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IL MATRIMONIO: IL REGIME DEL VINCOLO

LA CRISI DELLA COPPIA. LA SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI.


LE CONVENZIONI DI NEGOZIAZIONE ASSISTITA E LA SEPARAZIONE INNANZI ALL’UFFICIALE DELLO STATO CIVILE.

Il vecchio codice civile, ispirato al principio di indissolubilità del matrimonio, prevedeva la separazione personale dei
coniugi: cessazione legalmente sanzionata del loro obbligo di convivere.

L’istituto della separazione personale dei coniugi è rimasta nel nostro ordinamento, tuttavia è stato modificato dalla
legge di riforma del 1975.

Intero quadro normativo riguardante CRISI DELLA COPPIA, è stato oggetto di più interventi (a partire dalla
introduzione del divorzio nel 1970) che tendono a favorire la soluzione consensuale dei conflitti e la riduzione dei
tempi necessari per addivenire alla separazione o al divorzio.--> ciò ha come conseguenza l’indebolimento
dell’intensità del vincolo e più in generale del valore giuridico e sociale dell’istituto matrimoniale.

La separazione personale dei coniugi, differisce nettamente dal divorzio perché, NON COMPORTA LA
CESSAZIONE DEGLI EFFETTI GIURIDICI DEL MATRIMONIO, (infatti la
separazione non dà la possibilità ai coniugi di contrarre nuove
nozze)ma UN NUOVO REGIME DEL RAPPORTO.

Cessa: - obbligo di convivenza;


Vengono diversamente regolati: obbligo di assistenza, di collaborazione, di sostegno economico.

La separazione è vista dalla legge solo come una situazione transitoria e quindi può essere fatta cessare
in qualsiasi momento senza bisogno di formalità, con una <riconciliazione>.

Il codice quindi si occupa solo della separazione legale (quella affrontata prima vedi separazione personale). Esiste
però anche una SEPARAZIONE DI FATTO: interruzione della convivenza coniugale non sanzionata da alcun
provvedimento giudiziale ma voluta e attuata liberamente. La separazione di fatto non determina automatiche
conseguenze giuridiche e quindi ciascuno dei coniugi può chiedere in qualsiasi momento la ripresa della convivenza.

LA SEPARAZIONE LEGALE (può essere)

GIUDIZIALE CONSENSUALE
l’art 151 consente a ciascun coniuge di chiedere
la separazione quando si verificano fatti che rendono
intollerabili la prosecuzione della convivenza o tali da recare
grave pregiudizio alla educazione della prole e ciò anche
quando questi presupposti si siano verificati indipendentemente
dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi.
Ma la giurisprudenza è andata oltre, affermando la sufficienza
ai fini della separazione della volontà di uno dei coniugi
di non proseguire la convivenza.
Se è possibile far risalire la responsabilità del fallimento della
vita in comune, il giudice, purchè gli sia richiesto, può dichiarare
a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione.

Assegno di mantenimento: qualora uno dei coniugi non abbia


redditi propri adeguati (art. 156)

Effetti dell’addebito della separazione:


L’assegno non può essere attribuito al coniuge cui sia stata
addebitata la responsabilità della separazione, al quale può
essere riconosciuto soltanto il diritto agli alimenti.
Anche nel caso dell’addebito della separazione al coniuge separato spetta la
pensione spetta la pensione di reversibilità.

Le decisioni contenute nella sentenza possono essere in qualsiasi momento revocate o modificate
dal tribunale per tenere conto di eventuali mutamenti della situazione di fatto.
Infatti la misura dell’assegno in caso di mutamenti potrà essere rivista.

Uso del cognome maritale: (art.156 bis) Il giudice può vietare alla moglie
l’uso del cognome del marito quando tale uso sia a lui gravemente
pregiudizievole e può parimenti autorizzare la moglie a non usare il
cognome stesso, qualora possa derivargliene grave pregiudizio.

SEPARAZIONE CONSENSUALE
Per la separazione consensuale non è sufficiente il solo consenso dei coniugi, che si
mettono d’accordo sulla separazione (assegno di mantenimento, rapporti con i figli ecc.):
perché l’accordo di separarsi produca effetti giuridici occorre anche l’omologazione del
tribunale. Questo provvedimento non è una semplice formalità, non solo perché prima
di concedere l’omologazione il presidente del tribunale deve provare un tentativo di
conciliazione, ma soprattutto perché l’accordo dei coniugi non può essere omologato
qualora sia in contrasto con l’interesse dei figli.

Le nuove modalità di separazione


Il decreto legge (12 settembre 1024 n. 132) ha introdotto due nuove modalità per separarsi, divorziare o
modificare le condizioni di separazione o di divorzio senza l’intervento del giudice:

1) NEGOZIAZIONE ASSISTITA: consiste in una convenzione conclusa tra i coniugi, ciascuno dei quali deve
essere assistito da un avvocato diverso.
In MANCANZA di figli minori, o maggiorenni portatori di handicap o maggiorenni non autosufficienti
economicamente, l'accordo deve essere tramesso al Procuratore della repubblica presso il tribunale
competente (il pm). Se questo non riscontra alcuna irregolarità, comunica agli avvocati delle parti il nullaosta
per i successivi adempimenti richiesti ai fini del conseguimento dell’efficacia dell’accordo.
Se invece sono presenti figli minori o portatori di handicap o non autosufficienti economicamente, allora il
controllo del pubblico ministero (pm) sarà volto a valutare se l’accordo è rispondente all’interesse dei figli.
Se il PM riscontra irregolarità l'autorizzazione viene negata e entro 5 giorni vengono inviati gli atti al
Presidente del Tribunale il quale si occuperà di fissare l'udienza per la comparizione dei coniugi.
Il ruolo degli avvocati è duplice: devono tentare la conciliazione (cioè favorire la ricerca di un accordo tra le
parti) e devono trasmettere all’ufficiale dello stato civile del comune in cui il matrimonio fu iscritto o
trascritto, copia autenticata dallo stesso (ufficiale..) dell’accordo raggiunto entro 10 giorni dal
raggiungimento dell’accordo.

2) ACCORDI CONCLUSI INNANZI AL SINDACO NELLE VESTI DI UFFICIALE STATO CIVILE:


- Con assistenza facoltativa degli avvocati
- Il possibile oggetto di tali accordi coincide con quello della modalità precedente: separazione, divorzio,
modifica delle precedenti condizioni di separazione o di divorzio.
- Gli accordi non devono avere contenuto patrimoniale (es. uso casa coniugale, assegno di
mantenimento..)
- Questa modalità è preclusa se ci sono figli minori o portatori di handicap grave o economicamente non
sufficienti.
- Sottoscritto l’accordo, l’ufficiale di stato civile deciderà con i coniugi una nuova data per un nuovo
appuntamento. Se l’accordo verrà confermato alla data prestabilita si faranno decorrere gli effetti della
separazione dalla data della sottoscrizione. La mancata comparizione equivarrà invece a mancata
conferma dell’accordo.

Queste nuove modalità sono applicabili non solo per addivenire alla separazione personale, ma anche per
modificare le condizioni di una preesistente separazione e per conseguire il divorzio.

Effetti della separazione: con la separazione personale (giudiziale o consensuale) cessano per entrambi i coniugi:
- L’obbligo di convivenza e l’obbligo di assistenza in tutte le sue forme che presuppongono la convivenza;
- L’obbligo di fedeltà risulta, secondo l’opinione più diffusa, attenuato, nel senso che non è ritenuto di per
sé illecito il comportamento del coniuge separato che intrecci nuove relazioni sentimentali, mentre è
incompatibile con i residui doveri derivanti dal vincolo matrimoniale una condotta tale da risultare
addirittura lesiva della reputazione dell’altro coniuge.
- Non cessa l’obbligo di collaborazione, specie con riguardo ai figli.
- Cessa la presunzione di paternità.
- Si scioglie la comunione legale dei beni.

La riconciliazione:
- Cessano gli effetti della separazione
- Non richiede alcuna forma solenne; può avvenire anche meramente di fatto, in forza di un
comportamento non equivoco incompatibile con lo stato di separazione.: ocorre la ricostituzione di una
vera e propria comunione di vita
- La riconciliazione comporta la ricostituzione, con effetti ex tunc, della comunione legale eventualmente
esistente tra i coniugi prima della separazione. Di tale evento deve essere data pubblicità.
- La legge precisa che in caso di riconciliazione la separazione può essere nuovamente pronunciata
soltanto per fatti posteriori alla riconciliazione stessa.

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