proprie sono computate
ai fini del calcolo della maggioranza per le deliberazioni dell'assemblea. Dritto utili e il
diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni.
per le società che fanno ricorso al capitale di rischio il valore nominale delle azioni proprie
non può eccedere la quinta parte del capitale sociale tenendo conto anche quelle
possedute dalle controllate 2357
La legge prevede obblighi di alienazione e annullamento delle azioni illegittimamente acquistate o
detenute dalla SPA emittente in caso di violazione di questo enorme
l'auto sottoscrizione di azioni: sottoscrizione di azioni proprie, sottoscrizione da parte della società
controllata, sottoscrizione reciproca
La normativa fino a qui descritto si applica se l'acquisto avviene da parte dell'emittente o dalla sua
controllata a titolo derivativo, ossia quando siano già state inizialmente emesse e collocate e la
società le acquisti da un precedente titolare. la società invece non può sottoscrivere azioni
proprie a titolo originario anche da parte della società controllata, Altrimenti la sottoscrizione
farebbe figurare un incremento di capitale non corrisposto da un ingresso di nuove risorse. La
violazione prevede una sanzione Peculiare a quella della nullità del negozio di sottoscrizione. le
azioni si intendono sottoscritte e devono essere liberate dai promotori e dai soci fondatori.
Nel caso di sottoscrizione reciproca di azioni, ossia due società non legate da rapporti di controllo
l’una sottoscrivendo per il medesimo importo l'emissione dell'altra, l'azione e perentoriamente
vietata e soggetta a nullità, in quanto il flusso di conferimenti è solo apparente
Il finanziamento per l'acquisto di azioni proprie
L'ultima ipotesi di operazioni su azioni proprie e quella del finanziamento e della concessione di
garanzie (fideiussione) da parte della spa nei confronti di soggetti intenzionati all'acquisto a titolo
derivativo o alla sottoscrizione di azioni emesse dalla prima. La società può avere interesse ad
agevolare l'ingresso di eventuali investitori, Ma questa operazione per salvaguardare
l'organizzazione è consentita solo nel rispetto di precisi presupposti del 2358. la legge prevede la
necessità di una delibera di autorizzazione della concessione del finanziamento o delle garanzie
presa dall'Assemblea straordinaria dopo un'attività istruttoria degli amministratori, inoltre bisogna
ricorrere a fondi tratti da utili distribuibili e riserve disponibili. è del tutto vietata l'accettazione di
azioni proprie in garanzia
L’assunzioni di partecipazioni sociali qualificate
L'acquisto di partecipazioni da parte di una spa può spiegarsi per ragioni industriali o finanziarie,
come mezzo per generare una situazione di controllo o collegamento e quindi interessi strategici,
oppure per l'impiego di liquidità e realizzazione del profitto. Art 2361 L'assunzione di
partecipazioni in altre imprese non è consentita se per la misura e per l'oggetto della
partecipazione ne risulta sostanzialmente modificato l'oggetto sociale dello statuto, C'è
un'industria dell'acciaio che usa molte risorse nell'acquisto di partecipazioni di una società di
moda, Bisogna quindi preservare l'utilizzo coerente delle risorse. Per attuare un acquisto come
l'esempio qui sopra occorrerà modificare formalmente l'oggetto sociale riconoscendo il diritto di
recesso dei soci; se questo non avviene l'amministratore sarà passibile di responsabilità per danni.
L'acquisto di partecipazioni a società a responsabilità illimitata (snc) esso deve essere deliberato
Dall'Assemblea iscritto nella nota integrativa.
Le obbligazioni
Con l'emissione di obbligazioni la spa riceve a fronte dell'attribuzione del sottoscrittore dei relativi
titoli, risorse finanziarie a debito, col conseguente impegno a restituire a una data scadenza la
somma ricevuta e i pagamenti a titoli di interessi. Proprio il necessario rimborso rappresenta le
l’elemento che distingue i titoli in parola rispetto alle azioni.
Come le azioni, le obbligazioni sono titoli di massa. Presuppongono la creazione di una pluralità di
strumenti finanziari aventi eguale valore nell'ambito di un'unica complessiva operazione
finanziaria. I titoli di credito ( appartenenti al genere dei titoli di debito e non a quelli partecipativi)
incorporano la restituzione delle somme e pagamento degli interessi, ossia conferendo ai diritti i
connotati di autonomia, astrattezza e letteralità caratterizzante la fattispecie cartolare.
sono varie tipologie di obbligazioni indipendenza di termini e condizioni. si distinguono in
obbligazioni aventi una struttura semplice gd e obbligazioni più complesse come quelle indicizzate
dove la quantificazione della somma dovuta di interessi è collegata a diversi parametri, oppure qa
premio che prevedono somme aggiuntive agli obbligazionisti. Possono essere emesse anche
obbligazioni partecipative , i cui interessi sono legati all’andamento della società. Le obbligazioni
postergate vengono rimborsate previa la soddisfazione di altri creditori della società e obbligazioni
convertibili in azioni secondo un rapporto di cambio e rinunciando al rimborso.
Mentre l’azionista corre il rischio di impresa, l’obbligazionista corre il rischio di insolvenza del
proprio debitore
Il procedimento di emissione
data l’essenzialità della forma cartolare la loro esistenza presuppone un procedimento articolato.
La delibera di creazione delle obbligazioni è di competenza degli amministratori, se legge o
statuito non dispongono diversamente, e in ogni caso la decisione deve risultare da verbale
redatto da un notaio e iscritto nel registro imprese. L’emissione di titoli si ha poi con la
sottoscrizione . i titoli possono essere nominativi o al portatore. È previsto un libro delle
obbligazioni dove vanno annotate quelle emesse e quelle esistenti
I limiti legali all’emissione di obbligazioni
Art 2412 limiti all’entità del prestito obbligazionario, secondo cui la società può emettere
obbligazioni per una somma non eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale, delle
riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. I sindaci al momento di emissione
devono attestare il rispetto di tale limite, in modo da assicurare il prudente governo della società.
Il limite del 2412 non si applica se:
raccogliere contribuzioni alla provvista di rischio non rivolte a incrementare la misura del
capitale azionario
sollecitare la domanda di investimento in crediti caratterizzati da un rimborso meno sicuro
offrendo l’offerta di una maggiore remunerazione
viene quindi ammessa dal legislatore il ricorso a strumenti finanziari atipici
l’art 2346 non esclude comunque la possibilità di immaginare altre forme di partecipazione
all’impresa scaturenti da una fonte diversa rispetto alle azioni. Questo tramite altri strumenti
finanziari partecipativi, con apporti che non formano il capitale e con l’attribuzione di diritti
patrimoniali o amministrativi escluso il diritto di voto nell’assemblea generale degli azionisti. Sono
consentiti strumenti finanziari di credito ibridi (rimborso di capitale condizionato all’andamento
economico della società)
le regole della partecipazione atipica
l’emissione di tali strumenti deve essere previsto nello statuto. Il 2346 si limita a stabilire che il
sottoscrittore deve conferire un apporto (non un conferimento che aumenta il capitale) anche di
opera e di servizi, denaro o natura.
A proposito di diritti patrimoniali il legislatore ritiene che ai sottoscrittori vada riconosciuto il
diritto agli utili e la società scieglie la misura e le condizioni della partecipazione. Lo statuto può
prevedere che ai portatori di strumenti finanziari spettino anche prerogative di tipo
amministrativo e possono essere dotati di diritto di voto su argomenti specificatamente indicati e
la nomina di un componente indipendente nel consiglio di amministrazione/consiglio di
sorveglianza o di un sindaco. È ESCLUSO nell’assemblea generale degli azionisti. Si viene a formare
un’assemblea speciale dove si eserciterà il diritto di voto. È garantito il diritto di recesso al
verificarsi di certe condizioni o all’ispezione dei libri sociali
Gli strumenti finanziari con obbligo di rimborso condizionato
Art 2411 legittima l’emissione di strumenti finanziari atipici di debito ove il rimborso non è
assicurato ma dipende dall’andamento economico della società. Non può immaginarsi (per unto
riguarda il capitale, non gli interessi ) che siano restituzione avvenga in base a indici di borsa,
altrimenti l’operazione diventerebbe una scommessa
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
3 distinti organi sociali con specifiche funzioni e inderogabili da parte dello statuto. Il sistema può
essere tripartito (assemblea, consiglio amministrativo e consiglio sindacale) , dualistico (consiglio
di sorveglianza e di gestione, il consiglio di sorveglianza svolge sia le funzioni del collegio sindacale
che dell’assemblea) e monistico (comitato di controlla sulla gestione).
L’ordinamento delle spa prevede un assetto caratterizzato dal principio della ripartizione fissa din
competenze. . nel sistema tradizionale l’esercizio dell’impresa è interamente affidato all’organo
amministrativo , le decisioni di tipo organizzativo alla competenza dei soci in quanto destinatari
ultimi dell’attività sociale (hanno diritto agli utili e alla quota di liquidazione). Vi è anche la
presenza di un’autonoma funzione di controllo sulla legalità e correttezza della gestione
imprenditoriale e sull’adeguatezza dell’assetto aziendale, sulla regolarità dei bilanci e delle
scritture contabili, nell’interesse di minoranze e terzi, la prima è dato ad un organi di controllo (c.
sindacale, consiglio di sorveglianza o comitato di controllo), la seconda, al revisore.
Anche nelle società non quotate il sistema risulta molto rigido. La rigidità sia nelle società quotate
che non è fatta per incentivare il risparmio nelle società e aumentare la trasparenza nel mercato.
I quorum costitutivi e deliberativi sono fissati dalla legge in misura differenziata a seconda delle
materie o se l’assemblea è ordinaria o straordinaria, dal tipo di convocazione (se la prima,
seconda o successive) e del tipo di società se fa ricorso o meno al capitale di rischio
per la prima convocazione nelle società chiuse, assemblea ordinaria: quorum costitutivo =
metà capitale sociale, quorum deliberativo = maggioranza assoluta del capitale aventte
diritto al voto e presente in assemblea. Per assemblea straordinaria quorum costitutivo =
maggior assoluta del capitale sociale e quello deliberativo boh.
i quorum legali di prima convocazione possono essere modificati in aumento dallo statuto in
generale o per singole materie, ma è inammissibile l’unanimità o maggioranze troppo alte cge
danno diritto di veto a ogni socio. È sempre illegittima la modificazione in diminuzione dei quorum
se all’inizio della riunione manca il numero legale, il presidente dichiara la mancata costituzione
della seduta e dovrà scegliersi una nuova data e si prevede la disciplina della seconda
convocazione in cui si applicano maggioranze più ridotte (termine di pubblicazione passa da 15 a
8gg). La seconda convocazione deve essere fatta per un giorno diverso ma entro 30gg dalla prima
se no deve ricominciare da capo tutto l’iter.
La rappresentanza in assemblea
Agli azionisti è consentito partecipare all’assemblea personalmente o tramite un rappresentante,
avvalendosi di soggetti professionisti e di ovviare a una impossibilità propria. Lo statuto (solo nelle
società che non fanno ricorso al mercato di capitale) può escludere tale possibilità o limitarla, ad
esempio imponendo che il rappresentante sia un socio stesso.
Alcune regole sono di carattere generale sia per le società chiuse, quelle quotate e per quelle con
azioni diffuse (fanno ricorso al mercato ma non sono quotate):
la delega deve essere sempre conferita per iscritto ad substantiam e inderogabile per
statuto
è prescritta la nullità della delega in bianco, senza indicazione del nome del delegato,
anche se uno poi può riempirla prima della seduta
la procura è revocabile anche se nell’interesse del delegato. La revoca è tacita se si
presenta personalmente l’azionista in assemblea.
Divieto di subdelega discrezionale da parte del delegato e il nome del subdelegato dovrà
essere contenuto nella delega. Se il delegato è una persona giuridica potrà farsi
rappresentare da un suo dipendente o collaboratore
Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, incluse le quotate, la procura può
essere solo è per singole assemblee (per evitare troppo trasferimento di potere sganciato dal
possesso azionario), nelle società chiuse è invece ammessa
Alcune regole valgono per le società chiuse e diffuse ma non a quelle quotate: