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Lezione 16/09/2022

Nel costruire un’azienda la prima cosa di cui dobbiamo preoccuparci è quanto


capitale abbiamo a disposizione  PROVVISTA MEZZI MONETARI  operazioni di
finanziamento
I mezzi monetari possono essere reperiti dai soci o dagli istituti di credito.
Dopo aver acquisito i mezzi monetari si può acquistare tutto ciò di cui si ha bisogno
e si potrà finalmente avviare la produzione.
- Fase 2= impiego dei mezzi monetari per acquisire i FATTORI PRODUTTIVI
 impiego
- Fase 3= utilizzo dei fattori produttivi (macchinari, materiali…)
 trasformazione
- Dall’utilizzo dei fattori produttivi emerge la merce finita
- Fase 4 = cessione dei prodotti/servizi  vendita
Tutto può essere definito come il CIRCUITO DELLE OPERAZIONI DI GESTIONE.

Le risorse che provengono dalla vendita sono diverse rispetto ai mezzi monetari che
terzi mettono nell’azienda per il processo produttivo.
Si può produrre un fabbisogno finanziario che deve essere coperto ricorrendo ai
finanziamenti.
Il finanziamento costituisce un’operazione strumentale per il fabbisogno
dell’azienda stessa.
Dalla gestione operativa possono derivare delle risorse finanziarie ma si tratta di
risorse con provenienza diversa  AUTOFINANZIAMENTO (l’azienda produce delle
nuove risorse grazie al processo di finanziamento-impiego-trasformazione-vendita).
La trasformazione si distingue dalle altre 3 perché è un’operazione di gestione che si
realizza all’interno dell’azienda, le altre 3 fasi si realizzano al di fuori dell’azienda.
In ogni rapporto dell’azienda si realizza uno scambio che porta un flusso monetario
in entrata o in uscita.
La modalità di rappresentazione delle operazioni di gestione aziendale si basa
sull’osservazione dei flussi monetari che si realizzano.
Tale modello coglie di continuo tutte le operazioni di gestione esterne poiché
raccolgono tutti i flussi monetari esterni. Da qui rimane fuori l’operazione di
trasformazione, la quale non è irrilevante sulla situazione economica di un’azienda.
Un anno di vita di un’azienda prende il nome di esercizio.
L’esercizio spesso coincide con l’anno solare alla fine del quale si fa il bilancio.
Colui che predispone il bilancio di un’azienda è il consiglio di amministrazione, poi il
bilancio viene sottoposto all’assemblea dei soci, dai quali poi deve essere approvato.
Il bilancio prevede che l’assemblea debba essere convocata entro 120 giorni dalla
chiusura dell’esercizio, in casi speciali 180 giorni.
Gli amministratori devono inviarlo ai soci almeno 15 giorni prima, e prima ancora dei
soci va inviato ai sindaci che devono fare una relazione da inviare ai soci.
La legge lascia agli amministratori un tempo di 3-5 mesi per predisporre il bilancio
per poter effettuare tutti gli aggiustamenti necessari e poter correggere quelle che
sono eventuali dimenticanze.
In alcune società c’è anche un altro organo di revisione: i revisori contabili.

Lezione 19/09/2022
PROFILI ISTITUZIONALI DELLE AZIENDE
L’economia aziendale è una scienza sociale, ha alla base l’uomo, in particolare si
parte dai bisogni umani.
Ci sono bisogni che sono stati articolati in una piramide, alla base ci sono i bisogni
fisiologici, bisogni di sicurezza, bisogni di autostima e bisogni di autorealizzazione.
I bisogni sono illimitati e risorgenti, una volta che soddisfiamo un bisogno si possono
ripresentare.
Sono soggettivi, variabili nel tempo e nello spazio.
Il bisogno alla comunicazione nel tempo ha avuto un incremento notevole.
I bisogni sono avvertiti in modo diverso a seconda dello spazio in cui ci troviamo.
L’attività che pone in essere l’uomo per selezionare tra i diversi bisogni quelli che poi
vengono soddisfatti prende il nome di attività morale.
I bisogni vengono soddisfatti attraverso la creazione e soprattutto il consumo di
beni, che vengono detti beni economici, si dice bene economico quando sono
presenti alcune caratteristiche specifiche: disponibile in quantità limitata, deve
essere in grado di soddisfare un bisogno, ha sempre un prezzo perché si crea una
domanda, bisogna sapere che quel bene possa soddisfare un bisogno, deve essere
accessibile.

L’azienda è lo strumento di cui si serve l’uomo per svolgere in maniera economica


l’attività di produzione e di consumo dei beni economici.
Per economico si intende un’ottimizzazione delle risorse.
L’economia aziendale è la materia che si occupa di studiare l’azienda sotto un
aspetto economico.
Le aziende producono beni e servizi che vengono utilizzati o da altre imprese o dai
singoli cittadini.
L’economia aziendale è una disciplina recente, nasce nel 1926 quando uno studioso
Gino zappa fa un discorso in cui parla di un’unica disciplina che studia le condizioni
di esistenza e le manifestazioni di vita dell’azienda.
Zappa mette a sistema le materie che già si occupavano dell’azienda, creando così
l’economia aziendale.
I tre aggregati che Zappa unisce:
1. L’ORGANIZZAZIONE  si fa riferimento al fattore produttivo uomo, chi fa cosa
all’interno di un’azienda, quale ruolo si occupa.
Organigramma= rappresenta ai terzi come sono strutturate le persone all’interno
dell’azienda.
Mansionario= racconta le singole attività che le singole persone devono fare
all’interno dell’azienda, strumento a beneficio dell’azienda e del dipendente
2. LA GESTIONE  insieme delle operazioni che una azienda realizza per
raggiungere i propri obiettivi.
3. LA RILEVAZIONE  strettamente connessa alla gestione. Serve a serbare
memoria degli accadimenti che si sono verificati in azienda, si utilizza una
tecnica particolare ovvero la partita doppia.
L’azienda è un fenomeno talmente importante che il Codice civile ne fornisce una
definizione: “l’azienda è il complesso dei beni organizzativi dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa”.
Non esistono aziende senza persone, allo stesso modo non possono esistere aziende
senza un capitale di bene (dotazione patrimoniale).

La classificazione delle aziende


AZIENDE DI PRODUZIONE  sono anche dette “imprese”. Il soddisfacimento dei
bisogni avviene in maniera indiretta, volti a soddisfare in maniera indiretta i bisogni
delle persone.
Vengono distinte a loro volta in:
- Aziende di produzione diretta  aziende manifatturiere, aziende che
acquistano la materia prima e la trasformano in prodotto finito.
- Aziende di produzione indiretta  può essere nel tempo e nello spazio. Per
produzione si intende l’accrescimento dell’utilità di un bene. Le aziende
indirette realizzano un accrescimento dell’utilità dei beni nel tempo e nello
spazio  supermercato, rende disponibile la merce in un unico luogo.
- Aziende di servizi  erogano una prestazione in materiali, aziende di
consulenza.
Accanto alla finalità di soddisfare il bisogno altrui, hanno anche l’obiettivo di
guadagnare.
AZIENDE DI CONSUMO  anche dette “di erogazione”. Il soddisfacimento dei
bisogni avviene direttamente, sono aziende direttamente rivolte alla soddisfazione
dei bisogni umani.
Sono delle aziende anche le famiglie perché hanno l’obiettivo di soddisfare i bisogni
dei propri appartenenti.
Non producono dei beni, non erogano dei servizi ma hanno comunque l’obiettivo di
soddisfare dei bisogni.
Non hanno la finalità di guadagnare, quindi non sono mai definibili imprese.
Lezione 21/09
Normalmente se un'azienda si deve costituire va a richiedere le risorse finanziarie,
che vengono apportate o dai soci, coloro che hanno un'iniziativa imprenditoriale, o
da coloro che prestano i soldi per mestiere normalmente le banche. Queste
costituiscono il capitale di finanziamento, il quale in funzione del titolo può
assumere la funzione di capitale di rischio e capitale di credito.
CAPITALE DI FINANZIAMENTO  per effetto dell’azione di finanziamento. Il quale
può assumere la funzione di CAPITALE DI RISCHIO e CAPITALE DI CREDITO.
CAPITALE DI RISCHIO  esprime l’entità dei finanziamenti apportato dagli
imprenditori. Si tratta di risorse che vengono apportate a titolo definitivo
nell’azienda e non a titolo di prestito. Il rimborso di queste somme avviene solo in
occasione di momenti importanti, come ad esempio se si dovesse sciogliere la
società o se si dovesse sciogliere il rapporto con uno o più soci.
Il rendimento dei soci è condizionato dal conseguimento degli utili da parte della
società, da un lato è quindi aleatorio, e dall’altro è variabile perché non può essere
predefinito.
CAPITALE DI CREDITO  risorse apportate a titolo di finanziamento a titolo di
prestiti, quindi con il vincolo del rimborso, normalmente è determinato al momento
dell’erogazione di questi finanziamenti. Questo capitale identifica delle somme per
le quali l’azienda ha un obbligo di rimborso, quindi identifica dei debiti per l’azienda.
Ha un rendimento fisso e predefinito, che non è condizionato alle sorti della
dinamica aziendale, viene prima della remunerazione dei soci.
L’utile dei soci si calcola tenendo conto anche degli interessi da dare alle banche.
Il rimborso del capitale di credito viene prima del rimborso del capitale di rischio,
non posso rimborsare i soci se prima non rimborso i creditori. In caso di una
liquidazione dell’azienda prima devo pagare i creditori e poi se rimane qualcosa
posso rimborsare il capitale di rischio.
Il capitale di credito presenta rischi anche per chi lo apporta perché la società
potrebbe essere nella condizione di non poter nemmeno rimborsare gli oneri
finanziari e quindi anche il capitale di credito. Presenta comunque un rischio
limitato. Le banche si fanno anche dare delle garanzie quando erogano i prestiti,
perché nel caso non si potesse pagare il prezzo del prestito la banca ha comunque
l’immobile.
Proprio per la distinzione in termini di rischio del finanziamento, c’è anche una
diversa aspettativa in termini di rendimento per i soci e per i creditori.
A un maggior rischio deve corrispondere un maggior investimento altrimenti
l’investimento non è attrattivo per nessuno.
Il rischio cambia da azienda ad azienda, il rischio che rispetto alle prospettive
l’andamento sia diverso  RISCHIO ECONOMICO GENERALE D’IMPRESA
Ci sono aziende nelle quali si prepara un budget per l’anno dopo dove c’è un rischio
che posso saltare totalmente.
Chi apporta capitale a titolo di rischio ha aspettative maggiori rispetto a chi apparta
capitale a titolo di credito.

23/09/2022
In base al sistema di produzione distinguiamo aziende che operano per il magazzino
e aziende che lavorano su commessa del cliente.
Le prime producono il bene e lo vendono, le seconde prima vendono il bene e poi le
realizzano. Le prime sono le più diffuse e realizzano il bene sulla base della domanda
attesa.
Un’azienda che opera per commessa realizza il bene su specifica richiesta del
cliente, il quale ne definisce anche le principali caratteristiche.
Le prime producono dei beni standardizzati.
In funzione della dislocazione territoriali distinguiamo:
- aziende nazionali, che opera all’interno di un contesto territoriale ben
definito.
- aziende multinazionali operano all’interno del mondo, è una realtà più
strutturata.
In base alla parcellizzazione della proprietà si possono distinguere: aziende familiari,
nelle quali la proprietà è concentrata in pochi soggetti, che fanno parte della stessa
famiglia. Nelle aziende con proprietà diffusa la proprietà è parcellizzata su milioni di
soggetti, chi prende decisioni è un soggetto nominato dai soci, l’amministratore.
Il ruolo dell’amministratore è molto più importante in una società a proprietà diffusa
rispetto ad un’azienda a gestione familiare. L’Italia nel mondo rappresenta un caso
studio per quanto riguarda le società a gestione familiare. Le società a proprietà
diffusa sono prevalentemente diffuse in America.
Le “public companies” (aziende con proprietà diffusa) sono anche molto spesso
quotate in borsa.
In Italia invece non è possibile diventare facilmente azionista di un’azienda, se la
società non è quotata bisogna chiedere ai proprietari ed è molto più complicato.
In funzione del settore in cui operano le aziende si possono distinguere in:
- aziende del settore primario, che hanno a che fare con la produzione
originaria.
- aziende del settore secondario, attive nella trasformazione fisica della materia
prima in prodotti finiti (aziende manifatturiere).
- aziende che operano nel settore terziario, le quali operano nel settore dei
servizi.
In Italia c’è una particolare evoluzione del settore terziario, ciò connota una
evoluzione di questo sistema produttivo.
Le imprese si possono distinguere anche in base alle dimensioni:
- Piccole
- Medie
- Grandi
I fattori più utilizzati per valutare la dimensione di un’azienda sono:
- Fatturato  il ricavo che l’azienda realizza, si guardano le vendite senza tener
conto dei costi.
- Numero addetti
- Totale impieghi
C’è un articolo (2435) del Codice civile che aiuta a distinguere le aziende e dice
qualche numero da rispettare, se una azienda fattura più di 8,8 milioni, ha più di 50
dipendenti e ha un patrimonio di 4,4 milioni può essere considerata grande.
Le aziende di piccole dimensioni possono redigere un bilancio più semplice.
Nel 2016 è stato rivoluzionato il bilancio.

L’azienda è strettamente connessa con l’ambiente di riferimento, in particolare è


influenzata dagli effetti ambientali, ma talvolta riesce essa stessa ad influenzare
l’ambiente.
L’ambiente può essere:
- Ambiente generale  paese in cui l’azienda opera. Si fa riferimento ad un
sistema articolato e complesso, costituito di vari fattori da tener conto se si
vuole decidere di fare impresa:
 Sub-ambiente fisico: condizioni naturali in cui l’azienda vive
 Sub-ambiente socio-culturale: gusti, valori culturali e religiosi della
popolazione che abita quell’ambiente
 Sub-ambiente politico-legislativo: insieme di norme che regolano le
attività imprenditoriali. È una variabile che deve essere ponderata in
maniera importante dall’azienda se vuole operare in un determinato
contesto
 Sub-ambiente tecnologico: conoscenze scientifiche e tecnologiche che
caratterizzano un determinato paese
 Sub-ambiente economico: si guarda al sistema economico di un
determinato paese. Esistono ancora poche realtà di tipo collettivistiche,
anche se la maggior parte è capitalista
- Ambiente specifico  settore di attività in cui un’azienda opera.
Variabili da considerare all’interno di questo ambiente:
 Fornitori  bisogna vedere i rapporti di forza contrattuale e di
integrazione che si possono sviluppare con essi. Spesso il fornitore è
strategico per l’azienda e porta al successo dell’azienda stessa, in ogni
caso bisogna vedere il collegamento con i fornitori
 Clienti  bisogna capire i rapporti di forza contrattuale e di integrazioni
che si hanno con essi
 Concorrenza  bisogna vedere i rapporti di rivalità e capire cosa
faranno i concorrenti con il prezzo di quel dato prodotto. Bisogna
vedere anche cosa fanno i concorrenti di settori vicini, che possono
essere considerati sostitutivi. La concorrenza deve essere guardata
anche in ottica potenziale

Lezione 26/09/2022
L’impresa vive all’interno di un ambiente che influenza e dal quale risulta
influenzata.
L’impresa è un sistema perché c’è un insieme di elementi di natura materiale
(macchinari, rimanenze, disponibilità economiche liquide, impianti, attrezzature) e
immateriale (lavoro, brevetti, licenze, marchio) che sono coordinati tra di loro al fine
di raggiungere un certo obiettivo di tipo economico.
L’azienda è un sistema:
- Di tipo strumentale  strumento creato dall’uomo per soddisfare i bisogni
- Aperto  legato all’ambiente in cui opera, da cui riceve una serie di influenze
e che talvolta riesce ad influenzare, ad esempio quando crea un loro bisogno.
- Dinamico  le aziende devono essere in equilibrio, devono essere in grado di
remunerare i fattori produttivi. L’equilibrio a cui dobbiamo fare riferimento
non è quello a cui facciamo riferimento oggi, ma deve essere in equilibrio
rispetto anche al domani. Per fare ciò bisogna definire oggi le strategie per
mantenere l’equilibrio che ha si ha oggi e domani. L’azienda deve essere
capace di remunerare i fattori produttivi guardando all’oggi e al domani.
- Olistica  il valore di un’azienda è maggiore rispetto al valore dei beni
materiali e immateriali di cui si compone. L’avviamento è la differenza tra il
valore economico di un’azienda e il valore patrimoniale. C’è questo
avviamento ad esempio per la location, le risorse, conoscenze e competenze
all’interno di quell’azienda.

I soggetti che ruotano intorno alle aziende sono:


- Il SOGGETTO GIURIDICO= persona o entità sulla quale convergono i diritti e le
obbligazioni relativi all’attività aziendale. Il soggetto giuridico ha la
responsabilità dell’attività di impresa. È colui che risponde dei debiti sociali. I
soci in alcuni contesti non rispondono delle obbligazioni verso una banca
prese dalla società.
- Il SOGGETTO ECONOMICO= persona che esercita il potere decisionale nello
svolgimento dell’attività aziendale. Talvolta è costituito dai soci, è colui che
comanda all’interno di un’azienda.
Dalla combinazione tra soggetto giuridico ed economico possiamo definire se
un’azienda è pubblica o privata:
- AZIENDA PUBBLICA  il soggetto giuridico è pubblico e il soggetto economico
è pubblico
- AZIENDA PRIVATA  soggetto giuridico ed economico entrambi privati
- AZIENDA PUBBLICA  soggetto giuridico privato e soggetto economico
pubblico
Alle società si associa una forma giuridica, ovvero la tipologia di impresa a cui fa
capo l’azienda.
La forma giuridica è l’insieme delle norme del Codice civile che devono essere
osservate per quella specifica società.
In funzione della tipologia di impresa le norme cambiano.
Nel nostro Codice civile esistono due tipi di grandi aziende:
- IMPRESE INDIVIDUALI  soggetto economico e giuridico corrispondono
- IMPRESE COLLETTIVE  il soggetto giuridico può non coincidere con il
soggetto economico

Lezione 28/09/2022
L’impiego è l’acquisizione dei fattori produttivi di cui l’azienda ha bisogno per
realizzare il suo processo produttivo.
I fattori produttivi possono essere:
- FATTORI PRODUTTIVI STRUTTURALI  per prima cosa l’azienda dovrà
realizzare il suo assetto produttivo; quindi, dovrà dotarsi di tutti quei fattori
che influenzano la sua forza produttiva (impianti, attrezzature, capannoni,
mobili, arredo…). Sono strutturali perché concorrono a formare la struttura
produttiva dell’azienda. Il loro impiego si ripercuote per un periodo
prolungato, in genere su un arco pluriennale. Tutti questi fattori vengono
acquisiti in funzione della necessità dell’azienda che mostra lungo un periodo
pluriennale.
- FATTORI PRODUTTIVI CORRENTI  vengono acquisiti con la produzione
(materie prime che vengono acquistate in base alla necessità della
produzione, affitti/locazioni, servizi…).
Hanno un’incidenza diversa sull’economia dell’azienda, perché i primi
identificano la capacità produttiva dell’azienda che rimane tale in un periodo
medio lungo. I fattori produttivi correnti invece vengono acquisiti di volta in
volta a seconda del fabbisogno quotidiano/mensile. In genere il peso relativo
che assumono i due fattori produttivi correnti e strutturali denota il grado di
rigidità di un’impresa. Maggiore è il peso dei fattori produttivi strutturali e
maggiore si dice che un’azienda abbia una struttura produttiva rigida (non si
adatta ai maggiori o minori volumi di produzione). Maggiore è il peso dei
fattori produttivi correnti, più sarà elastica la struttura produttiva (può essere
adattata al fabbisogno che si verifica di volta in volta).
È meglio avere una prevalenza di fattori produttivi correnti perché è elastica e
non c’è tanto rischio come in quella rigida.
Tra le due quella più conveniente è quella rigida, perché l’elasticità ha un
costo. I fattori produttivi strutturali vengono chiamati “immobilizzazioni di
un’azienda”.
- FATTORI PRODUTTIVI ANTICIPATI  acquisizione dei fattori produttivi. Viene
acquisito quando ne divento titolare e mi assumo nei confronti di chi me lo
fornisce l’impegno a corrispondergli l’importo dell’acquisto. Si ha prima
l’acquisizione e poi l’utilizzo.
I fattori produttivi strutturali sono anticipati perché prima li devo acquisire e
poi li possono utilizzare anche per un tempo prolungato.
- FATTORI PRODUTTIVI POSTICIPATI  fase dell’utilizzazione dei fattori
produttivi. L’utilizzo precede la formale acquisizione.
I fattori produttivi correnti possono essere anticipati che posticipati, anche se
normalmente sono posticipati.

Lezione 30/09/2022
Per trasformazione si intende il processo di trasformazione dei fattori produttivi in
prodotti finiti o servizi, ciò avviene attraverso l’utilizzo. I fattori produttivi cedono la
loro utilità in favore dei prodotti o dei servizi erogati.
Ogni azienda acquisisce una serie di fattori produttivi che utilizza, alcuni a breve
termine, altri nel lungo termine.
Nei fattori produttivi correnti provvedo all’acquisto quando l’utilizzo c’è già stato.
Il sacrificio economico associato ai fattori produttivi di una qualsiasi azienda prende
il nome di costo.
L’acquisizione è il costo che si sostiene per acquisire quel dato bene.
Nei fattori produttivi posticipati l’acquisto avviene quando l’utilizzo c’è già stato;
quindi, il costo di acquisizione quando si manifesta esprime anche il costo di
utilizzazione.
Per i fattori produttivi anticipati c’è un momento che è quello dell’acquisizione, il
quale in quel momento non esprime ancora il costo di utilizzazione, si converte
gradualmente nella fase successiva all’acquisto.
Posta la presenza dei fattori produttivi anticipati, se durante la gestione ci si ferma in
un determinato momento e si osservano i fattori produttivi acquisiti, questa
informazione ci darà per i fattori produttivi posticipati anche l’utilizzo, mentre per i
fattori produttivi anticipati ci dirà quanto è stato utilizzato e quanto ne resta per il
futuro; quindi, ci potranno essere dei fattori produttivi ancora a disposizione.
Quando un’azienda produce dei beni ne produce un certo numero al giorno,
dopodiché si vendono e si crea un magazzino di prodotti finiti.
Se osservo un’azienda in un qualsiasi momento potrò avere una parte di prodotti da
vendere e una parte di prodotti venduta, ciò indica che nessuna fase del processo
esaurisce totalmente la precedente.
Il capitale di un’azienda si trasforma con il circuito delle operazioni sul capitale.
L’operazione di finanziamento, che può derivare dal capitale di rischio o credito,
l’azienda ha in quel momento un capitale monetario.
Dopo c’è la fase dell’impiego nella quale si acquistano i fattori produttivi; quindi, il
capitale monetario si è trasformato in un capitale di fattori produttivi  CAPITALE
TECNICO (da utilizzare).
I fattori produttivi li utilizziamo attraverso il servizio di produzione e si trasformano
in servizi o prodotti, pronti per essere venduti  CAPITALE COMMERCIALE.
Dopodiché i prodotti finiti verranno venduti e l’azienda tornerà ad avere un capitale
monetario.
Gli effetti monetari indicano i flussi di denaro in entrata e in uscita dall’azienda.
In termini generici si parla di flussi monetari in entrata o uscita.
In ogni momento devo far si di avere delle entrate che mi assicurino le uscite, se non
c’è questo equilibrio l’azienda potrebbe implodere.
Nel finanziamento c’è una prima fase che è quella in cui lo si ottiene, ed una seconda
che è quella del rimborso, quindi c’è un’entrata e poi un’uscita.
Tutte le operazioni che riguardano l’impiego e la vendita prendono il nome di
gestione produttiva (o reddituale perché l’impiego determina un sacrificio
economico che è il costo di acquisto dei fattori produttivi, con la vendita ho invece
un beneficio economico che prende il nome di ricavo).
I costi dei fattori produttivi e i ricavi delle vendite sono i due poli del reddito.
L’insieme delle operazioni di impiego e di vendita determinano il reddito di
un’azienda.
I flussi monetari derivano sia dalla gestione finanziaria che dalla gestione produttiva.
Esiste la gestione finanziaria perché la gestione produttiva genera delle entrate e
delle uscite, se avessi ogni giorno delle entrate tali da generare le uscite, la gestione
finanziaria non avrebbe motivo di esistere.

Lezione 3/10/2022
Quando decidiamo di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale possiamo
scegliere diverse forme di azienda.
Una prima classificazione può essere tra le:
- IMPRESE INDIVIDUALI  solo un soggetto.
- IMPRESE COLLETTIVE  più soggetti di riferimento.
Nelle imprese collettive distinguiamo:
 SOCIETÁ DI PERSONE  il ruolo del socio ha un peso significativo
 SOCIETÁ DI CAPITALE  l’aspetto preponderante è costituito dal
capitale. Il peso dei soci è più limitato
 SOCIETÁ COOPERATIVE  tipo di società collettiva dove l’obiettivo è
quello di soddisfare al meglio i bisogni dei soci.
Nelle società cooperative di tipo b l’obiettivo è far lavorare persone
svantaggiate.
L’imprenditore individuale è colui che esercita professionalmente un’attività
economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi.
I caratteri che troviamo sono:
- Lo svolgimento dell’attività economica  l’imprenditore coordina una serie di
fattori produttivi al fine di ottimizzare le risorse a propria disposizione
- Destinazione al mercato dei consumatori di beni e servizi
- Il soggetto giuridico coincide con il soggetto economico  l’imprenditore.
- È necessario un numero di partita iva, che identifica l’attività
- Coordina diversi fattori produttivi  Nelle imprese individuali ci possono
anche essere dei dipendenti o collaboratori, ma vi è un solo soggetto che
coordina tutte le attività.
- Professionalità (abitualmente o periodicamente)

La società è un contratto con cui due o più persone conferiscono beni o servizi per
l’esercizio di un’attività in comune allo scopo di dividerne gli utili.
Questa definizione è superata perché esistono diverse società dove vi è un unico
socio, ovvero un’unica persona.
Gli elementi caratterizzanti sono:
- La pluralità di persone (eccezioni)
- I conferimenti dei soci  per costituire una società i soci devono apportare
qualcosa in favore della società. I conferimenti possono essere fatti:
 in denaro  i soci finanziano l’azienda per iniziare l’attività
 in natura  riguardano dei beni che i soci apportano in favore
dell’azienda (beni materiali o immateriali)
Questi conferimenti (in denaro/natura) possono essere apportati in tutte le
società.
- L’esercizio in comune di un’attività economica
- La partecipazione agli utili  all’interno delle società, ai soci spetta per legge
una quota di profitto realizzato. Non vale il patto contrario, i soci quindi non
possono decidere tra di loro che a uno di essi venga riconosciuto un utile pari
a 0. La quota viene conferita in base ai conferimenti effettuati, perché quando
faccio un conferimento sto rischiando, se le cose vanno male non riceverò
nulla dall’azienda.
Nulla vieta che i soci possano decidere di ripartire gli utili con criteri differenti.

La costituzione di una società avviene per contratto (ATTO COSTITUTIVO), un atto


scritto che può essere:
- Pubblico  redatto da un notaio
- Privato  la parti redicono questo contratto e lo fanno autenticare dal notaio
Le principali differenze tra:
- SOCIETÁ DI PERSONE
 Non sono obbligate a redigere un bilancio
 Autonomia patrimoniale  indipendenza del complesso dei beni
conferiti dai soci rispetto al patrimonio personale degli stessi. Fa
riferimento al legame che c’è tra il patrimonio della società e il
patrimonio personale dei singoli soci.
C’è un’autonomia “imperfetta”: l’insieme dei beni dell’azienda non è
distinto rispetto ai beni dei soci.
 Soggettività giuridica  titolarità dei diritti e dei doveri e la facoltà di
compiere atti giuridici validi.
Non è della società, ma spetta alla collettività dei soci.
- SOCIETÁ DI CAPITALI
 Sono obbligate a predisporre il bilancio e renderlo pubblico, tutti
devono conoscere come va quella azienda
 Autonomia patrimoniale  l’autonomia è “perfetta”: l’insieme dei beni
dell’azienda è nettamente distinto rispetto ai beni dei soci.
 Soggettività giuridica  è della società.

Lezione 5/10/2022
Per rappresentare il capitale devo sempre evidenziare i due aspetti complementari:
- La qualità del capitale  come viene impiegato
- La provenienza del capitale  le fonti dalle quali proviene il finanziamento
A sinistra inserisco gli impieghi  come è il nostro capitale
A destra inserisco le fonti  la provenienza del capitale
Per essere più tecnico denomino “capitale di rischio” il capitale apportato dai soci e
“capitale di credito” quello apportato dalle banche.
Questo prospetto è la tavola dei valori, valori che risultano per effetto delle
operazioni di gestioni.
La tavola dei valori è un “primo bilancio” dell’azienda nel quale si sono solo
verificate due azioni.
Questo prospetto è destinato a dover essere aggiornato di volta in volta che si
compiono ulteriori operazioni.
Poiché quelle due sezioni costituiscono aspetti di visione dello stesso capitale, le
sezioni degli impieghi e delle fonti continueranno ad avere sempre lo stesso totale.
Il capitale di credito esprime per la società un debito nei confronti dei finanziatori.
Il diritto di recesso è il diritto individuale che ha un socio di sciogliersi dall’azienda,
ma questo si può fare solo in alcuni casi particolari, ad esempio se quel socio non è
d’accordo con delle scelte fondamentali per l’azienda.
Se il socio recede bisogna rimborsargli il capitale (capitale di rischio) che aveva
investito nell’azienda.
Anziché ricorrere ad un unico finanziatore, la società può ricorrere a molti
finanziatori emettendo dei titoli che si chiamano obbligazioni, che vende sul
mercato e poi danno diritto a ciascun sottoscrittore a vederseli rimborsati alla
scadenza.
Una tipologia particolare delle obbligazioni è quella delle obbligazioni convertibili,
che danno il diritto di consentire alla loro scadenza agli obbligazionisti di scegliere se
ricevere il rimborso in denaro o in alternativa diventare soci e dunque vedersi
riconosciute delle azioni.
La società a fronte dell’annullamento delle obbligazioni emetterà delle nuove azioni
che assegnerà agli azionisti.

Lezione 7/10/2022
Il capitale di credito sono i debiti di finanziamento, ma si può essere anche più
specifici.
L’acquisizione dei fattori produttivi determina un sacrifico economica: costo.
Finanziamento:
 aumento capitale di credito
 liquidità

-pagamento stipendi:
 spesa corrente in aumento
 diminuzione liquidità

-acquisto materie prime:


 aumento spese di investimento
 possibile aumento debiti di dilazione
 aumento spese correnti

-vendita prodotto finiti:


 aumento liquidità
 aumento ricavi

-vendita servizi con regolamento per dilazione:


 aumento ricavi
 aumento crediti

-pagamento debiti verso fornitori (per un acquisto fatto in precedenza):


 Diminuzione liquidità
 Diminuzione debiti di dilazione

-Pagamento affitto:
 diminuzione liquidità
 aumento spese correnti

-debito da parte delle banche che mi hanno finanziato, ogni sei mesi pago gli
interessi (capitale di credito):
 diminuzione liquidità
 aumento spese correnti

-ho un debito verso i fornitori per un acquisto fatto in passato, pago un debito
maggiorato per gli interessi di mora (per il ritardo del pagamento):
 diminuzione liquidità
 diminuzione debito di dilazione
 aumento spesa corrente
-i clienti ci pagano tardi quindi aggiungo l’interesse di mora al pagamento che mi
devono:
 aumento liquidità
 riduzione crediti
 aumento ricavi (la parte di mora)

SOCIETÀ SEMPLICE
Forma più elementare di società, la quale caratteristica è quella di avere per oggetto
l’attività economica lucrativa non commerciale (art.2249 c.c.).
Poco diffuse nella pratica, vengono costituite per esercizio di attività agricole e per
l’attività di gestione di immobili.
Dal 2001 è soggetta all’iscrizione presso la sezione speciale del registro delle
imprese, con finalità pubblicitarie.
Si costituisce con la stipulazione di un contratto sociale (atto costitutivo), il quale
non è soggetto a formalità particolari, salvo quelle richieste dalla natura dei beni
conferiti.
Introduzione del codice della crisi d’impresa, dal 1° luglio annullamento della legge
Fallimentare “...”, no fallimento, ma liquidazione giudiziaria.

SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO


Tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali. Il
patto contrario non ha effetto nei confronti dei terzi (art. 2291 c.c.)
Responsabilità per i debiti sociali, in primo luogo, il patrimonio sociale;
sussidiariamente ciascun socio personalmente, illimitatamente e solidalmente
Ragione sociale Nome di uno o più soci e indicazione della sigla s.n.c.
Cessione di quote solo col consenso di tutti gli altri soci, che hanno il “diritto di
prelazione”.

SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE


I soci accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni
sociali, e i soci accomandanti rispondono illimitatamente alla quota conferita. Le
quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni (art.
2313 c.c.). L’amministrazione può essere conferita solo ai soci accomandatari
I soci accomandanti non possono compiere atti di amministrazione, né trattare o
concludere affari in nome della società, se non in forza di procura speciale per
singoli affari.
Responsabilità per i debiti sociali, in primo luogo, il patrimonio sociale;
sussidiariamente gli accomandatari personalmente, illimitatamente e solidamente,
gli accomandanti, solo per la quota conferita.
Ragione sociale nome di almeno un socio accomandatario e indicazione sigla s.a.s.
Cessione di quote solo col consenso di tutti gli altri soci, che hanno il diritto di
prelazione.
Causa di scioglimento venir meno della pluralità anche solo di una categoria di soci,
se non ricostituita entro 6 mesi.

SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA


Per le obbligazioni sociali risponde con il suo patrimonio (art.2462 c.c.).
Nelle S.r.l. Il capitale sociale non può essere suddiviso in azioni, pertanto la
partecipazione sarà caratterizzata da “quote” e i diritti in capo ai soci, salvo diversa
disposizione statuaria, spettano agli stessi in misura proporzionale alla
partecipazione da ciascuno posseduta.
Modalità di costituzione:
- Atto unilaterale (società a responsabilità limitata a ciclo unico).
-Contratto (società a responsabilità limitata “tradizionale”).
Tipologie: (in seguito dei recenti interventi legislativi)
Società a responsabilità limitata “ordinaria” [Capitale minimo: 10.000 Euro - ...]
Società a responsabilità limitata semplificata [Capitale minimo 1Euro e massimo
9.999Euro]
SOCIETÀ PER AZIONI

SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI


Come nella società per azioni le quote di partecipazione sono rappresentate da
azioni, mentre come nella società in accomandita semplice il potere di gestione
spetta ad amministratori con responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali. Sono
poco diffuse, vengono utilizzati come “casseforti di famiglia”.

Lezione 14/10/2022
Le obbligazioni sono dei titoli emessi dalle aziende all’interno del capitale di credito.
L’azienda emette questi titoli richiedendo agli obbligazionisti un finanziamento.
I prestiti obbligazioni vanno dai 2-4-5 anni.
Gli obbligazionisti al termine del prestito obbligazione vogliono il rimborso del
finanziamento INTERESSE (è periodico).
L’azienda pagherà ogni 6 mesi una cedola, che è l’interesse periodico
dell’obbligazione.
La liquidità con il finanziamento aumenta e diminuirà al rimborso dell’obbligazione.
Ogni 6 mesi si dovrà registrare nella tavola dei valori il costo corrente degli interessi
passivi, e così si avrà una diminuzione di liquidità.
L’interesse pagato agli obbligazionisti sarà inferiore rispetto a quello della banca.
Le società di persone non possono emettere obbligazioni.
Anche le società a responsabilità limitata possono emettere titoli simili alle
obbligazioni che prendono il nome di  TITOLI DI DEBITO.
Questi titoli possono essere venduti in prima istanza esclusivamente a soggetti
competenti, non è possibile venderli ai risparmiatori, ma solo a banche,
assicurazioni, fondi di investimento.
OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI  titoli che emessi sul mercato hanno gli stessi diritti
delle obbligazioni, ovvero i loro possessori periodicamente hanno diritto a riceverne
il loro rimborso.
L’azionista ha la possibilità di scegliere se vedersi rimborsato l’intero finanziamento
o vederselo trasformato in azione, trasformandolo così in capitale di rischio (prima
era capitale di credito).
DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTO  di solito i soci apportano finanziamenti,
quindi capitale di rischio, non è precluso dalla legge l’apporto a titoli di debito del
socio. Il socio si comporta come una banca prestando del denaro all’azienda, avendo
così diritto ad un interesse e alla restituzione della cifra al termine del
finanziamento. Questo finanziamento verrà assimilato al capitale di credito, e verrà
rimborsato per ultimo, solo se residua qualcosa.
DEBITI VERSO BANCHE  tutte le posizioni aperte dalla nostra società verso le
banche (mutui, scoperti di conto corrente, anticipi su fatture, prestiti a breve…).
DEBITI RAPPRESENTATI DA TITOLI DI CREDITO  in disuso nei bilanci oggi,
all’interno di questa voce rientrano le cambiali. Salvo casi particolari è raro trovarne
perché le cambiali hanno un ulteriore costo, l’imposta di bollo che va allo stato ed è
pari al 2 per 1000. Le cambiali sono titoli di credito all’ordine che contengono
l’obbligo di pagare un determinato soggetto alla loro scadenza.
DEBITI PER PRESTITI VERSO IMPRESE CONTROLLATE  questi debiti nascono per
finanziamenti effettuati all’interno di gruppi aziendali.
IMMOBILIZZAZIONI  Le immobilizzazioni tecniche (immateriali + materiali) sono
imprescindibili per l’esercizio dell’attività.
In quest’area rientrano beni che apporteranno alla nostra azienda utilità per più
anni, non sono tangibili:
- Costi di impianto e ampliamento  costi di costituzione di un’azienda, legati
all’avvio dell’attività aziendale
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI  costi la cui utilità è pluriennale. L’organo di
controllo di un’azienda (collegio sindacale) deve esprimere il proprio parere per
l’iscrizione di questi costi.
Le immobilizzazioni immateriali possono essere:
- COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO
- COSTI DI SVILUPPO
- DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE E DIRITTI DI UTILIZZAZIONE DELLE OPERE
D’INGEGNO
- CONCESSIONI, LICENZE, MARCHI E DIRITTI SIMILI
- AVVIAMENTO  fa sempre parte delle immobilizzazioni immateriali, ed è la
differenza tra il valore economico di un’azienda ossia, il valore di quell’azienda
determinato sulla base delle prospettive di rendimento e il valore
patrimoniale della stessa azienda (il valore dei beni dell’azienda). Il motivo
dell’avviamento può essere diverso (es. location di un hotel). È una capacità di
generare rendimenti maggiori rispetto a quelli della concorrenza. Si può
trovare nel bilancio solo quando la mia azienda acquista un’altra azienda e
paga qualcosa in più proprio a titolo di avviamento. L’avviamento della mia
azienda non può mai essere iscritto in bilancio.
- ALTRE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI sono tutti quei beni che hanno
utilità pluriennale e sono immateriali e non trovano precisa collocazione nelle
voci precedenti (es. software). Questa voce comprende le migliorie su beni di
terzi: incrementi di valore fatti a beni di proprietà altrui.

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI  In questa categoria rientrano tutti quei beni a


utilità pluriennale, dotati del carattere della materialità.
All’interno di questa categoria ci sono:
- TERRENI E FABBRICATI  esistono due tipi di fabbricati: civili e industriali
- IMPIANTI E MACCHINARI  esistono impianti generici, che accomunano un
po’ tutte le aziende (impianto di allarme, condizionamento, riscaldamento). Ci
sono poi altri impianti che cambiano in base all’azienda e sono gli impianti
specifici.
- ATTREZZATURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI  sono beni di più piccola
dimensione rispetto agli impianti e ai macchinari, che hanno a che fare con i
beni che servono per far funzionare impianti e macchinari.
- ALTRE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI  tutti quei beni di natura materiale
che non trovano specifica collocazione nelle voci precedenti (es. arredamento,
veicoli aziendali, computer)
- IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO  sto realizzando un bene materiale o
immateriale che poi utilizzo in azienda. In gergo prendono il nome di
“costruzioni in economia”. Le immobilizzazioni in corso di costruzione alla
data del bilancio accolgono tutti i costi sostenuti dall’azienda per realizzare un
bene che poi utilizzerà.
- ACCONTI PER IMMOBILIZZAZIONI  somma di denaro erogata a un fornitore
per l’acquisto di un bene materiale o immateriale. Il bene quando pago
l’acconto nel bilancio non ce l’ho.

INVESTIMENTI FINANZIARI  quote rappresentative del capitale di rischio di altre


aziende, se la mia azienda è socia di un’altra azienda avrò dei diritti amministrativi
(votare nell’assemblea dei soci) e patrimoniali (utili).
La partecipazione può essere declinata in:
- Azioni  il capitale di rischio è diviso in azioni
- Quote  sono presenti nella società a responsabilità limitata
La legge dice che non bisogna limitarsi a dire di essere socio di un’azienda, ma
bisogna anche dire il livello di “parentela” dell’azienda.
- Partecipazione in imprese collegate
- Partecipazione in imprese controllanti
- Partecipazione in imprese sottoposte al controllo delle controllanti
- Partecipazione in altre imprese

- Crediti per prestiti verso imprese del gruppo  finanziamenti erogati dalla
mia azienda in favore di altre aziende. (ho prestato del denaro ad altre
aziende, la maggior parte delle volte si fa all’interno dei gruppi di aziende)
Si può fare se l’attività è prevista all’interno dell’atto costitutivo.
- Crediti verso imprese controllate  la liquidità aumenta quando il prestito mi
viene rimborsato.
- Crediti verso altri  finanziamento della mia azienda verso terzi (aziende non
del gruppo).

- Altri titoli  obbligazioni emesse da altre aziende che io acquisto o emessi


dallo stato che io acquisto, se li acquisto avrò diritto alla cedola e il capitale
dovrà essere rimborsato.

- Strumenti finanziari derivati  sono strumenti il cui valore dipende da un


sottostante.

- SPESE CORRENTI  acquisto delle materie prime e delle merci


All’interno di questa voce ci sono:
 Spese per servizi (avvocato, consulenza ecc…)
 Spese per godimento di beni e di terzi (contratti di affitto).
In Italia all’interno di questa voce rientrano anche i canoni di leasing
(contratto di affitto con una banca nel quale io non sono il proprietario
del bene ma lo uso e posso diventarne proprietario alla fine del
contratto con esercizio dell’opzione di riscatto = nella sostanza è un
contratto di acquisto di un bene, è come se fosse un mutuo perché la
rata è composta dalla quota di interesse e dalla quota capitale).

Lezione 19/10/2022
Tra le spese correnti ci sono:
- MINUSVALENZE  dismissione di beni iscritti tra le spese di investimento, ad
esempio potremmo dover vendere un impianto perché non ci serve più.
La dismissione di un bene comporta una modifica qualitativa perché prima
avevo il bene e ora la liquidità, questa operazione potrebbe anche portare
uno svantaggio di natura economica per l’azienda.
Se vendo l’immobile a 1 milione, dopo che l’ho venduto avrò 1 milione di
liquidità. Sulla tavola dei valori si riduce la voce investimenti ed aumenterà la
voce liquidità.
Se vendo l’immobile a 800k, avrò perduto 200k. Sulla tavola dei valori avrò
liquidità per 800, e il sacrificio economico della dismissione potrà essere
inserito nelle spese correnti e prende il nome di MINUSVALENZA.
Se l’immobile viene venduta a 1,3 milione, sono più ricca di 300k,
dall’operazione ho dunque un beneficio economico, quindi avremo realizzato
una PLUSVALENZA di 300k, essa costituisce un ricavo.
- MINUSVALENZE SU TITOLI E PARTECIPAZIONI  dismissioni di titoli e
partecipazioni.
- INTERESSI PASSIVI  eventuali oneri che sostengo se ho contratto dei
finanziamenti che troverò iscritti nel capitale di credito.
- PERDITE SU CAMBI  per le aziende che fanno delle transazioni in valuta,
succede quando rilevo il costo di acquisto in una valuta differente dalla mia.
Se il pagamento fosse a dilazione potrebbe accadere che nel momento in cui
vado a pagare il cambio sia mutato, quindi il costo iniziale delle materie dovrà
essere integrato di eventuali perdite. Se invece il cambio è a mio favore avrò
un utile su cambi, che andrò ad iscrivere nei ricavi.
- COSTO DELLE IMPOSTE  sul reddito che un’azienda matura si calcolano ogni
anno le imposte sul reddito dell’esercizio aziendale.
Lezione 26/10/2022
Il reddito dell’esercizio si determina da una differenza tra ricavi e costi.
Se il reddito è positivo  Utile.
Se il reddito è negativo  perdita.
I costi che rispondono al principio della competenza economica devono essere
considerati per la stima del reddito di esercizio.
I ricavi di competenza economica e i costi di competenza economica costituiscono il
reddito dell’esercizio.
Un ricavo è di competenza quando fa riferimento alla vendita di un bene o alla
prestazione di un servizio che effettivamente è stata effettuata in quell’esercizio.
Es: ho eseguito una prestazione di servizio nel 2022, quindi il ricavo è del 2022 a
prescindere da quando riceverò il denaro.
I costi di competenza economica sono tutti quei costi che hanno contribuito alla
realizzazione di quei beni che sono stati venduti in quell’esercizio.
Es: i dipendenti hanno partecipato alla realizzazione di quel bene; quindi, il
compenso dei dipendenti è un costo di competenza economica.
L’area dei costi e dei ricavi nella tavola dei tavoli contengono i costi di competenza
oneraria, non economica.
Un ricavo è di competenza economica quando il valore risulta dalla differenza trai
ricavi ed i costi attribuibili all’esercizio.
-I ricavi di competenza dell’esercizio sono quelli relativi ad operazioni concluse
nell’esercizio, cioè quelli relativi a prodotti venduti o prestazioni erogate
nell’esercizio
-I costi di competenza dell’esercizio sono quelli relativi ai fattori produttivi il cui
utilizzo ha concorso alla formazione dei correlativi ricavi.

Gli assestamenti delle spese correnti:


1) L’integrazione per costi (certi, incerti, costi di manutenzione) di competenza
ma a manifestazione differita:

-Spese correnti d’esercizio (spese di acquisto delle materie, imposte sul reddito
dell’esercizio, accantonamento per TFR, accantonamento per imposte in
contenzioso, spese per servizi).

-Debiti di dilazione (debiti per fatture da ricevere, debiti tributari, fondo TFR, fondo
imposte in contenzioso, ratei passivi).

2) Le rettifiche per i costi anticipati relativi a fattori produttivi non utilizzati e


connessi a spese di investimento e spese correnti (materie e servizi).

3) Le rettifiche per i prodotti finiti in rimanenza (e per produzioni in economia).

4) Le integrazioni per le svalutazioni di specifici impieghi.

SCRITTURE DI ASSESTAMENTO  modifica delle aree dei costi correnti e dei ricavi,
per fare in modo che al loro interno ci sono i costi e ricavi di competenza economica.
INTEGRAZIONI/SVALUTAZIONI DI SPECIFICI IMPIEGHI  la prudenza ci obbliga in
alcune circostanze ad effettuare alcune svalutazioni.
Es: ho credito verso alcuni clienti, nel momento in cui credo che sono esigibili, sarò
obbligato a farne una svalutazione.
 INTEGRAZIONE PER I COSTI  generalmente si registrano le spese per
le materie prima quando riceviamo la fattura. La fattura si può emettere
anche nel mese successivo, il pagamento avviene 30 o 60 giorni dopo
l’emissione della fattura.
Lezione 28/10/2022
Gli assestamenti servono solo quando dobbiamo determinare il reddito d’esercizio.
Se non avessimo questo obiettivo non ci servirebbe perché durante l’anno non ci
occupiamo di queste cose. Nel bilancio è presente un reddito che può essere un
utile o una perdita. Durante l’anno quando registriamo nella tavola dei valori?
Quando si muove la liquidità in senso ampio. Alla fine dell’anno, il principio che
seguiamo durante l’anno, cambia radicalmente. Gli assestamenti servono per
aggiustare i costi e i ricavi correnti per avere al loro interno costi e ricavi in maniera
economica.
I costi del lavoro sono:
- I salari e stipendi
- Gli oneri sociali  contributi previdenziali e assistenziali (INPS e INAIL)
Durante l’anno quando l’azienda paga i dipendenti riconosce contributi e i salari.
- Trattamento di fine rapporto  non è registrato perché non lo paghiamo
durante l’anno, è un’indennità integrativa che spetta per legge ai dipendenti,
è più o meno una mensilità all’anno. Viene pagato quando il dipendente
andrà via dalla società.
Dovremmo in ogni caso considerare all’interno del bilancio tutti i fattori, tutti i
costi del fattore produttivo lavoro. A fine anno dovrò aggiungere un costo
all’interno delle spese correnti8 di esercizio  ACCANTONAMENTO PER TFR.
A contro partita dovrò scrivere un debito  FONDO TFR.
Il TRF lo calcoliamo alla fine dell’anno, esso matura giorno per giorno.
Quindi se un dipendente va via a giugno, dovrò erogargli il Tfr maturato fino al
31/12, ma anche l’accantonamento da gennaio a giugno.

Il principio cardine del bilancio è la competenza economica e la prudenza. Noi


possiamo registrare nel nostro bilancio i ricavi solo se effettivamente realizzati
mentre dobbiamo considerare i costi anche se solo presunti (costi certi+ costi
incerti).
ACCANTONAMENTO PER CONTENZIOSI IN CORSO  è un costo incerto perché
potrei doverlo pagare ma non sono sicuro, dovrò comunque inserirlo in bilancio.
Se dopo 2 anni avrò da pagare il contenzioso, i debiti si ridurranno e diminuirà anche
la liquidità.
SOPRAVVENIENZA PASSIVA  è un costo che si presenta senza preavviso.
Se il giudice dopo 2 anni dice che aveva ragione l’imprenditore e non deve pagare
nulla al dipendente, elimino il fondo perché non ho più debiti presunti e si
aggiungono i ricavi  SOPRAVVENIENZA ATTIVA = ricavo non preventivabile.

L’ultima scrittura di integrazione è la seguente ed è la più complessa.


In data 1/10/2023 sottoscrivo un contratto di affitto di un capannone, il contratto
prevede:
- Contratto cumulativo di 12k euro per un intero anno. Siccome conosco il
proprietario, lui mi permette di pagare alla fine del contratto (pagamento
posticipato).
I ratei passivi sono dei debiti che misurano dei costi in corso di maturazione.
In data 1/10/2024 dovrò pagare.
Le scritture di assestamento si fanno al fine di determinare il reddito di
quell’esercizio.
Anche le spese di investimento di natura materiale e non devono contribuire alla
determinazione del reddito di quell’esercizio. Senza questi beni non potrei realizzare
i beni. AMMORTAMENTO  procedimento tecnico contabile con cui si ripartisce il
costo di un bene strumentale negli esercizi in cui questo bene verrà utilizzato in
azienda.
Esso serve anche per distribuire un costo storico nell’tempo creando proprio la
quota di ammortamento.
Lezione 9/11/2022
Che cosa accade l’anno successivo a quello del bilancio.
Al 31/12 fissiamo la data del bilancio, i valori del bilancio fanno una fotografia ad
alcune grandezze.
La liquidità presente al 31/12 non è diversa rispetto al 1° gennaio, la stessa cosa vale
per i crediti e gli investimenti.
Lo stato patrimoniale del 31/12 coincide con lo stato patrimoniale del 1° gennaio.
Cambia il conto economico, al 1° gennaio i costi dell’anno precedente si azzerano
perché in esso confluiranno i nuovi costi, di competenza del nuovo anno. I ricavi la
stessa cosa, i ricavi dell’anno precedente, sono dell’anno precedente.
In realtà, per essere precisi, non scompaiono del tutto, si posizionano nel capitale di
rischio, in particolare nell’utile (ci sono costi e ricavi dell’anno precedente).
Nel conto economico accoglieremo i costi e ricavi del nuovo anno.
L’area 4 e l’area 9 accolgono dei costi e dei ricavi anticipati dell’esercizio precedente,
la cui unica funzione è quella di essere utilizzata per determinare il reddito di
esercizio.
L’area 4 e 9 e i valori in esse contenuti devono essere eliminati, perché contenevano
dei costi degli esercizi in chiusura, i ricavi ottenuti sono di competenza economica
per l’anno successivo.
Es. prodotti finiti in magazzino dovrà essere eliminata, e si trasformeranno in o ricavi
d’esercizio con segno negativo o tra i costi con segno positivo.
- I risconti  si possono associare a delle rimanenze di servizio, i costi anticipati
a cavallo tra due esercizi, nell’anno successivo diventa di competenza. Le
iscriverò nelle spese correnti di esercizio. Cancellerò la voce risconti e lo
iscriverò nelle spese correnti di esercizio.
Tra i ricavi avevamo visto i:
- Risconti passivi  ricavi anticipati dell’esercizio in chiusura, diventano ricavi di
competenza economica nell’esercizio successivo. Andranno iscritti nei ricavi
d’esercizio.

Le aree 4 e 9 sono temporanee perché mi servono solo per determinare il reddito


del determinato esercizio. Torneranno di nuovo alla fine del nuovo esercizio.
Nel 2023 dovrò cancellare costi e ricavi del 2022, e dovremo cancellare le aree con
le spese e i ricavi anticipati del 2022, torneranno nel bilancio 2023 a fine anno
quando dovremo determinare il reddito del 2023.
Nelle spese di acquisto materie avremo le spese di acquisto materie del 2023, più le
esistenze iniziali di materie del 2022. Ogni anno all’interno delle spese correnti di
esercizio troveremo:
- Acquisti effettuati in quell’anno
- Acquisti ereditati dall’anno precedente (esistenze iniziali)
- Voce che rettifica gli acquisti in quanto beni ancora disponibili alla fine
dell’anno
La somma algebrica di queste 3 voci mi fornisce il consumo delle materie prime.
Alla fine dell’anno dovrò andare a verificare i prodotti finiti ancora in rimanenza,
dovranno essere rappresentati come prodotti finiti tra le spese anticipate
d’esercizio, all’interno delle spese correnti di esercizio ci dovranno essere le
esistenze iniziali di esercizio.
VARIAZIONE DELLE RIMANENZE DI MATERIE  esistenze iniziali di materie 2022 – le
rimanenze finali di materie 2023. Questa voce compendia una somma algebrica tra
le due voci appena citate.
Se durante l’anno l’azienda acquista 500 unità di materie prime, nel 2023 l’azienda
avrà 100 dall’anno precedente, quindi 500+100. Se a fine anno sono rimaste 150, il
consumo è pari a 450 (600-150).
Se avevo 100 unità di prodotti finiti, e a fine anno ne avrò 130, a fine avrò -30, quindi
più prodotti finiti rispetto all’inizio dell’anno.
Questo è il modello costi e ricavi del venduto.

Lezione 14/11/2022
La destinazione dell’utile può essere distribuito in 2 modi alternativi: ai soci o
lasciato in azienda.
Rispetto alla tavola dei tavoli dove nell’area del capitale di rischio c’era la voce del
capitale sociale, in realtà quell’area può accogliere anche le riserve, parti ideali nelle
quali è suddiviso il capitale di rischio.
Se quell’azienda chiude in positivo, nella voce capitale di rischio a fine anno troverò
il capitale sociale  valore nominale delle azioni o delle quote che hanno apportato
i soci. Ci sarà anche la voce utile dell’esercizio.
Se nell’esercizio successivo parte dell’utile viene accantonato in riserve e la restante
parte distribuite

Il capitale di rischio è suddiviso in parti ideali: il capitale sociale, le riserve e il


risultato dell’esercizio che può essere un utile o una perdita.
Le riserve si possono distinguere in 2 grandi categorie a seconda della loro origine:
riserve di utili e riserve di capitale.
Le riserve di utili sono quelle che si formano per effetto dell’accantonamento di utili
maturati alla fine di un esercizio, sono riserve che esprimono utili prodotti
dall’azienda e non distribuiti. Esprimono l’autofinanziamento dell’azienda.
Le riserve di capitale esprimono apporti di capitali fatti da terzi, in genere i soci,
quando a fronte di questi apporti non c’è un aumento del capitale sociale. L’esempio
più tipico è quella della riserva da sovrapprezzo di emissione delle azioni.

Lezione 21/11/2022
Le riserve una volta generate:
- Si può fare ricorso a queste nel momento in cui si vuole distribuire ai soci una
quota del capitale di rischio. Nel momento in cui ciò dovesse avvenire, dal
punto di vista formale occorre individuare a quale quota del capitale di rischio
si attinge per effettuare la distribuzione. Devo dire dove vado a prendere
questa quota. Nel momento in cui si distribuisce il capitale di rischio, esso si
riduce e si riduce anche la liquidità. L’utilizzo di una quota piuttosto che
dell’altra è puramente formale non sostanziale. È necessario articolare il
capitale di rischio in poste diverse perché non hanno tutte la medesima
disciplina ma identificano le quote del capitale rischio che sono soggette e
hanno una diversa disponibilità.
Le riserve che si formano nel tempo potrebbero chiamarsi tutte “riserve” ma
attribuiamo ad ognuna un nome diverso perché permette di ricordarci come si
sono formate. La riserva legale la distinguiamo dalle altre perché sappiamo
che la legge ci obbliga a mettere da parte una parte dell’utile che dovrà
arrivare ad essere pari al 20% del capitale di rischio, questa riserva non può
essere distribuita.
- Aumento di capitale virtuali o gratuiti  emissione di nuove azioni o quote le
quali vengono assegnate gratuitamente ai soci. Questo aumento avviene
imputando al capitale sociale un corrispondente valore di una riserva. se ho il
mio capitale di rischio di 1 milione e la mia riserva di 800k, potrei aumentare il
mio capitale gratuitamente imputando al mio capitale una quota o tutta la
riserva che ho.
Non c’è un vero arricchimento da parte della società.
Si potrebbe voler fare un aumento di capitale gratuito perché le azioni
esprimono la titolarità del capitale di rischio.
- Utilizzarlo per la copertura di eventuali perdite  se alla fine dell’esercizio ho
un utile quello confluisce nel capitale di rischio con segno positivo. Se invece
determino una perdita, essa andrà nel capitale di rischio con segno negativo.
Quando ho una perdita mi pongo il problema di come coprirla o sistemarla,
una possibile modalità di sistemazione è quella di assorbirla con eventuali
riserve di cui dispongo all’interno del capitale di rischio.
Si tratta di un utilizzo virtuale della riserva.

COME SI SISTEMA UNA PERDITA


La situazione di partenza dell’anno dopo vedrà la perdita, e l’assemblea dovrà
decidere come ripararla.
Possibilità:
- Copertura reale da parte dei soci  i soci decidono di coprirla mediante un
apporto a titolo di capitale di rischio. Si tratta di una modalità di copertura
reale perché quando cancello la perdita, il capitale di rischio risale.
Il reintegro con un apporto in natura ci potrebbe essere perché
determinerebbe comunque un reintegro degli impieghi. Un socio potrebbe
anche apportare una partecipazione per riparare una perdita. La società
potrebbe anche ricevere un prestito da parte di un socio, che andrà iscritto
nel capitale di credito, e prima o poi dovrà essere rimborsato.
Se si rinuncia a quei crediti nei confronti della società, in contropartita avrò un
aumento del capitale di rischio.
- Copertura di una perdita mediante utilizzo di una o più riserve  in questo
caso si tratta di una operazione che si effettua tutta all’interno del capitale di
rischio ed è un’operazione virtuale.
- Non sistemarla  lascio la perdita nel capitale di rischio, può rimanere al suo
interno con segno negativo e se questa non assume un importo elevato (non
superiore a 1/3 del capitale sociale), se è superiore ad 1/3 del capitale la
posso tenere al massimo per un anno ma poi la devo coprire. Se non sistemo
la perdita dal punto di vista formale la chiamerò “perdita dell’esercizio
precedente”, per non confonderla con quella dell’esercizio attuale.
Se entro l’anno dopo non viene sistemata, a quel punto non si può fare altro
che prenderne atto e andare a ridurre il capitale sociale.
Bisogna invece ridurlo immediatamente se la perdita è alla pari del capitale
sociale, che andrà azzerato. Se diventasse negativo (deficit patrimoniale), il
capitale sociale andrebbe reintegrato per avere un capitale sociale netto
positivo.

Lezione 23/11/2022
Come comprendere se un’azienda è in condizioni di equilibrio o squilibrio. Ci
possono essere delle situazioni di squilibrio, il management aziendale deve gestire
quelle situazioni, anzi in realtà il management dovrebbe prevedere quelle situazioni
di squilibrio. Bisognerebbe tentare di non trovarsi nella situazione di squilibrio.
Se non si interviene tempestivamente si può arrivare a delle situazioni di crisi
irreversibili.
Un’azienda è un organismo vivente ed è in condizioni di equilibrio, quando si può
ritenere che non vi siano ostacoli che non permettono la prosecuzione della sua
gestione, è quindi sussistente un presupposto della continuità aziendale. Questo è
anche uno dei presupposti quando si fa il bilancio.
È importante questo presupposto perché tutte le regole del bilancio si basano sul
presupposto che l’azienda continui a proseguire la sua vita.
L’azienda deve verificare periodicamente la sussistenza di questo presupposto,
perché se così non fosse il bilancio dovrebbe essere fatto in maniera completamente
diversa.
Quest’anno è stata fatta una legge nella quale sono indicati tutti i passaggi da fare
nel caso in cui ci fosse una crisi da fronteggiare. Quando si parla di equilibrio esso è
suddiviso guardando agli effetti della gestione aziendale:
- Dimensione economica  Equilibrio economico  l’azienda opera al fine di
creare un valore. Ogni azienda nel corso della sua gestione impiega dei fattori
produttivi, consuma materie, acquista servizi, consuma impianti… lo fa la fine
di realizzare prodotti o servizi e di trasferirli al mercato. Questo trasferimento
genera un’utilità che si misura attraverso i ricavi. Un’azienda rispetta il suo
fine teleologico nel momento in cui crea un valore, e quindi genera un’utilità
superiore rispetto ai fattori produttivi assorbiti. Quando ciò avviene si dice che
l’azienda remunera congruamente il capitale che vi è stato investito, ed è in
condizioni di equilibrio economico.
- Dimensione finanziaria  Equilibrio finanziario  l’azienda nell’attività
produttiva entra in contatto con i terzi, questi contatti sono caratterizzati da
un flusso monetario in entrata o in uscita. Si parla di equilibrio finanziario
quando i flussi monetari in entrata e quelli in uscita sono in equilibrio,
l’azienda deve rispettare giorno per giorno gli impegni monetari assunti con
tutti i soggetti con i quali ha a che fare; dunque, deve essere nella condizione
di far fronte alle uscite monetarie necessarie per la gestione.

Queste due dimensioni sono correlate.


Tendenzialmente una situazione di equilibrio economico in una situazione di
equilibrio finanziario, e viceversa, però non è una correlazione perché l’equilibrio
finanziario va verificato giorno per giorno; quindi, se io ho una situazione di
equilibrio economico, ciò non esclude che non mi possa trovare in una situazione di
squilibrio finanziario.
Una condizione di squilibrio economico, se permane nel medio-lungo termine, si
traduce in una situazione di squilibrio finanziario, e viceversa.
In condizioni di squilibrio finanziario, ci sono tanti effetti, i quali si rifletteranno
necessariamente sulle condizioni di economicità della gestione.
È peggio se l’azienda è in una condizione di squilibrio economico perché vuol dire
che la sua attività operativa produce dei risultati negativi e quindi gli interventi
dovranno riguardare la gestione operativa dell’azienda.
La rimozione delle cause che hanno portato allo squilibrio economico sono
complesse e vanno ricercate spesso nel modello di business dell’azienda.
Se lo squilibrio è solo finanziario, è connesso alla circostanza che l’azienda non si è
dotata delle fonti di finanziamento adeguate alla natura del fabbisogno.
La rimozione di queste cause di natura finanziaria vanno ricercate nella
ristrutturazione delle fonti di finanziamento.
In condizione di equilibrio economico non è difficile fare degli interventi per
eliminare lo squilibrio finanziario.
Lo squilibrio finanziario è la faccia esterna dello squilibrio aziendale, perché se in un
anno subiamo una perdita, ma comunque possiamo pagare perché abbiamo molta
liquidità, avrà un impatto immediato sui soci perché non vedranno un utile; invece, i
terzi riceveranno ciò che gli spetta dall’azienda. La maggior parte dei casi
presuppone il coinvolgimento dei terzi (coloro che sono i creditori della società), ai
quali bisognerò presentare un piano e a loro bisognerà chiedere se lo condividono.
Nei casi in cui ci sono entrambi gli squilibri, si può fare qualcosa se i creditori sono
disponibili ad accettare il nostro piano di risanamento e si possono eliminare le
condizioni che avevano portato allo squilibrio.
Lezione 25/11/2022
L’equilibrio economico attiene alla dinamica economica dell’azienda. Può essere
riferita alla dimensione reddituale. L’azienda opera per conseguire un reddito per
creare un valore rispetto ai valori assorbiti.
Un’azienda è in condizioni di equilibrio economico, quando consegue ricavi che sono
necessari per coprire i costi di gestione. L’equilibrio economico postula che i ricavi
siano almeno uguali ai costi. In linea teorica per capire se un’azienda è in equilibrio
dovrei attendere la fine della vita dell’impresa, ma il verificare l’equilibrio è
necessario anche durante la vita dell’impresa.
Per convenzione, il risultato economico di un’azienda viene suddiviso in tanti periodi
quanti sono gli esercizi. Ovviamente le verifiche in ordine alla sussistenza
dell’equilibrio devono avere riguardo alle prospettive dell’azienda nel suo futuro.
Ogni azienda quando ha delle prospettive economiche positive, potrebbe avere due
esercizi in cui registra una perdita. Nel ciclo di un’azienda possiamo avere un
alternarsi di risultati economici positivi e negativi, ma ciò non induce a pensare
obbligatoriamente a uno squilibrio economico. Quindi le verifiche dell’equilibrio
economico vanno osservate a medio e lungo termine. Non possiamo osservare un
solo esercizio, bisogna osservare in linea teorica tutta la vita prospettica di
un’azienda, ma ciò è impossibile perché nella vita di un’azienda agiscono una serie
di variabili che rendono impossibile ciò. Allora tutte le analisi che riguardano le
prospettive di un’azienda si restringono a degli orizzonti temporali ristretti, perché
non siamo in grado di prevedere una serie di variabili oltre un certo limite
temporale. Si pensa infatti che oltre i 5 anni le prospettive economiche siano non
propriamente attendibili.
Se io voglio verificare l’equilibrio economico di un’azienda osservo e metto in
relazione i ricavi e i costi. Nel concreto occorre tener conto che i costi rappresentati
in un bilancio potrebbero non rappresentare tutti i costi effettivi (soprattutto nelle
piccole aziende). I costi devono essere espressi a valore di mercato!!!
Immaginiamo di essere soci di una società, la costituiamo, la mettiamo in mano a
degli amministratori che a fine anno ci dicono di aver gestito l’azienda in perfetto
equilibrio economico. I ricavi sono esattamente uguali ai costi. Non buono perché
non c’è utile. Il socio, ovviamente, si aspetta un rendimento.
Tra i fattori produttivi abbiamo anche il capitale di rischio, il quale deve essere
remunerato. Un’azienda è in condizioni di equilibrio quando i ricavi sono tali da
coprire i costi di produzione e lasciare un margine, sotto forma di utile, che sia tale
da remunerare coloro che hanno apportato il capitale di rischio.
Siamo i soci di questa società e abbiamo investito 10 milioni. Alla fine dell’anno gli
amministratori ci diranno che hanno raggiunto l’equilibrio economico considerando
il concetto esteso, con un utile di 100.000 euro. Non buono! Solo 1%
dell’investimento totale. Il concetto è che non è sufficiente che vi siano ricavi capaci
di coprire i costi e che possano generare un utile. È necessario che l’utile sia equo
rispetto a ciò che è stato investito.
Un’azienda è quindi in equilibrio economico quando genera ricavi tali da coprire i
costi e un margine che soddisfi l’investimento e il sacrificio dei soci.
Da cosa dipende il reddito equo?
Dipende: 1. Entità dei mezzi investiti dai soci. Prendiamo 2 aziende in cui i soci
hanno investito lo stesso. Il reddito equo è lo stesso? No, bisogna tener conto
dell’entità del capitale investito e la percentuale che ci si aspetta. Un’azienda
presenta un rendimento incerto, a seconda del rischio.
Un’azienda poco rischiosa presenta risultati prospettici abbastanza certi; un’azienda
molto rischiosa invece presenta risultati prospettici parecchio incerti. Il tasso di
rendimento considerato equo è un tasso che deve tener conto di un certo rischio
che i soci devono tener conto alla remunerazione del loro investimento. Più il rischio
è alto e più deve essere alto il rendimento di una società, altrimenti non ne vale la
pena.
Risky rate, componente che si ottiene osservando il rendimento dei titoli di stato.
Occorre poi sommare un premio per il rischio, diverso da azienda ad azienda, tanto
maggiore quanto maggiore è il rischio dei soci corrono in termini di variabilità del
loro rendimento. Quando parliamo di sotto reddito la nostra azienda produce uno
squilibrio economico.
Se i ricavi non coprono né i costi né il reddito equo, l’azienda è in squilibrio
economico assoluto con un sotto reddito. Se i ricavi coprono i costi e parte del
reddito equo e non tutto, si presenta uno squilibrio economico relativo con un sotto
reddito corrispondente alla parte mancante. La situazione di equilibrio economico è
quando vengono coperti sia i costi sia il reddito equo. Può capitare che l’azienda
consegua dei ricavi tali da coprire i costi e il reddito equo con un’eccedenza rispetto
al semplice equilibrio economico.
Se un’azienda genera un sovra reddito, questa produce di più rispetto a ciò che i soci
si aspettavano.
Immaginiamo che abbia investito 1 milione e che mi aspetti come rendimento 10%.
L’azienda rende proprio il 10%. Quando vado a vendere a qualcun altro la mia quota,
la venderò a 1 milione. Immaginiamo che l’azienda renda 120.000; quando la vado a
vendere invece di 1 milione, la farò pagare 1 milione e 2. Questa è una condizione
che determina in un’azienda la presenza di un avviamento.
Quando un’azienda genera un sotto reddito e la vado a vendere a qualcuno, la mia
quota, è caratterizzata da un avviamento negativo e vale di meno del capitale che vi
è stato investito.

Lezione 28/11/2022
Le variabili che entrano in gioco al fine della dinamica finanziaria di un’azienda
Ipotesi: azienda acquista fattori produttivi correnti, li utilizza, li trasforma in prodotti
e poi li vende. Immaginiamo che il ciclo produttivo dell’azienda sia di un mese.
Supponiamo che faccio gli acquisti e le vendite in contanti.
Se guardo l’1 anno di vita dell’azienda, avrò nel 1 mese l’acquisto delle materie per
100, e così via mese per mese. Se vendiamo i prodotti con un margine del 20%, gli
acquisti fatti nel primo mese si trasformano in vendite nel secondo mese, e così via.
L’utile del primo anno sarà formato dai ricavi di competenza e dai costi di
competenza (costi dei fattori produttivi utilizzati), vi saranno tutti i costi tranne quelli
dell’ultimo mese perché non si sono ancora trasformati in fattori produttivi.
Se avessi un utile di 220, potrei dire che l’equilibrio economico è positivo.
Il picco del saldo negativo è al primo mese perché poi si riduce mese per mese.
Anche in presenza di equilibro economico, lo sfasamento si crea tra gli acquisti dei
fattori produttivi e la conseguente vendita, si crea uno sfasamento tra le uscite e le
entrate, ciò determina all’avvio dell’attività un primo fabbisogno. Quando invece
l’azienda è a regime questo sfasamento non c’è più.
La circostanza che l’acquisto dei fattori produttivi e la vendita dei fattori produttivi
non avvenga nello stesso momento porta ad un fabbisogno finanziario.
  1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
vendite 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Flusso di cassa gestione


corrente -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20
Uscite per spese
correnti -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
Entrate da ricavi 0 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Gestione degli
investimenti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per investimenti 0

Flusso di cassa -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20


Saldo -100 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100 120

Ricavi di competenza 1.320


Costi di competenza -1.100
Utile 220
Il ciclo monetario va dal momento in cui paghiamo i fornitori al momento in cui
incassiamo dai clienti.
Se gli acquisti avvengono con pagamento a dilazione e le vendite avvengono con
pagamento dilazione il ciclo monetario sicuramente sarà sfalsato rispetto a quello
produttivo, inoltre potrebbe essere più lungo o più breve a seconda delle dilazioni
ottenute dai fornitori e dalle dilazioni concesse ai clienti.
Se le dilazioni coincidono, il ciclo monetario ha la stessa durata solo che è spostato
in avanti rispetto a quello produttivo.
Se l’incasso dei crediti verso clienti ha un tempo più breve dell’incasso dei crediti
verso fornitori, avrà sempre una durata più breve ma sarà comunque spostato in
avanti.
  1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
vendite 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Flusso di cassa gestione


corrente 0 -100 -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20
Uscite per spese
correnti 0 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
Entrate da ricavi 0 0 0 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Gestione degli
investimenti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per investimenti 0

Flusso di cassa 0 -100 -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20


Saldo 0 -100 -200 -180 -160 -140 -120 -100 -80 -60 -40 -20
Ricavi di competenza 1.320
Costi di competenza -1.100
Utile 220

Se pagassi i fornitori a 60 giorni e invece pagassimo i clienti a 30 giorni, non ci


saremmo trovati con nessun fabbisogno, perché con il ciclo produttivo di un mese
avremmo azzerato il fabbisogno.
Qualsiasi azienda per poter operare, oltre ai fattori produttivi, dovrà fare all’inizio
degli investimenti.
Supponiamo che oltre a questa situazione dobbiamo fare degli investimenti.
Facendo un investimento di 1000, dobbiamo ammortizzarlo, in 5 anni, quindi 200k
l’anno, abbiamo comunque ancora un piccolo utile di 20 (prima era 220k).
Se faccio degli investimenti dovrò pagarli, per cui oltre al flusso di cassa della
gestione corrente in questo caso si inserisce nella dinamica finanziaria il flusso di
cassa della gestione degli investimenti.
Gli investimenti hanno un effetto differente in termini temporali sulla gestione
economica e sulla gestione finanziaria.
Il primo mese il mio flusso di cassa sarà negativa per l’investimento, poi avrò altri 2
mesi negativi per la gestione dei fattori produttivi, e in seguito comincerò ad avere
un saldo positivo.
Il picco si raggiunge al 3 mese, con 1 milione e 200. Non abbiamo bisogno subito di
1.2 milione, quindi chiederò un finanziamento a 5 anni, in meno di 5 anni non
riusciamo a rimborsare il finanziamento, perché l’investimento inziale ha un tempo
di rientro nel medio-lungo termine.
  1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
vendite 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Flusso di cassa
gestione corrente 0 -100 -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20
Uscite per spese
correnti 0 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
Entrate da ricavi 0 0 0 120 120 120 120 120 120 120 120 120

Gestione degli
investimenti -1.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per
investimenti -1.000

Flusso di cassa -1.000 -100 -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20


- - -
- 1.14 - 1.10 - - 1.04 -
Saldo -1.000 1.100 -1.200 -1.180 -1.160 0 1.120 0 1.080 1.060 0 1.020

Ricavi di
competenza 1.320
Costi di
competenza -1.300 (ammortamenti:200)
Utile 20

Se invece tutto va bene, continuano a crescere gli ordini, dal prossimo mese
acquistiamo più materie per far fronte agli ordini. Per poter vendere di più dovrò
acquistare di più.
Alla fine dell’anno siamo in una situazione di saldo negativo maggiore perché
avendo aumentato gli acquisti, per effetto dello sfasamento della gestione, quegli
incassi li avremo dopo; infatti, abbiamo delle uscite maggiori rispetto agli incassi.
Il fabbisogno finanziario può essere anche generato dalla crescita, quindi mi devo
porre il problema di come finanziare quella crescita.
Mi devo tarare sul saldo per decidere le fonti di finanziamento.

  1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -130 -130 -130 -160 -160 -160 -200 -200 -200
vendite 120 120 120 156 156 156 192 192 192 240 240

Flusso di cassa
gestione corrente 0 -100 -100 20 -10 -10 26 -4 -4 32 -8 -8
Uscite per spese
correnti 0 -100 -100 -100 -130 -130 -130 -160 -160 -160 -200 -200
Entrate da ricavi 0 0 0 120 120 120 156 156 156 192 192 192

Gestione degli
investimenti -1.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per
investimenti -1.000

Flusso di cassa -1.000 -100 -100 20 -10 -10 26 -4 -4 32 -8 -8


- - - -
- 1.20 - - 1.20 - 1.17 - - 1.15 -
Saldo -1.000 1.100 0 1.180 1.190 0 1.174 8 1.182 1.150 8 1.166

Ricavi di competenza 1.884


Costi di competenza -1.770
Utile 114
Lezione 2/12/22
La contabilità generale si occupa della rappresentazione delle operazioni di gestione
a mano a mano che avviene la gestione. In particolar modo, questo avviene
seguendo il metodo della partita doppia applicato al sistema del capitale e del
reddito. Questa si basa sull’osservazione dei fenomeni da due punti di vista:
- Originario (o concreto): profilo monetario inteso in senso ampio, ogni
operazione di gestione ha un impatto sulle disponibilità liquide dell’azienda.
Questo comprende anche i crediti e i debiti.
- Causale: mette in luce la causa della variazione di liquidità intesa in senso
ampio, la causa economica.
Il sistema esprime le grandezze che si vogliono rappresentare attraverso la
rilevazione, con la rappresentazione del capitale e del reddito. Si chiama metodo
della partita doppia applicato al sistema del capitale e del reddito.
Le operazioni di gestione nella partita doppia devono essere osservate della duplice
dimensione della causale e originario. La contabilità si basa sullo strumento del
conto, cioè un documento che è intestato a un determinato valore e dove si
rappresenta la sua consistenza iniziale e poi tutte le successive variazioni. Per poter
rappresentare le operazioni di gestione nella contabilità, bisogna quindi intestare
una serie di conti ciascuno intestato a un valore, così da poter rappresentare tutte le
operazioni.
Il metodo della partita doppia è un metodo bilanciante. Se si pensa ad
un'operazione, come una vendita in contanti, aumentano i ricavi e la liquidità,
innalzando i due conti che rappresentano i due conti. Per far si che questo sia
bilanciante, si utilizzano due sezioni, una con gli incrementi e una con le riduzioni di
quel valore. La sezione di sinistra è la sezione di dare, quella di destra di avere. Per
far si che il metodo sia bilanciante, i conti intestati ad uno dei due aspetti di
osservazione, funzionano in maniera opposta rispetto ai conti dell’altro metodo di
osservazione. Le serie dei conti sono quelli riguardante l’osservazione in base
all’originario e poi quelli intestati alle causali.
I conti intestati all’aspetto originario prendono il nome di numerari (liquidità, crediti
e debiti), gli altri prendono la denominazione di conti di natura economica (capitale
di rischio, capitale di credito, spese di investimento, spese correnti e ricavi correnti).
I costi e i ricavi sono le grandezze che portano alla determinazione del reddito,
questi si chiamano conti economico-reddituali. Gli altri i conti economici finanziari
riguardo il capitale di rischio e quello di credito. Ogni conto ha due sezioni, dare e
avere. Le due sezioni funzionano in maniera opposta nella serie di conti. I conti
numerari funzionano in maniera opposta a quelli economici. In particolare, per
convenzione, i conti numerari accolgono le variazioni numerarie positive a sinistra
nel dare e quelle numerarie negative in avere. I conti di causale funzionano in
maniera opposta, accogliendo le variazioni positive in avere e quelle negative in
dare.
La tavola dei valori è un riepilogo ordinato dei conti che avvengono giorno per
giorno.
Se si vendono dei prodotti in contanti per 100000€, essi devono essere inseriti nella
contabilità generale:
- In depositi bancari si scriverà in dare +100000€ (variazione numeraria
positiva)
- Ricavi vendita prodotti +100000€ in avere (variazione positiva)
Se si acquistano materie prime per 50000€:
- Depositi bancari 50000€ avere (variazione numeraria negativa)
- Spese di acquisto materie 50000€ dare (variazione economica negativa)
Se si ottiene un finanziamento di 1000000€:
- Depositi bancari 1000000€ dare
- Debiti verso banche 1000000€ avere
Quindi per ciò che si scrive nel dare si iscrive una cifra corrispondente nell’avere. Per
questo è un sistema bilanciante. Il saldo di un conto è la differenza tra il dare e
l’avere nel momento in cui viene rilevato.
Debiti verso fornitori 30000€:
- Depositi bancari –30000 avere (variazione negativa)
- Debiti verso fornitori +30000 dare (variazione positiva)
Acquisto impianto per 200000€
- Liquidità -200000€ avere
- Spese di investimento +200000 dare
Rimborso rata di un mutuo di 10000€, di cui 6000€ per interessi e 4000€ come
quota capitale:
- Liquidità -10000€ avere
- Interessi passivi +6000 dare
- Debiti verso banche –4000 dare
Tra le spese di investimento c’è un impianto iscritto a 50000€ che si va a vendere a
65000€:
- Liquidità 65000€ dare
- Impianti -50000€ avere
- Plusvalenza (ricavi) 15000€ avere
Ogni volta che vengono interessati i singoli conti si annotano a mano a mano i conti
interessati. Questo è un ulteriore documento chiamato libro giornale, dove
operazione per operazione si annottano cosa si è fatto per i singoli conti
cronologicamente. Esso è formato da 3 colonne, la prima con il conto, la seconda
con dare e avere e la terza gli importi. Se si deve fare un'analisi su un determinato
conto si devono prendere le variazioni del conto.

Come fare all’esame la gestione del libro giornale:


Vendita di prodotti in contanti:
- Depositi bancari D 50000
- Ricavi vendita A 50000
Acquisto materie per 80000:
- Spese acquisto materie D 80000
- Debiti verso fornitori A 80000

Risconti passivi  ricavo che ho già incassato ma che si riferisce all’anno prossimo,
sta nell’area 9.
Risconti attivi  costo che ho già pagato ma che è in parte riferito all’anno
prossimo, sta nell’area 4.
Ratei attivi  ricavo che non ho incassato ma che si riferisce a quest’anno, e sta
nell’area 2.
Ratei passivi  costi che non sono ancora stati pagati ma che devo stanziare
quest’anno, stanno nell’area 8.

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