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27/02/2004 n 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma

N. 1 - 2013

in copertina: Giornata Mondiale della Pace 2013 foto tratta dal sito http://www.noticias24.com

SICUT ANGELI
RASSEGNA QUADRIMESTRALE DI VITA E DI APOSTOLATO

ANGELICHE DI S. PAOLO
ANNO LIX / N. 1 - 2013 1 QUADRIMESTRE

Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma CCP N. 31216005

in questo numero...
1. 2. a Maria, aurora del mondo nuovo Benedetto XVI apre lAnno della Fede Messaggio del Papa per la XVI Giornata della Pace Preghiera di Paolo VI per la Fede Evangelizzare strada facendo 25 Gennaio: Lettera della Madre Paolo Missionario Milano. Festa della Conversione di san Paolo Venerabile M. Flora Bracaval La Vita Consacrata e lAnno della Fede Un avvenimento Straordinario e Ordinario La famiglia, prima scuola di santit Unevangelizzazione in discoteca (testimonianza) Ho trovato la verit (testimonianza) 34. 36. 39. 40. 42. 43. 46. 51. 53. 54. 56. 58. 62. 65. 72. 74. 78. 85. 86. la Pagina Missionaria: le Angeliche 50 anni in Africa lettera di Madre M. Goretti e Consorelle Liete ricorrenze Milano: 50 di Professione Religiosa Messaggio augurale Testimonianza Notizie di Casa nostra: Guardamiglio: varie testimonianze Torre Gaia: Istituto San Paolo : visita del Sindaco di Roma Arienzo: varie Notizie dallEstero: BELGIO: 50 anni fa le Angeliche a Waterschei BRASILE: VARIE FILIPPINE: Manila - 25 di Fondazione KOSOVO - Prizren - varie KOSOVO - Pristina ALBANIA - Fush-Milot - varie La voce degli alunni: - Sinfonie Natalizie Torre Gaia (Roma) - varie la pecora e il Bambino lettera dellasinello del presepe a Ges Bambino Preghiamo per i nostri morti
al centro:

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inserto sulla GMG a Rio in Brasile

a Maria, aurora del mondo nuovo


O Maria, aurora del mondo nuovo Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita; guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta piet.

Fa' che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volont, la civilt della verit e dell'amore, a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.

Beato Giovanni Paolo II (II Enciclica Evangelium Vitae, 25 marzo 1995)


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Benedetto XVI apre lAnno della Fede 11 Ottobre 2012

E necessario ritrovare la tensione commovente che ebbe il Concilio per il compito comune di far risplendere la verit e la bellezza della fede nel nostro tempo. Ma per far questo indispensabile tornare ai documenti e alla lettera di quella grande Assemblea per trovare la vera eredit..al riparo dagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti e coglierne, cos, la novit nella continuit. Oggi, dunque, tutta la chiesa chiamata a ravvivare quella positiva tensione, quellanelito a annunciar Cristo alluomo contemporaneo, e lAnno della fede, in questo senso, risposta alla desertificazione spirituale degli ultimi decenni, vuole proporsi come un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo. Nello stesso giorno, l11 ottobre, in cui nel 1962 Giovanni XXIII apriva solennemente il Concilio Vaticano II, Benedetto XVI, in una Piazza San Pietro gremita di fedeli ha voluto celebrare quellevento e ha aperto lAnno della fede. E quel giorno, il Papa ha voluto ricordare poi di nuovo, alla sera, affacciandosi come il suo predecessore sulla piazza San Pietro gremita di gente, al termine della fiaccolata promossa dallAzione Cattolica e dalla diocesi di Roma, confidando che anchio sono stato in questa piazza cinquanta anni fa, quando il Beato Giovanni XXIII ha parlato - facendo riferimento al celebre discorso della luna con indimenticabili parole piene di poesia, di bont, parole di cuore. Quella sera, ha detto, eravamo felici e pieni di entusiasmo: il grande Concilio Ecumenico si era inaugurato ed eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera, una nuova Pentecoste, una nuova presenza liberatrice del Vangelo. Anche oggi - ha quindi proseguito Benedetto XVI nel suo saluto a braccio - siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia pi sobria. una gioia umile: in questi cinquantanni abbiamo imparato e sperimentato che il peccato originale esiste e si traduce in peccati personali, che possono divenire strutture di peccato, visto che nel campo del Signore c anche la zizzania, che nella rete di Pietro ci sono
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anche pesci cattivi, che la fragilit umana presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando con il vento contrario, con minacce contrarie. E qualche volta abbiamo pensato: il Signore dorme e ci ha dimenticato. Tuttavia, ha aggiunto Benedetto XVI, abbiamo anche fatto esperienza della presenza del Signore, della bont della sua presenza: il fuoco di Cristo non divoratore n distruttivo, un fuoco silenzioso, una piccola fiamma di bont: il Signore non ci dimentica, il suo modo umile, il Signore presente, d calore ai cuori, crea carismi di bont e carit che illuminano il mondo e sono per noi garanzia della bont di Dio. S, Cristo vve con noi e possiamo essere felici anche oggi. Alla fine - ha quindi concluso tra gli applausi, prima di congedarsi dalla piazza oso fare mie le parole indimenticabili di Papa Giovanni e, richiamando lespressione di Roncalli (Andate a casa, date una carezza ai bambini e dite che la carezza del Papa), ha aggiunto: Andate a casa, date un bacio ai bambini e dite che del Papa. Sulla dimensione non meramente giubilare della celebrazione dellanniversario del Concilio, Benedetto XVI aveva parlato al mattino, nella Messa per lapertura dellAnno della fede. Un Anno, aveva spiegato, che vuole essere un segno importante, perch se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della fede e la nuova evangelizzazione, non per onorare una ricorrenza, ma perch ce n bisogno, ancor pi che cinquanta anni fa. Del resto, ha sottolineato, la risposta da dare a questo bisogno la stessa voluta dai Papi e dai Padri del Concilio e contenuta nei suoi documenti. Ed proprio in questa stessa prospettiva che, ha specificato il Pontefice, rientra anche liniziativa di creare un Pontificio Consiglio destinato alla promozione della nuova evangelizzazione, che ringrazio dello speciale impegno per lAnno della fede, che legato coerentemnte a tutto il cammino della Chiesa nellultimo mezzo secolo: dal Concilio, attraverso il magistero del servo di Dio Paolo VI, il quale indisse un Anno della fede nel 1967, fino al Grande Giubileo del 2000, con il quale il Beato Giovanni Paolo II ha riproposto allintera umanit Ges Cristo quale unico Salvatore, ieri, oggi, sempre. In una liturgia ricca di segni, dallEvangeliario usato, lo stesso che era collocato vicino a Giovanni XXIII prima, e a Paolo VI poi, durante le sessioni del Concilio Vaticano II, e fino alla consegna dei Messaggi del Concilio allumanit e del Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui questanno ricorre il ventennale, Papa Ratzinger ha presieduto lassemblea circondato da quattrocento concelebranti, ottanta dei quali Cardinali, quindici Padri che parteciparono al Vaticano II, otto Patriarchi delle Chiese orientali, i centonovantuno Arcivescovi e Vescovi presenti a Roma per partecipare al Sinodo sulla nuova evangelizzazione, e centoquattro Presidenti di Conferenze episcopali di tutto il mondo. Presenti, inoltre, anche il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che al termine della Messa ha preso la parola per parlare dei progressi compiuti nel mezzo secolo trascorso in campo ecumenico, e il primate della Comunione anglicana Rowan Williams.
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Nel suo discorso, tornando a insistere sulla necessit di tornare alla lettera del Concilio, per trovarne lautentico spirito e riscoprire lessenziale per vivere, Benedetto XVI ha osservato che in questi decenni avanzata una desertificazione spirituale.

Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, ai tempi del Concilio - ha affermato il Papa - lo si poteva gi sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora, purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E il vuoto che si diffuso. Ma proprio a partire dallesperienza di questo deserto - ha aggiunto - da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ci che essenziale per vivere: cosi nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita, e nel deserto, ha evidenziato il Papa, c bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e cos tengono desta la speranza . La fede vissuta apre il cuore alla grazia di Dio che libera dal pessimismo. Oggi pi che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e cos indicare la strada. A cura di Francesco Galluccio (Trezzano sul Naviglio - Milano)

La beatitudine, promessa di pace


dal Messaggio di Papa Benedetto XVI per la

Giornata Mondiale della Pace


La beatitudine evangelica
Le beatitudini, proclamate da Ges (cfr Mt 5,3-12 e Lc 6,20-23), sono promesse. Nella tradizione biblica, infatti, quello della beatitudine un genere letterario che porta sempre con s una buona notizia, ossia un vangelo, che culmina in una promessa. Quindi, le beatitudini non sono solo raccomandazioni morali, la cui osservanza prevede a tempo debito - tempo situato di solito nellaltra vita - una ricompensa, ossia una situazione di futura felicit. La beatitudine consiste, piuttosto, nelladempimento di una promessa rivolta a tutti coloro che si lasciano guidare dalle esigenze della verit, della giustizia e dellamore. Coloro che si affidano a Dio e alle sue promesse appaiono spesso agli occhi del mondo ingenui o lontani dalla realt. Ebbene, Ges dichiara ad essi che non solo nellaltra vita, ma gi in questa scopriranno di essere figli di Dio, e che da sempre e per sempre Dio del tutto solidale con loro. Comprenderanno che non sono soli, perch Egli dalla parte di coloro che simpegnano per la verit, la giustizia e lamore. Ges, rivelazione dellamore del Padre, non esita ad offrirsi nel sacrificio di se stesso. Quando si accoglie Ges Cristo, Uomo-Dio, si vive lesperienza gioiosa di un dono immenso: la condivisione della vita stessa di Dio, cio la vita della grazia, pegno di unesistenza pienamente beata. Ges Cristo, in
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particolare, ci dona la pace vera che nasce dallincontro fiducioso delluomo con Dio. a beatitudine di Ges dice che la pace dono messianico e opera umana ad un tempo. In effetti, la pace presuppone un umanesimo aperto alla trascendenza. E frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento, grazie al dono che scaturisce da Dio e permette di vivere con gli altri e per gli altri. Letica della pace etica della comunione e della condivisione. indispensabile, allora, che le varie culture odierne superino antropologie ed etiche basate su assunti teorico-pratici meramente soggettivistici e pragmatici, in forza dei quali i rapporti della convivenza vengono ispirati a criteri di potere o di profitto, i mezzi diventano fini e viceversa, la cultura e leducazione sono centrate soltanto sugli strumenti, sulla tecnica e sullefficienza. Precondizione della pace lo smantellamento della dittatura del relativismo e dellassunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dellimprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo. La pace costruzione della convivenza in termini razionali e morali, poggiando su un fondamento la cui misura non creata dalluomo, bens da Dio. II Signore dar potenza al suo popolo, benedir il suo popolo con la pace, ricorda il Salmo 29 (v. 11)

La pace: dono di Dio e opera delluomo.


La pace concerne lintegrit della persona umana e implica il coinvolgimento di tutto luomo. pace con Dio, nel vivere secondo la sua volont. pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato. Comporta principalmente, come scrisse il beato Giovanni XXIII nellEnciclica Pacem in terris, di cui tra pochi mesi ricorrer il cinquantesimo anniversario, la costruzione di una convivenza fondata sulla verit, sulla libert, sullamore e sulla giustizia. La negazione di ci che costituisce la vera natura dellessere umano, nelle sue dimensioni essenziali, nella sua intrinseca capacit di conoscere il vero e il bene e, in ultima analisi, Dio stesso, mette a repentaglio la costruzione della pace. Senza la verit sulluomo, iscritta dal Creatore nel suo cuore, la libert e lamore sviliscono, la giustizia perde il fondamento del suo esercizio. Per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali lattenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con Dio, Padre misericordioso, mediante il quale si implora la redenzione conquistataci dal suo Figlio Unigenito. Cos luomo pu vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidit e volont di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste. La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, ununica famiglia umana. Essa si struttura, come ha insegnato lEnciclica Pacem in terris, mediante relazioni interpersonali e istituzioni sorrette e animate da un noi comunitario, implicante un ordine morale, interno e esterno, ove si riconoscono sinceramente, secondo verit e giustizia, i reciproci diritti e i vicendevoli doveri.

La pace ordine vivificato e integrato dallamore, cos da sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui, fare partecipi gli altri dei propri beni e rendere sempre pi diffusa nel mondo la comunione dei valori spirituali. ordine realizzato nella libert, nel modo cio che si addice alla dignit di persone, che per la loro stessa natura razionale, assumono la responsabilit del proprio operare. La pace non un sogno, non unutopia: possibile. I nostri occhi devono vedere pi in profondit, sotto la superficie delle apparenze e dei fenomeni, per scorgere una realt positiva che esiste nei cuori, perch ogni uomo creato a immagine di Dio e chiamato a crescere, contribuendo alledificazione di un mondo nuovo. Infatti, Dio stesso, mediante lincarnazione del Figlio e la redenzione da Lui operata, entrato nella storia facendo sorgere una nuova creazione e una nuova alleanza tra Dio e luomo (cfr Ger 31,31-34), dandoci la possibilit di avere un cuore nuovo e uno spirito nuovo (cfr Ez 36,26). Proprio per questo, la Chiesa convinta che vi sia lurgenza di un nuovo annuncio di Ges Cristo, primo e principale fattore dello sviluppo integrale dei popoli e anche della pace. Ges, infatti, la nostra pace, la nostra giustizia, la nostra riconciliazione (cfr Ef 2,14; 2 Cor 5,18). Loperatore di pace, secondo la beatitudine di Ges, colui che ricerca il bene dellaltro, il bene pieno dellanima e del corpo, oggi e domani. Da questo insegnamento si pu evincere che ogni persona e ogni comunit - religiosa, civile, educativa e culturale -, chiamata a operare la pace. La pace principalmente realizzazione del bene comune delle varie societ, primarie e intermedie, nazionali, internazionali e in quella mondiale. Proprio per questo si pu ritenere che le vie di attuazione del bene comune siano anche le vie da percorrere per ottenere la pace. (dal discorso di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace) 1 gennaio 2013

Preghiera per la fede


di Paolo VI
Signore, io credo: io voglio credere in Te. O Signore, fa' che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane. O Signore, fa' che la mia fede sia libera: cio abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprima lapice decisivo della mia personalit: credo in Te, o Signore. O Signore, fa' che la mia fede sia certa; certa duna sua esteriore congruenza di prove e duna interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa di una sua luce rassicurante, duna sua conclusione pacificante, duna sua assimilazione riposante. O Signore, fa' che la mia fede sia forte; non tema le contrariet dei problemi, onde piena lesperienza della nostra vita avida di luce; non tema le avversit di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega;

ma si rinsaldi nellintima prova della Tua verit, resista alla fatica della critica, si corrobori nella affermazione continua sormontante le difficolt dialettiche e spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza. O Signore, fa' che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti allorazione con Dio e alla consacrazione con gli uomini, cos che irradi nel colloquio sacro e profano linteriore beatitudine del suo fortunato possesso. O Signore, fa' che la mia fede sia operosa e dia alla carit le ragioni della sua espansione morale, cos che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nellattesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza. O Signore, fa' che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sullesperienza del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo, e non abbia altra migliore garanzia che nella docilit alla Tradizione e allautorit del Magistero della santa Chiesa. Amen.

a proposito della "nuova evangelizzazione"

Evangelizzare strada facendo


di P. Giovanni Rizzi Barnabita
Limmagine dello scriba, che cerca di convertirsi al Regno dei Cieli, per poter estrarre dal suo tesoro cose nuove e cose antiche (cfr. Mt 13,52), invita a considerare il tesoro che possediamo come costituito dalla Bibbia (AT e NT), dalla storia delle Chiese e dalla storia delle singole comunit. In questo contesto mi concentro solo sulle Scritture, con particolare attenzione ai modelli di evangelizzazione presenti nel NT. Uno sguardo generale al NT consente dintravedere che vi sono vari modelli di evangelizzazione, tratteggiati anche con modalit specifiche nei singoli Vangeli, negli Atti degli apostoli, nelle lettere sicuramente paoline, come in quelle deutero-paoline e negli altri scritti del NT. La ricerca moderna sulla letteratura del NT permette di precisare che, in ordine cronologico, i primi testi del NT sono costituiti dalle lettere sicuramente paoline: secondo una cronologia almeno relativa: 1 Tessalonicesi, 1 Corinti, Galati, Filippesi, 2 Corinti, Romani, Colossesi e Filemone; verosimilmente queste lettere furono scritte tra il 50-60 d.C. circa. Per arrivare ai vangeli nella loro attuale fisionomia letteraria occorre attendere gli anni 70 d.C. con il Vangelo di Marco, gli anni 80 d.C. con quelli di Matteo e di Luca, insieme agli Atti degli Apostoli formanti lopera lucana. Nella decade tra gli anni 80-90 d.C. si dovrebbe collocare la letteratura deuteropaolina, cio scritti che si vogliono rifare a Paolo, ma che furono redatti pi tardi; Efesini, 2 Tessalonicesi e le lettere pastorali, cio 1-2 Timoteo e Tito, con addentellati a scritti sicuramente paolini, ma riadattati successivamente a un nuovo contesto pastorale; lettera agli Ebrei. Intorno agli anni 90 d.C. il Vangelo di Giovanni, dopo lemanazione delle decisioni dellaccademia rabbinica di lamnia. Allultima decade del I sec. d.C. dovrebbero appartenere le tre lettere di Giovanni e le altre epistole cattoliche: le lettere (o epistole) di Giacomo, di 1 Pietro e di Giuda. LApocalisse sembra riflettere la persecuzione di Domiziano del 96 d.C., mentre 2 Pietro dovrebbe appartenere alla seconda decade del II sec. d.C. Simile quadro cronologico sulla formazione del corpo letterario del Nuovo Testamento aiuta a comprendere come lelaborazione dei Vangeli e degli Atti costituisca unevoluzione fondamentale dellantica catechesi cristiana su Ges. Questi documenti conservano importanti riferimenti storici sulle vicende e sullinsegnamento di Ges, sulle vicende iniziali dellepoca cristiana a partire da Giovanni il battezzatore e in relazione agli anni 30-60 circa le vicende di alcune comunit cristiane. Nel caso dei Vangeli e degli Atti fu il tempo necessario di riformulare le pi antiche tradizioni palestinesi giudeo-cristiane sullevangelizzazione, quelle paoline successive ancora molto legate al linguaggio giudaico e nello stesso tempo in polemica con una parte degli interlocutori ebrei, virtuali o reali che fossero. La rielaborazione avvenuta nei Vangeli aveva portato a riformulare il mistero di Cristo per le comunit cristiane valorizzando al meglio una sorta di nuovo linguaggio cristiano semplificato, rispetto ad esempio a quello paolino, o a quello pi complesso della lettera agli Ebrei.
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Nei Vangeli il tracciato storico-teologico della vicenda di Ges consentiva una concentrazione piena sulla persona e sul mistero di Ges Cristo [= cristologia] e su tutti quegli altri risvolti, che si erano andati chiarendo nel corso di circa 30-40 anni di vita cristiana, dopo la vicenda di Ges. Negli Atti, analogamente, il senso degli avvenimenti di circa 30 anni di vita delle comunit cristiane era stato raccolto intorno ad alcune icone, con le quali era stato rielaborato il senso di un patrimonio variegato di tradizioni giudeo-cristiane, etnicocristiane, paoline e deutero-paoline. Non si era trattato di un appiattimento o di una riduzione sospetta su un accomodamento facile, ma di aiutare a cogliere un filone conduttore in una complessit di dati offerti dalle tradizioni cristiane, per altro ancora incompleti agli effetti della ricostruzione di una storia delle comunit cristiane delle origini, tra il 30 e il 60 d.C. Circa la possibilit di trarre elementi utili in ordine a una nuova evangelizzazione i libri del NT offrono molte informazioni sulla prima evangelizzazione, come nei Vangeli, negli Atti degli apostoli e nelle allusioni delle lettere sicuramente paoline. Si hanno notizie anche dettagliate del ritorno dellevangelizzatore sui temi della prima evangelizzazione in lettere scritte successivamente alle stesse comunit, come nelle lettere sicuramente paoline: in questi casi si tratta di una seconda evangelizzazione, o anche di catechesi. Anche nelle rielaborazioni evangeliche degli antichi episodi della predicazione e dellevangelizzazione di Ges si pu intravedere una sorta di rinnovamento dellevangelizzazione nel redattore del testo biblico in relazione alle comunit alle quali si rivolge. quindi possibile ricavare significative indicazioni sul tema un po ovunque nel NT e con diverse modalit. Cercheremo dunque di seguire almeno alcuni aspetti significativi dei percorsi di queste antiche forme di evangelizzazione, che si sono rinnovate nella forma e arricchite nei contenuti nellarco di poco pi di un secolo. Levangelizzazione, che Ges stesso svilupp nei suoi pochissimi anni di vita pubblica, ebbe svolte importanti; Ges spieg per gradi il significato e la portata del suo messaggio e della sua persona, del Regno dei Cieli (o Regno di Dio) che andava annunciando, e tenne conto delle situazioni circostanziali, di alcuni eventi della vita politica e sociale palestinese, e soprattutto delle reazioni della gente e dei discepoli. Ci non da intendere come se Ges si fosse fatto condizionare da eventi o reazioni, ma che si volle far capire attraverso di essi. Evoluzioni diverse dellevangelizzazione, ma analoghe in tempi relativamente brevi, si possono intravedere negli Atti degli apostoli e nelle lettere di Paolo; e cos si pu vedere nel corpo degli scritti attribuiti a Giovanni. Una cosa comune certamente in tutti questi itinerari: levangelizzazione non mai una semplice iniziativa umana; anche levangelizzazione sviluppata da Ges pass per un punto di partenza indicato dal Padre. Ges lo vide, anche se agli occhi dei suoi contemporanei fu assai controverso; la stessa partenza caratterizza levangelizzazione di Paolo, anche se da un segnale obbligato diverso, posto dal Signore; e cos via. La Chiesa oggi parte per una nuova evangelizzazione dal Concilio Ecumenico Vaticano II, evento oggi assai controverso, almeno al di fuori del nostro piccolo mondo italiano; evento sconosciuto per molti giovani e anche adulti, ma passaggio obbligato posto nella nostra storia dal Signore e dal suo Spirito. p. Giovanni Rizzi Barnabita (da Figlioli e Piante di Paolo n. 113)
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25 gennaio 2013: Celebrazione della Festa della Conversione di san Paolo Apostolo

la Lettera della Madre


Scrve S. Paolo ai Romani: Noi riteniamo che luomo viene giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge Siamo giustificati gratuitamente per sua grazia, in virt della redenzione realizzata da Cristo Ges (Rom 3,24,28)

Carissime Consorelle, lanno della fede mette in luce ancora di pi, per tutte noi, il cammino spirituale di San Paolo che, nel giorno in cui facciamo memoria della sua conversione, incontra IL SIGNORE. Da quel giorno la sua vita cambia completamente. Quel giorno per lui la manifestazione del Cristo Risorto. A Damasco Ges entra nella vita di Paolo: Barnaba racconta agli Apostoli come lungo la strada egli ha visto il Signore. (At. 9,27) Sulla via di Damasco Paolo fa una duplice esperienza. La prima quella della conoscenza di Ges come SIGNORE; la seconda riguarda la relazione del Risorto con la comunit che Paolo perseguita. Ges nel presentarsi come colui che tu perseguiti si presenta non solo come il Risorto, ma il Presente nella comunit dei fratelli. Questa duplice rivelazione di Ges cambia totalmente la vita e soprattutto la mentalit di Paolo: prima della conversione Saulo non era stato un uomo lontano da Dio e dalla sua Legge. Al contrario, era osservante, con unosservanza fedele fino al fanatismo. Alla luce dellincontro con Cristo cap che con questa sua osservanza aveva cercato di costruire se stesso. Cap che un nuovo orientamento della sua vita era assolutamente neces12

sario: dovr vivere di Cristo e con Cristo, dando se stesso, non pi cercando e costruendo se stesso. Queste considerazioni devono essere anche alla base della nostra fede, approfondendo sempre pi una fede che deve partire dalla manifestazione d nostro Signore Ges Cristo, e conscguentemente, regolare tutti i nostri rapporti con i fratelli. Cerchiamo di vivere tutte, questa solennit, non come una cosa avvenuta in passato che ricordiamo e celebriamo, ma come evento che vogliamo e dobbiamo celebrare nella nostra vita di tutti i giorni. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice quali sono le conseguenze della fede in un Dio solo (n. 222 - 227) : Conoscere la grandezza e la maest di Dio Vivere in rendimento di grazie Conoscere lunit e la vera dignit di tutti gli uomini Usare rettamente le cose create Fidarsi di Dio in ogni circostanza. Di tutto ci facciamo tesoro e come ci dice il nostro San Paolo : Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza ne per forza, perch Dio ama chi dona con gioia (II Cor. 9.7). Dio, nostro Signore, un Dio fedele, pronto a perdonarci sempre, ma anche un Dio geloso: ci ha amate, ci ha scelte e ci vuole tutte sue. Abbiamo tutte tanti problemi o sofferenze, gioie , amicizie, lavoro e riposo: ma dove Dio in tutto questo? E Lui il senso del nostro vivere o, come prima per Saulo, vogliamo noi costruirci la nostra vita, la nostra giustizia ? Lui solo la nostra giustificazione ! Non abbiamo d che vantarci se non della sua grazia e del suo amore. Concludo con le parole del nostro Santo Fondatore alla fine del Secondo Sermone:
Io voglio vivere spiritualmente, io voglio diventare un medesimo spirito con Dio (1 Cor. 7,17), io voglio che la conversazione mia sia in cielo (Fil. 3,20); io voglio avere Dio sempre nel cuore...... tutto verace, tutto semplice, tutto schietto preparer il mio cuore a Dio: il quale per sua grazia vi abiti stabilmente e lo faccia suo tempio.

Maria si rivolge a noi dicendo: Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non avere paura di Lui! Abbi il coraggio di osare con la fede... allora vedrai che proprio con ci la tua vita diventa ampia e illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perch la bont infinita di Dio non si esaurisce mai ! (Benedetto XVI, Omelia 8.12.05) Con affetto grande vi abbraccio tutte in Cristo Ges, nostro SIGNORE. Vostra Madre Ivana M. Raitano Superiora Generale Roma, 25 gennaio 2013
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Per maggiormente stimolare l'attenzione di tutti sulla figura di questo grande Missionario, in sintonia anche con l'Anno della Fede, indetto dal Papa Benedetto XVI, si riporta un brano della lettera pastorale dell'Arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona, Mons. Carlo Ghidelli, il cui titolo un eloquente richiamo all'attuale tema dell'Evangelizzazione:

Paolo Missionario
di Mons. Carlo Ghidelli
Dire Paolo equivale dire missionario: egli infatti stato il primo grande missionario di Cristo, come Cristo stato il missionario del Padre (cfr. Le 4,43; 10,16). Il suo amore per Ges non poteva rimanere nascosto o silente: doveva esplodere e di fatto esploso in modo dirompente. Lo sta a dimostrare la successione dei viaggi missionari di Paolo: sempre pi lunghi, sempre pi difficili, sempre pi intensi, sempre pi logoranti, sempre pi esaltanti. Ancor prima che fossero scritti i quattro Vangeli, Paolo si preoccup di confrontarsi con gli apostoli, che erano ancora in vita, per accertarsi sulla validit e sulla solidit del Vangelo che intendeva predicare e quindi non correre invano (cfr. Gal 2,2). In questa sua preoccupazione noi riconosciamo la necessit di stare uniti nella professione dellunica fede, senza mai indulgere alla smania della novit o al pericolo di seguire i falsi profeti. La passione missionaria di Paolo pu essere qualificata con questi aggettivi: originale, fedele e aderente alle diverse situazioni socio-culturali dei suoi destinatari. Originale, anzitutto: se non altro per il fatto che Paolo stato il primo a tessere una dottrina (riguardante Cristo, la salvezza, la Chiesa ecc) che per la sua complessit e linearit ha scatenato gli amori e gli odi di non pochi critici. Qualcuno arrivato addirittura a dire che Paolo sarebbe il creatore del cristianesimo, per il fatto che egli ha creato un sistema di dottrine e di norme pratiche degne del fondatore di una religione. Ci, ovviamente, non assolutamente vero, perch quanto egli ha predicato, insegnato e scritto frutto di rivelazione divina e di adesione alla tradizione apostolica. Loriginalit di Paolo consiste in ben altro. A lui va riconosciuta labilit di aver trovato nel mistero pasquale di Cristo morto e risorto la chiave di lettura di tutta la storia, a partire dalla sua storia personale. Ci che egli, per pura grazia, ha compreso a Damasco non altro che questo e ha saputo tradurlo in un linguaggio diversificato che, cammin facendo, ha assunto la forma della esposizione dottrinale, della catechesi, della esortazione, della diatriba e altre forme ancora.
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Fedele stato Paolo nel suo anelito missionario, perch in ogni suo insegnamento egli si manifesta sempre attento alla rivelazione di Damasco e, nello stesso tempo, sempre sollecito di non predicare fuori dal coro degli apostoli. Ne abbiamo una prova palmare e stringente: confrontando la predicazione di Paolo con i racconti evangelici, noi rileviamo che non solo non c ombra di contraddizione o di incoerenza, ma - al contrario - esiste una profonda e meravigliosa sintonia di messaggi e di insegnamenti Cosa meravigliosa, se pensiamo che Paolo mori nella prima met degli anni 60, mentre i Vangeli presumibilmente sono stati scritti a partire dagli anni 70. Solo una comune origine divina di ambedue le testimonianze pu spiegare un fatto simile: qui noi riconosciamo il dito di Dio e vi troviamo un fondamento sicuro per la nostra adesione di fede. Questa sua fedelt Paolo lha mantenuta a denti stretti, anche a fronte di chi lo contestava e gli contendeva questo primato. Esemplare, sotto questo profilo, quanto Paolo scrive confrontando il suo ministero con quello di alcuni che si vantavano di essere apostoli come lui e cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano. Questi tali - continua lapostolo - sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo (2Cor 11,12-13). E continua: Sono ministri di Dio? Sto per dire una follia, io pi di loro: molto di pi nelle fatiche, molto di pi nella prigionia, infinitamente di pi nelle percosse, spesso in pericolo di morte (2Cor 11,23). La passione missionaria di Paolo qui si accompagna a un sano orgoglio che non guasta affatto, anzi rende ancor pi limpida e simpatica la sua testimonianza. E noi non possiamo non vantarci di poter annoverare tra i nostri padri nella fede un apostolo come Paolo. Aderente alla situazione culturale dei suoi destinatari fu la missionariet di Paolo: egli infatti ha messo in atto quellopera di inculturazione della fede o di evangelizzazione della cultura di cui si parla molto oggi. Nessuno pi di Paolo ha saputo inserire il genio del cristianesimo nella cultura grecoellenistica; nessuno pi di lui ha saputo dialogare con le varie espressioni della cultura a lui contemporanea; nessuno pi di lui ha saputo interagire con gli ambienti culturali del suo tempo, sia ellenistici sia giudaici. Del resto egli, per la formazione ricevuta, ne aveva anche gli strumenti e ha contribuito in modo decisivo a inserire la letteratura neotestamentaria nel rango della letteratura tout court. Una missionariet, quella di Paolo, che ha saputo dialogare con diversi popoli e diverse culture, che ha saputo adattarsi a diverse persone e diversi ambienti, che ha saputo inventare diversi metodi di approccio alla ricerca della verit. E assai illuminante confrontare larte oratoria che Paolo adotta a Listra. (cfr. At 14,15-18) e ad Atene (cfr. At 17,16-31), in un ambiente pagano, e come parla invece in un ambiente giudaico (cfr. At 13,16-41): due modi assai diversi ma complementari per andare incontro alle esigenze delluditorio, per approdare tutti insieme nel porto della verit. da un anno con san Paolo di Mons. Carlo Ghidelli arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona (Chieti)
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Istituto San Paolo - Milano 25 gennaio 2013

Festa della Conversione di san Paolo apostolo


dallOmelia della Santa Messa - don Paolo Baruffini Cari ragazzi, la festa della nostra Scuola. La festa patronale. Avere un patrono significa che non abbiamo bisogno di rivolgerci alla fortuna, ma abbiamo una persona, addirittura un Santo, cui ispirarci, cui rivolgerci per avere aiuto, consiglio, esempio,... Nomen est omeri diceva Plauto: il nome dice gi chi potrebbe essere la persona! Nel nome contenuta la persona. La nostra Scuola gi nel suo nome, "San Paolo", contiene un programma, un progetto, un impegno, un cammino,... anche un augurio! Ogni scuola che si rispetti ha un nome, altrimenti, molto anonimamente, si dice Scuola di via..., ma sicuramente molto pi bello intitolare la scuola ad una persona. La nostra, addirittura, porta il nome di un Santo. Ci significa che dobbiamo e possiamo essere veramente come il nostro patrono San Paolo. Lo scorso anno vi ho aiutato a capire la figura di Paolo portandovi una SPADA. Questanno, invece, ho portato .... un MANTELLO. II mantello ricorre spesse volte nelle vicende di Paolo. La prima volta in cui si parla di mantelli si fa riferimento al giorno in cui, a Gerusalemme, decisero di lapidare Stefano, uno dei sette diaconi. Gli atti degli Apostoli dicono proprio che i testimoni di questa violenta esecuzione deponevano i loro mantelli ai piedi di un giovane chiamato Saulo (At 6) per testimoniare la loro
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convinta decisione di eliminare i cristiani davanti a colui che ne aveva fatto uno scopo per la sua vita. Per una seconda volta, la seconda lettera a Timoteo, ci racconta di un Paolo preoccupato del suo mantello che ha dimenticato, insieme ai libri e alle pergamene, a casa di un certo Carpo nella citt di Troade (2Tm,13): Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. Il mantello (come quello che vedete qui), nella Bibbia, significa la dignit di una persona, la sua identit, i suoi diritti. Privare un uomo del suo mantello, significava privarlo della sua dignit. Le usanze e le norme dicevano, per esempio, che un mantello prestato andava restituito prima della notte, perch poteva essere lunica coperta che permetteva di difendersi dal freddo. C un terzo passo in cui, indirettamente, si parla di un mantello: Paolo, quando cade da cavallo, dopo essere stato accecato dalla luce di Ges, mentre cade perde il suo mantello (lo si vede molto bene nel bellissimo dipinto del Caravaggio) cio la sua dignit di persecutore; rimane senza pi nulla, senza pi difese, disarmato, non pi nessuno secondo la gente, anzi, ha perso la faccia! Uno cos doveva solo avere vergogna, e di fatto, Paolo si far problemi prima di decidere di presentarsi alla comunit dei cristiani che fino a quel momento aveva perseguitato! Per inizia per Paolo un nuovo cammino, una nuova possibilit. Ha perso il suo mantello di cui si faceva forte, ...ma ne avr un altro. Paolo decide di rifarsi un nuovo mantello, una nuova vita, una nuova dignit, .... Decide che il suo mantello...sarebbe stato Ges stesso! Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Ges,27poich quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. (Gai 3,27)
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Paolo dice di essere rivestito di Ges stesso: Lui il suo mantello nuovo! Laugurio che vi faccio proprio questo: tutti abbiamo bisogno di un mantello, di difese, di calore, di protezione, di bellezza, .... ma non dimentichiamoci del mantello che pi di tutti capace di rivestirci, di scaldarci, di custodirci, di dire chi siamo: cio il Signore!
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lanno della fede. A voi ragazzi voglio dire con tutto il cuore: cercate la fede cio lamicizia con il Signore! Non abbiate vergogna della fede, non trascuratela, fatene un vostro vanto. Lintelligenza non basta, la ricchezza da sola non fa la felicit,.....solo la fede capace di mostrarci le cose che pi contano, quelle pi vere, quelle che addirittura, ci fanno andare oltre noi stessi e i nostri limiti! Io direi: una persona sar veramente intelligente se sar capace anche di credere! Paolo, verso il termine della sua vita, arriver a dire: (Gai 2,20) 20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono pi io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Agli insegnanti, a chi ha la responsabilit della nostra Scuola, a chi prende le decisioni vorrei dire: stiamo uniti, cerchiamo il bene, anzi il meglio per quello che qui non solo un lavoro, ma una vera e propria missione. Aiutiamoci, anche e soprattutto in questo momento difficile. Soprattutto non disperdiamo il grande patrimonio educativo che abbiamo trovato e ricevuto in questa Scuola. Un patrimonio ricchissimo, enorme, che ha permesso a migliaia di ragazzi e a pi generazioni di diventare uomini e donne preparati, ricchi di valori e di fede (e ne danno testimonianza i tanti ex-alunni che ritornano e ringraziano). Facciamo di tutto per conservare questo patrimonio, per incrementarlo, per consegnarlo a tanti altri ragazzi e famiglie. un nostro dovere. In un momento in cui ci sembra che il meglio possa consistere in chiss quale novit, non dimentichiamoci anche del meglio che gi c. Soprattutto, vi scongiuro: non perdiamo la fede. La fede il patrimonio di questa scuola. Come scrive Paolo nella Seconda Lettera a Timoteo (2Tm 4,7): Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede." Questo valga anche per la nostra corsa! Don Paolo Docente di Scienze Religiose Istituto San Paolo - Milano

Paolo, apostolo senza paura, prega, perch si aprano i nostri occhi per vedere il vero tesoro della vita: prega, perch si spezzi in noi il muro del compromesso e della mediocrit, per diventare missionari di Ges con tutti, dovunque, sempre, con la vita e con la parola. Amen.
Cardinale Angelo Comastri
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Venerabile Madre Giovanna Bracaval Di Ges eucaristia

In attesa dell evento straordinario: la sua Beatificazione

una sollecitazione
Quasi ottantanni ci separano dallamabile figura della nostra Venerabile Madre Giovanna M. Bracaval, e il suo ricordo, se pur vivo negli abitanti di Arienzo (CE) e dintorni, sembra affievolirsi nella compagine della nostra Congregazione, pronto tuttavia a riaccendersi pi vivo ogni volta che qualcuno ne fa menzione a voce o per iscritto. S, siamo sempre in attesa del grande evento che la Chiesa finalmente la proclami Beata, ma oltre alla devozione ordinaria, limitata a preghiere comunitarie e personali, forse fatte pi a stampa direbbe il nostro Santo Fondatore Antonio M. Zaccaria, che non col vivo desiderio di vederla presto elevata agli onori degli altari, quale iniziativa stata mai presa?! La nostra natura, distratta da preoccupazioni quotidiane, a volte non indifferenti, ha sempre bisogno di sollecitazioni esterne per ravvivare in ciascuna il primitivo fervore che anim non solo le consorelle del San Paolo nel Cinquecento, ma che diede nuova linfa vitale alla Rinascita Angelica (1879), i cui germogli, curati con tanto amore e predilezione dalla Ven.le Madre Giovanna, come Madre Maestra prima e poi come Superiora Generale della rinata Congregazione, permisero unabbondante fioritura di vocazioni. E vero, Madre Giovanna gi gode nella beata eternit il frutto delle sue eroiche virt, riconosciute dalla Chiesa, ma attende la nostra collaborazione attiva soprattutto nel far tesoro dei suoi preziosi insegnamenti e degli esempi luminosi lasciatici in eredit. Sia pertanto di stimolo e di avvicinamento spirituale a questa singolare figura di donna per tutte e di una pi approfondita conoscenza per le pi giovani, richiamare alla memoria alcuni tratti della sua spiritualit, ben delineati nelle pagine del famoso libro Flora Bracaval donna attiva nel silenzio (di Giorgio Papasogli e Mons. Andrea Erba), tanto apprezzato e divulgato, in attesa sempre che vengano pubblicate anche le sue lettere. a.m.a.
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Croce Eucaristia San Paolo trinomio trasmesso da S.Antonio M. Zaccaria alla Ven.le Madre Giovanna M. Bracaval
(cfr Flora Bracaval Donna attiva nel silenzio di G. Papasogli e Mons. Andrea M. Erba)
In Madre Giovanna innanzitutto si riconosce molto bene, entro il grande contesto dello spirito di san Paolo, leffigie del santo Fondatore Antonio M. Zaccaria, il cui trittico centrale nella sua vita fu la Croce, lEucaristia, san Paolo. Assurgendo al compito di guida, Madre Giovanna ampli il proprio orizzonte personale, moltiplicandolo nelle anime che le vennero affidate dalla Provvidenza, simpadron e partecip delle difficolt e dei dolori di ciascuna; in esse simpegn a ricercare sempre la dolcissima immagine del Salvatore crocifisso e al tempo stesso si propose di renderle tutte affini pi che fosse stato possibile a quella immagine divina. Il Crocifisso non era pi soltanto il centro della sua vita personale, bens doveva essere, per lei, centro e realt irradiante nella vita singola di ciascuna consorella e nella convivenza comunitaria di tutte. Si rivel, in ci, figlia fedele del santo Fondatore, il quale pratic per le anime un continuo richiamo al Crocifisso. Questo costante richiamo echeggi in Madre Giovanna in un riferimento altrettanto assiduo, tradotto nel suo stile umile ed amabile: Evviva Ges, evviva la Croce!. Tale refrain aveva anchesso un valore centrale e risolutivo di tutti i problemi e difficolt. Quando Madre Giovanna trattava di prove penose con le sue figlie, additava Cristo in croce e concludeva con la sua parola damore: Evviva Ges, evviva la Croce!. Studiando pi da vicino la guida spirituale che Madre Giovanna esercit sulle Angeliche, si incontra questa alta devozione al Crocifisso come elemento sostanziale che risolve il problema del dolore nella vita umana. Lantinomia dolore-gioia veniva trasformata in una stretta fusione dei due valori antitetici: il dolore diventava fonte di gioia, ragione di gioia. Questa la grande scoperta che Madre Giovanna ha sempre pi chiaramente attuato attraverso lo sviluppo stesso della propria immolazione personale e attraverso lesperienza corale delle sue figlie. Cos, pi che mai, lamore al Cristo immolato la ricondusse alladorazione ed alla sete eucaristica. Che il Crocifisso fosse stato sovrano in lei e nelle sue figlie signific, per lei stessa e per loro, vivere nel Sacramento, rifugiarsi nel tabernacolo. Non per nulla ella scelse di chiamarsi Giovanna di Ges Eucaristia: moltiplicandosi nelle vite che la circondavano, ella intendeva e sapeva di attuare una coralit eucaristica. Le testimonianze abbondano su questo argomento, tanto che, percorrendo le pagine dei processi canonici, ci si trova accompagnati da un vero inesauribile cantico allEucaristia:
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In adorazione a Ges sacramentato era di un raccoglimento edificantissimo; nessuna di noi ardiva disturbarla.... La carit di cui era infiammata verso Dio rifulgeva nel suo sembiante in modo particolare quando era in adorazione di Ges sacramentato. Altre testimonianze si susseguono come in una sinfonia di voci: Aveva una fede teologica piena e completa, come posso dedurre dal modo come assisteva e si accostava alla Comunione. Nell avvicinarsi alla mensa eucaristica era pi angelo che creatura umana per la sua piet e la sua compostezza esteriore. In cappella era tanto raccolta nella preghiera che io non osavo disturbarla e, inginocchiata al suo fianco, aspettavo che si accorgesse della mia presenza.... Nella preghiera e nelladorazione di Ges sacramentato, era come un serafino.... E, continuando a percorrere i processi, si incontrano fitte le voci commosse di persone che hanno visto la fede eucaristica di Madre Giovanna, e quasi tutte aggiunsero, in stretto legame con gli stati mistici della Madre, lo zelo che questa mostrava affinch Ges fosse conosciuto universalmente, in particolare dai bambini. Si anche visto come lamore a Cristo sia stato vissuto, concretato da Madre Giovanna, ora per ora, passo per passo, secondo lo spirito dellApostolo. In tal modo si potuto riconoscere il trinomio di santAntonio Maria Zaccaria: Croce - Eucaristia - san Paolo; esso si rinnovava efficacemente nella Madre delle nuove Angeliche. Tale effigie del Santo cinquecentesco che si specchiava nellanima di una religiosa del nostro secolo rimaneva altrettanto fedele nelle deduzioni e applicazioni ascetiche che da essa conseguivano. () Lo spirito che animava il Santo rivisse in tutto lo stile comunitario di Madre Giovanna, si direbbe che appariva straordinario il travaso pari pari di una sostanza etica e spirituale cinquecentesca nella dottrina e nella vita di una Superiora del Novecento. Fra due poli apparentemente tanto diversi di secolo, di personalit, di ambiente, di linguaggio incisivo del Santo e la prosa umile, trasparente di Madre Giovanna, si trasferivano essenziali, identici o profondamente affini. Per concludere. Un invito alla speranza! Non ci meravigliamo del lentissimo svolgersi dei lavori e dei lunghissimi tempi esigiti dalla proverbiale severit del sacro dicastero e dalla diffidenza degli uomini. Si deve attendere nella preghiera e nella speranza, la conferma di Dio, cio il miracolo: quasi un segno di approvazione celeste alla fine del grosso dossier che raccoglie tutte le prove umane. Madre Giovanna continua a vivere tra noi: soprattutto nella semplicit e nel silenzio, ella comunica ancora il suo messaggio di amore e apre a tutti il suo cuore di Madre. cfr. Flora Bracaval Donna attiva nel silenzio di G. Papasogli e Mons. Andrea M. Erba
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La Vita Consacrata e l' Anno della Fede


di P. Piergiordano Cabra
L' invito a scrivere una riflessione sull Anno della Fede mi giunge mentre sto leggendo la conclusione del capitolo sesto del Vangelo di Giovanni della 21 domenica per annum.. Questo testo mi appare subito come un aiuto per una rapida riflessione. Di fronte alla durezza delle parole di Ges, molti discepoli lo abbandonarono, vengono spontaneamente davanti agli occhi i molti che in questi anni hanno lasciato la pratica religiosa o la fede e anche coloro che hanno abbandonato la vita consacrata, tra i quali bisogna mettere quelli che sono rimasti con il corpo, ma con il cuore sono altrove. Sento rivolte anche a me, con un fremito di timore, le parole non certamente accomodanti del Signore: Volete andarvene anche voi? Avverto che meglio passare rapidamente alla risposta di Pietro: Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna. Mi sembra ovvio che io aderisca alla ispirata risposta. E possibile fare diversamente? Nessuno infatti ha parlato come lui. Nessuno pu saperne pi di lui, circa la vita eterna. Quando poi Pietro aggiunge: Tu sei il Cristo, il Santo di Dio, mi si accende una luce ancora pi limpida: Non solo Ges ha parole di vita eterna, perch porta in questo mondo le parole di Dio che non passa, ma egli la Parola vivente del Dio vivente, la parola resa visibile, fatta carne, in cui tutto rivelazione. Ges infatti rivelazione del Dio vivente con tutto il suo essere: dalle sue parole alle sue azioni, dai suoi gesti alla sua forma di vita. Tu sei la Parola del Dio vivente A ben pensare, la vita consacrata esplicita le ricchezze implicite in questa confessione di fede. La vita consacrata chiamata ad aderire alle parole di Cristo, non solo perch soltanto lui ha parole di vita eterna, ma anche perch essa entra nelle profondit nel mistero di Cristo, attraverso lassunzione della sua stessa forma di vita, quale espressione della sua totale dedizione al Padre e ai fratelli. Assumendo i consigli evangelici la vita consacrata confessa, come dice lesortazione apostolica Vita consecrata, unadesione esclusiva a Cristo, riconoscendo che tutto in lui prezioso, tutto in lui avvicina a Dio. Con la professione e la pratica dei consigli evangelici essa proclama che Cristo via vera che conduce al Padre anche con il suo modo di essere, con la sua forma di vita, la quale, essendo scelta e praticata dal Figlio di Dio, la forma divina di vivere la vita umana. Una forma oggettivamente insuperabile dunque, da onorare con umilt e fermezza.

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Urgenza di tale confessione Una simile proclamazione quanto di pi urgente ci possa essere oggi, di fronte al pratico oblio della memoria del Signore Ges da parte di tanti fratelli del nostro tempo. La memoria del Signore Ges viene sempre pi marginalizzata da una letteratura che lavvolge nelle leggende, che getta dubbi sulla sua conoscibilit, che lo fa uno dei tanti profeti. La sua memoria viene offuscata da un costume che ha tutto linteresse a rimuovere le sue esigenze etiche come non aggiornate e quindi accettabili dalla nostra evoluta concezione della vita. La sua memoria viene mescolata con quella di altri maestri di saggezza, in un sincretismo che permette di scegliere da ognuno quello che considerato pi utile. La sua memoria viene sottoposta ai criteri di credibilit fissati dai singoli, alla luce di una ragione giustificatrice. La retta memoria del Signore Ges la questione di vita o di morte per la Chiesa oggi. Non per nulla Papa Benedetto si impegnato a scrivere tre volumi su Ges di Nazareth, pur in mezzo alle non poche n lievi occupazioni. Egli ha inteso e vuol far intendere che la Chiesa non pu avere una memoria vaga e sfuocata del mistero di Cristo. Ed entra da par suo nella discussione pi argomentata per ristabilire la vera memoria del Signore. Lindizione dellanno della fede ha in primo piano lobiettivo di promuovere la retta confessione di fede nei confronti di Cristo. Una confessione che viene proclamata solennemente dalla liturgia, che viene evidenziata in forma eroica dal martirio rosso o del sangue, ma anche dal martirio bianco dellassunzione fedele nella quotidianit della forma di vita del Figlio di Dio, tramite i consigli evangelici, in decisa controtendenza alla mentalit diffusa. Oltre naturalmente la testimonianza silenziosa e amorosa di tanti cristiani. Assumere i consigli evangelici significa proclamare di fronte a tutti, non tanto con le parole, pur sempre necessarie, ma con la vita, che Ges il mio Signore, che egli in tutto e per tutto imitabile, amabile, essendo la Parola del Dio vivente. A chi chiede come mai continuiamo a fare questa vita (o vitaccia, o bella vita), comunque anacronistica, la risposta vera che si pu dare, una sola: perch cos ha vissuto il mio Signore! la risposta che scaturisce spontanea da un cuore credente e innamorato. Credo Signore, ma Tu aumenta la mia fede Lanno della fede pone la vita consacrata di fronte a questo compito prioritario, coniugabile con ogni tipo di missione, essendo anzi questo un elemento ineliminabile che caratterizza la sua identit e le sue varie missioni. Di fronte a tale alto obiettivo, si pu essere tentati di considerarlo come unalata poesia, o una teologia elevata, ma piuttosto lontana dal vissuto quotidiano, destinata ad anime belle. Oppure, ci si sente del tutto inadeguati, data la nostra povera umanit, che fa esclamare con Pietro: Signore, allontanati da me, perch sono un povero peccatore! Lanno della fede invece una benedetta opportunit per entrare nel mistero della nostra vita, attraverso un triplice itinerario:
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- Il primo lapprofondire il mistero di Cristo, per quello che e per quello che ha da dire di fronte alle sfide del nostro tempo. Personalmente prender in mano il Ges di Berger, pi volte citato da Benedetto XVI. E riprender la cara e spesso trascurata, Imitazione di Cristo. - Il secondo consiste nel vedere la propria vita come un riflesso della forma di vita di Cristo, prima di ogni altra presentazione antropologica, o di altre concezioni teologiche. E mi rilegger pi di una volta la prima parte di Vita consecrata. - Il terzo: sovente mi rivolger al mio Signore con linvocazione Credo, Signore, ma Tu aumenta la mia fede, perch ti possa vedere come la Parola di Dio, come il mio insuperabile modello da rendere presente con la mia forma di vita, che poi la tua. In mezzo alle mie difficolt e alla confusione che mi circonda. Invio subito queste righe a Testimoni, sperando che altri dicano e facciano meglio del poco che ho detto e del pochissimo che temo di fare. p. Piergiordano Cabra da "Testimoni" 15/2012

Comunit di Marikina - Manila


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(sempre in relazione allapertura delllAnno della Fede, si riporta lesperienza vissuta da un laico di san Paolo in Piazza san Pietro il giorno 11 ottobre u.s.)

"Straordinario e Ordinario
L11 ottobre 2012 ero a Roma, in piazza san Pietro, proprio di fianco allaltare, sul quale il santo Padre celebrava la Messa nel giorno esatto del 50 di apertura del Concilio: non ero certamente solo, ma con i miei confratelli diaconi, pellegrini nellUrbe per ricordare anche il 25 di reintroduzione del diaconato permanente nella diocesi di Milano. Anzi, dir di pi il giorno precedente, mercoled, eravamo gi stati allo stesso posto durante ludienza generale, alla fine della quale con il nostro rettore io, come diacono della prima ora, sono andato ad ossequiare il Santo Padre, faccia a faccia, parola a parola. Che fortuna! Dir qualcuno. Non nascondo la soddisfazione tra laltro inaspettata fino a pochi momenti prima, tuttavia, ripensandoci bene, riflettendoci sopra seppur serenamente, dicevo a me stesso: Oggi sei oltremodo contento, con i tuoi fratelli, oggi ti senti spronato a grandi cose, oggi sei pronto a seri propositi, ma quando tornerai a casa, nella vita di ogni giorno, sar ancor cos? Saprai approfittare del dono straordinario, perch lordinario non sia grigio come un giorno nuvoloso, ma splendente anche senza il sole di quei giorni, sole come astro nel cielo (cera davvero e riscaldava), sole come fede nel Signore,nella Chiesa l radunata attorno al suo Pastore e Padre, sole come fervore che vince ogni tiepidezza, come il nostro Santo, Antonio Maria Zaccaria, diceva ai sui primi compagni e oggi continua a dire a noi, Laici di San Paolo, insieme ai frate Barnabiti e alle sorelle Angeliche? La risposta per me, ma penso per tutti o quasi, non sta in un semplice si o no, dettati luno dallentusiasmo e dallottimismo (sempre positivo), laltro dal timore di non riuscire o, peggio,dalla paura di fare brutta figura. La risposta quotidiane come quotidiano lordinario, con le sue sorprese belle e meno belle, con le sue gioie e i suoi dolori, ma certamente con la fede nel Signore, che non deve mai venire meno. Di una cosa siamo certi: Lui che fa, come dice il nostro Paoloai Corinzi e a noi oggi: Chi pianta e chi innaffia non contano nulla, chi conta Di che fa crescere. (1 Cor 3,7). La Chiesa, madre e maestra, non cessa di esortarci, attraverso i suoi pastori, i nostri vescovi per ciascuno e per tutti il Santo Padre. Proprio pensando all11 ottobre u.s. risento le sue parole: Far memoria del Concilio non deve essere una pura celebrazione fine a se stessa, ma deve spingerci ad abitare i deserti del mondo, che sono tanti e attendono sempre di fiorire per mezzo della Parola di Dio attraverso la nostra fede. Spero di aver capito bene e per questo il mio pensiero va ancora al quotidiano, dove la nostra fede si gioca e ci trasforma insieme ai nostri compagni di viaggio, vicini e lontani, tutti accomunati dal desiderio di momenti straordinari per corroborare una volta di pi lordinario, la faccia autentica della vita vera. A tutti laugurio di un Santo Natale 2012 e di un buon inizio del nuovo anno 2013 Andrea Spinelli Da Figlioli e piante di Paolo n. 113.
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un AVVENIMENTO

30 dicembre 2012:

Festa della Sacra Famiglia

La famiglia, prima scuola di santit


di Ermes Ronchi dal Vangelo di san Luca (2,41-52) (...) Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava E tutti quelli che ludivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: Figlio, perch ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre de io, angosciati, ti cercavamo. Ed egli rispose loro: Perch mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?. Ma essi non compresero ci che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso (...). La santa Famiglia di Nazareth porta un messaggio a tutte le nostre famiglie, lannuncio che possibile una santit non solo individuale, ma una bont, una santit collettiva, familiare, condivisa, un contagio di santit dentro le relazioni umane. Santit non significa essere perfetti; neanche le relazioni tra Maria Giuseppe e Ges lo erano. C angoscia causata dal figlio adolescente, e malintesi, incomprensione esplicita: ma essi non compresero le sue parole. Santit non significa assenza di difetti, ma pensare i pensieri di Dio e tradurli, con fatica e gioia, in gesti. Ora in cima ai pensieri di Dio c lamore. In quella casa dove c amore, l c Dio. E non parlo di amore spirituale, ma dellamore vivo e potente, incarnato e quotidiano, visibile e segreto. Che sta in una carezza, in un cibo preparato con cura, in un soprannome affettuoso, nella parola scherzosa che scioglie le tensioni, nella pazienza di ascoltare, nel desiderio di abbracciarsi. Ci sono due amori: lamore di Dio e lamore umano. C un unico grande progetto, un solo amore che muove. Adamo verso va, me verso lamico, il genitore verso il figlio, Dio verso lumanit, a Betlemme. Scese con loro a Nazareth e stava loro sottomesso. Ges lascia i maestri della Legge e va con Giuseppe e Maria che sono maestri di vita. Per anni impara larte di essere uomo guardando i suoi genitori vivere: lei teneramente forte, mai passiva; lui padre non autoritario, che sa anche tirarsi indietro. Come poteva altrimenti trattare le donne con quel suo modo sovranamente libero? E inaugurare relazioni nuove tra uomo e donna, paritarie e senza paure?
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Le beatitudini Ges le ha viste, vissute, imparate da loro: erano poveri, giusti, puri nel cuore, miti, costruttori di pace, con viscere di misericordia per tutti. E il loro parlare era: s, s; no, no. Stava cos bene con loro, che con Dio adotta il linguaggio di casa, e lo chiama: abb, pap. Che vuole estendere quelle relazioni a livello di massa e dir: voi siete tutti fratelli. Anche oggi tante famiglie, in silenzio, lontano dai riflettori, con grande fatica, tessono tenaci legami damore, di buon vicinato, daiuto e collaborazione, straordinarie nelle piccole cose, come a Nazareth. Sante. La famiglia il luogo dove si impara il nome di Dio, e il suo nome pi bello : amore, padre e madre. La famiglia il primo luogo dove si assapora lamore e, quindi, si gusta il sapore di Dio. La casa il luogo dove risiede il primo magistero, pi importante ancora di quello della Chiesa. E dalla porta di casa che escono i santi, quelli che sapranno dare e ricevere amore e che, per questo, sapranno essere felici.
P. Ermes Ronchi (da Avvenire, 27 dicembre 2012)

Milano: chiesa "Sacra Famiglia di Nazareth"

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Un' Evangelizzazione in discoteca


TESTIMONIANZA di una GIOVANE Questa che vi racconter la testimonianza di un mio tentativo di evangelizzazione, accaduto verso la fine dello scorso ottobre. Con tale parola non intendo ergermi ad insegnante di come si debba diffondere la parola di Dio, ma volevo raccontarvi la curiosa circostanza in cui mi sono ritrovata a parlare di spiritualit. A differenza della maggior parte dei miei coetanei (ho 21 anni), non sono una ragazza che ama andare in discoteca: un posto che non frequento volentieri e ci vado solo se costretta da occasioni speciali (compleanni o, come in questo caso, una festa di laurea). Qualche mese fa sono stata invitata in una discoteca di Milano per festeggiare il conseguimento della Laurea in Medicina di un mio amico, ma come al solito mi sono sentita molto a disagio: non mi piace ballare, non bevo e non fumo, perci non c da stupirsi che mi sia appropriata di uno dei divanetti addossati alla parete e che abbia passato gran parte della festa a scambiare qualche parola (anzi, data la musica assordante, direi pi che altro a gridare qualche parola!) con il festeggiato e qualche suo amico. Il bilancio della serata sarebbe stato senza dubbio negativo, se non fosse che Dio ha voluto scegliere questo luogo, antitesi della spiritualit, come scenario per unevangelizzazione! Una testimonianza alquanto strana, e fatta certo in circostanze particolari, ma quando lass si decide qualcosa, non c ma che tenga! Vi racconto com andata. Ero seduta sul divanetto con un succo di frutta in mano, quando si avvicinato uno degli amici del festeggiato. Lo conoscevo di vista, sapevo giusto il suo nome, e ci eravamo scambiati qualche parola solo il giorno prima, ma niente di pi; si era preso una pausa dal ballare e si seduto di fianco a me. Con tono molto leggero, ha esclamato che era molto stanco, e ha colorito lespressione con una
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bestemmia. Senza rimproverarlo, ho fatto una smorfia di disappunto, che per non gli sfuggita, perch mi ha chiesto: Ti d fastidio?. S gli ho risposto. Mi ha guardato e mi ha chiesto Tu credi?. Gli ho sorriso, e ho detto S, senza esitazione; allora mi ha domandato: Ah, lo chiedo a te, che magari lo sai. Come ci si fa a sbattezzare?. Sbattezzare?!. Ero stupita e rattristata, in parte perch non pensavo che si potesse fare, ma soprattutto perch cera qualcuno che desiderava volontariamente privarsi del grande dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto durante il battesimo! Non credo che ci si possa sbattezzare... ho cominciato, un po esitante, ...ma anche se si potesse fare, credo proprio che non sarei io a dirti come si fa! gli ho detto con un sorriso. Ma lui ha ribattuto: S, ma non giusto! Scommetto che se lo chiedo al prete della mia chiesa, non me lo dice! Non ho voluto battezzarmi io, una cosa che mi hanno imposto i miei genitori, non lho scelto io, per adesso ho il diritto di scegliere, no? Perch non me lo fanno fare?. Nonostante la musica ad altissimo volume che ci costringeva a gridare, non volevo abbandonare quella conversazione; io non sapevo bene come rispondergli, ma in quel momento intervenuto lo Spirito a illuminarmi! Gli ho detto: vero, non lhai scelto tu, e in effetti Dio ci ha donato il libero arbitrio, quindi non ci d obblighi o costrizioni, per sai, sarebbe brutto rinunciare al battesimo...ti allontani da una strada molto bella, perch dici di no allo Spirito Santo. Immaginatevi la scena: in discoteca, a gridarci nelle orecchie per sentirci, circondati da ragazzi che ballavano in modo forsennato, e noi a discutere dello Spirito Santo! Dopo questa frase stato zitto per un po, e io non ho insistito. In fondo vero, Dio ci ha donato la capacit di essere artefici della nostra vita, ma che vita sarebbe, se ci privassimo di lui?! Dopo queste parole ho continuato a farmi i fatti miei: se avesse avuto qualche domanda, avrebbe parlato lui. Infatti, dun tratto si voltato verso di me e mi ha chiesto a bruciapelo: Ma gli Angeli esistono?. Ho sorriso tra me e me: non ero io che predicavo in modo autoritario, tu devi credere, tu devi pregare, ma era lui a pormi delle domande. Lo Spirito stava operando! S, certo che esistono! Ah s? E dove sono? mi ha chiesto in tono canzonatorio. Ovunque; qui dentro pieno zeppo di Angeli, anche se non li vedi. Rispondevo poco e limitavo le spiegazioni: quanto avrei voluto parlare, quante belle cose si potrebbero raccontare della vita con Dio, ma a chi lontano da questa vita sembrerebbero solo delle farneticazioni deliranti di persone esaltate, quindi ho aspettato che fosse lui a incuriosirsi. Infatti, mi ha chiesto: E la storia dellAngelo Custode? Non una storia gli ho sorriso, vuoi o non vuoi ne hai uno anche tu. S? Dove?; si voltato verso la sua spalla: Non lo vedo! Ciao Angelo! Dove sei?. Queste battute mi rendevano molto triste: fa male vedere che ci sono persone che non credono agli Angeli. Pensateli, pieni di aspettativa, che non vedono
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lora di rendersi utili, pronti a mettersi al nostro servizio, e invece sono derisi, dimenticati, mortificati, abbandonati. Intristire un Angelo una delle cose pi dolorose che si possano pensare. Con tutta la naturalezza del mondo, ho risposto usando le parole di Lorna Byrne, una donna irlandese, autrice di due libri straordinari, che da quando era bambina vede e parla con gli Angeli quotidianamente: LAngelo Custode sta dietro la tua spalla destra (a meno che tu non sia un uomo di Dio, come un sacerdote, perch in tal caso sta a sinistra), circa tre passi dietro di te, sollevato da terra da una sorta di cuscino di energia,e non aspetta altro che essere chiamato. Era sbalordito: non si aspettava che rispondessi cos! E il diavolo cos? mi ha chiesto, dopo un attimo di silenzio . Ho fatto una pausa, perch non sapevo bene da dove iniziare a spiegargli, e volevo che mi prendesse sul serio: troppo spesso si pensa che il maligno non esista, e questa sottovalutazione estremamente pericolosa! Poi ha aggiunto: Com, c un diavoletto sulla spalla e langioletto sullaltra?. Ho pensato che questimmagine potesse essere pi vicina al suo immaginario, allora gli ho detto: Beh s, questo un modo di vederla...ogni volta che fai qualcosa che la tua coscienza ti suggerirebbe di non fare, e tu ti auto-giustifichi, quello il diavolo che mette a tacere la voce del tuo Angelo. sulla tua spalla nel senso che sempre pronto a tentarti, a distoglierti dai buoni pensieri, dalle buone azioni, e pi tu lo ascolti, pi lui contento. stato zitto un attimo a guardarmi, e mi ha chiesto: Ma tu ci credi davvero a queste cose?. Non era una domanda posta con tono derisorio: era una curiosit sincera, e gli ho rispostoS!. Per un po siamo stati in silenzio; attorno a noi, i ragazzi ballavano scatenati, il che rendeva la nostra conversazione un po fuori luogo, ma nessun luogo e nessun momento sono quelli sbagliati, quando si opera per conto di Dio! Infatti, dopo aver finito il suo cocktail con un rumoroso risucchio dalla cannuccia, ha deglutito e, fissando un punto lontano, ha mormorato (e per sentirlo ho dovuto fare uno sforzo incredibile!), quasi come se parlasse a se stesso: In fondo io penso che luomo abbia bisogno di una spiritualit; voglio dire, non puoi affidarti alle cose del mondo, perch passano e sono diverse da come ti aspettavi, no?; ho annuito, ma non ho detto niente, perch ho pensato che forse era la prima volta che rifletteva ad alta voce sulla questione: non sarei stata certo io a interromperlo! Cio ha continuato, certe volte sento il bisogno di pregare, per poi mi sento stupido e dico Vabb, fa niente. Mi ha guardato. Tu come fai?. Non lho dato a vedere, ma ero esultante! Un ragazzo che era partito con Come ci si pu sbattezzare mi stava chiedendo come si prega! Mi sono stretta nelle spalle. Beh, non c un modo solo di pregare g ho detto. Ci sono le preghiere tradizionali, ma anche una richiesta sincera che viene dal cuore, detta con parole tue, una preghiera. Anche un compito svolto con impegno e per il bene degli altri una preghiera.
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Dato che stava ad ascoltarmi, ho ripreso largomento degli Angeli, che mi tanto caro, lo mi sono avvicinata alla preghiera solo qualche anno fa, quando ho capito limportanza del mio Angelo Custode, perch prima ripetevo meccanicamente il Padre Nostro e lAve Maria, ma se le dici senza crederci non valgono! Invece gli Angeli pregano con noi e per noi. Cio? Cio, soprattutto da quando ho iniziato luniversit, mi sono resa conto che da sola non potevo farcela, ma avevo bisogno di affidarmi a qualcuno, per mi vergognavo a pregare direttamente Dio o Ges, allora pi facile se parli con il tuo Angelo, chiedendogli se pu elevare lui le tue preghiere. E funziona? Finora, ho visto che le mie preghiere vengono ascoltate, ma anche quando non passo un esame o qualcosa non va come voglio io, non mi arrabbio, perch non quello che Dio aveva deciso per me, e c per forza qualcosa di meglio che ha pensato per me!. Era un po dubbioso, infatti mi ha detto: Secondo me sei tu che ti sottovaluti. Questobiezione me lhanno gi fatta ho risposto, sorridendo. A volte, le persone si sentono quasi offese, quando si dice loro che Dio disposto a guidarci, se Gliene diamo la possibilit; si sentono oltraggiate, come se si mettesse in dubbio la loro bravura, la loro intelligenza...ma non capiscono che tutte queste capacit le abbiamo, s, ma perch sono doni di Dio! Se non fosse stato per lui, non avremmo nulla! Quindi, sorridendo, gli ho spiegato: Guarda, io ho unottima autostima, ma puoi credermi, se ti dico che in tanti casi, senza la forza dello Spirito Santo, non ce lavrei fatta mai e poi mai!. La sua risposta stata una specie di grugnito, Hmmm, e si abbandonato contro lo schienale del divanetto. Per qualche minuto siamo stati in silenzio, poi mi ha raggiunto una mia amica, e da l abbiamo cambiato argomento. Non so quanto sia rimasto di quello che ho cercato di comunicargli, ma solo il fatto di averci provato mi rende speranzosa! Con questa piccola testimonianza vorrei esortare tutti i fratelli e le sorelle che fanno parte dei Gruppi di Preghiera a parlare di Dio, senza paura,n vergogna! Quante derisioni ci saranno, quante battute sarcastiche, quanti scontri! Nonostante tutto, per, io non mi arrendo, e, guidata dallo Spirito Santo, cercher di continuare a testimoniare, per avvicinare quanti pi fratelli posso allAmore di Ges! Eufemia Serena Trezzano sul Naviglio (Milano)

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PRIZREN (Kosovo)

Ho trovato la Verit
TESTIMONIANZA
Mi chiamo Kaltrina Gashi, sono nata in una famiglia musulmana, nella Regione di Drensa, Drenica, paese dove tutti sono di religione musulmana. Allet di 13 anni, il giorno di Natale, assistetti alla trasmissione televisiva del film Ges di Nazareth: mi immersi completamente nella visione di quel programma e rimasi incantata dalla figura di Ges e da quel momento, non so come Egli abbia preso possesso della mia anima. Le opere fatte, i miracoli da lui compiuti, le parole pronunciate nei suoi messaggi si erano disseminate nel mio cuore e non mi lasciavano requie: pensavo sempre a Lui, alla sua dolce figura, a tutte le sofferenze patite per amore degli uomini, finch mi sono detta: Vorrei anchio seguire Ges! S, voglio appartenere a Cristo. In seguito ho potuto ricevere tra le mani il Nuovo Testamento, ho letto con molto fervore, le parole del Vangelo: mi risuonavano nellanima come una dolce musica. Ma dove vivevo io non potevo avere contatti con nessuno, n ero a conoscenza della presenza dei cattolici in Kosovo. Attraverso i mezzi di comunicazione, potei conoscere la figura di Papa Giovanni Paolo II che mi rimase subito scolpita nel cuore ed ancor oggi la sento spiritualmente vicina, perch mi dicevo lui appartiene a Cristo. Come vorrei esserlo anchio! La prima persona cattolica che ho conosciuto stato il Vicario Generale del Kosovo, Don Lush Gjergji, sempre in trasmissione alla TV che mi ha maggiormente convinto nel Pristina (Kosovo) Kaltrina Gashi mio desiderio di appartenere a Ges. Durante i miei studi allUniversit, ogni giorno, passando davanti alla Cattedrale ancora in costruzione a Pristina, dedicata alla Beata Madre Teresa di Calcutta, la guardavo con ammirazione e dicevo tra me: O Signore, quando potr entrare in una Chiesa? Quando si aprir per me quella porta?. In verit, il cuore mi portava quasi fino allentrata, ma ero trattenuta da una forza superiore che me lo impediva e fra me pensavo: tanto non saprei nemmeno che cosa chiedere!. Non conoscevo ancora bene il Cristianesimo, n la cosiddetta Chiesa fondata da Cristo e con discrezione osservavo tutto ci che la riguardava. Di una sola cosa tuttavia non ho mai dubitato, della Verit che Ges Cristo venuto a portare al mondo. In questi ultimi anni, ho incontrato alcuni amici cattolici e insieme a loro, mi sono
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avvicinata a quella famosa porta per la quale chiedevo spesso al Signore "quando mi sar aperta?". Da quel momento mi si spalanc e mai pi si rinchiuse. Presso lerigenda nuova Cattedrale, c il Vescovado del Kosovo, e per la prima volta ho potuto incontrare il Vescovo Don Lush Gjergji, luomo molto amato da tutto il nostro popolo; ho provato subito unimmensa gioia, convinta che l avrei trovato la verit, mentre prima era una semplice sensazione personale. Erano trascorsi solo tre giorni della grande festa per il Centenario di Madre Teresa, (5 settembre 2010) e dopo tre o quattro incontri, iniziai a frequentare il catechismo, dove avrei meglio conosciuto la persona di Ges Cristo. E tanta era la gioia interiore che provavo che quando uscivo dal catechismo avevo la sensazione non di camminare, ma di volare, mi sentivo come avvolta da una vampa di fuoco e una pace indescrivibile si impadroniva di tutta me stessa. Quanto mi sembrava piccolo allora il mondo, mentre a me era data la sensazione di abbracciare limmensit del cielo! Durante la preparazione, ho espresso il desiderio di essere battezzata il giorno di Natale, perch stata questa festa (anni prima) che mi aveva aperto gli occhi e il cuore alla conoscenza di Ges Cristo per la prima volta. Cos, il 25 dicembre 2010, potei ricevere il santo Battesimo: non vi so dire la mia esultanza! Mi sentivo inondata da una pace e un amore senza limiti. Permettetemi che vi descriva in semplicit la vigilia e la conclusione di questa grande festa. Mi ripetevo: "Questa notte Ges nasce per tutti, ma domani nascer solo per me e dentro di me!". Al sorgere del giorno benedetto, al mattino sono partita per Pristina, accompagnata nel viaggio dalla pioggia, dal sole e dallarcobaleno. Era come se la pioggia mi dicesse - Sii fruttuosa come sono io, il sole mi ripetesse Sii luminosa come sono io. Infine larcobaleno mi augurava: Sii felice! Rappresento lAntico Testamento che si congiunge al Nuovo e a lui ti lega per sempre. O Signore venuto il momento! Mi sembrava che mi venissero incontro Ges, la Beata Vergine, gli Angeli e tutti Santi per accompagnarmi a questa cerimonia in una piccola Chiesa. Prima di ricevere il Battesimo, sentivo nel mio spirito come un peso strano, che svan subito che lebbi ricevuto. Poi la santa la Comunione: non so descrivere quei momenti di profonda intimit con Ges A Lui ho promesso, alla presenza degli Angeli e dei Santi che sar sua fedele testimone sempre, anche se mi sar chiesta la vita in cambio. Il fuoco dello Spirito Santo continuer ad accompagnarmi e a sostenermi. Mi piace chiudere la mia piccola testimonianza con una Beatitudine pronunciata da Ges: "Beati i puri di cuore perch vedranno Dio. Vi amo in Cristo. Kaltrina Gashi.

P.S. Kaltrina Gashi lautrice di questa testimonianza, ora lavora nel Vescovado di Pristina ed una forte collaboratrice e amica delle Angeliche di san Paolo residenti a Pristina. Accompagniamola con la nostra preghiera.
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la Pagina Missionaria

Chi non ricorda di aver ricevuto almeno una volta per posta o per altre vieaeree e non il ciclostilato di questa semplice, ma significativa immagine? In cinquantanni, non assolutamente cambiata e ogni due, tre volte allanno, si presenta a noi nella sua tipica veste originale. Non sar pi usato il vecchio e superato ciclostile, altri mezzi moderni sono arrivati anche in Africa e, grazie ai nuovi meccanismi elettronici superdotati, si corre pi veloci ovunque, anche in Africa! E allora E semplicemente per una ragione di cuore: mantenere, pur in uno stile migliore di vita, il ricordo di un passato vissuto in semplicit, nella pi estrema povert condivisa con la gente del luogo, anche e soltanto nella grafica di una pagina che, nonostante tutto, ha saputo sfidare il tempo, ben 50 anni! Del resto, sempre stata la caratteristica principale di Madre Elena, trasmessa poi alle sue figlie, quella di guardare al futuro, di migliorare le varie situazioni di disagio rimanendo saldamente ancorate nello spirito alla semplicit evangelica dei primi tempi di fondazione, come lo era stato per le prime Angeliche nel Cinquecento.
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Dietro quel foglio ingiallito dal tempo e allapparenza insignificante, condensata unintensa vita di sacrifici, di preghiere, di eroismo di tante nostre consorelle che hanno voluto continuare a trasmettere alle nuove generazioni africane lunico messaggio importante: quello dellamore! Grazie, Sorelle, per la fedelt in cui continuate la strada tracciata dalle vecchie Madri, dimostrando come anche al presente, ricco di novit e di innovazioni di ogni tipo, si possa rimanere agganciate al passato, i cui riferimenti tipici sono dati dalle nostre Costituzioni. A voi tutte, i nostri migliori Auguri, affinch nella seconda met di secolo che vi attende, possiate allargare le frontiere della vostra carit, dellevangelizzazione, della cultura anche, sempre in uno stile semplice di vita che ha caratterizzato i vostri inizi e, non dimenticatelo, con la benedizione del Signore! AD MULTOS ANNOS a tutte!

Africa... che fioritura di Angeliche!

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anni di presenza delle Angeliche di san Paolo in Africa: - Rep. Dem. del Congo e Rwanda Murhesa (rep. DeM. Congo)
Carissime Consorelle, Amici e Benefattori tutti, Eccoci ancora vicine a voi animate di buona volont e di tanto fervore, per iniziare insieme questo nuovo anno apostolico dopo una piccola sosta dalle grandi vacanze... Questanno particolarmente significativo sia per la Chiesa, sia per le Missioni delle Angeliche in Africa. In coincidenza con linvito del Santo Padre che ha proclamato questanno Anno della fede, in Africa, le Angeliche ricordano 50 anni di fondazione delle loro Missioni. Non a caso che questi due eventi coincidono, proprio perch ci vuole un pizzico di fede per vedere e capire quanto il Signore sia stato Grande anche verso di noi! Percorrendo anni e avvenimenti, possiamo rivolgerci a voi per cantare con il salmista: Gustate e vedete quanta buono il Signore.... E con immensa gratitudine a Lui che ci stiamo preparando a questo grande evento che si inserisce nella Storia della nostra Congregazione, con lo stesso spirito di SantAntonio Maria Zaccaria che esortava le sue care Figlie Angeliche: Figliuole care, spiegate le vostre bandiere, che presto il Crocifisso vi mander ad annunziare la vivezza spirituale e lo spirito vivo dappertutto. (SAMZ, V lettera) A voi, Madre Bianca, Madre Saveria, Madre Enza, Madre Carmen, Madre Bruna che avete trascorso parte dei vostri anni pi belli qui in terra africana vi diciamo che vi siamo vicine con la preghiera, nella riconoscenza e nel ricordo affettuoso anche delle Madri che non sono pi, ma hanno lasciato tutte unimpronta profonda di bene nel nostro Paese. Vogliamo ricordare fra tutte lindimenticabile e intramontabile Madre Elena Mastrogiacomo, Madre Dulce Pacheco (brasiliana), M. Alessandrina, M. Noemi, e M. Cecilia. Il Signore conceda loro la mercede riservata agli Apostoli del suo Vangelo. Ed ora, carissime Consorelle ed amici tutti delle nostre Missioni, vi rivolgiamo un caldissimo invito: vi aspettiamo tutti con vivissimo desiderio di rivedervi qui in Africa il 5 luglio 2013 per la celebrazione del 50 di Fondazione delle nostre Missioni a cui, in parte, anche voi avete collaborato e non poco!
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Nel 1963, lAfrica chiam in aiuto per la sua gente - precisamente a Bukavu, (Zaire - ora Congo), anche le figlie di sant Antonio M. Zaccaria che, volentieri spiegarono le loro bandiere mettendosi a servizio sia della chiesa locale, sia della numerosa popolazione che rispose subito alle sollecitazioni di una vita cristiana pi autentica. E sorsero vocazioni locali benedizione del Signore! M. Elena con M. Alessandrina e M. Saveria al presente, le forze ita- le Tre Missionarie liane declinano e sentiamo fortemente la loro mancanza, ma in un momento storico di crisi di vocazioni anche italiane, il Signore ha permesso che oggi sia il Congo a muoversi nelle varie opere apostoliche e sociali del suo Paese. Indubbiamente, siamo pronte a fare la nostra parte, proprio per riconoscenza alla Congregazione, mentre ricordiamo lazione meravigliosa svolta dalle precedenti Madri Generali che non hanno esitato a dare il meglio delle loro forze per lo sviluppo delle Missioni Africane. Ci sia gradito ricordare in modo tutto speciale la Rev.ma Madre Giovanna Brambini, sempre allavanguardia nel settore missionario e la Rev.ma Madre Armanda Ponsiglione, stroncata dalla malaria dopo lultimo viaggio in Africa. E per voi amici che ci seguite da anni?! Cosa possiamo fare?! Ci stiamo pensando... Dateci solo un po di tempo per organizzarci. Fin da ora, Madre Valentina si messa a disposizione per risolvere ogni problema sia di soggiorno, sia di altro. Dobbiamo dire che la prossima ricorrenza che stiamo preparando non la nostra festa... ma la vostra! la festa di ognuno di voi. Grazie, perch ci seguite sempre con la vostra generosit e la vostra preghiera. La scuola M. Elena prosegue bene: 10 aule gi pronte e due in costruzione. Possiamo dire che le aule per la scuola elementare sono sufficienti. Grazie al buon Dio! Desidereremmo, se sar possibile, piano piano, magari con un aula allanno di continuare la costruzione per il secondario che una grande richiesta fatta dai genitori. Anche le altre due scuole di Murhesa, il Liceo Madre Armanda e la Scuola Elementare proseguono bene. Anzi...il numero degli alunni sta aumentando e richiederebbe altre aule. Non ci crederete, ma abbiamo aule affollate di 70 alunni. Praticamente diventa difficile allinsegnante seguire un numero cosi grande di alunni. Purtroppo, ci avviene per mancanza di altre scuole locali un poco pi affidabili. Comunque la Provvidenza ci penser!!!
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Anche noi siamo soddisfatte nel riuscire a valorizzare quello che da voi riceviamo per aiutare tanta gente, accettando come voi, sacrifici e rinunce. Vi aspettiamo tutti in Congo, Vi ringraziamo di cuore, perch con affetto riuscite a sensibilizzare tanta gente, coinvolgendo numerose persone nella realizzazione di azioni concrete caritative, lavorando a tempo pieno, mettendo a disposizione le vostre forze e qualit che ognuno possiede a beneficio del popolo africano e delle nostre opere. Potete essere soddisfatti di quello che avete gi fatto, anche per continuare insieme il nostro cammino... Non trovando unaltra occasione, porgiamo a tutti gli auguri pi belli per un Natale santo e sereno, Felice Anno Nuovo e tanta pace nel Signore. Per chiunque volesse venire in Africa per la celebrazione del cinquantesimo della nostra presenza, preghiamo di contattarci in anticipo ai numeri: 00243 993564048 oppure 00243 997047412. Grazie di cuore e a presto!!! Con tanto affetto, Madre Maria Goretti e tutte le Angeliche Africane

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Liete ricorrenze
25 di Professione Religiosa
NOVO HAMBURGO (Brasile) 27 dicembre 2012 RIO DE JANEIRO (Brasile) 27 dicembre 2012 Irma Maria Jandira Pereira Irma Rita de Cascia Pereira Lima

50 di professione Religiosa
Milano 2 gennaio 2012 M. Alda Mollaschi

Professione Perpetua
Siamo liete di comunicare la bella notizia che la seconda Angelica cilena di Puente Alto (Santiago) ha raggiunto il suo ideale, quello di consacrarsi per sempre al Signore, mettendosi al suo servizio e allevangelizzazione fra la sua gente. A lei, i migliori Auguri di tutte le consorelle Angeliche. No os hagais menores a la vocacin que habis sido llamados" San Antonio M. Zaccaria

Puente Alto (Santiago- Chile) 17 novembre 2012


Angelica Marcela Romero Lpez ha celebrato la sua Professione Perpetua il giorno dedicato a Maria SS.ma, Madre della Divina Provvidenza, nella cerimonia presieduta da P. Angelo Leita Superiore Provinciale dei Barnabiti del Chile
Pur nella non presenza e nella lontananza, siamo vicine spiritualmente ad Angelica Marcela, chiedendo per lei alla nostra Sovrana e Protettrice, la Madre della Divina Provvidenza, che le sia compagna di viaggio nel suo cammino verso la santit.
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50o di Professione Religiosa


Madre Alda M. Mollaschi
Milano, 6 gennaio 2013
Quasi allinsaputa dellinteressata, la preparazione per la solenne celebrazione di un 50 di Professione Religiosa ha avuto esito pi che positivo. Tutte sapevamo che M. Alda era piuttosto schiva di qualsiasi esternazione: desiderava solo una semplice funzione privata nella raccolta cappella dellIstituto, con la sua Comunit di cui, proprio pochi giorni prima di Natale, era divenuta la nuova Superiora. Tuttavia, pur consentendo alle sue richieste, rispettandone i desideri, in silenziosa complicit, si pot allestire il tutto in uno stile semplice, molto intimo e familiare, con una minima partecipazione di parenti e conoscenti, come era suo desiderio, per poter vivere in dolce fraternit con le sue consorelle il giorno particolare del suo rendimento di grazie al Signore. Cos con una collaborazione comunitaria pi intensa e con laiuto anche di persone a noi vicine, la festa, programmata nei suoi minimi particolari, con un pizzico di grazia e di femminilit, che non sfugge allocchio attento dellinvitato, opera soprattutto di Madre Silvana, la vicesuperiora, ebbe il suo culmine nella celebrazione di una solenne santa Messa, presieduta da S.Ecc.za Rev.ma Mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona (Chieti), amico di lunga data della nostra Congregazione. Concelebranti P. Tommaso Ferraresi e P. Alessandro Sacchi del P.I.M.E. dei quali da molto tempo usufruiamo dei loro servizi liturgici e che cogliamo loccasione per rin40

Roma 1963 - Milano 2013 di

graziarli di tutto ancora una volta. Il Vescovo celebrante, commentando il Vangelo del giorno, lEpifania del Signore, si ferm in modo speciale sulla virt della speranza, compagna di viaggio dei Magi alla ricerca della stella che li avrebbe condotti alla conoscenza del nuovo Re-Messia. La loro speranza non fu vana, anzi fu premiata dallo splendore di luce di quellastro che riapparve loro, non appena usciti da Gerusalemme. Era un invito rivolto a tutti noi, ma in modo speciale alla festeggiata, perch nutrissimo sempre una speranza viva nellaiuto quotidiano del Signore che sa illuminare il nostro cammino, anche nei giorni pi bui, in cui ci sembra di aver smarrito quella luce, perch il Signore sempre con noi! Tre i doni simbolo dei Magi offerti a Ges, come tre sono quelli nuovamente offerti dalla Madre che in quel giorno, dopo 50 anni, ripeteva la sua donazione allo Sposo divino, nella commossa lettura della formula di rinnovazione dei voti di povert, castit e obbedienza. La solenne celebrazione non poteva terminare senza uninvocazione al nostro Santo Padre Fondatore Antonio M. Zaccaria, con il tradizionale inno Respice de coelo, Pater. Il resto?! Festa di famiglia, fra scambi di saluti e congratulazioni varie, con l'usuale taglio della torta e linvito a tutti a partecipare al dulcis in fundo. Alla carissima Madre Alda i nostri affettuosi Auguri con la promessa di viva e fraterna collaborazione nel suo quotidiano e non indifferente lavoro. Le consorelle Angeliche di Milano

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Messaggio Augurale
Silenzio tutt'intorno c'e' solo il cuor che canta la dolce melodia di 50 anni passati ad amar. L'ombra della sera ripete la preghiera per Colei che per noi fu scelta come Madre della nostra Comunita'. Grazie, Madre, per tutto il bene che hai compiuto per la nostra Congregazione; per la Casa di Milano non hai faticato invano. Grazie, perche' come una di noi, hai lavorato, hai faticato, ma soprattutto hai pregato, hai amato. A Te, cara Madre, il nostro Augurio: possa essere accanto a ciascuno di noi, nei momenti di gioia e di dolore, pronta la tua ala a prestare per chi stenta alto a volare. Ma l'Augurio migliore che oggi formuliamo e' che Tu possa incontrare il Signore ogni volta che vivi l'amore. le Consorelle di Milano
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Testimonianza
Ripensando ai miei 50 anni di vita religiosa, posso solo dire: Quid retribuam Domino pro omnibus quae retribuit mihi? - che cosa render al Signore per tutto quello che mi ha dato?Nel ricordo di tutti questi anni, che non sono pochi se pur passati come un soffio, ho rivissuto con gioia i momenti pi belli della mia vita ed anche quelli sofferti, perch ora sono tutti nel cuore del mio Dio. Dir subito che non mi stato facile rispondere alla chiamata alla vita religiosa nella mia Congregazione: ricordo la guerra in famiglia, perch figlia unica con mille progetti da parte dei miei genitori. Tuttavia quando il Signore vuole e sceglie non ci sono ragionamenti umani che reggano, non c il come il dove il se,non ti accada di combattere con Dio. E cos stato: alla fine della battaglia, il Signore ha riportato la sua vittoria dando gioia e serenit ai miei genitori. Prima di entrare in convento, di nascosto da loro, ricordo i vivaci colloqui con la cara M. Generale Madre Giovanna Brambini che mi accolse poi a braccia aperte nella sua famiglia religiosa. Da lei ho appreso il modo di essere decisiva e forte in alcune scelte della vita. Poi lentrata in Noviziato: come dimenticare il periodo di formazione con lamata Madre Maestra, Madre Mariangela Bardella e il periodo di juniorato con lindimenticabile Madre Armanda, poi divenuta mia Madre Generale? Il mio pensiero, in questo momento, corre con la memoria al giorno 2 gennaio del 1963, giorno della professione religiosa, attorniata e festeggiata da tante consorelle, da tanti parenti. Giorno indimenticabile soprattutto per un fatto che mi ha colpito profondamente. Terminata la sacra funzione, il mio cuore sembrava scoppiare di gioia, per la meta raggiunta insieme alla mia consorella Ang. Irene De Leo, che se n andata presto a ricevere il premio eterno e da lass, oggi, mi sorride.
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Mentre ero al colmo della mia felicit per essermi consacrata al mio Dio, e condividevo la mia gioia con tutti, tra abbracci ed auguri di consorelle e di parenti, mi accorsi che fra le tante persone che stipavano il grande atrio della chiesa di Torre Gaia, non era presente il mio pap. Conoscendo la sua indole, il suo temperamento, nonch il dolore che provava staccandosi per sempre dallunica figlia che tanto amava, mi venne un tuffo al cuore: dove sar andato,mi ripetevo! La cara M. Armanda aveva intuito dove poteva trovarsi mio padre: era rimasto in chiesa, solo... a sfogare il suo dolore col Signore . Appena ci vide, ebbe il coraggio di dirci parole sue: Non vi preoccupate! Piango, perch mi sento felice di aver donato la mia unica figlia al Signore. Caro pap, sei stato un grande uomo, un buon cristiano, un uomo di grande fede. Possa il Signore centuplicare il sacrificio che tu e la mamma avete fatto per me nelleternit beata in cui gi vivete! E oradopo 50 anni da quel memorabile giorno, posso solo dire grazie alla mia Congregazione, la mia seconda famiglia, che ho sempre amato e dalla quale ho ricevuto tanto. Vorrei in questo momento esternare la mia gratitudine alle varie Madri Generali che mi hanno seguito nel mio iniziale cammino di formazione e che in seguito mi hanno dato la loro fiducia nellespletamento dei vari incarichi e responsabilit. Di tutte serbo grato ricordo e la mia viva riconoscenza: a Madre Giovanna Brambini e a Madre Armanda Postiglione che dallalto del cielo mi sorridono e mi proteggono; a Madre Elaine Anaissi, esempio per me di preghiera, di dolcezza e di abbandono in Dio, spronandomi sempre a guardare avanti; a Madre Maria Grazia Fusar Bassini per il suo affetto e la sua stima dimostrati nei miei confronti.. Inoltre, il mio pensiero e grato ricordo va anche a tutte le consorelle che hanno vissuto con me i migliori anni di vita religiosa in questa Comunit,nel servizio umile e silenzioso, in una preghiera incessante, in esempi luminosi di vita comunitaria e che ora gi godono della visione beatifica di Dio, con i miei genitori. Il mio grazie alle Consorelle presenti nella comunit milanese, che hanno dato il meglio delle loro qualit artistiche per dare un tono pi solenne e, direi, pi fraterno a questa giornata che ci ha visto tutte unite nella gioia e nellamore del Signore. continua dopo l'inserto
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Vorrei infine gridare alle giovani di oggi, forse ancora titubanti nel dare prova del loro amore al Signore con una donazione totale di se stesse, quanto sia bello e gratificante, anche se apparentemente sembra il contrario, mettersi al suo servizio, a beneficio dei fratelli. Di tutto sia ringraziato mille volte il Signore! M. Alda Mollaschi asp.

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In

rto se

In attesa della Giornata Mondiale della Giovent


Rio de Janeiro Luglio 2013

Messaggio del Santo Padre ai giovani

Rio de Janeiro: Cristo Redentore - il Corcovado

inserto

Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Giovent


Missionari della nuova evangelizzazione
Cari giovani, vorrei far giungere a tutti voi il mio saluto pieno di gioia e di affetto. Sono certo che molti di voi sono tornati dalla Giornata Mondiale della Giovent di Madrid maggiormente radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede (cfr. Col 2, 7). Questanno, nelle varie Diocesi, abbiamo celebrato la gioia di essere cristiani, ispirati dal tema: Siate sempre lieti nel Signore! (Fl 4, 4). E ora ci stiamo preparando alla prossima Giornata Mondiale, che si celebrer a Rio de Janeiro, in Brasile, nel luglio 2013. Desidero anzitutto rinnovarvi linvito a partecipare a questo importante appuntamento. La celebre statua del Cristo Redentore, che domina quella bella citt brasiliana, ne sar il simbolo eloquente: le sue brccia aperte sono il segno dellaccoglienza che il Signore riserver a tutti coloro che verranno a Lui e il suo cuore raffigura limmenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi. Lasciatevi attrarre da Lui! Vivete questa esperienza di incontro con Cristo, insieme ai tanti altri giovani che convergeranno a Rio per il prossimo incontro mondiale! Lasciatevi amare da Lui e sarete i testimoni di cui il mondo ha bisogno. Vi invito a prepararvi alla Giornata Mondiale di Rio de Janeiro meditando fin dora sul tema dellincontro: Andate e fate discepoli tutti i popoli! (cfr. Mt 28, 19). Si tratta della grande esortazione missionaria che Cristo ha lasciato alla Chiesa intera e che rimane attuale ancora oggi, dopo duemila anni. Ora questo mandato deve risuonare con forza nel vostro cuore. Lanno di preparazione allincontro di Rio coincide con lAnno della fede, allinizio del quale il Sinodo dei Vescovi ha dedicato i suoi lavori a La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Perci sono contento che anche voi, cari giovani, siate coinvolti in questo slancio missionario di tutta la Chiesa: far conoscere Cristo il dono pi prezioso che potete fare agli altri.
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1. Una chiamata pressante


La storia ci ha mostrato quanti giovani, attraverso il dono generoso di se stessi, hanno contribuito grandemente al Regno di Dio e allo sviluppo di questo mondo, annunciando il Vangelo. Con grande entusiasmo, essi hanno portato la Buona Notizia dellAmore di Dio manifestato in Cristo, con mezzi e possibilit ben inferiori a quelli di cui disponiamo al giorno doggi. Penso, per esempio, al Beato Jos de Anchieta, giovane gesuita spagnolo del XVI secolo, partito in missione per il Brasile quando aveva meno di ventanni e divenuto un grande apostolo del Nuovo Mondo. Ma penso anche a quanti di voi si dedicano generosamente alla missione della Chiesa: ne ho avuto una sorprenden te testimonianza alla Giornata Mondiale di Madrid, in particolare nellincontro con i volontari. Oggi non pochi giovani dubitano profondamente che la vita sia un bene e non vedono chiarezza nel loro cammino. Pi in generale, di fronte alle difficolt del mondo contemporaneo, molti si chiedono: io che cosa posso fare? La luce della fede illumina questa oscurit, ci fa comprendere che ogni esistenza ha un valore inestima bile, perch frutto dellamore di Dio. Egli ama anche chi si allontanato da Lui o lo ha dimenticato: ha pazienza e attende; anzi, ha donato il suo Figlio, morto e risorto, per liberarci radicalmente dal male. E Cristo ha inviato i suoi discepoli per portare a tutti i popoli questo annuncio gioioso di salvezza e di vita nuova.

la Croce di Ges della GMG e licona di Maria sono arrivate a San Paolo (Brasile) il 18 settembre 2011. Milioni di giovani erano ad attenderle uniti nella fede in Ges e nell amore a Maria SS.ma

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La Chiesa, nel continuare questa missione di evangelizzazione, conta anche su di voi. Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei! Alla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui questanno celebriamo il 50 anniversario, il Servo di Dio Paolo VI consegn ai giovani e alle giovani del mondo un Messaggio che si apriva con queste parole: E a voi, giovani uomini e donne del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. Perch siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle pi gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dellesempio e dellinsegna mento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la societ di domani: voi vi salverete o perirete con essa. E concludeva con un appello: Costruite nellentusiasmo un mondo migliore di quello attuale! (Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965). Cari amici, questo invito di grande attualit. Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilit inedite di inte razione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sar positiva e far crescere il mondo in umanit solo se sar fondata non sul materiali smo ma sullamore, lunica realt capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio amore. Luomo che dimentica Dio senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo urgente testimoniare la presenza di Dio affinch ognuno possa sperimentarla: in gioco la salvezza dellumanit e la salvezza di ciascuno di noi. Chiunque comprenda questa necessit, non potr che esclamare con san Paolo: Guai a me se non annuncio il Vangelo! (I Cor 9, 16).

2. Diventate discepoli di Cristo


Questa chiamata missionaria vi viene rivolta anche per unaltra ragione: neces saria per il nostro cammino di fede personale. Il Beato Giovanni Paolo II scriveva: La fede si rafforza donandola (Enc. Redemptoris missio, 2). Annunciando il Vangelo voi stessi crescete nel radicarvi sempre pi profonda mente in Cristo, diventate cristiani maturi. Limpegno missionario una dimensione essenziale della fede: non si veri credenti senza evangelizzare. E lannuncio del Vangelo non pu che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza. Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diverse attivit, trover la sua unit nel Signore, costruirete anche voi stessi, cresce rete e maturerete in umanit. Ma che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo linvito a seguirlo, linvito a guardare a Lui: Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt n, 25). Un discepolo, in effetti, una persona che si pone allascolto della Parola di Ges (cfr. Lc 10, 39), ricono sciuto come il Maestro che ci ha amati fino al dono della vita. Si tratta dunque, per ciascuno di voi, di lasciarsi plasmare ogni giorno dalla Parola di Dio: essa vi render amici del Signore Ges e capaci di far entrare altri giovani in questa amicizia con Lui.

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Vi consiglio di fare memoria dei doni ricevuti da Dio per trasmetterli a vostra volta. Imparate a rileggere la vostra storia personale, prendete coscienza anche della meravigliosa eredit delle generazioni che vi hanno preceduto: tanti credenti ci hanno trasmesso la fede con coraggio, affrontando prove e incomprensioni. Non dimentichiamolo mai: facciamo parte di una catena immensa di uomini e donne che ci hanno trasmesso la verit della fede e contano su di noi affinch altri la ricevano. Lessere missionari presuppone la conoscenza di questo patrimonio ricevuto, che la fede della Chiesa: necessario conoscere ci in cui si crede, per poterlo annunciare. Come ho scritto nellintroduzione di YouCat, il Catechismo per giovani che vi ho donato allIncontro Mondiale di Madrid, dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operati vo di un computer; dovete conoscerla come un musicista conosce il suo pezzo; s, dovete essere ben pi profondamente radicati nella fede della generazione dei vostri genitori, per poter resistere con forza e decisione alle sfide e alle tentazioni di questo tempo. (Premessa).

3. Andate!
Ges ha inviato i suoi discepoli in missione con questo mandato: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi creder e sar battezzato sar salvato (Mc 16, 1516). Evangelizzare significa portare ad altri la Buona Notizia della salvezza e questa Buona Notizia una persona: Ges Cristo. Quando lo incontro, quando scopro fino a che punto sono amato da Dio e salvato da Lui, nasce in me non solo il desiderio, ma la necessit di farlo conoscere ad altri.

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Allinizio del Vangelo di Giovanni vediamo Andrea il quale, dopo aver incontrato Ges, si affretta a condurre da Lui suo fratello Simone (cfr. 1, 4042). Levangelizzazione parte sempre dallincontro con il Signore Ges: chi si avvici nato a Lui e ha fatto esperienza del suo amore vuole subito condividere la bellezza di questo incontro e la gioia che nasce da questa amicizia. Pi conosciamo Cristo, pi desideriamo annunciarlo. Pi parliamo con Lui, pi desideriamo parlare di Lui. Pi ne siamo conquistati, pi desideriamo condurre gli altri a Lui. Mediante il Battesimo, che ci genera a vita nuova, lo Spirito Santo prende dimora in noi e infiamma la nostra mente e il nostro cuore: Lui che ci guida a conoscere Dio e ad entrare in amicizia sempre pi profonda con Cristo; lo Spirito che ci spinge a fare il bene, a servire gli altri, a donare noi stessi. Attraverso la Confermazione, poi, siamo fortificati dai suoi doni per testimoniare in modo sempre pi maturo il Vangelo. dunque lo Spirito damore lanima della missione: ci spinge ad uscire da noi stessi, per andare ed evangelizzare. Cari giovani, lasciatevi condurre dalla forza dellamore di Dio, lasciate che questo amore vinca la tendenza a chiudersi nel proprio mondo, nei propri problemi, nelle proprie abitudini; abbiate il coraggio di partire da voi stessi per andare verso gli altri e guidarli allincontro con Dio.

4. Raggiungete tutti i popoli.


Cristo risorto ha mandato i suoi discepoli a testimoniare la sua presenza salvifica a tutti i popoli, perch Dio nel suo amore sovrabbondante, vuole che tutti siano salvi e nessuno sia perduto. Con il sacrificio di amore della Croce, Ges ha aperto la stra da affinch ogni uomo e ogni donna possa conoscere Dio ed entrare in comunione di amore con Lui. E ha costituito una comunit di discepoli per portare lannuncio di salvezza del Vangelo fino ai confini della terra, per raggiungere gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni tempo. Facciamo nostro questo desiderio di Dio! Cari amici, volgete gli occhi e guardate intorno a voi: tanti giovani hanno perdu to il senso della loro esistenza. Andate! Cristo ha bisogno anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore, siate strumenti di questo amore immenso, perch giunga a tutti, specialmente ai lontani. Alcuni sono lontani geograficamente, altri invece sono lontani perch la loro cultura non lascia spazio a Dio; alcuni non hanno ancora accolto il Vangelo personalmente, altri invece, pur avendolo ricevuto, vivono come se Dio non esistesse. A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella semplicit e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia, porter frutto. I popoli ai quali siamo inviati non sono soltanto gli altri Paesi del mondo, ma anche i diversi ambiti di vita: le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavoro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero. Lannuncio gioioso del Vangelo destinato a tutti gli ambiti della nostra vita, senza alcun limite. Vorrei sottolineare due campi in cui il vostro impegno missionario deve farsi anco ra pi attento. Il primo quello delle comunicazioni sociali, in particolare il mondo
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di internet. Come ho gi avuto modo di dirvi, cari giovani, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! [...] A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito della evangelizzazione di questo continente digitale (Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 maggio 2009). Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire lincontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete. Il secondo ambito quello della mobilit. Oggi sono sempre pi numerosi i giovani che viaggiano, sia per motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento. Ma penso anche a tutti i movimenti migratori, con cui milioni di persone, spesso giovani, si tra sferiscono e cambiano Regione o Paese per motivi economici o sociali. Anche questi fenomeni possono diventare occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo. Cari giovani, non abbiate paura di testimoniare la vostra fede anche in questi contesti: un dono prezioso per chi incontrate comunicare la gioia dellincontro con Cristo.

5. Fate discepoli!
Penso che abbiate sperimentato pi volte la difficolt di coinvolgere i vostri coeta nei nellesperienza di fede. Spesso avrete constatato in molti giovani, specialmente in certe fasi del cammino della fede ci sia il desiderio di conoscere Cristo, di vivere i valori del Vangelo, ma questo sia accompagnato dal sentirsi inadeguati e incapaci. Che cosa fare? Anzitutto la vostra vicinanza e la vostra semplice testimonianza sar un canale attraverso il quale Dio potr toccare il loro cuore. Lannuncio di Cristo non passa solamente verso le parole, ma deve coinvolgere tutta la vita e tradursi in gesti di amore. Lessere evangelizzatori nasce dallamore che Cristo ha infuso in noi; il nostro amore, quindi, deve conformarsi sempre di pi al suo. Come il buon Samaritano, dobbiamo essere sempre attenti a chi incontriamo, saper ascoltare, comprendere, aiutare, per condurre chi alla ricerca della verit e del senso della vita alla casa di Dio che la Chiesa dove c speranza e salvezza (cfr. 10, 2937). Cari amici, non dimenticate mai che il primo atto di amore che potete fare verso il prossimo quello di condividere la sorgente della nostra speranza: chi non d Dio, d troppo poco! Ai suoi apostoli Ges comanda: Fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ci che vi ho comandato (Mt 28, 1920). I mezzi che abbiamo per fare discepoli sono principalmente il Battesimo e la catechesi. Ci significa che dobbiamo condur re le persone che stiamo evangelizzando a incontrare Cristo vivente, in particolare nella sua Parola e nei Sacramenti: cos potranno credere in Lui, conosceranno Dio e vivranno della sua grazia. Vorrei che ciascuno si chiedesse: ho mai avuto il coraggio di proporre il Battesimo

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a giovani che non lhanno ancora ricevuto? Ho invitato qualcuno a seguire un cam mino di scoperta della fede cristiana? Cari amici, non temete di proporre ai vostri coetanei lincontro con Cristo. Invocate lo Spirito Santo: Egli vi guider ad entrare sempre pi nella conoscenza e nellamore di Cristo e vi render creativi nel trasmettere il Vangelo.

6. Saldi nella fede


Di fronte alle difficolt della missione di evangelizzare, talvolta sarete tentati di dire come il profeta Geremia: Ahim, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perch sono giovane. Ma anche a voi Dio risponde: Non dire: Sono giovane. Tu andrai da tutti colo ro a cui ti mander (Ger 1, 67). Quando vi sentite inadeguati, incapaci, deboli nellannunciare e testimoniare la fede, non abbiate timore. Levangelizzazione non una nostra iniziativa e non dipende anzitutto dai nostri talenti, ma una risposta fiduciosa e obbediente alla chiamata di Dio, e perci si basa non sulla nostra forza, ma sulla sua. Lo ha sperimentato lapostolo Paolo: Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinch appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. (2 Cor .4. 7).

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Per questo vi invito a radicarvi nella preghiera e nei Sacramenti. Levangelizzazione autentica nasce sempre dalla preghiera ed sostenuta da essa: dobbiamo prima parlare con Dio per poter parlare di Dio. E nella preghiera, affidiamo al Signore le per sone a cui siamo inviati, supplicandolo di toccare loro il cuore; domandiamo allo Spirito Santo di renderci suoi strumenti per la loro salvezza; chiediamo a Cristo di mettere le parole sulle nostre labbra e di farci segni del suo amore. E, pi in generale, preghiamo per la missione di tutta la Chiesa, secondo la richiesta esplicita di Ges: Pregate dun que il Signore della messe, perch mandi operai nella sua messe! (Mt 9, 38). Sappiate trovare nellEucaristia la sorgente della vostra vita di fede e della vostra testimonianza cristiana, partecipando con fedelt alla Messa domenicale e ogni volta che potete nella settimana. Ricorrete frequentemente al Sacramento della Riconciliazione: un incontro prezioso con la misericordia di Dio che ci accoglie, ci perdona e rinnova i nostri cuori nella carit. E non esitate a ricevere il Sacramento della Confermazione o Cresima se non lavete ricevuto, preparandovi con cura e impegno. Con lEucaristia, esso il Sacramento della missione, perch ci dona la forza e lamore dello Spirito Santo per professare senza paura la fede. Vi incoraggio inoltre a praticare ladorazione eucaristica: sostare in ascolto e dia logo con Ges presente nel Sacramento diventa punto di partenza, di nuovo slancio missionario. Se seguirete questo cammino, Cristo stesso vi doner la capacit di essere pie namente fedeli alla sua Parola e di testimoniarlo con lealt e coraggio. A volte sarete chiamati a dare prova di perseveranza, in particolare quando la Parola di Dio suscite r chiusure od opposizioni. In certe regioni del mondo, alcuni di voi vivono la sofferenza di non poter testimoniare pubblicamente la fede in Cristo, per mancanza di libert religiosa. E c chi ha gi pagato anche con la vita il prezzo della propria appartenenza alla Chiesa. Vi incoraggio a restare saldi nella fede, sicuri che Cristo accanto a voi in ogni prova. Egli vi ripete: Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, menten do, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perch grande la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5, 1112).

7. Con tutta la Chiesa


Cari giovani, per restare saldi nella confessione della fede cristiana l dove siete inviati, avete bisogno della Chiesa. Nessuno pu essere testimone del Vangelo da solo. Ges ha inviato i suoi discepoli in missione insieme: fate discepoli rivolto al plurale. E dunque sempre come membri della comunit cristiana che noi offriamo la nostra testimonianza, e la nostra missione resa feconda dalla comunione che viviamo nella Chiesa: dallunit e dallamore che abbiamo gli uni per gli altri ci rico nosceranno come discepoli di Cristo (cfr. Gv 13,35). Son grato l Signore per la preziosa opera di evangelizzazione che svolgono le nostre comunit cristiane, le nostre parrocchie, i nostri movimenti ecclesiali. I frutti di questa evangelizzazione appartengono a tutta la Chiesa: uno semina e laltro miete, diceva Ges (Gv 4, 37).

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A tale proposito, non posso che rendere grazie per il grande dono dei missionari, che dedicano tutta la loro vita ad annunciare il Vangelo sino ai confini della terra. Allo stesso modo benedico il Signore per i sacerdoti e i consacrati, che offrono interamen te se stessi affinch Ges Cristo sia annunciato e amato. Desidero qui incoraggiare i giovani che sono chiamati da Dio, a impegnarsi con entusiasmo in queste vocazioni: cSi pi beati nel dare che nel riceveere! (At 20, 35). A coloro che lasciano tutto per seguirlo, Ges ha promesso il centuple e la vita eterna! (cfr. Mt 19, 29). Rendo grazie anche per tutti i fedeli laici che si adoperano per vivere i1 loro quoti diano come missione l dove sono, in famiglia o sul lavoro, affinch Cristo sia amato e servito e cresca il Regno di Dio. Penso in particolare a quanti operano nel campo delleducazione, della sanit, dellimpresa, della politica e delleconomia e in tanti altri ambiti dellapostolato dei laici. Cristo ha bisogno del vostro impegno e della vostra testimonianza. Nulla n le difficolt, n le incomprensioni vi faccia rinunciare a portare il Vangelo di Cristo nei luoghi in cui vi trovate: ognuno di voi prezioso nel grande mosaico dellevan gelizzazione!

8. Eccomi, Signore!
In conclusione, cari giovani, vorrei invitarvi ad ascoltare nel profondo di voi stessi la chiamata di Ges ad annunciare il suo Vangelo. Come mostra la grande statua di Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il suo cuore aperto allamore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno.

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Siate voi il cuore e le braccia di Ges! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari animati dallamore e dallaccoglienza! Seguite lesempio dei grandi missionari della Chiesa, come san Francesco Saverio e tanti altri. Al termine della Giornata Mondiale della Giovent a Madrid, ho benedet to alcuni giovani di diversi continenti che partivano in missione. Essi rap presentavano i tantissimi giovani che, riecheggiando il profeta Isaia, dicono al Signore: Eccomi, manda me! (Is 6, 8). La Chiesa ha fiducia in voi e vi pro fondamente grata per la gioia e il dina mismo che portate: usate i vostri talenti con generosit al servizio dellannuncio del Vangelo! Sappiamo che lo Spirito Santo si dona a coloro che, in umilt di cuore, si rendono disponibili a tale annuncio. E non abbiate paura: Ges, Salvatore del mondo, con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28, 20)! Questo appello, che rivolgo ai giovani di tutta la terra, assume un rilievo parti colare per voi, cari giovani dellAmerica Latina! Infatti, alla V Conferenza Generale dellEpiscopato Latinoamericano che si svolta ad Aparecida nel 2007, i Vescovi hanno lanciato una missione continentale. E i giovani, che in quel continente costi tuiscono la maggioranza della popolazione, rappresentano una forza importante e preziosa per la Chiesa e per la societ. Siate dunque voi i primi missionari! Ora che la Giornata Mondiale della Giovent fa il suo ritorno in America Latina, esorto tutti i giovani del continente: trasmettete ai vostri coetanei del mondo intero lentusiasmo della vostra fede! La Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione, invocata anche con i titoli di Nostra Signora di Aparecida e Nostra Signora di Guadalupe, accompagni ciascuno di voi nella sua missione di testimone dellamore di Dio. A tutti, con particolare affetto, imparto la mia Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 18 ottobre 2012 Benedictus XVI

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Siate Testimoni della gioia


Cari amici, vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si pu essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che Ges stesso. Non possiamo tenere per noi la gioia della fede: perch essa possa restare in noi, dobbiamo trasmetterla. San Giovanni afferma: Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perch anche voi siate in comunione con noi... Queste cose vi scriviamo, perch la vostra gioia sia piena (1Gv 1,3-4). La Vergine Maria vi accompagni in questo cammino. Ella ha accolto il Signore dentro di s e lha annunciato con un canto di lode e di gioia, il Magnificat: Lanima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (Lc 1,46-47). Maria ha risposto pienamente allamore di Dio dedicando la sua vita a Lui in un servizio umile e totale. E chiamata causa della nostra letizia perch ci ha dato Ges. Che Ella vi introduca in quella gioia che nessuno potr togliervi! Dal Vaticano, 15 marzo 2012 Benedictus XVI

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Notizie di Casa nostra


Guardamiglio (Lodi) 1 Ottobre 2012 Continuano ad arrivare testimonianze di affetto e riconoscenza da parte della popolazione di Guardamiglio (Lodi) per le nostre Consorelle che, per varie ragioni, hanno interrotto la lunga presenza delle Angeliche di san Paolo in quel Paese. Volentieri le pubblichiamo.

Una luce, una presenza


Come ogni mattina, appena alzata, spalanco le persiane del balcone e lo sguardo va subito verso lappartamento delle Suore, ma come ogni mattina, da un mesetto a questa parte, tutto spento. Non trapela nessuna luce dalla cucina, n tanto meno dalle finestre di quella che era la cappella. Tutto buio sospiro e rientro in casa. Le Suore ci hanno lasciato e con loro, i segni della loro presenza. Soprattutto quelle luci accese nella cappella al mattino molto presto come a dire: Siamo qui, preghiamo per voi, chiediamo al Signore laiuto per svolgere bene il nostro servizio, soprattutto con i vostri bambini.... E intanto ci ricordano come nel trambusto della vita di tutti i giorni qualcuno trova il tempo per fermarsi... e pregare. Ci mancano quelle luci, come gi ci manca la presenza delle nostre Suore. Una presenza discreta, di donne consacrate a un amore grande, che a fatica in questo mondo che non capace di staccarsi da terra, sa comprendere e accettare. Ci mancano! per le strade, mentre con passo svelto raggiungono le case degli anziani e degli ammalati per portare la Comunione, ci mancano nelle prime panche della chiesa a ricordarci la loro vocazione... sulle porte dellAsilo ad accogliere gioiosamente i nostri piccoli... Una presenza lunga ottant anni o forse pi che scorre lungo la vita di tanti Guardamigliesi, una presenza spesa a raccogliere lacrime, gioie, confidenze e piccoli segreti. Rimane la speranza che nel nostro cuore non si spenga mai la luce dellamicizia che a lungo e in modi diversi abbiamo coltivato. Margherita

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Il saluto ed il ringraziamento del Parroco di Guardamiglio


Grazie a voi tutti, qui presenti! Questa calorosa e grande partecipazione evidenzia certamente laffetto che tutti proviamo verso le nostre Suore. Grazie al vescovo Giuseppe Merisi che ha accolto linvito a stare qui in mezzo a noi, a salutare le nostre Suore, con le quali abbiamo percorso una parte importante del nostro cammino. Oggi, salutiamo la Congregazione delle Angeliche di S. Paolo, le figlie di santAntonio Maria Zaccaria. Tutti sappiamo bene che questo saluto sofferto! E con un profondo senso di riconoscenza, ma anche con una grande tristezza nel cuore, che rivolgo a nome mio e di tutta la Comunit di Guardamiglio e Valloria il commosso saluto a voi, carissime Suore. Per molti anni avete respirato laria di questo paese e ascoltato, soprattutto con il cuore, le parole, le gioie, le fatiche e le sofferenze di tanta gente. La partenza lascer un vuoto nelle nostre comunit, dopo tanti anni di costante, discreta e servizievole presenza. "Servizievole" Credo che questo sia davvero il termine migliore per esprimere loperato svolto dalle Suore in mezzo a noi. Ges disse ai suoi: lo sto in mezzo a voi come colui che serve. Nella vita consacrata importante tutto ci che si dona nelle mani di Dio. Questo ci di cui il Signore si serve per alimentare, nel cuore di tutti, germi di fede e di vita, ma anche la risposta pi bella a quell'inno alla carit che S. Paolo ha donato alla Chiesa e che oggi, come piccolo dono, ci concesso di avere ancora tra le mani. Il taglio di questo tralcio non ci permette di scordare che le radici (cio la loro testimonianza di fede e carit) devono restare salde e vive per far crescere ancor di pi le nostre comunit, forti nella fede e nella gioia che il Signore ci d ogni giorno nel vivere insieme. Concludo, carissime Suore, chiedendo di ricordarci nella vostra preghiera, perch certamente, senza di voi, le nostre comunit di Guardamiglio e Valloria saranno pi povere. Don Francesco Bossi

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la voce dellAmministrazione Fondazione Mezzadri


Guardamiglio (Lodi)
Reverende Madri, porto il saluto della Fondazione Mezzadri De Franceschini, il mio saluto personale, quello dei consiglieri e del segretario, quello di tutti i volontari che ci sono vicini. La collaborazione tra la nostra Fondazione e la vostra Congregazione ha origini veramente antiche e risale al 1927, quando, leggo dal volume Vita e senso della vita in Guardamiglio del prof. Riccioli il dr. Cesare Rossi, presidente della Congregazione di Carit, sera rivolto allallora prevosto Don Carlo Borini, che avvalendosi delle conoscenze acquisite negli anni d formazione e d primo ministero, si rivolse al rev.do Padre Pio Mauri, Padre Provinciale dei Barnabit di Milano. Questi, felice della richiesta, ne affid la realizzazione alla serva di Dio, Madre Giovanna Bracaval, Superiora Generale delle Angeliche di S. Paolo, fondate da sant'Antonio Maria Zaccaria. Il 13 agosto 1927, in Milano, nella casa Madre della Congregazione delle suore, in via Buonarroti 49, il dr. Rossi, assistito dal segretario Giovanni Callegari da una parte, e la Superiora Generale Madre Giovanna Bracaval dallaltra, firmarono una Convenzione in sette punti". La vostra lunga presenza che seguit quella delle Suore del Buon Pastore di Piacenza che restarono a Guardamiglio dal 1914 al 1926, ha sempre rappresentato per la vita della nostra comunit un punto di riferimento importante per leducazione delle diverse generazioni di bambini e per il supporto alle esigenze pastorali della parrocchia. In questi ottant anni che hanno visto lalternarsi di tante vostre consorelle, i nostri compaesani hanno avuto modo di apprezzare il vostro attaccamento al nostro asilo e al nostro paese. Di questo ve ne siamo grati e riconoscenti e, alla vostra Congregazione, va quindi un sincero ringraziamento per il servizio reso e per i doni di cui abbiamo potuto beneficiare. Il vostro distacco ci offre loccasione per riflettere sullimportanza delleducazione dei nostri bambini gi a partire dai primi anni dellinfanzia. Anche la nostra Fondazione, assecondando la volont dei benefattori Fratelli Mezzadri cui intitolato il nostro asilo, interpellata in questo e sollecitata, affinch le scelte di ogni giorno siano animate da una forte passione educativa e abbiano principalmente a cuore il bene dei nostri bambini e delle loro famiglie. Ringraziamo il Signore per i doni ricevuti con la vostra presenza e lo preghiamo perch protegga il nostro asilo nei giorni che verranno. ***
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Carissime Madri Angeliche, Non potremo sicuramente dimenticare il tratto di strada percorso insieme. Molti sono i ricordi che portiamo nel cuore che rimarranno nonostante la lontananza, come del resto rimarr la nostra amicizia. Con tanta stima e riconoscenza Margherita-Roberto-Emma-Andrea e altri.
Fombio (Lodi)

Carissime Madri Pierina e Liadia, arrivato il momento delladdio. Il distacco sempre doloroso, ma ci conforta lamicizia e laffetto che ci legano nella preghiera.. Vi ringrazio di vero cuore per la vostra testimonianza di Religiose leali e gioiose e di sincero affetto che mi avete dimostrato. Ricordatemi sempre al Signore e io far altrettanto per voi. Grazie il Signore vi benedica e vi assista sempre, mantenendo sempre il vostro carattere aperto, leale, allegro e gioioso soprattutto coi malati, gli anziani e con i Sacerdoti. Grazie, carissime Madri. don Ernesto
Guardamiglio (Lodi) - 1 ottobre 2012
Grazie di cuore per il vostro entusiasmo, la vostra opera e il vostro contributo prestato alla nostra Comunit. Grazie per laffetto ed il rispetto che ci avete sempre dimostrato. Vi auguriamo un futuro radioso con la promessa che sarete sempre presenti nei nostri cuori. Francesca DAdda

Guardamiglio (Lodi) - 1o ottobre 2012

Grata per il prezioso contributo riservato alla nostra comunit in tutti questi anni, auguro di cuore tanta serenit e soddisfazioni nel nuovo ruolo in cui sarete chiamate. Aggiungo, per deformazione professionale, tanta salute e la richiesta di un ricordo nella preghiera. Un affettuoso abbraccio Stefania Orsi - Farmacia dott. Orsi Guardamiglio
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Guardamiglio (Lodi) 4 ottobre 2012

Carissime Madri Pierina e Lidia, non avrei mai voluto scrivervi queste due righe per darvi un triste saluto, ma questa la volont altrui che volenti o nolenti dobbiamo tutti accettare e continuare la missione che il Signore ha affidato a ciascuno. Carissime mie Suore, vi devo tanto ringraziare per tutto quello che avete fatto per tutti noi e per me personalmente. Siatene certe, non vi dimenticher, sarete sempre nelle mie preghiere e nel mio affettuoso ricordo. Vi auguro un Avvenire meraviglioso e secondo i vostri desideri di bene in campo apostolico. Andando a Lourdes in questi giorni pregher per voi la cara Mamma del Cielo, perch vi benedica e vi ricolmi di immensa gioia, pur nel sacrificio. Gina e famiglia

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Torre Gaia (Roma) Istituto San Paolo Inizio anno scolastico 2012-2013

La bellezza: una porta verso linfinito...


Eccoci di fronte ad un nuovo anno scolastico, il 2012-2013... Lo scorso anno ci sembrato piuttosto lungo e difficoltoso, un cammino da compiere non semplice, ma incalzante, con vari ostacoli da superare. Attendiamo cos il nuovo anno, meno turbolento e da parte nostra, con maggior maturit, pi sicurezze, meno fragilit ed incertezze.. La tematica presentataci per questanno ci sembra senza dubbio pi vasta, aperta a nuovi orizzonti che ci invitano a meglio impegnarci in ogni settore. Bello lo slogan, il motto ideato che ci accompagner, caratterizzer e sosterr il nostro viaggio culturale,ed educativo, fra laltro, da tutti noi studenti bene accolto: La bellezza, una porta aperta verso linfinito. Sono sette parole, in apparenza poco importanti, ma che contengono un significato, profondo, immenso, senza confini... Lo slogan accompagnato da una splendida raffigurazione, che ne spiega il significato: un vasto laghetto, dipinto con diverse sfumature di azzurro, verde e blu, sulla cui superficie spiccano deliziose ninfee rosa e bianche, dalla corolla gialla. Le ninfee sono le regine dei fiori, le cui corolle aperte nel loro splendore, poggiano su ampie foglie verdi, galleggianti sulla limpida superficie dellacqua.
le artiste che hanno realizzato il poster

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Dallalto, il verde chiaro dei salici d limpressione di una cascatella dacqua, mentre in lontananza il cielo sorride al tramonto, macchiato di un giallo appena accennato e da una lieve tonalit di rosa. Il significato del motto evidente, siamo circondati da bellezze indescrivibili di cui non ci rendiamo conto: la natura con i suoi tramonti e le sue aurore, le stagioni con i mille frutti, i fiori variopinti, uneclissi di sole, un vulcano dirompente, limmensit degli oceani e poi il popolatissimo e svariato regno animale per non parlare infine dellimpronta divina scolpita nella nostra natura umana. Per questo, ringraziando il Datore di ogni bene, siamo quasi obbligati a rivolgerci e soffermarci ad osservare le mille bellezze naturali se vogliamo in esse vedere Dio, perch tutto ci porta a Lui. Non solo, tutto ci che bello ci stimola, ci dice che possiamo migliorare. In ogni piccola cosa, anche la pi scontata, c qualcosa di bello da scoprire: una gemma che sboccia, un bimbo che nasce, un uccello che taglia il cielo durante il suo volo. Sempre possiamo cogliere sensazioni meravigliose di questo mondo che il Signore ci concede di provare! Ma limportante saper mantenere spalancata questa porta verso linfinito. Dobbiamo fare in modo che mai si chiuda, o che si interrompa una nostra passione, un nostro interesse nella ricerca del meglio. Non dobbiamo mai perdere la chiave di questa porta, perch se cos fosse, ci ripiegheremmo su noi stessi e non potremmo pi gustare quanto il Signore, nella sua bont, ci ha regalato e che comunque tutto e sempre ci parla di Lui, Francesca Benacquista 2 A Scuola secondaria di 1 grado Istituto san Paolo Roma

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Torre Gaia (Roma) Istituto San Paolo 18 gennaio 2013

Il Sindaco di Roma Capitale al San Paolo di Torre Gaia (Roma)


II 18 gennaio 2013 ricorre un anno dal tragico incidente in cui hanno perso la vita Marco, Emilia, Matteo, Arianna e Mattia, la cui sorella frequenta il nostro liceo. Per l'occasione si organizzata una fiaccolata che partita alle ore 18,00 dalla Parrocchia Santa Maria Madre del Redentore, ed arrivata alle ore 19,00 nella chiesa del nostro Istituto, accompagnata da due pattuglie di vigili dell'Ottavo Municipio. Qui si celebrata la S. Messa di commemorazione, presieduta dal Vescovo Ausiliare del settore est Mons. Giuseppe Marciante e concelebrata da Don Giuseppe, parroco della Parrocchia S. Rita, alla presenza dei genitori dei giovani defunti e di tutti coloro che non li dimenticheranno mai. Alla solenne celebrazione, per espressa volont delle famiglie, hanno partecipato anche il Sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, e il Presidente dell'Ottavo Municipio, Massimiliano Lorenzotti, in forma strettamente privata, non erano ammessi, infatti, n giornalisti n televisioni. Presenza gradita, quella delle due autorit, in quanto erano state particolarmente vicine alle suddette famiglie in occasione del tragico evento. Dopo la cerimonia, le famiglie sono state ricevute dal Vescovo, dal Sindaco e dal Presidente, presso la sacrestia della nostra chiesa.. Successivamente, vista l'occasione, sia il Sindaco che il Presidente, si sono intrattenuti anche con le nostre Suore, che desideravano conoscerli. Le Madri hanno risposto prontamente alle domande del Sindaco, che si dimostrato molto interessato ai problemi del quartiere e soprattutto all'importante ruolo che l'Istituto ha avuto in sostituzione dello Stato, rispetto ai servizi educativi e sociali da pi di 70 anni, nonch alle nuove sfide ancora da affrontare. Il Primo Cittadino di Roma Capitale si congratulato con esse e le ha incoraggiate a continuare la loro incessante opera sul territorio, nonostante l'attuale diffcile periodo storico. Il Sindaco e il Presidente, in ultimo, non si sono sottratti ad alcuni scatti fotografici per immortalare lo storico evento. Inoltre le Madri pi anziane hanno anche strappato la promessa di una prossima visita in un'occasione migliore. Anna Maria Tennenini - Insegnante Scuola Primaria San PaoloRoma
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ARIENZO (Caserta) Dicembre 2012

In attesa del Natale


Vivere il Natale ogni giorno fare esperienza di vita cristiana. Su questa massima la comunit di Arienzo si ispirata per fare del Natale 2012 un momento unico di forte spiritualit per ciascuno e per tutti i partecipanti alla vita della parrocchia. Il nostro percorso iniziato con una preparazione particolare a questo grande evento: la Prima domenica di Avvento, ci siamo soffermati a riflettere come attendere la Nascita di Ges dentro e fuori di noi, rivedendo anche il nostro quotidiano modo di vivere. Per meglio seguire il nostro iter spirituale, il 9 dicembre ci siamo incamminati alla volta del Santuario della Madonna di Pompei, dove tutta la comunit si unit in una veglia di preghiera per le famiglie e per meglio prepararci al Natale. E stato appunto nell atmosfera di quel luogo suggestivo e sacro che ognuno ha affidato alla Vergine le sue intenzioni, i suoi timori, le sue aspirazioni, i suoi progetti e le sue promesse. gruppo di giovani animatori con M. Domenica Guida del pellegrinaggio, come in qualsiasi nostra iniziativa stata Madre Domenika, che si prodiga ogni giorno pi per Arienzo, per la comunit, la casa, la parrocchia e soprattutto per le persone in modo individuale. Lodevole la sua dedizione intesa come vocazione per la missione che le stata affidata nel nostro paese, a cui dedica tutta se stessa, rendendosi indispensabile appoggio soprattutto dei giovani. Il nostro Itinerario Natalizio continua, nonostante le difficolt del nostro vivere quotidiano e anche con lassistenza in oratorio domenicale per condividere il con i ragazzi il cammino iniziato. Il 16 dicembre 2012 stata programmata una visita a Napoli, alla chiesa del Ges Nuovo, al Monastero di Santa Chiara e ai presepi di San Gregorio Armeno. Oltre allaspetto turistico ed artistico di un presepe, che aveva attirato particolarmente la nostra attenzione, stato fondamentale considerare cosa significasse quella grotta, ma soprattutto Chi vi era adagiato su poca paglia. Ci siamo chiesti cosa suscita in ciascuno di noi la nascita del Redentore, il Figlio di Dio che per noi aveva accettato di nascere in quella condizione di estrema povert.

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Fra laltro abbiamo rispolverato lautentica gioia di costruire nelle nostre famiglie il presepe, tradizione risalente al 1200, quando San Francesco dAssisi diede origine alla prima rappresentazione della Nativit. Il 27 dicembre, periodo natalizio, nel salone delle Angeliche si tenuta una grande tombolata che ha rallegrato bambini, giovani, adulti, anziani nel segno della condivisione, della ragazzi in visita al Colosseo (Roma) solidariet e dell allegria. Alle Madri Angeliche vada tutta la nostra riconoscenza: bello poter trascorrere questi momenti insieme alla loro gentile presenza, sempre pronte ad impegnarsi a favore di tutti. Grazie, Madri! Allinizio del nuovo anno, alcuni animatori con M. Domenica hanno trascorso due bellissimi giorni a Roma, centro della cristianit, ricca di monumenti antichi, soprattutto della tradizione cristiana. Vedere Roma immersa nei colori dellatmosfera natalizia, ammirare il bellissimo panorama della citt dalla Cupola di San Pietro, visitare la Cappella Sistina, i Musei Vaticani e tante altre bellezze naturali e artistiche ci hanno colmato di immensa gioia e lasciato il desiderio di potervi ritornare presto e sostare un poco a lungo in questa meravigliosa citt, testimone dei numerosissimi martiri morti per la fede in Ges. Per concludere il nostro stare insieme nella pausa Natalizia, il giorno 13 gennaio, le luminarie di Salerno hanno deliziato il nostro cuore e il nostro animo. Luci di ogni colore, forma, diversit e intensit! Anche il fenomeno della luce ci ha dato modo di riflettere: chi per noi la fonte della vera luce?! e noi, per chi siamo luce?! Tutto quello che abbiamo vissuto in quei giorni ha avuto come centro unico quel Bambino che dalla grotta di Betlemme emana luce da oltre 2000 anni, luce che vince le tenebre dellegoismo, dellerrore e rischiara il cammino di ogni uomo. Torniamo dunque ogni giorno alla Santa Grotta e lasciamoci abbagliare dalla sua luce ogni giorno di pi. Assunta Guida
tombolata nel salone delle Madri

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Notizie dall'Estero
Bruxelles (Belgio) Gennaio 2013
Con sorpresa, riceviamo dalle consorelle di Bruxelles un libretto con reminiscenze di anni passati a Waterschei (Belgio) da alcune nostre consorelle nella conduzione dellOpera a pro dei migranti italiani, soprattutto dei figli di minatori . Purtroppo le nostre consorelle hanno lavorato solo alcuni anni presso il Centro Cattolico Italiano che lo scorso anno ha celebrato il suo 50 di Missione, ma il ricordo di quelle prime Angeliche, fra cui lindimenticabile Madre Giovanna Brambini, allora nostra Superiora Generale che ebbe subito a cuore la triste condizione in cui lavoravano i nostri compatrioti per un tozzo di pane, volle ella stessa accompagnarle e incoraggiarle alla testimonianza di una presenza amica, serena e confortevole in tutti i sensi. Un plauso particolare stato rivolto a Madre Ignazia Marconetti, presente alla cerimonia che attualmente e da parecchi anni, fa servizio presso la Comunit di Anderlecht, sempre a sostegno delle numerose famiglie di emigranti. E lei che, nellesultanza di ricordi lontani, ha voluto farci partecipi della sua gioia, inviando alla nostra redazione larticoletto che qui sotto riportiamo nella sua integrit.

Genk Waterschei (Limburgo)


ringrazia Suor Ignazia
da www.pastoraleitalianabruxeiles.com

Da domenica 22 aprile 2012 a domenica 29, si svolta nella missione italiana di Genk la gioiosa e partecipatissima festa nel ricordo sia del Cinquantesimo anniversario della consacrazione della chiesa della comunit italiana di Waterschei sia del trentesimo di fondazione di Radio Internazionale (radio che tiene compagnia, informa, anima la comunit italiana locale).

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Molteplici sono state le attivit che hanno segnato questo anniversario. Due, i significativi momenti di incontro e celebrazione religiosa: domenica 22 con la celebrazione presieduta dal Nunzio apostolico Mons. Berloco e domenica 29 con la solenne celebrazione di chiusura presieduta dal Vescovo di Hasselt con la presenza di alcuni preti e suore che hanno prestato servizio in questi anni. Anche Suor Ignazia Marconetti, che da parecchi anni fa servizio nella comunit di Anderlecht, stata presente alla festa. Cinquant anni fa, al momento dellinaugurazione, Suor Ignazia era l. Il sacerdote che spinse alla costruzione della chiesa (Don Giuseppe Carrosso) e che allora era il missionario della comunit italiana, chiese alla comunit delle Angeliche di san Paolo un sostegno per la pastorale. La risposta fu positiva e suor Ignazia con le sue consorelle integr la comunit allinizio del mese di aprile 1962. Dopo un servizio nella catechesi, visite alle famiglie, doposcuola per i bambini italiani, nellagosto del 1965 riparti per Roma per fare i suoi voti perpetui. La comunit delle Angeliche poi, dopo circa tre anni, lasci la comunit di Genk per rafforzare la comunit di Bruxelles. Molte persone si sono ricordate della sua presenza e hanno espresso la loro riconoscenza ... alla quale anche noi ci uniamo! d. Battista B.

Waterschei (Belgio) da destra: M. Candida, M. Giovanna Brambini, M. Ignazia, M. Noemi le "pioniere" della colonia italiana

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dal

BRASILE

So Paulo (RS) Setembro - 2012

ter diariamente nas maos o livro da Sagrada Escritura


A decoraao da casa enuncia: chegou novo ms, ms da Bblia. A capela e o refeitrio nos fazem renovar o compromisso de ter diariamente nas maos o livro da Sagrada Escritura. E por que no incentivar nosso corao com a lembrana de um fato acontecido h bastante tempo?

ATUALIDADE DA BBLIA
Um senhor de 70 anos viajava de trem, lendo um livro de capa preta. Ao seu lado, um jovem universitario lia compenetrado um livro de cincias. O jovem percebeu que o senhor lia a Bblia, que estava aberta no livro de Marcos. Sem multa cerimonia, o jovem interrompeu a leitura do velho e perguntou: - O Senhor ainda acredita nesse livro cheio de fbulas e crendices? - Sim, disse o senhor. Mas no um livro de crendices, a Palavra de Deus. Estou errado? O estudante dando urna risadinha sarcstica, respondeu: - Claro que est! Creio que o Senhor deveria estudar a histria geral. E veria que a revoluo francesa fez o favor de mostrar a miopia da religio. Somente as pessoas sem cultura ainda crem nessa histria de que Deus criou o mundo em seis dias. O senhor deveria conhecer um pouco mais sobre o que os cientistas tm a dizer. - mesmo? Perguntou o velho cristo. E o que dizem os cientistas sobre a Bblia? - Bem respondeu o universitrio, agora eu no posso explicar porque vou descer na prxima estao, mas deixe o seu carto que Ihe enviarei o material pelo correio. O velho ento cuidadosamente abriu o bolso interno do palet e deu o carto ao universitrio. Quando o jovem leu o que estava escrito abaixou a cabea e saiu cabisbaixo, sentindo-se pior que uma ameba. O carto dizia: Louis Pasteur Diretor do Instituto de Pesquisas da Ecole Normale de Paris. Isso aconteceu em 1892. Hoje quem vai a um supermercado vera urna infinidade de produtos com a inscrio produto pasteurizado. Isso significa que ele passou pelo processo de purificao desenvolvido pelo grande cientista catlico Louis Pasteur. ***
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Esse fato vem mostrar que a Bblia durante anos tem sido tremendamente questionada. Ainda hoje, principalmente quando surge um novo fato cientifico, torna-se assunto recorrente, inclusive na mdia. Mas ser mesmo que a Bblia contrria a cincia? Essa polmica cresceu quando em 1613 o cientista italiano Galileu publicou urna obra conhecida como Cartas sobre as manchas solares. Nela comprovou que a terra gira em torno do sol, em vez de o sol em torno da terra. Isso gerou uma srie de eventos, Galileu foi conduzido a Inquisico e obrigado a retratar-se. Ora. A Bblia estava exata, errada estava a sua interpretao. Por exemplo, a Bblia diz: O sol se levanta, o sol se deita... (Ec 1,5) e era interpretado como o sol se movimenta. Ainda hoje usamos expresses assim, apenas descrevemos o aparente movimento do sol, conforme parece ao observador humano. O escritor biblico fez exatamente o mesmo. A idia de que a Bblia anticientfica, com base nas experncias do sbio catlico Galileu, no tem fundamento. A Bblia de fato um livro de profecia, de histria, orao, poesia, lei e conhecimento sobre Deus, sem pretender ser um compndio de cincia. Entretanto, quando toca em assuntos cientficos, aquilo que eia diz inteiramente exato. Cerca de 530 AC eia fala sobre o desenvolvimento cientifico: Tu, porm, Daniel, cerra as palavras e sela o livro, at o firn do tempo; muitos correro de urna parte para outra, e a cincia se multplicar. (Dn 12,4). A Bblia o livro dos livros. a Palavra de Deus. Eu creio nela. E voce?!

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BELO HORIZONTE (Brasil) Setembro- 2012

UM P NA BBLIA, OUTRO NO CHO


A Bblia um espelho. Espelho no qual as pessoas descobrem as dimenses mais profundas da prpria vida. Durante a lettura, o importante seguir os trs passos do mtodo que Jesus usou coni os discpulos na estrada de Emas: Primeiro passo: aproximar-se das pessoas, escutar sua realidade e seus problemas; ser capaz de fazer perguntas que as ajudem a olhar a realidade da vida com um olhar mais crtico (Le 24,13-24). Segundo passo: com a luz da Palavra de Deus, iluminar a situaao que os fazia sofrer e os levou a fugir de Jerusalm para Emas; usar a Bblia para fazer arder o corao (Le 24,25-27). Terceiro passo: criar um ambiente orante de f e de fraternidade, onde possa atuar o Esprito que abre os olhos, faz descobrir a presena de Jesus e transforma a cruz, sinal de morte, em sinal de vida e de esperana. Assim, aquilo que antes gerava desnimo e cegueira torna-se luz e fora na caminhada (Le 24,28-32). O resultado dessa forma de leitura da Bblia o de criar coragem, voltar para Jerusalm e l experimentar a presena viva de Jesus e do seu Esprito na experincia de Ressurreiao (Le 24,33-35). O objetivo ltimo da leitura orante da Bblia, ou da Lectio Divina, nao interpretar a Bblia, mas sim interpretar a vida. Nao conhecer o conteudo do Livro Sagrado, mas, ajudado pela Palavra escrita, descobrir, assumir e celebrar a Palavra viva que Deus fala hoje, durante a nossa vida, a vida do povo, a realidade do mundo em que vivemos (Sl 95,7); crescer na f e experimentar, cada vez mais, que Ele est no meio de ns! Nos dias dezenove, vinte um, vinte seis e vinte oito, no Centro Loyola, acontece-ram os encontros de espiritualidade dos alunos do Ensino Fundamental I. Foram timos momentos de reflexo e diverso que tiveram como tema central as Sagradas Escrituras. Para melhor compreenso da Bblia, as crianas at trocaram um nome! Cada uma ganhou um nome bblico, o que incentivou o interesse de pesquisar mais sobre as histrias das pessoas que representaram.

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Terespolis (Brasil) Outubro 2012

Duas senhoras, uma s f


O ms de outubro chegou trazendo com ele duas Marias bem brasileiras. Do norte de nosso pais, a Virgem de Nazar chega com sues cabelos to escuros como o aai, trazendo em sues braos o menino Deus e tendo, sob seus ombros, tal qual seu alvo manto, todo o amor e carinho do povo paraense. Do sul do estado de So Paulo, acompanhada por todas as crianas chega Nossa Senhora Aparecida que, mesmo em uma imagem to pequena, consegue expressar o quanto o Brasil deve ser um pais de irmos que, sem subjugar nenhuma raa, caminha para uma sociedade mais justa. Duas senhoras to distintas agitam os coraes brasileiros em um mesmo ms. Mas por que essa "santa" insistncia? bem provvel que seja simplesmente para nos recordar que no devemos nos esquecer de onde viemos para que essa recordao nos faa chegar mais longe, pois como afirma uma linda msica de Padre Zezinho: "Eu venho do sul e do norte, do leste e do oeste de todo o lugar (...) No peito, eu levo uma cruz, no meu corao, o que disse Jesus!"

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Manila - Filippine

Mother of Divine Providence School at 25


Year 2012 marked a remarkable milestone for Mother of Divine Providence School (MDPS) as it celebrated its 25th Foundation Anniversary. It was on November 12-17, 2012 that the entire school community paused from its regular schedule to rejoice and celebrate its achievements for the past twenty-five years. It was on this occasion that we remembered those who started and toiled for the existence of the school and its realization until now, particularly Mother Alessandra Sala. ASP and Sr. Teresa Bianco, ASP. MOPS owes its deep gratitude to them. Since 1987, MOPS continued to adhere to its ideals, giving quality Catholic Education to the young, with the support of its stakeholders: Administration, Parents, faculty and staff, alumni and students. Having been accredited recently by the Philippine Accrediting Association of Schools. Colleges and Universities (PAASCU) and certified by Education Service Contracting (ESC) - Fund for Assistance to Private Education (FAPE) MDPS celebrates more resoundingly its Jubilee Year, ever grateful to God for His manifold blessings. "Nurture the Filipino Cultures in Faith. Service and Transformation of Society" was the Jubilee Years theme. The celebration started on November 12 with a motorcade organized by the Parents Advisory Council (PAC), with colorful floats from each grade and year level.

During the Program proper, the MDPS family sung with joy and enthusiasm the theme song entitled "25 Years" led by the senior students who composed the song. The Lighting of the Mini-Olympic Flame followed afterwards. After a short break, the students from Preschool to High School joined the FUN RUN activity "Takbo Para sa Kalusugan". Later in the morning, the Administration
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headed by Sr. Ma. Flor Lomibao, ASP, together with the PAC, teachers and staff, students and alumni, planted twenty-five (25) seedlings of trees around the campus. This shows MDPS' commitment to be responsible steward of Mother Earth. The following days, from November 13 to 16, were full of other exciting activities, including the most awaited Cheerdance competition.

Finally, on the last day, November 17, the Solemnity of Mary, Mother of Divine Providence, a Holy Mass was celebrated, with Fr. .Joselito Ortega, CRSP as the main celebrant. During the Mass, jubilarian teachers and school and maintenance staff received their plaque of appreciation for their unwavering commitment and service to the institution. Unforgettably commended also during the event was Sr. Ruby D. Diva, ASP, whose exemplary leadership as Directress and Principal of MDPS for many years brought to fruition the seed sown by the first Sisters. Right after the Mass was the cutting of ribbon in the Exhibit Room, participated by Fr. Joselito Ortega, CRSP himself and the rest of the school community. This launched another day full of festivities. Everybody proceeded to the covered court for the Ceremonial Toast, partici63

pated by all stakeholders, and the releasing of balloons and doves to celebrate the accomplishments of the school. The customary Salusalo (eating together) was held at the school ground, where the whole MDPS family shared food and fellowship.

Dr. Jose Fabian I. Cadiz, the Vice Mayor of Marikina City, came to grace the event. He rendered songs and shared meals with the community. Besides the games and raffle draws, the presence of the "Higantes" made the event entertaining for both children and adults. In addition, a concert by famous singers was held, to the delight of those present. The success of the activities was due to the collaborative effort of everybody. Indeed, each one deserved a pat on the back. And certainly, all undertakings would have not been made possible if it were not for God who blesses our activities, and for our heavenly mother, Mother of Divine Providence, who constantly intercedes for us and keeps her gaze upon us. The theme of the celebration was Nurture the Filipino Cultures in Faith, Service and Transformation of Society. It is not a coincidence that on October 11, 2011. Pope Benedict XVI declared this year as the "Year of Faith". It is indeed a challenge and an invitation to our school and to us individually that we re-examine ourselves how we live out our faith in God vis--vis the richness of our Filipino culture. Moreover, it is a quest for any MDPsian to open his door of faith to others and to be true to the school motto: "Evangelium Nuntiare". Thus, one's faith in God must lead to service and transformation of the society. The theme song underlines: "As long as the sun shines so bright. As long as the heavens made things right. As long as the river flows on its way, MOPS has made its fate". Still, the demand is for each one of us to nurture our faith, and to sustain our passion and zeal for excellence-which is indeed infinite. Congratulations to Mother of Divine Providence School! Mabuhay!
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Prizren (Kosovo) 28.09.2012

Rendiamo pi bella la nostra Patria


Cosa possiamo fare por la nostra Patria? una domanda a cui tutti vorremmo rispondere non solo a parole, ma soprattutto con i fatti. Nella giornata mondiale dei giovani, la nostra Patria ha dedicato tutta la giornata alla pulizia dei nostri ambienti: citt, villaggi, paesi, in modo da rendere il tutto pi pulito ed anche pi bello. Quante bellezze naturali e artistiche, a volte, sono nascoste sotto il quotidiano sudiciume! Alcuni giorni dopo, i ragazzi volontari della nostra parrocchia hanno organizzato una giornata di pulizia nella zona centrale del paese, soprattutto quello adiacente alla nostra Chiesa, perch Prizren: la schiera dei ragazzi volontari anche la Casa di Dio risplendesse nella sua esteriore bellezza. Prima di iniziare il tutto, abbiamo sensibilizzato ii bambini e i ragazzi, attraverso un video e vari disegni sul significato della pulizia e delligiene non solo delle persone, ma anche dellambiente in cui ogni giorno viviamo e che cosa necessario fare per il bene di tutti. Lottimo risultato non si fatto attendere. I bambini furono felici di prestare la loro piccola opera nella raccolta di oggetti che ogni giorno ingombrano la nostra citt. I ragazzi pi grandi hanno ripulito gli alberi dai rami secchi e inutili, tolte le erbacce e tutti insieme poi hanno riempito numerosi sacchi di immondizia, felici di aver contribuito in unimpresa che aveva ridato un nuovo volto al paese. Dopo il lavoro svolto, tutti hanno partecipato ad un pranzo, preparato apposta per loro e di ci ringraziamo il Comune di Prizren che ha sostenuto volentieri il nostro progetto Lanciamo a tutti linvito di mantenere pulita la zona in cui viviamo e svolgiamo le nostre attivit, soprattutto allesterno delle nostre case, perch dove c pulizia, c igiene, c salute ed il sorriso sui nostri volti pi bello e pi vero. Grazie, ragazzi, e tutti voi bambini, per il contributo che avete dato e la nota di serenit, di ordine e di bellezza che avete dato alla vostra Chiesa, rispondendo positivamente allinvito della nostra Patria. Angelica Amanda Shkoza, asp
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Prizren: si organizza il lavoro

Prizren: tutti all'opera

Prizren: il meritato...compenso!

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PRIZREN (Kosovo) 14 novembre 2012

120 anni sono passati, ma la nostra Chiesa sempre attuale


Il 14 novembre u.s la nostra Chiesa, dedicata a Maria SS.ma Ausiliatrice, ha evidenziato un grande evento: lattivit ecclesiale condotta per ben 12 in periodi storici piuttosto critici. La nostra Chiesa in tutti tempi sempre stata attenta a far crescere la vita spirituale della sua gente, non solo, ma stata anche aperta ai problemi riguardanti la vita sociale, come listruzione, la cultura. Nei tempi pi bui e pi duri per la libert, dove anche listruzione e la cultura erano sorvegliate dal regime comunista, la Chiesa ebbe il coraggio di stare sempre in prima linea impegnandosi in ogni campo, anche a dare istruzione a tutti senza distinzione di religione e di razza.. Nel periodo storico della dominazione di Tito, solo i ragazzi potevano ed avevano la libert di frequentare la scuola, sempre comunque sorvegliata, mentre alle ragazze era vietato ogni tipo di istruzione, cos che non sapevano n leggere, n scrivere. E nonostante il comunismo dominasse in ogni settore, la Chiesa, con molto coraggio, decise di affrontare il problema scolastico riuscendo ad aprire una scuola per le ragazze fatta poi gestire e guidare da Religiose di una Congregazione, allora ancora esistente a quei tempi. Da subito fu molto frequentata, aiutando le ragazze a responsabilizzarsi e a comprendere il valore dello studio e della cultura in una societ che col tempo si sarebbe andata gradatamente aprendosi verso orizzonti migliori. Da essa sono uscite numerose figure femminili di una certa importanza non solo culturale, ma anche sociale, assistenziale, - chi non ricorda la figura della beata Madre Teresa di Calcutta, originaria di Prizren?! - e tutte hanno lasciato profonde orme nella storia del Paese. E se oggi nessuna di loro vive pi fra noi, rimane tuttavia vivo il ricordo delle loro opere, dei loro scritti, la presenza di tanti loro familiari. Ebbene, la nostra Chiesa ha oggi sentito il bisogno di mettere in luce tanto bene nascosto prodotto negli ultimi 120 anni dai suoi figli e figlie, ricordando fra laltro che anche in mezzo a numerose sconfitte e dure prove riuscita a conservare intatta la fede del suo popolo, come anche alcuni valori fra cui fondamentale quello di sentirci tutti figli della stessa Patria che parlano ununica lingua, la lingua Madre. La Chiesa, nel tempo, tramite i suoi i suoi ministri, i sacerdoti e nonostante loppressione comunista durata cinquantanni, ha saputo custodire le preghiere e i documenti nella nostra lingua: il primo documento che risale all8 novembre 1462 la Formula e Pagzimit (la formula del Battesimo) (da Pal Engjlli, che significa sacerdote).
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Nel 1555 stato scritto il primo libro in albaneseMeshari I Gjon Buzukit (il Messale), composto da un sacerdote e che si trova al presente nellArchivio Segreto del Vaticano. Per il 1 anniversario dellIndipendenza dellAlbania, stato dato il permesso di portarlo nel nostro Paese e di esporlo pubblicamente alla venerazione di tutta la popolazione albanese. Ecco il significato di questa festa, celebrata il 14 novembre u.s. preparata con molta cura dal Cancelliere e parroco, Don Shan Zefi, in collaborazione con Don Paolo cappellano, le Angeliche che sono a servizio della Parrocchia e un gruppo di giovani. A questa festa vi hanno partecipato anche ospiti donore, fra cui la Presidente del Kosovo, Atifete Jahjaga, il Sindaco del Comune e tanti altri ministri, il nostro Vescovo Dode Gjergji, altri vescovi venuti dallAlbania e alcuni capi di altre religioni. Numerosa e sentita la partecipazione di sacerdoti, di religiose, e di tanta gente. La Presidente del Kosovo, durante il discorso doccasione, ha ringraziato profondamente con grande riconoscenza la Chiesa per limmane contributo che ha dato nello scorrere dei secoli e ha terminato dicendo E grazie alla Chiesa, se oggi siamo qui tutti riuniti con tanta gioia in questo giorno di festa. Dopo i discorsi di rito e vari canti del Coro della Parrocchia preparati da Madre Jana Topalli asp, a cui si sono uniti altri cori della citt, stato offerto un rinfresco per tutti i presenti. Ringraziamo il Signore per la grande gioia che ha dato a tutti in questa bellissima giornata. Angelica Amanda Schkoza asp.

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PRIZREN (Kosovo)

Natale tra noi


Come sempre, anche questanno, la nostra parrocchia e la nostra Comunit ha festeggiato e vissuto in unatmosfera di serenit, di pace e di amore il santo Natale. Siamo ormai entrati nellAnno della Fede, indetto dal Papa e possiamo dire che anche la preparazione alla Nascita di Ges sia stata pi sentita e maggiormente preparata nello spirito, attraverso incontri formativi e di preghiera eucaristica che ha coinvolto un poco tutti, grandi e piccoli. Per maggiormente sensibilizzare la gente a questo grande evento, con un gruppo di giovani abbiamo voluto preparare una recita riguardante la Nascita di Ges. Cos alla vigilia di Natale, prima della Santa Messa, i giovani si sono esibiti per la sacra rappresentazione, attraverso canti e parti tratte dal Vangelo, coinvolgendo anche i bambini della Parrocchia. Erano presenti, oltre che i numerosi fedeli parrocchiani, anche alcuni Rappresentanti del Governo che sono rimasti meravigliati e commossi per lintensit di sentimenti che i giovani hanno saputo trasmettere, presentando una realt avvenuta duemila anni fa, ma che purtroppo si ripete anche oggi nel negare lospitalit a chi ne ha bisogno. C stata poi la Santa Messa di Mezzanotte, celebrata dal nostro Vescovo con altri sacerdoti concelebranti. Unintima gioia brillava sui volti di tutti i fedeli, che si univano al nostro meraviglioso coro parrocchiale per eseguire con entusiasmo e fervore i vari canti natalizi proposti. Dopo la Santa Messa di mezzanotte, la festa continu sul sagrato della Chiesa, con un vivace scambio di auguri di pace, gioia e amore per tutti e poi. tutti al rinfresco nella sala della parrocchia con la possibilit di poter dialogare anche con gli ospiti donore, fra cui la Presidente del Kosovo, Atifete Jahjaga, sempre partecipe e presente ai nostri inviti, per godere momenti di gioiosa fraternit fra la gente. La gioia del Natale ci accompagni sempre nel cammino della nostra vita. Le Angeliche di san Paolo di Prizren.
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Pristina (Kosovo) Natale 2012

Il Natale rinvigorisce la Fede nella gioia


La visita dei piccoli amici
Ogni anno nella Curia Vescovile di Pri-shtina, la Capitale del Kosovo, nonostante la Cattedrale dedicata a Madre Teresa sia ancora in costruzione, numerosi bambini della citt vengono a fare festa ed a portare i loro auguri. Questanno, un gruppo di bambini in et prescolare dai tre ai sei anni della Scuola Materna SOS,guidati dalle loro maestre, sono venuti in occasione del santo Natale, a farci visita, a soffermarsi davanti al Presepe nella parrocchia di sant.'Antonio di Padova ed anche per conoscere meglio le varie tradizioni religiose e culturali.
Pristina (Kosovo): bambini al presepe

I bambini del gruppo erano tutti musulmani tranne una bambina di nome Urata, che vuol dire preghiera. Furono accolti in chiesa con spontaneit e con la gioia e la tenerezza che il Bambino Ges sprigionava dalla sua culla. E stato loro spiegato il significato del Natale e la tradizione cristiana di ricordare la nascita di Ges, Figlio di Dio, attraverso
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la costruzione del Presepe, cio di quel luogo povero, misero (grotta o capanna) dove Egli nacque. A tutti i bambini poi stato dato un piccolo omaggio, cio un alberello a forma di cuore con il semplice messaggio che Ges porti in tutte le famiglie la pace, la gioia, lamore. La festa di Natale non forse la festa del cuore e dellamore?! E dopo lo scambio di piccoli doni, ci siamo salutati con molta gioia e riconoscenza soprattutto da parte dei bambini che sono rimasti incantati, con occhi pieni di stupore e meraviglia nel vedere il piccolo Ges adagiato sulla paglia. Alla vigilia di Natale, ogni anno, nella Curia Vescovile di Pristina, si prepara un ricevimento solenne degli auguri Natalizi. Il Vescovo insieme ai sacerdoti, alle religiose e ai fedeli, in semplicit evangelica, accoglie fra i molti invitati, i responsabili del Governo e delle altre Religioni per uno scambio caloroso degli Auguri. Per tale occasione viene anche preparato un rinfresco che serve fra laltro per allacciare un dialogo fra le numerose famiglie cristiane e per dare la possibilit di conoscere le varie situazioni, in un dialogo ecumenico di reciproca stima, facendo festa tutti assieme. E anche questo un modo per avvicinare la nostra gente a Ges e ad espandere ovunque la sua lieta notizia. M. Agata. asp.

Pristina: visita in Curia Vescovile

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Fush-Milot (Albania) 1 gennaio 2013

Incontro di preghiera nella giornata per la pace

Come ogni anno, il Santo Padre Benedetto XVI nel suo messaggio per la pace, ci incoraggia ad essere innanzitutto persone, costruttori di Pace. Questanno ci ha regalato il commento su una delle beatitudini: Beati gli operatori di pace..(Mt 5,9) Dopo vari momenti di riflessione fatta con i ragazzi sul messaggio del santo Padre, di corsa, tutti insieme, siamo scesi verso la nostra diocesi Tirana-Durazzo dove si sarebbe svolto lincontro di preghiera nella giornata mondiale per la pace. Con molti altri giovani, abbiamo scambiato le nostre opinioni sullimportanza della pace che deve trovare dimora innanzitutto nei nostri cuori, poi nelle nostre famiglie, e nellintera societ, ferita dallodio fratricida. La pace, questo dono grande di Dio chiede anche la nostra collaborazione. Il santo Padre ci ripete che non ci pu essere pace se non si difende la vita, dall inizio fino alla sua fine naturale; non ce pace se uno pensa di vivere sfruttando il prossimo. Non ci sar mai pace se non si rispetta la dignit della persona umana.

Ci siamo soffermati con i ragazzi a riflettere su questi vari punti e sembra che qualche convinzione abbia fatto breccia nel loro cuore, augurandoci che possano essere, con la grazia di Dio, veri costruttori di pace in ogni loro ambiente. Un gruppo di giovani cattolici provenienti dal Sud dellAlbania, che hanno scelto di evangelizzare cantando, ci hanno coinvolto nei loro canti, permettendo a tutti di provare quanto sia bello cantare in favore della pace e testimoniare ovunque che il Principe della Pace solo Ges. Angelica File asp.
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FUS-MILOT (Albania) Dicembre 2012

la mia piccola esperienza di fede


Salve, a tutti gli amici lettori del Sicut Angeli. Mi chiamo Suada Prei, ho 15 anni e vengo da Fush-Milot ,Albania. Voglio condividere con voi la mia piccola, ma bella esperienza che sto vivendo nella conoscenza di Dio e della sua volont su di me. Tutto incominciato due anni fa quando ho iniziato a frequentare il catechismo, non avendo io ancora ricevuto alcun Sacramento, come pure il mio fratello pi piccolo. Non comprendevo cosa volesse dire ricevere i sacramenti, ma poi cammin facendo nella preparazione, ho scoperto che Cristo che viene in me donandomi una vita nuova, tanta serenit e pace, trasformandomi in Lui con la sua grazia. Nella mia piena facolt e responsabilit, dopo una seria preparazione, ho ricevuto il Battesimo, lEucaristia e la santa Cresima e grande stata la mia emozione, la mia gioia per essere diventata cristiana, figlia di Dio. Al presente, mi sento coinvolta nella missione di Ges di essere testimone del Suo Amore, del suo perdono, e della sua gioia. Il santo Padre Benedetto XVI ha proclamato il 2013 lanno della fede: devo dire che anche nella mia parrocchia e diocesi si svolgono molte attivit in proposito, organizzate per renderci sempre pi consapevoli del valore e del dono delle fede e per la sua crescita in ciascuno di noi. E stato fatto ultimamente in diocesi un incontro per gli adolescenti, intitolato la Fede, una porta sempre aperta ed stato proposto lesempio della giovanissima Beata Chiara Badano Luce, una ragazza vicina alla nostra et, con una voglia immensa di vivere, nonostante il perdurare delle sue sofferenze fisiche.

Fush-Milot (Albania): giornata di Ritiro Spirituale

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Mi ha fatto molto impressione il suo modo di vivere la sofferenza con generosit, accettando in ogni momento la volont di Dio, non per rassegnazione, ma come porta aperta verso leternit beata, come una luce che rischiara la via della salvezza ad altri ancora immersi nel buio del dubbio o della non conoscenza. La felicit, la gioia che I hanno caratterizzata anche durante la malattia mi ha molto impressionato, tanto che mi andavo spesso chiedendo dove Chiara trovasse la forza di pregare, di essere gioiosa, di consolare gli altri, mentre si trovava al culmine della sua malattia. Che coraggio poi dire in perfetta lucidit nel dolore: Se lo voi tu Ges, lo voglio anchio, cio, voleva condividere le sue pene con Lui, unire le sue sofferenze alle sue. La risposta alla generosit di questa giovanissima una sola: la stragrande fiducia che aveva in Ges. Quanti insegnamenti ho ricevuto nel leggere la sua storia intessuta di dolore, ma anche di profonda letizia che sapeva espandere intorno a s! * * * Mi permetto ora di condividere con voi un altro momento bello, vissuto alla fine dello scorso anno. Abbiamo lasciato tutto e siamo partiti per un ritiro spirituale in una parrocchia di montagna, organizzato dal nostro parroco P. Giovanni Peragine insieme alle nostre Madri Angeliche che sempre ci accompagnano passo dopo passo.

...sono io... Suada!


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Il tema che abbiamo meditato con altri ragazzi e giovani era nelle domande che ci erano state rivolte: come vvo io la mia fede? E cosa vuol dire essere testimone di Cristo nellambiente dove vivo? Latmosfera che ci circondava era stupenda e ci faceva sentire in dolce fraternit, i momenti di preghiera e di meditazione, anche se tanti, erano favoriti da un panorama bellissimo, circondati da montagne innevate che ci regalavano emozioni straordinarie. Ci sembrava di essere in sintonia con Ges quando accoglieva i suoi discepoli e con loro si ritirava in un luogo silenzioso e di preghiera. Ti rendo grazie, Signore Ges, che ci parli continuamente e ci chiami a tornare da te, a riposare in te, a vivere in te, perch senza di te non posiamo fare niente, sei Tu la nostra forza. Grazie che mi hai donato la fede, aiutami ad aumentarla sempre di pi con la tua grazia, perch possa essere tua vera testimone, possa essere come lacqua di un fiume che quando passa sui ciottoli, non solo li purifica, ma lascia dietro a s una scia luminosa riverberante la luce del sole. Con affetto a tutti e una preghiera Suada Prei

Tirana (Albania): Incontro di preghiera per la pace

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la Voce degli Alunni


Torre Gaia Roma Istituto San Paolo

Sinfonie Natalizie
''Rappresenta il tuo Natale''
(Partecipazione ad un Concorso)
Parecchio tempo fa, il Centro Commerciale LE TORRI, aveva bandito un concorso in occasione delle Feste Natalizie, intitolato Rappresenta il tuo Natale. Con grande entusiasmo, abbiamo voluto partecipare anche noi alunni. Cos abbiamo iniziato i lavori sotto la direzione della nostra Maestra che ha subito chiamato a s Ariele e Mattia, due nostri compagni che riescono meglio nel disegno. Ariele ha disegnato la Sacra Famiglia, il paesaggio, i pastori, gli abitanti del luogo e i Re Magi; Mattia ha corredato il tutto con tanti angioletti. E riuscito cos un bellissimo cartellone, abbellito da altri alunni con porporina verde e azzurra, per successo un guaio: si erano messi troppi brillantini che non andavano bene e cos si cerc di toglierne un po, ma con il taglierino si fece un buco. E ora che si fa?! Tristi per laccaduto, siamo ritornati a casa pensando ad una soluzione, ma la nostra maestra non si per niente scoraggiata: ha preso un prodotto che serve per fare la neve, ci ha messo un po di giallo e ha riempito il buco. La mattina dopo siamo rimasti a bocca aperta, perch il tutto si era risolto magnificamente: tale miscuglio sembrava fatto apposta per rimediare il danno. La capanna aveva cos acquisito un aspetto ancora pi rustico. Poi la maestra ha costruito un cavalletto e una volta sistemato il tutto, lha portato al centro Commerciale Le Torri che lhanno subito esposto in vetrina. Con tutte le luci, faceva un bellissimo effetto! Per noi stata una bellissima esperienza, perch fra laltro, ci siamo anche divertiti. La maestra alla fine ci ha detto che limportante partecipare, ma noi, in cuor nostro, dicevamo speriamo di vincere!. Gaia Proietta - Scuola Primaria San Paolo IV A - Roma
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"Ges, Messaggero di Pace


Non mi voglio ripetere, ma per entrare nell argomento sviluppato durante lAvvento in preparazione al Natale e rallegrato con una rappresentazione augurale, dir subito che il tema principale stato quello della PACE. Abbiamo tutti compreso che NATALE non significa solo REGALI, anzi abbiamo compreso meglio che Ges venuto sulla terra per portare Amore e Pace agli uomini che Egli ama. Purtroppo, dopo 2000 anni, la Pace sulla terra ancora lontana, nonostante ci siano stati nel corso della storia personaggi speciali, come san Francesco, Gandhi, la Beata Madre Teresa di Calcutta che hanno sacrificato la loro vita per trasmettere a tutti il significato dellamore verso i propri fratelli, vicini e lontani. Nella rappresentazione che abbiamo preparato, io ho interpretato Madre Teresa di Calcutta. Appena salita sul palco, mi sentivo sperduta, ma poi mi sono ripresa, quasi orgogliosa di interpretare un personaggio cos straordinario nella carit. Con labito cucito dalla mia nonna e con le mani giunte, ho salutato il pubblico, alla maniera di M. Teresa ed ho iniziato a recitare una poesia sulla Pace che cos si concludeva: IL FRUTTO DELLAMORE E IL SERVIZIO, IL FRUTTO DEL SERVIZIO E LA PACE. Uno scroscio fragoroso di battimani stata la ricompensa alla mia piccola fatica e, vi confesso, a stento ho trattenuto le lacrime. Benedetta Monti IV^ A San Paolo - Roma

Torre Gaia - alunni del "San Paolo"

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Torre Gaia Roma Istituto San Paolo

due paginette di cronaca scolastica unico lo scopo: riflettere sul vero significato del Natale che non ricevere, ma donare
alunni di 1^ B Scuola Secondaria di 1 grado
il 18 dicembre 2012! Oggi un giorno speciale: ci esibiremo al teatro dellIstituto San Paolo, in occasione del Natale. Sono le 16:00, ci rechiamo a scuola per il grande debutto. Siamo emozionatissimi! Il cuore batte allimpazzata, le gambe vacillano, il nostro viso cereo ostenta ansia e timore. Siamo felici ma nello stesso tempo agitati, un mix di emozioni. Dietro le quinte sembriamo tanti moscerini che ronzano, mentre le insegnanti ci mettere in riga. I nostri dialoghi in quel momento? Eccoli: Penso di svenire!. Non mi ricordo le note! SI-SI-DO-RE oppure RE-DO-SI-SI?. Qualcuno dice: Ansioso io? Ma no, sono superiore a queste cose!, La fortuna non ci serve, siamo dei professionisti, noi! In realt lansia c e si vede! Ma poi, come dincanto, quando parte la musica entriamo nel teatro stracolmo e lansia sparisce. Il baccano del pubblico si chiude in un silenzio di ghiaccio, rotto dalla presentazione fatta da una di noi alunni. I bambini di quinta elementare debuttano con la loro recita, Il Natale dei bambini del mondo: si muovono allunisono e riescono a trasmettere gioia e serenit. Guardandoli facciamo un salto allanno scorso, quando eravamo come loro, ma subito torniamo all oggi sentendoci pi grandi e responsabili. Noi della prima media li accompagniamo con il flauto, con le mani, con la voce, rendendo latmosfera magica. Luci, colori, musica e applausi ci regalano quella tranquillit di cui avevamo bisogno. Gli occhi attenti della Preside, gli sguardi sorpresi dei genitori, i visi ansiosi dei professori e il compiacimento delle suore accompagnano lo spettacolo, che risulta un vero successo, perch abbiamo saputo emozionare il pubblico ed anche noi. Vogliamo qui ringraziare la Preside, prof.ssa Teresa Orlando, e tutti gli insegnanti per averci dedicato il loro tempo e la loro pazienza nellorganizzare questa esperien80

za indimenticabile che ci ha dimostrato che collaborando e impegnandoci insieme possiamo ottenere bei risultati. Ci siamo divertiti molto, ma nello stesso tempo questa rappresentazione ci ha lasciato un significativo messaggio: abbiamo capito e fatto capire che in questo giorno si pu essere felici in tutto il mondo, anche senza ricevere grandi regali, perch il pi grande dono che Dio ci ha fatto la vita. Infatti, il Natale un momento di felicit e gioia, perch ricorda la nascita di Ges, il Salvatore ed giusto fare festa per stare insieme e accogliere Ges nella nostra famiglia, che oggi qui ad applaudirci. Speriamo di poter provare queste emozioni sempre pi spesso nella nostra esperienza scolastica! I ragazzi della I Media B.

alunni di 1^ A - Scuola Secondaria di 1


Il giorno 18 dicembre 2012, gli alunni delle classi quinte della scuola primaria e quelli delle prime della secondaria del nostro Istituto hanno recitato, cantato, ballato e suonato, allestendo uno spettacolo natalizio intitolato il Natale nel mondo. Erano rappresentate le seguenti nazioni: Italia, Francia, America, Spagna e Brasile, unite da un solo legame: lamore di Ges. I ragazzi di V classe hanno recitato e ballato, mentre noi, i coristi, abbiamo suonato il flauto e le percussioni. Abbiamo eseguito lInno alla gioia con il flauto, poi abbiamo recitato la poesia "Canta il sogno del mondo", in seguito, con le percussioni e il battito delle mani abbiamo interpretato la caliente musica di Mas que nuda, collocandoci in Spagna con Feliz Navidad. Poi in Francia, accompagnati dalle note di Vive le vent, al suono del flauto. Di seguito, abbiamo eseguito il canto "Come a Betlemme" e il bellissimo Cantico d Francesco. E stata poi la volta di un brano davvero emozionante per noi, cio Ali I want far Christmas is you, dovendo presentare una coreografia che le insegnanti di musica ci avevano insegnato: abbiamo cos potuto dimostrare le nostre potenzialit artistiche con passi di hip hop, break dance e ginnastica artistica. La recita si conclusa con We are th world e con lesposizione di un cartellone con la scritta ben visibile: "un Natale pieno damore" sulle note di Oh happy day. La preparazione dello spettacolo stata molto impegnativa e ha richiesto molti giorni di prove, con la collaborazione dei docenti. Eravamo davvero molto ansiosi prima di esibirci, ma siamo stati sostenuti sempre dallincoraggiamento delle nostre Proff.
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Il teatro stracolmo, attendeva il nostro arrivo: quando siamo entrati ci hanno avvolto in un grande applauso, come gente in attesa del suo re! Erano presenti la Rev.ma Madre Generale, la Preside, le altre suore e gli insegnanti ed abbiamo avuto ospite il Presidente dellVlll Municipio, Sig.Lorenzotti. Alla fine, come ricompensa per la nostra fatica, abbiamo ricevuto un lungo e caloroso applauso, per cui anche se il tutto ha richiesto da parte nostra molte energie e tempo, stato davvero gratificante e ci ha dato unemozione fortissima: sentire i genitori fieri di noi, ci ha reso felici. E stata unesperienza fantastica, perch abbiamo avuto la possibilit di condividere con i nostri genitori unattivit scolastica, la musica, e di riflettere sul vero significato del Natale, che non ricevere ma donare, accogliendo Ges nel nostro cuore. I ragazzi della I ^ A - Scuola Secondaria 1- San Paolo - Roma

alunni della Scuola Primaria "San Paolo" - Roma

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la Pace nel mondo


un progetto da realizzare
Questanno, in occasione del Santo Natale, la mia classe, quarta elementare dellIstituto S. Paolo di Roma, si esibita in una rappresentazione che ha avuto come tema di fondo: La pace nel mondo. La nostra maestra una persona molto sensibile verso simili argomenti, pertanto ha voluto che noi augurassimo a tutti un sereno Natale, ricordando ad ogni persona quanto sia importante la PACE. In un momento dellanno cos particolare in cui in ognuno di noi si ravviva lamore, abbiamo cercato di sensibilizzare gli spettatori affinch nessuno smetta di credere a un mondo di pace. Abbiamo portato in scena tre personaggi che sono simbolo e portavoce di pace e hanno ispirato il mondo intero: Gandhi, San Francesco dAssisi, e Madre Teresa di Calcutta. Gandhi ha vissuto la sua intera vita con la fede che ogni essere umano possa avere verit e giustizia. Egli ha voluto muovere e spingere le persone verso lidea di pace combattendo le ingiustizie. Madre Teresa di Calcutta, una suora che stata simbolo di pace, dedizione e fratellanza. Madre Teresa ha dedicato la sua vita a servire i poveri e i malati. Ella si definiva una piccola matita nelle mani di Dio. San Francesco dAssisi fu un messaggero di pace, uguaglianza e solidariet. Egli fu un uomo di pace, perch aveva la pace nel cuore e la diffondeva intorno a s con parole ed opere. Concludendo, abbiamo voluto trasmettere il nostro messaggio di pace e ricordare a tutti il rispetto verso il prossimo senza differenze culturali, religiose e sociali. ASIA POCHI 4^A San Paolo Roma

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la Citt di Roma scrive a


"Caro Babbo Natale,
Tutti si salutavano contenti, la citt di Roma che ti scrive s, lo so che una citt non pu scrivere, sulle strade gi molte macchine, ma come se io individualmente ma il traffico ordinato e tranquillo. la rappresentassi. Anche sui mezzi pubblici E cos noi alunni di IV^ A del San Paolo, ci siamo immedesimati in essa esprimendo i suoi desideri. Eccoli: I miei desideri sono tanti, perch sono una grande citt. Te li elenco, Babbo Natale, poi tu fa quello che credi, purch mi accontenti in qualche cosa. Io vorrei: strade pi pulite, senza foglie, cartacce, vetri, escrementi meno traffico e smog, monumenti non maltrattati, cittadini educati, che amino, rispettino la storia della mia citt, una casa calda per tutti, rispetto per gli animali, mezzi pubblici meno affollati. Caro Babbo Natale, questa notte ho fatto un sogno bellissimo: la mia citt si risvegliava alle prime luci dellalba, le case, si illuminavano e tutte le finestre si aprivano.
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che percorrevano il loro percorso accoglievano i passeggeri senza spintoni e tutti si salutavano cordialmente. La citt sembrava rimessa a nuovo e i monumenti lucenti di bellezza sembrava raccontassero la loro lunga storia. Mi sono sentita orgogliosa di essere la pi bella citt. Purtroppo, al risveglio, mi sono accorta che la realt non era cos. Ho provato delusione e allora ti ho scritto. Se mi porterai anche un solo dono richiesto, ti sar grata e sar contenta ugualmente.

Con affetto A nome di Roma Capitale: gli alunni di IV^A San Paolo Roma

Quando il presepe sincarna nella fraternit e nella solidariet di ogni giorno per un mondo diverso

La pecora e il Bambino
di Piergiorgio Cabra
Ricordi, caro angioletto, il nostro primo incontro? Nel presepe, quella volta, non facevo parte di quella bella macchia bianca in mezzo al verde, costituita dal gregge delle pecorelle che, guidate dal pastore, si avviavano verso la capanna. Mi avevano messo in disparte, sola, probabilmente per variare un poco il paesaggio. Ma forse avevano indovinato il mio stato danimo. Da tempo non mi sentivo a mio agio nel gregge, che andava sempre ogni Natale verso quella capanna, sotto la guida paterna e talvolta paternalistica di quel pastore che diceva dove andare e che cosa bisognava fare. Quei Natali mi erano diventati pesanti da digerire, per via di quel buonismo di facciata. E cos mi sono trovata fuori dal gregge e mi sono sentita libera di andare dove volevo e non necessariamente verso quella capanna, dato che di capanne povere come quella ne esistevano parecchie. E poi il mondo non si riduceva al presepe! Bisognava crescere, conoscere il mondo, non limitarsi a sognare. Allinizio tutti mi guardavano: chi considerandomi la pecora nera, chi ammirandomi per il mio coraggio. Poi si abituarono e io mi abituai alla mia vita ai margini o autonoma dal gregge. E qui che ti sei accorto di me. Dopo tanto volteggiare a ripetere a tutti lo stesso messaggio, ti sei fermato un momento su di me e hai parlato con me e di me. Eri daccordo con me che il mondo pi vasto del presepe, aggiungendo per che il Presepe che rende pi vivibile il mondo. Mi hai parlato di libert, ma anche di solidariet, aggiungendo che questa che salva dalla solitudine e dallegoismo. Mi hai sorpreso quando mi hai detto che il Natale lincontro di due mendicanti in cerca di amore: Dio e lessere umano. Mi hai commosso quando mi hai detto che anchio potevo diventare un angelo per gli altri, quando mi rendevo presente nelle loro difficolt. Mi sei sembrato saggio quando mi hai consigliato di non uscire dal presepe, perch l dentro era pi facile trovare quello che cercavo, anche se tutto non mi convinceva. Mi hai spiazzato quando mi hai detto sicuro: Se tu cerchi davvero, alla fine sarai trovato da Lui, che venuto a cercare la pecorella smarrita. Ho pianto quando mi hai detto che per un anno non ci saremmo visti. Mi hai fatto felice quando mi hai assicurato che non mi avresti lasciata sola. Ma sono rimasta senza parole quando mi hai detto che tutto quel movimento di angeli, sarebbe stato realizzato anche soltanto per me e che in cielo essi avrebbero fatto pi festa per me che per tutto quel gregge ordinato e obbediente. E ora che cosa posso dirti se non ringraziarti e dirti: Ritorna presto? Dall Osservatore Romano - 1 gennaio 2013 . n.1
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per un sorriso nel ricordo delle feste natalizie che ci parlano sempre di umilt, semplicit, altruismo.

Lettera dellasinello del presepe a Ges Bambino


Caro Ges Bambino... Posso parlare un po con te? Sono il somaro: Quello del presepe. Quello sempre vicino alla tua mangiatoia. Quello che la gente, per delicatezza, chiama: asinello. Cosa dirti? Ti voglio ringraziare Ges, perch, anche quest anno, come sempre, sono presente in tutti i presepi. Non affatto una cosa scontata che una creatura umile come me non manchi mai in una scena cos straordinaria, misteriosa, suggestiva, unica come il tuo presepe. Ti voglio ringraziare, perch questa mia presenza certamente opera tua, altrimenti chi si sarebbe ricordato di un somaro come me? Lo sai, nemmeno gli evangelisti si sono ricordati di citarmi. S! Nessuno me lo leva dalla testa: sei tu che ogni anno fai questo miracolo. Perch? E da tanto tempo che ci penso. Di tempo per pensare, mentre la gente ci passa davanti con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore contento, ne ho tanto qui accanto a te. Questanno ho capito. Lo so, ci ho messo troppo tempo, ma a me, che non ho fatto le scuole alte, per capire le cose ce ne vuole... Cosa ho capito? Adesso te lo spiego, caro Ges.
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Il somaro chi ? E chi fa il lavoro di tutti i giorni, senza esigere niente pi che una manciata di fieno e un secchio dacqua. E chi fa i lavori umili e usuali - e spesso pesanti! - che se nessuno li facesse, sarebbe un guaio per tutti, anche per quelli che guardano il somaro dallalto in basso. E chi non compare mai in prima fila e nei posti importanti. E chi, anche se non gli danno medaglie e premi, continua a tirare la carretta, lasciando agli altri meriti e gloria. Ges Bambino, non cos? Certo che cos! Ed ecco perch mi vuoi sempre vicino a te in tutti i presepi del mondo. Perch a te piacciono quelli come me, che non cercano soltanto le cose clamorose, luccicanti, da prima fila, ma accettano quelle umili, piccole - anche faticose ma vere! - di ogni giorno. A te piacciono quelli che si caricano anche il peso degli altri. Ges Bambino, non sar certo io a spiegarti come stanno le cose, ma - lasciamelo dire - se il mondo dovesse andare avanti con quelli che cercano soltanto le cose che luccicano, da prima fila, da primo premio, si sarebbe fermato da un pezzo. Sono quelli come me a mandare avanti il mondo. Non ho ragione, Ges Bambino? Cosa dici? Parla pi forte che ci sento poco. Ho duemila anni in groppa! Adesso ho sentito: lho detta grossa. Certo, a mandare avanti il mondo sono quelli come te. Scusami, Ges Bambino, ho parlato da... somaro. Per, ti ringrazio lo stesso. Per un aspetto almeno ci somigliamo. Tonino Masconi (da Popotus Avvenire 23 dicembre 2004)

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Preghiamo per i nostri morti


Sacconago (VA) P. No Toia Barnabita (zio dellindimenticabile consorella M. Anna Maria Toia asp) Gino Chirico (nipote di M. Pasqualina Iannotta) Simone Gavoi (pap di M. Margherita asp.) Natividade Munoz (zia di M. Isabella Muoz asp. Giuliano Muoz (cugino di M. Isabella M. asp. Casimira da Cruz (mamma di M. Lina Barros asp) Arsenia Delano (mamma di M. Adelina asp.) Flora Tomassi (sorella della defunta M. Antonietta Tomassi asp) Curti (Caserta) Scutari (Albania) Palencia (Spagna)

Ponte de Lima Portogallo Filippine Castelforte (Latina)

Rio de Janeiro (Brasile)

Irma Hellade P. Toledo Irma Marizete Bernardo dos Santos

da Belo Horizonte (Brasil) Ottobre 2012 Nos dias doze e trinta e um deste ms nossa Congregao entregou aos cus as almas de duas irmas que muito trabalharam para a edificao do Reino de Deus aqui na terra. Ns nos solidarizamos com a Comunidade do Rio. onde tanto Irm Hellade como Irm Marizete moravam, e pedimos a Deus a graa de continuar bem os servios que estas desempenharam em nossa Familia Religiosa.
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Amici del Sicut Angeli


CAMBIAGO (Milano) CARISTI MARINA (CS) CASTELLANZA (VA) CUSANO MILANINO (MI) MILANO GUARDAMIGLIO (Lodi) Orsola Colombo Maria Carone Don Luigi Brazzelli Andrea Spinelli P. Andrea Mies (PIME) - Francesca Bianchi Maria Modomutti - Giovanna Perotti Franca Tennini - Anna Ebili Maria Modomuti - Luciana Brambilla Edvige Fiorani - Maria Cremascoli Liliana Lagan Anna Maria Guaschino Piergiorgio Morelli - Giampiero Zuccotti Giovanna Brambilla - Luigi Scaccini Renza Biggini - Esterina Castoldi Vicini Herr. Gilbert J. Schoenen

NAPOLI: ROMA: SANGIULIANO MILANESE

WIESBADEN-BIEBRICH: (Germania)

AMICI DELLE MISSIONI:


Le Angeliche Missionarie, dai luoghi di missione, porgono vivissimi ringraziamenti per gli aiuti generosi che, in diverse forme, ricevono dai carissimi benefattori (famiglie, Istituti, alunni delle varie Scuole, Oratori, gruppi missionari e simpatizzanti).

Ringraziamo i carissimi lettori che vorranno far pervenire la loro offerta a sostegno della nostra rivista. , fra laltro, un segno di buon gradimento, mostra anche il desiderio di conoscere da vicino limpegno della nostra Congregazione che, senza azioni eclatanti, si pone in semplicit al servizio della Chiesa nelle pi svariate mansioni. La nostra preghiera, densa di gratitudine e fatta di amicizia, raggiunga ciascuno di voi e vi ricolmi di ogni consolazione divina.
Labbonamento e le offerte per le varie iniziative missionarie e vocazionali possono essere inviate tramite il cc. postale n 31216005

IL NOSTRO GRAZIE

Cantoilsognodelmondo

Ama, saluta la gente, dona, perdona, ama ancora e saluta, dai la mano, aiuta, comprendi dimentica e ricorda solo il bene. E del bene degli altri godi e fai godere. Godi del nulla che hai, del poco che basta giorno dopo giorno: e pure quel poco, se necessario, dividi. E vai, vai leggero dietro il vento e il sole e canta. Vai di paese in paese e saluta, saluta tutti: il nero, lolivastro e perfino il bianco. Canta il sogno del mondo che tutti i paesi si contendano daverti generato. (david
maria turoldo)

Direzione e Amministrazione: Via Casilina , 1606 - Torre Gaia - 00133 Roma - Tel. 06.20.50.221 Direttore Responsabile: L. Alghisi Propriet letteraria riservata con approvazione ecclesiastica e dei Superiori Scritto al N. 3096 del Registro della Stampa - Add 30 Gennaio 1953 CINELLI Stampa - Via Casilina, 1747 - Borghesiana (Roma) - Tel. 06.20.71.120

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