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IL CONCETTO DI AZIENDA E DI ISTITUTO

Il SODDISFACIMENTO dei BISOGNI (di varia specie e grado) risulta talmente complesso da rendere necessaria
l’ORGANIZZAZIONE di INSIEMI di PERSONE.
Tali aggregazioni, nel momento in cui assumono caratteristiche di PERMANENZA e STABILITA’ nei comportamenti dei membri
che li compongono, vengono denominati istituti quali:
• le famiglie;
• le imprese;
• le amministrazioni pubbliche PA;
• le istituzioni non profit.

ISTITUTO
• Complesso di risorse umane e materiali,
• creato per durare nel tempo,
• ordinato secondo proprie leggi,
• unitario in quanto finalizzato ad un insieme comune di fini
• autonomo.

L’ATTIVITA’ ECONOMICA DEGLI ISTITUTI


I PROCESSI di PRODUZIONE, di TRASFERIMENTO e di CONSUMO della RICCHEZZA

- Nelle imprese l’attività economica assume un ruolo primario e imprescindibile per il soddisfacimento dei fini per i quali i
soggetti si sono aggregati,
- Nelle famiglie, nelle amministrazioni pubbliche e nelle istituzioni non profit l’attività economica è condizione necessaria per la
sopravvivenza MA è considerata insieme ad altre finalità di diverso ordine e grado.

FINI ISTITUZIONALI
Insieme delle finalità che l’istituto persegue
▪ famiglia = Soddisfazione dei bisogni, INTERESSI PRIVATI dei membri del nucleo familiare, dei membri dell’istituzione
▪ imprese = RENUMERAZIONE dei conferenti di lavoro, capitale di rischio, risparmio
▪ amministrazione pubblica = Soddisfazione dei bisogni della comunità, ovvero INTERESSE PUBBLICO, generale
▪ istituzioni non profit = ibrido tra finalità famiglia e finalità amministrazione pubblica ovvero interessi privati e generali

AZIENDA
L’insieme delle OPERAZIONI ECONOMICHE svolte dall’istituto per raggiungere i fini definisce l’azienda.
• L’azienda è quindi lo “strumento” di cui ogni istituto si dota per raggiungere le proprie finalità di ordine economico.

“le aziende devono CREARE VALORE”


➢ utilizza fattori produttivi (risorse umane e finanziarie),
➢ li combina,
➢ per creare valore
cioè ottenere un risultato finale (beni e servizi) il cui valore dovrà essere più elevato dei singoli fattori utilizzati
LE CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA
tutte le aziende hanno in comune
• il FINE ULTIMO soddisfacimento dei bisogni umani
• e il MEZZO costituito dall'attività economica.

Però si differenziano per i FINI IMMEDIATI PERSEGUITI, da qui nascono diverse classi di azienda a seconda delle attività econom.

1. la famiglia = AZIENDA DI CONSUMO


presenti processi economici con il fine di impiegare la ricchezza per il soddisfacimento dei bisogni dei membri
creazione VALORE SOCIALE
2. l’impresa = AZIENDA di PRODUZIONE
presenti processi economici volti alla produzione di ricchezza per la remunerazione del capitale e del lavoro.
creazione VALORE ECONOMICO
3. l’amministrazione pubblica = AZIENDA COMPOSTA PUBBLICA
presenti processi di produzione e di consumo, da qui “composta”
4. l’istituzione non-profit = AZIENDA NON PROFIT
presenti processi di consumo, ossia scopi sociali
- trasformare la ricchezza a disposizione (proveniente da aziende pubbliche, soci, imprese)
e i valori individuali (solidarietà, altruismo)
in benessere sociale degli individui associati, di particolari soggetti beneficiari e della collettività

VALORE ECONOMICO E SOCIALE


• momenti di produzione e di consumo (VALORE ECONOMICO e SOCIALE) -- sono processi indissolubilmente "composti"
Non è possibile scindere tra loro i due momenti
Infatti
1. le imprese nel perseguire la finalità di produzione non possono trascurare gli elementi di socialità.
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
es. garantire una adeguata remunerazione dei lavoratori, assicurare la sicurezza sul lavoro, evitare di arrecare danni ambientali...
2. le amministrazioni pubbliche e le istituzioni non profit nel perseguimento di finalità di carattere “sociale” non possono
trascurare le condizioni di equilibrio economico pena la sopravvivenza stessa delle aziende e quindi il raggiungimento dei fini
istituzionali.

SOCIETÀ BENEFIT (BENEFIT CORPORATION)


• i comportamenti socialmente responsabili, su base volontaria, possono essere identificativi delle cosiddette «società benefit»
➢ che è una particolare forma giuridica che prevede che nell’oggetto sociale sia inclusa la creazione di valore per tutti gli
stakeholder, esplicitando chiaramente le finalità di beneficio comune che si intendono perseguire.
➢ La società benefit è tenuta a redigere ogni anno una relazione
relativa ai progressi fatti e agli impatti generati, da allegare al bilancio
comprende la descrizione degli obiettivi, delle modalità e delle azioni attuate dagli amministratori per il perseguimento
del bene comune e delle eventuali circostanze che lo hanno impedito o rallentato.

L’ECONOMIA AZIENDALE

• è quel ramo dell’economia che indaga le modalità di funzionamento economico (“ordine economico”) degli istituti.
Studia il sistema di amministrazione economica, riconducibile ai PROCESSI di GESTIONE, di ORGANIZZAZIONE e di RIVELAZIONE.
• Per l'economia aziendale non interessa lo status giuridico dell'azienda.
L'importante è definire la NATURA PUBBLICA o PRIVATA dell’istituto (il tipo di interesse cui si risponde con una determinata
attività) = dallo "status giuridico" e dalla "tipologia dei processi economici svolti" dall’azienda.
IMPRESA PUBBLICA

• si è in presenza di un’impresa pubblica quando la produzione di un certo servizio pubblico, può essere realizzata attraverso
l’attività economica di impresa con capitale detenuto integralmente o in maggioranza da un’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
(Stato, Regione, Comune).
obbiettivi
➢ remunerare il capitale investito (tramite i dividendi)
➢ realizzare politiche e perseguire finalità di interesse generale attraverso la produzione diretta di beni e servizi
(es. nel trasporto pubblico: prezzi ridotti, accesso universale, servizi per particolari segmenti di utenti, tutela
dell’ambiente, etc.).

IMPRESE SOCIALI, “SOCIAL ENTERPRISES”


➢ Sorgono per INIZIATIVA PRIVATA e con prevalente attività di PRODUZIONE ECONOMICA per il MERCATO
➢ Coniugano il fine della RENUMERAZIONE del CAPITALE INVESTITO con il perseguimento di FINI SOCIALI GENERALI,
limitando per statuto la distribuzione dei dividendi ai conferenti di capitale-risparmio
(NB scelta voluta dai conferenti capitale)
➢ In Italia la qualifica giuridica di Impresa Sociale può essere acquisita da enti privati e società che esercitano in via stabile e
principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per FINALITA’ CIVICHE, SOLIDARISTICHE E DI
UTILITA’ SOCIALE
regolamentata dal decreto legislativo 112/2017.
➢ Un’Impresa Sociale può svolgere solo le attività di interesse generale previste dalla legge.
➢ All’Impresa Sociale è ammessa la possibilità di RIPARTIRE GLI UTILI, seppure in forma limitata.
➢ Le Cooperative Sociali e i loro consorzi acquisiscono di diritto la qualifica di Impresa Sociale.
➢ È inoltre considerata di interesse generale – indipendente dal suo oggetto – l’attività di impresa nella quale, per il
perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, sono occupati LAVORATORI SVANTAGGIATI o con
DISABILITA’, nonché persone beneficiarie di protezione internazionale, persone senza fissa dimora.

CONDIZIONI DI FUNZIONAMENTO DELL’AZIENDA


Durabilità, autonomia, economicità rappresentano regole di condotta valide per tutte le aziende, indipendentemente dall’istituto

• DURABILITA’ (going concern)


l’azienda per garantire il raggiungimento dei fini di istituto, deve svolgersi secondo condizioni di funzionamento che
garantiscano la vita duratura dell’istituto

• AUTONOMIA ECONOMICA
non ricorso a coperture o sostegno da parte di altre aziende
ex. la famiglia può vivere con sussidi pubblici ricorrenti da parte della pubblica amministrazione
Impresa in perdita che ricorre sistematicamente ad aumenti di capitale, oppure a vantaggi di tipo fiscale
PA con elevato debito pubblico a carico delle future generazioni

• ECONOMICITA’ (equilibrio economico)


cioè l’attività deve essere in grado di generare risorse sufficienti a remunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo
utilizzate per raggiungere i fini di istituto

• Equilibrio a 360°
l’equilibrio economico non può essere ottenuto a svantaggio di una congrua remunerazione dei lavoratori e dei conferenti
capitale-risparmio oppure a danno della collettività
(ex. grazie all’evasione fiscale, a comportamenti inquinanti, etc.)
-L’equilibrio economico va perseguito nel tempo, non necessariamente in un dato istante (aspetto dinamico)
STRUTTURA DELLE AZIENDE
• ASSETTO ISTITUZIONALE
➢ l’insieme dei soggetti e degli interessi convergenti sull’azienda
➢ e dalle regole e dai meccanismi messi in atto per far sì che i diversi interessi ed i diversi soggetti interagiscano nelle
decisioni aziendali in modo equilibrato
• COMBINAZIONI ECONOMICHE
➢ Le caratteristiche delle operazioni economiche svolte dalle persone che operano nelle aziende
• ORGANISMO PERSONALE
➢ l’insieme unitario delle persone che, con il proprio lavoro, partecipano direttamente allo svolgimento dell’attività
economica dell’istituto
• ASSETTO ORGANIZZATIVO
➢ le modalità di distribuzione delle responsabilità delle persone nell’azienda e l’insieme delle regole (sistemi operativi) che
consentono il governo dell’azienda
• PATRIMONIO
➢ l’insieme delle condizioni di produzione e di consumo a disposizione per il perseguimento dei fini
• ASSETTO TECNICO
➢ è dato dalla configurazione fisico-tecnica dell’azienda con riguardo in generale ai diversi aspetti del suo funzionamento
(processo di produzione, spazi fisici, operazioni svolte, tecnologie utilizzate)

ASSETTO ISTITUZIONALE
• L’azienda si caratterizza per una pluralità di persone portatrici di interessi diversi (STAKEHOLDERS)
• Gli INTERESSI hanno una duplice natura:
- economica (attese di redditi, remunerazioni, disponibilità di condizioni di produzione e di consumo);
- non economica (attese sociali, etiche, politiche).

• due tipi di soggetti, i quali sono interessati all’azienda per motivi diversi
1. SOGGETTO d’ISTITUTO
l’insieme dei soggetti per i quali l’attività dell’istituto viene realizzata per soddisfare i loro interessi.
I loro interessi hanno dunque natura “istituzionale”
- per la famiglia e le istituzioni non profit sono le persone e i membri costitutivi
- per le amministrazioni pubbliche sono tutti i cittadini,
- per l’impresa i soci conferenti capitale-risparmio
2. SOGGETTI ESTERNI all’ISTITUTO
l’insieme dei soggetti portatori di interessi rilevanti ma privi del carattere “istituzionale”.
-nell’impresa la collettività in senso lato (es. il rispetto per l’ambiente, il pagamento dei tributi...),
i clienti (es. con riferimento alla qualità dei prodotti), i fornitori e i concorrenti nei confronti della stessa.
SOGGETTO ECONOMICO
• insieme di persone che portano INTERESSI PRIMARI di tipo ECONOMICO
interessate al fatto che l’azienda esista e prosperi perché da tale condizione dipende la capacità di soddisfare i bisogni
economici

• Il soggetto economico e di istituto coincidono quando tutti i membri dell’istituto hanno sia interessi economici istituzionali e
sia non economici istituzionali.
(tale situazione si riscontra normalmente nelle famiglie, imprese, amministrazioni pubbliche.)

• sono possibili eccezioni in relazione al livello di criticità dei corrispondenti interessi, sono membri del soggetto economico:
- famiglia: tutti i membri che la compongono.
- Imprese: i conferenti di capitale proprio ed i prestatori di lavoro
- PA: tutti i membri della collettività politico-amministrata ed i prestatori di lavoro.

CHI HA IL DIRITTO E IL DOVERE DI GOVERNARE L’AZIENDA ?


• Ai componenti del soggetto economico di istituto spettano le responsabilità massime di governo dell’istituto stesso
(definizione dei fini, campo di attività, sviluppo, ovvero le scelte fondamentali sullo sviluppo strutturale aziendale)

• sono anche responsabili della sopravvivenza economica dell’istituto nel tempo (PRINCIPIO DELL’ECONOMICITA’)
al fine di salvaguardare il CONTEMPERAMENTO degli INTERESSI (economici e non) di tutti i soggetti

SOGGETTO ECONOMICO “IMPROPRIO”


• Può accadere che un insieme ristretto di persone, interne o esterne all’azienda (es. azionisti di maggioranza, gruppi di
pressione politica) esercitino per propri fini le prerogative spettanti in modo unitario ai membri del soggetto economico,
➢ dando così luogo alla formazione di un soggetto economico improprio.
➢ Tale situazione può portare al perseguimento di interessi particolari a danno degli interessi unitari e pregiudicare lo
sviluppo aziendale.

LA GOVERNANCE DELL’AZIENDA
• Come si esercita il governo economico dell’azienda quando i membri del soggetto economico sono in gran numero?
occorre individuare modalità atte a rappresentare negli organi decisionali gli interessi di tutti i membri del soggetto
economico, delle modalità idonee a garantire il contemperamento degli interessi dei vari membri del soggetto economico
L’AZIENDA COME SISTEMA

• le relazioni che si vengono a creare tra le persone e l’attività aziendale, e tra questi e soggetti esterni
creano una fitta rete di relazioni, condizionamenti e complementarietà.
Il sistema aziendale è un insieme di elementi legati da relazioni di interdipendenza

• L’azienda è rappresentata come insieme di elementi che interagiscono tra loro e con l’ambiente esterno in termini di:
Risorse→ Attività→ Risultati
(Attività – processi di produzione e consumo)

• La natura aperta del sistema aziendale discende dal suo operare in un ambiente da cui riceve le risorse necessarie ad operare
a cui restituisce i beni ed i servizi destinati alla creazione di utilità e di valore che ne legittima l’esistenza stessa

APPROCCIO SISTEMICO
L’approccio sistemico mette in evidenza come esistano, a fianco di relazioni di tipo causa-effetto,
➢ RELAZIONI DI COMPLEMENTARIETA’
ossia caratterizzati dal fatto che i soggetti entrano in relazione per concorrere ai risultati del sistema

Ciascun componente dell’azienda, infatti, orienta i propri comportamenti a seguito di stimoli ricevuti dall’interno dell’azienda e
dall’esterno, al fine di adeguare la propria situazione alle mutate condizioni.

RELAZIONI DI INTERDIPENDENZA
• Ciò che “entra” nell’azienda-sistema, cioè ciò che influenza il funzionamento, non sono solo poche risorse,
ma è anche un insieme variegato di CONDIZIONI di CONTESTO, di ASPETTATIVE, di PRESSIONI e di VALORI SOCIALI.
▪ L’azienda contribuisce a sua volta, attraverso la sua azione, ad influenzare l’ambiente di riferimento

UTILITÀ DELL’APPROCCIO SISTEMICO


Alcune conseguenze dell’approccio sistemico

VISIONE OLISTICA
➢ Le diverse persone e le diverse attività delle aziende possono essere analizzate isolatamente o per sotto-sistemi
(ad esempio una divisione organizzativa interna o un’area di business.),
ma devono sempre essere messe in relazione con il contesto specifico in cui sono inserite (l’azienda nella sua unitarietà),
non ultimo in relazione alle finalità verso cui il sistema si orienta (i fini istituzionali delle aziende).

APPROCCIO “CONTINGENCY”
➢ La specificità di ogni azienda,
che si manifesta nell’impossibilità di uniformare e standardizzare gli elementi in ingresso del sistema,
al fine di garantire il raggiungimento di particolari risultati da parte dell’azienda.

CENTRALITA’ DELLA PERSONA


➢ l’attività delle aziende è il risultato di attività, scelte o decisioni di persone
l’effettivo raggiungimento dei fini aziendali è subordinato dalle caratteristiche e comportamenti delle persone in azienda

L’AMBIENTE ESTERNO ALL’AZIENDA


• Le decisioni economiche e i risultati dell’azienda sono influenzate dall’insieme delle condizioni e dei fenomeni nell’ambiente
esterno di riferimento
➢ Queste condizioni e fenomeni vincolano, stimolano o indirizzano le scelte aziendali.
➢ sopravvivenza aziende nel tempo dipende dalla comprensione di tali condizioni e da una strategia aziendale di successo.
(Per tale motivo l’economia aziendale studia anche l’ambiente degli istituti e le relazioni di influenza reciproca tra istituti e ambiente.)

LE VARIABILI DI AMBIENTE
Le condizioni esterne di ambiente che influenzano le aziende =
▪ POLITICHE e ISTITUZIONALI
normative sulla tutela dei lavoratori e dei consumatori, della concorrenza, ordinamento giuridico, sistema di governo,
cambiamenti politici, politiche economiche…
▪ SOCIALI e CULTURALI
trend demografici, caratteristiche dei bisogni e consumi, immigrazione, istruzione, competenze dei lavoratori, corruzione...
▪ ECONOMICHE
tasso di crescita dell’economia e della domanda, concorrenza, tassi di interesse, inflazione, tassi di cambio, regime fiscale e
livello di tassazione, livello di occupazione, infrastrutture…
▪ TECNOLOGICHE
nuove tecnologie, innovazione nei processi, scoperte scientifiche…

VINCOLI…
• vi sono fattori esterni non sono influenzabili dall’azienda e rappresentano quindi dei vincoli rispetto alle scelte aziendali
(ex. le normative in materia di inquinamento ambientale definite dalle amministrazioni pubbliche per regolare l’attività delle
imprese rappresentano un vincolo esterno alle decisioni del management)
➢ Tale vincolo impatta l’attività dell’impresa in termini di aumento di costi di produzione per l’utilizzo di particolari tecnologie
e processi non inquinanti, controlli interni per la riduzione dei rischi, preparazione dei lavoratori, etc.

…E OPPORTUNITA’
• Le condizioni esterne possono anche rappresentare delle opportunità e consentire lo sviluppo dell’attività aziendale e il
successo nel raggiungimento dei fini

ex. impresa = l’adozione di una nuova tecnologia in anticipo rispetto ai concorrenti (competitors) consente di ottenere un
vantaggio competitivo
PA = l’innovazione tecnologica nei processi consente di soddisfare a costi inferiori e in modo efficace un maggior numero di
utenti/cittadini

ATTENZIONE AI FATTORI COMPETITIVI


• L’impresa non deve necessariamente utilizzare le nuove tecnologie in ogni circostanza.
➢ I costi di conversione possono talvolta essere elevati e in alcuni casi la scelta di mantenere metodi di produzione
“tradizionali” può essere un fattore di successo per l’azienda

ex: alcuni beni la cui qualità e valore sul mercato è legata in modo determinante alla componente “manuale” della produzione
(es. abiti di alta moda) potrebbero continuare ad essere prodotti in modo tradizionale e restare competitivi ad un prezzo
elevato. In questo caso le tecnologie automatizzate potrebbero non essere in grado di sostituire completamente la produzione
oppure, in termini competitivi, può essere opportuno puntare sulla qualità “artigianale” del prodotto.
L’AMBIENTE COME RISULTATO DEI COMPORTAMENTI AZIENDALI
➢ Le variabili di ambiente influenzano le aziende le quali, attraverso le loro scelte e comportamenti
generano interazioni e relazioni tra le variabili
che a loro volta contribuiscono dinamicamente a definire nuove condizioni di ambiente

➢ il rapido sviluppo delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) ha consentito la nascita di nuove imprese che
puntano sulla condivisione, collaborazione e coproduzione dei servizi tra gli utenti, (car pooling e car sharing).
Tali imprese hanno colto un bisogno di consumo latente, non soddisfatto prima, creando così nuova domanda e nuove
pressioni competitive nell’ambiente tanto per le imprese esistenti, quanto per le PA nella loro funzione di tutela e risposta
ai bisogni collettivi
Impatto su settore (es. taxi e trasporto urbano)
Impatto su PA (es. regolazione, tutela cittadini, ecc.)

AMBIENTE

AMBIENTE NON ECONOMICO • variabili politico-istituzionali


• variabili socio-culturali
• variabili tecnologiche
AMBIENTE ECONOMICO • settori e mercati
• domande e offerta di lavoro, capitali e beni
• politiche economiche
• e finanziarie della PA

SETTORI E MERCATI
MERCATI
➢ Insieme delle negoziazioni omogenee di approvvigionamento e cessione di beni e capitali delle aziende.
➢ Si hanno così i mercati di acquisto e vendita che danno origine, a livello di sistema economico complessivo, alla domanda e
offerta aggregata di condizioni di produzione e consumo (lavoro, beni e capitali)

SETTORI (Nell’ambito di uno stesso mercato o in mercati collegati è possibile individuare uno o più settori)
➢ insiemi di aziende accomunate dallo svolgimento di processi economici simili e legate da relazioni di concorrenza o altro
tipo (es. nel mercato dell’abbigliamento si individuano i settori dell’abbigliamento sportivo, dell’intimo, dell’alta moda, etc.)

L’IMPORTANZA del SETTORE


• analisi del settore è importante per l’impresa, in quanto rappresenta il contesto competitivo in cui sono assunte le decisioni,
condiziona i comportamenti aziendali e dunque i risultati economici.
• Alcune teorie sull’impresa hanno sostenuto che la redditività delle aziende in un determinato settore è influenzata dalla
struttura del settore stesso (modello cosiddetto “struttura-condotta-performance”).
IL FOCUS DELL’ANALISI A ZIENDALE
• Questo variegato e composito insieme di condizioni e manifestazioni dell’operare di singole aziende o insiemi di aziende può
essere indagato con riferimento a diversi ambiti in relazione:
▪ alla struttura giuridica formale dell’azienda;
▪ alla singola azienda nel suo complesso o una parte di essa (es. alcune specifiche aree di attività);
▪ ai settori e ai mercati;
▪ ai gruppi e agli aggregati di aziende.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE PER SETTORE


• Settore PRIMARIO = agricoltura, pesca, allevamento, etc.
SECONDARIO = attività manifatturiere e industriali)
TERZIARIO = servizi, pubblica amministrazione
TERZIARIO AVANZATO = informazione e comunicazione, cultura e spettacolo, start-up, etc.

LE RELAZIONI TRA AZIENDE


RELAZIONI INTERAZIENDALI
• sono relazioni di varia natura tra aziende appartenenti alla stessa classe o non nel perseguimento dei fini d’istituto
osservabili in termini di FLUSSI e fanno riferimento ai processi economici di produzione, consumo, risparmio ed investimento
• Le relazioni interaziendali sono di natura “istituzionale” ovvero sono attivate per il perseguimento dei fini aziendali

LE RELAZIONI DI SCAMBIO
• Tali relazioni fanno riferimento alla cessione/trasferimento di condizioni di produzione e consumo tra istituti diversi
possono avvenire sulla base:
➢ di un rapporto di convenienza particolare
➢ di logiche diverse dalla convenienza particolare

SCAMBIO SECONDO LOGICHE DI CONVENIENZA PARTICOLARE


SCAMBIO DI MERCATO
• attraverso la formazione di un prezzo, espressione di un valore omogeneo del rapporto costi/sacrifici e benefici/utilità
connessi al processo di trasferimento. Quando c’è uno scambio monetario diretto
• tale situazione configura una situazione di scambio tipico o scambio di mercato
Ovvero di scambio di condizioni generali di produzione contro il pagamento di un prezzo: ex.
- cessione di beni e servizi dalle aziende di produzione alle altre aziende e relativi flussi monetari;
- cessione di capitale a titolo di prestito dalle aziende di produzione (in particolare le banche e gli intermediari finanziari)
alle altre aziende e i corrispondenti flussi monetari (interessi e rimborsi).

SCAMBIO SECONDO LOGICHE DIFFERENTI


Nel caso dell’AZIENDA lo scambio può riguardare le relazioni che si instaurano a fronte dei processi di trasferimento di
condizioni primarie di produzione (capitale-risparmio e lavoro), configurando una relazione di partecipazione che non comporta
prezzi, bensì remunerazioni :
- gli apporti di capitale-risparmio delle famiglie verso le altre aziende
e tra le aziende stesse e le relative remunerazioni (dividendi e interessi) e rimborsi;
- le prestazioni di lavoro e rese dai membri delle famiglie e le relative remunerazioni ottenute presso imprese, amministrazioni
pubbliche e istituzioni non profit.

SCAMBIO NON DI MERCARO


Queste relazioni fanno riferimento al rapporto con la comunità amministrata a fronte dei tributi richiesti, riguarda le PA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:
- l’erogazione di beni e servizi pubblici dalle amministrazioni pubbliche verso le altre aziende e i relativi flussi monetari
(es. tariffe e tributi)
- riflettono anche finalità di interesse generale (accesso universale ai servizi, equità, trasparenza)
L’AMBIENTE COMPETITIVO DELLE IMPRESE
• decisioni e comportamenti assunti dalle singole imprese (strategie) in un determinato settore o mercato
per ottenere un VANTAGGIO COMPETITIVO rispetto ai concorrenti
( La scelta del sistema competitivo in cui operare è rilevante per l’impresa in quanto condiziona in termini generali la sua
capacità di produzione economica e quindi la sua sopravvivenza nel tempo)

IL MODELLO DI PORTER

La teoria ha identificato il sistema competitivo come un insieme di pressioni concorrenziali esercitate sull’impresa
da cinque classi di soggetti:
1. i CONCORRENTI, ovvero le imprese che operano nello stesso settore;
2. i CLIENTI;
3. i FORNITORI;
4. i POTENZIALI ENTRANTI;
5. i PRODUTTORI di BENI SOSTITUTIVI, ovvero le imprese che offrono beni alternativi e sostitutivi dei prodotti dell’impresa

• Queste pressioni agiscono con diversa intensità a seconda del settore e ne determinano la redditività conseguibile
Tanto più intense sono le pressioni competitive e tanto più difficile è per l’impresa conseguire livelli di redditività elevata
L’obiettivo dell’impresa è quello di attenuare l’effetto di tali pressioni e riuscire ad influenzarle a proprio favore

• Le relazioni interaziendali non sono solo di rivalità tra concorrenti


ma anche di collaborazione tra aziende finalizzate a ridurre la pressione competitiva esterna e la dipendenza dalle risorse
- Le collaborazioni tra aziende si manifestano secondo diverse modalità e intensità quali accordi contrattuali, joint venture,
partecipazioni al capitale, fusioni e acquisizioni
AZIENDE PUBBLICHE

L’EVOLUZIONE DEL RUOLO E DELLE FUNZIONI


Le finalità degli istituti pubblici evolvono a seconda del ruolo assegnato all’intervento pubblico all’interno della società,
l’evoluzione dei sistemi sociali (ed economici) ha determinato il succedersi di differenti MODELLI di STATO

FUNZIONI
“PUBBLICISTICHE”

IL RUOLO DELLE AZIENDE PUBBLICHE


• All’interno di tale contesto le aziende pubbliche, strumentali alla realizzazione delle funzioni pubbliche, si sono evolute
nell’arco di tempo considerato per quanto riguarda:
➢ Le regole di funzionamento;
➢ L’entità e la forma delle relazioni interaziendali sia di carattere “funzionale” (operate nello svolgimento delle funzioni
pubbliche) che “istituzionale” (che regolano i rapporti interni al sistema pubblico);
➢ Le modalità di svolgimento delle funzioni istituzionali, ovvero le modalità di risposta ai bisogni pubblici.
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E PRIVATA
• Le riforme della PA attuate a partire dagli anni ‘90 hanno inteso dare strumenti e logiche a sostegno della riconosciuta natura
aziendale delle amministrazioni pubbliche
• Ciò non significa disconoscerne il carattere “pubblico”, ma favorire un miglioramento della gestione economica dell’apparato
strumentale (l’azienda) di tali istituti
• In altre parole, gli interventi hanno inteso rafforzare la dimensione aziendale delle amministrazioni pubbliche, non
trasformarle in imprese.

D IFFERENZE TRA IMPRESE E PA

REVISIONE DELLA RELAZIONE TRA PA E AZIENDE PRIVATE (PROFIT E NON PROFIT)


C’è stata una revisione delle modalità di relazione tra soggetti pubblici e privati.
Nascono nuove forme contrattuali e organizzative miste tra pubblico e privato.

• esternalizzazione nella gestione di alcuni servizi (contratti di servizio secondo la logica acquirente/fornitore);
• privatizzazione formale e sostanziale (trasformazione in società di capitali degli apparati aziendali che si occupavano della
produzione di servizi pubblici, con l’eventuale entrata di soggetti privati nel capitale e nella gestione);
• ritorno di alcuni settori alla logica del mercato, regolato dai soggetti pubblici per assicurare la garanzia degli interessi pubblici
(utilities);
• sviluppo di una capacità di interazione per la promozione dello sviluppo economico e sociale (piani territoriali, contratti
d’area, piani strategici di sviluppo, ecc.)

“SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE”
• vi sono aree di bisogno (giustizia, ordine pubblico) che non possono essere gestite da privati,
mentre vi sono molte aree di attività (utilities) il cui interesse pubblico permette il coinvolgimento del privato come
gestore/erogatore.
• lo svolgimento delle proprie funzioni (aziende non profit) avviene mediante l’attivazione di una rete di soggetti pubblici, privati
e non profit, in grado di massimizzare le risorse umane

In altre parole
In alcune aree di bisogno (sanità, utilities, verde pubblico..) il perseguimento dei fini economici del privato può essere realizzato all’interno di sistemi di regole e accordi contrattuali
con l’ente pubblico titolare della relativa funzione pubblica,
mentre quest’ultimo può conseguire notevoli margini di risparmio dati dalla specializzazione e capacità imprenditoriale dei privati.
IL NUOVO RUOLO DELLA PA
• nascono politiche di co-finanziamento e sostegno pubblico di iniziative avviate da aziende non profit e imprese sociali (social
impact investing), interventi coordinati tra la PA i volontari delle associazioni, concessione della gestione di determinati servizi
pubblici (es. la gestione dei parchi cittadini, recupero spazi urbani

LE PUCULIARITA’ DELLE AZIENDE NON PROFIT

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