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LETTURA E ANALISI DI BILANCIO-MOGGI

a.a. 2020-2021

Lezione 1 (5/10/2020)

Le aziende nel sistema economico


Andremo a vedere le aziende italiane e quelle che agiscono a fine di profitto (mentre ce ne sono alcune che,
nonostante siano vere e proprie aziende, operano senza scopo di lucro)

Questo corso costituisce uno degli aspetti dell'ECONOMIA AZIENDALE:


L'ECONOMIA AZIENDALE è la parte della scienza economica che studia le condizioni di esistenza e le
manifestazioni di vita delle aziende nell'ambito dei contesti in cui operano (in base al paese in cui opera,
un'impresa si comporta diversamente)  insieme delle prassi, delle legislazioni, contesti economici

All'interno di un'azienda sussiste il


FENOMENO ECONOMICO: rapporto tra
i bisogni illimitati (insieme dei bisogni reali
di tutte le persone) e i mezzi limitati per
soddisfarli. Spesso i bisogni sono
VEICOLATI: es. 30 anni fa non c'era il
bisogno di avere un cellulare, un anno fa non
c'era bisogno di comprare così tante
mascherine (es. franchising "The mask") 
continui mutamenti.
Più è limitata la possibilità di soddisfare
questi bisogni, più il costo aumenta

DA UN PUNTO DI VISTA OPERATIVO c'è uno squilibrio tra bisogni e risorse, che trova risposta nella
produzione di beni e servizi e nel loro utilizzo o consumo, ovvero nello SCAMBIO.
Es. servizio delle badanti, che fornisce una risposta ad un bisogno che il mercato italiano e il sistema
sanitario italiano non riusciva a soddisfare. La crescita della domanda sta portando alla normalizzazione di
questo sistema (non più un servizio solo a nero, sono nate delle cooperative, ci sono aziende sanitarie
specializzate e anche il nostro sistema sanitario si è adeguato)

Le aziende non sono delle ISOLE; sono all'interno di una rete, connesse tra di loro, con legami più o meno
forti.
L'unità economica elementare è il SOGGETTO (l'individuo): quando si aggregano per perseguire degli
obiettivi economici comuni creano delle aziende  ci sono delle unità economiche intermedie che sono
idealmente collocate tra individuo e società, le quali non necessariamente hanno obiettivi economici; es.
FAMIGLIA (può capitare che i bisogni del singolo individuo siano veicolati da quelli della famiglia, non
sempre quindi coincidono)

Il TRATTO DISTINTIVO E CARATTERIZZANTE del fenomeno economico aziendale è la produzione


di beni e servizi (e di ricchezza) per il soddisfacimento dei bisogni umani. Si produce ricchezza quando si
produce un OUTPUT (il cui valore è) maggiore degli INPUT utilizzati nel processo di produzione.

Il BILANCIO è una fotografia, fa vedere l'andamento di un'azienda in un preciso momento -> alla fine
dell'anno farà vedere come i processi di input e output hanno lavorato.
Massimizzare l'UTILITA significa perseguire l'ECONOMICITA, cioè l'EFFICACIA e l'EFFICIENZA:
 EFFICACIA: l'output è in grado di soddisfare le esigenze dei destinatari
 EFFICIENZA: l'output è ottenuto con il minor consumo di risorse possibile ->a parità di output si
utilizzano minori risorse

Classificazione delle aziende


Imprese e altre aziende che non sono imprese.

L'IMPRESA opera in condizioni di competizione, sia sul lato della domanda che dell'offerta, ma anche sul
CAPITALE DI RISCHIO= il capitale è l'ammontare di denaro o di beni che sono a disposizione per poter
dare vita all'azienda; chi mette a disposizione il capitale si assume il rischio che l'attività possa andare male,
ma lo fa perché si aspetta un ritorno, ovvero un PROFITTO

PROFITTO: differenza tra il valore della produzione e la remunerazione di tutti i fattori produttivi,
compreso il capitale di rischio. Cioè quanto ottengo dai beni e servizi forniti al netto di tutti i costi aziendali e
alla remunerazione del capitale di rischio (fornito dagli azionisti o dai soci) -> il costo del personale è uno
dei fattori più costosi tra le spese di produzione

QUINDI il totale dei ricavi deve essere inferiore al totale dei costi
es. MARKET PLACE (su Facebook): ci sono persone che vendono oggetti a prezzi fuori mercato, non
convenienti per i compratori. / Altro Es. VINO: il mark up può essere molto diverso anche tra prodotti simili,
ad esempio perché una marca è più conosciuta e richiesta, e il prezzo è strettamente legato alla domanda

Le NON IMPRESE sono sempre aziende, ma la funzione di produzione è legata a particolari


condizioni competitive: AZIENDA DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e AZIENDE NON PROFIT

AZIENDE PUBBLICHE: organismi pubblici (Stato, comune, regione ecc.) che forniscono beni e servizi
collettivi non divisibili e non appropriabili. (Es. una linea di trasporti non può essere divisa numericamente
tra i consumatori, e non può essere acquistata). ANCHE SE-> alcuni servizi non sono appropriabili in senso
generale (la sanità, l'istruzione universitaria), ma lo sono nel caso specifico: es. nel caso dell'università, la
tassa pagata non corrisponde al costo del servizio; non basta infatti a pagare i professori ed è lo Stato a
garantirne il servizio, però viene pagata comunque una sorta di entrata per poter accedere al servizio, che
diventa così appropriabile dai singoli consumatori (ben identificabili e distinti, es. ognuno ha la sua
matricola)
AZIENDE NON PROFIT: libere iniziative dei cittadini con finalità riguardanti la cultura, l'occupazione,
l'assistenza sanitaria ecc.

Differenza tra NON PROFIT e NO PROFIT (non la chiede):


-NON PROFIT= NON cerca il profitto, però lo fa
-NO PROFIT= l'azienda ha l'obbligo di pareggio zero

Altre modalità di classificazione delle aziende: in base al soggetto giuridico e alla dimensione
SOGGETTO GIURIDICO: è colui che si identifica nella responsabilità giuridica a capo dell'azienda, colui
che risponde per l'azienda (-> questa responsabilità viene definita dalla normativa):

-IMPRESA INDIVIDUALE
-SOCIETA: di PERSONE (il soggetto giuridico sono le persone); di CAPITALI (il soggetto giuridico è
lo SHAREHOLDING, quindi gli azionisti)
-CONSORZI
-COOPERATIVE, es. in questo caso il soggetto giuridico è costituito dai soci cooperatori
QUINDI, ogni tipo di impresa è caratterizzata da una sua normativa che ne definisce il soggetto giuridico
DIMENSIONE: grande, media e piccola impresa -> è data solitamente dal NUMERO DEI DIPENDENTIe
dal FATTURATO, cioè la somma dei ricavi (non solo dalla vendita dei beni e servizi, ma anche i ricavi
eccezionali, come, ad esempio, la vendita eccezionale di un macchinario)
Il numero di dipendenti è uno dei fattori che costituisce la dimensione, nonostante ci siano aziende con
POCHI DIPENDENTI ma con un GRANDE FATTURATO
Il profitto NON fa la dimensione; può essere tuttavia una misurazione interessante di performance, quindi
per classificare le aziende in base a quanto fanno di profitto

Impresa e fattori produttivi


Input  TRASFORMAZIONE  Output  valore prodotto  remunerazione)  Input (e si chiude
il cerchio)

Il processo di TRASFORMAZIONE va inteso in senso lato: può essere anche immateriale, es. società di
software, l'input è dato dalla proprietà intellettuale e dalle capacità lavorative dei dipendenti, mentre l'output
è un software  quindi la trasformazione può essere sia fisica, su un prodotto tramite una serie di processi,
sia immateriale, come la trasformazione di conoscenze in un prodotto intellettuale finale.

L'OUTPUT dà la possibilità di vendere. La remunerazione non necessariamente è fine a se stessa, (come la


remunerazione dei dipendenti), ma può essere utilizzata anche per nuovi investimenti in nuovo CAPITALE,
in nuovi FATTORI PRODUTTIVI.

Il BILANCIO DI ESERCIZIO è uno specchio di questo aspetto: ci fa capire quali possono essere stati gli
interventi in termine di investimenti.

FATTORE PRODUTTIVO: risorsa organizzata necessaria alla produzione  Capitale e Lavoro


(input). / L'output è il prodotto e il servizio

RISORSA: quindi i dipendenti, qualcosa che serve per poter produrre reddito

ORGANIZZATA: un azienda non organizzata non è né efficace né efficiente; a seconda del tipo di azienda
si ha un'organizzazione diversa; l'organizzazione è un fattore che fa parte delle funzioni aziendali
Gli individui apportano le risorse e l'impresa, mediante la propria attività, restituisce la ricchezza
L'investitore presta il denaro all'azienda e si aspetta un ritorno
Il processo rimane virtuoso se le risorse prodotte hanno un valore maggiore rispetto alle risorse
consumate
Lezione 2

Concezione dell’impresa e funzione obiettivo

La centralità dell’impresa nel sistema economico


Le imprese creano, attraverso meccanismi di competizione, un effetto moltiplicativo sul reddito disponibile
per il consumo e per il risparmio. Per sopravvivere le imprese devono remunerare i fattori produttivi incluso
il capitale di rischio. Criticità:
- come l’impresa genera e distribuisce il valore
- il ruolo assunto dalle imprese nello sviluppo di un sistema economico

Stakeholder Theory (in italiano non esiste una traduzione, può essere un portatore di interesse)

Gli stakeholder sono l’insieme degli interlocutori sociali di un’impresa (finanziatori, lavoratori,
associazioni di categoria, clienti, fornitori, collettività...)
Coloro che influenzano l’azienda ma che a loro volta sono influenzati da essa.
L’impresa deve la sua esistenza ad una molteplicità di interessi, il cui corretto soddisfacimento influisce
significativamente sulla sopravvivenza della stessa l’impresa deve soddisfare gli interessi e i relativi
portatori in modo stabile e duraturo.

Ci sono 3 approcci:
1. Approccio strategico: studia le connessioni esistenti fra i diversi stakeholder e gli obiettivi di
performance dell’impresa; Studia il ruolo dei portatori di interesse nel processo che conduce all’elaborazione
della strategia e al raggiungimento degli obiettivi di performance.

2. Approccio etico-normativo: si basa sulla convinzione che gli stakeholder nutrono degli interessi legittimi
e che ogni gruppo di stakeholder merita considerazione per il proprio interesse in sé;  tutti sono uguali

3. Approccio descrittivo: descrive l’azienda come una costellazione di interessi cooperativi e contrastanti
che possiedono un loro valore intrinseco.  Vede il portatore di interesse come all’interno di una
costellazione

Dai diversi approcci discendono diverse definizioni di


stakeholder
o definizioni ampie
o definizioni più ristrette
Stakeholder: vicino al concetto di rischio perché influenzano il rischio dell’impresa, hanno una
posta in gioco nell’impresa.

Concetto di RISCHIO

Sono stakeholder coloro che, a vario titolo, hanno una posta


in gioco nell’impresa.

Il rischio è legato al fatto che tali soggetti effettuano qualche forma di investimento nell’impresa

-FINANZIARIA ( shareholder ) rischio è nel prendere parte del capitale


-UMANA  i dipendenti, che hanno un rischio diretto perché se l’azienda fallisce rimangono senza lavoro
-INVOLONTARIO  non so di essere un portatore di interessi (sig. x che vive vicino ad un’industria e non
necessariamente sa che l’aria potrebbe essere inquinata)
in funzione della natura dell’investimento effettuato si snoda la relazione tra l’impresa e gli stakeholder
Nonostante i diversi approcci, l’elemento fondamentale della teoria degli stakeholder è relativo alla
convinzione che:

L’impresa deve la sua esistenza ad una molteplicità di interessi, il cui corretto soddisfacimento influisce in
modo significativo sulla sua probabilità di sopravvivenza nel tempo.
La teoria degli stakeholder concentra la propria attenzione sulle modalità con cui i diversi attori entrano in
relazione con l’impresa, definendo l’origine e la natura della relazione e le prerogative che ne derivano.

STAKEHOLDER THEORY deriva dal fatto che prima si parlasse di shareholder theory. Quando la parola
fu coniata (1969) ci fu un enorme dibattito perché c’era qualcuno che stava dalla parte della shareholder
theory e qualcuno dall’altra.

SHAREHOLDER THEORY
1. Centralità dell’azionista.
2. Tale centralità viene ricondotta alla modalità di remunerazione dell’investimento dell’azionista
nell’impresa (remunerazione residuale).
3. Ciò giustificherebbe le diverse prerogative dell’azionista rispetto ad ogni altro soggetto interlocutore.

APPROCCIO ISTITUZIONALISTA
L’impresa gode di obiettivi propri, ovviamente dipendenti da quelli degli attori che la costituiscono ma con
essi non del tutto coincidenti.
L’istituzionalismo è la radice comune di alcune caratteristiche:
1. il carattere durevole;
2. l’autonomia aziendale;
3. l’organizzazione sistemica.

Nell’approccio istituzionalista, l’impresa si configura come un insieme di interessi riconducibili a diverse


categorie di soggetti aventi differente contenuto.
Ciò che individua il complesso insieme di relazioni e di interessi posti al centro dell’attività dell’impresa
viene definito assetto istituzionale.
Assetto istituzionale

o i soggetti nell’interesse dei quali l’impresa si svolge;


o i contributi che tali soggetti apportano all’impresa;
o le ricompense che i soggetti si attendono;
o gli strumenti istituzionali

I soggetti non hanno un’aspettativa nei confronti dell’azienda, ma si adeguano al contesto stesso. (es. il
dipendente è un soggetto che contribuisce all’autonomia dell’azienda)
Secondo le regole le persone che fanno parte dell’ambiente istituzionalizzato si aspettano la ricompensa,
ossia lo stipendio. Dello shareholder sono i dividendi.

Dai diversi approcci discendono diversi orientamenti riguardo la FUNZIONE OBIETTIVO


DELL’IMPRESA.

Stakeholder Theory
L’obiettivo dell’impresa consiste nel soddisfare gli interessi di tutti coloro che possono favorire o
ostacolare il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione.
Approccio strategico: studia il ruolo dei portatori di interesse nel processo che conduce all’elaborazione della
strategia e al raggiungimento degli obiettivi di performance.

Shareholder Theory
1. l’impresa esiste per massimizzare la ricchezza dell’azionista;
2. laddove ci sia una separazione tra azionisti e manager che dirigono l’impresa questi ultimi operano
nell’interesse dei primi, sulla base di un rapporto di tipo contrattuale e fiduciario.

Approccio Istituzionalista
L’impresa tende alla sopravvivenza nel tempo.
L’obiettivo ultimo delle aziende è rappresentato dal conseguimento di un equilibrio economico stabile e
duraturo che vada oltre le soggettività che in diversi istanti e con diversi ruoli partecipano all’avventura
imprenditoriale.
Creazione di un differenziale fra risorse generate e risorse assorbite

Profitto economico di lungo periodo

1. Nel cercare di raggiungere le condizioni di un equilibrio economico di lungo periodo, l’impresa non
può prescindere dal contemperamento degli interessi dei diversi soggetti.
2. La loro mancata soddisfazione influirebbe negativamente sulla performance raggiungibile
dell’impresa, pregiudicandone la sua stessa sopravvivenza nel tempo.

Shareholder Approccio
Stakeholder Theory
Theory Istituzionalista
Sopravvivenza nel
tempo. Conseguimento
dell’equilibrio
Contemperamento degli
economico (profitto
interessi di tutti coloro che Massimizzazione
economico).
possono favorire o ostacolare dell’interesse
il raggiungimento degli dell’azionista.
Contemperamento degli
obiettivi dell’organizzazione.
interessi strumentale al
raggiungimento di tale
equilibrio.

Sono davvero in contraddizione tra loro ai fini della nostra rendicontazione?

Effetto paracadute - Traduzione da The Copenhagen Charter


Lezione 3_ 12.10.2020

La gestione dell’impresa

Distinzione tra impresa e azienda: l’impresa presuppone dei fini economici.


La gestione rappresenta lo svolgimento dell’attività tipica dell’impresa nel corso della sua esistenza,
ovvero in genere uno scopo di lucro nell’offrire il proprio servizio o prodotto.
Può essere scomposta in unità elementari denominate operazioni, o in unità più ampie denominate processi.
Le operazioni economiche fondamentali che costituiscono la gestione sono:
1. Finanziamento
2. Impiego o Investimento
3. Trasformazione
4. Disinvestimento
5. Rimborsi e Remunerazioni

1.FINANZIAMENTO

Il finanziamento consiste nel reperimento dei mezzi monetari necessari allo svolgimento dell’attività di
impresa, sotto forma di capitale proprio o capitale di terzi.

Finanziamento a titolo di capitale proprio:


o è il capitale conferito dall’imprenditore o dai soci;
o si distingue dalle altre forme di finanziamento per il tempo di permanenza nell’impresa e per la
modalità di remunerazione.
 Il rischio è legato alla gestione d’impresa; dato che è capitale proprio, significa che si investe
nella “propria impresa”, es. impresa di famiglia, quindi il capitale investito è costante e
duraturo, non si interrompe il finanziamento.

 Tuttavia può capitare che questo investimento per il socio sia speculativo, e questo è tipico
dell’azionariato diffuso: il socio è un’azionista e ha comprato o versato una parte del capitale
proprio, a seconda che esistesse già e lui l’ha sottoscritto o se l’abbia versato in seguito
determinando un aumento del capitale. Le aziende nascono infatti perché viene versato un
capitale sociale, il quale nell’arco della vita dell’azienda può variare (più aumenta e più
l’azienda è solida).

 Il capitale può essere frazionato o diviso tra pochi soci: è molto frazionato generalmente nel
caso in cui l’azienda sia quotata, quindi con un azionariato diffuso, e che remunera il capitale
proprio attraverso i dividendi-> significa che a fronte di una gestione positiva, ovvero se
l’azienda riesce ad ottenere un reddito, distribuisce una parte di esso agli azionisti. Nel caso in
cui ci siano pochi soci, essi possono decidere di investire la propria remunerazione nell’azienda
(es. cambiare il macchinario).

 Nel caso del capitale di terzi la remunerazione da pagare è stabilita (es.rate da pagare per il
muto), nel capitale proprio la modalità di remunerazione cambia a seconda del tipo di
proprietà che si ha e dal tipo di società: se nel bilancio si legge “utili verso i soci”, significa che
la remunerazione è andata ai soci, se troviamo “dividendi” significa che sono stati remunerati gli
azionisti.

Finanziamento a titolo di capitale di prestito:


o è il capitale contrattualmente accordato da terzi finanziatori; i finanziatori concedono il prestito per
ottenere poi in cambio gli interessi, che costituiscono il guadagno dei finanziatori e il rischio che
loro si sono presi: -> più alto è il rischio più alti sono gli interessi.
o ogni contratto prevede l’entità del finanziamento, la scadenza, la modalità di rimborso (rateale o
in tranche, es. 10mila euro dopo 2 anni) e la periodicità della remunerazione (es. rate mensili,
semestrali ecc.);
o può essere di breve o lungo periodo, ma solitamente non copre l’intero arco di vita dell’impresa*.
-> Il finanziamento è generalmente correlato a una funzione: il denaro chiesto in prestito può servire
ad esempio ad una manutenzione, quindi anche la vita di questo prestito è legata alla funzione del
finanziamento.

*questo prima della crisi economica, adesso è ancora più difficile l’accesso ad un finanziamento; ad esempio
una banca difficilmente concederebbe 30 anni di mutuo, come minimo chiederebbero una serie di garanzie, e
lo stesso vale per i finanziamenti delle imprese.

2.INVESTIMENTO

L’investimento consiste nell’acquisizione dei fattori produttivi necessari allo svolgimento dell’attività
aziendale.

Fattori a veloce ciclo di utilizzo


o si incorporano nei prodotti dell’impresa cedendo immediatamente e completamente la loro utilità; es.
compro la farina per fare il pane, vendo il pane e esaurisco il fattore produttivo
o vengono recuperati direttamente attraverso la cessione dei prodotti nei quali sono stati incorporati. -
> con recuperare si intende il valore: si acquista un tessuto per fare una mascherina, la sua funzione
cambia, il prodotto viene venduto e quindi la sua utilità si azzera diventando valore (guadagno).

Fattori a lento ciclo di utilizzo


o sono destinati a cedere la loro utilità nel processo produttivo in maniera graduale, partecipando a
diversi cicli di produzione; es. macchinario, le attrezzature, le immobilizzazioni. Ci sono dei fattori
che ne accorciano la vita: l’uso, l’intensità d’uso, il tipo di utilizzo, l’innovazione: quest’ultima non
è dovuta all’usura, ma all’obsolescenza. Nel caso in cui una nuova tecnologia soverchi
improvvisamente il modo di produrre di un’azienda (es. VHS) essa può: riconvertirsi, rinnovarsi.
o vengono recuperati gradualmente attraverso il processo di ammortamento: ovvero si considera il
costo dell’acquisto del fattore di produzione (es. macchinario) e lo si suddivide per gli anni di utilità
del bene.

3.TRASFORMAZIONE

La trasformazione è l’operazione che consente di trasformare i fattori produttivi acquisiti dall’impresa in


prodotti o servizi destinabili al mercato di sbocco.

4.DISINVESTIMENTO

Il disinvestimento è la fase in cui l’impresa, dopo aver trasformato i fattori produttivi nei prodotti finiti, li
cede sul mercato di sbocco.

La cessione dei prodotti / servizi determinano un flusso monetario di ritorno per l’impresa.

5.RIMBORSI E REMUNERAZIONI

Con i mezzi monetari ottenuti dai disinvestimenti l’impresa può procedere a:

o reintegro dei fattori produttivi;


o al rimborso e alla remunerazione dei finanziamenti a titolo di prestito -> come si è detto i prestiti
vanno restituiti agli investitori con gli interessi, quindi il rimborso è la parte del prestito che viene
restituita (a rate), mentre la remunerazione corrisponde agli interessi.
o alla remunerazione (residuale) del capitale di rischio, cioè il capitale proprio. -> ci sono delle
priorità, per questo viene chiamata remunerazione residuale, perché avviene dopo aver pagato i
finanziatori e aver reintegrato i fattori produttivi.

Le operazioni economiche possono essere raggruppate per meglio interpretare i diversi fenomeni aziendali.

Processi di operazioni
Sono gruppi omogenei di operazioni in cui l’omogeneità dell’operazione può essere individuata a vari
livelli.

Processi produttivi
I processi produttivi sono un insieme di processi di operazioni, diversi tra di loro, ma concatenati e
coordinati al fine di ottenere la produzione e la vendita di beni e servizi.

Es. la trasformazione del prodotto è un’operazione ed è solo una parte del processo produttivo

Operazioni di gestione straordinaria o extragestione

o Costituzione= creazione dell’azienda, oppure di un suo ramo.

o Liquidazione o cessazione= si liquidano tutti i beni al fine di cessare l’azienda

o Trasformazione giuridica= es. l’azienda si fa quotare in borsa, ed è un processo estremamente


complicato.

o Fusione / scissione= per fusione si intende che più aziende si uniscono in una sola, scissione è
l’opposto.

I fatti di gestione possono essere osservati secondo diversi aspetti:


o aspetto fisico – tecnico
o aspetto monetario – finanziario
o aspetto economico.

ASPETTO FISICO - TECNICO

Osserva il flusso di risorse che entrano nell’impresa, subiscono la trasformazione e ne escono sotto forma di
prodotti / servizi destinati al mercato.

Si focalizza su:

o gestione operativa (investimento – trasformazione - realizzo)


o quantità fisiche (non omogenee): sono determinate dalla domanda, dal consumo, dalla disponibilità
di materie prime, dai costi di produzione e dalla quantità di risorse che si possiedono.

ASPETTO MONETARIO - FINANZIARIO

Si riferisce ai flussi monetari scaturenti dalle operazioni di gestione.


Esprime la gestione in termini di valore.

Finanziamento -> Entrata di flussi monetari


Investimento -> Uscita di flussi monetari

Trasformazione -> Assenza di flussi monetari: è un aspetto fisico-tecnico

Disinvestimento -> Entrata di flussi monetari

Rimborso / Remunerazione -> Uscita di flussi monetari (remunerazione dei fattori produttivi, poi i
finanziatori e poi, con il residuale, si remunera il capitale proprio)

L’aspetto monetario-finanziario è l’aspetto di più immediata percezione, è la rilevazione della contabilità


generale.
È oggettivo: si misura attraverso scambi effettivamente svolti tra l’impresa e terzi.

È l’aspetto originario, (o numerario) l’aspetto che per primo viene rilevato.


Quando i flussi monetari sono dilazionati nel tempo (crediti / debiti) si parla di aspetto finanziario.
Es. un’impresa acquista delle materie prime da un fornitore, ma il flusso monetario solitamente è posticipato,
dato che c’è la possibilità di pagare fino a 60 giorni dall’acquisto (normalmente le aziende pagano al
59esimo giorno). -> prima della crisi finanziaria i tempi di pagamento erano molto più dilazionati.

o Valori numerari certi: contanti in cassa;


o Valori numerari assimilati: crediti e debiti in moneta di conto;
o Valori numerari presunti: crediti e debiti in valuta: è presunto perché viene definito al momento
della creazione di questa vendita o di questo acquisto, ma al momento del pagamento non c’è la
certezza di quanto sarà il valore in valuta, a meno che la cifra non sia già stabilita all’interno del
contratto -> solitamente, comunque, l’oscillazione di cambio è uno dei rischi che l’azienda si prende
(ci sono proprie delle partite contabili date dall’oscillazione di cambio).

ASPETTO ECONOMICO

L’aspetto economico incorpora la causa economica della variazione monetaria / finanziaria. È l’aspetto
derivato.
Aspetto monetario e aspetto economico costituiscono le due facce della stessa medaglia: ciò che
originariamente si rileva è l’aspetto monetario / finanziario che serve a misurare la causa, la sostanza
economica delle operazioni dell’impresa.
Es. Se vengono acquistate delle materie prime c’è un flusso di denaro in uscita, ma la sostanza economica è
l’acquisto in sé. Il flusso invece è la derivazione finanziaria.

Esempio: Investimento
Fatto di gestione: pago 100 € al fornitore Tizio per l’acquisto di materie prime.
Aspetto originario: uscita monetaria di 100€
Aspetto derivato: causa economica dell’uscita di 100 €: perché ho pagato a Tizio 100 €?
Per l’acquisto di materie prime (causa economica= COSTO).

Esempio: Disinvestimento
Fatto di gestione: vendo un prodotto al cliente Caio per 100 €.
Aspetto originario: entrata monetaria di 100€
Aspetto derivato: causa economica dell’entrata di 100 €: perché ho incassato da Caio 100 €?
Per la vendita del prodotto (causa economica= RICAVO).
Finanziamento e rimborso sono le fasi
finali di un ciclo finanziario. Il ciclo
finanziario è funzionale all’avere un
ciclo operativo -> il ciclo operativo è
dato dall’investimento (acquisto di
materie prime), dalla trasformazione dei
fattori produttivi e dal disinvestimento
(vendita).

Senza il ciclo operativo non si potrebbero


remunerare i fattori produttivi e i capitali
(di terzi e propri).

Il ciclo finanziario sovrasta quello


produttivo, dato che lo rende possibile.

Partendo dal basso: ci sono i mezzi


monetari ottenuti dai mercati di capitali
(di terzi e propri). Questi mezzi vengono usati per comprare i fattori produttivi (investimento).

Inizia il processo produttivo: trasformazione dei fattori produttivi.


Lo scopo del processo è quello di ottenere un realizzo (o disinvestimento), ottenendo un flusso monetario
positivo (quindi nuovi mezzi monetari).

Con questi mezzi si può: comprare nuovi fattori produttivi e/o remunerare il mercato dei capitali (di terzi e
proprio).

ASPETTO ECONOMICO E FINANZIARIO DELLA GESTIONE

ASPETTO FINANZIARIO -> Entrate e uscite

ASPETTO ECONOMICO -> Ricavi e costi

La contabilità generale rileva solo scambi con i terzi (non i fatti interni di gestione), rilevati sotto il duplice
aspetto finanziario (originario, cioè flusso monetario) e economico (derivato).

Il bilancio di per sé è un ASSUMPTION (un’ipotesi) che viene fatta a partire da tutta una serie di regole che
sono concatenate tra loro; dalle valutazioni, alle stime ecc.

Nonostante la gestione aziendale si articoli


logicamente in cicli continui, esigenze
gestionali e normative richiedono di
“fotografare” la situazione dell’impresa con
una periodicità convenzionale.
L’arco temporale preso a riferimento si
definisce periodo amministrativo. -> nel
nostro caso (per la normativa italiana)
coincide con l’anno fiscale, cioè dal 1°
gennaio al 31 dicembre

L’insieme delle operazioni di gestione


imputabili al periodo amministrativo si
definisce esercizio.
Esercizio=Sintesi di valori economici / finanziari e patrimoniali dell’esercizio.

La fotografia della situazione dell’impresa consente innanzitutto di descrivere l’insieme dei beni e dei mezzi
di cui l’impresa dispone in quello specifico istante.

PATRIMONIO:
L’insieme delle condizioni di produzione di pertinenza dell’impresa in un dato momento.
Le principali condizioni di produzione costituenti il patrimonio dell’impresa possono essere così classificate:

1. Condizioni positive (A=attivo) 1. Condizioni negative (P=passivo)


o disponibilità di mezzi monetari (cassa, c/c o debiti vs fornitori;
attivi); o indennità di fine rapporto dovute ai
o crediti di regolamento vs clienti-> prestatori di lavoro-> l’indennità di fine
“regolamento” significa che sono regolati rapporto viene chiamata TFR; è una sorta
da un contratto di debito a lungo termine nei confronti dei
o rimanenze di M.P. (Materie Prime), merci, dipendenti, un ammontare di denaro che
prodotti; viene accantonato dall’azienda e dato al
o immobilizzazioni tecniche materiali e dipendente nel momento in cui va in
immateriali-> ovvero fattori produttivi a pensione o viene licenziato;
lungo ciclo di utilizzo; o debiti di finanziamento;
o crediti di finanziamento (prestiti) e o capitale proprio (N= capitale netto).
partecipazioni in altre aziende->
partecipazione in veste di socio in un’altra
azienda (l’impresa “investe” in altre
imprese)

 IMPIEGHI
 FONTI

Lezione 4_19.10.2020

Se il patrimonio è il sistema di condizioni di produzione di pertinenza dell’azienda in un dato istante, il


capitale è il sistema di valori positivi e negativi che esprimono tali condizioni patrimoniali.

CAPITALE:
Fotografa il valore degli investimenti in fattori produttivi ancora in essere e le fonti dalle quali sono
stati attinti i mezzi monetari utilizzati per effettuare tali investimenti.

CAPITALE LORDO:
complesso delle condizioni di produzione disponibili.

CAPITALE NETTO:
esprime tali valori al netto delle obbligazioni assunte nei confronti di terzi-> capitale proprio

A=P+N -> Attività = Passività + Capitale Netto

Il Capitale

ATTIVITA’ (complesso dei beni PASSIVITA’ e CAPITALE DI


disponibili per lo svolgimento PROPRIETA’ (fonti dei mezzi
dell’attività d’impresa) -> parte sinistra monetari investiti) -> parte destra
del bilancio del bilancio
Capitale lordo di funzionamento Obbligazione verso terzi

-denaro disponibile -Debiti


-crediti
-fattori a fecondità semplice (che si
esaurisce subito, es. farina per fare il
pane) - Capitale netto di funzionamento (di
fattori a fecondità ripetuta (a lungo proprietà)
utilizzo, es. macchinario) -
prodotti in lavorazione
-prodotti finiti non ancora venduti

CN = A - P
Capitale di funzionamento= serve a far funzionare l’azienda, es. debito verso i fornitori
Capitale di finanziamento= serve solo a finanziare l’azienda, es. debito verso la banca

I fatti di gestione osservati sotto l’aspetto economico determinano costi e ricavi:


Il reddito è la differenza fra ricavi e costi.
Reddito è l’accrescimento che, in un determinato periodo di tempo, il capitale di un’impresa subisce per
effetto della gestione
Dinamica della gestione come causa del reddito
Reddito dell’esercizio = ricavi dell’esercizio – costi dell’esercizio
Per costi si intende tutto ciò che c’è da pagare, (tasse, debiti ecc.).

REDDITO = R - C
Quando si ha un utile di esercizio, esso si trova all’interno del capitale netto, dato che è frutto della gestione.

Differenza tra reddito e utile:


Reddito è un concetto generale, è la capacità della gestione di produrre un effetto positivo. La gestione è
positiva nel momento in cui è in grado di generare reddito-> quindi è legato alla gestione di carattere
economica.
Parliamo di utile al momento in cui parliamo di bilancio; utile = ricavi > costi

Determinazione del reddito: principio della competenza economica

Poiché la gestione è continua, il reddito è un’astrazione, perché richiede che vengano contrapposti solo i
costi e i ricavi di competenza dell’esercizio considerato (quindi solo del periodo amministrativo preso in
considerazione), anche se i cicli di gestione spesso sono a cavallo fra due o più esercizi, ovvero non si
interrompono alla fine dell’anno.
Un ricavo è di competenza di un esercizio se in quell’esercizio ha trovato compimento l’operazione che lo
ha generato
(Es. ricavo di vendita di un prodotto è di competenza dell’esercizio in cui si è perfezionata la vendita, a
prescindere dall’incasso della fattura).

Scostamento fra l’aspetto economico e l’aspetto finanziario, quindi tra la vendita e l’entrata/uscita di
denaro.

Un costo è di competenza di un esercizio se in quell’esercizio ha trovato il corrispondente ricavo.


(Es. costo di acquisto di merce è di competenza dell’esercizio in cui ho venduto la merce, a prescindere dal
pagamento della fattura di acquisto).
Ad esempio un’impresa può acquistare delle materie prime senza pagarle immediatamente, ma al momento
in cui c’è un passaggio di proprietà (acquisto) esse diventano un costo per l’impresa, nonostante non sia
ancora avvenuto un flusso di denaro -> questo è un debito verso un fornitore

Slide 4

Mancata coincidenza fra competenza economica e manifestazione numeraria (domanda frequente


all’esame: fare un esempio)

Casi in cui la competenza economica non coincide con la manifestazione numeraria:


o Ammortamento di costi pluriennali
o Rimanenze di magazzino
o Ratei e Risconti
o Fatture da ricevere

1.AMMORTAMENTI

o Nell’anno “n” acquisto un macchinario per 50.000 euro


o Il macchinario è un bene strumentale, ovvero mi serve per lo svolgimento del processo produttivo
o Lo utilizzerò per diversi anni, per cui è un fattore produttivo a lungo ciclo di utilizzo
o Il costo per l’acquisto è pertanto un costo pluriennale

L’ammortamento è un processo che ci permette di imputare all’esercizio quote di costo pluriennale, quindi è
la ripartizione nel tempo di un costo.

Dato che il principio di competenza ci dice che dobbiamo imputare questo costo nel momento in cui ci
permette di ottenere un ricavo, il costo pluriennale deve essere ripartito nel tempo di utilità del bene.
RILEVAZIONE DELL’ACQUISTO

Aspetto originario: uscita monetaria (o insorgenza di un debito) di 50.000 € nell’anno n. -> esborso per
l’acquisto del bene
Aspetto derivato: causa economica è l’acquisto di un bene strumentale (costo pluriennale) per 50.000 € ->
motivo dell’acquisto

A FINE ANNO
Dal punto di vista finanziario avrò il debito per la parte non ancora pagata o meno denaro in banca/in cassa
a causa dell’uscita monetaria.
Dal punto di vista economico ho un costo di 50.000 € che non è di competenza solo dell’anno n (perché quel
bene verrà utilizzato per più anni).

o AMMORTAMENTO: è la procedura tecnico-contabile di ripartizione di un costo pluriennale tra i


diversi esercizi nei quali manifesta la sua utilità (competenza economica).
“Tecnico-contabile” perché è un’assunzione che viene fatta, è al momento della stesura del bilancio che
si decide come suddividere il costo in base alla sua utilità (se l’utilità del bene è di 10 anni allora il costo
viene suddiviso per 10 anni). “Manifesta la sua utilità” significa che il bene viene impiegato per ottenere
dei ricavi.
 Ogni anno vengono valutati i valori dei beni e può capitare che il valore di ammortamento vada
ridotto: ad esempio dopo un anno ci si rende conto che per vari motivi, magari esterni, l’utilità del
bene acquistato non è più di 10 anni ma di meno. In seguito si potrebbe addirittura dismettere il bene
al valore che avrà nel mercato.

2.RIMANENZE DI MAGAZZINO
o Nell’anno “n” acquisto 10.000 pezzi della merce x
o A fine anno ne ho venduti 8.000 pezzi
o Solo il ricavo di 8.000 pezzi è di competenza dell’anno n, gli altri 2.000 vanno “sospesi” e trasferiti
all’anno successivo, finché non avverrà la vendita.
o Dal punto di vista patrimoniale sono merci che ho acquistato e non ho venduto, quindi sono beni di
mia proprietà, che fanno parte del mio patrimonio (capitale)
o Dal punto di vista economico sono costi che non sono di competenza dell’esercizio “n” ma che
saranno di competenza degli esercizi successivi (n+1, n+2) quando venduti i prodotti che le
incorporano -> questo perché dall’acquisto del bene l’impresa non ha ancora ottenuto il relativo
ricavo

3.RATEI E RISCONTI
o Alcuni costi o ricavi sono commisurati al tempo (ad esempio gli affitti o i premi di assicurazione,
che sono mensili, semestrali, annuali, ecc.) e vengono pagati / incassati in una sola volta per tutto il
periodo di riferimento all’inizio (anticipati) o alla fine (posticipati). -> es. l’assicurazione si paga
anticipatamente.
o In contabilità generale la rilevazione contabile avviene nel momento in cui avviene lo scambio con
i terzi, al momento del pagamento o incasso (aspetto originario, finanziario) che può essere
anticipato o posticipato rispetto al periodo di riferimento (mese, semestre).
o Se il periodo di riferimento (mese, semestre...) è a cavallo della fine dell’anno bisogna integrare o
rettificare il costo o il ricavo per ripristinare la corretta competenza economica.

ESEMPI:
Il giorno 1/12/2018 pago anticipatamente il premio di assicurazione auto per il semestre dicembre 2018 –
maggio 2019:
 Quindi al 31/12 quello che è di competenza è soltanto il mese di dicembre, dato che in quel momento
si è usufruito dell’assicurazione solo per un mese.
Il giorno 1/2/2019 pago posticipatamente l’affitto dell’ufficio per il trimestre novembre 2018 – gennaio
2019:
 Quindi l’affitto viene pagato il 1° di febbraio, ma per tutto novembre e dicembre l’ufficio è stato
utilizzato; la parte di competenza dell’anno 2018 è già segnalata nel bilancio che sta per essere
chiuso. Ciò che è stata posticipata è la manifestazione finanziaria (flusso di denaro), ma la
manifestazione economica ce l’abbiamo a partire da novembre, dato che l’utilizzo dell’ufficio
permette di produrre reddito e di avere dei ricavi.

4.FATTURE DA RICEVERE/EMETTERE
A fine anno ho ricevuto una merce da un fornitore ma la fattura di acquisto è arrivata nel mese di gennaio
 Se l’impresa ha già la merce in magazzino allora la merce è già sua, nonostante non ci sia ancora una
fattura
A fine anno ho spedito ad un cliente un prodotto, ma ho emesso la relativa fattura di vendita nel mese di
gennaio

Nei casi esaminati la competenza economica non coincide con la manifestazione finanziaria, quindi,
rispetto alle scritture contabili effettuate durante l’anno, occorrono delle scritture di assestamento per
ripristinare la corretta competenza economica, prima di redigere il bilancio di esercizio.
v Bisogna fare attenzione a non confondere queste situazioni con i crediti e i debiti; nel caso di
mancata coincidenza infatti, si tratta di un costo o un ricavo che già sussiste e che deve essere
“spalmato” su più esercizi.

Se aspetto monetario ed economico coincidessero, nel bilancio potrei limitarmi a evidenziare le entrate e le
uscite effettuate durante l’anno.
Invece, nella redazione del bilancio d’esercizio devo rappresentare tre aspetti della gestione: economica,
finanziaria e patrimoniale.

DINAMICA ECONOMICA
Reddito dell’esercizio, ovvero contrapposizione fra ricavi e costi di competenza dell’esercizio.
Bilancio come misurazione periodica dell’equilibrio economico dell’impresa
o RICAVI > COSTI= dinamica economica positiva

DINAMICA FINANZIARIA
Entrate e uscite di mezzi monetari verificatesi nel corso dell’esercizio.
Bilancio come misurazione periodica dell’equilibrio finanziario dell’impresa
o ENTRATE > USCITE= dinamica finanziaria positiva

DINAMICA PATRIMONIALE
“Fotografia” del patrimonio alla fine di ciascun esercizio. Bilancio come misurazione periodica
dell’equilibrio patrimoniale dell’impresa.
o FONTI DI FINANZIAMENTO > IMPIEGHI

Perché le fonti di finanziamento devono essere superiori agli impieghi e in che modo possono esserlo? Cosa
dà la differenza positiva tra le fonti e gli impieghi?
 Se i ricavi sono maggiori dei costi si ottiene un utile, quindi le fonti di finanziamento (che sono
composte sia da capitali di terzi che da capitale netto) possono in questo modo essere maggiori degli
impieghi dato che, come abbiamo visto, tramite l’utile il capitale netto si accresce.

Queste tre dinamiche non sono indipendenti fra loro, ma sono collegate.

Lezione 5_22.10.2020

Introduzione al bilancio

Che cos’è un bilancio


È un insieme di documenti riguardanti la situazione patrimoniale, finanziaria ed il risultato economico
dell’impresa con riferimento alla gestione di uno specifico anno (esercizio).
Invece, l’analisi di bilancio è l’interpretazione della “fotografia” data dal bilancio.
La situazione dell’impresa è d’interesse per una
pluralità di soggetti:

Gli stakeholder

Lo stato è inteso come qualsiasi entità giuridica


pubblica che possa dare delle concessioni o
richiedere dei tributi.

Ogni soggetto potrebbe essere interessato ad una


parte in particolare del bilancio di esercizio.

Funzioni del bilancio


o Strumento di conoscenza-> chi lo legge comprende la situazione economico-finanziaria-patrimoniale
dell’impresa
o Strumento di comportamento-> chi lo legge può agire in un certo modo a seconda della sua
posizione e dal bilancio. Es. un dipendente che si rende conto che l’impresa non funziona e fa fatica
a pagare gli stipendi potrebbe decidere di cercare lavoro altrove; un azionista che vede un andamento
negativo pluriennale può decidere di disinvestire.
o Strumento di comunicazione-> molte imprese tuttavia non ci fanno molto affidamento. Chi è in
grado di leggere un bilancio capisce cosa fa l’azienda, di cosa è in grado e il suo andamento. Nel
caso in cui un bilancio non sia redatto bene o non sia trasparente, nel senso che ci sono delle
omissioni, il messaggio che traspare non è positivo. Non sempre la legge in questo senso è lineare;
ognuno ha delle esigenze di accountability, ovvero vuole informazioni differenti, quindi la legge non
può accontentare tutti.
o Deriva dalla contabilità generale dell’impresa .
o È consuntivo, ovvero esprime il risultato della gestione dell’anno precedente-> questo significa che
viene fatto ex-post, non in itinere, quindi successivamente ai fatti avvenuti.
o È redatto da tutte le imprese, ma solo per alcune è obbligatorio per legge.
o Esprime i diversi aspetti di analisi della gestione dell’impresa -> ovvero economica, finanziaria e
patrimoniale.
Contabilità direzionale e contabilità
generale

La contabilità direzionale è derivante dalla


contabilità generale; tuttavia entrambe vanno
di pari passo e c’è una sovrapposizione tra le
due, dato che le fonti dei dati sono le stesse.

Tuttavia hanno finalità diverse;


 la c. direzionale è relativa alla
pianificazione e controllo, quindi è
funzionale per chi deve prendere
decisioni, ai manager-> fa capire
come l’azienda viene gestita, quali sono le leve su cui operare, quindi si lavora sull’economicità
(efficienza e efficacia). In questo caso raramente si parla delle funzioni viste fino ad ora, ovvero la
conoscenza, il comportamento e la comunicazione.
 La c. generale invece fornisce informazione agli stakeholder-> il bilancio di esercizio è la sintesi
perfetta della contabilità generale. Uno degli aspetti principali che il bilancio riporta è il saldo finale:
vengono considerati i movimenti di cassa (in un file chiamato mastrino), ovvero il totale delle
entrate e delle uscite.

Gli aspetti della gestione rappresentati in bilancio

ECONOMICO, PATRIMONIALE e FINANZIARIO

Dinamica economica
Viene espressa sostanzialmente dal reddito dell’esercizio, ovvero:
o Flussi di ricavi e di costi di competenza dell’esercizio= saldo
o Bilancio come misurazione periodica dell’equilibrio economico dell’impresa
Ricavi > Costi

Rappresentazione in bilancio della dinamica economica

Dinamica finanziaria
o Entrate e uscite di mezzi monetari verificatesi nel corso dell’esercizio
o Bilancio come misurazione periodica dell’equilibrio finanziario dell’impresa
Entrate > Uscite

ENTRATE (flusso positivo di denaro, in-flow):


o Ricavi (per i quali competenza economica e manifestazione finanziaria coincidono)
oDisinvestimenti (quindi vendita) di cespiti -> un cespite è immobilizzazione, cioè qualcosa che è
stato acquistato per essere utilizzato, a lungo termine, all’interno del processo produttivo. Un
esempio di vendita di cespite può essere la vendita di un macchinario che un’azienda ha usato per
anni (potrebbe essere anche un immobile, non solo un oggetto)
o Riscossione di crediti v/clienti -> viene saldata quella che era un’entrata ancora in sospeso
o Accensione di debiti di finanziamento -> viene richiesto un prestito (alla banca), il finanziatore dà
del denaro all’azienda (viene dato un mutuo o un finanziamento); quindi fisicamente si ha un’entrata
di denaro
o Aumenti di capitale sociale a pagamento -> un socio aumenta il capitale. A seconda delle aziende
può avvenire in modo diverso, ad esempio può esserci un aumento di capitale diffuso; l’azienda
aumenta il capitale, la gente compra le sue azioni e la paga
o ...
USCITE (flusso negativo di denaro, out-flow):
o Costi (per i quali competenza economica e manifestazione finanziaria coincidono)
o Investimenti in cespiti
o Estinzione di debiti v/fornitori
o Rimborso debiti di finanziamento -> restituzione del denaro (quindi del capitale) ottenuto in prestito
dalla banca (non si tratta di interessi* in questo caso)
o Rimborsi di capitale -> es. un socio decide di uscire dall’azienda/vende le sue azioni
o ...

*Quando si parla di interessi parliamo di dinamiche di carattere economico, dato che a seconda che siano
attivi o passivi sono dei costi o dei ricavi. Possono trovarsi all’interno dei ratei e risconti nel momento in cui
il pagamento della riscossione è a cavallo tra due anni, ma non necessariamente lo sono. All’interno della
contabilità generale c’è proprio la voce “interessi verso banche”. Quando viene pagata la rata alla banca, in
essa sono comprese sia la quota del capitale sia la quota degli interessi -> la quota capitale è la restituzione
del debito, mentre gli interessi sono un costo.

Situazione patrimoniale
“Fotografia” del patrimonio alla fine di ciascun esercizio
Bilancio come misurazione periodica dell’equilibrio patrimoniale dell’impresa
Impieghi = Fonti di finanziamento

Rappresentazione in bilancio della situazione patrimoniale


STATO PATRIMONIALE è l’insieme dei documenti che servono per fare il bilancio di esercizio; all’interno
dello stato patrimoniale vedo quali sono gli impieghi e le fonti. (Il concetto di patrimonio è un concetto
generale, mentre lo stato patrimoniale è legato alla disciplina civilistica).
Attività e Passività

Le fonti di finanziamento servono a sorreggere gli impieghi, li rendono possibili, e il totale delle fonti
(Passività + Patrimonio netto) sarà uguale al totale delle attività -> A= P + N

Un’azienda è più solida patrimonialmente se ha più passività rispetto al patrimonio netto o viceversa? ->
Passività < Patrimonio netto; le passività vanno a coprire delle esigenze che non si riesce a coprire con il
patrimonio netto
Situazione patrimoniale
ATTIVITA’ (impieghi)
o Disponibilità liquide (cassa, banca; ovvero i conti correnti attivi)
o Magazzino
o Immobilizzazioni (beni pluriennali, quindi a lungo ciclo di realizzo)
o Titoli di credito
o Crediti di funzionamento
o Crediti di finanziamento
o Ratei e risconti attivi -> sono una sorta di credito verso l’anno che segue

PASSIVITA’ E NETTO
(fonti di finanziamento)
o Debiti (di funzionamento e di finanziamento)
o Altre passività (fondi rischi e oneri; sono degli accantonamenti, quindi l’azienda si priva di denaro
per accantonarlo in questi fondi a fronte di possibili rischi e oneri che prevede di avere in futuro.
Anche il TFR fa parte delle passività)
o Ratei e risconti passivi -> sono delle voci a sospeso e una sorta di debito verso l’anno successivo;
hanno un’influenza negativa su quest’anno e sospende l’attività negativa verso l’anno a venire.
o Mezzi propri (patrimonio netto)

ALCUNE TIPOLOGIE DI BILANCI


o Bilancio pubblico
o Bilancio straordinario; l’azienda è sottoposta al momento ad una situazione straordinaria, ad esempio
viene venduta oppure deve fondersi con un’altra azienda. Quindi in questo caso viene “tirata la riga”
che non corrisponde al 31/12, ma al momento dell’azione straordinaria.
o Bilancio preventivo (o budget); viene fatta una prospettiva di quello che può succedere nell’anno a
venire (probabilmente nessun bilancio preventivo sul 2020 è stato azzeccato). È importante fare
questo tipo di bilancio perché definisce un perimetro in cui operare nell’anno a venire, si cerca di
capire quali potrebbero essere le problematiche (ad esempio so che un macchinario dovrà essere
dismesso, oppure sono il produttore delle VHS e inizio a capire che qualcosa nel mio mercato non
va). L’analisi dei rischi rientra nel budget (risk management). Quindi il budget serve per capire la
traiettoria e, soprattutto, gli scostamenti tramite il confronto con il bilancio consuntivo.
o Bilancio consolidato; viene fatto per un gruppo aziendale: l’azienda madre (la holding), viene
chiamata a fare questo tipo di bilancio, dato che “consolida”, cioè mette insieme, i bilanci delle
aziende “figlie” -> viene fatto per vedere le tre dinamiche (economica, finanziaria e patrimoniale)
dell’intero gruppo.

La disciplina del bilancio

Art. 2423 – Redazione del bilancio*


o 1° comma: documenti di cui si compone il bilancio
o 2° comma: finalità del bilancio (clausola generale)
o 3° comma: informazioni complementari
o 4° comma: principio di rilevanza
o 5° comma: l’obbligo di deroga

*controllare il codice civile sul moodle

Art. 2423 – Primo comma


Il bilancio è costituito da:
o Stato patrimoniale (art. 2424)
o Conto economico (art. 2425)
o Nota integrativa (art. 2427) -> è fondamentale per poter comprendere lo stato patrimoniale e il conto
economico; nei primi due abbiamo due schemi, la nota integrativa indica com’è composta ogni
singola voce presente negli schemi. Più è ricca la nota più siamo in grado di capire le tre dinamiche.
o Rendiconto Finanziario (art.2425-ter)
Altri documenti sono allegati:
o Relazione sulla gestione (art. 2428)
o Copie bilanci società controllate ecc. (art. 2429)

La disciplina del bilancio

Art. 2423 – secondo comma


CLAUSOLA GENERALE, tre principi generali:
o Chiarezza
o Rappresentazione veritiera e corretta
(Veridicità e Correttezza) della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico

Principi generali - CHIAREZZA


Il bilancio deve essere:
o Comprensibile (per tutti i destinatari interessati) -> un bilancio è comprensibile da tutti se non ci
sono omissioni di informazioni; es. un CEO potrebbe capire o essere già al corrente di un dato
perché direttamente coinvolto nella decisione che l’ha causato, mentre una persona esterna non ne è
a conoscenza quindi ha bisogno di trovare quel dato nel bilancio.
o Trasparente nel processo di formazione sostanziale e di rappresentazione formale; ad esempio, il
bilancio deve esprimere tutto nella stessa valuta, inoltre deve essere chiaro da dove derivano
determinati dati, come nel caso di un valore di un’immobilizzazione, si deve capire da dove deriva,
quale stata la quota di ammortamento ecc.

Tale principio (la chiarezza) riguarda la struttura e il contenuto dei singoli documenti di bilancio
o Conti di bilancio (S.P. e C.E.; stato patrimoniale e conto economico): sequenza logica di
esposizione dei dati (ci sono delle gerarchie), divieto di compensazione e raggruppamento di voci (ci
sono dati importanti, come i costi, che non si possono desumere, devono essere riportati).
o Nota integrativa (N.I.): deve dare informazioni complementari che rendano più intellegibili i conti
di bilancio

Principi generali: rappresentazione veritiera e corretta


“Quadro fedele”, “true and fair view”; cioè il bilancio deve rappresentare una visione del mondo reale, ad
esempio se l’azienda volesse vendere un macchinario deve fare una stima corretta e vera del suo valora a
partire dal valore di mercato (non si può sovrastimare).

Si declina in due principi che attengono i criteri di valutazione:


o Veridicità
o Correttezza
Principi generali: VERIDICITA’
Posto che non esiste la VERITA’ OGGETTIVA nel bilancio, ci si riferisce a:
o Veridicità delle quantità oggettive
o Attendibilità/credibilità delle stime; le valutazioni per essere oggettive devono essere fatte tutti gli
anni. Ad esempio, anche nel caso di un terreno di un’azienda vinicola e i terreni non si
ammortizzano mai, hanno un’utilità infinita, tuttavia il suo valore può cambiare a seconda di agenti
esterni (es. nel caso in cui venga costruita un’autostrada accanto, o se i terreni intorno diventano
edificabili il valore cambia)

Principi generali: CORRETTEZZA


Rispetto di norme di legge e regole amministrative
 applicazione di criteri valutativi tecnicamente corretti (principi contabili)

Lezione 6_ 26.10.2020

Art. 2423 – 3° 4° 5° comma


A dimostrazione della prevalenza della CLAUSOLA GENERALE sugli altri principi:
o Obbligo di informazioni complementari necessarie per la rappresentazione veritiera e corretta (3°
comma)
o Il principio della rilevanza (4° comma)
o Deroga obbligatoria delle norme specifiche in caso di conflitto con clausola generale (5° comma)

Rilevanza
In base al principio della rilevanza, non occorre rispettare gli obblighi di rilevazione, valutazione,
presentazione e informativa, quando la loro osservanza non produca effetti rilevanti al fine di una
rappresentazione veritiera e corretta  questo significa che si rendiconta ciò che è rilevante, al contrario
quello che ometto non deve far sì che io vado a nuocere la clausola generale; quindi la clausola generale
prevale anche sulla rilevanza.

Principi di redazione (art. 2423 bis)


1. Prudenza
2. Continuità
3. Prevalenza della sostanza sulla forma
4. Realizzazione
5. Competenza economica
6. Valutazione separata
7. Costanza nei criteri di valutazione

1.Prudenza e realizzazione
Prudenza nella valutazione delle voci per evitare di sovrastimare reddito e capitale, perché in quel caso si
infrange la clausola generale
 Gli “utili sperati” non vanno inseriti in bilancio
 Le “perdite presunte” vanno inserite in bilancio; ovviamente deve essere una presunzione vicino al
vero, come nel caso di un macchinario danneggiato ancora in fase di valutazione si può presumere
che dovrà essere dismesso; oppure un creditore che so che non mi pagherà perché è andato in
fallimento, anche se non è ancora arrivata la comunicazione non ha senso mantenere 10.000 euro di
crediti verso clienti se so che non li otterrò.

Il reddito è l’ultima riga del conto economico, quindi la differenza tra i ricavi e i costi, quindi se sovrastimo i
ricavi di conseguenza sovrastimo anche il reddito.

Realizzare significa “ottenere” un reddito d’esercizio  il realizzo= il reddito

2.Continuità
La valutazione delle voci deve essere fatta nella prospettiva di continuazione dell’attività.
Prospettiva di azienda funzionante (going concern), quindi si dà per scontato che l’azienda perduri nel
tempo, altrimenti non si avrebbe l’utilità pluriennale dei beni.

3.Prevalenza della sostanza sulla forma


La valutazione delle voci deve essere fatta tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo
o del passivo considerato.

Deve prevalere la sostanza economica dell’operazione sottostante sulla sua forma giuridica  se ad esempio
la normativa mi permette di fare delle voci aggregate per determinate operazioni, ma reputo che dare la
specifica in una determinata voce sia particolarmente utile per far vedere ai portatori di interesse
un’operazione o un valore a bilancio, è consigliato che se ne dia nota.

4.Competenza economica
Si deve tenere conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data
dell’incasso o del pagamento, quindi quando c’è una discrasia tra la manifestazione economica e la
manifestazione monetaria.

5.Valutazione separata
Gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente  se ho una riga
nel bilancio dedicato al magazzino, in quella sezione si avrà una miscellanea di cose; si avranno materie
prime, semilavorati, prodotti ecc. che vanno valutati separatamente. Anche se magari c’è una voce di sintesi,
in nota integrativa si deve spiegare come viene derivata questa voce.

Lo scopo è quello di evitare che valutazioni cumulative portino a non rispettare il principio di prudenza e di
realizzazione

6.Costanza nei criteri di valutazione


Criteri di valutazione sono fissati dall’art. 2426, però:
o Ho comunque alcune alternative di scelta (partecipazioni, rimanenze ...)
o Devo mantenere la costanza all’interno di queste alternative

Questo principio è molto importante perché l’uso di un criterio di valutazione rispetto ad un altro può
cambiare completamente delle voci di bilancio; quindi portano a dare una stima di un determinato valore
diverso e incoerente, rendendo il bilancio incomprensibile. Non è vietato cambiare, ma è necessario
evidenziare le differenze.

7.Deroga alla costanza


In casi eccezionali (come danni legati al maltempo, ed è anche il caso della pandemia)
In nota integrativa:
o Motivazioni della deroga
o Indicazione dell’influenza della deroga sulla rappresentazione della situazione finanziaria,
patrimoniale e sul risultato economico

Confronto deroghe ex art. 2423 e 2423-bis


(questa tabella non va imparata, perché è cambiata la normativa di bilancio)

Norme di struttura - Contenuti (le norme di struttura vanno guardate, ma ciò che è importante sono i
principi generali)

Norme di struttura (art. 2423 – ter)

1. Destinatari: società di capitali (Spa, Srl, Sapa), tranne quelle che esercitano particolari attività, che
seguono leggi speciali:
o Banche e altri istituti finanziari (D.Lgs. N. 87/92)
o Società che esercitano le assicurazioni (D.Lgs. N. 173/97)
Lasciano libertà di schemi e contenuto ma non di valutazione alle società di persone (Ss, Sas, Snc) e le
imprese individuali

2. Rigidità degli schemi di bilancio (stato patrimoniale e conto economico)


o Voci previste dagli artt. 2424 e 2425 n
o Separatamente iscritte; non si possono sommare le voci di bilancio, in alcuni casi non c’è l’obbligo
di mettere tutte le specifiche, ma le voci di bilancio principali vanno sicuramente indicate.
o Nell’ordine indicato
La rigidità è motivata dalla comparabilità spazio-temporale e dalla maggiore intellegibilità dei bilanci

3.Gerarchia delle poste di bilancio:


o Macroclassi: lettere maiuscole
o Classi: numeri romani
o Voci: numeri arabi
o Sottovoci: lettere minuscole

Garantisce l’esposizione dei dati secondo una sequenza logica.


Macroclassi e classi non possono essere modificate in alcun modo.
Voci e sottovoci permettono una certa flessibilità, in modo da adattare il bilancio alla natura dell'attività. È
possibile anche suddividere delle voci particolarmente importanti o raggruppare delle voci poco rilevanti
(compattarle).

4. Flessibilità a livello di voci (numeri arabi):


OBBLIGO:
o Aggiunta di voci per contenuti non previsti
o Adattamenti per la natura dell’attività esercitata (un magazzino di un’azienda di servizi ha funzioni
diverse rispetto a quello di un’azienda agricola).

FACOLTA’:
o Ulteriore suddivisione (mantenendo voce complessiva)
o Raggruppamento, ma solo se: gli Importi sono poco rilevanti e se favorisce la chiarezza

5. Confronto con l’esercizio precedente:


Ciascuna voce di stato patrimoniale e conto economico deve essere messa a latere del bilancio dell’anno
precedente (a volte c’è anche una terza colonna che indica la percentuale di variazione)

Se le voci dell’esercizio precedente non sono comparabili:


o Necessità di adattamento; ad esempio se cambia la normativa, perché cambia un criterio di
valutazione ecc. In questo caso è necessario fornire, direttamente negli schemi o in nota integrativa,
il valore come se fosse stato calcolato con i precedenti principi.
o Obbligo di segnalare e commentare l’adattamento o l’impossibilità di esso in nota integrativa

6. Divieto di compensi di partite:


o Non si possono eliminare voci presenti nei conti di bilancio (es. c/c bancari attivi e passivi)
Possibili compensazioni, che tuttavia devono essere indicati nella nota integrativa:
o Crediti e debiti v/stesso soggetto, con stessa scadenza
o Debiti tributari con crediti per acconti della stessa natura
o Ricavi al netto di abbuoni e sconti (obbligo ex art. 2425-bis)

Contenuti del bilancio

o Stato patrimoniale (art. 2424 e art. 2424-bis)


o Conto economico (art. 2425 e art. 2425-bis)
o Nota integrativa (art. 2427 e art. 2427- bis)

Slide 6
Contenuti dello Stato Patrimoniale

Domande all’esame: la tendenza è quella di chiedere le macro aree, esempio “mi parli delle
immobilizzazioni materiali/immateriali”; “com’è strutturato l’attivo?”. È molto importante sapere lo schema
dello stato patrimoniale.

Schema di stato patrimoniale

Stato patrimoniale - ATTIVO

Classificazione macroclassi per DESTINAZIONE  cioè a cosa sono destinate, al loro destino in arco
temporale
o Immobilizzazioni; a lungo ciclo di realizzo
o Attivo circolante; breve ciclo di realizzo

Ulteriore qualificazione per NATURA


1.Le immobilizzazioni, indipendentemente della loro destinazione fisica nel tempo, in base alla loro natura
vengono distinte in:
o Materiali
o Immateriali
o Finanziarie

2.Attivo circolante
o Rimanenze
o Crediti
o Attività finanziarie
o Disponibilità liquide

Sono accumunate dall’avere un veloce ciclo di realizzo, ma per natura sono divise in tipologie diverse.
Distinzione TEMPORALE per i crediti (entro/oltre l’esercizio successivo) quindi entro e oltre si
riferiscono al momento in cui chiudiamo un bilancio, il 31/12.
Stato patrimoniale - PASSIVO
All’interno dello stato patrimoniale passivo c’è una sostanziale distinzione tra:
o Distinzione tra patrimonio netto* (A) e passività in senso stretto (B, C, D, E)
o Distinzione TEMPORALE per i debiti (entro/oltre l’esercizio successivo)
o Macroclasse debiti articolata per gruppi di soggetti creditori; i soggetti creditori sono coloro a cui
l’azienda deve un debito.

*Il patrimonio netto è una passività (perché è un debito verso i soci), ma non in senso stretto; i soci hanno
deciso di investire nell’azienda, quindi il debito nei loro confronti non è così impellente come gli altri.

Macroclasse PATRIMONIO NETTO si articola in IX classi: (le chiede)

Capitale sociale (classe I) il capitale versato dai soci al momento della creazione dell’azienda e può variare
nel tempo (versamento dei soci)
Riserve di capitale (riserve che, per legge, prevedono un accantonamento in determinate:
o Soprapprezzo azioni (II) quando vengono emesse delle azioni con un valore superiore a quello di
base, d’asta
o Rivalutazione (III)
o Altre riserve (VI) l’azienda può decidere, nel caso ci siano degli utili in più, di accantonarli in
maniera prudenziale tra le riserve (lo statuto non pone un limite al numero di riserve).
Riserve di utili
o Riserva legale (IV) sono delle percentuali definite per legge a seconda della tipologia della società
o Riserve statutarie (V)  sono stabilite dallo statuto; ogni azienda ha uno statuto stabilito dai soci alla
sua creazione, in cui sono presenti tutte le regole dell’attività, tra queste c’è la riserva statutaria; es.
accantono il 2% degli utili fino al raggiungimento di una somma tot (valore della riserva).
o Altre riserve (VI)
o Per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi (VII) per eventuali situazioni debitorie legate
ai soci
o Utili (perdite) portati a nuovo* (VIII) quando c’è un utile l’assemblea dei soci decide cosa farne, al
momento dell’approvazione del bilancio c’è anche l’approvazione della destinazione degli utili che
ovviamente varia a seconda delle esigenze dell’azienda; in questo caso si tratta dell'utile dell'anno
prima che non si è ancora scelto come usare, e quindi è stato portato a nuovo, all'esercizio
successivo.
o Utile (perdita) d’esercizio* (IX)

 *IMPORTANTE!!! Ricordarsi che gli utili d’esercizio si trovano in due posti: 1.alla fine del CONTO
ECONOMICO; 2. L’altro qui, nel patrimonio netto nello STATO PATRIMONIALE: è fondamentale capire
che l’utile si trova all’interno del patrimonio netto perché è tramite la gestione che l’azienda è riuscita ad
avere un risultato positivo, e quindi degli utili.

Passività in senso stretto (4 macroclassi):

1. Fondi per rischi e oneri (B)


2. Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato (C)
3. Debiti (D)
4. Ratei e risconti (E)
Attivo
A) Crediti verso soci
o Versamenti ancora dovuti relativi a capitale sottoscritto dai soci ; quindi ancora non hanno versato il
denaro
o Specificità dell’impostazione italiana; non esiste nei principi contabili internazionali, è una voce tutta
italiana.
o Separata indicazione della parte già richiamata  l’azienda prevede che richiami a un certo punto la
sottoscrizione, quindi è importante indicare separatamente la parte che è già stata richiamata, cioè
che il consiglio di amministrazione ha già invitato i soci a versare entro una certa data attraverso un
avviso.

 Come studiare le immobilizzazioni: studiare la definizione, come entrano in bilancio, come si


valutano e come varia il loro valore nel tempo. Per chi studia il libro, non chiede le scritture
contabili.

B) Immobilizzazioni (definizione) abbiamo detto che per destinazione rimangono all’interno dell’attività
per più anni.
o Valori al netto dei fondi ammortamento e fondi svalutazione  come abbiamo visto
l’ammortamento è un’operazione che suddivide il costo pluriennale dell’immobilizzazione nei vari
bilanci di esercizio in cui l’utilità del bene è preventivata. Il fondo di ammortamento è il fondo in cui
l’azienda accantona anno dopo anno questo costo; es. se l’azienda ha un bene che vale 10.000 euro e
lo ammortizza per 4 anni, sarebbero 2.500 euro all’anno, questo significa che nel bilancio il primo
anno ci sarà il valore del bene meno il primo ammortamento (- 2.500), e quest’ultimo va nel fondo
ammortamento, così come gli altri 2.500 euro nei 3 anni successivi. Quindi col passare del tempo il
fondo di ammortamento aumenta, mentre il valore del bene scende; si compensano fino a quando il
valore del bene non diventa 0.
o Cespiti della gestione sia caratteristica che accessoria  caratteristica significa che è strettamente
legata allo scopo principale dell’attività aziendale, mentre accessoria dà comunque reddito, ma non è
strettamente funzionale all’attività principale; ad esempio se lo scopo principale è produrre e vendere
un determinato prodotto, la produzione in sé è l’attività caratteristica, mentre un ufficio di
amministrazione è comunque importante ma accessorio.
o Suddivisione in classi per natura (materiali, immateriali, finanziarie)

Immobilizzazioni – criteri di valutazione


1. Criterio del costo (art. 2426 punto 1)  criterio secondo il quale un bene viene valutato quando
viene appena acquistato
2. Ammortamento (art. 2426 punto 2)  viene applicato al bene
3. Svalutazione per perdite durevoli di valore (art. 2426 punto 3) questo nel caso perda valore in
modo durevole nel tempo, non nel caso la perdita sia dovuta, ad esempio, ad un evento temporaneo.

1. Immobilizzazioni – criterio del costo


Costo di acquisto o di produzione:
o Rilevante è la modalità di acquisizione (acquisto esterno vs costruzione interna)  per costruzione
interna si intende che l’azienda è in grado di produrre il bene che le serve, ad esempio un’azienda
che produce macchinari e ha bisogno di un macchinario, ed in questo caso è necessario valorizzare
questo cespite (per fare ciò si fa la somma dei costi che fabbricare il macchinario ha apportato;
materie prime, ore di lavoro degli operai, ore di ricerca e sviluppo, ovvero i costi trasversali).
Costo di acquisto:
o Comprende gli oneri accessori (es. trasporto, montaggio-installazione; per gli immobili le spese di
stipula atto d’acquisto, spese di registrazione, opere di urbanizzazione (es. acquisto una strada, ma
non c’è l’impianto stradario, viario, fognario) ecc.)  sono i costi aggiuntivi che l’azienda deve
sostenere per ottenere il bene e per renderlo utilizzabile.

Lezione 7 (Registrazione 6 bis) _29.10.2020


Costo di produzione:
-Comprende tutti i costi direttamente imputabili al bene (es. materiali, spese di progettazione, manodopera
diretta, consumi di energia)
-Può comprendere anche altri costi (indiretti):
o Per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto
o Relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento nel quale il bene è utilizzabile
o Oneri finanziari relativi al finanziamento specifico della fabbricazione

2. Immobilizzazioni - ammortamento
Processo di ammortamento si applica per:
o Immobilizzazioni materiali e immateriali (no finanziarie)  importante; se all’esame viene detto che
l’ammortamento si applica a tutte le immobilizzazioni è un errore!
o La cui utilizzazione è limitata nel tempo (no terreni)  il tempo di utilità del bene deve essere
quantificabile, o perlomeno di stimarlo
L’ammortamento deve essere fatto:
o Sistematicamente  non appena il bene entra a far parte dell’attivo comincia ad essere
ammortizzato, e ciò avviene sistematicamente ogni anno
o in relazione alla residua possibilità di utilizzazione dell’immobilizzazione
Obbligo di motivare in nota integrativa eventuali modifiche:
o ai criteri di ammortamento  quote costanti
o ai coefficienti applicati  quote decrescenti

Per ogni immobilizzazione devono essere indicate le modalità di ammortamento, le due modalità più
importanti sono:
1. A quote costanti; es. 10.000 euro per 10 anni quindi 1.000 euro all’anno, quindi si divide il valore del bene
per gli anni di utilità del bene, ottenendo così, appunto, una quota costante.
2. A quote decrescenti; si applica una percentuale sul valore del bene che man mano diminuisce e,
diminuendo il valore del bene, anche la percentuale verrà applicata su un valore minore, per questo la quota è
decrescente.

3. Immobilizzazioni - svalutazione
o Se alla chiusura dell’esercizio l’immobilizzazione risulta durevolmente di valore inferiore al
costo, deve essere iscritta (in S.P.) a tale minore valore -> svalutazione a C.E. (voci 10 c o 19)
o Va rivalutata (nel limite massimo del costo) se i motivi della svalutazione sono venuti meno

La svalutazione di un bene costituisce un costo, influisce negativamente sul reddito; ridurre il valore di una
delle mie immobilizzazioni significa ridurre il valore di quello che utilizzo per la mia produzione, e per me
questo è un costo. La svalutazione va rivalutata nel caso il motivo della svalutazione viene meno, e in quel
caso si deve ripristinare il valore del bene.

B) Immobilizzazioni
I. Immobilizzazioni immateriali
Tre tipologie:
-Oneri pluriennali (B.I.1. B.I.2.)
-Beni immateriali (B.I.3. e B.I.4.):
o Tutela giuridica
o Suscettibili di autonomo trasferimento
-Avviamento (B.I.5.) domandato spesso all’esame
-Immobilizzazioni in corso e acconti
-Altre immobilizzazioni

B.I.1. Costi di impianto e di ampliamento


o Spese di costituzione o modifica societaria (spese notarili, imposta di registro ...)
o Spese per avviamento di nuove produzioni
o Impianto e ampliamento si riferiscono a stesso contenuto, ma tempi diversi
Ad esempio, un’azienda decide di ampliare la propria produzione e di comprare un ramo d’azienda; per
poterlo fare è necessario fare una modifica societaria, oppure si devono pagare degli oneri di carattere
amministrativo.
Impianto e ampliamento hanno la stessa natura, ma tempi diversi  IMPIANTO= significa che è qualcosa
che viene fatto ex novo; AMPLIAMENTO= l’azienda ce l’ha già, semplicemente l’aumenta.

B.I.2. Costi di sviluppo


o Ricerca e sviluppo di nuovi prodotti o processi produttivi
o No costi per ricerca ordinaria
o Comprende costi del personale, materiale e servizi per questa specifica attività

Sono relativi alla creazione di nuovi prodotti, quindi le ricerche ordinarie, ad esempio quelle fatte in
collaborazione con le università, non vi fanno parte.

B.I.3. Diritti di brevetto


Se l’ufficio di ricerca e sviluppo di un’azienda crea qualcosa di innovativo è necessario brevettarlo. I diritti
di brevetto costano, la licenza va pagata, tuttavia è fondamentale per tutelare da eventuali plagi, e tali costi
vanno imputati in questa sezione.

B.I.4. Concessioni, licenze, marchi – Beni immateriali


-Perfezionamento della titolarità legale secondo norme di legge o accordi contrattuali
-Software: in B.I.3. se:
o Acquistato a titolo oneroso  es. pacchetto office per l’azienda
o Prodotto internamente e protetto
o Licenza d’uso a tempo indeterminato
o Altrimenti è BI4

B.I.5. Avviamento
-Insorgenza in occasione di:
o Acquisti di complessi aziendali
o Conferimenti di complessi aziendali
o Fusioni di società

Definizione: maggior valore dell’azienda conferita rispetto al valore contabile dei singoli beni patrimoniali
apportati  un’azienda ne acquisisce un’altra, quest’ultima ha un suo Stato Patrimoniale (con debiti, crediti,
macchinari, capitale proprio ecc.) che cessa al momento in cui entra a far parte di un’altra azienda; a questo
punto le voci dello S.P. entrano a far parte (e quindi vengono sommate alle voci) di quello dell’altra azienda.
Quando si va ad acquisire un’azienda che è già avviata (ovvero che è già in grado di perdurare nel tempo,
che ha già dei suoi clienti, che è già produttiva), al momento della contrattazione, l’azienda che acquisisce
reputa che l’azienda che intende acquistare valga più del suo S.P. e quindi la compra cedendo un quantitativo
monetario: questo è l’AVVIAMENTO

Già il fatto che nel bilancio di un’azienda sia presente uno o più avviamenti (l’avviamento tuttavia è una
voce unica, le particolarità sono spiegate nella nota) è segno che l’azienda si sta espandendo, e che quindi sta
andando bene.
-Presidi all’iscrizione art. 2426 punto 6

Avviamento (art. 2426 punto 6)


-Iscrivibile nell’attivo solo:
o Se acquisito a titolo oneroso  se l’azienda è stata regalata non c’è l’avviamento
o Nei limiti del costo sostenuto  quanto è stato pagato
o Se c’è il consenso del collegio sindacale
-Periodo di ammortamento
o Di norma max 5 anni  (domanda frequente: si ammortizza l’avviamento? Sì, ma al massimo per 5
anni)
o Più lungo se motivato in N.I. e comunque nei limiti del periodo di utilizzazione  quindi se si
ammortizza per più di 5 anni dev’esserne indicata la motivazione

B.I.6. Immobilizzazioni in corso e acconti


o Solo beni immateriali (no oneri pluriennali e avviamento)
o Accoglie gli acconti e i costi per la produzione interna di beni immateriali (e.g., brevetti, marchi
Immobilizzazioni in corso: immobilizzazioni avviate ma non ancora finite; collegamento con voce
A4 del conto economico (incrementi immobilizzazioni per lavori interni)
o Acconti: per acquisti esterni da fornitori  compro un software da terzi, non me l’hanno ancora dato
ma ho pagato l’acconto
Un’immobilizzazione è intangibile.

B.I.7. Altre (ha detto che non chiede cosa c’è in questa sezione)
Voce residuale; esempi:
o Usufrutto di azioni
o Diritti di superficie
o Migliorie su beni di terzi “non separabili”
o Software applicativi prodotti internamente e non protetti giuridicamente
o Costi per ottenimento di finanziamenti

B) Immobilizzazioni. II.
Immobilizzazioni materiali
1) Terreni e fabbricati
2) Impianti e macchinario
3) Attrezzature industriali e commerciali
4) Altri beni
5) Immobilizzazioni in corso e acconti  quindi funziona come per la voce vista prima, ma in questo caso è
per le immobilizzazioni MATERIALI.

B.II.1. Terreni e fabbricati


o Voce che contiene beni ammortizzabili e non
o Fabbricati sia civili (gestione accessoria) che industriali (capannoni, uffici...) comprese le costruzioni
leggere (es. tettoie)

Pensando al principio della prevalenza della sostanza sulla forma, terreni e fabbricati andrebbero insieme, ma
ci sono alcune aziende che preferiscono dividerle; es. una grande azienda agricola hanno tanti terreni e
quindi hanno bisogno di riportare i valori in modo separato, oppure hanno applicato una serie di migliorie sui
fabbricati e quindi hanno necessità di mostrare quali sono state le migliorie.

I fabbricati industriali sono quelli adibiti alla gestione caratteristica, mentre i fabbricati civili per la gestione
accessoria.
RICORDA! I terreni non vanno ammortizzati.

B.II.2. Impianti e macchinario


Impianti:
o Generici (illuminazione, telefonici, allarme)
o Specifici (inerenti particolari fasi del processo produttivo)

Macchinari: non sempre immediata la distinzione con impianti e attrezzature


Se l’impianto è alla base del processo produttivo, è perché è grazie ad esso che è possibile utilizzare i
macchinari, che invece sono direttamente “responsabili” della produzione del bene  es. impianto elettrico
permette di utilizzare il macchinario (es. etichettatrice)
B.II.3. Attrezzature industriali e commerciali
o Hanno un utilizzo complementare o ausiliario rispetto a impianti e macchinari
o Hanno pertanto un ciclo di vita più breve

Sono complementari ai precedenti (impianti e macchinari). In questa voce si trovano una grande quantità di
attrezzi: elmetti, guanti, DPI in generale (dispositivi di protezione individuale), le vanghe ecc.

B.II.4. Altri beni


Voce residuale ma nella quale confluiscono molte specie di cespiti:
o Automezzi (da trasporto interno, autocarri, autovetture...)
o Macchine d’ufficio (elettroniche e non)
o Mobili e arredi
o Imballaggi recuperabili
Per ricordarsi che tutti questi strumenti vanno nell’attivo aiuta pensare all’ATTIVO come alla cassetta degli
atrrezzi necessaria per gestire l’azienda, e questi sono gli ATTREZZI che ne permettono il funzionamento.

B.II.5. Immobilizzazioni in corso e acconti


o Immobilizzazioni in corso: costruzioni interne di beni materiali non concluse (collegamento con
voce A4 conto economico)
o Acconti: su acquisti di beni materiali da fornitori esterni  compro un macchinario da terzi, non me
l’hanno ancora dato ma ho pagato l’acconto

B) Immobilizzazioni III.
Immobilizzazioni finanziarie
1) Partecipazioni in ...
2) Crediti verso ...
3) Altri titoli
4) Strumenti finanziari derivati attivi

Come già detto, le immobilizzazioni finanziarie NON vanno ammortizzate. In questa sezione ci sono tutti
beni di carattere finanziario che sono considerati un valore attivo positivo per l’azienda. Prima si creavano
delle complessità riguardo alle immobilizzazioni finanziarie: quando c’erano dei gruppi molto strutturati non
era ben chiaro chi doveva/prestava soldi a chi, quindi il legislatore con l’ultima norma di bilancio è entrato in
merito dando una rappresentazione più chiara delle specifiche.

B.III.1. Partecipazioni in:


a) Imprese controllate  significa che sono io che ho la maggioranza a potere decisionale per controllarle
b) Imprese collegate  ho una percentuale di collegamento, quindi ho una parte del capitale dell’azienda ma
non la controllo.
c) Imprese controllanti
d) Imprese sottoposte al controllo delle controllate  doppia catena, A controlla B e B controlla C
e) Altre imprese

o Partecipazioni possono essere voci delle immobilizzazioni o attivo circolante a seconda della
destinazione
o Hanno natura di investimento non speculativo  l’azienda non fa trading, lo scopo
dell’investimento è quello di avere un controllo su un’altra azienda o un legame di carattere duraturo
con esso. Ad esempio, c’è un’interesse ad ottenere il controllo di una filiera, acquisendo un’azienda
che fornisce la materia prima in modo da poter fare economia di scala sulla fornitura.
o Concetto di controllo-collegamento: art. 2359; le partecipazioni in imprese controllate e collegate si
presumono immobilizzazioni

Un azienda decide di partecipare in un’altra azienda perché si aspetta un ritorno, in termine di utili, di
dividendi ecc. a seconda della tipologia dell’azienda. Quindi in questo caso non si tratta di un ricavo
commerciale (di vendita), ma un ricavo legato ad un’attività finanziaria.
Partecipazioni (immobilizzate) in imprese controllate e collegate

Scelta tra due criteri alternativi di valutazione:


-Criterio del costo (come per tutte le immobilizz.)
-Criterio del “patrimonio netto”
o Valore risultante applicando la percentuale di possesso al patrimonio netto dell’impresa controllata o
collegata, risultante dall’ultimo bilancio (+/- alcune rettifiche)
I dividendi si trovano in Conto economico alla voce C15) «proventi da partecipazione».

Quello che è in portante sapere su questa parte è: che ci sono due modalità per definire il valore delle
immobilizzazioni finanziarie e le partecipazioni  con il CRITERIO DEL COSTO, ovvero quanto sono
state pagate (esattamente come le altre immobilizzazioni, ad esempio se si è dovuto pagare un notaio per
poter effettuare la partecipazione i costi del notaio rientrano in questo criterio), oppure al PATRIMONIO
NETTO, quindi l’azienda, all’interno del patrimonio netto dell’azienda in cui partecipa, prende la
percentuale di possesso che le spetta.
Es. Se si ha il criterio del costo, e questo dice che la mia partecipazione vale 100, mentre secondo il criterio
del patrimonio netto la partecipazione vale 95, quale dei due criteri uso?  95 (sempre il valore più basso),
perché non si può sottostimare un costo o sovrastimare un ricavo. Inoltre il criterio di valutazione VA
MANTENUTO nel corso del tempo, altrimenti non si possono confrontare i dati, viene meno la chiarezza.

B.III.2. Crediti verso:


a) Imprese controllate
b) Imprese collegate
c) Imprese controllanti
d) Imprese sottoposte al controllo delle controllate
e) Altre imprese
o I crediti iscritti tra le immobilizzazioni hanno natura finanziaria, NON COMMERCIALE 
Importante, quelli di natura commerciale non si trovano in questa parte.
o Informazione di tipo finanziario, sulla scadenza del credito, si ottiene con la separata indicazione dei
crediti esigibili oltre l’esercizio successivo

Ritroviamo, così come nelle partecipazioni, imprese controllate, collegate ecc. perché non sempre l’influenza
di un’azienda su un’altra dipende da una partecipazione, ma a volte avviene per rapporti di credito e debito e
questa differenziazione rende tutto più chiaro. C’è inoltre la separata indicazione dei “crediti e debiti
esegibili entro l’esercizio successivo”  molto importante perché dà una misura temporale di cosa sta per
scadere, “OLTRE” si riferisce ai pagamenti che scavalleranno i 12 mesi.

B.III.3. Altri titoli


o “Altri titoli” anche nell’attivo circolante: dipende dalla destinazione
o Titoli diversi dalle azioni o quote di società: obbligazioni, titoli di stato, fondi comuni di
investimento ...

C) Attivo circolante
I. Rimanenze
II. Crediti
III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
IV. Disponibilità liquide

C.I. Rimanenze
1)  Materie prime, sussidiarie e di consumo
2)  Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3)  Lavori in corso su ordinazione
4)  Prodotti finiti e merci
5)  Acconti
o Beni di proprietà dell’azienda anche se in viaggio o presso terzi (in deposito,in lavorazione) 
come già detto, è importante il momento in cui cambia la proprietà del bene; ad esempio l’azienda
potrebbe aver già pagato un bene che, nonostante sia ancora in deposito o in lavorazione, quindi
l’azienda non lo possiede ancora concretamente, per contratto il bene è già suo.
o Beni destinati al realizzo diretto (non strumentali)  che non sono strumentali alla produzione
ma che sono direttamente vendibili; ad esempio in un’azienda di merchindising non c’è una fase di
produzione, ciò che realizza è direttamente vendibile.
o Acconti: su future forniture di beni iscrivibili tra le rimanenze

Rimanenze – criteri di valutazione


In inglese le rimanenze (o il magazzino) si chiama INVENTORY.
o Valutazione al MINORE tra costo di acquisto/di produzione ex art. 2426 punto 1 e il valore di
realizzazione desumibile dall’andamento di mercato  quindi il valore minore tra quanto un bene è
stato pagato e il suo valore di mercato. Questo è piuttosto semplice nel caso delle materie prime di
base come ad esempio il grano (dato che c’è un mercato che definisce le quotazioni), mentre più si
va sull’artigiato più è complesso (es. il vino).
o Obbligo di ripristinare il costo se negli esercizi successivi vengono meno i motivi della svalutazione
al valore di realizzo.
o Costo di produzione: non comprende i costi di distribuzione
o ESAME: quando vengono chieste le poste di bilancio bisogna sapere  cosa sono, cosa c’è dentro,
come vengono valutate e come ne cambia il valore.

Lavori in corso su ordinazione – criteri di valutazione


Tali particolari rimanenze, relative a prodotti su commessa, solitamente con produzioni di lungo periodo,
possono essere valutate:
o Al costo
o In base ai corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza
Nel caso di lavorazioni complesse è difficile fare una stima precisa dei costi durante la lavorazione (es. nave
in costruzione), tuttavia questo lavoro dev’essere valorizzato, perché sono già stati sostenuti dei costi (es.
manodopera, materie prime). Esistono dei contratti molto chiari su questo aspetto che definiscono quanto
l’azienda che ha dato la commissione abbia stabilito in merito di costi. Esempio  il costo orario del
personale: può essere stabilito solo se in precedenza sono stati già stabiliti i costi del progetto.

C.II. Crediti
1. Verso clienti
2. Verso imprese controllate
3. Verso imprese collegate
4. Verso imprese controllanti
5. Verso imprese sottoposte a controllo delle controllanti
5-bis) crediti tributari
5-ter) imposte anticipate
5-quater) verso altri

Crediti – criteri di valutazione

o Iscrizione al valore di presumibile realizzazione = valore nominale - fondo svalutazione


o Occorre tenere conto del rischio di insolvenza del debitore
o Asimmetria con i debiti (iscrivibili al valore nominale) motivata dal principio della prudenza

Il credito è stabilito dal contratto e verrà assolto al momento del pagamento; ma potrebbe capitare che, per
qualche motivo, il debitore abbia dei problemi nell’assolvere il pagamento, ma l’azienda creditrice quando lo
viene a sapere? Ad esempio quando il debitore va in concordato fallimentare, perché in questo caso è chiaro
il rischio che non possa assolvere al debito. Se c’è il presentimento (fondato) di questo rischio, allora è
necessario iniziare ad accantonare una perdita, che è il valore del mancato credito.  il valore trovato a
bilancio non è il credito verso un solo soggetto, ma è la somma di tutti i crediti, la distinzione avviene nella
nota integrativa.

C.III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni


1) Partecipazioni in imprese controllate
2) Partecipazioni in imprese collegate
3) Partecipazioni in imprese controllanti
4) Altre partecipazioni
5) Strumenti finanziari derivati attivi
6) Altri titoli

o Finalità speculativa o di temporaneo impiego di liquidità  operazione speculativa


o La destinazione rilevante è quella al termine dell’esercizio  si presume di vendere entro la fine
dell’esercizio
o Separazione tra titoli azionari/quote societarie e altri titoli
o Criteri di valutazione: vedi rimanenze (bisogna vedere quanto sono state pagate dall’azienda,
CRITERIO DEL COSTO, o quanto le valuta il mercato)

C.IV. Disponibilità liquide (la cassa)


1) Depositi bancari e postali (solo c/c attivi)
2) Assegni (bancari e circolari, presenti in cassa)
3) Denaro e valori in cassa (valuta nazionale, valuta estera, valori bollati)

È vietato fare una compensazione tra c/c attivo e uno passivo (questo si trova fra le passività).

Lezione 8 (Registrazione 7)_ 5.11.2020

Quando si valuta il magazzino ci sono 2 necessità: determinare la QUANTITA FISICA (es. quante forme di
parmigiano reggiano), la seconda è stimarne il valore.
o Calcolo del costo per i BENI FUNGIBILI (= non specificamente individuabili), tre alternative
possibili:
1.Costo medio ponderato; 2. FIFO (first in first out); 3.LIFO (last in first out)

D. Ratei e risconti (attivi)


Definizione di ratei e risconti data dalla legge: art. 2424-bis 6° comma
o Quote di costi e proventi, comuni a due o più esercizi, l’entità dei quali varia in ragione del tempo
(no fatture da emettere, che vanno tra i crediti v/clienti)

Passivo
A. Patrimonio netto
A.I. Capitale
o Valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci  può variare nel tempo e queste
variazioni vengono riportate in nota integrativa.

A.II.Riserva da soprapprezzo delle azioni


o Maggior valore versato dai soci al momento della sottoscrizione  quindi quando i soci, comprando
delle azioni, non pagano solo il valore nominale ma anche qualcosa di più. Ad esempio se il valore è
100 e decido di pagare 150, 100 vanno al capitale e 50 in questa sezione (formano una sorta di
salvadanaio dell’impresa, una riserva all’interno del patrimonio netto)

A.III. Riserve di rivalutazione


o Rivalutazioni monetarie permesse da leggi speciali  avviene in casi rari, quando delle norme
permettono di incrementare il capitale netto
A.IV.Riserva legale
o Obbligo di accantonamento: 5% dell’utile ogni anno fino a raggiungere il 20% del capitale sociale
 questo è dettato dal codice civile

A.V.Riserve statutarie
o Accantonamenti di utili previsti dallo statuto sociale  è lo statuto a definire la percentuale degli
utili che devono essere accantonati

A.VI. Altre riserve  possono essere create deliberatamente dall’impresa

A.VIII.Utili (o perdite) portati a nuovo


o Utili di esercizi precedenti non accantonati a riserva  l’azienda non sa cosa fare con questa parte
dell’utile e decide di non investirlo e non accantonarla, ma di portare la decisione dell’utilizzo
all’anno successivo; perdite di esercizi precendenti non coperte da riserve.

A.IX.Utile (perdita) dell’esercizio


o Quadratura con voce 23) di conto economico  l’utile è l’ultima riga del conto
o Destinazione sarà deliberata dall’assemblea al momento dell’approvazione del bilancio  es. per
comprare nuovi macchinari, distribuire i dividendi, oppure non si arriva ad un accordo e viene
portato a nuovo (questa scelta può essere fatta anche nel caso in cui si prevede una perdita per l’anno
successivo)

B. Fondi per rischi e oneri


-Non sono fondi rettificativi di elementi dell’attivo, né riserve di patrimonio
-Si distinguono dai debiti perché (art. 2424-bis, 3° comma):
o Esistenza certa o probabile
o Indeterminati: nell’ammontare e/o nella data di sopravvenienza

Si distinguono perché hanno una natura differente; sono indeterminati nel proprio ammontare, o non si è
ancora a conoscenza di quando si avrà quella perdita. Ad esempio, l’azienda sa che dovrà svalutare un
macchinario, o che uno dei suoi creditori non pagherà, quindi per prevenire ciò si accantona del denaro in
modo da coprire questa perdita.

1) Per trattamento di quiescenza e obblighi simili


o Trattamenti diversi dal TFR, da contrattazione collettiva o da previdenza integrativa aziendale

2) Per imposte, anche differite


o Accantonamenti per contenziosi fiscali (non già debiti certi)
o Imposte differite
Quindi l’azienda reputa di dover pagare delle imposte negli anni successivi, quindi accantona del denaro in
vista di esse. Ad esempio a causa di un contenzioso fiscale l’azienda sa di dover pagare successivamente
delle tasse. La specifica è nella nota integrativa.

3) Strumenti finanziari derivati passivi


4) Altri
o Fondo garanzia prodotti
o Fondo buoni sconto e operazioni a premio n Fondo per rischi contenziosi legali
o Fondo rischi su cambi
o n...

C. Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato


Disciplinato normativamente dall’art. 2120
Evidenziato separatamente perché:
o Non è fondo per rischi e oneri
o È di rilevante entità  IMPORTANTE

Il legislatore ha deciso di distinguerlo dagli altri fondi, dato che si ha la certezza prima o poi il rapporto
lavorativo dei dipendenti terminerà, che sia per la pensione, per licenziamenti o per il decesso del
dipendente. Il TFR è una sorta di debito a lungo termine dell’azienda nei confronti dei dipendenti che si salda
quando finisce il rapporto di lavoro.

D. Debiti
o Quasi tutte le voci di debito sono suddivise per gruppo di creditori
o L’informativa finanziaria è data dalla “separata indicazione” dei debiti esigibili oltre l’esercizio
successivo  quindi bisogna sempre indicare, all’interno dei debiti, quelli che non sono esigibili
durante l’anno.
1) Obbligazioni
2) Obbligazioni convertibili  possono essere convertite nel patrimonio di un’altra azienda
3) Debiti verso soci per finanziamenti  quindi somme di denaro prestate dai soci, non si tratta del
patrimonio!
4) Debiti verso banche
5) Debiti verso altri finanziatori
6) Acconti
7) Debiti verso fornitori  sono distinti dai debiti verso le banche (che anch’esse danno dei finanziamenti),
in questo caso si parla di altri istituti di finanziamento (es. Compass)
8) Debiti rappresentati da titoli di credito
9) Debiti verso imprese controllate
10) Debiti verso imprese collegate
11) Debiti verso controllanti
11-bis) debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti
8) Debiti tributari
9) Debiti verso istituti di previdenza e sicurezza
14)Altri debiti
o Verso dipendenti  non è il TFR, è il caso in cui, ad esempio, l’azienda non sta pagando loro i
benefit
o Verso sindaci, amministratori
o Verso soci per dividendi
o Verso obbligazionisti per interessi
o Depositi cauzionali
o n ....
A seconda del contesto in cui si applica il concetto di breve, medio, lungo periodo si hanno risultati diversi
(ad esempio in banca breve, medio, lungo si riferiscono ad archi temporali differenti). Nel caso dei debiti
bisogna fare riferimento alla norma civilistica, ovvero a quella del codice civile, che stabilisce l’importanza
nell’indicare cosa è “entro” e cosa è “oltre”.

(la lezione 8 passa subito al conto economico)

Lezione 9 (Registrazione 8)_9.11.2020

All’esame non chiederà i mastrini, quello che bisogna sapere è: com’è strutturato un bilancio, cosa sono le
poste di bilancio, il loro nome, cosa c’è dentro e come si valutano.

Ratei e risconti (passivi)


Definizione di ratei e risconti data dalla legge: art. 2424-bis 6° comma
o non comprendono fatture da ricevere (vanno tra i debiti v/fornitori)

Slide 7

Ratei e risconti
Cosa può chiedere ALL’ESAME: che cos’è un rateo attivo/passivo? Mi fa un esempio?; mi spiega la
differenza tra ratei e riscontri; mi parli dei ratei e riscontri; mi parli della scrittura di assestamento

COSTI e RICAVI d’esercizio


Ci sono due casistiche:
o costi e ricavi sincroni, quando c’è una coincidenza tra manifestazione finanziaria e manifestazione
economica all’interno di un determinato periodo amministrativo (per esempio 1° gennaio 2019 – 31
dicembre 2019)
o costi e ricavi in relazione asincroni quando non si verifica una coincidenza tra manifestazione
finanziaria e manifestazione economica all’interno di un determinato periodo amministrativo (per
esempio 1° gennaio 2019 – 31 dicembre 2019),

Non bisogna confondersi nel caso dei debiti e i crediti, queste sono manifestazioni finanziarie,
semplicemente l’esborso o il rimborso di denaro sono momentaneamente sospesi.

COSTI e RICAVI sincroni


Del contratto o altro documento che dia prova della transazione si ottengono informazioni sugli effetti sul
patrimonio e sul reddito.
Non sono necessarie scritture di assestamento a fine esercizio. L’operazione è totalmente contabilizzata
nell’anno.
Non vi sono valori in sospeso con i futuri esercizi.

COSTI e RICAVI asincroni


Rispetto del principio di competenza: i costi e i ricavi devono essere registrati all’interno dell’esercizio in cui
c’è la manifestazione economica, ovvero nel momento in cui hanno un’influenza sul reddito.
Sono necessarie le scritture di assestamento a fine esercizio.
Vi sono dei valori a sospeso fra un esercizio e l’altro.
Risconti e ratei attivi e passivi.

Definizione e funzione
I ratei e i risconti sono conti rilevati durante la fase degli assestamenti allo scopo di attribuire all’esercizio
tutti e soli i ricavi e i costi di competenza economica dello stesso.  quindi sono rilevati esclusivamente alla
fine dell’anno, non durante.

I risconti hanno la funzione di rettificare uno specifico costo o uno specifico ricavo che non risulta essere
interamente di competenza economica dell’esercizio in cui è stato rilevato.

I ratei hanno la funzione di integrare uno specifico costo o uno specifico ricavo che non è ancora stato
rilevato durante l’anno ma che è almeno in parte di competenza economica dell’esercizio (cioè non è ancora
stato contabilizzato, ma alla fine dell’anno mi rendo conto che è almeno in parte di competenza
dell’esercizio).

Classificazione
In base all’effetto (positivo o negativo) che producono sul reddito, i ratei e risconti si dividono in:
• Attivi: quando – a parità di tutte le altre condizioni – il reddito aumenta

• Passivi: quando – a parità di tutte le altre condizioni – il reddito si riduce


Esempi
In data 1/9/x l’azienda ha pagato in via anticipata bolli per autoveicoli
Risconto attivo

In data 1/04/x+1 l’azienda incasserà interessi attivi semestrali su B.O.T.


Rateo attivo

Ogni anno, in data 1/12, l’azienda incassa fitti attivi annuali che maturano in via anticipata
Risconto passivo

In data 01/02, l’azienda pagherà fitti passivi annuali posticipati


Rateo passivo.

Criteri di valutazione

L’importo dei ratei e dei risconti è determinato in funzione del tempo in modo da ripartire fra gli esercizi di
competenza il costo o il ricavo oggetto di valutazione
La ripartizione ha luogo tipicamente – anche se non necessariamente – in modo proporzionale al tempo
ATTENZIONE AL CALCOLO!!!
Bisogna tenere a mente la funzione svolta dai ratei e dai risconti

Risconti attivi e passivi

La situazione di partenza
Abbiamo già rilevato per intero un ricavo o un costo che, però, risulta essere in parte di competenza
dell’esercizio successivo

La funzione
Rettificare i ricavi e i costi già rilevati nell’esercizio ma non di competenza

La quantificazione
Si determina la frazione di ricavo o di costo di competenza dell’esercizio successivo in modo che a carico
dell’esercizio corrente rimanga (per differenza) solo la quota di sua competenza
Esempio

Criteri di valutazione
Ratei attivi e passivi

La situazione di partenza
Non abbiamo ancora rilevato un ricavo o un costo che, però, risulta essere in parte di competenza
dell’esercizio
La funzione
Integrare i ricavi e i costi già rilevati nell’esercizio
La quantificazione
Si determina direttamente la frazione di ricavo o di costo attribuibile all’esercizio per competenza

Rilevazione di esercizio
Esempio
In data 1/04/x+1 l’azienda incasserà interessi attivi semestrali su B.O.T. per 10.000

La rappresentazione dei ratei e risconti negli schemi di bilancio


Slide 8

Valutazione del magazzino

Rimanenze secondo un Sistema di magazzino perpetuo

l valore assegnato al magazzino finale è il risultato di due misurazioni: quantità e costo.


o In base al sistema di rendicontazione periodico, la quantità è determinata prendendo un inventario
fisico.
o Il costo viene determinato utilizzando uno dei seguenti metodi: identificazione specifica, costo
medio ponderato, first-in, first-out (FIFO) o last-in, first-out (LIFO).
o La scelta del metodo dipende dalla natura dell'azienda, dagli effetti finanziari e dai costi di
implementazione del metodo.

Costo medio ponderato


 Secondo il metodo del costo medio (o metodo della media ponderata), l'inventario è valutato al costo
medio dei beni disponibili per la vendita durante il periodo. Il costo medio è calcolato come segue:

Costo medio = Totale dei costi dei beni acquisiti /Totale delle unità dei beni acquisiti

 Il metodo del costo medio tende a livellare gli effetti degli aumenti e delle diminuzioni dei costi
poiché il costo dell'inventario finale è influenzato da tutti i prezzi pagati 3 durante l'anno e dal costo
dell'inventario iniziale.

Last-In, First-Out (LIFO)


Con il metodo last-in, first-out (LIFO) gli ultimi beni acquistati sono i primi ad essere venduti. Le merci
lasciate nel magazzino vengono valutate utilizzando i prezzi più vecchi applicati agli acquisti nel periodo
considerato. Di conseguenza, le rimanenze finali dovrebbe riflettere il costo dei beni acquistati prima.

First-In, First-Out (FIFO)


Con il metodo first-in, first-out (FIFO) i primi beni acquistati nel periodo sono i primi ad essere venduti. Le
merci lasciate nel tuo magazzino vengono valutate utilizzando gli ultimi prezzi applicati agli acquisti nel
periodo. Di conseguenza, le rimanenze finali dovrebbe riflettere il costo dei beni acquistati alla fine del
periodo.

Impatto del metodo scelto


o In un periodo di prezzi crescenti, il LIFO, produce una valutazione più bassa delle rimanenze.
o In un periodo di prezzi crescenti, il FIFO produce una valutazione più alta delle rimanenze.
o Il valore del magazzino determinato secondo il metodo del costo medio rientra tra i valori prodotti da
LIFO e FIFO.
Riprende (lezione 8)
Slide 9

I contenuti del Conto Economico


Schema di conto economico  è più semplice rispetto allo Stato Patrimoniale

A) Valore della produzione


B) Costi della produzione
Differenza tra valore e costi della produzione
C) Proventi e oneri finanziari
D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie
Risultato prima delle imposte
20) Imposte sul reddito dell’esercizio
21) Utile (perdita) dell’esercizio  questo valore è quello che permette di quadrare all’interno del
Patrimonio netto (quindi è lo stesso).

Conto economico (INCOME STATEMENT in inglese, ovvero “dichiarazione dell’utile”)  in italiano si


chiama conto economico perché, come detto nelle prime lezioni, il bilancio esercizio mostra la situazione
patrimoniale, economica e quella finanziaria, la parte del conto economico mostra la situazione economica.
Se lo Stato patrimoniale è una fotografia, il Conto economico è una sintesi della gestione d’azienda
all’interno del periodo dell’esercizio.
o Struttura scalare
o Evidenza di risultati intermedi  Differenza tra valore e costi della produzione e Risultato prima
delle imposte
o Classificazione costi e ricavi per natura  A)Valore della produzione (quindi i ricavi) B) Costi della
produzione
o Suddivisione gestione operativa da gestione finanziaria

A) Valore della produzione


o Rappresenta il valore della produzione realizzata nell’esercizio, anche se non totalmente negoziata
nel periodo
o I valori sono eterogenei perché sono sia prezzi-ricavi che prezzi-costo
Questi valori sono derivanti sia dalla vendita dei prodotti che dalle prestazioni che l’azienda eroga, nel caso
si occupi di servizi.

1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni


Gestione caratteristica, perché:
gestioni accessorie in A5
Componenti positivi finanziari: macroclassi C e D
I ricavi devono essere espressi al netto di sconti, abbuoni e premi, nonché delle imposte connesse alla
vendita

2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti questa parte
verrà vista meglio quando studieremo il magazzino.
VARIAZIONE: + rimanenze finali - rimanenze iniziali

Prodotti in corso: ciclo di lavorazione non terminato; (WIP= work in progress)


Semilavorati: parti non finite ma acquistate esternamente;
Prodotti finiti: pronti per la vendita.

All’interno del C.E. ci sono due voci che si chiamano “variazioni delle rimanenze”, ma per due nature
diverse  in questo caso si parla di prodotti che sono finiti o sono vicini ad esserlo, quindi rispetto alle
materie prime sono motlo più vicini ad essere dei ricavi di vendita (alla liquidità).

Voci A3 e A4 (non sono molto importanti, le ha saltate)


3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione: sono “semilavorati” particolari, ovvero beni prodotti su
commessa
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: collegamento con voci dell’attivo (immobilizzazioni in
corso)
5) Altri ricavi e proventi: carattere residuale

Variazione rimanenze
RI>RF = - ; dato che è variazione negativa, è un costo ed è indicato col segno “-“
Es. 100>90= -10 variazione negativa rimanenze

RF>RI = + ; variazione positiva; ricavo indicato col segno “+”


120>100 =20 variazione positiva rimanenze

RI sono le rimanenze iniziali, RF quelle finali (a fine anno)  le rimanenze iniziali sono quelle finali
dell’anno precedente. Nei bilanci di esercizio la parentesi vul dire “meno”; ovvero tutti i valori si sommano
tranne quello tra parentesi, che si sottrae.

B) Costi della produzione


“Produzione” in senso lato (non solo costi industriali)
Classificazione per natura
Esclusi oneri di natura finanziaria

6) Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci


Tutti gli acquisti di beni (semilavorati, componenti di prodotti, materiale pubblicitario, omaggi a clienti,
cancelleria, vestiario dipendenti..., acquisti di tutte le funzioni aziendali)

Costi accessori d’acquisto (trasporti, assicurazioni), se fatturati con i beni


Al netto di resi, abbuoni, sconti

7) Costi per servizi


Prestazioni di terzi relative a attività:
o Produttiva (lavorazioni esterne, manutenzioni e riparazioni, consulenze tecniche)
o Commerciale (provvigioni, consulenze di marketing, partecipazioni a fiere...)
o Amministrativa e generale (consulenti, elaborazione dati, assicurazioni, vigilanza, pulizie, compensi
amministratori e sindaci...)
o Utenze  l’acqua, l’energia, la luce, il gas.
o Servizi per il personale (rimborsi spese viaggi effettuati, mensa appaltata esternamente…)
Costi accessori d’acquisto (trasporti, assicurazioni) fatturati separatamente

8) Costi per godimento beni di terzi


Canoni di locazione (immobili o beni strumentali, in affitto)
Costi per l’utilizzo concesso da terzi di brevetti, opere dell’ingegno, licenze, marchi (royalties, provvigioni,
diritti d’autore)

È importante non confonderli con le immobilizzazioni. In questo caso, ad esempio nel caso dell’affitto, non è
dell’azienda il bene, ma semplicemente ne usufruisce

9) Costi per il personale


a) Salari e stipendi
b) Oneri sociali
c) Trattamento di fine rapporto (TFR)
o (collegamento macroclasse C passivo)
Trattamento di quiescenza e simili
o (collegamento voce B 1 passivo)
Altri costi:
o contributi per mensa corrisposti da azienda al dipendente, circoli ricreativi, ecc.

La voce dei costi per il personale è importante perché rende bene l’idea che tipo di azienda è; se è in crescita,
in diminuzione ecc. ad esempio si capiscono se ci sono poche assunzioni guardando i salari e gli stipendi

10) Ammortamenti e svalutazioni


a)Amm. Immobilizzazioni immateriali
o Quota dell’esercizio riferita a costi/beni della classe B I dell’attivo
b) Amm.Immobilizzazionimateriali
o Su beni della classe B II dell’attivo
c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni  qui vanno inserite le svalutazioni che si aggiungono alla
normale svalutazione del bene che avviene anno dopo anno es. macchinario danneggiato da un’alluvione.
o Perdite durevoli di valore

La quota di ammortamento è un costo, per questo la troviamo qua. Mancano le immobilizzazioni finanziarie
perche non si ammortizzano!

11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci (le chiede spesso)
Il segno è speculare rispetto alle rimanenze dei prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti. Questo perché
ci troviamo nei costi, non nei ricavi, quindi una variazione negativa relativa ai costi è positiva.

Variazione: + rimanenze iniziali - rimanenze finali


Merci: nel C.E. sono assimilate a materie per la produzione
RI>RF = (+) variazione negativa; costo
o 100>90= 10 variazione negativa rimanenze  dato che siamo all’interno dei costi, questi vanno
SOMMATI, per questo sono positivi.

RF>RI = (-) variazione positiva; ricavo


o 120>100 = - 20 variazione positiva rimanenze

12) Accantonamenti per rischi  abbiamo detto che, in vista di rischi futuri come mancati pagamenti da
parte di debitori, l’aziende accantona del denaro in un fondo che vada a comprire la perdita dovuta al
mancato pagamento. La segnalazione di questo rischio è un costo, per questo gli accantonamenti per rischi li
troviamo qui.

13) Altri accantonamenti


B 12: accantonamenti per passività potenziali (rischi futuri)
B 13: accantonamento per spese future (es. manutenzioni cicliche, concorsi a premio)
Entrambi si collegano alla voce B 2 del passivo  siamo ancora nella produzione (non comprendono
pertanto accantonamento TFR, fondi quiescenza, fondo svalutazione crediti)

14) Oneri diversi di gestione


Voce residuale; esempi:
o Imposte diverse da quelle sul reddito (ICI= imposta comunale sugli immobili, registro, bollo,
concessioni governative)
o Iscrizioni ad associazioni, diritti camerali, abbonamenti, liberalità
o Minusvalenze da cessione cespiti  Quando si dismette un cespite e il valore di realizzo è
inferiore al valore rimanente di costo originario meno fondo ammortamento; l’azienda
vende un cespite, si aspettava di avere un valore più alto dal mercato, ad esempio era stato
ammortizzato per 10.000, ma il valore a bilancio è inferiore al valore di mercato è il
contrario, il valore di mercato è inferiore al valore di bilancio. La differenza del valore di
mercato e il valore a bilancio è una MINUSVALENZA (=vale di meno). La minusvalenza è
un costo.
Differenza tra valore e costi della produzione
È il primo risultato intermedio del C.E. scalare (in seguito ci saranno i due blocchi, quello finanziario e
quello non finanziario).
Rappresenta il risultato economico della gestione ordinaria, sia caratteristica che accessoria, escludendo la
gestione finanziaria.  la gestione ordinaria si differenzia da quella finanziaria: in quella ordinaria troviamo
sia quella caratteristica, come ad esempio la vendita dei beni e servizi e l’acquisto delle materie prime, sia
quella accessoria, come ad esempio l’affitto di uno dei locali dell’azienda e quindi si ha un ricavo.

 Da qui inizia la parte finanziaria

C) Proventi e oneri finanziari


Concetto ampio di “gestione finanziaria” perché comprende non solo interessi, ma anche dividendi e
plusvalenze/minusvalenze ordinarie da cessione attività finanziarie.

Plusvalenze/minusvalenze ordinarie da cessione attività finanziarie  es. 20.000 euro a bilancio di una
partecipazione in un’altra azienda, la vendo sul mercato a 21.000; questi 1.000 euro sono un valore positivo
per il reddito, questa plusvalenza ottenuta va evidenziata. Al contrario se la vendo a meno (es. per motivi di
mercato o interni all’azienda) la perdita data dalla differenza è una minusvalenza.

Proventi finanziari
15) Proventi da partecipazioni
o Dividendi
o Altri proventi: vendita diritti d’opzione, plusvalenze non straordinarie da cessione partecipazioni
non va saputo cosa sono, tuttavia i proventi dalle partecipazioni significa che, partecipando in
un’azienda, io mi aspetto di avere dei dividendi. Ad esempio una partecipazione può significare che
ho prestato denaro a quell’azienda, e lei per ottenere questo prestito deve pagarmi (dato che ogni
cessione di denaro è un rischio) questo è l’INTERESSE ATTIVO.
16) Altri proventi finanziari
o Interessi attivi su c/c  i conti correnti ordinari raramente danno un tasso di interesse attivo (prima
della crisi sì), ma esistono dei conti deposito, ovvero dei conti in cui c’è l’obbligo di mantenere una
determinata giacenza sul conto e in cambio la banca dà un tasso di interesse attivo.
o Interessi attivi da clienti, dipendenti, soci
17) Interessi e altri oneri finanziari
o Interessi passivi su debiti vari
o Minusvalenze non straordinarie da cessione attività finanziarie
o ...
17 – bis) utili e perdite su cambi  nelle aziende che commerciano con l’estero e nelle grosse multinazionali
questa è una voce molto comune, perché magari viene stabilito il valore di acquisto di un bene, ma nel
frattempo il valore cambia. Quindi tra la definizione del costo/ricavo e l’esborso di denaro c’è una differenza
di cambio.
o Può avere segno positivo (utile) o negativo (perdita)

D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie


Ad esempio si hanno delle partecipazioni, e queste variano il loro valore (di mercato), quindi il valore che
avevo a bilancio va cambiato.
18) Rivalutazioni
19) Svalutazioni
Per entrambe le voci sono previste le seguenti suddivisioni:
1. a)  Di partecipazioni
2. b)  Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
3. c)  Di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
4. d)  Di strumenti finanziari derivanti

Imposte (non le chiede)


Risultato prima delle imposte è la somma algebrica di valore e costi della produzione, gestione finanziaria
(C), rettifiche di valore (D)
20) Imposte: correnti, differite e anticipate
21) Utile (perdita) dell’esercizio

Correnti: calcolate sul reddito imponibile fiscale, come risulteranno nella dichiarazione dei redditi
Differite e anticipate: in tutti quei casi in cui vi sono differenze temporanee tra questa e la competenza fiscale
di costi e ricavi  le imposte si devono pagare per legge, però il trattamento contabile civilistico è diverso
dal trattamento fiscale. La fiscalità cambia tutti gli anni

Slide 10

Lezione 10
Ammortamento Esercizi

Metodi per il calcolo dell’ammortamento

Ci sono diversi metodi per calcolare l’ammortamento e il suo relativo piano di ammortamento. Due di questi
sono:
- METODO A QUOTE COSTANTI
- METODO A QUOTE DECRESCENTI

1. METODO A QUOTE COSTANTI


Questo metodo viene utilizzato quando è difficile calcolare un’usura sul bene in questione. Questo metodo è
molto utilizzato per gli edifici. Se il costo dell’edificio è pari a 100.000 Euro e la sua vita utile è stimata in 10
anni, la quota di ammortamento verrà calcolata come segue:

In sintesi, la quota di ammortamento sarà pari a 10 000 Euro per ogni anno e il valore del bene verrà
diminuito di pari importo per ogni anno. Nelle immobilizzazioni al primo anno troveremo dunque un valore
al netto della quota di ammortamento pari a 90.000, nel secondo anno troveremo un valore di 80.000
(100.000-2 quote di ammortamento per i due anni trascorsi). Tuttavia, non sempre un bene viene acquistato il
1° gennaio, e per i mesi in cui ancora non si possedeva non ha contribuito al reddito annuale e non può essere
considerato (per questo troviamo valori decimali). La quota di ammortamento la troviamo nei Costi nel
Conto Economico (quindi nella parte superiore, quella non finanziaria).

2. METODO A QUOTE DECRESCENTI


Questo metodo si usa normalmente per I macchinari. Ad esempio, l’azienda decide di applicare una quota di
ammortamento annuale pari al 20% del valore residuale del bene. Posto che il valore del bene è pari a 20.000
al momento del suo acquisto nel 2013, il piano di ammortamento si presente come segue:
*valore netto=al netto della quota di ammortamento

Vedere l’excell allegato

Esercizio n.1
Il primo gennaio 2018 l’azienda Frisella Spa acquista un veicolo al costo di 19.000 Euro, e oneri accessori
pari a 1.000 Euro. Dopo 4 anni, l’azienda si aspetta di rivendere il veicolo sul mercato dell’auto al valore di
5.000 Euro. Presentare il piano di ammortamento al 31.12.2018 e per i successivi anni.

Soluzione Esercizio n.1


Prima si deve determinare il valore da ammortizzare, pari a 15.000 Euro (20.000 costo di acquisto più oneri
accessori – 5.000 Euro valore di sostituzione). A questo punto si deve suddividere, nel caso di
ammortamento a quote costanti il valore ammortizzabile per il numero di anni di vita utile del veicolo (per la
nostra azienda). Si otterrà una quota di ammortamento annua pari a 3.750 Euro.

Il valore del bene si


azzera al momento
della vendita, perché
il mercato ridà indietro il valore residuale del veicolo (5.000E) che nel bilancio si troveranno tra i ricavi di
vendita.

Si potrebbe verificare il caso in cui invece di 5.000 E ne ricevo 4.000, questo perché al momento della
vendita si verifica una minusvalenza di 1.000E, quindi si ha una perdita (un costo) inaspettato. Queste
minusvalenze (o plusvalenze nel caso il valore a mercato sia maggiore, ma capita raramente) si trovano nel
C.E., tra i costi o i ricavi.  nel C.E. ci va tutto quello che influenza il reddito.
Lezione 11_

Bilancio Tosca

Nell’attivo manca la voce A) Crediti verso soci, è un’omissione permessa.

Per prima cosa andiamo a vedere il conto economico e prima di tutto guardiamo se c’è un utile e se è in
crescita (in questo caso sì). Vengono indicati due anni, 2017 (quello che ci interessa) e il 2016, perché
permette la comparazione; in alcuni casi c’è anche la terza colonna che esprime la variazione percentuale. I
valori tra parentesi sono valori negativi, cioè è come se avessero il segno meno.

Vediamo che le rimanenze sono tra parentesi, ma non sono negative perché comportano una perdita, al
contrario, dato che si trovano nella voce dei costi, in cui si sommano tra loro i vari costi che rappresentano
un negativo, le rimanenze (che sono un positivo per il reddito) si devono sottrarre.

Al totale del valore A verra sottratto il totale di B (A-B)  questo è un valore molto importante che ci fa
capire la gestione dell’azienda, in questo caso è positiva.

Ci sono delle voci, come in questo caso le variazioni delle rimanenze, che possono assumere valori positivi o
negativi.

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