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BILANCI AZIENDALI (LIBRO+SLIDE+APPUNTI)

I CAPITOLO=FONDAMENTI DI ECONOMIA AZIENDALE


1) L’AZIENDA COME SISTEMA
Possiamo definire l’azienda come SISTEMA. Il concetto di sistema è quello di una combinazione di
parti e appare un valido strumento per rappresentare problemi di complessità organizzativa: quelli
che devono prendere in considerazione simultaneamente un numero di fattori che sono connessi
ad un tutto organico. Per queste situazioni il riferimento alla teoria sistematica (ossia ai principi del
pensiero sistemico e del sistema) può offrire un valido contributo per descrivere e interpretare la
complessa realtà. Il linguaggio del pensiero sistemico ha trovato utilizzazione anche nel mondo
delle aziende.
TEORIA DEI SISTEMI= consente di analizzare ogni singolo elemento senza metterne in
discussione l'utilità del fenomeno del nostro complesso.
PENSIERO SISTEMICO=vuol dire comprendere i fenomeni rilevanti per l’azienda ponendoli in un
contesto più ampio, quindi pensare in termini di connessioni, relazioni e contesto.
SISTEMA=significa un insieme organizzato di elementi e relazioni aziendali, separati mediante
confini da un ambiente, che è sempre più complesso del sistema stesso.
Gli elementi che compongono il sistema azienda sono le persone e i beni, o meglio le risorse
intese come fattori produttivi. L’azienda interagisce ed è condizionata dall’ambiente esterno
(condizione di esistenza). I caratteri del sistema azienda sono:
 APERTO=se ha scambi con l’esterno, incrementare il benessere economico (Nel momento
in cui l’azienda non genera più reddito bisogna arginare questa situazione con un
procedimento di dissolvenza);
 DINAMICO=se esiste in quanto funzionante;
 COMPLESSO=se elevata e la molteplicità degli elementi e/o delle relazioni tra gli elementi;
 PROBABILISTICO/ALEATORIO=il rischio di impresa consente la massimizzazione del
profitto;
 FINALIZZATO=ha degli obiettivi principali che deve rispettare in determinate categorie.
Diversi sono gli autori che hanno tentato di descrivere il concetto di azienda tramite una
definizione.
 Fabio Besta definì l’azienda come <<la somma dei fenomeni, o negozi, o rapporti da
amministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a se o a una persona
singola, o a una famiglia o ad una unione qualsivoglia o anche soltanto a una classe
distinta di quei fenomeni, negozi o rapporti>>.
 Gino Zappa la definì come <<quella coordinazione economica in atto, istituita e retta per il
soddisfacimento dei bisogni umani>>.
Poi si giunse a vedere l’azienda come un istituto economico destinato a durare nel tempo
che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la
produzione, o il reperimento e il consumo della ricchezza.
 Alberto Ceccherelli vede l’azienda come <<un organismo dato dall’aggregazione di
organismi minori, la cui attività deve avere dei fini e un unico risultato>>.
 Per Teodoro D’Ippolito con il termine azienda si deve indicare <<ogni sistema dinamico di
operazioni da soggetti (persone fisiche, giuridiche o gruppi di persone) allo scopo di fornire
i mezzi utili per il godimento dei bisogni umani ed erogarli per il raggiungimento deei fini
voluti>>.
 Pietro Onida stabilì che le aziende esistono per la soddisfazione dei bisogni umani e
questa soddisfazione richiede il consumo di beni economici e quindi anche produzione e
acquisizione degli stessi. Le aziende si presentano come corpi intermedi fra gli individui e lo
Stato, quindi servono sia all’individuo che alla collettività.
 Aldo Amaduzzi che vede l’azienda come <<un sistema di forze economiche che sviluppa,
nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione, o di consumo, o di
produzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico, ed altresì degli
individui che vi cooperano>>. Egli paragona l’azienda ad un sistema meccanico.
L’impostazione sistemica sistemica proposta da Amaduzzi è stata poi ripresa e approfondita da:
 Secondo Carlo Masini <<l’azienda nel suo sistema generale di eventi presenta i caratteri
di un sistema continuo, dinamico, relativo o aperto>>.
E’ possibile individuare diversi tipi di aziende:
 AZIENDA DI CONSUMO o patrimoniale destinate alle famiglie;
 AZIENDA DI PRODUZIONE destinate alle imprese;
 AZIENDA COMPOSTA (di produzione e consumo) per gli istituti pubblici territoriali/enti
previdenziali.
Secondo l’art. 2555 del c.c. l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa.
I2) TIPOLOGIE DI AZIENDE E FINALISMO AZIENDALE
Secondo un’impostazione classica è possibile distinguere:
 Le aziende di produzione o imprese mirano alla produzione di ricchezza per ottenere un
lucro;
 Le aziende di erogazione si occupano dell’appagamento dei bisogni umani, individuali e
collettivi; le aziende di erogazione sono anche indicate come amministrazioni di redditi o di
entrate.
Il soddisfacimento dei bisogni umani avviene:
 In via immediata ad opera delle aziende di erogazione;
 In via mediata attraverso le aziende di produzione.
Alle aziende di produzione è quindi affidata la funzione strumentale di generare redditi e di
produrre beni e servizi da trasferire alle aziende di erogazione.
Le aziende sulla base della natura del soggetto si suddividono in:
 Aziende pubbliche;
 Aziende private che possono essere non profit e for profit.
Le aziende private for profit perseguono l’obiettivo di generare benefici economici per i
soggetti come proprietari/soci. Le aziende pubbliche e le private non profit perseguono obiettivi
metaeconomici (sociali, etici, solidaristici) non direttamente connessi alla generazione di benefici
economici. Le imprese sono da considerarsi aziende di produzione. In base al loro settore di
appartenenza le imprese si possono distinguere in:
 Imprese del settore primario (imprese agricole, estrattive e della pesca);
 Imprese del settore secondario (imprese meccaniche, chimiche, tessili, edili);
 Imprese del settore terziario (imprese mercantili e di servizi).
Giuridicamente le imprese possono essere distinte in:
 Imprese individuali;
 Imprese societarie che possono avere la forma di società di persone e di società di
capitali.
II CAPITOLO=IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI DI UN’IMPRESA INDUSTRIALE
1) I CIRCUITI OPERAZIONALI
L’attività di un’impresa si manifesta attraverso la costante e sistematica effettuazione di operazioni
che danno vita a un vero e proprio sistema. In tale sistema sono individuati i 4 sottoinsiemi che
sono caratterizzati da un diverso grado di necessità:
 Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio (necessario)
 Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito (necessario)
 Circuito degli investimenti caratteristici (sostanzialmente necessario)
 Circuito degli investimenti accessori (eventuale).
I circuiti di finanziamento sono quelli da cui l’impresa reperisce le risorse finanziarie necessarie
all’avvio e allo sviluppo delle proprie attività (momento in cui entra il denaro). I circuiti di
investimento sono quelli in cui l’impresa impiega le risorse finanziarie al fine di ottenere dei benefici
economici e finanziari (momento in cui esce il denaro). Tale sistema delle operazioni può essere
rappresentato attraverso il seguente schema:
 Flussi di denaro in entrata e in uscita
 (Tratteggiata) conferimento in natura da parte dei soci
2) IL CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO
Il circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio inizia con l’atto della costituzione della
società che corrisponde al versamento di somme di denaro e conferimento di beni da parte dei
soci. In seguito ci possono essere altri versamenti come l’aumento del capitale sociale per
sostenere lo sviluppo dell’impresa. I soggetti che finanziano l’impresa vengono chiamati soci
comproprietari sulla quale ricade il rischio (viene chiamato anche capitale di rischio), infatti la
loro remunerazione è aleatoria in quanto dipende dagli esiti gestionali. I soci rischiano di perdere
in parte o in totale il capitale qualora gli andamenti gestionali fossero negativi. Se invece la
gestione dell’impresa si sviluppa favorevolmente, i soci percepiranno periodicamente le quote di
utili chiamati dividendi (che l’assemblea avrà deliberato di distribuire su proposta degli
amministratori). Le quote di utili non distribuiti incrementeranno l’ammontare dei finanziamenti
consentendo una loro crescita attraverso il processo di autofinanziamento. Ciò dovrebbe portare
ad un aumento del valore economico dell’impresa e la possibilità per i soci di vendere le proprie
azioni a valori superiori a quelli dell’investimento, monetizzando così dei plusvalori. Inoltre si
potrebbe verificare l’ipotesi di liquidazione volontaria della società.
3) IL CIRCUITO DEGLI INVESTIMENTI CARATTERISTICI
Il circuito degli investimenti caratteristici è quello che qualifica l’impresa in quanto tale. Con questo
circuito degli investimenti caratteristici l’azienda si procura i fattori produttivi che le sono necessari
all’avvio ed al successivo mantenimento/sviluppo che la qualificano come impresa. L’aggettivo
caratteristico (sinonimo tipico) sottolinea la connessione esistente fra l’investimento effettuato e i
processi produttivi. Le tre fasi inerenti al circuito sono:
 L’acquisizione dei fattori produttivi (operazioni esterne)
 Il loro impiego nel processo produttivo (operazioni interne)
 La vendita dei beni/servizi prodotti (operazioni esterne).
Nella prima e terza si hanno operazioni esterne che mettono in contatto il sistema aziendale con il
mercato e comporta l’esborso e l’incasso di somme di denaro. Nella seconda fase si hanno
operazioni interne all’impresa senza scambi con soggetti esterni al sistema aziendale.
La prima fase inizia con l’acquisizione di beni e servizi a cui fa seguito l’esborso di denaro da parte
dell’impresa. Qualora vi siano stati conferimenti in natura da parte di soci, l’impresa potrebbe aver
acquisito fattori produttivi con la costituzione senza sostenere degli esborsi. I fattori produttivi si
possono suddividere in:
 Fattori d’uso durevole che manifestano la loro utilità più volte nei processi produttivi, si
tratta dii investimenti durevoli che possono essere materiali come fabbricati, impianti,
macchinari, attrezzature, automezzi e immateriali come i brevetti, i marchi, le concessioni.
 Fattori di consumo singolo manifestano la loro utilità in un unico atto del processo
produttivo; si tratta di fattori produttivi costituiti da materie prime, merci, scorte di consumo,
energia elettrica, prestazioni di lavoro. Alcuni di questi vengono consumati in un secondo
momento come nel caso delle materie prime, dei semilavorati che costituiscono elementi
fondamentali per il magazzino.
Nella seconda fase avviene l’impiego di tali fattori attraverso combinazioni nel processo
produttivo che qualifica l’impresa: per un’impresa manifatturiera (industriale) il processo
produttivo sarà di tipo fisico-tecnico trasformando i fattori produttivi in beni/prodotti, il processo
produttivo può riguardare beni destinati al magazzino (per i quali non è stato individuato uno
specifico compratore oppure realizzate per uno specifico soggetto); per un’impresa commerciale
(mercantile) il processo produttivo consisterà nel trasferire nel tempo e nello spazio gli output
produttivi di altre imprese.
La terza fase riguarda la vendita di ciò che l’impresa ha prodotto o acquistato e il realizzo degli
investimenti effettuati.
Attraverso questo circuito si generano forme di finanziamento per l’impresa, ad esempio l’azienda
ottiene una dilazione di pagamento per l’acquisizione di fattori produttivi. In sostanza:
 Qualora il pagamento avvenga a pronti cioè alla consegna dei beni/servizi l’operazione di
investimento non genera nessuna forma di finanziamento;
 Nel caso in cui l’impresa ottenga la dilazione di pagamento genera una forma di
finanziamento indiretta ((non consiste nell’ottenimento di somme di denaro) ma nel poter
differire il pagamento di fattori produttivi che già partecipano al processo
produttivo.
L’attività definita caratteristica o tipica non è necessariamente immutabile nel tempo, anzi una delle
sue caratteristiche è quella di sapersi adattare ai mutamenti dell’ambiente o di anticiparli oppure
riuscirgli ad influenzare in modo favorevole
4) IL CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE DI CREDITO
Attraverso il circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito l’impresa ottiene finanziamenti
diretti da altri soggetti, si tratta soprattutto di istituti di credito negoziandone le condizioni di
ottenimento e di rimborso. Quindi oggetto delle operazioni è l’ottenimento diretto di disponibilità di
denaro per le quali l’impresa si impegna a restituire le somme ricevute in prestito e a titolo di
remunerazione gli oneri finanziari con le modalità e nella misura contrattualmente stabilite. I
soggetti che finanziano l’impresa a titolo di capitale di credito giudicamene vengono chiamati terzi
creditori e hanno diritto sia alla remunerazione dei finanziamenti concessi, sia alla remunerazione
sotto forma di interessi.
5) IL CIRCUITO DEGLI INVESTIMENTI ACCESSORI
In determinati momenti della vita dell’impresa può verificarsi che le entrate siano superiori alle
uscite che producono un’eccedenza di liquidità che potrebbe essere temporanea (sono previsti a
breve impieghi di denaro) o durevole. Nel caso in cui fosse temporanea l’impresa potrà valutare se
non impiegarla o se dare vita a operazioni di tesoreria (per far fruttare il denaro in eccedenza). Nel
caso di un’eccedenza di tipo strutturale potrebbe essere impiegata in più modi:
 Effettuazione di investimenti caratteristici
 Rimborso anticipato di finanziamenti ottenuti a titolo di capitale di credito
 Rimborso di finanziamenti propri ai soci.
La decisione di effettuare nuovi investimenti caratteristici è una decisione di tipo strategica per
l’impresa in quanto implica l’acquisizione di fattori produttivi durevoli modificano strutturalmente
l’assetto produttivo dell’impresa anche per molti anni. Nelle imprese di maggiori dimensioni le
scelte di investimento vengono decise nell’ambito di un processo di pianificazione strategica per
esaminare le condizioni esterne/interne dell’impresa e definire i possibili obiettivi/strategie. La
seconda opzione è quella di utilizzare questa liquidità per estinguere anticipatamente dei debiti
derivanti dall’ottenimento di finanziamenti a titolo di capitale di credito (tale decisione potrà essere
assunta nei casi in cui il livello di indebitamento sia eccessivo); nel caso in cui i livelli di
indebitamento siano ragionevoli e i tassi convenienti l’impresa potrebbe subire un danno.
La terza opzione è quella di effettuare degli investimenti accessori. Questa tipologia di circuito si
attiva quando disponibilità di mezzi liquidi non possono essere utilizzati né per investimenti di tipo
caratteristici né per rimborsi di finanziamenti precedentemente ottenuti. Per cui alcuni investimenti
potranno risultare accessori in determinate imprese e caratteristici in altre. Se queste vengono
ricondotte alla ricerca di una più alta redditività rispetto a quella che si otterrebbe lasciando in
forma liquida le eccedenze di denaro, senza che vi sia alcun vincolo di connessione con l’attività
d’impresa, l’investimento sarà accessorio. Se invece attraverso l’investimento si persegue
l’obiettivo di espandere, sostenere o diversificare l’attività principale dell’impresa, l’investimento
sarà caratteristico. Gli investimenti accessori possono essere ricondotti a due macro tipologie:
 Investimenti immobiliari rappresentati da fabbricati civili, terreni e terreni agricoli, sono
esclusi i fabbricati industriali (utili per lo svolgimento dell’attività d’’impresa);
 Investimenti mobiliari rappresentati da titoli del debito pubblico, obbligazioni emesse da
altre imprese, certificati di deposito, da azioni quotate e da altri investimenti finanziari;
vanno esclusi gli investimenti finanziari rappresentati da quote partecipative maggioritarie in
altre imprese che svolgono attività intangibili con quella dell’’impresa.
Il circuito si attiva con esborsi di denaro e l’impresa otterrà la proprietà di beni d’investimento.
L’impresa si prefigge di ottenere due tipi di entrate. Periodicamente incasserà i proventi generati
dall’investimento che assumeranno forma diversa: fitti attivi per fabbricati civili, dividendi per azioni,
interessi attivi per le obbligazioni. Essa potrà ottenere in via straordinaria un’entrata dalla cessione
del bene, in sede di realizzo otterrà una somma di denaro che potrà generare plusvalori o
minusvalori
6) LE OPERAZIONI DI EXTRAGESTIONE E DI GESTIONE, DI GESTIONE INTERNA E
ESTERNA
Le operazioni di extra gestione si riferiscono al circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio
e incidono direttamente sul livello di tali finanziamenti. Un esempio è quello di un apporto eseguito
da un nuovo socio.
Le operazioni di gestione si riferiscono agli altri circuiti e produco effetti che incidono
indirettamente, attraverso il risultato economico della gestione, sul livello dei finanziamenti a titolo
di capitale proprio. Le operazioni di gestione possono essere:
 Operazioni di gestione esterna che si hanno ogni volta che l’impresa ha rapporti con
l’esterno; per un’impresa industriale sono esempi di operazioni di gestione esterna: la
vendita dei prodotti ottenuti, la cessione di impianti macchinari automezzi precedentemente
in uso, l’acquisizione di titoli azioni fabbricati civili nell’ambito degli investimenti accessori,
l’ottenimento e il rimborso di finanziamenti a titolo di capitale di credito.
 Operazioni di gestione interna sono tipiche dei processi di trasformazione economico-
tecnica in cui i diversi fattori produttivi acquisiti si combinano per ottenere quei prodotti o
quei servizi destinati alla vendita, essi si generano nell’ambito del circuito degli investimenti
caratteristici, l’impresa non si rapporta con il mercato quindi non producono flussi
finanziario-monetari che genera difficoltà nella individuazione e quantificazione dei prodotti.
7) IL CASH COME ELEMENTO UNIFICANTE IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI
Il sistema delle operazioni si basa sul cash cioè nel fondo di risorse monetarie costituito dalla
cassa, dai conti correnti bancari e postali. In esso confluiscono gli incassi connessi:
 L’ottenimento di nuovi finanziamenti a titolo di capitale proprio;
 L’acquisizione di nuovi finanziamenti diretti da terzi;
 La vendita di beni e servizi
 La cessione di beni strumentali
 La riscossione degli interessi attivi, dei dividendi e dei fitti attivi
 Il realizzo di tali ultimi investimenti.
Da esso escono i pagamenti connessi con:
 L’attribuzione ai soci dei dividendi;
 La distribuzione ai soci di riserve di utili
 La riduzione di capitale sociale
 Il rimborso dei finanziamenti diretti da terzi e il pagamento di interessi passivi
 L’acquisizione di fattori durevoli/e non, necessari al processo produttivo
 L’acquisto di beni riconducibili al circuito degli investimenti accessori.
Il cash rappresenta il quantum di risorse liquide a disposizione dell’impresa in un dato momento
per effetto di tutti gli incassi e i pagamenti che l’impresa ha effettuato. Il cash non rappresenta solo
il perno/cerniera che collega i vari circuiti, ma il vero cuore pulsante di ogni sistema aziendale,
cuore che si espande per effetto degli incassi e che si contrae per effetto dei pagamenti.
III CAPITOLO DAL SISTEMA DELLE OPERAZIONI AL SISTEMA DEI VALORI
1) FONDI E FLUSSI
Si può affermare che:
 Una grandezza fondo viene determinata attraverso una misurazione istantanea: un valore
fondo esprime quindi un ammontare riferito a un dato istante di tempo;
 Una grandezza flusso viene determinata attraverso una misurazione riferita a un lasso di
tempo compreso fra due istanti determinati: un valore flusso esprime quindi un ammontare
riferito a un dato arco di tempo.
I flussi possono essere visti come le variazioni di un fondo. Individuato il fondo di riferimento è
possibile quantificarne l’ammontare in un dato tempo, quantificarne l’ammontare in un successivo
istante di tempo e determinarne le variazioni. La variazione può essere ottenuta attraverso la
differenza fra il valore finale e quello iniziale del fondo iniziale; in tal modo è possibile determinare
il loro effetto netto e non gli effettivi flussi elementari (variazioni) che hanno interessato il fondo.
Per cui l’analisi dinamica di un fondo può essere condotta solo attraverso un’opportuna analisi dei
suoi flussi. I flussi divergono per l’ottica che può essere: statica (misurazione riferita a un istante di
tempo) e dinamica (misurazioni riferite a un periodo di tempo). Dunque il valore finale di un fondo è
determinato sommando algebricamente al suo valore iniziale tutte le variazioni (flussi) relative al
periodo di osservazione.
2) DINAMICA MONETARIA E FINANZIARIA; VALORI MONETARI E FINANZIARI: FONDI DI
RIFERIMENTO E FLUSSI
Il cash esprime il quantum di mezzi monetari a disposizione dell’impresa in un dato instante di
tempo. I flussi che modificano continuamente la misura del cash sono gli incassi e i pagamenti. Le
grandezze sono da considerarsi oggettive sia nella loro esistenza sia nel loro ammontare. La
consistenza del fondo è ottenuta per enumerazione. La consistenza del fondo è ottenuta per
enumerazione degli ammontare di denaro giacenti in un dato istante e tale oggettività si estende
anche ai flussi che devono essere quantificati attraverso l’enumerazione delle somme incassate e
pagate.
Il cash e le entrate e le uscite di denaro sono il fondo di riferimento e i flussi caratterizzati dalla
massima oggettività tanto da poter affermare che la dimensione monetaria è l’unica a non poter
essere influenzata da processi valutativi. Un altro fondo di riferimento molto importante sono i
crediti e i debiti (qualunque sia la natura). Si ottiene in questo modo un fondo di riferimento
complesso costituito da tutti i valori finanziari. Il fondo è determinato dalla somma: DENARO
(CASH)+CREDITI-DEBITI. Quindi le variazioni che incidono sul quantum del fondo non sono
costituite solo dagli incassi e dai pagamenti, ma anche dal sorgere e dall’estinguersi dei crediti e
dei debiti. Se ad esempio l’impresa acquista beni o servizi ottenendo una dilazione di pagamento
si genera un debito che modifica in diminuzione l’ammontare complessivo del fondo di riferimento
dei valori finanziari. Quando il debito verrà estinto attraverso il pagamento delle somme dovute si
generano due variazioni di segno opposto: la riduzione dell’elemento-componente debiti e la
riduzione dell’elemento-componente denaro. In sostanza il grado di certezza dell’ammontare dei
crediti e dei debiti non è assoluto come quello delle entrate e delle uscite già verificate.
3) DINAMICA ECONOMICA; VALORI ECONOMICI: REDDITO E CAPITALE
Ciò che per l’impresa è una forma di finanziamento (quella a titolo di capitale proprio) costituisce
per i soci un investimento che implicano la ricerca di adeguate forme di beneficio economici
riconducibili alla capacità dell’impresa di saper generare reddito. Tutto ciò può essere
rappresentato facendo ricorso ai fondi e ai flussi. Il fondo di riferimento è costituito dal quantum di
finanziamenti propri formato dal capitale sociale e dalle diverse tipologie di riserve. Il quantum dei
finanziamenti propri può essere modificato per effetto:
 Di operazioni di extragestione (aumento del capitale sociale,distribuzione ai soci di
dividendi o di riserve utili).Non misurano la capacità dell’impresa di generare benefici
economici.
 Di variazioni che incidano indirettamente che derivando dal sistema delle operazioni di
gestione sono connesse con la capacità dell’impresa di generare adeguati livelli di reddito.
Il reddito globale o net cash globale deriva dalla differenza di flussi positivi e negativi, ma i flussi
non sono dati da entrate e uscite monetarie, bensì da flussi economico-reddituali positivi (ricavi) e
flussi economico-reddituali negativi (costi). Fra i ricavi più importanti troviamo quelli che derivano
dalla vendita dei beni/servizi connessi con l’attività caratteristica; ne fanno parte anche gli interessi
attivi, i dividendi, i fitti attivi generati dal circuito degli investimenti accessori, i plusvalori. Fra i costi
quelli più importanti riguardano l’acquisizione/impiego dei fattori produttivi connessi con l’attività
caratteristica, gli oneri finanziari connessi con i finanziamenti da tersi (quelli di origine fiscale).
Il reddito prodotto da un’impresa deve essere determinato periodicamente nel corso dei periodi
amministrativi normalmente pari a 12 mesi.
Sul lato dei ricavi:
 Se l’impresa vende i propri beni e servizi ottenendo il pagamento dai propri clienti, nel
momento in cui si genera il ricavo si genera anche l’incasso;
 Se l’impresa vende i propri beni o servizi concedendo una dilazione di pagamento al cliente
e alla fine del periodo amministrativo il credito non è ancora scaduto ci si trova nella
situazione in cui il ricavo è già sorto per effetto della transazione commerciale, ma
l’operazione non è terminata visto che l’incasso del credito non si è ancora verificato.
Occorrerà valutare il grado di solvibilità del cliente e stimare il futuro mancato incasso sul
credito stesso, includendo fra i flussi un costo “perdite presunte su crediti” che non saranno
mai delle future entrate.
Sul lato dei costi:
 L’acquisto di merci o di materie prime genera un costo; se i beni acquistati non vengono
tutti venduti/impiegati nel corso del periodo il costo sostenuto al termine del periodo verrà
considerato come una rimanenza di beni il cui valore è collegato ad una rettifica del costo
stesso in quanto misura utilità acquistate non ancora consumate;
 Attraverso l’acquisto di fattori produttivi durevoli l’impresa si procura la disponibilità di una
utilità che non si esaurisce nel corso di un solo periodo amministrativo; l’impianto verrà
utilizzato per la produzione di beni per un periodo superiore. E’ opportuno ripartire il costo
pluriennale in quote di costo annuali che vengono chiamate quote di ammortamento. Le
quote di ammortamento rappresentano il costo di competenza dei singoli periodi
amministrativi e concorrono alla determinazione del reddito di ciascun periodo;
 Il valore dei beni durevoli potrebbe richiedere di essere svalutato per tenere conto di eventi
negativi non prevedibili che si generano o si manifestano nel corso della vita degli
investimenti;
 Possono verificarsi situazioni in cui l’impresa deve tener conto di condizioni negative (la cui
esistenza è da ritenersi certa o probabile); fra queste situazioni possiamo trovare:
l’effettuazione di manutenzioni pluriennali, la concessione di garanzie sui prodotti venduti,
controversie legali in atto che si ritiene possano concludersi sfavorevolmente per l’impresa.
L’impresa deve considerare costi questi accantonamenti volti a creare dei fondi specifici
previsti per questi eventi negativi.
4) LA DIMENSIONE PATRIMONIALE: GLI INVESTIMENTI E I FINANZIAMENTI
Nell’ambito degli elementi patrimoniali assumono particolare rilevanza:
 Il cash la cui variazione è dovuta alla sommatoria di tutti gli incassi e i pagamenti effettuati
nel periodo, il cui valore finale è ottenuto sommando al valore iniziale le entrate e le uscite
verificate nel periodo;
 I finanziamenti propri la cui variazione dipende sia dal risultato economico del periodo cioè
dalle variazioni economiche di reddito (i ricavi e i costi) generati nel periodo delle operazioni
di gestione sia dalle eventuali variazioni economiche di capitale, discendenti da operazioni
di extra gestione.
Si considera poi l’equazione logica:
CASH+TOT.INVESTIMENTI=TOT.FINANZIAMENTI
Si dettagliano i finanziamenti in: finanziamenti da terzi e finanziamenti propri e si ottiene:
CASH+TOT.INVESTIMENTI=FINANZIAMENTI DA TERZI+FINANZIAMENTI PROPRI da cui è
possibile ottenere:
(cash+tot.investimenti)-finanziamenti da terzi=finanziamenti propri
Ma è possibile vedere:(cash+tot.investimenti) come capitale lordo; finanziamenti da terzi come
capitale di terzi; CAPITALE LORDO-CAPITALE DI TERZI=CAPITALE NETTO
E’ possibile leggere i finanziamenti propri come una grandezza residua dopo che gli elementi
patrimoniali (investimenti+mezzi monetari) sono stati sottratti i finanziamenti da terzi. Si ottiene una
grandezza che esprime il valore patrimoniale al netto cioè il patrimonio/capitale netto. L’analisi
degli effetti che si generano dal sistema delle operazioni aziendali consente di ottenere una
fotografia dei finanziamenti, degli investimenti e della liquidità dell’azienda in un dato istante e
quindi di avere una rappresentazione della struttura patrimoniale dell’azienda. La fotografia della
struttura dell’azienda è possibile dall’analisi dei flussi finanziari ed economici intervenuti nel corso
del periodo stesso. La struttura patrimoniale dell’azienda è composta da una pluralità di grandezze
fondo che si modificano per effetto delle variazioni finanziarie ed economiche attraverso il continuo
agire dell’azienda. La rappresentazione patrimoniale consente:
 Una prima lettura in un’ottica sezionale sia con riferimento alla composizione degli
investimenti sia con riferimento alla composizione dei finanziamenti aziendali;
 Una seconda lettura in un’ottica trasversale con riferimento ai rapporti fra macro tipologie di
finanziamenti e di investimenti.
5) UN QUADRO DI SINTESI
Il sistema delle operazioni aziendali possono essere osservati in molteplici aspetti. Ad esempio se
osserviamo in una logica di breve termine il ciclo produttivo:
a. Dal punto di vista operazionale complessivo il ciclo inizia con il ricevimento delle materie
prime e termina con l’incasso dei crediti relativi alla vendita;
b. Dal punto di vista monetario il ciclo inizia con il pagamento dei debiti verso i fornitori delle
materie prime e si conclude con l’incasso dei crediti relativi alla vendita dei prodotti ai
clienti;
c. Dal punto di vista economico il ciclo inizia con il sostenimento dei costi di acquisto delle
materie e termina con il conseguimento dei ricavi di vendita dei prodotti;
d. Dal punto di vista della trasformazione fisico-tecnica il ciclo inizia con l’impiego delle
materie prime e termina con l’ottenimento die prodotti.
6) LE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DINAMICO DI UN’IMPRESA
Un’azienda deve essere intesa come uno strumento per il raggiungimento di determinati fini.
Idealmente esiste un legame forte fra i fini a cui l’azienda deve tendere (la sua mission), il sistema
delle operazioni aziendali e le condizioni da ricercare per durare nel tempo. Le condizioni di
equilibrio aziendale dipendono dagli obiettivi finalizzanti: modificando la mission dell’azienda si
modicano anche le condizioni da cui dipende la sua sopravvivenza. L’azienda viene vista come un
sistema in interazione continua con il più ampio sovrasistema economico, sociale, politico,
ambientale; questo implica che qualunque condizione di equilibrio non può mai essere conseguita
in via definitiva, ma l’azienda deve sempre cercare un processo di evoluzione continua attraverso
le sue capacità d’incidenza sull’ambiente e le sue strategie adottate, inoltre cerca di adattarsi ai
mutamenti nell’ambiente o di influenzarli. Le condizioni di equilibrio aziendale sono dinamici e
deriva da processi di continua interazione evolutiva dei rapporti fra il sistema azienda e il
sovrasistema di cui è parte.
Tipologie aziendali, finalità, soggetti beneficiari e obiettivi finalizzati
TIPO DI FINALITA’ PERSEGUITE SOGGETTI OBIETTIVO
AZIENDA BENEFICIARI FINALIZZANTE

Privata for Perseguimento di finalità di Soci/Proprietario Misurabile in termini


profit ordine economico economici

Privata non Perseguimento di finalità di Soggetti Non misurabile in


profit ordine metaeconomico tendezialmente terzi termini economici

Pubblica Perseguimento di finalità di Soggetti terzi Non misurabile in


ordine metaeconomico termini economici

Le imprese devono perseguire il loro equilibrio dinamico cercando di conseguire un obiettivo nel
rispetto di un vincolo:
 L’obiettivo è quello di dimostrare di generare nel tempo adeguati livelli di reddito, l’obiettivo
attiene all’aspetto economico-reddituale della gestione attraverso la capacità dell’impresa di
generare ricavi superiori ai costi;
 Il vincolo è quello di dover essere sempre in grado di far fronte agli impegni finanziari
derivanti dalle obbligazioni, il vincolo attiene all’aspetto finanziario-monetario della gestione
e va continuamente rispettato attraverso una costante solvibilità finanziaria.
La condizione di equilibrio economico è la capacità dell’impresa di saper massimizzare
durevolmente il divario fra ricavi e costi, generando un reddito positivo (utile) capace di soddisfare
le aspettative dei soci e tendendo conto delle condizioni di rischio dell’attività aziendale.
L’adeguatezza o meno del risultato economico di periodo non dipende necessariamente né dal
segno né dal valore assoluto dello stesso, in quanto:
 Il risultato dovrebbe essere valutato rispetto alle condizioni in cui l’azienda sta operando;
 La presenza di un utile netto elevato può risultare non sufficiente per esprimere una
valutazione positiva in quanto:
a) l’utile dovrebbe sempre essere rapportato al capitale che è stato impiegato per ottenerlo
in termini di redditività;
b) potrebbe essere stato influenzato da comportamenti positivi di natura straordinaria.
Il risultato economico di breve periodo deve essere letto in modo ragionato e articolato,
interpretando sia l’aspetto quantitativo sia quello qualitativo. Nel medio-lungo periodo la
determinazione di un reddito porta alla normalizzazione dei componenti straordinari e ad una
minore incidenza degli effetti economici di breve derivanti da valutazioni soggettive: le differenze
fra gli effetti economico-reddituali e quelli finanziario-monetari prodotti dalle operazioni di gestione
tendono a compensarsi se confrontati su archi di tempo ampi. Per quanto riguarda il vincolo di tipo
finanziario-monetario è necessario porre attenzione che l’azienda non si trovi in una condizione di
insolvenza. Nel perseguire l’obiettivo economico-reddituale occorre garantire la capacità
dell’impresa di far fronte ai pagamenti derivanti dalle obbligazioni; qualora non ne fosse più in
grado essa potrebbe giungere al fallimento della società e alla morte dell’impresa stessa.
La condizione finanziaria-monetaria va perseguita e conseguita sistematicamente e in ogni istante.
Questo porta l’impresa ad onorare puntualmente le proprie scadenze finanziarie per evitare che i
fornitori, terzi finanziatori possano usare comportamenti difensivi.
Per le aziende pubbliche e private non profit le condizioni di equilibrio dinamico si modificano in
quanto la mission aziendale non è collegata alla generazione di benefici economici, ma al
perseguimento di obiettivi istituzionali d’ordine metaeconomico. L’aspetto economico non è
collegato con il grado di conseguimento finalizzante perché gli obiettivi istituzionali non sono né
esprimibili né misurabili attraverso grandezze economico-monetari.
Le condizioni di equilibrio aziendale
TIPO DI MISSIONE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO
AZIENDA

Privata for Generare adeguati livelli di reddito L’equilibrio economico esprime


profit in costanti e convenienti condizioni l’obiettivo.
di solvibilità finanziaria L’equilibrio finanziario indica il vincolo.

Privata non Perseguire efficacemente i propri Capacità di perseguire efficacemente


profit obiettivi statutari gli obiettivi statutari nel rispetto dei
vincoli economici e finanziari

Pubblica Perseguire efficacemente i propri Capacità di perseguire efficacemente


obiettivi istituzionali gli obiettivi istituzionali nel rispetto dei
vincoli economici e finanziari
7) CORRELAZIONI TRA DINAMICA FINANZIARIA-MONETARIA E DINAMICA ECONOMICO
REDDITUALE
Supponiamo che in un determinato periodo l’impresa Alfa che ha un capitale netto di
30.000£ abbia conseguito ricavi per 100.000.000£ e costi per 95.000.000 realizzando un utile di
5.000.000. Ipotizziamo che:
 I componenti economico-reddituali siano rappresentati unicamente da ricavi;
 I componenti economico-reddituali negativi siano:
a) in parte 70.000.000£ costituiti da costi di competenza per i quali nel periodo è avvenuto il
pagamento (ad esempio per acquisti di merci e servizi);
b) in parte 25.000.000£ costituiti da costi di competenza del periodo a cui non è associata
un’uscita di denaro (ammortamenti e accantonamenti a fondo rischi e oneri).
Se però cerchiamo di reinterpretare in chiave finanziario-monetario gli esiti della dinamica
economico-reddituale il risultato monetario è più alto perché si sono sono sostenuti costi solo per
70.000.000£. Quindi il net cash generato dalla gestione reddituale è pari a 30.000.000£:
100.000.000-70.000.000=30.000.000. Questo significa che l’andamento economico-reddituale ha
prodotto un’eccedenza delle entrate da ricavo sulle uscite da costo per 30.000.000£ consentendo
all’azienda di autofinanziarsi. Il net cash può essere determinato:
 In via diretta sottraendo ai componenti economico-reddituali positivi quelli negativi;
 In via indiretta facendo la somma algebrica tra risultato economico e costi non monetari.
E’ da sottolineare sulla variazione complessiva del cash incidono anche le entrate e le uscite
esterne oltre che ai costi e ricavi dell’esercizio!
Ipotizziamo che i ricavi scendano a 96.000.000, il risultato economico diventerebbe 1.000.000
(96.000.000-95.000.000). Sotto il profilo finanziario-monetario l’esito sarebbe (96.000.000-
70.000.000) 26.000.000.
Ipotizziamo che i ricavi scendano a 90.000.000, il risultato economico diventerà negativo
(90.000.000-95.000.000=-5.000.000). Sotto l’aspetto finanziario monetario (90.000.000-
70.000.000=20.000.000) l’impresa mantiene la capacità di generare autofinanziamento.
Infine supponiamo che i ricavi scendano a 67.000.00: la perdita si aggraverebbe a -28.000.000
(67.000.000-95.000.000); anche sulla dinamica finanziario-monetaria il net cash risulterebbe
negativo (67.000.000-70.000.000=-3.000.000).
1. Nel primo caso emergono segnali rassicuranti: il reddito oltre ad essere positivo esprime un
ROE elevato vicino al 16%; inoltre si evidenzia la capacità dell’azienda di autofinanziarsi.
2. Nel secondo caso: il risultato economico è positivo ma evidenzia una redditività netta che
potrebbe non risultare in linea con le aspettative dei soci (è circa il 3%); mentre rimangono
consistenti le condizioni di equilibrio finanziario-monetario. L’impresa in generale genera
reddito in misura modesta.
3. Nel terzo caso: il risultato economico diventa negativo; tuttavia anche in una situazione di
squilibrio economico è ancora in grado di contribuire positivamente al mantenimento
dell’equilibrio finanziario-monetario. L’impresa si trova in una situazione che richiede
grande attenzione ed è necessario quindi intervenire sulla dinamica economico-reddituale.
4. Nel quarto caso la situazione aziendale evidenzia elementi di fortissima criticità: il risultato
economico oltre ad essere negativo ha quasi eliminato il capitale netto (30.000.000), inoltre
l’azienda non è più in grado di autofinanziarsi. Senza un intervento immediato volto a
ricapitalizzare l’impresa, essa potrebbe essere destinata a fallire in tempi brevi.
8) IL BILANCIO DI ESERCIZIO COME STRUMENTO PER LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI
DI EQUILIBRIO DINAMICO DELL’IMPRESA
I documenti tecnico-contabili con cui periodicamente si attuano le rappresentazioni dei flussi
economico-reddituali e finanziario-monetari sono riuniti in un documento: il bilancio d’esercizio che
può essere considerato come uno strumento di conoscenza e informazione rivolto sia a soggetti
interni che esterni all’impresa. Un bilancio d’esercizio dovrebbe comprendere:
 Un conto economico che è un documento in cui devono essere riportati i flussi economico-
reddituali positivi e negativi di competenza del periodo da cui si ottiene il risultato
differenziale “reddito” (utile con segno positivo, perdita con segno negativo);
 Uno o più rendiconti finanziari che sono quei documenti in cui devono essere esposti i flussi
finanziari evidenziati nel periodo rispetto a una data (il fondo di riferimento), quindi esistono
più rendiconti sulla base del tipo di fondo. Se si sceglie il cash il rendiconto finanziario si
dirà di liquidità e indicherà le diverse tipologie di entrate e di uscite monetarie verificate nel
periodo, consentendo di comprendere come l’azienda abbia saputo generare liquidità e
come questa liquidità sia stata impiegata;
 Uno stato patrimoniale che è un documento che raffigura la struttura patrimoniale
dell’impresa esistente alla chiusura del periodo amministrativo; in termini operazionali può
essere visto come il documento che rappresenta la struttura dei finanziamenti e degli
investimenti consentendo una lettura in termini sia di analisi della composizione dei
finanziamenti e degli investimenti.
IV CAPITOLO SISTEMA DELLE RILEVAZIONI CONTABILI
1) GLI OGGETTI CONOSCITIVI DELLE RILEVAZIONI CONTABILI: EVOLUZIONE STORICA
Nel sistema patrimoniale di Fabio Besta l’oggetto del sistema di osservazione e di rilevazione era il
patrimonio, quindi le operazioni aziendali venivano osservate in relazione agli effetti che
generavano sui diversi elementi patrimoniali attivi e passivi e sul patrimonio netto, tutto si basava
sull’equazione: ATTIVITA’-PASSIVITA’=PATRIMONIO NETTO
I fatti aziendali potevano dirsi:
 Permutativi se generavano variazioni di segno opposto e di stesso importo negli elementi
patrimoniali e quindi non incidevano sul patrimonio netto; ad esempio l’acquisto per
contanti di merci.
 Modificativi se comportavano una sola variazione negli elementi patrimoniali e quindi una
variazione del p.netto; ad esempio il pagamento dei dipendenti.
 Misti se generavano variazioni di diverso importo negli elementi patrimoniali, andando ad
incidere per la differenza sul fondo del patrimonio netto; ad esempio la vendita delle merci
in precedenza acquistate a un prezzo superiore a quello di acquisto.
Il fenomeno della produzione di reddito è osservato indirettamente, infatti viene qualificato come la
variazione che il patrimonio netto ha subito per effetto della gestione. Questo modello era idoneo a
supportare le esigenze informative di imprese di tipo mercantili. Il modificarsi del contesto
socioeconomico portò l’affermarsi delle imprese industriali e Gino Zappa propose un sistema dove
il reddito assumeva una posizione centrale. Nel sistema reddito le operazioni aziendali vengono
osservate sotto due aspetti:
 In via originaria sotto l’aspetto numerario che è collegato con dei valori che si possono
contare e i valori che si ottengono vengono individuati nel denaro e nei crediti e nei debiti di
regolamento;
 In via derivata sotto l’aspetto economico che si riferisce all’effetto delle operazioni aziendali
sul reddito e sul capitale.
Le operazioni di gestione possono produrre effetti sul capitale netto per via mediata dando vita a
quei ricavi e costi che generano reddito. Il sistema zappiano consente:
 Di ancorare le variazioni economiche a quelle numerarie;
 Di separare le variazioni economiche che derivano dalle operazioni di gestione cioè quelle
reddituali, da quelle esterne cioè quelle di capitale;
 Di vedere il reddito come fenomeno unitario.
In seguito ci fu un’ulteriore evoluzione con Aldo Amaduzzi che ha elaborato il sistema del capitale
e del risultato economico. I valori del sistema delle operazioni aziendali sono ricondotti:
 In via originaria ai valori finanziari (denaro,crediti,debiti);
 In via derivata ai valori economici (capitale netto,reddito).
Conseguentemente si hanno:
 Variazioni finanziarie quando un’operazione aziendale modifica dei valori finanziari.
 Variazioni economiche quando l’operazione aziendale modifica dei valori economici.
2) IL CONTO COME STRUMENTO E LA PARTITA DOPPIA COME METODO DI RILEVAZIONE
DEI VALORI
Lo strumento attraverso cui si rilevano i valori che si generano dal sistema delle operazioni
aziendali è il conto che può essere definito come quell’insieme di scritture relativo ad un dato
oggetto ed ha lo scopo di rilevarne l’aspetto qualitativo e quantitativo in un dato momento.
Attraverso il conto è possibile rilevare tutti i movimenti (variazioni) relative a un dato oggetto e
quindi determinare nel tempo le modificazioni. Ad esempio:
 Il conto relativo all’oggetto cassa rileverà tutti i movimenti relativi agli incassi e ai pagamenti
effettuati in denaro contante (il valore si ottiene sommando alle giacenze di denaro presenti
all’inizio del periodo gli incassi e sottraendo i pagamenti delle giacenze di denaro al termine
del periodo).
 Il conto relativo all’oggetto c/c bancario rileverà tutti i movimenti relativi agli incassi e i
pagamenti effettuati sul conto.
 Il conto relativo all’oggetto crediti v/clienti rileverà tutti i movimenti relativi al sorgere e al
ridursi/estinguersi dei crediti generati dalla vendita di beni/servizi.
 Il conto relativo all’oggetto debiti v/fornitori rileverà tutti i movimenti relativi al sorgere e al
ridursi/estinguersi dei debiti per l’acquisto di beni/servizi.
 Il conto relativo all’oggetto capitale sociale rileverà tutti i movimenti relativi agli incrementi e
alle riduzioni degli apporti e dei conferimenti di cap.sociale da parte dei soci.
Vengono utilizzate le sezioni DARE (dove vengono iscritti gli impieghi) e AVERE (dove si
iscrivono le fonti).
DENOMINAZIONE CONTO
DARE AVERE

L’utilizzo del conto permette non solo di seguire le variazioni nel tempo, ma anche di calcolare
l’effetto cumulato di tali variazioni attraverso la somma algebrica dei valori stessi. Ciò si ottiene
determinando il saldo del conto (la differenza fra il totale delle grandezze iscritte nella
sezione dare e il totale delle grandezze iscritte nella sezione avere). L’utilizzo dei conti
richiede l’utilizzo di un’unità di misura che è la moneta di conto.
Il conto rappresenta lo strumento base per classificare,rilevare,raggrupare le diverse tipologie di
valori. I conti sono classificabili secondo diversi criteri. Sulla base del loro grado di sviluppo si
possono distinguere:
 I conti sintetici che si ottengono per riepilogo dei dati contenuti nei conti analitici
 I conti analitici
Una seconda modalità distingue i conti in:
 Unilaterali che sono destinati ad accogliere scritture in una sola sezione di conto;
 Bilaterali che accolgono scritture in entrambe le sezioni di conto.
Istituire un conto significa stabilire l’oggetto e la denominazione di un conto, aprire/accendere un
conto significa effettuare la prima registrazione, chiudere un conto significa determinare i totali
delle sezioni dare/avere, addebitare significa iscrivere una variazione nella sezione dare,
accreditare significa iscrivere una variazione nella sezione avere, stornare una partita da un conto
significa eliminare da un conto una quantità per trasferire la stessa in un altro conto.
Gli oggetti del sistema vengono determinati attraverso il metodo della partita doppia (metodo che
si utilizza per il funzionamento della contabilità generale) in quanto prevede una duplice serie di
scritture poiché i fatti delle operazioni aziendali vengono analizzati sull’aspetto originario e
derivato. Tutto ciò comporta che ogni operazione di gestione genera operazioni di segno opposto e
in ogni momento:
 la somma degli importi iscritti nella sezione dare è uguale alla somma degli importi
iscritti nella sezione avere;
 la somma dei saldi in dare è uguale alla somma dei saldi in avere;
 La somma algebrica dei saldi relativa a una parte qualsiasi dei conti è uguale e di
segno opposto alla somma algebrica dei saldi dei restanti conti.
Occorre poi approfondire due punti: il momento in cui devono essere rilevati e di quali supporti
contabili abbia bisogno. In merito al primo punto l’operazione risulta rilevante quando ha generato
movimenti di denaro oppure se sono sorti dei debiti/crediti. In merito al secondo punto occorre
osservare che i fatti amministrativi vengono rilevati sul:
 Libro giornale che è il libro in cui vengono cronologicamente rilevate scritture a ogni
singola operazione aziendale. La sua funzione è quella di ottenere una sorta di diario
delle operazioni aziendali e gli effetti che hanno sul tempo. Le scritture sul libro giornale
sono dette articoli ed ogni articolo è contraddistinto:
 Da un numero progressivo
 Dalla data dell’operazione
 Dalla sua descrizione
 Dall’indicazione del conto/conti da addebitare/accreditare
 Libro mastro è il documento che raccoglie sistematicamente tutti i conti (con le
relative scritture in dare e avere).
VCAPITOLO: LE LOGICHE DI RILEVAZIONE CONTABILE NEL SISTEMA DEL CAPITALE E
DEL REDDITO
1) LO SCOPO DELLA CONTABILITA’ GENERALE NEL SISTEMA DEL CAP. E DEL RED.
La contabilità può essere definita come l’insieme dei procedimenti informativi che utilizza lo
strumento contabile e il metodo della partita doppia. La contabilità generale costituisce la
contabilità ufficiale e obbligatoria dell’impresa. Le finalità perseguite sono costituite:
 In via permanente dalla rilevazione continua dei flussi finanziari e dei flussi economici
 In via periodica dalla determinazione del reddito del periodo e del capitale del
funzionamento.
Con riferimento al sistema delle operazioni aziendali la Co.Ge consente di conseguire due obiettivi:
 Il controllo continuo dei movimenti finanziari ed economici
 La periodica quantificazione del risultato economico e del capitale di funzionamento
dell’impresa.
2) VALORI FINANZIARI E VARIAZIONI FINANZIARIE, VALORI ECONOMICI E VARIAZIONI
ECONOMICHE DI REDDITO E DI CAPITALE
Nel sistema del capitale e del reddito:
 Gli effetti delle operazioni aziendali vengono osservati sia nel loro aspetto originario
(finanziario) sia nel loro aspetto derivato (economico);
 i valori finanziari sono costituiti dal denaro,crediti e debiti
 i valori economici sono rappresentati dal capitale e dal reddito
 si ha una variazione quando un’operazione aziendale produce un effetto mpodificativo nei
valori.
E’ possibile trovare quattro possibili tipi di variazioni:
1. VARIAZIONI FINANZIARIE POSITIVE quando si ha:
a)un incremento di denaro
b)un incremento dei crediti
c)un decremento dei debiti
2. VARIAZIONI FINANZIARIE NEGATIVE quando si ha:
a)un decremento di denaro
b)un decremento di crediti
c)un incremento dei debiti
3. VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE quando si ha:
a)un incremento di capitale netto
b)un ricavo
c)una rettifica dei costi
4. VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE quando si ha:
a)un decremento di capitale netto
b)un costo
c)una rettifica di ricavi

VARIAZIONI FINANZIARIE POSITIVE VARIAZIONI FINANZIARIE NEGATIVE


VF+ VF-

VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE


VE- VE+

IMPIEGHI (DARE) FONTI (AVERE)

ASPETTO VARIAZIONI FINANZIARIE VARIAZIONI FINANZIARIE


FINANZIARIO POSITIVE NEGATIVE
 Entrate da incassi di denaro  Uscite da pagamenti in denaro
 Entrate da versamenti sui c/c  Uscite da prelevamenti sui c/c
bancari o postali bancari o postali
 Nuovi crediti di  Riduzione/estinzione di crediti
funzionamento di funzionamento/
 Nuovi crediti di finanziamento finanziamento
 Riduzione/estinzione di debiti  Nuovi debiti di funzionamento/
di funzionamento/ finanziamento
finanziamento
ASPETTO VARIAZIONI ECONOMICHE VARIAZIONI ECONOMICHE
ECONOMICO NEGATIVE POSITIVE
di capitale: Di capitale:
 Rimborsi di capitale  Conferimento iniziale di
 Distribuzioni di utili capitale
 Perdite di esercizio  Aumenti di capitale
Di reddito:  Utili di esercizio
 Costi per acquisti di beni e Di reddito:
servizi  Ricavi connessi con l’attività
 Costi e oneri connessi con gli caratteristica
investimenti accessori  Ricavi e proventi connessi con
 Costi e oneri connessi con i gli investimenti accessori
finanziamenti da terzi  Altri ricavi e proventi
 Altri costi e oneri  Rettifiche di costi connessi con
 Rettifiche di ricavi connessi l’attività caratteristica
con l’attività caratteristica  Rettifiche di costi e oneri
 Rettifiche di ricavi e proventi connessi connessi con gli
connessi con gli investimenti investimenti accessori.
accessori

E’ possibile individuare 4 diversi tipi di operazioni aziendali:


1. effetti permutativi economico-finanziari producono variazioni finanziarie dalle quali si
ottiene una variazione economica dello stesso segno, ad esempio:
a)acquisto di fattori produttivi specifici (non tenendo conto dell’IVA)
b)vendita delle merci o prodotti/servizi collegati con l’attività caratteristica
c)i conferimenti di denaro alla costituzione dell’impresa
d)gli aumenti di capitale
e)i riborsi di capitale proprio
Nei casi di variazioni finanziarie negative si avrà:

VARIAZIONI FINANZIARIE NEGATIVE


a)-denaro o +debiti v/fornitori
e)-denaro o +debiti v/fornitori

VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE


a)costi di acquisto di fattori produttivi
e)rimborso di cap. proprio
Nei casi di variazioni finanziarie positive si avrà:

VARIAZIONI FINANZIARIE POSITIVE


b)+denaro o +creditiv/clienti
c)+denaro o +creditiv/clienti
d)+denaro o +creditiv/clienti

VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE


b)ricavi di vendita
c)dotazione iniziale di capitale proprio
d)aumenti di cap.proprio

2. Effetti permutativi finanziari producono variazioni finanziarie di segno opposto per un pari
importo. Ad esempio:
f) pagamento di debiti commerciali v/fornitori
g) incasso di crediti commerciali da clienti
h) incasso di finanziamenti ottenuti da soggetti terzi
i) rimborso delle quote di capitale dei finanziamenti ottenuti da sogg. terzi
j) incasso di crediti v/soci per versamenti di capitale ancora dovuti
k) il pagamento ai soci dei debiti per dividendi o per rimborsi di cap. proprio

VARIAZIONI FINANZIARIE POSITIVE VARIAZIONI FINANZIARIE NEGATIVE


f) -debiti/fornitori f)-denaro
g) +denaro g)-crediti v/clienti
h) +denaro h)+debiti v/terzi finanziatori
i) -debiti v/terzi finanziatori i)-denaro
j) +denaro j)-crediti v/soci per versamenti ancora
k) -debiti v/soci dovuti
k)-denaro

3. Effetti permutativi economici producono variazioni economiche di segno opposto per un


pari importo senza produrre esiti sotto il profilo finanziario. Ad esempio:
l) conferimenti di beni da parte dei soci
m) rimborsi di cap. proprio in natura.

VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE


l) costi per fattori produttivi specifici l) dotazione iniziale o aumenti di capitale
m) riduzione di cap. proprio m) storno di costi per i beni conferiti ai soci

Inoltre sono da considerarsi alcune procedure contabili di assestamento ad esempio gli


ammortamenti, lo storno dei ricavi e di costi dell’esercizio da rinviare agli esercizi successivi.
4. Effetti misti producono simultaneamente variazioni finanziarie ed economiche che
generano contemporaneamente relazioni. Ad esempio:
n) acquisto di fattori produttivi tenendo conto dell’IVA a credito
o)la vendita di merci o prodotti/servizi tenendo conto dell’IVA a debito
p)l'ottenimento di uno sconto al momento del pagamento di un debito v/fornitori
q)l’incasso di crediti v/clienti per un importo inferiore rispetto a quello pattuito
r)pagamento di una rata di un mutuo (costituita da quota di capitale+quota interessi)

VARIAZIONI FINANZIARIE POSITIVE VARIAZIONI FINANZIARIE NEGATIVE


n)+IVA ns/credito n)-denaro o debiti v/fornitori
o)+denaro o +crediti v/clienti o)IVA ns/debito
p)-debiti v/fornitori p)-denaro
q)+denaro q)-crediti v/clienti
r)-debiti di finanziamento r)-denaro

VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE


n)costi di acquisto di fattori produttivi o)ricavi di vendita merci
q)perdite su crediti p)sconti attivi
r)interessi passivi
3)DALLE VARIAZIONI ALLE SCRITTURE CONTABILI
L’aspetto originario è costituito da quello finanziario e i valori finanziari sono relativi: al denaro,ai
crediti e ai debiti. L’aspetto derivato è costituito da quello economico e i valori economici sono
relativi: al capitale proprio e al reddito. Le due serie di conti dovranno essere accesi: ai valori
finanziari, ai valori economici. Nell’ambito dei conti accesi ai valori finanziari si avranno conti riferiti
agli oggetti:
 denaro
 crediti e debiti di funzionamento
 crediti e debiti di finanziamento
Nell’ambito dei conti accesi ai valori finanziari si avranno conti riferiti agli oggetti:
 capitale proprio
 componenti economico-reddituali positivi
 componenti economico-reddituali negativi
In relazione alle variazioni si avrà:
CONTI ACCESI AI VALORI MONETARI

+denar -denaro
o
CONTI ACCESI AI CREDITI

+crediti -crediti
CONTI ACCESI AI DEBITI

-debiti +debiti
CONTI ACCESI AI VALORI ECONOMICI DI CAPITALE

- +capitale
capitale
CONTI ACCESI AI VALORI ECONOMICI DI REDDITO

+costi +ricavi
- -costi
ricavi
Applichiamo il metodo della partita doppia:
a)acquisto dei fattori produttivi (senza IVA)
Se l’operazione è regolata a pronti
LIBRO GIORNALE
Costi di acquisto X

Cassa X

LIBRO MASTRO: CASSA=AVERE COSTI DI ACQUISTO=DARE


Se dovesse avvenire il pagamento differito:
LIBRO GIORNALE
COSTI DI ACQUISTO X

DEBITI V/FORNITORI X

b)vendita delle merci (senza IVA)


Se l’operazione è regolata a pronti:

CASSA X

RICAVI DI VENDITA X

Se l’operazione è regolata a termine:


CREDITI V/CLIENTI X

RICAVI DI VENDITA X

c)conferimenti di denaro all’atto della costituzione dell’impresa &


d)aumenti di capitale
Operazione attraverso un accredito sul c/c corrente
C/C X

CAPITALE SOCIALE X

Se l’operazione è regolata con pagamento differito:


Crediti v/soci per versamenti ancora non X
dovuti

capitale sociale X

e)rimborsi di capitale proprio:


Se l’operazione è regolata attraverso un addebito bancario
Capitale X
sociale

C/C bancario X

Se l’operazione è regolata con pagamento differito:


DARE AVERE

Capitale sociale X

Debiti v/soci per rimborsi di capitale X

f)pagamento di debiti commerciali v/fornitori (di regolamento):


DARE AVERE

Debiti v/fornitori X

Cassa o Banca X
C/C

g)incasso di crediti commerciali (di regolamento)da clienti:


DARE AVERE

Cassa o banca c/c X

Crediti v/clienti X

h)mutui passivi
Dare Avere

Banca c/c X

Mutui passivi X

i)rimborso delle quote di capitale dei finanziamenti ottenuti da soggetti terzi:


DARE AVERE

Mutui passivi X

banca c/c X

j)incasso di crediti v/soci per versamenti di capitale ancora dovuti:


Dare Avere

C/C bancario X
Crediti v/soci per versamenti ancora X
dovuti

k)pagamento ai soci dei debiti per dividendi o per rimborsi di cap.proprio:


Debiti v/soci X

C/c X
bancario

l)conferimenti di beni da parte dei soci


DARE AVERE

Bene conferito X

Capitale X
sociale

m)rimborsi di capitale proprio in natura:


CAPITALE SOCIALE X

BENE ATTRIBUITO X

n)acquisto di fattori produttivi con IVA


COSTI DI ACQUISTO X

IVA NS/CREDITO X

CASSA O BANCA C/C X

o)vendita di merci con IVA


CASSA O BANCA c/C X

RICAVI DI VENDITA X

IVA NS/DEBITO X

p)ottenimento di uno sconto al momento del pagamento di un debito v/fornitori


Debiti v/fornitori X

Cassa o banca X
c/c

Sconti attivi X

q)incasso di crediti v/clienti per un importo inferiore rispetto a quello pattuito:


CASSA O BANCA c/C X

PERDITE SU CREDITI X

CREDITI V/CLIENTI X

r)pagamento della rata di un mutuo (costituita da quota capitale e interessi)


MUTUI PASSIVI X

INTERESSI PASSIVI X

CASSA O BANCA C/C X


4)IL PIANO DEI CONTI
La tenuta della Co.Ge. con il metodo della partita doppia presuppone la redazione di un piano dei
conti che è costituito:
 dall’insieme dei conti utilizzati per eseguire le singole rilevazioni contabili (il quadro dei
conti)
 dall’insieme delle regole riferite al funzionamento dei conti.
Nel nostro paese non esiste una specifica regolamentazione sul piano dei conti. Il legislatore ha
previsto però schemi per i prospetti contabili componenti il bilancio di esercizio: il piano dei conti
deve essere predisposto in modo da poter soddisfare almeno i vincoli informativi derivanti dalle
richieste informative. Una possibile articolazione potrebbe essere:
1. RAGGRUPPAMENTO DI BASE
2. CONTI DI MASTRO
3. CONTI
4. SOTTOCONTI
5) L’ARTICOLAZIONE DELLE RILEVAZIONI CONTABILI IN SCRITTURE DI PERIODO,
SCRITTURE DI CHIUSURA E SCRITTURE DI RIAPERTURA
Nel corso del periodo amministrativo gli effetti derivanti dalle operazioni aziendali vengono
sistematicamente e cronologicamente rilevate sulla base delle variazioni prodotte. In corso d’anno
ogni operazione viene interpretata in base alle variazioni finanziarie ed economiche. Al termine del
periodo amministrativo appare la necessità di determinare il reddito: occorre rispettare il principio
di competenza economica, è necessario avere un’ottica prudenziale tenendo conto di eventuali
perdite già in anticipo e rinviare all’effettivo conseguimento gli utili.
VI CAPITOLO: LE PRINCIPALI RILEVAZIONI CONTABILI CONNESSE CON IL CIRCUITO DEI
FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO
1) I FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO
Il cap.proprio rappresenta il quantum di finanziamenti dei soci. Tali finanziamenti derivano: dai
conferimenti dei soci, dagli accantonamenti di utili a riserva. Questo fondo nasce all’atto della
costituzione dell’impresa e varia nel tempo a fronte di varie operazioni di cause extragestionali
(entrata di nuovi soci, aumenti o riduzioni di capitale) o cause gestionali (per effetto dei risultati
economici conseguiti dall’impresa nei diversi periodi amministrativi). IL capitale proprio può essere
distinto in parti ideali:
 Capitale sociale costituito dal complessivo valore nominale delle azioni o quote di
partenza
 Riserve di capitale originate da eventuali sovrapprezzi versati dai soci in occasione di
successivi aumenti di capitale
 Riserve di utili formato da accantonamenti di utili d’esercizio non distribuiti ai soci sotto
forma di dividendi
 Utili di esercizio
 Perdite di esercizio.
2) LA COSTITUZIONE DELLA SOCIETA’
Al momento della costituzione i soci si impegnano a conferire all’impresa capitale proprio che è
sancito dalla stipulazione dell’atto costitutivo. A fronte della sottoscrizione del capitale sociale i
conferimenti possono essere costituiti da denaro o da apporti in natura. Se il conferimento è in
natura (riguarda crediti, beni o anche un’intera azienda) deve essere effettuato all’atto della
sottoscrizione (art 2342 c.c). I valori assegnati non devono essere superiori a quelli della relazione
predisposta da un esperto delegato dal tribunale (art.2343 e bis c.c.). Se il conferimento avviene
attraverso mezzi monetari la legge impone che almeno il 25% sia effettuato presso un conto
corrente bancario vincolato; dopo la costituzione gli amministratori (hanno poteri di rappresentanza
sociale) possono ritirare l’importo vincolato. Il restante importo può essere versato può essere
versato immediatamente su un altro conto corrente bancario (casse sociali) o in un secondo
momento su richiesta degli amministratori. Per i conferimenti a titolo di capitale sociale due sono i
momenti contabilmente rilevanti:
1. La registrazione dell’avvenuta sottoscrizione del capitale da parte dei soci in sede di
costituzione;
2. Il secondo momento contabilmente rilevante consiste nella liberazione dei conferimenti
Rilevazioni contabili:
Dare Avere

VF+ Azionisti c/sottoscrizioni

VE- Capitale sociale


Versamento del 25%
VF+ Banca c/c vincolato

VF- Azionisti
c/sottoscrizione
Versamento 75%
VF+ Cass
a

VF- Azionisti c/sottoscrizione

Conferimenti in natura
VE- terreni

VE- Macchinari

VE- Automezzi

VF+ Azionisti
c/sottoscrizione

3)L’AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE A PAGAMENTO


La possibilità di emettere nuove azioni rappresenta una delle principali vie attraverso le quali si
svolge il processo di finanziamento da parte della società. Secondo l’art.2438 c.c. il capitale
sociale non può essere aumentato finché non sono state interamente liberate le azioni emesse
precedentemente. Anche i sottoscrittori delle azioni di nuova emissione possono effettuare
conferimenti sia in natura sia in denaro, la normativa prevede che debba essere versato almeno il
25% del valore nominale delle azioni sottoscritte unitamente all’intero sovrapprezzo. L’assemblea
straordinaria che delibera l’aumento del capitale sociale deve stabilire anche il prezzo di
emissione, il godimento dei titoli stessi nonché il diritto di opzione. Le azioni possono essere
emesse al loro valore nominale alla pari o sopra alla pari. Nel caso di emissione sopra la pari si ha
per ogni azione emessa un valore incrementale (sovraprezzo) dato dalla differenza tra il valore
nominale e il prezzo di emissione. Il sovraprezzo costituisce un ulteriore incremento di capitale
netto contabile che si aggiunge a quello onerato dalla variazione di capitale sociale.
Esempio: L’assemblea approva un aumento di cap. Sociale che prevede l’emissione di 20.000
nuove azioni (val.nominale 15,00; sovrapprezzo 5,00 per azione). L’intero sovrapprezzo+25%
vengono versati nelle casse sociali e successivamente si richiama il 75%.
Valore nominale (20.000X15)=300.000
Sovrapprezzo (20.000X5) =100.000
Totale sottoscritto 400.000
Rilevazione:
VF+ Azionisti c/sottoscrizione 400.00
0

VE+ Capitale sociale 300.000

VE+ Riserva sovrapprezzo azoni 100.000

Sovrapprezzo (100.000)+25%=125.000
VF- Azionisti c/sottoscrizione 125.000
VF+ Cassa 125.00
0
Richiamo 75% (125000+275000)=400.000
VF- Azionisti c/sottoscrizione 275.000

VF+ Azionisti c/decimi 275.000


richiamati

VF- Azionisti c/decimi 275.000


richiamati

VF+ Cassa 275.000

VII CAPITOLO:LE PRINCIPALI RILEVAZIONI CONTABILI CONNESSE CON IL CIRCUITO


DEGLI INVESTIMENTI CARATTERISTICI
1)GLI INVESTIMENTI CARATTERISTICI
Il circuito degli investimenti caratteristici è quello che qualifica l’attività d’impresa. Per un’impresa
industriale l’acquisizione di fattori produttivi specifici costituisce l’avvio del circuito stesso. La
seconda fase è quella dell’impiego dei fattori nel processo produttivo attraverso la trasformazione
fisico-tecnica di tali fattori che si conclude con l’ottenimento dei prodotti. La terza ed ultima fase
riguarda il collocamento sul mercato dei prodotti e l’incasso.
2)L’ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI
Materie prime,materiali di consumo, materiali accessori, semilavorati possono essere i beni
oggetto di acquisto in quanto la loro utilità si esaurisce nel corso dell’esercizio. I beni ad uso
durevole come fabbricati,impianti,macchinari,attrezzature,automezzi non esauriscono la loro utilità
nel corso di un esercizio. Tutte le operazioni di compravendita che vengono tra soggetti operanti
all’interno del territorio dello Stato sono caratterizzate dalla presenza dell’IMPOSTA SUL VALORE
AGGIUNTO (IVA). E’ calcolata sull’importo dell’operazione di cessione (sia acquisto sia vendita). Il
valore dell’imposta trova rappresentazione all’interno delle fatture, inoltre:
 il soggetto acquirente riconoscerà e quindi pagherà al fornitore un importo pari alla somma
del valore del bene o servizio più una percentuale IVA;
 il soggetto cedente riscuoterà dal proprio cliente una somma pari al valore del bene+la
percentuale IVA.
IVA= Il d.p.r 26 ottobre 1972, n.633 ha istituito nel nostro Paese l’Imposta sul valore aggiunto, la
quale si calcola sul quel valore che si aggiunge in conseguenza delle operazioni di gestione. I punti
fondamentali dell’imposta sono:
 l’imposta si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi effettuate nel territorio
dello Stato. I presupposti (obbligatori) che devono essere verificati sono:
a)oggettivo=quando eseguono operazione di scambio di beni o servizi;
b)soggettivo=i soggetti devono operare nell’ambito di attività di impresa o nell’esercizio di
arti o professioni;
c)territoriale=lo scambio deve avvenire entro i confini dello Stato italiano.
 detrazione e rivalsa: il soggetto che pone la cessione del bene deve addebitare la relativa
imposta all’acquirente. A fronte di ogni operazione di acquisto l’IVA sarà a credito nei
confronti dell’erario. Mentre l’IVA che incassa l’impresa sarà a debito nei confronti
dell’erario.
 Liquidazione dell’imposta al termine di ogni mese o trimestre facendo la differenza tra
quanto incassato sulle operazioni di vendita (IVA a debito) e quanto pagato sulle operazioni
di acquisto (Iva a credito). IVA CREDITO>IVA A DEBITO impresa creditrice verso l’erario.
3)L’ACQUISTO DI BENI A FECONDITA’ SEMPLICE
Rilevazione Acquisto
VE- Materie c/acquisti X

VF+ IVA ns/credito X

VF- Debiti v/fornitori X


Nota di addebito (Resi su acquisti)
VE- Resi c/acquisti X

VF- Iva ns/debito X


(credito)

VF+ Debiti v/fornitori X

4)IL PAGAMENTO DEI DEBITI DI FUNZIONAMENTO


Varie sono le modalità attraverso le quali può avvenire il regolamento del
debito:contanti,assegno,bonifico bancario
Pagamento fattura:
VF+ debiti v/fornitori X

VF- cassa X

Incasso nota di addebito:


VF+ Cassa X

VF- Debiti X
v/fornitori

5)L’ACQUISTO DI SERVIZI
Per lo svolgimento della propria attività l'impresa ha bisogno di utilizzare servizi prodotti da altri
soggetti. In relazione ad alcune prestazioni si possono stipulare contratti annuali o pluriennali che
prevedono il pagamento di un canone periodico a copertura del servizio reso. Gli acquisti di servizi
si possono classificare in due grandi categorie:
 quelli erogati da imprese per i quali le regole di rilevazione sono le stesse viste per gli
acquisti di beni;
 quelli erogati da professionisti per i quali ci sono delle particolarità che derivano dalle
norme sia previdenziali sia tributarie che regolano le prestazioni effettuate nell'esercizio di
una professione.
Fattura commercialista dove c’è la ritenuta del 20%: valore imponibile 10.000+22%,ritenuta d’acconto
VE+ Consulenze 10.000
professionali

VF+ Iva ns/credito 2200

VF- Debiti v/professionisti 12200

VF+ Debiti 12000


v/professionisti

VF- Erario c/ritenute 2000

VF- Banca c/c 10000

VF+ Erario c/ritenute 2000

VF- Banca c/c 2000

Spese di pubblicità:
VE- Spese di 2000
pubblicità

VF+ Iva ns/credito 400

VF- Debiti v/fornitori 2400

VF+ Debiti v/fornitori 2400

VF- Banca c/c 2400

Energia elettrica:
VE- Energia elettrica 4000

VF+ IVA ns/credito 800

VF- Debiti v/fornitori 4800

VF+ Debiti v/fornitori 4800

VF- Cassa 4800

Premi assicurativi (Senza Iva)


VE- Premi assicurativi 240
0

VF- Debiti v/ fornitori 2400

VF Debiti v/ fornitori 240


+ 0

VF- Banca c/c 2400

6)L’ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI A FECONDITA’ RIPETUTA


Le immobilizzazioni rappresentano una particolare tipologia di investimenti durevoli, costituiscono
fattori pluriennali la cui durata si estende oltre il periodo amministrativo. Distinguiamo:
 immobilizzazioni materiali ad esempio i terreni , fabbricati, macchinari, automezzi,
impianti. Si tratta di beni che di prevalenza si riferisce al circuito degli investimenti
caratteristici, ma possono riguardare anche il circuito degli investimenti accessori come nel
caso di fabbricati civili e dei terreni agricoli.
 Immobilizzazioni immateriali ad esempio i brevetti, i marchi, le spese di impianto e
ampliamento, l’avviamento e sono riconducibili al circuito degli investimenti caratteristici.
 Immobilizzazioni finanziarie cioè investimenti durevoli costituiti da titoli, partecipazioni in
altre imprese e da crediti a medio-lungo termine; possiamo trovare investimenti di natura
accessoria che caratteristica.
Si possono individuare tre principali fasi: l’acquisizione, l’utilizzo e la dismissione. In relazione alla
prima le modalità con cui un’immobilizzazione può entrare a far parte dei beni di proprietà
dell’impresa sono:
 Conferimento da parte dei soci
 Acquisto sul mercato
 Produzione interna
In relazione all’utilizzazione attraverso la procedura di ammortamento si assegna la quota di costo
annuale che dovrebbe misurare la perdita di valore dei fattori a utilità pluriennale che partecipano
ai processi produttivi.
In relazione alla dismissione il bene potrà essere venduto sul mercato, oppure ceduto in permuta
di un nuovo cespite, oppure dismesso in quanto non più economicamente utile.
Acquisto
VE- Attrezzature 80000

VF+ Iva ns/credito 16000

VF- Debiti v/fornitori 96000

Le spese di istallazione
VE- Attrezzature 2000

VF+ Iva ns/credito 400

VF- Debiti v/fornitori 2400

VF+ Debiti v/fornitori 2400

VF- Cassa 2400

Spese per la costituzione della società


Ritenuta 20%
VE- Spese di impianto e 1500
ampliamento

VF+ Iva ns/credito 330

VF- Debiti v/professionisti 1830

VF+ Debiti v/professionisti 1800

VF- Erario c/ritenute 300

VF- Banca c/c 1500

Produzioni interne
VE- Impianti 5000

VE+ Produzioni 5000


interne

7) L’UTILIZZAZIONE DELLE IMMOBILIZZAZIONI: AMMORTAMENTO


Per redigere un piano di ammortamento è necessario conoscere i seguenti elementi:
 Il valore da ammontare
 La durata dell’ammortamento
 Il criterio di ripartizione
Il valore da ammontare potrà essere costituito dal valore di apporto, dal costo di acquisto o dal
valore di produzione. Una volta stabilito il valore da ammontare occorre stimare la vita utile della
immobilizzazione. Inoltre è utile valutare sia l’aspetto fisico-tecnico sia quello economico. Il primo
riguarda all’usura fisica del cespite e alla sua modalità di impiego. Il secondo riguarda il fenomeno
di obsolescenza del bene e quindi tiene conto del processo tecnologico. L’ultimo elemento è il
criterio di ripartizione ed è possibile distinguere criteri rigidi o matematici e criteri elastici. Tra quelli
matematici troviamo i metodi:
 A quote costanti dove si suddivide il valore da ammortare per il presunto numero di anni di
vita utile del bene;
 A quote crescenti dove si attribuiscono quote di ammortamento maggiori ai primi anni e
quote via via minori ai successivi;
 A quote decrescenti si basa su una logica opposta
 I criteri elastici quantificano la quota da ammortizzare ogni anno in funzione alla possibilità
di utilizzazione
La rettifica del valore originario avviene indirettamente tramite la costituzione del fondo
ammortamento che si alimenta di anno in anno con l’accumulo delle singole quote
periodicamente calcolate; esprime la parte di costo pluriennale che ha già partecipato alla
formazione del reddito nel corso degli esercizi precedenti.
8) LA DISMISSIONE DI UN’ IMMOBILIZZAZIONE
Il processo di dismissione di un bene strumentale determina anche la sua eliminazione dalla
contabilità. Nel caso in cui il bene venga ceduto può originarsi un componente economico-
reddituale positivo (plusvalenza) oppure negativo (minusvalenza). Le ipotesi:
VALORE DI CESSIONE>VALORE CONTABILE RESIDUO (COSTO DI ACQUISTO-F.DO
AMMORTAMENTO) = PLUSVALENZA
VALORE DI CESSIONE<VALORE CONTABILE RESIDUO=MINUSVALENZA
Esempio: Acquistato automezzo a 10.000£, ammortizzato per 3000£, venduto a 8000£.
10000-3000=valore contabile residuo;8000>7000;8000-7000=1000 plusvalenza
VE- F.do amm.to automezzi 300
0

VE Automezzi 3000
+

Vendita

VF+ Crediti diversi 976


0

VE+ Automezzi 7000

V+ Plusvalenze 1000

VF- Iva ns/debito 1760

Esempio :Mobili acquistati a 3000£,ammortizzati per 1000£,vendutii a 1500£


(3000-1000)=2000 valore contabile residuo;1500<2000;1500-2000= -500 MINUSVALENZA
VE- F.do amm.to mobili 1000

VE Mobili 1000
+

VF+ Crediti diversi 1830

VE Mobili 2000
+

VE- Minusvalenze 500

VF- Iva ns/debito 330

Eliminazione: Viene eliminata un’attrezzatura con valore storico di 10.000£, a quote costanti del
10% annuo per 9 anni. F.do ammortamento=9000 (1000*9) e 1000 la sopravvenienza passiva per
l’operazione di dismissione.
VE+ Attrezzature 10000

VE- F.do amm.to attrezzature 9000

VE- Sopravvenienze passive 1000

9) LE OPERAZIONI DI VENDITA
La fase finale del ciclo produttivo è rappresentata dalla vendita di beni o servizi sul mercato. Gli
aspetti che determinano l’attivazione delle rilevazioni contabili sono:
 emissione della fattura di vendita;
 incasso del corrispettivo.
Operazione di vendita: Vendita di 1000 unità a 50$+IVA; con sconto del 5%
VE+ Prodotti c/vendite 50000

VE- Annuoni e sconti passivi 2500

VF- Iva ns/debito 10450

VF+ Crediti v/clienti 57950

VF+ Cassa 57950

VF- Crediti v/clienti 57950

Vendita:
VE+ Prodotti c/vendite 72000

VF- Iva ns/debito 15840

VF+ Crediti v/clienti 87840

Il rapporto che sorge nei confronti del cliente a fronte di una concessione di una dilazione di
pagamento non sempre consegue gli obiettivi prefissati. Può verificarsi che il cliente non onori il
proprio debito. Viene costituito quindi un fondo svalutazione crediti che deve essere utilizzato nel
momento in cui si ha l’effettiva certezza della mancata riscossione. Questa si associa a delle
procedure giuridiche che stabiliscono l’insolvenza del creditore: in questo caso si è legittimati a
stralciare il credito dalla contabilità utilizzando il fondo svalutazione crediti.
Esempio: Si riceve la notizia del fallimento della società Gamma dove si aveva un credito di 12500£, l’accantonamento
al fondo svalutazione crediti eseguito nell’anno precedente è di 6200$. Inoltre sorgerà una sopravvenienza
passiva connessa alle perdite su crediti di esercizi precedenti (12500-6200=6300).
VF- Crediti v/clienti 12500

VF+ F.do svalutazione crediti 6200

VE- Soppravvenienze 6300


passive

Esempio:Ipotizzando perdita su crediti v/clienti per 2000$


VE- Perdite su 2000
crediti

VF- Crediti v/clienti 2000

10)LA LIQUIDAZIONE E IL VERSAMENTO DELL’IVA


Ogni operazione di acquisto o vendita fa sorgere all’azienda condizioni creditorie e debitorie nei
confronti dell’erario per l’IVA pagata ai fornitori e per quella riscossa dai clienti. Periodicamente
diviene necessario riepilogare la posizione e se necessario eseguire il relativo versamento.
Contabilmente comporta le seguenti rilevazioni:
 Chiusura dei conti IVA ns/credito e IVA ns/debito nel conto riepilogativo erario c/IVA
 Effettuazione del versamento nel caso in cui il saldo del conto evidenzi un debito.
(24060-19300)=4760 ci evidenzia l’obbligo di eseguire il versamento entro il 16 del mese successivo
VF Iva ns/debito 24060
+

VF- Erario c/IVA 24060

VF Erario c/IVA 19300


+
VF- IVA ns/credito 19300

VF Erario c/IVA 4760


+

VF- Banca c/c 4760

11)LA REMUNERAZIONE DEL LAVORO DIPENDENTE


Il fattore lavoro rappresenta un fondamentale fattore di produzione nell’economia di tutte le
aziende. La retribuzione ossia il compenso dovuto al fattore lavoro si sostanzia in una somma di
denaro e prende il nome di salario per gli operai e stipendio per gli impiegati; si compone di una
paga base definita dal contratto collettivo nazionale più una quota di attribuzioni accessorie.
L’impresa al momento del pagamento deve operare una ritenuta a titolo di acconto che
rappresenta l’imposta che il lavoratore deve allo stato sui redditi attribuiti e dovrà essere versata
nelle casse dell’erario. Il datore di lavoro inoltre deve eseguire dei versamenti a favore degli enti di
previdenza e assistenza garantendo una copertura sia pensionistica sia assicurativa. Una parte di
queste somme è a carico del dipendente stesso, una parte invece dell’azienda stessa. Quindi la
retribuzione lorda (determinata in sede contrattuale) si distingue da quella netta (somma di denaro
effettivamente messa a disposizione del dipendente). Il costo del lavoro si compone di diversi
elementi: la retribuzione lorda ,oneri sociali e assicurativi e trattamento fine rapporto.
Esempio: A fine mese di ottobre il direttore del personale consegna le buste paga ai dipendenti rilevando:
 Salari e stipendi lordi:15000$
 assegni familiari:200$
 Indennità di malattia:500$
 CONTRIBUTI PREVIDENZIALI A CARICO DELL’AZIENDA=5000$
 RITENUTE DA VERSARE=3000$
 CONTRIBUTI PREVIDENZIALI A CARICO DEI DIPENDENTI=1500$
500+200=700 INPS C/CONTRIBUTI
31/10
VE- SALARI E STIPENDI 15000

VF+ INPS C/CONTRIBUTI 700

VF- DIPENDENTI C/RETRIBUZIONI 15700

Contributi carico azienda: 31/10


VE ONERI SOCIALI 5000
-

VF- INPS C/CONTRIBUTI 5000

Pagamento dipendente:10/11
VF+ DIPENDENTI C/RETRIBUZIONI 1570
0

VF- INPS C/CONTRIBUTI (nota a carico dei lavoratori) 1500

VF- ERARIO C/RITENUTE 3000

VF- BANCA C/C 11200

Pagamento INPS ed erario ogni 16 del mese successivo: INPSC/CONTRIBUTI(5000+1500-700)


VF+ INPS C/CONTRIBUTI 5800

VF- BANCA C/C 5800

VF+ ERARIO C/RITENUTE 3000


VF- BANCA C/C 3000

12) IL TRATTAMENTO FINE RAPPORTO


Il TFR consiste nel diritto del dipendente di avere una somma maturata nel tempo al termine del
rapporto di lavoro, quindi l’ammontare del TFR si determina in funzione della durata del rapporto e
viene contabilmente accantonato seguendo la logica della competenza economica al termine di
ogni periodo amministrativo. Il pagamento avverrà nel momento della cessazione del rapporto di
lavoro. Quindi l’impresa deve corrispondere al dipendente la quota di trattamento di fine rapporto
maturata negli anni precedenti e quella eventualmente maturata nell’anno in corso e non ancora
accantonata. Inoltre dovrà essere eseguita la ritenuta a titolo d’imposta da versarsi poi nelle casse
dell’erario alle scadenze stabilite.
ESEMPIO:Pagamento a un dipendente dimissionario a titolo di TFR:QUOTA ACCANTONATA 10000$,QUOTA
MATURATA 500$,RITENUTE FISCALI 2500$
VF TFR 10000
+

VE- INDENNITA DI FINE RAPPORTO 500

VF- DIPENDENTI C/LIQUIDAZIONE 10500

VF DIPENDENTI C/LIQUIDAZIONE 10500


+

VF- ERARIO C/RITENUTE 2500

VF- BANCA C/C 8000

13)I COMPONENTI STRAORDINARI


CAP.VIII=LE RILEVAZIONI CONTABILI CONNESSE CON IL CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI
DIRETTI DA TERZI
1)I FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE DI CREDITO
L’impresa deve ricercare oltre ai finanziamenti a titolo di capitale proprio anche altre fonti di
finanziamento. Questi finanziamenti sono quelli ottenuti da terzi a titolo di credito.
2)I FINANZIAMENTI A BREVE
Sulla dinamica finanziaria connessa a investimenti e finanziamenti agisce la possibilità di cercare
di allungare i tempi di pagamento dei fornitori e di ridurre quelli di incasso dai clienti Troviamo:
 LE RICEVUTE BANCARIE=E’ una delle principali modalità di riscossione degli importi
relativi alle fatture di vendita, si tratta di un servizio effettuato dalla banca la quale riceve
mandato a incassare i crediti per conto dell’impresa trattenendo una commissione (costo
di servizio). Le ricevute bancarie non sono un titolo di credito autonomo ed esecutivo come
le cambiali quindi la loro emissione non comporta alcuna rilevazione (l’unica rilevazione
sarà quella dell’invio delle ricevute all’istituto di credito). Le modalità attraverso cui possono
essere inviate le ricevute sono:
 Clausola dopo incasso=la banca accredita la somma soltanto dopo aver
effettivamente incassato il credito (al netto della commissione).
Esempio: AZIENDA VENDE MERCI PER 5000+IVA; PAGAMENTO EMISSIONE RICEVUTE BANCARIE A 60GG
(CLAUSOLA DOPO INCASSO), COMMISSIONI 20.
VF+ CREDITI V/CLIENTI 6000

VE- MERCI C7VENDITE 5000

VF- IVA NS/DEBITO 1000

VF+ CLIENTI C/Ri.Ba 6000

VF- CREDITI V/CLIENTI 6000


VF+ Banca C/C 5980

VE- COMMISSIONI DI INCASSO 20

VF- CLIENTI C/Ri.Ba 6000

 clausola salvo buon fine=l’accredito viene effettuato immediatamente alla presentazione


delle ricevute.
VF+ CLIENTI C/Ri.Ba 6000

VF- CREDITI V/CLIENTI 6000

VF+ Banca C/C 5980

VE- COMMISSIONI DI INCASSO 20

VF- BANCA C/Ri.Ba 6000

VF+ BANCA C/Ri.Ba 6000

VF- CLIENTI C/Ri.Ba 6000

 GLI EFFETTI COMMERCIALI (emissione cambiali attive o effetti attivi) =l’incasso di


effetti commerciali è un’operazione molto simile alla presentazione delle ricevute bancarie,
la differenza sta nella presenza di un titolo esecutivo che offre la possibilità di agire nel
caso del mancato pagamento da parte del cliente. La prestazione può avvenire con
soluzioni diverse:
 Accredito al dopo incasso=si trasferiscono le cambiali a un istituto di credito, il
quale provvede ad incassare il credito in nome e per conto dell’impresa.
Esempio: UNA SOCIETA’ EMETTE DUE EFFETTI ATTIVI A 3 MESI PER UN TOTALE DI 20.000$,GLI EFFETTI
VENGONO PRESENTATI AD UN ISTITUTO DI CREDITO, LE SPESE DI INCASSO SONO 50$.
VF+ EFFETTI ATTIVI 20000

VF- CREDITI V/CLIENTI 20000

VF+ EFFETTI ATTIVI ALL’INCASSO 20000

VF- EFFETTI ATTIVI 20000

VF+ Banca C/C 19950

VE- COMMISSIONI BANCARIE 50

VF- EFFETTI ATTIVI ALL’INCASSO 20000

 accredito salvo buon fine=la banca accredita la somma dovuta al momento della
presentazione, trattenendo le commissioni di incasso.
VF+ CREDITI V/CLIENTI 20000

VF- EFFETTI ATTIVI 20000

VF+ EFFETTI ATTIIIVI SBF 20000

VF- EFFETTI ATTIVI 20.000


VF+ BANCA C/c 19950

VE- COMMISSIONI BANCARIE 50

VF- BANCA C/EFFETTI ATTIVI 20.000


SBF

VF+ BANCA C/EFFETTI ATTIVI 20.000


SBF

VF- EFFETTI ATTIIVI SBF 20.000

 sconto=è una modalità di presentazione degli effetti commerciali dove la banca


anticipa l’importo delle cambiali presentate al netto dello sconto(ossia dell’interesse
passivo gravante sull’operazione)oltre che delle commissioni di incasso. L’importo
che la banca anticipa viene chiamato netto ricavo. Il rimborso si verificherà allo
scadere dell’effetto.
Esempio:Una società emette effetti attivi di 15.000$ con scadenza 30 GG.Vengono presentati allo sconto in banca:gli
interessi passivi sono:150$ e le commissioni 50$.
VF+ EFFETTI ATTIVI 15.000

VF- CREDITI V/CLIENTI 15.000

VF+ EFFETTI ATTIVI ALLO SCONTO 15.000

VF- EFFETTI ATTIVI 15.000

VF+ BANCA C/c 14.800

VE- INTERESSI PASSIVI 150

VE- COMMISSIONI BANCARIE 50

VF- EFFETTI ATTIVI ALLO SCONTO 15.000

 IL RAPPORTO DI CONTO CORRENTE=le somme non vengono messe a disposizione a


fronte di particolari investimenti o operazioni, quindi possono essere utilizzati dall’impresa
sia per il servizio di incassi e pagamenti. Su questa tipologia di finanziamento troviamo due
diversi costi: commissioni di massimo coperto e interessi passivi. Può verificarsi la
situazione in cui il conto rilevi un saldo attivo; gli interessi attivi che maturano devono
essere calcolati separatamente.
ESEMPIO:INTERESSI PASSIVI
VE- INTERESSI PASSIVI 100

VE- COMMISSIONI BANCARIE 50

VF- BANCA C/C 150

ESEMPIO:INTERESSI ATTIVI E RITENUTE D’ACCONTO


VF+ BANCA C/C 100

VF+ ERARIO C/RITENUTE 40

VE+ INTERESSI ATTIVI 140

3)I FINANZIAMENTI A MEDIO-LUNGO TERMINE


I finanziamenti a medio-lungo termine sono quelli attraverso i quali l’impresa ottiene somme di
denaro con il vincolo della durabilità. Le due principali operazioni sono quelle:
 dei mutui passivi=per l’impresa il mutuo passivo è una tipica operazione onerosa relativa
al circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito. La sua durata è pluriennale e la
sua concessione può essere subordinata alla prestazione di garanzie reali e personali.
L’operazione ha inizio con la messa a disposizione da parte di un istituto di credito
dell’intera somma di denaro; il rimborso della somma e il pagamento degli interessi potrà
avvenire in un’unica soluzione o in più rate secondo un piano di ammortamento
concordato. Il piano di ammortamento prevede il pagamento periodico di rate che è
composta da una quota capitale e una quota di interessi. Tale costo dovrà essere
ripartito seguendo il principio di competenza.
Esempio: Mutuo decennale di 150.000,tasso fisso del 6% con rimborso semestrale il 30/11 e il 31/05, commissioni a
200,00$, rata di 7500, interessi posticipati
(150.000*6%)=9000 INTERESSI PASSIVI ANNUALI; 9000:12=X:6 4500(INTERESSI PASSIVI SEMESTRE)
VF+ Banca c/C 14980
0

VE- ONERI BANCARI 200

VF- MUTUI PASSIVI 150.000

VF+ MUTUI PASSIVI 7500

VE- INTERESSI PASSIVI SU MUTUI 4500

VF- BANCA C/C 12.000

 dei prestiti obbligazionari=Come previsto dall’art.2410 c.c le spa e sapa possono


emettere prestiti obbligazionari al fine di ottenere finanziamenti a medio-lungo
termine.Attraverso questo strumento si accede al mercato dei capitali emettendo dei titoli
(le obbligazioni) che vengono acquistati da soggetti che intendono finanziare l’impresa
senza assumersi alcun rischio gestionale. Per l’impresa il costo dell’operazione è
rappresentato dagli interessi passivi che devono essere corrisposti agli obbligazionisti.
Un’ulteriore onere ci può essere in caso di emissione sotto la pari (valore di
emissione<valore di rimborso). Le rilevazioni contabili si riconducono ai seguenti
momenti: emissione, versamento da parte dei sottoscrittori ,liquidazione e pagamento degli
interessi, rimborso. LIBRO PAG169
4)IL LEASING FINANZIARIO
Il leasing finanziario è un contratto di locazione finanziaria dove intervengono tre soggetti:
 il produttore (colui che realizza i beni);
 la società di leasing, cioè il soggetto che acquista i beni dal produttore e li cede in affitto
all’utilizzatore;
 l’utilizzatore che con il pagamento di un canone periodico concordato può utilizzare i beni
e alla scadenza del contratto può decidere se esercitare o meno il diritto di acquisire la
proprietà del bene.
ESEMPIO:STIPULAZIONE CONTRATTO LEASING IN MESI 108, SI PREVEDE IL VERSAMENTO DI UN
MAXICANONE 42500+IVA E CANONI MENSILI 4000+IVA, ALLA SCADENZA SI DA LA POSSIBILITA’ DI
RISCATTARE IL BENE PER 3500+IVA
VE- CANONI DI LEASING 4250
0

VF+ IVA NS/CREDITO 8500

VF- DEBITI V/FORNITORI 51000

VF+ DEBITI V/FORNITORI 5100


0

VF- BANCA C/C 51000


VE- CANONI DI LEASING 4000

VF+ IVA NS/CREDITO 800

VF- DEBITI V/FORNITORI 4800

VF+ DEBITI V/FORNITORI 4800

VF- BANCA C/C 4800

VE- AUTOMEZZI 3500

VF- IVA NS/CREDITO 700

VF- DEBITI V/FORNITORI 4200

VF+ DEBITI V/FORNITORI 4200

VF- BANCA C/C 4200

9)LE OPERAZIONI DI ASSESTAMENTO


La determinazione del risultato dell’esercizio rimane la principale finalità per la quale si procede
alla costruzione del bilancio d’esercizio, ma occorre rispettare dei principi:
 PRINCIPIO DI COMPETENZA=I ricavi possono definirsi di competenza dell’esercizio se si
è concluso il ciclo di trasformazione , i costi sono di competenza se sono riconducibili a
fattori produttivi consumati nel processo che ha portato alla realizzazione di prodotti finiti o
servizi.
 PRINCIPIO DI PRUDENZA=si devono indicare solo gli utili già realizzati alla data di
chiusura dell'esercizio, mentre tutte le perdite devono essere imputate anche se conosciute
dopo il termine dello stesso.
Il processo valutativo che assicura il rispetto dei due principi sono le scritture di assestamento
che sono composte da due principali categorie:
 scritture di completamento o integrazione=vengono inseriti valori di competenza
dell’esercizio per i quali non si è ancora verificata la manifestazione finanziaria e non sono
stati inseriti in contabilità;
 scritture di rettifica o storno=si rinviano al futuro valori per i quali si è verificata la
manifestazione finanziaria, ma non hanno ancorma maturato la competenza economica.
10)LE RILEVAZIONI CONTABILI DI COMPLETAMENTO
I principali fenomeni a cui si riconducono le scritture di completamento/integrazione sono:
 Fatture da emettere/ricevere=sono crediti/debiti presunti relativi a costi/ricavi di
competenza ancora da liquidare. In chiusura dell’esercizio potrebbero essere stati
consegnati o ricevuti beni per i quali non è stata ancora ricevuta la fattura.
Esempio: Nel mese di dicembre sono stati consegnati 100 prodotti con un valore di 50$. Sono state ricevute 500 unità
con valore di 200.
VF+ Fatture da emettere 50.000

VE Prodotti c/vendite 50.000


+

VE- Materie c/acquisti 10.000

VF- Fatture da ricevere 10.000

 partite attive e passive da liquidare=i componenti di reddito che possono essere


compresi sono:interessi attivi e passivi da liquidare,premi attivi o passivi da riscuotere o
pagare, rimborsi o indennizzi assicurativi.
Esempio:Nell’ultimo trimestre sono maturati interessi attivi per 987$+ritenuta 123, interessi passivi 1798£
VE- INTERESSI PASSIVI BANCARI 179
8

VE+ INTERESSI ATTIVI BANCARI 987

VF- BANCA C/INTERESSI DA LIQUIDARE 811

 ratei attivi e passivi=I ratei esprimono quote di costi o di ricavi maturati nell’esercizio la cui
manifestazione finanziaria avrà luogo nell’esercizio successivo. In termini finanziari
misurano crediti/debiti sui quali si ha una certezza sull’importo e sulla manifestazione la cui
liquidazione avverrà in via posticipata.pag.199
RATEI ATTIVI
VF+ RATEI ATTIVI 500

VE+ INTERESSI SU TITOLI 500

RATEI PASSIVI:
VE- INTERESSI SU MUTUI 625

VF- RATEI PASSIVI 625

 fondi spese future=evidenziano valori finanziari passivi presunti che misurano costi
dell’esercizio nel quale si sono verificati i presupposti per la futura uscita.L’inserimento dle
costo avviene attraverso un processo di accantonamento dove si rilevano passività che
non hanno natura di veri e propri debiti ma vengono indicati come fondi (fondo
manutenzioni cicliche,f ondo imposte differite).
VE- ACC.TO MANUTENZIONE IMPIANTI 5000

VF- F.DO MANUTENZONE IMPIANTI 5000

 fondi rischi
VE- ACC.TO CONTENZIOSO TRIBUTARIO 800
0

VF- F.DO PER CONTENZIOSO TRIBUTARIO 8000

 fondi svalutazione dell’attivo che possono verificarsi quando bisogna rettificare un valore
attivo patrimoniale.
Esempio:Si stima un rischio di insolvenza di 2000$
VE PERDITE PRESUNTE SU CREDITI 2000
-

VF- F.DO SVALUTAZIONE CREDITI 2000

 trattamento di fine rapporto rappresenta il debito maturato dall’impresa verso i dipendenti


alla data di redazione del bilancio e calcolato in base alle disposizioni legislative e
contrattuali
Esempio:Al termine dell’esercizio si calcola 35.000$ la quota TFR di competenza del periodo.
VE- Indennità di fine 35000
rapporto

VF- TFR 35000

11)LE SCRITTURE DI STORNO


Le rettifiche di storno sono necessarie in relazione ai fenomeni seguenti:
 partite sospese, attive e passive si riferiscono a costi e ricavi la cui manifestazione
finanziaria è avvenuta nell’esercizio in corso, ma che sono di competenza degli esercizi
futuri.
 rimanenze finali che si possono formare:
 con beni che l’impresa ha acquistato e che alla chiusura dell’esercizio sono in
attesa di essere impiegati/venduti (materie prime,materiali di consumo,merci)
 con beni ottenuti (prodotti finiti, prodotti in corso di lavorazione, semilavorati).
Attraverso le rilevazioni contabili relative alle rimanenze si vuole sospendere dal periodo in corso e
rinviare al periodo successivo l’impatto economico di quei fattori produttivi a fecondità semplice
che nel periodo hanno generato costi di acquisto/produzione ma che non hanno ancora generato
ricavi.
Esempio:LE RIMANENZE DI MATERIE SI STIMANO IN 6000$
VE- MAGAZZINO MATERIE 6000

VE+ MATERIE C/RIMANENZE FINALI 6000

 I risconti attivi e passivi rappresentano quote di costi e di ricavi che hanno avuto
manifestazione finanziaria nell’esercizio in chiusura, ma non sono ancora maturati
nell’esercizio. La sospensione di un costo migliora il risultato economico e determina un
risconto attivo, viceversa la sospensione di un ricavo peggiora il risultato economico e
determina un risconto passivo. pag 208
VE- RISCONTI ATTIVI 8800

VE+ PREMI ASSICURATIVI 8800

VE- FITTI ATTIVI 1000

VE+ RISCONTI PASSIVI 1000

 capitalizzazione dei costi=alcuni costi rilevati nel periodo in sede di bilancio possono
considerarsi oneri pluriennali. Il processo contabile: deve portare a stornare la quota di
costi ritenuti pluriennali, creare un componente di reddito acceso a costi pluriennali.
Esempio. DURANTE L’ANNO L’AZIENDA SOSTIENE COSTI DI RICERCA&SVILUPPO PER 15000$, AL TERMINE
DELL’ESERCIZIO 10000$ SONO DI UTILITA’ PLURIENNALE
VE- SPESE DI RICERCA E SVILUPPO DA AMMORTARE 10000

VE SPESE DI RICERCA E SVILUPPO 10000


+

 L'ammortamento dei fattori produttivi pluriennali è un procedimento tecnico- contabile


attraverso il quale il valore di un bene pluriennale è ripartito in più esercizi per tutta la
durata della sua vita utile in proporzione al suo utilizzo e al suo consumo.
Esempio: SI DECIDE DI AMMORTIZZARE GLI IMPIANTI PER IL 15%
VE- AMM.TO IMPIANTI 11250

VE+ F.DO AMM.TO 11250


IMPIANTI

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