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Domenico Sorrentino

IL ROSARIO
E LA NUOVA
EVANGELIZZAZIONE

t!lnine
INTRODUZIONE

Siamo all'inizio di un millennio. Un Papa-


profeta ci ha detto: due in altum! La Chiesa de-
ve riprendere il largo della storia, con la stessa
fiducia della prima ora. Una parola s'impone:
evangelizzazione, anzi, «nuova evangelizza-
zione». Ovviamente, con il Vangelo di sempre,
la « bella notizia», che si racchiude tutta in un
nome, in un volto, in una persona: Gesù diNa-
zaret. E da lui risale al Dio-Amore, al Dio-Tri-
nità. Da lui discende al mondo, frutto dell'a-
more, e degno di amore, nonostante il peccato
che tanto lo deturpa. Ma la Redenzione è più
forte del peccato. E il nostro compito è grida-
re: Gesù è il Salvatore!
Portare questa bella notizia è la missione
della Chiesa. I modi sono tanti. Le difficoltà
certo non n1ancano.
Nella prospettiva del mondo globalizzato, in
PAOLINE Editoriale Libri cui è dato ormai di abbracciare con un colpo
©FIGLIE DI SAN PAOLO, 2003 d'occhio l'orizzonte, è chiara a prima vista, e
Via Francesco Albani, 21-20149 Milano non solo a suon di statistiche, la progressiva ri-
http://www.paoline.it
e-mail: edlibri.mi@paoline.it duzione dello spazio cristiano. La missione ad
Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. gentes, come si è soliti denominare l'annuncio
Corso Regina Margherita, 2- 10153 Torino del cristianesimo nelle ten·e non ancora evan-

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gelizzate, oggi è diventata una« missione globa- Ma proprio perché hanno impressionato, è
le ». Le stesse regioni di antica storia cristiana anche evidente che siamo di fronte a fenomeni
sono diventate Paesi di missione. Un discorso sentiti come « sorprendenti », in certo senso
che sta 1ivelandosi sempre più attuale per l'Eu- « eccezionali », rispetto a una tendenza di fon-
ropa, di cui alcuni vorrebbero persino cancel- do. Sta di fatto che l'Esortazione Apostolica
lare quelle radici Ciistiane che, a ogni piè so- Ecclesia in Europa, con la quale Giovanni Pao-
spinto, affiorano evidenti, dalle chiese che lo II ha coronato le riflessioni fatte nel Sinodo
costellano le nostre contrade, alla letteratura, per l'Europa del 1999, fra i «segnali preoccu-
all'architettura, all'iconografia, alla musica, panti» del Continente europeo, ha menzionato
che, in tanta parte, sono a stento comprensibili, «lo smarrimento della memoria e dell'eredità
se non si possiede un minimo di cultura biblica cristiana, accompagnato da una sorta di agno-
e di riferimento alla fede cristiana. È giocoforza sticismo pratico e di indifferentismo religioso,
tuttavia riconoscere che alle radici storiche di per cui molti europei danno l'impressione di
incontestabile matrice cristiana, pur intrecciate vivere senza retrotena spirituale e come degli
con quelle del mondo greco-romano e coi mol- eredi che hanno dilapidato il patrimonio loro
teplici influssi susseguenti, fa oggi contrasto il consegnato dalla storia »1 •
dilagante processo di scristianizzazione. Era questo lo scenario che il Papa aveva da-
Fino a pochi decenni fa, si trattava ancora vanti agli occhi il 6 gennaio 2001 quando, con
di« sintomi» che, per quanto crescenti, erano la Lettera Apostolica Nova millennio ineunte, a
tuttavia ridimensionati dal fatto che le masse conclusione del Grande Giubileo, invitò a « ri-
restavano ancorate alla fede tradizionale. La partire da Cristo ». Lo stesso scenario ha fatto
« secessione » era un fatto di élite. La grande da sfondo l'anno successivo per la Lettera Apo-
maggioranza, almeno alle principali scadenze stolica Rosarium Virginis Mariae.
dei ritmi personali e sociali, dalla nascita alla A quest'ultimo documento faremo eco in
morte, ricorreva alla Chiesa. queste pagine. Il titolo - Il Rosario e la nuova
Oggi il processo di allontanamento dal cri- evangelizzazione - può apparire, a prima vista,
stianesimo coinvolge le masse. Ne risentono pretenzioso, forse anche per il fatto che questa
soprattutto i giovani. preghiera, sviluppatasi gradualmente nel se-
È vero, non si deve generalizzare. Anche fra condo millennio, ha sofferto, negli scorsi de-
i giovani si possono riscontrare espressioni di
un rinnovato interesse per la fede. Hanno, ad
esempio, particolarmente impressionato le 'Ecclesia in Europa, n. 7.
Tutte le opere sono citate la prima volta complete di riferi-
Giornate Mondiali della Gioventù. menti, successivamente solo nei dati essenziali.

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cenni, una crisi, che ne ha appannato la com- In questa opzione, stando alle sue parole, mi
prensione. Per rilanciarla, il Papa ha dovuto sembra eli intravedere anche la considerazione
usare parole accorate. Basti pensare a quelle dello scenario della nuova evangelizzazione:
con cui si rivolge ai Confratelli nell'Episcopa- «Da quel Santuario, posto presso le rovine del-
to, ai sacerdoti e diaconi, agli operatori pasto- l'antica Città romana appena lambita dall'an-
rali, chiedendo loro di fare esperienza della nuncio del Vangelo, prima che l'eruzione del
bellezza di questa preghiera, per farsene a loro Vesuvio la distruggesse, l'invito al Rosario ac-
volta promotori. Fra le righe, è forse evocata quista un valore quasi simbolico, come espres-
una certa tendenza alla marginalizzazione pa- sione di un rinnovato impegno dei cristiani
storale del Rosario. Giovanni Paolo II si rivol- nella nuova evangelizzazione di un mondo ri-
• • 3
ge anche ai teologi, dando loro un preciso diventato, sotto certi aspetti, pagano» .
mandato: « Confido anche in voi, teologi, per- Questa prospettiva farà da sfondo alla mia
ché praticando una riflessione al tempo stesso trattazione. Quanto al « taglio » e allo « stile »,
rigorosa e sapienziale, radicata nella Parola di cercherò di coniugare la solidità delle rifles-
Dio e sensibile al vissuto del popolo cristiano, sioni con un linguaggio accessibile, divulgati-
facciate scoprire, di questa preghiera tradizio- vo, riducendo all'essenziale l'apparato scienti-
nale, i fondamenti biblici, le ricchezze spiritua- fico-documentario, nella speranza che anche
li, la validità pastorale »2 • lettori non specialisti ne traggano vantaggio.
La mia riflessione vuoi essere una risposta a In definitiva, mi ripropongo eli dare un con-
questa istanza. tributo perché il Rosario sia effettivamente d-
La tenterò forte della grazia che ho avuto di scoperto e amato.
svolgere, proprio in coincidenza con l'Anno La Vergine del Rosario di Pompei benedica
del Rosario, il mio ministero in un Santuario questa fatica che le dedico con amore filiale.
come quello di Pompei, che il Beato Bartolo'
Longo eresse appunto per la propagazione di Pompei, luglio 2003
questa preghiera. Pertanto il mio discorso, pur
muovendosi entro coordinate generali, sarà,
in certo senso, un discorso « testimoniale ».
Del resto, lo stesso Giovanni Paolo II ha
scelto di rilanciare il Rosario da Pompei.

3
Parole dette dal Papa il 16 ottobre 2002 nel saluto ai pelle-
2
Rosarium Virginis Mariae (d'ora in poi RVM), n. 43. grini pompeiani: cfr. L:Osservatore Romano, 17 ottobre 2002.

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Capitolo primo

UNO SGUARDO ALLA STORIA

Gli inizi 1
Il Rosario ha cominciato a delinearsi nei
primi secoli del secondo millenni d. Ma nella
sua essenza risale molto più in su. Esso affon-
da le radici in due bisogni tipici dell'animo
orante: da una parte, il bisogno di supplicare
Dio senza posa nel senso dell'evangelico «Bus-
sate e vi sarà aperto» (Mt 7,7); dall'altra, il rit-
mo proprio della preghiera contemplativa, in
cui la lode, l'ammirazione e l'incanto di fronte
al mistero superano le parole, al punto che
queste si ripetono e si rinconono, mai appaga-
te, fino a quando non le spegne il silenzio mi-

' Riprendo e sviluppo in questo capitolo le idee che ho propo-


sto nel Congresso mariano internazionale che si è svolto dal28 al
30 aprile 2003 al Centro Mariapoli eli Castel Gandolfo.
'CfT. WM. Willam, Storia del rosario, Orbis catholicus, Roma
1951; R. Masson, Le Rosaire après le Concile, Marianum, Roma
1968; Aa.w., Rilanciamo il Rosario, Temi eli Predicazione, Edizio-
ni Domenicane Italiane, Napoli 1973; E.D. Staicl, Rosario, in S.
De Fiores - S. Meo (a cura eli), Nuovo Dizionario di Mariologia,
Edizioni Paoline, Milano 1985, pp. 1207-1215; R. Barile, Il Rosa-
rio salterio della Vergine, EDB, Bologna 1990; Id., Il Rosario nella
storia: dagli inizi al consolidamento della sua attuale struttura, in
EOsservatore Romano, 11 gennaio 2003.

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stico. Un classico esempio di preghiera litani- Nasceva così, accanto al Salterio, il Rosario.
ca, anticipatrice del Rosario, si può trovare Il nome è legato al simbolismo della rosa: ogni
nella stessa Bibbia: il Salmo 136, in cui il ri- Ave Maria come una rosa spirituale offerta alla
cordo delle meraviglie compiute da Dio nella Madre di Dio. Pensata per gli umili, si sarebbe
storia (ciò che ha una analogia, nel nostro Ro- potuto ritenere che questa preghiera fosse de-
sario, con l'evocazione dei «misteri» della vi- stinata a restare la «parente povera» della sal-
ta di Cristo) è tutto scandito dal ritornello: modia. In realtà il Rosmio, nato in semplicità,
« eterna è la sua misericordia ». stava per diventare, di secolo in secolo, una pre-
Ma quando è nato, propriamente, il Rosa- ghiera di tu~t? il p~polo. cristia~o, di~s~ fra i
rio? La tradizione, fino a qualche tempo fa, lo colti e fra gh mcolt1, recitata dm bambmi e da-
attribuiva a san Domenico. È una tradizione gli anziani, ~mata da~ cr~st~a.ni ai pr~mi stadi
che resta fissata in molte icone. Si pensi a quel- della formaziOne e dm mistiCI perduti nelle al-
la di Pompei: ai piedi della Madonna, che ha tezze estatiche. Non dunque« parente povera»,
tra le braccia Gesù, sono inginocchiati, da una ma semmai una forma complementare della
parte, san Domenico, dall'altra, santa Cateri- salmodia, e, in certo senso, un suo sviluppo,
na. Ambedue ricevono il Rosario. Non manca- trattandosi di una preghiera altrettanto biblica
no immagini con la consegna al solo fondatore e tutta centrata sul mistero dell'incarnazione, il
dei Domenicani. Questo ruolo di san Domeni- cuore del mistero cristiano.
co non è storicamente documentabile, e la cri-
tica storica lo ha lasciato cadere. Resta tuttavia
l~ verità ~he i domenicani sono stati i maggio- Una basilica tra le dita
n zelaton e promotori del Rosario.
Cronologicamente, è nel secolo XII che, di Il Rosario si sviluppò progressivamente, con
questa nostra preghiera, si intravede l'embrione. l'apporto di tante mani docili « al soffio dello
Gli inizi furono molto umili. Il Rosario nac- Spirito di Dio »3 • Fra le preghiere ripetute, pre-
que, per così dire, come una soluzione pastora- valse, divisa in tre cinquantine, l'Ave Maria (da
le di « ripiego », una sorta di espediente per ve- ricordare che all'inizio questa preghiera non
nire incontro agli illetterati - monaci e cristiani aveva ancora la seconda parte, la Santa Maria).
c?~nt~n~ ~ in un'epoca in cui diventava sempre
pm difficile, per la trasformazione e il venir me-
3 Cfr. RVM, n. l. Mi limito qui a richiamare alcuni passaggi es-
no della lingua latina, la recita dei Salmi. Si
senziali di una storia complessa e spesso incerta. Per l'approfon-
pensò di suggerire la sostituzione dei 150 Salmi dimento rinvio alla citata bibliografia, e specie a R. Barile, Il Ro-
con altrettanti Pater noster o Ave Maria. sario salterio della Vergine.

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Nel secolo XIV il certosino Enrico di Kalkar Un racconto scenografico
propose la suddivisione in 15 diecine, inseren-
do tra l'una e l'altra il Pater. Operazione appa- Concepita l'architettura, come nelle basi-
rentemente di semplice divisione numerica, liche, il Rosario si arricchisce di un nuovo e-
ma che aveva un suo significato «teologico », lemento, che ha tutta l'aria dei cicli pittorici
giacché coniugava due profili contemplativi, delle grandi cattedrali. Tutta la Bibbia è, fon-
che sintetizzano l'insieme del mistero cristia- damentalmente, racconto. Il cristianesimo è
no: col Padre nostro, l'animo si slancia con Cri- storia di salvezza. Prima ancora di essere « ve-
sto verso il Padre, dal quale tutto scaturisce, rità» da professare, è una« notizia» da riceve-
aprendosi al suo Regno che viene e all'espe- re. E tale è soprattutto nel suo vertice: «Il Ver-
nenza amorevole e misericordiosa della frater- bo si fece carne » ( Gv l, 14). Il nostro Credo
nità; con l'Ave Maria, lo sguardo si concentra - nelle sue varie formulazioni - non porta for-
sul mistero dell'incarnazione colto nel punto se il segno della narrazione? Nacque da Maria
sorgivo del volto e del grembo di Maria. Più tar- Vergine, patì sotto Ponzio Pilato ... La fede cri-
di, l'inserimento del Gloria avrebbe completa- stiana sta « dentro » la storia, a sua volta la sto-
to l'opera. L avvicendarsi di queste tre preghie- ria rimane «dentro» la fede.
r~, c.on lo schema numerico l - l O - 1 in ogni Da sempre la pedagogia cristiana della con-
dwcma, ha una sua dignità, per così dire « ar- templazione ha dovuto misurarsi con questo
chitettonica»: una struttura che mi piace ~ara­ carattere «storico» del mistero. In altre tradi-
gonare a una ideale « basilica », in cui lo spazio zioni religiose (si pensi a quelle dell'induismo
sacro è introdotto da una facciata, per essere e del buddismo), si può forse coltivare un tipo
poi diviso, all'interno, da una serie di colonne di esperienza del divino che astragga dalla
che raccolgono l'assemblea mentre lo sguard~ concretezza storica. Anche nel cristianesimo,
si porta verso l' antistante altare e l'abside, do- tendenze simili hanno talvolta fatto capolino4 •
ve l'ammirazione contemplativa sosta adoran- Ma da quando Dio si è fatto carne nel grembo
te. Un po' così il Rosario: in ogni mistero, il Pa-
ter fa da facciata e portale, introducendo nel
mistero di Dio e della Chiesa, le dieci Ave Maria "Penso, ad esempio, a Giovanni Eckhart (1260-1328), secon-
do il quale, per ascoltare Dio che parla al «fondo dell'anima,, bi-
f-ungono da colonne che delimitano lo spazio sogna superare ogni elemento sensibile. La « nascita di Dio , in
sacro, tutto porta alla « dossologia » modulata fondo all'anima passa per un processo di purificazione cm·atte-
rizzato dalla completa «nudità», dal «vuoto, dell'intelligenza e
dal Gloria, lode della Trinità, in cui la Chiesa delle facoltà affettive. La cosiddetta «mistica renana, (Taulero,
pellegrinante nel tempo riecheggia e anticipa il Suso), si muove secondo questo indirizzo. Ciò vale anche per un
classico di autore anonimo del XIV secolo: La nube della non-co-
canto dei salvati della Gerusalemme celeste. noscenza.

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della Vergine di Nazaret, l'esperienza cristiana ,ario nacque e si sviluppò, a questa prospetti-
di Dio non potrà fare più a meno - nel tempo ~a diedero un forte contributo grandi santi- si
e nell'eternità - della concreta forma del Dio pensi a sai~ Fr~1~ces~o d'Assisi- ma anche for-
incarnato, il volto di Dio fatto visibile e tangi- tunati testi sp1ntuah che plasmarono genera-
bile, sempre denso della nostra umanità, an- zioni di cristiani, dall'Imitazione di Cristo alla
che quando essa è trasfigurata nella gloria del- Vita di Gesù di Ludolfo di Sassonia. VelTà poi
la risurrezione. la mirabile pedagogia degli Esercizi Spirituali
È nata da questa percezione del mistero di sant'Ignazio di Loyola, poggiata tutta sulla
dell'incarnazione la grande difesa delle « ico- meditazione delle scene della vita di Cristo,
ne », che richiese, per risolvere le tensioni di una meditazione non aliena dal coinvolgimen-
un'aspra lotta ingaggiata dai loro detrattori - to della sensibilità, a partire dalla «composi-
gli « iconoclasti » - un Concilio ecumenico zione del luogo »: la contemplazione di Gesù si
(Nicea, 787). Come non ricordare san Giovan- avvale anche dell'immaginazione, perché tutti
ni Damasceno? «Noi esponiamo dovunque i sensi ne siano in qualche modo toccati e
con mezzi sensibili la figura proprio di lui, coinvolti.
l'incarnato Verbo di Dio. [ ... ]Ciò che è il libro Il Rosario sta dentro questa grande tenden-
per coloro che conoscono la scrittura, questo è za della spiritualità cristiana, la esprime appie-
l'immagine per gli illetterati »5 • Nacque da no, la rende fruibile dall'intero popolo di Dio.
questa contemplazione concreta dei misteri di Si comprende così questo ulteriore elemento
Cristo la grande pittura nelle nostre Chiese. -lo chiarneren1o « iconico », o « scenografico » -
Non si capirebbe l'arte cristiana senza questo della sua evoluzione. Una volta strutturato
principio. Se si vuole il nome di un Padre del- nella sua figura architettonica con le preghie-
la Chiesa che fu in questo particolarmente be- re vocali del Pater, Ave e Gloria, venne graduai-
nemerito, stabilendo un principio di« pedago-
gia» dei poveri da attuarsi appunto attraverso
tune didascalie, motivando la sua scelta pastorale in termini di ca-
la decorazione delle Chiese, mi piace ricorda- techesi per gli illetterati, incapaci di servirsi direttamente del testo
re san Paolino di Nola 6 • Nel tempo in cui il Ro- sacro. Così dice in un suo Carme rivolto a Niceta di Remesiana:
" Perciò a noi è sembrata opera utile rappresentare con la pittura ar-
gonzenti sacri in tutta la casa di Felice, nella speranza che la fìgura ri~
5
vestita di colori attraesse con questi spettacoli l 'interesse delle mentz
Giovanni Damasceno, Difèsa delle immagini sacre. Discorsi attonite dei con! ad in i; essa è in alto spiegata dalle iscrizioni, affinché
apologetici contro coloro che calunniano le sante immagini, Città lo scritto mostri ciò che la ma no dell'artista ha espresso [. .. ]. In chi
Nuova, Roma 1997', pp. 49-50. legge le sacre storie delle opere buone si insinua l'onestà della vita
'Vissuto tra il353/354 e il431, da monaco e vescovo di Nola co- ispirata dai santi esempi": Carm. XXVII, vv. 511. 546-548. 580-585.
stmì a Cimitile, presso il Santuario del Santo presbitero Felice, del- 589-591. Seguirà questo principio san Gregorio Magno nella sua
le Basiliche decorate con scene della storia della salvezza e oppor- ammonizione al vescovo Sereno di Marsiglia (bpist. XI, 13).

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mente completato con il «racconto» dei mi- zie alle confraternite del Rosario promosse
steri, come un grande «libro » in cui le scene dal domenicano Alano de la Roche (1428-
si avvicendano all'occhio ammirato del « let- 1478)1. Intanto maturava un altro « passag-
tore». Il processo, storicamente, si può sinte- gio» architettonico, con la distinzione di tre
tizzare nel modo seguente. Fu merito di un cinquantine in rapporto a tre cicli meditativi
certosino di Colonia, Domenico di Prussia, incentrati sull'incarnazione, la passione e la
aver proposto, tra il1410 e ill439, l'aggiunta gloria di Cristo e di Maria. Lo scenario ha una
al nome di Gesù, nell'Ave Maria, di una clau- sua completezza e articolazione nell'opera sul
sola cristologica. È una prassi che nei Paesi Rosario di Alberto da Castelld. Si consolida-
del nord Europa è stata conservata. Un esem- va una precisa selezione tra le tante scene
pio? «Benedetto il frutto del tuo seno Gesù, evangeliche. Peccato che, nel processo sem-
concepito per opera dello Spirito santo »: la plificativo, finiranno col rimanere totalmente
clausola mette a fuoco il mistero dell'Annun- fuori i misteri della vita pubblica di Gesù dal
ciazione, come momento in cui si realizza Battesimo all'istituzione dell'Eucaristia: lacu-
l'incarnazione del Verbo nel grembo di Maria. na a cui ha posto finalmente rimedio Giovan-
Arricchito dalla clausola, il nome di Gesù po- ni Paolo II con l'integrazione dei «misteri
tenziava il suo naturale carattere di« baricen- della luce».
tro» dell'Ave Maria, evocando il mistero del In realtà, la semplificazione, per quanto di-
Figlio di Dio fatto uomo in un momento o nel- scutibile nelle sue scelte, aveva una ragione
l'altro della sua vita. Per stare alla metafora che non può essere sottovalutata: la ricchezza
della basilica in costruzione, con l'introduzio- delle immagini, riversate a iosa a ogni Ave Ma-
ne della clausola cristologica, si apriva, sul- ria, avrebbe fornito amala pena la possibilità
l'arco gettato tra colonna e colonna, un'icona di una contemplazione veramente pacata e as-
del volto di Cristo. similante. È proprio questo, in definitiva, il
All'inizio, le clausole variavano a ogni Ave compito e il pregio del Rosario. Esso presenta
Maria. Si può immaginare la «complessità»
che ne derivava alla recita del Rosario. Ma era 7
In realtà anche nell'opera di Alano si trovano ancora diverse
anche l'espressione di una fede bisognosa di fanne di Rosario. Secondo l'uso del tempo, il nome di «Rosario,
spaziare in tutte le pieghe del mistero. A ogni indicava solo la cinquantina, mentre per le 150 Ave si preferiva
parlare di « Salterio , .
modo, si era affermata un'idea più completa 8
Rosario della gloriosissima Vergine Maria, Venezia 1521. In
del Rosario in cui la ripetizione delle preghie- questo schema vengono mantenute 150 clausole, ma la medita-
zione del mistero è legata al Pater. Il Rosario si presenta come
re vocali era funzionale alla meditazione. una preghiera «visiva , , con 165 immagini, secondo il numero
Sarà detto «Rosario nuovo», e si diffuse gra- complessivo dei Pater e delle Ave.

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i misteri non solo perché vengano ricordati, questo non può non valere, e ~irei a magg~~r
professati, ammirati, ma perché siano «assi- ragione, nell'ottica della teologi~ e della spin-
milati » e producano frutto nella vita cristiana. tualità cristiana. Il vissuto che «Importa » non
Programma ben sintetizzato dalla colletta del- è solo quello dei grandi personaggi e dei gran-
la Messa per la festa del Rosario, istituita nel di eventi, ma quello del popolo di Dio, che l' ec-
1573, dove si chiede al Signore che, meditan- clesiologia conciliare ha rimesso in luce. La
do i misteri del Rosario, «imitiamo ciò che stessa teologia dovrebbe farsi più attenta alle
contengono, e otteniamo ciò che prometto- ragioni dell'esperienza di fede, declinandosi
no »9 • Pochi anni prima, con la Bolla Consue- come« teologia del vissuto». In effetti, il Rosa-
verunt romani Pontifices del 1569, il Papa san rio ha accompagnato, per secoli, innumerevoli
Pio V aveva raccolto il frutto maturo di tre o cammini di santità, ha scandito ritmi di pre-
quattro secoli di «gestazione» del Rosario, ghiera quotidiana, ha sostenuto la contempla-
stabilendone la forma ormai definitiva. zione di moltitudini oranti. Visitando l'Alba-
nia, rimasi toccato dall'apprendere che, nei
lunghi anni di dittatura ateistica, quando ogni
La storia di un « vissuto » preghiera era stata bandita, questa preghiera
semplice e « nascondibile » era diventata l'an-
Dietro questa storia di una «forma», c'è coraggio della fede per i credenti. Mi fu detto
dunque un contenuto, un contenuto di fede, persino che qualcuno, per sfuggire alla paura
che il Rosario travasa a piene mani nelle co- di uno spionaggio che ormai insidiava dall'in-
scienze. A voler fare la storia del Rosario, non terno le stesse famiglie, aveva «murato» (!) la
si può dimenticare che esso, prima ancora che corona per pregare nei paraggi di essa come si
storia di uno schema, è la storia di un vissuto. fa con una reliquia.
Ma come raccogliere i dati di una storia, che Quanti aneddoti sono nascosti nella storia
passa per l'intimo insondabile delle coscienze del Rosario « vissuto ». Ma come venire a cono-
e non dispone di archivi e documentazione scere, allargando lo sguardo all'intero popolo
scritta? Se la storiografia ha in parte raggiunto credente, che cosa ha potuto significare la« co-
almeno la consapevolezza di dover essere non rona», nelle infinite situazioni di crisi, di lacri-
solo cronistoria di grandi avvenimenti, ma an- me, di ansia, di solitudine, di disperazione?
che e soprattutto storia di un vissuto globale, Se si vuole uno stralcio letterario di questo
vissuto, basti la scena del cap. 21 dei Promessi
9
Questa colletta ora è stata sostituita, ma significativamente Sposi in cui Lucia, rapita e portata a forza nel
il Papa l'ha citata in RVM, n. 35. castello dell'Innominato, non conosce altro
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scudo che la sua corona, e sui grani della co- do qua e là 10 • Ma occorrerebbe un grandioso
rona fiorisce la sua toccante implorazione alla archivio di testimonianze per dare corpo, an-
Vergine: che sul nostro tema, a quella « storia della
pietà» che tanto auspicò e promosse don Giu-
« Ma in quel momento, si rammentò che poteva al-
seppe De Luca. Proprio questo pioniere della
men pregare, e insieme con quel pensiero, le spuntò
in cuore come un'improvvisa speranza. Prese di nuo- storia del vissuto cristiano ci ha lasciato una
vo la sua corona, e ricominciò a dire il Rosario; e, di splendida pagina sul Rosario, presumibilmen-
mano in mano che la preghiera usciva dal suo labbro te, «autobiografica»:
tremante, il cuore sentiva crescere una fiducia inde-
terminata. Tutt'a un tratto, le passò per la mente un "Semplice e profonda, riposante e destante, com-
altro pensiero; che la sua orazione sarebbe stata più posita e facile, meditazione insieme e canto, visione e
accetta e più certamente esaudita, quando nella sua sentimento, pianto e inno, il Rosario è divenuto per il
desolazione, facesse anche qualche offerta. Si ricordò cristiano la più cara preghiera, l'angolo eli rifugio tra
di quello che aveva di più caro, o che di più caro ave- le noie del mondo. Nei pochi minuti che ci si apparta,
va avuto; giacché, in quel momento, l'animo suo non o per istrada o in chiesa o nel luogo del nostro lavoro,
poteva sentire altra affezione che di spavento, né con- per dire il Rosario, son minuti felici e grandi. Per es-
cepire altro desiderio che della liberazione; se ne ri- sa, ogni ora è buona; ogni contingenza è adatta. Pri-
cordò, e risolvette subito di farne un sacrifizio. S'alzò, ma del sonno e nell'insonnia, al termine d'un lavoro,
e si mise in ginocchio, e tenendo giunte al petto le ma- al principio d'un altro, viaggiando e riposando. Nato
ni, dalle quali pendeva la corona, alzò il viso e le pu- come preghiera dei semplici e degli illetterati, ha via
pille al cielo, e disse: "O Vergine santissima! Voi, a cui via guadagnato anche i dotti nella Chiesa, e gli esper-
mi sono raccomandata tante volte, e che tante volte ti.[ ... ] Chi è ricco di affetto contemplante, nel Rosario
m'avete consolata! Voi che avete patito tanti dolori, e si riposa e si accende. La donna non l'ama senza una
siete ora tanto gloriosa, e avete fatti tanti miracoli per sua istintiva ragione. Solo gli aridi ne han noia e pe-
i poveri tribolati; aiutatemi! Fatemi uscire da questo santezza. Il Rosario non solo educa, ma istruisce, se
pericolo, fatemi tornar salva con mia madre, Madre per istruzione non s'intenda un cumulo eli notizie e
del Signore; e fo voto a voi di rimaner vergine; rinun- dati esteriori, ma un arricchimento della riflessione
zio per sempre a quel mio poveretto, per non esser interiore, uno sviluppo delle facoltà di pensare, vede-
mai d'altri che vostra"». re, sentire. [ ... ] Ora il Rosario, un po' che ci si faccia
attenzione, riportando sotto il fuoco della nostra me-
ditazione i temi fondamentali della vita di Cristo e di
Mirabile Manzoni! Invenzione fantastica, Maria, equivale a un catechismo amoroso e breve, che
certo, ma vicina alla realtà. Quanti racconti di
questo tipo si potrebbero trarre « dal vivo », se 10
Un florilegio appena introduttivo lo si trova, ad esempio, in
non fossero custoditi dal riserbo delle anime M. Gobbi n, Un mese con il Rosario. Riflessioni, testimonianze, rac-
semplici e dall'imperscrutabilità delle situa- conti, Elledici, Leumann (Torino) 2003. Molto si potrebbe sicura-
mente attingere dagli archivi dei Santuari Mariani dove siano
zioni più intime e disperate! Qualche timido conservate - come ad esempio avviene a Pompei - le testimo-
cenno di raccolta delle esperienze si va tentan- nianze dei fedeli sulle grazie ricevute.

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opera in tutta la sua potenza e produce tutti i suoi li- dal momento che in gran parte richiama altri
sultati nei pochi istanti che il Rosario dura. Non solo testi 13 , ma perché ricco di quel « fuoco » che
ne satura il sentimento [ ... ], ma ci si sveglia e attira
sopra l'intelligenza. Anime semplici che non conob- contraddistingueva questo « innamorato » di
bero se non il Rosario, devono al Rosario non solo Maria, noto soprattutto per il suo Trattato del-
tanta profondità di sentire cristiano, ma tanta giu- la vera devozione a Maria Vergine. Per il
stezza e profondità di pensare cristiano , 11 • Montfort «il santo Rosario, essendo sostan-
zialmente composto dalle preghiere di Gesù
Il Rosario si è rivelato nei secoli una pre-
Cristo e dal saluto angelico- il Pater e l'Ave- e
ghiera alla portata di tutti, e insieme preghie-
dalla meditazione dei misteri di Gesù e di Ma-
ra capace di innalzare l'animo verso le vette
ria, è senza dubbio la prima preghiera e la
della più alta contemplazione.
principale devozione in uso presso i fedeli, dal
tempo degli Apostoli e dei primi discepoli, di
Il Rosario dei Santi secolo in secolo giunta fino a noi » 14 • r.:affer-
mazione potrà sembrare eccessiva, ma non lo
Nella Rosarium Virginis Mariae il Papa par- è se si pensa al Rosario nella sua scaturigine
la di uno « stuolo innumerevole di Santi che biblica ricondotta al Pater e all'Ave. È da rico-
hanno trovato nel Rosario un'autentica via di noscere però che considerazioni di questo tipo
santificazione » 12 • Ne menziona poi tre parti- rischiavano di avere un effetto « deprimente »
colarmente significativi: san Luigi Maria Gri- sulla preghiera liturgica, in un tempo in cui
gnion de Montfort, san Pio da Pietrelcina, il quest'ultima non sempre aveva, nella vita del
Beato Bartolo Longo. Credo sarebbe illumi- popolo di Dio, lo spazio centrale che le spetta.
nante un'indagine volta a esplorare che cosa A partire dall'importanza delle preghiere di
abbia significato e prodotto questa preghiera cui è sostanziato, il Rosario, secondo il
nella vita dei Santi. Montfort, addirittura supera il salterio davidi-
Dovendo procedere per selezione, seguendo co, e ciò per le seguenti ragioni:
l'indicazione papale, diamo uno sguardo a «l. Perché il salterio angelico produsse un frutto
quel libro del Montfort, che è il Segreto mera- più nobile, cioè il Verbo Incarnato, mentre il saltelio
viglioso del santo Rosario. Il Papa lo dice « pre- davidico lo annunziò solamente; 2. Come la realtà
zioso ». E lo è, non tanto per la sua originalità,
13
In particolare attinge al De dignitate Psalterii del Beato Ala-
11
G. De Luca, Scritti sulla Madonna, prefazione di U. Terenzi, no de la Roche e al Rosyer mystique di Antonino Thomas.
14
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1972, pp. 239-240. Il segreto meraviglioso del Santo Rosario per convertirsi e sal-
"RVM, n. 8. varsi, in Opere, l, Scritti Spirituali, Roma 1990, pp. 736 ss.

24 25
supera la figura e il corpo l'ombra, così il salterio · quanta dette male »18 • Il Santo si preoccupa
della Vergine supera quello di Davide che ne fu solo cll1rciò ·
di dare opportune 1struzwm · · pereh'
e 1·1
l'ombra e la figura. 3. Perché fu la SS. Trinità stessa
a comporre il salterio della Vergine, ossia il Rosario
k~sario sia ben recitato. In. u~ opusc~lo ded~­
composto dal Padre nostro e dall'Ave » 15 • to ai« metodi» del Rasano, mculca m parti-
ca l . l .
colare la clauso a cnsto og1ca.
Leccellenza del Rosario deriva anche dal fat- Missionario come il Montfort, qualche de-
to che esso implica la meditazione dei misteri. ennio dopo, in pieno« Secolo dei Lumi», del
Se l'Eucaristia è il memoriale della Passione ~osario fu benemerito sant'Alfonso Maria de'
«la prima e più viva memoria della Passione dÌ Liguori. Più che nell'approfondimento teolo-
Nostro Signore », il Rosmio è come un « secon- gico del Rosario, si distinse nella sua diffusio-
do memoriale e una rappresentazione della vi- ne. In effetti, gli spunti di predicazione sul Ro-
ta e della passione di Gesù »16 • Sull'efficacia del sario da lui redatti per i suoi missionari 19 sono
Rosario, il Montfort si avvale di una serie di te- piccola cosa, rispetto alla grande produzione
stimonianze, ma soprattutto della sua persona- che lo ha portato al titolo di Dottore della
le esperienza: Chiesa. Recano tuttavia il segno di quella sua
spiritualità mariana che si effondeva nel canto
«Quanto a me che scrivo, ho costatato personal-
mente l'efficacia di questa preghiera per convertire i delle « Glorie di Maria », senza mai dimentica-
cuori più induriti. Ho trovato persone che, per nulla re che Maria porta a Gesù ed è tutta in funzio-
scosse dalla predicazione delle più tremende verità, ne di Gesù.
durante una missione, avevano accolto il mio consi- Nella stessa terra dissodata dall'ardore
glio di recitare il Rosario tutti i giorni e si converti-
rono dandosi interamente a Dio » 17 • alfonsiano, un secolo dopo, giunge il grande
apostolo del Rosario, il Beato Bartolo Longo.
Non si pensi a un ingenuo. Il Montfort co- Nel solco della tradizione domenicana e tomi-
nosceva bene l'obiezione: ma tanti recitano il sta, egli colse nel Rosario non soltanto la di-
Rosario, eppure non vivono da santi. Purtrop- mensione mariana, ma soprattutto la prospet-
po! Ed eccone la ragione e la terapia: «Non la tiva cristologica. Chi legge i suoi Quindici
lunghezza ma il fervore della preghiera piace a
Dio e ne attira e conquista il cuore. Una sola
Ave Maria detta bene è più meritoria di cento- !H Ibid., p. 815.
19
Cfr. Selva di materie predicabili, Parte III, Opere Ascetiche di
S. Alfonso Maria dei Liguori, vol. III, Edizione stereotipa Giacin-
to Marietti 1847, pp. 202-205, ristampato in S. Alfonso Maria de'
15
Ibid., p. 745. Liguori, Rosario meditato. Testi per la contemplazione dei misteri
16
Ibid., p. 794. del S. Rosario, a cura di G. Silvestri, Gribaudi, Milano 1996, pp.
17
Ibid., p. 813. 12-18.

26 27
Sabati ne ha un'immediata percezione. Ogni Vergine Santa, in modo particolare a Lourdes
• 2?
sabato, viene proposto alla meditazione un e a Fatima-.
mistero. Il Rosario propagato dal Beato Bmto- La vicenda di Lourdes è ben nota: l'll feb-
lo Longo è innanzi tutto meditazione. Medita- braio 1858 Bernadette, nell'incavo della roccia
zione che si radica nel testo biblico, e diventa della grotta di Massabielle vede una giovane
preghiera, stupore, supplica. donna vestita di bianco. La fanciulla spaventa-
Il Beato pompeiana si inserisce in una lun- ta prende in mano il Rosario, ma non riesce
ga teoria di Santi del Rosario. Dopo di lui, nel nemmeno a farsi il segno della croce, se non
nostro tempo, altre figure continueranno a te- guidata dai gesti di Maria. Seguiamo il rac-
stimoniare e incoraggiare questa preghiera20 • conto che la stessa veggente ci ha lasciato:
Non è tuttavia casuale che Giovanni Paolo II
« A quella vista mi stropicciai gli occhi, credendo
abbia privilegiato, nella Rosariuun Virginis Ma-
a un abbaglio. Misi le mani in grembo, dove trovai la
riae, Bartolo Longo. La ragione credo sia nel- mia corona del Rosario. Volli anche farmi il segno
l' ottica con cui egli promosse la devozione al della croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la
Rosario, anticipando in qualche modo le ra- mano, che mi cadde. Avendo quella Signora fatto il
gioni che lo rendono attuale all'inizio di que- segno della croce, anch'io, pur con mano tremante,
mi sforzai e finalmente vi riuscii. Cominciai al tem-
sto terzo Millennio: «Con l'intera sua opera e, po stesso a recitare il Rosario, mentre anche la stes-
in particolare, attraverso i Quindici Sabati, sa Signora faceva sco1Tere i grani del suo Rosario,
Bartolo Longo sviluppò l'anima cristologica e senza tuttavia muovere le labbra. Terminato il Rosa-
contemplativa del Rosario » 21 • rio, la visione subito scon1parve » 23 •

Su quella mano di Maria che faceva scorre-


Voci dall'alto re i grani del Rosario dovremo ritornare. Con
questo gesto, e col segno della croce, Maria si
Parlando del cammino del Rosario nella propone come « modello » di preghiera per
storia, non si possono tacere gli impulsi che Bernadette. Al tempo di questa apparizione, la
sono venuti attraverso le apparizioni della dottrina e la devozione mariana non avevano
ancora maturato, almeno con l'intensità del

20 22
Per fare qualche esempio «contemporaneo>>, oltre il men- Da alcuni anni l'impulso alla preghiera del Rosario sta ve-
zionato Padre Pio da Pietrelcina: Escrivà de Balaguer è autore eli nendo anche dai fatti di Medjugorje. Su di essi, com'è noto, è an-
una meditazione sui misteri del Rosario; Madre Teresa eli Calcut- cora in corso il processo di discernimento ecclesiale.
23
ta è una grande « testimone , del Rosario. Santa Bernadette Soubirous, Lettera a P. Gondrand, 1861;
"RVM, n. 8. eh~ A. Ravier, Les écrits de sainte Bemadette, Paris 1961, p. 53.

28 29
Concilio Vaticano II, la percezione della Vergi- del 2000, la statua della Madonna di Fatima
ne Santa come modello della vita cristiana. era in Piazza San Pietro, per il Giubileo dei
Sarebbe toccato alla Lumen gentium invitarci Vescovi, convenuti per fare, col Papa, l'atto di
a seguire Maria nella« peregrinazione della fe- consacrazione a Maria.
de », inaugurando tutto un Magistero in que-
sto sensd4 • Ma per Bernadette, Maria è già
non solo la Madre e la Maestra, ma il modello La confenna del Magistero
da imitare fin nei gesti della sua preghiera.
Il Santuario di Lourdes era ormai una Per illustrare il Rosario e incoraggiarne la
realtà affermata nel panorama ecclesiale, pratica, il Magistero della Chiesa è intervenuto
quando, il 13 maggio del 1917, la Madonna numerose volte. Per !imitarci al Magistero su-
appariva ai tre pastorelli di Fatima. Il 13 otto- premo, interventi di Papi sul Rosario si regi-
bre si sarebbe presentata col titolo di «Ma- strano fin dal secolo XV26 • Ma la stagione aurea
donna del Rosario ». La storia delle apparizio- è quella che comincia con Leone XIII, non a
ni e del messaggio di Fatima25 ha fortemente torto detto « Papa del Rosario », per i numero-
coinvolto la cristianità, con la sua carica «pro- si documenti che dedicò a questa preghiera, a
fetica » che ha spinto a legare l'invito alla pre- partire dall'Enciclica Supremi apostolatus del
ghiera e alla penitenza, e in particolare la
«consacrazione al Cuore immacolato di Ma-
ria», ai problemi del nostro tempo, soprattut-
26
Sisto IY, nella Bolla Ba quae del 12 maggio 1479, descrive il
"Salterio della Vergine Matia »,come ripetizione dell'Ave, preceduta
to in relazione al movimento ateistico e perse- a ogni diecina dal Pater, per 150 volte, secondo il numero del Salte-
cutorio che ha contrassegnato il Novecento. rio davidico, e ne incoraggia la recita per fronteggiare i pericoli che
minacciano il mondo (contra imminentia mundi pericula). Sulla
Gli stessi Papi hanno ripetutamente sottoli- stessa linea intervengono Alessandro VI (1495), Leone X (1520), Cle-
neato il significato di Fatima, e Giovanni Pao- mente VII (1534). Pio V, con la Bolla Consueverunt Romani Pontifz-
lo II ha attribuito alla protezione della Ma- ces (17 settembre 1569), offre il disegno ormai compiuto del Rosa-
rio, e con la Bolla Salvatoris Domini (5 marzo 1572), ritenendo la
donna di Fatima la salvezza ottenuta in vittmia di Lepanto conseguita per la forza del Rosario, stabilisce che
occasione dell'attentato che ne minacciò la vi- ne sia celebrata la memoria il giorno 7 ottobre. Gregorio XIII, su ti-
chiesta dei domenicani, istituisce la festa del Rosario per la prima
ta. Nel corso dell'anno giubilare, il 7 ottobre domenica di ottobre di ogni anno. Seguono numerose Bolle sul Ro-
sario, soprattutto a proposito di indulgenze e privilegi delle ConfTa-
ternite del Rosario. Pio IX parlò del Rosario pochi giorni prima
dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano I nella Lettera apo-
" Cfr. Lumen gentium, n. 58. Su questo concetto Giovanni stolica Egregiis tuis (3 dicembre 1869) e ancora nella Lettera Prodi-
Paolo II farà una ampia riflessione nella Redemptoris Mater. tum est (8 febbraio 1875) indirizzata al Vescovo eli Lourcles. Per un
25
CfT. Lucia racconta Fatima. Memorie, lettere e documenti di quadro sintetico, ma abbastanza ampio di tutto il Magistero sul Ro-
Suor Lucia, Queriniana, Brescia 2003'. sario fino a Paolo VI, si veda Rilanciamo il Rosario, pp. 11-28.

30 31
l o settembre 1883. Fu, la sua, una sorta di« po- Anche i Papi seguenti hanno incoraggiato il
litica del Rosario », funzionale al disegno di Rosario, e quasi tutti ne hanno fatto oggetto di
una nuova progettualità cristiana dopo la sianificativi interventi. Pio XI, nella Ingrave-
grande crisi seguita alla Rivoluzione francese. sc~ntibus malis del20 settembre 1937, rispon-
Mentre delineava, con il rilancio del pensiero de a una obiezione che ancora si sente ripetere,
tomistico e l'elaborazione della dottrina socia- a proposito del carattere monotono e cantile-
le, i tratti di un cristianesimo impegnato nella nante del Rosario. Il Papa si richiama alla logi-
cultura e nella storia, col Rosario si assicurava ca dell'amore, sottolineando che è proprio dei
un « esercito di contemplativi » grande quanto sentimenti di amore che « pur rinnovando tan-
tutto il popolo cristiano, unendolo in una sup- te e tante volte le stesse parole, non per questo
plica corale per fronteggiare i mali della so- ripetono sempre la stessa cosa, ma sempre
cietà. Fu in risposta a questo appello che, nello .
esprm1ono qualcosa d'1 nuovo ... »-?S .
stesso 1883, il Beato Bartolo Longo formulò la Con Pio XII, nella Ingruentiurn nzalorum
celebre Supplica. Se si guarda ai contenuti, al- del 15 settembre 1951, comincia a essere sot-
l'inizio il Magistero leoniano sul Rosario ac- tolineato il significato del Rosario per la fami-
centua la prospettiva mariana. Poi va emer- glia, sullo sfondo della crisi crescente di que-
gendo il profilo cristologico, a cui Maria sta istituzione e dei conseguenti problemi per
introduce come Madre e Maestra. Così scrive l'intera società29 •
nell'Enciclica Magnae Dei Matris dell'8 settem- E siamo ormai in epoca conciliare. Giovan-
bre 1892: ni XXIII, nella Lettera Apostolica Il Religioso
convegno del 2 9 settembre 1961, parla del Ro-
« E questa ordinata successione di ineffabili miste-
ri, nel Rosario, è spesso e insistentemente richiamata sario rilanciandolo come preghiera meditati-
alla memoria dei fedeli, e quasi spiegata davanti ai lo- va, distinguendo i diversi livelli implicati nella
ro occhi; in modo che coloro che recitano bene il Ro- sua recita. Scrive:
sario, ne hanno l'anima inondata di una dolcezza
sempre nuova, e provano la medesima impressione « La vera sostanza del Rosario ben meditato è co-
ed emozione che proverebbero se sentissero la voce stituita da un triplice elemento che dà alla espressio-
stessa della loro dolcissima Madre, nell'atto di spie- ne vocale unità e coesione, discoprendo in vivace
gare loro questi misteri e d'impartire loro salutari successione gli episodi che associano la vita di Gesù
esortazioni » 27 • e di Maria in riferimento alle varie condizioni delle
anime aranti e alle aspirazioni della Chiesa univer-

27
Enchiridion delle Encicliche (d'ora in poi EE), Edizioni "EE, 5/1333.
Dehoniane, 3/1039. " EE, 6/880.

32 33
sale. Per ogni decina di Ave Maria, ecco un quadro contemplare il volto di Cristo ». Ma, come
per o~ni quadro UT.L tripli~e :"-ccer:to, c!1e è ~l temp~ «vviene in una sinfonia, si propone una «va-
stesso. contemplazwne nustLca, nflesswne mtima
intenzione pia » 30 • ' e
a. azione sul tema », arricchendo il messaggio
~:,istologico con la prospettiva mariana. Il Ro-
Toccherà a Paolo VI nella Marialis Cultus sario serve perfettamente allo scopo, come
( 197 4) delineare il Rosario sullo sfondo bibli- preghiera dalla fisionomi::'- mariana, m~ dal
co, c:,~stologico ed. ecumenico della teologia «cuore cristologico »33 • DI questa preghiera,
c<?nCihare. Il Rosano ne esce come « compen- tutta da riscoprire, il Papa lumeggia i fonda-
diO del Vangelo » e preghiera evangelica; menti, i contenuti, il metodo, l'efficacia.
I fondamenti sono delineati nel bisogno
. «in quanto dal Vangelo esso trae l'enunciato dei della Chiesa di contemplare Cristo mettendo-
mrsteri e l~ principali formule, al Vangelo si ispira
per suggenre, muovendo dal gioioso saluto dell'an- si alla scuola di Maria. Nel Rosario Maria ci
gelo e dal relil?i.oso assenso della Vergine, l'atteggia- dona il suo sguardo e il suo cuore. Ci mette a
n:ento con cm Il fedele deve recitarlo; e del Vangelo parte dei suoi ricordi di Cristo,. ci « i~segna »
npropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave Ma- Cristo, e ci aiuta a conformarci a Lu1. Il Ro-
ria, un mistero fondamentale - l'incarnazione del sario è anche supplica efficace, perch~ forte
Verbo -, contemplato nel momento decisivo dell'an-
nuncio fatto a Maria , 31 • dell'intercessione della Madre di Dio. E, infi-
ne, percorso di testimonianza ed evangeliz-
Una indicazione magisteriale, quella di zazione.
Paolo VI, nitida e profonda. A essa si rifarà an- La riflessione si porta poi sui contenuti: i
che la Rosariwn Virginis Mariae di Giovanni «misteri» del Rosario, tra gioia, dolore e glo-
Paolo II. ria- i tre scenari classici -, a cui il Papa ag-
Qual è, in breve, il contributo di questa Let- giunge l'arco dei misteri della luce.
tera apostolica, che apre il Magistero sul Ro- Si entra poi nella metodologia del Rosario,
sari? del terzo millennio? Per comprenderla illustrata nei suoi diversi elementi, dall'enun-
appieno occorre sottolineare che essa è il « co- ciazione del mistero alla Parola di Dio, dal si-
ronamento» mariano della Nova millennio lenzio alle singole preghiere vocali. E il di-
ineunte 32 , quasi il secondo quadro di un ditti- scorso non si sottrae allo stesso simbolo
co. Rispetto al primo, il tema resta lo stesso: materiale della corona, vista non soltanto co-
me «catena dolce» che ci rannoda a Dio, ma
30
Acta Apostolicae Sedis 53 (1961 ), p. 643.
31
N. 44: Enclziridion Vaticanum, 5175.
32
RVM, n. 3. "RVM, n. l.

34 35
anche come catena che ci affratella, vincolo Capitolo secondo
di comunione 34 • IL ROSARIO
È, come si vede, un discorso organico. Le E IL NOSTRO TEMPO
pagine che seguono si ispireranno ampiamen-
te a questo documento. Più d'una ragione mi
induce a credere che esso abbia posto le pre-
messe di una nuova fioritura del Rosario nella
vita della Chiesa35 •

Risveglio dalla crisi

Anche l'azzurro del cielo faceva corona


quando, nello scenario imponente di Piazza
San Pietro, il16 ottobre 2002, Giovanni Paolo
II firmava la Lettera Apostolica Rosarium Vir-
gin.is Mariae e indiceva l'Anno del Rosario. Ac-
canto a sé aveva voluto l'immagine originale
della Madonna del Rosario di Pompei.
Da poco vescovo di questa Città mariana
scaturita dal cuore del Beato Bartolo Longo, e
da oltre un secolo meta di pellegrini che se la
contendono con i turisti attratti piuttosto dal-
le rovine dell'antica Città romana, vivevo l'ini-
ziativa del Papa, nel giorno dell'inizio del suo
venticinquesimo di pontificato, come una sor-
ta di sogno.
3
·' Cf1~
RVM, n. 36. Già, sogno! Perché solo qualche anno fa l'i-
35
Per un approfondimento, si veda: S.M. Perrella Il Rosario niziativa di un lancio così coraggioso del Ro-
n~l Maffist~ro dei Papi: da Leom XIII a Giovanni Paolo Ù, in Aa.vv., sario, pur da parte di un Papa che di questa
R_zflesswm sulla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II "Rosa-
rzun: Virginis Mariae », Città del Vaticano 2003, pp. 15-28; D. Sor- preghiera ha fatto da sempre un'insegna, mi
rentrr:o, Il Rosario nel Magistero Pontificio da Leone XIII a Gio- sarebbe apparso improbabile. Leone XIII -lo
vam_n P~olo I~, in G. Greco (a cura di), Il pianto di Maria. La
lacrmzazwne dz Siracusa tra storia e fede, Città Nuova, Roma 2003 abbiamo appena ricordato - aveva voluto de-
pp.l17-135. ' dicare al Rosario oltre una dozzina di inter-

36 37
venti, e per lo più nella forma impegnativa di pravvivere come una pia pratica affidata alla
Lettere «encicliche». Altri Papi avevano dedi- ~~wna volontà delle persone più d~vote, so-
cato al Rosario discorsi sostanziosi. Giovanni rattutto se anziane. Credo che pochi pastora-
Paolo II, da ventiquattro anni sulla cattedra di hsti avrebbero scommesso s.ull~ possibil~tà d~
Pietro, benché avesse in tante occasioni sugge- veicolarla alle nuove generazwm. Come d1re: si
rito e raccomandato il Rosario, a questa pre- prevedeva la sua estinzio~1e,. più ? meno ~ bre-
ghiera non aveva dedicato alcun documento ve e si lasciava, con un piZZICO d1 bonomia pa-
importante. Per andare a un intervento papale st~rale, che essa avvenisse per morte naturale.
di notevole consistenza, bisognava risalire alla Per valutare il significato storico della Ro-
Marialis Cultus di Paolo VI. Ma il pronuncia- sarium Virginis Mariae - non solo il documen-
mento di papa Montini era riuscito appena a to ma addirittura l'indizione di un Anno del
rallentare una « crisi » di questa preghiera, R~sario - occorre tener conto di questo conte-
che, probabilmente, senza di esso, sarebbe sto. Ma è necessario anche, in qualche modo,
stata ancora più precipitosa. spiegarlo. La storia del Rosar~o - o meglio del
In effetti, per una serie di circostanze - dallo suo «vissuto », della sua pratica, della sua re-
scenario globale della cultura dell'ultimo tren- cezione, -nell'ultimo trentennio, è anche un
tennio al clima teologico di questo stesso arco test significativo di un processo culturale e
di tempo - tutto sembrava portare al ridimen- spirituale di grandi proporzioni. Non esiterei
sionamento di questa preghiera, così cara al a usare la parola un po' forte: un cambiamen-
popolo di Dio e tanto diffusa fino al Concilio. to « epocale ».
Intendiamoci: non che essa fosse uscita di
scena. Anzi, in alcuni circoli come quelli dei
devoti dei Santuari Mariani -antichi e nuovi- Secolarizzazione e ...
o nei gruppi di preghiera di timbro un po' più
tradizionale - si pensi a quelli fioriti intorno Da Piazza San Pietro, guardando la mano
alla figura di san Pio da Pietrelcina - rimane- del Papa mentre apponeva la sua firma alla
va ancora una preghiera privilegiata. Lettera sul Rosario, mi veniva spontaneo pen-
Ma per misurare la condizione, a dir poco, sare al clima che, da giovane studente di teo-
« declinante », di questa preghiera, bisognava logia alla Pontificia Università Gregoriana,
aver conoscenza delle Facoltà Teologiche e dei avevo respirato negli anni '70 del secolo appe-
Seminari. Fatte le debite eccezioni, vi si perce- na trascorso. Una parola sembrava« pronosti-
piva un senso di « imbarazzo » di fronte a que- care» e quasi delineare il futuro dell'umanità:
sta preghiera, che ormai sembrava destinata a secolarizzazione. Era l'immagine di un mon-

38 39
do in cui il pensiero di Dio sarebbe stato sem- erà la « teologia della liberazione ». In que-
pre meno presente. Ci si sforzava poi, tra teo- ~~a spinta ideale, che_ n;n:'.o~eva ~l_le g~andi
logi, di distinguerlo dal « secolarismo », vera e «analisi sociali» e alle miziative_mihtm:ti, ~Il~
propria negazione di Dio. Persino ci si prova- ssemblee sindacali, alle mamfestazwm d1
va- e giustamente, su base biblica- a cogliere ;iazza, l'avreste vista la vecchia« corona»?
gli aspetti positivi della secolarizzazione, a Intanto, nell'atmosfera secolarizzata e so-
partire dalla teologia della creazione. Tutto be- cialisteggiante degli anni '70 e '80 del Nove-
ne. Ma in quel mondo così delineato, la pre- cento, maturava, contro ogni ragionevole pre-
ghiera, almeno come fatto pubblico, era ormai visione, il tracollo del socialismo« reale». Alla
data per« spacciata». Figurarsi poi la preghie- «guerra fredda» e al «muro di Berlino» _su~­
ra fatta con un metodo semplice, tradizionale, cedeva il «mercato globale», con un capitali-
da « vecchiette », come era il caso della « coro- smo spesso aggressivo e cinico, incalzato ~alla
na». Uno studente di teologia avrebbe avuto logica competitiva e dalle regole del p1~ofitto,
più d'un motivo- magari teologico, pastorale ignaro dell'immenso mondo del sottosviluppo
e persino apostolico! -non dico per evitare di e della fame. S'imponeva l'ideologia pragmati-
portarla con sé, ma almeno per non mostrarla ca del consumismo, in un'atmosfera sempre
in pubblico. più povera di ancoraggi ideali. Nuovi simbo~i
Altra parola chiave, oggetto di confronto e miti veicolati dall'onnipresenza della televi-
dialettico della stessa riflessione conciliare sione. Poi l'era di internet. Uno scenario in cui
nella Gaudium et spes, era senza dubbio, in la« corona» continuava a perdere significato,
quegli anni, quella di marxismo. Per gli stu- appena forse ricordata come oggetto del pas-
denti, figli della stagione culturale e politica sato tra le mani callose dei contadini della vec-
che prese il nome dal1968, anno di larga con- chia società rurale, ignota del tutto, o quasi, ai
testazione, attraversata da bagliori «ideali», giovanissimi ...
ma con troppe ombre di violenza e di sangue,
le analisi di Carlo Marx erano il punto di rife-
rimento obbligato con cui misurarsi. Nel con- Teologia in « cantiere »
testo di tale dialogo, sembrò a molti, in ambi-
to cattolico, che la dottrina sociale della E la teologia? È sintomatico che Giovanni
Chiesa fosse diventata uno strumento supera- Paolo II abbia fatto appello anche ai teologi
to. Si inclinò persino, da parte di tanti, a far perché approfondiscano il senso del Rosario.
proprie le prospettive del marxismo, in nome In effetti, nei decenni a cui stiamo guardando,
di un più efficace impegno nel sociale. Na- la teologia e la spiritualità cattolica hanno
40 41
avuto un periodo di largo rinnovamento, in 1
ecessariamente brillare sulle ceneri del Rosa-
cui gli interessi si sono portati un po' su tutto ~-io. Von Balthasar scrisse senza timore di
a briglie sciolte, ma è ben raro trovare qualch~ smentite: «Anche la preghiera liturgica della
grande« penna» che abbia indugiato anche su Chiesa è sempre- manifestamente o nascosta-
questa preghiera. Forse, per molti, sarebbe mente, consapevolmente o inconsapevolmen-
stato sentito persino poco degno di un « teolo- te- una preghiera mariana »3 • E naturalmente
go » occuparsi di quella «piccola cosa » che è il riconduceva tutto al rapporto di Maria con
Rosario. Nel 1940 ci aveva provato un teologo Cristo, da una parte, e con la Chiesa, dall'altra.
della stoffa di Romano Guardini, dedicando a La Chiesa si riscopre nella sua identità con-
questa preghiera un aureo libretto. Confidò templandosi in Maria: « La Madre è la perpe-
che lo aveva avuto in mente per oltre trent'an- tua premessa, il punto d'origine, la perfetta at-
ni, e in tono testimoniale aggiungeva: più si va tuazione della Chiesa ... »4 •
avanti nella vita, e più chiaramente si vede che Scenario di grazia, nonostante tutto, quello
le cose semplici sono quelle veramente gran- della teologia conciliare e post-conciliare, pur
di! 1• In epoca conciliare, il coraggio di occu- tra gli opposti eccessi di audacie intemperanti
parsi di questa «piccola cosa» l'ebbe Hans e paure immotivate.
Urs von Balthasar, con un libro scritto sulla fi- Purtroppo, in questo scenario variegato, al
ne degli anni '70, oggi opportunamente ri- Rosario sembrava toccare la collocazione in
stampato dopo la Rosarium Virginis Mariae 2 • cono d'ombra. Giovanni Paolo II ha dovuto
Fu una meditazione sui misteri del Rosario, iniziare la Rosarium Virginis Mariae rispon-
nell'ottica della dimensione mariana che con- dendo ad alcune correnti obiezioni. Primato
traddistingue la Chiesa. Erano tempi in cui a della liturgia? Non v'è dubbio! Ma il Rosario
molti sembrava che il cristocentrismo avesse ben compreso non vi si oppone, semmai le as-
quale necessaria conseguenza una «margina- sicura un maggiore spazio di fecondità. Ecu-
lizzazione » di Maria, o che la liturgia dovesse menismo? Certo. Ma il Rosario, colto nel suo
animo di messa a fuoco del Vangelo e del mi-
stero di Cristo, non ha nulla che possa dan-
' R. Guardini, Der Rosenlcranz wzserer lieben Frau Berlin neggiare il dialogo ecumenico, nemmeno con
19~0, ristampato nel 2002, ed. Matthias Griinewald 'Verlag, i fratelli protestanti. Il Rosario porta - come
Mamz. Il testo è citato dall'introduzione all'edizione tedesca. LO-
pera fu anche tradotta in italiano: Il Rosario della Madonna, Mor-
celliana, Brescia 1945.
2
H.U. von Balthasar, Il Rosario. La salvezza del mondo nella
preghiera mariana, Jaca Book, Milano 2003 (prima ed. originale 3
Ibid., p. 11.
1977, prima ed. italiana 1978). 'Ibid., p. 10.

42 43
Maria, e attraverso Maria- a Cristo. In defini- 111
agari bizzarre. È scm~certante ~l .rigurgit~ ~i
tiva, proprio in questo « cuore cristologico » ri- elementi di vera e propna superstizione, o di n-
siede l'attualità del Rosario. Sottraendosi a torno a forme di creduloneria in tenia di magia
obiezioni, sincere quanto si voglia, ma infon- 0
di astrologia, cose che nulla hanno a che fare
date, esso riemerge con forza, scrollandosi di con la religione, ma pur esprimono la tendenza
dosso un'artificiosa patina di «archeologia» a una visione del mondo non appagata dal visi-
per rivelarsi una preghiera di grande significa- bile e incline a cogliere l'aspetto misterioso del-
to per la spiritualità del nostro tempo. la realtà. Come giudicare questo dato, rispetto
alle mancate previsioni di una secolarizzazione
in·eversibile e totale? È l'indice di una inversio-
Lo scenario dell'oggi ne di tendenza, o un episodio destinato a rien-
trare? Prevedere lo sviluppo della storia non ci
C'è una spiritualità del nostro tempo? Para- appartiene. Ma dobbiamo certo ritenere, in for-
dossalmente, proprio nel mondo « globalizza- za della nostra esperienza di credenti, che la di-
to », e perciò apparentemente più «unificato », mensione religiosa sia tanto profonda, da non
la storia è più che mai storia dei frammenti. È poter essere sradicata dall'animo umano. Pri-
finita la possibilità- posto che ci sia mai sta- ma o poi, anche in forme discutibili, essa è fat-
ta! - di una sintesi che presuma di ricondurre ta per riemergere. La storia culturale di questi
tutto a unità. decenni sembra esserne una conferma.
E tuttavia, in questo orizzonte complesso, si Rispetto a tale scenario, anche il Rosario,
possono distinguere alcuni tratti dominanti, ri- nella sua forma più autentica, ha più di un
spetto ai quali il rilancio del Rosario appare di motivo per essere riproposto. Può essere ag-
attualità. Ma prima è necessario dire del clima ganciato a delle tendenze della sensibilità reli-
generale che, dopo la grande ebbrezza secola- giosa contemporanea, che raccoglierei, sche-
rizzatrice, vede da tempo un certo ritorno del- maticamente, intorno ai seguenti tre nuclei
l'esigenza religiosa e spirituale. C'è aria di «re- concettuali: esperienza, meditazione, spiritua-
vivai» religioso, ~ante volte ambiguo, magari lità cosmica.
contraddittorio. E un fatto che molte persone,
che avevano smarrito il rapporto con le forme
tradizionali della fede cristiana, hanno risco- Esperienza
perto .la «spiritualità». Le ritroviamo magari
affascmate da altre religioni. Vediamo la proli- Sui cocci dei grandi sistemi ideologici, il
ferazione di nuovi movimenti religiosi e sette nostro tempo vive un grande bisogno di espe-

44 45
rienza. I «sistemi» (dalliberalismo al sociali- Fin dall'antichità non mancarono reazioni
smo, dal positivismo al marxismo, dall'hegeli- questo Inodo di presentarsi del cristianesi-
smo al maoismo ... « ismi » senza numero!)
amo. Gli« gnostici» provarono a.mettere 1"l ~ut-
hanno fatto il loro tempo . .L uomo d'oggi ne è to in termini di u~1. intellettuah~1~0 cr~.ativo,
stato fin troppo « scottato », non si fida più. che finiva per vamficare la densita dell mcar-
Vuole qualcosa di concreto. Di sperimentale nazione. Sant'Ireneo, nella sua opera Contro le
Di «piccolo », se si vuole, ma che sia garantit~ eresie, bollò questo micidiale enore. Ma fu t.ut~
dall'esperienza. Dentro questa parola, ahimè! ta la Chiesa che reagì, come s'impenna og.gi di
può esserci di tutto: è la sua debolezza. Ma c'è fronte a serpeggianti tendenze neo-gnostiChe.
anche una profonda verità . .Lesperienza è la La nostra fede è nella storia, è in quel precis~
base su cui anche il concetto più astratto e le volto, di quel preciso «rabbi» e «profeta» d1
ideologie più complesse maturano. È la condi- Galilea che fu appeso a un patibolo. La propo-
zione umana. Su questa base propria dell'es- sta della fede cristiana è una trasmissione di
sere umano, anche la conoscenza religiosa esperienza. Il modulo esemplare ~im.ane pe.r
poggia. Ciò vale a maggior ragione, quando il sempre quello della prima lettera di Gwvanm:
contenuto della fede, come nel cristianesimo <<Colui che era fin da principio, colui che noi ab-
è il Dio rivelato, il Dio che entra nella storia~ biamo udito, colui che abbiamo veduto con i nostri
si fa incontrare nella storia. Non a caso la Bib- occhi, colui che conten1plammo e che le nostre ma-
bia è un grande racconto. Il primo «credo» bi- ni toccarono, cioè il Verbo della vita ... colui che ab-
blico non era che il racconto di come Abramo biamo veduto e sentito lo annunziamo a voi, affin-
ché anche voi abbiate comunione con noi. La nostra
avesse percepito la voce e il progetto di Dio, comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù
che lo chiamava a formare il popolo dell'Al- Cristo» (lGv 1,1-3).
leanza: «Mio padre era un arameo errante ... »
(cfr. Dt 26,5-9). Il nostro Credo è il racconto Il nostro tempo ha un rinnovato bisogno di
che va dalla creazione all'incarnazione, e pas- esperienza. Talvolta fino al punto da dimenti-
sa attraverso precise coordinate storiche e ... care che l'esperienza non si riduce al fatto sen-
geografiche. Che nel nostro Credo debba en- sibile, né a quello affettivo, tanto meno si la-
trarci anche un Ponzio Pilato può far « senso » scia sequestrare dalle emozioni. Qui si cela
a un palato religioso raffinato, che mirasse a quella grande insidia, che spesso ha portato la
trov~re Dio solo al di sopra delle contingenze Chiesa a un eccesso di cautela nei confTonti
stonche. Ma è così: il nostro Dio, piaccia o della dimensione esperienziale. All'inizio del
non piaccia, passa anche per il tribunale di un secolo XX il movimento « modernista » risco-
governatore romano! prì questa dimensione, ma in un modo che

46 47
parve, e in molti esponenti anche fu, di minac- Cristo non si esprima soltanto in implorazione di
cia alla verità oggettiva dei contenuti di fede. aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, ado-
razione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti,
L:Enciclica Pascendi ( 1907) di Pio X represse fino a un vero "invaghimento" del cuore >> 6 •
aspramente il movimento. Ma garantito l'e-
quilibrio tra dimensione esperienziale e con- È in questa linea che si coglie l'attualità del
cettuale, una volta incardinata l'esperienza Rosario. Una preghiera radicata nella sempli-
sulla verità storica e biblica interpretata dalla cità del racconto biblico del mistero di Cristo,
Chiesa nella forza dello Spirito santo, privile- riletto non attraverso l'approccio concettuale
giando, infine, come punto di riscontro, non dello studio, che pur è fondamentale, ma at-
qualunque esperienza, ma quella garantita dal traverso l'approccio orante, che al mistero si
vissuto dei santi, l'esperienza è una dimensio- accosta per gustarlo con la pienezza del cuore.
ne irrinunciabile del cristianesimo. È insegna-
mento del Vaticano IP.
A questa dimensione guarda con rinnovato Meditazione
interesse anche la pastorale. Va in questa dire-
zione la Nova millennio ineunte quando, nel- Nel1989la Congregazione per la Dottrina del-
l'invitare a ripartire da Cristo, da una parte la Fede emanò un lucido documento sulla « me-
evoca il concreto racconto evangelico della sua ditazione cristiana » 7 , per fronteggiare tentazioni
vita, dall'altra spinge a fare di quel racconto serpeggianti nella comunità cristiana in seguito
l'elemento vitale di una esperienza di preghie- al diffondersi di metodi di meditazione prove-
ra, che sia capace di giungere alle più alte vet- nienti dalle religioni orientali 8 , che, attraverso
te della mistica. La Chiesa del terzo millennio una tipica gestualità e tecniche mentali e psico-
dovrà diventare esperta di preghiera, e di una logiche avvincenti, acquistano sempre maggior
preghiera che coinvolga la persona umana nel- fascino nella cultura occidentale. Il fatto in sé di
la globalità delle sue dimensioni, una preghie- questo rinnovato interesse per la meditazione,
ra profondamente « esperienziale ». sullo sfondo della secolarizzazione, è indubbia-
<< Le nostre comunità cristiane devono diventare
autentiche "scuole" eli preghiera, dove l'incontro con 6
CfT. Nova millennio ineunte, n. 33.
7
Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della
meditazione cristiana (Orationis formas), Libreria Editrice Vatica-
5
Mi riferisco in particolare alla Dei Verbum, n. 8, dove si dice na, Città del Vaticano 1989.
che la tradizione proveniente dagli apostoli progredisce nella 'CfT. Aa.vv., Meditazione/mistica, in H. Waldenfels (a cura di),
Chiesa anche attraverso la profonda intelligenza che si sperimen- Nuovo Dizionario delle religioni, San Paolo, Cinisello Balsamo
ta delle realtà spirituali. 1993, pp. 568-579.

48 49
mente un « segno dei tempi ». La nostra società ratterizza per il n10lo che attribuisce al mondo
vorticosa, a base di tecnologia sempre più avan- nella sua globalità e nella sua unità, facendo
zata e di corse inefrenabili nei tempi stretti del- sperimentare l'essere umano come frammento
le nostre agende « mozzafiato », diventa sempre di un tutto, e di un tutto con caratteristiche di-
più insostenibile. Lo « stress » è un sintomo di vine o quasi divine. Il cammino spirituale della
una patologia che ci minaccia tutti. Il bisogno di persona, in questa visione, si delinea come un
tornare a se stessi, a sostare, a contemplare, as- abbandonarsi al «tutto» cosmico, sintoniz-
sume quasi una funzione « terapeutica ». zandosi con la sua energia profonda e univer-
Ma proprio in questo orizzonte si comprende sale. Ne deriverebbe, nella concezione degli
come possano essere utilmente riscoperti meto- esponenti di questa visione, un senso di benes-
di antichi, che hanno dalla loro parte l'esperien- sere personale e comunitario, una prospettiva
za di generazioni. La preghiera « ripetitiva » -la di armonia tra spirito e materia, tra uomo e co-
nostra« corona»- è uno di questi metodi. Non smo, tra uomini e culture, nell'ottica di una
a caso, troviamo «corone» anche nel buddi- universale tolleranza sul fondamento comune
smo, nell'induismo, nell'islamismo. Il bisogno dell'unità cosmica. Un concetto chiave di que-
della preghiera ripetitiva appartiene alla feno- sta visione, sponsorizzata soprattutto dal Mo-
menologia universale della contemplazione. vimento New Age, è l'olismo, che dalla parola
Ogni religione mette naturalmente il suo greca olos (=tutto) vuole appunto indicare que-
«proprio» contenuto, la sua propria esperien- sta prospettiva di unità e eli armonia globale.
za di Dio, dentro una tecnica di meditazione. Dietro tale visione, accanto ad aspetti affasci-
Riscoprire, in epoca di dialogo interreligioso, nanti e positivi, si celano prospettive lontane
le «storie parallele» del Rosario, è stimolante. dalla concezione biblica dell'uomo e del mon-
Aiuta forse anche noi cristiani ad apprezzare do9. Che il mondo sia« uno», e che Dio sia pre-
nuovamente un tipo di preghiera che la cultu- sente nel mondo, al punto che possiamo perce-
ra di matrice illuministica e tecnologica trop- pirne, in qualche modo, la presenza in ogni
po frettolosamente ci stava abituando a consi- piega di esso e nelle sue infime particelle, è un
derare un oggetto da museo. fatto. Parlando agli ateniesi, Paolo disse: «<n lui
viviamo, ci muoviamo e siamo» (At 17,28).

Spiritualità cosmica
9
Cfr. Pontificio Consiglio della Cultura - Pontificio Consiglio
per il Dialogo Inteneligioso, Gesù Cristo portatore dell'acqua viva.
Con questa espressione vorrei sintetizzare Una riflessione cristiana sul "Ne w Age", Libreria Editrice Vatica-
una tendenza culturale complessa, che si ca- na, Città del Vaticano 2003.

50 51
Sant'Agostino parlava della presenza di Dio nel- divino del cosmo. Cristo è per noi l'universale
l'uomo, come di una intimità più radicale della «concreto », da incontrare nei lineamenti uma-
stessa auto-coscienza: intimior intimo nzeo, più ni della sua persona divina generata nella can1e
intimo a me di me stesso 10 • Ma la presenza di da Maria « quando giunse la pienezza del tem-
Dio, dovuta al suo essere creatore, che conti- po» (Gal 4,4). Il cristianesimo si distingue per
nuamente trae il nostro essere dal nulla, non questo particolare equilibrio tra spiritualità co-
confonde affatto Dio col mondo. La trascenden- smica e spiritualità storica, trovando in Gesù,
za di Dio resta assoluta. Il « monismo » e il nel mistero dell'incarnazione, il punto di unità
« panteismo », che identificano il mondo con tra queste due prospettive dell'animo religioso.
Dio, sono agli antipodi della fede biblica. Inol- Che cosa c'entra, tutto questo, col Rosario?
tre, ciò che fa la differenza della nostra federi- Questa piccola grande preghiera è fatta a mi-
spetto alla spiritualità cosmica, è il fatto che il sura per portarci a quel punto in cui, nel grem-
Dio creatore è divenuto anche il Dio della storia: bo della Vergine di Nazaret, si uniscono il cielo
si è avvicinato a noi e ha camminato con noi, fi- e la terra, il cosmo e la storia, l'incessante « ri-
no a farsi uomo. La storia del popolo ebraico, e petersi » delle cose e il loro cammino verso il
in particolare la storia di Gesù di Nazaret, è la traguardo. Sui grani di una corona, mentre la
storia dell'Emmanuele, il Dio-con-noi. In lui, storia di Gesù si ripete nell'animo credente, il
Gesù, noi troviamo l'unità del cosmo e il senso cristianesimo celebra la grande armonia tra il
della storia. « Tutto è stato fatto per mezzo di lui e divino e l'umano. Tutto senza separazione, ma
senza di lui non fu fatto nulla di ciò che esiste » anche tutto senza « confusione », come la fede
(Gv 1,3). Alle origini della creazione, c'è già lui. cristiana ci insegna a dire di Cristo, nel dogma
Alfa e omega, p1imo e ultimo, principio e fine definito dal Concilio di Calcedonia (451). An-
(Ap 22,13). Egli è il« Cristo cosmico» in cui tut- che sotto il profilo della grande provocazione
to si ricapitola, secondo l'inno cristologico della offerta al cristianesimo dalle tendenze odierne
Lettera agli Efesini (1,10). Faceva bene Teilhard di spiritualità «cosmica», il Rosario ha qual-
de Chardin a entusiasmarsi per una concezione cosa da dire, in parte armonizzandosi con esse,
evolutiva del mondo tendente a Cristo come al in parte correggendole.
punto « omega ». Ma ciò è legittimo a condizio-
ne che questa « cosmicità » del Cristo non lo di-
luisca in una vaga cifra di un presunto carattere Fine della storia?

Su un punto, in particolare, il Rosario è cor-


° Confessioni 3,6,11.
1
rezione e « profezia », anzi ancoraggio e difesa.

52 53
Si tratta del senso « escatologico » della storia, sconfinata libertà, che non si arrestano nem-
ossia di una percezione della storia che non sia meno di fronte alla zona sacra delle sorgenti
abbandonata né al caso né al deten11inismo ne- della vita?
cessitante, ma coniughi la libertà e la respon- I grandi sistemi hanno mostrato il fianco. E
sabilità con la certezza di un traguardo. Luo- allora la tentazione può essere quella di andare
mo del nostro tempo ha sofferto la cocente all'eccesso opposto, la tentazione di abbando-
delusione dei grandi « sistemi» che guardava- narsi a un irrimediabile « presente », nel quale
no al futuro in termini di trionfale progresso. occorra scegliere fra la tristezza della necessità
Non aveva forse, il movimento illuministico e l'effimero allettamento dell'edonismo o della
del Settecento e la sua espressione rivoluziona- droga. Dopo il tonfo del socialismo reale, Fran-
ria del1789, con i Diderot e i d'Alembert, i Ro- cis Fukuyama scrisse un libro dal titolo stimo-
bespierre e infine i Napoleone, l'ambizione di lante: La fine della storia e l'ultimo uonw 11 • Di
costn1ire, anche a forza di mannaie ed eserciti fronte a questo scenario da « fine della storia »,
conquistatori, un nuovo tipo di società, che ai il cristianesimo ha lo stesso compito che ha
tre sacrosanti termini di «fraternità, egua- avuto la rivelazione biblica fin dagli inizi:
glianza e libertà » dava un senso utopico presto infondere speranza, mostrando che la storia
affogato nel sangue? E il positivismo di Comte c'è, e ha un preciso traguardo verso cui muove,
e Spencer non pronosticava l'ultimo stadio di perché Dio è entrato nella storia e la costruisce
una storia in cui, finita l'era dei simboli, delle con noi. Il Dio della storia è anche colui che at-
fedi, degli idoli, tutto stava per prendere i li- tende la storia alla fine dei tempi. Andare verso
neamenti di un sistema perfetto, che è ben lun- Cristo, con l'invocazione dei primi cristiani:
gi dall'apparire all'orizzonte? Non era di que- Marana tha: «Vieni, Signore Gesù» (Ap 22,20),
sto tipo la visione della « società senza classi », è mettere in moto tutte le risorse della nostra
nel cui nome, da Marx, a Lenin, a Mao, pur tra responsabilità, tutte le potenzialità di una spe-
tante idealità di giustizia che restano in piedi, ranza non illusoria. All'inizio di un millennio
si sono costruiti imperi violenti che hanno che rischia di partire con un mesto ritorno alla
soffocato ogni libertà? E non ha qualcosa di in- visione « ciclica » del mondo che caratterizzava
quietante l'odierno impero della scienza, l'uni- la cultura extra-biblica e pre-cristiana, secon-
co « sistema » che sembra sussistere in forza do il mito dell'« eterno ritorno »12 , in cui tutto è
delle sue indubbie benemerenze verso il pro-
gresso economico e tecnologico, e soprattutto
" Rizzoli, Milano 1992.
verso la salute, quando alla sua preziosa mis- 12
È il titolo di un famoso libro: Mircea Eliade, Il mito dell'e-
sione unisce temerarie imprese e pretese di temo ritorno, Borla, Roma 1982.

54 55
sernpre identico a se stesso, il cristianesimo Capitolo terzo
torna a dare la sua « bella notizia »: la storia AL CUORE
c'è, ed è storia di salvezza. Romano Guardini DEL CRISTIANESIMO
sentiva l'urgenza di testimoniarlo, proponendo
l'aggiunta, ai misteri gloriosi del Rosario, di
due misteri concernenti la venuta gloriosa di
Cristo e il suo regno senza fine 13 • Ma non sono
necessari nuovi misteri: già prendere in mano
la corona, con quel « ripetere >> il nome di Gesù
contemplato nel concreto scmTere della sua vi~ Voi chi dite che io sia?
ta, significa contrastare la sensazione dell'infi-
nito« ripetersi>> del mondo, in cui ogni speran- C'è un brano del Vangelo che ne illumina
za svanisce sotto il peso del « ciclo cosmico >> e tutto il senso. È raccolto in una domanda che
dell'ineluttabile fato. Il Rosario è preghiera di Gesù, nel pieno della sua vita pubblica, men-
speranza! tre si avvia all'atto supremo del Calvario, pone
ai suoi intimi: « Voi chi dite che io sia?» (Mc
8,29 par.) Poco prima aveva posto una doman-
da più larga. Quasi - oggi diremmo - un son-
daggio d'opinione: Chi dice la gente che io sia?
E le risposte raccolte erano state piuttosto de-
ludenti. Per farla breve, l'opinione pubblica,
pur stupita dalla parola di Gesù, piena di« au-
torità>> (cfr. Mc 1,27), dai suoi insegnamenti
folgoranti, dai suoi miracoli strepitosi, non
riusciva ad andare, per leggerne l'identità, al
di là della categoria « profeti ca >>: un grande
profeta, certo, un Battista o un Elia redivivo,
non di più. Gesù incalza i suoi «amici», quel-
li che hanno avuto il privilegio di « stare con
lui>> (Mc 3,14), di vivere all'ombra della sua
presenza ventiquattro ore su ventiquattro. An-
13
Faceva sua, in questo senso, una proposta eli J. Weiger. Cfr.
ch' essi, in realtà, così lenti. Così refrattari. Al-
Der Rosenkranz wzserer lieben Frau, p. 82. la fine così deboli, da !asciarlo solo sul patibo-

56 57
lo. E tuttavia tocca a Pietro accogliere la rive- all'interno di un'unica luce, di un'unica so-
lazione interiore e dare la risposta che final- stanza divina, di un unico mistero. Come dice
mente ne interpreta il mistero: « Tìt sei il Cri- il Credo: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da
sto, il figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Parola Dio vero.
che lo fa « roccia » su cui è edificata la Chiesa In lui si riceve il grande « dono », il dono dei
di tutti i tempi (Mt 16,18). doni, quello che nella vita trinitaria il Padre e il
Voi chi dite che io sia? Il «mistero» della Figlio si scambiano da sempre, lo Spirito santo,
persona di Gesù è la «differenza» del cristia- che è la loro stessa unità, il loro amore persona-
nesimo. Nella religione, l'uomo cammina ver- lizzato, il« noi» che li fonde in bacio santo. Nel-
so Dio, cercandolo «come a tentoni» (At lo Spirito, figli nel Figlio, facciamo nostro il gri-
17,27). La bella notizia che il cristianesimo dà do di Gesù: « Abbà, Padre» (Rm 8,15).
al mondo è che Dio cammina verso l'uomo, gli In lui si riceve lo stesso mondo, perché« at-
si fa vicino. Fino a essere uno di noi: nostra traverso di lui tutto è stato creato » ( Gv l ,3). In
« carne », come figlio di Maria. Ma anche tan- lui l'uomo riceve persino se stesso, perché è a
to di più, perché « era in principio presso Dio, immagine di lui, il nuovo Adamo, che siamo
ed era Dio»! (Gv 1,1). stati disegnati. «Egli è l'immagine del Dio invi-
Altre unioni, che Dio e l'uomo possono spe- sibile, primogenito di tutta la creazione » (Col
rimentare, si fermano tutte alla soglia dell'i- 1,15). Egli rivela insieme, come insegna il Con-
dentità « personale » tra Dio e l'uomo. Pongo- cilio, Dio e l'uomo 1 •
no Dio « dentro », o « accanto », o « davanti» Ma per alzarsi all'altezza di questo Mistero,
all'uomo. E nascono i carismatici, i profeti, i ai cristiani di ogni tempo è necessario incon-
santi. trare il volto storico di Gesù, quello delineato
Ma nessuna di queste unioni è paragonabi- nei Vangeli, quello fatto di parole ed eventi,
le all'unione ipostatica. Esse fanno gli « uomi- dalla grotta di Betlemme al culmine del Calva-
ni di Dio», non l'UOMO-DIO. l:unione iposta- rio, lasciandosi sempre nuovamente interpel-
tica, professata dal cristianesimo per il figlio lare da quei segni e parole, che sono via al suo
di Maria di Nazaret, è l'unica che permetta al intimo: «Io sono la via, la verità, la vita» (Gv
Verbo eterno di non dire semplicemente: « Io 14,6). E ancora: «Chi mangia di me, vivrà gra-
sono in Gesù», ma piuttosto: Io sono Gesù. zie a me» (Gv 6,57). E infine:« Rimanete in me
l:unica che permetta a Gesù di dire: «Io e il come io in voi» (Gv 14,4).
Padre sianw uno» (Gv 10,30), e gli consenta di
chiamare Dio « Abbà », con quel nome teneris-
simo che sgorga dall'esperienza di un dialogo 'Gaudiwn et spes, n. 22.

58 59
Ripartire da Cristo <<ripartire». La parola d'ordine: «Ripartire da
Cristo».
Si ricorderà: fu questo, il6 gennaio del2001, Con un accento, che il Papa ha fortemente
al termine del Grande Giubileo, l'indovinato dato nella Novo millennio ineunte: c'è più che
« slogan» con cui Giovanni Paolo II invitava la mai bisogno di una Chiesa più contemplativa,
Chiesa a prendere il largo della storia. La Chie- più mistica. Di qui dunque l'invito a « contem-
sa riparte, a ogni epoca della sua storia, quan- plare Cristo ». Ad amarlo con un amore spon-
do si lascia sempre nuovamente ammaliare da sale, amarlo con un cuore ardente, fissando il
quello sguardo che, sulla riva del Giordano o suo « volto ».
intorno allago di Galilea, incontrò gli occhi di Il« volto». :Lespressione torna insistentemen-
alcuni uomini, e fu il « colpo di fulmine », l'or- te nella Novo millennio ineunte come nella Lette-
dine perentorio di una sequela che aveva tutta ra Apostolica sul Rosario. Concetto riscoperto
l'aria di un« innamoramento».<< Disse loro Ge- dall'odien1a teologia\ il volto è espressione con-
sù: "Seguitenzi e vi farò diventare pescatori di creta della persona. Impedisce di fare di Cristo
uomini". Prontamente essi, lasciate le reti, lo se- una « cifra» generica del divino o dell'umano. Ri-
guirono» (Mc 1,17-18). Ecco il primo « repor- conduce la persona di Cristo a quelle coordinate
tage » evangelico della sequela. Giovanni ci fa storiche, di tempo e di luogo, che lo videro dato
meglio intravedere la dinamica interiore di alla luce nell'umile grotta di Betlemme, «quando
quell'incontro. Sono i discepoli a rivolgere a Quirinio era governatore della Siria» (Le 2,2),
Gesù una domanda: «Dove abiti?». La rispo- che lo videro iniziare il ministero poco dopo il
sta fu un invito travolgente: << Venite e vedrete» Battista «nell'anno quindicesimo dell'impero di
(cfr. Gv 1,38-39). Tiberio » (Le 3, 1), che lo videro crocifisso per or-
Da allora, essere cristiani significa essere dine del governatore romano Ponzio Pilato, che
raggiunti dallo stesso sguardo, essere invitati videro il primo annuncio di Pentecoste dato a
dalle stesse parole, fare la stessa esperienza pellegrini che giungevano anche da Roma, la ca-
dei primi discepoli. pitale dell'Impero (cfr. At 2,10). Tutto si svolge in
È stato così per duemila anni. Ne è nata una una lontana provincia conquistata dai« domina-
storia, una civiltà, una cultura. Tra le mille tori» del mondo, ignari quanto prossimi- nel gi-
ombre della fragilità umana, ma anche con ro di alcuni secoli- alloro declino.
una luce innegabile che ha cambiato i tratti
2
della storia umana. Cfr. C. Schéinborn, L'icona di Cristo. Fondamenti teologici,
San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1988; E. Scognamiglio, Il vol-
Oggi, nel nuovo scenario spirituale di un to di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica,
tempo che somiglia tanto al primo, si tratta di Paoline Editoriale Libri, Milano 2001.

60 61
Rosarium Virginis Mariae suo rivelarsi sul monte della trasfigurazione, il
«picco» più fulgido di questo orizzonte di lu-
E siamo al documento sul Rosario. Era neces- ce. Il tutto culmina nel dono eucaristico, da
saria questa premessa cristologica, per misurar- cui la Chiesa trae il suo perenne nutrimento, il
ne l'interesse e la portata. Utile anche per coglie- pane che dà la vita (cfr. Gv 6,51), quella vita
re l'unità profonda tra le due lettere apostoliche, <<che è la luce degli uomini» (Gv 1,4). :LEucari-
la Novo nzillennio ineunte e quella sul Rosario. stia mistero di vita e di luce!
Firmate entrambe - e non a caso - sul sagrato Cinque scene, fortemente rappresentative
della Basilica di San Pietro, la prima porta alla ed evocative dell'intero Vangelo. Cinque punti
seconda, la seconda poggia sulla prima. di« luce» che riflettono e rifrangono, come at-
Se infatti il messaggio della Novo millennio traverso un prisma, Colui che è la «luce del
ineunte è l'invito pressante alla contemplazio- mondo» (Gv 8,12).
ne di Cristo, nella Lettera sul Rosario il Papa :Linserimento dei misteri della luce, propo-
indica la « via mariana » della contemplazione sti alla recita nel cuore della settimana, al gio-
di Cristo. vedì, giornata tradizionalmente « eucaristica»
Il centro resta Cristo. Il Rosario che Giovan- in ricordo del Giovedì santo, ha completato il
ni Paolo II propone è un Rosario « cristocen- quadro dei misteri del Rosario facendone dav-
trico ». Tutto porta in questa direzione. Innanzi vero il « compendio del Vangelo ».
tutto l'accento dato ai« misteri» con l'integra-
zione dei misteri della luce, tratti dalla vita
pubblica di Cristo. In essi emerge in modo par- Un volto trasfigurato e trasfigurante
ticolare il mistero di Cristo, il senso della sua
predicazione, la profondità del suo dono. C'è Ma perché proprio il Rosario per esprimere
l'ingresso nel ministero, con la teofania del tutto questo? Non basta forse la lettura e la
Battesimo nel Giordano, la discesa dello Spiri- proclamazione del Vangelo? Non è questo l'o-
to, la voce dall'alto: <<Tu sei il figlio mio predi- biettivo di tutta l'iniziazione cristiana, il cuore
letto» (Mc l, 11 par.). Segue l'inizio dei «se- della liturgia, il programma di ogni pastorale,
gni » a Cana, dove comincia a rifulgere la il senso stesso del cristianesimo?
gloria di Cristo e i discepoli si aprono alla fede Certo. Ma dentro questa unità e globalità, ci
sulle orme di Maria. Lo sguardo poi si porta sono tanti percorsi che, per così dire, adattano
sul grande annuncio del Regno e l'offerta della il cammino a particolari esigenze. Una di esse,
misericordia: << Convertitevi e credete al Vange- quella che spiega la «logica» del Rosario, è
lo» (Mc 1,15). Segue l'immagine di Gesù nel stata illustrata dal Papa attraverso l'icona del-

62 63
la Trasfigurazione. Quell'evento che vide tre to. Non a caso, sul monte della trasfigurazione
discepoli travolti dal fulgore di Cristo e dalla l'estasi non dura che un istante, e Gesù stesso
voce del Padre, mentre si affacciavano all'oriz- si incarica di riportare i discepoli a valle. Fin-
zonte le nuvolaglie del Golgotha è, per Gio- ché siamo sulla terra, il mistero che continua-
vanni Paolo II, ciò che lo Spirito intende offri- mente riemerge all'orizzonte della nostra fede
re al credente, attraverso il Rosario, perché sia è il volto del « figlio di Maria » in cui confes-
aiutato, nel cammino della sequela fin sul siamo il « figlio di Dio », sia quando appare
monte della crocifissione, a stare con gli occhi piccolo bambino che vagisce nella grotta di
ben fissi sul mistero di Gesù. Betlemme, sia mentre svolge il suo ministero,
La trasfigurazione, nella vita dei tre aposto- sia nell'abbandono della croce. Solo alla fine è
li prescelti, fu un mqmento in cui la loro quo- Risorto, glorioso e glorificante: nel Rosario
tidiana esperienza del Maestro si fece più in- com.e nella vita.
tensa. Si staccarono dalla vita ordinaria, per Il riferimento alla trasfigurazione, come
salire con lui su un alto monte. Si misero in senso del Rosario, non mette tanto in eviden-
ascolto dei «testimoni» che apparvero accan- za lo splendore, quanto l'intensità del volto di
to al Maestro. Soprattutto furono rapiti dallo Cristo, e soprattutto, la profondità dell'amore
splendore del volto di Cristo, al punto da desi- con cui siamo invitati a contemplarlo. In de-
derare di starsene sul monte per sempre: « È finitiva, il Rosario mira alla «nostra» trasfi-
bello per noi stare qui» (Mt 17,4 e par.). gurazione, a fare della nostra vita una esi-
Si potrebbe osservare: ma quanta differen- stenza « cristiforme », in cui tutto risplenda
za fra la trasfigurazione e i nostri Rosari, spes- della luce dello Spirito di Dio. È quello che
so languida e mesta voce di una vita mediocre. ancora una volta il Papa indica, sulla scorta
Ma è proprio qui la sfida e la « profezia » di san Paolo: ((Riflettendo come in uno spec-
della Rosarium Virginis Mariae. Questa pre- chio la gloria del Signore, veniamo trasformati
ghiera da noi sciupata, può diventare il monte in quella 1nedesima immagine, di gloria in glo-
della « trasfigurazione ». Di diecina in diecina, ria, secondo l 'azione dello Spirito del Signore »
mentre sgraniamo la nostra corona e l'Ave Ma- (2Cor 3, 18).
ria ci porta più in alto, è come contemplare È bello, oltre che «ecumenico», ricordare
l'orizzonte che prima non si vedeva, o appena che i nostri fratelli orientali trovano proprio
si intravedeva dal basso, da un'altezza sempre nella scena del Tabor- il monte su cui la tra-
nuova. Tutto prende nuovo respiro, a mano a dizione pone l'evento della trasfigurazione -
mano che si sale. Trasfigurazione, poi, non si- un punto di riferimento significativo del cam-
gnifica necessariamente l'estasi del rapimen- mino spirituale, visto come un lasciarsi pene-

64 65
trare dalla «luce taborica », che da Cristo ri- Capitolo quarto
:fulge sul discepolo e da lui si irradia. Scrive in LA« SCUOLA» DI MARIA
proposito Evdokimov: «Per l'Oriente essere in
stato di deificazione significa contemplare la
luce increata, !asciarsene penetrare; è ripro-
durre n~l proprio essere il mistero cristologi-
co.[ ... ] E per questo che la Trasfigurazione del
Signore, manifestazione più folgorante della
sua luce, gioca un ruolo così grande nella vita
mistica dell'Ortodossia »3 • Oriente e Occidente

Più volte Giovanni Paolo II, riferendosi alle


diverse forme che, pur nella sostanziale unità,
caratterizzano il cristianesimo in Oriente e in
Occidente, ha parlato di due« polmoni».
È visibile come lo Spirito di Dio abbia guida-
to la Chiesa con una creatività pari alla sua in-
finita fantasia, tracciandole vie che non si con-
trappongono, ma semmai si fanno a vicenda da
« contrappunto », come le note di una sinfonia
in cui le melodie si rinconono o si conispon-
dono sempre dentro una sostanziale armonia.
Fra le grandi ricchezze dell'Oriente, c'è la
cosiddetta «preghiera del cuore». Una pre-
ghiera semplice, costn1ita dalla incessante ri-
petizione dell'invocazione di matrice evangeli-
ca: «Signore Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di
me peccatore».
La preghiera del cuore è, in qualche modo,
il Rosario dei nostri fratelli orientali.
Una preghiera ridotta al nocciolo cristocen-
3
P.N. Evdokimov, Teologia della bellezza. I.:arte dell'icona, San trico, espressione di un istinto che porta in ge-
Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 19905 • nere la cultura orientale a una maggiore indi-

66 67
nazione contemplativa attraverso la tecnica Storie «parallele »
della concentrazione. Sobrietà che non signi-
fica povertà di sentimenti. Tutt'altro! Basta co- Sia in Oriente che in Occidente, caratteristi-
noscere un po' della grande tradizione icono- ca di questo tipo di preghiera è il fatto che es-
grafica dell'Oriente, per aver l'idea di quanto sa è impostata come una incessante «ripeti-
essa sappia coniugare la sobrietà stilistica del- zione».
le forme con la estrema vivacità e ricchezza di In realtà, - lo abbiamo su accennato - in
colori. quanto metodo essa va persino al di là del cri-
L'Occidente ha un'altra «psicologia». Qui stianesimo, radicandosi in una esigenza tipica
anche l'iconografia religiosa ha sviluppato un dell'essere umano, anche nel suo rapporto con
indirizzo più descrittivo, in cui il «mistero» Dio. Non sorprende pertanto che preghiere ri-
non è espresso attraverso forme fisse e solen- petitive analoghe alle nostre si trovino anche
ni, ma attraverso un realismo di tipo, tenden- in altre religioni. Vere « storie parallele ». Si
zialmente, «fotografico». I nostri cicli pittori- prenda ad esempio la tradizione islamica. Es-
ci riguardanti Gesù sono un tentativo di sa conosce il « dhikr », che è una preghiera det-
tradurre il Vangelo in forme che ne rispecchi- ta con una forma di corona simile alla nostra
no, in qualche modo, il movimento storico. (ma senza le nostre divisioni). Si è persino ipo-
L'Occidente, insomma, anche nella contem- tizzato che la nostra corona sia stata ispirata
plazione, tende di più al movimento. Magari proprio dal contatto con l'islam 1 • Ovviamente
poi il movimento lo distrae dalla contempla- ben diverso è il contenuto della preghiera: con
zione, e questo è tanto più evidente nello sce- questo strumento di conteggio, la contempla-
nario segnato dall'attuale febbre tecnologica. zione islamica ripercorre i 99 «nomi» di Al-
Non è una fatalità: piuttosto una tentazione a lah. È contemplazione fortemente teocentrica,
cui reagire. nel segno della concezione islamica di Dio.
In questo diverso contesto culturale si può «La ripetizione dei nomi di Dio, clhikr, corri-
forse intuire anche il disegno dello Spirito di sponde alla ritualità fondamentale del Sufi-
Dio, che mentre all'Oriente ha suggerito una smo, tramite la quale il "ritmo" dell'uomo di-
formula essenziale come la «preghiera del venta quello divino e si può realizzare la
cuore», all'Occidente cristiano, nel Rosario, conoscenza di Dio »2 • Analoga è la tradizione
ha suggerito una preghiera più articolata, con
quella ricchezza di elementi che, in altro capi-
' Cfr. R. Barile, Il Rosario nella storia.
tolo, abbiamo paragonato alla struttura di una ' V. Ahmad Abd Al-Waliyy, Islam. Ealtra civiltà, Mondadori,
«cattedrale». Milano 2001, p. 217.

68 69
indù nella forma di preghiera detta « Japa- Anche il rapporto con Dio è caratterizzato
mala »: ghirlanda (mala) di preghiere (Japa). da questa esigenza. Ed ecco le varie forme di
Lo strumento è una corona fatta generalmen- « corone » delle varie religioni. Purché la ripe-
te di l 08 grani, con i quali si ripete il Mantra tizione non si risolva in una filastrocca priva
o nome di Dio. Mentre si evoca questo nome' di senso. Se il Rosario ha dato talvolta questa
si prende coscienza della presenza di Dio e ci impressione, ciò è dovuto non al Rosario, ma
si purifica. a un cattivo modo di comprenderlo e recitarlo.
La somiglianza di questo modo di pregare _ Esso, in ultima analisi, è« ripetizione contem-
e intendo non solo la « corona», ma la «ripeti- plativa», anzi, « ripetizione di amore ».
zione»- ha a che fare con l'antropologia, con
il nostro modo di essere uomini, e di esserlo
anche di fronte a Dio. Preghiera degli « innamorati >>

Non è dif-ficile comprendere questo a Pompei,


Il senso del << ripetere » quando il Rosmio è recitato fissando il bellissi-
mo quadro della Madonna, soprattutto se lo
I.:uomo è un essere che vive di ripetizione. sguardo si posa non solo sul volto della Vergine
H onzo repetens! Pochi sono gli eventi e i dati col Bambino, ma anche sui due Santi- Domeni-
assolutamente originali, unici, irripetibili. So- co e Caterina- che sono in ginocchio ai loro pie-
no quelli che finiscono sui libri di storia, o di. Essi ricevono la corona, ma i loro occhi non
quelli maggiormente fissati dalla memoria. Ai sono attenti alla corona (al punto che, nel caso
fini della nostra vita, sono più importanti le ri- di santa Caterina, la corona sembra quasi scivo-
petizioni - fisiche, psichiche, sociali - di cui larle di mano!), ma sono fissi sul volto di Gesù.
magari nemmeno ci accorgiamo. È il tipico tratto di un occhio innamorato.
I.:identità umana si consolida attraverso un Niente come quegli occhi spiega in che cosa
processo ripetitivo, fatto di condizioni di vita e consiste e dove porta il Rosario, se ben capito.
valori che, proprio in forza della ripetizione, Più che una ripetizione, la chiamerei una
vengono assimilati. « iterazione innamorante». Ciò che si ripete,
Ci sono, è vero, anche le ripetizioni noiose. Ce senza posa, nell'andare delle diecine, è una di-
ne sono di quelle che ci radicano nel vizio. Ma, chiarazione di amore. Alla fine, bisognerebbe
in compenso, ci sono le ripetizioni che ci danno avere il cuore ardente.
gioia e ci fanno virtuosi. Una ripetizione gioiosa Non a caso, volendo spiegare il Rosario, il
e virtuosa è il segreto di un'esistenza riuscita. Papa ha evocato il dialogo di Gesù con Pietro

70 71
dopo la risunezione. « Mi ami tu»? « Signore È come sottoporsi, come un vaso da model-
tu lo sai che ti amo» (cfr. Gv 21,15-17). E ciò ri~ lare, alla pressione del dito di un vasaio. Im-
petuto tre volte. A prescindere dal significato magine, questa, cara alla Bibbia, che presenta
specifico concernente la missione di Pietro, ci Dio nell'Antico Testamento appunto come un
troviamo qui di fTonte a un vero dialogo di « vasaio » che plasma il suo popolo (cfr. Ger
amore. Il Cristo evangelico è un Cristo dal cuo- 18,5 ss.). Si badi: il movimento plasmante e
re profondamente umano, dal cuore di carne trasformante è dello Spirito Santo, non r:o-
capace di amare e desideroso di essere amato, ~ stro. Noi, con la ripetizione e la concentraziO-
ciò con tutte le «vibrazioni» dell'affettività. Il ne, ci abbandoniamo alla sua azione. Ma in
Rosario sta dentro questa logica dell'amore, definitiva è Dio che ci lavora.
non solo amore paterno-filiale, ma amore E si realizza così quel processo di assimila-
sponsale, nella tradizione biblica che, dai pro- zione, descritto magistralmente dal Beato
feti della « nuzialità » - Osea, Isaia, Geremia Bartolo Longo in un brano dei Quindici Saba-
Ezechiele-, che cantano il rapporto d'amor~ ti, che il Papa ha voluto citare nella sua Lette-
tra Dio e il suo popolo, porta fino al Vangelo di ra Apostolica:
Gesù sposo (cfr. Mt 9,15; Gv 3,29) e all'immagi-
<< Come due amici, praticando frequentemente in-
ne paolina della Chiesa sposa (cfr. Ef 5,25).
sieme, sogliano conformarsi anche nei costumi, co~ì
noi conversando familiarmente con Gesù e la Vergi-
ne 'nel meditare i Misteri del Rosario, e formando
Il divino « vasaio » in~ierrte una medesima vita con la Comunione, pos-
siamo divenire, per quanto ne sia capace la ~1ostra
bassezza, simili a essi, e apprendere da quest1 som-
Di più. Uno degli aspetti che il Papa ha mes- mi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, pa-
so in evidenza, per illustrare la logica del Rosa- ziente e perfetto » 3 •
rio, è il fatto che esso ha un compito « trasfor-
mante», perché non ci fa solo contemplare,
adorare, amare il mistero di Gesù, ma ci « assi- Rallegrati, Maria!
mila» a esso. In certo senso, ci fa «diventare»
Gesù, facendoci acquistare i suoi lineamenti Ma se il Rosario è contemplazione del volto
spirituali. di Cristo, ciò che lo caratterizza, e lo distingue
Recitare il Rosario è come mettere un ferro dalla preghiera del cuore dell'Oriente, è il fat-
nella fiamma, perché si arroventi, e possa ac-
quistare la flessibilità che consente al fabbro 3 RVM, n. 15. Il testo è tratto da I Quindici Sabati del Santissi-

di piegarlo nella direzione voluta. mo Rosario, 27" ed., Pompei 1916, p. 27.

72 73

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to che il movimento contemplativo avviene radicalmente, ciò che è stato disposto fin dalla
nell'orizzonte mariano. Il Rosario cammina creazione del mondo. Occorre riscoprire il
sull'onda dell'Ave Maria. ruolo primordiale di Cristo nel disegno di Dio,
Certo, non era esatto il modo di esprimersi come ce lo additano i grandi inni cristologici
e di sentire il Rosario fino a qualche tempo fa, delle Lettere agli Efesini e ai Colossesi. Biso-
quando se ne faceva, fondamentalmente, una gna essere convinti che Cristo è davvero il
preghiera « a » Maria. Questo poteva essere ve- «primo» che sta nella mente di Dio, prima an-
ro in parte. Va detto invece che il Rosario ha cora di Adamo.
una « fisionomia mariana». In effetti, la pre- Si può dunque dire che, quando il Verbo si
ghiera-base, su cui si modula la contemplazio- fa carne nel grembo di Maria, è allora che la
ne « iterativa », è la preghiera che si rivolge al- creazione giunge al suo vertice. È Cristo - e
la Vergine Santa, l'Ave Maria. Questa scelta Cristo in Maria e con Maria -, l'opera più alta
che lo Spirito ha suggerito alla Chiesa, nel tra- di Dio.
vagliato percorso di costruzione del Rosario Se la Bibbia, raccontando l'opera creatrice
nel secondo millennio, ha un significato che dei sei giorni, la scandisce con l'espressione
merita di essere messo in luce. del compiacimento di Dio - « E Dio vide che
Il rivolgersi direttamente alla Vergine Santa era cosa buona», e si potrebbe interpretare:
non distoglie la concentrazione dal volto di «che bello»!- è proprio nel momento dell'in-
Cristo, ma mostra questo volto sullo sfondo di carnazione, e dunque nel mistero dell'Annun-
Maria, facendoci puntare lo sguardo di fede ciazione, che questo compiacimento diventa
sul mistero dell'incarnazione, nel suo punto vero e proprio incanto.
sorgivo, quello che sta sotto il segno del« fiat »
di Maria.
È noto che il senso biblico del saluto angeli- Incanto di Dio e degli uomini
co, da noi normalmente tradotto, e in certo
senso «ridotto», con Ave Maria, va più pro- :LAve Maria è l'espressione dell'incanto di
priamente inteso come un invito alla gioia Dio e degli uomini, di fronte alla «benedetta »
messianica, annunciata finalmente in Maria fra le donne, la madre del «più bello tra i figli
all'intera umanità:« Rallegrati, Maria!». In Lei dell'uomo» (Sal 45,3). O piena di grazia, il Si-
si compie, nel momento dell'Annunciazione gnore è con te: l'Angelo esprime e riecheggia la
non soltanto ciò che da sempre è stato prepa~ gioia di Dio di fronte al suo «capolavoro». Il
rato nella storia della salvezza, nel lungo cam- saluto di Elisabetta, sotto l'impulso dello Spi-
mino di Israele fino al Messia, ma, ancor più rito, prosegue sul filo dello stesso incanto. Be-

74 75
nedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del così lontana dal verificarsi nel tempo - miliar-
tuo seno: ondate di stupore, che culminano nel di di anni!-, e l'Annunciazione è già lo sfondo
nome di Gesù, il nome davanti a cui si piega in cui il mondo nasce. Il « fiat lux >> della Gene-
ogni ginocchio (Fil 2,10), l'unico nome in cui si ha una misteriosa corrispondenza con il
c'è salvezza (cfr. At 4,12), il nome in cui si con- << fiat >> di Maria. Il mondo nasce, per così dire,

giungono la « storia » di Dio e la storia dell'uo- nel grembo di Maria!


mo, l' eterno e il tempo.
Il« farsi carne del Verbo» è il punto in cui si
realizza, nell'universo, la più grande unità tra Maria dice il Rosario?
divino e umano, il punto in cui tutto si racco-
glie, anzi, in cui tutto nasce. Sì, nasce, perché Accennando, nel primo capitolo, alle appa-
il Verbo incarnato «è prima di tutte le cose, e rizioni di Lourdes, ci siamo ripromessi di tor-
tutte sussistono in lui» (Col1,15). In lui<< sia- nare sulla prima di esse per porci una doman-
mo stati scelti prùna della creazione del mon- da: « Maria dice il Rosario >>? È curioso infatti
do» (cfr. Ef l ,4). Secondo una nota ipotesi, la che a Bernadette Maria si presenti non solo
nascita del mondo, il« big bang», risalirebbe a avendo la corona tra le mani, ma sgranandola,
circa 16 miliardi di anni fa. Ma il « big bang» pur tenendo ovviamente chiuse le labbra du-
ideale, per così dire, avviene nell'Annunciazio- rante la recita dell'Ave Maria.
ne. «Egli è immagine del Dio invisibile, gene- Non è difficile capire che Maria, come nella
rato prima di ogni creatura [... ]tutte le cose so- sua vita terrena, non meno nel suo stato di glo-
no state fatte per mezzo di lui e in vista di lui » ria, vive con il cuore e il volto fissi su Gesù. Il
(Coll,lS-17). Meraviglia! Nel rapporto tra l'e- suo ricordo di Madre si porta continuamente
terno e il tempo, c'è un «dopo» che viene ... su quel volto che ella ha visto per la prima vol-
prima. E ciò non solo perché si tratta del mo- ta a Betlemme, e intorno al quale ha vissuto
dello a cui Dio guarda -la causa << esemplare » tutta la sua vita. È questo il Rosario che Maria
-, ma anche perché il Verbo che tutto crea (cfr. recita! Il Rosario cominciò, in un certo senso, a
Col 1,15; Gv 1,3; Eb 1,1-3), nella sua autoco- Nazaret, col saluto dell'Angelo, continuò in
scienza eterna, assolutamente priva di succes- Maria, nel suo « fiat >> e nella sua contempla-
sione, ha presente quello che, nella dimensio- zione del mistero del Figlio. Come ha spiegato
ne storica, si delinea come futuro. Si può dire Giovanni Paolo II, recitare il Rosario è metter-
allora che, mentre crea il mondo, il Verbo vive si in sintonia con la contemplazione di Maria,
già, in qualche modo, il suo farsi <<piccolo» con i suoi «ricordi >>, con i suoi sentimenti. È
nel grembo di Maria. Lincarnazione è ancora come lasciarsi sfogliare da Maria il suo «al-

76 77
bum di famiglia», in cui scolTono le « istanta- che diventiamo docili alla sua azione di Mae-
nee » di tanti momenti della vita di Cristo. stro interiore. « Ma il Paraclito, lo Spirito santo
Col Rosario Maria, in certo senso, ci presta che il Padre manderà nel mio nome, egli vi inse-
il suo sguardo e il suo cuore. Ci introduce ai gnerà tutto e vi farà ricordare tutto ciò che io vi
tratti del volto di Cristo e ci ottiene l'effusione ho detto» (Gv 14,25-26). Lo Spirito viene a ri-
dello Spirito perché il mistero possa essere pe- cordare le «cose dette» da Cristo: poco dopo,
netrato. Ci guida nell'apprendimento di Cri- nello stesso Vangelo di Giovanni, si chiarisce
sto. Questa idea, nel Magistero, non è nuova. che queste cose coincidono con la sua persona.
Già scriveva Leone XIII, nell'Enciclica Ma- Ricordare è, per lo Spirito, «testimoniare»:
gnae Dei Matris dell'S settembre 1892, che «Quando verrà il Paraclito, che io vi 1nanderò
quando i fedeli recitano il Rosario è come « se dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Pa-
sentissero la voce stessa della loro dolcissima dre, egli mi darà testimonianza» (Gv 15,26). Nel
Madre, nell'atto di spiegare loro questi misteri· Rosario, l'azione dello Spirito è congiunta con
e d'impartire loro salutari esortazioni »4 • il ruolo di « maestra » che Maria assume verso i
suoi figli, come alle nozze di Cana, invitandoli
ad ascoltare Gesù.« Tra gli esseri umani, nessu-
Lo Spirito e Maria no meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come
la Madre può introdurci a una conoscenza
Giovanni Paolo II ha ripreso questo concet- profonda del suo mistero »6 •
to, ma non senza ammonire che, quando si
tratta di Cristo, Maestro per eccellenza, rivela-
tore e rivelazione, «non si tratta solo di impa-
rare le cose che Egli ha insegnato, ma di impa-
rare Lui »5 • Torna l'ispirazione cristocentrica
che domina l'attuale prospettiva teologica, in
sintonia con le radici bibliche. Il cristianesimo
non è un insieme di « cose », nemmeno di « no-
zioni» e «pratiche». Il c1istianesimo è Cristo.
Mistero insondabile, a cui solo lo Spirito Santo
ci può introdulTe in pienezza, a mano a mano

"EE, 3/1039.
'RVM, n. 14. 'Ibid.

78 79
Capitolo quinto essi cogliere che cosa possa esse.re il R?s~rio,
L:OGGI DELLA SALVEZZA che cosa« debba» essere il Rosano, nell ammo
di chi ne comprende il senso. Si vuole ancora
uno stralcio? Si legga questo mirabile « dialo-
go » immaginato dal Beato tra Gesù e la sua
croce nel quarto mistero doloroso:
«Appena condotto il Salvatore avan~i alla croce,
vi fissò i suoi occhi e il suo cuore, e le disse non con
le parole, ma con la sua anima: . . .
Si aprono i cieli -O cara amabile croce, che 10 ho sospirata m tut-
ta la mia vita! tu sì, sei la sposa promes~ami,. e per
« Finalmente si aprono i cieli e discende nel mon- attenerti ho servito trentatré anni. Tu ~el l~ di~pen­
do Colui che dai Profeti è chiamato il giusto, il desi- satrice dei miei beni, il trofeo delle rme. v1t!one, !a
derio dei patriarchi, l'aspettato delle genti, l'inviato gloria e la corona dell'amo~- :nio. Ecc? rl gwrno_ m
del Signore. Compiute sono le settimane di Daniele· cui saremo strettamente umt1. Tu sarai lo stendardo
avverate le profezie di Giacobbe, poiché lo scettro di dei miei eletti, i quali non dovranno gi~m~e~-e all~
Giuda è già passato in mano di Erode, re straniero. gloria se non per la croce. Tu la glori~ der _m1~1 servi:
Una fanciulla, restando vergine, deve dare al mondo chi si glorierà in ~e, sar~ onor~to; eh~ avra cl~ t~ _ve=-
un Uomo, che è il Figlio dell'Altissimo. gogna, cadrà nell infamia. O~g1 tu m~ accoglier ar tr ~
Anima mia, intendi tu che vuol dire: il Verbo si fa le tue braccia, e io ti bagnero delmw Sangue, e di-
uomo? ... O bontà e misericordia infinita del Signo- verrai la Madre di tutte le nazioni. Vieni dunque,. o
re! Tanto dunque ti amò questo Dio, da volere che il mia fedele compagna, andiamo insieme al C~l_van?,
suo Figlio Unigenito si fosse wniliato sino ad assu- dove io debbo soffrire la rnorte che .strappe1:a _11 n1~0
mere la condizione di sen;i (Fil 2, 7)? corpo dalle tue braccia, ma non t1 toglier~ 1! mw
E ciò, affinché potesse patire e molire su di una cuore. Tu sarai il terrore dell'inferno e la g101a del
croce per riscattarti dall'inferno e aprirti le porte del paradiso. Quelli che cercher~nno me e vor~·anno se~
p~rad1so! Per sacrificarsi ogni giorno sugli altari e guirmi, prenderanno per gmda te,. e otten:ann~ per
dimorare sempre con te, dandosi pur in cibo nella tuo mezzo tutto ciò che da me desidereranno >> •
santa Eucaristia! » 1•
Come è testimoniato in questi sprazzi con-
Questi caldi accenti contemplativi del Beato templativi, passando di scena in scen~, l'animo
Bartolo Longo introducono la sua meditazione orante è invitato a entrare sempre pm profon-
del Rosario nei Quindici Sabati. Possiamo da damente nella conoscenza di Cristo.

' B .. Longo, I Quindici Sabati del Santo Rosario, Santuario di


Pompei, 76" ed., Pompei 1993, pp. 27-28. 'Ibid., pp. 213-214.

80 81
La teologia dei « misteri» dettagli e cercava i modi più ingegnosi di anno-
nizzare le diversità tra i Vangeli, oggi è un dato
In realtà Gesù, nella profondità abissale del- scientificamente acquisito, e anche accettato
la sua identità divina, « supera ogni conoscen- dal Magistero, che i testi evangelici non voglio-
za» (cfr. Ef 3,19). Ma questo suo Mistero in- no offiire una cronaca dettagliata, e nemmeno
sondabile affiora nella concretezza della sua costituire una vera e propria « biografia » di Ge-
esistenza storica. In quei suoi tratti pienamen- sù, ma sono piuttosto la sua presentazione ca-
te umani, quando il bimbo Gesù si rallegrava o techetica, alla luce dello sguardo di fede e delle
soffriva, quando cresceva in tutto simile ai suoi preoccupazioni pastorali dell'annuncio. Pur-
coetanei tra famiglia e lavoro, e naturalmente troppo questa consapevolezza è stata in gran
poi ancor più quando la sua vita pubblica ne parte segnata, se non dominata, dal radicali-
manifesta la sapienza e la potenza taumaturgi- smo, di marca razionalistica, di chi è giunto ad
ca, la vita di Gesù è il luogo in cui l'Eterno si è affermare una separazione netta tra il « Gesù
riversato nel tempo. Solo attraverso l'incontro della storia » e il « Cristo della fede » 4 •
con l'umanità di Gesù, nei suoi « misteri », noi Se questo fosse vero, non avrebbe senso in-
possiamo incontrare il suo Mistero. dugiare a contemplare i « misteri »: il nostro
Questo principio è teologicamente decisivo. sguardo si perderebbe nelle sabbie mobili di
Direi anzi che sul tema dei « misteri » di Cristo una critica che molto raramente ravvisa una
si decide una cristologia autentica. Occorre ri- certezza storica nelle cose che il Vangelo rac-
badirlo, in una stagione teologica come la no- conta. Ma il Magistero della Chiesa5 e un'altra
stra che, dopo aver riscoperto, con il «cristo-
centrismo», anche l'importanza dei suoi 4
È la tesi che, tra gli "addetti ai lavori>>, viene solitamente ri-
«misteri »3 , ha avuto poi la tentazione di allon- condotta a Rudolf Bultmann. Ma è noto che già tra i suoi discepo-
tanarsi da questa via maestra. li la tesi fu ridimensionata (Kasemann). Altri esegeti imboccarono
una linea alternativa, di recupero della storicità (tra gli altri, Jere-
Una spinta in questo senso è venuta da certe mias). Ma il sospetto sollevato da Bultmann continua a ispirare
tendenze dell'esegesi biblica, che hanno gettato l'indirizzo interpretativo di molti esegeti, anche cattolici, renden-
doli quanto meno scettici sulla portata storica di molti brani evan-
un largo sospetto sulla storicità e attendibilità gelici. E ciò purtroppo anche su temi in cui il Magistero della
di molte pagine evangeliche. In realtà, rispetto Chiesa si è espresso, come acl esempio la verginità eli Maria e il te-
a una lettura tradizionale che assumeva anche i ma dei "fratelli, di Gesù. Una particolare crisi di credibilità stori-
ca investe i Vangeli dell'infanzia e le espressioni della vita eli Gesù
in cui più fortemente emerge la dimensione soprannaturale. Sem-
bra evidente, al di là delle argomentazioni più o meno esegetica-
3
Per un approfondimento, si veda: A. Grillmeier - R. Schulte - mente fondate, un presupposto" razionalistico >>.
Ch. Schiitz, I misteri della vita di Gesù, in J. Feiner- M. Li:ihrer (a cu- 5
Cfr. Dei Verbum, n. 19. Nella Nova millennio ineunte, n. 18,
ra di), Mysterium salutis, vol. 6, Queliniana, Brescia 1971, pp. 9-170. Giovanni Paolo II elice: " I Vangeli in realtà non pretendono di es-

82 83
'ill!iji(!'i:;

corrente esegetica 6 si sono ritrovati concordi mente ciò che è avvenuto. Lottica di fede non
nell'affermare che i Vangeli ci offrono, sì, una deforma gli eventi, ma consente di penetrarli
lettura di fede, ma rispettosa dello svolgimento con maggiore profondità. Delle scene dei mi-
storico sostanziale della vita di Cristo. È da sot- steri, anche quelle dell'infanzia proposte nel
tolineare « sostanziale », giacché è incontrover- Rosario come misteri della gioia, ci possiamo
tibile, a partire dai testi evangelici esaminati fidare. A quelle scene può andare la nostra
contestualmente, che essi non vogliono offrire meditazione e la nostra preghiera. Quando il
una ricognizione esatta e completa dei partico- Catechismo della Chiesa cattolica ci invita a d-
lari, come oggi potremmo attenderci da una ri- meditare i «misteri» di Cristd, e quando Gio-
cerca storica documentata, ma piuttosto valo- vanni Paolo II rilancia i« misteri» del Rosario,
rizzano il materiale documentario secondo emerge la fiducia della Chiesa nella sostanzia-
specifici interessi teologici e catechetici. Ciò le storicità dei Vangeli.
non toglie tuttavia- è questo il punto decisivo! Un'altra grande tentazione della teologia del
- che essi si preoccupino di ricostn1ire fedel- nostro tempo si colloca lungo uno dei suoi per-
corsi più belli e suggestivi, come è quello del
sere una biografia completa di Gesù secondo i canoni della mo-
dialogo interreligioso. Dialogo legittimo, e an-
derna scienza storica. Da essi tuttavia il volto del Nazareno emer- zi doveroso, caldeggiato dal Concilio, e fonda-
ge con sicuro fondamento storico, giacché gli Evangelisti si preoc- to sul presupposto che la salvezza è universale
cupano di delinearlo raccogliendo testimonianze affidabili (cfr.
Le 1,3) e lavorando su documenti sottoposti al vigile discerni- e Dio raggiunge l'uomo e si lascia incontrare
mento ecclesiale"·
6
da lui attraverso tante vie. Qual è, in questo
Non penso qui alla tendenza più tradizionale, legata a una
concezione della storicità che non tiene conto di ciò che anche il orizzonte dialogico, il ruolo di Cristo? Il Magi-
Magistero della Chiesa ha accettato circa i <<generi letterari, che stero, in questi decenni di dialogo interreligio-
caratterizzano la Scrittura. Mi riferisco a una reazione di tipo cri-
tico, che argomenta sul piano esegetico, anche se spesso si litro-
so, non ha fatto che ribadirlo: la salvezza è sì
va minoritaria e marginalizzata. Un esempio: R. Laurentin, Vita universale, e le vie della salvezza sono innume-
autentica di Gesù Cristo, Mondadori, Milano 2000. Questo autore revoli. Ma il« Salvatore» è unico! 8 • Le tante vie
si è distinto per la sua riscoperta storica dei capitoli evangelici
più sospettati di scarsa obiettività, quelli dell'infanzia. Cfr. R. non possono che essere derivazioni da lui, irra-
Laurentin, I vangeli del Natale, Piemme, Casale Monferrato 1987. diazioni di un'unica luce. Gesù, nella concre-
Simile impostazione di fiducia nella storicità sostanziale dei Van-
geli si può trovare in saggi come: C. Thiede, Gesù, storia o leggen- tezza del suo mistero divino-umano, attraverso
da?, EDB, Bologna 1992 (prospettiva archeologica); A. Guidetti,
Conoscenza storica di Gesù di Nazaret, Rusconi, Milano 1981 (svi-
luppa l'ipotesi dell'origine giuridico-testimoniale come base per
la redazione dei Vangeli). Per una chiara introduzione a questo 7
Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 512-570~
contrasto di tendenze esegetiche, si veda A. Ory, Riscoprire la ve- 8
Si veda Congregazione per la Dottrina della Fede, Dominus
rità storica dei vangeli. Una iniziazione all'esegesi funzionale, Mas- Iesus. Dichiarazione sull'unicità e sull'universalità salvifica di Ge-
simo, Milano 1986. sù Cristo e della Chiesa (6 agosto 2000).

84 85
lo Spirito che da lui si effonde, è il punto in cui proprio a tutela della fede cristologica, che
si rannodano tutti i fili della creazione e della cosa implica, se non un riconoscere, in quel
redenzione 9 • È chiaro che solo una convinzio- preciso volto del figlio di Maria di Nazaret, il
ne forte su questo punto del dogma cristiano nostro Dio e il nostro Salvatore? Quando si
può giustificare una pratica contemplativa co- affievolisce, nella pietà, la presenza della
me quella del Rosario, che si esprime intera- << Theotòkos », la Madre di Dio, anche il volto

mente nel fissare il volto di Cristo. del Figlio diventa evanescente. Per due punti,
dice l'antico postulato della geometria eucli-
dea, passa una retta, e una retta sola. Si po-
La via di Maria trebbe dir così anche del dogma cristologico:
per affermare pienamente l'identità divina del
Il Rosario viene a consolidare, sul piano concreto uomo «Gesù», non c'è nulla di più
della pratica spirituale e pastorale, questa te- preciso che chiamare lui « Figlio di Dio », al
stimonianza ecclesiale, in un momento in cui tempo stesso chiamando Maria « Madre di
essa tende, con le migliori intenzioni dialogi- Dio». Il primo titolo, preso isolatamente, po-
che, a perdere vigore. Che tutto il popolo di trebbe anche essere interpretato in un senso
Dio sia invitato a ripetere, con l'Ave Maria, il più generico, come si è talvolta tentati di fare,
nome di Gesù, aiuta a farci respirare a pieni riducendolo al significato di una qualche« epi-
polmoni la fede della Chiesa in Cristo unico e fania» del divino, tra le tante che, anche in al-
universale Salvatore. tre religioni, per un volto o l'altro degli uomini
E perché questa fede abbia tutta la sua den- di Dio, vengono affermate. Ma il titolo di« Ma-
sità e profondità, non c'è nulla di più decisivo dre di Dio» è troppo forte e, direi, troppo« pro-
che passare per Maria. Chiamarla infinite vol- vocatorio », per essere equivocato: non poten-
te, come il Rosario ci invita a fare, con il titolo do Dio, in quanto Dio, avere una Madre, il
di Madre di Dio, « Theotòkos », il titolo intorno titolo di« Madre di Dio» ha senso perché Gesù
a cui nell'antichità infuriò la battaglia e che il di Nazaret, il figlio di Maria, è Dio, avendo
Concilio di Efeso (431) consacrò a difesa non il Verbo assunto « ipostaticamente », come
tanto e non solo di un privilegio mariano, ma persona, l'umanità nata dalla Vergine. La
Theotòlws dice riferimento immediato all'u-
nione ipostatica, dice l'appartenenza persona-
9
Per una sintesi su questo punto caldo e complesso della ri- le al Verbo eterno della concreta natura umana
flessione teologica contemporanea, si può vedere: A. Ducay, Un
solo mediatore? Pensare la salvezza alla luce della « Dominus Ie- plasmata nel grembo di Maria.<< Madre di Dio,
sus », Università della Santa Croce, Roma 2003. prega per noi ... ». Mentre il Rosario ci fa ripete-

86 87
re questa supplica, è la cristologia del Credo lore e l'amore del Crocifisso, si muove nel sol-
che è confessata, si radica nel nostro senso di co di questa spiritualità. Un processo analogo,
fede, e ci fa adorare Gesù come «Dio vero da pur con accenti diversi, si ritrova nella tradi-
Dio vero, generato, non creato, della stessa so- zione domenicana. Entrambe queste linee teo-
stanza del Padre ». logiche mettevano in evidenza il valore salvifi-
co dell'umanità del Redentore. San Tommaso
la illustrò partendo dalla prospettiva che si
[;oggi del Mistero suoi chiamare della« cristologia dall'alto», os-
sia a partire dall'ottica del Verbo fatto carne
Se tutto questo è vero, si comprende anche nel grembo di Maria 11 • In questa prospettiva, la
come la meditazione dei misteri del Rosario natura umana di Cristo è considerata « stru-
vada fatta come esperienza nell'oggi della for- mento» del Verbo divino. Cosa ne deriva? Che
za salvifica di Cristo. tutte le cose, anche le più piccole, della vita
Il Rosario nacque in un momento storico in umana di Cristo, acquistano un valore di sal-
cui la teologia e la spiritualità cristiana si mo- vezza per noi, perché possiedono tutto il valore
strarono particolarmente attenti all'umanità di del Verbo divino che in esse si esprime. Dice
Cristo contemplata nei misteri della sua vita san Tommaso: « Tutte le cose che furono com-
tenestre 10 • Era il frutto di una spiritualità mo- piute nella carne del Cristo, furono salutari per
nastica, travasata poi negli Ordini mendicanti, noi in virtù della divinità unita» 12 • E ancora:
che faceva della contemplazione dell'umanità « Tutte le azioni e passioni del Cristo operano
di Gesù lo strumento primario dell'ascesa spi- strumentalmente per virtù della divinità in fa-
rituale, ispirando un atteggiamento di affetto e vore della salvezza umana »13 •
di tenerezza verso il Salvatore, nell'invocazio- Ecco dunque un aspetto importantissimo
ne del suo nome santo. Quando san Francesco del Rosario: ai misteri di Cristo non si va solo
contempla la nascita di Gesù nel presepe di come a un fatto storico, un evento del passato,
Greccio, o con le stigmate « ripete » in sé il do-
"Laltra prospettiva, della« cristologia dal basso,, o dell'« uo-
mo assunto,, partiva dalla concretezza della natura umana di
'" Da una larga bibliografia su questo tema, mi limito a ricor- Gesù, per affermare che essa era assunta dal Verbo. Nella misura
dare le poche pagine, ma dense e illuminanti, eli un articolo, a cui in cui le due prospettive rispettano il dogma della verità divino-
mi ispiro per queste considerazioni: M. Bordoni, Cristologia, e in umana eli Gesù, quale espressa dal Concilio eli Calcedonia, le due
patii colare il punto I.I: La cristolog!a tom!sta nel quadr? della t~ol~­ prospettive sono ambedue legittime, pur dando accenti diversi al
gia sistematica e spmtu~le. deln.wdL?evo, 1~ G. Bar?agho- S. Dmn~­ cammino teologico e alla spiritualità.
12
ch (a cura di), Nuovo Dmonano d! Teologw, Paolme, Roma 1979-, Comp. Theol. 230.
13
S. Th. III, q. 48, a. 6, c.
pP- 245-251.

88 89
~··

ma come a un evento che, in qualche modo, si Abitare il Mistero


realizza « oggi », e oggi sprigiona tutta la sua
forza salvifica. Quando mi pongo in contem- Linserimento, nel Rosario, dei misteri della
plazione della nascita di Gesù, o del suo batte- luce, concernenti la vita pubblica del Salvato-
simo, o della sua agonia nel Getsemani, o della re dal Battesimo all'istituzione dell'Eucaristia,
sua flagellazione, attraverso l'eterno presente rimarrà una pietra miliare nella storia di que-
del Verbo, in cui mi immergo, nella forza dello sta preghiera. Con questa integrazione, si può
Spirito Santo, io raggiungo in certo senso quel dire che veramente l'intero corso della vita di
momento storico, o meglio, quel momento sto- Cristo passa sotto gli occhi dell'm"ante.
rico raggiunge me, e io posso goderne tutta la Venti misteri, dunque, venti scene proposte
forza salvifica come se quell'evento si realiz- alla contemplazione. Non sono tutto il Vange-
zasse oggi. La Scrittura porta sostanzialmente lo. Né possono sostituirlo. Il Papa ha sottoli-
nella stessa direzione con il concetto di « me- neato che la meditazione del Rosario non vuo-
moriale », ricordo che « attualizza » gli eventi le in alcun modo porsi in concorrenza con la
salvifici 14 . Ricordare l'Esodo, è riviverlo, così lectio divina, ossia con la meditazione diretta
come ricordare la Pasqua di Gesù, è riviverla. del Vangelo, in cui le parole del testo sacro,
Nella liturgia, - e specialmente nell'Eucaristia dalla prima all'ultima, e nella varietà delle tra-
-questo principio ha il massimo della sua rea- dizioni evangeliche, diventano ascolto, assimi-
lizzazione15. Non è un'espressione retorica, lazione, luce per la vita. «Il Rosario, pertanto,
quella che la liturgia ci fa ripetere: « Oggi per non sostituisce la lectio divina, al contrario la
noi è nato il Salvatore », « Oggi Cristo è risor- suppone e la promuove » 16 • E questo è tanto
to ». Ma nella forza dello Spirito che ci « ricor- più importante ribadirlo in un tempo in cui il
da» Cristo (cfr. Gv 14,26), ciò vale anche, in popolo di Dio, grazie anche alla spinta data in
qualche modo, ogni volta che, nella meditazio- questo senso dal Vaticano II, sta progressiva-
ne come nella vita, ci poniamo di fronte al Mi- mente recuperando familiarità con la Parola
stero del Salvatore. Il Rosario è un'immersione di Dio. Il rilancio del Rosario, pur con la pre-
nell'oggi della salvezza. cauzione di una rinnovata accentuazione bi-
blica, sarebbe un passo indietro se venisse
"Cfr. RVM, n. 13, dove si richiama il concetto del« ricordare» praticato in sostituzione dell'incontro imme-
biblico (zalwr), che è un ricordo attualizzante, in cui il passato
salvifico è reso in qualche modo presente.
diato e continuato con la Parola.
15 Su questo concetto, dai fondamenti biblici all'utilizzazione

liturgica, cfr. B. Neunheuser, Memoriale, in D. Sartore - A.M.


Triacca, Nuovo Dizionario di Liturgia, San Paolo, Cinisello Balsa- 16
mo 1988, pp. 765-781. RVM, n. 29.

90 91
Detto questo con chiarezza, va però aggiun- ma nella sua stessa immagine, «di gloria in glo-
to che il« taglio» del Rosario, nell'incontro con ria, secondo l 'azione dello Spirito del Signore »
la Parola, ha la sua specificità che integra stu- (2Cor 3,18).
pendamente la lectio divina e quasi ne diventa
una via speciale. Se esso seleziona, dal paesag- Rosario ed Eucaristia
gio evangelico, solo venti scene, lo fa no~ per
impoverire il panorama, ma per consentir~ la Se si coglie il Rosario in questa maniera, si
« focalizzazione » dello sguardo contemplativo. comprende anche ciò che suor Lucia, la veg-
È come se, in un giardino ricco di fiori, dopo gente di Fatima, scriveva in una lettera del 16
aver dato uno sguardo d'insieme, ci si portasse settembre 1970: «Il Rosario, dopo la sacra li-
ora su questo, ora su quell'altro fiore, per gu- turgia eucaristica, è l'orazione che più ci ri-
starne la bellezza a distanza rawicinata. porta allo spirito i misteri della fede, della spe-
I venti misteri prescelti, distribuiti nei vari ranza e della carità »18 • Dicendo questo, ella si
cicli, sono come un percorso privilegiato di muove nella stessa linea del Beato Bartolo
questo giardino dello spirito. Il Rosario, scrive- Longo che, in un articolo del1914, intitolato Il
17
va Guardini, è uno spazio, più che una« via » • Rosario e l'Eucaristia, così argomenta:
A mio parere, è sia spazio che cammino. Le
due cose si completano. Lanimo che cammina << ••• nessuna divozione come quella della Santa

attraverso i misteri, « abita» il Mistero. Corona predispone così bene all'Eucaristia, ce ne ac-
cende nell'anima l'amore, ce ne desta il desiderio. Il
Passo dopo passo, i venti misteri diventano Rosario ci 1icorda soltanto la vita di Gesù, ma nel
l'habitat soprannaturale, il paesaggio in cui il Santissimo Sacramento questa vita perennemente
cristiano vive, ton1ando e ritornando sui suoi rinnova l'immortale suo ciclo. Chi si contenterà di
passi, fino a che il mistero non sia perfettamen- meditare soltanto la vita di Gesù nel Rosario, potendo
te « assimilato », e si possa dire con la stessa insieme 1iviverla con lui nell'Eucaristia? Chi si appa-
gherà dell'ombra, potendo avere la luce? A chi baste-
forza dell'Apostolo Paolo:« Non sono più io che ranno immagini e ricordi, potendo possedere la vita?
vivo ma Cristo vive in nze » (Gal 2,20). Un per- Il Rosario dunque conduce in una maniera soave,
cor~o trasformante. Pennellate dello Spirito di quasi insensibile, al Santissimo Sacramento: chi si av-
Dio che disegna nel nostro spirito i lineamenti vicina a Gesù col pensiero, sente pure il bisogno di av-
vicinarglisi nella realtà; chi conosce Gesù, non può
di Cristo. Salita al monte della « trasfigurazio- non amarlo, ma d'altra parte chi prende ad amare ve-
ne », in cui il volto di Cristo si svela e ci trasfor- ramente Gesù, non può rinunziare a possederlo » 19 •

18
Lucia racconta Fatima, p. 169.
17 Der Rosenkranz unserer lieben Frau, p. 35. "Il Rosario e la Nuova Pompei, Anno XXXI, Quad. n. 4.

92 93
Se negli am1i del Concilio, riscoprendo giu- nell'Enciclica Ecclesia de Eucharistia, promul-
stamente la Liturgia e il suo vertice eucaristico gata nel cuore dell'Anno del Rosario, Giovanni
si è stati tentati di farlo a spese del Rosario,è paolo II abbia dedicato un capitolo a Maria
ora che questa tentazione venga superata. Nella « donna eucaristica ». È questo il nostro ideale:
sinfonia della preghiera e della spiritualità cri- non solo vivere di Eucaristia, ma « diventare »
stiana, si tratta di due esigenze e di due mo- Eucaristia. Non basta, a diventarlo, la sola ce-
menti complementari. :LEucaristia sta al centro lebrazione: l'Eucaristia ha bisogno del suo
e al vertice. Ma il Rosario adempie un compito tempo di «risonanza» nella vita, il tempo del-
di prim'ordine: quello di disporle il teneno in l'assimilazione. Il« cibo spirituale», non meno
un percorso contemplativo sostanziato di «in- di quello materiale, ha bisogno di essere assi-
namoramento » di Cristo. Il Rosario porta al- milato! Il Rosario- certo non esclusivamente,
l'Eucaristia. Se tante volte hai ripetuto, con lo ma con una particolare efficacia- aiuta questo
sguardo fisso su Gesù tra le braccia di Maria, processo del nostro cammino spirituale.
« benedetto il frutto del tuo seno », come potre-
sti non sentire il bisogno di « cibarti» di questo
frutto? Se non senti questo bisogno, è segno che Un'ipotesi
hai «cantilenato », non pregato! E dopo che hai
mangiato il « frutto » del grembo di Maria, non Con la luce offerta dalla Rosarhmz Virginis
senti forse il bisogno che esso plasmi tutte le Mariae tutto questo dovrebbe essere più chia-
pieghe del tuo essere, perché la tua vita diventi ro. Oso chiedere, a questo punto, se, a dissipa-
« eucaristica» come quella della Vergine Santa? re definitivamente una percezione riduttiva
Fa pena constatare come spesso si faccia la del Rosario, dovuta talvolta al timore che la
comunione eucaristica, senza sentire il biso- sua promozione possa pregiudicare l'indiscu-
gno, dopo un evento tanto grande, di sostare tibile primato della liturgia, non sia utile che
nel silenzio adorante della contemplazione. I la Chiesa assuma lo stesso Rosario entro la
«congedi» delle nostre Messe, spesso affretta- sfera liturgica. Fu, questo, un auspicio espres-
ti e rumorosi, sono la spia di una tendenza a so da suor Lucia di Fatima: « Io ho una grande
banalizzare la comunione eucaristica. OccoiTe speranza che non è lontano il giorno in cui l'o-
che la stessa Eucaristia sia « ricompresa », pre- razione del Santo Rosario e la sua terza parte
parata e « riecheggiata » attraverso l'esercizio sia dichiarata orazione liturgica »20 •
meditativo, e non a caso il Papa l'ha riproposta
alla meditazione del Rosario come quinto dei 20
Lucia racconta Fatima, p. 16 (è la stessa lettera su menzio-
misteri della luce. È significativo, inoltre, che, nata del16 settembre 1970).

94 95
La suprema autorità ecclesiale, a cui solo co, che servirebbe a esprimere formalmente
spetta una tale decisione, l'ha finora esclusa. quanto il Magistero e il « senso di fede » del po-
Anche la Rosariwn Virginis Mariae, nel solco polo di Dio già attribuiscono al Rosario, e cioè
della Marialis Cultus, si limita a difendere il la sua conispondenza piena, e direi « privile-
Rosario dall'infondato sospetto di essere pre- giata », al movimento di tutta la Chiesa, nel suo
giudizievole alla liturgia21 • Ma sommessamente unirsi con Maria alla contemplazione di Cristo,
ritenei che non ci siano controindicazioni so- e anzi alla preghiera di Cristo nel suo incessan-
stanziali, perché il problema possa essere ap- te fissare, nello Spirito, il volto del Padre. Le
profondito. Mi pare infatti che l'ultima Lettera condizioni interne ci sono tutte, per la sua ele-
Apostolica sul Rosario offra un'apertura di pro- vazione« liturgica». C'è uno spessore trinitario,
spettive in questa direzione, approfondendo e cristologico, ecclesiologico, di prim'ordine. C'è
completando i contenuti contemplativi del Ro- anche la premessa di quell'impegno ecclesiale
sario, illustrandone ulteriormente gli elementi che caratterizza la liturgia facendone un «atto
formali, e sottolineando l'interesse della Chiesa pubblico >> del suo culto: non va forse in tal sen-
universale per tale percorso di meditazione e so l'insistenza magisteriale nel raccomandare
supplica. Certo, occone tener conto del caratte- questa preghiera? Continuare a considerarla al
re di questa preghiera, che, tra le altre qualità, semplice livello della pietà popolare, mi sembra
possiede anche quella di essere« flessibile», ca- dawero poco. In ogni caso si tratta di una pro-
pace com'è di adattarsi a tutte le circostanze blematica in cui occone attendere il discerni-
della vita, sicché una sua ricezione e formula- mento e la decisione dell'autorità ecclesiale 23 •
zione esclusivamente o prevalentemente litur-
gica la porterebbe a bloccarsi in uno schema
" I:approfonclimento teologico del senso della liturgia ha porta-
troppo rigido. Si potrebbe forse distinguere la to, specialmente con la Costituzione Sacrosanctwn Conciliwn, a sot-
forma più corale e solenne - esempi credo non tolineare la dimensione inteliore e misterica della liturgia, ma que-
sto non toglie il suo carattere eli" ordinamento>>, la cui regolazione
manchind 2 - da quella semplice e personaliz- dipende unicamente dall'autorità della Chiesa (cfT. C.I.C. cann. 834-
zata, dando solo alla prima il carattere liturgi- 839). Per ben impostare il problema eli una eventuale elevazione del
Rosario a preghiera liturgica, mi paiono illuminanti le Ii flessioni sul
rapporto tra liturgia e pii esercizi che si possono leggere in: C. Va-
gaggini, Il senso teologico della liturgia, Paoline, Roma 1965, specie
1
'RVM, n.4. pp. 127-130 (« I.:opus operantis ecclesiae e la distinzione tra liturgia e
"Penso all'esperienza del Santuario eli Pompei, dove al Rosa- pii esercizi,,). Tende a un più largo riconoscimento del carattere eli
rio si assicura un carattere pacato e solenne, con abbondanza eli preghiera liturgica S. Marsili in Aa.vv., Anàmnesis l. La liturgia mo-
momenti eli silenzio, eli canto, e anche eli appropriati gesti (come mento nella storia della salvezza, Marietti, Genova 1979, 7" listampa
l'accensione eli una lampada a ogni mistero, a evocare, da una 2001, specie alle pp. 139-144 (Liturgia e" pii esercizi>>). Si veda an-
parte, la luce del volto eli Cristo, dall'altra, la nostra fede). I fn1tti che il suo articolo Liturgia, in D. Sarto re- A.M. Triacca- C. Cibien (a
pastorali e spirituali sembrano evidenti e abbondanti. cura eli), Liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 1037-1054.

96 97
Una parola sulle « indulgenze » Spesso, infatti, quando si parla di « indulgen-
za », molti fedeli hanno una sensazione di
In questo orizzonte dell'oggi della salvezza, «sconto» simile a quella che si ha quando si trat-
non si può non dire una parola anche a propo- ta di prezzi commerciali o pene giudiziarie.
sito della tradizione che ha visto applicare dal- I.:indulgenza è invece un dono che, lungi dall'im-
la Chiesa al Rosario, come alle confraternite plicare uno « sconto », nel senso di un « disimpe-
del Rosario, le indulgenze24 • gno », esige piuttost~ un impegno maggiore nel~
Un tema, a dire il vero, che nella pratica pa- lo sforzo di santità. E infatti sovrabbondanza d1
storale è tutt'altro che semplice da illustrare, grazia che, se da noi accolta, ci fa sgomberare
dal momento che, nella sensibilità di fedeli l'animo da quei residui che il peccato lascia in
non pienamente catechizzati, alla parola « in- noi anche dopo che è stato perdonato. È un aiu-
dulgenza» si attribuisce un significato impro- to perché ci stacchiamo totalmente da noi stessi
prio e alle condizioni per attenerla un sapore per aderire perfettamente a Dio. Un aiuto offerto
« 1neccanico » e « automatico », che certo non attraverso il ministero di misericordia che la
corrisponde al pensiero della Chiesa25 • Chiesa ha ricevuto, potendo contare sul« tesoro
spirituale» dei meriti di C1isto, operanti anche
J. Castellano, facendo rifelimento alla posizione di Marsili, pone la
in coloro che si sono perfettamente associati a
domanda se, per il Rosario, non si sia già di fronte a una sorta di "ri- lui. Nella comunione dell'unico corpo di Cristo,
conoscimento implicito » da parte della Chiesa del suo carattere li- questi meriti ottengono flussi di grazia per soste-
turgico (cfr~ Religiosità popolare e liturgia Il, ivi, pp. 1613-1626. Ri-
tengo che, dato il valore della liturgia come culto «pubblico, (culto nere il cammino di santità dei membri più debo-
«della, Chiesa, e non solo "nella, Chiesa), difficilmente ci si po- li. Ma allora si vede quanto poco servirebbe, per
trebbe accontentare, per la carattetizzazione liturgica del Rosalio,
di un riconoscimento implicito. Occorre un vero atto di autorità ec- ottenere l'indulgenza, limitarsi alle condizioni
clesiale, che liguardi non solo i contenuti, ma anche una " forma, esteriori di essa. La condizione fondamentale è
delineata propriamente in funzione del ctùto "pubblico"· staccarsi dal più piccolo affetto al peccato, in-
24
Cfr. Penitenzieria Apostolica, Manuale delle indulgenze. Nor-
me e concessioni, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano somma la scelta della santità.
1999, pp. 67-68. L:indulgenza plenaria è concessa al fedele che re- Il Rosario pienamente compreso, con la sua
cita "piamente » il Rosario, in una chiesa, o oratorio, o in fami-
glia, o in una comunità religiosa o riunione di fedeli, o quando ci struttura meditativa, il suo carattere cristolo-
si unisce alla recita fatta dal Sommo Pontefice trasmessa per radio gico, il suo orientamento all'impegno di vita,
o televisione. In altre circostanze si ha indulgenza "parziale"· Ai
fini dell'indulgenza parziale, bastano i cinque misteri di ogni ci-
può aiutare i credenti a maturare questa scel-
clo, recitati però tutti successivamente. È necessario che all'ora- ta, ponendo così la condizione decisiva perché
zione vocale si aggiunga la" pia meditazione dei misteri». il dono dell'indulgenza sia veramente efficace.
" Una illustrazione autorevole del significato teologico delle
indulgenze si può trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica,
nn. 1471-1479. Al tema Paolo VI dedicò la Costituzione apostoli- nato soprattutto in occasione del Grande Giubileo, e specifica-
ca Indulgentiarum Doctrina (1967). Giovanni Paolo II vi è ritor- mente nella Bolla di indizione Incamationis mysterium.

98 99
Capitolo sesto zione di questa preghiera classica della spiri-
IL «RITMO» tualità orientale si intreccia con la vita vissuta.
DELLA VITA UMANA Quel «pellegrino» è ognuno di noi, l'uomo al-
la ricerca della salvezza che può essere trovata
solo nel « nome » del Salvatore. Nome da invo-
care perennemente. E quando quel nome è di-
venuto il respiro dell'anima, allora anche il
cuore è diventato «nuovo», e la vita è vera-
mente trasfigurata. Ecco i tratti di questa nuo-
Il pellegrino russo va vita:
. Ri~ornia~o anc~ra alla « preghiera del cuo- << Così fino a oggi sono sempre in cammino e ripe-
r e »' Il Rosano degh orientali. Da sempre p t' to incessantemente la Preghiera di Gesù, la cosa più
t • rn~ preziosa e dolce che esista per me al mondo. A volte
ca a, ~ssa e stata c~nosciuta in Occidente attra- percoiTO in un solo giorno settanta e più verste senza
verso Il fo~unato hbretto intitolato Racconti di neppure accorgermi di camminare, tutto concentra-
un pellegrzno russo. Chi è quel pellegrino? S.1 to sulla mia preghiera. Quando soHro per il freddo
presenta così: · pungente, comincio a recitare più velocemente la
preghiera e subito mi riscaldo. Se la fame mi assale,
. <<_Per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per o e- invoco più spesso il Nome di Gesù Cristo e dimentico
I~ grande peccatore, per vocazione pellegrino se:za di aver voglia di mangiare. Quando mi sento male,
~lm?ra, de~ ceto. più basso, errante di luogo in luogo mi duole la schiena e le gambe, se mi concentro mag-
mw patnmomo è: sulle spalle una bisaccia col ~ giormente sulla preghiera non sento più il dolore.
ne secco, sotto la camicia una Bibbia. Tutto qui >>.pa Succede anche che qualcuno mi offenda o mi picchi,
ma subito rammento quanto è dolce la Preghiera di
Gesù e l'offesa e l'ira scompaiono, senza che me ne
Que~t~uomo, in cerca di Dio, si imbatte nel- ricordi più. Sono divenuto una specie di folle, non ho
la tradr~wne ~ella preghiera ripetitiva. Un mo- più preoccupazioni né affanni. Non degnerei di un
nac~ gh f~ da rstnlttore. Possono far sorridere solo sguardo tutte le vanità del mondo e voiTei vivere
~ pr~~a vrsta, .le indicazioni che gli dà: ripete~ sempre in solitudine. Soltanto, per l'abitudine, un
unico desiderio mi anima: quello di pregare inces-
~~ p~rma tremr~a volte, poi seimila, poi ... dodi- santemente; e quando prego sono molto felice. Dio
cunila volte. ~rpetere, ripetere, fino a quando 1
solo sa che cosa avviene in me! >> •
questa preg~r~ra non è diventata una sola co-
sa .con I ~atti ti del cuore e il succedersi del re-
sprro. Cw .che r~~de suggestivo il «racconto 5
'Racconti di un pellegrino russo, Città Nuova, Roma 2002 , p.
del pellegnno »' e Il fatto che in esso l'illustra- 115.

100 101
Preghiera e vita precisi momenti di vita, di gioia e di dolore. È
naturale che, a questo incontro con Gesù nella
Forse un'idealizzazione? Ma la vita dei San- densità « storica» del suo Mistero, giunga l'uo-
ti è piena di sorprese che sconcertano la no- mo con tutto il suo bisogno di salvezza, col pe-
stra mediocrità. Certo è avvincente questa so dei suoi problemi, delle sue esperienze, delle
descrizione di che cosa possa produne la pre- sue gioie, delle sue attese. Il Rosario ci mette in-
ghiera, in un animo che se ne lasci penetrare. tomo a Gesù, come quelle folle che lo seguiva-
:Lorazione continua porta la preghiera nella no lungo le strade della Galilea o della Giudea.
vita, e la vita nella preghiera. Se è vero per la Ci fa gridare, come i tanti malati che a lui si
preghiera di Gesù dell'Oriente, non è meno ve- portavano: Guariscimi, Signore! :Laspetto di
ro per il Rosario. «supplica» nel Rosmio è molto marcato, riba-
:Lincontro del Rosario con la vita è stato da dito dalla ripetizione del Padre nostro, quando
Giovanni Paolo II espresso luminosamente in chiediamo il nostro « pane quotidiano » e la re-
un discorso del 20 ottobre 1978. Dopo averne missione dei peccati, e soprattutto dalla ripeti-
additato la profondità contemplativa, il Papa zione della Santa Maria, in cui ci affidiamo al-
diceva: l'intercessione della Madre di Dio «adesso e
nell'ora della nostra morte ».
<<Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiu- Per questo è spontaneo, e anche consiglia-
dere in queste decine del Rosario tutti i fatti che to, dire il Rosario con delle intenzioni di pre-
compongono la vita dell'individuo, della famiglia,
della nazione, della Chiesa e dell'umanità. Vicende
ghiera. Il Signore ci invita a chiedere con fidu-
personali e vicende del prossimo e, in modo partico- cia, a «bussare» per ottenere, e non solo
lare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno grazie di ordine spirituale, purché in ogni no-
più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario stra richiesta ci abbandoniamo alla sua vo-
batte il ritmo della vita umana »2 • lontà. San Luigi Maria Grignion de Montfort
reputa addirittura un «difetto>> nella recita
Ciò che il Papa osserva, risponde all' espe- del Rosario il non formulare nessuna intenzio-
rienza più comune di questa preghiera. La me- ne. «Perciò abbi sempre di mira qualche gra-
ditazione che il Rosario propone non è soltanto zia da chiedere, una virtù da imitare o una col-
uno sguardo lanciato verso l'alto. Del resto, le pa da eliminare >> 3 • Il Papa, nella Rosarium
scene offerte alla contemplazione grondano Virginis Mariae, invita a farlo nella giaculato-
storia, esprimono un vissuto concreto, fatto di
3
Il segreto meraviglioso del Santo Rosario per convertirsi e sal-
'RVM, n. 2. varsi, p. 821.

102 103
ria finale di ogni diecina, « con una preghiera zione materna. Quella mediazione di cui il Van-
volta a ottenere i frutti specifici della medita- gelo mostra l'efficacia nell'episodio delle nozze
zione di quel mistero » 4 • Con questa prospetti- di Cana, è la stessa di cui duemila anni di storia
va che innesta nella preghiera i nostri bisogni cristiana hanno dato la più ampia testimonian-
e le nostre attese, il Rosario diventa veramen- za. Quando Maria chiede, ottiene. Il Papa, sul-
te un «laboratorio » di fede e di vita. l'onda di questa tradizione, non esita a far sue
le parole forti che Dante, nel Paradiso, mette
sulla bocca di san Bernardo:« Donna, se' tanto
I:efficacia della supplica grande e tanto vali, l che qual vuol grazia e a te
non ricorre, l sua disianza vuol volar sanz 'ali » 6 •
Alla base c'è anche la convinzione che il Ro- Riprendere questa tradizione nel contesto della
sario sia una preghiera particolarmente effica- teologia contemporanea, è stato audace da par-
ce, perché mette insieme tutte le ragioni che te di Giovanni Paolo II. Qualcuno gli potrebbe
rendono la preghiera potente presso il cuore osservare di aver fatto un passo antiecumenico,
di Dio. Scrive Giovanni Paolo II: se solo si ricorda quanto la tradizione prote-
stante abbia posto in discussione l'intervento
<< Clisto ci ha invitati a livolgerci a Dio con insi- mediativo di Maria7 • Ma lo stesso Concilio, pur
stenza e fiducia per essere esauditi: "Chiedete e vi sarà
dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" (Mt
evitando di pronunciarsi sul titolo di Maria
7,7). Il fondamento di questa efficacia della preghiera quale «mediatrice di tutte le grazie » 8 , nonna-
è la bontà del Padre, ma anche la mediazione presso sconde tuttavia, con gli altri titoli, anche quello
di Lui da parte di Clisto stesso (cfr. l Gv 2, l) e l'azione di « mediatrice », spiegandolo nei termini di
dello Spirito Santo che "intercede per noi" secondo i una funzione totalmente subordinata a quella
disegni di Dio (cfr. RITl 8,26-27). Noi infatti "nemme-
no sappiamo che cosa sia conveniente domandare" di Cristo, come espressione della sua maternità
(Rm 8,26) e talvolta non veniamo esauditi perché spirituale. Rileggiamo questo illuminante pas-
"chiediamo male" (cfr. Gv 4,2-3) >> 5 • saggio della Lume n genthun:

È un brano denso, al quale segue il tratto più << Mmia, nella sua materna carità si prende cura

spiccatamente mariano, che è la forza specifica dei fratelli del Figlio suo ancora pellegrinanti e posti
del Rosario. In questa preghiera, noi preghia-
mo con Maria, facendoci forti della sua media- 6
Divina Commedia, Paradiso XXXIII, 13-15.
7 Cfr. B. Gherardini, La Madonna in Lutero, Città Nuova, Ro-
ma 1967.
"RVM, n. 35. 8 S. Meo, Mediatrice, in Nuovo Dizionario di Mariologia, pp.

'RVM, n.16. 920-934.

104 105
in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano (cfr. Mt 18,19-20). E come non pensare che
condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergi- questo principio valga principalmente quando
ne è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, au-
siliatrice, soccorritrice, rnediatrice. Questo però va l'altro con cui si fa «sinfonia» è Maria? Fare
inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla di- « sinfonia » con lei nella richiesta al Padre, as-
gnità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore >> 9 • sicura la presenza e la mediazione di Gesù. Su
questo principio poggia la fiducia dei credenti
Il ricorso a Maria va dunque inteso nell'ot- nella mediazione supplice della Madre di Dio.
tica dell'unità del corpo mistico, il «Cristo to- Se la fede è di per sé capace di spostare le
tale ». Gesù prega il Padre unendo a sé la pre- montagne (cfr. Mc 11,22-24), quanto non ot-
ghiera dei membri del suo corpo, e dunque terrà dal cuore di Dio la fede di Maria, beata
ottiene anche le grazie, associando alla sua in- appunto« perché ha creduto» (Le 1,45)?
tercessione quanti sono uniti con lui. E chi più
di Maria? Chi con eguale missione? All'inter-
no della « mediazione subordinata» di tutta la Prega per noi peccatori
Chiesa, in quanto corpo di Cristo, la mediazio-
ne mariana ha il valore sommo connesso al Quando Hans Urs von Balthasar, alla fine
ruolo stesso di Maria e alla pienezza di grazia degli anni '70, scrisse il già menzionato libro
che la contraddistingue. Il Papa non dubita sul Rosario, erano tempi in cui serpeggiava
perciò di riprendere anche l'espressione « on- una tensione assolutamente infondata tra
nipotente per grazia», usata da Bartolo Longo pietà cristocentrica e pietà mariana. Il grande
nella sua Supplica alla Vergine, avvertendo teologo, proprio a partire dal Rosario, volle se-
tuttavia di intenderla bene, e cioè nel senso di gnalare il madornale equivoco in cui si rischia-
quella onnipotenza « supplice », che il Vangelo va di incorrere, e insieme riproporre il concet-
attribuisce alla preghiera formulata a certe to della « dimensione mariana » della Chiesa,
condizioni. Una di esse, è l'unità di cuore tra i come tratto costitutivo del suo mistero. n sot-
credenti. Se essi fanno « sinfonia »10 nel chie- totitolo del suo libro suonava: La salvezza del
dere « qualunque cosa » - assicura Gesù - il mondo nella preghiera mariana. Certo, il Salva-
Padre non potrà negarla, perché lui stesso è in tore è unicamente Gesù Cristo. In Oriente, lo
mezzo a quanti sono radunati nel suo nome Spirito ha voluto ricordarlo, suggerendo una
preghiera contemplativa tutta focalizzata sul
suo nome, e tuttavia in un contesto generale di
'Lwnen gentium, n. 62.
'"Traduco così, riprendendo in certo modo alla lettera il verbo teologia e spiritualità, in cui Gesù non è mai
greco, che eli solito viene tradotto con "accordarsi». isolato dalla Madre. Come non ricordare le ico-

106 107

--
ne orientali, in cui il volto del Bambino aderi- Dopo secoli in cui la riscoperta dell'uomo è
sce a quello della Madre, oppure l'immagine stata fatta all'insegna di una visione illumini-
del Figlio è inscritta in un cerchio nel petto del- stica, che ha finito per porre l'uomo in tensio-
la Madre, in una fusione che intenerisce, e so- ne con Dio fino ad annunciare la « morte di
prattutto dà il senso teologico della Theotòkos? Dio »12 , viviamo oggi una stagione nebulosa
In Occidente, questa dimensione mariana, che proprio sull'interrogativo: che cosa è l'uomo?
è inscindibile dal cristocentrismo e contrasse- Già il Concilio indugiò su questa domanda, af-
gna la Chiesa, appare in modo evidentissimo fermando che solo nel Verbo incarnato trova
proprio nel Rosario. Arrivando a Cristo attra- piena luce il mistero dell'uomo 13 • Giovanni
verso Maria, la Chiesa prende coscienza del Paolo II è tornato numerose volte su questo te-
suo mistero, si riconosce in Maria come nel ma, a partire dall'Enciclica Redemptor homi-
suo « prototipo », il punto più alto e riuscito del nis. Rispetto ai decenni scorsi, la « questione
suo essere. La Chiesa prega come comunità di antropologica» - se la si guarda soprattutto
peccatori, ma al tempo stesso canta in lei la sotto il profilo della deriva etica- sembra sci-
«tutta bella», e in lei ritrova il suo senso. Abi- volare oggi su un piano inclinato. Nell'oriz-
tare, col Rosario, l'Ave Maria, significa porsi zonte di una tendenza di scetticismo umani-
nello spazio santo della salvezza piena. stico, talvolta surrettiziamente coltivata in
nome di un ecologismo del tutto legittimo se
«Così, insieme con l'Angelo, noi possiamo saluta- non esasperato, spesso sono revocati in dub-
re Maria per ordine di Dio e, insieme con Elisabetta bio principi fondamentali di rispetto della di-
proclamarla continuamente beata perché "Dio è co~
lei" e in tal modo introdurci, pregando, nella sua ri- gnità dell'uomo nella verità totale della sua
sposta al Verbo divino, nel suo consenso, che non è esistenza. Il «pellegrino » ha smanito l' orien-
più rivolto a lei, ma a Dio, insieme con lei. I.:Ave Ma- tamento. È diventato un uomo che non solo fa
ria è addestramento e integrazione nella preghiera fatica a ritrovare la strada, ma non ricorda più
mariana-ecclesiale » 11 •
il suo stesso volto. Mai come oggi è diventato
urgente che Cristo, l'uomo esemplare, mostri
Mistero dell'uomo all'uomo anche la verità che lo riguarda. Il Ro-
sario torna con forza, all'inizio di questo terzo
Da più parti si rileva che la questione capi- millennio, anche per fare da «specchio» e re-
tale del nostro tempo è quella antropologica. stituire all'uomo il volto perduto. Nel semplice

" Il Rosario. La salvezza del mondo nella preghiera mariana, " È la nota espressione di Nietzsche.
p. 11.
13
Gaudium et spes, n. 22.

108 109
percorso dei grani di un Rosario si incontrano sta nella linea della tesi di von Balthasar: la sal-
la strada di Dio e la strada dell'uomo. Dal «mi- vezza del mondo nella preghiera mariana. Il
stero di Cristo» si attinge luce per il «mistero Rosario non salva, ovviamente, in quanto for-
dell'uomo». Guardando ai lineamenti del suo mula di preghiera, ma nella misura in cui aiuta
Redentore, l'arante finisce per riconoscere se a incontrare il Salvatore alla scuola della Ma-
stesso. Anche lì dove il volto di Cristo è sfigu- dre. Ma niente è così eloquente, a tal proposito,
rato, come nella passione. Il Papa opportuna- quanto la testim.onianza di Bm1:olo ~ongo sulla
mente lo sottolinea, in riferimento all'Ecce ho- sua vocazione d1 apostolo del Rasano:
mo del terzo mistero doloroso, mistero di
« I:anima mia, adunque, cercava violentemente
umiliazione, di abiezione. « In questa abiezio- Iddio. Dio solo poteva, come unico centro, fissar nn-
ne è rivelato non soltanto l'amore di Dio, ma il telletto fluttuante in un pelago di errori; Dio solo po-
senso stesso dell'uomo. Ecce honw: chi vuoi teva saziare le inquiete voglie di un cuore dilacerato
conoscere l'uomo, deve saperne riconoscere il da tante e focosissime passioni.
Un giomo, con·eva l'ottobre del 1872, la procella
senso, la radice, il compimento in Cristo »14 • dell'animo mi bruciava il cuore più che ogni altra
volta, e m'infondeva una tristezza cupa e poco meno
che disperata.
Se cerchi salvezza ... Uscii dal casino De Fusco, e mi posi con passo
frettoloso a camminar per la valle senza saper dove.
Abbiamo cominciato col« pellegrino n1sso ». E così andando, pervenni al luogo più selvaggio di
Vorrei concludere questo capitolo col «pelle- queste contrade, che i contadini chiamano Arpaja,
quasi abitacolo delle Arpie.
grino » di Pompei che questa esperienza di sal- Tutto era awolto in quiete profonda. Volsi gli oc-
vezza descrisse in modo mirabile proprio in chi in giro: nessun'ombra di anima viva. Allora mi ar-
rapporto al Rosario. La parola da cui scaturì restai di botto. Sentivami scoppiare il cuore. In co-
l'avventura di santità di Bartolo Longo fu: « Se tanta tenebrìa di animo una voce amica pareva mi
sussurrasse all'orecchio quelle parole, che io stesso
cerchi salvezza, propaga il Rosario>>. Nell'attua- avevo letto, e che di frequente ripetevami il santo
le contesto teologico-pastorale, una parola del amico dell'anima mia, ora defunto:
genere sarebbe stata ripresa con perplessità, o - Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promes-
almeno con « circospezione », ma il Papa non sa di Maria.
-Chi propaga il Rosario è salvo!- Questo pensiero
ha avuto alcuna remora a evocarla in Rosarium fu come un baleno che rompe il buio di una notte
Virginis Mariae 15 • È in fondo un'espressione che tempestosa. Satana, che mi teneva awinto carne sua
preda, intravide la sua sconfitta e più mi costringeva
nelle sue spire infemali. Era l'ultima lotta, disperata
14
RVM, n. 22. lotta. Con l'audacia della disperazione, sollevai la
" CfT. RVM, n. 8. faccia e le mani al Cielo, e rivolto alla Vergine celeste:

110 111
- Se è vero g1idai, - che Tu hai promesso a San Capitolo settimo
Domenico, che chi propaga il Rosario si salva; io mi
salverò, perché non uscirò da questa terra di Pompei IL ROSARIO E LA PACE
senza aver qui propagato il tuo Rosario.
Niuno rispose: silenzio di tomba mi avvolgeva
dintorno. Ma da una calma che repentinamente suc-
cesse alla tempesta nell'animo mio, inferii che forse
quel glido di ambascia sarebbe un giorno esaudito.
Una lontana eco di campana giunse ai miei orec-
chi, e mi scosse: sonava l'Angelus del mezzodì.
Mi prostrai e articolai la prece che in quell'ora un
mondo di fedeli volge a Maria. Lepanto
Quando mi levai in piedi, mi accorsi che sulle
guance era corsa una lagrima >> 16 •
Chi visita la Sala Regia del Palazzo Aposto-
lico Vaticano, ammirando il grande ciclo di af-
Nel nome e nella missione del Rosario, era
fTeschi che la arricchiscono, rimane impres-
nata la nuova Pompei, era nata una storia di
sionato dalle due grandi scene che Giorgio
santità laicale. Il pellegrino russo, il pellegrino
Vasari dedicò, negli anni immediatamente
di Pompei: ognuno di noi! Due modi diversi di
successivi, alla battaglia di Lepanto (1571). Il
un unico cammino di contemplazione, di
contesto geografico è il golfo di Corinto, dove
« trasfigurazione », di salvezza.
si fronteggiarono le armi turche e le armi cri-
stiane. Si consumava in quella battaglia una
secolare tensione tra due mondi. La posta in
gioco era la difesa del carattere « cristiano »
dell'Europa. Il pittore si fa interprete del clima
storico che allora si determinò, e che vide il
popolo cristiano raccolto in unanime supplica
per ottenere la vittoria. Gli elementi rappre-
sentativi dello scontro sono delineati in figure
e tratti simbolici che non possono non stridere
con la nostra odierna sensibilità, fortunata-
mente divenuta più aliena dalle prospettive
belliche, per quanto di guerre, più o meno
16
B. Longo, Storia del Santuario di Pompei dalle origini al1879, aperte, sia ancora pieno il mondo. Vediamo
Pontificio Santuario eli Pompei, Pompei 1981, pp. 59-60. così, nella scena della preparazione della bat-

112 113
taglia, angeli che dall'alto disegnano, come gli invocavano Maria, e con la formula del santo Rosa-
angeli dell'Apocalisse, l'imminente destino di rio ripetutamente salutavano Maria, affinché assi-
sconfitta dei turchi. Ancor più drammatica stesse i combattenti fino alla vittoria. E la Madonna,
mossa da quelle preghiere, li assistette: infatti, aven-
l'altra scena, quella della battaglia in atto in do la flotta dei cristiani attaccato battaglia presso
cui si vede, nel mezzo delle armi cristiane,' un Lepanto, senza gravi perdite dei suoi, sbaragliò e uc-
angelo con la spada, e, ancor più impressio- cise i nemici, e riportò una splendida vittoria. Per
nante, Gesù che scaglia un fulmine, e con lui questo motivo il santo pontefice, a eternare il ricor-
angeli armati di dardi, fulmini e frecce, e poi do della grazia ottenuta, decretò che il giorno anni-
versario di quella grande battaglia fosse considerato
ancora i santi Pietro e Paolo, con san Marco festivo in onore della Vergine delle vittorie, festa che
patrono di Venezia, e san Giacomo protettor~ poi Gregmio XIII consacrò col titolo del Rosario >> 1 •
della Spagna (di veneziani e spagnoli era per lo
più composta l'armata cristiana).
La coscienza ecclesiale, attraverso san Pio Una preghiera militante
V, Papa domenicano, attribuì la vittoria di Le-
panto proprio all'efficacia del Rosario. Ancora Nessun Papa del nostro tempo - suppongo
nel secolo XIX, in occasione della sua prima - riscriverebbe questa pagina alla stessa ma-
Enciclica sul Rosario, Leone XIII avrebbe così niera. Giovanni Paolo II, indomito profeta di
rievocato l'evento: pace, nella sua Lettera Apostolica sul Rosario,
a Lepanto fa appena un cenno velatd. È com-
.« :L~ffic~cia e la potei:za della stessa preghiera fu prensibile, forse, un senso di disagio. Ma la fe-
pm mirabilmente spenmentata anche nel secolo sta del Rosario - il 7 ottobre - è originaria-
XVI, allorché le imponenti forze dei turchi minac- mente legata a questo ricordo, che dev'essere
ciavano di iT?J?orre a quasi tutta l'Europa il giogo ovviamente contestualizzato e storicizzato.
della superstiziOne e della barbarie. In quella circo-
stanza il sommo pontefice san Pio V, dopo aver spro- Rimane un fatto da cui la coscienza cristiana
nato i sovrani cristiani alla difesa di una causa che deve sentirsi interpellata per comprendere in
era la causa di tutti, rivolse ogni suo zelo a ottenere modo nuovo le sue relazioni con le altre cultu-
che la potentissima Madre di Dio, invocata con le re e religioni, individuando vie sempre più ca-
pr:g?iere del ~osario, venisse in aiuto del popolo
cnstlano. J? la nsposta fu il meraviglioso spettacolo, ratterizzate dall'esclusione delle armi, dal dia-
offerto al cielo e alla terra; spettacolo che incatenò le
menti e i cuori di tutti! Da una parte, infatti, i fedeli
pronti a dare la vita e a versare il sangue per l'inco- 'Enciclica Supremi Apostolatus (l o settembre 1883), EE 350.
2
lumità della religione e della patria, aspettavano im- "In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu al-
la forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e
pavidi, presso il golfo di Corinto, il nemico; dall'al- la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvez-
tra, uomini inermi in pia e supplichevole schiera, za,; RVM, n. 39.

114 115
logo, dalla resistenza non violenta, per perse- co e l'onda montante del socialismo facevano
guire legittimi obiettivi di difesa degli inermi e presagire mome~ti du~i per. la cristianità. Le
di pace tra le nazioni. Una grande sfida del ter- ombre «giacobine» SI prOiettavano ancora
zo millennio. paurose su una Chiesa che sembrava arro.ccar-
Ma il fatto che il Rosario porti questo segno si sulla difensiva, come aveva fatto col SLllabo
di preghiera «militante» ha comunque un'a- di Pio IX. La storiografia riconosce a Leone
nima di verità che, reinterpretata in funzione XIII il merito di aver sbloccato l'atteggiamen-
della pace, resta di grande attualità. to ecclesiale, facendolo passare dalla « prote-
In effetti, Leone XIII ne richiamava il carat- sta » alla « proposta ». Ma promuovendo il Ro-
tere militante proprio per rilanciare questa sario, il Pontefice mostrava di voler contare
preghiera non più a sostegno di imprese belli- soprattutto sulla preghiera. ,
che, ma in funzione della grande battaglia di Ci si può chiedere: ma perche questa fun-
civiltà che il cristianesimo deve combattere zione militante attribuita proprio al Rosario,
' alla più tenera delle preghiere, non fatta d'al-
nella società contemporanea, in ordine alla te-
stimonianza dei valori cristiani e umani fon- tro che di Pater e Ave, senza una sola parola
damentali, insidiati da una cultura ormai lon- che possa evocare la guerra, e che piuttosto,
tana dalle radici cristiane. Il Papa lo faceva nella preghiera insegnata da Gesù, non fa che
ricordando che il Rosario aveva sostenuto la ricordare di dover «rimettere i debiti ai fratel-
battaglia di san Domenico contro la pericolo- li » se vogliamo ricevere noi stessi il perdono
sa e destabilizzante eresia albigese: del Padre?
Credo che la logica « militante » poggiasse
« Da quando tale forma di preghiera, insegnata sul carattere di supplica, così marcato nel Ro-
da san Domenico, fu abbracciata e debitamente pra- sario: ci si rivolge insistentemente alla Madre
ticata dal popolo cristiano, da una parte incomincia-
rono a rinvigorire la pietà, la fede e la concordia, e di Dio per essere appoggiati dalla sua potente
dall'altra, f-urono dappertutto infrante le manovre e intercessione. Quante lacrime e quanta fede
le insidie degli eretici >> 3 • sono passate, nei secoli, per queste parole infi-
nitamente ripetute: Prega per noi peccatori ...
Il ricordo dell'antica lotta contro l'eresia in- prega per noi peccatori ... prega per noi peccato-
duce il Papa a collegare il Rosario all'impegno ri... Come non pensare che la Madre interven-
per fronteggiare le sfide del suo secolo. Erano ga, di fronte a una supplica tanto accora~a, e
i tempi in cui illaicismo anticlericale più bie- insistente? Il popolo cristiano se ne è dimo-
strato convinto, e direi confermato dall'espe-
' Supremi Apostolatus, EE 349. rienza. I Papi ne hanno tratto motivo per con-

116 117
segnare alla sua forza supplice le prove della con il Santo Rosario, e nella Lettera Apostoli-
comunità cristiana e le cause più difficili del- ca sul Rosario scrive:
l'umanità.
<<Le difficoltà che l'orizzonte mondiale presenta
in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a
pensare che solo un intervento dall'Alto, capace di
Una milizia per la pace orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflit-
tuali e eli quanti reggono le sorti delle Nazioni, può
Nella storia recente del Rosario il suo carat- far sperare in un futuro meno oscuro >> 5 •
tere « militante» si è evoluto restando sempre
più caratterizzato nel senso della milizia spiri- Si sente, in queste parole, la drammaticità
tuale. Illuminante questa riflessione di Pio XII: di una situazione mondiale che ha aperto il
millennio con le immagini shockanti dell'at-
<<Grande è la speranza che Noi riponiamo nel tentato dell'll settembre 2001 e ci ha profon-
santo Rosario, per risanare i mali che affliggono i damente turbati per la guerra « preventiva »
nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non
con l'umana potenza, ma con l'aiuto divino ottenuto
contro l'Iraq, con tutto il carico bellico e la pre-
per mezzo di questa preghiera, forte come Davide tesa politica di una superpotenza armata se-
con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavi- condo le più sofisticate tecnologie. Il ricorso
da il nemico infernale ... »4 • del Papa al Rosario ha ormai il carattere di una
profezia, una profezia di pace. Oggi sarebbe
La prospettiva del combattimento si è venu- del tutto fuori luogo affrontare con le armi lo
ta così purificando, e, in certo senso, rove- scontro di civiltà che si decise a Lepanto. Oc-
sciando, fino a fare del Rosario, con gli ultimi corre riscoprire la profezia delle beatitudini.
Papi, una preghiera privilegiata per la causa Lepanto è ormai un lontano ricordo.
della pace. Paolo VI, nell'Esortazione Aposto- Ma il discorso di Giovanni Paolo II non si
lica Recurrens nzensis october del 7 ottobre ferma qui. Proprio a proposito del rapporto tra
1969, immaginava che la recita del Rosario in- pace e Rosario, va ben oltre la sua funzione di
ducesse la Madre a dire al Figlio, come alle supplica, per sviscerare la sua interna dinami-
nozze di Cana: «Non hanno più pace ». In que- ca, e mostrare cmne, in quanto «tipo » di pre-
sta linea si pone Giovanni Paolo II, quando ri- ghiera, esso abbia una relazione speciale con la
petutamente ha chiesto di pregare per la pace costn1zione della pace. Occon-e soffermarsi sul

·• Parole conclusive dell'Enciclica lngruentiwn malorum (15


settembre 1951). 'RVM, n. 40.

118 119
n. 40 della Rosarium Virginis Mariae che offre di riconciliazione, all'insegna della « sua» pace,
su tale tema una ricchezza inedita di pensieri. quella che egli solo, e non il mondo può dare
La tesi del Papa: il Rosario è « preghiera (cfr. Gv 14,27; 20,21). Contemplare Cristo nel
orientata per sua natura alla pace». Afferma- Rosario, tornare e ritornare sempre di nuovo
zione subito motivata da una triplice conside- sul suo mistero, significa attingere e assimilare
razione che concerne il Rosario in quanto tutto questo, come dono dall'alto, e insieme co-
«progetto », in quanto « metodo », in quanto me progetto da realizzare: « Beati gli operatori
«provocazione >>. di pace, perché saranno chiamati figli di Dio »
(Mt 5,9). In un precedente passaggio della sua
Lettera Apostolica il Papa aveva detto: «Non si
Progetto di pace può quindi recitare il Rosario senza sentirsi
coinvolti in un preciso impegno di servizio alla
Fare del Rosmio un «progetto» di pace sa- pace, con una particolare attenzione alla terra
rebbe stato difficilmente comprensibile nella di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al
logica minimale a cui spesso il Rosario è stato cuore cristiano » 6 •
ridotto da una recita poco meditativa. Ma or-
mai è chiaro: il Rosario è innanzi tutto incon-
trarsi col mistero di Cristo, inoltrarsi nelle sue Metodo di pace
pieghe profonde, contemplarne i tratti del vol-
to. Chi dice il Rosario, se lo dice bene, fa un'im- Un altro aspetto della riflessione di Giovan-
mersione piena nel Vangelo. E come si può, a ni Paolo II concerne il metodo del Rosario. Il
questo punto, non ricordare che il mistero di Papa fa leva su una constatazione antropolo-
Cristo è di per sé, e interamente, un mistero di gica che tutti possiamo fare: la pace, prima di
«pace »? Egli, ricorda il Papa, è il Principe del- essere una questione che sta fuori di noi, nelle
la pace, è anzi la « nostra pace » (Ef 2, 14). Porta nostre relazioni personali, sociali, politiche, è
in se stesso la pace, perché tale è la sua natura un problema del nostro cuore. Nella genesi dei
di Verbo eten1o nell'oceano di pace dell'amore conflitti possono esserci le cause più diverse,
trinitario, tale è il suo mistero di Verbo incar- in genere soprattutto interessi economici, ma,
nato che getta un ponte verso la nostra umanità ahimè, non sono mancati i conflitti di matrice
e tra le nostre realtà umane segnate dalla divi- religiosa; tanti sono di matrice etnica, e sem-
sione del peccato, tale è il suo mistero di Re-
dentore che, sulla croce, ci ottiene la riconcilia-
zione e da Risorto manda i suoi come ministri 6
RVM, n. 6.

120 121
p re c'entrano le questioni di potere. Ma in de- do il Rosario. In realtà, facendo contemplare
finitiva, è nell'intimo delle persone che le con- Cristo, il Rosario non chiude il credente in un
siderazioni di più diverso tipo acquistano un rapporto intimistico con lui, ma lo apre a rico-
carattere che può essere pacifico o bellicoso, noscere Cristo sul volto dei fratelli. Amore di
dialogante o aggressivo. Un animo che sta in Dio e amore del prossimo sono inscindibili.
pace con se stesso, facilmente tenderà alla sin- Nel Rosmio la prospettiva di carità emerge so-
tesi pacifica. Un animo che sta in guerra con prattutto nelle intenzioni, che vanno formula-
se stesso, scatenerà facilmente la guerra fuori te con un cuore dilatato alle dimensioni del
di sé. Di qui l'intuizione del Papa. Il Rosario è mondo. Il cristiano è un uomo «universale».
preghiera che esercita sull'm'ante, con il suo Il Rosario lo spinge a esserlo ancora di più.
metodo iterativo, un'azione pacificante. È un Basterebbe l'insistenza sul Padre nostro, che
contributo alla pace anche solo sul piano psi- fa costantemente ripercorrere la via della fra-
cologico. Si badi, però: non è all'aspetto psico- ternità. Quel «nostro» con cui proclamiamo
logico che il Papa punta. La pace viene sempre la comune paternità divina, è anche il « no-
dall'alto, è dono di Dio. Ma poiché la grazia stro » della comune condizione di fratelli. Le
«suppone» la natura, l'atteggiamento dispo- grandi richieste che il Pater ci mette sulla boc-
sto del cuore facilita anche l'incontro con il ca anche sul versante della nostra vita storica
dono di Dio. Il Rosario, esercitando sull'aran- - quella del « pane quotidiano » e quella « del
te un'azione pacificante, lo dispone «a riceve- perdono» - sono richieste al plurale. Ci ri-
re e sperimentare nella profondità del suo es- guardano come «noi ». Quel « mio » - che tan-
sere e a diffondere intorno a sé quella pace te volte ci mette in guerra con gli altri-, è ra-
vera che è dono speciale del Risorto »7 • dicalmente lontano da questa preghiera. E
non è la stessa logica che vibra anche nella
supplica alla Madre di Dio? Prega per «noi
Provocazione di pace peccatori ». Il Rosario è una grande educazio-
ne al senso del « noi ».
Sì, «provocazione », nel senso di spinta, im- Se questo vale per le preghiere vocali, il Pa-
pulso, orientamento, «vocazione a pro» della ter e l'Ave, analoga spinta unitiva, pacificante,
pace. È il grande versante dei frutti di carità, è solidale, attraversa la contemplazione del vol-
l'orizzonte di carità che si dischiude sgranan-. to di Cristo nei suoi misteri. Il figlio di Maria
ha i lineamenti di fondo di ognuno di noi, e
pertanto di ogni fratello che ci passa accanto.
'RVM, n. 40. Come ricorda il Concilio, «con l'Incarnazione

122 123
il Figlio di Dio si è unito; in certo. modo,.a ogni tutto questo hanno praticato in forza del loro
uomo » 8 • E dunque dev essere nntracCiato in istinto di fede. Ancora una volta, su questo te-
ogni uomo, secondo la logica del cap. ~5 del ma, ci sovviene il Beato Bartolo Longo. Era il
Vangelo di Matteo: «Ero affamato e mz avete 1901, quando egli terminava la realizzazione
dato da mangiare ... ». Il Rosario è fatto per dell'imponente Santuario da lui dedicato alla
produrre questo, come il Papa giustamente Vergine del Santo Rosario. Pochi visitatori e
conclude: pellegrini sanno che la monumentale facciata
che lo corona non è, per così dire, una « nor-
"Se ben recitato come vera preghiera meditativa, male » facciata. Il Beato la volle come un cor-
il Rosario, favorendo l'incontro con Cristo nei suoi po aggiunto, ideandolo come «monumento al-
misteri non può non additare anche il volto di Cri- la Pace universale ». Sulla sua sommità, sotto
sto nei 'fratelli, specie in quelli più sofferenti. Come
si potrebbe fissare, nei misteri gaudiosi, i~ mis~ero la statua della Vergine col Bambino, risalta la
del Bimbo nato a Betlemme senza provare 1l deside- scritta« PAX». Con sottile intuito pedagogico,
rio di accogliere, difendere e promuovere la vita, fa- il Beato la volle costruire e inaugurare con
cendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte una sorta di «plebiscito » alla pace, che rac-
le parti del m01~do? Come ~i p_otre?bero seguire i
passi del Cristo nv~lator~, nei m1sten de~la l~c~, sen-
colse tantissime firme da diversi continenti.
za proporsi di test1momare le sue beatit.udn~I nella Bartolo Longo sentiva, insomma, che il
vita di ogni giorno? E come contemplare 1l Cnsto ca- Santuario del Rosario doveva essere anche il
rico della croce e crocifisso, senza sentire il bisogno Santuario della pace, e la nuova Città maria-
di farsi suoi "cirenei" in ogni fratello affranto dal do- na, in cui si sta gomito a gomito non solo con
lore 0 schiacciato dalla disperazione? Come si po-
trebbe, infine, fissare gli occhi sulla gloria di Cristo i milioni di pellegrini, ma anche con i milioni
risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare di visitatori dell'antica Città, certo non tutti
il desiderio di rendere questo mondo più bello, più credenti, esponenti delle più diverse culture,
.
giusto, più vicino a l d 1segno d'D' 9
1 10.? » . doveva essere anche il luogo dell'incontro, del
dialogo, della tolleranza. Insomma un labora-
torio di pace.
Un « nwnumento » alla Pace Proprio nella direzione indicata da Giovan-
ni Paolo II andò il discorso toccante, vero di-
Quanto sia profonda e vera la prospettiva scorso programmatico, che egli tenne per l'i-
del Papa lo testimonia il vissuto dei Santi, che naugurazione.
Parlò, il Beato, di tre «concetti» che aveva-
no presieduto all'edificazione del Monumen-
s Gaudium et spes, n. 22.
'RVM, n. 40.
to: il concetto « religioso », quello « estetico »

125
124
e, infine, quello «sociale». Detto in altri ter- Capitolo ottavo
mini: la via della fede, la via della bellezza, la PREGHIERA DELLA FAMIGLIA
via della solidarietà. Ma non sono forse i tre
motivi offerti da Giovanni Paolo II per fare del
Rosario la preghiera privilegiata della pace?
Quando a Pompei si svolge la Via pacis,
fiaccolata di preghiera e di riflessione, che so-
sta sotto il monumento quasi a farne un « os-
servatorio» sull'uno o l'altro dei problemi del-
la pace, per portarli poi ai piedi della Vergine Una crisi epocale
Santa, si incontrano la figura di un autentico
«profeta » del Rosario e quella di un Papa che, Per misurare la crisi della famiglia, non c'è
all'inizio del terzo Millennio, attraverso il Ro- bisogno di andare alle statistiche. Ormai il fat-
sario, ha dato un'indicazione preziosissima to è evidente. È in crisi la tenuta della coppia.
per la pace del mondo. Separazioni e divorzi sono all'ordine del gior-
no, con effetti devastanti sulla crescita serena
dei bambini. Ancor più radicalmente, è in cri-
si l'idea stessa di matrimonio.
Su questa pagina dolente il Magistero della
Chiesa è tornato innumerevoli volte. Voce ac-
corata, profetica, quanto inascoltata. Ma sulla
verità riguardante il matrimonio e la famialia
b '
la Chiesa ha un mandato preciso. Ne va del
Vangelo. Ne va delle sorti dell'umanità. Tacere
sarebbe un'omissione imperdonabile. Nell'E-
sortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia
in Europa del29 giugno 2003 Giovanni Paolo
II è tornato sull'argomento 1 •
Ma l'annuncio sembra ormai incapace di in-
tercettare una crisi che, agli occhi umani, po-

' Ecclesia in Europa, n. 90.

126 127
trebbe sembrare ineversibile. Una causa «di- ca, principio e fondamento dell'umano consorzio,
non sarà diligentemente ricondotta alle non11e del-
sperata». Eppure, a questa causa« disperata», l'evangelo. A svolgere un compito così arduo, Noi af-
il Papa ha rivolto uno sguardo di speranza, a fermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia
partire dal Rosario. Sorpresa della profezia! è mezzo quanto mai efficace. Quale spettacolo soave
Ma non era anche il Rosario in declino? Come e a Dio sommamente gradito, quando, sul far della
si può rin:1ediare a una crisi- quella del matri- sera, la casa Clistiana risuona al frequente ripetersi
delle lodi in onore dell'augusta Regina del Cielo! Al-
monio- con una preghiera« in crisi», il Rosa- lora il Rosario recitato in comune aduna davanti al-
rio? Come reintrodurlo, nelle famiglie, se le fa- l'immagine della Vergine, con una mirabile unione
miglie non ci sono più, e se lo stesso Rosario di cuori, i genitori e i figli, che ritornano dal lavoro
non si dice più? Ma procediamo con ordine. del giorno; li congiunge piamente con gli assenti, coi
trapassati; tutti infine li stlinge, più strettamente,
con un dolcissimo vincolo di amore, alla Vergine
santissima, che, come madre amorosissima, verrà in
I tempi del focolare mezzo allo stuolo dei suoi figli, facendo discendere
su di essi con abbondanza i doni della concordia e
In realtà, con questa proposta, Giovanni della pace familiare. Allora la casa della famiglia cri-
Paolo II si pone nel solco del Magistero che lo stiana, fatta simile a quella di Nazaret, diventerà una
precede. La crisi della famiglia viene da lonta- terrestre dimora di santità e quasi un tempio, dove il
Rosario mariano non solo sarà la preghiera partico-
no. E già altri suoi predecessori- voci nel de- lare che ogni giorno sale al cielo in odore di soavità,
serto!-, avevano intravisto la crisi montante e ma costituirà altresì una scuola efficacissima di vir-
avevano additato lo stesso rimedio. Negli anni tuosa vita clistiana » 2 •
cinquanta del secolo scorso, mentre il mondo
riprendeva il suo cammino di una pace pur Pagina di sapore lirico. Oggi sembra un so-
provata e contraddittoria, dopo gli sconvolgi- gno. Giovanni Paolo II non esita a ripropone
menti prodotti dalle opposte dittature e dalla questo sogno:
seconda guerra mondiale, Pio XII guardava ai
«Il Rosario è anche, da sempre, preghiera della fa-
valori che avrebbero potuto assicurare un fon- miglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera
damento sicuro alla società. La famiglia, al era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e
posto d'onore. Dentro la vita di famiglia, la certamente ne favoriva la comunione. Occon-e non
preghiera, e in particolare il Rosario. Ecco un disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare
a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, uti-
brano della sua Enciclica Ingruentium nzalo- lizzando ancora questa forma di preghiera » 3 •
rum, del15 settembre 1951:
<<Invano, infatti, si cerca di portare rimedio alle 'EE, 6/880.
3
sorti vacillanti della vita civile, se la società domesti- RVM, n. 41.

128 129

--
La forza delle motivazioni Perché, si chiede il Papa, la famiglia, la coppia,
anche tra i cristiani, non riescono più a tenersi
Se il Papa fa questa proposta, non lo fa cer- unite? Che cosa interviene a rendere così labi-
tamente in modo ingenuo. I punti della Lettera le la fedeltà tra persone di un'unica fede?
che dedica a questo argmnento sono tra i più I problemi possono essere tanti, e non van-
«motivati». Il presupposto è che la clisi, per no semplificati. Ma almeno rispetto a uno di
quanto drammatica, non sia ineversibile. Un essi, il Rosario può dare un contributo di solu-
cristiano non potrebbe mai arrendersi alla zione: il problema della comunicazione.
morte della speranza. Forse che, quando l'an-
<<Molti problemi delle famiglie contemporanee,
nuncio della verità cristiana sulla famiglia è specie nelle società economicamente evolute, dipen-
stato fatto, duemila anni or sono, la cultura do- dono dal fatto che diventa sempre più difficile co-
minante era più pronta di oggi? Se la descrizio- municare. Non si riesce a stare insieme, e magari i
ne dello scenario morale del paganesimo, che rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dal-
Paolo fa nel primo capitolo della Lettera ai Ro- le immagini di un televisore » 4 •
mani, presenta tinte molto scure anche per evi-
È una «fotografia» di tante famiglie con-
denziare la salvezza cristiana, è indubitabile
temporanee. Talvolta è difficile distinguere la
che la tenuta morale del mondo in cui il Vange- causa dall'effetto. È il televisore che impedisce
lo venne annunziato, su tanti aspetti, era tutt'al- la comunicazione, o la mancanza di comunica-
tro che esaltante. Oggi, come allora, non c'è zione che trova il suo naturale alibi in un tele-
nulla di tanto catastrofico che non possa essere visore? Può essere l'uno e l'altro. Ma il proble-
sanato dalla forza della Pasqua. Cristo è morto ma esiste. E allora, tra i tanti rimedi da cercare,
ed è risorto anche per sottrarre l'odierna fami- perché non tentare anche il Rosario?
glia alla sua n1orte e farla risorgere.
Ma il discorso in cui il Papa si inoltra nella
Rosarium Virginis Mariae sembra fare appello, Uno sguardo altenwtivo
oltre che alla forza della fede, anche a motiva-
zioni desunte dall'esperienza. La proposta del Il Papa ha un concetto di comunicazione che
Rosario entra in questo tentativo di persuasio- presenta una suggestiva caratteristica nella ca-
ne. Il Papa considera le famiglie « credenti» - pacità di « guardarsi sempre nuovamente negli
perché è chiaro che a quelle non credenti non occhi »5 • C'è, dentro questa espressione, tutta la
si può propone il Rosario!-, in cui il desiderio
di perseverare in un giusto rapporto reciproco 4
RVM, n. 41.
non è ancora fallito 1na soltanto affaticato. 5
RVM, n. 41.
'
130 131
verità e la trasparenza della persona. Chi fa l'e- foschie di un sentime?to sma:rito; e piano
sperienza dell'amore, lo sa. Quando l'altro ti piano divent.a capa~e di p~rtarsi sull alt.r? con
tradisce, è dagli occhi che traspare. Tra inna- una riconqmstata smcenta. Quando pm Il Ro-
morati ci si guarda negli occhi. E quando il filo sario diventa esperienza comune, esperienza
del cuore si è spezzato, o si è incrinato, gli occhi di coppia e di famiglia, allora ci si può atten-
non sanno più sostare nell'amato, sono occhi dere quello che il Papa assicura:
imbarazzati, sfuggenti, e chi ha il diritto e l'at- <<I singoli membri di essa [della famiglia], pro-
tesa di sentirsi amato, awerte una« fuga» degli prio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anch~
occhi del partner che dà una sensazione di di- la capacità di guardarsi sempre nuovamente negh
sagio e fa temere il peggio. occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdo-
Non c'è da meravigliarsi. Vale non soltanto narsi scambievolmente, per ripartire con un patto di
amore rinnovato dallo Spirito di Dio >> 6 •
nella dinamica dell'amore. Ogni volta che il
cuore è puro, in tutti i sensi, lo si vede dagli oc- E così il Rosario diventa una sorta di « tele-
chi. Gli occhi puri -parola di Gesù- vedranno visore» spirituale. Manda in onda le immagini
Dio (Mt 5,8). Ma è anche vero che la purifica- della vita di Cristo, immagini di salvezza, che
zione del cuore si compie lasciàndosi guarda- riproducono in ogni famiglia qualcosa della fa-
re da Gesù, lasciandosi awolgere dalla sua mi- miglia di Nazaret: tutto ruota intorno a Gesù.
sericordia. Quello sguardo divino può essere
anche cocente, ma purifica come il fuoco. Do-
po il suo rinnegamento, Pietro ebbe il dono di [;opzione della << sosta »
questo «sguardo» di Gesù (cfr. Le 22,61), e fu
tale da farlo scoppiare in un pianto liberatore, Intendiamoci: nessun automatismo. Le fati-
che lo restituiva a vita nuova. Questa logica che del cuore esigono percorsi di « terapia >> che
dello sguardo puro vale anche nei rapporti tra sono complessi com'è complesso l'essere uma-
le persone. Più si fissa Gesù, più lo sguardo di- no. Può esserci la necessità di uno psicologo. Al-
venta trasparente, più il «guardarsi» diventa meno di un padre spirituale. Ma per tanti casi
un evento di incontro e di comunione. che non sono« incancreniti», e non sono segna-
È a questo punto che si inserisce la pedago- ti da patologie personali o di coppia, gli stiu-
gia del Rosario. Se esso è stato compreso be- menti risolutivi sono a portata di mano. Frère
ne, come un incontro con lo sguardo di Gesù, Ephraim, fondatore della Comunità delle Beati-
esso è capace di compiere questo« miracolo».
A mano a mano che i misteri di Gesù passano
davanti ai nostri occhi, l'animo si libera dalle 6
!bici.

132 133
tudini, ha delineato un percorso di «esercizi » a riconosce in profondità, e ci si accoglie con ve-
partire proprio dai misteri del Rosari d. Natural- rità. Sosta della comunione e della comunica-
mente il discorso comincia dalla coppia. Con i zione, che può assumere molte espressioni.
figli oggi è più difficile, dal momento che la di- Dentro questo orizzonte, il Papa inserisce la
stanza generazionale diventa sempre più marca- « sosta orante », la preghiera in famiglia, e pro-
ta. « I più diversi messaggi e le espe1ienze più pone la preghiera del Rosario, come forma di
imprevedibili si fanno presto spazio nella vita preghiera particolarmente adatta.
dei ragazzi e degli adolescenti, e per i genitori di-
venta talvolta angoscioso far fronte ai rischi che
essi corrono. Si trovano non di rado a sperimen- La sfida dei giovani
tare delusioni cocenti, constatando i fallimenti
dei propri figli di fronte alla seduzione della dro- Ma come parlan"le ai giovani? Non è forse ve-
ga, alle attrattive di un edonismo sfrenato, alle ro che la crisi del Rosario ha mostrato quanto
tentazioni della violenza, alle più varie espres- sia radicata, nell'opinione pubblica anche eccle-
sioni del non senso e della disperazione » 8 • siale, la sensazione che questa preghiera sia una
Che cosa fare? È uno degli interrogativi che preghiera delle « nonne », buona per vecchiette
i genitori si confidano, con atteggiamento che abbiano tempo da perdere e il gusto di una
sempre più rassegnato: sembra che nulla pos- filastrocca riposante? Purtroppo, immagini del
sa arrestare questa situazione di sfacelo. genere sono frequenti, e talvolta anche motivate
Eppure, il «vecchio » Papa, che i giovani da modi di pregare il Rosario che mancano di
amano, si dimostra uomo di speranza, quando vitalità, coralità e profonda comprensione di
invita i genitori a non demordere, a non perde- questa preghiera. Sempre più rara come pre-
re la fiducia. Sembra dire: ce la potete fare! Ma ghiera della famiglia, lasciata soltanto alle per-
a una condizione: optare per una pedagogia sone anziane, e magari abbandonata anche nel-
che, fin dai più teneri anni, metta nel conto del- le parrocchie alla recita di qualche sparuto
la vita familiare la « sosta ». Sì, la sosta. Ossia la gn1ppo di fedeli prima della celebrazione della
capacità di non lasciarsi travolgere dal « fare ». Messa, era inevitabile che questa sensazione si
I..:organizzazione di una vita di famiglia che si diffondesse. Il Papa dà una spinta in senso con-
ritrovi in momenti di pura gratuità, in cui ci si trario. Lo fa con l'autorevolezza morale di un
«leader» che ha saputo rilanciare anche l'inte-
resse per la pastorale giovanile, facendo delle
7 Il libro si intitola: Guarire i mali dell'anima con i Misteri del
Giornate Mondiali della Gioventù eventi che
Rosario, Piemme, Casale Monferrato 1999.
'RVM, n. 42.
hanno stupito anche gli opinionisti più scaltriti.

134 135
-
E con questa autorevolezza indica una strada e sario è in qualche modo un simbolo esistenzia-
quasi offre una garanzia. La strada: occmre che le, oltre che una preghiera. La vita deve diven-
la pastorale giovanile, armandosi di un'audacia, tare« Rosario». Il simbolismo può aiutare a re-
di un entusiasmo e di una creatività degni del cuperare significati vitali, evitando l'imbarazzo
suo compito, non si dia per vinta. Occon·e saper e la stranezza delle cose incomprensibili. Ab-
presentare il Rosario. Lasciandolo intatto nel biamo avuto, a un certo punto, paura di pro-
suo significato e nella sua struttura fondamen- pone ai ragazzi di tenere in mano il Rosario, e
tale, bisogna assicurare a esso quella vivacità li abbiamo visti poi ornati e ... « annati >> di tan-
che consenta anche ai giovani di capirlo e di gu- ti an1esi stravaganti. Ma perché non ritentare
starlo. La garanzia: « Se il Rosario viene ben con la corona di sempre? Vengano pure tutti gli
presentato, sono sicuro che i giovani stessi sa- adattamenti formali, si sbrigli tutta la creati-
ranno capaci di sorprendere ancora una volta vità. Sono rimasto sorpreso, una volta, quando
gli adulti, nel far propria questa preghiera, nel mi è stata mostrata una pallina concepita per
recitarla con l'entusiasmo tipico della loro età». essere stretta in pugno ... allo scopo di combat-
tere l'ansia! Si può aver bisogno anche di que-
sto ... E allora, perché non la corona, che, con-
Un simbolismo da « ri-giocare >> tro l'ansia, darebbe non solo un oggetto da
maneggiare, ma tutto un mondo di vita e di va-
Dentro questa logica di riscoperta, si pone lori da rivivere? Soprattutto va riscoperta, ac-
anche la valorizzazione delle espressioni sim- canto all'evocazione della dimensione verticale,
boliche, che meglio possano aiutare l'assimila- quella orizzontale della solidarietà: la corona
zione dei valori. Si pensi alla corona stessa. Da come simbolo di amore, di fraternità, di una vi-
puro stnunento di conteggio, già la tradizione ta in cui ci si tende la mano, per fare cordata.
del Rosario ne ha colto alcune valenze simboli- Una corona può diventare progetto di vita, per
che stimolanti. « Catena>>, sì, ma «catena dol- le famiglie, come per i giovani.
ce>> che ci rannoda a Dio. E perché non anche
«catena dolce» che ci aiuta a fraten1izzare, che
ci mette insieme, ci fa famiglia? In un Conve- Eultima carta da giocare
gno del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich
ha riletto tutta la spiritualità focolarina seguen- E dopo tutto, quando tutto è stato tentato
do l'avvicendarsi dei misteri del Rosarid. Il Ro- invano, quando il «fallimento» della famiglia
è ormai avvenuto, quando la crisi è irreversi-
9
Maria nel Movimento dei focolari e la preghiera del Rosario, in bile, e se ne trovano sparsi i cocci, con i coniu-
Gen's. Rivista di vita ecclesiale, pp. 74-81. gi ormai distanti, e i bambini sbattuti tra l'uno

136 137
e l'altro, o con le scenate in famiglia che non Capitolo 110110

finiscono mai, o l'incomunicabilità con un fi~ ROSARIO


glio divenuta permanente, e cose simili, pur~ E ANNUNCIO DEL VANGELO
troppo all'ordine del giorno di tante famiglie
che cosa rimane, se non aggrapparsi alla pre~
ghiera?
Allora, tra le preghiere, quella che può dare
ancora tanta forza e tanto conforto, dopo l'Eu~
caristia e il Sacramento della riconciliazione
quella che può accompagnare nelle ore più tri~ Evangelizzare il terzo millennio
sti e può ancora lanciare un ponte spirituale
verso la persona amata, quella che può dare al Riflettendo sulla situazione della fede in
tutto la dolcezza del tocco materno della Madre Europa, il Continente che più degli ~Itri, stori-
celeste, è ancora il Rosario. Con esso, sgranan~ camente, ha accolto il Vangelo: lasCian,dosene,
do le Ave Maria, puoi mandare il tuo messaggio pur tra luci e ombre, carattenzzare, ~ E.sorta-
di amore, puoi fare la tua invocazione, puoi ab~ zione Apostolica post-sinodale E_cclesta m E_u-
bandonare alla misericordia i tuoi peccati, puoi ropa propone questa considerazwn~, che. d1ce
supplicare senza posa perché qualche miracolo tutta l'urgenza di una nuova evangehzzazwne:
di conversione, di riconciliazione, di nuova
unità, o almeno di tranquillità, avvenga. E per~ ,('Il Figlio dell'uomo, quando veiTà, troverà la fe-
ché non contarci, con vera fede? Il Rosario tiri~ de sulla teiTa?" (Le 18,8). La troverà su queste terr~
della nostra Europa di antica tradizione clistiana? E
porta alla condizione delle nozze di Cana, dove un interrogativo aperto che indica con ~ucid~~à la
non c'era più vino, come in una famiglia può profondità e drammaticità di u?a delle sfide pm se-
non esserci più unità, ma dove c'è una Madre rie che le nostre Chiese sono chiamate ad affrontare.
che sa accorgersene, e sa dire al Figlio, con il se- Si può dire - carne è stato sottolineato nel Sinodo -
che tale sfida consiste spesso non tanto nel battezza-
greto della sua autorevolezza materna: «Non re i nuovi convertiti, ma nel condurre i battezzati a
hanno più vino». Continuare a supplicare, con convertirsi a Cristo e al suo Vangelo: nelle nostre co-
fiducia, significa riempire gli otri di acqua: e munità occorre preoccuparsi seriamente di portare
perché l'acqua non potrebbe diventare vino? il Vangelo della speranza. a quanti s<?no l~nt~ni d~lla
:Luomo di Cana, il «figlio dell'uomo» che è Fi- fede o si sono allontanati dalla pratica cnstlana » .
glio di Dio e di Maria, non ha perso nulla, dopo
duemila anni, della sua onnipotenza!
'Ecclesia i11 Europa, n. 47.

138 139
Sulla nuova evangelizzazione si riflette or- cile situazione che la Chiesa dovette affrontare
mai da tempo. Il Magistero di Giovanni Paolo ai tempi del movimento dei «catari» o «albi-
II registra a ogni piè sospinto questa parola e gesi». Anche il medioevo cristiano, pur dentro
più ancora ne è piena la sua testimonianza di una fondamentale omogeneità culturale assi-
Papa « pelleg1ino », sempre in giro per il mondo curata anche dalla fede, ebbe i suoi sussulti e le
a gli dare: « Spalancate le porte a Cristo ». sue tensioni. Movimenti culturali e spirituali
Di questa prospettiva è segnata la Lettera che misero alla prova la tenuta della comunità
Apostolica Nova millennio ineunte. Ma pochi, cristiana nell'ortodossia e nella comunione ci
credo, si sarebbero aspettati che questo impul- furono ben prima e oltre la grande spaccatura
so all'evangelizzazione avvenisse anche con il provocata dal protestantesimo. Quello degli al-
rilancio del Rosario. Ebbene, sì! Come Gio- bigesi fu un movimento che ebbe particolare
vanni Paolo II ha spiegato, tra le sue altre con- presa e diffusione, e provocò traumi violenti.
notazioni, che fanno del Rosario la « scuola di L'insidia più pericolosa era nel fatto che esso si
Maria» nella contemplazione e nell'assimila- richiamava al Vangelo, facendosi forte di una
zione di Cristo, c'è anche questa: esso è un testimonianza di povertà che è sempre molto
« percorso di annuncio e di approfondimento » avvincente e convincente. Per una Chiesa che
che si presta a essere stupendamente valoriz- allora, nelle sue strutture gerarchiche e nella
zato anche a livello catechetico. sua presenza sociale, non sempre brillava per
spirito evangelico, arginare questo fenomeno
« La stmia del Rosalio mostra come questa pre-
ghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenica- ereticale fu un'impresa ardua.
ni, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del Ci volle tutta la forza di una testimonianza
diffondersi dell'eresia. Oggi siamo davanti a nuove credibile, come quella degli Ordini mendican-
sfide. Perché non liprendere in mano la Corona con la ti, che riproposero anch'essi, ma in piena orto-
fede di chi ci ha preceduto? Il Rosalio conserva tutta
la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel
dossia, il profilo esistenziale del Vangelo, per-
corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore>/. ché si potesse domare l'incendio. Domenico e
i suoi, come parallelamente Francesco e i suoi,
restano due fari del rinnovamento evangeliz-
La storia insegna ... zatore. In questo impegno, tante cose furono
necessarie. Fu un'impresa di predicazione e di
Il cenno che il Papa fa alla valorizzazione santità. Ma anche l'umile e semplice preghiera
del Rosario contro l'eresia si riferisce alla diffi- del Rosario, pur esistente allora in forma flui-
da ed embrionale, fece la sua parte: la parte di
'RVM, n. 17. preghiera di popolo, in cui l'essenza del Van-

140 141
gelo passava attraverso le formule più sempli~ più - una volta passati i. grandi ~eg~~i dittato-
ci, ma anche più sostanziose, radicate nella riali, di matrice ideologica e antiCnstmna - un
Parola di Dio, ripetute con la fede schietta de~ grande impero. C'è però l'impero di una cultu-
gli umili e il riferimento al patrocinio della rac che all'ombra di una doverosa tolleranza,
Madre di Dio. In questa preghiera fatta di Pa~ veicola1
l'insidia del relativismo, e dentro l' at-
ter e di Ave passava il Cristo del Vangelo, ma trazione magica del benessere, nasconde la
col respiro della Chiesa. E l'eresia era vinta. trappola dell'effimero, e, persino quando ri-
scopre l'amore per il creato, coniuga I'a.ttacca-
mento alla vita con un paradossale cedimento
Evangelizzatori << appassionati » a istinti di morte, ad esempio nella soppres-
sione di esseri deboli e indifesi come i non an-
Il quadro odierno della nuova evangelizza~ cora nati. Riaffiorano tratti abbastanza simili
zione somiglia molto a quello delle origini, a quelli del mondo in cui i~ cristianesimo. fu,
quando il cristianesimo gettò i primi semi nel~ per la prima volta, annunciato. Per la Chiesa
le regioni del mediterraneo, dominate da un diventa sempre più chiaro che a questo mon-
Impero e da una cultura che opposero presto do non si parla efficacemente con le semplici
una resistenza generatrice di martiri. Tre seco~ argomentazioni mentali. Dice poco una Chie-
li di persecuzioni, tre secoli di « incubazione» sa dalla pastorale burocratizzata, dall'iniziati-
del trionfo cristiano. Celebre il principio for~ va spenta, dall'esperienza comunitaria priva
mulato, come una sorta di «legge » della sto~ del calore di una vera fraternità. Il Vangelo,
ria, da Tertulliano: semen est sanguis christia~ oggi non meno di ieri, e semmai più di ieri, ha
nonmz: il sangue dei cristiani è seme! 3 • Oggi bisogno di evangelizzatori «caldi», « appas-
siamo tornati, in celio senso, alle origini. Ab~ sionati», che trovino nella passione indomita
biamo avuto anche i nostri martiri. In occa- dell'apostolo Paolo il loro modello.
sione del Grande Giubileo, è stato tentato in Ebbene, questa è l'ora del Rosario. Di quel
qualche modo un bilancio, e ci siamo accorti Rosario «rinnovato », riscoperto nella sua
di quanto sangue, di quanta sofferenza, di profondità di preghiera contem~lativa ~el I?i~
quanta capacità << catacombale » sia stato ca- stero di Cristo, che è fatto a misura di chi SI
pace, e rimane capace, anche il cristianesimo vuole « innamorare », per irradiare poi l'amo-
del nostro tempo. Insieme, però, vediamo re conosciuto e goduto. Quando il Papa parla
l'immanità del compito. Davanti a noi non c'è del Rosario come un elemento non trascurabi-
le del corredo di un buon evangelizzatore, cre-
3
Apologeticus, 50. do voglia dire innanzi tutto che questa pre-

142 143
ghiera è importante per l'evangelizzatore stes- nessuna lettura del vangelo, per quanto ricca
so. Prima di essere uno strumento per parlare di scienza esegetica, produrrà mai gli effetti
agli altri, per educarli, per farli pregare, è la auspicati, se non è una lettura compiuta in at-
via attraverso la quale l'evangelizzatore stesso teggiamento orante, pervaso di silenzio e di
cammina. Passando dal rango di una semplice ascolto. Fra le indicazioni metodologiche che
« devozione » da porre in qualche angolo della la Rosarium Virginis Mariae offre, c'è anche la
giornata, a respiro contemplativo permanen- proclamazione del passo della Parola di Dio
te, che continuamente torna a ossigenare la corrispondente a ogni singolo mistero, ma con
parola, la mente, i passi dell'apostolo, il Rosa- una pausa di silenzio che ne favorisca l'assi-
rio plasma evangelizzatori che, con questa milazione. I:esperienza dice che, nelle recite
preghiera, alimentano il fuoco del cuore. Il re- comunitarie, questo momento viene facilmen-
sto viene di conseguenza. te abbreviato o eliminato. Ma proprio la risco-
perta del silenzio può essere l'indice di un Ro-
sario riqualificato in termini di vera e propria
Vangelo «pregato » contemplazione.

Accanto a questa sua valenza intima, nella


soggettività dell'evangelizzatore, il Rosario ha Vangelo annunciato
una dimensione propositiva, che si presta a
essere sfruttata come tale, nel quadro dei per- E comunque, nella sua articolazione di quat-
corsi catechetici che, nella nuova condizione tro cicli, il Rosario si presta anche a of&ire uno
storica dell'annuncio, non possono non essere schema di introduzione ai Vangeli stessi, che
diversificati in tante forme, adatte alle perso- nella catechesi ordinaria del popolo di Dio può
ne e alle situazioni, e pur sempre ben amalga- dare grandi frutti. Molto dipende, naturalmen-
mati nel quadro dell'unico vissuto di fede. te, dalla capacità della guida. Ma questo ritorno
È ormai chiaro, infatti, che il Rosario non è continuo sulle scene della vita di Cristo è un
che il Vangelo, proposto in alcuni momenti- «racconto» inesauribile, che nella preghiera
chiave. Se ancora mancava qualcosa alla com- acquista sempre maggiore profondità, e tocca
pletezza di questo quadro, i misteri della luce l'animo fino a plasmarlo. La condizione è che
hanno colmato la lacuna. Completezza, ovvia- l'animo si abbandoni all'onda dello Spirito di
mente, relativa, che suppone il Vangelo e a es- Dio. Un paragone suggestivo, fatto dalla Rosa-
so continuamente conduce. E tuttavia compi- rium Virginis Mariae, è tra il Rosario e la peda-
to di questa preghiera è anche far sentire che gogia degli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio di

144 145
Loyola. È noto come il metodo ignaziano sia questo, ahimè, un aspetto che forse non viene
fondato proprio sulla meditazione del Vangelo. facilmente in luce nell'esperienza comune di
Non è difficile vedere come il Rosario stesso po- questa preghiera. Ma il Papa su questo punto
trebbe essere il «canovaccio» di esercizi spiri- ha dato un'indicazione stimolante, quando
tuali di popolo, che costantemente portino lari- parla della giaculatoria che, tradizio_nalmente,
flessione dei credenti a contatto vivo con il conclude ogni diecina del Rosario. E questo il
mistero di Clisto. punto in cui il Rosario più facilmente può es-
sere legato alla vita. Se infatti si è ben messo a
fuoco il mistero oggetto di meditazione, ne se-
Vangelo per la vita guirà che esso proietta la sua luce sulla vita,
orientandola, attraverso l'indicazione di spe-
Guidando la recita del Rosario nel Santua- cifiche virtù.
rio di Pompei, ho trovato spesso utile invitare
i fedeli a « leggere » gli elementi simbolici del-
la icona della Vergine, e di additarne uno che, Che conoscano te
normalmente, sfugge. Si tratta dei due archi
abbozzati ai lati dell'immagine, che rischiano Riscoprire il Rosario in funzione della nuova
di assolvere solo alla funzione di una certa evangelizzazione significa, in definitiva, risco-
« inquadratura», ma che si prestano invece ad prirlo come via perché si realizzi nel mondo
aprire l'orizzonte del Rosario agli spazi della quella « conoscenza » di Dio che è la sorgente e
vita. Attraverso quegli archi, lo sguardo è spin- la sostanza della « vita eterna ». Sono le parole
to verso il mondo. Chi prega col Rosario, non di Gesù, nella sua preghiera sacerdotale: << Que-
si chiude in un cerchio mistico che, in nome di sta è la vita eterna: che conoscano te, l 'unico ve-
un'esperienza profonda del mistero di Dio, lo ro Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo »
debba in qualche modo sottrarre alla realtà. Al (Gv 17,3). Conoscenza che, nell'accezione bibli-
contrario, è proprio nella tradizione più viva ca, non si risolve in un'operazione mentale, ma
di questa preghiera, che essa porti tutto il ca- è piuttosto esperienza di amore, anzi di inti-
rico della vita di ogni giorno, sulla quale l'o- mità, che rende partecipi della vita stessa di
rante invoca lo sguardo benevolo di Cristo e Dio, e proprio per questo è «vita eterna». Pur
della sua Madre santissima. tra le tante contraddizioni della nostra società,
Accanto a questa prospettiva di una vita da l'anelito di questa conoscenza limane intatto.
sostenere, c'è anche quella di una vita da« im- Esso è << costitutivo » dell'essere umano, muove
postare ». Il Rosario è « programma »! Anche dal bisogno dell'intelligenza e dell'amore di

146 147
spaziare nell'infinito, e solo nell'infinito trova- trazione dall'alto, e non della nostra fatica
re quiete. Rimane sempre vero il grido di Ago- ascensionale. San Luigi Maria Grignion de
stino: « Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuo- Montfort ammonisce severamente chi, in no-
re è inquieto finché non riposa in te » 4 • Il Rosario me di una preghiera « superiore », disprezzas-
è preghiera che ci fa riposare nella Trinità San- se questa proposta spirituale così ricca, sugge-
ta, facendoci abitare il mistero di colui che il rita dallo Spirito di Dio. È una pagina di
Padre ha mandato. Si tratta di «conoscere» il singolare perspicacia, che, pur risentendo di
mistero trinitario, attraverso la «conoscenza» un preciso contesto storico, quale è quello del-
di Cristo. la crisi che va sotto il nome di « quietismo »5 ,
Certamente, la mistica registra forme di co- val la pena di leggere per intero:
noscenza che portano l'animo in regioni in cui
<< Se i falsi illuminati dei nostri giorni, i quietisti,
la parola, anche quella più alta, non può che
avessero seguito questo consiglio, non avrebbero su-
spegnersi nel silenzio dell'ineffabile. Come l'a- bito tante terribili cadute né causato tanti scandali
postolo Paolo, quando si sentì portare al terzo nella pietà. È singolare illusione del demonio crede-
cielo, infinite volte uomini e donne che hanno re che esistano preghiere più sublimi del Padre no-
avuto simili doni hanno dovuto testimoniare: stro e dell'Ave, e abbandonare queste preghiere divi-
ne che sono sostegno, forza e custodia dell'anima.
udii «parole ineffabili che non è possibile a un Convengo che non sempre è necessario recitarle
uomo proferire» (2Cor 12,4). Rispetto a que- vocalmente e che la preghiera interiore è, in certo
ste altezze, il Rosario appare una preghiera senso, più perfetta della vocale, ma vi assicuro che è
più «modesta». È la preghiera tuttavia che molto pericoloso, per non dire dannoso, abbandona-
plasma il nostro spirito con le parole che Cri- re di propria iniziativa la recita del Rosario con il
pretesto di una più perfetta unione con Dio. I.:anima
sto ci ha i~segnato, e quelle che lo Spirito ha sottilmente orgogliosa, ingannata dal demonio meri-
suggerito. E la preghiera che ci mette davanti diano, si sforza quanto le è possibile interiormente
agli occhi il mistero in cui è la nostra salvezza. per elevarsi al grado sublime dell'orazione dei Santi.
Sollevarsi verso l'ineffabile non dipende da Essa disprezza e trascura, perciò, i tradizionali me-
todi di preghiera che giudica buoni solo per le anime
noi, ma è dono che solo la libertà sovrana di ordinarie; chiude da sé medesima l'orecchio al salu-
Dio può concedere. Pertanto, non sarebbe se- to di un Angelo e perfino alla preghiera composta da
gno di ragionevolezza abbandonare questa
preghiera semplice per improbabili « scalate»
mistiche, che invece seguono la logica dell'at- 5
Ricordo, per i non esperti, che il "quietismo ,, è quel movi-
mento spirituale sviluppatosi nel secolo XVII, sulla base di una
tendenza spirituale che insisteva eccessivamente sulla "passi-
vità, dell'animo nel rapporto con Dio, in nome di una preghiera
., Confessioni l, l. fortemente segnata dall'esperienza mistica.

148 149

-.... .. -----------------------------------------
Dio e da lui praticata e comandata: "Voi pregherete re nel museo delle « filastrocche », è in realtà
così: Padre nostro ... ". E in tal modo cade da illusione una grande via dell'amore testimoniato e prati-
in illusione, da precipizio in precipizio.
Credimi, caro confratello del Rosario, vuoi tu ar-
cato. Quando infatti l'animo vive nel respiro di
rivare a un alto grado di orazione, senza affettazioni Cristo, si porta anche naturalmente al servizio
e senza pericoli di cadere nelle illusioni del demonio di Cristo nei fratelli. Chi impara a contemplare
tanto comuni alle persone pie? Recita tutti i giorni' Cristo nel Rosario, esercita lo sguardo per ri-
se puoi, il Rosario intero o almeno una parte. PuÒ conoscere Cristo sul volto dei sofferenti. Se si
darsi che, per grazia di Dio, ci sei già arrivato: allora
se vuoi restarci e progredire nell'umiltà, conserva l~ vuole un'icona di questa carità che, forte del
pratica del santo Rosario. Un'anima fedele alla reci- Rosario, si spende senza misura, si guardi l'inl-
ta quotidiana del Rosario, infatti, non sarà mai for- magine di Madre Teresa di Calcutta. Questa
malmen!e eretica né potrà essere ingannata dal de- donna che ha commosso il mondo per la sensi-
monio. E questa un'affermazione che sottoscriverei bilità e la concretezza con cui ha scelto i più
con il mio sangue.
Se poi Dio, per sua misericordia, ti attira a sé men- poveri tra i poveri, ha allenato col Rosario le
tre dici il Rosario, tanto potentemente come fece con sue mani e il suo volto alla carità. Per una co-
alcuni Santi, lasciati pure attirare, abbandonati a lui me lei, esibire la corona, non aveva nulla di
lascia che egli operi e preghi in te, e a modo suo reci~ «bigotto ». Era come esibire una carta di iden-
ti in te il Rosario; e questo ti sarà sufficiente per la
giornata. Se invece sei solamente nella contemplazio- tità che era una « carta della carità ». Davanti a
ne attiva o orazione ordinaria di quiete, di presenza di qu~sta «carta», persona e simbolo, anche i
Dio e di affetto, allora hai ancor meno motivo di tra- non praticanti, o i non credenti, o i credenti di
lasciare il Rosario. Ben lontano infatti dal farti retro- altre religioni, si sono arresi. La nuova evange-
cedere nell'orazione e nella virtù, esso ti sarà di mera-
viglioso aiuto, vera scala di Giacobbe dai quindici
lizzazione passa attraverso donne come Madre
gradini per i quali salirai di virtù in virtù, di chiarezza Teresa, ma anche attraverso il Rosario «alla
in chiarezza e giungerai facilmente, senza illusioni, fi- Madre Teresa », un Rosario riscoperto nella
no alla pienezza dell'età di Gesù Cristo » 6 • sua profondità di cammino della contempla-
zione e della vita cristiana.
Il sigillo della carità

Come sempre, nella vita cristiana, anche nel


Rosario il « sigillo » è la carità. Questa preghie-
ra che nella sua semplicità ha rischiato di fini-

6
Il segreto meraviglioso del Santo Rosario, pp. 786-787.

150 151
CONCLUSIONE:
LA STORIA CHE VERRÀ

Se quanto siamo venuti dicendo ha un sen-


so, mi pare fondato immaginare che il Rosario
vedrà sempre più alle spalle la crisi da cui, sot-
to il profilo teorico e pratico, è stato investito
nell'ultimo trentennio, avviandosi a una gran-
de ripresa. Esso, da una parte, esprime il cuo-
re stesso del cristianesimo, dall'altra, risponde
a esigenze fondamentali del nostro tempo.
Occorre tuttavia che esso venga ricompre-
so nel suo senso profondo, e praticato non più
solo al minimo delle sue potenzialità. Il Rosa-
rio che abbiamo davanti agli occhi, nella pra-
tica più diffusa, è come l'ascensore di un grat-
tacielo che sia stato utilizzato normalmente
per andare solo al primo o secondo piano. In-
tendiamoci: non è poco, anche se l'ondata se-
colarizzatrice e la complessa stagione teologi-
ca hanno avuto l'effetto di porlo in crisi anche
in questa funzione minima. Oggi esso può es-
sere rilanciato alla grande. Esso rappresenta
una via semplice attraverso cui il popolo di
Dio fa il suo cammino verso un'esperienza
sempre più piena del mistero di Cristo, alla
scuola e in compagnia di Maria. Una via privi-

153
legiata della pedagogia cristiana della preghie- Padre di « ricapitolare in Cristo tutte le cose,
ra e della nuova evangelizzazione. quelle del cielo e quelle della terra » (Ef l, l O).
Limpressione che si è avuta da Pompei, os- Tutto questo c'è nel Rosario. Sgranare la coro-
servatorio d'eccezione, nell'Anno del Rosario na significa abbracciare Cristo, e portare il
incoraggia una previsione ottimistica sulla ri~ mondo a Cristo. Un lavorio di umili mani e di
presa di questa preghiera. cuori semplici, che non risulta alle cronache e
Interessante vocazione, quella di Pompei. Il non entra nelle buste paga di nessuna azienda,
visitatore che si inoltra nei suoi scavi, vi troverà ma è lavorio che costruisce il mondo. Lo « fer-
anche la celebre « villa dei misteri »1 • Quale che menta» di Vangelo. Tutto questo è il Rosario.
sia il senso di quelle decorazioni 2 , in cui certo il Meraviglia allora che il Papa lo dica un « teso-
termine « mistero » nulla ha a che fare con il ro da riscoprire »?
cristianesimo, è curioso che questa Città si tro- Per additare questo tesoro, al termine della
vi tra due simboli della sua grandezza che si Lettera Apostolica, Giovanni Paolo II ha volu-
connotano entrambi con la parola « misteri ». to esprimere l'amore al Rosario con gli accen-
Alla« villa dei misteri» dell'antica Città la nuo- ti della supplica composta dal Beato Bartolo
va Pompei contrappone i misteri del Rosario. Longo. «O Rosario benedetto di Maria, catena
In effetti, l'identità della parola non può na- dolce che ci rannodi a Dio ... noi non ti lasce-
scondere il significato totalmente diverso che remo mai più ».
essa assume nell'ottica cristiana3 • Il mistero, Il Rosario, sentito così, è qualcosa che se-
per noi, è Cristo. Ed è insieme il disegno del gna l'esistenza.
Come un patto di figli con la Madre.
Come un'ancora di salvezza gettata tra le
' Il nome deriva dal fatto che la villa ha un salone dipinto con onde della vita.
scene del rito dionisiaco. Come imboccare una strada sicura per arri-
'«Rimane incerto se si tratti della iniziazione di una donna ai
misteri orfici o dionisiaci o non piuttosto della rappresentazione vare al traguardo.
di un dramma relativo a episodi della vita di Dioniso»: A. Varone, Per arrivare dove? Mi si consenta di dirlo
Pompei. !misteri di una città sepolta, Newton & Compton, Roma
2000, p. 208.
ancora con l'Apostolo del Rosario di Pompei,
3
Non si dimenticherà tuttavia la grande lezione di Odo Casei, in questo passaggio che chiude il menzionato
che, sviluppando l'antica idea patristica della « praeparatio evan- articolo su Rosario ed Eucaristia:
gelica» (Giustino, Clemente Alessandrino), vide nelle religioni
misteriche dell'antichità precristiana, pur con tutte le loro ombre,
« Col Rosario nella mano, con l'Eucaristia nel
una «propedeutica ,, al mistero cristiano: cfr. O. Case l, Il mistero
del culto cristiano, Boria, Roma 1985 (la prima edizione tedesca è cuore, voi sarete i cittadini del Cielo, pur essendo an-
del1932); Id., Liturgia come mistero, Medusa, Milano 2002 (la pri- cora gli abitatori della terra; voi sarete i fratelli degli
ma edizione tedesca è del 1922). Angioli, pur vivendo ancora con gli uomini; voi, di-

154 155
stmggendo al fuoco della fede, d~lla .Pi~tà e dell'a- BIBLIOGRAFIA
more i vostri difetti e le vostre passwm, diverrete uo-
mini celesti, uomini divini ».

Aa.vv., Rilanciamo il Rosario, Temi di Predicazio-


ne, Edizioni Domenicane Italiane, Napoli 1973.
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