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Lo studio della famiglia non può essere limitato all’articolo 29 della costituzione poiché la lettura della norma deve
evolversi con l’evoluzione della società.
Domanda= Qual è la fonte costituzionale che tutela la famiglia? L’art 29 della Costituzione.
La norma madre in materia di diritto di famiglia è:
(Art. 29 della Costituzione): “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul
matrimonio” o meglio nota come “famiglia legittima”.
Domanda= A che tipo di famiglia si rivolge il legislatore? Alla famiglia nucleare.
Facciamo una differenza su “famiglia patriarcale” e “famiglia nucleare”:
-La famiglia patriarcale è quella costituita dagli ascendenti, quindi dalla famiglia di origine,
-La famiglia nucleare ruota intorno a un nucleo più ristretto, formato dal coniuge e dai discendenti.
Domanda= Qual è la norma che ha anticipato gli interventi legislativi relativi all’equiparazione tra i figli? L’art 30
comma 1 e 3 della Costituzione.
All’art. 29 della Costituzione viene abbinata una norma speculare, l’art. 30 della Costituzione perché non si dedica ai
rapporti tra i coniugi ma a quelli che sono i rapporti dei genitori con i figli: si dice che l’art. 30 della Costituzione pone il
suo focus sul “bonum prolis”, cioè sull’interesse della prole.
(Art. 30 comma 1 della Costituzione) stabilisce che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli
anche se nati fuori dal matrimonio”.
Qual è il fondamento dell’equiparazione tra i nati? La legge 219 del 2012 con riferimento all’art 30 comma 1 della
Costituzione (per i genitori l’adempimento del dovere di mantenimento, educazione e di istruzione per i nati, non varia
in base alla fonte del legame: cioè, gli obblighi nei confronti dei figli sono gli stessi sia se il legame si fonda sul coniugio
che su una convivenza, su un’unione civile oppure su una convivenza registrata).
(Art. 30 comma 3 della Costituzione): “La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela sociale compatibile
con i diritti dei membri della famiglia legittima”: La tutela giuridica e sociale dei figli nati nel matrimonio è perfettamente
speculare a quella dei figli nati al di fuori; tuttavia, poiché la Costituzione nasce in un clima antiriforma, è previsto dal
legislatore il requisito della compatibilità: cioè la garanzia di tutela giuridica e sociale a favore dei figli nati al di fuori del
matrimonio non può essere mai in contrasto con la tutela dei membri della famiglia legittima.
Domanda= Quali sono le caratteristiche dei diritti familiari? Cioè quali sono le peculiarità di tutte quelle situazioni
giuridiche soggettive afferenti al diritto di famiglia?
1° La prima caratteristica è sicuramente l’indisponibilità: ciò significa che tutti i diritti familiari sono tutti indisponibili,
cioè non possono costituire oggetto di transazione (transazione= ai sensi dell’art. 1965, è quel contratto con cui le parti
si fanno reciproche concessioni per prevenire una lite o per porre fine a una lite sorta);
2° La seconda caratteristica dei diritti familiari è che sono “res extra commercium”, cioè incommerciabili, cioè sono
strettamente personali (es. lo status di figlia non è cedibile);
3° Sono irrinunciabili;
4° Sono imprescrittibili (cioè non si possono estinguere e ovviamente non sono soggetti a prescrizione);
5° E infine sono intrasmissibili.
Dalla rottura del fidanzamento può essere domandata la restituzione dei doni fatti a causa della promessa di
matrimonio (art. 80 cc). La restituzione può essere domandata anche se il promittente è incolpevole perché si fonda su
una presupposizione (la presupposizione può definirsi come quell’avvenimento futuro e incerto, taciuto dalle parti ma
dato per presupposto, da cui dipende l’efficacia del contratto); il termine per domandare il risarcimento è di un anno dal
giorno del rifiuto o dalla morte di uno dei due promittenti.
Domanda= Quali sono le condizioni per addivenire alla celebrazione del matrimonio? Art 84, 85, 86 e 89 del cc.
1° Articolo 86: Libertà di stato (“impedimentum ligaminis”, impedimento fondato su un pregresso legame): non può
contrarre matrimonio colui che è vincolato da nozze precedenti oppure da una precedente unione civile tra persone
dello stesso sesso (nullità insanabile), salvo che esse siano state annullate, dichiarate nulle oppure che il matrimonio si
sia sciolto per divorzio o per morte dell’altro coniuge.
2° Articolo 84: Età minima: i minori di età non possono contrarre matrimonio. Il tribunale, su istanza dell’interessato,
accertata la sua maturità psicofisica e la fondatezza delle ragioni addotte (requisiti sostanziali), sentito il pubblico
ministero, i genitori o il tutore, si può ammettere per gravi motivi al matrimonio chi abbia compiuto 16 anni.
3° Articolo 85: Capacità di intendere e di volere: non può contrarre matrimonio chi è interdetto per infermità di mente.
(Domanda= Quando si configura l’interdizione (giudiziale)? Quando c’è uno stato di infermità di mente, il minore viene
interdetto).
4° Articolo 89: Assenza di rischio di commixtio sanguinis, (divieto temporaneo di nuove nozze): la donna non può
contrarre nuovo matrimonio prima che siano trascorsi 300 giorni dallo scioglimento, dalla cessazione degli effetti civili o
dall’annullamento del precedente matrimonio (detto anche “tempus lugendi” o lutto vedovile) poiché c’è il rischio che
un’unione prima dei 300 giorni crei incertezza sulla paternità del nato.
Se tale divieto non viene osservato, la conseguenza sarà una sanzione amministrativa che andrà a colpire il coniuge e
l’ufficiale di stato civile.
Esistono delle eccezioni: quando è inequivocabilmente escluso lo stato di gravidanza della donna nell’ipotesi di
impotenza del consorte oppure se risulta da una sentenza definitiva che marito e moglie non hanno convissuto nei 300
giorni.
LA PUBBLICAZIONE MATRIMONIALE:
La pubblicazione matrimoniale è una formalità che precede la celebrazione del matrimonio e consiste nell’affissione di
un atto contenente le generalità degli sposi alla porta della casa comunale per almeno 8 giorni.
Domanda= Quando può avvenire la celebrazione del matrimonio?
La celebrazione del matrimonio può avvenire non prima che siano trascorsi 4 giorni dal compimento della pubblicazione.
Domanda= Che tipo di pubblicità costituisce la pubblicazione?
La pubblicazione è una pubblicità notizia perché consente di mettere a conoscenza tutti così da prevenire nozze
precipitose e rendere nota la volontà dei nubendi di contrarre matrimonio in modo tale da consentire agli interessati di
fare opposizione.
Domanda= Chi può fare opposizione alla celebrazione del matrimonio?
Coloro che possono fare opposizione sono: i genitori, gli ascendenti, i collaterali entro il terzo grado, gli altri parenti e il
pubblico ministero.
Domanda= Quando si può fare opposizione?
Si può fare opposizione qualora manchi una delle condizioni richieste.
Domanda= Può essere omessa la pubblicazione?
Sì, per gravi motivi previa autorizzazione giudiziale, in caso di imminente pericolo di vita (caso tipico del “matrimonium
in extremis”) oppure qualora l’ufficiale di stato civile ritenga che non vi siano le dovute condizioni.
CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO:
La celebrazione del matrimonio civile deve avvenire pubblicamente nella casa comunale, davanti all’ufficiale di stato
civile al quale è stata fatta la richiesta di pubblicazioni, alla presenza di due testimoni.
L’ufficiale di stato civile dà lettura agli sposi di tre norme: articoli 143, 144 e 147 cc:
1° Art. 143 (diritti e doveri reciproci dei coniugi) comma 1: “Con il matrimonio, il marito e la moglie acquistano gli stessi
diritti e assumono i medesimi doveri”. Tale comma stigmatizza il principio della parità tra i coniugi introdotto grazie alla
legge di riforma del diritto di famiglia del ‘75.
Art. 143 comma 2: “dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla
collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione”.
Art. 143 comma 3: “entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di
lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”.
2° Art. 144 (indirizzo della vita familiare e della residenza della famiglia ): “I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della
vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e le preminenti esigenze della famiglia
stessa. A ciascuno spetta il diritto di attuare l’indirizzo concordato”.
Tale norma è importante perché attraverso l’articolo 144, i coniugi fissano l’indirizzo della vita familiare.
3° Art. 147 (doveri verso i figli): “La norma stabilisce che il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di
mantenere, istruire e educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei
figli”.
L’ufficiale riceve da ciascuna delle parti, personalmente, la dichiarazione che esse intendono prendersi reciprocamente
in marito e moglie (bilateralità del matrimonio). Successivamente, l’ufficiale di stato civile dichiara che le parti sono
unite in matrimonio. Dopo la celebrazione dev’essere compilato l’atto di matrimonio, il quale viene iscritto all’interno
del registro di stato civile.
MATRIMONIO PUTATIVO:
Il matrimonio putativo rientra tra i motivi dell’invalidità del matrimonio ma non si applicano le regole dettate in materia
di nullità dei contratti perché se così fosse, i coniugi si dovrebbero considerare come mai uniti in matrimonio e i figli nati
sarebbero considerati come nati al di fuori del matrimonio (art. 128, 129 e 129 bis cc).
Il negozio nullo non produce effetti e la sentenza di nullità produce effetti “ex tunc”.
Se applicassimo il principio sulla nullità anche al matrimonio nullo, i coniugi, in caso di matrimonio invalido, si
dovrebbero considerare come mai uniti in matrimonio e i figli nati sarebbero considerati come nati al di fuori del
matrimonio.
Tuttavia, in alcuni casi, il legislatore sceglie di riconoscere efficacia al matrimonio invalido:
1° Ipotesi: in questo caso il matrimonio è da ritenere valido, se i coniugi sono in buona fede al momento della
celebrazione del matrimonio, cioè se ignorano i vizi che conducono alla nullità del matrimonio. In questo caso il
matrimonio si considera produttivo di effetti tra i coniugi fino alla pronuncia della sentenza di nullità che quindi produrrà
effetti ex nunc (da ora in poi, cioè da quando è pronunciata) e non ex tunc (da allora) (art 128 cc).
2° Ipotesi: Se entrambi i coniugi sono in buona fede, il giudice può disporre che l’uno versi all’altro un assegno periodico
per un periodo non superiore a tre anni, qualora costui non abbia adeguati redditi propri o non sia passato a nuove
nozze. Rispetto ai figli, il matrimonio dichiarato nullo produce gli effetti di un matrimonio valido.
3° Ipotesi: Qualora uno solo dei coniugi sia in buona fede, gli effetti del matrimonio putativo si verificano solo in favore
suo e dei figli.
4° Ipotesi: Se entrambi i coniugi sono in mala fede, il legislatore tutela solo i figli, a meno che la nullità dipenda da
incesto. In questo caso sarà ammesso il riconoscimento dei figli incestuosi soltanto previa autorizzazione del giudice e a
condizione che ciò risponda agli interessi del figlio (art. 251 cc).
5° Ipotesi: Se ad uno soltanto dei coniugi è imputabile la nullità del matrimonio, quindi se è in malafede un solo coniuge,
questo sarà tenuto a versare all’altro in buona fede, una congrua indennità pari al mantenimento per tre anni e si
abbina agli alimenti.
6° Ipotesi: Se invece, l’invalidità è imputabile al terzo, sarà egli a dover versare l’indennità.
Se è imputabile sia al terzo che all’altro coniuge in mala fede, si configurerà una responsabilità solidale.
MATRIMONIO CONCORDATARIO:
Il matrimonio concordatario è un matrimonio canonico (quindi religioso) che in base agli accordi tra lo Stato e la Chiesa
cattolica, produce effetti sia religiosi che civili. È retto dal diritto canonico, per quanto riguarda la disciplina dell’atto, ma
produce effetti anche all’interno dell’ordinamento dello stato. Le sentenze di nullità del matrimonio canonico
pronunciate dall’autorità giurisdizionale ecclesiastica, producono effetti all’interno dell’ordinamento dello stato previa
delibazione da parte della corte d’appello.
Domanda= Come si riconosce efficacia civile al matrimonio canonico?
Al fine di riconoscere efficacia civile al matrimonio canonico, la celebrazione deve essere preceduta dalle pubblicazioni
alla porta della casa parrocchiale dopo che il parroco abbia accertato che non esistano impedimenti.
Occorre inoltre l’affissione delle pubblicazioni anche alla porta della casa comunale secondo le leggi dell’ordinamento
dello stato civile.
La celebrazione è effettuata da parte del ministro del culto con illustrazione degli effetti civili del matrimonio dando
lettura degli art. 143 144 e 147 cc. Occorrono poi, due originali dell’atto di matrimonio, redatti a cura del celebrante e
che contengono la dichiarazione degli sposi di prendersi in marito e moglie e anche la scelta del regime patrimoniale.
Uno dei due originali dev’essere trasmesso dal celebrante all’ufficiale di stato civile, affinché venga trascritto all’interno
dei registri dello stato civile.
Domanda= Che funzione svolge la trascrizione di uno dei due originali dell’atto di matrimonio all’interno del registro
dello stato civile?
La trascrizione di uno dei due originali dell’atto di matrimonio all’interno del registro dello stato civile, svolge una
funzione costitutiva, cioè uno dei due originali dell’atto di matrimonio, dev’essere trasmesso dal ministro di culto
cattolico all’ufficiale di stato civile, entro 5 giorni dalla celebrazione, il quale si occuperà della trascrizione che produrrà
effetti dal giorno della celebrazione in quanto è munita di efficacia retroattiva (efficacia ex tunc).
In mancanza di trascrizione, il matrimonio canonico resta un atto puramente religioso e non si producono effetti
all’interno dell’ordinamento dello stato. Qualora la trascrizione del matrimonio canonico venga omessa, entrambe i
coniugi o uno soltanto di essi possono comunque richiedere la trascrizione tardiva che avrà comunque efficacia
retroattiva (ex tunc).
MATRIMONIO ACATTOLICO:
Il matrimonio degli acattolici è celebrato dinnanzi al ministro di un culto ammesso nello stato che quindi è
espressamente autorizzato. Tale matrimonio deve comunque essere iscritto all’interno dei registri dello stato civile ma
NON è prevista la trascrizione tardiva. Per gli effetti segue la disciplina dettata dall’ordinamento dello stato.
(Sia il matrimonio canonico che il matrimonio degli acattolici, per quanto riguarda l’atto seguono la loro disciplina, ma
per quanto riguarda gli effetti seguono la legge civile).
OBBLIGHI CHE DISCENDONO DAL MATRIMONIO:
Il matrimonio si fonda sul principio cardine della solidarietà familiare.
Gli obblighi che discendono dal matrimonio sono:
- L’obbligo reciproco alla fedeltà; cioè astensione dalle relazioni sentimentali con persone diverse dal proprio partner.
- L’obbligo di assistenza morale e materiale; cioè l’aiuto che ciascuno dei coniugi deve prestare per il soddisfacimento
dei bisogni affettivi ed economici dell’altro. Tale obbligo configura un obbligo che rimane sospeso nei confronti del
coniuge che si allontani dalla residenza familiare senza giusta causa e che rifiuti di ritornarvi ai sensi dell’art. 146 cc.
- L’obbligo di coabitazione; presuppone che i coniugi abbiano fissato di comune accordo la residenza familiare (art. 144).
- L’obbligo di collaborazione, cioè contribuire alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e
casalingo, al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.
(Tali obblighi sono inderogabili (art.143 cc) e se vengono violati, si sfocia nella separazione).
UNIONE CIVILE:
Per quanto riguarda l’unione civile, si tratta di un istituto introdotto dalla legge n°76 del 2016 e costituisce appunto, un
istituto di Diritto Pubblico che serve a offrire un riconoscimento giuridico della coppia formata da persone dello stesso
sesso le quali tra di loro scelgono un cognome comune. Stiamo parlando quindi di due persone maggiorenni, dello
stesso sesso che costituiscono quindi una “unione civile”.
Domanda= Che cosa occorre?
Occorre una dichiarazione resa di fronte all’ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni.
Domanda= Come si certifica l’unione civile?
L’unione civile si certifica mediante un documento contenente i dati anagrafici delle parti, il regime patrimoniale e la
loro residenza, sia per quanto riguarda le parti sia per i testimoni.
(APPROFONDIMENTO: Differenza tra “Matrimonio Atto” e “Matrimonio Rapporto”:
-Il “matrimonio atto” = segue la liturgia del singolo matrimonio posto in essere: quindi se è un matrimonio concordatario
o acattolico, segue tutto quello che abbiamo detto precedentemente;
-Il “matrimonio rapporto” = segue la disciplina legata al matrimonio civile quindi segue: vizi della volontà, gli obblighi del
matrimonio e gli obblighi dei figli).
Domanda= Quali sono le differenze tra l’unione civile ed il matrimonio per quanto riguarda le formalità?
Nell’unione civile NON sono previste le pubblicazioni ma occorre la registrazione dell’atto di costituzione dell’unione
civile all’interno dell’archivio di stato civile.
Per quanto riguarda i diritti, essi sono gli stessi che abbiamo individuato per il matrimonio, anche gli obblighi sono gli
stessi, vi è dunque l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione ma, NON è previsto “l’obbligo
di fedeltà”. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro
professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e
fissano la residenza comune (art. 143 e 144).
Domanda= Qual è il regime patrimoniale dell’unione civile?
Il regime patrimoniale dell’unione civile, cioè la disciplina che gli uniti civilmente seguono per regolamentare i profili
economici della loro unione, sono le stesse norme disciplinate per il matrimonio.
Domanda= In quali circostanze si può sciogliere l’unione civile?
1° La morte di uno dei due uniti civilmente;
2° La dichiarazione di morte presunta di uno dei due uniti civilmente;
3° Qualora una delle due parti sia condannata in un procedimento penale;
4° Qualora le parti manifestino la volontà di sciogliersi.
In caso di scioglimento dell’unione civile, a favore di uno dei due uniti civilmente, può essere previsto la corresponsione
di un assegno il quale è parametrato alla durata dell’unione, al contributo dato dall’unito all’interno della famiglia
oppure ancora a quella che è l’età dell’avente diritto.
Tutte le disposizioni dettate per il matrimonio trovano applicazione anche nell’unione civile tant’è che, tutte le
disposizioni del Codice Civile nelle quali è inserita la parola “coniuge”, viene sostituita dalle parole “unione civili”. Ciò
significa che vi è una vera e propria estensione della disciplina in tema di matrimonio.
Domanda= quali sono gli impedimenti all’unione civile?
Gli impedimenti dell’unione civile riguardano: l’esistenza di vincoli familiari o parentali (articolo 87), l’ipotesi
d’interdizione di una delle due parti (articolo 85), oppure ancora la condanna per omicidio consumato o tentato nei
confronti dell’unito civilmente dell’altra parte (articolo 88).
FAMIGLIA DI FATTO:
La legge n°76 del 2016 ha un deficit in quanto ha regolamentato solo le convivenze “autocertificate” ma non si è
dedicata alle convivenze di fatto cioè alla “famiglia di fatto”.
Domanda= Che cos’è la famiglia di fatto?
La famiglia di fatto è un unione tra persone che, pur non essendo legate da vincolo matrimoniale, convivono come se lo
fossero, dinnanzi alla presenza eventuale di figli.
Questo tipo di convivenza è meglio nota come “convivenza more uxorio” e trova un riferimento normativo, nell’ articolo
2 della costituzione che tutela le formazioni sociali all’interno dei quali si svolge la personalità dell’individuo.
Domanda= Quali sono i diritti del convivente nell’ambito di una famiglia di fatto?
I diritti del convivente sono:
-la tutela possessoria della casa all’interno della quale si svolge la convivenza;
-il diritto al risarcimento del danno nei confronti di chi abbia causato una lesione alla salute o la morte del convivente
(ciò detto è opera della giurisprudenza, non è inserito in alcun articolo, infatti con sentenza n°9178 del 2018, stabilisce
quanto detto);
-il diritto di subentrare nel contratto di locazione intestato all’altro convivente (desunto dall’articolo 6 della legge n°392
del 1978);
-il diritto di accedere alla procreazione medicalmente assistita (desunto dall’articolo 5 della legge n°40 del 2004);
-il diritto di essere tutelati dalla violenza all’interno delle relazioni familiari (articoli 342 bis. - 342 ter. i quali prevedono
che in caso di comportamento violento di uno dei due coniugi o conviventi, l’altro può chiedere l’adozione di opportuni
provvedimenti al giudice il quale ordina al coniuge o convivente l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di
avvicinamento nei luoghi frequentati dal coniuge o convivente vittima della violenza).
(Non trovano applicazione le norme dettate per il matrimonio)
SEPARAZIONE:
La separazione è un istituto che non determina lo scioglimento del matrimonio, ma vengono meno i diritti e i doveri
matrimoniali che sono incompatibili con l’assenza della convivenza.
L’istituto di riferimento è quello della “separazione legale” a cui il legislatore si riferisce con l’articolo 150 del cc.
Domanda= Quali sono i tipi di separazione?
La “separazione personale” si distingue in:
1° separazione legale= disciplinata dall’articolo 150 del cc. A sua volta si distingue in:
- “separazione consensuale”, disciplinata dall’articolo 158;
- “separazione giudiziale”, disciplinata dall’articolo 151.
2° separazione temporanea dei coniugi la quale è disposta dal tribunale nel corso del giudizio di invalidità del
matrimonio, della separazione o del divorzio.
3° separazione di fatto
2° SEPARAZIONE TEMPORANEA:
La separazione temporanea configura un istituto che può essere disposto dal tribunale, in fase di accertamento
dell’eventuale causa di invalidità del matrimonio o comunque in caso di separazione o di divorzio.
In caso di separazione temporanea, non si ha lo scioglimento del regime di comunione legale dei beni e non vengono
meno i doveri matrimoniali.
Nella “separazione consensuale” o “giudiziale”, vengono meno i doveri matrimoniali mentre nella “separazione
temporanea” ciò non avviene.
(In caso di allontanamento senza giusta causa dalla residenza familiare, vi è la violazione “dell’obbligo di coabitazione”
ed è sanzionata con la sospensione del diritto all’assistenza morale e materiale. Questo vale in generale non solo nel
caso di separazione temporanea).
3° SEPARAZIONE DI FATTO:
Quando parliamo di “separazione di fatto” ci riferimento ad una stabile interruzione della convivenza per volontà delle
parti, al di fuori delle ipotesi previste dalla legge.
Se durante la separazione di fatto, vengono violati i doveri matrimoniali, uno dei due coniugi può chiedere all’altro, la
separazione giudiziale con addebito.
La “separazione di fatto” così come la “separazione di diritto”, costituisce una causa di impedimento all’adozione.
In caso di mantenimento congiunto, graverà proporzionalmente su entrambi i genitori, quindi in base ai redditi delle
parti.
Tutti i provvedimenti adottati dal tribunale che riguardano la prole, sono adottati considerando sempre quello che è
l’interesse morale e materiale della prole.
Un altro aspetto importante è riscontrabile nell’articolo 337 septies del cc, che prevede di versare a favore del coniuge
maggiorenne che non sia economicamente autosufficiente, un assegno.
Un altro aspetto è quello per il quale i coniugi, si possano sempre riconciliare, l’istituto di riferimento è l’articolo 146 del
cc. La riconciliazione è attuata mediante una dichiarazione espressa o tacita, qualora sia ricostituita la comunione
materiale e spirituale tra i coniugi.
Un altro aspetto interessante è l’articolo 157 del cc, perché la riconciliazione si può avere anche dopo la separazione.
DIVORZIO:
La disciplina sul divorzio è contenuta in una legge speciale: la legge 898 del 1970.
Il divorzio si distingue in:
- “scioglimento del matrimonio”, in caso di matrimonio civile;
- “cassazione degli effetti civili del matrimonio concordatario”, in caso di matrimonio canonico che produce gli effetti
civili.
Parliamo di “dissolubilità del matrimonio” in quanto il matrimonio è suscettibile di essere sciolto o di essere eliminato,
infatti si dice che il matrimonio produce effetti “ex nunc” cioè dal momento della sentenza che pronuncia il divorzio.
Le cause di divorzio sono indicate all’interno dell’articolo 3 della legge 898 del 1970. Esse sono:
-la condanna per un delitto che determini l’ergastolo o la detenzione per un tempo che non sia inferiore ai 15 anni, essi
sono reati sessuali, contro la moralità o contro il buon costume;
-la condanna per omicidio volontario o tentato omicidio del coniuge o del figlio;
-la separazione legale dei coniugi sulla quale è intervenuta una legge speciale, la legge 55 del 2015 (Divorzio breve), la
quale fa una distinzione:
1° se si tratta di separazione giudiziale, la sentenza di separazione deve essere passata in giudicato (cioè quando è
trascorso il tempo utile per poter essere impugnata) e successivamente devono essere trascorsi 12 mesi
ininterrottamente affinché si possa addivenire al divorzio;
2° se si tratta di separazione consensuale, è sufficiente che la sentenza di separazione sia omologata e successivamente
devono essere trascorsi 6 mesi ininterrottamente affinché si possa addivenire al divorzio.
Questo perché, in questo lasso di tempo, si spera ci possa essere un tentativo di riconciliazione.
-la non consumazione del matrimonio.
La sentenza di divorzio produce effetti tra le parti fino al passaggio in giudicato, invece per l’opponibilità ai terzi, la
sentenza di divorzio deve essere annotata e per essere annotata, deve essere trasmessa all’ufficiale di stato civile del
luogo dove fu trascritto il matrimonio.
Sull’assegno di divorzio sono intervenute le Sezioni Unite, ciò significa che tutte le sezioni della cassazione si sono unite
per disciplinare il profilo sull’assegno di divorzio:
se in passato l’assegno di divorzio era parametrato al tenore di vita cioè che il coniuge beneficiario dovesse beneficiare
dello stesso tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, adesso con l’intervento delle Sezioni Unite, attraverso la
sentenza n°18278 del 2018, il parametro non è più soltanto il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio ma anche:
-l’età dell’avente diritto;
-la durata del matrimonio;
-le potenzialità reddituali future;
-e soprattutto il contributo versato dal coniuge in costanza di matrimonio.
Domanda= perché l’assegno divorzile ha natura composita?
Da questi parametri la giurisprudenza ha ritenuto che l’assegno di divorzio, abbia una natura “composita”, questo
perché ha natura “mista”, cioè:
-in parte “assistenziale”= in quanto l’assegno di divorzio è assicurato al coniuge economicamente più debole;
-e in parte “compensativa” e “perequativa”= perché l’assegno di divorzio cerca di offrire un riconoscimento al coniuge
più debole il quale comunque ha versato un contributo all’interno della famiglia (caso tipico= casalinga).
Il beneficiario ha anche il diritto di continuare ad abitare la casa familiare.
Domanda= Quando viene meno l’assegno divorzile?
Il diritto all’assegno divorzile viene meno qualora il coniuge passi a nuove nozze o in caso di morte.
Domanda= Perché il coniuge ha diritto all’assegno divorzile?
Il coniuge divorziato ha diritto a ricevere l’assegno vitalizio perché secondo il legislatore, il principio di solidarietà che
governa il matrimonio quando è ancora in vita, è lo stesso principio che deve sussistere anche dopo lo scioglimento
dell’unione.
Un altro aspetto importante è il profilo successorio perché il coniuge divorziato, così come il coniuge separato con
addebito:
-non è un erede;
-non è un successore legittimo, ai sensi dell’articolo 565;
-e non è un erede necessario, ai sensi dell’articolo 536.
Tuttavia, ai sensi dell’articolo 9 comma 2 della legge 898 del 1970, anche lui è un legatario ed ha diritto ad una rendita
vitalizia cioè ha diritto di ricevere l’assegno vitalizio a condizione che, al momento della morte dell’ex coniuge, godesse
del diritto all’assegno divorzile.
NEGOZIAZIONE ASSISTITA:
La “negoziazione assistita” è uno strumento prodotto di recente, dal decreto legge n°132 del 2014, il quale serve: per
separarsi, per divorziare o per modificare le condizioni di separazione o di divorzio.
1° Nella negoziazione assistita i coniugi possono prendere parte solo se assistiti da avvocati diversi;
2° Gli avvocati servono per far conciliare le parti e per fargli comprendere la possibilità di istaurare una mediazione
familiare.
In caso di negoziazione assistita, le parti raggiungono un accordo grazie all’intervento degli avvocati, il quale entro 10
giorni, deve essere trasmesso al comune.
Domanda= Quale effetto produce l’accordo di negoziazione assistita?
Nel momento in cui viene trasmesso, l’accordo di negoziazione assistita, produce gli effetti di provvedimenti
giurisdizionale di separazione. Se vi sono figli minori, occorre un controllo di legalità da parte del pubblico ministero, se
non vi sono figli invece, l’accordo è semplicemente trasmesso al procuratore della repubblica.
Paragonabili alla negoziazione assistita sono anche gli accordi conclusi dinnanzi all’ufficiale di stato civile che però non
sono ammessi in presenza di figli minori e qualora si tratti di effettuare trasferimento immobiliari.
NEGOZIAZIONE ASSISTITA:
La “negoziazione assistita” è un istituto che trae origine dal decreto legge n°132 del 2014.
Domanda= perché è stata introdotta dal legislatore?
È uno strumento utile per separarsi, per divorziare oppure per modificare quelle che sono le condizioni di separazione o
di divorzio.
Parliamo di una convenzione conclusa tra i coniugi, ciascuno dei quali deve essere assistito da un avvocato diverso.
Il legislatore ha introdotto tale istituto per evitare gli ostacoli che si possono trovare nelle procedure di separazione o
divorzio e di velocizzare il procedimento.
Domanda= qual è il ruolo degli avvocati?
Il ruolo degli avvocati è innanzitutto tentare la conciliazione delle parti e quello di informare le parti della possibilità di
ricorrere alla mediazione familiare.
Domanda= perché è importante tale istituto?
Le ipotesi che si possono manifestare sono due:
1° Se non vi sono figli minori o se non vi sono figli portatori di handicap oppure se non vi sono figli che non siano
autosufficienti: è sufficiente che l’accordo delle parti, sia trasmesso al Procuratore della Repubblica presso il tribunale
competente.
2° Se ci sono figli minore o maggiorenni non autosufficienti o portatori di handicap: il Pubblico Ministero dovrà verificare
se effettivamente l’accordo delle parti, risponda a quelli che sono gli interessi dei figli.
Domanda= Quali sono gli adempimenti?
Una volta raggiunto l’accordo, entro 10 giorni, deve essere trasmesso al comune e produrrà l’effetto di un
provvedimento giurisdizionale di separazione personale: per questo motivo la “negoziazione assistita”, è uno strumento
utile ed importante per evitare le rituali procedure di separazione.
Un’altra opzione sarebbe quella degli accordi conclusi dinnanzi al Sindaco, sempre prevista dal decreto legge n°132 del
2014, ma che non sono previsti qualora si tratti di effettuare dei trasferimenti immobiliari oppure in presenza di figli
minori o di maggiorenni non autosufficienti o portatori di handicap.
RESPONSABILITÀ:
-I creditori della comunione= i beni della comunione rispondono di tutti i debiti contratti dai coniugi durante il
matrimonio (esempio=obbligazioni per il mantenimento dei figli, per l’interesse della famiglia).
Nel caso in cui i beni della comunione non siano sufficienti a coprire i debiti contratti, i creditori della comunione
potranno aggredire i beni personali dei coniugi ma soltanto per la metà del loro credito (esempio= se un creditore ha
diritto a ricevere 100.000 può aggredire i beni personali dei coniugi soltanto per la quota di metà del credito quindi per
50.000). (Articolo 189 e 190).
-I creditori personali dei coniugi= (Tizio ha contratto un debito prima di sposarsi, con il creditore Caio)
i creditori personali potranno aggredire i beni della comunione SOLO in via sussidiaria e questo lo prevede l’articolo
190. Ciò significa che se i creditori personali non trovano nulla da aggredire, andranno ad aggredire ad esempio,
l’immobile che i coniugi hanno contratto durante il matrimonio. Quindi ancora, se non c’è nulla da aggredire nei beni
personali, c’è il rischio che vengano aggrediti i beni della comunione.
Domanda= differenza tra “responsabilità solidale” e “responsabilità sussidiaria”?
-Responsabilità solidale= ad esempio: Tizio e Caio sono debitori solidali cioè il creditore Mevio può chiedere l’intero o a
Tizio o a Caio. Se paga tutto Tizio, Tizio può agire in regresso verso Caio per ricevere quanto gli spetta (ovvero la metà) e
viceversa.
-Responsabilità sussidiaria= ad esempio: Tizio e Caio sono debitori sussidiari di Mevio. Mevio si rivolge prima al suo
debitore principale e se quest’ultimo non paga, si rivolge al debitore sussidiario cioè quello che gli fa da aiuto
(APPROFONDIMENTO= la delegazione, l’espromissione e l’accollo sono esempi di responsabilità sussidiaria).
BENI PERSONALI:
Domanda= che cosa s’intende per beni personali?
I beni personali sono elencati nell’articolo 179. Essi sono:
1° I beni di cui ciascuno dei coniugi, era proprietario o titolare di un diritto reale di godimento, prima del matrimonio;
2° I beni acquisiti successivamente al matrimonio (ad esempio per effetto di una successione, donazione) qualora
nell’atto di liberalità o nel testamento, non sia specificato che tali beni siano attribuiti alla comunione;
3° I beni di uso strettamente personale;
4° I beni destinati o necessari all’esercizio di una professione;
5° I beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno;
6° I beni ricevuti ai fini pensionistici;
7° I beni acquistati con il prezzo del trasferimento di beni personali oppure con lo scambio, a condizioni che ciò sia
dichiarato nell’atto di acquisto.
COMUNIONE CONVENZIONALE:
La comunione convenzionale è prevista agli articolo 210 e seguenti del cc.
Essa costituisce un istituto previsto dal legislatore, allo scopo di rendere più flessibile la comunione legale.
Mediante la comunione convenzionale, il legislatore riconosce ai coniugi la possibilità di modificare parzialmente il
regime legale, attraverso la stipulazione di una convenzione matrimoniale
(esempio=Tizio e Caia sono uniti in matrimonio e poiché non hanno annotato nulla a margine dell’atto di matrimonio,
fra loro opera la comunione dei beni. Ad un certo punto decidono di modificare parzialmente le condizioni e quindi
stipulano una convenzione matrimoniale. Tale convenzione non è stipulata per dar vita ad un regime alternativo ma
perché vogliono modificare in parte la disciplina dettata per la comunione dei beni servendosi appunto dello strumento
della “comunione convenzionale”).
Tuttavia, il legislatore, agli articoli 210 e seguenti del cc, fissa dei limiti:
1° I coniugi non possono derogare a quelle che sono le norme della comunione riguardanti l’amministrazione dei beni e
l’uguaglianza delle quote (secondo il principio della parità coniugale);
2° Alcuni beni personali non possono essere compresi nella comunione convenzionale come ad esempio:
i beni di uso strettamente personale (Articolo 179 lettera C) e i beni destinati all’esercizio della professione (Articolo
179 lettera D).
[Tutte le convenzioni matrimoniali devono essere annotate a margine dell’atto di matrimonio e devono essere
trascritte nei registri immobiliari (Articolo 162): “Le convenzioni matrimoniali devono essere stipulate per atto
pubblico sotto pena di nullità (NEGOZIO SOLENNE) (FORMA AB SUBSTANTIAM). Le convenzioni matrimoniali non
possono essere opposte ai terzi quando a margine dell’atto di matrimonio non risultano annotate tali convenzioni
matrimoniali”].
FONDO PATRIMONIALE:
Il fondo patrimoniale è previsto dal legislatore agli articoli 167 e seguenti del cc.
Il fondo patrimoniale quindi, è una convenzione matrimoniale con la quale i coniugi scelgono di vincolare determinati
beni immobili, mobili registrati o titoli di credito, al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.
-Il fondo patrimoniale costituisce un PATRIMONIO DESTINATO (vincolo di destinazione): ciò significa che nel momento in
cui i coniugi costituiscono un fondo patrimoniale, scelgono di vincolare determinati bene, al soddisfacimento dei bisogni
della famiglia.
Domanda= quali soggetti possono costituire il fondo patrimoniale?
Il fondo patrimoniale può essere costituito:
1° dai coniugi; mediante atto pubblico con la presenza di due testimoni;
2° da un terzo; mediante testamento o per atto tra vivi e in quest’ultimo caso, occorrerà accettazione da parte dei
coniugi, mediante atto pubblico posteriore.
-Il fondo patrimoniale costituisce anche un PATRIMONIO SEPARATO, questo vuol dire che i beni oggetto di fondo
patrimoniale, possono essere aggrediti solo ed esclusivamente, da parte dei creditori del fondo patrimoniale.
IMPRESA FAMILIARE:
(Articolo 230 bis.) L’impresa familiare è diretta a tutelare la posizione di quanti siano legati all’imprenditore da un
vincolo coniugale o familiare, i quali prestano, in modo continuativo, la loro attività di lavoro, nella famiglia o
nell’impresa.
Domanda= quali diritti sono riconosciuti ai familiari che collaborano con l’imprenditore?
1° Il diritto al mantenimento;
2° Il diritto di partecipare agli utili e agli incrementi dell’azienda;
3° Il diritto di prelazione in caso di divisione ereditaria o di trasferimento aziendale.
(APPROFONDIMENTO: PRELAZIONE LEGALE= significa che per legge, in caso di trasferimento dell’azienda, i collaboratori
all’impresa familiare, hanno il diritto di essere preferiti rispetto ai terzi).
RAPPORTO DI FILIAZIONE:
Il rapporto di filiazione è quel rapporto che si istaura tra due soggetti in considerazione della circostanza per cui uno è
stato procreato, quindi discende, dall’altro.
Il rapporto di filiazione ha un vincolo che lega i genitori rispetto ai figli ovvero la cosiddetta responsabilità genitoriale
cioè i genitori hanno la rappresentanza e l’amministrazione dei beni dei figli.
Domanda= Se un genitore viene meno ai suoi doveri, trascura i propri compiti, abusa dei suoi poteri o cagiona un
grave pregiudizio al figlio, quale conseguenza ne discende?
Nel caso in cui i genitori vengano meno a quelli che sono gli obblighi rispetto ai figli (obblighi di mantenimento, di
educazione, di istruzione articolo 147 del cc), il legislatore prescrive come sanzione, la decadenza dalla responsabilità
genitoriale.
Il figlio è tuttavia tenuto a collaborare all’interesse della famiglia nei limiti delle sue capacità e possibilità.
L’Articolo 336 bis stabilisce che il minore deve essere ascoltato quando ha raggiunto l’età di 12 anni o anche un’età
inferiore qualora sia capace di discernimento a condizione che l’ascolto non sia contrastante a quelli che sono gli
interessi del minore stesso.
2° la commutazione, la quale era prevista agli articoli 537 comma 3 e 542 comma 3, prevedeva che i figli legittimi,
potessero escludere i figli naturali dalla comunione ereditaria commutando cioè convertendo la loro quota in denaro o
in beni immobili ereditari. In questo modo i figli naturali venivano esclusi dalla comunione ereditaria.
ADOZIONI:
L’adozione costituisce un istituto attraverso il quale l’adottato, acquista lo stato di figlio dell’adottante.
L’adozione di maggiorenni:
(Articolo 291 e seguenti del cc) L’adozione di maggiorenni è un istituto finalizzato a dare un discendente a chi non ne ha,
consentendogli di tramandare il cognome e il patrimonio familiare, ecco perché all’adozione di maggiorenni, possono
procedere solo soggetti che non abbiano discendenti.
Per adottare un maggiore di età occorre:
-il consenso dell’adottante e dell’adottando;
-il consenso dei genitori dell’adottando;
-il consenso del coniuge dell’adottante e dell’adottando.
L’adottante deve aver compiuto 35 anni e la sua età deve superare quella dell’adottando, di almeno 18 anni.
Il tribunale deve verificare se sussistono tutte le condizioni previste dalla legge e se l’adozione convenga o meno
all’adottando. In seguito a tali accertamenti, il tribunale potrà emettere il decreto di adozione a partire dal quale si
godranno gli effetti dell’adozione.
Domanda= quali sono gli effetti dell’adozione di maggiorenni?
(Articolo 300 del cc) L’adozione di un maggiorenne:
-non rompe il legame tra l’adottato e la famiglia di origine infatti egli conserva tutti i diritti e tutti i doveri nei confronti
della famiglia di origine;
-non crea alcun rapporto tra i parenti dell’adottato e l’adottante, né tra l’adottato e la famiglia dell’adottante, proprio
perché l’obiettivo di questa adozione, è quello di trasferire il patrimonio familiare e il cognome, il quale è anteposto al
cognome originario dell’adottato.
In ambito successorio, secondo l’articolo 304 del cc, l’adottante non matura alcun diritto successorio nei confronti
dell’adottato ma invece l’adottato, acquista diritti successori nei confronti dell’adottante i quali sono gli stessi previsti
nel Libro II del cc, ovvero i diritti di successione riconosciuti ai figli nati nel matrimonio o al di fuori di esso.
Domanda= in quali casi può essere revocata l’adozione?
Secondo l’articolo 305 del cc, l’adozione può essere revocata qualora l’adottato abbia attentato alla vita dell’adottante,
del coniuge, dei discendenti, degli ascendenti oppure si sia reso colpevole di un delitto punibile con una pena restrittiva
della libertà personale non inferiore a 3 anni.
L’adozione di minorenni:
L’adozione di minorenni è disciplinata dagli articoli 6 e 7, Legge 184 del 1983, riformata dalla Legge 149 del 2001.
Con l’adozione di minorenni, l’obiettivo è quello di assicurare al minore una famiglia, quando il minore si trovi in uno
stato di abbandono morale o materiale, cioè qualora il minore non abbia soggetti che si preoccupino della sua esistenza
e della sua cura.
L’adozione deve essere richiesta da una coppia di coniugi che deve fornire garanzie adeguate di stabilità.
La coppia deve essere unita in matrimonio da almeno 3 anni e non devono essere separati nemmeno di fatto in quanto,
la separazione di fatto, è equiparata alla separazione di diritto ed è un impedimento all’adozione.
Deve essere accertato che i coniugi siano idonei a educare, ad istruire e a mantenere il minore che intendono adottare,
il tribunale deve quindi accertare l’idoneità affettiva.
Nell’adozione di minorenni, l’età degli adottanti, deve superare di almeno 18 anni l’età dell’adottato e non più di 45
anni, l’età del minore.
Per quanto concerne il consenso, se l’adottando ha compiuto 14 anni, occorre il suo consenso.
Nel caso in cui il minore abbia compiuto almeno 12 anni e mostri una capacità di discernimento, dovrà essere ascoltato.
Domanda= com’è strutturato il procedimento di adozione?
Il procedimento di adozione è strutturato in 3 fasi:
1° Si conclude con la dichiarazione di adottabilità, che il tribunale pronuncia quando si accorge che la coppia ha
un’idoneità affettiva;
2° Si conclude con l’affidamento pre-adottivo, in quanto il minore viene affidato in via di pre-adozione per un anno;
3° Si conclude con la dichiarazione di adozione.
Domanda= quali sono gli effetti della sentenza di adozione?
Con l’adozione, il minore perde ogni legame giuridico con la famiglia di origine, fatta esclusione per i divieti
matrimoniali. Il minore acquista lo stato di figlio della coppia di cui assume e trasmette il cognome (Articolo 7 della
Legge 184 del 1983).
Per quanto riguarda la possibilità dell’adottato di accedere all’identità dei propri genitori biologici, il legislatore prevede
che nel momento in cui l’adottato abbia compiuto 25 anni o anche un’età inferiore e sia autorizzato dal tribunale, in
presenza di gravi e comprovati motivi attinenti alla sua salute psicofisica, potrà fare accesso alle informazioni sui propri
genitori biologici, salva approvazione dal tribunale dei minorenni.
FECONDAZIONE ASSISTITA:
La fecondazione assistita è disciplinata dalla Legge n° 40 del 2004.
Ai sensi dell’Articolo 4, il ricorso alle tecniche di procreazione assistita è consentito solo quando siano accertati casi di
sterilità o di infertilità i quali devono essere documentanti da atto medico.
Come spiegato nell’Articolo 5, possono accedere alle tecniche di procreazione assistita:
coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi.
Secondo l’Articolo 6:
-il medico ha il compito di informare in maniera dettagliata i soggetti, sui possibili effetti collaterali sanitari e psicologici
conseguenti all’applicazione delle tecniche stesse, sulle probabilità di successo e sui rischi in cui possono andare in
contro;
-alla coppia devono essere spiegati con chiarezza i costi dell’intera procedura;
-la volontà della coppia può essere revocata fino al momento della fecondazione;
-il medico può decidere di non procedere alla procreazione assistita per motivi medico-sanitari, fornendo alla coppia
una motivazione scritta.
Considerando l’Articolo 8 della Legge 40 del 2004, il nato da procreazione assistita assume lo stato di figlio della coppia.
Il nato sarà quindi un figlio matrimoniale o un figlio non matrimoniale.
La fecondazione assistita può essere omologa, quando vengono fecondati gameti maschili e gameti femminili dei
componenti della coppia; oppure la fecondazione può essere eterologa quando si ricorre a gameti maschili di un
soggetto donatore di gamete.
Ai sensi dell’Articolo 9, nel momento in cui si ricorre alla fecondazione eterologa, la quale è ammessa dalla corte
costituzionale con la sentenza 162 del 2014, il coniuge o il convivente che presterà il consenso alla fecondazione
eterologa della compagna, non potrà poi disconoscere il nato, né può impugnare il riconoscimento per difetto di
veridicità, né la madre può dichiarare di non voler essere nominata.
Per quanto riguarda il rapporto con il donatore di gameti, egli non acquisisce alcuna relazione giuridico-parentale con il
nato, non può far valere alcun diritto e non può essere titolare di alcun obbligo.
Ai sensi dell’Articolo 12:
-chiunque utilizza gameti di soggetti estranei alla coppia, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300.000
a 600.000 euro;
-chiunque applichi la fecondazione assistita a coppie i cui componenti non siano entrambi viventi o uno dei due sia
minorenne o che siano soggetti dello stesso sesso o non coniugate o non conviventi, è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da 200.000 a 400.000 euro;
-chiunque applichi la fecondazione assistita senza aver raccolto tutti i consensi, è punito con la sanzione amministrativa
pecuniaria da 5.000 a 300.000 euro;
-chiunque pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni, è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con
una multa da 600.000 a 1.000.000 di euro.