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INTRODUZIONE DIRITTO COMMERCIALE

Il diritto commerciale è l’insieme di tutte le norme di diritto privato che disciplinano


specificatamente le attività produttive e il loro esercizio. L’attività produttiva è molto complessa e
da vita a relazioni con ogni altro attore della comunità e inoltre è un’attività sempre meno
individuale , ma fatta da organismi costruiti quali le società. L’attività produttiva è un fenomeno
che si colloca fondamentalmente sul piano dei rapporti interprivatistici tra le persone. Il diritto
disciplina l’azione imprenditoriale del mercato, è quindi un sistema normativo distinto dalle
norme pubblicistiche , che lo fa secondo logiche autoritative e nella vigilanza come la consob e
perseguendo finalità di pubblico interesse. La sua origine deriva dall’epoca dei comuni con le
corporazioni di arti e mestieri e la crescente importanza della classe mercantile, nasce quindi come
un diritto di classe. Con la rivoluzione francese e la universalità del concetto di libertà viene a
meno la parte classista e soggettiva del diritto commerciale, ma diventa un sistema su base
oggettiva.
Il diritto commerciale è mosso per proteggere peculiari interessi che nascono da un intreccio di
accadimenti giuridici nel quadro di un’iniziativa produttiva complessa. Le fonti del diritto
commerciale sono: il codice civile, le leggi speciali sempre più numerose , come il codice del
consumo e il testo unico bancario , come anche lo sviluppo di normativa di rango secondario
proveniente dalla consob o dalla banca d’italia , oltre a importanti accordi europei e
internazionali . l’UE in alcuni casi legifera direttamente in materia o coesistendo con le discipline
nazionali come l’antitrust , altre volte promuove l’armonizzazione degli ordinamenti nazionali
attraverso l’emanazione di direttive. Costituzione: Articolo 41 libertà di iniziativa economica non
in contrasto con l’interesse collettivo , 42 riconoscimento attività privata e suoi limiti per
assicurarne funzione sociale, 43 attività di interesse generale, 44 pmi agricola, 45 cooperazione e
artigianato della costituzione, 47 attività bancaria e finanziaria
CAPITOLO 1
LA FATTISPECIE IMPRESA

Dpr581 1993 registro dell’impresa presso le camere di commercio. È un registro pubblico presso
ogni camera di commercio con al vertice un conservatore e collegati a una banca dati, dalla società
infocamere. Vi è una sezione ordinarie e più sezioni speciali. Nella sezione ordinaria tutte le società
tranne quelle semplici, tutti gli imprenditori individuali commerciali non piccoli, i consorzi con
attività esterna, le attività estere con sede secondaria in italia, enti pubblici economici; ha efficacia
dichiarativa e costitutiva(non puoi essere impresa se non sei iscritta) e normativa (una snc se non
iscritta è regolata dalla società semplice), l’ignoranza dei fatti non può essere opposti da terzi se è
avvenuta l’iscrizione (positiva 2195), ma un terzo può non essere vincolato da quell’atto se
dimostra entro 15gg di non essere a conoscenza. In quella speciale (ha mera pubblicità notizia, per
le imprese sociali anche costitutiva e per le agricole dichiarativa) i restanti, piccolo imprenditore,
società semplice, imprenditori agricoli non in forma societaria. Possono iscrivere nel registro solo
ciò che deve essere iscritto.
La fattispecie è il destinatario o referente dell’esperienza normativa. Si va guardare il codice civile,
esattamente nel libro V “del lavoro” che si apre con l’art 2082 con la definizione di imprenditore
ossia: imprenditore è chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata alla
produzione o allo scambio di beni e servizi, ed è proprio lui il soggetto al centro di tutto il sistema
di valori. Imprenditore è persona fisica oppure società, associazione, enti pubblici
Per diventare imprenditore devo avere capacità di agire, però alcune categorie di persone es.
avvocati non possono fare attività di impresa (incompatibilità e si rischia di essere radiati
dall’albo). L’imprenditore agricolo che non ha capacità di agire può continuare la sua attività, ma ,
c’è bisogno di autorizzazione al tribunale per ogni atto. Per l’imprenditore commerciale serve
l’autorizzazione all’attività imprenditoriale da parte del tribunale e non per i singoli atti. Gli
incapaci assoluti possono essere imprenditori (può essere speso il nome ) ma deve essere speso
dai suoi rappresentanti (genitori/tutore) e possono spendere il nome solo se ad esempio l’attività
è ricevuta per eredità (quindi per continuarla), non se l’ho fondata. L’inabilitato maggiorenne può
esercitare personalmente l’impresa continuando quella che c’era prima chiedendo al tribunale. Il
minore emancipato, se autorizzato esercita personalmente senza altri soggetti (può anche iniziare
e non continuare una nuova impresa ) queste autorizzazioni sono nel registro imprese
-La relatività della nozione d’impresa
Con riguardo alla giurisprudenza europea che ha come requisiti richiesti la professionalità e
l’organizzazione, ci possono essere anche altre nozioni che sono specificazioni come ad esempio
l’impresa d’investimento o l’impresa bancaria
-l’impresa quale attività produttiva triplicemente qualificata
L’impresa dal 2082 è descritta in termini di attività e poi come produttiva.

 L’attività può essere immaginata come un modello comportamentale costruito da singoli


comportamenti nel loro insieme rispetto al raggiungimento di un determinato scopo (se io
vendo 50 orologi non è un attività ma un atto, un insieme di atti è attività)
 L’attività si presta a essere qualificata a seconda della natura del suo scopo, nell’interesse
dell’attività produttiva vi è il produrre un’utilità che prima non c’era attraverso la
produzione o lo scambio di beni o servizi. Fenomeni che non ci interessano in questa sede
sono quindi le attività di godimento, il che non da luogo ad un incremento di ricchezza,
come trarre utilità dall’uso di qualcosa che già si ha (dare in affitto un proprio immobile è
mero godimento, uno studentato invece è imprenditore in quanto dà una serie di servizi)
-la professionalità
L’attività produttiva per essere qualificata come impresa deve essere svolta professionalmente,
ossia l’attività venga svolta in maniera stabile, continuativa e reiterata, non per forza deve essere
l’unica attività svolta da chi la pone in essere. Le interruzioni non devono essere arbitrarie, ma in
base alle esigenze del ciclo produttivo come ad esempio la gestione stagionale di un impianto
sciistico
-l’organizzazione
L’attività produttiva deve essere organizzata sul piano dei mezzi impiegati nel suo svolgimento
ossia dei fattori capitale e lavoro o esclusivamente uno di essi. Il ruolo del titolare è quello di
organizzare questi fattori, se l’attività del titolare rappresenta solo il suo lavoro personale è
qualificabile come lavoro autonomo. Il lavoratore autonomo utilizza solo attrezzi che sono il
necessario supporto all’attività professionale
-economicità
Connota l’attività sul pino del metodo che deve essere seguito nel suo svolgimento. Il metodo da
utilizzare è il metodo lucrativo ossia che tende a conseguire il maggior profitto a prescindere poi
dalla destinazione del profitto. Un altro modo per intenderlo è il metodo economico in senso
stretto ossia quello che tende ad assicurare il pareggio tra ricavi e costi, ossia con prezzi fissati ex
ante a seconda della situazione del mercato per conseguire il pareggio. Un fenomeno produttivo
economico a prescindere da metodo di interfaccia con il mercato e cercano di acquisire da esso le
risorse necessarie per soddisfare i finanziatori esposti a un rischio di mercato. Rimangono esterne
alla nozione di impresa le attività erogative come quelle che danno il pasto ai senza tetto, le quali
non cercano nemmeno il pareggio in bilancio e non hanno alcuna relazione con il mercato.
L’importante è che i fattori di produzioni siano organizzati in modo da ottenere profitto
(un’impresa infatti può andare anche in perdita se non vende ma ha un’organizzazione lucrativa)
Questa definizione di impresa del 2082 contiene gli elementi necessari e sufficienti per
caratterizzare l’impresa , anche l’impresa illegale o mafiosa è impresa secondo questa definizione
cosi come l’impresa per conto proprio ( costruzione in economia)
L’imprenditore svolge l’attività per l’interesse proprio, salvo che si trovi in uno stato di crisi, in quel
caso bisogna svolgere l’attività nell’interesse dei creditori.
Un attività illecita è ad esempio avere un’impresa bancaria senza autorizzazione della banca
d’italia. L’impresa immorale/illegale è ad esempio l’impresa allo sfruttamento della prostituzione
in quanto è l’attività stessa che svolge è illegale. L’impresa criminale si apre un’attività lecita per
riciclare denaro derivante da attività illecita. Queste imprese possono essere dichiarate fallite a
tutela dei creditori. Non viene invece tutelato l’imprenditore e i suoi segni distintivi come ad
esempio l’insegna.
CAPITOLO 2
LE CATEGORIE DI IMPRESA

La definizione di impresa consenti nel 1942 a dare ad ogni iniziativa produttiva regole comuni e
rinviare alle norme corporative. I fenomeni imprenditoriali a cui si attribuisce ancora la rilevanza
normativa sono l’impresa agricola e la piccola impresa anche se ora sta avvenendo un
avvicinamento progressivo tra l’impresa piccola e agricola con l’impresa commerciale sia in
materia di pubblicità di impresa che per le procedure concorsuali
-2 l’impresa agricola
2135 L’impresa agricola è definita come chi esercita l’attività di coltivazione del fondo, selvicoltura,
allevamento di animali e attività connesse. Sono connesse le attività dirette alla trasformazione o
alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura. Il fattore
produttivo principale è la terra e il suo sfruttamento, ha quindi una disciplina normativa più
circoscritta sul presupposto che essa non presentava particolari esigenze di investimento in
quanto il fattore principale è il fondo che già è di proprietà.
Ai sensi dell’art 2135 per attività essenziali e per coltivazione del fondo si intendono le attività
dirette allo sviluppo del ciclo biologico di carattere vegetale e animale che utilizzando o possono
utilizzare il fondo (serra), bosco o acque, le attività connesse sono quelle di conservazione,
manipolazione, trasformazione, commercializzazione, valorizzazione che abbiano oggetto prodotti
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo/bosco/allevamento di animali nonché le
attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzo prevalente di attrezzature o risorse
dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola comprese le attività di valorizzazione del
territorio/ recezione o ospitalità (agriturismi solo una parte minoritaria degli immobili deve essere
destinata all’attività di agriturismo). Oggi l’attività agricola si è estesa anche a colture in
laboratorio e allevamenti in batterie, infatti la normativa stabilisce che un’attività e di coltivazione
o di allevamento se utilizza o può utilizzare il fondo, il fondo è quindi non più un fattore essenziale
ma eventuale. Nella nuova definizione di impresa agricola il fondo è diventato un fattore
produttivo eventuale e non più caratterizzante, l’elemento caratterizzante è rappresentato dalla
cura e dallo sviluppo di un ciclo biologico animale o vegetale. Si è ampliato notevolmente anche la
categoria delle attività connesse. Le attività connesse sono tali se utilizzano come materia prima
prevalente i prodotti derivanti dalla coltivazione del soggetto. Sono attività connesse anche quelle
che impiegano principalmente le attrezzature o le risorse che costituiscono l’azienda agricola dello
stesso soggetto ad esempio le attività di agriturismo. Con questo ampliamento delle risorse viene
da se il crescente sempre maggiore bisogno di credito pari quasi alle imprese commerciali ma con
trattamenti normativi differenti. Queste imprese sono soggette sia al rischio di impresa che al
rischio naturale anche sempre meno quello naturale . nonostante l’impresa agricola sia sempre più
industrializzata gli interventi normativi sono stati solo sulla pubblicità d’impresa, poi è stata
aggiunta una parte del diritto concorsuale , procedure alla crisi di sovraindebitamento e un
sistema di allerta per la crisi. Per i passaggi intermedi ci sono società di agricoltori come ad
esempio i caseifici/ cantine sociali per la trasformazione dei beni della coltivazione . sono
imprenditori agricoli anche i consorzi o cooperative di imprenditori agricoli e se utilizzano
prevalentemente beni dei soci, almeno 50%+1

-3 la piccola impresa
Si desume dal 2083 e viene definita come l’attività professionale organizzata prevalentemente con
il lavoro del titolare e dei componenti della sua famiglia ossia il coltivatore diretto del fondo,
l’artigiano e il piccolo commerciante . la piccola impresa ha rilevanza normativa in quanto il fattore
produttivo è il lavoro del titolare e dei suoi familiari, ossia un fattore che già si dispone, le esigenze
di investimento attengono essenzialmente a fattori produttivi secondari senza grande ricorso al
credito e quindi non deve essere soggetto alle stesse regole. la prevalenza del lavoro del titolare o
familiare deve essere in senso qualitativo essenziale e centrale nel processo produttivo al
contrario magari della grande impresa . Non è ben chiaro se l’impresa deve fare capo a un
soggetto fisico o anche a un ente collettivo come una società, in questo il lavoro che deve
prevalere è quello dei soci in caso di compagine sociale ristretta. Il 2083 si usa per la disciplina
delle scritture contabili e ai fini della sua iscrizione al registro dell’imprese (anche loro sono
obbligati a iscriversi al registro in un’apposita sezione). Il coltivatore diretto del fondo è chi coltiva
il fondo con lavoro proprio e della propria famiglia (non con prevalenza) con apporto di almeno
1/3 del lavoro. È imprenditore artigiano art. del 1985 colui che esercita personalmente
professionalmente e in qualità di titolare assumendosene oneri e responsabilità svolgendo in
misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale. Lavoro > capitale. Lo esercita nei limiti
dimensionali(slide) e che esercita la produzioni di beni tranne attività agricole e prestazioni di
servizi commerciali, intermediazione. Può esserlo anche una società, ma non deve essere spa o in
accomandita per azioni (è predominante il capitale) e che la maggioranza dei soci svolga in
prevalenza lavoro personale nel processo produttivo. Se in forma srl se la maggioranza dei soci
svolga in prevalenza lavoro e detenga la maggioranza del capitale e degli organi deliberanti.
Possono iscriversi presso l’albo delle imprese artigiane ed è costitutiva per la concessione di
agevolazioni a favore delle imprese artigiane (per partecipare ad es a bandi) e promuove l’impresa
artigiana (art 45 cost.). l’impresa artigiana può anche non essere piccolo imprenditore ex 2083 se
rispettato o meno.
Impresa familiare art 230 bis
vi possono essere sovrapposizioni fra discipline, uno può essere impresa familiare, artigiana
piccola. Il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o
nell’impresa familiare ha dei diritti…. Si intende familiare il coniuge, i partenti fino al 3 grado e
affini fino al 2°. L’impresa familiare è un impresa individuale, imputabile a un imprenditore e che si
avvale del lavoro dei familiari. I figli ad esempio possono essere sotto contratto di lavoro
subordinato. Il 230 bis è una norma residuale. Nella prassi per ragioni fiscali si stipula un contratto
per disciplinare i rapporti tra i familiari. Non è necessariamente un piccolo imprenditore l’impresa
familiare
nozione di PMI.
raccomandazione unione europea e vincolante per le politiche e programmi dell’unione europea
ed è stato usato anche dal legislatore nazionale. Alcune misure sulle pmi sono compatibili con la
disciplina ue sugli aiuti di stato.

 Media: < 250 dipendenti, <= 50 milioni fatturato, <= 43 milioni di att. di stat. Patrimoniale
 piccola: < 50 dipendenti, <= 10 milioni fatturato, <= 10 milioni di att. di stat. Patrimoniale
 micro: < 10 dipendenti, <= 2 milioni fatturato, <= 2 milioni di att. di stat. Patrimoniale
bisogna essere sotto al limite degli addetti e a uno dei 2 tra attivo o fatturato

/la piccola impresa nella legge fallimentare art 1 comma 2


Per le leggi concorsuali non si utilizza la definizione del 2083 del piccolo imprenditore, ma quello
della legge fallimentare. Dato che il concetto di prevalenza è sfumato spesso il confine fra piccole
imprese e non risulta non chiaro. Sono soggetti alle disposizione del fallimento e concordato gli
imprenditori che esercitano un’attività commerciale e gli enti pubblici. Questo criterio viene quindi
affiancato da uno oggettivo facilmente verificabile. Si esclude dall’apertura delle procedure
concorsuali di fallimento e di concordato preventivo nei confronti di imprese che si attestino al di
sotto di 3 parametri, ossia:

 Esposizione debitoria non superiore di 500.000


 Attivo patrimoniale nei 3 esercizi precedenti non superiore a 300.000
 Ricavi lordi nei 3 esercizi precedenti non superiori a 200.000
Le imprese al di sotto di questi parametri si presumono piccole e quindi non fallibili e chi le supera
è presuntamente una grande impresa anche se secondo il criterio della prevalenza è una piccola
impresa. È onere mio la prova del rispetto di questi parametri.
La legge del 2019 che entrerà nel 2022 prevede sul codice della crisi d’impresa, dove la definizione
di impresa minore è uguale ai 3 punti lì sopra

-4 l’impresa commerciale
L’artt 2195 contiene il precetto comportamentale di obbligo di pubblicità per chi ha un’attività
industriale di produzione di beni e servizi, intermediaria, trasporto per acqua terra e aria, bancaria
assicurativa, e ausiliaria. Si può sintetizzare in attività industriale e di intermediazione
Queste due attività hanno diverse interpretazioni. Una è quella letterale o storica ossia il processo
produttivo inaugurato con la rivoluzione industriale ossia automatizzato o che da lugo a una
trasformazione fisico tecnica e intermediazione classica ossia acquisto all’ingrosso e rivendita . ci
sono però diverse attività che non rientrano in queste attività e bisognerebbe aggiungerne una
terza ossia l’impresa “civile” ossia le imprese artigiane(non automatizzate), le imprese primarie o
di pubblici spettacoli(non c’è trasformazione) , imprese finanziari, agenzie. È chiaro però che
queste imprese non possono essere considerate alla pari delle imprese piccole o agricole
L’altra interpretazione l’opinione prevalente è attribuire all’industrialità il significato di non
agricolo, all’intermediarietà il significato di scambio quindi assorbe tutti i fenomeni
imprenditoriali non classificabili come agricoli. Quindi un fenomeno imprenditoriale è o agricola o
commerciale

-5 implicazioni della natura dell’organizzazione dell’impresa sulla disciplina applicabile


L’impresa commerciale non piccola può poi risentire e articolarsi anche in base alla forma
giuridica, ossia può essere pubblica e privata
/1impresa pubblica
2093. l’ente pubblico inquadrato nelle associazioni professionali ossia l’ente pubblico economico.
Ossia un fenomeno imprenditoriale di natura commerciale riconducibile ad un soggetto di diritto
pubblico. Possiamo avere enti pubblici economici, enti pubblici non economici e società in mano
pubblica . gli enti pubblici che hanno per oggetto principale l’attività commerciale devono essere
iscritti nel registro dell’impresa

 L’ente pubblico economico persegue il suo fine attraverso l’attività commerciale, esercita
attività d’impresa ed è soggetta a diritto pubblico, ora circoscritta con le privatizzazioni e
attiene l’ambito di trasporti, telecomunicazioni, energia. Le spa sono regolate dal diritto
privato
 Società in mano pubblica la partecipazione è detenuta da un ente pubblico . lo stato può
avere quota totale, o maggioritario , o minoritario
 Ente pubblico non economico : realizza molteplici fini attraverso attività che possono non
presentare i caratteri delle imprese
Privatizzazione formale, da società pubblica a spa, la privatizzazione sostanziale è se il 50%+1 è dei
privato. Impresa pubblica: dove ci sono gli amministrazioni giuridicatrici che comandano, ma
anche gli organismi di diritto pubblico (qualsiasi organismo, anche societario finanziato per la
maggior parte o controllato da soggetti pubblici)
In queste 3 forme l’ente pubblico esercita attività economica tramite servizi pubblici. I servizi
possono avere rilevanza economica ossia con l’obbiettivo del profitto come nei settori energetici o
privi di rilevanza economica con l’obbiettivo della copertura dei costi come i servizi sociali
Nel caso in cui l’impresa assuma la forma giuridica di diritto privato cioè la società non vi è
applicazione differente anche se l’azionista è pubblico . nel caso l’impresa assuma una forma
giuridica di diritto pubblico occorre muovere l’applicazione delle disposizioni contenute nel libro
V. quindi la forma pubblica non incide in modo gravoso sula disciplina operante anche se sono
esclusi dalle procedure di fallimento e concordato preventivo. Nei confronti dell’impresa pubblica
trova applicazione tutta la parte della disciplina dell’impresa per la quale non è stabilito
diversamente
/ 1 l’impresa privata
Ossia la forma imprenditoriale che assume la forma giuridica di diritto privato, ossia la persona
fisica, la società o un altro ente privato non societario
 Se l’impresa ha forma individuale non ci sono particolari ripercussioni in riguardo alla
disciplina applicabile
 Se l’impresa ha forma societaria si arriva alla medesima conclusione anche se, se si tratta
di società di forma commerciale la disciplina implementa sempre alcune regole delle
imprese commerciali come l’obbligo di pubblicità e di tenuta delle scritture contabili con
conseguenza che se una società commerciale o cooperativa viene usata per l’attività
agricola troveranno comunque applicazione le sudette regole
 Se l’impresa ha la forma di un ente privato non societario la conclusione non è immediata,
nel codice civile mancano riferimenti.
 La disciplina dell’impresa deve trovare applicazione nella sua interezza nelle associazioni e
nelle fondazioni che esercitano un’attività commerciale
Enti senza scopo di lucro
Per essere imprenditore non è necessario per lo scopo di lucro. Si applica anche qui il 2201 sugli
enti pubblici. E va iscitta nel registro delle imprese se esercita in via esclusiva/ principale
l’attività di imprenditore e non in via accessoria. Gli enti del terzo settore hanno un loro registro e
devono tenere le scritture contabili. Principio di sussidiarietà e terzo settore. La sussidiarietà si ha
nel 118 cost. 4 comma attraverso forme di co-progettazione e co-programmazione

CAPITOLO 3
L’IMPRESA E LE PROFESSIONI INTELLETTUALI

Le professioni intellettuali sono un sottoinsieme dei lavoratori autonomi. Nell’economia attuale vi


è come importante fenomeno produttivo le professioni intellettuali, ossia professioni intellettuali
come la diagnosi di una malattia, l’opera è quindi intellettuale derivanti dalla conoscenza. Si
distinguono in professioni non protette e protette. Quelle protette sono regolate da una propria
disciplina che si aggiunge all’art 2229 con l’iscrizione ai rispettivi albi. Quelle non protette non
hanno specifica regolamentazione e possono anche derogare gli art 2229 e succ. anche le
professioni intellettuali si presentano nella forma dell’attività produttiva. I farmacisti però anche se
iscritti all’albo sono considerati imprenditori e non professionisti intellettuale, perché l’attività
centrale è la compravendita ed è venuto meno l’intellettualità. Il prestatore d’opera deve eseguire
personalmente l’incarico assunto, ma può valersi sotto la sua direzione e responsabilità di sostituti
(se consentito da contratto o dagli usi)
1 Il rapporto tra impresa e professioni intellettuali
Chi compie l’attività intellettuale in modo continuativo la esercita professionalmente ex art 2082
ossia assimilabile all’impresa. Al giorno d’oggi è sempre più probabile che il professionista si
avvalga di veri e propri fattori produttivi, come ad esempio software di programmazione, quindi
oggi la professione può essere un’attività organizzata ex art 2082. In base alla prevalenza rispetto
agli altri fattori si può valutare la piccolezza ex art 2083. Infine le attività professionali sono
senz’altro un’attività economica ex art 2082 ed è un’attività lucrativa , da ciò si desume che è
un’attività produttiva che presenta tutti i requisiti ex art 2082

-2 la’art 2238
L’opinione prevalente è scettica alla professione intellettuale come organizzata sul presupposto
dell’art 2238 alla condizione che l’esercizio della professione costituisca elemento di un’attività
organizzata in forma d’impresa, come se fosse solo un elemento di un’attività più ampia , quindi
questa norma terrebbe fuori dalla disciplina della impresa le attività intellettuali a prescindere. Se
il medico fa attività nel suo studio è un professionista intellettuale. È imprenditore quando offre
anche altri servizi ad esempio in una clinica privata (che offre anche vitto e alloggio). Se è anche
imprenditore si applicano sia le norme dell’imprenditore che quelle delle professioni intellettuali.
Bisogna fare ricorso a un criterio oggettivo utilizzando il contratto d’opera intellettuale, un
contratto caratterizzato da un minimo di intellettualità e personalità nella prestazione.

Impresa secondo il diritto UE


49.2 TFUE la libertà di stabilimento importa l’accesso alle attività autonome e al loro esercizio,
nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società ai sensi dell’articolo 54.
101.1 TFUE sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le
decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possono pregiudicare il
commercio tra stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o
falsare il gioco della concorrenza all’interno del mercato interno.
L’interpretazione delle norme italiane di antitrust è effettuata in base ai principi dell’ordinamento
della comunità europea in materia di concorrenza, quindi ad esempio l’imprenditore avrà una
definizione diversa a livello europeo rispetto al livello italiano
Componente essenziale di impresa è l’attività economica rilevando anche un mercato di
riferimento per rilevare la concorrenzialità.
Imprenditore è qualsiasi entità che eserciti un’attività economica, a prescindere dallo status
giuridico (pubblico o privato) di detta entità e delle sue modalità di finanziamento; costituisce
un’attività economica qualsiasi attività che offre beni e servizi in un determinato mercato. È
imprenditore anche le attività senza scopo di lucro e di attività intellettuale ( a differenza di quello
italiano). Non è attività economica se svolta secondo principio di solidarietà (prestazioni erogate
non proporzionali ai contributi ricevuti es INAIL ) o se attività amministrativa (svolta con poteri
pubblici aeroporto di parigi, lo è quando dà spazi ai negozi non lo è nella gestione del traffico
aereo)
IMPRESA AGRICOLA IN UE: il mercato interno comprende l’agricoltura, la pesca e il commercio dei
prodotti agricoli. Si intendono i prodotti del suolo, dell’allevamento e della pesca, come i prodotti
di prima trasformazione che sono in diretta connessione con tali prodotti

CAPITOLO 4
L’INIZIO E LA FINE DELL’IMPRESA
Rimane da vedere a chi si imputa l’impresa cioè chi ne è il referente soggettivo ossia il soggetto
che deve adempiere ai diversi obblighi di cui si compone la disciplina dell’impresa. Si tratta di
comprendere chi è l’imprenditore in senso giuridico

Il criterio di imputazione
C’è chi crede che l’impresa si imputi secondo un criterio formale o della spendita del nome
oppure secondo il criterio sostanziale dell’interesse perseguito. Se una persona fisica svolge
l’impresa a suo nome e nel suo interesse non vi è dubbio su chi sia l’imprenditore. Diverso è il caso
se l’imprenditore affida l’esercizio dell’impresa ad un altro soggetto ad esempio se non ha
capacità di agire, in questo caso la spendita del nome e l’interesse perseguito sono in capo a
soggetti diversi
Il criterio della spendita del nome
L’elemento decisivo ai fini dell’imputazione dell’imprenditore è la spendita del nome oggi
prevalentemente. Dato che manca ordinamento per il criterio di imputazione dell’attività si usa il
criterio previsto dall’ordinamento per l’imputazione degli atti giuridici art 1705 (l’attività è vista
come un insieme di atti giuridici) che prevede la spendita del nome e risulta irrilevante l’interesse
perseguito. Desta perplessità però perché bisogna guardare il complesso e non i singoli mattoncini
(gli atti). Si potrebbero creare forme di abuso in cui il soggetto che svolge l’impresa a proprio nome
è nullatenente e funge da prestanome per un terzo che non vuole esporre il suo patrimonio ai
creditori. A questa eventualità la giurisprudenza cerca di porre rimedio con la figura dell’impresa
fiancheggiatrice
Il criterio dell’interesse perseguito . la teoria dell’imprenditore occulto
In ragione delle suddette perplessità nasce l’idea che l’impresa si deve imputare a prescindere
dall’imputazione dei singoli atti giuridici, qui nasce la teoria dell’imprenditore occulto (Mario rossi
spende il nome, ma dietro c’è giovanni verdi e Mario ha un mandato senza rappresentanza),
basato sull’inscindibile relazione tra potere e rischio tanto che chi ha la direzione di un’iniziativa
economica non può sottrarsi alle conseguenti obbligazioni. Vi è problema con i creditori perché
aggrediscono il creditore palese che non è il vero imprenditore e non riescono a soddisfarsi.
Un dominus ( imprenditore occulto) non è solo responsabile ma acquista anche la qualifica di
imprenditore a prescindere dal nome speso ed è assoggettato quindi alle procedure concorsuali.
Ciò deriva da un interpretazione estensiva dell’art 147 fall. in cui nel caso di fallimento di una
società con soci illimitatamente (snc) responsabili e stabilisce che determina il fallimento in
estensione di tali soci anche dei soci occulti. Se nella società c’è come socio una società occulta
sarà anche essa aggredita.
A è prestanome palese e B è occulto. Per aggredire B, se il patrimonio di A è scrauso, devo
dimostrare che B è imprenditore di attività fiancheggiatrice. Se A fallisce vuol dire che B non ha
affiancato adeguatamente A e non ha pagato io conti di A e ha inadempiuto al mandato senza
rappresentanza, se avesse adempiuto A non sarebbe fallito, e quindi si colpisce il patrimonio di B
Abuso della personalità giuridica: se un ente con personalità giuridica, con soci limitatamente
responsabili. Per colpire anche i soci deve esserci un abuso della personalità giuridica, ossia se il
socio si comporta non come socio , ma come imprenditore di una società

SEZIONE 2
CAPITOLO 6
IL REGISTRO DELLE IMPRESE
Caratteristiche generali
La disciplina dell’impresa contempla un obbligo di pubblicità per assicurare trasparenza
informativa, si tratta di un obbligo pubblicitario minimo per avere certezza legale per talune
informazioni con i rapporti con i terzi. per quest’obbligo vale il principio di tipicità secondo cui le
informazioni da sottoporre a pubblicità sono solo quelle per cui c’è obbligo. A tale obbligo si
adempie tramite il registro delle imprese. Il registro è affidato alle camere di commercio di ogni
provincia e dal conservatore sotto la vigilanza del giudice del registro.

La sezione ordinaria e le relative iscrizioni


La sezione ordinaria raccoglie le imprese commerciali non piccole, le società commerciali, le
cooperative e le altre forme giuridiche per cui è previsto l’obbligo di iscrizione. L’iscrizione avviene
con la presentazione di una domanda, che nelle società cosrrisponde con l’atto costitutivo. Le
informazioni sono quelle relative all’assetto organizzativo strutturale dell’impresa artt 2196 e altre
che variano dal contesto nello svolgimento dell’iniziativa. L’iscrizione deve essere richiesta entro il
termine di 30 gg dall’inizio dell’impresa. L’iscrizione è subordinata ad un controllo finalizzato ad
accertare le condizioni previste dall’iscrizione. Se l’iscrizione avviene senza le condizioni possibili si
pone rimedio con la cancellazione d’ufficio ordinata dal giudice di registro sentito l’interessato
L’iscrizione ha efficacia dichiarativa, in forza del quale determina una presunzione di conoscenza
dell’atto per il quale si prescrive la pubblicità da parte di terzi. la presunzione è relativa per i primi
15gg di iscrizione con riferimento ai soli fatti delle società di capitali, la presunzione diventa poi
assoluta. Se l’iscrizione obbligatoria è stata omessa c’è presunzione di ignoranza, ad es. se non
viene iscritta il trasferimento della sede, tutte le dichiarazione dei terzi verso la vecchia sede
hanno comunque effetto tranne se l’imprenditore dimostra che l’atto era comunque conosciuto.
C’è anche un efficacia normativa in quanto l’obbligo può essere una condizione per abblicare un
certo regime giuridico. L’efficacia costitutiva invece l’iscrizione ha l’effetto di far venire la società
come centro autonomo di imputazione
Le sezioni speciali e le relative iscrizioni
Gestisce le imprese che non possono transitare nella sezione ordinaria in quanto diverse da quelle
commerciali non piccole o forme per cui non è previsto l’obbligo di pubblicità. Di questa sezione
fanno parte i titolari di imprese agricole, picoole imprese, società semplici, imprese aartigiane e
altre sezioni come le società tra professionisti, imprese sociali, imprese start up innovative e
piccole medie imprese innovative . si ha un effetto di pubblicità notizia senza le presunzioni di
conoscenza o ignoranza della sezione ordinaria salvo non sia disposto diversamente

Il deposito, le indicazioni negli atti e nella corrispondenza


La pubblicità di impresa si realizza non solo con l’iscrizione ma anche attraverso il deposito. È
prescritto per alcuni atti tra cui il bilancio di esercizio delle società di capitali. La pubblicità di
impresa si completa indicando negli atti e nella corrispondenza il registro in cui si è presa iscrizione
e il numero fi iscrizione
SEZIONE 3
CAPITOLO 7
LA STRUTTURA DELL’ORGANIZZAZIONE
Nella struttura organizzativa dell’impresa possiamo distinguere più dimensioni, la struttura
composta dagli asset materiali e immateriali, cioè il complesso dei fattori produttivi, la struttura
collaborativa ossia il personale, la struttura decisionale fra cui imprenditore e collaboratori che
pongono atti giuridici
L’organizzazione del complesso produttivo e della struttura collaborativa: nozione e rinvio
Per il procacciamento dei fattori produttivi l’imprenditore è chiamato ad avvalersi degli ordinari
strumenti contrattuali. La struttura organizzativa ha una definizione: è il complesso dei beni
organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa (azienda)
L’organizzazione della struttura decisionale
Il diritto commerciale si occupa della dimensione funzionale e precisamente della struttura
decisionale dell’impresa. L’imprenditore persona fisica o gli amministratori non curano
personalmente ogni atto, ma delegano ad altrui ampi poteri a propri collaboratori, si viene quindi
a formare una piramide in cui l’imprenditore è il vertice, ma le decisioni possono venir prese da
altri soggetti in nome e per conto del titolare. Il codice disciplina le tipiche figure funzionali : gli
institori, i procuratori e i commessi, collaboratori autonomi esterni quali mandatari, agenti e
mediatori
I collaboratori interni all’impresa, la disciplina generale

 Institore 2208: i collaboratori che occupano il livello più elevato nell’organigramma di


impresa, sono preposti all’esercizio dell’impresa, ad una sede o ad un ramo particolare e
sono dei veri propri alter ego dell’imprenditore o comunque direttori generali o di filiale o
responsabile di settore. Non può ipotecare i beni immobili o alienarli se non espressamente
previsto o acquistare beni immobili
 Procuratore 2209: sono i collaboratori di livello intermedio, compiono atti ad uno specifico
ambito funzionale come marketing e vendite. Sono dirigenti di un ambito funzionale come
direttore del personale o responsabile della comunicazione
 Commessi: sono i collaboratori di livello più basso, compiono operazioni che consentono
all’impresa di interfacciarsi con terzi e con il mercato , hanno qualifiche essenzialmente
esecutive
Ogni volta che viene speso il nome il rappresentante deve avere una procura unilaterale del
rappresentante
Ciascuna di queste figure è investita dei poteri necessari al compimento delle mansioni, hanno
poteri decisori che consentono di assumere decisioni nel proprio ambito e dichiaratori che
consentono di dare esecuzione alle dichiarazioni prese attraverso ad esempio contratti. Ogni
soggetto è quindi centro decisionale. per apporre limitazioni ai suoi poteri naturali come
limitazioni qualitative ( non contrarre con alcuni fornitori) occorre uno specifico atto, la procura.
La procura è soggetta al regime di pubblicità, in assenza di questa la procura non può essere
opposta ai terzi a meno che non si provi che erano comunque a conoscenza, altrimenti la violazione
della procura non ha effetti all’esterno
L’institore
È il collaboratore preposto all’esercizio dell’impresa o ad una parte di essa o una sede secondaria
o un ramo particolare. Può esserci un unico institore o plurimi institori, nel caso siamo plurimi essi
agiscono disgiuntamente ossia l’uno indipendente dall’altro, l’azione congiunta è limitante e deve
risultare da procura. L’institore può compiere tutti gli atti pertinenti l’impresa e non di più quindi
ad esempio non può alienarla.. anche qui si può usare la procura in regime di pubblicità per porre
limitazioni. L’institore ha poteri processuali potendo stare in giudizio per l’imprenditore ed è
tenuto all’osservanza riguardante la tenuta delle scritture contabili. È poi tenuto a spendere il
nome dell’imprenditore altrimenti diventa titolare a proprio nome, tuttavia se sono atti pertinenti
all’impresa si affianca all’imprenditore
Il procuratore
È il collaboratore che compie atti pertinenti all’esercizio dell’impresa pur senza esservi preposto
art 2209. Non c’è una vera e propria disciplina e si pensa sia solo una figurata dichiarativa con
poteri di rappresentanza e senza poteri decisionali tuttavia prevalentemente si pensa se seppur
limitati abbia poteri decisionali. I poteri possono sempre essere limitati con procura; non ha
comunque rappresentanza processuale e non deve tenere le scritture contabili e non ha
responsabilità in caso di omessa spendita del nome nel compimento di atti
I commessi
Sono collaboratori che compiono atti specificatamente nel loro incarico, hanno poteri decisori e
dichiaratori ma perlopiù di carattere esecutivo che mette in contatto l’impresa con terzi. le norme
impongono ai commessi di attenersi ai contratti standard utilizzati dall’impresa, sono autorizzati a
ricevere reclami e possono chiedere provvedimenti cautelari.. possono concedere sconti o
dilazioni che rientrano negli usi commerciali

Capitolo 8
I presidi organizzativi
Sotto il profilo delle modalità organizzative ed operative il principio fondamentale è quello della
libertà dell’imprenditore, decide lui le risorse, di quanto personale avvalersi, di come decidere. Il
legislatore inserisce comunque dei presidi organizzativi cioè alcuni obblighi per assicurare una
gestione sana. Il principio di adeguatezza e la documentazione
L’adeguatezza della struttura organizzativa
Art 2086. L’imprenditore ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e
contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e della rilevazione tempestiva della
crisi e attivarsi per il superamento della crisi per avere continuità aziendale. Si riferisce
all’imprenditore collettivo quali le società perché le imprese individuali non hanno assetti di alcun
tipo. La competenza esclusiva della gestione è degli amministratori. L’adeguatezza è richiesta per
l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile ossia il sistema informativo permetta di
prendere decisioni ponderate, il processo decisionale sia coerente e i fattori produttivi siano
congrui rispetto al programma imprenditoriale
La documentazione d’impresa
Si stabilisce a carico dell’imprenditore commerciale un obbligo di documentazione di impresa
ovvero l’obbligo di dare rappresentazione scritta dei diversi accadimenti relativi allo svolgimento
dell’attività d’impresa tramite l’obbligo di tenuta delle scritture contabili. L’obbiettivo è una
conduzione efficiente soprattutto in tutela dei terzi. l’imprenditore può anche avere un riscontro
ex post di come si è svolta l’iniziativa e se erano in linea con quanto programmato ex ante
Scritture contabili obbligatorie
Vanno tenute quelle richieste dalla natura e dalla dimensione dell’impresa. Il codice fissa
comunque 2 scritture contabili obbligatorie minime indipendentemente da natura e dimensione
ossia il libro giornale e degli inventari. Il libro giornale è cronologico e vanno rilevati i fatti di
gestione nel loro profilo patrimoniale e reddituale, patrimonio o risultato d’esercizi. Il libro degli
inventari serve per segnare periodicamente le attività e le passività relative all’impresa e esterni
all’impresa, tenuto secondo un criterio sistematico. Questo libro deve dare il patrimonio nella sua
interezza e i suoi elementi vanno indicati e valutati. L’inventario va redatto all’inizio dell’impresa e
poi ogni anno e si chiude con il bilancio e con il conto dei profitti e delle perdite
Il bilancio di esercizio
Nel lessico attuale il bilancio d’esercizio designa lo stato patrimoniale, il rendiconto finanziario, il
conto economico e la nota integrativa. Lo stato patrimoniale contiene gli elementi attivi e passivi
pertinenti all’impresa( più circoscritto dell’inventario), conto economico con ricavi e costi. Il
rendiconto evidenzia le disponibilità liquide e la relativa variazione nell’esercizio. La nota
integrativa è un documento descrittivo che chiarisce i documenti quantitativi e il processo di
valutazione. È ancora aperta la questione su quale disciplina debba applicarsi al bilancio di
esercizio delle imprese che non sono società di capitali come la società di persone o un ente non
societario. Non è impensabile che possa avere una struttura diversa
SEZIONE 4
Il complesso organizzativo e la circolazione
dell’impresa
Capitolo 9 il trasferimento dell’azienda
Lo svolgimento dell’attività d’impresa richiede un apparato produttivo di più o meno ampie
dimensioni e da fattori eterogenei che vengono coordinati per conseguire il profitto, questo
apparato è l’azienda. La disciplina dell’azienda riguarda aspetti della sua circolazione. Il fenomeno
disciplinato è la sostituzione nella conduzione dell’impresa che si attua tramite il trasferimento
dell’unità operativa
La nozione di azienda
2555. È il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. L’azienda è
unitaria e trascende le singole componenti, l’azienda è un bene unico composto da una pluralità di
beni, non ne fanno parte i debiti e crediti. Il vincolo unitario è dato dalla natura organizzata degli
elementi dell’azienda da parte dell’imprenditore. L’attitudine di produzione di nuova ricchezza
rappresenta l’avviamento dell’azienda, l’avviamento non è un bene ma una qualità immanente ad
ogni azienda. È definibile in termini di avviamento oggettivo che dipende dai fattori e quello
soggettivo che dipende dall’abilità dell’imprenditore. Il valore dell’avviamento può essere scritto a
bilancio.
L’azienda è composta da molti beni e giuridicamente ognuno di essi conserva la propria autonomia
e non è necessario che l’imprenditore sia proprietario di ciascuno di essi, basta che abbia un titolo
giuridico per poterne godere. L’azienda è inoltre un complesso di beni mutevole per l’ingresso
sempre di nuove materie . l’azienda non viene a meno se l’attività cessa a meno che non sia
completamente disgregata e non perda radicamento rispetto all’originale attività. All’interno
dell’azienda ci sono sottosistemi dotati di autonomia produttiva come i rami d’azienda ossia
un’articolazione funzionale autonoma e gli elementi comuni agli altri rami anche se troncati non
risultano essenziali. Dato che si manifesta la circolazione autonoma del ramo è soggetta alle regole
della cessazione d’azienda
L’imprenditore non è necessariamente proprietario dell’azienda ma è titolare delle diverse
posizioni giuridiche ( proprietà, usufrutto…)
I segni distintivi dell’imprenditore sono il nome (denominazione e indica il soggetto giuridico), la
ditta(contraddistingue il nome dell’azienda). L’insegna contraddistingue i luoghi reali dove
l’imprenditore esercita l’attività. Anche il nome del sito online è protetto dal diritto industriale.. il
marchio è il segno che distingue i prodotti e i servizi dell’imprenditore
IL TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA
Natura, causa e oggetto del negozio
2556. Dato che la disciplina dell’azienda è dedicata principalmente al momento circolatorio la
fattispecie principale è quella del trasferimento di proprietà ossia della cessione del fascio di
eterogenee posizioni giuridiche e trasferimento di proprietà, diritti reali e godimento. È sufficiente
che le parti convengano di trasferire l’azienda identificandola con elementi estrinseci come la
localizzazione perché l’effetto traslativo coinvolga tutti gli elementi che la compongono. Allo
stesso modo non è impedito escludere dal trasferimento uno o più beni specificandoli. Se viene
escluso un bene essenziale non comporta l’invalidità del negozio ma semplicemente non viene
qualificato come trasferimento d’azienda
La forma e la pubblicità del contratto
In linea di principio il contratto traslativo d’azienda ha forma libera a meno che non sia richiesta
una forma specifica dalla natura del contratto, ad esempio per la donazione serve atto pubblico.
Ciò significa che l’azienda non ha una propria legge di circolazione. Devo altresì essere rispettate le
prescrizioni pubblicitarie relative al trasferimento di ciascun bene come i registri immobiliari per
gli immobili.
L’art 2556 impone tuttavia la forma scritta ad probationem quando si tratta di aziende registrate e
dispone che il contratto in atto pubblico o scrittura privata autenticata da notaio deve essere
depositato per l’iscrizione nel registro delle imprese. Soggetti all’obbligo di iscrizione sono i
trasferimenti di qualsiasi azienda purché almeno una delle parti sia un imprenditore soggetto al
medesimo obbligo
Il divieto di concorrenza
Art 2557 vieta all’alienante dell’azienda di iniziare dopo il trasferimento qualsiasi attività
imprenditoriale che per oggetto, ubicazione o altro sia idonea a sviare la clientela dall’azienda
ceduta. Il divieto è limitato all’avvio di una nuova attività, è quindi consentita continuazione di una
seconda e ha una durata quinquennale. Sono vietate le attività intraprese per conto proprio o di
terzi ed è precluso l’avvio di una impresa individuale e partecipazione a una societaria. Le parti
possono regolare tra loro l’idoneità alla distrazione della clientela ad esempio specificando il
territorio dove operare o le categorie merceologiche. Il divieto vale anche nel caso di usufrutto o
affitto
Il divieto si applica a tutte le ipotesi di cessione volontaria o coattiva, deve però trattarsi di
un’azienda commerciale , ma riguarda l’azienda agricola per le attività connesse.
La successione nei contratti, nei crediti e nei debiti
L’art 2258 il primo comma è dispositiva perché se non è pattuito diversamente, dispone
l’automatico subingresso nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda che non abbiano
carattere personale. Si tratta soprattutto di contratti con cui il titolare può godere di beni aziendali
di cui non è proprietario come il leasing o di determinate prestazioni lavorative come il contratto
di agenzia e in contratti di clientela. La successione in tali rapporti contrattuali rappresenta un
effetto naturale e automatico del trasferimento dell’azienda. Il subentro dell’acquirente prescinde
dalla volontà sua e del cedente e non è richiesto il consenso del terzo contraente liberando
l’alienante.
La successione riguarda però solo i contratti a prestazioni corrispettive non ancora eseguite da
nessuno dei 2 contraenti al momento del trasferimento. La successione non opera nei contratti a
carattere personale dato che sarebbe impossibile adempiere per l’acquirente ad esempio la
richiesta di un mobile decorato a mano dall’alienante, oggettivamente e soggettivamente
infungibile
Tutte le norme fino a qui esaminate sono comunque ampiamente derogabili dalle parti possono
escludere dall’alienazione alcuni contratti senza limite a meno che sia un contratto di godimento di
un bene essenziale per l’azienda. Si può anche entrare in quelli a carattere personale e basta il
consenso del terzo (i contratti personali sono quelli dove la persona ha ruolo determinante). Il
terzo ha anche diritto di recesso entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento in presenza di giusta
causa (se tipo non paga mai) ossia in presenza di ragioni oggettive. ( a deroga della disciplina
generale dei contratti)
Diversa è la disciplina negli artt 2559 e 2560 che regolano la sorte di crediti e debiti puri cioè
rapporti obbligatori di fonte extracontrattuale Come il debito al versamento IVA o contratti a
carico del solo terzo e sempre inerenti all’esercizio dell’azienda.
Per i crediti il trasferimento diviene efficacie nei confronti di terzi anche senza accettazione del
debitore ceduti e diviene effettivo con l’iscrizione nel registro delle imprese, il debitore è tuttavia
liberato se paga in buona fede all’alienante anche ad iscrizione avvenuta.
Per i debiti il 2560 dispone che l’acquirente ne risponde verso i creditori se, ma solo se essi
risultano dalle scritture contabili obbligatorie, così il cessionario non si vede gravato da
obbligazioni non conosciute. Questa norma è inderogabile dalle parti. In ogni caso l’alieante
continua a rispondere in solido con gli acquirenti a meno che i creditori non acconsentano a una
sua liberazione dato che il debitore non può essere sostituito senza il consenso del creditore. Per
quanto riguarda i rapporti obbligatori interni tra cedente e cessionario essi possono liberamente
regolare questi profili. Deroga al 1273
Usufrutto e affitto d’azienda
L’azienda può essere oggetto anche di negozi di diritto di godimento sui beni che la compongono.
Di un diritto reale quindi usufrutto o di un diritto personale di godimento quindi affitto.
L’usufrutto potrà essere con compravendita, donazione e cosi via. Centrale è la gestione
dell’azienda pertanto l’usufruttuario e l’affittuario devono esercitare l’impresa conservando
l’efficienza dell’organizzazione e degli impianti senza modificare la destinazione del complesso. È
un obbligo non limitato alla semplice manutenzione ma a salvaguardarne l’avviamento. Si è quindi
tenuti ad ammodernare gli impianti obsoleti, a rinnovare i prodotti per stare a passo con il
mercato oltre a poter vendere e acquistare materie e macchinari. Oltre il potere di gestione
l’affittuario o usufruttuario hanno anche potere di disposizione se non acquista la proprietà di
questi beni.
patto di famiglia 768 e 458. Successione di azienda. Il patto di famiglia è un contratto particolare
garantisce il passaggio generazionale nelle imprese

Sezione QUINTA
L’IMPRESA NEL MERCATO
Mercato e Concorrenza
L’insieme delle offerte degli imprenditori e delle domande d’acquisto della clientela prende il
nome di mercato. L’azione dell’impresa all’interno del mercato è assoggettata a norme a tutela
della correttezza delle relazioni contrattuali e non. Sul piano extracontrattuale fa si che ci siano
efficaci pressioni concorrenziali per incentivare il costante adeguamento dell’offerta. Il principio di
concorrenza non può però essere steso fino al punto di consentire alle imprese di approfittare di
altrui investimenti tramite diritti di proprietà industriale. la concorrenza tende alo raggiungimento
del miglior rapporto qualità prezzo per il consumatore. La concorrenza è dinamica in quanto è in
continua evoluzione,

Concorrenza e correttezza imprenditoriale


La concorrenza sleale : fonti e sistema
La protezione contro gli atti di concorrenza sleale è imposta a livello internazionale dalla
Convenzione d’Unione di Parigi per la protezione della proprietà industriale (CUP). La disciplina
della concorrenza sleale regola i conflitti tra imprenditori e li risolve nell’interesse generale per un
corretto funzionamento del mercato
I soggetti. Il rapporto di concorrenza
La disciplina della concorrenza sleale presuppone la qualità di imprenditore sia del soggetto
attivo autore della concorrenza che di quello passivo danneggiato e si desume dell 2598 che vieta
di danneggiare l’altrui azienda. Esula da questa disciplina l’atto dannoso non compiuto da un
imprenditore come ad esempio la denigrazione dell’impresa da parte di un consumatore.
La disciplina presuppone un rapporto di concorrenza a che sussiste quando le imprese si rivolgono
a una clientela comune sia sul profilo merceologico che territoriale . la concorrenza può sussistere
anche a livelli economici differenti come tra produttore e distributore.la concorrenza può avvenire
con contratti di accordi o pratiche non formalizzate per evitare di essere scoperti. Sono vietate le
intese volte a falsare il gioco della concorrenza (la legge nazionale si occupa dell’ambito italiano e
quello europeo di quello europeo). 101 TFUE
Concorrenza sleale per confusione
2598 . Vi è ogni volta che vi è un atto di un imprenditore verso un altro quando è contrario ai
principi della correttezza professionale. consiste nell’usare nomi e segni distintivi idonei a produrre
confusione con i nomi e segni distintivi legittimatamene usati da altri. L’ipotesi è riconducibile
all’interesse generale di trasparenza del mercato e di poter identificare con segni distintivi
l’impresa. L’articolo tutela la ditta, la ragione e denominazione sociale, l’insegna ed il marchio e il
nome. È anche vietato imitare servilmente i prodotti di un concorrente generando un effetto
confusorio. Le forme proteggibili contro l’imitazione servile sono solo quelle registrabili come
marchi. Una disciplina più ampia si trova nelle norme sui disegni e modelli industriali. È una
disciplina residuale in quanto ci sono altre disciplina di concorrenza che possono essere usate.
L’atto di concorrenza non deve danneggiare per essere sanzionato, ma basta che vi sia potenzialità
di danno. In caso di danno verrà risarcito. L’imprenditore che chiede risarcimento non deve
provare la colpa dell’altro imprenditore in quanto vi è presunzione di colpa, deve dimostrare il
danno e l’atto di concorrenza. Se il danneggiante prova che non ha colpa non dovrà risarcire..
Denigrazione e appropriazione di pregi
La denigrazione è il comportamento che diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e
sull’attività di un concorrente per determinarne il discredito o affermazioni screditanti false, ma
sono legittime quelle veritiere .
L’appropriazione di pregi è la riproduzione nel proprio catalogo di loghi e prodotti del
concorrente o afferma di intrattenere esclusivi rapporti commerciali con un’impresa
particolarmente nota al pubblico mentre questi rapporti sono intrattenuti da terzi. si presuppone
che il pregio sia vantato falsamente mentre non si applica ad affermazioni veritiere. Il richiamo ai
pregi dei concorrenti è possibile tramite pubblicità comparativa purchè sia oggettiva
I principi di correttezza professionale
Il 2598 si chiude col divieto di avvalersi di ogni altro mezzo non conforme ai principi di
correttezza professionale lasciando al giudice la valutazione caso per caso ponderando gli interessi
degli imprenditori in conflitto anche se si è piano piano generata una casistica. Prima di tutto non
devono essere comportamenti antitetici ai principi di trasparenza del mercato
C’è poi la casistica della scorretta imputazione die costi e benefici derivante ad esempio dalla
violazione di norme di diritto pubblico , si pensi alla violazione della disciplina di apertura degli
esercizi commerciali.
Sono scorretti gli atti che traggono profitto da altrui iniziative o scaricare su terzi i costi delle
proprie decisioni,. Primo fra tutti vi è lo spionaggio industriale risparmiando sui costi di ricerca e
sviluppo. Può essere un illecito concorrenziale anche lo storno di dipendenti sottraendo
lavoratori al concorrente risparmiando sui costi di informazione portando al concorrente un
danneggiamento dell’integrità del ciclo produttivo
Sanzioni e processo
La violazione della disciplina della concorrenza sleale comporta l’applicazione di sanzioni. Dato che
è difficile provare danni significativi riveste importanza centrale l’azione inibitoria cioè l’ordine del
giudice di cessare la continuazione dell’illecito e eliminare gli effetti dell’atto e può essere
pronunciata anticipatamente in via cautelare e di urgenza in modo da prevenire tempestivamente
atti dannosi. Il risarcimento può essere richiesto solo in casi di atti dolosi o colposi.
Le pratiche commerciali
Oltre ai rapporti con gli imprenditori ci sono anche i vari rapporti coni consumatori, rovabile nel
codice del consumo dove si impone un comportamento corretto in qualsiasi contatto instaurato
con i consumatori prima, durante e dopo l’operazione. La nozione di pratica commerciale scorretta
è atta a comprendere qualsiasi azione o omissione nella commercializzazione del prodotto. Il
divieto si applica in generale a tutti i professionisti e no solo agli imprenditori.
La struttura della disciplina è complessa. Vi è innanzitutto una clausola generale di divieto di
pratiche commerciali scorrette tipizzandole poi in pratiche ingannevoli e aggressive
L’art 20 cod del consumo definisce scorrette le pratiche commerciali contrarie alla diligenza
professionale e idonee a falsare il comportamento del consumatore. Il criterio della diligenza
professionale impone ai professionisti il dovere di prestare il normale grado di specifica
competenza. Il comportamento economico risulta sfalsato quando la pratica commerciale altera
sensibilmente la capacità del consumatore di prendere una decisione consapevole.
Le pratiche ingannevoli hanno particolare rilievo economico e social e quando vengono poste
attraverso comunicazioni pubblicitari. L’art 21 del c. cons. definisce le azioni ingannevoli la
comunicazione di informazioni non corrispondenti al vero o che possono condurre in errore il
consumatore medio. L’ingannevolezza può derivare anche dall’omissione di informazioni rilevanti
o informazione oscura e incomprensibile che non renda possibile una decisione consapevole
Le pratiche aggressive sono attuate attraverso molestie di carattere fisico e psicologico volte a
limitare la libertà di scelta del consumatore medio come ad esempio la persistenza di
sollecitazioni telefoniche , minacce, sfruttamento di eventi tragici .
Le pratiche commerciali scorrette sono un illecito amministrativo. L’accertamento dell’illecito e
l’applicazione delle relative sanzioni rientrano nella competenza dell’a autorità garante della
concorrenza e del mercato che può inibire l’azione e applicare sanzioni pecuniarie fino ad un
possibile risarcimento del danno
La pubblicità ingannevole e comparativa
L’impresa acquista visibilità nel mercato grazie alla comunicazione pubblicitaria ed è sottoposta a
divieti di scorrettezza ingannevolezza, e la pubblicità comparativa scorretta per tutelare i
professionisti e consumatori. È ingannevole qualsiasi pubblicità che induce in errore le persone
fisiche o giuridiche a cui è rivolta pregiudicando il loro comportamento economico.
La pubblicità comparativa identifica in modo implicito o esplicito un concorrente o i suoi beni. La
comparazione pubblicitaria è consentita purché non ingannevole e non generare confusione, deve
riguardare beni o servizi che soddisfano gli stessi bisogni e confronta caratteristiche essenziali
pertinenti, verificabili e rappresentative compreso il prezzo . non bisogna causare discredito . il
sistema sanzionatorio è analogo a quello delle pratiche commerciali scorrette, la violazione è un
illecito amministrativo accertabile dall’AGCM con sanzioni pecuniarie e cessazione dell’illecito

LA DISCIPLINA ANTITRUST
Si pone di contrastare il potere di mercato delle imprese cioè situazione in cui un impresa si
sottrae alla pressione concorrenziale senza contraccolpi derivanti dalla perdita di clientela.
L’impresa di potere di mercato può aumentare i prezzi, peggiorare la qualità e smettere di
innovare. L’antitrust impedisce operazioni di concentrazione e sfruttamento della posizione
dominante di potere di mercato
Antitrust europeo e nazionale : fonti e autorità
La disciplina dell’antitrust ha fonte principale nel trattato di funzionamento dell’unione europea e
nel regolamento CE sulle concentrazioni. Il legislatore nazionale ha ricalcato in questo la
normativa europea. L’accertamento degli illeciti antitrust può avvenire in via amministrativa da
parte delle autorità competenti e applicare sanzioni pecuniarie e ordinare la cessazione
dell’infrazione ( public enforcement) . Competente in via amministrativa dell’antitrust europeo è
anzitutto la Commissione. In italia l’autorità e l’ AGCM che può applicare tanto il diritto europeo
che quello nazionale. L’accertamento dell’antitrust nazionale e europeo può avvenire in via
privatistica da parte della giustizia ordinaria per ottenere cessazione e risarcimento( private
enforcement)

Soggetti e mercato rilevante


La normativa sulla concorrenza si applica alle imprese anche pubbliche nella sua nozione allargata
comprendendo anche lavoratori autonomi e liberi professionisti. Gli effetti restrittivi devono
essere valutati relativamente ad un mercato di cui bisogna preservare la competitività. Occorre
determinare per ogni caso concreto il mercato rilevante a livello geografico e merceologico. Il
mercato geografico è delimitato dal territorio in cui le condizioni di concorrenza sono omogenee e
diverse dai territori contigui. Quello merceologico in base alla tipologia di prodotti o servizi
sostituibili
Le intese
La disciplina in questa materia è volta a evitare concentrazione di comportamenti che ostacolano
strategie individuali. È un potere di mercato di forma congiunta nel loro interesse a danno di
consumatori. Il divieto colpisce accordi tra imprese, associazioni tra esse e pratiche concordate che
falsano la concorrenza. Sono vietati anche accordi non contrattuali come i gentlemen’s
agreements. La partica concordata è tipo scambi di informazioni in merito a prezzi andando a
evitare guerre commerciali. Il divieto di intesa si attua fra imprese sia a livello orizzontale che
verticale.
Alcune intese pur restrittive della concorrenza possono essere esenti dai divieti se producono
effetti positivi di efficienza economica come le intese volte alla ricerca solo se poi comporta una
diminuzione dei prezzi o un aumento di qualità . la quota di mercato dell’intesa non deve
comunque rendere inefficacie la pressione concorrenziale di terzi.

Gli abusi di posizione dominante


La posizione dominante è legittima ma è vietato l’abuso e consiste in un potere che consente al
titolare di tenere comportamenti indipendenti dai concorrenti senza perdere fatturato e si esprime
attraverso comportamenti unilaterali delle imprese. Un elencazione a carattere esemplificativo è
la limitazione della produzione, imposizione d prezzi di acquisto, applicare condizioni dissimili per
prestazioni equivalenti ecc ecc. non sono abusivi comportamenti che producono efficienze che
compensino effetti anticoncorrenziali. Dumping sul prezzo, abbasso per un certo periodo il prezzo
escludendo i competitor dal mercato. Limitare il progresso tecnologico a danno dei consumatori.
Sanzioni amministrative pecuniarie. Da non confondere con l’abuso di condizione economica, ad
esempio subfornitore che ha come unico cliente l’imprenditore.
Le concentrazioni
Le concentrazioni si realizzano tramite una modifica duratura del controllo di imprese indipendenti
che vengono assoggettate a direzione unitaria. L queste operazioni possono attuarsi attraverso
fusioni societarie, acquisizioni di partecipazioni, trasferimenti di aziende o rami.chi vuole fare
queste operazioni deve prima richiedere parere all’autorità competente. Valgono comunque gli
obbiettivi di efficienza per non far attivare il divieto. Interviene solo quando il fatturato delle
imprese coinvolte supera dei valori critici. Le soglie di fatturato che determinano l’intervento sono
fissate a diversi livello dall’ordinamento europeo e nazionale ( 5 miliardi fatturato mondiale
complessivo e almeno due imprese devono superare 250 milioni di fatturato nell’ue o se superano
100 milioni di fatturato in almeno 3 stati reg 132/2009. Il superamento di limiti fissati a livello
europeo no fa intervenire la normativa italiana. Il superamento delle soglie fissate dalla normativa
nazionale determina l’uso della legge italiana entro il reg 139/2004. Le operazione che sono nelle
soglie devono essere oggetto di notificazione preventiva alla Commissione o AGCM con poi
verifica della compatibilità dell’operazione con la disciplina della concorrenza
Profili e procedimenti sanzionatori
La commissiona e l’AGCM esercitano poteri sanzionatori tramite ammende, inibizione dell’illecito
e ripristino della concorrenza. Il procedimento giurisdizionale si svolge davanti ai giudici dei paesi
membri. Il risarcimento del danno può essere chiesto da qualsiasi danneggiato anche indiretto. Il
danno è pari al sovrapprezzo praticato per effetto della restrizione
Aiuti di stato
107 TFUE salvo deroghe, sono incompatibili col mercato interno nella misura in cui incidano negli
scambi degli stati membri gli aiuti concessi dagli stati sotto qualsiasi forma che supportano alcune
imprese e minaccino di falsare la concorrenza. È la commissione che stabilisce se una cosa è no
aiuto di stato. aiuto di stato è ogni risorsa pubblica, quindi anche i fondi regionali. Gli aiuti più
frequenti sono quelli di natura fiscale a un certo settore. Gli stati devono notificare prima alla
commissione il provvedimento che vogliono porre in essere. In caso di violazione lo stato deve
riprendere indietro l’aiuto con gli interessi

I diritti di proprietà industriale


Protegge i fattori di produzione immateriali quali ad esempio i segni distintivi dell’impresa e si va a
sovrapporre o ad ampliare alla disciplina della concorrenza sleale. Altri beni immateriali sono quelli
derivanti dall’attvità di ricerca come il brevetto d’invenzione (20 anni) , i modelli di utilità (10 anni)
e registrazione di modelli e disegni industriali a protezione del design (25 anni)
La tutela dei segni distintivi
Interesse a evitare situazioni confusorie come segno riferibile ad un unico imprenditore. Ci sono
anche segni utilizzabili da più imprenditori come il nome “lavanderia ” nelle insegne in quanto
strumento necessario alla comunicazione al pubblico. La capacità distintiva è la capacità del segno
di identificare un solo imprenditore contrapposto a quelli privi di carattere distintivo. I segni privi
di carattere distintivo sono i nomi generici e descrittivi e deve essere valutato relativamente al tipo
di attività ( diesel non può essere un valido marchio per le auto perché molte auto possono essere
diesel però può essere una marca di abbigliamento). Per quanto riguarda il conflitto fra segni
l’ordinamento deve occuparsi che segni uguali non vengano utilizzati da imprenditori diversi e
vieta l’utilizzo di segni anche simili, sono simili se creano confusione e quindi divieto di
utilizzazione confusoria dei segni distintivi . i segni simili possono essere utilizzati in attività
differenti ( ad esempio il simbolo della ferrari nelle bottiglie di vino in quanto non si genera
confusione). Quindi la protezione del segno non è assoluta ma relativa (principio di relatività della
tutela). Il marchio registrato invece vieta qualsiasi sfruttamento della notorietà del marchio
La tutela dell’innovazione
Divieto di usare soluzione tecniche o di design brevettate e impedisce una concorrenza
nell’offerta. Il modello concorrenziale alla base della tutela delle invenzioni e dei modelli
sottintende l’interesse ad arricchire la disponibilità di prodotti differenziati
Proprietà industriale e intellettuale

La proprietà intellettuale comprende il lavoro creativo nel settore delle arti, musica, letteratura e
spettacolo e vengono etichettati come opere d’ingegno protetti con diritti esclusivi fino a 70 anni
dopo la morte e ricadono nella disciplina del diritto d’autore
Le azioni a difesa della proprietà industriale
Atte a prevenire e rimuovere l’illecito. Come strumento di prevenzione ha l’inibitoria della
fabbricazione delle cose brevettate e strumenti di rimozione degli effetti quali il ritiro dal
commercio o distruzione e magari anche una somma dovuta per la violazione o ritardo nel
provvedimento. I provvedimenti inibitori non richiedono dolo o colpa mentre il risarcimento si
come la restituzione degli utili derivanti dalla violazione.
Fonti e sistema
Diritti titolari protetti da un Processo di registrazione di marchi e modelli industriali presso
l’ufficio italiano brevetti e marchi. I diritti non titolati sono ad esempio la ditta, insegna, marchio
non registrato che sorgono per effetto dell’uso indipendentemente dalla brevettazione. La
brevettazione può inoltre avvenire presso appositi uffici internazionali ed europei come EUIPO
ossia l’ufficio della ue per la proprietà intellettuale e ha effetti unitari sui territori di tutti i paesi
dell’unione

Sezione 6
La cooperazione tra imprenditori
Società europea e cooperativa europea
Gli strumenti di cooperazione e forme di integrazione tra imprese
Un singolo imprenditore può non avere i mezzi finanziari necessari per investire in marketing r&d,
pubblicità ecce cc soprattutto se il tessuto economico è formato da piccole medie imprese. Vi è
un’ampia gamma di strumenti di cooperazione tra imprese come strumenti di cooperazione
tramite contratti e gli imprenditori rimangono autonomi giuridicamente ed economicamente e
forme di integrazione con legami partecipativi nella proprietà dell’impresa. E comportano la
formazione di un'unica entità economica sino a unirsi in un entità giuridica (fusione). Importante è
di nuovo il controllo della concorrenza per evitare concentrazioni
Le forme di cooperazione inderogabilmente strutturate. I consorzi
2602. Il consorzio è un contratto tipico con il quale più imprenditori istituiscono
un’organizzazione comune per la disciplina (coordinamento delle attività 2603 co. 3, problemi di
concorrenza) e lo svolgimento (acquisto comune o costruzione di un magazzino comune) di
determinate fasi delle rispettive imprese, è quindi un sistema di coordinamento interaziendale.
Ora la disciplina è anche aperta a lavoratori autonomi, quindi non imprenditori. Gli imprenditori
mirano a benefici quali un risparmio o un ricavo derivante da una razionalizzazione del ciclo
produttivo o distributivo come servizi comuni e gestione della contabilità.
Vi è distinzione tra consorzi con attività interna ed esterna; entrambi hanno un’organizzazione
comune, la prima è volta all’organizzazione dei rapporti tra gli imprenditori. In quelli con attività
esterna è volto a disciplinare l’attività imprenditoriale svolta dal consorzio quale soggetto giuridico
autonomo con i terzi
Le disposizioni generali dei consorzi
È costituito tramite contratto tra imprenditori quindi non professionisti intellettuali ad esempio. Il
consorzio deve essere stipulato per iscritto pena nullità e contenere una serie di indicazioni
essenziali quale l’oggetto, gli obblighi assunti dai consorziati e contributi da essi dovuti ( iniziali e
periodici) i contributi versati verranno restituiti all’uscita del socio. In mancanza di una
determinazione diversa il contratto è valido per 10 anni. Connotato essenziale per il consorzio è la
presenza di un’organizzazione comune per il compimento degli atti per l’esecuzione del
programma consortile. La disciplina è scarna con poche regole derogabili. Il modello legale
prevede una struttura fondata sull’articolazione di un organo deliberativo e di uno esecutivo. Non
è un soggetto giuridico autonomo, chi compie gli atti sono i singoli consorziati con un
rappresentante comune
L’organo deliberativo è composto da tutti i consorziati, retto dal principio maggioritario, opera in
maniera collegiale e il voto è per teste se non è disposto diversamente. Le modificazioni del
contratto di consorzio devono essere fatte per iscritto pena nullità e all’unanimità, tra le
modificazioni (se non previsto diversamente) non rientrano le variazioni dei consorziati ossia
l’ingresso di un nuovo soggetto; se la struttura è chiusa invece serve il consenso unanime.
L’organo esecutivo del consorzio è composto da persone preposte dai consorziati alla direzione
del sodalizio e controlla l’esatto adempimento delle obbligazioni dei consorziati.
Anche il consorzio prevede cause di scioglimento del contratto o della singola partecipazione. Si
scioglie per il decorso del termine, sopravvenuta impossibilità o raggiungimento dell’oggetto ad
esempio. Lo scioglimento della singola partecipazione può essere dalla volontà del consorziato
( recesso) o deciso dagli altri (esclusione)
le regole specifiche dei consorzi con attività esterna
è qualificabile come imprenditore commerciale in quanto fa un’attività ausiliaria ai consorziati.
sono autonomi centri d’imputazione dotati di soggettività giuridica (al contrario del consorzio
senza attività esterna), acquistano la qualità di imprenditori commerciali esercitando un’attività
ausiliaria e sono dunque esposti al fallimento, si pensi ai consorzi tra gestori di impianti di risalita.
La soggettività dei consorzi esterni è consacrato da un ufficio per le attività con i terzi spendendo il
proprio nome e dell’iscrizione nel registro delle imprese. Questi consorzi godono di autonomia
patrimoniale e i beni acquistati finiscono in un patrimonio autonomo detto fondo consortile , ed
è indivisibile tra i consorziati ed è una garanzia ai creditori del consorzio. I creditori dei singoli
consorziati non possono rivalersi sul fondo consortile. Il consorzio ha responsabilità verso terzi per
le obbligazioni assunte in nome del consorzio i quali possono valersi solo sul fondo consortile. Le
obbligazioni assunte dall’organo con nome del consorzio, per conto dei singoli, le obbligazioni
sono a carico dei singoli e il fondo consortile ha funzione sussidiaria, se il consorziato è insolvente,
il debito si ripartisce sugli altri consorziati. Bisogna redigere la situazione patrimoniale in linea con
il bilancio delle SpA da rendere pubblico nel registro, cosi che i terzi possono vedere il fondo
consortile. Le deliberazioni si prendono a maggioranza dei consorziati. Le modificazioni devono
essere fatte per iscritto pena nullità e all’unanimità.
le società consortili
si può costituire la società consortile in tutti i tipi di società di persone e di capitali esclusa la
società semplice . Lo scopo del consorzi non è il conseguimento di un utile ma il raggiungimento di
condizioni più vantaggiose rispetto a un singolo operatore di mercato. L’opinione prevalente dice
che la società consortile vanno regolate solo dalle norme del tipo societario prescelto. Si istituisce
la società per il perseguimento dello scopo consortile. L’atto costitutivo può stabilire l’obbligo dei
soci a versare i contributi in denaro al contrario della norma generale delle spa. 2538 comma 3
emerge la possibilità che la società cooperativa possa avere scopo consortile

le forme di cooperazione potenzialmente flessibili


sono i contratti associativi tra imprenditori la cui disciplina non prevede necessariamente
l’erezione di un’organizzazione comune e si può quindi usare per obbiettivi contingenti o
temporanei. Un esempio sono il contratto di rete e le associazioni temporanee di impresa
il contratto di rete (distretti)
è un contratto tipico tra più imprenditori con lo scopo di accrescere individualmente e
collettivamente la capacità innovativa e la propria competitività. È più ampia rispetto alla disciplina
del consorzio in quanto il consorzio si applica alle singole discipline e svolgimento delle imprese. le
imprese si obbligano sulla base di un programma comune di rete a collaborare, a scambiarsi
informazioni o prestazioni di natura industriale, non è necessaria alcuna articolata organizzazione
tra imprese. La necessaria flessibilità della rete è funzionale all’eterogeneità dell’oggetto della
cooperazione tra imprese. Il contratto che deve essere redatto su modello ministeriale con atto
pubblico o scrittura privata deve indicare una serie di indicazioni tra cui gli obbiettivi strategici di
innovazione e di innalzamento della capacità competitiva. Un programma di rete enuncia diritti e
obblighi di ciascun partecipante . il patrimonio di rete è un fondo comune alimentato dai
contributi delle imprese e deve applicarsi la disciplina dei consorzi con attività esterna. Tutto
questo non implica in generale una soggettività giuridica, anche se c’è un organo comune . se si
vuole creare una rete soggettiva, e ogni partecipante al contratto di rete deve essere iscritto nel
registro, e l’efficacia decorre da quando è stata eseguita l’ultima iscrizione. Solo Se è prevista la
costituzione di un fondo comune, la rete può iscriversi nel registro e acquista soggettività giuridica.
Il contratto deve essere per atto pubblico o scrittura privata autenticata
il geie?
associazioni temporanee di imprese
la partecipazioni a gare o appalti può far convergere imprenditori in attività temporanee.
Consorzio e rete sono apparati costosi e di durata generalmente stabile e non adeguati in questo
caso dove le imprese vogliono mantenere la loro autonomia e riconoscibilità, altrimenti sarebbe il
consorzio o la società ad eseguire l’opera complessiva e non le singole imprese. Da qui derivano le
associazioni temporanee di imprese ( join venture) non cc’è organizzazione ne la nascita di un
diverso soggetto di diritto. Le imprese si presentano distinte e autonome e il loro collegamento
consiste nel sottoporre al committente un’offerta congiunta assumendo il comune impegno
dell’intera opera. L’impresa capogruppo si occupa dei rapporti col committente e coordina
l’esecuzione. Non c’e un inquadramento giuridico infatti si dicono contratti associativi innominati.
L’impresa capogruppo opera come mandante delle altre imprese nella rappresentanza e
nell’offerta unitaria. Il mandato è irrevocabile anche per giusta causa.

Sezione 7
Gli strumenti di mobilitazione della ricchezza
Denaro, risparmio, investimenti di stato e imprese si chiama ricchezza mobiliare in
contrapposizione da quella immobiliare della proprietà fondiaria ed è per vocazione ricchezza
circolante e la sua movimentazione è alla base dello sviluppo e nel traffico giuridico. La
circolazione può avvenire tramite attribuzione di unità monetarie come il pagamento di un
obbligazione oppure la circolazione di una situazione giuridica rappresentativa di un valore
finanziario (diritti di credito e partecipazioni). Ciò che conta è l’assicurare celerità, sicurezza,
accessibilità del mezzo di trasmissione del denaro e dall’altro lato la protezione degli acquisti.

I titoli di credito cartacei ed elettronici


La nozione di titolo di credito
È un documento cartaceo o elettronico menzionante una situazione giuridica attiva che circola in
modo autonomo mediante la movimentazione del documento e al cui esercizio è legittimato il
soggetto nella cui disponibilità materiale si trova il documento stesso e sono disciplinati negli artt
1992 e ss. E svolgono una funzione fondamentale nel rafforzamento delle garanzie che presidiano
il mercato della ricchezza mobiliare, infatti la propensione all’investimento accresce con la facilità
del disinvestimento e alle garanzie offerte. La circolazione non cartolare è rischiosa e scarsamente
agibile e con modalità di trasferimento sofisticate e incompatibili con una rapida circolazione. La
circolazione cartolare asseconda le esigenze di celerità e di protezione degli acquisti attraverso il
collegamento tra il documento e la posizione giuridica documentata. Il titolo cartaceo ha
l’attribuzione di un particolare cvalore giuridico al collegamento tra il documento e il diritto
documentato, che si definisce incorporazione del diritto nel documento. L’acquirente del titolo di
credito acquista in non dominio anche il diritto documentato, il contenuto della pretesa azionabile
dall’acquirente è quello risultante nel titolo e il possessore che esibisce la chartula non deve
fornire altra prova alla titolarità della sua pretesa e il debitore che paga a suo favore è sempre
liberato . la più importante alternativa è oggi quella dei titoli scritturali (dematerializzati). Qui il
rapporto giuridico è documentato in forma telematica. La circolazione avviene con
movimentazioni telematiche (operazioni di giro) …….. boh pag 175
La fattispecie titolo di credito

 Titoli di finanziamento : credito avente una prestazione pecuniaria come cambiati e BT


 Titoli partecipativi: partecipazione economica e organizzativa ad una iniziativa produttiva
e il rapporto documentato comprende diritti patrimoniali ( agli utili) e amministrativi
( diritto di voto e controllo )
 Altri valori finanziari: di vario tipo come quote di fondi comuni di investimento
 Titoli rappresentativi di merci: diritto alla consegna della merce depositate presso un
terzo e il potere di disporne mediante trasferimento del titolo
Il sistema è retto dal principio di atipicità cioè è possibile la creazione di titoli diversi da quelli
tipizzati. Ciò comporta la necessità di individuare gli elementi costitutivi della fattispecie cartolare
Può definirsi titolo di credito quel documento formato ed emesso per realizzare un’operazione di
finanziamento tra colui che è interessati a conseguire l’investimento e colui che è interessato a
concederlo assicurandosene però una facile liquidabilità mediante la negoziazione del rapporto e
occorre che venga percepito come tale dalla comunità dei consociati e viceversa
I PRINCIPI CARTOLARI
I principi vengono riassunti nelle formule di autonomia, letteralità, astrattezza e legittimazione
attiva e passiva
Le leggi di circolazione dei titoli
Per i titoli cartacei, centrale nel sistema è il possesso della chartula: l’autonomia dell’acquisto
giova a chi consegue il possesso del documento. L’esercizio del diritto spetta al possessore e il
debitore è liberato se adempie al possessore. Vi sono 3 tipi di titoli di credito ognuno
caratterizzato da una propria legge di circolazione:

 Titoli al portatore come il libretto di risparmio e circola mediante semplice consegna


materiale e si ricollega al possesso del documento senza altre formalità
 Titoli all’ordine: come assegni e cambiali contengono un impegno a eseguire l’operazione
all’ordine di un soggetto menzionato nel documento e circola con consegna e girata
(sottoscrizione dell’alienante con l’indicazione del nuovo creditore) ogni girante è giratario
nella girata precedente
 Titoli nominativi: come le azioni, il nome del creditore è nel documento ed è anche in un
registro dell’emittente, la girata autenticata o la consegna deve anche aggiornare il registro

L’autonomia reale
Art 1994 chi ha acquistato in buona fede il possesso di un titolo di credito non è soggetto a
rivendicazione ossia ne acquista la titolarità anche a non dominio e il terzo proprietario non può
rivendicare il titolo , si parla perciò di autonomia reale. L’acquisto della proprietà del documento
presuppone l’esistenza di un negozio traslativo pienamente valido e efficacie. La buona fede
consiste nell’ignoranza dell’altruità del titolo
L’autonomia obbligatoria. La letteralità e l’astrattezza
Art 1993. La circolazione cartolare è caratterizzata dall’autonomia obbligatoria dell’acquisto e
quindi indipendenza della posizione dell’acquirente rispetto a quella dei precedenti creditori . tale
indipendenza si esprime attraverso letteralità e astrattezza
Letteralità: il possessore può esercitare la pretesa nei termini indicati nel titolo senza subire le
conseguenze di eventuali dilazioni non risultanti nel documento e riferibili a precedenti possessori
Astrattezza: la creazione del titolo astrae il diritto cartolare del rapporto giuridico che vi ha dato
causa rendendolo irrilevante nei confronti dei successivi possessori
Le eccezioni opponibili dal debitore di un titolo di credito si distinguono in:
 Eccezioni reali: sono opponibili a qualunque possessore e comprendono quelle fondate sul
contesto letterale del titolo e quella di forma , falsità della firma, difetto di capacità, di
rappresentanza o violenza fisica
 Eccezioni personali: sono opponibili solo al singolo possessore e comprendono eccezioni
personali in senso stretto come il difetto di proprietà del titolo e il difetto di legittimazione,
eccezioni fondate su rapporti personali con l’attuale possessore, eccezioni fondate su
rapporti personali con i precedenti possessori…. Pag 181
La legittimazione cartolare attiva e passiva
La proprietà del documento attribuisce al titolarità del rapporto documentato mnei titoli cartacei.
Il possesso eventualmente qualificato attribuisce la legittimazione cd legittimazione attiva. Il
possessore che esibisca il titolo non deve fornire altra prova della sua titolarità. Collegata è la
legittimazione passiva ossia il debitore che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei
confronti del possessore è liberato anche se questi non è il titolare del diritto, dolo o colpa grave si
hanno solo quando il debitore disponesse o avrebbe potuto disporre di prove certe che gli
avrebbero consentito di respingere la pretesa del possessore. Nei titoli scritturali la legttimazione
attiva è collegata all’intestazione del conto…. 182

Sezione 8
La crisi dell’impresa
Le ragioni e i presupposti di un diritto speciale : le vicende dell’impresa e la sua crisi
Anche l’attività d’impresa ha un inizio e una fine e nel mezzo fasi di crescita e declino. Vi sono casi
in cui l’attività d’impresa rischia di dover cessare per ragioni intrinseche in quanto viene a meno
l’equilibrio d’impresa e la remunerazione dei costi con i ricavi e perde la caratteristica
dell’economicità quindi i debiti non potranno essere ripagati ossi l’insolvenza o anche solo in una
fase di crisi che preannuncia l’insolvenza. Quindi o l’impresa interrompe la sua attività oppure
tenterà una risoluzione
Le ragioni della disciplina fallimentare e le sue origini
Quando coinvolge un’impresa commerciale non piccola si tratta di diritto fallimentare ed è alle
origini del diritto commerciale . l’esigenza di una disciplina ad hoc per regolare l’insolvenza
dell’imprenditore trae origine dalla particolare complessità di una tale insolvenza e i relativi
rapporti obbligatori. Si rende cosi opportuna una procedura unitaria che consenta un’attuazione
coattiva e simultanea di tutti i debiti insoluti in modo da essere più veloce efficiente ed equa. La
procedura esecutiva diventa collettiva perché opera per tutti i creditori ed universale riguardando
tutti i debiti e il patrimonio dell’imprenditore. Si apre quindi un concorso sul patrimonio del fallito
da parte di tutti i creditori (procedura concorsuale ) secondo la par condicium creditorum tranne
se si ha una situazione di privilegio ( fra uguali privilegi si riapplica la par condicio) solitamente i
creditori chirografari ( normali ) ricevono di norma il 20 % del credito quindi la par condicio è una
ripartizione paritetica delle perdite. La crisi d’impresa provoca anche allarme sociale e può portare
ad un effetto domino. Affianco alla legge fallimentare è apparsa la procedura volta alla
composizione del sovraindebitamento o alla liquidazione del patrimonio per coloro che non sono
imprese commerciali accordi di ristrutturazione per l’imprenditore agricolo
La legge fallimentare e il sistema concorsuale
Non prevede solo il fallimento, ma anche il concordato preventivo e la liquidazione coatta
amministrativa e poi l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.
Queste procedure sono alternative e vedremo perch ci sono più procedure per un fenomeno
unico
Le soluzioni negoziate della crisi d’impresa
Prima chiave di lettura Accordo fra debitore e creditore anziché un percorso liquidatorio
determinato dalla legge e regole non disponibili dall’autonomia privata estromettendo
l’imprenditore (spossessamento) e neutralizzando praticamente i creditori il cui percorso di
protezione è predeterminato.
Le soluzioni negoziate della crisi d’impresa possono essere intraprese prima che l’impresa sia
decotta, ma anche in insolvenza. Un accordo può favorire sia il debitore che sfugge agli effetti
dolorosi del fallimento e il creditore può compensarsi maggiormente. Questa soluzione è una
prospettiva puramente privatistica ossia accordi stragiudiziali. Con la procedura giudiziaria con
effetti legali permette di imporre a tutti i creditore l’accordo con il debitore accettato dalla
maggioranza dei creditor. La crisi d’impresa quindi completa la libera negoziazione arrivando dove
non può l’autonomia privata. Questi percorsi sono ad esempio il concordato preventivo, gli accordi
di ristrutturazione. Convive cosi nel nostro sistema concorsuale sia una vocazione pubblicistica che
un’anima privatistica
Salvaguardia dei complessi produttivi
seconda chiave di lettura. Alla tradizionale vocazione liquidatoria ha preso il sopravvento il
prevenire un’insolvenza non ancora prodottasi salvaguardando il complesso produttivo delle
imprese in crisi cosi l’imprenditore può restare alla guida dell’impresa o di cederla a terzi con il
vantaggio di uscirne nel modo migliore. Il risanamento o la cessione è un buon risultato rispetto
allo smembramento. I creditori potranno beneficiare di nuovi flussi se l’impresa si risana oltre che
nell’interesse dei lavoratori e del tessuto economico. In questo contesto ha senso
l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese, ma anche il concordato preventivo si presta
al risanamento di un’impresa insolvente
Le c.d. procedure amministrative
terza chiave di lettura. Il fallimento e il concordato si sono sempre svolte sotto il presidio
dell’autorità giudiziaria e opera all’interno di tali procedure senza la discrezionalità tipica della
pubblica amministrazione. Oltre al fallimento e al concordato preventivo abbiamo la liquidazione
coatta amministrativa e l’amministrazione straordinaria per le grandi imprese ossia risultano
amministrate dall’autorità amministrativa. La PA quindi si affianca al potere giudiziario.

IL FALLIMENTO
I presupposti: il cd presupposto soggettivo ( rinvio)
Ricordiamo che si applica all’impresa commerciale non piccola e privata (presupposto soggettivo)
in stato di insolvenza (presupposto oggettivo)
Il cd presupposto oggettivo: lo stato di insolvenza
Lo stato di insolvenza si manifesta con inadempimenti o altri fattori esteriori i quali dimostrino che
il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Il presupposto
oggettivo può essere intrinseco ossia legato all’impotenza finanziaria e estrinseco ossia
percepibile da fattori esterni. Non importa il numero di creditori, il numero delle obbligazioni o il
loro ammontare in principio anche se non si fa luogo alla dichiarazione di fallimnento se
l’ammontare di debiti scaduti non pagati è inferiore a 30.000.
Potrebbe non esservi un’incapacità ad adempiere regolarmente anche quando non consti ancora
in alcun inadempimento ( è non regolare non solo chi è in ritardo ma chi anche si procura denaro
in modo anomalo tramite ad es svendita) e può essere un indizio all’incapacità di adempiere
regolarmente. L’”irregolarità” degli inadempimenti già rileva come insolvenza proprio perché
lascia pronosticare a breve un inadempimento. Potrebbe anche esserci inadempimento anche con
regolare capacità di adempiere cosi come uno che si rifiuta ad adempiere
Venendo al profilo estrinseco l’incapacità di adempiere deve manifestarsi con inadempimenti o
con altri fattori come ad esempio una sentenza di condanna a pagare, un sequestro conservativo
ecce cc. Altri fattori sono le risultanze contabili anche se non sono fedelmente informativi ( si può
essere molto indebitati ma con possibilità di alti redditi futuri). Occorre quindi un intero quadro
probatorio e non singoli indizi
Il fallimento dell’imprenditore cessato o defunto
Negli artt 10 e 11. Le norme consentono di dichiarare il fallimento dell’impresa anche il momento
della sua cessazione o della morte dell’imprenditore se l’insolvenza si manifesta entro l’anno da
quel momento . dato che non si può parlare di fallimento senza impresa o senza imprenditore gli
effetti della procedura potranno proiettarsi e farsi valere anche nei confronti di soggetti diversi, da
individuarsi in base ai rapporti giuridici con quello che fu il titolare dell’impresa dichiarato fallito.
L’apertura della procedura
Il fallimento è dichiarato da un tribunale civile per iniziativa privata o pubblica

 È privata l’iniziativa di uno o più creditori che propongono ricorso al tribunale provando il
loro credito e l’esistenza dei presupposti del fallimento. Le prove non sono comunque
necessarie dato che il tribunale ha tutti i mezzi necessari. Anche il debitore potrebbe
dichiararsi autofallito o dalla maggioranza dei soci in una società
 È pubblica se affidata alla richiesta di un pubblico ministero al quale risulti insolvenza per
uno dei fatti esteriori o tramite segnalazioni di un giudice civile che l’abbia rilevato durante
un procedimento
Il tribunale competente sarà quello del luogo della sede principale dell’impresa. Il procedimento
per il fallimento è volto all’accertamento dei presupposti che la legittimano davanti al tribunale in
composizione collegiale. Il procedimento si conclude o con la sentenza dichiarativa del fallimento o
con il decreto di rigetto se non ci sono i presupposti o la soglia di 30.000 euro e si può fare reclamo
entro 30 gg alla corte d’appello. Gli effetti si produrranno nei confronti delle parti dopo che sia
stata notificata e nei confronti di terzi con l’iscrizione nel registro delle imprese. Conterrà inoltre
provvedimenti di natura ordinatoria nominando alcuni organi della procedura(giudice delegato e
curatore). Contro la sentenza si può fare reclamo alla corte d’appello del debitore

Sezione 9
La nozione di società e principi generali
L’ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA: ELEMENTI COSTITUTIVI
Le società sono strutture organizzate destinate all’esercizio di un’attività produttiva: organismi di
diritto privato con una propria dotazione patrimoniale per produzione o scambio di beni o servizi.
È un unione di forze finanziarie, lavorative per intraprendere congiuntamente una determinata
attività e non fanno capo giuridicamente a una persona fisica. Il diritto delle società è il complesso
di norme che regolano la vita e le modalità operative della struttura organizzativa a destinazione
produttiva quindi non ad esempio associazioni di beneficienza. È necessario definire la
costituzione e lo scioglimento dell’organismo a cui fa capo, le posizioni giuridiche dei soci e le
regole di funzionamento dell’organismo. La società ha un proprio patrimonio distinto da quello dei
soci e autonomia soggettiva. I vari modelli di società sono dette società lucrative in quanto
perseguono scopo di lucro. A questi 6 modelli si affiancano le società cooperative, le mutue
assicuratrici, la società europea e cooperativa europea

Società a ente collettivo e società unipersonale: pluralità dei soci e socio unico
Non tutte le società sono organismi pluripersonali. Lo sono senza eccezioni le società di persone e
in accomandita per azioni e con scopo mutualistico. Quelle in accomandita devono per forza in
quanto sono composte da 2 classi di soci, quello mutualistico in quanto questo scopo ha senso in
presenza di più fruitori e quella di persone perché deriva da un contratto. spa e srl non sono
necessariamente pluripersonali, infatti, vi può essere una società con un unico socio. In questo
caso è chiaro che risponde ad un interesse patrimoniale prettamente individuale e diventa
economicamente indistinguibile da un socio in proprio. Giuridicamente però la questione è molto
diversa. Soprattutto in tema di pubblicità , i vari organi di controllo volti a proteggere i terzi che
entrano in contatto con l’impresa.
Il contratto e l’atto unilaterale costitutivo: struttura e disciplina
Le società trovano la loro fonte in un atto di autonomia privata : in un contratto o in un atto
unilaterale. Proprio per questo carattere unilaterale è distinto dal contratto di società che invece si
basa su 2 o più persone che conferiscono beni e servizi per l’esercizio comune dell’attività
economica con lo scopo di dividerne gli utili. La volontà negoziale costitutiva si fonda su tre livelli:

 Conferimento: di determinati beni e servizi e quindi una dotazione di risorse


 Svolgimento: svolgimento dell’attività per mezzo di quel patrimonio
 Scopo di natura patrimoniale ed egoistico: realizzazione da un profitto da distribuire
(infatti si trova nel titolo V)
I contratti plurilaterali con comunione di scopo mirano alla realizzazione di un interesse comune
ed è un contratto a struttura aperta. Il contratto di società appartiene più precisamente ai contratti
plurilaterali di rilevanza esterna ossia dei contratti associativi, l’esecuzione della prestazione non
soddisfa direttamente l’interesse delle parti.
Il fenomeno societario non si risolve in un contratto che deve essere adempiuto e non può essere
letto in questa chiave, la disciplina della società è la disciplina di una struttura organizzativa e dei
modi di esercizio di un’attività…. 312/313+
L’esercizio dell’attività produttiva
Il settore dove opera la società ad esempio settore del trasporto aereo è indicato nell’atto
costitutivo e viene definito oggetto sociale e che si tratta di un’attività produttiva.. questa
definizione del 2247 riprende quella di imprenditore in cui però manca il requisito della
professionalità in quanto organizzata lo deve essere per definizione. Vi possono essere anche
società non professionali come quelle occasionali ( società senza impresa). È permessa
espressamente la costituzione di società per professione intellettuale, bisogna tenere presente che
esitono vincoli di carattere pubblicistico (conseguimento di un titolo abilitativo come quello da
avvocato ) e vincoli di carattere privatistico che incidono sul contenuto del contratto avente ad
oggetto l’opera professionale . il problema affrontato dal legislatore riguarda solo le professioni
protette per cui serve l’abilitazione e non le professioni non protette.l’erogazione di servizi non
protetti è possibile da qualunque società a prescindere dal rispetto dei requisiti come attività
d’impresa e quindi assoggettata a procedure concorsuali.
Per quanto riguarda le società che hanno per oggetto l’esercizio di una professione protetta: la
società deve essere composta da soci abilitati e la prestazione deve essere eseguita da uno dei soci
iscritti all’albo. Il primo principio non rende possibile la società fra capitalisti ossia soci non abilitai
e deve essere una società tra professionisti , viena trascurata la possibilità di una società mista di
capitalisti e non . la compagine sociale deve essere 2/3 professionisti cosi che abbiano il controllo
della società, il superamento di questa soglia da parte dei capitalisti porta allo scoglimento della
società se non si rimedia in 6 mesi. Il socio esecutore assume nei confronti del clietnte una
responsabilità diretta per i danni arrecati

Attività produttiva e godimento di beni: società e comunione in generale


L’attività sociale produce ricchezza e si distingue dal godimento di beni. Dal 2247 è inammissibile
la società di mero godimento, il godimento deve essere funzionale all’attività dell’impresa. Vi è
quindi un impossibiolità giuridica che riguarda il momento genetico dell’ente e quindi a dar vita a
una società col fine di mero godimento. Altro accade se la società originariamente costituita con
fine economico cessa la sua attività e si limita a godere del patrimonio. La comproprietà è una
situazione giuridica statica in cui rileva solo l’appartenenza comune del bene in cui ogni titolare
può fare uso della cosa e chiedere la divisione. La società invece è una situazione giuridica
dinamica in cui il conferimento dei bei è strumentale all’attività e appartiene al diritto d’impresa
invece che a quello dei beni. Nessun socio può usare i beni sociali per uso personale e può essere
sciolta solo all’unanimità / maggioranza(nelle società di capitali) . I beni sociali sono autonomi
rispetto a quelli dei singoli soci, i beni di comproprietà non hanno invece alcuna autonomia . il
2248 esprime appunto che mettendo in comune più cose per sola fruizione ssi applica la
comunione e non la società, neanche un individuo può creare una società unipersonale per questo
scopo. Il confine è comunque sottile. È di godimento la mera locazione di un immobile o di un
furgone, non lo è di contro l’attività di autonoleggio o di gestione di una struttura residenziale in
quanto questi ultimi danno un offerta più complessa creando valore economico aggiuntivo come
servizi integrativi. . anche la semplice detenzione di quote di partecipazione è godimento ma non
la direzione unitaria e coordinamento, sono quidni legittime le holding pure ossia che gestiscono e
coordinano altre imprese

L’esercizio in comune dell’attività


L’esercizio dell’attività deve essere comune ossia è condiviso il rischio economico ( rischio
d’impresa) e il potere di decisione tuttavia non è sufficiente in quanto ad esempio nelle s.a.s. i soci
accomandanti sono per definizione esclusi dalla gestione. La condivisione del rischio, quindi la
partecipazione a risultati positivi o negativi è invece sempre presente. Al contrario
nell’associazione di partecipazione in cui il socio apporta un bene per una partecipazione agli utili,
l’attività resta in tali casi proprietà esclusiva di una sola delle parti. Nella società i risultati sono
giuridicamente imputati alla struttura organizzativa come soggetto autonomo col suo patrimonio.
La scelta di società è quindi una scelta di imputazione non individuale, ma collettivo.
Per quanto riguarda l’impresa familiare dove collaborano coniuge, parenti fino al terzo grado e
affini fino al secondo le considerazioni sono analoghe all’associazione in partecipazione. Anche se
la famiglia crea una società, si tratta comunque di un impresa giuridicamente imputabile al solo
familiare che la esercita, i familiari hanno dei diritti patrimoniali e di codecisione ma con rilevanza
meramente interna. Distinta dal fenomeno societario è l’impresa coniugale, ossia quella soggetta a
comunione legale dopo il matrimonio e gestita da i 2 coniugi dove non vi è quasi autonomia
patrimoniale e la gestione deve essere congiunta solo per quelli di ordinaria amministrazione. La
disciplina è diversa perché i soci hanno carattere speculativo e qui prevale la solidarietà familiare

Imputazione dell’attività e spendita del nome sociale. La società non manifesta


L’iniziativa economica viene svolta in nome della società e la spendita del nome sociale comporta
l’imputazione giuridica dell’attività all’ente
La società non manifesta o occulta si deve parlare quando il contratto prevedesse che l’esercizio
dell’impresa debba avvenire in nome di uno solo dei soci , i partecipanti gli attribuirebbero i mezzi
finanziari suddividendo utili e perdite e concordando ogni decisione mentre l’attività resterebbe
giuridicamente imputabile al solo socio agente che a sua volta si obbligherebbe a svolgerla in
proprio nome . questo comportamento fa gravare solo i beni personali del singolo alle
obbligazioni sociali. Il patto di occultamento sarebbe tuttavia invalido ossia se il potere gestionale
è collettivo la responsabilità deve cadere sul gruppo e non sul singolo se non si darebbe vita a una
società atipica vietata. Qualora dopo il fallimento di un imprenditore individuale risulta che
l’impresa è riferibile a una società di cui il fallito è illimitatamente responsabile falliscono anche gli
altri soci illimitatamente responsabili.

Gestione interna, unanimità, maggioranza e organizzazione e controllo


Al livello più alto sta la diretta attribuzione ai medesimi del potere di amministrazione cioè il
potere decisionale e esercitano il il proprio potere attraverso il voto in assemblea, anche se l’atto
costitutivo puà eliminare o limitare il soci che esercitano questa compartecipazione . l’unanimità è
il principio normale con cui si modificare il contratto sociale. Le società di capitali poggiano sulla
regola maggioritaria, è inderogabile anche nelle modifiche dell’atto costitutivo, almeno nelle spa.
L’unanimità deve comunque implicare un armonia tra i osci al contrario della maggioritario che
mette la minoranza alla mercè dei soci più forti. La legge pone quindi prerogative di carattere
difensivo come contrappeso al ruolo della maggioranza come ad esempio poteri di vigilanza,
attivazione giudiziale a fronte di mala gestione fino al diritto di recesso per giusta causa . vale in
generale il principio di correttezza e buona fede

La dotazione patrimoniale : i conferimenti


l’attività viene esercitata per mezzo delle utilità economiche apportate dai soci ossia i conferimenti
che formano il complesso delle risosrse iniziali. È l’atto costitutivo della società che contiene
l’assunzione da parte dei soci dell’obbligo di effettuare trasferimenti e rappresentano la loro
partecipazione alla costituzione della società e assegna la quota di partecipazione alla società. I
conferimenti sono elemento essenziale dell’atto costitutivo della società quindi non esiste una
società se non si forma una dotazione iniziale e ciascun fondatore deve conferire qualcosa,
bisogna essumersi il rischio., i cd patto leonino. I minimi sono 10.000 per le srl e 50.000 per le spa
e sapa, o minimi più elevati se ad esempio è un intermediario finanziario. Oggi si può creare una srl
con solo 1 euro detta società senza conferimenti e dunque senza assunzione del rischio e si fonda
solo su prestiti bancari ed è un semplice punto di raccolta di risorse finanziarie

vincolo di destinazione dei beni conferiti e vincolo di indisponibilità del capitale


l’atto costitutivo impone sui beni conferiti un vincolo di destinazione con cui è impedito che
vengano sottratti all’iniziativa economica per tutta la durata della società. Il socio conferente non
può mai chiedere la restituzione del bene anche quando recede dalla società (ha solo diritto a una
somma di denaro) corrispondente al valore attuale della partecipazione. Non ha diritto alla
riconsegna del bene in godimento fino al periodo stabilito in precedenza. Ilò socio non è libero di
chiedere quando vuole la suddetta liquidazione ne non nelle specifiche ipotesi del recesso. Non ci
si può servire individualmente dei beni sociali per fini estranei. I beni sono destinati alla garanzia
dei creditori sociali prioritariamente rispetto ai creditori individuali dei soci. Le cose conferite
potranno essere liberamente vendute e lavorate ecce cc.
Distinto è il vincolo di indisponibilità del capitale sociale . il capitale sociale è una posta contabile
che rappresenta il valore dei conferimenti irreversibili dei soci e indicata nell’atto costitutivo ed è
distinto dal patrimonio della società. I soci non possono prelevare dal patrimonio della società se
non le somme che eccedano il valore del capitale . i soci non possono ridurre il valore
dell’investimento e dunque il rischio inizialmente accettato.

Lo scopo egoistico dell’attività


L’art 2247 enuncia lo scopo negoziale ossia la causa dell’atto costitutivo: i soci esercitano l’attività
per un guadagno (lucro oggettivo), da attribuirsi (lucro soggettivo) partecipando alla sua
distribuzione. L’incremento del patrimonio netto è l’utile e può essere distribuito tra i soci, al
contrario delle cooperative che puntano al pareggio per offrire ai soci beni e servizi o lavoro
(mutualistiche). Nel primo caso il socio ha profitto in quanto socio, nella seconda ha benefici solo
se acquista o lavora con la cooperativa. Per lo scopo consortile/mutualistico è consentito ogni tipo
si società di persone o capitali (tranne la società semplice).il criterio che consente di distinguere
tra loro i negozi associativi è pertanto basato sulla causa Le attività di beneficenza perseguono un
lucro oggettivo ma non soggettivo in quanto viene donato

Le eccezioni: se società senza scopo egoistico, l’impresa sociale


Ad esempio le società dio gestione dei mercati regolamentati devono essere costituite in forma di
spa ma non possono perseguire scopo di lucro e di importanza ancora maggiore c’è l’impresa
sociale, ossia una qualifica che associazioni, fondazioni, società possono acquisire quando
esercitino un’attività economica di interesse generale e senza scopo di lucro. Le imprese sociali
possono distribuire una piccola quota di utili quindi o senza o poco lucro. Con l’impresa sociale
ogni ambito economico può essere palcoscenico di una società senza scopo di lucro. La scelta è
definitiva, non si può riconvertire la società in una lucrativa ne trasferire l’azienda se non si
preserva il fine di interesse generale. . l’autorità governativa nel caso può scogliere l’ente e lo
devolve non ai soci ma a un fondo per la promozione delle imprese sociali. Questa resta
comunque una disciplina di carattere eccezionale, cioè non può in generale l’atto costitutivo
contenere clausole incompatibili con lo scopo lucrativo

CAP 36 I TIPI DI SOCIETA’ AUTONOMIA PATRIMONIALE,


PERSONALITA GIURIDICA E SOGGETTIVITA

L’ordinamento disciplina le 6 società lucrative (semplice, s.n.c., s.a.s., s.p.a., s.r.l., s.a.p.a.) e le
società cooperative come le mutue assicuratrici oltre alla società europea e la società cooperativa
europea si distinguono molto in base all’organizzazione interna. E all’autonomia patrimoniale ,
minore nelle società di persone in cui abbiamo soci amministratori che rispondono
personalmente e illimitatamente delle obbligazioni e maggiore nelle altre. Il tipo è un modello
societario con proprie caratteristiche distintive autonomamente disciplinato in via normativa
La libertà di scelta e i criteri di individuazione dei tipi. Il principio di tipicità e l’autonomia privata.
Le società di diritto speciale
Il principio alla base della selezione dei modelli è la libertà di scelta: i fondatori possono eleggere
liberamente il tipo che preferiscono e si può anche successivamente modificando l’atto costitutivo
trasformando la società. Ci sono però anche dei limiti:

 Se l’attività ha carattere commerciale non può optarsi la società semplice; in caso contrario
si può scegliere un tipo qualsiasi
 Per determinati settori la legge può richiedere un determinato tipo come l’attività bancaria
riservata alle s.p.a. e alle cooperative per azioni o spa per gestione dei mercati
Se le parti non fanno nessuna scelta si applica la società semplice se non commerciale, altrimenti
diviene una s.n.c. in quanto tipi residuali delle attività commerciali e non. Le parti non possono dar
vita a modelli organizzativi diversi da quelli regolati in via normativa. La tipicità non cancella
comunque l’autonomia privata infatti nessun modello è rigido. Questa libertà è meno ampia nelle
iniziative economiche più importanti dove gli interessi dei terzi sono più coinvolti, ma si lascia
libertà organizzativa.
Ci sono però normative speciali che derogano p integrano in misura più o meno ampia la disciplina
generale , sono le società di diritto speciale. Ad esempio le società a partecipazione pubblica in
quanto si è esternalizzato molto ad organismi societari da essi controllati

l’autonomia patrimoniale nei diversi tipi


la società è caratterizzata da autonomia patrimoniale e i suoi beni non si confondono mai
giuridicamente con quelli personali dei soci, questa separazione si traduce in un distionto regime
di responsabilità nei confronti dei creditori. L’autonomia varia però a seconda del tipo, è modesta
nelle società semplici e cresce fino alla pienezza nelle società di capitali e cooperative

 comunione dei beni: è per meri fini di godimento e non isola il bene comune da quello
individuale; il creditore comune può soddisfarsi su tutti i comproprietari , il creditore del
singolo invece solo sulla quota .
 azienda individuale: l’imprenditore risponde anche con tutti i beni extraziendali, no
separazione patrimoniale
 società semplice: primo grado di autonomia: il creditore di un socio non può aggredire i
beni sociali ma può esigere una liquidazione di pari somma, l’inespropriabilità dei beni
sociali assicura l’integrità del complesso produttivo. Anche riguardo ai debiti sociali l’ente
risponde esclusivamente per i soci non amministratori, gli altri soci illimitatamente
responsabili possono evitare l’esproprio dei propri beni indicando quelli della società
 snc: il creditore del socio non può neanche chiedere la liquidazione della quota e, pur
essendo tutti i soci illimitatamente responsabili per le obbligazioni sociali i creditori non
possono aggredire i beni individuali se non dopo aver inutilmente escusso il patrimonio
sociale. Analoghe sono le s.a.s. dove però gli accomandanti sono responsabili solo nei limiti
del conferimento. Queste società d persone hanno infatti autonomia patrimoniale
imperfetta
 società di capitali e cooperative: autonomia perfetta , non vi è nessuna interferenza ne per
debiti dei singoli ne sociali, il creditorie particolare non ha azione verso la società e il
creditore sociale nessuna verso i soci (salvo verso gli accomandatari delle sapa)

personalità e soggettività giuridica


si identifica l’autonomia patrimoniale perfetta con la personalità giuridica in quanto consiegue la
società come soggetto distinto dai soci elevandoli a centri di imputazione di rapporti giuridici ad
esempio nel 2331 dice che la società di capitali con l’iscrizione nel registro acquista personalità
giuridica come altreità rispetto ai partecipanti, si spiega cosi l’esistenza di un nome e la
rappresentanza della stessa, la responsabilità esclusiva ecce cc.
Alle società di persone non viene espressamente attribuita personalità giuridica in quanto non
soggetti autonomi e distinti. Attualmente si afferma che sono comunque dotate di autonomia
soggettiva e centri di imputazione di rapporti distinti dai soci , si parla non di personalità ma di
soggettività minore , il minor grado è appunto nell’autonomia patrimoniale, ma per il resto
soggettività e personalità tendono a coincidere

SEZIONE 10
LA SOCIETA’ DI PERSONE

Si caratterizzano quale modello elettivo per l’esercizio di imprese di dimensioni contenute : hanno
responsabilità illimitata di almeno un socio, la stabilità nel tempo della compagine sociale e
dell’originale assetto organizzativo, la rilevanza normativa di vicende personali e agilità gestionale.
Il modello legale presenta ampi margini di derogabilità che rettificano e ridimensionano i tratti
personalistici . per l’esercizio delle piccole medie imprese le società di persone subiscono la
concorrenza delle srl. La società di persone ha molto successo a causa del trattamento tributario
che tassa l’utile non in capo alla società ma ai soci (aliquote più favorevoli) e più elasticità nella
costituzione e durante la vita sociale . solo la società semplice non può essere per attività
commerciale (solo agricola e professionale) mentre per le snc e sas si. Tuttel le società di personae
presentano almeno un socio che risponde illimitatamente per le obbligazioni sociali.
L’organizzazione dell’attività è abbastanza libera e le poche regole sono derogabili e tutti gli organi
di gestione e controllo sono rimessi ai soci. La normativa è a cascata, ossia per le regole delle snc
occorre tener conto anche quelli della società semplice e quelle dalla sas con le snc (oltre a quelli
che li riguardano)
La società in nome collettivo
Tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali ed è ineliminabile,
l’eventuale patto limitativo delle responsabilità avr5à rilevanza solo nei rapporti interni tra soci e
non verso i creditiori della società. La snc agisce sotto una ragione sociale, composta dal nome di
uno o più soci
La costituzione della società in nome collettivo:
il codice fissa un contenuto piuttosto ampio dell’atto costitutiv, deve infatti indicare cognome,
nome , domicilio , cittadinanza dei soci, la ragione sociale, i soci amminisratori, le sedi della
società, l’oggetto sociale (il settore), i conferimenti di ogni socio, la durata della società, come
ripartire utili e perdite. Viene richiesta la stipula per atto pubblico o scrittura privata e autenticata
a fini pubblicitari per ottenere l’iscrizione nel registro delle imprese. Il contratto è a forma libera.
L’iscrizione non è condizione di esistenza della società, ma condizione di regolarità (al contrario
delle soc. di capitali), la conseguenza è l’assoggettamento alle norme della società semplice nei
rapporti con i terzi. la snc non iscritta (snc irregolare) è validamente costituita anche in assenza
delle forme richieste dall’iscrizione. Le snc di fatto invece manca la documentazione dell’atto
costitutivo al contrario della snc irregolare e anzi manca proprio la scelta del tipo snc e quindi si
applica la snc se commerciale. Alla società irregolare viene ricondotta la società occulta e la società
apparente in cui seppur non c’è vincolo societario tra i soci, si reputa sussistere e assoggettabile al
fallimento se appare tale

partecipazione
la partecipazione ad una snc è consentita non solo alle persone fisiche , ma anche alle persone
giuridiche. Per le società di capitali è necessaria approvazione dell’assemblea. Snc e sas devono
redigere il bilancio come le spa se tutti i soci illimitatamente responsabili sono società di capitali
invalidità del contratto
non ci sono disposizioni specifiche per l’invalidità dell’atto costitutivo delle società di persone e si
rinvia alla disciplina generale sulla patologia dei contratti e poi boh
i conferimenti
i soci sono tenuti a indicare nell’atto costitutivo il valore attribuito ai conferimenti stessi e il modo
di valutazione, il valore del conferimento sarà liberamente concordato tra i soci alla stipula
dell’atto costitutivo o in sede di aumento di capitale, non vi è soglia minima. Può essere conferito
qualsiasi entità suscettibile a valutazione economica quali anche brevetti e know how purchè utili
alla società. C’è ampia applicazione del conferimento d’opera in cui il socio si obbliga a svolgere
prestazioni di fare verso la snc senza un rapporto di lavoro subordinato rimanendo socio. Se
l’entità dei conferimenti è indeterminata i soci si ritengono obbligati a conferire quanto è
necessario per il conseguimento dell’oggetto sociale , sul piano delle parti interne si presume
siano uguali per tutti i soci
il capitale sociale
l’insieme dei conferimenti contribuisce a formare il capitale sociale , i soci sono liberi di fissare la
cifra del capitale sociale nominale , non c’è minimo, ne l’obbligo di accantonare utili in una riserva,
e sono liberi di valutare i beni non in denaro senza avere per forza un perito. Nella snc il capitale è
elemento essenziale dell’atto costitutivo. Nela valutazione matematica dei beni non è necessario
assegnare valore ai conferimenti d’opera, anche se ci possono essere conseguenze in sede di
liquidazione.
Sul piano vincolistico si delinea una prima disciplina a tutela del capitale anche se debole (anche
dato dalla libera valutazione dei beni e dalla minore autonomia patrimoniale) . è preclusa la
restituzione ai soci dei conferimenti se non nella misura in cui sia un eccedenza rispetto
all’importo di capitale in atto costitutivo. La decisione di riduzione di capitale (mediante rimborso
o liberazione dall’obbligo di pagare versamenti futuri) non è immediatamente efficacie , ma lo
diventa dopo 3 mesi dal giorno dell’iscrizione nel registro delle imprese e i creditori che si
ritengono danneggiati dalla riduzione potranno fare opposizione in tribunale. Per la protezione dei
creditori è anche vietato distribuire somme se non per utili realmente conseguiti, ossia divieto di
utili fittizzi (non derivanti da un eccedenza di patrimonio netto rispetto al cap sociale) , la snc può
richiedere la restituzione degli utili fittizzi distribuiti, vi è un obbligo a carico degli amministratori di
conservazione del capitale.
Manca una disciplina sulla riduzione obbligatoria di capitale a seguito di perdite , non c’è obbligo
di adottare particolari provvedimenti quando il capitale venga eroso e non è obbligato a una
rettifica contabile . è però vietato ripartire utili fino a che il capitale non è rintegrato o ridotto ,
ogni modifica del capitale originario (in aumento o diminuzione) va assunta all’unanimità.
Sul piano organizzativo le disposizioni agganciano alla partecipazione al capitale il computo delle
maggioranze per determinare le decisioni
Utili e perdite. Divieto di patto leonino
L’atto costitutivo può indicare le norme secondo cui ripartire gli utili e la quota di ciascun socio
negli utili e perdite. La simmetria tra conferimenti e partecipazioni agli utili o perdite è un criterio
residuale se non ci sono specificazioni (2263). Con clausole ad es un socio col 30% del capitale può
avere solo il 20% degli utili e 15 % delle perdite. L’unico limite all’autonomia dell’atto costitutivo è
che è nullo il patto con cui uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione a utili e perdite
(divieto patto leonino) è un divieto in tutti i tipi societari in quanto snatura il contratto societario,
è meglio usare il 2263. Il diritto del socio agli utili sorge automaticamente una volta approvato il
bilancio ( al contrario delle soc. di capitali dove serve un’altra decisione per distribuire gli utili) ù
La posizione dei creditori particolari dei soci
I creditori particolari non possono chiedere liquidazione della quota del socio debitore finchè
dura la società, possono tutelarsi solo aggredendo gli utili e ponendo atti conservativi sulla quota
spettante in occasione della liquidazione. Il termine di durata della società quindi si traduce in un
limite temporale ai poteri dei creditori particolari, essi possono opporsi alla decisione di proroga
espressa della società. Se l’opposizione è accolta la società deve liquidare la quota del socio
debitore. Se la proroga è tacita il creditore può chiedere liquidazione in ogni momento cosi come
se la società diventa a tempo indeterminato
La responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali. Il beneficio di escussione
Nella snc tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente con l’intero loro patrimonio
personale senza predeterminare un limite, cosi come i soci persone giuridiche sebbene i soci di
quest’ultima risponderanno nei limiti di quanto conferito nella società di capitali. Rispondono
anche in solido tra loro, ciascuno può essere costretto all’adempimento per l’intero importo delle
obbligazioni sociali. Un eventuale patto tra soci è inefficacie verso terzi. se il socio paga un
obbligazione sociale ha diritto di rivalersi per l’intero nei confronti della società e la responsabilità
permane anche dopo lo scioglimento.
Il rischio di essere assoggettato a fallimento riguarda anche l’ex socio nel termine di un anno dallo
scioglimento del rapporto sociale per obbligazioni sorte prima dello scioglimento. La
responsabilità dei soci è sussidiaria rispetto a quella della società, vi è il beneficio di preventiva
escussione 2304 ossia i creditori sociali devono provare nel processo contro i soci di aver
previamente escusso in modo infruttuoso il patrimonio della società sempre he la società sia
iscritta nel registro. Se la snc è irregolare i creditori saranno liberi di aggredire il socio su cui grava
l’invocazione del beneficium excussionis indicando i beni sui cui i beni possono soddisfarsi

I profili organizzativi
L’amministrazione, il modello legale e l’autonomia privata
le regole amministrative delle snc hanno molto margine di elasticità. C’è un modello legale
adottato se non c’è altra specificazione nell’atto costitutivo e prevede l’amministrazione disgiunta
di tutti i soci . serve ad assicurare la piena funzionalità della società munendo ogni amministratore
del più ampio potere di gestione e di rappresentanza (spendere il nome) . Viene anche sancita la
derogabilità di tale disciplina aprendo all’autonomia privata e l’inserimento di clausole statutarie
volte alla risoluzione dei contrasti gestionali (arbitraggio gestionale). Nel modello legale
l’amministrazione della società spetta a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri , ossia tutti i
soci sono di diritto amministratori, scelgono disgiuntamente e hanno potere di rappresentanza.
L’atto costitutivo può disporre che si operi in amministrazione congiunta, combinare i 2 regimi,
prevedere solo alcuni amministratori congiunti o disgiunti o un amministratore unico
amministrazione disgiunta
ciascun singolo amministratore è pienamente legittimato ad assumere decisorio di carattere
gestorio indipendentemente dagli altri amministratori, senza neanche dover avvisare gli altri, si ha
quindi massima rapidità a scapito della partecipazione. Il legislatore riconosce però ad ogni
amministratore il diritto di veto nei confronti di una o più operazioni programmate dagli altri
amministratori, manifestando dissenso prima che l’operazione sia realizzata anche senza
collaborazione con l’amministratore coinvolto. L’opposizione ha efficacia negativa se esercitata
tempestivamente. Il veto deve essere nei confronti di operazioni ben individuate. Sull’opposizione
decide la maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio degli utili
(non partecipazione al capitale) e vengono inclusi anche i soci non amministratori.
Amministrazione congiunta
Nessun amministratore può esercitare da solo il potere decisionale. Agli amministratori si impone
un confronto costante a seconda del sottotipo scelto (unanimità o maggioranza). Con l’unanimità
occorre il consenso di tutti gli amministratori e si applica in mancanza di indicazioni intaccando
però l’agilità gestionale in quanto ogni amministratore ha potere di veto e il gruppo dei soci non
ha alcun ruolo nel risolvere l’opposizione. Se i soci vogliono temperare le rigidità del modello
congiunto possono inserire nell’atto costitutivo la regola della maggioranza con il criterio della
partecipazione agli utili. È temperata anche dal 2258 che consente al singolo amministratore di
compiere individualmente atti di gestione quando vi sia urgenza di evitare un danno alla società,
come la scadenza di un termine ove non c’è tempo di coinvolgere gli altri amministratori
Rappresentanza
È il potere di esternare nei rapporti tra la snc e i terzi la volontà della società assumendo
obbligazioni per ottemperare le linee degli amministratori per raggiungere l’oggetto sociale.
Nell’atto costitutivo si indicano i soci che hanno rappresentanza nella società, ossia tutti gli
amministratori o solo uno o alcuni. In caso di pluralità di rappresentanti bisogna specificare se
operano congiuntamente (sottoscrizione di tutti) o disgiuntamente, in mancanza si usa la stessa
rappresentanza della gestione. Chi ha rappresentanza può compiere tutti gli atti che rientrano
nell’oggetto sociale, salve limitazioni nell’atto costitutivo o procura. Le limitazioni non sono
opponibili a terzi se non era iscritto nel registro delle imprese o se non si prova che i terzi ne hanno
avuto conoscenza. Può esserci dissociazione tra il potere di gestione e rappresentanza, gli
amministratori possono anche non essere rappresentanti
Nomina e revoca deli amministratori
2295 nell’atto costitutivo bisogna indicare i soci che hanno amministrazione e la rappresentanza,
hanno quindi nomina nell’atto costitutivo . se l’atto costitutivo non specifica il potere di
amministrazione e rappresentanza spetterà a tutti i soci. Si può ad esempio mettere in atto
costitutivo il numero degli amministratori ma non i nomi, nominandoli poi con atto separato. La
nomina se non specificato va a maggioranza.
La revoca va distinta tra NEGOZIALE e GIUDIZIALE ossia se per volontà dei soci o dopo pronuncia
del giudice:

 revoca negoziale: se l’amministratore è nominato nell’atto costitutivo deve esserci una


giusta causa ossia inadempimenti gravi da legittimare la rimozione e richiede l’unanimità
come se fosse una modifica dell’atto costitutivo (salvo clausola di maggioranza e revocando
escluso). Per gli amministratori nominati con atto separato la revoca è ammessa secondo
quanto disposto in tema di mandato , senza giusta causa ma con possibile risarcimento e si
revoca con maggioranza (probabilmente, sempre se non specificato)
 revoca giudiziale: ciascun singolo socio ha il diritto di chiedere la revoca giudiziale per
giusta causa
obblighi e responsabilità degli amministratori
hanno il potere e il dovere di gestire l’impresa e di compiere tutti gli atti rientranti nell’oggetto
sociale, come predisporre gli apparati strumentali, le strategie, tenerela contabilità, l’iscrizione nel
registro delle imprese. 2260 dice che i diritti e gli obblighi sono regolati dalle norme del mandato,
anche se per loro non vale la distinzione tra straordinaria e ordinaria amministrazione. Grava
anche l’obbligo generale di vigilanza sull’operato degli altri ed eventualmente di intervento e al
non conflitto di interessi. Svolgono le loro funzioni con la diligenza del buon padre di famiglia e se
usano questa diligenza non sono responsabili del negativo andamento della gestione, rispondono
se non adempiono ai doveri. Hanno molta discrezionalità e non è possibile sindacare la
convenienza delle decisioni assunte se non contrarie alla prudenza e alla sana gestione
gli amministratori sono responsabili verso la società per l’adempimento degli obblighi imposti
dalla legge e dal contratto sociale . è sancita la solidarietà passiva tra gli amministratori e si
potranno sottrarre quelli che proveranno di non avere colpa.
amministratore non socio. Socio non amministratore
si tratta di valutare se sia compatibile con le snc il conferimento di potere a soggetti che non
essendo soci non risentono degli effetti della gestione in termini di responsabilità. Se ciò è
inammissibile allora l’estraneo non sarà un vero e proprio amministratore ma più in institore. La
tesi preferibile è che è ammissiblie che l’atto costitutivo affidi a un terzo la risoluzione di contrasti
tra amministratori (arbitraggio gestionale).
I soci esclusi dall’amministrazione partecipano ovviamente alle decisioni che coinvolgono tutti i
soci come l’opposizione in amministrazione disgiunta. Hanno poteri di controllo come diritto di
informazione sullo svolgimento degli affari, di ispezione di documenti e di rendiconto degli affari.
Il diritto di rendiconto avviene al termine di ogni anno ed è un prospetto analitico delle operazioni
realizzate (non rendiconto contabile o bilancio di esercizio che comunque deve redigere) ed è
approvato solo su richiesta dei soci non amministratori. Questi diritti possono essere anche del
socio receduto se le informazioni riguardano sue responsabilità

Decisioni dei soci. Modificazioni dell’atto costitutivo


Uno dei tratti principali delle snc e delle società di persone è l’assenza di una disciplina generale
delle decisioni dei soci. L’unanimità salvo diversa disposizione ha applicazione per le modifiche
dell’atto costitutivo (modifiche soggettive e oggettive tranne per la trasformazione in società di
capitali, fusione o scissione per cui basta la maggioranza per favorire il passaggio verso società di
capitali e favorire fusioni e determinata secondo gli utili. Il socio che non ha concorso alla
decisione ha diritto al recesso).
Per la decisione di opposizione in regime di amministrazione disgiunta i soci decidono a
maggioranza alla partecipazione agli utili (quote di interesse), per l’esclusione di un socio si usa la
maggioranza calcolata per teste, per la proposta di concordato (fallimentare, preventivo ecce cc)
la maggioranza in base alla partecipazione al capitale. Per le decisioni inerenti la gestione
(nomina, revoca degli amministratori con atto separato e l’approvazione del bilancio) si usa la
partecipazione agli utili, per decisioni inerenti la struttura organizzativa (consenso all’esercizio di
attività concorrenziali) si usa l’unanimità
Il procedimento decisionale e l’impugnazione delle decisioni
Il codice non detta alcuna regola al procedimento da applicare alle decisioni dei soci di snc. Anche
per quanto riguarda la disciplina all’impugnativa della decisione viziata non si riscontrano norme di
riferimento ad eccezione di quella di esclusione, il termine è 30 gg dalla comunicazione e il
tribunale può sospendere l’esecuzione. Per le altre decisioni viziate la giurisprudenza è orientata
ad applicare la disciplina generale del contratto, ma guardando alle srl si può concludere che
questa disciplina è il sistema applicabile anche a tutte le società di persone
Modificazioni dell’atto costitutivo: nozione e pubblicità. Modificazioni soggettive e oggettive
Modifica degli elementi tipici del contratto tra cui gli elementi oggettivi ossia la ragione sociale, i
soci con amministrazione, l’oggetto sociale, i conferimenti ecce cc. I mutamenti soggettivi del
contratto riguardano ogni ipotesi si trasferimento delle quote di partecipazione sia inter vivo che
mortis causa. Le modifiche sono immediatamente efficaci ma opponibili a terzi solo con l’iscrizione
nel registro delle imprese dagli amministratori entro 30 gg.
La necessità di consenso di tutti i soci (unanimità) rappresenta uno dei tratti distintivi delle società
di persone rispetto a quelle di capitali dato che tutti i soci rispondono illimitatamente per le
obbligazioni assunte dagli amministratori. Questo principio si può comunque derogare con la
clausola di maggioranza con una dialettica tra maggioranza e minoranza simile alla srl. Per quanto
riguarda i mutamenti soggetti la deroga non si realizza con la clausola di maggioranza, che
porterebbe problemi di parità di trattamento tra i soci, ma con la clausola di libera trasferibilità
delle partecipazioni sociali che rimuove ogni vincolo alla circolazione inter vivos e mortis causa

Lo scioglimento del singolo rapporto sociale. Lo scioglimento


della società
Lo scioglimento del singolo rapporto sociale

Affiora il forte legame tra vicende personali dei soci e vincolo societario, eventi che impediscono,
limitano o rendono sgradito il protrarsi della partecipazione di un determinato socio, portando
l’attività sociale a proseguire con altri soci tranne se lo scioglimento porta a uno stato di
unipersonalità protratta per oltre 6 mesi. Fonte dello scioglimento può essere la volontà del socio
interessato (recesso) o degli altri soci (esclusione facoltativa), legalmente (esclusione di diritto) e
evento naturale (morte); in questo caso i soci possono determinare la prosecuzione del rapporto
con gli eredi del defunto. Nelle snc lo scioglimento del singolo rapporto sociale non tronca
immediatamente ogni legame tra socio e società, infatti bisognerà attendere il termine (fino a 6
mesi) per vedersi liquidata la quota, risponderanno illimitatamente per le obbligazioni sociali sorte
fino allo scioglimento, e il nome potrà restare nella ragione sociale con suo consenso o dei suoi
eredi. Entro 30gg gli amministratori devono scrivere lo scioglimento nel registro delle imprese per
essere opponibile a terzi, altrimenti sarà responsabile anche delle obbligazioni successive se lo
scioglimento non era noto
Morte del socio
Art 2284 dice che la morte di un socio determina l’obbligo della società di liquidare la quota agli
eredi (modello legale). I soci superstiti possono privilegiare però altre 2 scelte che modificano
l’atto costitutivo:

 lo scioglimento anticipato della società per motivi di ordine soggettivo, qualora la figura
del deceduto fosse essenziale, o per motivi oggettivi se fosse impossibile liquidare la quota
senza privare la società del patrimonio necessario alla prosecuzione dell’attività (nei 6 mesi
dalla morte)
 continuazione della società con gli eredi: richiede il consenso degli eredi del socio che
subentrerannno pro quota. Se gli eredi sono > 1 si formerà una comunione sulla quota e
occorrerà il consenso di tutti. Anche i soci superstiti devono accettare unanime l’ingresso
degli eredi in società o l’aumento della quota (se un erede era già socio).
Recesso
È una dichiarazione unilaterale di volontà del socio recettizia verso la società.

 Per le società a tempo indeterminato: i soci sono liberi di recedere (recesso ad nutum)
aspettando il termine di 3 mesi per avere effetto (risponderà delle obbligazioni in tale
periodo). Stessa disciplina per le società che durano per tutta la vita di uno dei soci, c’è si
un termine ma non è determinabile a priori, o se formalmente a tempo determinato ma
non prevedibile e superi le aspettative di vita media di un uomo
 Per le società a tempo indeterminato: l’ordinamento subordina la validità del recesso alla
sussistenza di una giusta causa o ad una previsione dell’atto costitutivo. Il legislatore non
pone limiti in questo senso all’autonomia privata. La giusta causa si individua soprattutto
nell’incrinarsi del rapporto tra soci (la giusta causa serve a evitare il deturpamento del
patrimonio) con comportamenti pregiudizievole del rapporto fiduciario e ogni situazioni
che aggravi le responsabilità del socio o le condizioni di rischio economico in presenza del
quale egli aveva aderito al contratto sociale . è negato per impedimenti fisici, età avanzata
o malattia del socio se non porta all’interdizione o inabilitazione che portano all’esclusione
 Ulteriori ipotesi con riguardo ai soci che non abbiano concorso alle decisioni per la
trasformazione in società di capitali, fusione, scissione. È valido anche per le altre
modifiche a maggioranza se l’atto costitutivo deroga l’unanimità salvo che le modifiche
aggravino al responsabilità del socio
Esclusione facoltativa
È lo scioglimento del singolo rapporto sociale legata ad una iniziativa promossa dalla società
attraverso una decisione adottata dagli altri soci. Il legislatore ha approntato una tutela del socio
escluso una forma di controllo giudiziale (opposizione) per verificare ex post la sussistenza dei
presupposti. I presupposti possono essere: gravi inadempienze delle obbligazioni, interdizione,
inabilitazione, condanna che porti l’interdizione anche temporanea dai pubblici uffici, impossibilità
sopravvenuta (conferimento d’opera), perimento della cosa, inadempimento a lui imputabile
all’obbligo di effettuare il conferimento promesso nel contratto. comportamento contrario al
principio di buona fede, quando utilizza il diritto di veto solo per condurre la società alla
dissoluzione, ma deve essere un atteggiamento ostruzionistico che paralizza qualsiasi attività
sociale . questi comportamenti devono gravare il socio quanto tale ( non inadempienze del socio in
quanto amministratore, in questo caso si usano altri strumenti)
Le ipotesi di interdizioni e inabilitazione sono rilevanti se incidono sulla composizione della base
sociale come il subingresso del tutore, curatore o amministratore di sostegno e da potere ai soci di
estromettere il socio. Lo stesso anche per la condanna che porta discredito alla società
Per il conferimento d’opera ad es se il socio si è impegnato a prestare un’opera per 10 anni e
dopo 8 anni diviene inabile si trova in adempimento , lo stesso per chi ha conferito beni in
godimento, il quale bene diviene inutilizzabile per fatto non imputabile alla società.
È preclusa l’esclusione senza alcuna motivazione

Profili procedimentali. Opposizione all’esclusione


L’esclusione va decisa dai soci a maggioranza tramite maggioranza per teste, compresi anche i soci
non di capitale (soci d’opera) e non contando il socio da escludere. L’efficacia dell’esclusione
decorre dopo 30gg dalla comunicazione al socio escluso, il quale ha diritto di opporsi alla decisione
sottoponendo i presupposti al giudice. Sul socio grava quindi l’onere di attivarsi tempestivamente
avviando un’azione legale, se aspetta troppo non può più opporsi e viene escluso anche se il fatto
era viziato. Se l’opposizione è accolta il socio ha diritto di essere reintegrato nella società con
efficacia ex tunc. Resteranno travolte le decisioni assunte nel frattempo senza la partecipazione
del socio escluso (es dove serve l’unanimità). Se ci sono solo 2 soci non essendoci maggioranza,
ciascuno può far richiesta a un tribunale, l’esclusione sarà efficacie solo dopo la pronuncia (se non
c’è provvedimento di urgenza)
Esclusione di diritto
Scatta se il socio viene dichiarato fallito perché titolare di un impresa individuale o socio illimitato
di un'altra società e quanto il creditore particolare del socio abbia ottenuto la liquidazione alla
quota del socio stesso. Ai soci è sottratta ogni discrezionalità e lo scioglimento viene
automaticamente ancorato dal legislatore alla sussistenza dei presupposti su menzionati. Si perde
anche la qualità di amministratore. È immodificabile dall’atto costitutivo. L’esclusione può venir
meno per revoca del fallimento

Liquidazione della quota


Regola di tutte le ipotesi di scioglimento del singolo rapporto è l’obbligo della società di liquidare
in denaro la quota del socio la cui partecipazione è venuta meno entro un termine di 6 mesi
(3 mesi se è esclusione di diritto). I superstiti tramite modifica dell’atto costitutivo entro 6 mesi
dallo scioglimento possono sciogliere anticipatamente la società. Il socio diviene un vero e proprio
creditore della società . non si chiede domanda ai soci responsabili in quanto rispondono solo a
terzi. la somma deve essere in denaro e non restituzione o in natura (se non in liquidazione della
società). Il valore è scelto in base alla situazione patrimoniale della società al momento dello
scioglimento, e se ci sono operazioni in corso il socio parteciperà agli utili o alle perdite. Decorsi i 6
mesi c’è l’obbligo degli interessi legali. Una volta liquidata la quota, il capitale della snc andrà
ridotto

Lo scioglimento della società


Avviene nei seguenti casi: decorso del termine, volontà di tutti i soci, raggiungimento oggetto
sociale o sopravvenuta impossibilità, se vengono a mancare i soci e se non è ricostruita in 6 mesi,
provvedimento governativo, fallimento, altre cause previste nel contratto sociale

 Decorso del termine è automatica, è un elemento tipico dell’atto costitutivo e non si


applica a quelle di tempo indeterminato. La durata può essere prorogata espressamente
scrivendo nel registro imprese e dando ai creditori dei soci facoltà di opporsi. La proroga è
tacita se continua semplicemente la sua attività e diventa a tempo indeterminato, bisogna
scrivere nel registro imprese, i creditori possono chiedere liquidazione del socio debitore e
i soci possono recedere easy
 Volontà di tutti i soci: scioglimento anticipato
 Oggetto sociale: ovvero quell’elemento dell’atto costitutivo che rappresenta il programma
economico prefissato (costruzione di un immobile) conseguendolo. Impossibilità di
conseguimento che può essere oggettiva es. una nuova legge che vieta la caccia o
impossibilità soggettiva se vien meno una partecipazione essenziale o l’eccessivo
incrinarsi dei rapporti sociali (insanabile dissidio). Modificando l’oggetto sociale si può
evitare lo scioglimento per l’impossibilità oggettiva
 Unipersonalità sopravvenuta: società di 2 soli soci in caso di recesso o morte di uno
 Provvedimento autorità governativa: non ha rilevanza pratica
 Dichiarazione fallimento: non impedisce di proseguire l’attività se conviene ai creditori
Effetti dello scioglimento. Procedimento di liquidazione
Le regole sono molto arretrate rispetto a quelle per le società di capitali. Il verificarsi di una causa
di scioglimento determina automaticamente l’ingresso della snc in stato di liquidazione. L’attività
residua deve essere preordinata a liquidare il patrimonio sociale, a pagare i creditori della società
e ripartire il residuo attivo tra i soci. Solo dopo tali operazioni avverrà la cancellazione della snc dal
registro delle imprese. Deve quindi ammettersi la revoca della liquidazione con il consenso dei soci
essendo ormai maturato il diritto di liquidazione. Lo stato di liquidazione pone limitazione ai
poteri degli amministratori, amministreranno solo gli affari urgenti, per evitare il proseguire
dell’attività in fase di liquidazione. La riduzione dei poteri e la responsabilità spingono con
tempestività ad avviare il processo formale di liquidazione, nominando i liquidatori, passaggio di
consegne tra costoro e gli amministratori, pagamento passività e riparto delle attività e poi
cancellazione. Le modalità di liquidazione possono già essere nell’atto costitutivo o sceglierne una
ad hoci all’unanimità, altrimenti si usa laa...”rullo di tamburiii”… liquidazione legale:

 Occorre nominare all’unanimità uno o più liquidatori, se i soci non si accordano il tribunale
provvederà su istanza di uno di essi
 I liquidatori succedono agli amministratori alla gestione del patrimonio e dell’attività, gli
amministratori devono collaborare, e sottoscrivono congiuntamente l’inventario
 Gli obblighi e responsabilità dei liquidatori sono analoghi a quelli degli amministratori. I
liquidatori possono essere revocati per volontà di tutti i soci (o maggioranza se scritto
nell’atto cost.) o dal tribunale per giusta causa su richiesta di uno o più soci. I liquidatori
possono compiere gli atti necessari per la liquidazione, trasformando in denaro il
patrimonio della società. Hanno anche rappresentanza della società sia giudiziale che
sostanziale. Hanno però un duplice divieto: divieto di intraprendere nuove operazioni e di
ripartire tra i soci i beni sociali neanche parzialmente se non sono stati pagati i creditori o
almeno accantonate le risorse per pagarli
 Per il pagamento dei debiti sociali devono attingere ai fondi disponibili della società, se
insufficienti si richiedono i versamenti ancora dovuti o somme in proporzione alle perdite
 Estinti i debiti sociali , l’attivo residuo è destinato in primo luogo al rimborso dei
conferimenti (capitalizzati) , per quelli in denaro sarà restituito lo stesso importo, i crediti in
base al valore storico. Se l’atto costitutivo prevede che la ripartizione dei beni sia fatta in
natura, si applicano le disposizioni sulla divisione delle cose comuni. Nel caso ci sia poi un
eccedenza di attivo andrà ripartita tra i soci in proporzione agli utili
 Realizzata la liquidazione bisogna sottoporre ai soci il bilancio finale di liquidazione e il
piano di riparto. È previsto il meccanismo di silenzio assenso se non impugnati entro 2
mesi dal ricevimento della raccomandata

Cancellazione, estinzione e liquidazione giudiziale della snc


Dopo l’approvazione del bilancio finale i liquidatori devono presentare istanza per la cancellazione
della società dal registro delle imprese ed è momento terminale del processo di liquidazione e si
determina l’estinzione della società. All’estinzione immediata sono sottratti i debiti per tributi e
contributi per i quali l’estinzione avviene dopo 5 anni dalla richiesta di cancellazione. Il codice si
occupa però anche di situazioni giuridiche passive riconducibili alla società estinta. Innanzitutto la
maggioranza dei soci deve designare un depositario delle scritture contabili e documenti sociali
per 10 anni dalla cancellazione. Per le sopravvenienze passive i creditori possono farsi valere solo
verso i soci che risponderanno anche dopo la cancellazione (anche i liquidatori se la
sopravvenienza è per loro colpa). Residui o sopravvenienze attivi ricadano in contitolarità dei soci.
La cancellazione ha effetti anche sul piano delle procedure concorsuali e in questo ambito si ritiene
ancora viva per un anno anche se è estinta conferendo piena capacità processuale

Società in accomandita semplice

Si caratterizza per la previsione di 2 categorie di soci: i soci accomandatari e accomandanti ed è un


tratto ineludibile della sas, se viene meno una delle componenti si scioglie la società.
Si distinguono innanzitutto per il diverso regime di responsabilità: gli accomandatari rispondono
solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali (come i soci snc) gli accomandanti invece
rispondono limitatamente alla quota conferita, inoltre solo i soci accomandatari possono essere
amministratori, gli accomandanti hanno quindi divieto di immistione (non gestiscono). Fanno
quindi comparsa i soci capitalisti, che investono, sono soci, ma affidano ad altri soggetti le risorse
finanziarie. È infatti una società al confine con le società di capitali

La responsabilità dei soci


Per gli accomandatari valgono quelle della snc. gli accomandanti invece sono istituzionalmente a
responsabilità limitata, la limitazione di responsabilità opera in ragione della circostanza di essere
indicati come accomandanti nell’atto costitutivo, essi rispondono limitatamente alla loro quota
anche quando la sas sia irregolare ossia non iscritta al registro delle imprese. La responsabilità
limitata comporta che gli accomandanti non possano essere aggrediti direttamente dai creditori
sociali. È possibile però avviare un’azione surrogatoria se il socio accomandante non ha versato in
tutto o in parte i conferimenti
La posizione dell’accomandante e dell’accomandatario
Per il socio accomandatario valgono le regole della snc compresa la possibilità di investire del
potere di amministrazione solo alcuni dei soci accomandatari o uno solo (l’unico accomandatario
può essere anche una società di capitali). Gli accomandanti sono comunque soci e in quanto tali
partecipano all’attività sociale (divieto di immistione, partecipazione alla nomina e alla revoca
degli accomandatari)

I conferimenti e la circolazione della quota


Il socio accomandante parteciperà all’attività comunque apportando mezzi finanziari o altri tipi di
beni o opera. Le quote di partecipazione dei soci accomandanti e accomandatari non possono
essere rappresentate da azioni. Per l’accomandatario la circolazione della partecipazione soggiace
alla medesima disciplina per la snc, serve quindi il consenso unanime degli altri soci (salvo diversa
previsione statutaria). Per la circolazione mortis causa, se non specificato altro si va al 2284
La circolazione della partecipazione dell’accomandante riceve il trattamento tipico di un socio
capitalista; per mortis causa vanno in favore dei soggetti indicati dal de cuius. La circolazione inter
vivos soggiace al principio maggioritario dei soci (maggioranza del capitale). È ammessa nello
statuto una previsione che esclude l’approvazione per la trasferibilità inter vivos
Divieto di immistione dell’accomandante
La condotta dell’accomandante che interviene attivamente nella gestione della società appare
suscettibile di alterare il corretto funzionamento del principio dell’organizzazione corporativa
contraddicendo il presupposto della responsabilità limitata. La sanzione opera anche se l’ingerenza
è avvenuta con pieno consenso degli amministratori e degli altri soci. Il divieto è comunque
generale ossia gli accomandanti non possono compiere atti di amministrazione ne trattare o
concludere affari in nome della società. Supera il limite anche l’ingerenza in atti interni di gestioe.
È pacifico che l’accomandante munito di rappresentanza per singolo affare possa stipulare
contratti senza la presenza degli accomandatari, ed è quindi possibile che compia atti gestori a
condizione che sussista un rapporto gerarchico tra lo stesso e gli accomandatari e che la sua
operatività sia circoscritta. Tale accertamento val comunque fatto caso per caso, ma va escluso che
la mera partecipazione alle trattative determinino violazione del divieto. L’accomandante può
inoltre dare autorizzazione e pareri per determinate operazioni di carattere meramente
consultivo. Il socio accomandante può essere investito dall’atto costitutivo di poteri di controllo
sulla legittimità dell’operato e poteri di informativa annuale sulle attività sociali. Non gli spettano
però i più ampi poteri del socio non amministratori delle snc e saranno invece solo degli
accomandatari non amministratori.
Una violazione del divieto di immistione, se si tratta di atti esterni compiuti senza procura essi non
impegnano la societ ma si applica la disciplina del falsus procuratur e comporta a carico degli
accomandanti l’assunzione di responsabilità illimitata per tutte le obbligazioni sociali. Il socio può
anche essere escluso, ma non se l’immistione è avvenuta con pieno consenso dei soci
accomandatari
Lo scioglimento della società
Alle cause comuni della snc si aggiunge qui quella rappresentata dal venir meno delle due
istituzionali categorie di soci . lo scioglimento non opera automaticamente e concede un termine
di tolleranza di 6 mesi mediante la nomina di un amministratore provvisorio (un accomandante o
un esterno) che è legittimato a compiere atti di ordinaria amministrazione e che non assume la
qualifica di socio accomandatario. In quel tempo la rappresentanza della società compete
all’amministratore pro tempore e deve escludersi che il potere compete all’accomandante anche
se è l’unico superstite . la nomina deve essere scritta nel registro delle imprese

La società in accomandita semplice irregolare


Ricorre nel caso di mancata iscrizione nel registro delle imprese dell’atto costitutivo e si troverà
nella situazione in cui il sistema di responsabilità per le obbligazioni sociali e personali dei soci è
più rigoroso, ossia quelle per le società semplici, e c’è quindi ridotta autonomia patrimoniale
La qualità di accomandante rimane però anche in tal caso opponibile ai creditori anche se gli è
preclusa la possibilità di operare quali procuratori speciali ai singoli affari , pena la responsabilità
illimitata per tutte le obbligazioni sociali (fatti salvi il parere). La ratio sta nel fatto non
garantirebbe un’adeguata pubblicità ai terzi in quanto non potrebbero verificare a priori la
posizione e il ruolo assunto da ciascun agente.. bisogna comunque riconoscere agli accomandanti
il diritto di compiere ispezione, sorveglianza e prestare opera alla sas seppur sotto la direzione
degli amministratori

La società Semplice
È l’unico tipo di società non commerciale, ed è consentito esclusivamente l’esercizio in comune
dell’attività d’impresa agricola o di una professione intellettuale e che possono anche svolgersi
utilizzando altri tipi societari, ed è il prototipo normativo delle società di persone. Recentemente si
è prevista la possibilità di pervenire all’esistenza di società semplici di gestione di beni (spesso
patrimoni familiari) come vere e proprie società di godimento (non ammissibili in linea di
principio).
La costituzione e l’iscrizione
C’è massima semplicità e libertà formale: il contratto non è soggetto a forme speciali, salvo quelle
richieste dalla natura dei beni conferiti, come per la snc l’atto costitutivo può essere concluso
anche verbalmente o per fatti concludenti. L’art 2251 omette qualsiasi prescrizione di contenuto
dell’atto costitutivo, non deve menzionare il capitale sociale o i conferimenti. La nozione di
capitale sociale è assente nella disciplina della società semplice (no scritture contabili e bilancio).
La società semplice è iscritta nella sezione speciale del registro delle imprese)
L’ordinamento patrimoniale della società, la responsabilità dei soci e i creditori personali dei soci
Resta fermo il principio generale delle società di persone per cui almeno uno dei soci deve
assumere la responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali, di regola tutti i soci sono
illimitatamente responsabili, anche se derogabile in quanto nella società semplice è possibile che i
soci stipulino un accordo finalizzato a limitare la responsabilità di alcuni di essi e sarà (a differenza
delle snc) opponibile ai terzi a patto che sia portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. I
creditori sociali hanno garanzia del patrimonio sociale e personale dei soci che hanno agisto per
nome e per conto della società. Il beneficio di escussione è meno rigido rispetto alle snc, quindi
l’individuazione di beni societari facilmente aggredibili opera come unico strumento impeditivo
dell’esecuzione forzata esercitata contro il socio. Il creditore personale del socio può colpire gli
utili spettanti al socio e procedere al sequestro conservativo della quota spettante in sede di
liquidazione. A differenza della snc il creditore del socio può chiedere e ottenere in ogni momento
la liquidazione della quota se dimostra che gli altri beni sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti.
La quota deve essere liquidata entro 3 mesi dalla domanda
L’amministrazione della società. La rappresentanza
Nell’amministrazione della società trova applicazione la stessa disciplina della snc, una disciplina
particolare concerne la rappresentanza della società. Viene confermato il principio base del 2266,
la rappresentanza spetta a ciascun socio amministratore e si estende agli atti che rientrano
nell’oggetto sociale. Se non diversamente pattuito la rappresentanza della società spetta a ciascun
amministratore disgiuntamente o congiuntamente a seconda di com’è la rappresentanza, il
contratto sociale può riservare rappresentanza solo ad alcuni soci e prevedere limiti ai poteri.
Differente dalla snc è il regime della opponibilità dei limiti. Se l’iscrizione della società ha mera
efficacia notiziale , i limiti originali saranno sempre opponibili ai terzi, avendo i terzi la cosi detta
verifica dei poteri , cioè il diritto di ottenere dal socio i documenti che giustificano i poteri di
rappresentanza art1393 e saranno regolati da quest’ultimo anche l’estinzione del potere e le
limitazioni successive. Se invece l’iscrizione sia fornita per legge di efficacia dichiarativa (società
semplice agricola) l’opponibilità sarà sempre condizionata all’iscrizione al registro imprese e poi
boh non ho capito una sega pag 389-390.
SOCIETA’ DI CAPITALI

Il fenomeno spa
È un’efficiente struttura di reperimento e utilizzo di risorse in vista della produzione d’impresa.
L’idea di base è la raccolta di risorse presso investitori di rischio anonimi ossia non interessati
all’essere personalmente coinvolti nella gestione dell’iniziativa e nelle correlate responsabilità. Da
un lato ci sono quindi l’attuazione del programma produttivo è affidata in via esclusiva ad
amministratori dedicati e producendo lucro mentre i soci investitori mantengono una
legittimazione a operare un controllo di merito. È la contribuzione al rischio che identifica i soci e
ne giustifica i poteri, si diventa soci nella misura in cu si versa il capitale e non viceversa come nelle
società di persone. Vi è un principio plutocratico dove tra i soci il potere è proporzionale alla
ricchezza investita. Ciò incentiva a destinare grandi risorsee al contempo delimita la garanzia
patrimoniale e la responsabilità del socio è limitata al conferimento (al contrario delle società di
persone). La spa è infatti dotata di autonomia patrimoniale perfetta. Vi è anche l’opportunità di un
disinvestimento anticipato, infatti è reso possibile cedere ai terzi le proprie quote sul mercato
secondario tramite azioni. Questa possibilità evita un’eccessiva immobilizzazione delle risorse
evitando anche che venga ridotto il patrimonio garantendo anche l’accesso a chi non ha grandi
capitali o capacità imprenditoriali
Le origini e l’evoluzione della disciplina
È erede delle antiche compagnie coloniali

I tipi di spa
La prassi da sempre conosce una pluralità di varianti cioè di specifiche diverse concrete
manifestazioni della vicenda azionaria.si distinguono le società medio-grandi dalle società piccole
con riguardo a dati economici quali patrimonio netto, ricavi e esposizione finanziaria. Esistono spa
con compagine familiare aperte alla partecipazione di nuovi soci e quelle chiuse all’ingresso di altri
investitori (sono tipicamente familiari). Alcune sono quotate nei mercati regolamentati ealtre che
negoziano fuori da questo contesto. Società con titolarità solo presso privati o interamente o
parzialmente in mano pubblica. Ne consegue un impianto normativo articolato in cui vi è un
regime comune per tutte le spa e due statuti speciali, uno per società con compagini sociali molto
ampie e aperte all’ingresso di nuovi soci e un altro per tutte le altre
La società unipersonale
Unica persona che detiene la partecipazione totalitaria della medesima società. , è ammessa di
svolgere l’attività lucrativa nella forma di spa unipersonale sin dal momento della costituzione o
successivamente e non insorge nessuna responsabilità aggiuntiva all’unico socio. Un solo azionista
comporta però degli oneri a carico di costiui e degli amministratori. Esso deve prestare da subito
l’intero apporto della sottoscrizione al capitale al momento della costituzione. Se invece
sopravviene l’unipersonalità i versamenti ancora dovuti dovranno essere versati entro 90gg. In
aggiunta gli amministratori devono rendere pubblica ai terzi l’esistenza di un unico socio
depositando una dichiarazione presso il registro delle imprese (con nome cognome, domicilio ecce
del socio). In caso di inerzia degli amministratori può provvedere anche l’unico socio. Bisogna
segnalare nel registro delle imprese anche se viene ristabilita la pluralità dei soci.ciò è importante
perché in caso di insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le
azioni erano di un singolo, questo risponde illimitatamente. Sempre per la salvaguardia degli
equillibri patrimoniali e dei terzi i contratti della società con l’unico socio o le operazioni a suo
favore sono opponibili ai creditori della società solo se risultano nel libro delle adunanze e delle
deliberazioni del consiglio di amministrazioni o da un atto scritto con data certa anteriore al
pignoramento
La costituzione della SPA le norme sulla società per azioni hanno come finalità la disciplina di una
complessa organizzazione destinata alla raccolta l'impiego di risorse produttive secondo le
caratteristiche illustrate prima. Per la realizzazione di tale vicenda non si considera sufficiente la
stipula in sè di un contratto o un perfezionamento di un atto mi laterale, ma si richiede
instaurazione e il completamento di un procedimento che nasce dalla volontà dei fondatori
passando attraverso una fase di controllo e coordinando con l'iscrizione nel registro delle imprese
acquistando così la personalità giuridica. L'atto che contiene la volontà dei fondatori e ne
determina gli elementi essenziali è l'atto costitutivo. lo statuto invece insieme di regole tramite cui
la società una volta creata potrà funzionare, ovviamente queste regole sono suscettibili a nuove
revisioni e integrazioni

la costituzione della società per azioni


La nascita della persona giuridica societaria e quindi la costituzione della SPA avviene attraverso la
definizione degli elementi formali e sostanziali della società nell'atto costitutivo e la pubblicità
della avvenuta costituzione
L'atto costitutivo e lo statuto: i contenuti
Ai sensi dell'arte 2328 la SPA può essere costituita per contratto o per atto unilaterale
(unipersonale). Perché sorga la società e comunque nel necessario che il socio coi suoi fondatori
redigono un atto costitutivo:

 Deve essere specificata la denominazione e la sede, l'oggetto, il capitale e la durata della


società ossia il DNA dell’ente (il cosa, dove, come, quando) E dunque l'oggetto sostanziale
dell'investimento azionario. Questi elementi sono irrinunciabili pena la nullità della società.
Quanto riguarda l'oggetto bisogna specificare il genere di attività da svolgere, per quanto
riguarda la durata e ammesso che sia il determinata, Per quanto riguarda la sede è
sufficiente la precisazione del comune e la denominazione sociale può essere liberamente
formata
 Eventualmente l’ Inserimento nell'atto costitutivo del numero e delle caratteristiche delle
azioni e della loro emissione, del valore attribuito accrediti conferimenti in natura nonché
le norme con quali gli utili sono ripartiti e le spese per la costituzione. nel caso va affiancato
l'emissione di strumenti finanziari e di obbligazioni, eventuali benefici accordati ai
promotori o ai soci fondatori (tetto del decimo degli utili netti)
 Struttura di governo: il sistema di amministrazione adottato nonche la quantità i poteri
degli amministratori e infine il numero dei componenti dell'organo di controllo. sul piano
della governance societaria salvo diverse indicazione il modello è basato sull'elezione da
parte dell'assemblea dei soci di un consiglio di amministrazione e collegio sindacale quali
organi di gestione e controllo
Nello statuto ci sono le norme relative al funzionamento della società, ad esempio le regole su
emissione e circolazione delle azioni e il funzionamento degli organi sociali, infatti spesso la legge è
suscettibile di deroga o a disposizioni aggiuntive per venire incontro all’eterogeneità dei rapporti
come ad esempio prevedere la devoluzione ad arbitri delle controversie interne. Lo statuto è parte
integrante dell'atto costitutivo componendo le regole dell’organizzazione. In caso di contrasto tra
le clausole dell'atto costitutivo e quello dello statuto prevalgono le seconde (è più di interesse
l’efficiente organizzazione dell’attività sociale
la forma dell'atto costitutivo. Il controllo notarile
Deve essere redatto per atto pubblico. Deve certificare la dichiarazione con cui viene fondata la
SPA e vengono destinati in conferimenti prendendo così la dichiarazione non contestabile punta.
inoltre opera una verifica del notaio circa l' effettiva conformità alla legge. Il notaio ha quindi
funziona di controllo (anche per lo statuto). Il notaio non può ricevere atti espressamente proibiti

Le condizioni per la costituzione


Devono essere rispettate tre diverse condizioni:

 che sia sottoscritto per intero il capitale sociale. Corrisponde al principio di effettività in
senso lato del capitale, devono quindi constare corrispondenti impegni individuali da parte
dei soci, in modo che il capitale sociale sia reale ed attuale
 che siano rispettate le previsioni in materia di conferimenti (2342, 2343) ossia per il 25%
dei conferimenti in denaro e la totalità di quelli di altra natura la società abbia sicura
disponibilità di risorse e che il valore corrisponda esattamente a quello sottoscritto
 Che l'oggetto sia autorizzato per la costituzione della società provenienti da soggetti di
diritto pubblico, ad esempio per l’attività bancaria deve esserci autorizzazione della banca
d’italia, ma concerne soltanto quelle autorizzazioni che devono intervenire prima della
stipula dell’atto costitutivo
Le modalità di costituzione istantanea e per pubblica sottoscrizione
il codice civile appronta 2 diversi procedimenti:

 Costituzione istantanea: diffusa nella prassi, prevede che i soci sottoscrivano interamente
il capitale nel momento in cui determinano i contenuti dell’organizzazione sociale con la
stipula dell’atto costitutivo
 Pubblica sottoscrizione: prevede che programma, sottoscrizioni, formulazione dell’atto
costitutivo , statuto, e stipula finale avvengano in momenti differenti e che le sottoscrizioni
siano sollecitate presso il pubblico e dunque tra investitori sconosciuti
L’iscrizione nel registro delle imprese e le operazioni prima dell’iscrizione
I relazione alla procedura d’iscrizione il 2330 impone al notaio di depositare l’atto costitutivo entro
20gg presso il registro delle imprese nella circoscrizione della sede sociale e allegati i documenti
del 232. Se il notaio non adempie nei termini può farlo ciascun socio. Deve esserci una richiesta di
iscrizione su cui il registro fa un controllo formale della documentazione e una volta iscritta avrà
personalità giuridica.
Anche nel periodo antecedente all’iscrizione, la stipula dell’atto costitutivo produce un irrevocabile
vincolo dei sottoscrittori ai conferimenti (vincolo che può essere sciolto se dopo 90gg non c’è
iscrizione). Gli atti compiuti in nome della spa prima dell’iscrizione , sulla sfera soggettiva di coloro
che partecipano alla fase di costituzione della spa, sono illimitatamente e solidamente responsabili
verso i terzi coloro che hanno agito (oltre che di queli che hanno deciso ordinato o consentito
l’operazione). Comunque anche nella fase anteriore all’iscrizione esiste una forma di società la cd
società in formazione e dunque dotata di soggettività anche se senza ad es autonomia
patrimoniale. la società in formazione è provvisoriamente disciplinata per i rapporti tra soci o per
le parti non regolate dal 2330/2331 dalle norme in tema di società semplice

Le modificazioni dello statuto


Modifiche dell’assetto regolamentare originario della spa. Le modificazioni dello statuto
prevedono una disciplina generale con il 2436. Le modificazioni sono di competenza
dell’assemblea straordinaria con le normali maggioranze previste dal 2368/2369. Inoltre per le
considerazioni di natura non strategica è possibile inserire nello statuto la delega all’organo
amministrativo o al consiglio di sorveglianza
Il procedimento
L’assemblea straordinaria dei soci delibera con i normali quorum costitutivi e deliberativi. Il 2436
prevede l’iscrizione presso il registro delle imprese della delibera di modifica proveniente da
notaio che ha verificato la congruità con la legge. Se la verifica ha esito negativo il notaio avverte
gli amministratori che entro 30gg convocano un assemblea per gli opportuni provvedimenti o
insistere sulla delibera presa ricorrendo a un tribunale. Se non fanno nulla dopo i 30gg la
deliberazione è definitivamente inefficaice. Se si opta per il tribunale si apre il procedimento di
omologazione in via residuale se si ritiene infondata la valutazione del notaio. Il tribunale emette
un decreto di conformità a legge. Se l’esito è positivo si procede con l’iscrizione e così può
produrre effetti la delibera di modificazioni dello statuto. Nel 2436 per pubblicità notizia deve
essere depositato nel registro il testo integrale nella sua redazione aggiornata

La nullità della spa


La presenza della spa nel mercato determina un esigenza di certezza della sua azione sia per la
circolazione della ricchezza che la produzione della ricchezza in modo che siano sicuri gli scambi
operati dagli attori del mercato con la spa . occorre garantire l’incontrovertibilità e la conoscibilità
dell’esistenza della società con le sue regole ed elementi. Se le regole della società si rilevano,
nonostante i controlli preventivi, posteriormente viziati: vi è l’art 2332 che disciplina la nullità
della società. Vi è stabilita la tassativa individuazione da parte del legislatore di specifiche ipotesi
di contrarietà alla legge (non come er i contratti dove è nullo ogni contratto contrario alle norme
imperative), ossia nei casi di: mancata stipulazione dell’atto costitutivo nella forma dell’atto
pubblico, illeceità dell’oggetto sociale, mancanza nelll’atto costitutivo di ogni indicazione
riguardante la denominazione, conferimenti, capitale sociale e oggetto sociale. È quindi irrilevante
sul piano dell’invalidità la violazione di altre norme imperative. Questa disciplina copre anche tutte
le ipotesi di annullabilità o inefficacia dell’atto costitutivo. Al contrario dei contratti la dichiarazione
di nullità della spa è per legge caratterizzata da irretroattività dei relativi effetti e i soci non sono
liberati dall’obbligo del conferimento fino a quando non sono soddisfatti i creditori sociali. Il
legislatore dispone che una reazione adeguata al manifestarsi dell’eventuale nullità è
rappresentata dalla liquidazione e si affianca alle ipotesi del 2484 quale motivo di scioglimento e
estinzione della spa. Al contrario del contratto è invece possibile sanare una spa colpita da nullità,
la causa di nullità può essere eliminata e di tale eliminazione è stata data pubblicità con
l’iscrizione nel registro delle imprese. È invece soggetta alla nullità contrattuale per tutti gli aspetti
non coperti dal 2332 es art 1422 e 1421.
Se non l’intero atto costitutivo o solo alcune clausole statutarie sono viziate cioè contrarie a
norme imperative ( ad es sottrarre poteri inderogabili al collegio sindacale), nulla esclude che esse
siano dichiarate nulle, ma a causa del 2332 impedisce la nullità della società.
Per quanto riguarda l’invalidità della singola partecipazione (non può mai provocare la nullità della
società al contrario dei 1420 e 1446) ad es uno a cui il consenso è estorto con violenza può
chiedere l’annullamento della partecipazione, ma l’invalidità non potrà mai avere effetto
retroattivo dovendo garantire tutela ai creditori e per effetto della sentenza di annullamento non
verrà restituito quanto conferito ma il valore attuale
Per quanto riguarda i vizi delle modifiche statutarie si fa riferimento all’invalidità delle delibere
assembleari…..
I patti parasociali
Con la redazione dello statuto i soci definiscono le regole che sovraintendono le concrete modalità
di realizzazione dell’interesse sociale. Il socio è libero di determinarsi nell’esercizio dei diritti e
poteri come vuole, può decidere se partecipare alle assemblee, se votare a favore o contro o se
impugnare una delibera. Gli azionisti costruiscono inoltre vincoli e accordi fra loro che si affiancano
allo statuto nella regolamentazione delle posizioni degli azionisti e questi sono detti patti
parasociali ossia accordi negoziali tra tutti o parte dei soci con “sindacati di voto” (i soci si
impegnano come indicato da un consulente) o “sindacati di blocco” (limita la libertà di disporre
delle proprie azioni) e altri soci si impegnano a votare ogni anno una certa distribuzione di utili.
Questi patti garantiscono quindi determinati equilibri di potere. La violazione degli accordi va
trattata come un normale inadempimento contrattuale, ma mai all’invalidità di delibere
assembleari o di contratti aventi oggetto le azioni sindacate (il voto anche se difforme sarebbe
valido, la cessione anche se vietata sarebbe valida). Questi accordi hanno quindi connotazione
extrasociale, ma incidono in maniera molto significativa sulla realizzazione delle regole statutarie,
si pensi ai sindacati di voto, nonostante questa ingerenza il legislatore ha dato la piena validità
degli accordi parasociali. La norma ha però specificato che gli accordi in parola non possono avere
durata superiore a 5 anni neanche se pattuito diversamente , se non c’è termine il socio può
recedere con preavviso di 180gg. Per quanto riguarda la pubblicità i patti devono essere
comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea con trascrizione nel verbale
presso il registro delle imprese, tutto questo se fanno ricorso al mercato del capitale di rischio

La struttura finanziaria
Gli elementi della struttura finanziaria della spa
Ha una fisiologica apertura al reperimento nel mercato di investimenti finanziari e gli investitori
ricevono strumenti rappresentativi della posizione che essi rivestono nell’ambito
dell’organizzazione sociale. La società riceve il capitale cioè la provvista primaria di rischio con cui
si lega agli azionisti e avranno voce in capitolo in relazione all’esercizio comune dell’impresa. Le
azioni sono destinate a circolare realizzando la possibilità di disinvestimento tramite titoli azionari.
È solo eventuale invece la creazione e assegnazione di altri strumenti finanziari partecipativi
emessi a fronte di un contributo non finanziario ( prestazione d’opera). Eventuale ma ricorrente è
l’emissione di obbligazioni prendendo risorse a debito, e dato che non sono capitale di rischio ma
di debito non godono degli stessi diritti partecipativi dei soci, anche se sono tutelati data la loro
posizione
Il capitale sociale
È l’insieme die mezzi originariamente prestati dai soci e corrispondenti a un vincolo di stabile
destinazione nella società di risorse per un pari importo netto allo svolgimento dell’attività
produttiva che costituisce l’oggetto sociale. Capitale come fatto: perché una spa si costituisca è
necessario che sia effettuata per intero la sottoscrizione del relativo capitale . la cifra del capitale è
uno storico che consente di raffrontare ciò che è stato promesso dai soci e a cui non corrisponde
un debito. Capitale come regole: impone un vincolo di mantenimento e costante auto
destinazione all’attività di mezzi per importo almeno pari, al netto dei debiti sociali, alla cifra
risultante dalla somma delle sottoscrizioni medesime. È necessario che la previsione dell’adozione
di un dato capitale sociale avvenga con una clausola statutaria, conseguendone la fissità del
capitale cioè la sua tendenziale invariabilità nel tempo, per aumentare il capitale serve infatti una
modifica dello statuto decisa dall’assemblea straordinaria. Discende un rigoroso vincolo di non
distribuzione : divieto di ripartizione degli utili in caso di perdita di capitale fino a che non è
reintegrato o ridotto in corrispondente misura, la restituzione dei conferimenti ai soci e quindi la
riduzione del capitale non è libera ed è condizionata alla sostenibilità dell’operazion. Il capitale
minimo per le spa è 50.000 euro e il notaio non può ratificare l’atto costitutivo se la cifra è
inferioe. Se si riduce al disotto della soglia, se non si provvede vi è pena lo scioglimento
La formazione del capitale: le sottoscrizioni del capitale sociale e i conferimenti in denaro
la cifra del capitale sociale coincide con quella risultante dalle sottoscrizioni dei soci, non è
pensabile che la società dichiari un capitale per una somma superiore a quella espressa nelle
sottoscrizioni (2329) nè è contemplato il cosiddetto capitale autorizzato ossia la quota massima di
capitale da potersi raccogliere nel corso della vita della società, mentre compete agli
amministratori l'emissione delle azioni e raccogliere così nuovo capitale (sistema simile è previsto
con la cosiddetta delega agli amministratori ma sotto precise condizioni entro certi limiti
temporali). con la dichiarazione di sottoscrizione chi la emette assume l'impegno ad effettuare una
prestazione in favore della spa.
Se nell'atto costitutivo non è stato stabilito diversamente il conferimento deve farsi in denaro,
altrimenti può farsi una delibera di aumento di capitale sociale mediante conferimenti in natura. e
richiesto che un quarto dei conferimenti in denaro debba essere versato immediatamente alla
sottoscrizione dell'atto costitutivo (2342) in modo da provvedere alle esigenze minime di start-up
e garantendo coinvolgimento nell'iniziativa comune, spetta poi agli amministratori chiedere i
versamenti residui (anche se pende l'obbligo di conferimento le azioni possono comunque
circolare, ma l’alienante non è liberato per i successivi 3 anni). dopo 15 giorni dalla pubblicazione
di una diffida Sulla Gazzetta Ufficiale gli amministratori possono fare da sé: offrire le azioni non
liberate prima gli altri soci e poi al mercato, in mancanza il socio de cade e la società trattiene le
somme già riscosse. il socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto.
I conferimenti diversi dal denaro
Il legislatore vuole assicurare che il capitale sociale reale sia certo nel se e nel quanto Avendo
certezza della disponibilità degli apporti promessi a copertura delle sottoscrizioni in modo che
siano utilizzabili in concreto e che il valore di tali risorse sia pari alla quota di capitale sociale
sottoscritto. Effettività in senso stretto: Devono essere integralmente liberate all'atto della
sottoscrizione ,per evitare che si riveli a posteriori ineffettivo. È ammissibile il conferimento non
solo in proprietà, ma anche in godimento (su un immobile). Non possono formare oggetto di
conferimento le prestazioni di opera o di servizi (Gli amministratori non hanno pieno controllo del
fattore conferito). La stima del valore del bene o del credito apportati è data da una relazione
giurata di un esperto indipendente e nominato dal tribunale. Vi è anche un controllo della stima da
parte degli amministratori 180 gg dopo. Il capitale deve essere ridotto se la revisione da un valore
inferiore di oltre 1/5 di quello originale a meno che il conferente non integra in denaro o recede
del tutto dalla società, Nel periodo di revisione le azioni sono inalienabili e il socio ha diritto a
restituzione solo se possibile in tutto o in parte in natura.(2343).
Una perizia del conferimento non è necessaria se:
 Il conferimenti riguardano valori mobiliari o strumenti del mercato monetario
 Al bene ha portato sia attribuito un valore corrispondente al FAIR VALUE a cui il bene
medesimo e stato iscritto nel bilancio del conferente.
 Il bene sia portato per un valore corrispondente a quello che risulti dalla valutazione di un
esperto indipendente non più di sei mesi prima del conferimento
Gli amministratori devono verificare la permanenza dei requisiti di esenzione e poi depositare una
dichiarazione presso il registro delle imprese indicando i beni e il valore
gli acquisti da soggetti correlati alla spa e la compensazione tra il debito al conferimento del
sottoscrittore e il credito da questi vantato verso la società
si vuole evitare l'eventualità che chi abbia sottoscritto le azioni concordi con la società di non
effettuare il proprio conferimento per operare una compensazione tra il debito della sottoscrizione
e un credito derivante da un'altro negozio stipulato tra quest'ultimo e la società. l'acquisto da
parte della spa di recente costituzione, di beni o crediti di soggetti a essa correlati possono
avvenire solo con una rigorosa procedura. 2343 nei due anni dall'iscrizione della spa, a fronte di un
corrispettivo pari almeno al decimo del capitale sociale riguardi beni o crediti di promotori,
fondatori, soci amministratori: l'acquisto deve essere autorizzato dall'Assemblea, il verbale il
verbale dell'assemblea deve essere depositato presso il registro dell'imprese dagli amministratori,
ai soci deve essere messa a disposizione una stima del bene da acquistare. tutto questo e per
impedire il c.d annacquamento del capitale sociale. vi sono esenzioni per acquisti in condizioni
normali per operazioni correnti e per acquisti nei mercati regolamentati in cui non c'è pericolo di
strumentale sopravvalutazione del bene. la violazione della procedura comporta la solidale
responsabilità di amministratori e alienante per i danni a soci o terzi
il sovraprezzo e gli altri apporti fuori capitale
Nome vero che a ogni apporto del socio debba core rispondere l'imputazione in capo a questi di
una quota di capitale sociale. È possibile infatti che tutti o alcuni soci effettuino prestazioni
aggiuntive rispetto a quelle necessarie a formare il complessivo capitale sociale accrescendo
patrimonio della società senza per questo aumentarne il capitale. Questo è il sovrapprezzo ,
tipicamente previsto dalla legge la società deve richiederlo Quasi come fosse un ticket d'ingresso
della società (versamento di 120 per azioni nominali di 100).
Diversa è l'ipotesi in cui il socio effettua un conferimento capitale “individualmente esuberante”:
un'azionista si obbliga ha un conferimento superiore rispetto a quello sufficiente per le azioni da
emettere in suo favore, per consentire l'emissione in favore di un'altro socio di un numero di
azioni per un valore più che proporzionale rispetto al conferimento di quest'ultimo (conferire
10.000 euro a fronte di 5000 azioni da 1 euro) (2346).
Vi sono inoltre altri versamenti a patrimonio diversi dai precedenti a cui non corrisponde una
variazione del capitale sociale, come ad esempio versamenti in conto capitale o a fondo perduto.
queste somme incrementano il patrimonio netto in un vi è diritto di restituzione se non in caso di
liquidazione. Molto distinti sono i prestiti che i soci eroghino alla società, dove il socio diventa
creditore come qualsiasi terzo
Le azioni con prestazioni accessorie
oltre l'obbligo dei conferimenti, l'atto costitutivo può stabilire l'obbligo dei soci di eseguire
prestazioni accessorie non in denaro determinandone il contenuto, la durata, le modalità e il
compenso, oltre a sanzioni per l'inadempimento. Questo è per vincolare gli azionisti per la
realizzazione dell'attività sociale (prestazioni d’opera). Si realizza quindi una personalizzazione
della partecipazione azionario: le azioni circolano solo con un consenso degli amministratori e se
non disposto altrimenti, gli obblighi di prestazione accessoria non possono essere modificati senza
il consenso di tutti i soci (2345)

Le azioni. Creazione ed estinzione


Ai sensi del 2346 la partecipazione sociale è rappresentata da azioni.

 L'assegnazione di azioni attesta e quantifica la partecipazione al capitale sociale dei diversi


soci
 Dal numero e tipo di azioni assegnate discendono peso e caratteri della partecipazione
all'attività sociale ossia la quantità di diritti e obblighi dei soci
 il possesso o la disponibilità dei titoli azionari condiziona l'acquisto e l'esercizio dei diritti
partecipativi, come i titoli di credito e i diritti in essi incorporati
Significato delle azioni quale partecipazione al capitale. il valore nominale delle azioni
Le azioni indicano per questo punto di vista in che misura la collettività dei soci valuta il
conferimento del singolo in termini di risorsa produttiva. Le azioni si considerano una misura
prefigurata di investimento e l'unità minima di apporto finanziario. Le partecipazioni se
considerano del tutto fungibili l'una alle altre, attuando così il principio essenziale di
spersonalizzazione della partecipazione
La legge regola il valore nominale delle azioni ossia la precisa porzione del capitale corrispondente
alla singola azione deve corrispondere alla divisione fra capitale sociale e numero di azioni emesse.
misura i diritti spettanti a ciascuno di loro e non è consentito emettere azioni di diverso valore
nominale. il valore reale invece dipende dal valore della SPA in un dato momento storico, si
distingue quindi un valore contabile delle azioni e un valore effettivo, il valore effettivo si
determina con riguardo alla continuità dell'impresa o nell'ottica della sua liquidazione.
Il valore nominale non è un dato essenziale dell'organizzazione formale della spa, e se non
compare nell'atto costitutivo si avrà una spa con azioni senza valore nominale o inespresso. In
questo caso conta il numero delle azioni possedute il rapporto al totale delle azioni emesse (non si
guarda se uno ha il 10% del capitale, ma il 10% delle azioni). Il numero complessivo delle azioni
emesse e l’ammontare del capitale sociale devono essere indicati nei titoli azionari emessi , per far
conoscere al sottoscrittore il proprio peso
Creazione delle azioni
La creazione delle azioni implica la formazione del capitale sociale e che ne sia effettuata dai soci
la relativa sottoscrizione: una dichiarazione con cui essi si vincolano a prestare conferimenti per
una somma almeno pari a ciò che sottoscritto. La sottoscrizione del capitale può avvenire al
momento della costituzione della spa oppure nel corso dell’attività sociale se si delibera un
aumento di capitale tramite nuovi conferimenti. Altrimenti sempre durante la vita si può
aumentare il capitale sociale tramite imputazione a capitale di altri fondi o utili di patrimonio
netto. Specularmente al venir meno del capitale si estinguono le azioni e l’annullamento dei
corrispondenti titoli in caso di scioglimento, modifica dello statuto o scioglimento del singolo
rapporto con un socio
La creazione e l’assegnazione delle azioni nella costituzione della spa
Sottoscrizione delle azioni rappresentative del capitale al momento della stipula dell’atto
costitutivo, versamento del 25% in denaro subito e tutto se è in natura. La violazione di una norma
imperativa in materia di sottoscrizione e conferimento della spa determina una nullità della
partecipazione senza efficacia retroattiva e comporta la liquidazione in denaro della propria quota
in termini analoghi al recesso
L’emissione successiva. L’aumento del capitale sociale gratuito
Se nel contesto economico finanziario si ritiene di fare ricorso a risorse interne vincolate all’affare
comune
aumento di capitale gratuito: mera operazione contabile di imputazione al capitale di valori
patrimoniali già presenti in società, ossia mezzi propri. È necessario che possieda fondi propri in
misura superiore rispetto a quelli corrispondenti all'importo del capitale sociale precedentemente
stabilito. queste risorse perdono il connotato della disponibilità e vengono assoggettate al
precetto della non restituibilità tipico del capitale sociale. Questo potere è in mano all’
assemblea(2442).
L'operazione si concreta in una deliberazione dell'assemblea straordinaria modificativa dello
statuto con cui si decide di imputare a capitale le risorse patrimoniali della società. In secondo
luogo l'operazione può ( ma non deve) concretarsi nell'emissione di nuove azioni. se si e mette le
azioni devono avere le stesse caratteristiche di quelle in circolazione che devono essere assegnate
gratuitamente agli azionisti il proporzione di quelle da essi già possedute. Seno statuto lo prevede
l'assemblea straordinaria può deliberare l'assegnazione di utili ai prestatori di lavoro dipendenti
della società con speciali categorie di azioni (per favorire l’azionariato dei dipendenti). In
alternativa l'aumento di capitale gratuito può attuarsi anche le piante aumento del valore
nominale delle azioni circolazione).
L’aumento di capitale tramite nuovi conferimenti
Emissione di nuove azioni successiva alla costituzione con un operazione di aumento di capitale
tramite nuovi conferimenti (a pagamento) per effettuare ad esempio un piano di sviluppo
raccogliendo ex novo altri conferimenti da sottoporre al rigido regime vincolistico del capitale
sciale . si attua mediante una modifica dell’atto costitutivo tramite l’assemblea dei soci (2436) che
delibera in sede straordinaria (2436) oppure se previsto dallo statuto delega all’assemblea degli
amministratori fino a un massimo di ammontare predeterminato (2443). Al contrario dell’aumento
gratuito occorre che intervengano nuove sottoscrizioni. L’adozione del nuovo capitale si
perfeziona nel momento in cui concorrono la delibera di aumento di capitale e la raccolta da parte
degli amministratori delle relative sottoscrizioni entro un termine finale stabilito nella delibera di
aumento. Se manca una previsione assembleare , le sottoscrizioni parziali alla scadenza del
termine diventeranno inefficaci. Vi sono una serie di regole per assicurare l’effettività del capitale:

 2438 e vietata la realizzazione di una aumento di capitale fino a quanto non costi
l’integrale liberazione delle azioni precedentemente emesse
 Se in denaro il 25% deve essere versato all’atto della sottoscrizione
 Deve essere dichiarato espressamente se possono accettare apporti in natura e dato
integralmente assieme a una relazione di un perito tranne per le esenzioni previste dal
2343. Per l’art 2444 entro 30gg dalle sottoscrizioni gli amministratori devono depositare
nel registro delle imprese l’attestazione dell’avvenuto aumento di capitale, questa è una
mera efficacia dichiarativa e non condiziona l’efficacia dell’aumento di capitale
Il diritto di opzione
L’aumento tramite nuovi conferimenti potrebbe portare a un’alterazione delle percentuali di
partecipazione in società degli azionisti variando i rispettivi diritti e obblighi. Per evitare quindi il
rischio di una alterazione non concordata dei rapporti tra i soci, il legislatore riconosce ai singoli
soci il diritto di opzione : le azioni di nuova emissione devono essere offerte in opzione ai soci in
proporzione delle azioni possedute. La legge prevede le regole di procedimento di raccolta delle
nuove sottoscrizioni:
l’offerta societaria va pubblicata dagli amministratori presso il reg. imp. E reso noto sul sito web
della società; per l’esercizio del diritto di opzione decorre un termine da precisare nell’offerta e
non inferiore a 15gg. Il legislatore stabilisce che le azioni inoptate( non sottoscritte allo scadere
dell’offerta di opzione) non possono essere liberamente collocate dagli amministratori: (per quelle
non quotate si riconosce un diritto di prelazione, in quelle quotate i diritti di opzione non esercitati
devono essere offerti sul mercato regolamentato per almeno 5 riunioni). Questo meccanismo però
ad esempio può impedire che grossi investitori entrino nella compagine azionaria se sono disposti
a portare capitali solo a fronte di una grossa partecipazioni (cosa difficile essendoci il diritto di
opzione). Per questo il diritto di opzione può essere escluso in casi tipicamente individuati e
deliberati dall’assemblea: 2441

 Quando le azioni devono essere liberate tramite conferimenti in natura


 Quando lo esige l’interesse della società
 Quando le azioni sono offerte ai dipendenti della società/controllanti e controllate
 La deliberazione di aumento di capitale con esclusione dell’opzione determina il prezzo di
emissione delle azione in base al valore del patrimonio netto
 2441 oer le società quotate il diritto di opzione può tout court escludersi senza ragione
particolare nei limiti del 10% del capitale preesistente

Estinzione delle azioni, la riduzione reale


È l’operazione opposta all’aumento. La riduzione reale del capitale presuppone un corrispondente
impoverimento della società con correlativa restituzione ai soci. La riduzione nominale non
determina uscite di risorse, ma un riallineamento tra l’importo del capitale da statuto e il più basso
importo del patrimonio netto di cui la società dispone in un dato momento
Riduzione reale: di competenza dell’assemblea straordinaria (2445) dove si può scegliere o il
rimborso (parziale) del capitale versato o la liberazione dall’eventuale debito residuo ai
versamenti. Questa scelta è discrezionale alla maggioranza assembleare. Bisogna anche motivare
le ragioni e le modalità della riduzione. La deliberazione può essere eseguita solo dopo 90gg
dall’iscrizione del registro delle imprese purchè entro i 90gg nessun creditore sociale anteriore
all’iscrizione abbia fatto opposizione. Per i creditori infatti il capitale è garanzia indiretta rispetto
alla solvibilità della società. La società può rivolgersi al tribunale se ritiene infondato il pregiudizio
per i creditori. L’operazione comporta la riduzione del valore nominale delle azioni oppure
l’estinzione di alcune azioni ( verso ogni socio proporzionalmente)

La riduzione del capitale sociale per perdite


In conseguenza di dati negativi , il patrimonio netto della società (attività-passività) risulti
inferiore alla cifra di capitale sottoscritto e stabilmente adottato dai soci . il legislatore si
preoccupa del mantenimento dell’investimento effettivo in società. Le perdite di capitale
constatano che l’organizzazione della società non si sta svolgendo per nel miglior modo per lo
scopo lucrativo, a scapito dei soci e creditori. Il legislatore quindi interviene con norme imperative:

 Se la perdita di capitale sociale è superiore a 1/3 (patrimonio netto sotto i 2/3 del cpaitale
nominale) gli amministratori/ consiglio di gestioni/ i sindaci o la sorveglianza (in caso di
inerzia) hanno obbligo di convocare l’assemblea per una relazione sulla situazione
patrimoniale e che l’assemblea assuma opportuni provvedimenti (la perdita può essere
solo temporanea o strutturale) . 2446: se entro l’esercizio successivo a quello della
perdita, questa non è diminuita a meno di 1/3 l’assemblea ordinaria o il consiglio di
sorveglianza deve ridurre il capitale in proporzione alle perdite accertate , se questi non
provvedono, amministratori, sindaci o sorveglianza possono rivolgersi al tribunale per
disporre la riduzione
 Se il patrimonio netto scende sotto il capitale minimo delle spa, l’assemblea convoca senza
indugio per deliberare la riduzione di capitale e il contemporaneo aumento a una cifra non
inferiore al minimo, o la trasformazione in una società con capitale minimo inferiore,
determinandosi altrimenti lo scioglimento della società
 Se la perdita è inferiore a 1/3 l’assemblea può comunque assumere la decisione di
riallineamento tra misura statutaria e quella effettiva ( riduzione facoltativa) , gli
amministratori devono comunque fare una relazione patrimoniale e un consenso da parte
dei creditori per la riduzione.
Anche la riduzione nominale comporta o la riduzione del valore nominale di tutte le azioni esistenti
o l’estinzione di alcune di esse (colpendo proporzionalmente ogni socio, salvo che non ci siano
categorie di azioni postergate nella sopportazione delle perdite).

La partecipazione azionaria
Caratteri generali della partecipazione azionaria
Altro ruolo assegnato dalla legge alle azioni è quello di rappresentare la partecipazione
individuale all'attività sociale . Non si intende quindi la quota unitaria dell'investimento ma una
ideale porzione unitaria del rapporto che Lega l'azionista alla società. Questo rapporto è
rappresentato dai diritti e obblighi collegati alle azioni possedute. Le azioni sono unità minime
indifferenziate in quanto sono indivisibili, inscindibili, uguali.
Indivisibilità e inscindibilità dell'azione
2347 le azioni sono indivisibili. Non è consentito suddividere in più parti la partecipazione
all'attività sociale, per imputare separatamente ai titolari delle singole parti, in modo frazionato,
diritti e obblighi sociali. Ciò non esclude che l'azione possa essere oggetto di contitolarità tra più
persone, In questo caso i diritti dei comproprietari devono essere esercitati da un rappresentante
te comune nominato a maggioranza.
È possibile che l'assemblea straordinaria decida una variazione verso il basso o verso l'alto del
valore nominale unitario delle azioni. nel primo caso avviene il frazionamento delle azioni, nel
secondo il raggruppamento. Le azioni sono anche inscindibili, ossia non è ammissibile il
frazionamento che consista nel disporre in modo parziale del contenuto dell'azione in favore di
altri soggetti, con l'attribuzione ai medesimi solo di uno o più diritti azionari, separandoli rispetto
alla titolarità dell'intera partecipazione. è infatti considerata inammissibile la vendita del voto,
separatamente dalla vendita dell'intera partecipazione

Uguaglianza e autonomia
le azioni Attribuiscono ai relativi titolari partecipazioni uguali l'una dall'altra 2348 Infatti devono
essere di uguale valore e conferiscono uguali diritti ( È la base della spersonalizzazione). ciò non
implica però che tutte le azioni emesse da una società debbano essere identiche, anzi si consente
la creazione di categorie diverse di azioni attributive di diritti particolari Così da intercettare
investitori con diversi interessi. non è ammissibile che la diversa partecipazione sia legata, anziché
al tipo di azione posseduta, alla persona. Differenze tra azionisti con azioni della stessa categoria si
determinano in base alla quantità di quelle possedute (plutocratico).
Rilevante in dottrina è l’autonomia delle azioni , secondo cui ognuna di esse attribuirebbe al
possessore prerogative esercitabili in modo autonomo con un esercizio diversificato di
prerogative sociali fondamentali con il c.d. voto divergente (potrebbe votare a favore, contro, e
astenersi contemporaneamente). Ci sono argomenti contrari ossia che i diritti sono riconosciuti al
socio che per definizione è unitario
Il contenuto della partecipazione azionaria
Dalla titolarità delle azioni discendono i diritti sociali sia di tipo patrimoniale che amministrativo
Il diritto agli utili
Il diritto agli utili e il diritto alla quota di liquidazione della società in sede di scioglimento generale
o parziale del rapporto sociale ed è requisito dello scopo lucrativo. Invalida sarebbe una clausola
che escludesse il diritto agli utili o alla quota di liquidazione degli azionisti. Il dividendo matura
ogni anno nella misura in cui la società produce un'utile di esercizio distribuibile e ne decida la
distribuzione. gli utili da distribuire devono essere realmente conseguiti e risultino da un bilancio
regolare è approvato. è necessario:

 che risultino utili di esercizio dal conto economico relativo all'anno in discussione
 che gli utili trovino capienza nello stato patrimoniale della società al netto delle perdite
prodotte negli esercizi precedenti in modo da non intaccare i creditori sociali infatti i diritti
degli azionisti sono postergati a quelli degli altri creditori.. Occorre che residui un
patrimonio netto di valore almeno pari al capitale sociale.
 Per sorgere la percezione del dividendo è necessario che vi sia una delibera da parte
dell'assemblea dei soci, la quale Espressamente stabilisca la distribuzione dei dividendi
dedotti gli accantonamenti ex lege o per statuto
Il diritto di recesso
Il successo della SPA è anche dovuto alla facilità di disinvestimento soprattutto grazie alla
possibilità di trasferire la propria partecipazione nel mercato tramite prezzi che dipendono dalla
percezione esterna della spa di produrre utili. Dato che ciò non è sempre possibile e comunque
garantito il diritto di recesso, ossia il potere di sciogliersi dalla società per mezzo di una
manifestazione unilaterale di volontà e di ottenere anticipatamente la quota di liquidazione (2347)
questo diritto è riconosciuto al verificarsi di alcune alterazioni significative dell'organizzazione che
incidono sul programma produttivo originari. Sono cause inderogabili di recesso quelle di
notevole impatto sul l'interesse del socio come la modifica dell'oggetto sociale o la trasformazione
della società o il trasferimento all'estero eccecc . è nullo ogni patto volto a escludere o rendere più
gravoso l'esercizio del diritto di recesso.
vi sono altre ipotesi derogabili ossia previste solo laddove lo statuto non disponga diversamente:
proroga del termine della società, introduzione o rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli
azionari.
E consentito che la tutela del socio venga rafforzata con l'inserimento in statuto di ulteriori cause
di recesso oltre a quelle legali purché collegati a mutamenti importanti del programma
organizzativo e non mere vicende della società. legittimato a recedere e l'azionista che non abbia
votato a favore della delibera modificativa e il recesso può essere esercitato anche solo per alcune
delle azioni possedute
è infine riconosciuto a ogni socio di società non quotate e costituita a tempo indeterminato, un
diritto di recesso ad nutum Cioè esercitabile in qualsiasi momento e non collegato a particolari
ragioni (dato che non quotata non può vendere e rimarrebbe se no imprigionato)
modalità di recesso: Il recesso deve essere esercitato con lettera raccomandata entro 15 giorni
dall'iscrizione nel registro delle imprese della delibera, Se il fatto non è una deliberazione il
termine è 30 giorni dalla conoscenza del fatto in parola da parte del socio. Esercitato il recesso le
azioni del socio precedente devono rimanere depositate presso la sede sociale per evitarne la
circolazione. Valore della liquidazione è stabilito dagli amministratori (sentito il parere del collegio
sindacale e revisori di conti), tenuto conto della consistenza patrimoniale della società e delle sue
prospettive reddituali, nonché dell’ eventuale valore di mercato delle azioni, ossia in base ai valori
reali attuali e non in base ai valori di bilancio. per le azioni quotate la liquidazione è calcolata con la
media aritmetica dei prezzi di chiusura nei sei mesi che precedono la pubblicazione delle
deliberazioni che legittimano il recesso. Per i recessi legittimati da una delibera assembleare il
socio recedente può vedere anticipatamente il valore delle azioni ai fini del recesso nei 15 giorni
precedenti la data per l'assemblea. Se questo valore viene contestato viene effettuata una stima
da un esperto nominato dal tribunale tramite relazione giurata
a differenza delle società di persone il recesso non determina in linea di principio l'estinzione della
partecipazione sociale bensì il suo trasferimento ad altri soggetti, infatti le azioni devono essere
offerte in opzione ad altri soci comprandole al valore di stima. Le azioni Non acquistate né da soci
né da terzi devono essere acquistate dalla società attingendo a riserve disponibili o utili
distribuibili. sei fondi non sussistono si attua una riduzione del capitale sociale. In caso di
opposizione dei creditori dovrà essere deliberata dall'Assemblea o lo scioglimento della società
oppure la revoca della delibera da cui si era originato il diritto di recesso
i diritti amministrativi della generalità dei soci. Il diritto di voto
Esprimono i modi e i termini di partecipazione del socio alla realizzazione dell'attività sociale
Dunque essenzialmente i diritti di intervento in assemblea e di voto. Separata considerazione
hanno le situazioni Di protezione della minoranza azionaria nei confronti della maggioranza.
Attraverso il diritto di voto gli azionisti hanno la possibilità di concorrere alla volontà assembleare
e incidere sulla vita sociale, anche influendo indirettamente nei confronti della gestione, specie
attraverso nomina e revoca degli amministratori. Incidere col voto non è un profilo essenziale della
partecipazione azionaria, infatti sono ammesse azioni senza diritto di voto o con diritto di voto
limitato (ha particolari argomenti o subordinato ad alcune condizioni). L'ordinamento riconosce
un potere non assoluto di creare azioni senza diritto di voto o limitato infatti il valore di tali azioni
non può complessivamente superare la metà del capitale sociale (se no non ci sarebbe possi
possibilità di controllo). Si adotta il sistema generale di un'azione-un voto , Viene quindi
incoraggiato l'investimento quale principale mezzo per ottenere il comando societario col principio
plutocratico. Vi sono però delle deroghe:
se la società vuole avere un comando stabile il 2351 rende possibile attraverso lo statuto, la
creazione di azioni con diritto di voto plurimo anche per particolari argomenti fino a un massimo di
tre voti (con poco investimento hanno molto controllo). Lo statuto non può far scendere la
partecipazione minima di controllo al di sotto del 12,5%+1 del capitale. Il voto plurimo è oggetto di
espresso divieto nelle società quotate per proteggere il meccanismo di contendibilità del
controllo, le azioni a voto plurimo rimangono solo se emesse anteriormente alla quotazione.
Statutariamente In relazione alla quantità di azioni possedute da un soggetto può stabilirsi il diritto
di voto limitato ad una misura massima o disporne scaglionamenti
I diritti della minoranza
Al fine di tutelare l'ingiusto approfittamento da parte di alcuni soci della posizione di potere,
vengono riconosciuti agli azionisti che hanno quote minori dei diritti della minoranza. In primo
luogo hanno prerogative funzionali alla promozione della regolare attività dell'assemblea,
sollecitandone la convocazione o il rinvio alla riunione per potersi preparare meglio, non che il
potere di impugnativa delle delibere di tale organo. Prerogative particolari poi riconosciuta associo
di minore società quotate. Vengono in rilievo il potere di denunzia spettanti ai soci nei confronti
del collegio sindacale per il compimento di fatti censurabili degli amministratori o al tribunale per
gravi irregolarità nella gestione. quasi tutte queste ipotesi sono prerogative di particolari
percentuali del capitale sociale evitando problemi ricattatori da parte di azionisti con quote
marginali.
pegno, usufrutto e sequestro di azioni
I diritti descritti spettano al socio ossia il titolare delle azioni. Vi è però un'importante deroga ove le
azioni sono sottoposte ha vincoli di tipo reale o giudiziale dovendo conciliare l'interesse del socio
e quello dei terzi. il legislatore si obbliga a riguardo che le azioni siano oggetto di pegno o usufrutto
e in generale sottoposti a sequestro. Art 2352, il diritto di voto in caso di pegno o usufrutto spetta
se non previsto diversamente, al creditore pignoratizio o all’usufruttario. In caso di sequestro è
esercitato dal custode. Al socio compete il diritto di opzione in caso di aumento di capitale, per i
diritti della minoranza o comunque tutti gli altri diritti amministrativi, nel caso di sequestro
l’esercizio è del custode, nell’ipotesi di pegno e usufrutto spettano sia al creditore
pignoratizio/usufruttario sia al socio. Percezione degli utili e quota di liquidazione compete ai
creditore pignoratizio e usufruttario

La libertà di creazione di azioni speciali


Si possono creare tramite modifica statutaria e serve a diversificare l’offerta di strumenti finanziari
per raccogliere capitali, alcuni sono interessati al controllo della società, altri al profitto di cui
alcuni con un ottica industriale di lungo periodo e altri speculatori puri. Alcuni sono propensi al
rischio, altri invece sono avversi al rischio.
Non è possibile creare una singola azione attributiva di particolari diritti confezionati ad hoc per
rispondere alle esigenze di un singolo socio, è possibile creare una categoria di azioni ossia più
azioni uguali tra loro verso una classe di investitori. È concessa all’autonomia statutaria ampia
libertà di creazione di categorie speciali . queste azioni possono attribuire o escludere particolari
diritti riguardanti sia la posizione patrimoniale che amministrativa
La fattispecie
Possono crearsi azioni che attribuiscono ai possessori un privilegio patrimoniale consistente in
un'utile maggiorato o un maggiormente garantito rispetto agli altri azionisti Come una percentuale
più ampia o la priorità di riscossione. La diversità della posizione patrimoniale può riguardare
anche l'incidenza delle perdite, ossia il diritto di subire l'imputazione delle perdite solo dopo che
le stesse abbiano colpito la partecipazione degli altri soci.
Azioni rappresentative di una partecipazione particolare devono considerarsi azioni correlate, le
quali si caratterizzano in quanto fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell'attività sociale
in un determinato settore, Invece che l'intero profitto prendono l'utile di un particolare settore
( Utilizzata specialmente da iniziative di venture capital) E non possono essere pagati dividendi
sono dei limiti degli utili risultanti dal bilancio
Dal punto di vista dei diritti amministrativi il 2351 consente il potenziamento o la compressione
della posizione dell'azionista fino a creare azioni a voto plurimo e azioni a voto escluso o limitato
( Fatto alla materia dell'approvazione del bilancio per esempio) e azioni a voto condizionato (il
diritto di voto spetta solo se nell'esercizio precedenti non sono stati distribuiti utili). Ci saranno
quindi azionisti che a parità di capitale investito siano caratterizzati da una situazione molto
diversa sotto l'incidenza della vita sociale. È dubbio se tale incidenza può spingersi fino al
potenziamento dei diritti amministrativi come il diritto di veto nei confronti delle decisioni ho il
diritto di nomina di membri del consiglio di amministrazione. Tipicamente prive del diritto di voto
salvo diversa disposizione statutaria sono le azioni di godimento 2353 verso quei soci a cui è stato
rimborsato in sede di riduzione reale del capitale, il valore nominale delle azioni precedentemente
così. Concorrono solo alla ripartizione degli utili residui dopo il pagamento delle azioni non
rimborsate, di un dividendo pari all'interesse legale; nel caso di liquidazione avranno un residuo
dopo il rimborso delle altre azioni.
unici limiti inderogabili sono il divieto di patto leonino e il necessario rispetto di un equilibrio tra
rischio e potere (Nelle società quotate presentato l'emissione di azioni a voto plurimo)

Le assemblee speciali
La presenza di emissioni diversificate determina un sistema di governo societario più articolato Ed
è più complessa una composizione di interessi verso un interesse comune. È necessario proteggere
interessi minoritari, ma anche di non ingessare le azioni della maggioranza. Per contemperare
queste diverse esigenze il legislatore prevede l'istituzione di un organo particolare, l'assemblea
speciale degli azionisti di categoria per il cui funzionamento è prevista l'applicazione delle regole in
materia di assemblea straordinaria. Le deliberazioni dell'assemblea pregiudicano i diritti di una
categoria di azioni e devono essere approvate anche dall'Assemblea speciale degli appartenenti
alla categoria interessata ottenendo la maggioranza di questi ultimi.

I titoli azionari. Legittimazione del socio e


circolazione delle azioni
Le diverse tecniche di documentazione dell'azione
Per lo scopo di facilitare la circolazione nel mercato delle azioni le SPA emettono titoli azionari, la
cui trasmissione è governata dalle regole sui diritti di credito. Con l’emissione delle azioni si
accompagna la consegna al socio di documenti cartacei rappresentativi e sono mezzo necessario
per la cessione e l'esercizio dei diritti. i documenti in parola hanno peraltro un contenuto tipico
2354 per permettere la conoscenza da parte dell'acquirente delle caratteristiche dell'affare in cui
investe. Il 2354 Prevede che gli strumenti finanziari possono esistere solo in forma scritturale, Per
le azioni quotate però in quanto strumenti finanziari in mercati regolamentati un'emissione di
titoli in forma cartacea non può avvenire, E avvengono con le regole degliart 83 TUF relative alla
dematerializzazione degli strumenti finanziari e rappresentate da titoli scritturali. Pure in mente
che non è obbligato a ricorrere a titoli scritturali può optare comunque per tale forma se
contemplata nello statuto.
Art 2346 dopo aver statuito che la partecipazione sociale è rappresentata da azioni, lo statuto può
escludere l'emissione dei relativi titoli e avverrà unicamente l'iscrizione nel libro dei soci
dell'azionista. in questo caso però la circolazione non è soggetta alle regole cartolari e non viene
favorita la creazione di un mercato secondario
i titoli azionari (cartacei ). la rilevanza dell'emissione dei titoli azionari. azioni e titoli di credito
le visioni di azioni consente l'applicazione della disciplina dei titoli di credito per dare velocità e
certezza all'esercizio dei diritti sociali e alla circolazione delle azioni. il possesso dei titoli azionari gli
riconosce la legittimazione attiva dell'esercizio dei diritti attribuiti alle azioni possedute. la
legittimazione consiste nel poter pretendere la prestazione senza dover provare la titolarità del
diritto 1992 (differenza tra legittimazione e titolarità) . tale separazione tra legittimazione e
titolarità realizza efficienza e velocità. Chi acquista un titolo ne può prontamente assumere la
legittimazione e la possibilità più veloce esercizio delle proprie prerogative e garantisce
all'acquirente una tutela rafforzata del suo acquisto art 1994 ( chi ha acquistato in buona fede il
possesso del titolo in conformità delle norme non è soggetto a rivendicazione (autonomia reale)).
l'acquirente non dovrai investigare circa la reale titolarità per l'ipotetico imprenditori essendo
sufficiente il per il 1993 possesso legittimo dei titoli stessi. l'acquirente dell'azione potrà esigere il
pagamento dei dividenti, anche se già corrisposti al cedente, sei l'avvenuto pagamento non risulta
dal titolo (stacco cedola)
trasferimento dei titoli azionari e conseguimento della legittimazione
ai sensi del 2354 I titoli possono essere nominativi o al portatore a scelta del socio se lo statuto o
leggi speciali non specificano. Ma Ancora oggi la legge conferma la scelta sulla generale
obbligatorietà delle azioni nominative per avere maggior rintracciabilità della ricchezza, Fanno
eccezione rari casi per le azioni di risparmio e quelle del sicav che possono essere al portatore.
2022 Il trasferimento azionario si può operare con la doppia annotazione del nome
dell'acquirente, sul titolo e sul registro dell'emittente (libro soci), o col rilascio di un nuovo titolo
intestato al nuovo socio. Il 2355 dice che Il trasferimento delle azioni nominative può effettuarsi
mediante girata autenticata da un notaio; La girata deve essere piena e se le azioni non sono
interamente liberate deve essere sottoscritta anche dal giratario; Per poter esercitare i dati sociali
non occorre che il possessore ottenga iscrizione nel libro soci, basterà esibire il documento munito
di regolare girata ( Esercitato il diritto la società dovrà aggiornare il libro soci). Per le azioni al
portatore l'esercizio dei diritti avverrà con la mera dimostrazione del possesso attuale del
documento.
la dematerializzazione delle azioni
Per le azioni quotate si prevede inderogabilmente il regime della dematerializzazione
dell'emissione, dove la creazione e circolazione di documenti azionari è del tutto sostituita da un
sistema di iscrizioni e annotazioni di azioni e nomi degli azionisti sul registri informatici tenuti dagli
intermediari. Le società non quotate possono anche dematerializzare la circolazione affidando la
circolazione a intermediari depositando i documenti presso un gestore.
I titoli dematerializzati prevedono la necessaria scelta Dell'emittente di un depositario centrale
autorizzato alla prestazione del relativo servizio. al depositario spetta il ruolo di contabilizzare
l'emissione e sovraintendere il trasferimento, tale depositario deve essere unico per ciascuna
emissione. una volta scelto il depositario l'emittente comunica le caratteristiche dell'emissione
azionaria ( numero di azioni, tipologia e valore) , nonché gli intermediari a cui accreditare i titoli
emessi. le operazioni di consegna e trasferimento avviene con una serie di scritturazioni contabili.
Pure usufrutto e pegno si costituiscono unicamente con le registrazioni in apposito conto tenuto
dall’intermediario. Art 83 quinquies precisa che colui il quale ha ottenuto la registrazione a suo
favore in base a titolo idoneo e buona fede , non è soggetto a pretese o azione da parte di
precedenti titolari, cosicché anche con dematerializzazione è protetto l’acquisto azionario a non
domino. A Chi risulta titolare del conto presso l’intermediario l’emittente può opporre soltanto le
eccezioni personali al soggetto stesso e quelle comuni a tutti gli altri titolari degli stessi diritti. Per
quanto riguarda la legittimazione dell’azionista, il titolare del conto presso l’intermediario ha la
legittimazione piena all’esercizio dei diritti relativi agli strumenti finanziari in esso registrati
secondo la disciplina di ciascuno di essi , tale legittimazione è attestata da certificazioni. L’esercizio
dei diritti può avvenire anche per il tramite dello stesso intermediario, previo apposito mandato. I
diritti patrimoniali possono esercitarsi SOLO tramite intermediari

I limiti statutari alla circolazione delle azioni


È ammmesso che in una data spa si adottino regole di limitazione della circolazione delle azioni, ad
esempio laddove la società non fa ricorso al mercato per il capitale di rischio gli azionisti possono
avere interesse a controllare e condizionare il ricambio delle quote per evitare alterazione negli
assetti di governance. Le limitazioni al trasferimento devono risultare dal titolo.
 Via statuto si può vietare il trasferimento cementando la compagine sociale iniziale. Il
divieto è tuttavia temporalmente contenuto fino a un max di 5 anni dalla costituzione della
società o dall’introduzione del divieto
 Clausole statutarie di prelazione, ove il socio che intende trasferire le zioni è vincolato a
offrire prima agli altri soci, i quali avranno diritto a essere preferiti nell’acquisto a parità di
condizioni (prelazione propria) o a prezzo diverso dei terzi (prelazione impropria).
L’alienante deve comunicare la propria intenzione di vendere alla società e che i soci
abbiano un certo periodo di tempo per decider. Se la prelazione non è esercitata o lo è solo
parzialmente , l’alienante è libero di cederle al terzo
 clausola di chiusura della compagine sociale è quella di gradimento se il trasferimento è
subordinato al consenso degli organi sociali selezionando così le persone che possono
entrare a far parte della compagine sociale. È efficacie la clausola che specifichi ex ante i
criteri con cui è concesso il posto in società all’acquirente (clausola di gradimento non
mero). Le clausole che subordinano il trasferimento al mero gradimento invece sono
inefficaci se non garantiscono il diritto di recesso all’alienante, stessa cosa per il
trasferimento mortis causa
la violazione di uno di questi vincoli determina l’inefficacia del trasferimento e non consentirà
all’acquirente l’esercizio dei diritti sociali (diverso quindi dalla violazione di un patto parasociale
come il sindacato di blocco)

le azioni proprie e le partecipazioni sociale della


spa
l’acquisto di azioni proprie da parte dell’emittente o dalla sua controllata
All'acquisto di azioni proprie ci può essere un interesse organizzativo Come piani di compensi che
prevedono la futura attribuzione di azioni ad amministratori, le cui azioni non sono di nuova
emissione ma della società. altrimenti l'interesse può essere stabilizzare i valori quotazione in
periodo di forte speculazione. Gli stessi fini possono essere perseguiti o con l'acquisto della stessa
società che le hai messe o tramite una controllata. Questa fattispecie sono soggette il generale
principio di libertà che vale per ogni acquisto di partecipazioni da parte della spa. Il 2359
introduce però vincoli e limiti

 La società non può acquistare azioni proprie se non nei limiti degli utili distribuiti e delle
riserve disponibili risultati dall'ultimo bilancio approvato
 Possono essere oggetto di acquisto solo le azioni interamente liberate, Per le quali non
residui un debito di conferimento a carico del socio alienante
 Il legislatore vuole evitare che l'acquisto di azioni proprie sia fatto per alterare
strumentalmente gli assetti preesistenti, deve quindi sussistere un'autorizzazione
dell'assemblea ordinaria, il diritto di voto e sospeso, ma le azioni proprie sono computate
ai fini del calcolo della maggioranza per le deliberazioni dell'assemblea. Dritto utili e il
diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni.
 per le società che fanno ricorso al capitale di rischio il valore nominale delle azioni proprie
non può eccedere la quinta parte del capitale sociale tenendo conto anche quelle
possedute dalle controllate 2357
La legge prevede obblighi di alienazione e annullamento delle azioni illegittimamente acquistate o
detenute dalla SPA emittente in caso di violazione di questo enorme
l'auto sottoscrizione di azioni: sottoscrizione di azioni proprie, sottoscrizione da parte della società
controllata, sottoscrizione reciproca
La normativa fino a qui descritto si applica se l'acquisto avviene da parte dell'emittente o dalla sua
controllata a titolo derivativo, ossia quando siano già state inizialmente emesse e collocate e la
società le acquisti da un precedente titolare. la società invece non può sottoscrivere azioni
proprie a titolo originario anche da parte della società controllata, Altrimenti la sottoscrizione
farebbe figurare un incremento di capitale non corrisposto da un ingresso di nuove risorse. La
violazione prevede una sanzione Peculiare a quella della nullità del negozio di sottoscrizione. le
azioni si intendono sottoscritte e devono essere liberate dai promotori e dai soci fondatori.
Nel caso di sottoscrizione reciproca di azioni, ossia due società non legate da rapporti di controllo
l’una sottoscrivendo per il medesimo importo l'emissione dell'altra, l'azione e perentoriamente
vietata e soggetta a nullità, in quanto il flusso di conferimenti è solo apparente
Il finanziamento per l'acquisto di azioni proprie
L'ultima ipotesi di operazioni su azioni proprie e quella del finanziamento e della concessione di
garanzie (fideiussione) da parte della spa nei confronti di soggetti intenzionati all'acquisto a titolo
derivativo o alla sottoscrizione di azioni emesse dalla prima. La società può avere interesse ad
agevolare l'ingresso di eventuali investitori, Ma questa operazione per salvaguardare
l'organizzazione è consentita solo nel rispetto di precisi presupposti del 2358. la legge prevede la
necessità di una delibera di autorizzazione della concessione del finanziamento o delle garanzie
presa dall'Assemblea straordinaria dopo un'attività istruttoria degli amministratori, inoltre bisogna
ricorrere a fondi tratti da utili distribuibili e riserve disponibili. è del tutto vietata l'accettazione di
azioni proprie in garanzia
L’assunzioni di partecipazioni sociali qualificate
L'acquisto di partecipazioni da parte di una spa può spiegarsi per ragioni industriali o finanziarie,
come mezzo per generare una situazione di controllo o collegamento e quindi interessi strategici,
oppure per l'impiego di liquidità e realizzazione del profitto. Art 2361 L'assunzione di
partecipazioni in altre imprese non è consentita se per la misura e per l'oggetto della
partecipazione ne risulta sostanzialmente modificato l'oggetto sociale dello statuto, C'è
un'industria dell'acciaio che usa molte risorse nell'acquisto di partecipazioni di una società di
moda, Bisogna quindi preservare l'utilizzo coerente delle risorse. Per attuare un acquisto come
l'esempio qui sopra occorrerà modificare formalmente l'oggetto sociale riconoscendo il diritto di
recesso dei soci; se questo non avviene l'amministratore sarà passibile di responsabilità per danni.
L'acquisto di partecipazioni a società a responsabilità illimitata (snc) esso deve essere deliberato
Dall'Assemblea iscritto nella nota integrativa.
Le obbligazioni
Con l'emissione di obbligazioni la spa riceve a fronte dell'attribuzione del sottoscrittore dei relativi
titoli, risorse finanziarie a debito, col conseguente impegno a restituire a una data scadenza la
somma ricevuta e i pagamenti a titoli di interessi. Proprio il necessario rimborso rappresenta le
l’elemento che distingue i titoli in parola rispetto alle azioni.
Come le azioni, le obbligazioni sono titoli di massa. Presuppongono la creazione di una pluralità di
strumenti finanziari aventi eguale valore nell'ambito di un'unica complessiva operazione
finanziaria. I titoli di credito ( appartenenti al genere dei titoli di debito e non a quelli partecipativi)
incorporano la restituzione delle somme e pagamento degli interessi, ossia conferendo ai diritti i
connotati di autonomia, astrattezza e letteralità caratterizzante la fattispecie cartolare.
sono varie tipologie di obbligazioni indipendenza di termini e condizioni. si distinguono in
obbligazioni aventi una struttura semplice gd e obbligazioni più complesse come quelle indicizzate
dove la quantificazione della somma dovuta di interessi è collegata a diversi parametri, oppure qa
premio che prevedono somme aggiuntive agli obbligazionisti. Possono essere emesse anche
obbligazioni partecipative , i cui interessi sono legati all’andamento della società. Le obbligazioni
postergate vengono rimborsate previa la soddisfazione di altri creditori della società e obbligazioni
convertibili in azioni secondo un rapporto di cambio e rinunciando al rimborso.
Mentre l’azionista corre il rischio di impresa, l’obbligazionista corre il rischio di insolvenza del
proprio debitore
Il procedimento di emissione
data l’essenzialità della forma cartolare la loro esistenza presuppone un procedimento articolato.
La delibera di creazione delle obbligazioni è di competenza degli amministratori, se legge o
statuito non dispongono diversamente, e in ogni caso la decisione deve risultare da verbale
redatto da un notaio e iscritto nel registro imprese. L’emissione di titoli si ha poi con la
sottoscrizione . i titoli possono essere nominativi o al portatore. È previsto un libro delle
obbligazioni dove vanno annotate quelle emesse e quelle esistenti
I limiti legali all’emissione di obbligazioni
Art 2412 limiti all’entità del prestito obbligazionario, secondo cui la società può emettere
obbligazioni per una somma non eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale, delle
riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. I sindaci al momento di emissione
devono attestare il rispetto di tale limite, in modo da assicurare il prudente governo della società.
Il limite del 2412 non si applica se:

 le obbligazioni eccedenti la soglia sono destinate alla sottoscrizione da parte di investitori


professionali soggetti a vigilanza, in quanto essi sono in grado di valutare meglio il rischio
assunto dalla sottoscrizione, se l’investitore professionale fa circolare le obbligazioni allora
risponderà della solvenza della società agli acquirenti
 per le emissioni di obbligazioni destinate a essere quotate in mercati regolamentati
sottoposti a obblighi informativi
 per l’emissione di obbligazioni convertibili in azioni
 per particolari ragioni dell’economia nazionale, se autorizzata con provvedimento
governativo
 non si devono tenere conto le obbligazioni che siano state garanzia di ipoteca di primo
grado su immobili della società
le regole di organizzazione degli obbligazionisti
l’obbligazionista ha interesse a monitorare l’andamento della società. La legge prevede quindi
l’istituzione dell’assemblea degli obbligazionisti (assume le decisioni che riguardano il prestiti
obbligazionario, in considerazione dell’interesse comune degli stessi; esso ha poteri di:

 nomina e revoca del rappresentante comune


 modificazione delle condizioni del prestito consentendo ad es a una riduzione del tasso di
interesse o una proroga nel rimborso almeno la società non agisce arbitrariamente e la
società può modificare solo col consenso della maggioranza di essi
 proposta di concordato
 costituire un fondo per le spese comuni
l’altro organo è il rappresentante comune degli obbligazionisti (può non essere uno di essi 2417)
e se non viene nominato viene nominato con decreto dal tribunale su domanda di almeno un
obbligazionista o dalla società. Ha funzioni esecutive e deve tutelare gli interessi comuni nei
rapporti con la società. La norma legittima e obbliga il rappresentante comune ad assistere
all’assemblea dei soci e di esaminare di diritto il libro delle obbligazioni e delle adunanze. Fuori dai
casi in cui è coinvolto l’interesse comune , la loro posizione è affidata alla loro iniziativa individuale
le obbligazioni convertibili in azioni
il rapporto di tipo obbligazionario si converta nel corso dello svolgimento della relazione, in
rapporto sociale e che il capitale di debito venga considerarsi capitale di rischio con azioni al posto
delle originali obbligazioni. La conversione è una facoltà che ha l’obbligazionista in cui alla fine può
chiedere il rimborso o la conversione . la delibera di emissioni di obbligazioni convertibili è di
competenza dell’assemblea straordinaria e non dell’organo amministrativo, appunto perché è una
potenziale deliberazione di aumento di capitale. Per quanto riguarda la conversione, le azioni
devono essere emesse a scadenze semestrali sulla base di dichiarazioni di conversione nel
frattempo avvenute. l’aumento di capitale avviene quindi in modo progressivo e di ogni
progressiva modifica se ne da nota nel registro delle imprese. Le obbligazioni convertibili devono
essere offerte in opzione agli azionisti. Se la società vuole deliberare altre operazioni sul capitale,
dato che gli obbligazionisti sono azionisti potenziali è riconosciuto il diritto di opzione in
proporzione al rapporto di conversione

Gli strumenti finanz. diversi da azioni e obbligaz.


Gli strumenti finanziari atipici
È possibile che la società possa avere interesse a rivolgersi al pubblico di investitori per:

 raccogliere contribuzioni alla provvista di rischio non rivolte a incrementare la misura del
capitale azionario
 sollecitare la domanda di investimento in crediti caratterizzati da un rimborso meno sicuro
offrendo l’offerta di una maggiore remunerazione
viene quindi ammessa dal legislatore il ricorso a strumenti finanziari atipici
l’art 2346 non esclude comunque la possibilità di immaginare altre forme di partecipazione
all’impresa scaturenti da una fonte diversa rispetto alle azioni. Questo tramite altri strumenti
finanziari partecipativi, con apporti che non formano il capitale e con l’attribuzione di diritti
patrimoniali o amministrativi escluso il diritto di voto nell’assemblea generale degli azionisti. Sono
consentiti strumenti finanziari di credito ibridi (rimborso di capitale condizionato all’andamento
economico della società)
le regole della partecipazione atipica
l’emissione di tali strumenti deve essere previsto nello statuto. Il 2346 si limita a stabilire che il
sottoscrittore deve conferire un apporto (non un conferimento che aumenta il capitale) anche di
opera e di servizi, denaro o natura.
A proposito di diritti patrimoniali il legislatore ritiene che ai sottoscrittori vada riconosciuto il
diritto agli utili e la società scieglie la misura e le condizioni della partecipazione. Lo statuto può
prevedere che ai portatori di strumenti finanziari spettino anche prerogative di tipo
amministrativo e possono essere dotati di diritto di voto su argomenti specificatamente indicati e
la nomina di un componente indipendente nel consiglio di amministrazione/consiglio di
sorveglianza o di un sindaco. È ESCLUSO nell’assemblea generale degli azionisti. Si viene a formare
un’assemblea speciale dove si eserciterà il diritto di voto. È garantito il diritto di recesso al
verificarsi di certe condizioni o all’ispezione dei libri sociali
Gli strumenti finanziari con obbligo di rimborso condizionato
Art 2411 legittima l’emissione di strumenti finanziari atipici di debito ove il rimborso non è
assicurato ma dipende dall’andamento economico della società. Non può immaginarsi (per unto
riguarda il capitale, non gli interessi ) che siano restituzione avvenga in base a indici di borsa,
altrimenti l’operazione diventerebbe una scommessa

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
3 distinti organi sociali con specifiche funzioni e inderogabili da parte dello statuto. Il sistema può
essere tripartito (assemblea, consiglio amministrativo e consiglio sindacale) , dualistico (consiglio
di sorveglianza e di gestione, il consiglio di sorveglianza svolge sia le funzioni del collegio sindacale
che dell’assemblea) e monistico (comitato di controlla sulla gestione).
L’ordinamento delle spa prevede un assetto caratterizzato dal principio della ripartizione fissa din
competenze. . nel sistema tradizionale l’esercizio dell’impresa è interamente affidato all’organo
amministrativo , le decisioni di tipo organizzativo alla competenza dei soci in quanto destinatari
ultimi dell’attività sociale (hanno diritto agli utili e alla quota di liquidazione). Vi è anche la
presenza di un’autonoma funzione di controllo sulla legalità e correttezza della gestione
imprenditoriale e sull’adeguatezza dell’assetto aziendale, sulla regolarità dei bilanci e delle
scritture contabili, nell’interesse di minoranze e terzi, la prima è dato ad un organi di controllo (c.
sindacale, consiglio di sorveglianza o comitato di controllo), la seconda, al revisore.
Anche nelle società non quotate il sistema risulta molto rigido. La rigidità sia nelle società quotate
che non è fatta per incentivare il risparmio nelle società e aumentare la trasparenza nel mercato.

Il sistema tradizionali : L’ASSEMBLEA


L’assemblea è l’organo rappresentativo degli azionisti della società (non per forza tutti gli azionisti
dato che ci sono azioni senza diritto di voto). È un organo necessariamente collegiale e si può
consentire anche di esprimere il voto per corrispondenza o elettronicamente.
Le competenze dell’assemblea sono tassativamente determinate dalla legge e salvo rari casi non
sono delegabili in favore di altri organi della società e il suo ruolo si esplica in decisioni di tipo
organizzativo. L’assemblea decide sulle regole della maggioranza con la presenza di quorum
costitutivi e deliberativi
Le competenze dell’assemblea
Sono stabilite dagli art 2364 e 2365. Si distingue innanzi tutto tra assemblea ordinaria e
straordinaria. L’organo è lo stesso ma in base alla materie trattate opera e delibera con
maggioranze e regole diverse
Le competenze fondamentali e indisponibili dell’assemblea ordinaria previste dal 2364 sono:

 approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili


 la nomina e la revoca degli altri organi sociali (amministratori, sindaci, revisori tranne i
liquidatori che sono nominati di sede straordinaria)
 determinazione compenso degli amministratori e sindaci
 deliberazione dell’azione di responsabilità contro altri organi della società (amministratori,
Sindaci)
 altre competenze rimesse indistintamente all’assemblea ordinaria o straordinaria (acquisto
o vendita di azioni proprie)
è da escludere che lo statuto attribuisca all’assemblea ulteriori competenze rispetto a quelle di
legge. La legge 2364 consente allo statuto di prevedere che per certe operazioni, gli
amministratori devono ottenere la preventiva autorizzazione dell’assemblea in sede ordinaria.
Sono da escludersi la competenza diretta sugli atti di gestione, autorizzando l’operazione che gli
amministratori erano già pronti a compiere, l’assemblea non potrà mai imporre il compimento; gli
amministratori restano liberi di decidere se eseguirla o meno. Se gli amministratori sono carenti di
legittimazione da parte dell’assemblea al compimento dell’operazione, il compimento
dell’operazione li esporrà alla piena responsabilità per tutti i danni conseguenti all’operazione
compiuta, oltre ad essere una giusta causa di revoca.
Lo statuto può definire gli ambiti di applicazione del meccanismo autorizzativo, individuando
categorie di atti, come ad esempio quelli eccedenti un certo valore (quantitativo) o che incidano
sulla struttura imprenditoriale della società (qualitativo), cessioni di azienda, costituzione di
controllate (analitico) e in generale nelle scelte strategiche. L’assemblea NON può ingerirsi nella
gestione corrente.
Le competenze dell’assemblea straordinaria sono fissate dal 2365 e sono limitate a modificazioni
statutarie e alla nomina dei liquidatori, deliberazioni di non emissione delle azioni 2346,
emissione di obbligazioni convertibili in azioni, autorizzazione alla concessione di prestiti e
garanzie per la sottoscrizione o l’acquisto di proprie azioni
Sono previste clausole statutarie per cui può esserci una delega agli amministratori per la
deliberazione di modificazioni statutarie che prestino carattere minore o indirettamente collegate
con l’ambito gestionale
Il procedimento assembleare
L’assemblea è un tipico organo collegiale il cui funzionamento e fasi sono molto regolate. I
momenti essenziali del procedimento collegiale hanno tutti carattere formale e sono:
convocazione e riunione, discussione, votazione, deliberazione, proclamazione e verbalizzazione.
Le regole legale possono essere integrate o derogate da apposite clausole. Il rispetto delle norme è
condizione di validità delle deliberazioni
La convocazione dell’assemblea
La convocazione è di regola decisa dall’organo amministrativo ogni qual volta lo ritenga
opportuno. È rimessa a tale organo la decisione del se, quando e per quali materie convocare
l’assemblea. In certi casi però la convocazione diviene obbligatoria: in caso di perdite superiori a
1/3 o si verifichi una causa di scioglimento della società, inoltre la convocazione dell’assemblea
ordinaria è obbligatoria in via generale almeno una volta all’anno, per l’approvazione del bilancio.
La convocazione è obbligatoria anche se viene richiesta dalla minoranza con indicazione degli
argomenti da trattare, in particolare da tanti soci che rappresentino 1/10 del capitale sociale (1/20
per quelle che fanno ricorso al mercato per il capitale). Un rifiuto è accettato solo per ragioni di
illegittimità della richiesta. In caso di ritardo, la convocazione può avvenire anche dall’organo di
controllo oppure i soci possono chiedere al tribunale che possono agire con decreto.

L’atto di convocazione è di competenza dell’organo amministrativo e deliberato collegialmente da


essi (lo statuto può anche rimettere la competenza a singole cariche come il presidente del cda)
I sindaci hanno potere di convocazione in alcune ipotesi (se vengono a mancare tutti gli
amministratori o l’amministratore unico, se l’organo amministrativo non provvede a una
convocazione obbligatoria, se ci sono fatti gravi ). Anche il tribunale, l’amministratore giudiziario e
i liquidatori possono.
L’avviso di convocazione deve contenere tutte le indicazioni su data, ora, luogo e l’ordine del
giorno. L’avviso deve essere emanato nelle società non quotate sulla gazzetta ufficiale 15gg prima
(lo statuto può prevedere la pubblicazione su almeno un quotidiano)
Nelle società chiuse con raccomandata con ricevuta di ritorno o posta elettronica certificata
almeno 8gg prima
Nelle società quotate almeno 30gg prima mediante avviso sul sito internet o altre modalità
previste dalla consob
Quanto al luogo della seduta, deve essere nel comune dove ha sede la società se non previsto
diversamente da statuto (anche all’estero)
L’ordine del giorno serve a informare sulle materie di cui discutere e deliberare. Non è necessario
che sia indicato il contenuto di specifiche proposte da parte dell’organo amministrativo, l’ordine
del giorno può essere comunque sintetico, ma non generico. Per le società quotate è previsto un
obbligo generalizzato degli amministratori di predisporre sul sito una relazione sulle materie
dell’ordine del giorno. L’ordine del giorno comprende anche i provvedimenti consequenziali alle
materie indicate.
Le delibere assunte da un assemblea convocata senza il rispetto di queste regole sarebbero
annullabili. L’assemblea è comunque validamente costituita quando tutti i soci aventi diritto al
voto sono presenti alla riunione (cd assemblea totalitaria, basta invece la maggioranza degli
amministratori e sindaci). Ciascun partecipanti può opporsi dichiarando di non essere
sufficientemente informato.
Costituzione dell’assemblea e validità delle deliberazioni
La validità delle deliberazioni assembleari è subordinata al raggiungimento di un quorum
costitutivo. Se non interviene nella seduta un certo numero di soci (che rappresentano un numero
di azioni), l’assemblea non può neanche iniziare i lavori e risulta non regolarmente costituita. Per il
calcolo del quorum non devono contarsi le azioni senza diritto di voto sulle materie dell’ordine del
giorno, devono computarsi invece quelle occasionalmente prive di diritto di voto (ad es soci che
non hanno adempimenti pubblicitari peri patti parasociali). Se vi sono azioni a voto plurimo, la
base di calcolo sarà computata non sul capitale avente diritto, ma sul numero di voti.
Quorum deliberativo , purchè una decisione sia adottata occorre sia espresso favorevolmente da
un certo numero di soci, tra i voti espressi quelli favorevoli superino i contrari. Tutte le azioni prive
di diritto di voto non si computano nel calcolo ( anche quelle occasionalmente)
Per il calcolo del quorum deliberativo si fa o in base al capitale complessivo della società o in base
al capitale presente durante l’assemblea (in caso di voto plurimo il calcolo non sarà sul capitale ma
sul numero di voti)

I quorum costitutivi e deliberativi sono fissati dalla legge in misura differenziata a seconda delle
materie o se l’assemblea è ordinaria o straordinaria, dal tipo di convocazione (se la prima,
seconda o successive) e del tipo di società se fa ricorso o meno al capitale di rischio
 per la prima convocazione nelle società chiuse, assemblea ordinaria: quorum costitutivo =
metà capitale sociale, quorum deliberativo = maggioranza assoluta del capitale aventte
diritto al voto e presente in assemblea. Per assemblea straordinaria quorum costitutivo =
maggior assoluta del capitale sociale e quello deliberativo boh.
i quorum legali di prima convocazione possono essere modificati in aumento dallo statuto in
generale o per singole materie, ma è inammissibile l’unanimità o maggioranze troppo alte cge
danno diritto di veto a ogni socio. È sempre illegittima la modificazione in diminuzione dei quorum
se all’inizio della riunione manca il numero legale, il presidente dichiara la mancata costituzione
della seduta e dovrà scegliersi una nuova data e si prevede la disciplina della seconda
convocazione in cui si applicano maggioranze più ridotte (termine di pubblicazione passa da 15 a
8gg). La seconda convocazione deve essere fatta per un giorno diverso ma entro 30gg dalla prima
se no deve ricominciare da capo tutto l’iter.

 per le società chiuse il 2° convocazione, per l’assemblea ordinaria nessun quorum


costitutivo e quello deliberativo è maggioranza assoluta del capitale presente. Per
l’assemblea straordinaria quello costitutivo è 1/3 del capitale sociale e quello deliberativo
è 2/3 del capitale presente, tranne per alcune materie importanti in cui è richiesta una
maggioranza qualificata pari a 1/3 del capitale sociale (cambiamento oggetto sociale,
scioglimento , trasferimento sede all’estero…) e sono assemblee superstraordinarie
lo statuto può richiedere maggioranze più elevate per l’assemblea di seconda convocazione tranne
che per l’approvazione del bilancio e per la nomina e la revoca di cariche sociali
lo statuto può prevedere anche successive convocazioni, ma i quorum sono identici a quelli della
seconda convocazione.
Nelle società aperte, dato che la 2° convocazione è diventata quella effettiva si prevede che
l’assemblea si tenga in convocazione unica con applicazione dei quorum per la seconda
convocazione in sede ordinaria, e per le straordinarie un quorum costitutivo pari a 1/5 del capi.
Sociale e di un quorum deliberativo pari a 2/3 del capitale presente
L’intervento
Il diritto di intervento in assemblea spetta a tutti i partecipanti (azionisti con voto, amministratori e
organo di controllo). Si può solo intervenire nelle assemblee dove si ha diritto di voto. Per essere
ammesso all’assemblea l’azionista deve dimostrare la propria legittimazione. Se non ci sono titoli il
presidente dell’assemblea controlla la corrispondenza nel libro soci. Se sono stati emessi titoli il
socio deve esibire i titoli azionari e verificata l’identità. Lo statuto può prevedere una prenotazione
per l’intervento depositando i titoli presso la società o banche. Non c’è termine per le società
chiuse ed è di 2 giorni lavorativi per quelle aperte. Per le società con azioni dematerializzate il
controllo è degli intermediari i quli effettuano comunicazione alla società dietro richiesta del socio.
Nelle società quotate la legittimazione all’esercizio dei diritto di intervento e di voto è legata ala
detenzione delle azioni a una data antecedente l’assemblea (data di registrazione) e non ci sono
limiti di circolazione tra la data di registrazione e quella dell’assemblea stesa.
L’assemblea può svolgersi anche con modalità di intervento telematico o prevedere il voto per
corrispondenza se previsto da statuto. In maniera telematica bisogna riuscire a identificare bene i
soggetti
Per il voto per corrispondenza il socio non partecipa alla seduta e invia il voto prima della seduta
nelle modalità previste da statuto e indicherà le proposte in cui dovrà esprimersi voto favorevole,
contrario o astensione e si considera intervenuto all’assemblea e vanno computate al quorum
costitutivo. Il socio non può comunque essere privato di intervenire fisicamente ed esercitare i
propri poteri

La rappresentanza in assemblea
Agli azionisti è consentito partecipare all’assemblea personalmente o tramite un rappresentante,
avvalendosi di soggetti professionisti e di ovviare a una impossibilità propria. Lo statuto (solo nelle
società che non fanno ricorso al mercato di capitale) può escludere tale possibilità o limitarla, ad
esempio imponendo che il rappresentante sia un socio stesso.
Alcune regole sono di carattere generale sia per le società chiuse, quelle quotate e per quelle con
azioni diffuse (fanno ricorso al mercato ma non sono quotate):

 la delega deve essere sempre conferita per iscritto ad substantiam e inderogabile per
statuto
 è prescritta la nullità della delega in bianco, senza indicazione del nome del delegato,
anche se uno poi può riempirla prima della seduta
 la procura è revocabile anche se nell’interesse del delegato. La revoca è tacita se si
presenta personalmente l’azionista in assemblea.
 Divieto di subdelega discrezionale da parte del delegato e il nome del subdelegato dovrà
essere contenuto nella delega. Se il delegato è una persona giuridica potrà farsi
rappresentare da un suo dipendente o collaboratore
Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, incluse le quotate, la procura può
essere solo è per singole assemblee (per evitare troppo trasferimento di potere sganciato dal
possesso azionario), nelle società chiuse è invece ammessa
Alcune regole valgono per le società chiuse e diffuse ma non a quelle quotate:

 Il numero massimo di delegati rappresentabili da parte del singolo delegato è 20 nelle


chiuse, 50/100/200 per le diffuse 2372 a seconda dell’entità del capitale. Nelle quotate non
ci sono limiti
 Nelle non quotate vi è divieto di delega a favore di membri degli organi di amministrazione
e controllo o di dipendenti della stessa. Per le quotate vi è una disciplina di trasparenza per
i casi potenziali di conflitto di interessi e vi è obbligatorietà di istruzione al voto da parte del
del delegante e la comunicazione scritta delle circostanze del conflitto di interessi
Il regime delle società quotate prevede delle specificità:
 La società deve designare un soggetto detto rappresentante designato della società, a cui
il socio potrà conferire una delega, impartendo istruzioni di voto a cui il rappresentante
dovrà attenersi
 Vi è anche la sollecitazione di deleghe per agevolare la rappresentanza assembleare per
incontrare le esigenze dei piccoli soci . la sollecitazione è effettuata dal promotore che può
avvalersi di appositi intermediari mediante la diffusione di un prospetto con le proprie
indicazioni di voto. La delega deve contenere le indicazioni di voto e boh sta roba non la ho
capita pag 493
Lo svolgimento dei lavori
Il presidente dell’assemblea ha un ruolo di rilievo nel procedimento collegiale e spetta lui il
controllo sulla regolare costituzione dell’organo, incluso l’accertamento dell’identità e della
legittimazione dei presenti, la direzione dei lavori , lo scrutinio, la proclamazione dei risultati e la
verbalizzazione. Il presidente dell’assemblea è rappresentato dalla persona indicata nello statuto
(di solito il presidente del cda) o in mancanza d a quella eletta con il voto della maggioranza dei
presenti (per teste) ed è coadiuvato da un segretario, eletto nelle stesse modalità del presidente
che lo assiste. Il presidente è dotato di competenze autonome ed è un organo della società e non
un semplice mandatario degli azionisti, infatti le decisioni del presidente non sono sindacabili o
revocabili da parte dell’assemblea, eventuali errori possono essere comunque impugnati.
Il presidente può regolare la discussione imponendo limiti di tempo agli interventi esercitando
poteri di polizia interni se si verifichino abusi e scorrettezze.
Gli interventi sono spesso domande agli amministratori o sindaci e loro hanno il dovere di
rispondere se è pertinente. Per le quotate c’è il diritto di porre domande sull’ordine del giorno
anche prima dell’assemblea fornendo risposta sul sito internet. I soci hanno diritto di prendere
visione e ottenere copia a proprie spese di documenti e gli atti depositati nella sede sociale
(informazione pre-assembleare).
Il presidente deve rispettare l’ordine del giorno, cosi come la successione degli argomenti. La
discussione deve avvenire senza discriminazione, e ha facoltà di sciogliere la seduta in caso non
sussistano più le condizioni di ordine nella seduta.
2374 è previsto un diritto di rinvio attribuito a coloro che rappresentano 1/3 del capitale sociale
dichiarino di non essere informati in materia e la seduta è rinviata a non oltre 5gg ed è
prosecuzione della seduta originaria (con lo stesso ordine del giorno)
Il modo di votazione, se non ci sono clausole nello statuto è scelto dal presidente. Rientrano fra
queste le dichiarazioni verbali, alzata di mano, l’acclamazione e l’utilizzo di schede precompilate.
La votazione deve essere per tutti simultanea. Se ci sono più deliberazioni il presidente sceglie
l’ordine.
Non è ammissibile il voto segreto, il 2375 impone l’identificazione verbale dei soci favorevoli,
contrari e astenuti. Il voto segreto è incompatibile con la disciplina del conflitto di interessi. Dopo
la votazione , una volta accertato il risultato il presidente effettua la proclamazione (accolto o
rifiuto) esaurendo l’ordine del giorno.
La verbalizzazione
Le deliberazioni devono constare da un verbale che documenta lo svolgimento della riunione e ha
carattere obbligatorio e necessario, la sua mancanza determina la nullità della deliberazione. Le
sue irregolarità invece determinano l‘annullabilità della delibera. In caso di assemblea ordinaria il
verbale è redatto insieme e sottoscritto dal presidente e dal segretario, nell’assemblea
straordinaria al posto del segretario vi è un notaio (dato che spesso c’è una modifica statutari)
(non occorre la sottoscrizione dei presenti). Se la delibera ha profilo di nullità, il notaio DEVE
comunque redire il verbale in quanto non ha potere nell’assemblea, ma successivamente non
procederà all’iscrizione nel regsitro delle imprese bloccando quindi la delibera.
Il verbale deve essere analitico, indicando i partecipanti, il capitale presente, i modi e i risultati di
voto indicando i favorevoli, contrari e astenuti. Devono essere riassunte le dichiarazioni solo se
pertinenti all’ordine del giorno. Il verbale può essere redatto anche in data successiva purchè
senza ritardo.
Il conflitto di interessi in assemblea e l’abuso del diritto di voto
Gli amministratori hanno il dovere di perseguire l’interesse sociale, l’azionista ha solo il limite
esterno del conflitto d’interessi. 2373, il componente dell’organo che si trova in conflitto
d’interessi con l’ente è vietato arrecare danno all’ente con il proprio voto. Si verifica se l’interesse
personale del socio (di tipo patrimoniale) sia contrapposto all’interesse della società. È ammesso
però nelle nomine di cariche sociali che il soci voti per se stesso, e similmente la determinazione
dei compensi degli amministratori assunti anche con loro voto purché non irragionevole e
pregiudizievole. la legge non si occupa neanche dell'ipotesi in cui l'azionista persegua un interesse
extra sociale come la nomina ad amministratore un soggetto con cui ha degli affari, finché questo
non è in contrasto con l'interesse sociale. tuttavia il conflitto di interesse sarebbe applicabile anche
in caso di eccesso di potere ossia decisioni dannose per la società anche senza un provato
interesse personale della maggioranza e contro in qualsiasi criterio di gestione dell impresa a
scopo lucrativo.
non vi è un obbligo generale di astensione a carico dell'azionista in conflitto di interessi vieni
disposto solo che il suo voto costituisce causa di annullabilità della deliberazione se il voto è stato
determinante per la delibera o se la deliberazione sia idonea a danneggiare la società (non viene
richiesta l'attualità del danno). E’ rimessa al socio la decisione si astenersi o votare e il presidente
non può estrometterlo dalla riunione. si deduce che il gruppo di controllo che si trovi in situazioni
di conflitto di interessi può legittimamente deliberare a patto che non arrechi danno al patrimonio
della società, la decisione sia oggettivamente conforme con l'interesse sociale e non con
l'interesse esterno del socio.
l'unica ipotesi in cui si vieta il voto è quella per i soci amministratori nelle deliberazioni riguardanti
le proprie responsabilità e il presidente dell'assemblea ha il dovere di escluderlo dalla votazione,
ma se presente va computato nel quorum costitutivo
l'abuso di maggioranza
una deliberazione che viene assunta dalla maggioranza, non per danneggiare la società, ma i soci
di minoranza, ad esempio un aumento di capitale anche se la società ne ha interesse e solo per
ridurre la quota dei soci di minoranza se non possono sottoscrivere le nuove emissioni. la
deliberazione assembleare deve rispettare il principio di buona fede 1375, ed è annullabile per
non conformità alla legge in caso di sua violazione. oppure la maggioranza potrebbe decidere di
non distribuire mai gli utili annuali senza una esigenza precisa a livello finanziario, solo per indurre
la minoranza a cedere le azioni a basso costo. la sanzione consiste nell annullamento della
delibera e nel risarcimento del danno a favore dei soci danneggiati a carico dell'azionista
l'ostruzionismo della minoranza
ad esempio nel caso di assemblea straordinaria di società aperta in cui si delibera con voto di
almeno 2/3 del capitale E il socio con almeno 1/3 del capitale può far rigettare qualsiasi proposta.
l'azionista può essere mosso dall'interesse personale a danno di quello sociale o danneggiare i soci
contro il principio di buona fede. viene riconosciuta la responsabilità civile in capo all'azionista e
invece occorre un provvedimento giudiziale di approvazione della proposta sostenuta dal voto
degli altri azionisti.
l'invalidità delle deliberazioni assembleari
Il pesce Lodi prevede due diverse figure: l'annullabilità e la nullità. E nella disciplina societaria la
categoria generale e residuale che si applica per tutte le violazioni non assistite da una sanzione
diversa, e quella dell'annullabilità. L'annullabilità si determina non solo per violazione di norma
imperativa ma anche per violazione di una norma dispositiva o clausola statutaria o le
deliberazioni che non sono prese in conformità della legge e dello statuto. La nullità si determina
solo per illecita o impossibilità dell'oggetto, la mancanza di convocazione e la mancanza di
verbalizzazione. L'annullabilità richiede 90 giorni per l'impugnazione e la nullità tre anni o magari
anche non impugnabili per assicurare la definitività del riassetto organizzativo. l'impugnazione per
annullabilità spetta al socio che ritenga almeno il 5% del capitale sociale
L'inesistenza e inefficacia della delibera
L'inesistenza si riferisce al caso in cui la deliberazione sia solo apparente e manchi dei requisiti
essenziali minimi della fattispecie, chiunque gabbia interessi è legittimato ad accertare questi
requisiti senza limiti di tempo. il ricorso a questa fattispecie è circoscritto ai casi di inesistenza
materiale, come una verbalizzazione di un'assemblea mai convocata dagli amministratori e mai
tenutasi.
L'inefficacia è un vizio derivante dalla carenza di legittimazione rispetto al potere deliberativo
dell'assemblea, Come ad esempio una delibera che disponga l'esclusione del socio dalla società.
l'inefficacia può essere fatta valere in giudizio senza limiti di tempo da chiunque vi abbia interesse
L'annullabilità
annullabilità delle delibere che non siano prese in conformità della legge e dello statuto e può
determinarsi per la violazione di norme sia sostanziali sia procedimentali.
i vizi di contenuto(o sostanziali) attengono all'oggetto della decisione, Il servizio consiste nella
violazione di norme imperative dà luogo a nullità e boh.
Anche l'annullabilità per i vizi di procedimento può derivare dalla violazione di norme con fonte
legale, come la convocazione senza rispetto del termine previsto, o statutaria, come convocazione
con mezzi diversi da quelli previsti nello statuto. Non si pongono però qui problemi di distinzione
con le cause di nullità virgola che sono infatti circoscritte alle due ipotesi speciali dell omessa
convocazione o verbalizzazione: qualunque altra violazione di norme procedimentali anche se
gravi, determina annullabilità e non nullità. prezzi di annullabilità C'è anche il voto in conflitto di
interesse o contro la correttezza. il 2377 dice che la mera sussistenza del vizio non è sufficiente a
determinare l'annullabilità della deliberazione e occorre che il vizio superi una determinata soglia
di rilevanza sostanziale: la partecipazione all'assemblea di persone non legittimate e causa di
annullamento solo se a seguito della prova di resistenza, la partecipazione sia stata determinante
per il raggiungimento del quorum costitutivo; Anche in caso di mancato conteggio l'errore deve
essere stato determinante per il raggiungimento della maggioranza. L'inesattezza del del verbale
sono cause di annullamento solo se impediscono l'accertamento del contenuto, degli effetti o della
validità della delibera (non il fatto che l'intervento di un socio sia riportato in maniera non fedele).
La legittimazione ad impugnare le deliberazioni annullabili spetta in primo luogo ai soci assenti,
dissenzienti o astenuti o per voto positivo ma con consenso viziato, ma aspetta però solo ai soci
che avevano diritto al voto in tale materia. legittimazione solo a minoranze qualificate detengono
almeno il 5%, ridotto all' uno per mille nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale (lo
statuto può ridurre o togliere tale requisito). I soci che non rappresentano la parte di capitale
necessaria per impugnare hanno diritto al risarcimento del danno cagionato dalla non conformità
della liberazione. legittimazione dell'annullamento è dato anche agli amministratori e al collegio
sindacale. il termine per l'impugnativa è di 90 giorni e di corre dall'iscrizione nel registro della
deliberazione
Con riferimento al procedimento, l'azione si propone mediante atto di citazione notificato alla
società dinanzi al tribunale del luogo, la parte attrice ha l'onere di dimostrare la propria
legittimazione attiva, sei nel corso del processo a seguito di trasferimenti azionari viene meno la
quota minima il giudice può pronunciare solamente la domanda di risarcimento.
la sospensione cautelare può essere disposta dal tribunale su richiesta degli attori se
l'impugnazione appare valida e se sussiste il rischio di grave pregiudizio e dovrà bilanciare il
pregiudizio della sospensione cautelare con il pregiudizio della deliberazione
l'annullamento non può essere pronunciato t