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LEZIONE 2 – canale II

Fino al codice civile del 1942 1, c’era un codice di commercio che disciplinava sia il commercio (come
categoria di attività del settore del terziario 2 non produttiva di beni, ma di chi compra beni da un produttore
e li inserisce nel mercato =il commerciante) che l’atto di produzione (oggi “impresa”). È qui che nasce il
tema del diritto commerciale: è un diritto che disciplina queste materie.

Avvenuta l’unificazione, nel codice civile, per trascinamento storico, la materia che era disciplinata nel
codice del commercio si chiama ugualmente “diritto commerciale”. Fino al 1861 la materia era opzionale, il
cui studio era raccomandato solo a coloro i quali volessero lavorare nel settore commerciale (era una
materia pratica). Da quel momento diventa materia obbligatoria: può interessare tutti coloro interessati a
capire la realtà economica in cui viviamo.

Impresa: abbraccia tutta l’attività di beni e servizi, tra cui anche il commercio.

CONCETTO DI IMPRESA ha varie forme, la più utile è la società di capitali (in Italia “società per azioni”). È
stato un modello vincente, l’impresa, ma oggi si tende a pensare oltre: l’impresa è un luogo fisico, con
macchinari, lavoratori…. È il modello fordiano, nato nel 1800, della produzione in serie collocata in più
luoghi fisici.

CARATTERISTICHE :

- Fisicità del luogo


- Più persone fisiche
- Uso di macchine
- Produzione industriale di serie/di massa

RIFORME DELL’IMPRESA

PLATFORM CAPITALISM  impresa che svolge la sua attività sulla sua piattaforma virtuale e i dipendenti
sono perlopiù addetti al magazzino e alla distribuzione  non sono addetti alla produzione.

SMART WORKING  tutte le attività compatibili con lo svolgimento presso il domicilio del lavoratore,
renderanno obsoleta la fisicità del luogo di lavoro.

COSA DICE IL CODICE DEL 1942?

Art. 2082: “IMPRENDITORE”  È chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine
della produzione o dello scambio di beni o di servizi.

L’attività è qualcosa che si differenzia dal singolo atto  è una serie di atti coordinati tra loro, rivolti ad un
medesimo obiettivo. È un concetto giuridico: genera problematiche diverse da quelle che scaturiscono
dall’atto.

La pluralità degli atti richiede qualcuno che ponga in essere le attività, quindi richiede un comportamento
umano. Anche dietro le persone giuridiche, infatti, ci sono interessi umani, persone fisiche.

1
Riforma dei codici civili e del commercio. È una scelta di matrice politica ad opera di Mussolini, che volle
l’unificazione. Perché? Non si voleva creare l’idea di un diritto speciale degli imprenditori: idea di società corporativa
 imprenditori e lavoratori dipendenti appartengono alla stessa classe, “corporazione”.
2
I servizi.
Come ogni comportamento umano, necessita di un centro di imputazione, che è un “gancio” cui si
agganciano gli atti e l’attività. È necessario perché l’attività di avvale di strumenti giuridici e genera effetti
giuridici.

Es.: apertura società l’imprenditore deve affittare un locale, assumere personale, acquistare gli strumenti
 si generano conseguenze giuridiche (rischi, debiti, contratti,….). A carico di chi vanno questi rischi? In
capo a chi li ha generati. Il centro di imputazione collega l’attività con chi ne assume il rischio (che è insito in
ogni attività che si ponga in essere). Per questo ad ogni impresa, in linea di massima, corrisponde un
imprenditore. Eccezione l’imprenditore fallisce, gli viene tolta l’impresa, che può essere esercitata dal
curatore (che non si dice imprenditore). Se l’esercizio dell’impresa genera dei rischi positivi (utili),il fallito
prenderà questi soldi.

Il centro di imputazione può avere forme diverse:

- Persona fisica
- Società
- Ente pubblico, che in via strumentale rispetto ai fini pubblicistici esercita un’attività d’impresa
- Ente del I libro c.c.: Associazioni, riconosciute e non, fondazioni… possono strumentalmente ai loro
fini esercitare attività d’impresa

A seconda delle forme, c’è un diverso modo di gestire il rischio l’imprenditore individuale ha altissimo
rischio e risponde con tutto il suo patrimonio.

Art. 2082: “IMPRENDITORE”  È chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine
della produzione o dello scambio di beni o di servizi.

CARATTERISTICHE IMPRESA:

- Attività professionale  IN MODO CONTINUATIVO (non occasionale), ha sistematicità nel tempo.


Le imprese che svolgono l’attività solo in una certa stagione dell’anno mancano di professionalità?
No, perché la continuità non è intesa per 365 giorni l’anno, sono comunque stabili.
- Attività economica c’è stata un’evoluzione interpretativa: nei primi tempi dopo l’emanazione del
c.c. l’orientamento era quello di leggerlo come attività lucrativa, di profitto a favore del titolare;
così ragionando dovremo dire che ass., fondazioni ed enti pubblici che non perseguono scopo di
lucro non svolgono attività economiche. Attività economica come ispirata al metodo
dell’economicità della gestione attività che programmaticamente tende a realizzare almeno il
pareggio dei costi e dei ricavi. Laddove i ricavi superino i costi, si genera un utile, profitto.
COSTI materie prime, forza lavoro, marchi,….
Dal 2006 esistono in Italia le c.d. imprese sociali (hanno scopi solidaristici e assistenziali) e dal 2018
le imprese benefit (prevede che il surplus va dedicato al beneficio collettivo, non incrementa il
profitto)  si è parlato di tramonto dello scopo lucrativo. Anche queste imprese sociali di vario tipo
sono imprese in quanto perseguono attività tenendo presente l’economicità.
Negativo è il caso delle attività di “mera erogazione” con finalità prettamente assistenziali. Un caso
è l’attività delle caritas, che esercitano anche attività economiche (erogazione e distribuzione pasti,
distribuzione abiti,…) ma non assurge ad attività di impresa in quanto di mera erogazione: il prezzo,
molto basso, non compensa i costi della produzione. I costi come vengono pagati? Con sovvenzioni
private, della chiesa,… ci sono attività assistenziali che possono adottare il principio
dell’economicità della gestione: vedi comunità di recupero che svolgono attività di impresa che
occupano gli stessi pazienti della struttura. I beni prodotti sono immessi nel mercato, quindi costi e
ricavi sono tendenzialmente in pari.
- Organizzata organizzazione di uomini, strumenti,…?? Si tratta di elementi materiali o di persone,
di lavoro? ENTRAMBE! È un complesso fatto di elementi strumentali e viventi. Può essere presente
in modo più o meno accentuato a seconda del profilo dimensionale (micro impresa –fino a 5
dipendenti, piccola –fino a 50, media – fino a 500,….). le imprese possono avere alta incidenza di
lavoro a mano o viceversa, nel caso le macchine, programmate dall’uomo, svolgono il processo
produttivo senza grandi interventi del lavoratore. Prevalenza di capitali, di macchinari, di lavoro,…
Se l’impresa automatizza i processi e sostituisce l’uomo, è sempre impresa? SI, perché l’output
sarà controllato e verificato da un essere umano prima di essere immesso nel mercato.
Il profilo dimensionale non può mancare es.: allagamento in casa? Chiamo l’idraulico, che si
presenta in carne e ossa coi suoi strumenti essenziali. Svolge il lavoro, viene pagato e se ne va. Se
quel giorno l’idraulico di fiducia non è disponibile, non sappiamo chi chiamare… se invece di
chiamare il singolo idraulico, chiamo l’impresa, mi relaziono con una segreteria, che mi mette a
disposizione un altro lavoratore con stesa competenza, che può risolvermi il problema. Nel secondo
caso parliamo di IMPRESA ORGANIZZATA, che ha come prima caratteristica la surrogabilità della
prestazione e delle persone, purché l’output sia il medesimo.
o L’impresa poi è disponibile H24;
o i ricavi sono più alti
o strumenti più efficienti = ottimizzazione lavoro e maggiori ricavi
- art. 2086  L'imprenditore è il capo dell'impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi
collaboratori.
L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto
organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa,
anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della
continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli
strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità
aziendale).
Principio di adeguatezza se l’impresa ha grandi dimensioni, necessito di struttura organizzativa
più ampia, adeguata (alla natura e alle dimensioni dell’impresa) appunto. Prima si riteneva che
l’organizzazione fosse a discrezione dell’imprenditore, ora l’art. è stato modificato. Organizzazione :
permette fungibilità e intercambiabilità delle prestazioni.

Art. 2082: “IMPRENDITORE”  È chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine
della produzione o dello scambio di beni o di servizi.

Problema della congiunzione  IL LEGISLATORE HA USATO DUE VOLTE LA CONGIUNZIONE “O”.

- la seconda congiunzione “o” è comprensibile: l’output può essere un bene, in quanto oggetto che
prima non esisteva, oppure un servizio, un’entità immateriale che serve a risolvere delle esigenze
sentite generalmente dal mercato.
- La prima congiunzione (tra produzione – scambio) fa pensare ad un’attività di produzione che non
prevede scambio. Per scambio intendiamo la messa a disposizione di un bene affinché possa essere
scambiato a fronte di un prezzo; il bene viene immesso nel mercato.
MERCATO  il diritto commerciale include il concetto di mercato, perché l’impresa opera in questo
mercato e vive del fatto che il suo output è richiesto dal mercato. Secondo alcuni l’impresa
potrebbe limitarsi alla mera produzione, senza procedere ad uno scambio  impresa per conto
proprio (immaginiamo un imprenditore che produce per distribuire i beni tra parenti e amici).
Questa realtà non è commisurabile alla realtà di mercato: non sappiamo se il prezzo è in linea col
mercato, se è di favore… se non immetto il bene nel mercato non posso sapere il suo prezzo e, di
conseguenza se il ricavo supera i costi, quindi se c’è economicità…quindi non c’è impresa.
L’impresa vive dell’immissione dell’output nel mercato.
Mercato: quale quello di riferimento? In generale è un luogo in cui si incontrano domanda e offerta.
Quindi la prima congiunzione va letta come PRODUZIONE E SCAMBIO DI BENI O SERVIZI.

Tante sono le diversità all’interno della nozione di impresa, che ne fanno una nozione di base. Per
completezza dobbiamo parlare del profilo DIMENSIONALE e dell’OGGETTO:
-impresa agricola – art. 2135  svolge attività nel campo della coltivazione della terra +
coltivazione bosco (silvicoltura) e allevamento animali + attività esercitate da chi è già imprenditore
agricoltura che ha ad oggetto la trasformazione o commercializzazione di prodotti derivanti da una
delle predette attività (stesso imprenditore e + del 50% dell’output deriva da quella stessa attività
agricola = deve esserci CONNESSIONE SOGGETTIVA). Viceversa se un’attività di trasformazione del
latte in formaggio è svolta da soggetto che non è già produttore agricolo, si parla di attività
manifatturiera. Concetto base è il CICLO BIOLOGICO (come da art. 2135).
“È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura,
allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine(1).
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette
alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che
abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante
l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività
agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”.
Questa soffre del rischio biologico, inerente al ciclo biologico animale/vegetale.

- commerciale – art. 2195  imprese soggette a registrazione, per le quali è previsto un obbligo di
registrazione. Oggi il registro delle imprese ha ampliato i suoi confini, quindi trovano spazio nel suo
registro anche imprese non commerciali. È importante notare che nell’art. compaiono anche le
imprese manifatturiere (la parola commercio includeva anche la produzione, retaggio storico).
Attività industriale inclusa in attività commerciali (per la legge, nel ’42, era così.. è una distonia). Il
nostro però è un diritto dell’impresa e delle attività produttive.
1. produzione industriale di beni o servizi che si avvale di macchine e produce in modo seriale
2. attività intermediaria nella circolazione dei beni  attività del commerciante che non produce,
ma mette in circolazione beni prodotti da altri.
3. Attività ausiliarie di altre imprese  il legislatore voleva alludere ad imprese che svolgono attività
di supporto ad altre imprese, pur trattandosi comunque di attività di servizi.

“Sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione, nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano
1) un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
2) un'attività intermediaria nella circolazione dei beni;
3) un'attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;
4) un'attività bancaria o assicurativa;
5) altre attività ausiliarie delle precedenti.
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese si applicano, se non
risulta diversamente, a tutte le attività indicate in questo articolo e alle imprese che le esercitano”.

- artigiana – non definita nel c.c. ma c’è una legge speciale sull’artigianato  legge ce definisce
l’impresa artigiana, considerandola molto rilevante (è un patrimonio italiano). Sono previste
determinate provvidenze (agevolazioni), previa iscrizione in albo a sé stante. Se hanno ad oggetto
anche profili commerciali, sono soggette anche ad iscrizione nel registro delle imprese.

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