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Appunti di diritto di famiglia (diritto privato) di Bonanni Antonio Luigi 1

AA 2020/2021 – Prof. Lucchini

Diritto Privato – Diritto di famiglia

Il diritto di famiglia tratta dei rapporti patrimoniali dei coniugi, della separazione e divorzio, della
protezione della prole (soprattutto se di minore età).
La grande riforma riguardo il diritto di famiglia entra in vigore nel 1975 (in ritardo rispetto al 1948 -
Costituzione). Quella del ’75 non è l’unica riforma del diritto di famiglia, ma la più importante. Es.
2010 in tema di filiazione (figli legittimi e figli naturali) o quella del 92 riguardo l’affidamento in
caso di divorzio e nel 2016 le unioni civile (anche se non rientra nel CC). Rivoluzione copernicana
perché il legislatore deve rivedere l’intero diritto di famiglia per mettere in pari piano moglie e
marito.
L’Art. 143 C.C. è uno degli articoli più importanti del Codice civile. Avere pari diritti significa che il
matrimonio ha due comandanti. Per evitare di andare a scontrarsi contro gli scogli i due
comandanti vadano d’accordo o che arrivino a buoni compromessi.
- Obbligo reciproco alla fedeltà. Stando alle statistiche spesso viene violato. La fedeltà è
intesa non sono solo come fedeltà fisica, ma anche il tradimento online rileva per
l’ordinamento. Se uno dei coniugi inizia ad avere una relazione molto confidenziale online
con scambi di messaggi e foto più o meno elusive si ha il tradimento.
- Obbligo di coabitazione, i coniugi devono coabitare. Ciò significa avere un comune luogo
comune in cui si riunisce. Significa formare una casa familiare e andarci a vivere il prima
possibile.
- L’assistenza morale e materiale è l’aiuto. Assistenza morale è stargli vicino in salute e in
malattia, in felicità e tristezza, gioire insieme stare vicini in caso di problemi o malattia.
Collaborare ai bisogni della famiglia e assistenza materiale consiste nell’aiutarsi nelle
faccende casalinghe e “fisiche”. Il legislatore con la riforma del ’75 riconosce che il lavoro
casalingo ha pari dignità e importanza al lavoro professionale. Non era così prima della
riforma: il lavoro casalingo era ritenuto scontato ed era un obbligo della moglie. Non c’è un
obbligo di spendere tutto ciò che si guadagna per la famiglia, anzi è una buona cosa
risparmiare una parte (inferiore rispetto alla parte che spende per la famiglia) del proprio
reddito per il futuro in caso di venti avversi. Le proprie “sostanze” è il proprio patrimonio.
Vale la stessa cosa per dei guadagni, non ha senso sperperare tutto il patrimonio (per
esempio ereditato) per far vivere la propria famiglia nel lusso più sfrenato, ma una parte di
questo deve essere dedicato alla famiglia. Il 143 cc elenca solo alcuni obblighi dei coniugi.
Alcuni degli obblighi più importanti enunciati dalla giurisprudenza:
1. Comunione spirituale = i coniugi devono cercare di essere empatici. Cercare di mettersi nei
panni dell’altro e capire come sta.
2. Obbligo di sincerità = (vanno bene le bugie bianche, queste sono escluse dall’obbligo di
sincerità). La violazione si ha quanto il coniuge mente sul suo lavoro, su quanto guadagna,
sulle persone che frequenta, e lo fa in modo reiterato. Menzogne su cose importanti e
seriali che fanno venir meno la fiducia dell’altra persona e ciò porta alla fine della coppia.

Art. 144 CC indirizzo familiare.


Perfetta uguaglianza tra coniugi. Entrambi hanno diritto di concordare dove stabilire la residenza.
Se i coniugi non vanno d’accordo, non c’è un sistema.
Le decisioni che devono essere prese insieme sono quelle che riguardano la famiglia. Sono escluse
le scelte personali e strettamente personali come quale religione confessare o cosa indossare la
mattina. Ci sono poi zone grigie. Es una donna dopo la nascita dei suoi figli decide di lasciare il
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lavoro per accudirli e pensare alla casa. Quando i ragazzi crescono es. 1° media, la madre decide di
riprendere a lavorare, questa è una scelta personale che però impatta sulla famiglia perché la
madre non sarà più a casa ad occuparsi delle faccende e dei figli.

Art. 147 cc
Non cessa automaticamente con il conseguimento della maggiore età. Educare è inteso in senso
molto ampio, non è solo il galateo ma anche trasmissione di valori, rispetto per l’altro. Istruire è
inteso come istruire o far istruire. Ciò deve avvenire tenendo conto delle inclinazioni dei figli. Il
codice attribuisce molti poteri ai genitori, alcuni addirittura a depenalizzare alcuni reati. I genitori
possono commettere delle azioni che sarebbero ritenute dei reati. Per esempio, se un genitore tira
un ceffone al proprio figlio per una valida ragione non avrà conseguenze penali. Ciò rientra
nell’educare e istruire i propri figli. I genitori possono anche controllare corrispondenza, messaggi,
social, telefonate dei propri figli se temono per l’incolumità della prole (solo per il benessere dei
figli, non possono farlo per pura curiosità). Questo potere viene meno se il figlio è maggiorenne (il
processo di educazione e istruzione sono terminati, non termina il mantenimento).

Rapporto genitori – figli (Rapporto verticale)


La responsabilità genitoriale (prima si chiamava patria potestà, poi si è trasformata in potestà
genitoriale e alla fine in responsabilità genitoriale) entrambi i genitori sono responsabili dei figli e
possono amministrare i beni dei figli. Per quanto riguarda gli atti di ordinaria amministrazione può
essere compiuta da uno dei coniugi autonomamente. Per quanto riguarda la straordinaria
amministrazione c’è bisogno dell’autorizzazione del giudice. Ciò evita che i genitori per incapacità
possano arrecare pregiudizio al figlio. I genitori hanno usufrutto legale finché il figlio è minorenne.
Es. uno solo dei figli eredita da uno zio lontano una fortuna mentre la famiglia è in cattive acque.
Così si avrà un minore ricchissimo e la famiglia che vive in condizioni modeste. Invece con
l’usufrutto legale la famiglia tutta può avere vantaggi dall’eredità del figlio. L’usufrutto legale
termina con la maggiore età o con l’emancipazione del figlio.

Cosa succede qual ora i coniugi maturino un disaccordo riguardo un tema importante? Differenza
dovuta al fatto se il disaccordo riguarda rapporti verticali o orizzontali.

Art. 145 cc
Riguarda le divergenze della vita familiare (e non specificatamente i figli). In questo caso il giudice
non giudica ma fa il mediatore, il conciliatore, il paciere. Cerca di raggiungere una soluzione
concordata (primo comma). Secondo comma: il giudice giudica solo se i coniugi chiedano
ESPRESSAMENTE e CONGINTAMENTE al giudice di giudicare. Lo stato non lo investe di nessun
potere. Sono i coniugi ad investirlo del potere necessario per giudicare la questione. Il giudice, in
questo modo non entra all’interno dei fatti della famiglia. (Vi entra solo in caso di separazione o
divorzio).
Se la scelta riguarda un figlio non si può lasciare il fatto così com’è in caso di mancato accordo.

Art. 316 solo comma 1,2,3 - responsabilità genitoriale


Il giudice entra in punta di piedi e suggerisce, se necessario attribuisce il potere di decisione al
genitore che, in quel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l’interesse del figlio. Lo stallo che
riguarda una decisione del figlio è potenzialmente dannoso per quest’ultimo. Fino al 2016 nell’art.
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316 era rimasto un ultimo retaggio. Si diceva che in caso di particolare urgenza, in caso di
contrasto, prevaleva il volere del padre.

Regime patrimoniale dei conigi


Salvo diversa convenzione il regime legale che regola i rapporti economici tra coniugi è la
comunione. Fino al 1975 era l’opposto (ovvero la separazione). Una volta che i coniugi
contraggono matrimonio c’è il principio della comunione che presenta alcune differenze rispetto
alla comunione normale. La comunione “nuziale” non comprende ogni avere dei coniugi.
Art 177 cc
Gli acquisti compiuti dai coniugi insieme o separatamente. Es appartamento comprato dai coniugi.
Se un coniuge acquista un’automobile per sé e la intesta a sé stesso quell’automobile entra a far
parte della comunione.
Se uno dei due coniugi acquista un appartamento e lo intesta solo a sé stesso questo è comunque
della comunione. Se il bene è stato comprato prima del matrimonio allora non fa parte della
comunione.
In caso di azienda gestita da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio, avremo che
l’azienda fa parte della comunione. Se l’azienda è gestita da entrambi ma risale a prima del
matrimonio allora solo gli utili e gli incrementi fanno parte della comunione. Utili = ricavi
Incrementi = la trasformazione da un piccolo bar tavola calda a un super ristorante (per esempio).
Comunione de residuo, è la comunione che si ha allo scioglimento del matrimonio. Il reddito e i
frutti dei propri beni (reddito da capitale lett. B e redditi da lavoro lett. C) rimangono personali. I
redditi rimangono personali fino al momento dello scioglimento della comunione. Allo
scioglimento della comunione i redditi divengono comuni, ovvero comunione de residui. Se questi
redditi esistono, allo scioglimento della comunione divengono comuni. I redditi sono personali
finche sono personali, se uno dei coniugi investe (anche solo un coniuge) allora diviene bene
comune. È come se con quel denaro invece di acquistare un’automobile acquistassi un bene
finanziario.
Parecchi beni restano personali:
Art 179 cc
a) I beni acquistati prima del matrimonio rimangono beni personali
b) I beni acquistati per donazione o successione tranne se il donante o il testatore abbia
deciso di donarli o lasciarli ad entrambi (deve essere espressamente scritto nell’atto)
c) I beni di uso strettamente personale dei coniugi es. abbigliamento, attrezzature sportiva, i
beni dell’igiene personale, gli accessori come orologio, gioielli. Bisogna valutare il contesto,
per esempio per un orologio da 400 mila euro. Se la coppia produce 8 milioni di euro
all’anno allora quell’orologio sarà un accessorio, ma se la famiglia produce 100 mila euro
l’anno allora quell’orologio non può essere considerato un accessorio.
d) I coniugi devono fare lavori diversi, altrimenti i beni di questo comma sono comuni
e) .
f) Io posso vendere un bene mio personale, prendere il prezzo che io ho ricavato e acquistare
un altro bene durante il matrimonio senza che questo entri a far parte della comunione. Va
specificato nell’atto che il denaro è personale di quel coniuge e l’altro coniuge che deve
partecipare all’atto conferma ciò.
È molto difficile la questione dei beni mobili. Nel caso dei coniugi è permesso ogni mezzo di prova.
Per quanto riguarda i creditori bisogna avere un contratto avente data certa. Nel dubbio i beni si
ritengono comuni.
Cosa possono fare i creditori rispetto ai beni: I creditori della comunione (debito contratti per
fattori di vita familiari) possono rivalersi sui beni comuni. Se i beni comuni non bastano possono
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rivalersi in via sussidiaria sui beni personali per un mezzo, se si rivale sul coniuge che ha contratto
il debito allora il creditore po' rivalersi completamente e non per un mezzo sui beni personali di
quel coniuge. Se un coniuge contrae un debito per “motivi personali” allora il creditore può rifarsi
sui beni personali del coniuge, se questi non sono sufficienti, può aggredire in via sussidiaria i beni
della comunione per un mezzo.
In caso di separazione può aversi luogo ai rimborsi e alle restituzioni. Per esempio, durante il
matrimonio la ristrutturazione di un immobile comune viene finanziata con il denaro personale di
uno dei due coniugi. In caso di separazione il coniuge che ha ristrutturato l’immobile deve ricevere
un rimborso.
Come si amministrano i beni comuni?
In caso di atti di ordinaria amministrazione l’atto è validamente compiuto anche se uno solo
dei due coniugi compie l’obbligazione.
Il caso di atto di straordinaria amministrazione deve essere approvato da entrambi i coniugi.
Cosa avviene se l’atto di straordinaria amministrazione avviene senza il consulto o contro il
volere dell’altro coniuge? In caso di beni mobili registrati l’atto è annullabile per volere del
coniuge che non era a conoscenza del fatto. Il termine di prescrizione è un anno invece di 5. In
caso di beni mobili. Se il bene era comune ed è stato alienato senza il consenso dell’atro il
contratto non è annullato ma c’è un obbligo rispetto a quel coniuge di ricostituire in natura la
comunione. Se invece non è possibile ristabilire la comunione in natura (per esempio perché il
bene era un pezzo unico) il coniuge dovrà rimettere nella comunione il valore del bene quando
è stato alienato.
Nulla impedisce ai coniugi di scegliere un regime che non sia la comunione, per esempio la
separazione. Possono sceglierlo prima del matrimonio e andare dal notaio in vista del
matrimonio. Congiuntamente al matrimonio (il modo più diffuso). Quando viene trascritto
l’atto di matrimonio, viene anche trascritto l’atto di separazione dei beni. Possono decidere di
farlo anche dopo il matrimonio. I coniugi possono anche scegliere un regime di comunione
convenzionale. Per esempio, possono far entrare in comunione anche i beni personali. Questa
modalità ha dei limiti importanti, la maggiore è che non possono avere cose differenti. Le
quote devono essere uguali.

L’impresa familiare
Art 230 bis

Le unioni civili entrano nel nostro ordinamento nel 2016 legge 76/2016 sono destinate
all’unione di soggetti dello stesso sesso (solo coppie omosessuali e non eterosessuali in Spagna
e in Gran Bretagna l’unione civile si può fare anche tra eterosessuali). Il matrimonio rimane
riservato per le coppie eterosessuali, le unioni civili sono riservate alle coppie omosessuali e le
convivenze sono per entrambe le coppie (le convivenze possono essere registrate o meno).
L’unione civile è sostanzialmente disciplinata da delle norme che sono la fotocopia delle norme
che disciplinano il matrimonio con un'unica differenza che è stata molto criticata: non c’è
l’obbligo di fedeltà (da alcuni criticato perché considerato come se necessario per la tutela
della paternità e quindi per la tutela della prole, cosa non necessaria per la coppia
omosessuale dato che non può procreare). La disciplina del 2016 aggiunge anche la convivenza
che può essere registrata o meno. Registrata se i due vanno all’anagrafe e dichiarano di
convivere presso una data residenza attestando una coabitazione. Ci sono delle differenze tra
le due convivenze. Se registrata è attestata quindi dimostrata, se non è registrata, per esempio
in caso di morte di uno dei due, va dimostrata. In caso di convivenza registrata i partner devo
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sostenersi moralmente, il partner può vedere l’altro in caso di malattia ecc. Per quanto
riguarda la filiazione non ‘è una differenza molto rilevante.

Matrimonio
Il matrimonio indica il rapporto che nasce dall’atto di matrimonio e dura fino alla morte di uno
dei coniugi o al divorzio. Bisogna distinguere il matrimonio atto e il matrimonio rapporto. Il
matrimonio atto ha una disciplina particolare rispetto al contratto in generale. Il matrimonio è
un atto personalissimo e prevede la libera volontà di contrarre il matrimonio. La disciplina
cambia: può essere civile o religioso. Quello religioso può essere canonico e secondo i culti
ammessi. Il matrimonio canonico ha effetti civili nel nostro ordinamento, ha gli stessi effetti
che produce un matrimonio effettuato davanti ad un pubblico ufficiale dello Stato Civile.
Questo per un concordato del ’29 tra lo stato e la santa sede e poi integrato dagli accordi di
Palazzo Madama dell’84. Questa cosa è particolarissima: infatti nel resto del mondo il
matrimonio religioso e quello civile sono due matrimoni separati, ognuno dei quali genera
effetti per la propria sfera di competenza (uno genera effetti religiosi, l’atro effetti giuridici).
Presupposti del matrimonio civile:
1- Maggiore età ma l’ultra sedicenne che per gravissime ragioni, sentiti i genitori e il pubblico
ministero, può su autorizzazione del giudice
2- Sanità mentale
3- Non deve essere sposato con qualcun’altro
4- Assenza di legami di parentela, adozione ecc.
5- Assenza di delitto (o tentato) nei confronti del coniuge dell’altro
6- Lutto vedovile: se una donna è stata sposata deve attendere almeno 300 giorni prima di
risposarsi, per evitare dei dubbi di presunzione di paternità.
7- Differenza di sesso

Come si svolge il matrimonio


1. I nubendi devono fare le pubblicazioni presso la casa comunale. Le pubblicazioni devono
essere esposte almeno 15 giorni. La funzione delle pubblicazioni è quella che se qualcuno
conosce dei fatti di impedimento, questo possa fare opposizione. L’opposizione sospende
la celebrazione del matrimonio fino ad una sentenza che autorizza o meno quel
matrimonio.
Il matrimonio può essere celebrato civilmente, secondo il culto cattolico (matrimonio
concordatario) o secondo i culti ammessi (che hanno valore civilistico e religioso.
2. I nubendi portano il nullaosta presso il celebrante. Le pubblicazioni al difuori della chiesa
sono previste dal diritto canonico ma non hanno valore dal punto di vista civilistico.
3. Il matrimonio si celebra secondo il diritto canonico, dopodiché il celebrante legge alcuni
articoli del Codice civile art. 143, 147 e poco altro. Può essere anche che non vengano letti
(irregolarità che non ha alcun effetto pesante dal punto di vista civilistico)
4. Viene redatto l’atto matrimoniale in duplice copia con i testimoni. Uno degli atti rimane
presso la chiesa, mentre l’atro, a cura del celebrante deve essere trasmesso per essere
trascritto. Dopo la trascrizione il contratto ha valore ex tunc.

Matrimonio per procura


Prevede la figura del nuncius: il soggetto che enuncia la dichiarazione altrui, senza alcun valore
discrezionale.
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Nullità e annullabilità del matrimonio.
Nullo:
• contratto violando i limiti di età
• contratto violando i limiti di stato
• se vi è stato delitto
• se vi è parentela o affinità entro un certo grado
normalmente la nullità del matrimonio è una nullità relativa, ovvero solo gli sposi, i parenti posso
richiedere la nullità e solo in casi particolarissimi la nullità è assoluta come, per esempio, nel caso
di una persona che è già legata da vincoli di matrimonio.

Casi di annullabilità
• In caso di interdizione
• In caso di incapacità naturale
• In caso di errore, violenza e timore
L’annullabilità del matrimonio non può essere fatta valere dopo un anno di coabitazione da
quando si è scoperto l’errore o è terminata la violenza.
La simulazione è una causa di impugnazione. Es straniero extracomunitario per ottenere la
cittadinanza e altri vantaggi. Anche in questo caso la coabitazione di un anno sana la simulazione.

Rapporti di parentela:
rapporto di coniugio o unito civilmente (equivalenti)
il rapporto di coniugio si scioglie con il divorzio: ha una serie di effetti, tra i coniugi la prescrizione è
sospesa.
Rapporto di parentela, è il rapporto che intercorre tra persone che intercorre tra persone dello
stesso stipite. Si distingue rapporto di linea retta (es nonno – nipote) quindi una discende dall’altra
e rapporto di linea trasversale es. fratelli o cugini.
Per calcolare il grado di parentela bisogna contare le varie persone e sottrarre lo stipite
Linea retta:
bisnonno la parentela tra nipote e bisnonno è di terzo grado
nonno
padre
nipote

linea trasversale

nonno
zio a. zio B
cugino c. cugino d. parentela tra cugini: 4° grado
dopo il quarto grado di parentela ci si può sposare.
Non ha alcun rilievo che il soggetto sia nato all’interno o fuori dal matrimonio, il grado di parentela
è identico.
Rapporto di affinità, è il rapporto che si instaura con i parenti dell’altro coniuge. Il grado di affinità
si calcola in base al grado di parentela.

Gli affini non entrano mai in gioco nel caso in cui il de cuius non abbia fatto testamento, solo i
parenti sono interessati dall’eredità.
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I soggetti obbligati agli alimenti (alimentanti)


1. Coniuge
2. Figli o in mancanza i discendenti
3. Genitori o in mancanza gli ascendenti
4. Il genero e la nuora
5. Il suocero e la suocera
6. I fratelli germani
7. I fratelli unilaterali (un solo genitore in comune)
L’obbligo alimentare deriva da legge, per testamento, o per volontà delle parti (Art. 433 c.c.)
Presupposto che da diritto agli alimenti:
1. Stato di bisogno dell’alimentando (indigenza)
2. L’incapacità dell’alimentando di mantenere se stesso per le ragioni più varie
3. I soggetti indicati (alimentante), abbia sufficienti mezzi per poter provvedere
Misura degli alimenti:
1. Capacità economiche dell’alimentante
2. Stato sociale dell’alimentando
L’assegno deve permettere di mantenere una vita normale, non lussuosa.

Patologia del matrimonio: separazione e divorzio


La separazione e il divorzio sono una scoperta dell’epoca moderna, hanno meno di 150 anni di
vita. Non esisteva perché il matrimonio era basato su un qualcosa costante nel tempo: l’interesse.
I matrimoni erano combinati per i più svariati motivi. Pace, denaro, politica, ricchezze; l’interesse
dura ed è costante quindi ci si sposava per una vita finché uno dei due non moriva. Quindi la
separazione e il divorzio non avevano senso. Poi, prima l’illuminismo, poi il romanticismo portano
una ventata di novità: l’amore.
In un individuo sano l’amore (quando è innamorato) è la cosa più vicina allo squilibrio mentale. La
grande conquista dell’illuminismo e del romanticismo è il matrimonio per amore e non per
interesse, chi continuava a sposarsi per interesse lo faceva con ipocrisia, ognuno aveva il suo
amante, con discrezione e nel rispetto delle apparenze ogni coniuge faceva ciò che voleva. La
separazione e il divorzio nascono come una sanzione nei confronti del coniuge che non rispetta gli
obblighi matrimoniali, ma con il passare del tempo questo aspetto è andato scemando sostituito
dall’idea di risoluzione e rimedio. Solo la Francia continua a vedere come una sanzione. La donna
prima si realizzava con il matrimonio, doveva occuparsi della casa, allevare i figli e accudire il
marito. Nel secolo scorso c’è una rivoluzione, il matrimonio non si basa più sull’interesse, la donna
acquista libertà nel matrimonio, la donna si realizza in quanto tale e non nel matrimonio. Vota, ha
una sua professione e si affranca economicamente dal marito. Finché la donna non realizza
autonomamente non può divorziare perché la cosa era vista come un fallimento, “non si è riuscita
a tenere un marito”, non ha il denaro per vivere. Invece con l’evoluzione e con l’emancipazione
della donna il divorzio e la separazione diventano un rimedio. Aumentano esponenzialmente dopo
il boom economico. Negli ultimi decenni la cosa è divenuta più pesante, ancora gli studi sono in
corso. C’è un drammatico calare della vita del matrimonio medio. Un tempo le coppie che si
separavano lo facevano dopo 30, 25, anni mentre ora lo fanno molto prima, come se la coppia non
riuscisse a risolvere i problemi, una volta la coppia risolveva la cosa, ora la coppia butta via la
“cosa” rotta. Al primo ostacolo mollo. Inoltre, è venuto a mancare anche l’obbligo morale di
mantenere intatta la famiglia. Nelle generazioni nate dopo gli anni ’70 non c’è la capacità di
affrontare la crisi, è ingenuo pensare che in una relazione che duri anni e anni non ci siano
momenti di turbolenza. Siamo in quella che si può definire la società della poligamia diacronica.
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Nella società ormai al noi si è sostituito l’io. Il segnale più forte dell’io è il selfie. Molte persone
oggi non si sposano neanche più, anche se in caso di nascita di figli, la crisi della coppia è gestita
dal tribunale come una coppia sposata.

Separazione
La separazione NON è lo scioglimento del vincolo coniugale, è solo un allentamento del vincolo
coniugale, infatti si parla di coniugi separati. La separazione di fatto (“faccio le valigie e torno di
miei”) non rileva, quella che rileva è la separazione legale, andando in tribunale. La separazione
legale è di due tipi: consensuale e giudiziale.
La separazione consensuale è una separazione che prevede l’accordo dei coniugi che sono
d’accordo sul separarsi e nello stabilire la loro posizione dopo la loro separazione. La separazione
consensuale inizia con la presentazione al giudice un ricorso congiunto in cui descrivono le ragioni
della separazione, devono regolare i loro rispettivi aspetti economici, devono preveder un assegno
di mantenimento verso il coniuge meno ambiente, devono prevedere l’allocazione dei figli
minorenni, prevedono un assegno di mantenimento per il coniuge più debole. Nella prima udienza
il giudice deve provare un tentativo di conciliazione (obbligato dalla legge) a quel punto il giudice si
riserva, il tribunale prima di omologare la separazione compie un accertamento riguardo le
condizioni che riguardano i minori che non devono essere pregiudizievoli dal punto di vista
economico o delle frequentazioni. Se il giudice trova condizioni che possono essere pregiudizievoli
per i minori, il tribunale non viene omologata, l’omologazione avverrà solo in seguito che “la
situazione minori” viene risolta.

Separazione giudiziale
È un contenzioso con un attore e un convenuto, un coniuge cita in giudizio l’altro (molto più
traumatica della separazione consensuale, con la durata media di tre anni). Nella separazione
giudiziale il giudice stabilisce quello che è l’assegno di mantenimento, i tempi del collocamento,
l’assegnazione della casa familiare, l’affido dei figli minori. Nella separazione giudiziale è possibile
addebitare la separazione stessa, una volta l’addebito era a carico del responsabile dell’unione
familiare mentre oggi può essere addebitata ad entrambi o anche a nessuno. L’addebito è la colpa
che causa il fallimento dell’unione familiare, es. adulterio. Questo era vero fino ad una decina di
anni fa. La giurisprudenza si è evoluta, l’infedeltà non è automaticamente causa di addebito. Il
giudice va ad indagare se l’infedeltà è la causa della dissoluzione dell’unione familiare o se
l’infedeltà è solo un effetto della crisi già presente. Quella coppia era già una coppia in piena crisi,
l’infedeltà è solo un effetto di ciò, VS infedeltà causa della crisi.
Sentenza costitutiva perché va ad innovare su quello che è un precedente vincolo, i coniugi
passano dall’essere coniugi allo stato di coniugi separati. Resta l’obbligo di concorrere al
mantenimento della prole e se c’è un coniuge economicamente più forte, questo deve aiutare
economicamente il coniuge più debole (assegno di mantenimento che dovrebbe assicurare lo
stesso tenore di vita al coniuge prima della separazione). Pensare di mantenere lo stesso tenore di
vita dopo una separazione è in genere un’utopia. Questo perché ci sono delle economie di scala
soprattutto delle spese fisse che dopo la separazione raddoppiano (in genere a spese del marito).
Per esempio, due case, una per la moglie, una per il marito, entrambe abbastanza grandi per
ospitare i figli, due canoni di locazione, bollette ecc. Tutti i provvedimenti sono assunti nella
sentenza costitutiva. L’affidamento dei figli è stato oggetto di una riforma negli anni 90 perché nel
75 era stato previsto che l’affidamento fosse previsto solo ad uno dei coniugi, quasi sempre con la
madre e vedevano il padre nelle migliori delle ipotesi un paio di fine settimana al mese. Dopo un
movimento di padri separati che ha insistito per decenni c’è stato una nuova riforma.
L’affidamento è di regola condiviso, entrambi i genitori sono affidatari dei figli. Una complicazione
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perché quando comandano in due questi devono andare d’accordo. Anche il collocamento dei
bambini tende ad essere il più possibile paritario: come schema 28 giorni (4 settimane) in cui 14
sono passati con uno dei genitori e altri 14 con l’altro, anche i fine settimana sono ripartiti in ugual
misura. In Milano è usato molto lo schema 16-12: 16 giorni con la madre, 12 con il padre
rispettando l’ugual ripartizione dei fine settimana.

Effetti della separazione


Cessano tutti gli obblighi, coabitazione, assistenza morale, fedeltà, presunzione di paternità,
comunione spirituale. Resta l’obbligo di mantenimento familiare con l’assegno familiare in parte
per il mantenimento dei figli e del coniuge in caso in cui uno dei due coniugi sia economicamente
più forte. Il coniuge separato ha gli stessi diritti successori di un coniuge non separato. C’è
un’eccezione: il coniuge a cui è stata addebitata la separazione perde totalmente i diritti ereditari.
Ovviamente viene meno la comunione dei beni. In fase di separazione c’è una serie di
provvedimenti per la separazione del patrimonio comune. Vi saranno eventuali restituzioni.

Divorzio (termine a-tecnico)


Il termine tecnico è cessazione degli effetti civili del matrimonio. Il divorzio è contenuto in una
legge speciale degli anni 70, oggetto di un referendum popolare per l’abrogazione del divorzio
(parte cattolica). Questo referendum non ha avuto esito positivo. Il divorzio è la fine definitiva del
rapporto di coniugio. La separazione (allentamento vincolo coniugale) è reversibile, i coniugi
separati possono riconciliarsi o per una dichiarazione espressa o per fatti concludenti (i coniugi
riiniziano a vivere sotto lo stesso tetto come una normale coppia sposata ridando vita a tutti quegli
obblighi e doveri). Presupposto del divorzio è la separazione, per arrivare al divorzio bisogna
necessariamente passare per la separazione. 1 anno in caso di separazione giudiziale o 6 mesi di
separazione consensuale. In altri paesi doppio binario: o separarsi o divorziare direttamente. Con
termini così brevi non ha più senso ciò perché ancor prima che termini il giudizio per la
separazione inizia già il giudizio del divorzio.
Il divorzio può essere richiesto in modo congiunto dai due coniugi o da solo uno dei due. Tutti i
provvedimenti sono fotocopia della separazione. Sentenza Berlusconi: riguarda il mantenimento
dell’ex coniuge. in caso di nuove nozze o in caso di convivenze stabili l’assegno divorzile viene
negato. Varia anche il peso dell’assegno divorzile: mentre nella separazione i coniugi sono ancora
sposati, con il divorzio l’assegno deve solo assicurare uno stile di vita dignitoso e non lo stesso
tenore di vita precedente alla separazione. Per avere l’assegno divorzile l’ex coniuge deve avere
bisogno di quel denaro per vivere: deve essere in uno stato di incapacità di mantenersi, non poter
entrare nel mondo del lavoro. (ciò avviene soprattutto in caso di matrimoni brevi in cui i coniugi
divorziano ad un’età in cui possono ancora inserirsi nel mondo del lavoro facilmente).

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