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Nell’investimento perfetto tutti e tre gli emisferi del nostro cervello sono in
armonia. Soprattutto, il subconscio non ci limita con paure infondate.
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permette una esistenza qualitativamente migliore. Carrellata di piccoli proble-
mi che diventano grandi problemi: il mal di denti che ci porta in mezzo alla
strada, l’insufficienza in matematica che ci porta a lavorare da McDonald’s, le
carte di credito che portano alla bancarotta. Quando abbiamo un problema,
risolviamolo, miglioriamoci e risolviamone di nuovi. Se la situazione del certo
medio non istruito è difficile, la grandissima colpa è dei governi e delle loro po-
litiche tutto fumo e niente arrosto. E la situazione di una persona in difficoltà
può benissimo avere origine in problemi non economici, ma un miglioramento
economico mette nella condizione di risolvere anche quelli. Infinte, rimanere
poveri è semplicemente avere più problemi che soluzioni.
Un altro forte mutamento si ebbe due anni dopo, quando i piani di pensiona-
mento defined benefit scomparvero e vennero sostituiti dai piani a contribuzione:
in essenza, non si ha la garanzia di entrate costanti fino alla morte perché si
prende solo quel che si è versato, e può finire prima. E questa para negli ame-
ricani è più grande del terrorismo.
Le risposte dei governi sono cronicamente insufficienti e ricadono sempre sul
sistema del denaro cattivo stesso, tramite l’istituto del debito. Inoltre welfare e
medicare, a detta di Robert, servono solo a risolvere problemi finanziari che il
cittadino medio non sa trattare ma sono un ulteriore peso nazionale.
I ricchi si arricchiscono perché studiano come le regole del gioco cambiano e ri-
solvono problemi a proprio vantaggio. I poveri invece pensano di essere le uniche
vittime del denaro e si ostinano a cercare una risposta nel mezzo stesso e non
nel modo come ottenere più di esso. Inoltre, non mettono in dubbio il proprio
atteggiamento di consumatori. Se i poveri sono vittime del denaro, i prigionieri
del denaro sono il ceto medio. Essi pensano di potere mettersi al riparo dal
crudele mondo economico costruendosi una professione cuscinetto, che li faccia
guadagnare abbastanza. Sono dipendenti apprezzati e rispettati, ma mezz’età
si ritrovano prigionieri dell’ufficio.
In questo passo viene a galla il totale egoismo sociale dell’autore, che vede quasi
il lavoro come una soluzione a problemi, mentre in realtà molta gente lavora
perché ha gusto di farlo, e contribuire alla comunità.
I ricchi invece, grazie al loro QI finanziario, raggiungono integrità ed indipen-
denza finanziaria. Quando incontrano problemi li risolvono, anche avvalendosi
di esperti, ed imparano. E si arricchiscono ulteriormente. Se ci pensiamo, la
stragrande maggioranza, col proprio lavoro, aiuta a risolvere i problemi dei ric-
chi. Salvo poi passare sopra ai propri, trascurandoli, come il mal di denti. Il
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padre povero del libro è chiaramente il padre di Rob, protagonista del bestseller
assieme alla nemesi del padre ricco.
La prospettiva del padre ricco: il denaro è il punteggio dell’anno e strumento
per finanziare nuove sfide finanziarie. Non fine in sè stesso.
Il QI finanziario
Questo QI finanziario ha cinque anime. E secondo lui, conoscere queste anime
e padroneggiare il gioco può diventare una passione in sè, è cosı̀ per il 5% della
popolazione. Il libro è per chi vuole avere il problema dell’eccesso di denaro.
Io ho continuato a leggere, ma è chiaro che questa lettura è frutto della più
spregiudicata mentalità capitalistica americana - tra l’altro la prefazione è di
Trump. Mentre è totalmente mio obiettivo migliorarmi economicamente per una
vita di successo, defuto la tesi di una economia globale diretta ad un’inevitabile
e costante stato di fallimento, stile Africa. Quel che è stato guadagnato dal ceto
medio, lavoratore, è troppo perché il binomio lavoro-stabilità sociale si spezzi.
I cinque aspetti del QI finanziario:
• guadagnare più denaro
• proteggerlo
• impostare un budget per esso
• avere un effetto di leva sui soldi
• migliorare le proprie informazioni finanziarie
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input rilevante per stimolare la nostra capacità di problem solver finanziari.
L’intelligenza finanziaria, secondo la moderna teoria delle intelligenze, è solo
una delle esistenti, accanto a bruta, psicologica, religiosa eccetera. Ed il denaro
non è la cosa più importante nella vita, ma ben influisce su tutte quelle che lo
sono, dall’istruzione alla salute. Qui si parla solo di tre intelligenze: accade-
mica, finanziaria ed una bizzarra intelligenza medica. Tutti hanno bisogno di
intelligenza finanziaria, anche se in quantità diverse, per esempio milionario vs
pensionato.
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si butta nel mercato dell’educazione, con un ottimo successo che gli permette
di fare forti investimenti milionari e ritirarsi anzitempo. Ma, annoiatosi, torna
in pista scrivendo libri e formando la Rich Daddy Company. La sua continua
crescita e successo ripetuti gli sono derivati dal non gettare la spugna e risolvere
questioni sempre più grandi, fuori mano. Questo ha richiesto di superare la
paura, anziché combatterla apertamente, di essere povero. E’ il processo, duro
e faticoso, che ci arricchisce, non il denaro in sè. Obiettivo e processo: diventare
qualcosa o imparare qualcosa di grande, lavorare per arrivarci. In questo viag-
gio, l’intelligenza emotiva non citata prima nel testo è tutto. E’ la forza di non
mollare, gestirsi e controllarsi. Perché come dice Buffett, se non sai controllare
le tue emozioni non sai controllare i tuoi soldi. I rinunciatari non vincono quasi
mai. E lasciarsi andare quando si sta perdendo può buttarci giù. Lasciare il
tavolo quando si sta vincendo, non perché si è perso troppo!! Non permettere
ai problemi di sconfiggerci. Attenerci a quel che sappiamo è l’essenza di una
carriera etica ed utile, forse anche remunerativa, ma non molto eccitante di soli-
to. Se ci sediamo, impariamo sempre di meno. E l’avventura finisce. Sfida non
significa necessariamente rischio fatale, ma dobbiamo essere pronti a perdere,
anche tutto, per rialzarci.
Una grande differenza: D ed A lavorano per la busta paga, mai a gratis, pun-
tando a coprire la voce spese. T e I lavorano per la voce attivo, tecnicamente a
gratis: tutto per incrementarli, questi utili.
Robert svela qualche fatto sugli investimenti suoi e della moglie. Ma ricorda
che è rischioso far sapere quanto e come uno guadagna, specie agli speculatori.
Inoltre, confida che anche nel caso di una crisi fatale, potranno rifarsi tutto, es-
sendosi focalizzati sul come fare il proprio QI forte, piuttosto che sull’arricchirsi
in sè e per sè.
Per chiudere il capitolo, una tirata contro i sindacati. Se è vero che aiutano la
posizione contrattuale degli iscritti, è anche vero concorrono ad un innalzamento
dei costi che porta il capitalista ad abbassare altrove, muovendo per esempio la
produzione all’estero. Questo finisce per creare disoccupazione.
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ta dell’agricoltore socialista: tutti vogliono condividere la ricchezza, ma non la
loro, la tua. Il governo non è finanziariamente capace e sa che il popolo non lo
è neanche, perché dovremmo affidare a loro i nostri proventi da lavoro?
Un problema acuto nel nuovo capitalismo: i fondi pensione. Le banche poi,
erano state create per proteggere il nostro denaro, ora goccia a goccia lo rubano
senza che noi praticamente lo sappiamo. Per esempio interesse del 5% sul conto
ma plafond carta al 20% - questa si chiama usura. Di nuovo, siamo invitati a
prendere a prestito per aumentare i nostri attivi, non a tenere i soldi in banca
a deteriorarsi.
“Wall st. è il posto in cui la gente va in Rolls Royce a prendere consigli da chi
va in metro”. “Why are they called brokers? Because they are broker than you!
=D” Se si hanno pochi soldi, i broker migliori non lavorano per te, nè passano il
tempo ad istruirti gratis. Cosa ha funzionato per loro? Gente istruita sopra la
media nel proprio campo, con passione. Gente per cui vale il “put your money
where your mouth is”, che investe in quel che predica e vende. Un buon broker
ha interesse a fare guadagnare entrambi, non solo sè con la parcella. Inoltre
rientrano nella categoria degli evasori fiscali - nelle operazioni il loro costo im-
patta i guadagni e va limitato.
Strategie di tipo trading sono più onerose se fatte da sè ed in grandi quantità,
sia in tempo che in tasse. Chiedersi sempre: questo servizio mi sta rendendo più
povero o più ricco? Mi serve davvero? Per esempio le carte di credito branded
sono quelle dove il grande magazzino o fast food sono broker. Un esempio di
prodotto che arricchisce è un corso, un libro, un bollettino. Uno che ci impove-
risce è un paio di scarpe costosissmo - gli interessi si pagano!
Quando l’amore, o presunto tale, si incontra con i soldi, regna la follia finanzia-
ria. Attenzione alle cacciatrici di eredità! “You must want a prenup! Even if
you have nothing (because in the future you might well have something =)).”
In qualunque ambito una strategia d’uscita è importantissima: matrimonio, so-
cietà, lavoro. Esci prima di entrare!! E, molto importante, non scordiamoci
della dipartita finale - il testamento ci evita di dovere spartire a sconosciuti
avvoltoi, e decidere noi stessi a chi volere dare cosa. Un famosissimo gruppo di
sanguisughe finanziarie è rappresentato dagli avvocati. Sebbene è difficile vede-
re a priori quali possano essere i problemi - dipende dal tuo business - alcuni
consigli:
• non intestare nulla di valore a te persona fisica, per esempio la casa
• stipula una responsabilità civile personale (liability insurance)
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che aziona questi mulini a vento è impensabile, ma capire le regole del gioco e
giocarlo bene è fantastico.
Il budget
Vivere al di sotto delle proprie possibilità non porta all’arricchimento. Un
budget è un piano per l’allocazione di risorse, di solito economiche. Parliamo
di:
• disavanzo
• eccedenza
Disavanzo si ha quando si spende più di quel che si guadagna! Quando questa
strategia trova una battuta d’arresto, il padre ricco sconsiglia di tagliare le spe-
se, ma piuttosto aumentare il budget, quindi le entrate, per esempio il reddito
da lavoro.
Lo stato, quando non può tagliare le spese od alzare le tasse, emette buoni del
tesoro. Quando un’impresa è vittima del disavanzo invece, dovrebbe cercare
di vendere di più. Per un individuo, un disavanzo letale porta al fallimento.
Questo è comune negli Stati Uniti.
Un eccesso di reddito, eccedenza, si ha invece quando gli introiti, dopo la coper-
tura delle spese, non sono totalmente corrosi. Non deriva necessariamente da
risparmio sulle spese. Negli stati un’eccedenza è un’utopia. E quando succede
in una parte delle sue operazioni, quel centro di costo si vedrà ridotto il budget
al periodo successivo. La mediocrità è ripagata invece che l’eccellenza. Come
già visto, il democrativo tende ad investire in un’economicamente fallimentare
campagna come Medicare mentre i repubblicani amano stampare valuta.
Quando un’azienda è in eccedenza, può fare investimenti strategici o comprare
le proprie azioni. Un individuo invece può:
• aumentare le spese
• ridurre il debito
• aumentare gli investimenti
Il nirvana del QI 3 è aumentare il reddito senza ridurre le spese.
Dan di Atlanta: ricco non vuol dire sano, disavanzo vs eccedenza è il punto.
Bisognerebbe risparmiare, investire, pagare le spese - in quest’ordine: pagare
prima se stessi quindi! Ma tipicamente invece il ceto medio cerca, in termini di
priorità, di:
• procurarsi un lavoro molto remunerativo
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Quindi le priorità sono capovolte! E cosı̀ è difficile mirare all’eccedenza Ma
questo cosa significa quindi? In pratica, dice Robert, forzarci a pagare prima
noi stessi, poi gli altri, sia anche il mutuo della casa. Cosı̀ facendo, mettiamo al
primo posto noi stessi. Nel mio caso nella pratica sarebbe facile perché ho una
tolleranza di sei mesi dalla banca e posso automaticamente accendere e spegne-
re il prelievo del mutuo. Indubbiamente, l’idea del “pay yourself first” è molto
interessante. In particolare Robert e moglie risparmiano un anno in contanti e
lo mettono in exchange traded funds su oro e argento, cosı̀ anche da essere meno
tentati da attingere in tale liquidità. Con questa strategia, i nostri si trovano
ben presto a corto di denaro. Bene cosı̀ dice, hanno avuto modo di esercitare il
QI numero 1 prima nella vita, piuttosto che tardi, in età da pensione.
La cosa divertente è che nessuno “grida” contro noi stessi se non ci paghiamo,
se non salviamo qualcosa. D’altro canto, le banche urlano contro di noi, e ci
intimoriscono. Non lasciamoci spaventare, ma usiamo questo come motivazione
extra!
Le spese discrezionali sono la cartina tornasole della maturità finanziaria - birre
o corso di istruzione finanziaria?? E’ chiaro come già avere una casa ed un’auto
ci porta via un sacco di risorse - cosa rimane del nostro stipendio?? Dobbiamo
cercare di ottenere attivi dai nostri passivi. Cosı̀ facendo, possiamo coprire pas-
sivi, anche importanti, di lusso per esempio. Se vogliamo beni di lusso cospicui,
dobbiamo prima creare attivi cospicui per finanziare, non necessariamente paga-
re direttamente, tali lussi. Altrimenti come possiamo “acquistare attivi”? Ecco
un esempio: se voglio una macchina da 200K$, posso pagarla cash direttamente
con i contanti che ho. Ma non è molto intelligente. Cosı̀ facendo, brucio 200K$,
non li ho più per prendere un bene che già alle chiavi in mano ha perso 25%
del suo valore. Il padre ricco invece non uccide il desiderio di avere la Bentley,
ma dispone di investire la somma e raddoppiarla, in modo da mantenere quella
somma sı̀, e con i proventi del raddoppio comprare l’auto. Pensandoci, il desi-
derio del benessere lo usiamo come leva per motivarci di più.
Perché invece normalmente, in tempi difficili e di pressione, le persone, ma an-
che le aziende ed i governi, tagliano le spese, quando mettere i remi in barca e
quivale a sopravvivere e basta? Impostare un budget significa: usare quel che
si ha, o non si ha, per creare un’eccedenza di denaro, e rendere la nostra vita
migliore. Questo approccio porta ad un percorso lento ma sicuro. La povertà
anche, deve divenire una opportunità. Anche un debito cattivo, quindi uno le-
gato ad un bene dal quale nessun introito può o potrà mai venire, è una grande
opportunità: estinguerlo ci migliora tanto.
Una vita dura è positiva se ci rende più intraprendenti. E dei nostri guadagni,
più è alta la percentuale che dirigiamo verso la colonna degli attivi, meglio è:
paghiamo noi stessi!
Gli alti e bassi del mercato non influiscono sul motivo per cui investo o su ciò
in cui investo.
Controllo e leva
Possedere controllo e leva fa la differenza tra un investitore passivo ed uno
attivo. Dopo il cambio del gioco negli anni settanta, la maggior parte degli in-
vestitori può solo fissare impotente gli uragani finanziari come quello del 2007,
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con -400% in una seduta. Questa impotenza ci rende vulnerabili, specie in età
pensionistica. L’atteggiamento della leva finanziaria invece ci permette di fare
lavorare i nostri soldi per generarne altri. Con la leva si fa di più con meno. La
leva è una proporzione di quanto un investimento ci è supportato da terzi. Per
esempio, se compro una casa da un milione e la banca mi dà 500 mila, la leva è
uno a due. La leva è rischiosa se non si ha sufficiente consapevolezza e controllo
dell’investimento - stiamo parlando comunque di un debito.
La leva ed i suoi circoli viziosi sono alla radice della strage subprime. In America
la ricchezza di una persona è pesata sul suo patrimonio netto (net worth) coi
possedimenti (case, auto, azioni, cash,...) esclusi i debiti. L’avere una casa di
valore un milione, per il net worth, con o senza debiti, non fa alcuna differenza.
Inoltre beni come le case hanno valori gonfiati, le stime sono arbitrarie, ma il
prezzo è fissato dal valore effettivo solo quando si va a venderla. Infine case,
vestiti, gioielli ed auto possono anche essere beni al ribasso ed in costante sva-
lutazione.
La nostra economia occidentale si può definire “della fiducia”. Il valore è costrui-
to sul debito, non sulla produzione, e la gente è felice finché ha cose, l’essenza
del consumismo. Robert dà l’esempio di un acquisto di un immobile da 300 ap-
partamenti come investimenti dall’ottimo controllo e leva. Leva perché la banca
gli ha finanziato l’80%, controllo perché è un investimento diretto - può fare
operazioni per aumentare il valore del tutto, direttamente. Il valore è attribuito
dall’inquilino, non dal mercato. Quel che paga è effettivamente quel che pensa
sia giusto. Una serie di condizioni al contorno rende l’investimento promettente,
per esempio penuria di abitazioni per il college. Ci dice anche che invece acqui-
sto di un’abitazione è un brutto acquisto perché non abbiamo controllo alcuno
- il valore è dettato dal mercato.
Sebbene nel suo caso abbia effetto diretto con la gestione degli affitti, non è vero
il suo investimento è totalmente immune dal mercato. La leva su investimenti
dove si ha il controllo non è rischiosa. Lo è su investimenti dove non lo si ha,
tipicamente quegli investimenti “ad alto rischio” che i broker ci sconsigliano.
Una leva può fare partire un investimento importante ma con il controllo e l’e-
sperienza si può dare inizio ad un flusso di entrate da godere individualmente,
senza dovere pagare terzi. Per esempio, R spiega come una serie di migliorie
sistematiche e già pianificate lo portano su questa strada. La diminuzione delle
spese di gestione è anch’essa legata al particolare tipo di investimento. Per gli
immobili si tratta per esempio di agglomerare le spese di back office, instaurare
contratti vantaggiosi con le imprese di gestione ed i fornitori di energia.
Investimenti cartacei come azioni ed hedge sono tipici esempi di non controllo,
ed in più sono esposti a poste straordinarie, come aumenti dei costi di gestione
per la cresta di un manager avido. La possibilità di ridurre debiti od abbassare
i tassi è un esempio di leva indiretta. Secondo Robert, investire puramente in
azioni, obbligazioni e carte è negativo, perché, come detto, non si ha controllo.
Ed è preoccupante a maggior ragione in un mercato di alti e bassi.
I sette punti cardinali di leva e controllo.
1. La leva principale è il debito - qualcun altro ci presta i soldi per fare qualco-
sa. Ma non è l’unica, basti pensare ad un alto IQ finanziario: se ha un influsso
diretto sul nostro potere di investimento, allora è come una leva.
2. Gli investimenti cartacei, specie se delegati a broker e simili sono poco pro-
duttivi e lasciano controllo limitatissimo: una rendita del 5% pre-tasse ed erosa
dall’inflazione non è granché.
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3. Aumento dei rendimenti non significa aumento del rischio necessariamente.
Questo vale di sicuro per gli investimenti in borsa, ma non per attività come
imprese od immobili.
4. Un consulente finanziario, tipicamente, non è un investitore. E seguono una
proporzione uno a uno spesso, sia sul lavoro - vengono pagati ad ore - sia nelle
finanze - lasciano tutto in banca.
5. Più istruzione finanziaria, più intelligenza finanziaria. “Lontano dagli occhi
lontano dal cuore” non è un atteggiamento giusto con gli investimenti. Dare il
proprio denaro a terzi e sperare che facciano un nuon lavoro porterà a risultati
mediocri. Accresciamo la nostra conoscenza finanziaria e prendiamo azione.
6. La leva può funzionare in due modi: con o contro di noi. Spesse volte una
leva ci torna contro per condizioni di mercato sfavorevoli. Negli immobili, va-
lutazioni in calo. Se invece ci stacchiamo dai concetti dei valori di mercato ed
attingiamo da valori reali, per esempio affitti, possiamo stare più al sicuro.
7. La diversificazione dei consulenti è davvero diversificazione? E’ vero che
propongono una serie di diversi fondi, dei “multivitaminici”, ma una vera diver-
sificazione si avrebbe investendo anche in non-cartaceo. Sulla negatività della
diversificazione abbiamo già detto. W. Buffett: la diversificazione è una prote-
zione contro l’ignoranza. Ed ancora la protezione offerta da un’assicurazione è
la migliore garanzia finanziaria.
Una leva più curata e sistematica si ha con la focalizzazione, non diversificazio-
ne. Sapere sempre per cosa si sta investendo - utili da capitale o cashflow - e su
cosa - il prodotto o l’operazione.
Investire per utili da capitale, tramite plusvalenze, è molto esposto alle tasse
e rientra come concetto nel paradigma della speculazione - compro un’azione
sperando di rivenderla al doppio. Investire per il cashflow è tipicamente meno
rischioso e più redditizio. E’ di solito associato a progetti e strategie, e per esse
è meno complicato ottenere leva dalle banche
Un trend tipico nella consulenza finanziaria comune è: investire in fondi di cre-
scita (plusvalenze) da giovani ed in redditi e vitalizi da anziani. Questo potrebbe
avere senso.
Tipi di investitori:
• solo plusvalenza, per esempio traders in borsa e flippers nel mercato im-
mobiliare
• cash flow only: entrate fisse, fondi ed obbligazioni, con attenzione alle
tasse
• misto, perché no è possibile avere il meglio dei due mondi
Le tasse in finanza sono ovunque. Ma siccome le tasse le mette lo stato, inve-
stimenti a vantaggio suo sono sgravati - un investimento istituzionale ha una
tassazione minore. Un investimento tutto americano e relativamente sgravato
sono i triple net lease. Un investimento misto potrebbe essere: compro un’azione
che paga un alto dividendo, se il prezzo sale ed ho davvero bisogno di contanti,
vendo (plusvalenza) altrimenti tengo e mi godo il reddito (cashflow).
Un po’ ex abrupto viene piazzato un gruppetto di buone componenti per un
investitore immobiliare:
• buoni soci, perché come dice Trump “non puoi fare un buon affare con
cattivi soci”
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• un buon finanziamento, perché non è solo “locatie locatie locatie”, senza
fondi e leve l’investimento immobiliare non è realizzabile
• trattare: come si dice in finanza, il tuo prezzo alle mie condizioni
• denaro altrui da banche: la banca, con il principio della leva, è un socio
fantastico - tira fuori quasi tutti i soldi e dà 100% - prestito tax free!
• alto rendimento effettivo: abbiamo visto che un investimento può originare
plusvalenze od entrate di cassa - ma il margine ne vale la candela?
Un paio di ragionamenti su questi punti. Se per esempio il prezzo è alto ma il
pagamento è a lungo termine ed a conti fatti con l’inflazione i conti tornano - 30
milioni di adesso saranno 15 tra 40 anni - allora è un buon affare. Un investimen-
to immobiliare ha una gestione importante quanto più è attivo - dal flipping alla
gestione. Far pagare terzi quando non siamo davvero noi che gestiamo la cosa
porta l’imprevedile della speculazione pura, ed allora è meglio usare soldi propri
che ci si può permettere di perdere al posto che avviarsi sulla strada del tracollo
finanziario e del fallimento. In investimenti grossi poi è difficile mettercisi da
soli, anzi sconsigliato - la complessità ci schiaccerebbe. Per grossi investimenti
ogni socio dovrebbe contribuire con le sue specialità, e prendere la propria parte
di responsabilità. Il famoso investimento da 300 condomini a Tulsa è citato ogni
due pagine. E’ anche spiegato come il suo successo sia basato su tre punti:
• denaro altrui
• alto rendimento
In particolare il cashflow qui è la rendita dal monte affitti, la plusvalenza si
originerebbe vendendo il parco appartamenti.
Attenzione ad apprezzamenti indiriretti: se il fondo ci dicono è cresciuto del
10% cosa significa? E’ tutta inflazione, c’è un po’ di valore effettivo? E come
è stato misurato? Cosa ce ne viene in tasca? Un altro esempio di “pubblicità
fuorviante” sono quelle situazioni in America dove le aziende contribuiscono di-
rettamente al fondo pensione, mettendo anche un dollaro per ogni nostro dollaro.
In realtà qui, quello che sta pagando è solo in dipendente, l’azienda aggiunge
denaro che comunque mi spettava.
In una leva come con la banca, i soldi li mette proprio il terzo. E’ detto solo ora
nella discussione un po’ annacquata dei punti di sopra, ma un ottimo modo di
valutare la forza della leva in un progetto è il cash on cash return, la percentua-
le di rendimento per periodo a fronte del finanziamento. Se la banca finanzia
l’intera somma e si ha un’entrata, si parla talvolta di rendimento infinito, il
“money for nothing”. Con il rendimento infinito tutte le spese sono coperte
dal finanziatore ma tutti i redditi vanno all’investitore. Ogni qualvolta il costo
del finanziamento è abbondantemente coperto dai proventi che genera, allora
abbiamo davvero capito la leva.
Infine dopo dilungazioni ecco un altro punto del gruppetto: il tasso interno di
remunerazione. E’ la misura degli “altri rendimenti ed altre leve” che possono
nascere con l’investimento. Per esempio, se a fronte di due investimenti a ritorno
X per entrambi le aliquote fiscali non sono uguali, uno ha una remunerazione
interna più alta rispetto all’altro.
Gli ammortamenti sono come un attivo fantasma: essi ci permettono di spal-
mare le imposte sulla vita utile dell’immobile. I deprezzamenti sono nella stessa
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ottica: un apprezzamento reale è anche remunerazione interna. Deve essere
reale per, misurato sull’incremento della capacità di generare reddito. Per una
casa, a quanto è affittabile, non il prezzo al metro quadro della zona. In parti-
colare, in un investimento immobiliare l’exit strategy può sempre essere: vendi.
Ma attenzione, se vendiamo il reddito è tassato!
Il nuovo capitalismo si basa sul debito, e non può che essere altro, per la strate-
gia, il rifinanziamento. Quando l’immobile è apprezzato a sufficienza, possiamo
aprire un debito più grosso e coprire quello iniziale con un qualcosa in più, que-
sto qualcosa che può essere il nucleo di un nuovo investimento.
Essere nati poco abbienti e finanziariamente incolti non è una scusa per non ini-
ziare. E chi inizia non deve fermarsi se avrà un fallimento. Segue una rassegna
di “è partito solo con” della moglie e del socio. Interessante sottolineatura di
come è la mente la leva motivazionale più grossa. Importante anche l’istruzio-
ne. Vivere al di sotto dei propri sogni è non avere aspettative nella vita è una
tragedia. Robert dice anche che una progettualità in grande mantiene lo spirito
e la complicità di matrimonio alti.
Concludendo il capitolo ribadiamo che in questo nuovo capitalismo dell’infor-
mazione i guadagni sono grandi con investimenti dove leva e controllo vanno a
braccio. Persino le persone intelligenti hanno paura dgli investimenti a volte -
è un PECCATO.
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per esempio l’imperativo di risparmiare, avrà difficoltà.
L’informazione gratuita ed abbondante è fin troppa, il che rende le cose non
facilissime dopo tutto. Piccola osservazione su come anche in Vietnam c’era
eccesso d’informazione, ma la posta in gioco era molto alta, vita o morte. Il
segreto: classificare le informazioni. Per esempio secondo:
• tempo: quando scade questa informazione, qual è il suo valore rispetto al
tempo?
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ne possiedi solo una parte. Investimenti opinionati su soldi che appartengono al
banco sono rischiosi e vanno perlomento verificati.
Le regole del mercato definiscono quello che si può o meno fare. Senza regole
un certo tipo di investimento diventa troppo rischioso, o sarebbe eccessivamente
redditizio. Le regole si applicano sia all’ investimento sia al bene investito. Non
si può conoscere tutte le regole; un avvocato è costoso ma non può fare tanta
differenza.
Tendenza: l’intuizione di un’opinione per il futuro a partire da fatti. Tutti sono
buoni a dire quel che accadrà. Se poi sarà vero o no non si sa.
Divertenze la storia dell’affare dell’oro dietro le linee del nemico in Vietnam. La
vecchia piena d’oro non vende, ovviamente, ad un prezzo inferiore di quello di
mercato - il prezzo dell’oro è fissato a livello globale, è un bene base standard.
Al contrario, il valore degli immobili è un discorso locale. Bisogna avere le
informazioni attuali e locali. Questo ci mette nella condizione di battere anche
investitori istituzionali.
Dalla storia, si impara anche che evitare di riscoprire l’acqua calda ci evita di
perdere tempo e denaro. Infinte, le informazioni sono preziose ma neutre. Se
non abbiamo intelligenza, non ci combineremo niente. Robert racconta di una
vecchia in Vietnam che trafficava in oro. La vecchia aveva le stesse informazioni
sue ma era una giocatrice esperta.
Flessibilità e tendenze: quel che è vero oggi può essere vero domani e dopo, ma
lo sarà tra un anno o cinque? Non si può investire ciecamente, bisogna stare
aggiornati e mettersi al timone. Ogni macro-tendenza ne porta altre con sè.
Ognuna può dettare una serie di investimenti. Esempi di tendenze:
• la crescita del valore del petrolio
• il sorprendente valore dell’argento
• investimenti da affitto - cashflow
• investimenti da rendita - plusvalenza
“Vox populi vox dei”: in cosa investe il popolo? Questa è una fonte di ispirazio-
ne, è un trend globale. Meno il bene d’investimento è liquido più l’informazione
sulla tendenza è importante. Una proprietà è molto meno volatile dell’oro. Del-
l’oro non rimane mai sul groppone.
La tendenza ci è amica se la riconosciamo e seguiamo. Ma ci sono tendenze
cicliche, in questa storia che si ripete? Una delle poche, da Kim Rogers: il
prezzo delle azioni è inversamente proporzionale a quello delle commodities su
un perido di venti anni.
Non è l’attivo che ci rende ricchi, ma le informazioni e l’intelligenza: il prezzo
non ha molto a che fare con il valore di un bene. Non ci sono buoni investimenti
a priori, sei piuttosto un buon investitore?
L’integrità finanziaria si ha quando tutte le componenti dell’IQ finanziario sono
perfettamente funzionanti. Quando qualcuna di esse non lo è, come una malat-
tia, il disagio finanziario mostra una serie di sintomi. La componente più debole
è quella che non trae energia dal sistema dell’istruzione.
Migliorare le informazioni finanziarie, specie su di sè: quando la situazione per-
sonale non è chiara è assai difficile capire dove e come agire. Per esempio,
abbiamo un nostro rendiconto finanziario personale? Esso è la nostra pagella
finanziaria ed è quel che un investitore chiede quando vuol capire se può fidarsi
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o no di noi come debitore.
Il motivo della crisi subprime è stato: l’avidità ha preso il posto dell’integrità
finanziaria. E si è dato tutto a tutti, anche a chi integrità non ne aveva.
La teoria del value investment di Buffett si basa sul valore intrinseco di un’a-
zienda. Rispondiamo alle seguenti domande sull’azienda:
• può guadagnare più denaro?
• ha una sua nicchia protetta?
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e più o meno comprano o vendono tutti allo stesso modo. Se vendono tutti in-
sieme, il mercato crolla. E diversificare stando solo in banca non è diversificare.
Ci sono ancora un sacco di altri mercati come quello immobiliare.
Robert critica il sistema educativo: modello frenante anche sui più bravi, com-
petitivo e non cooperativo, passivo e non intraprendente o ludico. E riconosce
solo alcune intelligenze, come quella matematica o linguistica (vedi la teoria
delle intelligenze multiple di Gardner). Per l’imprenditore, l’intelligenza inta-
personale è molto più importante. E’ la capacità di mettersi nei propri panni e
mettersi a fare le scelte giuste rispetto ad ambiti ed obiettivi.
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Per gli altri siamo quel che mostriamo. Facciamoci il più grosso dei favori, cam-
biamo la percezione di noi stessi, impostiamola proprio come più vogliamo!!
A quale gioco preferiamo giocare e sentiamo di potere vincere? Gli studenti da
ottimo cercano lavori molto remunerativi ed investono in cartacei. Quelli da
mediocre spesso provano ad inventare il loro gioco, e vincere da soli. Un po’ di
domande:
• qual è la tua misura del successo?
• le nostre scuole non insegnano niente riguardo al denaro - quando sei uscito
dall’università quali erano le tue conoscenze in quel campo?
• esse non rafforzano il subconscio o l’armonia dei cervelli, ma la sfruttano
alfine di preparare tanti piccoli specialisti
Esempi di comportamenti sconsiderati dettati da questa impronta:
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Se questa realtà di fatto ci fa sorridere un pò e ci esalta, allora e solo allora po-
tremmo farcela come imprenditori. Se è cosı̀, gli emisferi sono allineati, proprio
come nel gioco CASHFLOW di Robert.
Nel coro dell’apprendimento giocare è un’attività attiva. Giocare viene in realtà
subito dopo la faccenda reale. Il nostro cervello è sollecitato in modo del tutto
analogo. Un apprendimento cosı̀ è divertente e motivante. Il nostro ambiente di
lavoro ci dà questa serie di occasioni? Se no, ricordiamoci che si impara molto di
più dagli errori che dai successi. Il nostro genio trova il suo karma nell’ambiente
e con le persone più adatte ad esso. Non è un processo facile. Essere nella media
invece, non sprigionare il proprio genio invece, quello è facile. Essere un impie-
gato, o anche imprenditore, medio. Stimoliamoci attivamente nella direzione
dello stile di vita che vorremmo. Ciò non significa andare a spendere e spandere
se non se ne ha la possibilità, ma certo neanche vivere sempre frugalmente.
Il punto di partenza è attivare il nostro subconscio con un’immagine chiara, una
forza interiore. Gli emisferi destro e sinistro cambieranno. Per resistere ci vuole
tenacia mentale e fisica. Dobbiamo essere disposti a fare errori.
I migliori luoghi di transizione, secondo Robert
• scuola
• chiesa
• esercito
• network marketing
• impresa, specie piccola
• seminari
• coaching
Due caratteristiche degli imprenditori: ignoranza e coraggio. Molte persone
sono studenti da ottimo ma mancano di coraggio. Nel mondo reale il coraggio
è più importante dei buoni voti.
Feedback. Il feedback è davvero importante. Specie se ci viene da persone
cui teniamo. Il mondo reale ci manda costantemente feedback. Non ci piace
il quartiere dove viviamo o la macchina che guidiamo? Questo è feedback.
Passiamo davvero troppo tempo in ufficio e non siamo mai a casa? Anche
questo è feedback. Il feedback ci mette costantemente in discussione e ci invita
a migliorarci. Inoltre ha anche un effetto benefico e motivazionale. Ricordare
di:
• avere coraggio nel chiedere ed accettare feedback
• non dare feedback se non richiesto
• attenzione al feedback che ci viene dato con secondi fini
Le domande finali:
• stai vivendo dove vuoi vivere e secondo il tenore che vuoi?
• stai diversificando e vivendo al di sotto delle tue possibilità?
• stai frequentando le persone che vuoi davvero frequentare?
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