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“l’azienda”

parte prima, capitolo primo


ogni uomo matura bisogni di diversa intensità e natura sia come individui sia come
gruppi di individui, Questi bisogni per essere soddisfatti necessitano di beni (utilità)
che esistono in quantità limitata e non sono di immediata disponibilità.la
disponibilità di questi beni può derivare infatti solo dallo svolgimento dell’attività
economica che consiste nel complesso di quelle azioni coordinate necessarie per la
produzione dei beni necessari al soddisfacimento dei bisogni, quindi beni economici.
La scarsità delle risorse, di beni che sono limitati, impone criteri di razionalità Nella
realizzazione dell’attività economica ed obbliga a ricercare le modalità per
massimizzare il loro uso. I comportamenti dell’agire economico sono condensati in
un principio fondamentale della teoria economica: il principio del minimo mezzo (o
del massimo risultato), secondo il quale nell’attività economica si deve tendere ad
ottenere un dato risultato con il minor impiego di risorse, ovvero il massimo
risultato dall’impiego di un dato insieme di risorse.
legate a questo principio ci sono due dimensioni fondamentali dell’attività
economica ossia:
•L’efficacia, raggiungimento dell’obiettivo preposto dall’individuo
•L’efficienza, intesa come capacità di raggiungere l’obiettivo con il minimo impiego
di risorse. Per poter parlare di efficienza è necessario partire dal presupposto di
efficacia.
Per bene economico ci si riferisce ai prodotti in senso stretto ed ai servizi
la produzione di beni economici nel significato ampio ad essi attribuibile non è in
grado di condurre al soddisfacimento dei bisogni se non è associata alla fase di
consumo infatti l’attività economica comprende:
la produzione ed il consumo dei beni economici destinati al soddisfacimento dei
bisogni.
il problema della scelta dell’uso delle risorse scarse tra fini alternativi è stato
analizzato in economia con la concezione di homo economicus Ossia di un soggetto
la cui azione si fonda sulle sole motivazioni economiche e rispettando criteri di
coerenza interna e prescindendo dal contesto di attività.
peraltro col trascorrere del tempo numerosi eventi hanno alimentato lo sviluppo e
l’incremento del grado di complessità dell’attività economica:
•Introduzione della moneta che ha agevolato la diffusione degli scambi e
l’assegnazione di valori omogenei i beni economici. In un’economia monetaria,
ciascun bene e misurato dalla stessa unità di misura scambiato contropartita ad una
data quantità di moneta superando le difficoltà tra domanda e offerta proprio del
baratto.
•la diffusione della divisione del lavoro, in questo modo si è favorito l’aumento del
grado di efficienza in virtù dell’acquisizione di competenze ed abilità specifiche.
•la scoperta di nuove tecnologie
•la crescente importanza di associare al carattere strettamente economico di utilità
anche quello di benessere sociale degli agenti economici.
Queste circostanze hanno determinato il trasferimento dell’attività economica
all’interno di strutture di organismi complessi fondati su processi organizzati e
razionali. In altre parole può dirsi che ai fini dal razionale svolgimento di attività di
tipo economico si ricorre a strutture organizzative denominate aziende.
L’azienda: qualsiasi organismo o unità economica che svolge un’attività di
produzione e di consumo.
La tradizionale classificazione funzionale tra azienda di produzione (o impresa) ed
azienda di consumo (o di erogazione), in entrambi i casi l’unità economica si pone in
rapporto con i bisogni ma l’impresa svolgendo funzione di produzione di beni e
servizi destinati allo scambio soddisfa in modo indiretto i bisogni; L’azienda di
consumo raccoglie risorse necessarie per l’acquisizione di beni e lo svolgimento di
servizi destinati al diretto soddisfacimento dei bisogni.
inoltre le aziende di produzione sono indirizzate alla creazione dei prodotti le
aziende di consumo all’utilizzo delle risorse disponibili.
inoltre una volta conclusi i processi produttivi i beni economici ottenuti possono
essere beni di consumo finale e quindi destinati al mercato in senso stretto oppure
essere beni di consumo intermedi cioè ancora fattori produttivi necessari per la
realizzazione di ulteriori fasi di produzione di altri beni economici.
Le imprese utilizzano le risorse finanziarie ricevute dei consumatori finali o
intermedi al momento del trasferimento dei beni economici con gli atti di vendita,
per rigenerare i cicli produttivi, acquistando i fattori produttivi necessari; gli individui
e le famiglie ricevono le risorse finanziarie cedendo all’impresa il proprio lavoro.
le imprese e le famiglie infine conferiscono una parte del loro disponibilità alle
pubbliche amministrazioni le quali erogano le risorse così ottenute per garantire la
fornitura di servizi di generale interesse.
tipologie aziendali
aziende di produzione:
attività,rivolta alla creazione di utilità economiche destinate al consumo, Che si
dirige a produrre beni non esistenti in natura, mettere nella disponibilità
dell’individui i beni scarsi esistenti in natura, offrire servizi di vario tipo.
ulteriore distinzione è quella tra le aziende di produzione originaria che sono
costituite da unità di produzione nelle quali l’attività svolta è alla base delle altre
attività produttive, in queste aziende rientrano le aziende minerarie ed estrattive,
agrarie e agricole, aziende vegetali, zootecnica; E aziende di produzione derivata che
si articolano in aziende industriali (attività di trasformazione delle materie prodotte
dalle aziende di produzione originaria per ottenere prodotti destinati al consumo),
aziende mercantili (che attuano il processo di distribuzione senza interventi di
trasformazione), aziende di servizi (attività che consiste nell’offerta di una
prestazione di servizi, prodotti in materiale) aziende finanziarie, bancarie e
assicuratrici.
dunque le aziende di produzione originaria costituiscono il settore primario; le
aziende di produzione derivata che si distinguono in industriali che costituiscono il
settore secondario e mercantili, finanziarie e servizi che costituiscono il settore
terziario.
Per filiera produttiva si intende un insieme di aziende di produzione che partecipano
ai vari stadi di trasformazione del processo produttivo.
azienda di erogazione:
prototipo di azienda di erogazione rappresentato dalla famiglia intesa in
un’accezione ampia che rappresenta la cellula della società, base dei sistemi
economico sociali. L’azienda familiare rappresenta la forma più antica di azienda
erogatrice in cui l’attività di soddisfacimento dei bisogni del nucleo familiare avviene
attraverso la raccolta di mezzi variamente provenienti dai componenti della famiglia.
in quest’ottica l’economia aziendale studia le relazioni economiche interne ed
esterne alla stessa da cui la denominazione di aziende familiari di consumo e di
gestione patrimoniale.
possiamo inoltre distinguere le aziende di erogazione in senso stretto e aziende
pubbliche di erogazione
aziende di erogazione in senso stretto: sono rappresentate da entità rivolte a
soddisfare i bisogni di soggetti interni alle stesse, attività che avviene tramite la
raccolta di risorse che questo tipo aziendale opera per soddisfare direttamente i
bisogni,Tra questo tipo di aziende, possiamo ricordare le associazioni e le fondazioni,
la differenza sostanziale tra le due tipologie è che nelle associazioni si fissano prima
gli obiettivi e sulla base di questi si apportano i mezzi necessari monetari; nelle
fondazioni si apportano prime capitali e solo in seguito si valuta quali possono
essere gli obiettivi raggiungibili.
Riconducibili alle associazioni sono quelle istituzioni volte al conseguimento di
obiettivi sociali che nascono e si sviluppano in seguito all’iniziativa di gruppi di
persone che spontaneamente impiegano risorse per rendere economicamente
sostenibili le attività coerenti con i valori individuali dei soggetti. Le fondazioni,
presso i mezzi necessari alla finalità possono derivare sia da fonti interne ma anche
da fonti esterne.
aziende pubbliche di erogazione:
sono aziende governate da soggetti di natura pubblica al fine di svolgere un’attività
di consumo rivolta al soddisfacimento diretto dei bisogni della collettività. possiamo
distinguere :
1 aziende pubbliche territoriali
mirano al soddisfacimento di determinati bisogni della collettività posta in una
circoscritta area territoriale come: lo Stato, le regioni, le province e i comuni.
queste aziende traggono i mezzi necessari per soddisfacimento dei bisogni dal
prelievo coattivo (Tributi) dai soggetti che fanno parte della collettività.
2 le aziende pubbliche funzionali
Esse sono definite anche enti pubblici non economici, erogano servizi ai cittadini ai
fini del soddisfacimento di singole categorie di beni.
A differenza delle aziende pubbliche territoriali, quelle funzionali non sono quasi mai
titolari di prerogative nelle decisioni politiche ma si limitano solo ad erogare servizi.
Ognuna di esse pur essendo dotata di autonomia tecnico operativa fa capo ad
un’azienda territoriale che ne costituisce l’ente sovraordinato.
le aziende pubbliche funzionali dipendenti da aziende territoriali si dividono in:
nazionali: Inps, Inail agenzia delle entrate
regionali: Asl Adisu
comunali o provinciali: Iacp Apt
il terzo settore: gli enti non profit
aziende la cui attività si prefigge il Perseguimento di un bene collettivo. In questi
contesti lucro si identifica come mezzo necessario al raggiungimento di finalità di
pubblica utilità e non anche quale scopo dell’attività. Si possono far rientrare nella
sfera del no profit e diversi tipi di attività privati tra cui l’ONG è l’ONLUS.
le aziende composte
azienda in cui i processi di produzione e consumo coesistono, i processi di
produzione possono essere di natura patrimoniale se riguardano operazioni di
gestione relativa al patrimonio o di impresa quando attengono alla produzione di
beni o servizi collocati sul mercato.
alcuni esempi di aziende composte sono le società miste di servizi pubblici dove
l’attività di produzione si intreccia con quella erogative incidendo sulla realizzabilità
Dei fini istituzionali di erogazione o consumo.
infine è importante sottolineare come non si debba cadere nel comune errore di
associare la sfera privata alle sole imprese e la sfera pubblica alle sole aziende di
erogazione in quanto nella realtà è possibile riscontrare:
1 imprese a controllo/Partecipazione pubblica, unità economiche rivolte alla
produzione di beni servizi la cui gestione lucrativa è limitata dall’ambito pubblico di
appartenenza che impone specifiche destinazioni del lucro.
Bisogna ricordare un intervento legislativo che ha operato una classificazione delle
società partecipate pubbliche distinguendo tra: società a controllo pubblico, società
a partecipazione pubblica, società in house.
2 aziende di erogazione aventi natura privata in quanto istituita e governate da
soggetti privati il cui intento è quello di realizzare attività non lucrative.
L’azienda di produzione e le sue componenti:
affinché la produzione sia attuata e necessario l’impiego di risorse destinate allo
scopo definite fattori produttivi, tra essi vi sono il capitale e del lavoro. Per capitale
si intende il potere di acquisto connesso alle disponibilità finanziarie. Capitale inteso
in un’accezione più ampia indica ogni bene idoneo per lo svolgimento dell’attività
produttiva, mentre il capitale strettamente inteso costituisce il fattore necessario
per l’acquisizione di altri fattori tecnici.
nel loro insieme capitale, fattore lavoro e i beni strumentali come intesi
costituiscono il patrimonio aziendale. In senso più ampio il capitale comprende ogni
bene che riveli un’utilità economica per il soggetto che lo impiega quindi può
coincidere tanto con il denaro o con altre disponibilità finanziarie equivalenti quanto
con altri beni e servizi destinati alla produzione e ottenuti sui mercati di scambio
cedendo le disponibilità finanziarie.
I fattori produttivi acquisiti sui mercati definiti di approvvigionamento vengono
impiegati successivamente per la trasformazione in prodotti o servizi collocati sui
mercati definiti di sbocco.in base a ciò è possibile evidenziare come le due tipologie
di fattore produttivo consentano di pervenire a due delle componenti del sistema
azienda:
1 il fattore capitale: tende a coincidere con i mezzi di cui l’azienda si deve dotare per
lo svolgimento della propria attività produttiva e che possono ricondursi tanto ai
mezzi finanziari quanto ai mezzi tecnico economici.
2 il fattore lavoro, consente di individuare la componente soggettiva all’azienda,
ossia la componente rappresentata dai soggetti che a vario titolo partecipano
all’attività di impresa.
Tutti i fattori produttivi costituiscono il patrimonio aziendale, quale grandezza
suscettibile di produrre ricchezza.
input ->trasf. economica->output

il sistema aziendale
ogni azienda può essere osservata come sistema di forze:
1 mezzi: Beni destinati alla produzione o al consumo
2 persone: gli individui che partecipano all’attività aziendale e forniscono il relativo
contributo
3 L’organizzazione componente immateriale che combina razionalmente le risorse al
fine di favorire la funzionalità per il raggiungimento degli scopi aziendali.
Le componenti sono inoltre strumentali all’attività di produzione consumo,
complementari poiché sono necessarie tutte per il raggiungimento delle finalità,
interdipendenti in quanto si stabiliscono tra S relazioni di varia intensità che
determinano la capacità dell’impresa di agire secondo parametri efficienza.
Di conseguenza l’azienda può definirsi un sistema di forze interdipendenti,
strumentali e complementari ai fini dello svolgimento dell’attività di produzione o di
consumo.
Struttura dell’azienda: l’azienda si articola in un insieme di soggetti elementi e
risorse di diversa natura che si possono classificare in base a diversi criteri. La
seconda prospettiva riguarda l’aspetto dinamico infatti l’azienda è costituita dal
movimento connesse operazioni di gestione.l’azienda quindi è ad un tempo una
struttura ed una coordinazione di azioni, Che collegano gli elementi della struttura.
L’insieme degli elementi costitutivi della struttura aziendale può denominarsi
patrimonio.
I caratteri distintivi del sistema aziendale:
gli elementi che costituiscono la struttura sono legati ad essi di complementarità e
interdipendenza che formano un complesso organizzato unitario ed unico, nel senso
che ciascuna impresa diversa da l’altra.
Alla base di questa rappresentazione dell’impresa si pone la definizione di sistema
come entità costituita da un insieme di elementi interrelate orientata
raggiungimento di un fine spesso caratterizzata da nessi di reciproca influenza con
altri sistemi esterni ad essa. Questa impostazione richiama alcuni concetti
fondamentali per lo studio di qualsiasi sistema: struttura, contesto ambientale,
controllo del sistema.
partendo da ciò quindi i sistemi possono essere classificati in relazione alla
complessità, al grado di intensità di interdipendenze con il contesto, alla capacità di
adattamento all’influenza dei fattori che provengono dal contesto esterno.
la teoria di andarci dalle sue origini ha individuato le potenzialità dei modelli
sistemici per spiegare la complessa fenomenologia e le aziende. Il più fecondo di
risultati e probabilmente il modello che individua l’azienda come sistema
economico, aperto dinamico, complesso, probabilistico.
Aperto in quanto vive in virtù di continui scambi con il contesto esterno; dinamico in
quanto caratterizzato da relazioni vitali tra gli elementi della struttura e interazione
con i sistemi esterni; complesso in considerazione della varietà e variabilità degli
elementi della struttura; probabilistico in quanto il funzionamento di risultato il
sistema è sottoposto all’incertezza. Questa prospettiva sistemica consente di
superare un’immagine statica del funzionamento delle aziende.
L’azienda come sistema aperto: il rapporto azienda-ambiente
L’azienda è un’organizzazione che agisce attraverso continui scambi di materia,
informazioni ed è inserita in un ambiente che la sintesi delle interazioni con i sistemi
che ne fanno parte te.l’ambiente offre opportunità cioè circostanze che possono
agire procurando vantaggi oppure vincoli.l’apertura del sistema produce un
progressivo stato di Disordine, contrastato dalla capacità di conservare le proprie
caratteristiche sviluppando processi di auto-regolazione, di adattamento alle
sollecitazioni dell’ambiente esterno. Innanzitutto possiamo distinguere l’ambiente
in; ambiente generale o macro ambiente ed ambiente specifico o micro ambiente
il macro ambiente richiama condizioni e caratteristiche relative all’ambito più ampio
E l’influenza degli scambi è solo in diretta rappresentando la cornice fatta di
circostanze che intervengono nell’agire di tutti gli operatori; il micro ambiente
composto dagli operatori, agenti economici con i quali interagisce sulla base di
scambi di mercato È influenza sulla struttura é diretta.
Macroambiente È composto da alcuni sottosistemi: ambiente fisico naturale,
ambiente politico istituzionale, ambiente socio culturale, ed economico generale.
il micro ambiente: come abbiamo già detto costituito dalle organizzazioni con cui
l’impresa interagisce sulla base di scambi di mercato. Gli scambi avvengono in luoghi
di scambio Che possono essere classificati in: mercato delle materie prime, mercato
del lavoro mercato dei capitali, mercati di sbocco.
ciò comporta rapporti tra l’azienda e il sistema sociale indipendenza del manifestarsi
del processo produttivo. L’articolazione dell’ambiente aiuta a comprendere la
complessità delle dinamiche che concernono attività di impresa. Questo modello
però non cogliere le molteplici variabili che definiscono in modo più esaustivo il
sistema competitivo proprio di ogni impresa. È necessario perciò richiamare il
concetto di settore, definito da un aggregato di imprese similari in base ad uno o più
criteri. Una pluralità di imprese può essere circoscritta in un dato settore se queste
vogliono gli stessi processi di acquisizione dei fattori produttivi, Ricorrendo ai
medesimi mercati o realizzano attraverso processi produttivi gli stessi prodotti si
utilizzano gli stessi mercati di sbocco.
L’azienda sistema dinamico e complesso: la condizione di economicità
un’espressione del valore creato da un’impresa e quella del cosiddetto valore
aggiunto, dato dalla differenza tra il valore dei prodotti sul mercato e il valore delle
risorse consumate nella produzione.
Il valore aggiunto dell’impresa. La sua determinazione è importante per segnalare le
imprese che agiscono secondo parametri di efficienza.
la realizzazione di prodotti o servizi innovativi contribuisce alla diffusione del
benessere e conferisce rilevanza sociale all’attività dell’impresa.la ricchezza creata
dall’impresa che si realizza concretamente con la collocazione dei beni economici
prodotti sul mercato non è fine a se stessa. Si pone il problema della distribuzione
della ricchezza creata tra coloro che hanno partecipato all’attività di impresa,
soprattutto coloro che hanno conferito ai fattori produttivi originali, Capitale e
lavoro E lo Stato che con l’imposizione fiscale trova risorse necessarie per la
fornitura di servizi di pubblica utilità. La distribuzione del valore emergere interessi
contrapposti ma trova sempre il proprio presupposto della condizione fondamentale
di tale economicità nel senso che l’azienda deve produrre e distribuire ricchezza,
creare valore.
Ciascuna impresa costituisce un’organizzazione che svolge la funzione strumentale
della produzione.non esiste l’impresa da dove si svolge un singolo atto di
produzione. In quanto struttura permanente l’impresa tende a perpetuare la propria
esistenza attraverso la continuità dei processi di produzione. Il carattere della
continuità presuppone che l’impresa crea valore durevolmente, solo tramite la
creazione di valore. si formano condizioni per rigenerare i processi produttivi.
Al carattere di continuità è connesso a quello di autonomia economica dell’impresa
che si correla alla ricerca delle condizioni di equilibrato funzionamento per
rispettare il vincolo dello svolgimento duraturo dell’attività di produzione e capacità
di conseguire le finalità della creazione di ricchezza.in tal senso l’autonomia è una
qualificazione del carattere della continuità.carattere dell’autonomia non deve
intendersi come chiusura del sistema aziendale ma quale capacità dell’impresa di
perseguire a regime condizioni di funzionamento atte a consentire la rigenerazione
dei processi e l’auto potenziamento, limitando la dipendenza economico finanziaria
da terze economie. Da ciò la caratterizzazione del sistema aziendale quale sistema
autopoietico.
L’azienda sistema probabilistico: il rischio economico di impresa, la razionalità
amministrativa e la responsabilità sociale
L’impresa nasce in virtù di un capitale investito. Tale remunerazione è aleatoria in
quanto sarà resa possibile solo se l’impresa sarà nella condizione di creare valore. I
fattori produttivi specifici e di lavoro sono tenuti in base a relazioni di scambio che
avvengono ex ante rispetto alla fase di trasformazione economica e comportano
l’investimento dei mezzi finanziari e condizionate da vincoli giuridici. questi scambi
quindi precedono il collocamento sul mercato dei prodotti. Il capitale originario
invece essere remunerato solo se l’impresa crea valore nella misura adeguata, è una
remunerazione ex post e perciò eventuale, residuale.dunque questa circostanza
comporta che è connaturato all’attività dell’impresa il rischio cioè la possibilità che i
processi produttivi non si concludono con la creazione del valore sufficiente a
remunerare i fattori produttivi. Si tratta di un rischio speculativo nel senso che gli
effetti connessi agli accadimenti futuri possono essere sia di tipo positivo sia
negativo. Il concetto di rischio è conosciuto come rischio economico di impresa.
questo concetto trova ragione nel fatto che la gestione di ogni impresa presuppone
anteriormente l’impiego di capitale.Il rischio economico di impresa risultando
riferito al sistema aziendale in quanto sistema economico aperto e dinamico trova la
propria origine dall’incertezza concernente la futura evoluzione dell’ambiente in cui
l’azienda opera e con cui interagisce. Peraltro verso si inquadra il rischio di impresa
quale rischio sistemico rappresentativo di un insieme di rischi specifici sia nella
natura sia della dimensione temporale che grava secondo diverse graduazioni su
tutti i i portatori di interessi nell’azienda.
il rischio di impresa non può e non deve intendersi riferito al solo imprenditore ma
comune a tutti i soggetti coinvolti.essendo l’azienda anche un sistema aperto
bisogna evidenziare come i soggetti che a vario titolo sono portatori di interessi
nell’impresa non coincidano con la sola componente personale del sistema di forze,
bisogna distinguere: i portatori interni di interessi rappresentati dai proprietari,
amministratori e lavoratori dipendenti; i portatori esterni di interessi costituiti da
tutte le categorie di soggetti variamente interessati all’andamento aziendale ad
esempio i finanziatori esterni.
Compito degli organi aziendali di governo individuare i processi gestionali che e
meglio neutralizzano i rischi, nel senso di limitare al massimo gli effetti di tipo
negativo per la specifica azienda attraverso l’adozione delle regole di buona
amministrazione e di atteggiamenti volti alla ricerca lungimirante dei giusti equilibri
che costituendo obiettivo funzionale alla creazione del valore, favorisce la
composizione dei variegati interessi spesso conflittuali tra di loro. Ne discende il
concetto di governo strategico che si traduce in un processo di conversione dei
fattori soggettivi aziendali nel sistema strutturale di condizioni oggettive operative
su cui fondare le attività di produzione e le relazioni di scambio con l’ambiente. Il
rischio di impresa può identificarsi meglio come rischio economico generale nel
senso che gli effetti di ogni attività produttiva incidendo direttamente sull’economia
delle singole imprese producono riflessi sulle altre economia direttamente ed
indirettamente legate alle attività produttive fino ad arrivare all’intero contesto
economico di un paese.È evidente che in un’economia fondata sullo scambio
l’impresa è il soggetto attuatore dei processi di produzione di beni favorendo la
generazione di redditi. In relazione a ciò emerge la caratterizzazione sociale che il
sistema delle imprese rivela divenendo centro propulsore di ricchezza. Questa
responsabilità sociale rinnova l’esigenza di richiamare comportamenti
amministrativamente razionali e corretti volti alla ricerca di equilibri che favoriscano
per durabilità dell’azienda nel tempo e creazione della ricchezza necessari allo
sviluppo della stessa e al progresso Dell’economia in generale. La responsabilità
sociale dell’impresa e trova nei relativi organi di soggetti responsabili delle
operazioni che l’attività di impresa pone in essere con conseguente riflessi su altre
economie e Sulla Comunità di riferimento in generale in generale.
un’impresa socialmente responsabile tale solo se persegue la sua finalità
istituzionale attraverso la condizione attrattivaobiettivo di economicità. Queste
considerazioni sono alla base del principio di economicità fondamentale per la
comprensione delle condizioni di esistenza dell’impresa. In quest’ottica le aziende
possono essere osservate nella loro individualità come istituti economici a rilevanza
sociale, destinati a realizzare, in via continuativa i processi di produzione. In
definitiva, le osservazioni precedenti portano ad affermare che la produzione
economica in forma di impresa presuppone, ex ante la creazione di una struttura
complessa, Cioè di una dotazione di strumenti di varia natura, ai fattori produttivi
che nell’ambito di differenti modelli istituzionali, contestualizzare abili nel tempo e
nello spazio, sono coordinati e impiegati al fine di ottenere, attraverso la loro
trasformazione tecnico-economica, i prodotti e i servizi da collocare sui mercati per i
loro utilizzo.
Si può dunque affermare che la funzione di qualsiasi impresa di ottenere prodotti e
servizi dalla combinazione di fattori produttivi per soddisfare i bisogni.

il governo aziendale e i processi decisionali


(parte 3 cap 1)
le attività poste in essere dal soggetto aziendale danno vita al governo dell’impresa
esso nella sua dimensione operativa coincide con l’amministrazione aziendale che
consiste nella conduzione delle operazioni e nello svolgimento di ogni altra attività
necessarie a tal fine. Nella sua interpretazione più ampia l’amministrazione si
articola in tre settore interdipendenti: a) la gestione, processo vitale dell’impresa
che riguarda la combinazione lo svolgimento delle varie operazioni aziendali B) la
rilevazione, processo operativo di controllo preventivo concomitante e successivo
sviluppato mediante un complesso di determinazioni quantitative monetarie e non
monetarie atte a favorire la razionalità delle decisioni amministrative C)
l’organizzazione, intesa quale parte dell’attività amministrativa rivolta a rendere
efficiente la struttura aziendale in funzione delle finalità.
come abbiamo già detto il governo aziendale trova espressione nel potere di
comando e nel potere di gestione riconducibili al soggetto economico.inoltre vi è
l’esigenza che l’esercizio dell’attività di governo richieda caratteristiche e qualità
precise dei soggetti ai quali gli stessi poteri sono affidati.
sotto un altro profilo la complessità aziendale determina una notevole mole di
operazioni che implicano trasformazioni tecniche relazioni di natura personale ed
ambientale per il cui assorbimento si rende necessario un sistema di decisioni atto a
favorire la continua creazione di valore economico.
Le vicende connesse alla gestione aziendale trovano la loro origine si sviluppano
grazie all’azione comune dei soggetti che operano nell’azienda con l’obiettivo di
conseguire le condizioni di equilibrio economico per il funzionamento dell’azienda.
Affinché le idee possono essere verificate nella loro validità al fine di diventare
azione efficace si rende necessario prevedere dei percorsi atti a rendere razionale
ogni atto dell’amministrazione aziendale.
il sistema decisionale preluda il sistema delle operazioni a sua volta rappresentato
dalla combinazione dei vari fattori della produzione. Ne consegue che il sistema
decisionale rappresentando l’attività di determinazione delle operazioni assume
rilievo nel processo aziendale costituendone una fase fondamentale.
I processi decisionali aziendali:
L’attività economica di impresa si caratterizza per l’esigenza che i soggetti a cui è
demandato il governo della stessa si trovino ad effettuare decisioni e scelte
convenienti. In relazione a ciò si procede seguendo un percorso caratterizzato da un
processo unitario in modo da evidenziarne i caratteri comuni alle diverse situazioni e
quali distintivi.
L’unitarietà del processo decisionale non impedisce la possibilità di delimitare i vari
campi di applicazione la cui definizione deriva dai fini perseguiti ed alla natura
dell’attività. Questa impostazione trova una più precisa definizione nel momento in
cui la globalità del processo decisionale risulta configurata da varie fasi.
In primo luogo al giudizio di convenienza economica inteso come “ricerca delle vie
più efficace per la formazione, il mantenimento e il potenziamento dell’equilibrio
economico aziendale”.questa fase prelude la definitiva decisione aziendale
coincidente con l’atto di scelta dell’alternativa la quale si completa con la
conseguente attività operativa.risulta evidente come il concetto di decisione sia
differente dal concetto di scelta in quanto la decisione rappresenta una proposta di
scelta.la decisione si concretizza quando una scelta operata tra più linee di azione
alternativa attraverso l’utilizzo dei mezzi disponibili per raggiungere gli obiettivi. La
scelta e pertanto momento applicativo della decisione, quantunque il confine tra i
due significati appaia esiguo.
il processo di formulazione della scelta implica la presenza di una serie di fasi:
-Situazioni problematiche
-definizione obiettivi
-individuazione della presenza di alternative
-determinazione dei possibili effetti economico-finanziari derivanti dalle varie
alternative
-applicazione di un criterio per la scelta dell’alternativa
la definizione degli obiettivi si identifica in relazione alle risorse disponibili e al
contesto ambientale.
L’armonizzazione tra gli obiettivi è necessaria in funzione dell’indirizzo di fondo
dell’azienda.per quanto riguarda l’individuazione delle alternative, questo elemento
è indispensabile perché ci possa essere una decisione. L’ampiezza delle alternative è
tale da rendere difficoltosa la totale ricognizione da parte del soggetto decisori.la
soluzione nell’ambito delle alternative possibili comporta l’intervento di elementi
soggettivi .
la fase concernente l’applicazione del criterio di scelta comporta la valutazione delle
varie metodologie applicabili ai fini della formulazione del giudizio di convenienza.
aggiunta a quelle indicate sono rappresentate dall’accettazione della scelta da parte
del management, dalla sua attuazione e dalla successiva attività di controllo.
modelli e logiche decisionali. Il supporto del sistema informativo:
I modelli decisionali maggiormente conosciuti rispondono alle seguenti logiche:
della razionalità assoluta in cui il soggetto decisori è in grado di individuare tutte le
possibilità alternative senza essere influenzato da condizioni dell’ambiente in cui
l’azienda opera.
della razionalità limitata in cui il soggetto decisore A una conoscenza parziale della
situazione decisionale la cui definizione degli obiettivi appare funzione delle
aspettative dei soggetti interni ed esterni all’azienda.
la teoria proposta da Lindblom afferma che l’imprevedibilità di certe situazioni
comporta una conseguente precarietà nella definizione e risoluzione dei problemi.
teoria della logica causale: in cui la formulazione aprioristica del processo
decisionale appare difficoltosa e nebulosa.
I sistemi informativi: l’utilizzo della logica più adeguata alla specifica realtà soggiace
alla valutazione delle interrelazioni instaurabili con gli ambienti in cui l’unità
economica opera.
ai fini della formulazione del giudizio di convenienza risulta determinante l’esistenza
Di un adeguato sistema informativo la cui articolazione sia tale da fornire agli organi
decisionali le informazioni rilevanti per una corretta valutazione delle alternative. La
gestione delle informazioni Si pone come fattore fondamentale
nell’amministrazione aziendale è imprescindibile presupposto dell’attività decisorio.
Dunque un processo decisionale deve svilupparsi su una conoscenza sempre più
multi dimensionale basata sulla raccolta di informazioni che devono sempre tener
presente l’intero sistema aziendale. La disponibilità di informazioni è fondamentale
sia per le scelte strategiche operative sia per i soggetti esterni interessati alle sorti
aziendali.
da ciò ne consegue la presenza di un efficiente sistema informativo fondato su
strumenti di programmazione controllo idoneo a supportare i processi decisionali. Il
sistema informativo può essere considerato come un processo che attraverso
l’impiego di una serie di risorse organizzative opera la trasformazione di input in
output.gli elementi che concorrono a costituire questo sistema sono il patrimonio di
dati che rappresentano l’input del processo di trasformazione; l’insieme di regole e
procedure; la struttura tecnologica; Risorse umane; i principi generali e valori.

le operazioni di funzionamento e la formazione del reddito


parte 4 cap2
gli scambi di acquisto:
I mezzi monetari apportati dal conferente il capitale di rischio insieme a quelli
ottenuti a titolo di prestito sono fattori produttivi generici che devono essere
adeguatamente investiti per strutturare l’impresa.
Il processo di produzione si avvia acquistando le utilità economiche incorporate
nelle materie prime, accessori e merci o prestazioni di servizi da combinare con altri
fattori produttivi.nel momento in cui l’acquisizione dei fattori strumentali avviene
dall’esterno l’operazione si conclude con l’uscita di mezzi monetari corrispondente
al prezzo di acquisto dei fattori. Da un punto di vista operativo l’operazione può
essere scissa in tre momenti:
-L’acquisizione di un bene cioè fruizione di un servizio
-L’impegno dell’acquisto ossia l’accertamento del debito
-il pagamento del prezzo
quando il pagamento è immediato (a vista) il regolamento del prezzo avviene in
concomitanza con il sorgere del debito commerciale. Si ha quindi un flusso
monetario in uscita per la spesa sostenuta che misura i costi sostenuti, uscita di
elementi monetari dalla combinazione aziendali necessari per il pagamento entrano
fattori produttivi acquisiti.
nel sistema dei valori aziendali i mezzi monetari sono sostituiti i mezzi economico-
tecnici, e ad una variazione finanziaria passiva corrisponde una variazione
economica passiva di reddito.
quando il pagamento non avviene nel momento dell’acquisto abbiamo il
regolamento differito (Dilazione di pagamento), che sia frequentemente quando si
tratta di fattori a fecondità semplice. L’uscita di moneta e temporaneamente
sostituita per il tempo corrispondente alla dilazione ottenuta dal formarsi del debito
verso i fornitori. I debiti verso i fornitori alla scadenza sono sostituiti dalle uscite di
denaro
gli scambi di acquisto dei fattori produttivi a fecondità semplice sono riconducibili
alle seguenti operazioni di acquisizione e modalità di pagamento: acquisti di fattori
produttivi da fornitori di beni con incremento dell’area tecnico amministrativo
patrimoniale; pagamento a vista o differito che implica la variazione diminutiva
dell’area finanziaria.
Quando sono scambi di fattori produttivi a fecondità ripetuta lo schema di
riferimento è: acquisti di fattori produttivi da fornitori di beni di lunga durata con
incremento dell’area tecnico amministrativo patrimoniale; pagamento differito
oppure finanziamento da terzi ( mutui) In ogni caso variazione diminutiva dell’area
finanziaria.

il fattore lavoro occupa un posto di rilievo assoluto e, esso è un fattore a fecondità


semplice di natura immateriale rappresentato dalle utilità connesse alla prestazioni
offerte dei lavoratori.
L’utilità economica è rappresentata dal costo correlato alla remunerazione
corrisposta sottoforma di salario. I mezzi monetari sono sostituiti dei servizi
lavorativi per cui ad una variazione finanziaria passiva corrisponde un incremento
dell’area tecnica o amministrativa del patrimonio.
fattore produttivo avviene tramite contratti che risultano collegati al pagamento
periodico di un corrispettivo. Ci sono diverse forme di retribuzione: retribuzione a
cottimo, a provvigione, a premio. Il costo del lavoro per l’impresa, il costo-azienda si
compone di tre voci:
-La retribuzione che è il compenso lordo spettante ai dipendenti
-I contributi sociali posti a carico del datore di lavoro
-il trattamento di fine rapporto
Con la vendita del prodotto si riscontra un incremento dell’area finanziaria con un
decremento dell’area tecnico operativa del patrimonio.
grazie alla vendita sia il ricavo che è il risultato positivo della gestione operativa
dell’azienda.le attività di cessione che caratterizzano la gestione di impresa possono
riguardare: la vendita di prodotti, la prestazione di servizi resi a terzi, l’alienazione
straordinaria di beni strumentali distolti dal processo produttivo. Nelle imprese
industriali si evidenzia affianco alle tipiche attività di vendita anche vendite di servizi
accessori come ad esempio consulenza amministrativa.
L’operazione di vendita si può dividere in tre momenti: la cessione del bene o la
prestazione del servizio; la liquidazione della vendita; l’incasso del prezzo.
regolamento immediato: pagamento immediato che avviene contestualmente al
sorgere del credito, sia un flusso monetario in entrata in corrispondenza del ricavo
realizzato per la vendita effettuata. Nella combinazione aziendale entrano elementi
monetari ed escono i prodotti venduti.
regolamento differito: pagamento sostituito dal formarsi del credito verso i clienti e
del debito verso i fornitori.l’entrata di moneta rinviata nel tempo e di ricavi di
vendita sono misurati dei crediti verso i clienti che saranno sostituiti dall’entrata di
denaro.
nelle varie fasi del processo produttivo l’utilità economica incorporata nei diversi
fattori acquisiti prima di essere ceduta verso l’esterno con la vendita subisce una
serie di trasferimenti interni in seguito ai vari utilizzi connessi alle fasi produttive;
infatti il processo lavorativo comporta l’impiego dei fattori produttivi acquisiti le cui
utilità cesseranno di esistere nella forma grezza per essere incorporate in beni
intermedi che a loro volta saranno combinati con altre utilità economica. Dunque si
può desumere che l’atto di acquisizione di un fattore produttivo è distinto dall’atto
di utilizzazione, poiché l’acquisizione determina un effetto economico patrimoniale
mentre l’utilizzo un consumo tecnico economico generativo di un effetto economico
di utilizzazione.
nella fase di acquisizione assume rilievo prima la dimensione economico
patrimoniale successivamente gli effetti derivanti dallo svolgimento del processo
produttivo, durante il quale la dimensione economico-patrimoniale è interessata da
continue utilizzazioni dei fattori, connotandosi per i riflessi del processo lavorativo,
le quali comportano l’acquisizione e l’immediato utilizzo di ulteriori fattori
produttivi.
La ricchezza così ottenuta consentirà di rinnovare il processo produttivo.
la gestione in presenza di una regolare attività.
in presenza di un solo il regolare funzionamento della combinazione produttiva la
dotazione aziendale iniziale riferibile a capitale proprio dovrebbe incrementarsi
senza interventi di conferimento dell’imprenditore o della proprietà.
il risultato totale è il risultato complessivo dell’attività aziendale svolta in un
intervallo di tempo;La cessazione dell’attività d’impresa comporta l’interruzione
dell’attività economica ordinaria e lascia spazio ad una gestione straordinaria
liquidatoria.
di conseguenza la sezione dei mezzi aziendali dovrebbe essere rappresentata da
mezzi finanziari che serviranno primariamente ad estinguere i debiti.
solo a questo punto la struttura del capitale contrapporrà la sezione dei mezzi
finanziari residui a quella delle fonti ancora da estinguere è rappresentata dal
capitale netto.confrontando questa ricchezza con quella inizialmente conferita si
potrà desumere se l’andamento riferibile all’intera vita dell’azienda ha prodotto un
incremento o un decremento.
la presenza di un decremento rispetto alla posizione di partenza evidenzia un
andamento non positivo della gestione che ha conseguito una perdita.
quando il pareggio tra i mezzi aziendali ancora disponibili e debiti ancora da
estinguere rivela Che il capitale proprio inizialmente ha portato è andato perduto.
Se invece l’effetto del funzionamento aziendale avesse generato una posizione finale
di incremento un andamento positivo dell’azienda nel senso che la combinazione
produttiva ha favorito la produzione di ricchezza e conseguimento di reddito.
Per reddito si intende il risultato aziendale riferibile al soggetto che ha immesso
nell’impresa il capitale iniziale, il reddito rappresenta quindi il flusso incrementali di
valori accertato in relazione ai movimenti intervenuti nel fondo di valori riconducibili
ad una struttura (capitale).
Per poter considerare questa eccedenza come rappresentativa di reddito bisogna
procedere a delle operazioni:
-calcolo di normalizzazione:
1)La prima fase è volta a rendere omogenee le due unità monetaria che esprimono
la grandezza confronto (nel senso che le variazioni del potere di acquisto della
moneta intercorsa nel periodo di tempo che divide la costituzione dell’azienda con
la sua fine devono essere annullate e svalutate o rivalutate rivalutate)
2)la seconda fase è atta a considerare eventuali ulteriori immissioni di capitale
operato dalla proprietà durante la vita dell’azienda così come eventuali
prelevamenti di utili o diminuzioni di capitale operate durante il funzionamento.
-verifica di congruità economica:
Bisogna ora verificare se la differenza incrementative riscontrabile dal confronto sia
rappresentativa di una semplice eccedenza o di una eccedenza a tale minerale
congruamente il capitale inizialmente conferito. Si parla di remunerazione del
capitale conferito e in quanto fino a questo punto tutti i fattori impiegati
dall’azienda durante l’attività dovrebbero aver trovato remunerazione.
allo stesso modo il fattore denaro ricevuto da terzi a titolo di capitale di prestito
dovrebbe essere stato remunerato dall’interessi connessi che l’azienda ha
corrisposto ai finanziatori. Rimane privo di compenso il fattore denaro quale capitale
apportato dall’imprenditore al quale deve spettare la conseguente remunerazione
riferita all’intero periodo di vita dell’azienda.
infatti le risorse finanziarie apportate dalla proprietà non presentando un costo per
la loro acquisizione comportano il sorgere di un onere figurativo.per procedere alla
valutazione di congruità bisogna riferirsi ad un parametro in grado di consentire il
riscontro di un investimento conveniente o meno. È utile il ricorso al concetto di
costo opportunità quale misura del sacrificio derivante dalla rinuncia generata dalla
scelta di investimento. Con questo concetto si valuta qual è il rendimento eventuale
(utile) a cui si è rinunciato quando si è deciso di investire il capitale costituendo
l’azienda anziché operare un investimento alternativo.
Più precisamente il rendimento derivante dall’investimento operato in azienda sarà
conveniente quando risultasse superiore a quello dell’investimento alternativo;
solitamente si intende per investimento alternativo i titoli di Stato investimenti privi
di rischio che assicurano un rendimento minimo certo. Inoltre dovrebbe considerarsi
un ulteriore margine riconducibile Al premio di rischio quale valore aggiuntivo
operato in funzione dei differenti gradi di rischio riscontrabili nei vari settori di
attività.
all’andamento dell’attività aziendale non sono interessati solo ai proprietari ma
anche altre categorie di soggetti come ad esempio i finanziatori i lavoratori dunque
sia l’esigenza di conoscenza periodica degli andamenti economico finanziari.
Per tutte le imprese vi è infatti l’obbligo di redigere il bilancio di esercizio: insieme di
documenti rivolti a rappresentare secondo determinate regole la situazione
patrimoniale finanziaria dell’impresa nonché il risultato economico riferiti ad un
intervallo di tempo denominato periodo amministrativo di solito circa un anno.
Entro questo intervallo di tempo si sviluppa il complesso delle operazioni gestionali
che si denomina esercizio.
il bilancio di esercizio fornisce il quadro del patrimonio aziendale individuabile in un
momento e i movimenti scaturiti dalle operazioni della gestione che hanno
modificato il patrimonio aziendale. A differenza del risultato totale il risultato di
periodo deriva in buona parte da determinazioni soggettive che risultano in evitabili
per il semplice fatto che ogni volta che ci si pone al termine Del periodo
amministrativo l’attività aziendale si interrompe solo idealmente.
da queste valutazioni soggettive deriva un’incertezza che pone limiti all’attendibilità
di queste espressioni di periodo che sono tanto meno attendibili quanto più sono
soggettive.
Ai fini della rappresentazione dell’andamento gestionale periodico di impresa si
combinano due processi di misurazione e valutazione interconnessi riconducibili ai
seguenti: il rapporto tra utilità consumate e ricchezze prodotte nel periodo
amministrativo; la determinazione del valore attribuibile alle utilità residua ancora
da utilizzare ai fini dello svolgimento della combinazione produttiva.
ogni incremento o decremento della dotazione patrimoniale dell’impresa deriva
dalla congiunta considerazione degli effetti derivanti dallo svolgimento dell’attività
produttiva in termini di determinazione del reddito e dagli effetti derivanti dal
processo valutativo volto ad attribuire razionali valori economici alle utilità
suscettibili di ulteriore utilizzo.
il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento derivano da determinazioni
interconnesse poiché è un’attribuzione periodica di ricchezza che si può considerare
economicamente razionale non può non tener conto dell’integrità economica del
capitale. Al fine di ogni processo produttivo il capitale di funzionamento dell’impresa
sarà modificato rispetto alla fase di partenza nel senso che alcuni mezzi aziendali
avranno svolto la loro funzione cedendo un utile, Che determina ilincremento del
capitale netto che risulta costituito oltre che dal capitale di apporto anche
dall’incremento in questione. Il completamento del ciclo de nota la rotazione con il
ritorno sotto l’originaria forma finanziaria dei mezzi stessi.
il capitale di funzionamento rappresenta utilizzazioni future e remunerazioni relative
all’utilizzazione futura la dove il reddito rappresenta il risultato di una comparazione
tra utilizzazioni avvenute e remunerazioni correlative a quelle utilizzazioni.
capitolo 3
alla fine di ogni periodo amministrativo l’utilizzo solo parziale delle utilità acquisita è
un fenomeno frequente. All’evidenziataesigenza di pervenire a dati di intervalli di
tempo ad una misurazione della ricchezza prodotta comporta la necessità di
procedere secondo uno schema che favorisca l’analisi del percorso secondo cui
l’incremento del capitale precedentemente richiamato si forma. Data una
combinazione produttiva iniziale in un intervallo di tempo si cercherà quindi di
capire come si forma l’incremento o decremento di valore generato dallo
svolgimento del processo produttivo.
E in una struttura iniziale costituita da fattori produttivi la relativa utilità sarà ceduta
parzialmente o totalmente per l’ottenimento di beni e servizi grazie alla quale il ciclo
economico produttivo avrà completato il proprio percorso con il ritorno sottoforma
di fattori produttivi impiegati.
le fondamentali grandezze di sintesi nell’economia d’impresa:
la dinamica gestionale dell’impresa determina un movimento della struttura
patrimoniale aziendale (fondo di valori) che attraverso lo svolgimento delle
operazioni aziendali subisce continui mutamenti generativi di aumenti o diminuzioni
dello stesso patrimonio.
Gli incrementi del patrimonio denotano la capacità della combinazione aziendale di
produrre ricchezza ossia di favorire: la rigenerazione delle utilità economiche
consumate per la produzione ottenuta e venduta e la generazione di ulteriori utilità
incrementative rispetto a quella di partenza.
I decrementi del patrimonio denotano invece la tendenza dell’impresa di realizzare
perdite del patrimonio che evidenziano la distruzione di ricchezza economica.
le grandezze fondamentali idonee ad analizzare la struttura aziendale e l’andamento
gestionale sono:
-Il capitale di funzionamento: che dimostra la struttura del patrimonio aziendale in
un dato momento dell’attività dell’impresa, costituisce una rappresentazione
statica. Gli elementi che costituiscono questo patrimonio sono misurati tenendo
conto della prospettiva di regolare funzionamento dell’impresa in un’ottica di
continuità.
-il risultato periodo (reddito di esercizio) che rappresenta la sintesi algebrica dei
costi/consumi e dei ricavi/benefici derivanti dall’utilizzo dei mezzi aziendali
discendenti dalla dinamica del patrimonio (valori flusso). Per certi versi si può dire
che il risultato di periodo rappresenti gli effetti dei movimenti della struttura
patrimoniale quindi può essere inteso come la risultante dei movimenti che la
struttura patrimoniale finanziaria rivela tra l’inizio e la fine di un periodo
amministrativo. La differenza del patrimonio tra i due estremi trova espressione e
sintesi nel risultato economico di periodo che illustra il flusso dinamico avvenuto nel
passaggio dalla struttura iniziale alla struttura di fine periodo.
Per quanto riguarda il risultato di periodo che come abbiamo già detto deriva da
determinazioni soggettive che risultano in evitabili per il semplice fatto che è
l’attività aziendale si interrompe solo idealmente ma ci sono ancora processi
produttivi in corso di svolgimento con operazioni che si devono completare e
dunque fenomeni dei quali non si può conoscere l’esito definitivo . in effetti:
Per quanto riguarda i fattori produttivi a fecondità ripetuta alla fine del periodo
amministrativo si sarà utilizzata solo una parte dell’utilità posseduta da questi beni,
dal lato dei fattori produttivi a fecondità semplice pur trattandosi di fattori la cui
utilità si accede con l’utilizzo ai fini produttivi vi è la possibilità che alla fine di un
periodo il fattore non abbia ancora completato il ciclo produttivo.
dunque è chiaro che il calcolo economico da cui scaturisce risultato economico di
periodo risenta di inevitabile soggettività. Ne deriva un’incertezza che pone limiti
all’attendibilità delle espressioni di periodo risultando meno attendibili quanto più
crescono le valutazioni soggettive.
Per determinare le grandezze di sintesi che forniscono informazioni sugli andamenti
gestionali si è reso necessario il ricorso a strumenti e metodi di rilevazione. Nello
specifico le determinazioni e rappresentazioni delle sintesi periodiche rappresentate
dal prospetto del patrimonio (stato patrimoniale) e dal Panel di controllo (Conto
economico) discendono dalla combinazione di due procedimenti di rilevazione
contabile:
rilevazioni inventariali per la ricognizione e valutazione del capitale di fine esercizio e
le Rilevazioni di esercizio per la rilevazione del controllo delle operazioni svolte
durante l’esercizio stesso.
attraverso le rilevazioni inventariali si perviene alla conoscenza in termini quali-
quantitativi del patrimonio aziendale in un dato momento della vita
aziendale .Questa attività di inventariazione si attua al termine di ogni periodo
amministrativo dando vita ai cosiddetti inventari di esercizio per fornire notizie sulle
modifiche che il patrimonio subito. Nella pratica aziendale assumono rilievo questi
inventari che sono degli inventari a valori ossia che oltre alle qualità fisiche
assegnano anche corrispondenti valori ai beni costitutivi del patrimonio aziendale.
é lo stesso codice civile all’articolo 2217 A stabilire che “l’inventario deve redigersi
all’inizio dell’esercizio dell’impresa e ogni anno, e deve contenere l’indicazione e la
valutazione delle attività e delle passività relative all’impresa, nonché delle attività E
delle passività dell’imprenditore estranee alla medesima“.
la rilevazioni di esercizio trovano specifica espressione il mio scritture tenute
secondo modalità continuative sistematica e cronologiche, queste operazioni sono
rilevate attraverso scritture riportate in specifici libri contabili (libro giornale e libro
mastro) che danno vita al sistema di contabilità generale, che si avvale del sistema
della partita doppia e si applica ad un oggetto di osservazione.
L’effetto della combinazione di rilevazione favorisce la produzione di sintesi
periodiche (i bilanci annuali di esercizio) che forniscono informazioni sulla situazione
dell’impresa.le grandezze fondamentali del reddito di esercizio del capitale di
funzionamento sono rappresentate attraverso specifici prospetti cioè:
-le informazioni sulla struttura patrimoniale-finanziaria sono desumibili dallo stato
patrimoniale in cui sono elencati i mezzi aziendali non ancora utilizzati ai fini della
generazione di benefici ma anche le fonti ancora presenti da cui i mezzi sono
derivati.
-Le informazioni attinenti l’andamento gestionale si esprimono mediante il conto
economico che rappresenta i risultati ottenuti grazie alla dinamica della struttura
patrimoniale-finanziaria.la grandezza di sintesi ottenibile dal conto economico
(risultato economico di periodo) scaturisce dalla correlazione tra consumi dei fattori
produttivi utilizzati ai fini dell’ottenimento nello stesso intervallo temporale dei
benefici. Attraverso l’analisi delle grandezze riportate nel conto economico è
possibile verificare sia i movimenti che il patrimonio avuto per effetto della gestione
ma anche il grado di efficienza di quest’ultimo.
dunque lo stato patrimoniale fornisce informazioni rilevanti sul piano della solidità
strutturale dell’impresa e sulla sua gestione finanziaria contenendo grandezze
significative anche sul piano giuridico.
Il risultato di periodo si presenta come una grandezza polivalente sul piano
informativo in quanto:
-esprime sulla base di regole stabilite dalla legge il risultato attribuibile al periodo e
la ricchezza distribuibile ai proprietari.
-rappresenta uno strumento di verifica del grado di efficienza dell’impresa e
costituisce la base per il calcolo del prelievo fiscale
cosa si intende per:
-utile è la denominazione contabile del risultato di periodo nel momento in cui lo
stesso assume valore contabilmente positivo
-il reddito e la denominazione del risultato di periodo quando la relativa relativa
misura ne integra le condizioni minime di equilibrio
-il risultato imponibile è la denominazione che si attribuisce la base di calcolo per la
determinazione delle imposte.
condizioni di esistenza dell’impresa:
la creazione del valore è la finalità preminente dell’impresa poiché è connessa sia la
produzione sia alla generazione della ricchezza remunera Thrice.questa finalità
istituzionale si pone relazione circolare con la per durabilità dell’azienda nel tempo e
con il rispetto della condizione di economicità che si concreta nella capacità
dell’azienda di produrre ricchezza in misura congrua (rispetto ai fattori produttivi
impiegati) e nell’equa distribuzione della stessa tra coloro che hanno concorso alla
sua produzione.
Se da un lato l’azienda può considerarsi strumento per il perseguimento di fini
personali dell’individui da un altro l’azienda vive e si sviluppa in funzione dei fini ed
obiettivi di istituto che solo indirettamente favoriscono gli scopi individuali. Nel
momento in cui l’obiettivo istituzionale e il funzionamento nel tempo si deve parlare
di capacità dell’azienda di operare nel contesto economico di appartenenza
garantendosi la sopravvivenza e lo sviluppo, pertanto in un’economia in cui il
dinamismo e elevato alla necessità di perseguire percorsi di sviluppo; l’obiettivo di
sopravvivenza può essere considerato come fase propedeutica ad una successiva
fase di sviluppo.
I fattori costitutivi dell’economicità aziendale:
la struttura aziendale la gestione devono essere funzionali al raggiungimento della
condizione di economicità che può essere analizzato sotto vari profili riconducibili ai
seguenti equilibri: economico in senso lato (efficienza economico-amministrativo);
equilibrio tecnico (efficienza tecnico-produttiva).
un’impresa economicamente efficiente nel momento in cui attraverso la propria
attività riesce a produrre e distribuire ricchezza in misura congrua rispetto ai
consumi operati risultando in grado di remunerare costantemente le utilizzazioni dei
fattori utili allo svolgimento del processo produttivo.
efficienza economico amministrativa di un’impresa si apprezza attraverso l’esame di
tre equilibri:
-equilibrio economico reddituale: espressa in termini di capacità dell’impresa di
produrre benefici economici i doni a rigenerare i consumi dei fattori produttivi.
-equilibrio patrimoniale espresso dall’adeguata composizione strutturale del
patrimonio dell’impresa in termini di mezzi aziendali.
equilibrio finanziario rappresentato dalla capacità dell’azienda di dotarsi di una
struttura finanziaria razionale.
il giudizio inerente l’economicità non può non tener conto anche dello svolgimento
efficiente della combinazione produttiva (efficienza tecnica) e cioè dell’adeguato
rendimento fisico-tecnico dei diversi fattori produttivi. Si tratta di rendimenti
connessi con rapporti quantitativi non monetari espressi dalla relazione tra il
prodotto ottenuto in un tempo e la quantità impiegata in un dato fattore i quali
devono valutarsi nell’ottica dell’intero complesso aziendale.
Equilibrio economico-reddituale: si esprime mediante la capacità dell’impresa di
remunerare costantemente tutti i fattori produttivi impiegati nell’attività
dell’impresa compresi fattori con riflesso figurativo.l’azienda si considera in
equilibrio quando con la propria attività riesce a stabilizzare la capacità di ottenere
risultati periodici in grado di reintegrare le utilizzazioni dei fattori che sono stati
acquisiti in dotazione dall’esterno Quelli che risultano conferiti dalla parte dei
proprietari.
l’espressione della condizione di equilibrio economico si connette con la presenza di
risultati di periodo rappresentativi di reddito.
dal confronto tra le componenti connessi alle utilizzazioni dei fattori impiegati e i
componenti di ricchezza correlata deve emergere una eccedenza di misura tale da
remunerare anche quei consumi inerenti la disponibilità di capitali conferiti dai soci
e l’eventuale opera imprenditoriale prestata dal proprietario.
Dunque solo nel momento in cui l’incremento periodico cioè l’utile presenta
caratteri appena richiamati si sarà in presenza di reddito.
All’espressione di utile si deve attribuire un semplice significato contabile di
eccedenza dei ricavi sui costi senza alcuna valutazione circa la misura è la congruità
di tale eccedenza.
Il reddito assume invece un significato propriamente economico coincidendo con
l’utile contabile solo nel momento in cui l’eccedenza contabile e in misura tale da
potersi considerare sufficiente a remunerare tutte le utilizzazioni dei fattori
impiegati.
grandezza dei parametri di riferimento dell’equilibrio economico:
È opportuno sottolineare come l’esposizione fin qui condotta si sia basata su
correlazione tra consumi totali la ricchezza prodotta in un’ottica soggettiva.
ciò emerge sia nell’ipotesi in cui il riferimento risulti ristretto la grandezza
differenziale destinata alla remunerazione degli oneri figurativi (reddito
dell’imprenditore) sia nel caso in cui la stessa appaia come un reddito lordo dello
stesso imprenditore.nel momento in cui il calcolo del reddito risulta operato
secondo le modalità viste precedentemente l’espressione reddito di impresa può
apparire non appropriata se riferita alla sola grandezza differenziale che si correla
direttamente con la copertura delle utilizzazioni dei fattori produttivi conferiti
dall’imprenditore.
conseguentemente laddove con l’espressione reddito si intendesse riferirsi all’intero
organismo aziendale ecco che risulta appropriata l’espressione di reddito
dell’impresa.
Laddove l’angolo di visualizzazione risultasse rivolto all’azienda quale entità in cui
Convergono gli interessi di più parti sociali la ricchezza prodotta potrà meglio
configurarsi riferendosi ad una grandezza diversa dal reddito identificabile nel valore
aggiunto.
il valore aggiunto tende a confrontare la ricchezza prodotta con le utilizzazioni dei
fattori produttivi non direttamente riconducibili al fattore lavoro alla struttura e al
fattore capitale favorendo l’analisi della distribuzione della ricchezza prodotta
dall’azienda tra le varie parti sociali coinvolte.
profitto e vantaggio competitivo:
profitto rappresenta l’extra reddito e cioè l’eccedenza di ricchezza che permane
dopo la remunerazione di tutti fattori produttivi compresi gli oneri figurativi che
l’azienda è in grado di conseguire per varie motivazioni.
Importante è che qualsiasi attività aziendale si fondi sulla presenza di un vantaggio
competitivo e nel concreto si riconduce in due strategie di fondo:
-Strategia basata sui costi:L’obiettivo è ideare produrre e commercializzare un
prodotto in maniera più economica rispetto ai propri concorrenti.
-una strategia basata sulla differenziazione il fine è quello di fornire al cliente un
prodotto che per qualità e caratteristiche intrinseche viene percepito come unico o
superiore. Questo vantaggio si può tradurre in un incremento della redditività
poiché permetterà all’impresa di ampliare la quota di mercato o la fidelizzazione del
cliente.
L’impresa non può scegliere una strategia escludendone totalmente un’altra poiché
lì l’azienda che decide di operare sui costi non può trascurare di fornire al cliente e
qualità del servizio se non vuole vanificare nel tempo il vantaggio acquisito.
-strategia della focalizzazione che potrà essere di costo o di differenziazione. La
differenza rispetto alle precedenti strategie sta nel contesto competitivo di
riferimento che in questa coincide con un segmento ristretto di un più ampio settore
di attività.
Il vantaggio competitivo è la capacità dell’azienda di sviluppare e sostenere nel
lungo termine competenze distintive in grado di generare un differenziale che possa
essere recepito positivamente dal mercato di riferimento.
la sostenibilità del vantaggio competitivo risiede nella capacità dell’azienda di
resistere agli effetti erosivi prodotti dal comportamento della concorrenza e
dell’evoluzione del settore. Ciò è possibile solo se le singole attività aziendali
strategicamente rilevanti siano svolte quali sub-sistemi In stretta relazione tra loro e
facenti parte di un sistema più ampio e risultano coerenti con le specifiche capacità
intrinseche dell’impresa e con le strategia intrapresa.l’identificazione delle stesse del
modo come questo partecipano alla formazione del valore può venire attraverso la
catena del valore.
tale vantaggio competitivo si può perseguire operando sui costi o sulla
differenziazione dei prodotti; la capacità dell’imprenditore di porre in essere
combinazioni non è attiva favorisce il perseguimento di tale vantaggio competitivo.
il profitto può in linea di principio identificarsi nella ricchezza economica che la
combinazione aziendale in grado di esprimere in termini di produzione.trova la sua
origine nella capacità dell’azienda di posizionarsi sul mercato godendo di una
situazione favorevole grazie a diverse variabili che costituiscono un mezzo aziendale
denominato tecnicamente avviamento. L’avviamento deriva sia dall’effetto
combinatorio positivo determinato dei vari fattori produttivi impiegati nell’attività
aziendale sia dalla capacità sistemica dell’impresa di risultare funzionale.
definitiva la capacità di un’impresa di operare in condizioni di vantaggio competitivo
favorisce la generazione di valore che trova espressione a vari livelli interrelati:
1)ad un primo livello in termini di produzione periodica di ricchezza esplicitata nel
reddito e nel profitto.
2)ad un secondo livello in termini di capacità prospettica di produrre redditi e profitti
anche in futuro (avviamento).
3)L’avviamento costituisce un mezzo aziendale che trova espressione in una capacità
intrinseca all’azienda che esista in quanto esiste quella specifica combinazione
aziendale e continuano ad essere presenti quali elementi competitivi
precedentemente richiamati.
È evidente che il legame tra valore e vantaggio competitivo induce a focalizzare
l’attenzione del management verso l’adozione di strategie idonee a favorire
posizionamenti di lungo periodo adottando tutti gli accorgimenti atti a favorire ciò.
in tale ottica può pertanto dirsi che la presenza di risultati rappresentativi assume
avviamento dell’azienda costituendone una sorta di espressione periodica.
In base a quanto finora illustrato si può notare come la ricchezza ottenuta dalla
vendita dei prodotti si rivolga A rigenerare il processo produttivo aziendale è la
partenza di una nuova combinazione produttiva. Emerge chiaramente che al fine di
raggiungere questo obiettivo di remunerazione dei vari consumi rappresentati dei
costi di produzione e dagli oneri figurativi e necessario che la ricchezza derivante
dalle vendite sia di misura tale da sopravanzare i costi correlati.se il volume delle
vendite non permettesse di raggiungere questo risultato l’azienda si troverebbe
nella necessità di adottare provvedimenti atti a favorire il perseguimento
dell’obiettivo.
A favorire l’individuazione del volume minimo di vendite che permette la copertura
dei costi di esercizio si ricorre all’analisi costi-volumi-risultati (CVR) Che si fonda sulla
costruzione di diagrammi di redditività attraverso i quali identificare il punto di
equilibrio ossia il punto a partire dal quale l’impresa pareggiando i costi di consumo
comincia conseguire un utile e quindi a verificare se il risultato economico è tale da
integrare il concetto di reddito.
Finché la condizione di equilibrio possa essere aggiunta si rende opportuno
soffermarsi sulla misura che i ricavi derivanti dalle vendite devono rivelare.dal lato
dell’impresa questa congruità dovrebbe identificarsi secondo un’ottica globale nel
senso che non può considerarsi la congruità del ricavo di ogni singola operazione ma
la congruità del complessivo flusso di ricavi la cui capacità remunerativa deve essere
tale da consentire la copertura dei costi gestionali. Da ciò discende che sulle ipotesi
di combinazioni prezzi e quantità connesse ad adeguata funzionalità tecnico-
commerciale possono favorire l’identificazione di ricarica e non casi di prezzi
ingiustificatamente elevati
La misura dei ricavi di vendita trova nella congruità dei prezzi di vendita il necessario
riferimento rendendo quindi opportuno individuare le procedure di fissazione dei
prezzi stessi.
in sostanza considerato che per vendere i prodotti è necessario sostenere dei costi la
possibilità per l’azienda di conseguire reddito si lega la copertura degli stessi
all’ottenimento di un’eccedenza.l’esigenza di parametrate il beneficio all’insieme dei
consumi trova utile riferimento nello strumento del costo di prodotto che permette
l’attribuzione di uno o più costi di fattori produttivi ad un dato oggetto, risultante da
tutta o parte dell’attività produttiva dell’impresa. Affinché la produzione si possa
giudicare economica è necessario che il prezzo di vendita e quali figurativi (interessi
sul capitale proprio e salario direzionale le parentesi pervenendo a quello che si
denomina costo economico il quale rappresenta il riferimento atto a stabilire la
convenienza economica ad attuare una data produzione, costituendo il prezzo
minimo remunerato ore a cui l’azienda può collocare tale prodotto.
equilibrio patrimoniale ed equilibrio finanziario: con tale espressione si intende
indicare la capacità dell’impresa di assumere una struttura razionale atta a garantire
un sincronico flusso delle entrate e delle uscite e di conseguenza positivi riflessi in
termini economici.è possibile quindi identificare due dimensioni dell’equilibrio
finanziario-patrimoniale ossia: una dimensione statica inerente la struttura
patrimoniale finanziaria assunta dall’azienda; una dimensione dinamica riguardante
l’adeguatezza della gestione finanziaria, nel senso di capacità amministrativa di
razionalizzare i percorsi finanziari dell’impresa in un’ottica sincronica di
razionalizzazione delle scelte dei flussi.
le correlazioni fonti-impieghi e il ciclo monetario:
gli investimenti necessari all’avvio il funzionamento del processo produttivo e le
fonti di finanziamento determinano la struttura finanziaria dell’impresa.
tale struttura per favorire il perseguimento dell’equilibrio finanziario deve rispettare
i criteri di razionalità inerenti ad alcune logiche. Come abbiamo già visto mentre i
fattori produttivi a fecondità semplice hanno una rotazione tendenzialmente breve a
quelli a fecondità ripetuta presentano tempi di ritorno lunghi. In relazione a ciò ne
deriva l’esigenza di finanziare le differenti tipologie di mezzi con adeguate fonti di
finanziamento in grado di rispettare la rotazione più o meno lenta
dell’investimenti.nel caso dei fattori produttivi a fecondità ripetuta la relativa lunga
durata segnata dalla contestuale procedura di ammortamento necessita di una
fonte di finanziamento di lungo termine. Ciò appare logico in funzione di differenti
aspetti rappresentativi di esiti positivi, poiché il Finanziamento di un investimento di
lunga durata confronto e propria favorisce: l’assenza di tensioni di liquidità legate ai
tempi di restituzione di eventuali debiti; l’assenza di oneri finanziari connessi agli
stessi debiti; la possibilità di procedere a rinnovo dell’investimento grazie le quote di
ammortamento che via via favoriscono il recupero globale dei mezzi finanziari.
L’eventuale finanziamento di una investimento di lunga durata con una fonte di terzi
di lunga durata favorirebbe la presenza di una the finanziari. Ciò si aggiunge la
impossibilità di procedere a rinnovo degli impianti tramite il cumulo delle risorse
recuperate mediante le quote di ammortamento le quali risulterebbero assorbite
dal pagamento appunto degli interessi. Invece nell’ipotesi del tutto antieconomica di
finanziamento mediante una fonte di breve termine ad effetti negative si aggiunge
anche la difficoltà di liquidità nel breve termine. In definitiva emerge come il far
bisogno finanziario connesso ad investimenti di lunga durata deve trovare integrale
copertura in fonti proprie o in combinazione di fonte proprie.
in corrispondenza di tale modalità di copertura che definisce la positività del
cosiddetto margine di struttura si può riscontrare la contestuale automatica
positività del margine di disponibilità ossia del confronto tra medi di breve durata e
fonti di finanziamento di breve durata.
Possibile poi valutare il grado di liquidità dell’azienda estrapolando dei mezzi di
breve durata tutti i crediti a breve e le disponibilità monetarie in cassa. Utile ai fini
dell’analisi finanziaria il calcolo del ciclo monetario che consiste nella
determinazione della durata media che impiega la moneta dal momento in cui esce
per il pagamento ai fornitori nel momento in cui rientra. La durata del ciclo trova
espressione attraverso la combinazione tra tempi di dilazione concessi dei fornitori
con quelli concessi ai clienti.

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