Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Separazione e divorzio
Separazione
e
Divorzio
Indice
Scioglimento comunione dei beni 2
Separazione consensuale 4
Negoziazione assistita 6
Separazione giudiziale 10
Procedure (documentazione) 15
Simulazione 23
Comma 1 → “Ciascuno dei coniugi e' tenuto a rimborsare alla comunione le somme
prelevate dal patrimonio comune per fini diversi dall'adempimento delle
obbligazioni previste dall'articolo 186”
↓
I beni della comunione rispondono: Art.186 cc
a) di tutti i pesi ed oneri gravanti su di essi al momento
dell'acquisto; → quindi anche la eventuale manutenzione di questo bene
b) di tutti i carichi dell'amministrazione;
c) delle spese per il mantenimento della famiglia e per
l'istruzione e l'educazione dei figli e di ogni obbligazione
contratta dai coniugi, anche separatamente, nell'interesse della
famiglia;
d) di ogni obbligazione contratta congiuntamente dai coniugi
↓
Perciò bisogna capire se vi sono ammanchi nel patrimonio della comunione e stabilire cosa
è fatto dentro gli ambiti stabiliti dall’art.186 e cosa è fuori.
Separazione consensuale
Per questa procedura si fa capo a questo decreto legge (convertito)
↓
D.L. 132/2014 → L. 10 novembre 2014, n. 162
Questo decreto aveva l’urgenza di diminuire i contenziosi che ricorrevano ai tribunali, tanto
che prende il nome di “misure urgenti di degiurisdizionalizzazione”.
STEP:
1) la richiesta
Possono chiedere la separazione o il divorzio davanti all'ufficiale dello stato civile. Questi riti
presuppongono l’accordo delle parti e per questo si può fare separatamente
3) dopo i 30 giorni
Bisogna ripresentarsi per confermare la volontà di separarsi e in quel momento viene
trascritta.
Anche a questo punto, se uno dei coniugi non si presenta, la procedura viene a meno.
4) Trascrizione
Se i coniugi si presentano e la procedura viene trascritta e la separazione produce i suoi
effetti.
↓
Questa procedura presenta delle limitazioni
1 limitazione → Questa procedura non è fattibile quando vi sono minori, maggiorenni
non autosufficienti, figli portatori di handicap gravi (L.104/1992), in questi casi non
posso utilizzare la separazione.
Riepilogo
○ Dal punto di vista formale la procedura è semplice, la domanda consiste solo nel riportare le
generalità dei coniugi e il certificato di matrimonio con una dichiarazione di volersi separare.
● Gli avvocati non sono necessari per questa procedura ma nulla toglie che le parti si
avvalgano di un legale per seguire questa procedura (es per commisurare una cifra per
l’assegno di mantenimento)
○ E’ una procedura rapida, poco costosa, richiede un accordo totale e non bisogna avere
figli minori, maggiorenni non autosufficienti, figli portatori di handicap grave.
Negoziazione assistita
Anche qua si fa riferimento al D.L. 132/2014 in particolare all’Art.6.
Questa procedura si articola in 3 fasi, inoltre è richiesto un avvocato (ognuno delle parti
deve avere un suo legale) ed è necessaria la forma scritta di tutti gli atti.
↓
1. l’invito a negoziare
Una parte, mediante lettera raccomandata / PEC invita la controparte a negoziare. Esso
deve contenere:
○ l’oggetto della controversia (separazione, divorzio, modificazioni, ecc…);
○ indicazione termine di risposta (non superiore ai 30 gg);
○ deve essere sottoscritta e firmata dall’ avvocato;
(la non risposta della controparte equivale al rifiuto → a soluzione è il ricorso davanti al giudice)
■ le parti si danno obbligo di cooperare con buona fede e lealtà cioè che durante la
procedura le parti devono produrre tutti gli atti per definire la controversia.
Nel caso il soggetto ometta un documento necessario, l’altro soggetto può agire
(art.1918) e richiedere il risarcimento del danno;
Prima di arrivare all’accordo gli avvocati devono tentare alla conciliazione della coppia (è
un obbligo). Per conciliazione si intende che gli avvocati devono valutare se vi è un margine
di restare tale e devono dare atto nel caso non fosse possibile la conciliazione, che questa
non è avvenuta.
Se vi è conciliazione, decade la procedura.
2. Accordo
Una volta decisa la convenzione, le parti arrivano ad un accordo, che avrà come punto
principale la definizione delle condizioni patrimoniali.
Riguarderanno un eventuale assegno di mantenimento (al coniuge, ad eventuali figli, ecc..),
bisognerà stabilire tutte le condizioni patrimoniali.
Decidere la casa familiare.
Una volta terminata questa fase e le parti hanno raggiunto un accordo si redige l'accordo di
negoziazione (prima convenzione, poi si ha un accordo vero e proprio).
e) assegno di mantenimento
f) tutti gli aspetti patrimoniali (beni ed eventuali trasferimenti del patrimonio)
g) eventualmente fissazione di assegno divorzile (se coniugi)
h) dichiarazione che l’accordo giunto non violi alcun diritto indisponibile e non sia
contrario a nessuna norma (che sia compatibile con l’ordinamento vigente);
Mediazione assistita/familiare
Un elemento in più che si può chiedere nella negoziazione assistita è la mediazione
familiare.
E’ un istituto di A.D.R. e può essere cercato da coppie coniugate o conviventi nel caso
abbiano dato inizio al processo di separazione o divorzio.
Può essere richiesto dalla coppia ma anche dal giudice stesso durante il processo.
Soggetto terzo e imparziale → psicologo con competenze giuridiche (iscritto all’albo dei
mediatori)
↓
per facilitare il dialogo tra le parti per trovare un accordo
Separazione giudiziale
Da qui inizia un processo ordinario (come quello civile), quindi individuando i testimoni (si
possono avere più udienze) e può avvalersi di tutti gli strumenti di indagini, udienza di
precisazione delle conclusioni. Si arriva alla sentenza. Può confermare o modificare le
condizioni provvisorie precedentemente assunte e nel caso fossero diverse con la sentenza
si modificano le stesse.
Durante questo procedimento, le parti possono raggiungere tra di loro un accordo e quindi
trasformare il procedimento giudiziale in uno consensuale.
10
Punti da dirimere:
- assegnazione casa familiare (il luogo dove abitualmente vive la famiglia)
↓
Se non vi sono figli il problema della assegnazione non vi è perchè è un istituto che ha come
scopo fondamentale la tutela della vita dei figli (farli rimanere nell’ambiente casalingo).
↓
Perciò se non ci fossero, ci sono diverse ipotesi:
1) un coniuge ha la propriet;
2) i coniugi sono comproprietari quindi viene stabilito il diritto di abitare in
quella casa con un affitto
3) la casa può essere divisa (una parte e una parte) → molto raro
4) i coniugi non trovano un accordo, vendono l’immobile e si spartiscono il
guadagno
Diversa è la situazione in cui vi siano dei figli perché in questo caso si pone l’attenzione su
questi ultimi e quindi la casa familiare viene assegnata al coniuge prevalentemente
collocatario, dove il figlio è collocato prevalentemente, solitamente se sono piccoli è la
madre.
↓
L’assegno di mantenimento deve tenere conto della assegnazione della casa familiare.
Ipotizziamo che la casa sia di un terzo, a casa andrà in comodato ad uno dei genitori
↓
Il comodato è un contratto mediante il quale una parte dà il diritto ad un altra di utilizzare il
bene senza modificare la destinazione economica di quel bene e diversamente dalla
locazione si presume a titolo gratuito.
↓
Si ipotizza che il terzo abbia prefissato un termine del comodato → scaduto il termine, il
terzo può tornare nella proprietà.
Il problema è che la gran parte delle volte il termine non è prefissato, perché spesso il terzo
concede il comodato per esigenze familiari e quindi senza termine, rimandandola nel
momento in cui saranno disponibili economicamente all’acquisto di una casa.
11
Quando il termine non è fissato, si dice che è un comodato precario art. 1809 cc perché si
prevede che il proprietario possa chiedere la restituzione del bene.Cass. 20448 /2014
↓
Il termine è fissabile anche per relationem ossia determinando un fatto della vita al quale
può essere legato il fatto temporale. Tipico esempio è "finché il figlio non è autonomo
economicamente”.
La corte ha stabilito che anche nella assegnazione della casa, il contratto di comodato
sottostante non viene meno, affinché la casa venga affidata. Ancorché non vi sia un termine,
possiamo considerare il termine per relationem. Non si ha il diritto per la restituzione
dell’immobile perché il termine non si è ancora verificato.
12
Al coniuge addebitato
- perde il diritto assegno mantenimento (ratio: mantenere condizioni economiche) →
(non viene meno quello degli alimenti - art.433 cc - ratio: indigenza totale di un
soggetto, non in grado di procurarsi da vivere, il quantum è commisurata alle
esigenze per vivere)
- perdita diritti successori
- al soggetto addebitato vengono imputate le spese processuali
○ NON perde il diritto alla pensione di reversibilità
⚠Si può avere un doppio addebito - es. doppio tradimento - Quindi entrambi avranno le
conseguenze ma la differenza sta nelle spese giudiziarie divise a metà.
Il marito si dichiara single su facebook pur essendo sposato. Può fondare una dichiarazione
di addebito. Il solo fatto non è sufficiente ma è un fattore importante quando si dimostra che
il comportamento lede la dignità del coniuge. QUASI
La presenza di messaggi amorosi sul cellulare del coniuge può integrare una violazione
dell’obbligo di fedeltà? SI, può essere una base a patto che si dimostri che questi portino alla
crisi familiare
13
l’abbandono della casa coniugale non possa comunque fondare motivi di addebito. → Cass.
2539 / 2014
Rifiuto reiterato della moglie ad avere rapporti sessuali costituisce un venir meno di obbligo
di assistenza morale - quindi rientra nell’addebito. → Cass. 19112 / 2012
Il rifiuto ad un curare il coniuge durante la malattia rientra in queste violazioni.
La domanda di addebito e la domanda di risarcimento sono due domande distinte che non
possono essere promosse nel medesimo giudizio (uno per volta)
Se voglio chiedere il risarcimento devo chiederlo come autonomo giudizio e autonoma
domanda (perché il giudizio di separazione è diverso dal giudizio civile).
14
Procedure (documentazione)
Negoziazione assistita
Innanzitutto la forma è una lettera (oggi si utilizza la PEC) il cui oggetto è l’invito a
concludere una convenzione di negoziazione assistita da avvocati ex art.6 del D.L.
132/2014, convertito in L.162/2014.
- Dati dell’avvocato.
- “la invito a stipulare con l’assistenza del Suo legale (non può essere lo stesso), cui
conferire apposito mandato….”
- “...soluzione consensuale di….” separazione o divorzio
- “La avviso che la mancata risposta al presente invito entro 30 giorni dal suo
ricevimento ovvero il rifiuto di aderire alla convenzione potrebbero essere valutati dal
giudice ai fini della condanna alle spese nell’eventuale successivo procedimento
giudiziale contenzioso”
★ Bisogna specificare:
■ Non è contenzioso (= davanti al giudice);
■ Obbligo di buona fede, certezza, trasparenza e riservatezza;
■ Le informazioni (documenti e non solo) non possono essere utilizzate nell’eventuale
procedimento di separazione e divorzio giudiziale;
■ I difensori non possono essere tenuti a deporre(= testimoniare) nell’eventuale
processo giudiziale (se non si raggiunge un accordo);
■ Se si raggiunge un accordo, bisogna trasmettere l’atto al procuratore;
Presa conoscenza delle clausole qui sopra, le parti convengono di voler cooperare in buona
fede per raggiungere un accordo.
↓
è un obbligo giuridico → es. un coniuge non produce un documento (mala fede), questo
comportamento può comportare il venir meno di un obbligo di
contratto (quindi risarcimento danno)
★ Durata della procedura:
3 mesi prorogabili 1 volta sola per 30 gg
★ Fase negoziale:
Le parti stabiliscono data, ore e luogo si incontrano
15
Post accordo?
Separazione consensuale
E’ necessario il presupposto che le parti abbiano già raggiunto un accordo. Perciò l’atto
introduttivo è il ricorso, al tribunale di residenza delle parti.
↓
Elementi del modulo:
★ Generalità dei coniugi
16
Separazione giudiziale
★ La premessa:
- esiste un matrimonio;
- vi siano / non vi siano figli;
- dove risiede il nucleo familiare;
- che la convivenza è intollerabile → si cercano le condizioni tali per cui si
possa poi raggiungere ad un addebito;
★ Motivazioni
★ Richiesta al giudice dell'udienza → al fine di trovare un accordo
★ Conclusioni → importante perché sono quelle che condenseranno la mia posizione in
giudizio (ciò che voglio /desidero), devo indicare i testimoni che chiamerò in giudizio.
17
Assegno di mantenimento
Presupposto:
“Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia
addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall'altro coniuge quanto e'
necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri.”
I tribunali hanno delle tabelle per orientare gli importi, non vi è un riferimento normativa che
stabilisce il quantum dell’assegno
18
Assegno divorzile
Trova fondamento sul divorzio → (L. 898/1970 art.56 - legge sullo scioglimento del matrimonio)
Non vi è più il matrimonio → non vi è l’obbligo di solidarietà coniugale bensì post coniugale
(sentenza del ‘90). In realtà però quella sentenza partiva da un presupposto ideologico: che
il matrimonio fosse di fatto dissolvibile, ma non del tutto poiché i suoi effetti si portano a vita
(probabilmente condizionata dal diritto canonico).
La giurisprudenza del tempo non può che fondare le sue motivazioni dall’art.5 comma 6
l.898/1970.
↓
Questo ci dice che “Con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione
degli effetti civili del matrimonio, il tribunale…dispone l'obbligo per un coniuge di
somministrare periodicamente a favore dell'altro un assegno quando quest'ultimo non
ha mezzi adeguati o comunque non puo' procurarseli per ragioni oggettive.
Presupposto: soggetto assegnatario non abbia mezzi adeguati ovvero non possa
procurarseli ↓
Adeguati perché?
La sentenza del 1564 del 1990, dichiara che il termine “adeguatezza” non
potesse far riferimento ai semplici mezzi per vivere quotidianamente (per quello vi è già
l’istituto degli alimenti), bensì il parametro da tenere in considerazione è il tenore di vita che
la coppia manteneva in costanza di matrimonio. Bisogna valutare se il coniuge debole abbia
i mezzi per definire l’an (=se), quindi se ha diritto all’assegno divorzile.
Il problema è la definizione del quantum → per fare deve essere “tenuto conto:
- delle condizioni dei coniugi (A),
- delle ragioni della decisione (B),
- del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione
familiare ©
- alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito
di entrambi
Dopo aver valutato questi parametri, bisogna tenere conto anche di questi elementi
“anche in rapporto alla durata del matrimonio”
Questa valutazione è rimasta fino al 2017 → sentenza Grilli: Grilli doveva versare un
assegno decisamente oneroso alla ex moglie, tanto da portare la questione in Cassazione.
Quest’ultima emana una sentenza che ribalta totalmente anni di giurisprudenza granitica.
Cass. sez.1 11 maggio 2017 n°11.504
↓
E’ rivoluzionaria perché interpreta in modo completamente diverso la visione di
adeguatezza. Afferma infatti che la sentenza del ‘90, riteneva il matrimonio indissolubile a
differenza di oggi dove questo concetto esiste e quindi non vi è più ragione di tenere in vita
obblighi matrimoniali ed assistenziali dati allo status del coniuge, perché genererebbe una
indebita prosecuzione del matrimonio (contraria inoltre alla decisione dei coniugi) e
potremmo assicurare una situazione di vantaggio al coniuge più debole.
19
L’unica funzione che può avere l’assegno divorzile una volta che il matrimonio è cessato,
non può che essere una funzione meramente assistenziale.
↓
Essendo così inficia sia l’an quanto il quantum
Tuttavia, la sez.1 creò un gran dibattito, infatti vi erano difetti in questa sentenza, ossia che
se da un lato si avesse superato il parametro del “tenore di vita”, dall’altro però aveva però
mancato tutti i parametri di interpretare adeguatamente il quantum perchè non teneva conto
dell’apporto della moglie in rinuncia di possibili opportunità.
↓
La cassazione, a seguito del dibattito si esprime con la sentenza n°18.287 del 2018, la
quale è chiamata ad affrontare questa situazione, non solo della dottrina.
Non si torna al 1990 e si riconosce nuovamente l’interpretazione della sentenza Grilli.
Soltanto che dall’altro lato riconosce la bontà della perplessità nate dalla sentenza Grilli e
riconosce buone quelle perplessità in vista delle quali si riteneva che la sentenza Grilli non
avesse fatto un buon bilanciamento dei pesi economici e sforzi dei coniugi effettuati
durante il matrimonio (soprattutto il coniuge non lavoratore).
↓
Da queste sentenze si riconoscono 3 funzioni → assistenziale, perequativa
(normalizzante), compensativa
↓
Numerose sentenze recenti hanno stabilito come non possa essere tollerato il
comportamento del coniuge debole che a causa dell’assegno divorzile, non si dia da
fare per procurarsi i mezzi di sostentamento (cercare lavoro).
Non deve essere un disincentivo a occuparsi, anzi non ha diritto il coniuge debole
all’assegno divorzile, soprattutto alla parte assistenziale, se pur avendone le capacità non si
dà da fare per cercare un lavoro.
Ci sono diverse ragioni oltre a questa, può sia risposarsi che morire sia il coniuge
assegnatario che assegnante (non si trasmette ai successori).
Bisogna tenere inoltre in considerazione una serie di sentenze della Cassazione
20
SENTENZE
Art.5 comma 6 → assegno divorzile
doveva versare 10.000€ /mese→parametro: tenore di vita (dopo autosufficienza economica)
Come viene abolito il criterio del “tenore di vita” → ricorso all’art.2 Cost come formazione sociale
La valutazione dei tre elementi assistenziale, perequativo e compensativo, avviene in un’unica fase →
è richiesta una continua disamina probatoria: durata del matrimonio età dei coniugi, aspettative,
nesso causale.
Esame scritto, 3 domande (di cui due non solo teoriche ma di applicazione), foglio di brutta. - chiedere
il voto via mail.
21
22
Simulazione
Tizio e Caia sono sposati, separati, la loro convivenza è divenuta intollerabile, tentano il
divorzio, cercano una consensualità, ma non la raggiungono. Attraverso ricorso, divorzio
giudiziale.
Tizio è un manager di una società info, percepisce stipendio netto di 3500/mese +
proprietario della casa coniugale.
Caia è laureata in economia e commercio, svolge un part time come segretaria (non la prof
che avrebbe potuto esercitare), stipendio netto 800/mese e nel resto del tempo si dedica ai
due figli Mevio e Sempronio. Mevio frequenta l’asilo 3 anni, Sempronio scuole elementari (2
elementare).
Figli nati dal matrimonio
Durata matrimonio: 9 anni
Tizio: 37 anni
Caia: 33 anni
Domande:
Caia chiede assegno divorzile, assegnazione casa familiare con i figli prevalentemente
collocati da lei.
Tizio chiede assegno di mantenimento per quanto riguarda i figli.
Non trovano un quantum per l’assegno ai figli, detiene che caia sia indipendente
economicamente (non corrispondere l’assegno divorzile) tenuto conto del fatto che essendo
caia locataria, egli concederà l’uso della casa familiare.
Numero e ratio.
La casa familiare assegnata a Caia, perché disponendo di un reddito inferiore risulterebbe più
difficoltoso trovare una sistemazione diversa. Perciò si concede l’usufrutto della casa familiare a Caia.
Di conseguenza l’assegnazione dei figli si concede a Caia al fine di garantire a questi ultimi un
minor impatto dovuto al divorzio.
Assegno di mantenimento ai figli da parte di Tizio verso Caia.
Assegno divorzile da parte di Tizio verso Caia ma ridotto perché bisogna tenere conto
dell’assegnazione della casa familiare a Tizio.
2150 a testa
Considerano un possibile affitto medio di 600€, dall’assegno divorzile sottrarrei questo importo
Tenendo conto che la moglie ha rinunciato ad un impiego professionale per la cura dei figli, aumenta il
valore dell’assegno di 300€
Assistenziale →
Compensativa →
Perequativa (=necessaria) →
23
Art.337-bis → Capo II
↓
Esercizio della responsabilita' genitoriale a seguito di separazione, scioglimento, cessazione
degli effetti civili, annullamento, nullita' del matrimonio ovvero all'esito di procedimenti relativi ai
figli nati fuori del matrimonio))
Fondamentale è anche l’ Art.337-ter c.c. → è stato inserito nel 2013 con il d.lgs 154/2013
che è la norma sull’affido condiviso.
↓
1° Comma
Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo
con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e
assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli
ascendenti e con i parenti (diritti dei nonni) di ciascun ramo genitoriale.
2° Comma
il giudice deve applicare solo l’interesse dei figli. Ci da anche una scaletta di priorità:
- “che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure
stabilisce a quale di essi i figli sono affidati” → affidamento congiunto o
meno)
- determina i tempi e le modalita' della loro presenza presso ciascun genitore
- fissando altresi' la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve
contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei
figli
Inoltre il giudice deve considerare degli accordi dei genitori agli interessi dei figli, infatti egli
Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole, ivi compreso, in caso di
temporanea impossibilita' di affidare il minore ad uno dei genitori, l'affidamento
familiare
Nel caso non si possa affidare i figli a nessuno dei genitori → l’affidamento familiare è
quando si affida il minore ad un familiare idoneo oppure a delle famiglie a disposizione
(affidamento provvisorio di un minore)
24
3° Comma
La responsabilità genitoriale e' esercitata da entrambi i genitori.
Questo significa che entrambi i genitori sono chiamati a decidere congiuntamente sulle
decisioni importanti riguardanti i figli:
->
Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all'istruzione,
all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore
sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione
naturale e delle aspirazioni dei figli.
genitori. → Per i figli ha senso applicare il tenore di vita per evitare più disagi
possibili e quindi il parametro è quello del tenore di vita in costanza di matrimonio
3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore. → Più i tempi saranno uguali,
meno sarà l’assegno divorzile
4) le risorse economiche di entrambi i genitori. → anche i patrimoni
5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun
genitore.
L’assegno di mantenimento non è obbligatorio, è una facoltà, si può stabilire che ognuno si
faccia carico delle spese riguardanti i figli.
L'assegno e' automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro parametro
indicato dalle parti o dal giudice.
25
Il giudice per comprendere la situazione della famiglia, deve analizzare tutti i dati economici
di quella famiglia → Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori
non risultino sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento
della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche
se intestati a soggetti diversi.
26
I minori
337-bis e ter → super importante
Il primo elemento è che il giudice deve valutare che il figlio stia in maniera paritaria da
entrambi i genitori
↓
Se non è possibile → più da uno che dall’altro, ma non riguarderà la responsabilità
genitoriale
Questa norma dà maggiore importanza alla responsabilità genitoriale rispetto alla libertà di
separarsi.
Vi sono casi in cui l’affido condiviso non sia l’opzione migliore → nel caso in cui il genitore
non sia in grado di adempiere alla responsabilità genitoriale (interesse del figlio)
↓
In questo caso si può prevedere l’affido esclusivo → Art.337-quater
“Il giudice puo' disporre l'affidamento dei figli ad uno solo dei genitori qualora
ritenga con provvedimento motivato che l'affidamento all'altro sia contrario
all'interesse del minore.”
↓
Può disporlo il giudice o può richiederlo un coniuge → ma “Ciascuno dei genitori puo',
in qualsiasi momento, chiedere l'affidamento esclusivo quando sussistono le
condizioni indicate al primo comma”
la richiesta deve essere motivata (comma 2) → alienazione parentale: mettere in cattiva luce
l’altro genitore
↓
Nel caso in cui “la domanda risulta manifestamente infondata, il giudice puo'
considerare il comportamento del genitore istante ai fini della determinazione dei
provvedimenti da adottare nell'interesse dei figli, rimanendo ferma
l'applicazione dell'articolo 96 del codice di procedura civile.”
↓
Potrebbe disporre anche di dover pagare le spese procedurali o altre disposizioni
27
B) il coniu
Affidamento condiviso
Possiamo avere due ipotesi:
A) paritario → 50% ad ogni causa → non avrebbe più senso l’assegno ai figli
B) 1 genitore prevalentemente collocatario → avendo questo più spese, nasce
l’esigenza di un assegno di mantenimento ai figli, per partecipare al mantenimento ai
figli (in base alle loro capacità economiche) → avrà uno scopo perequativo, dovrà
perequare il diverso tempo e sforzo economico di uno verso l’altro.
L’assegno copre solo le spese ordinarie, perché quelle straordinarie non si conoscono.
Quindi il tema più dibattuto è quello di stabilire quali sono quelle ordinarie e straordinaria.
Nel caso in cui l’affido sia esclusivo, il genitore non esercitante della responsabilità, dovrà
commisurare l’assegno di mantenimento ai figli, ma con scopo assistenziale.
28
Per poter essere richieste, devono essere documentate, in caso contrario il coniuge non è
revocabile.
Il genitore che intende procurare la spesa, deve inviare una richiesta scritta (whatsapp,
email, pec). L’altro coniuge può accettare o rispondere con un mezzo sempre scritto, entro
20 gg. Se non risponde, il silenzio significa assenso.
29
Coloro che sono uniti civilmente hanno gli stessi obblighi degli sposati tranne (fedeltà e
collaborazione).
Contrazione uguale a quella del matrimonio civile, con una differenza, per le u.c. non è
prevista la pubblicazione.
Al pari del matrimonio, anche le coppie unite civilmente possono affrontare una crisi e
quindi di sciogliere l’unione civile.
↓
Differenza fondamentale → non esiste la separazione ma si va direttamente allo
scioglimento
↓
Come? Congiuntamente o singolarmente viene fatta richiesta all'ufficiale di stato civile. Dopo
tre mesi i partner possono proporre la domanda di scioglimento.
O davanti l’ufficiale di stato civile ovvero nel caso vi siano figli o regimi patrimoniali
complessi, ricorrere alla negoziazione assistita o al tribunale.
30