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Le risorse che provengono dalla vendita sono diverse rispetto ai mezzi monetari che
terzi mettono nell’azienda per il processo produttivo.
Si può produrre un fabbisogno finanziario che deve essere coperto ricorrendo ai
finanziamenti.
Il finanziamento costituisce un’operazione strumentale per il fabbisogno
dell’azienda stessa.
Dalla gestione operativa possono derivare delle risorse finanziarie ma si tratta di
risorse con provenienza diversa AUTOFINANZIAMENTO (l’azienda produce delle
nuove risorse grazie al processo di finanziamento-impiego-trasformazione-vendita).
La trasformazione si distingue dalle altre 3 perché è un’operazione di gestione che si
realizza all’interno dell’azienda, le altre 3 fasi si realizzano al di fuori dell’azienda.
In ogni rapporto dell’azienda si realizza uno scambio che porta un flusso monetario
in entrata o in uscita.
La modalità di rappresentazione delle operazioni di gestione aziendale si basa
sull’osservazione dei flussi monetari che si realizzano.
Tale modello coglie di continuo tutte le operazioni di gestione esterne poiché
raccolgono tutti i flussi monetari esterni. Da qui rimane fuori l’operazione di
trasformazione, la quale non è irrilevante sulla situazione economica di un’azienda.
Un anno di vita di un’azienda prende il nome di esercizio.
L’esercizio spesso coincide con l’anno solare alla fine del quale si fa il bilancio.
Colui che predispone il bilancio di un’azienda è il consiglio di amministrazione, poi il
bilancio viene sottoposto all’assemblea dei soci, dai quali poi deve essere approvato.
Il bilancio prevede che l’assemblea debba essere convocata entro 120 giorni dalla
chiusura dell’esercizio, in casi speciali 180 giorni.
Gli amministratori devono inviarlo ai soci almeno 15 giorni prima, e prima ancora dei
soci va inviato ai sindaci che devono fare una relazione da inviare ai soci.
La legge lascia agli amministratori un tempo di 3-5 mesi per predisporre il bilancio
per poter effettuare tutti gli aggiustamenti necessari e poter correggere quelle che
sono eventuali dimenticanze.
In alcune società c’è anche un altro organo di revisione: i revisori contabili.
Lezione 19/09/2022
PROFILI ISTITUZIONALI DELLE AZIENDE
L’economia aziendale è una scienza sociale, ha alla base l’uomo, in particolare si
parte dai bisogni umani.
Ci sono bisogni che sono stati articolati in una piramide, alla base ci sono i bisogni
fisiologici, bisogni di sicurezza, bisogni di autostima e bisogni di autorealizzazione.
I bisogni sono illimitati e risorgenti, una volta che soddisfiamo un bisogno si possono
ripresentare.
Sono soggettivi, variabili nel tempo e nello spazio.
Il bisogno alla comunicazione nel tempo ha avuto un incremento notevole.
I bisogni sono avvertiti in modo diverso a seconda dello spazio in cui ci troviamo.
L’attività che pone in essere l’uomo per selezionare tra i diversi bisogni quelli che poi
vengono soddisfatti prende il nome di attività morale.
I bisogni vengono soddisfatti attraverso la creazione e soprattutto il consumo di
beni, che vengono detti beni economici, si dice bene economico quando sono
presenti alcune caratteristiche specifiche: disponibile in quantità limitata, deve
essere in grado di soddisfare un bisogno, ha sempre un prezzo perché si crea una
domanda, bisogna sapere che quel bene possa soddisfare un bisogno, deve essere
accessibile.
23/09/2022
In base al sistema di produzione distinguiamo aziende che operano per il magazzino
e aziende che lavorano su commessa del cliente.
Le prime producono il bene e lo vendono, le seconde prima vendono il bene e poi le
realizzano. Le prime sono le più diffuse e realizzano il bene sulla base della domanda
attesa.
Un’azienda che opera per commessa realizza il bene su specifica richiesta del
cliente, il quale ne definisce anche le principali caratteristiche.
Le prime producono dei beni standardizzati.
In funzione della dislocazione territoriali distinguiamo:
- aziende nazionali, che opera all’interno di un contesto territoriale ben
definito.
- aziende multinazionali operano all’interno del mondo, è una realtà più
strutturata.
In base alla parcellizzazione della proprietà si possono distinguere: aziende familiari,
nelle quali la proprietà è concentrata in pochi soggetti, che fanno parte della stessa
famiglia. Nelle aziende con proprietà diffusa la proprietà è parcellizzata su milioni di
soggetti, chi prende decisioni è un soggetto nominato dai soci, l’amministratore.
Il ruolo dell’amministratore è molto più importante in una società a proprietà diffusa
rispetto ad un’azienda a gestione familiare. L’Italia nel mondo rappresenta un caso
studio per quanto riguarda le società a gestione familiare. Le società a proprietà
diffusa sono prevalentemente diffuse in America.
Le “public companies” (aziende con proprietà diffusa) sono anche molto spesso
quotate in borsa.
In Italia invece non è possibile diventare facilmente azionista di un’azienda, se la
società non è quotata bisogna chiedere ai proprietari ed è molto più complicato.
In funzione del settore in cui operano le aziende si possono distinguere in:
- aziende del settore primario, che hanno a che fare con la produzione
originaria.
- aziende del settore secondario, attive nella trasformazione fisica della materia
prima in prodotti finiti (aziende manifatturiere).
- aziende che operano nel settore terziario, le quali operano nel settore dei
servizi.
In Italia c’è una particolare evoluzione del settore terziario, ciò connota una
evoluzione di questo sistema produttivo.
Le imprese si possono distinguere anche in base alle dimensioni:
- Piccole
- Medie
- Grandi
I fattori più utilizzati per valutare la dimensione di un’azienda sono:
- Fatturato il ricavo che l’azienda realizza, si guardano le vendite senza tener
conto dei costi.
- Numero addetti
- Totale impieghi
C’è un articolo (2435) del Codice civile che aiuta a distinguere le aziende e dice
qualche numero da rispettare, se una azienda fattura più di 8,8 milioni, ha più di 50
dipendenti e ha un patrimonio di 4,4 milioni può essere considerata grande.
Le aziende di piccole dimensioni possono redigere un bilancio più semplice.
Nel 2016 è stato rivoluzionato il bilancio.
Lezione 26/09/2022
L’impresa vive all’interno di un ambiente che influenza e dal quale risulta
influenzata.
L’impresa è un sistema perché c’è un insieme di elementi di natura materiale
(macchinari, rimanenze, disponibilità economiche liquide, impianti, attrezzature) e
immateriale (lavoro, brevetti, licenze, marchio) che sono coordinati tra di loro al fine
di raggiungere un certo obiettivo di tipo economico.
L’azienda è un sistema:
- Di tipo strumentale strumento creato dall’uomo per soddisfare i bisogni
- Aperto legato all’ambiente in cui opera, da cui riceve una serie di influenze
e che talvolta riesce ad influenzare, ad esempio quando crea un loro bisogno.
- Dinamico le aziende devono essere in equilibrio, devono essere in grado di
remunerare i fattori produttivi. L’equilibrio a cui dobbiamo fare riferimento
non è quello a cui facciamo riferimento oggi, ma deve essere in equilibrio
rispetto anche al domani. Per fare ciò bisogna definire oggi le strategie per
mantenere l’equilibrio che ha si ha oggi e domani. L’azienda deve essere
capace di remunerare i fattori produttivi guardando all’oggi e al domani.
- Olistica il valore di un’azienda è maggiore rispetto al valore dei beni
materiali e immateriali di cui si compone. L’avviamento è la differenza tra il
valore economico di un’azienda e il valore patrimoniale. C’è questo
avviamento ad esempio per la location, le risorse, conoscenze e competenze
all’interno di quell’azienda.
Lezione 28/09/2022
L’impiego è l’acquisizione dei fattori produttivi di cui l’azienda ha bisogno per
realizzare il suo processo produttivo.
I fattori produttivi possono essere:
- FATTORI PRODUTTIVI STRUTTURALI per prima cosa l’azienda dovrà
realizzare il suo assetto produttivo; quindi, dovrà dotarsi di tutti quei fattori
che influenzano la sua forza produttiva (impianti, attrezzature, capannoni,
mobili, arredo…). Sono strutturali perché concorrono a formare la struttura
produttiva dell’azienda. Il loro impiego si ripercuote per un periodo
prolungato, in genere su un arco pluriennale. Tutti questi fattori vengono
acquisiti in funzione della necessità dell’azienda che mostra lungo un periodo
pluriennale.
- FATTORI PRODUTTIVI CORRENTI vengono acquisiti con la produzione
(materie prime che vengono acquistate in base alla necessità della
produzione, affitti/locazioni, servizi…).
Hanno un’incidenza diversa sull’economia dell’azienda, perché i primi
identificano la capacità produttiva dell’azienda che rimane tale in un periodo
medio lungo. I fattori produttivi correnti invece vengono acquisiti di volta in
volta a seconda del fabbisogno quotidiano/mensile. In genere il peso relativo
che assumono i due fattori produttivi correnti e strutturali denota il grado di
rigidità di un’impresa. Maggiore è il peso dei fattori produttivi strutturali e
maggiore si dice che un’azienda abbia una struttura produttiva rigida (non si
adatta ai maggiori o minori volumi di produzione). Maggiore è il peso dei
fattori produttivi correnti, più sarà elastica la struttura produttiva (può essere
adattata al fabbisogno che si verifica di volta in volta).
È meglio avere una prevalenza di fattori produttivi correnti perché è elastica e
non c’è tanto rischio come in quella rigida.
Tra le due quella più conveniente è quella rigida, perché l’elasticità ha un
costo. I fattori produttivi strutturali vengono chiamati “immobilizzazioni di
un’azienda”.
- FATTORI PRODUTTIVI ANTICIPATI acquisizione dei fattori produttivi. Viene
acquisito quando ne divento titolare e mi assumo nei confronti di chi me lo
fornisce l’impegno a corrispondergli l’importo dell’acquisto. Si ha prima
l’acquisizione e poi l’utilizzo.
I fattori produttivi strutturali sono anticipati perché prima li devo acquisire e
poi li possono utilizzare anche per un tempo prolungato.
- FATTORI PRODUTTIVI POSTICIPATI fase dell’utilizzazione dei fattori
produttivi. L’utilizzo precede la formale acquisizione.
I fattori produttivi correnti possono essere anticipati che posticipati, anche se
normalmente sono posticipati.
Lezione 30/09/2022
Per trasformazione si intende il processo di trasformazione dei fattori produttivi in
prodotti finiti o servizi, ciò avviene attraverso l’utilizzo. I fattori produttivi cedono la
loro utilità in favore dei prodotti o dei servizi erogati.
Ogni azienda acquisisce una serie di fattori produttivi che utilizza, alcuni a breve
termine, altri nel lungo termine.
Nei fattori produttivi correnti provvedo all’acquisto quando l’utilizzo c’è già stato.
Il sacrificio economico associato ai fattori produttivi di una qualsiasi azienda prende
il nome di costo.
L’acquisizione è il costo che si sostiene per acquisire quel dato bene.
Nei fattori produttivi posticipati l’acquisto avviene quando l’utilizzo c’è già stato;
quindi, il costo di acquisizione quando si manifesta esprime anche il costo di
utilizzazione.
Per i fattori produttivi anticipati c’è un momento che è quello dell’acquisizione, il
quale in quel momento non esprime ancora il costo di utilizzazione, si converte
gradualmente nella fase successiva all’acquisto.
Posta la presenza dei fattori produttivi anticipati, se durante la gestione ci si ferma in
un determinato momento e si osservano i fattori produttivi acquisiti, questa
informazione ci darà per i fattori produttivi posticipati anche l’utilizzo, mentre per i
fattori produttivi anticipati ci dirà quanto è stato utilizzato e quanto ne resta per il
futuro; quindi, ci potranno essere dei fattori produttivi ancora a disposizione.
Quando un’azienda produce dei beni ne produce un certo numero al giorno,
dopodiché si vendono e si crea un magazzino di prodotti finiti.
Se osservo un’azienda in un qualsiasi momento potrò avere una parte di prodotti da
vendere e una parte di prodotti venduta, ciò indica che nessuna fase del processo
esaurisce totalmente la precedente.
Il capitale di un’azienda si trasforma con il circuito delle operazioni sul capitale.
L’operazione di finanziamento, che può derivare dal capitale di rischio o credito,
l’azienda ha in quel momento un capitale monetario.
Dopo c’è la fase dell’impiego nella quale si acquistano i fattori produttivi; quindi, il
capitale monetario si è trasformato in un capitale di fattori produttivi CAPITALE
TECNICO (da utilizzare).
I fattori produttivi li utilizziamo attraverso il servizio di produzione e si trasformano
in servizi o prodotti, pronti per essere venduti CAPITALE COMMERCIALE.
Dopodiché i prodotti finiti verranno venduti e l’azienda tornerà ad avere un capitale
monetario.
Gli effetti monetari indicano i flussi di denaro in entrata e in uscita dall’azienda.
In termini generici si parla di flussi monetari in entrata o uscita.
In ogni momento devo far si di avere delle entrate che mi assicurino le uscite, se non
c’è questo equilibrio l’azienda potrebbe implodere.
Nel finanziamento c’è una prima fase che è quella in cui lo si ottiene, ed una seconda
che è quella del rimborso, quindi c’è un’entrata e poi un’uscita.
Tutte le operazioni che riguardano l’impiego e la vendita prendono il nome di
gestione produttiva (o reddituale perché l’impiego determina un sacrificio
economico che è il costo di acquisto dei fattori produttivi, con la vendita ho invece
un beneficio economico che prende il nome di ricavo).
I costi dei fattori produttivi e i ricavi delle vendite sono i due poli del reddito.
L’insieme delle operazioni di impiego e di vendita determinano il reddito di
un’azienda.
I flussi monetari derivano sia dalla gestione finanziaria che dalla gestione produttiva.
Esiste la gestione finanziaria perché la gestione produttiva genera delle entrate e
delle uscite, se avessi ogni giorno delle entrate tali da generare le uscite, la gestione
finanziaria non avrebbe motivo di esistere.
Lezione 3/10/2022
Quando decidiamo di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale possiamo
scegliere diverse forme di azienda.
Una prima classificazione può essere tra le:
- IMPRESE INDIVIDUALI solo un soggetto.
- IMPRESE COLLETTIVE più soggetti di riferimento.
Nelle imprese collettive distinguiamo:
SOCIETÁ DI PERSONE il ruolo del socio ha un peso significativo
SOCIETÁ DI CAPITALE l’aspetto preponderante è costituito dal
capitale. Il peso dei soci è più limitato
SOCIETÁ COOPERATIVE tipo di società collettiva dove l’obiettivo è
quello di soddisfare al meglio i bisogni dei soci.
Nelle società cooperative di tipo b l’obiettivo è far lavorare persone
svantaggiate.
L’imprenditore individuale è colui che esercita professionalmente un’attività
economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi.
I caratteri che troviamo sono:
- Lo svolgimento dell’attività economica l’imprenditore coordina una serie di
fattori produttivi al fine di ottimizzare le risorse a propria disposizione
- Destinazione al mercato dei consumatori di beni e servizi
- Il soggetto giuridico coincide con il soggetto economico l’imprenditore.
- È necessario un numero di partita iva, che identifica l’attività
- Coordina diversi fattori produttivi Nelle imprese individuali ci possono
anche essere dei dipendenti o collaboratori, ma vi è un solo soggetto che
coordina tutte le attività.
- Professionalità (abitualmente o periodicamente)
La società è un contratto con cui due o più persone conferiscono beni o servizi per
l’esercizio di un’attività in comune allo scopo di dividerne gli utili.
Questa definizione è superata perché esistono diverse società dove vi è un unico
socio, ovvero un’unica persona.
Gli elementi caratterizzanti sono:
- La pluralità di persone (eccezioni)
- I conferimenti dei soci per costituire una società i soci devono apportare
qualcosa in favore della società. I conferimenti possono essere fatti:
in denaro i soci finanziano l’azienda per iniziare l’attività
in natura riguardano dei beni che i soci apportano in favore
dell’azienda (beni materiali o immateriali)
Questi conferimenti (in denaro/natura) possono essere apportati in tutte le
società.
- L’esercizio in comune di un’attività economica
- La partecipazione agli utili all’interno delle società, ai soci spetta per legge
una quota di profitto realizzato. Non vale il patto contrario, i soci quindi non
possono decidere tra di loro che a uno di essi venga riconosciuto un utile pari
a 0. La quota viene conferita in base ai conferimenti effettuati, perché quando
faccio un conferimento sto rischiando, se le cose vanno male non riceverò
nulla dall’azienda.
Nulla vieta che i soci possano decidere di ripartire gli utili con criteri differenti.
Lezione 5/10/2022
Per rappresentare il capitale devo sempre evidenziare i due aspetti complementari:
- La qualità del capitale come viene impiegato
- La provenienza del capitale le fonti dalle quali proviene il finanziamento
A sinistra inserisco gli impieghi come è il nostro capitale
A destra inserisco le fonti la provenienza del capitale
Per essere più tecnico denomino “capitale di rischio” il capitale apportato dai soci e
“capitale di credito” quello apportato dalle banche.
Questo prospetto è la tavola dei valori, valori che risultano per effetto delle
operazioni di gestioni.
La tavola dei valori è un “primo bilancio” dell’azienda nel quale si sono solo
verificate due azioni.
Questo prospetto è destinato a dover essere aggiornato di volta in volta che si
compiono ulteriori operazioni.
Poiché quelle due sezioni costituiscono aspetti di visione dello stesso capitale, le
sezioni degli impieghi e delle fonti continueranno ad avere sempre lo stesso totale.
Il capitale di credito esprime per la società un debito nei confronti dei finanziatori.
Il diritto di recesso è il diritto individuale che ha un socio di sciogliersi dall’azienda,
ma questo si può fare solo in alcuni casi particolari, ad esempio se quel socio non è
d’accordo con delle scelte fondamentali per l’azienda.
Se il socio recede bisogna rimborsargli il capitale (capitale di rischio) che aveva
investito nell’azienda.
Anziché ricorrere ad un unico finanziatore, la società può ricorrere a molti
finanziatori emettendo dei titoli che si chiamano obbligazioni, che vende sul
mercato e poi danno diritto a ciascun sottoscrittore a vederseli rimborsati alla
scadenza.
Una tipologia particolare delle obbligazioni è quella delle obbligazioni convertibili,
che danno il diritto di consentire alla loro scadenza agli obbligazionisti di scegliere se
ricevere il rimborso in denaro o in alternativa diventare soci e dunque vedersi
riconosciute delle azioni.
La società a fronte dell’annullamento delle obbligazioni emetterà delle nuove azioni
che assegnerà agli azionisti.
Lezione 7/10/2022
Il capitale di credito sono i debiti di finanziamento, ma si può essere anche più
specifici.
L’acquisizione dei fattori produttivi determina un sacrifico economica: costo.
Finanziamento:
aumento capitale di credito
liquidità
-pagamento stipendi:
spesa corrente in aumento
diminuzione liquidità
-Pagamento affitto:
diminuzione liquidità
aumento spese correnti
-debito da parte delle banche che mi hanno finanziato, ogni sei mesi pago gli
interessi (capitale di credito):
diminuzione liquidità
aumento spese correnti
-ho un debito verso i fornitori per un acquisto fatto in passato, pago un debito
maggiorato per gli interessi di mora (per il ritardo del pagamento):
diminuzione liquidità
diminuzione debito di dilazione
aumento spesa corrente
-i clienti ci pagano tardi quindi aggiungo l’interesse di mora al pagamento che mi
devono:
aumento liquidità
riduzione crediti
aumento ricavi (la parte di mora)
SOCIETÀ SEMPLICE
Forma più elementare di società, la quale caratteristica è quella di avere per oggetto
l’attività economica lucrativa non commerciale (art.2249 c.c.).
Poco diffuse nella pratica, vengono costituite per esercizio di attività agricole e per
l’attività di gestione di immobili.
Dal 2001 è soggetta all’iscrizione presso la sezione speciale del registro delle
imprese, con finalità pubblicitarie.
Si costituisce con la stipulazione di un contratto sociale (atto costitutivo), il quale
non è soggetto a formalità particolari, salvo quelle richieste dalla natura dei beni
conferiti.
Introduzione del codice della crisi d’impresa, dal 1° luglio annullamento della legge
Fallimentare “...”, no fallimento, ma liquidazione giudiziaria.
Lezione 14/10/2022
Le obbligazioni sono dei titoli emessi dalle aziende all’interno del capitale di credito.
L’azienda emette questi titoli richiedendo agli obbligazionisti un finanziamento.
I prestiti obbligazioni vanno dai 2-4-5 anni.
Gli obbligazionisti al termine del prestito obbligazione vogliono il rimborso del
finanziamento INTERESSE (è periodico).
L’azienda pagherà ogni 6 mesi una cedola, che è l’interesse periodico
dell’obbligazione.
La liquidità con il finanziamento aumenta e diminuirà al rimborso dell’obbligazione.
Ogni 6 mesi si dovrà registrare nella tavola dei valori il costo corrente degli interessi
passivi, e così si avrà una diminuzione di liquidità.
L’interesse pagato agli obbligazionisti sarà inferiore rispetto a quello della banca.
Le società di persone non possono emettere obbligazioni.
Anche le società a responsabilità limitata possono emettere titoli simili alle
obbligazioni che prendono il nome di TITOLI DI DEBITO.
Questi titoli possono essere venduti in prima istanza esclusivamente a soggetti
competenti, non è possibile venderli ai risparmiatori, ma solo a banche,
assicurazioni, fondi di investimento.
OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI titoli che emessi sul mercato hanno gli stessi diritti
delle obbligazioni, ovvero i loro possessori periodicamente hanno diritto a riceverne
il loro rimborso.
L’azionista ha la possibilità di scegliere se vedersi rimborsato l’intero finanziamento
o vederselo trasformato in azione, trasformandolo così in capitale di rischio (prima
era capitale di credito).
DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTO di solito i soci apportano finanziamenti,
quindi capitale di rischio, non è precluso dalla legge l’apporto a titoli di debito del
socio. Il socio si comporta come una banca prestando del denaro all’azienda, avendo
così diritto ad un interesse e alla restituzione della cifra al termine del
finanziamento. Questo finanziamento verrà assimilato al capitale di credito, e verrà
rimborsato per ultimo, solo se residua qualcosa.
DEBITI VERSO BANCHE tutte le posizioni aperte dalla nostra società verso le
banche (mutui, scoperti di conto corrente, anticipi su fatture, prestiti a breve…).
DEBITI RAPPRESENTATI DA TITOLI DI CREDITO in disuso nei bilanci oggi,
all’interno di questa voce rientrano le cambiali. Salvo casi particolari è raro trovarne
perché le cambiali hanno un ulteriore costo, l’imposta di bollo che va allo stato ed è
pari al 2 per 1000. Le cambiali sono titoli di credito all’ordine che contengono
l’obbligo di pagare un determinato soggetto alla loro scadenza.
DEBITI PER PRESTITI VERSO IMPRESE CONTROLLATE questi debiti nascono per
finanziamenti effettuati all’interno di gruppi aziendali.
IMMOBILIZZAZIONI Le immobilizzazioni tecniche (immateriali + materiali) sono
imprescindibili per l’esercizio dell’attività.
In quest’area rientrano beni che apporteranno alla nostra azienda utilità per più
anni, non sono tangibili:
- Costi di impianto e ampliamento costi di costituzione di un’azienda, legati
all’avvio dell’attività aziendale
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI costi la cui utilità è pluriennale. L’organo di
controllo di un’azienda (collegio sindacale) deve esprimere il proprio parere per
l’iscrizione di questi costi.
Le immobilizzazioni immateriali possono essere:
- COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO
- COSTI DI SVILUPPO
- DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE E DIRITTI DI UTILIZZAZIONE DELLE OPERE
D’INGEGNO
- CONCESSIONI, LICENZE, MARCHI E DIRITTI SIMILI
- AVVIAMENTO fa sempre parte delle immobilizzazioni immateriali, ed è la
differenza tra il valore economico di un’azienda ossia, il valore di quell’azienda
determinato sulla base delle prospettive di rendimento e il valore
patrimoniale della stessa azienda (il valore dei beni dell’azienda). Il motivo
dell’avviamento può essere diverso (es. location di un hotel). È una capacità di
generare rendimenti maggiori rispetto a quelli della concorrenza. Si può
trovare nel bilancio solo quando la mia azienda acquista un’altra azienda e
paga qualcosa in più proprio a titolo di avviamento. L’avviamento della mia
azienda non può mai essere iscritto in bilancio.
- ALTRE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI sono tutti quei beni che hanno
utilità pluriennale e sono immateriali e non trovano precisa collocazione nelle
voci precedenti (es. software). Questa voce comprende le migliorie su beni di
terzi: incrementi di valore fatti a beni di proprietà altrui.
- Crediti per prestiti verso imprese del gruppo finanziamenti erogati dalla
mia azienda in favore di altre aziende. (ho prestato del denaro ad altre
aziende, la maggior parte delle volte si fa all’interno dei gruppi di aziende)
Si può fare se l’attività è prevista all’interno dell’atto costitutivo.
- Crediti verso imprese controllate la liquidità aumenta quando il prestito mi
viene rimborsato.
- Crediti verso altri finanziamento della mia azienda verso terzi (aziende non
del gruppo).
Lezione 19/10/2022
Tra le spese correnti ci sono:
- MINUSVALENZE dismissione di beni iscritti tra le spese di investimento, ad
esempio potremmo dover vendere un impianto perché non ci serve più.
La dismissione di un bene comporta una modifica qualitativa perché prima
avevo il bene e ora la liquidità, questa operazione potrebbe anche portare
uno svantaggio di natura economica per l’azienda.
Se vendo l’immobile a 1 milione, dopo che l’ho venduto avrò 1 milione di
liquidità. Sulla tavola dei valori si riduce la voce investimenti ed aumenterà la
voce liquidità.
Se vendo l’immobile a 800k, avrò perduto 200k. Sulla tavola dei valori avrò
liquidità per 800, e il sacrificio economico della dismissione potrà essere
inserito nelle spese correnti e prende il nome di MINUSVALENZA.
Se l’immobile viene venduta a 1,3 milione, sono più ricca di 300k,
dall’operazione ho dunque un beneficio economico, quindi avremo realizzato
una PLUSVALENZA di 300k, essa costituisce un ricavo.
- MINUSVALENZE SU TITOLI E PARTECIPAZIONI dismissioni di titoli e
partecipazioni.
- INTERESSI PASSIVI eventuali oneri che sostengo se ho contratto dei
finanziamenti che troverò iscritti nel capitale di credito.
- PERDITE SU CAMBI per le aziende che fanno delle transazioni in valuta,
succede quando rilevo il costo di acquisto in una valuta differente dalla mia.
Se il pagamento fosse a dilazione potrebbe accadere che nel momento in cui
vado a pagare il cambio sia mutato, quindi il costo iniziale delle materie dovrà
essere integrato di eventuali perdite. Se invece il cambio è a mio favore avrò
un utile su cambi, che andrò ad iscrivere nei ricavi.
- COSTO DELLE IMPOSTE sul reddito che un’azienda matura si calcolano ogni
anno le imposte sul reddito dell’esercizio aziendale.
Lezione 26/10/2022
Il reddito dell’esercizio si determina da una differenza tra ricavi e costi.
Se il reddito è positivo Utile.
Se il reddito è negativo perdita.
I costi che rispondono al principio della competenza economica devono essere
considerati per la stima del reddito di esercizio.
I ricavi di competenza economica e i costi di competenza economica costituiscono il
reddito dell’esercizio.
Un ricavo è di competenza quando fa riferimento alla vendita di un bene o alla
prestazione di un servizio che effettivamente è stata effettuata in quell’esercizio.
Es: ho eseguito una prestazione di servizio nel 2022, quindi il ricavo è del 2022 a
prescindere da quando riceverò il denaro.
I costi di competenza economica sono tutti quei costi che hanno contribuito alla
realizzazione di quei beni che sono stati venduti in quell’esercizio.
Es: i dipendenti hanno partecipato alla realizzazione di quel bene; quindi, il
compenso dei dipendenti è un costo di competenza economica.
L’area dei costi e dei ricavi nella tavola dei tavoli contengono i costi di competenza
oneraria, non economica.
Un ricavo è di competenza economica quando il valore risulta dalla differenza trai
ricavi ed i costi attribuibili all’esercizio.
-I ricavi di competenza dell’esercizio sono quelli relativi ad operazioni concluse
nell’esercizio, cioè quelli relativi a prodotti venduti o prestazioni erogate
nell’esercizio
-I costi di competenza dell’esercizio sono quelli relativi ai fattori produttivi il cui
utilizzo ha concorso alla formazione dei correlativi ricavi.
-Spese correnti d’esercizio (spese di acquisto delle materie, imposte sul reddito
dell’esercizio, accantonamento per TFR, accantonamento per imposte in
contenzioso, spese per servizi).
-Debiti di dilazione (debiti per fatture da ricevere, debiti tributari, fondo TFR, fondo
imposte in contenzioso, ratei passivi).
SCRITTURE DI ASSESTAMENTO modifica delle aree dei costi correnti e dei ricavi,
per fare in modo che al loro interno ci sono i costi e ricavi di competenza economica.
INTEGRAZIONI/SVALUTAZIONI DI SPECIFICI IMPIEGHI la prudenza ci obbliga in
alcune circostanze ad effettuare alcune svalutazioni.
Es: ho credito verso alcuni clienti, nel momento in cui credo che sono esigibili, sarò
obbligato a farne una svalutazione.
INTEGRAZIONE PER I COSTI generalmente si registrano le spese per
le materie prima quando riceviamo la fattura. La fattura si può emettere
anche nel mese successivo, il pagamento avviene 30 o 60 giorni dopo
l’emissione della fattura.
Lezione 28/10/2022
Gli assestamenti servono solo quando dobbiamo determinare il reddito d’esercizio.
Se non avessimo questo obiettivo non ci servirebbe perché durante l’anno non ci
occupiamo di queste cose. Nel bilancio è presente un reddito che può essere un
utile o una perdita. Durante l’anno quando registriamo nella tavola dei valori?
Quando si muove la liquidità in senso ampio. Alla fine dell’anno, il principio che
seguiamo durante l’anno, cambia radicalmente. Gli assestamenti servono per
aggiustare i costi e i ricavi correnti per avere al loro interno costi e ricavi in maniera
economica.
I costi del lavoro sono:
- I salari e stipendi
- Gli oneri sociali contributi previdenziali e assistenziali (INPS e INAIL)
Durante l’anno quando l’azienda paga i dipendenti riconosce contributi e i salari.
- Trattamento di fine rapporto non è registrato perché non lo paghiamo
durante l’anno, è un’indennità integrativa che spetta per legge ai dipendenti,
è più o meno una mensilità all’anno. Viene pagato quando il dipendente
andrà via dalla società.
Dovremmo in ogni caso considerare all’interno del bilancio tutti i fattori, tutti i
costi del fattore produttivo lavoro. A fine anno dovrò aggiungere un costo
all’interno delle spese correnti8 di esercizio ACCANTONAMENTO PER TFR.
A contro partita dovrò scrivere un debito FONDO TFR.
Il TRF lo calcoliamo alla fine dell’anno, esso matura giorno per giorno.
Quindi se un dipendente va via a giugno, dovrò erogargli il Tfr maturato fino al
31/12, ma anche l’accantonamento da gennaio a giugno.
Lezione 14/11/2022
La destinazione dell’utile può essere distribuito in 2 modi alternativi: ai soci o
lasciato in azienda.
Rispetto alla tavola dei tavoli dove nell’area del capitale di rischio c’era la voce del
capitale sociale, in realtà quell’area può accogliere anche le riserve, parti ideali nelle
quali è suddiviso il capitale di rischio.
Se quell’azienda chiude in positivo, nella voce capitale di rischio a fine anno troverò
il capitale sociale valore nominale delle azioni o delle quote che hanno apportato
i soci. Ci sarà anche la voce utile dell’esercizio.
Se nell’esercizio successivo parte dell’utile viene accantonato in riserve e la restante
parte distribuite
Lezione 21/11/2022
Le riserve una volta generate:
- Si può fare ricorso a queste nel momento in cui si vuole distribuire ai soci una
quota del capitale di rischio. Nel momento in cui ciò dovesse avvenire, dal
punto di vista formale occorre individuare a quale quota del capitale di rischio
si attinge per effettuare la distribuzione. Devo dire dove vado a prendere
questa quota. Nel momento in cui si distribuisce il capitale di rischio, esso si
riduce e si riduce anche la liquidità. L’utilizzo di una quota piuttosto che
dell’altra è puramente formale non sostanziale. È necessario articolare il
capitale di rischio in poste diverse perché non hanno tutte la medesima
disciplina ma identificano le quote del capitale rischio che sono soggette e
hanno una diversa disponibilità.
Le riserve che si formano nel tempo potrebbero chiamarsi tutte “riserve” ma
attribuiamo ad ognuna un nome diverso perché permette di ricordarci come si
sono formate. La riserva legale la distinguiamo dalle altre perché sappiamo
che la legge ci obbliga a mettere da parte una parte dell’utile che dovrà
arrivare ad essere pari al 20% del capitale di rischio, questa riserva non può
essere distribuita.
- Aumento di capitale virtuali o gratuiti emissione di nuove azioni o quote le
quali vengono assegnate gratuitamente ai soci. Questo aumento avviene
imputando al capitale sociale un corrispondente valore di una riserva. se ho il
mio capitale di rischio di 1 milione e la mia riserva di 800k, potrei aumentare il
mio capitale gratuitamente imputando al mio capitale una quota o tutta la
riserva che ho.
Non c’è un vero arricchimento da parte della società.
Si potrebbe voler fare un aumento di capitale gratuito perché le azioni
esprimono la titolarità del capitale di rischio.
- Utilizzarlo per la copertura di eventuali perdite se alla fine dell’esercizio ho
un utile quello confluisce nel capitale di rischio con segno positivo. Se invece
determino una perdita, essa andrà nel capitale di rischio con segno negativo.
Quando ho una perdita mi pongo il problema di come coprirla o sistemarla,
una possibile modalità di sistemazione è quella di assorbirla con eventuali
riserve di cui dispongo all’interno del capitale di rischio.
Si tratta di un utilizzo virtuale della riserva.
Lezione 23/11/2022
Come comprendere se un’azienda è in condizioni di equilibrio o squilibrio. Ci
possono essere delle situazioni di squilibrio, il management aziendale deve gestire
quelle situazioni, anzi in realtà il management dovrebbe prevedere quelle situazioni
di squilibrio. Bisognerebbe tentare di non trovarsi nella situazione di squilibrio.
Se non si interviene tempestivamente si può arrivare a delle situazioni di crisi
irreversibili.
Un’azienda è un organismo vivente ed è in condizioni di equilibrio, quando si può
ritenere che non vi siano ostacoli che non permettono la prosecuzione della sua
gestione, è quindi sussistente un presupposto della continuità aziendale. Questo è
anche uno dei presupposti quando si fa il bilancio.
È importante questo presupposto perché tutte le regole del bilancio si basano sul
presupposto che l’azienda continui a proseguire la sua vita.
L’azienda deve verificare periodicamente la sussistenza di questo presupposto,
perché se così non fosse il bilancio dovrebbe essere fatto in maniera completamente
diversa.
Quest’anno è stata fatta una legge nella quale sono indicati tutti i passaggi da fare
nel caso in cui ci fosse una crisi da fronteggiare. Quando si parla di equilibrio esso è
suddiviso guardando agli effetti della gestione aziendale:
- Dimensione economica Equilibrio economico l’azienda opera al fine di
creare un valore. Ogni azienda nel corso della sua gestione impiega dei fattori
produttivi, consuma materie, acquista servizi, consuma impianti… lo fa la fine
di realizzare prodotti o servizi e di trasferirli al mercato. Questo trasferimento
genera un’utilità che si misura attraverso i ricavi. Un’azienda rispetta il suo
fine teleologico nel momento in cui crea un valore, e quindi genera un’utilità
superiore rispetto ai fattori produttivi assorbiti. Quando ciò avviene si dice che
l’azienda remunera congruamente il capitale che vi è stato investito, ed è in
condizioni di equilibrio economico.
- Dimensione finanziaria Equilibrio finanziario l’azienda nell’attività
produttiva entra in contatto con i terzi, questi contatti sono caratterizzati da
un flusso monetario in entrata o in uscita. Si parla di equilibrio finanziario
quando i flussi monetari in entrata e quelli in uscita sono in equilibrio,
l’azienda deve rispettare giorno per giorno gli impegni monetari assunti con
tutti i soggetti con i quali ha a che fare; dunque, deve essere nella condizione
di far fronte alle uscite monetarie necessarie per la gestione.
Lezione 28/11/2022
Le variabili che entrano in gioco al fine della dinamica finanziaria di un’azienda
Ipotesi: azienda acquista fattori produttivi correnti, li utilizza, li trasforma in prodotti
e poi li vende. Immaginiamo che il ciclo produttivo dell’azienda sia di un mese.
Supponiamo che faccio gli acquisti e le vendite in contanti.
Se guardo l’1 anno di vita dell’azienda, avrò nel 1 mese l’acquisto delle materie per
100, e così via mese per mese. Se vendiamo i prodotti con un margine del 20%, gli
acquisti fatti nel primo mese si trasformano in vendite nel secondo mese, e così via.
L’utile del primo anno sarà formato dai ricavi di competenza e dai costi di
competenza (costi dei fattori produttivi utilizzati), vi saranno tutti i costi tranne quelli
dell’ultimo mese perché non si sono ancora trasformati in fattori produttivi.
Se avessi un utile di 220, potrei dire che l’equilibrio economico è positivo.
Il picco del saldo negativo è al primo mese perché poi si riduce mese per mese.
Anche in presenza di equilibro economico, lo sfasamento si crea tra gli acquisti dei
fattori produttivi e la conseguente vendita, si crea uno sfasamento tra le uscite e le
entrate, ciò determina all’avvio dell’attività un primo fabbisogno. Quando invece
l’azienda è a regime questo sfasamento non c’è più.
La circostanza che l’acquisto dei fattori produttivi e la vendita dei fattori produttivi
non avvenga nello stesso momento porta ad un fabbisogno finanziario.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
vendite 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120 120
Gestione degli
investimenti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per investimenti 0
Gestione degli
investimenti 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per investimenti 0
Flusso di cassa
gestione corrente 0 -100 -100 20 20 20 20 20 20 20 20 20
Uscite per spese
correnti 0 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100 -100
Entrate da ricavi 0 0 0 120 120 120 120 120 120 120 120 120
Gestione degli
investimenti -1.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per
investimenti -1.000
Ricavi di
competenza 1.320
Costi di
competenza -1.300 (ammortamenti:200)
Utile 20
Se invece tutto va bene, continuano a crescere gli ordini, dal prossimo mese
acquistiamo più materie per far fronte agli ordini. Per poter vendere di più dovrò
acquistare di più.
Alla fine dell’anno siamo in una situazione di saldo negativo maggiore perché
avendo aumentato gli acquisti, per effetto dello sfasamento della gestione, quegli
incassi li avremo dopo; infatti, abbiamo delle uscite maggiori rispetto agli incassi.
Il fabbisogno finanziario può essere anche generato dalla crescita, quindi mi devo
porre il problema di come finanziare quella crescita.
Mi devo tarare sul saldo per decidere le fonti di finanziamento.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
acquisti -100 -100 -100 -130 -130 -130 -160 -160 -160 -200 -200 -200
vendite 120 120 120 156 156 156 192 192 192 240 240
Flusso di cassa
gestione corrente 0 -100 -100 20 -10 -10 26 -4 -4 32 -8 -8
Uscite per spese
correnti 0 -100 -100 -100 -130 -130 -130 -160 -160 -160 -200 -200
Entrate da ricavi 0 0 0 120 120 120 156 156 156 192 192 192
Gestione degli
investimenti -1.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Uscite per
investimenti -1.000
Risconti passivi ricavo che ho già incassato ma che si riferisce all’anno prossimo,
sta nell’area 9.
Risconti attivi costo che ho già pagato ma che è in parte riferito all’anno
prossimo, sta nell’area 4.
Ratei attivi ricavo che non ho incassato ma che si riferisce a quest’anno, e sta
nell’area 2.
Ratei passivi costi che non sono ancora stati pagati ma che devo stanziare
quest’anno, stanno nell’area 8.